Non di Solo Pane n°755
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Transcript of Non di Solo Pane n°755
Settimanale di preghiera
Anno XV - n° 755
Un mese con Maria
Non di solo
PANE Domenica 8 Maggio 2016
VII Settimana di Pasqua
Non di solo pane Numero 755 Tempo di Pasqua pagina 2
Maggio 2016
“Pregare, forse il
discorso più urgente”
Sussidio di preghiera
per la famiglia
Offerta della giornata
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Offerta quotidiana
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego
specialmente per le intenzioni che il Santo Padre
raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo
mese
Intenzione del Santo Padre
Perché in tutti i Paesi del mondo le donne siano ono-
rate e rispettate, e sia valorizzato il loro imprescin-
dibile contributo sociale.
Intenzione missionaria
Perché si diffonda, in famiglie, comunità e gruppi,la
pratica di pregare il santo Rosario per
l’evangelizzazione e per la pace.
Intenzione dei vescovi
Perché Maria, Madre della Chiesa, ci insegni a vivere
sentimenti di tenerezza e compassione.
Intenzione del Vescovo di Brescia
Mons. Luciano Monari
Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente
e misericordioso, ci impegniamo con gioia
nella costruzione della civiltà dell'amore.
Intenzioni mese di Maggio
Non di solo pane Numero 755 pagina 3
Domenica 8
Maggio
III Settimana del Salterio
VII Domenica di Pasqua
Dio rivela il suo amore come quello di un padre e di una ma-dre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il
proprio figlio.
Papa Francesco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorge
rà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conver
sione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testi
moni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate
in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Be
tània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva
portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme
con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Brano Evangelico: Lc 24,4653
Contemplo:Voi siete testimo-
ni (Lc 24,48)
L'Ascensione di Gesù al cielo introduce i cristiani sulla scena del mondo e della storia e li invita ad essere la continuazione nel tempo e nello spazio dell'azione salvifica di Dio. Bat
tezzati nello Spirito Santo, i cristiani sono testimoni della risurrezione, lodano il Padre, predicano alle genti la conversione e il perdono dei peccati e, rivestiti di potenza dall'alto, diffondono la grande gioia di Cristo Gesù.
Agisci
Pregare nel nome di Ge
sù vuol dire entrare sem
pre più in un clima inte
riore di fiducia e di più
abbandono, come quel
lo di un “bimbo svezza
to in braccio a sua ma
dre”.È questo su cui mi
soffermo in quiete con
templativa. E prego
Il santo del giorno:
Beato Raimondo da
Tolosa
Figlio del conte de Montfort e cugino del Beato Giorgio da Lauria, il Beato Raimondo da Tolosa di Francia, passando per la Spagna fece visita al santuario di Montserrat e qui davanti alla Vergine Santa decise di entrare nell’Ordine Mercedario. Prese l’abito nel
c o n v e n t o d i Sant’Eulalia in Barcellona ed in breve tempo si sparse la notizia che il giovane conte si era fatto religioso. Appena saputo ciò, il ventiquattrenne Beato Giorgio lo raggiunse e vani furono tutti i suoi tentativi minacciosi per fare uscire il cugino dalla vita religiosa. Fu zelante predicatore e virtuoso pieno di meriti, nel 1335 Papa Benedetto XII° lo no
mina cardinale Prete di Santa Romana Chiesa del titolo di Santo Stefano in Monte Clelio, lavorò instancabilmente per la redenzione degli schiavi e convertì molti giudei a Cristo che tanto rifulse nell’Ordine. Avvertito divinamente della sua morte, in pace si addormentò nel Signore. L’Ordine lo festeggia l’8 maggio.
Non di solo pane Numero 755 Tempo di Pasqua pagina 4
P a g i n e b i b l i c h e
L’ascensione non segna il di-
stacco tra Dio e l’uomo, un sol-
co tra una presenza tangibile e
un’assenza che ci lascia orfani
di uno sguardo, di una parola e
di una guida. Gesù termina la
sua esperienza terrena per a-
prirci il cielo, sale al Padre per
prepararci un posto. Con se
porta ciò che per sempre ha
assunto: un brandello della no-
stra povera umanità; Colui che
siede per sempre alla destra
del Padre è vero Dio ma anche
vero uomo. Questo mistero
Dante Alighieri cerca di spie-
garcelo nel Canto XXXIII del
suo Paradiso, quando, per un
solo istante, può fissare il suo
sguardo in Dio, Uno e Trino,
luce perenne sempre identica
a se stessa da un lato, ma che
assume tonalità diverse
dall’altro. «Osservai a lungo e
con attenzione il secondo
cerchio, che in te appariva
generato come un raggio
riflesso, e vidi che esso
recava al suo interno, dipinta
con il suo stesso colore, la
nostra immagine umana».
(LUCIANO CORONA, Paradiso di
D a n t e / r i s c r i t t u r a
interpretativa in prosa e per
tutti). L’immagine di ogni
uomo è custodita per
sempre, meglio riflessa per
l’eternita, nell’ “unigenito
Figlio di Dio, nato dal Padre
prima di tutti i secoli: Dio da
Dio, Luce da Luce, Dio vero
da Dio vero, generato, non
creato, della stessa sostanza
del Padre”. (dal Credo
Cattolico).
“Vado a prepararvi un posto
…”(Gv 14, 2) L’uomo è
rivestito di una nuova
dignità, diventa familiare di
Dio, è atteso in Paradiso.
Ascendendo al cielo Gesù
s e m b r a d i r c i : « S o r g i ,
allontaniamoci da qui. Il nemico
ti fece uscire dalla terra del
Paradiso. Io invece non ti
rimetto più in quel giardino, ma
ti colloco sul trono celeste. Ti
fu proibito di toccare la pianta
simbolica della vita, ma io, che
sono la vita, ti comunico quello
che sono. Ho posto dei
cherubini che come servi ti
custodissero. Ora faccio sì che i
cherubini ti adorino quasi come
Dio, anche se non sei
Dio» (Un’antica omelia sul
sabato santo). L’Ascensione
segna anche l’inizio di un nuovo
tempo, quello della Chiesa,
che, guidata dallo Spirito Santo,
è chiamata a portare ad ogni
uomo il lieto annunzio della
salvezza, segno visibile della
perenne presenza di Gesù che
rimane con noi fino alla fine del
mondo. Ascensione: l’uomo sale
con Gesù nel mistero di Dio,
inizio di un nuovo tempo, attesa
di un glorioso ritorno.
Per prepararci
un posto
di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 755 Tempo di Pasqua pagina 5
P a g i n e b i b l i c h e
L’amore che non muore
Lui mi guardò, e il
meriggio dei suoi oc-
chi era su di me, e
disse: «Tu hai molti
amanti, ma io solo ti
amo. Gli altri, ac-
canto a te, amano se
stessi; io amo te in
te stessa. Altri uomi-
ni vedono in te una bellezza che appassirà prima
ancora dei loro anni. Ma io vedo in te una bellezza
che non appassirà mai, e nell'autunno dei tuoi gior-
ni questa bellezza non avrà paura di specchiarsi, e
non conoscerà oltraggio. Io solo amo in te l'invisibi-
le». Allora si alzò e mi guardò proprio come imma-
gino che le stagioni guardino verso il campo: sorri-
se. E ancora disse: «Tutti gli uomini ti amano per
se stessi. E per te che io ti amo ». Poi se ne andò.
Era un soffio nato nel mio giardino, che alitava ver-
so Oriente? O una tempesta che avrebbe squassato
sin dalle fondamenta tutte le cose? Non lo sapevo,
allora, ma quel giorno il tramonto dei suoi occhi
uccise in me il drago, e io divenni una donna libe-
ra, io divenni Miriam di Mijdel.
Kalil Gibran
Signore Gesù,
noi ti rendiamo grazie
perché oggi
tu hai portato
a compimento pieno l'incarnazione:
nella visione sfolgorante
della tua Ascensione,
la tua presenza
nella storia degli uomini
raggiunge il punto più alto
e definitivo.
Ora tocca a noi:
prossimi dei fratelli,
attenti gli uni agli altri,
nostalgia struggente
della tua presenza,
ricreata in noi
dal tuo mistero pasquale.
Alleluia!
Preghiamo la Parola
Non di solo pane Numero 755 pagina 6
Lunedì 9
Maggio
III Settimana del Salterio
VII Settimana di Pasqua
Il santo del giorno:
Sant’Isaia
Commemorazione
di sant’Isaia, pro-
feta, che, nei gior-
ni di Ozia, Iotam,
Acaz ed Ezechia,
re di Giuda, fu
mandato a rivelare
al popolo infedele
e peccatore la fe-
deltà e la salvezza
del Signore a com-
pimento della pro-
messa fatta da Dio
a Davide. Presso i
Giudei si tramanda
che sia morto mar-
tire sotto il re Ma-
nasse.
Etimologia: Isaia
= Jahvè è il mio
aiuto, dall'ebraico.
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
Brano Evangelico: Gv 16,2933
Contemplo: Ho vinto il mondo
(cv 16,33)
Grazie, Signore Gesù, che hai vinto il mondo, non con la brutalità della violenza, ma con la forza ragionevole dell'amore, non per sottometterlo, ma per salvarlo
e per portarlo alla conoscenza della verità (cf lTm 2,4). «Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede» (1Gv 5,4).
La Chiesa è chiamata per prima ad essere
testimone veritiera della misericordia Papa Francesco
Agisci
Lascio che Gesù dica anche a me, in cuore: guarda che se contempli me crocifisso e risorto contempli Dio, il Padre. Guarda che io e il Padre siamo una cosa sola: un'unica inenarrabile fonte d'amore – salvezza: per te, per ogni creatura che si apre a credere in questo mistero di grazia.
Non di solo pane Numero 755 Tempo di Pasqua pagina 7
At 19,18
Avete ricevuto lo Spirito Santo
quando siete venuti alla fede
In questo racconto, molti hanno ravvi
sato il sacramento della confermazione:
i discepoli che avevano conosciuto il
battesimo di Giovanni si aprono alla pie-
nezza della rivelazione della persona di
Gesù e della sua salvezza, ed anche su
di essi scende la pienezza dello Spirito
Santo. Ciò che il brano ti dice è che lo
Spirito di Cristo scende su coloro che si
rendono disponibili alla sua azione, al di
là di ogni differenza e diversità. In que-
sti giorni che ti separano dalla Penteco-
ste, sei invitato ad accogliere. proprio
come questi discepoli, il dono della Paro
la che ti viene annunciata e che prepa-
ra il tuo cuore alla venuta del Consola-
tore. Gli effetti dello Spirito su questi
uomini sono di renderli profeti, proprio
come gli apostoli: anche tu riceverai
questo dono, se solo saprai accoglierlo
con docilità ed amore.
Dalla Prima Lettura Disponibili alla sua azione
Preghiera
Portare a compimento... Signore, questa parola ci interroga e muove il nostro ani-mo. Le tribolazioni sono a volte il condi-mento della nostra vita: quale compimen-to dunque? Chiara nel nostro cuore ri-suona la tua risposta: «Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo». Gesù, rianima il nostro coraggio per germogliare, fiorire e compiersi in noi e in ogni fratello. Alle-luia!
Medita La Parola
Nella notte della solitudine Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Gesù non intende fare sconti ai suoi discepoli,
dice loro la realtà, gli “butta in faccia” la loro
fragilità: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi
è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per
conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono
solo, perché il Padre è con me».
La solitudine di Gesù, questo abbandono nel mo-
mento del bisogno, è parte integrante della sua
passione, uno dei pegni che deve pagare per ri-
scattare tutte le solitudini umane. La notte inte-
riore di Gesù nel giardino del Getsemani illumina
le nostre notti con la luce discreta della sua pre-
senza, feconda qualsiasi umana disperazione. San
Giovanni della Croce parla di questo passaggio
oscuro ritenendolo fondamentale per fare verità
in noi, per crescere in una fede più vera ed au-
tentica: “ Ma questa [notte] mi guidava più certa
della luce meridiana dove mi aspettava chi ben
io conoscevo, in luogo dove nessuno si mostrava.
O notte che guidasti, notte più cara dell’aurora:
notte che hai riunito l’Amato con l’Amata,
l’Amata nell’Amato trasformata!”
La solitudine crea, in fondo, verità: fa cadere
le false sicurezze, ci svela il vero volto di presun-
ti amici, ci toglie i sostegni effimeri delle realtà
materiali. Nella solitudine anche il sudore diven-
ta sangue. Ma questo sudore che diventa sangue
genera una nuova forza, meglio, una nuova spiri-
tualità. “Quando cominci a sostarvi [nella solitu-
dine], i tuoi sentimenti non fanno che diventare
più forti, e tu scivoli nella depressione. Il compi-
to spirituale non è quello di sfuggire alla tua soli-
tudine, né di lasciarti annegare in essa, ma di
scoprirne la fonte. Non è cosa facile da fare, ma
quando riesci a identificare in qualche modo il
luogo da cui questi sentimenti emergono, essi
perderanno un po' del loro potere su di te”.
Non di solo pane Numero 755 pagina 8
Martedì 10
Maggio
III Settimana del Salterio
VII Settimana di Pasqua
Un po’ di misericordia rende il mondo
meno freddo e più giusto
Papa Francesco
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».
Agisci
Oggi, nel mio rientro al
cuore, rifletterò sulla re
altà del Corpo Mistico.
Mi chiederò: quali risvol
ti pratici ha questo miste
ro nella mia vita? Sono,
come gli apostoli, tra
quelli che rimpiangono la
presenza storica di Gesù
o so incontrarlo in me e
negli altri?
Contemplo: Siano una cosa so-
la, come noi (Gv 17,11)
La preghiera di Gesù è rivolta al Padre, affinché ogni cristiano, anzi tutta l'umanità, operi per l'ideale di «un cuore solo e un'anima sola» (At 4,32). Nonostante i
gusti diversi, l'alimento per tutti è unico, è il Pane disceso dal cielo, che dà la vita al mondo (cf Gv 6,33). Nonostante i punti diversi di partenza e i diversi schemi mentali, una sola è la via e uno solo è il punto di arrivo.
Il Santo del giorno: Santi Quarto e Quin-to La più antica notizia di questi santi si trova nel Martirologio Geronimiano che li ricorda il 10 maggio. Quale fosse il luogo cosi designato non si sa, ma gli Itinerari del sec. VII concordemente attestano che i sepolcri dei due martiri si trovavano nella chiesa dei santi Gordiano ed Epimaco. Il latercolo
del Geronimiano fu trascritto dai martirologi storici e da questi passò anche nel Romano, in cui il Baronio vi aggiunse che i corpi di Quarto e Quinto sarebbero stati trasferiti a Capua. Questa notizia non ha un solido fondamento e dipende dal fatto che nel famoso mosaico absidale della chiesa di S. Prisco a Capua, erano raffigurati due santi omonimi. Ciò
condusse anche qualche studioso locale ad asserire che Quarto e Quinto fossero due chierici capuani martirizzati a Roma e si giunse persino a farne due vescovi della predetta città. Rimane dubbio se i due santi del mosaico capuano debbano identificarsi con i romani dal momento che di nessuno di loro si hanno altre più sicure notizie.
Brano Evangelico: Gv 17,111
Non di solo pane Numero 755 Tempo di Pasqua pagina 9
At 20,1727 Conduco a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore
Gesù
Paolo rivolge ai responsabili della comunità
di Efeso un discorso che ha il sapore di un
vero e proprio testamento: con queste paro-
le egli ricorda amorevolmente che essi sono
il frutto della sua predicazione e della sua
testimonianza, vissuta in mezzo alla soffe-
renza ed al dolore, al disprezzo e persino in
mezzo alla persecuzione. Ma per Paolo tutto
ciò non ha rappresentato un problema: l'an-
sia pastorale di far conoscere Gesù a più
persone possibile ripaga da ogni fallimento e
persecuzione. Quand'anche una sola persona
avesse accolto il messaggio di salvezza del
Maestro, la sua predicazione e la sua tribola-
zione non sarebbe stata vana. Essi non ve-
dranno più il suo volto, ma le sue parole sa-
ranno il tesoro che essi dovranno custodire
anche a costo della vita: esse, infatti, indi-
cano la via della vita e della salvezza.
Dalla Prima Lettura
Far conoscere Gesù
Preghiera
Signore Gesù, noi ti ringraziamo: la tua Pa-
rola, ineffabile, alla vigilia della tua passio-
ne e il congedo umile e fiero di Paolo, con-
scio dell'imminenza della propria morte,
richiamano al nostro cuore realtà che ci su-
perano enormemente. Solo la piccolezza è
l'angolo privilegiato da cui contemplare e
partecipare a questi doni d'amore, senza
smarrire l'orientamento, senza farcene so-
praffare, pronti a fare il nostro piccolo pas-
so, quando tu ce lo chiederai. Alleluia!
Meditiamo la Parola
Una donna in ginocchio Meditazione di don Luciano Vitton Mea
“La preghiera è la forza dell’uomo e la debolez-
za di Dio”. Non so bene chi abbia coniato questa
frase, fatto sta che di tanto in tanto me la ritro-
vo sottocchio, come un perpetuo promemoria
che riporta il mio sguardo interiore ad immerger-
mi nel Suo mare di bontà, con la certezza che
prima o poi la mia fiducia in Lui verrà ricompen-
sata, non per merito mio ma perché Egli sa esse-
re misericordioso con le Sue creature. Infatti,
poco prima di morire crocifisso, Gesù dice: “Non
prego per il mondo, ma per coloro che mi hai da-
to, perché sono tuoi”. Gesù quindi usa la pre-
ghiera come dialogo col Padre e non trattiene
nulla per sé, ma tutto restituisce al Padre con
l’offerta di ciò che Egli è stato disposto a vivere
e ad amare in nome Suo. La preghiera, quindi,
oltre che colloquio con Dio diventa anche un at-
teggiamento esistenziale, un modo di vivere. Per
questo motivo l’orazione viene rappresentata
come una donna in ginocchioni, con le mani giun-
te, con la testa alta verso il cielo e dalla bocca
“gli esca una fiamma di fuoco”. Le ginocchia pie-
gate per terra e le mani giunte indicano aspetto
esteriore della preghiera che manifestano però
una predisposizione interiore, la consapevolezza
che il rapporto con Dio è una relazione del tutto
particolare, unica e singolare. La testa rivolta al
cielo e la fiamma indicano invece l’affetto inte-
riore sia della mente che del cuore. Insomma
pregando l’uomo si immerge in Dio, fa esperienza
di Dio. “Lasciati avvolgere dall’amore fedele,
incondizionato e illuminato di Dio. La sua tene-
rezza lenisce il rigore e le asperità della vita”.
(Lettera ai Romani 8,35)
Come la donna in ginocchio e con il capo rivolto
verso il cielo, esperimenti la tenerezza di Dio.
Non di solo pane Numero 755 pagina 10
Pagine bibliche Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
L’infanzia di Maria è nascosta
dal velo fecondo del nascondi-
mento.
Tutti i capolavori si formano
lontano da occhi indiscreti,
adombrati dai tratti misteriosi
di una mano che modella e
plasma le forme più belle. La
vera bellezza matura sotto la
coltre feconda del silenzio,
sorge come atro nel crepuscolo
che spegne i rumori del tem-
po. Maria non sfugge a questa
legge, è un regalo di Dio che si
scorge solo nella pienezza di
una creatura “piena di Gra-
zia”.
Il Vangelo dello Pseudo Matteo
abbozza questa ipotesi:
“Essendo compiuti i nove me-
si, Anna mise al mondo una
figlia e le diede il nome di Ma-
ria. Quando l'ebbe svezzata, il
terzo giorno, Gioacchino e lei
andarono al Tempio del Signo-
re e, dopo che offrirono vitti-
me al Signore, presentarono la
figlioletta Maria, perché abi-
tasse con le vergini che, notte
e giorno, senza sosta, lodava-
no Dio” . Io preferisco seguire
l’iconografia classica che rap-
presenta la piccola Maria sedu-
ta sulle gambe di Anna con il
libro delle scritture aperto
nelle sue mani. San Giovanni
Paolo II così parla dell’infanzia
della Vergine Santa: “La figura
di sant'Anna ci ricorda la casa
paterna di Maria, Madre di Cri-
sto. Là Maria è venuta al mon-
do, portando in sé quello stra-
ordinario mistero dell'immaco-
lata concezione. Là era cir-
condata dall'amore e dalla sol-
lecitudine dei suoi genitori:
Gioacchino e Anna. Là
`imparava' da sua madre, pro-
prio da sant'Anna, come esse-
re madre”.
Maria ha imparato certamente
da dai suoi genitori il primato
della Parola di Dio, ad ascolta-
re è meditare le Sacre Scrittu-
re e a tradurle nell’innocenza
della sua fanciullezza. Cir-
condata dall’amore di Gioac-
chino ed Anna Maria ha impa-
rato ad amare, a rispettare i
comandamenti e a servire Dio
nel volto delle e persone che
incontrava o venivano ospitati
nella sua casa. Gesù stesso ci
ricorderà che: “chi fa la vo-
lontà di Dio, costui per me è
fratello, sorella e madre”. Ma-
ria si è preparata a diventare
la Madre di Gesù facendo fin
da piccina la volontà di Dio,
ascoltando nel silenzio del suo
cuore quella Parola che un
giorno si incarnerà nel suo se-
no.
La vita della Beata Vergine Maria
L’infanzia di Maria. Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 755 Tempo di Pasqua pagina 11
VII Settimana di Pasqua
Nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona
Papa Francesco
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».
Brano Evangelico: Gv 17,1119
Contemplo: La tua parola è
verità (Gv 17,17)
Signore Gesù, nella tua preghiera «sacerdotale» ci insegni che sei tu l'unica e vera Parola di Dio. Lo hai detto in un altro modo: «Le parole che vi ho detto sono spirito e vita» (Gv 7,63) e
anche: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mt 24,35). Insegnaci a capire le parole del tuo Vangelo, e noi, con san Pietro e con la Chiesa, ti invochiamo: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna!» (Gv 6,68).
Mercoledì 11
Maggio
III Settimana del Salterio
Agisci Rifletterò su come le o
pere di Gesù siano tutte
in ordine alle esigenze
del Vangelo e alla realiz
zazione del Regno di
Dio.
Il Santo del giorno: Beato Diego de Saltana
Al mercedario, Beato
Diego de Saldana, si
deve la fondazione
del celebre convento
di Conxo presso San
tiago di Compostella
(Spagna), del quale
ne fu commendatore
perpetuo e la fonda
zione del convento di
Monterrey (Verin).
Vescovo di Beirut e
ausiliare di Santiago
di Compostella, fu
molto devoto a Maria
Santissima dalla qua
le meritò più volte di
essere confortato dal
la sua visione e con
solato dagli angeli,
finché con fama di
santità rese lo spirito
a Dio nella città di
Avi la ne ll’anno
1493.
Non di solo pane Numero 755 Tempo di Pasqua pagina 12
At 20,2838
Vi affido a Dio, che ha la potenza di
edificare e di concedere l’eredità.
C'è un momento, nella vita di ognuno,
nel quale si deve passare ad essere da
custodi a custoditi. Ciò significa che, se
fino ad un certo punto dell'esistenza
sperimentiamo la bellezza dell'essere
accuditi e custoditi da qualcuno, ad un
certo punto Dio ci affida qualcuno a cui
noi, a nostra volta, dobbiamo fare lo
stesso. E quanto dice Paolo ai responsa-
bili della comunità di Efeso: egli si è
preso cura di loro comportandosi con
loro come un autentico padre nella fe-
de, portandoli alla pienezza della matu-
rità della vita in Cristo. Ma adesso tocca
a loro: sono essi che devono, a loro vol-
ta, confermare i loro fratelli nella fede.
Non puoi sempre restare in una specie di
infantilismo spirituale: anche tu, dopo
aver conosciuto la dolcezza di Dio che ti
conduce per mano, devi diventare per
gli altri esempio di maturità cristiana.
Dalla Prima Lettura
Da custoditi a custodi
Preghiera
Signore, ti ringraziamo: infinitamente amati e accompagnati da te, attingiamo la forza di essere compagni di via, di amare e rispettare i nostri fratelli, di esserne compagni consa-pevoli e per questo discreti. Grazie a te, Si-gnore, al tuo esempio di custode tenerissimo, giunge a compimento la risposta definitiva alla domanda rapace di Caino: «Sono forse io il custode di mio fratello?». Per te, con te, Signore, sì lo siamo, per tua grazia, per tutti, per sempre. Alleluia!
Meditiamo la Parola
Custodiscili nel tuo nome Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Questa seconda parte della preghiera inizia con l'appellativo «Padre santo» che mette insieme due termini tra loro contrapposti, perché l'aggettivo "santo" pone in risalto la trascendenza di Dio, il suo essere Altro rispetto all'uomo, mentre "Padre" rivela che l'amore è l'essenza di questo Dio, che liberamente sceglie di essere vicino agli uomini. A lui, Gesù chiede di «custodire» nel suo Nome, di «custodire dal Maligno» e di «santificare, consacrare nella verità» i discepoli. Il termine "nome" indica la persona stessa: Gesù chiede che i discepoli siano mantenuti dal Padre nella sua persona, nella sua vita. Il Padre, quindi, porta a compimento la missione del Figlio che è venuto a donare ai credenti ciò che gli è proprio: la comunione con il Padre. L'intervento di Dio Padre raggiunge i discepoli che sono nel mondo, ma non "del mondo" (Gv 15,19), perché hanno accolto la parola di Gesù e appartengono a lui. Per questo, però, è necessario mettere in luce ciò da cui essi saranno protetti: il Maligno. Dal momento che il Padre manterrà i discepoli nella comunione con sé, essi saranno sostenuti contro gli inganni del Maligno. Ma, come il Padre farà tutto questo? Santificando, consacrando i discepoli nella verità. Il verbo "santificare, consacrare" contiene in sé l'idea di "essere messo da parte" richiamando la realtà che caratterizza i discepoli: non appartenere al mondo, ma essere stati chiamati ad entrare in comunione con Dio. Questo avviene nella "verità", cioè nella "parola di Dio" (cfr. Gv 8,31). A questo punto, appare più chiara la dinamica che dovrebbe caratterizzare la nostra vita di credenti: siamo messi da parte e protetti dal Maligno, perché custoditi nella comunione con il Padre. Ma tutto questo avviene nella "verità", cioè nell'obbedienza alla parola di Dio, come fa il Figlio che santifica se stesso vivendo in libera obbedienza al Padre fino alla Croce. Dio Padre, quindi, ci sostiene in quella che è la nostra vocazione: vivere da figli in obbedienza alla parola divina che, come Paolo ricorda, «ha la potenza di edificare e di concedere l'eredità fra tutti quelli che da lui [Dio] sono santificati» (At 20,32).
Non di solo pane Numero 755 Tempo di Pasqua pagina 13
Giovedì 12
Maggio
III Settimana del Salterio
VII Settimana di Pasqua
La Chiesa sente in maniera forte l’urgenza di annunciare
la misericordia di Dio
Papa Francesco
Il Santo del giorno:
Sant’Achilleo
Santi Néreo e Achíl
leo, martiri, che, co
me riferisce il papa
san Damaso, si erano
arruolati come soldati
e, spinti da timore,
erano pronti ad obbe
dire agli empi coman
di del magistrato, ma,
convertitisi al vero
Dio, gettati via scudi,
armature e lance, la
s c i a r o n o
l’accampamento e,
confessando la fede in
Cristo, godettero del
suo trionfo. In questo
giorno a Roma i loro
corpi furono deposti
nel cimitero di Domi
tilla sulla via Ardeati
na.
Etimologia: Achille
= bruno, scuro, dal
greco.
Emblema: Palma.
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
Brano Evangelico: Gv 17,2026
Contemplo: L'amore sia in es-
si (cf cv 17,26)
La preghiera di Gesù al Padre è questa: «Padre, dona la tua buona volontà, la tua vita divina alla Chiesa, all'universalità degli uomini, attraverso il dono dello Spirito che è amore». La vita di Gesù
nella gloria della croce, nella risurrezione, e in cielo alla destra del Padre, assicura all'umanità che la sua forza divina sarà sempre presente nella Chiesa, con l'amore.
Agisci Mi ritaglio un tempo tranquillo per ringraziare il Signore dell'Alleanza Nuova: quella siglata dal sangue del mistero pasquale. E lascerò penetrare in me quella parola di Paolo: "quello che conta è essere nuova creatura" (Gal 6,15).
Non di solo pane Numero 755 Tempo di Pasqua pagina 14
Medita la Parola
Come un mosaico Meditazione di Fiorella Elmetti
Ecco la domanda che mi sono fatta dopo aver letto il Van
gelo odierno: perché Gesù ci tiene tanto all’unità dei cuori
quando in realtà siamo tutti diversi? Poi ho riletto il brano
della prima lettera ai Corinti scritta da san Paolo che tra
scrivo: “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte
membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un cor
po solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati
battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo,
Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati
a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro
solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché io
non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo
non farebbe più parte del corpo. E se l’orecchio dicesse:
«Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo», non
per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fos
se tutto occhio, dove sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito,
dove l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in
modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto
fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte
sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio
dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi:
«Non ho bisogno di voi». Anzi quelle membra del corpo
che sembrano più deboli sono più necessarie; e quelle parti
del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di
maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con
maggior decenza, mentre quelle decenti non ne hanno biso
gno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior
onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione
nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une
delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra
soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le mem
bra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue
membra, ciascuno per la sua parte”. Ma, per quanto inte
ressante, san Paolo non mi ha offerto una risposta esausti
va. Però san Paolo mi ha ricordato l’immagine di un mo
saico. Esso è composto da centinaia di tesserine diverse nel colore, nel disegno, nella forma, e se manca anche solo una
tesserina piccola il mosaico non è completo. Per Gesù sono
importanti tutti i colori, tutti i disegni, tutte le forme, cia
scuno con il suo riflesso. Ma il mosaico non sta insieme da
solo. Ci vuole perlomeno un cartone sopra di cui incollare
le tessere, e questo cartone lo possiamo identificare con la
Chiesa, dentro la quale abbiamo la dignità, in Cristo, di
vivere da figli di Dio.
At 22,30;23,611
È necessario che tu dia testimo
nianza anche a Roma
Gesù, in visione, annuncia a Paolo la meta
della sua missione: Roma. Quando Luca
scriveva gli Atti degli Apostoli, egli era
consapevole che Roma non era soltanto
una delle più grandi città del mondo: essa
era il cuore dell'impero, per cui portare lì il
messaggio evangelico significava iniziare
un nuovo lavoro di evangelizzazione che
avrebbe portato la parola di Gesù dappertut
to, partendo proprio dal centro del mondo,
che in quel momento storico era quella
grande città. Paolo non sapeva che a Roma
egli avrebbe trovato il suo destino e lì a
vrebbe offerto a Cristo la sua testimonianza
suprema attraverso il martirio. Intanto, il
suo spostamento a Roma sarebbe avvenuto
dopo diversi mesi da questa visione: impara
anche tu a saper attendere i tempi di Dio,
pregando e tacendo, finché i suoi piani di
ventano chiari.
Dalla Prima Lettura
I tempi di Dio
Preghiera
Signore, tu sai attendere e compatisci
con amore la nostra debolezza dosando
i pesi sulle nostre spalle, finché non
saremo capaci di portarli. Nello stesso
tempo, Maestro buono, tu inondi d'infi-
nito la nostra realtà, con un tale fulgo-
re, da renderla splendente, dinamica,
luminosa, compimento di ogni nostra
attesa per risorgere in te. Alleluia!
Non di solo pane Numero 755 Tempo di Pasqua pagina 15
Venerdì 13
Maggio
III Settimana del Salterio
VII Settimana di Pasqua
Maria è così unita a Gesù perché ha avuto di Lui la conoscenza della fede
Papa Francesco
In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi
ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non
vuoi».Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Brano Evangelico: Gv 21,1519
Contemplo: Pasci i miei agnelli
(Cv 21,15)
Il Nuovo Testamento è sempre concorde nell'attribuire a Pietro il primato nella Chiesa apostolica. È evidente negli Atti degli Apostoli, nei capitoli 115, che specificano il decreto del Signore Gesù: «Su
questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16,18). Lo stesso Paolo ha dovuto «resistere» a Pietro, per riconoscere e confermare il primato di Pietro nell'amore, espresso nelle parole: «Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20).
Agisci:
Mi esporrò silenziosa
mente a quello sguardo
che da sempre mi cono
sce. Lascerò che la gioia
di sapermi conosciuto da
Dio mi permei e affiori
alla coscienza.
Il Santo del giorno: Beata Vergine Maria di Fatima
Oggi si celebrano le
apparizioni della Ver
gine Maria a Fatima,
in Portogallo nel
1917. A tre pastorelli,
Lucia di Gesù, Fran
cesco e Giacinta, ap
parve per sei volte la
Madonna che lasciò
loro un messaggio per
tutta l’umanità. Il ve
scovo di Leiria, nella
sua lettera pastorale a
chiusura del cinquan
tenario, ha affermato
che messaggio di Fati
ma "racchiude un con
tenuto dottrinale tanto
vasto da poter certa
mente affermare che
non gli sfugge alcuno
dei temi fondamentali
della nostra fede cri
stiana...".
Non di solo pane Numero 755 Tempo di Pasqua pagina 16
Medita la Parola
La misericordia che forgia i santi
Meditazione a cura della Redazione
Per tre volte Pietro aveva negato di conoscere
il Maestro davanti alle sollecitazioni di una ser-
vetta. Il principe degli apostoli aveva fatto una
ben magra figura, smentendo quanto solenne-
mente promesso qualche ora prima. Per questa
ragione, probabilmente, gli evangelisti ci pre-
sentano Pietro come l'ultimo, fra gli apostoli, a
convertirsi alla gioia. Gesù è risorto, certo, e
Pietro ha avuto anche la straordinaria espe-
rienza di un'apparizione privata che non deve
essere andata molto bene visto che nessuno ne
parla. Ma è come se la resurrezione fosse per
qualcun altro, non per lui. Perciò Gesù viene
per salvare la pecora che si era smarrita, sul
lago di Tiberiade alla fine di un'ennesima notte
infruttuosa. Perciò lo prende da parte e lo aiu-
ta a riconciliarsi con se stesso. Pietro è incal-
zato e ammette di voler bene al Signore. Ma
non è più disposto a fare grandi proclami e
grandi promesse. Troppo il dolore per osare
ancora. Gesù sorride: ora Pietro è pronto. Poi-
ché ha sperimentato il proprio limite ora è ca-
pace di accogliere quello degli altri, senza giu-
dizio e supponenza, ma con la misericordia che
forgia i santi. Proprio come è successo a Pie-
tro.
At 25,1321
Si trattava di un certo Gesù, morto,
che Paolo sosteneva essere vivo.
Paolo ha ormai raggiunto la maturità
piena e sa vedere negli avvenimenti i
segni dei tempi e la volontà di Dio. La
maturità cristiana consiste nel saper
cogliere i segni di Dio nel tempo, cioè
la volontà di Dio nella storia, saperla
leggere e nel medesimo tempo saper
obbedire a Dio che guida la storia. Cri-
sto annunciato e amato era il criterio
con cui Paolo giudicava gli av
venimenti, i fratelli, la situazione, per-
ché sapeva che solo lui è la piena sal-
vezza. È questo mistero profondo che
non permette a Paolo di confondersi
nella meschinità dell'avvenimento ma
cerca di leggere dentro le cose quello
che proviene dal mistero di Dio. Quello
che ci importa è che Cristo viva in noi,
che viva negli altri e quindi sia amato
e conosciuto; è il grande criterio di
fondo ed è anche il mistero del nostro
giudicare, del nostro scegliere.
Dalla Prima Lettura
Vedere e cogliere
Preghiera
Come bambini, Signore, il nostro cuore si altera al pensiero che qualcuno sia più amato di noi, come bambini dubi-tiamo e vacilliamo, se la tua forte mano non ci sostiene e non ci afferra. Ma come bambini possiamo rialzarci a ogni caduta e, ritrovato il sorriso del cuore, rispondere con la mano tesa al tuo richiamo, che manifesta il tuo pro-getto per noi: «Seguimi!». Alleluia
Non di solo pane Numero 755 Tempo di Pasqua pagina 17
spiritualità Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Questa sera, contem-
plando le stelle, sento
per la prima volta di
avvicinarmi al Mistero
di Maria, la piccola dol-
ce fanciulla di Naza-
reth. Per la prima volta
non la vedo sull’altare,
come una statua immo-
bile di cera, addobbata
di abiti come una regi-
na, ma come sorella,
vicina a me seduta sul-
la sabbia del mondo
con i sandali logori co-
me i miei e con tanta
stanchezza nelle vene.
Piccola, dolce Maria,
dal ventre grosso, guar-
data con sospetto dagli
abitanti di Nazareth, og-
getto di pettegolezzi da
parte delle donne del vil-
laggio, che bisbigliano
mentre attingono l’acqua
dall’antico pozzo. Parlano
di te piccina, della tua
maternità, dicono che sei
un poco di buono. Come
ti sento vicina Vergine
Madre; piccola Maria ci
vuole tanto coraggio a
credere in questa tua ma-
ternità, il coraggio
dell’innocenza e della gio-
vane età.
Lo so che quel Figlio che
porti in grembo non è
frutto di un’avventura
notturna che non vuoi
spiegare, lo so che quel Fi-
glio fa parte di un sogno,
di un mistero, di qualcosa
di più grande che va oltre
la nostra ragione; beata te
che hai creduto. E’ il mas-
simo che posso dire ad u-
na ragazzina semplice, u-
mile, povera che ha avuto
la fortuna di parlare con
gli angeli. Tu cosi piccola e
fragile; ed è nella tua ma-
ternità che io trovo un
contatto vitale con te, dol-
ce Maria, sorella del mio
cuore, compagna di viag-
gio. Questa sera, sotto
questo cielo stellato, sento
di avvicinarmi per la pri-
ma volta al mistero di Ma-
ria, la piccola dolce ragaz-
za di Nazareth e mi ingi-
nocchio davanti a te, al tuo
grosso ventre, al tuo miste-
ro d’amore. Dolce Madre di
tutte le madri, Madre di
Dio e di tutti gli uomini.
La vita della Beata Vergine Maria: l’Annunciazione
Piccola, dolce Maria ...
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 755 pagina 18
Sabato 14
Maggio
III Settimana del Salterio
VII Settimana di Pasqua
Misericordia è la legge fondamentale che abita nel cuore di
ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello
Papa Francesco
Brano Evangelico: Gv 15,917
Contemplo : Rimanete nel
mio amore (cv 15,9)
Le parole «pasquali» in questi capitoli di Giovanni, pensiamole come una trascrizione delle parole di Gesù prima della sua ascensione alla destra del Padre. Gesù non si è distaccato da noi, ma «è sempre vivo
per intercedere a nostro favore» (cf Eb 7,25). Egli «che ha dato la vita per i propri amici» ci ha insegnato ad amare tutta l'umanità, nessuno escluso, nemmeno i peccatori, perché Lui ci ha amato «mentre eravamo ancora peccatori» (Rm 5,6).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io
ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, ri
marrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e ri
mango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la
vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri
come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita
per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chia
mo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiama
to amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e por
tiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre
nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Agisci
Mi lascerò ripetere nel cuore le parole forti e consolanti di Gesù: “la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia pie-na”. Signore, inonda il mio cuore di gioia piena, q u e l l a ch e n as ce dall’essere in Te.
Il santo del giorno: San Mattia Apostolo
Di Mattia si parla nel primo capitolo degli Atti degli apostoli, quando viene chiamato a ricomporre il numero di dodici, sostituendo Giuda Iscariota. Viene scelto con un sorteggio, attraverso il quale la preferenze divina cade su di lui e non sull'altro candidato tra quelli che erano
stati discepoli di Cristo sin dal Battesimo sul Giordano , Giuseppe, detto Barsabba. Dopo Pentecoste, Mattia inizia a predicare, ma non si hanno più notizie su di lui. La tradizione ha tramandato l'immagine di un uomo anziano con in mano un'alabarda, simbolo del suo martirio. Ma non c'è evidenza storica di morte violen
ta. Così come non è certo che sia morto a Gerusalemme e che le reliquie siano state poi portate da sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, a Treviri, dove sono venerate.
Non di solo pane Numero 755 Tempo di Pasqua pagina 19
At 1,1517.2026
La sorte cadde su Mattia, che fu
associato agli undici apostoli.
Subito dopo la morte e risurrezione di Gesù,
è necessario che il consesso apostolico sia
composto da dodici persone. Ecco che la
sorte cade proprio su Mattia. uno dei primi
discepoli del Signore. Di lui non abbiamo
nessuna notizia, se non quella che ci comu
nicano gli Atti degli Apostoli. Eppure, an
che questo racconto è importante: esso ti
dice che le scelte di Dio a volte sono imper
scrutabili, e ci vengono manifestate in ma
niera spesso inusuale. Quante volte hai fatto
un progetto, e gli eventi ti hanno reso im
possibile quanto avevi previsto? Eppure,
spesso, il Signore ti ha preparato un piano
molto più fecondo e proficuo di quello che
avevi preparato tu: dunque. conviene dav
vero fidarsi di Dio, in quanto egli ha per te
dei piani di realizzazione e di speranza che
tu nemmeno immagini.
Dalla Prima Lettura Le scelte di Dio
Preghiera
Signore Gesù, noi ti ringraziamo! La tua parola di oggi porta a compimento il Vangelo di Giovanni e gli Atti degli apostoli. Eppure il nostro cuore attende ancora… altre parole, altri gesti… Tut-to è compiuto da te, ma tutto è da com-piere ora, per ciascuno di noi. Nella sequela, nella preghiera e nell'amore reciproco si scriveranno le nuove paro-le del vangelo di vita con la nostra vita. Alleluia!
Medita La Parola
Il fiore più bello della creazione Meditazione di don Luciano Vitton Mea
"Se un uomo e una donna sono davvero mari-to e moglie, dice un proverbio cinese, allora è dolce anche essere mendicanti". In altre parole, se ci si ama, si può essere felici an-che nelle circostanze più difficili, perché chi ama non ha paura di dare e ricevere amore e chi ama sa che senza l'amore dell'altro non trova completezza. E san Paolo, nel bellissi-mo inno all'amore, afferma: "Chi ama è pa-ziente, non si adira, non invidia, non si van-ta, non si gonfia d'orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto scusa, tutto crede, non perde mai la speranza, tutto sopporta". Ci vuole quindi impegno nell'amore, che non è soltanto un sogno romantico, una poesia dol-ce, un viaggio che non conosce ritorno. L'a-more è molto di più e in Gesù trova il suo culmine. L'amore è dono di sé, pura gratuità, perenne perdita. Narra San Francesco di Sales: "Uno dei più celebri musicisti del mon-do, che suonava a perfezione il liuto, diven-tò in breve così gravemente sordo fino a per-dere completamente l'udito; tuttavia conti-nuò a cantare e a maneggiare con meravi-gliosa delicatezza il suo liuto. Ma non poten-do provare alcun piacere nel suo canto e nel suo suono, perché, privo dell'udito, non ne sentiva la dolcezza e la bellezza, cantava e suonava unicamente per contentare un prin-cipe, a cui aveva sommo desiderio di piace-re, poiché gli era obbligatissimo, essendo stato allevato in casa sua fin dalla giovinez-za. Perciò aveva un'indicibile gioia di piacer-gli, e quando il principe gli dava segno di gradire il suo canto, era fuori di sé dalla contentezza". L'amore è il fiore più sublime della creazione e il suo profumo è "rendere felice l'altro".
333/3390059 don Luciano
Anno XV- n. 755
Domenica 8 Maggio 2016
Chiuso il 03/05/2016
Numero copie 1400
Coordinatrice Fiorella Elmetti
Redazione
don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da don Luciano Vitton Mea
Sussidio di preghiera per la famiglia
Per la tua vita spirituale visita
Vi troverai:
Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo
Ti aspetto ogni giorno su:
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