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ANNO 4 | N. 2 notizie di varia “vaticanità” 11 Aprile 2010 foglio informale per i dipendenti del Governatorato Lettera del Cardinale Presidente 1. Lo tsunami finanziario ed economico del 2008 e 2009, che ha colpito i Paesi più sviluppati del mon- do, travolgendo imperi finanziari, e sgretolando co- lossi dell’industria del Nuovo e del Vecchio Mondo, non poteva non portare la sua forza d’urto anche sul Governatorato. Ma non l’ha travolto. Ha però posto anche ad esso nuove sfide. E le sfide o le si affronta- no con intelligenza, prudenza e tenacia, o si perdono. Una sfida può dare il colpo di grazia, ma anche offrire un’occasione per nuove opportunità, aprire ad una vi- sione insieme più realista e più ampia dei punti deboli e dei punti di forza, una percezione più chiara dei com- piti da affrontare, delle correzioni da introdurre e dei nuovi traguardi che si possono raggiungere. Proprio questo è ciò che sta avvenendo qui, da noi. Nel marzo dello scorso anno, come sapete, ho isti- tuito il Comitato Finanza e Gestione, composto da al- cune personalità esterne di rinomata competenza, per esaminare a fondo i nostri metodi di lavoro, le nostre carenze e le nostre capacità, e proporre soluzioni che garantiscano alle nostre procedure una maggior tra- sparenza, rapidità ed efficienza. I metodi di lavoro del Governatorato sperimentati nei decenni precedenti nei suoi Uffici, proprio per la capacità di chi li dirige e di chi vi lavora, danno garan- zia di sapersi adattare a più recenti criteri di buon fun- zionamento aziendale. Non v’è dubbio che il passag- gio ai nuovi paradigmi operativi potrà essere, talvolta, non semplice e richiedere spirito di adattamento, di collaborazione, ed anche un po’ di pazienza. La mac- china del Governatorato non è poi quella gran macchi- na, e dovrebbe potersi muovere con una certa agilità. Nostro Signore, sempre aderente alla realtà umana, ha detto che nessuno che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “il vecchio è gradevole” (Lc 5, 39). 3 Anniversario del bicentenario della nascita di Leone XIII 3 Un “cupolone” innevato! 4-9 Notizie dalle Direzioni e Uffici 10 Il cuore che pensa È poesia! 11 La Parola del Papa L’angolo di cultura 12 Per fare buon sangue Notizie liete e... tristi Luigi Filocamo (1906-1988), La Risurrezione di Cristo. Musei Vaticani (già Appartamento Pontificio Privato) La Risurrezione di Cristo è una nuova creazione. Ha modificato l’orientamento profondo della storia, sbilanciandola una volta per tutte dalla parte del bene, della vita, del perdono. Siamo liberi, siamo salvi! Benedetto XVI

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ANNO 4 | N. 2 notizie di varia “vaticanità”11 Aprile 2010 foglio informale per i dipendenti del Governatorato

Lettera del Cardinale Presidente

1. Lo tsunami finanziario ed economico del 2008 e 2009, che ha colpito i Paesi più sviluppati del mon-do, travolgendo imperi finanziari, e sgretolando co-lossi dell’industria del Nuovo e del Vecchio Mondo, non poteva non portare la sua forza d’urto anche sul Governatorato. Ma non l’ha travolto. Ha però posto anche ad esso nuove sfide. E le sfide o le si affronta-no con intelligenza, prudenza e tenacia, o si perdono. Una sfida può dare il colpo di grazia, ma anche offrire un’occasione per nuove opportunità, aprire ad una vi-sione insieme più realista e più ampia dei punti deboli e dei punti di forza, una percezione più chiara dei com-piti da affrontare, delle correzioni da introdurre e dei nuovi traguardi che si possono raggiungere.

Proprio questo è ciò che sta avvenendo qui, da noi. Nel marzo dello scorso anno, come sapete, ho isti-

tuito il Comitato Finanza e Gestione, composto da al-cune personalità esterne di rinomata competenza, per esaminare a fondo i nostri metodi di lavoro, le nostre carenze e le nostre capacità, e proporre soluzioni che garantiscano alle nostre procedure una maggior tra-sparenza, rapidità ed efficienza.

I metodi di lavoro del Governatorato sperimentati nei decenni precedenti nei suoi Uffici, proprio per la capacità di chi li dirige e di chi vi lavora, danno garan-zia di sapersi adattare a più recenti criteri di buon fun-zionamento aziendale. Non v’è dubbio che il passag-gio ai nuovi paradigmi operativi potrà essere, talvolta, non semplice e richiedere spirito di adattamento, di collaborazione, ed anche un po’ di pazienza. La mac-china del Governatorato non è poi quella gran macchi-na, e dovrebbe potersi muovere con una certa agilità.

Nostro Signore, sempre aderente alla realtà umana, ha detto che nessuno che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “il vecchio è gradevole” (Lc 5, 39).

3 Anniversario del bicentenario della nascita di Leone XIII

3 Un “cupolone” innevato!

4-9 Notizie dalle Direzioni e Uffici

10 Il cuore che pensa È poesia!

11 La Parola del Papa L’angolo di cultura

12 Per fare buon sangue Notizie liete e... tristi

Luigi Filocamo (1906-1988), La Risurrezione di Cristo. Musei Vaticani (già Appartamento Pontificio Privato)

La Risurrezione di Cristo è una nuova creazione. Ha modificato l’orientamento profondo della storia,

sbilanciandola una volta per tutte dalla parte del bene, della vita, del perdono.

Siamo liberi, siamo salvi!

Benedetto XVI

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2 | all’ombra del cupolone 11 Aprile 2010

Ora il passaggio di metodo che viene attuato non è certo una rivoluzione, come quella del vino nuovo di Gesù, ma una novità che può comportare qualche disagio, talvolta spiacevole: non solo per gli Uffici delle varie Direzioni, ma anche per quelli della Pre-sidenza, perché, anche per la Presidenza, com’è faci-le comprendere, è assai più piacevole quando tutto è tranquillo e scorre come l’olio, senza intoppi e nuovi inizi. Ma non si può nuotare senza muovere le braccia ed affaticarsi un po’. Sosteniamoci dunque e faccia-moci coraggio a vicenda.

Dice S. Paolo: portate i pesi gli uni degli altri: così adempirete la legge di Cristo (Gal 6, 2).

2. In questo processo, come detto, non sempre fa-cile, ma necessario e, si confida, fruttuoso si richiede un vicendevole comportamento di apertura e volontà di collaborazione.

Come tutti sanno (Alll’Ombra del Cupolone lo rei-tera ad ogni suo numero) le porte del Cardinale Presi-dente, ma anche quelle di S.E. il Segretario Generale e di S.E. il Vice-Segretario Generale del Governatora-to, sono sempre aperte. A tutti, senza distinzione.

A questo proposito permettetemi una confidenza. Alcuni – me l’hanno detto loro stessi – temono di ve-nire a parlare con il Presidente. Chissà che cosa dirà il mio capo? - si domandano -. Sospetterà che io ven-ga a riferire cose spiacevoli; vorrà poi sapere com’è andato il colloquio.

Ora, questa è una preoccupazione fuori luogo. Anzitutto perché vi sono molti argomenti al di fuori delle questioni di lavoro di cui si può parlare con il Cardinale Presidente. C’è inoltre il segreto d’ufficio, il quale impone un grave obbligo di riservatezza. E nessuno può pensare di richiedere di essere informato sul contenuto di un colloquio privato con il Cardinale Presidente, come con chiunque altro.

Noi viviamo in un regime di libertà e di reciproca fiducia, in cui non deve trovare spazio nè la delazio-ne nè la connivenza. Il Cardinale Presidente per par-te sua non ha mai tradito la fiducia di nessuno, e, se notizie portate a sua conoscenza ne hanno richiesto l’intervento, egli si è mosso, com’è suo dovere, con ogni riguardo verso ciascuna persona, senza distin-zione, così che nessuno dovesse sentirsi ferito o aves-se ragione di lagnanza; con senso di responsabilità nei riguardi dell’istituzione Governatorato, ma soprattut-to con amore, sincero e doveroso, verso ciascuno dei

collaboratori del Governatorato. È un obbligo che viene non dalla Legge Fondamentale dello Stato, ma dal Vangelo, che è assai più vincolante.

3. E visto che il discorso è scivolato, o meglio, s’è levato verso il Vangelo, c’è ancora una cosa che mi sta a cuore e che vi devo dire.

Il comportamento moralmente virtuoso è sempre anche socialmente utile (fermo restando che l’effi-cienza sociale non è il fine della virtù, ma solo una conseguenza). Ora c’è un comportamento non virtuo-so che io vorrei vedere completamente estirpato nei rapporti interni della famiglia del Governatorato: è la maldicenza. La maldicenza è originata, in verità, più che da circostanze esteriori negative, da invidia, da so-spetto malevolo (per non dire giudizio temerario), da compiacimento per le manchevolezze altrui: insomma sempre da malanimo. Ma non resta mai senza contrac-cambio. È un’esperienza incontrovertibile: uno parla male di un altro con te, oggi; domani parlerà male di te con un altro. Sentite invece che cosa ci dice l’Apostolo Pietro nella sua prima Lettera, citando il Salmo 34:

Chi infatti vuole amare la vitae vedere giorni felicitrattenga la lingua dal malee le labbra da parole d’inganno,eviti il male e faccia il bene,cerchi la pace e la segua (1 Pt 3, 10-11. cfr Si 34,

13-17).

Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare (1 Pt. 4 ,9).

Superfluo fornire un’esegesi di tale passo: è molto chiaro e vale per tutti. Noto solo che l’ospitalità di cui parla, più che l’ospitalità della casa, è l’ospitalità della persona, del cuore sereno, aperto, amichevole.

4. La Pasqua del Signore che stiamo celebrando, rinnovi le nostre energie, ci dia nuova gioia, nuovo slancio, un cuore ospitale.

Come dice il proverbio: cuor contento, il ciel l’aiuta.

Dire Pasqua è dire: è un altra Vita! E questo è il mio augurio pasquale a ciascuno di voi, alle vostre famiglie, a tutte le persone che vi sono care.

G. Card. Lajolo

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11 Aprile 2010 all’ombra del cupolone | 3

Anniversario del bicentenario della nascita di Leone XIII di Danilo Ambrosetti

Il 2010 è l’anno del Bicentenario della nascita di Vincenzo Gioacchino Pecci ossia Papa Leone XIII

(1810-1903). L’anniversario in questione rappresenta un appuntamento di grandissima attualità anche in relazio-ne alla recente Lettera Enciclica “Caritas in Veritate” di S.Santità Benedetto XVI, che fa esplicito riferimento alla “Rerum Novarum” di Leone XIII e che visiterà, il prossimo

5 settembre 2010, Carpineto Romano, città natale di Papa Leone XIII. Egli è stato il 256° vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica (dal 20 febbraio 1878). È ricordato nella storia dei papi dell’epoca moderna come il pontefice che ritenne che fra i compiti della Chiesa rientrasse anche l’attività pastorale in campo socio-politico. Se con lui non si ebbe la promulgazione di ulteriori dogmi dopo quello dell’infallibilità papale, solennemente proclamato dal Con-cilio Vaticano I, egli viene tuttavia ricordato quale papa del-le encicliche. Ne scrisse infatti 86, con lo scopo di superare l’isolamento nel quale la Santa Sede si era ritrovata dopo la perdita del potere temporale con l’unità d’Italia. La sua più famosa enciclica fu la Rerum Novarum con la quale si realizzò una svolta nella Chiesa cattolica, ormai pronta ad affrontare le sfide della modernità come guida spirituale in-ternazionale. In questo senso correttamente gli fu attribuito il nome di “Papa dei lavoratori” e di “Papa sociale”; infatti scrisse la prima enciclica esplicitamente sociale nella storia della Chiesa cattolica e formulò quindi i fondamenti della dottrina sociale della Chiesa. Leone XIII è noto anche per essere il primo Papa, dopo mille anni di storia, a non eser-citare il potere temporale. Il suo pontificato durò 25 anni, anche se, al momento della sua elezione, a molti appariva vecchio, stanco, malaticcio. Leone XIII fu sepolto nella Ba-silica di San Giovanni in Laterano. All’interno del Museo Storico del Vaticano, presso il Palazzo Lateranense, ci sono numerose testimonianze del Pontificato di Leone XIII, non solo dipinti ed immagini varie, ma anche documenti, editti ed altro ancora, tutt’ora esposti agli occhi dei visitatori del Museo Storico Vaticano.

A partire soprattutto dalle ore 10,00 del 12 febbraio un sottile manto bianco ha ricoperto Roma e la Città del

Vaticano.L’ultima volta era nevicato su Roma, in forma molto ab-

bondante, nel febbraio 1986, mentre alla viglia dell’Epifania del 1985 alla nevicata era seguita una grave gelata, con pe-santi conseguenze sull’agricoltura e sul traffico, anche ferro-viario.

Quello del 12 febbraio scorso, episodio preannunciato e di moderata entità, non ha creato alcun vero problema alla viabilità interna allo SCV, né di funzionalità dei vari apparati dello Stato.

Fortunatamente il generoso sole romano ha rapidamente dissolto il modesto tappeto nevoso, di non più di 3 centime-tri. C’è stato comunque il tempo sufficiente a fissare alcune immagini insolite del paesaggio vaticano.

Un “cupolone” innevato! di Pier Carlo Cuscianna

Jean-Joseph Constant, detto Benjamin Constant (1845-1902). Ritratto di Leone XIII.

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4 | all’ombra del cupolone 11 Aprile 2010

NOTIZIE DALLE DIREZIONI E UFFICI

Incontro di S. Em.za il Cardinale Giovanni Lajolo con un gruppo di Buddisti Giapponesi

di Francesco Tomassetti

Nella mattina di mercoledì 24 febbraio u.s. il Cardinale Presidente ha ricevuto nella Sala della Consulta del Go-

vernatorato un gruppo di circa 40 Buddisti, Bonzi e Bonze, prove-nienti dal Giappone, seguaci della setta Jodo-Shu, fondata dal mae-stro Hoonen nel XII secolo. Li accompagnava il Rev.do P. Makoto Wada, Carmelitano, responsabile della Sezione Giapponese della Radio Vaticana. Il gruppo è stato presentato da P. Wada, indicando le ragioni per cui esso desiderava incontrare il Cardinale Lajolo. Si è subito instaurato un cordiale dialogo. Il Chairman Junyu Ogino, che guidava il gruppo, ha esposto le finalità dell incontro, volto a studiare e praticare possibilità di collaborazione per promuovere la pace nel mondo, in amichevole confronto con le diverse culture.

La setta Jodo-Shu celebra il giorno della pace, con particolari preghiere, il 25 marzo, ricorrenza della morte del fondatore. La sua attività pratica in favore della pace è molteplice, in particolare me-diante raccolta di fondi per iniziative concrete di pace, promozioni

culturali con diffusione di libri in favore della pace, e mediante la ricerca di persone, non note, che promuovono la pace, e che vengo-

no quindi presentate a diverse organizzazioni e fondazioni, e così aiutate nella loro alta finalità.

È stato quindi chiesto al Cardinale Presidente di illustrare l’im-pegno della Chiesa Cattolica in favore della promozione e dello sviluppo della pace nel mondo. Il Cardinale Presidente ha illustrato l’iniziativa della Giornata Mondiale per la Pace, che la Chiesa Cat-tolica celebra il primo giorno dell anno, voluta da Paolo VI, sempre preparata da un impegnativo messaggio del Papa ed accompagnata dalla preghiera di tutti i cattolici nel mondo; ha parlato quindi dei Pontifici Consigli Justitia et Pax, Cor Unum e per il Dialogo Inter-religioso, e del compito istituzionale della diplomazia vaticana e delle Nunziature Apostoliche per la pace.

Egli ha quindi osservato che si possono rilevare diversi aspetti che uniscono la fede cattolica ed il buddismo. Vi sono anche molte e chiare posizioni diverse, che dobbiamo riconoscere e rispettare.

Ma gli elementi che ci legano, anzitutto di crescita interiore, de-vono darci la forza per un cammino comune, che ciascuno deve percorrere.

Il Cardinale ha anche detto: penso che la vostra visita sia spi-ritualmente utile per conoscere noi le vostre ricchezze, e voi le nostre. Noi abbiamo una sola ricchezza: Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. La carta costituzionale del cristianesimo, e quindi della Chiesa Cattolica, è il cosiddetto Discorso della Montagna all’ini-zio del quale il Signore Gesù enuncia le otto Beatitudini, e tra di esse vi è questa: Beati i costruttori di pace, perché saranno chia-mati figli di Dio.

Il Cardinale ha poi salutato singolarmente i presenti, donando loro come ricordo della visita un portachiavi raffigurante la statua della Madonna posta sul Palazzo del Governatorato e, sul verso, lo stemma dello Stato della Città del Vaticano. Finale con foto di gruppo, e del Cardinale in mezzo alle quattro Bonze presenti.

Sotto la guida di P. Wada, il gruppo ha quindi fatto visita ai Giardini Vaticani, molto ammirati proprio nella loro diversità ri-spetto ai rinomatissimi giardini giapponesi.

L’incontro nella Sala della Consulta

Il cardinale tra le Bonze

Foto di gruppo

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11 Aprile 2010 all’ombra del cupolone | 5

Nella tarda serata di martedì 23 marzo, presso la sua abitazione in Via Giulia a Roma, ha cessato di vivere

il Marchese Dott. Don Giulio Sacchetti.Era nato il 21 gennaio 1926, da un famiglia che da secoli

prestava importanti servizi alla S. Sede ed era impegnata in vari settori del mondo cattolico. Paolo VI, che aveva un’alta stima della sua persona, lo aveva nominato il 27 marzo 1968 Delegato Speciale della Pontificia Commissione SCV, ruolo che ricoprì fino al 21 febbraio 2001. Con l’entrata in vigore della nuova Legge fondamentale (22 febbraio 2001), fu no-minato Consigliere Generale dello Stato, carica che manten-ne fino al febbraio 2005, quando, anche per ragioni di salute, cessò dall’esercitare tale ruolo.

Come Delegato Speciale, egli esercitava, a nome e per conto della Pontificia Commissione, il potere esecutivo, coadiuvando da vicino il Cardinale Presidente nel governo dello Stato.

Chi lo ha conosciuto, ricorda la competenza, la signorilità e la discrezione con cui, per un periodo tanto lungo, ha svolto

i suoi incarichi presso il Governatorato, da tutti apprezzato per la sua cordialità, ma anche per la volontà di ricerca-re sempre soluzioni ispirate alla giustizia e al rispetto delle persone.

Era un uomo dalla fede sicura e schietta e dalla carità generosa e silenziosa. Spesso ricordava gli esempi ricevuti in casa, in particolare dalla nonna, da cui aveva appreso una speciale devozione verso la Celebrazione dell’Eucarestia.

Ai funerali, svoltisi il 25 marzo nella chiesa di S. Gio-vanni Battista dei Fiorentini, sua parrocchia, e presieduti dal Card. Renato Raffaele Martino, ha preso parte anche il Card. Lajolo, Presidente della Pontificia Commissione e del Governatorato, oltre ad un gran numero di persone, a lui legate a vario titolo, in particolare di gratitudine per gli esempi di vita cristiana e per il bene da lui ricevuto sotto molteplici forme.

È stato tumulato al Verano, nella Cappella di proprietà del Governatorato, realizzata durante il periodo del suo servizio come Delegato Speciale.

La scomparsa del Marchese Don Giulio Sacchetti di S.E. Mons. Giorgio Corbellini

Il 2010 è iniziato all’insegna delle grandi novità per i Musei Vaticani. Dapprima timidamente e poi con mag-

gior slancio hanno fatto il grande salto: sono approdati fuori dalle mura e hanno varcato la soglia delle fiere internazionali del turismo.

Il primo passo lo hanno compiuto dal 14 al 17 gennaio, con la partecipazione a JospFest 2010, il Festival Internazio-nale degli Itinerari dello Spirito, alla Fiera di Roma. Quattro giorni per promuovere i viaggi di fede, facilitare l’incontro tra i popoli, conoscere e approfondire tradizioni religiose e culturali.

E come inizio non è stato affatto male. I Musei Vaticani sono stati infatti la vera attrazione del “padiglione Italia”: i visitatori, così come gli operatori del settore, provenienti da ogni parte del mondo, non potevano fare a meno di passare dal nostro stand per raccogliere informazioni, complimen-tarsi con noi, programmare future visite e chiedere consigli. Molti ci hanno richiesto interviste, strumento essenziale per poter ragionare sulle nostre proposte e cercare di migliorarle, altri hanno incoraggiato un contatto più duraturo nel tempo, promuovendo servizi, gemellaggi, convenzioni.

Grande risalto ha avuto il nostro sito internet, con tutte le possibilità che apre ai visitatori italiani e stranieri, a partire dalla biglietteria online, passepartout di nuova generazione, chiave d’accesso privilegiata per la scoperta dei tesori d’arte racchiusi nei Musei Vaticani.

Rinfrancati dall’esperienza positiva della Fiera di Roma, non ci siamo fermati e abbiamo accolto positivamente l’invi-

to degli organizzatori del BIT 2010, la Borsa Internazionale del Turismo. Di nuovo una sfida impegnativa, che ci avrebbe coinvolto altre quattro giornate, dal 18 al 21 febbraio. Non potevamo certo perderci d’animo; così ci siamo preparati al meglio e siamo partiti alla volta di Milano. Qui, nello stimo-lante scenario della nuova fiera di Rho, siamo stati in grado di allestire uno stand più grande, di 6m x 10m, ancora una volta in posizione privilegiata e strategica nel primo padiglione, quello di passaggio obbligato per i visitatori della Fiera. E i nostri “inviati” dei Musei Vaticani hanno decisamente avuto modo di accorgersene, visto l’enorme mole di persone con la quale hanno avuto il privilegio di interloquire. Ancora una volta abbiamo registrato la meraviglia della gente, lieta di tro-varci in prima linea, onorati di potersi rivolgere a un organi-smo della Santa Sede.

I visitatori hanno avuto modo di sottolineare l’importanza imprescindibile delle collezioni artistiche conservate ai Mu-sei Vaticani. Ci hanno svelato dinamiche fondamentali del turismo, sempre più rivolto a coniugare il piacere del viaggio e della scoperta con motivazioni ben più profonde, come la fede. È innegabile infatti che lo Stato della Città del Vaticano costituisca il richiamo fondamentale di tutti i programmi di turismo religioso. Ne beneficia da sempre la Città di Roma, ne contano i numeri imponenti proprio i Musei Vaticani. In questo contesto diventava essenziale raccogliere le proposte della gente, indirizzarla al meglio, aprirsi agli stimoli esterni, fieri di proporre un inestimabile tesoro artistico e religioso direttamente, senza alcun intermediario.

JospFest e BIT: i Musei Vaticani si affacciano al mondodi Monica D’Aleo

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6 | all’ombra del cupolone 11 Aprile 2010

L’8 marzo ricorre la festa liturgica di San Giovanni di Dio - il fondatore dell’Ordine

Ospedaliero dei Fatebenefratelli, - che i religiosi, i dipendenti ed i collaboratori della Farmacia Va-ticana hanno ricordato con una Celebrazione Eu-caristica presso la Cappella della Domus Sanctae Marthae, il 13 marzo. Alla Santa Messa, presieduta da S. E. Mons. Carlo Maria Viganò, Segretario Ge-nerale del Governatorato, concelebrata da un padre francescano e da un confratello, hanno partecipato il prof. Giovanni Rocchi, Direttore della Direzione di Sanità ed Igiene, il Vice Direttore, dott. Patrizio Polisca - medico personale del Santo Padre - ed una rappresentanza di confratelli dalla Spagna e dal Sud America.

Nel corso dell’omelia S.E. Mons. Viganò ha ricor-dato la figura del Santo, che nel nome voluto per l’Or-dine - Fatebenefratelli - racchiude il carisma dell’ospi-talità, della cura e dell’assistenza verso i malati ed i bisognosi. Ha sottolineato, inoltre, quanto questo sia importante per tutti coloro che prestano servizio pres-so la Farmacia Vaticana, a cui si rivolgono ogni giorno migliaia di persone. A tal riguardo, Fra Rafael Cenizo, Superiore della Comunità e Direttore della Farmacia, al termine del suo primo anno di direzione, ha ringra-ziato i dipendenti ed i collaboratori per il lavoro svolto con dedizione ed impegno.

Durante il pranzo, che è seguito alla Celebra-zione Eucaristica, i religiosi hanno voluto ringra-ziare tre dipendenti in attività presso la Farmacia Vaticana da più di 25 anni; Roberto Medici in ser-vizio dal 1981, il dott. Giancarlo Carucci - farma-cista capo- ed Ermanno Panella entrambi in servi-zio dal 1982. Hanno ricevuto una pergamena ed il melograno d’argento, simbolo dei Fatebenefratel-li, consegnati da S.E. Mons. Viganò.

La Farmacia Vaticana festeggia il fondatore dell’ordine dei Fatebenefratelli

di Antonella Sacchi

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11 Aprile 2010 all’ombra del cupolone | 7

Una data gioiosa per tutti noi, dipendenti del Governato-rato, e da ricordare, è il prossimo 29 aprile: cinquant’anni fa veniva ordinato Sacerdote il nostro Cardinale Presidente, Sua Eminenza Giovanni Lajolo, dall’allora Vescovo Ausiliare di Novara, Mons. Ugo Poletti, che fu poi nominato Vicario Ge-nerale di Sua Santità per la Diocesi di Roma. L’ordinazione sacerdotale si tenne nel grandioso Santuario mariano di Re, in Val Vigezzo, dove è venerata la Madonna del Sangue, e proprio nel giorno della sua festa.

A questo Santuario il nostro Cardinale è particolarmente legato e ogni anno, quando è possibile, vi si reca in devoto pellegrinaggio. Il 29 aprile prossimo celebrerà la S. Messa del cinquantesimo di Sacerdozio appunto ai piedi della Ma-donna del Sangue, a Re, ringraziandola per il lungo cammino

sacerdotale percorso sotto la sua materna protezione, e per l’aiuto che sempre gli ha concesso negli importanti incarichi svolti, e che continua a svolgere al servizio della Chiesa e del Santo Padre.

Con lui noi ringraziamo il Signore per i cinquant’anni di fecondo sacerdozio e di servizio alla Santa Sede, nella cer-tezza che la Vergine Santissima, nostra Madre, continuerà dal suo Santuario a vegliare sulla sua persona, a rendere sempre fecondo e gioioso il suo Sacerdozio, ed a fargli sentire meno pesante il suo lavoro al Governatorato. Questo è anche il no-stro affettuoso augurio. Naturalmente ci riserviamo di cele-brare tale ricorrenza, dopo i grandi festeggiamenti in Piemon-te, qui in Vaticano, il 31 maggio p.v., secondo le modalità che saranno in seguito comunicate.

1960 - 29 aprile - 2010di Lino Fantinel

Lo scorso 30 Marzo, all’inizio della settimana Santa e quasi alla vigilia del primo anniversario del terremo-

to che ha devastato l’Aquila il 6 Aprile 2009, i Musei Vaticani hanno presentato, nel Braccio Nuovo, una mostra dal titolo e dal significato molto speciali: “La Memoria e la Speranza”.

Nella sala polifunzionale dei Musei la mostra espone un centinaio di arredi liturgici scampati al terremoto d’Abruz-zo, recuperati in mezzo alle macerie dai Vigili del Fuoco, dai Carabinieri, dai volontari della Protezione Civile. Sono argenterie in grande maggioranza: calici e pissidi, ostensori e reliquiari, assai antichi e preziosi alcuni (come i mirabili manufatti liturgici di Nicola da Guardiagrele), di fattura più recente e di tipologia seriale molti altri.

Vengono dalle chiese dell’Aquila, dalla cattedrale in lar-ga parte, ma non solo. Vengono da San Bernardino, da San Pietro, dalle Anime Sante, dal convento francescano di San Giuliano (la reliquia commovente del saio di San Bernardi-no). Vengono dalle parrocchie della campagna. Da San Pietro Apostolo di Coppito, da San Francesco di Assergi, da San Silvestro a Sivignano, da San Menna a Lucoli. Sono esposti così come erano quando sono stati tirati fuori dalle macerie; ammaccati, disarticolati, ancora con i segni del crollo che li ha travolti.

Perché, nei Musei Vaticani, una iniziativa come questa, voluta con grande determinazione dal Vescovo Giovanni d’Ercole, ausiliare dell’Aquila, curata e allestita con amore e competenza in tempi rapidissimi dai colleghi Sante Guido, Andrea Carignani, Flavia Callori? Le ragioni le hanno spiega-te, con persuasiva efficacia nei loro interventi il giorno della inaugurazione, S. Em.za il Card. Giovanni Lajolo, Presidente del Governatorato, e S. E. Giuseppe Molinari, Arcivescovo dell’Aquila. Si è voluto, prima di tutto, rendere testimonian-za di affetto e di vicinanza ai cittadini d’Abruzzo colpito dal terremoto anche nelle loro memorie storiche e religiose più

care. Si è voluto, inoltre, sollecitare l’attenzione e la genero-sità dei visitatori dei Musei Vaticani.

La mostra è un omaggio alla gente d’Abruzzo e alla storia della sua Chiesa ma ha anche un obiettivo pratico. Ognuno degli oggetti esposti ha bisogno di restauri. Si tratta di in-terventi di piccolo e medio costo. Se qualcuno, fra gli ospiti dei nostri Musei, vorrà “adottare” un calice o un reliquiario, una navicella o un ostensorio, una pisside o un turibolo, potrà farlo con un esborso relativamente modesto, del tutto compa-tibile con le sue tasche. Si tratterà di un gesto di amore che replicherà quelli compiuti dai protagonisti di questa degna impresa.

Inaugurata la mostra “La Memoria e la Speranza”di Antonio Paolucci

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8 | all’ombra del cupolone 11 Aprile 2010

Martedì 16 marzo la Sala Conferenze dei Mu-sei Vaticani ha ospitato un evento dal titolo

La Nuova Francia. Incontri fra culture nel Québec (Canada) del XVI-XVII secolo. La giornata di studio è stata organizzata da p. Nicola Mapelli, curatore dei Reparti per le Raccolte Etnologiche, in collaborazione con la Delegazione del Québec a Roma e con l’Amba-sciata del Canada presso la Santa Sede.

S. Em.za il Card. Giovanni Lajolo, con la sua pre-senza, ha voluto dare rilievo all’evento, sottolineando, nel suo discorso d’apertura, da un lato la celebrazio-ne del quarantennale delle relazioni diplomatiche fra Santa Sede e Canada, dall’altro la riattualizzazione dell’insegnamento di due straordinarie figure cristia-ne che hanno a lungo lavorato in Canada e in Quebec, suor Marie Guyart de l’Incarnation e mons François de Laval, primo vescovo del Québec. Questi due personaggi, come ben ha evidenziato il card. Lajolo, furono in grado di parlare con le popolazioni locali e confrontarsi con culture diverse da quella europea in un momento storico – quello dei primi contatti nel XVI e XVII secolo fra europei e nativi – spesso carico di tensioni e incomprensioni.

Per comprendere meglio il quadro storico del Québec in quell’epoca così affascinante per la storia dell’umanità è stato invitato il prof. Luca Codignola, dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del CNR, che ha tenuto una conferenza dal titolo Il con-testo storico-religioso del XVII secolo nella Nuova Francia, soffermandosi in particolare sulla descrizione dei gruppi indigeni presenti in Québec al momento del contatto. In questo contesto fatto di incontri e scontri fra le popolazioni native e gli immigranti europei si sono inserite le due figure cattoliche alle quali abbiamo ac-cennato, e la cui importanza è stata spiegata dalla prof.ssa Dominique Deslandre, dell’Università di Montreal, con una conferenza dal titolo Marie de l’Incarnation, Amazon du Grand Dieu, e da Mons. Herman Giguére, del Seminario di Québec, con una conferenza dal titolo Un évêque missionnaire, François de Laval, premier évêque de Québec. Una conferenza del prof. Gasbarro, dell’Università di Udine, dal titolo La costruzione mis-sionaria del meticciato culturale nella Nuova Francia, ha infine analizzato il senso dell’incontro fra culture nel Nuovo Mondo, e quale è stata la sua importanza non

solo per il contesto americano, ma anche per quello eu-ropeo e della sua percezione dell’alterità.

La conferenza non ha voluto dunque assumere una dimensione e una prospettiva eurocentrica, tutt’altro. Sr. Marie infatti, mediatrice culturale ante litteram, si è fatta ‘nativa fra i nativi’ imparando da loro lingua, tra-dizioni, costumi, danze e canti, e svolgendo la sua mis-sione attraverso il superamento delle barriere culturali e la valorizzazione dell’umanità incontrata; e mons. de Laval ha cercato di creare, in un vasto territorio inesplo-rato, una nuova realtà umana che rispondesse ai bisogni dei coloni europei lontani dalle loro terre d’origine, e che al tempo stesso fosse rispettosa dell’identità cultu-rale dei nativi. Grazie a figure come queste, all’incontro pacifico e tollerante coi nativi, il Nuovo Mondo comin-cia a non essere più l’altro da scoprire, ma la novità che nasce. A testimonianza di questo incontro fra culture e religioni, è stata messa in mostra una fascia Wampum, documento straordinario delle culture e della creatività artistica di queste terre: si tratta di un manufatto donato nel 1831 a Papa Gregorio XVI da parte delle popola-zioni del Lac des Deux Montaignes, nel Québec. Ben-ché l’interpretazione del manufatto sia ancora oggetto di dibattito, la tesi più accreditata ne interpreta il moti-vo iconografico centrale come il pacifico incontro fra un missionario e un nativo. È stata proprio la bellezza di quest’incontro fra culture e popoli ad essere ricordata dall’ambasciatrice del Canada presso la Santa Sede, S. E. Anne Leahy, e dalla dott.ssa Amalia Danila Renosto, Delegato del Québec a Roma. Ed è stato infine il prof. Paolucci a sottolineare l’importanza che, nel contesto dei Musei Vaticani, assumono l’arte e la cultura dei pa-esi extraeuropei e la celebrazione delle diversità artisti-che e culturali nel contesto più ampio del rilancio dei Reparti per le Raccolte Etnologiche dei Musei Vaticani.

Un significativo incontro sul Québec presso i Musei Vaticanidi P. Nicola Mapelli, PIME

Non è il segno di Zorro..., ma la famosa fascia Wampum!

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11 Aprile 2010 all’ombra del cupolone | 9

Esercizi spiritualidi Antonio Perfetti

Nei giorni del 23 e 24 febbraio u.s., il personale della Di-rezione dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile (Corpo della Gendarmeria, Corpo dei Vigili del Fuoco, Centro Ope-rativo di Sicurezza, Servizio Tecnico ed Ufficio Interpol), con la benevola autorizzazione dei Superiori del Governatorato, si è raccolto in un giorno di preghiera e meditazione in prepa-razione alla Santa Pasqua.

La giornata è iniziata con la celebrazione delle lodi se-guite dalle meditazioni di S.E.R. il Cardinale Tomas Spidlik S.I., sul tema “la dimensione interiore del cristiano”; quindi, con la recita del Santo Rosario, è terminata la prima parte del ritiro.

Nel pomeriggio, dopo il pranzo ed una pausa di distensio-ne, il ritiro è continuato con la preghiera sul cammino della Via Crucis con meditazioni curate da Mons. Giulio Viviani, Cappellano, il quale ha celebrato poi la Santa Messa, che ha concluso la giornata di ritiro.

In occasione della preparazione alla Santa Pasqua, Mons. Paolo Braida insieme ad un gruppo di col-

leghi dei Musei Vaticani ha organizzato un incontro-rappresentazione dedicato alla lettura di alcune poesie sul tema della Passione della grande poetessa italiana, recentemente scomparsa, Alda Merini.

Come è accaduto anche in coincidenza con le festi-vità natalizie, per le quali è stata organizzata una magni-fica rappresentazione dal Bariona o il figlio del tuono di Jean-Paul Sartre, anche questa circostanza è stata di una rara intensità e bellezza: per la potenza dei contenuti, per il coinvolgimento e la qualità dei partecipanti, per la raffinata integrazione di diversi linguaggi artistici quali la parola, la musica, le immagini.

Ho avuto la possibilità di intervenire brevemente, grazie al coinvolgimento che Don Paolo ha sollecitato nel pubblico alla fine della rappresentazione. Ciò che più mi ha colpito è stata la scelta di “dire”, oltre che leggere delle poesie, una prassi che la letteratura del Novecento ha intensamente desiderato e che concentra e complica ad un tempo la forza espressiva delle parole e del loro significato. Il dolore, intenso ed autentico, insieme alla speranza, luminosa, che la Merini ha saputo ripercorrere nella raffinata struttura linguistica, si specifica nel suono e nelle voci degli attori. La musica, in questa occasione

suonata e cantata da giovanissime musiciste – un ele-mento che tutti hanno particolarmente apprezzato per il coinvolgimento delle nuove generazioni – ha permesso di far decantare quella potenza espressiva in ognuno di noi; mentre la carrellata di volti che scorrevano sullo schermo, ha permesso di coinvolgere l’intera umanità al mistero della Passione.

Mi auguro che sia possibile poter offrire ad un pub-blico più ampio, fosse anche quello dei Musei Vaticani e di tutto il Governatorato, e non solo in ricorrenze spe-cifiche ma in serate ben organizzate e adeguatamente pubblicizzate, queste straordinarie occasioni di incontro e di riflessione comune.

Omaggio a Alda Merinidi Micol Forti

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10 | all’ombra del cupolone 11 Aprile 2010

È POESIA!

IL CUORE CHE PENSA

Di molti pulpiti Nostro Signore si era servito nel corso della Sua vita pubblica: della barca di Pietro sospinta in mez-zo al mare, della cima della montagna, delle vie di Tiro e di Sidone, del tempio, della strada nazionale che menava a un cimitero, di una sala da banchetto. Ma tutto impallidiva, sino a diventare insignificante, a confronto col pulpito cui adesso era asceso: il pulpito della Croce.

Lentamente questo si sollevò dal suolo, oscillò per un momento a mezz’aria, lacerando, squarciando la Sua Sacra Carne; poi, a un tratto, con un rumore sordo che parve scrol-lare perfino l’inferno, sprofondò nella buca appositamente preparata. Nostro Signore era salito nel Suo pulpito, per l’ul-tima volta. Come tutti gli oratori, contemplò il Suo uditorio. In lontananza, a Gerusalemme, gli riuscì di vedere la cupo-la dorata del tempio, che rifletteva i raggi contro il sole che presto avrebbe celato il volto per la vergogna; qua e là, sulle mura del tempio, potè cogliere la visione fugace di coloro che aguzzavano gli occhi per vedere quegli che le tenebre non conoscevano: ai margini della folla, c’erano timidi seguaci, pronti a dileguarsi in caso di pericolo; e c’erano, anche, i car-nefici, che gettavano i dadi per spartirsi le Sue vesti. Vicino alla Croce, era l’unico Apostolo presente, Giovanni, il cui viso somigliava a uno stampo modellato sull’amore; e c’era anche la Maddalena, simile a un fiore reciso, a una cosa ferita. Ma innanzi a tutti c’era, Dio abbi pietà di lei! la madre sua. Maria, la Maddalena, Giovanni: l’innocenza, la penitenza, il sacerdozio: i tre tipi di anime che in ogni tempo si rinverran-no ai piedi della Croce di Cristo.

(Fulton J. Sheen, Vita di Cristo)

Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai, detto il Masaccio (1401-1428). La Crocifissione. Museo di Capodimonte, Napoli.

... e continua a sgolarsi sui campanili d’Europa!

Pieter Paul Rubens (1577-1640), La Resurrezione di Cristo (1616). Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze.

Il gallo s’è sgolato

II gallo s’è sgolato per millenni. E Cefa ha pianto. E dondolò dall’albero lo scheletro dei Giuda. - Balza fuori, rovescia sopra il tetro nostro suolo, o Signore, la pietra che Ti chiude. Te Risorto presentono nei solchi turgide gemme e pallidi frumenti. Ripercorrono ansiosi i Due di Emmaus l’antica strada. E là Maria di Magdala nell’orto attende che Tu la sorprenda. Hora est jam: il tedio e il lamento vano, che noi tardi di cuore a credere a guardia riponemmo del sepolcro, un Tuo urlo disperda, o Tu più forte d’ogni morte, Gesù: de somno surge. E gli Angioli, alleluja, e le campane annuncino, alleluja, che Tu ritorni. Per domani, Signore? - Oh, da domani s’inizino coll’alba i giorni nuovi, alleluja, viso Domino. Alleluja!

Gherardo Del Colle O.F.M. Cap., da L’Altro Novecento, di Vittoriano Esposito. Ed. Bastogi

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11 Aprile 2010 all’ombra del cupolone | 11

LA PAROLA DEL PAPA

L’ANGOLO DI CULTURA

Trovare la mia vocazione e viverla in ogni posto è im-portante e fondamentale, sia io un grande scienziato, o un contadino. Tutto è importante agli occhi di Dio: è bello se è vissuto sino in fondo con quell’amore che realmente redime il mondo.

Solo con l’apertura del cuore a lui, Gesù, Dio e uomo, solo con la conoscenza dell’insieme di quanto ha detto e di quanto ha fatto, con il nostro amore, con il nostro andare verso di lui, possiamo man mano conoscerlo sempre di più e così anche fare l’esperienza di essere amati.

“Signore, che io conosca me, che io conosca te”, scrive S. Agostino.

Queste parole del Papa ne sono un bel commento. Ma per avere un’esperienza diretta del Signore, ed aprirci così anche alla vera conoscenza di noi stessi, nulla di più efficace dell’incontro personale con lui.

Questo avviene in modo particolare nella Celebrazione Eucaristica. Un’occasione favorevole ci è offerta ogni mat-tina, alle 7,30 nella Chiesa di Maria Madre della Famiglia.

Sei cordialmente invitato!

[continua]

Abbiamo lasciato l’erudito Don Ferran-te del Manzoni, che declamava le sue con-vinzioni astrologiche, e non prendeva le ne-cessarie precauzioni indicate dai medici contro la peste. Fac-ciamo ora un passo in-dietro nella storia.

In anni giovani-li, S. Agostino, uno dei grandi Padri della

Chiesa e uno dei massimi scrittori dell umanità, non smette-va, egli scrive, di consultare quegli impostori che si chiamano astrologi (cfr Le Confessioni, IV, 3.4). Ma poi, da persona intelligente com’era, ripudiò “le predizioni fallaci e gli empi vaneggiamenti degli astrologi” (cfr Le Confessioni, VII, 6.8). Egli porta anche una ragione irrefutabile, che impedisce qual-siasi ragionevole credenza nell oroscopo. Eccola:

...Ruminando tra me e me, concentrai le mie riflessioni sulla nascita dei gemelli, i quali, in genere, escono dall’utero in così rapida successione che quel minimo intervallo, per quanta importanza si sforzino di assegnargli in natura, sfug-ge completamente all’osservazione umana e non può affatto tradursi in tabelle di segni che l’astrologo possa esaminare e predire cose vere. E vere non saranno, poiché dall’esame

degli stessi segni l’astrologo avrebbe dovuto predire le stesse cose per Esaù e per Giacobbe; ma non capitarono a entrambi le stesse cose. Avrebbe dovuto dunque predire cose false, op-pure, predicendole vere, predirle diverse: a partire però dagli stessi segni. Avrebbe dunque detto cose vere non per scienza, ma per caso.

Tu, invece, Signore, moderatore giustissimo dell’univer-so, all’insaputa di consultanti e consultati, con occulta ispi-razione fai sì che, chiunque lo consulti, oda dall’abisso del tuo giusto giudizio ciò che gli è utile udire secondo gli occul-ti meriti delle anime. E che nessun uomo ti chieda: «Cos’è questo?», «Perché questo?». No, non lo chieda: è un uomo, infatti. E così, «mio soccorritore», mi avevi sciolto da quelle catene (S. Agostino, Le Confessioni VII, 10).

Chi presta fede all oroscopo, o in qualsiasi altra maniera alla superstizione, si trova veramente “in catene”: non gode della libertà con cui Cristo ci ha liberati, di cui parla l Aposto-lo Paolo nella sua lettera ai Galati:

Come potete rivolgervi di nuovo a quei deboli e misera-bili elementi (del mondo), ai quali di nuovo, come un tempo, volete servire? Voi infatti osservate scrupolosamente giorni, mesi, stagioni ed anni! Temo per voi di essermi affaticato in-vano a vostro riguardo (4, 9b -11).

Nota bene: L’astrologia non è l’astronomia, come l’alchi-mia non è la chimica, anche se le une e le altre nel corso della storia sono state strettamente intrecciate, e non è stato facile scinderle. Ma alla fine la verità vince e libera.

Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (1571-1610). Increduli-tà di San Tommaso. Bildergalerie, Posdam (Germania).

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NOTIZIE LIETE E ...TRISTI

REDAZIONE presso S.E. Mons. Vice Segretario Generale

IMPAGINAZIONEAlessandra Murri

(Ufficio Bookshop Musei Vaticani)STAMPA

Tipografia Vaticana

notizie di varia vaticanitàANNO 4 | n. 2

PER FARE BUON SANGUE

“Ci sono anch’io!”

Diverse famiglie di dipendenti del Governatorato sono state allietate in questo periodo dalla nascita di figli:

- Matteo (05/02), di Alessia Viglietta;- Emma (16/02), di Fabrizio Schiappa;- Martina (19/02), di Mauro Di Ianni;- Gabriele (22/02), di Sergio Giovannini;- Silvia (23/02), di Giovanni Coppola;- Eleonora (27/02), di Alessandro Umbro;- Costanza (14/03), di Fabio Ippoliti;- Elena (19/03), di Massimo Amatori;- William Giordi (22/03), di Urban Kpazai Dahe;- Matteo (26/03), di Simone Carni;- Andrea (30/03), di Francesco Palladino;- Luca (06/04), di Massimiliano Angelelli;- Filippo (07/04), di Claudio Modesti.

Matrimoni

Alcuni nostri colleghi hanno formato una nuova famiglia:

- Diego Noccioli e Maria Vittoria Fiorino (13/02);- Francesco Masci e Adriana Ferrante (13/03).

Nella luce della Gerusalemme celeste

Con fede in “Cristo Gesù, che ha fatto risplendere la vita e l’immortalità per mezzo del Vangelo”, ricordiamo i nostri colleghi:

S. Ecc.za il Marchese Don Giulio Sacchetti (23/03/2010), già Delegato Speciale della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e poi Consigliere Generale.

ed inoltre i familiari di alcuni colleghi:

- Lucia (17/02/2010), sorella di Paola Guasti; - Leonora Balzano (26/02/2010), madre di Giampiero Masi;- Maria Marrano (01/03/2010), madre di Ada Aloise;- Umberto (02/03/2010), padre di Antonio Di Placidi;- Bibiana Proietti (04/03/2010), madre di Antonio Perfetti;- Fernando (12/03/2010), padre di Pier Paolo Crocetta;- Rosa Bonemei (24/03/2010), madre di Roberto Musa;- Enrica Navarro (07/04/2010), madre di Antonella Mestriner;- Elio (12/04/2010), padre di Franca Di Carlo.

L’Em.mo Card. Presidente riceve tutti i dipendenti senza preavviso, ogni giorno dalle 12,30 alle 13,30. Per evitare attese, potrà essere utile preannunciarsi (tel. 84432; 83306).

L’Ecc.mo Mons. Segretario Generale riceve tutti i dipendenti, previa telefonata (tel. 85127).

L’Ecc.mo Mons. Vice Segretario Generale riceve tutti i dipendenti, previa telefonata (tel. 85537; 84663).

Si ricorda che il notiziario all’Ombra del Cupolone è accessibile anche dal sito www.vaticanstate.va/IT/News/Bollettini.

NOTIZIE UTILI

Al ristorante:- Cameriere, il pollo è troppo vecchio!- Cosa glielo fa supporre, signore?- Perbacco, i denti!- Il pollo non ha denti, signore!- Io si, invece!

Un avventore, dopo aver terminato il pasto in un ristorante:- Cameriere, ho ancora una certa fame. Che cosa mi consiglia?- Le porto il conto: sono sicuro che le toglierà del tutto l’appetito!

Gino Bramieri. Vi racconto 400 barzellette

L’unzione con l’olio dei Cate-cumeni del piccolo Paolo Sca-lessa (27/02/2010), secondo figlio di Paola Leone.