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Settimanale di preghiera Anno XIX - n° 785 Non di solo PANE Domenica 8 gennaio 2017 I Tempo Ordinario

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Il Calice di Gesù di don Luciano Vitton Mea

Settimanale di preghiera

Anno XIX - n° 785

Non di solo

PANE Domenica 8 gennaio 2017

I Tempo Ordinario

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Non di solo pane ­ Numero 785 I Tempo Ordinario ­ pagina 2

Gennaio 2017

“Pregare, forse il

discorso più urgente”

Sussidio di preghiera

per la famiglia

Offerta della giornata

Cuore divino di Gesù,

io ti offro per mezzo

del Cuore Immacolato di Maria,

Madre della Chiesa,

in unione al Sacrificio eucaristico,

le preghiere, le azioni,

le gioie e le sofferenze

di questo giorno,

in riparazione dei peccati,

per la salvezza di tutti gli uomini,

nella grazia dello Spirito Santo,

a gloria del divin Padre.

Offerta quotidiana

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.

Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le

azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuore

del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi

nell’Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida

e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimo-

ne del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego

specialmente per le intenzioni che il Santo Padre

raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo

mese

Intenzione del Santo Padre

Per tutti i cristiani, perché fedeli all’insegnamento

del Signore si adoperino con la preghiera e la carità

fraterna per ristabilire la piena comunione ecclesia-

le, collaborando per rispondere alle sfide attuali

dell’umanità.

Intenzione dei vescovi

Perché la Chiesa italiana avanzi con coraggio sulla

via della missione.

Intenzioni mese di Gennaio

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Non di solo pane ­ Numero 785 ­ pagina 3

I Settimana Tempo Ordinario

Dio ti ama.

Ti ha amato fin dall’inizio

e ti amerà fino alla fine.

Brano Evangelico: Mt 3,13­17

In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Gio­vanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impe­dirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio predilet-to, nel quale mi sono compiaciuto».

Contemplo: Lo Spirito sce-

se su di lui (cf Mt 3,16)

Il Padre consacra con potenza di Spirito Santo il Verbo fatto uomo, Gesù, il Figlio di Dio: lo stabili­sce così luce del mondo e allean­za di pace per tutti i popoli. Lo Spirito Santo che caratterizzerà il

ministero di Gesù, sarà uno Spiri­to di pace, di amore, di compas­sione per l'umanità. In lui vedre­mo l'imma­gine di uomo che il Padre ha pensato e voluto sin dall'eternità.

Agisci

II Battesimo è l'in­gresso nella famiglia di Dio. Prego per tutti i genitori che si preparano a far bat-tezzare i loro figli.

Il santo del giorno:

San Severino

Nato da nobile famiglia romana, visse una vita au-stera e penitente ed ebbe fama di taumaturgo. Tale era il suo carisma

che, da regioni lontane, i potenti gli chiedevano consigli. Egli ave-va compreso che la società romana in decadenza a-vrebbe beneficia-to di questa linfa

nuova quando fosse stata evan-gelizzata; in que-sto senso è esem-pio, ancora oggi, di apertura e lun-gimiranza.

Domenica 8

Gennaio

I Settimana del Salterio

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Non di solo pane ­ Numero 785 ­ I Tempo Ordinario ­ pagina 4

Preghiera

Signore Gesù, tu ci vedi come siamo: pe-

core smarrite, disperse e confuse da infi-

niti bisogni che non sappiamo nominare.

Ogni tuo gesto di pastore verso di noi è

un insegnamento prezioso: cogliere i bi-

sogni, non giudicare, donare e ridonare

vita e parola che nutre, trasformare la

folla in persone. Chiesa riunita nel tuo

nome Amati così non possiamo che resti-

tuire ai fratelli tutto questo amore. Gra-

zie, pastore buono, pastore così bello, Dio con noi!

Meditiamo la Parola

Un Segno di croce in fronte Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea

Parroco di Bovegno

Nella speranza siamo stati salvati” (Romani 8,24).

Mons. Riboldi spesso racconta: Sono nato il 16 gen-

naio. Mamma mi raccontava sempre che per lei era

insopportabile avere una creatura che non fosse di

Dio. Il giorno dopo, nonostante la neve coprisse tut-

to, volle che fossi portato al fonte battesimale. Fui

quindi battezzato il 17 gennaio. "Era una gioia che

tu fossi mio figlio, mi diceva spesso, ma più grande

gioia era che tu rinascessi ed avessi come Padre Dio.

Io passo, ti posso dare tutto il mio amore: ma è pic-

cola cosa e breve, come questa vita terrena. Dio, il

Padre, dà tutto, ti ama con un cuore al cui confron-

to il mio è come una stella di fronte al firmamento.

Lui è tutto ciò che vorremmo e per sempre. L'im-

portante è non dimenticare mai che tu sei suo figlio

e vivere da figlio ora e per sempre". E aggiunge:

“Dovremmo ricordare sempre, chiamati a vivere da

santi, ossia da figli di Dio, quello che il Padre ha det-

to a ciascuno di noi, il giorno del nostro Battesimo:

"Questi e mio figlio diletto". C'è gente che, come a

ricordarsi di questa meravigliosa verità, quando mi

incontra mi chiede di farle sulla fronte un segno di

croce, come nel Battesimo. Lo fanno tante mamme

e papà sui figli quando sono piccoli. Torniamo allora

anche noi a immergerci nel Giordano per gustare la

gioia della rigenerazione. La gioia di essere cristia-

ni!”. Sì, un segno di croce in fronte è un dono gran-

de per la nostra vita spirituale, veniamo così immer-

si nel mistero di Dio e che bello ricordarcelo a vicen-

da, incontrandoci per strada.

Mi colpisce sempre il racconto che si tro­

va nel Quarto Vangelo: Giovanni Battista

"fissando lo sguardo su Gesù che passa-

va, disse: `Ecco l'Agnello di Dio'. Avendo

ascoltato le sue parole, i due discepoli

seguirono Gesù" (Giovanni 1, 36­37).

Lui, il Passante, non si arresta. Non ti vie­

ne incontro. Non si trattiene a conversare

amabilmente, discutere, convincere. Pas­

sa. Ti sei accampato ai margini. Lui tira

diritto per la propria strada. Vorresti esa­

minare la situazione (non c'è tempo).

Ponderare la cosa (troppo tardi). Riflette­

re (ti viene offerta soltanto la possibilità

di decidere). Dirgli che ripassi fra poco

(impossibile). Mettere insieme la poca

roba, lo stretto indispensabile (non lo rag­

giungeresti più).

Passa. Lo puoi seguire, non fermare.

Meditazione del giorno

Guardare in direzio-ne di colui che passa di Alessandro Pronzato

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Non di solo pane ­ Numero 785 ­ pagina 5

I Settimana Tempo Ordinario

Il santo del giorno:

San Marcellino di

Ancona Vescovo Appartenente alla

nobile famiglia dei Boccamajore, fu

Vescovo di Ancona nella seconda metà

del VI secolo eser-citando il suo mini-

stero con grande

zelo 'vir vitae vene-rabilis' lo definisce

S. Gregorio Magno. Si narra che in un

furioso incendio, difficilmente con-

trollabile, il Santo si fosse fatto portare

impedito nella de-

ambulazione per

una grave forma di gotta vicino al fuo-

co con il vangelo in mano, ottenendone

la cessazione delle fiamme. La sua

memoria è legata ad un Codice Evan-

geliario.

Brano Evangelico: Mc 1,14­20

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo». Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diven­tare pescatori di uomini». E subito, lasciate le reti, lo segui­rono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giaco­mo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sul­la barca con i garzoni, lo seguirono.

Metti sempre l’ansia al posto giusto: fuori dalla tua vita.

Agisci

In un momento di

preghiera, nell’arco

della giornata, esa-

minerò a cosa è lega-

to il mio cuore, per

scoprire ciò che mi

tiene lontano da Dio,

e chiederò la grazia

di sapervi rinunciare.

Contemplo: Credete nel

vangelo (Mc 1,15)

Gesù ci invita a credere nel van­

gelo, nella buona notizia che Dio

è venuto a visitare il suo popolo.

Dio si è fatto nostro fratello, com­

prende le nostre fatiche e ci assi­

ste nel nostro cammino in questo

mondo. È una notizia molto bella,

è una grande consolazione: non

siamo soli, Dio, nella sua fedeltà,

è con noi per risollevarci dalle

nostre cadute e darci una nuova

speranza di vita e di pace.

Lunedì 9

Gennaio

I Settimana del Salterio

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Non di solo pane ­ Numero 785 I Tempo Ordinario ­ pagina 6

Medita la Parola

Incontrare Gesù A cura di don Carlo Moro

Incontrare Gesù è molto più facile dì

quanto tu non creda, e questo per un sem-

plice motivo: in realtà è lui stesso che ti

viene incontro nella tua quotidianità, nel

tuo lavoro di tutti i giorni, in mezzo a

quelle occupazioni che sembrano non ri­

servarti proprio niente di nuovo. Il Signore

viene a cercarti per le strade della norma-

lità e dell' ordinarietà, è proprio lì che se-

mina un germe di eternità. È stata questa

l'esperienza dei primi chiamati: essi hanno

riconosciuto, nelle parole di questo scono­

sciuto, la forza di una promessa che li a-

vrebbe portati a far un'esperienza di Dio

assolutamente nuova e straordinaria. Gesù

chiama anche noi a conversione, per poter

accogliere il Regno di Dio proprio nella

quotidianità e per poter vivere lì, la luce

del Vangelo.

Preghiera

Sia questo il segno di questo Natale: tu, Emma-

nuele, Dio con noi, ci sostieni e ci solleciti a

restare saldi sulla zattera della nostra vita, a

remare senza timore, 'fedeli alla rotta, decisi a

proseguire, perché non siamo soli e nulla potrà

la bufera del male su di noi. Tu ci infondi co-

raggio, Signore, i fratelli ci accompagnano e ci

sostengono: minore sarà la fatica e grande, più

grande, la gioia nel nostro andare. Così sia,

Signore Gesù!

Meditazione del giorno

Il passaggio di Dio

di don Luciano Vitton Mea

O selve battete le mani /quando lo vedete

passare: / sandali porta di pellegrino / o come ortolano

vestito / o con sacco di mendicante.

Questi versi di David Maria Turoldo andrebbero letti

ogni mattino, appena il sonno cede il passo ai raggi del

nuovo giorno. Sono un inno alla grandezza di Dio, ci

aprono il cuore per scorgere, oltre la banalità, ciò che

agli stessi occhi rimane invisibile. I boschi, gli animali

selvatici, i fiumi battono le mani, applaudano al perpe­

tuo e continuo passaggio di Dio. Solo gli uomini ri­

mangono muti, impassibili, non scorgono, non vedo­

no. Forse perché il passaggio di Dio non fa rumore,

non è eclatante. Porta un paio di sandali. Il ritmo dei

suoi passi si confonde con il canto degli uccelli, col

soffio del vento che accarezza con pudore le foglie

dell’albero, con lo scorrere delle acque fresche che

danzano tra i ciottoli o i piccoli dirupi del greto. Non

indossa un abito sgargiante, che attira l’attenzione delle

umane vanità. Veste gli abiti di un contadino, gli umili

panni di un ortolano. A Dio non sono concessi lussi di

alcun genere. Deve coltivare, seminare, prendersi cura

delle sue creature, di ogni creatura. Come la donna è

curva sul riso che sta mondando così Dio è curvo su di

me, su di te, intento a zappettare, ripulire, sarchiare, la

divina immagine impressa nell’umana natura. Tutto il

giorno in cammino. Spesso si ferma e bussa alle porte

delle nostre case ricoperto di sacco, quasi a ricordarci

le umane miserie, tende la mano, mendica un tozzo di

pane. Dio ha bisogno di noi solo per ricordarci che

siamo dei bisognosi, cioè creature, tratti dal fango e

plasmati dalle sue mani. La porta rimane chiusa, si apre

la finestra e lo liquidiamo con quattro spiccioli. Siamo

occupati, abbiamo tante cose da fare, ci manca il tempo

per accogliere uno sprazzo d’eternità. Così se ne va tra

i viottoli mentre i boschi, gli animali selvatici e i fiumi

battono le mani e applaudono al continuo e perpetuo

passaggio di Dio.

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Non di solo pane ­ Numero 785 ­ pagina 7

I Settimana Tempo Ordinario

“È impossibile farlo!” dicono in molti.

Il vero progresso, però, lo dobbiamo a quelli

che hanno detto che era possibile.

Brano Evangelico: Mc 1,21b­28

Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sina­goga, Gesù si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo in­segnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: «Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell'uomo». E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuo­va insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti im­mondi e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito do­vunque nei dintorni della Galilea.

Agisci

Spenderò un po’ del

mio tempo per com-

piere un concreto

atto di carità verso

qualche fratello, u-

nendovi, anche una

preghiera per lui.

Il Santo del giorno:

San Gregorio

di Nissa Vescovo

È uno dei più im-

portanti Padri della

Chiesa d'Oriente.

Nato intorno al 335,

a differenza del fra-

tello Basilio, futuro

vescovo di Cesarea,

inizialmente non

scelse la vita mona-

stica ma gli studi di

filosofia e retorica.

E quando Basilio fu

eletto alla sede ar-

civescovile di Cesa-

rea, lo volle come

vescovo a Nissa.

Nel 381 i padri che

con lui parteciparo-

no al Concilio Co-

stantinopolitano I lo

d e f i n i r o n o l a

«colonna dell'orto-

dossia». Morì intor-

no al 395.

Contemplo: Tu sei il santo

di Dio (Mc 1,24)

Gesù, il santo di Dio, è venuto per

darci la vita stessa di Dio, la sua

luce e la sua pace. Il nostro com­

pito è quello di accoglierlo con

consapevolezza nella nostra vita,

dargli spazio nelle nostre decisio­

ni, nelle nostre scelte. Gesù, mo­

dello e via di santità, ci indica la

via della purezza, si fa compagno

nel nostro cammino e ci mostra

che Dio vuole entrare nella nostra

vita con la sua santità.

Martedì 10

Gennaio

I Settimana del Salterio

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Non di solo pane ­ Numero 785 ­ I Tempo Ordinario ­ pagina 8

È una delle immagini che mi aiutano di più

a pensare a Dio. Gonfia la mia povera vela e

mi fa cammi­nare sulla strada di Dio. Il ven-

to fa mettere radici a tutto ciò che di buono

semina nel mio cuore, mentre pulisce di

tutto l’ingombro dei fuscelli che hanno in-

vaso la mia vita. Nel vento c’è l’avviso di

Dio, basta saper mettersi in ascolto. Il vento

feconda l’esistenza e compie tan­ti miracoli

di seminagione. È lui che soffiando mi libe-

ra di tutta la nebbia che intristisce il mio

cuore. È ancora il vento che m’insegna a

giocare con le pian­te, nell’attesa che si

purifichi l’ambiente. Come il vento non si

sa donde viene né dove va, così è la pre­

senza di Dio che non si può toccare con ma-

no né se­guire con l’occhio materiale. Si

sente la sua presen­za, si può godere o es-

serne schiacciati, però non lo si può mette-

re in un cantuccio e farlo diventare nostra

proprietà

Meditazione del giorno

Pensarti come vento

A cura della redazione

Preghiera

Emmanuele, Dio con noi, oggi contemplia-mo la tua divina umanità che, nelle acque del Giordano, si immerge nella nostra sto-ria, nelle contraddizioni, nelle fatiche, nel male che la intorbidano, che ci intorbida-no. La tua presenza nel fiume delle nostre vite davvero ci consola e dispiega innanzi al nostro cuore lo spazio limpido, purissi-mo, in perenne movimento di bene, che tu hai pensato e realizzi per noi. Grazie, Signore Gesù!

Meditiamo la Parola

La luce scioglie il ghiaccio delle tenebre Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea

Parroco di Bovegno

Anche i demoni, a modo loro, s’intende, an-

nunciano la venuta del regno di Dio; anche il

mentitore per eccellenza, pronuncia, una

volta tanto, una verità: «Che c'entri con noi,

Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so

chi tu sei: il santo di Dio». Gesù è la rovina

del diavolo, Colui che distrugge le opere

delle tenebre. Quando viene la luce il buio

svanisce, quando i raggi del sole baciano le

vette dei monti la notte cede il passo al

giorno. Il male è assenza di bene, l’oscurità

di luce, il diavolo di Dio. Incarnandosi Dio è

diventato luce del mondo, lampada per il

vagare incerto dell’uomo, aurora di un gior-

no nuovo e senza tramonto. Il cristiano, in-

ginocchiandosi davanti al presepe, diventa

piccola luce, permette a Dio di illuminare il

suo cuore. Gesù è il Verbo eterno, la voce di

Dio che cammina in mezzo agli uomini, che

scaccia i demoni, distrugge il male e illumi-

na la mente e il cuore dell’uomo. Il Nemico

teme i cuori semplici ed umili perché sono

la dimora di Dio, la piccola culla dove la Pa-

rola diventa carne. Quando ci inginocchiamo

di fronte al mistero di Dio, le tenebre che

abitano in noi riconoscono la presenza della

luce e sembrano dirci: «Che centri tu con

noi? Sei venuto a rovinarci?»

Le opere del Cristo si perpetuano nella sto-

ria e nella vita dell’uomo tutte le volte che

riviviamo spiritualmente la semplicità del

Natale, che lasciamo i greggi per ripercorre-

re i sentieri scoscesi che ci conducono ad

una povera stalla illuminata dal volto di un

bambino. Il diavolo ha paura dei bambini

perché distruggono con la loro luminosa in-

nocenza le opere del male, rovinano gli in-

ganni degli spiriti immondi.

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Non di solo pane ­ Numero 785 ­ pagina 9

I Settimana Tempo Ordinario

Il segreto del successo

è non arrendersi mai.

Brano Evangelico: Mc 1,29­39

E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del so­le, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là prega­va. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue trac­ce e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi an­che là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galile­a, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Contemplo: Dio ha cura di

tutti noi (cf Eb 2,16)

Sbagliamo se pensiamo che Dio

se ne sta tutto solo nel suo cielo

senza prendersi cura di noi: si è

fatto uomo proprio per stare con

noi. Egli, infatti, non vuole che

periamo, ma che viviamo nella

sua pace e nella sua beatitudine.

Per questo si prende cura di noi,

infonde nel nostro cuore la sua

grazia per renderci simili a lui e

affinché abbiamo in lui la gioia

della vita senza fine.

Agisci

Cercherò un parente

o un amico che si sia

allontanato dalla

pratica della fede e

gli offrirò la mia te-

stimonianza di vita

cristiana.

Il Santo del giorno:

Santa Liberata

Figlia del governa-tore di Galizia e Lu-sitania, nacque nel 119 con otto sorelle gemelle quando il padre era assente. La madre Calsia, temendo il ripudio e i sospetti d'infe-deltà del marito,

affidò le bimbe alla nutrice perché le affogasse. Tenute invece in vita e bat-tezzate da sant'Ovi-dio, le gemelle fu-rono educate alla fede cristiana. Allo scoppio delle per-secuzioni sotto l'im-peratore Adriano, le fanciulle furono condannate dal loro

stesso padre. Libe-rata subì il martirio sulla croce, intorno al 140. Il suo culto si diffuse nel corso del XVI secolo. La santa è rappresen-tata crocifissa e viene invocata per allontanare i tristi pensieri, per porta-re pace e serenità.

Mercoledì 11

Gennaio

I Settimana del Salterio

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Non di solo pane ­ Numero 785 ­ I Tempo Ordinario ­ pagina 10

Lettura spirituale

Preghiera

Signore Gesù, infinitamente più prezioso

di ogni nostra realtà, di ogni tratto della

nostra storia, di ogni nostro progetto!

Abbi compassione del nostro cuore con-

traddittorio, che, troppo spesso, ti com-

prende solo perdendoti e capisce di a-

marti solo soffrendo per essersi allonta-

nato da te. Maestoso, inarrestabile, mi-

sterioso come l'innalzarsi della marea il

tuo invito a seguirti risuona in noi, ci

chiama alla vita vera, colma il nostro

cuore, rende solleciti i nostri passi alla

tua sequela.

Grazie, oggi e sempre, Signore.

Meditiamo la Parola

Il perfetto discepolo di Gesù A cura di Don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

Attraverso l'episodio della suocera di Pietro,

l'evangelista Marco vuole darti un mes­

saggio molto importante: lei, infatti, è la

migliore immagine del perfetto discepolo di

Gesù. È malata di una febbre non ben defi-

nita, che le impedisce di vivere in pienezza

la relazione con gli altri e di condurre una

vita normale. Gesù le si avvicina, la prende

per mano e la solleva, cioè la aiuta a stac-

carsi da ciò che la tiene inchiodata al suo

letto di sofferenza. Egli crea con lei un con-

tatto profondo di comunione e di intesa e la

fa risorgere a una vita nuova. Appena guari-

ta la donna si mette subito a servire i pre-

senti. La vita le viene restituita perché pos-

sa vivere nel servizio e nell'amore di Dio.

Letta così, è la storia di ognuno di noi, una

storia in cui possiamo riconoscerci: Gesù ci

si fa vicino, ci solleva e ci chiama a una vita

nuova da spendere nell'amore ai fratelli.

Gesù ci invita ad andare oltre. Oltre

quello che vediamo che crediamo

essere la nostra vita. Oltre a quel

che sembra oltre a quel che pare as-

soluto. Avete bisogno di casa d'accor-

do avete bisogno di affetti d'accordo

avete bisogno di lavoro d'accordo a-

vete bisogno di salute d'accordo ma

cercate di capire qual è il senso de

la vostra vita. Io con voi voi in me il

divino dentro l'umano l'umano accol-

to nel divino. Siete figli dell'eternità

non del tempo. Affidatevi sarete bel-

li come angeli più forti della vostra

debolezza. Andate oltre. L'oltre sono

Io.

Meditazione del giorno

Figli dell’eternità

di Ernesto Olivero

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Non di solo pane ­ Numero 785 ­ pagina 11

I Settimana Tempo Ordinario

Se vuoi avere degli amici,

comportati da amico.

Il Santo del giorno:

Sant' Arcadio di Cesarea di Mau-ritania Martire

A Cesarea di Mauri-tania, nell’odierna

Algeria, durante la persecuzione visse

nascosto, ma, quando un parente

fu catturato al suo

posto, si consegnò spontaneamente al

giudice e, rifiutato-si di sacrificare agli

dèi, dopo aver pati-to tremendi suppli-

zi, coronò la sua vita con il marti-

rio.

Etimologia: Arcadio

= abitante dell'Ar-cadia, dal latino

Emblema: Palma

Brano Evangelico: Mc 1,40­45

Allora venne a lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!». Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!». Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: «Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro». Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblica­mente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e ve­nivano a lui da ogni parte.

Agisci

Durante la giornata

di oggi, offrirò al Si-

gnore un piccolo sa-

crificio per i sacer-

doti che esercitano il

ministero di esorcisti

e per chi è debole

nel resistere alle in-

sidie del demonio.

Contemplo: Se vuoi, puoi puriticarmi (Mc 1,40)

«Se vuoi, puoi purificarmi»: è la preghiera di un lebbroso che si avvicina a Gesù per essere guarito. Andiamo anche noi da Gesù per essere guariti nel corpo e nello spi­rito. La risposta di Gesù, infatti, è la compassione e la guarigione.

Per questo è venuto nel mondo, perché quanti credono in lui abbia­no vita e salvezza. Andiamo a lui con fiducia per essere guariti e ac­colti dal suo amore.

Giovedì 12

Gennaio

I Settimana del Salterio

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Non di solo pane ­ Numero 785– I Tempo Ordinario ­ pagina 12

È il Viandante. Riesci a inquadrare la

sua figura in movimento nell'istante

in cui passa. Un'attesa interminabile.

Hai sgranato il rosario senza fine di

notti trascorse nel buio più fitto, aghi

gelidi che ti si conficcavano negli oc-

chi arrossati, una fatica per non la-

sciar cadere le palpebre appesantite

dal sonno. Poi tutto si gioca in pochi

attimi. Lui passa. Un istante. Dopo, o

sei con Lui, oppure ti ritrovi nel vuo-

to. Il fuoco è spento. L'attesa conclu-

sa. E tu hai perso la grande occasio-

ne. Unica. Irrepetibile. Devi metterti

bene in testa: non aspetti uno che

arriva, ma Qualcuno che passa. Vigi-

lare non significa essere disponibili a

ricevere il personaggio illustre in visi-

ta ufficiale o di cortesia, ma essere

pronti a partire. La porta dev'essere

spalancata non per far entrare, ma

per permettere di uscire.

Meditiamo la Parola

Il lebbroso che c’è in me

di don Luciano Vitton Mea

Lebbra: una malattia che mangia la carne,

che allontana dagli uomini, sfigura il volto, ti

costringe a vagare senza meta tra le arsure

del deserto o le spelonche dei monti. Lonta-

no da tutti e da tutto. C’è lebbra e lebbra.

Quella che colpisce il fisico consuma il corpo,

quella che attacca lo spirito mangia e sfigura

il cuore. Leggendo il brano del Vangelo subi-

to mi sento coinvolto, mi riguarda, mi tocca.

Ecco perché vorrei parlare al lebbroso che

abita dentro di me, negli anfratti del mio cu-

re, tra i ruderi di questa vita lacerata dal

vento. Vorrei dirgli: “Non avere paura di

mostrarti, esci! Non temere le tue deformi-

tà, passa il Signore! Eccolo. Chiamalo, grida,

fermalo! Piega le tue ginocchia e supplicalo:

«Se vuoi, puoi guarirmi!». Lasciati avvolgere

dalla sua compassione, ascolta la sua voce;

non rimanere tra le rocce, chiuso in te stes-

so, tra i rovi, immerso nella tua solitudine,

all’ombra del male oscuro che grava su di te

come la nebbia autunnale sul bosco di quer-

ce. Non avere paura di mostrare il tuo vero

volto, con gli uomini puoi fingere, nasconder-

ti, barattare, con Lui no, non puoi barare”.

“Mosso a compassione, stese la mano, lo toc-

cò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!»”. Queste

parole mi coinvolgono, mi toccano, mi ri-

guardano. La, in quella chiesa, in ginocchio,

nel confessionale. “Subito la lebbra scompar-

ve ed egli guarì”. La nebbia scompare, torna

la luce, la mia anima viene mondata.

Preghiera

Signore Gesù, prendici per mano e non

saremo più creature sterili, incapaci di

generare vita e novità! Ti seguiremo sen-

za inutili grida, senza proteste e doman-

de. Sia per ciascuno il silenzio che parla

di te, che lascia parlare te per non inse-

guire miraggi al di fuori di noi; resteremo

saldamente innestati in te, abitanti assorti

e profondamente radicati nella terra ora

più libera, più nostra, più tua, nel profon-

do del cuore: grazie, Signore Gesù!

Meditazione del giorno

Tutto si gioca in una manciata di minuti di Alessandro Pronzato

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Non di solo pane ­ Numero 785 ­ pagina 13

I Settimana Tempo Ordinario

Il miglior ascoltare

è chi si mette nei panni dell’altro.

Brano Evangelico: Mc 2,1­12 Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto ne­anche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si reca­rono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non poten­do però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». Seduti là era­no alcuni scribi che pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?». Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensa­vano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino ­ disse al paralitico ­ alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non ab­biamo mai visto nulla di simile!».

Contemplo: Ti sono perdo-nati i peccati (Mc 2,5)

Il paralitico condotto da Gesù, fi­ducioso di essere guarito, si sente dapprima dire questa parola: «Figlio, ti sono perdonati i pecca­ti». Forse non sempre ci pensiamo:

Gesù vuole prima purificare la no­stra anima dal peccato e poi ci guarisce anche nel corpo. Quando chiediamo la guarigione fisica, ri­cordiamo quanto sia importante anche quella spirituale.

Agisci: ... Prego oggi per tutti

coloro che temono di

essersi allontanati troppo

da Dio, perché nel sacra­

mento della Riconcilia­

zione possano scoprire la

possibilità di un nuovo e

festoso inizio.

Il Santo del giorno:

Sant' Ilario di Poitiers Vescovo e dottore della Chiesa elevato alla sede di Poitiers in Aquitania, in Francia, sotto l’imperatore Costan-zo seguace della

eresia ariana, difese strenuamente con i suoi scritti la fede nicena sulla Trinità e sulla divinità di Cristo e fu per que-sto relegato per quattro anni in Fri-gia; compose anche

celeberrimi Com-menti ai Salmi e al Vangelo di Matteo. Etimologia: Ilario =

gaio, allegro, dal latino

Emblema: Bastone pastorale

Venerdì 13

Gennaio

I Settimana del Salterio

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Non di solo pane ­ Numero 785 ­ I Tempo Ordinario ­ pagina 14

Meditiamo la Parola

Perdonare i peccati A cura di don Carlo Moro

II racconto mette in parallelo due ordini di co-

se, quello fisico e quello spirituale; e così la

paralisi diventa la rappresentazione fisica del

peccato, mentre la guarigione è l'immagine

del perdono. Il peccato non è forse una parali-

si? Limita gravemente la persona, che rimane

sì in vita, ma una vita estremamente impoveri-

ta, frustrata, bloccata. Vorrebbe muoversi, ma

non può. Il peccato ti impedisce di camminare

verso Dio, di avvicinarti a lui, di affidarti a lui.

Vorresti andare, ma resti fermo. Vorresti al-

zarti, ma ricadi di fatto negli stessi meccani-

smi di morte. Vedi il bene e fai il male. Vorre-

sti amare di amore più vero, migliore, ma non

ci riesci. La remissione dei peccati operata da

Gesù è l'uscita dalla paralisi: questa è la buona

notizia del regno di Dio. C'è un'altra cosa im-

portante da notare in questo racconto. Il para-

litico, incapace di andare da solo da Gesù, vie-

ne portato a lui da altri: è l'immagine della

Chiesa. che "prende" il peccatore e lo conduce

da Gesù perché sia guarito.

Preghiera

Grazie, Signore Gesù, per la mirabile novità di

ogni tua chiamata, che rispetta e raggiunge la

sensibilità, la capacità di ascolto, la diversa ar-

monia interiore, la storia di ciascuno. Rendi at-

tento il nostro cuore, ravviva in noi la sete della

tua parola e fa' che, animati dallo spirito di ser-

vizio, sappiamo trasformare il tuo dono in ope-

rosa dedizione agli altri, gratuitamente, serena-

mente perché liberi, finalmente, per tua grazia,

dall'egoismo e dal ripiegamento su noi stessi!

Meditazione del giorno

Non chiedo (D.M. TUROLDO, Canti ultimi, Milano 1991)

Non chiedo che tu mi guarisca:

offesa sarebbe la domanda

che esaudire non puoi:

chiedo che tu mi salvi

che non mi lasci per sempre

soggiacente a questa

quotidiana morte:

chiedo che il Nulla non vinca

e io non abbia più

ad incenerirmi di desideri

e viva infelice anche là

come ora, qui,

solo e lontano. .

Tu sapessi cosa mi costi in rimorsi

e quanto io a te costi per grazia:

che la gara non si interrompa.

lo a pentirmi

e tu ad usarmi pietà

pure se necessità è per me

il fallire

e per te,

Continuare a perdere.

Così ti penso: un Dio

sempre esposto a follie,

ad accontentarsi di come siamo,

a perdere sempre:

o Luce incandescente

e pietosa.

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Non di solo pane ­ Numero 785 ­ pagina 15

I Settimana Tempo Ordinario

La bellezza del mondo

e di tutto quello che contiene

è tutta nei tuoi occhi.

Contemplo : La parola di Dio è viva (Eb 4,12)

La parola di Dio ci scruta nell'in­timo del cuore ed è molto esigen­te. Siamo chiamati a tradurla in atto, a prenderla sul serio a farla fiorire nel cuore. Chiediamo, nel­la nostra preghiera a Cristo, di

essere perseveranti in questo im­pegno. Tramite Cristo possiamo avvicinarci con fiducia al «trono della grazia» e trovare misericor­dia presso il cuore di Dio, che ci ama.

Brano Evangelico: Mc 2,13­17

Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestra­

va. Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e

gli disse: «Seguimi». Egli, alzatosi, lo seguì. Mentre Gesù stava a mensa in

casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e

i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi

della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dice­

vano ai suoi discepoli: «Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pub­

blicani e dei peccatori?». Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i

sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiama­

re i giusti, ma i peccatori».

Agisci

Vivo questa giornata

ringraziando Dio per

avermi chiamato a sé

commuovendosi per

il mio niente avendo

pietà dei miei pecca-

ti.

Sabato 14

Gennaio

I Settimana del Salterio

Medita la Parola

I forti nella fede Meditazione di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”: Per gli uomini è facile ergere sot-tili steccati, creare fumose cornici dove dividere i buoni dai cattivi. La frequentazione di ubriaconi, drogati, malvestiti, non procura buo-na fama. Eppure Gesù esce dai rigidi schemi del legalismo ebraico e abbraccia ogni volto, irradia con la sua luce le tenebre che avvolgono tutti coloro che vengono messi ai margini dell’umana benevolenza; è alla perenne ricerca di chi porta sulla propria pelle, sulla fronte, il sigillo di Caino. Si sporca le mani con i pubblicani, i peccatori, le prostitute; entra nelle loro case, simbolo di esistenze escluse dall’ipocrisia umana, dalla compiacenza di chi si ritiene “giusto”. Solo i deboli nella fede temono di contaminarsi, scelgono i buoni; i forti vanno in mezzo alla gente a donare il loro tesoro: la misericordia di Dio.

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333/3390059 don Luciano

Anno XIX - n. 785

Domenica 8 gennaio 2017

Chiuso il 28/12/2016

Numero copie 1350

Stampato in proprio

Coordinatrice Fiorella Elmetti

Redazione

don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,

don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Grafica e stampa

don Luciano Vitton Mea

Ideato da don Luciano Vitton Mea

Sussidio di preghiera per la famiglia

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