Non di Solo Pane n°755

20
Settimanale di preghiera Anno XV - n° 755 Un mese con Maria Non di solo PANE Domenica 8 Maggio 2016 VII Settimana di Pasqua

description

Settimanale di riflessione per la famiglia www.nondisolopane.it

Transcript of Non di Solo Pane n°755

Page 1: Non di Solo Pane n°755

Settimanale di preghiera

Anno XV - n° 755

Un mese con Maria

Non di solo

PANE Domenica 8 Maggio 2016

VII Settimana di Pasqua

Page 2: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 2

Maggio 2016

“Pregare, forse il

discorso più urgente”

Sussidio di preghiera

per la famiglia

Offerta della giornata

Cuore divino di Gesù,

io ti offro per mezzo

del Cuore Immacolato di Maria,

Madre della Chiesa,

in unione al Sacrificio eucaristico,

le preghiere, le azioni,

le gioie e le sofferenze

di questo giorno,

in riparazione dei peccati,

per la salvezza di tutti gli uomini,

nella grazia dello Spirito Santo,

a gloria del divin Padre.

Offerta quotidiana

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego

specialmente per le intenzioni che il Santo Padre

raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo

mese

Intenzione del Santo Padre

Perché in tutti i Paesi del mondo le donne siano ono-

rate e rispettate, e sia valorizzato il loro imprescin-

dibile contributo sociale.

Intenzione missionaria

Perché si diffonda, in famiglie, comunità e gruppi,la

pratica di pregare il santo Rosario per

l’evangelizzazione e per la pace.

Intenzione dei vescovi

Perché Maria, Madre della Chiesa, ci insegni a vivere

sentimenti di tenerezza e compassione.

Intenzione del Vescovo di Brescia

Mons. Luciano Monari

Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente

e misericordioso, ci impegniamo con gioia

nella costruzione della civiltà dell'amore.

Intenzioni mese di Maggio

Page 3: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ pagina 3

Domenica 8

Maggio

III Settimana del Salterio

VII Domenica di Pasqua

Dio rivela il suo amore come quello di un padre e di una ma-dre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il

proprio figlio.

Papa Francesco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorge­

rà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conver­

sione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testi­

moni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate

in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Be­

tània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva

portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme

con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Brano Evangelico: Lc 24,46­53

Contemplo:Voi siete testimo-

ni (Lc 24,48)

L'Ascensione di Gesù al cielo intro­duce i cristiani sulla scena del mondo e della storia e li invita ad essere la continuazione nel tempo e nello spa­zio dell'azione salvifica di Dio. Bat­

tezzati nello Spirito Santo, i cristiani sono testimoni della risurrezio­ne, lodano il Padre, predicano alle genti la conversione e il perdono dei pec­cati e, rivestiti di potenza dall'alto, diffondono la grande gioia di Cristo Gesù.

Agisci

Pregare nel nome di Ge­

sù vuol dire entrare sem­

pre più in un clima inte­

riore di fiducia e di più

abbandono, come quel­

lo di un “bimbo svezza­

to in braccio a sua ma­

dre”.È questo su cui mi

soffermo in quiete con­

templativa. E prego

Il santo del giorno:

Beato Raimondo da

Tolosa

Figlio del conte de Montfort e cugino del Beato Giorgio da Lau­ria, il Beato Raimondo da Tolosa di Francia, passando per la Spagna fece visita al santuario di Montserrat e qui da­vanti alla Vergine San­ta decise di entrare nell’Ordine Merceda­rio. Prese l’abito nel

c o n v e n t o d i Sant’Eulalia in Barcel­lona ed in breve tempo si sparse la notizia che il giovane conte si era fatto religioso. Appena saputo ciò, il ventiquat­trenne Beato Giorgio lo raggiunse e vani furono tutti i suoi tentativi mi­nacciosi per fare uscire il cugino dalla vita reli­giosa. Fu zelante predi­catore e virtuoso pieno di meriti, nel 1335 Papa Benedetto XII° lo no­

mina cardinale Prete di Santa Romana Chiesa del titolo di Santo Ste­fano in Monte Clelio, lavorò instancabilmente per la redenzione degli schiavi e convertì molti giudei a Cristo che tan­to rifulse nell’Ordine. Avvertito divinamente della sua morte, in pace si addormentò nel Si­gnore. L’Ordine lo fe­steggia l’8 maggio.

Page 4: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 4

P a g i n e b i b l i c h e

L’ascensione non segna il di-

stacco tra Dio e l’uomo, un sol-

co tra una presenza tangibile e

un’assenza che ci lascia orfani

di uno sguardo, di una parola e

di una guida. Gesù termina la

sua esperienza terrena per a-

prirci il cielo, sale al Padre per

prepararci un posto. Con se

porta ciò che per sempre ha

assunto: un brandello della no-

stra povera umanità; Colui che

siede per sempre alla destra

del Padre è vero Dio ma anche

vero uomo. Questo mistero

Dante Alighieri cerca di spie-

garcelo nel Canto XXXIII del

suo Paradiso, quando, per un

solo istante, può fissare il suo

sguardo in Dio, Uno e Trino,

luce perenne sempre identica

a se stessa da un lato, ma che

assume tonalità diverse

dall’altro. «Osservai a lungo e

con attenzione il secondo

cerchio, che in te appariva

generato come un raggio

riflesso, e vidi che esso

recava al suo interno, dipinta

con il suo stesso colore, la

nostra immagine umana».

(LUCIANO CORONA, Paradiso di

D a n t e / r i s c r i t t u r a

interpretativa in prosa e per

tutti). L’immagine di ogni

uomo è custodita per

sempre, meglio riflessa per

l’eternita, nell’ “unigenito

Figlio di Dio, nato dal Padre

prima di tutti i secoli: Dio da

Dio, Luce da Luce, Dio vero

da Dio vero, generato, non

creato, della stessa sostanza

del Padre”. (dal Credo

Cattolico).

“Vado a prepararvi un posto

…”(Gv 14, 2) L’uomo è

rivestito di una nuova

dignità, diventa familiare di

Dio, è atteso in Paradiso.

Ascendendo al cielo Gesù

s e m b r a d i r c i : « S o r g i ,

allontaniamoci da qui. Il nemico

ti fece uscire dalla terra del

Paradiso. Io invece non ti

rimetto più in quel giardino, ma

ti colloco sul trono celeste. Ti

fu proibito di toccare la pianta

simbolica della vita, ma io, che

sono la vita, ti comunico quello

che sono. Ho posto dei

cherubini che come servi ti

custodissero. Ora faccio sì che i

cherubini ti adorino quasi come

Dio, anche se non sei

Dio» (Un’antica omelia sul

sabato santo). L’Ascensione

segna anche l’inizio di un nuovo

tempo, quello della Chiesa,

che, guidata dallo Spirito Santo,

è chiamata a portare ad ogni

uomo il lieto annunzio della

salvezza, segno visibile della

perenne presenza di Gesù che

rimane con noi fino alla fine del

mondo. Ascensione: l’uomo sale

con Gesù nel mistero di Dio,

inizio di un nuovo tempo, attesa

di un glorioso ritorno.

Per prepararci

un posto

di don Luciano Vitton Mea

Page 5: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 5

P a g i n e b i b l i c h e

L’amore che non muore

Lui mi guardò, e il

meriggio dei suoi oc-

chi era su di me, e

disse: «Tu hai molti

amanti, ma io solo ti

amo. Gli altri, ac-

canto a te, amano se

stessi; io amo te in

te stessa. Altri uomi-

ni vedono in te una bellezza che appassirà prima

ancora dei loro anni. Ma io vedo in te una bellezza

che non appassirà mai, e nell'autunno dei tuoi gior-

ni questa bellezza non avrà paura di specchiarsi, e

non conoscerà oltraggio. Io solo amo in te l'invisibi-

le». Allora si alzò e mi guardò proprio come imma-

gino che le stagioni guardino verso il campo: sorri-

se. E ancora disse: «Tutti gli uomini ti amano per

se stessi. E per te che io ti amo ». Poi se ne andò.

Era un soffio nato nel mio giardino, che alitava ver-

so Oriente? O una tempesta che avrebbe squassato

sin dalle fondamenta tutte le cose? Non lo sapevo,

allora, ma quel giorno il tramonto dei suoi occhi

uccise in me il drago, e io divenni una donna libe-

ra, io divenni Miriam di Mijdel.

Kalil Gibran

Signore Gesù,

noi ti rendiamo grazie

perché oggi

tu hai portato

a compimento pieno l'incarnazione:

nella visione sfolgorante

della tua Ascensione,

la tua presenza

nella storia degli uomini

raggiunge il punto più alto

e definitivo.

Ora tocca a noi:

prossimi dei fratelli,

attenti gli uni agli altri,

nostalgia struggente

della tua presenza,

ricreata in noi

dal tuo mistero pasquale.

Alleluia!

Preghiamo la Parola

Page 6: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ pagina 6

Lunedì 9

Maggio

III Settimana del Salterio

VII Settimana di Pasqua

Il santo del giorno:

Sant’Isaia

Commemorazione

di sant’Isaia, pro-

feta, che, nei gior-

ni di Ozia, Iotam,

Acaz ed Ezechia,

re di Giuda, fu

mandato a rivelare

al popolo infedele

e peccatore la fe-

deltà e la salvezza

del Signore a com-

pimento della pro-

messa fatta da Dio

a Davide. Presso i

Giudei si tramanda

che sia morto mar-

tire sotto il re Ma-

nasse.

Etimologia: Isaia

= Jahvè è il mio

aiuto, dall'ebraico.

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai biso­gno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Di­o». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete so­lo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».

Brano Evangelico: Gv 16,29­33

Contemplo: Ho vinto il mondo

(cv 16,33)

Grazie, Signore Gesù, che hai vinto il mondo, non con la bru­talità della violenza, ma con la forza ragionevole dell'amore, non per sottometterlo, ma per salvarlo

e per portarlo alla conoscenza del­la verità (cf lTm 2,4). «Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha scon­fitto il mondo: la nostra fe­de» (1Gv 5,4).

La Chiesa è chiamata per prima ad essere

testimone veritiera della misericordia Papa Francesco

Agisci

Lascio che Gesù dica anche a me, in cuore: guarda che se contempli me crocifisso e risorto contempli Dio, il Padre. Guarda che io e il Padre siamo una cosa sola: un'unica inenarrabile fonte d'amore – salvez­za: per te, per ogni crea­tura che si apre a credere in questo mistero di gra­zia.

Page 7: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 7

At 19,1­8

Avete ricevuto lo Spirito Santo

quando siete venuti alla fede

In questo racconto, molti hanno ravvi­

sato il sacramento della confermazione:

i discepoli che avevano conosciuto il

battesimo di Giovanni si aprono alla pie-

nezza della rivelazione della persona di

Gesù e della sua salvezza, ed anche su

di essi scende la pienezza dello Spirito

Santo. Ciò che il brano ti dice è che lo

Spirito di Cristo scende su coloro che si

rendono disponibili alla sua azione, al di

là di ogni differenza e diversità. In que-

sti giorni che ti separano dalla Penteco-

ste, sei invitato ad accogliere. proprio

come questi discepoli, il dono della Paro

­la che ti viene annunciata e che prepa-

ra il tuo cuore alla venuta del Consola-

tore. Gli effetti dello Spirito su questi

uomini sono di renderli profeti, proprio

come gli apostoli: anche tu riceverai

questo dono, se solo saprai accoglierlo

con docilità ed amore.

Dalla Prima Lettura Disponibili alla sua azione

Preghiera

Portare a compimento... Signore, questa parola ci interroga e muove il nostro ani-mo. Le tribolazioni sono a volte il condi-mento della nostra vita: quale compimen-to dunque? Chiara nel nostro cuore ri-suona la tua risposta: «Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo». Gesù, rianima il nostro coraggio per germogliare, fiorire e compiersi in noi e in ogni fratello. Alle-luia!

Medita La Parola

Nella notte della solitudine Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Gesù non intende fare sconti ai suoi discepoli,

dice loro la realtà, gli “butta in faccia” la loro

fragilità: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi

è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per

conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono

solo, perché il Padre è con me».

La solitudine di Gesù, questo abbandono nel mo-

mento del bisogno, è parte integrante della sua

passione, uno dei pegni che deve pagare per ri-

scattare tutte le solitudini umane. La notte inte-

riore di Gesù nel giardino del Getsemani illumina

le nostre notti con la luce discreta della sua pre-

senza, feconda qualsiasi umana disperazione. San

Giovanni della Croce parla di questo passaggio

oscuro ritenendolo fondamentale per fare verità

in noi, per crescere in una fede più vera ed au-

tentica: “ Ma questa [notte] mi guidava più certa

della luce meridiana dove mi aspettava chi ben

io conoscevo, in luogo dove nessuno si mostrava.

O notte che guidasti, notte più cara dell’aurora:

notte che hai riunito l’Amato con l’Amata,

l’Amata nell’Amato trasformata!”

La solitudine crea, in fondo, verità: fa cadere

le false sicurezze, ci svela il vero volto di presun-

ti amici, ci toglie i sostegni effimeri delle realtà

materiali. Nella solitudine anche il sudore diven-

ta sangue. Ma questo sudore che diventa sangue

genera una nuova forza, meglio, una nuova spiri-

tualità. “Quando cominci a sostarvi [nella solitu-

dine], i tuoi sentimenti non fanno che diventare

più forti, e tu scivoli nella depressione. Il compi-

to spirituale non è quello di sfuggire alla tua soli-

tudine, né di lasciarti annegare in essa, ma di

scoprirne la fonte. Non è cosa facile da fare, ma

quando riesci a identificare in qualche modo il

luogo da cui questi sentimenti emergono, essi

perderanno un po' del loro potere su di te”.

Page 8: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755­ pagina 8

Martedì 10

Maggio

III Settimana del Salterio

VII Settimana di Pasqua

Un po’ di misericordia rende il mondo

meno freddo e più giusto

Papa Francesco

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorifica­to sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami da­vanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho ma­nifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le han­no accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai man­dato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, per­ché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

Agisci

Oggi, nel mio rientro al

cuore, rifletterò sulla re­

altà del Corpo Mistico.

Mi chiederò: quali risvol­

ti pratici ha questo miste­

ro nella mia vita? Sono,

come gli apostoli, tra

quelli che rimpiangono la

presenza storica di Gesù

o so incontrarlo in me e

negli altri?

Contemplo: Siano una cosa so-

la, come noi (Gv 17,11)

La preghiera di Gesù è rivolta al Padre, affinché ogni cristiano, anzi tutta l'umanità, operi per l'i­deale di «un cuore solo e un'ani­ma sola» (At 4,32). Nonostante i

gusti diversi, l'alimento per tutti è unico, è il Pane disceso dal cielo, che dà la vita al mondo (cf Gv 6,33). Nonostante i punti diversi di partenza e i diversi schemi mentali, una sola è la via e uno solo è il punto di arrivo.

Il Santo del giorno: Santi Quarto e Quin-to La più antica notizia di questi santi si trova nel Martirologio Geroni­miano che li ricorda il 10 maggio. Quale fosse il luogo cosi designato non si sa, ma gli Itinera­ri del sec. VII concor­demente attestano che i sepolcri dei due martiri si trovavano nella chie­sa dei santi Gordiano ed Epimaco. Il latercolo

del Geronimiano fu tra­scritto dai martirologi storici e da questi passò anche nel Romano, in cui il Baronio vi ag­giunse che i corpi di Quarto e Quinto sareb­bero stati trasferiti a Capua. Questa notizia non ha un solido fonda­mento e dipende dal fatto che nel famoso mosaico absidale della chiesa di S. Prisco a Capua, erano raffigurati due santi omonimi. Ciò

condusse anche qualche studioso locale ad asse­rire che Quarto e Quin­to fossero due chierici capuani martirizzati a Roma e si giunse persi­no a farne due vescovi della predetta città. Ri­mane dubbio se i due santi del mosaico ca­puano debbano identifi­carsi con i romani dal momento che di nessu­no di loro si hanno altre più sicure notizie.

Brano Evangelico: Gv 17,1­11

Page 9: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 9

At 20,17­27 Conduco a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore

Gesù

Paolo rivolge ai responsabili della comunità

di Efeso un discorso che ha il sapore di un

vero e proprio testamento: con queste paro-

le egli ricorda amorevolmente che essi sono

il frutto della sua predicazione e della sua

testimonianza, vissuta in mezzo alla soffe-

renza ed al dolore, al disprezzo e persino in

mezzo alla persecuzione. Ma per Paolo tutto

ciò non ha rappresentato un problema: l'an-

sia pastorale di far conoscere Gesù a più

persone possibile ripaga da ogni fallimento e

persecuzione. Quand'anche una sola persona

avesse accolto il messaggio di salvezza del

Maestro, la sua predicazione e la sua tribola-

zione non sarebbe stata vana. Essi non ve-

dranno più il suo volto, ma le sue parole sa-

ranno il tesoro che essi dovranno custodire

anche a costo della vita: esse, infatti, indi-

cano la via della vita e della salvezza.

Dalla Prima Lettura

Far conoscere Gesù

Preghiera

Signore Gesù, noi ti ringraziamo: la tua Pa-

rola, ineffabile, alla vigilia della tua passio-

ne e il congedo umile e fiero di Paolo, con-

scio dell'imminenza della propria morte,

richiamano al nostro cuore realtà che ci su-

perano enormemente. Solo la piccolezza è

l'angolo privilegiato da cui contemplare e

partecipare a questi doni d'amore, senza

smarrire l'orientamento, senza farcene so-

praffare, pronti a fare il nostro piccolo pas-

so, quando tu ce lo chiederai. Alleluia!

Meditiamo la Parola

Una donna in ginocchio Meditazione di don Luciano Vitton Mea

“La preghiera è la forza dell’uomo e la debolez-

za di Dio”. Non so bene chi abbia coniato questa

frase, fatto sta che di tanto in tanto me la ritro-

vo sottocchio, come un perpetuo promemoria

che riporta il mio sguardo interiore ad immerger-

mi nel Suo mare di bontà, con la certezza che

prima o poi la mia fiducia in Lui verrà ricompen-

sata, non per merito mio ma perché Egli sa esse-

re misericordioso con le Sue creature. Infatti,

poco prima di morire crocifisso, Gesù dice: “Non

prego per il mondo, ma per coloro che mi hai da-

to, perché sono tuoi”. Gesù quindi usa la pre-

ghiera come dialogo col Padre e non trattiene

nulla per sé, ma tutto restituisce al Padre con

l’offerta di ciò che Egli è stato disposto a vivere

e ad amare in nome Suo. La preghiera, quindi,

oltre che colloquio con Dio diventa anche un at-

teggiamento esistenziale, un modo di vivere. Per

questo motivo l’orazione viene rappresentata

come una donna in ginocchioni, con le mani giun-

te, con la testa alta verso il cielo e dalla bocca

“gli esca una fiamma di fuoco”. Le ginocchia pie-

gate per terra e le mani giunte indicano aspetto

esteriore della preghiera che manifestano però

una predisposizione interiore, la consapevolezza

che il rapporto con Dio è una relazione del tutto

particolare, unica e singolare. La testa rivolta al

cielo e la fiamma indicano invece l’affetto inte-

riore sia della mente che del cuore. Insomma

pregando l’uomo si immerge in Dio, fa esperienza

di Dio. “Lasciati avvolgere dall’amore fedele,

incondizionato e illuminato di Dio. La sua tene-

rezza lenisce il rigore e le asperità della vita”.

(Lettera ai Romani 8,35)

Come la donna in ginocchio e con il capo rivolto

verso il cielo, esperimenti la tenerezza di Dio.

Page 10: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ pagina 10

Pagine bibliche Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

L’infanzia di Maria è nascosta

dal velo fecondo del nascondi-

mento.

Tutti i capolavori si formano

lontano da occhi indiscreti,

adombrati dai tratti misteriosi

di una mano che modella e

plasma le forme più belle. La

vera bellezza matura sotto la

coltre feconda del silenzio,

sorge come atro nel crepuscolo

che spegne i rumori del tem-

po. Maria non sfugge a questa

legge, è un regalo di Dio che si

scorge solo nella pienezza di

una creatura “piena di Gra-

zia”.

Il Vangelo dello Pseudo Matteo

abbozza questa ipotesi:

“Essendo compiuti i nove me-

si, Anna mise al mondo una

figlia e le diede il nome di Ma-

ria. Quando l'ebbe svezzata, il

terzo giorno, Gioacchino e lei

andarono al Tempio del Signo-

re e, dopo che offrirono vitti-

me al Signore, presentarono la

figlioletta Maria, perché abi-

tasse con le vergini che, notte

e giorno, senza sosta, lodava-

no Dio” . Io preferisco seguire

l’iconografia classica che rap-

presenta la piccola Maria sedu-

ta sulle gambe di Anna con il

libro delle scritture aperto

nelle sue mani. San Giovanni

Paolo II così parla dell’infanzia

della Vergine Santa: “La figura

di sant'Anna ci ricorda la casa

paterna di Maria, Madre di Cri-

sto. Là Maria è venuta al mon-

do, portando in sé quello stra-

ordinario mistero dell'immaco-

lata concezione. Là era cir-

condata dall'amore e dalla sol-

lecitudine dei suoi genitori:

Gioacchino e Anna. Là

`imparava' da sua madre, pro-

prio da sant'Anna, come esse-

re madre”.

Maria ha imparato certamente

da dai suoi genitori il primato

della Parola di Dio, ad ascolta-

re è meditare le Sacre Scrittu-

re e a tradurle nell’innocenza

della sua fanciullezza. Cir-

condata dall’amore di Gioac-

chino ed Anna Maria ha impa-

rato ad amare, a rispettare i

comandamenti e a servire Dio

nel volto delle e persone che

incontrava o venivano ospitati

nella sua casa. Gesù stesso ci

ricorderà che: “chi fa la vo-

lontà di Dio, costui per me è

fratello, sorella e madre”. Ma-

ria si è preparata a diventare

la Madre di Gesù facendo fin

da piccina la volontà di Dio,

ascoltando nel silenzio del suo

cuore quella Parola che un

giorno si incarnerà nel suo se-

no.

La vita della Beata Vergine Maria

L’infanzia di Maria. Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Page 11: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755­ Tempo di Pasqua ­ pagina 11

VII Settimana di Pasqua

Nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona

Papa Francesco

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo, custodi­scili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho con­servati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

Brano Evangelico: Gv 17,11­19

Contemplo: La tua parola è

verità (Gv 17,17)

Signore Gesù, nella tua preghie­ra «sacerdotale» ci insegni che sei tu l'unica e vera Parola di Di­o. Lo hai detto in un altro mo­do: «Le parole che vi ho detto sono spirito e vita» (Gv 7,63) e

anche: «Il cielo e la terra passe­ranno, ma le mie parole non pas­seranno» (Mt 24,35). Insegnaci a capire le parole del tuo Vange­lo, e noi, con san Pietro e con la Chiesa, ti invochiamo: «Signo­re, da chi andremo? Tu hai paro­le di vita eterna!» (Gv 6,68).

Mercoledì 11

Maggio

III Settimana del Salterio

Agisci Rifletterò su come le o­

pere di Gesù siano tutte

in ordine alle esigenze

del Vangelo e alla realiz­

zazione del Regno di

Dio.

Il Santo del giorno: Beato Diego de Saltana

Al mercedario, Beato

Diego de Saldana, si

deve la fondazione

del celebre convento

di Conxo presso San­

tiago di Compostella

(Spagna), del quale

ne fu commendatore

perpetuo e la fonda­

zione del convento di

Monterrey (Verin).

Vescovo di Beirut e

ausiliare di Santiago

di Compostella, fu

molto devoto a Maria

Santissima dalla qua­

le meritò più volte di

essere confortato dal­

la sua visione e con­

solato dagli angeli,

finché con fama di

santità rese lo spirito

a Dio nella città di

Avi la ne ll’anno

1493.

Page 12: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 12

At 20,28­38

Vi affido a Dio, che ha la potenza di

edificare e di concedere l’eredità.

C'è un momento, nella vita di ognuno,

nel quale si deve passare ad essere da

custodi a custoditi. Ciò significa che, se

fino ad un certo punto dell'esistenza

sperimentiamo la bellezza dell'essere

accuditi e custoditi da qualcuno, ad un

certo punto Dio ci affida qualcuno a cui

noi, a nostra volta, dobbiamo fare lo

stesso. E quanto dice Paolo ai responsa-

bili della comunità di Efeso: egli si è

preso cura di loro comportandosi con

loro come un autentico padre nella fe-

de, portandoli alla pienezza della matu-

rità della vita in Cristo. Ma adesso tocca

a loro: sono essi che devono, a loro vol-

ta, confermare i loro fratelli nella fede.

Non puoi sempre restare in una specie di

infantilismo spirituale: anche tu, dopo

aver conosciuto la dolcezza di Dio che ti

conduce per mano, devi diventare per

gli altri esempio di maturità cristiana.

Dalla Prima Lettura

Da custoditi a custodi

Preghiera

Signore, ti ringraziamo: infinitamente amati e accompagnati da te, attingiamo la forza di essere compagni di via, di amare e rispettare i nostri fratelli, di esserne compagni consa-pevoli e per questo discreti. Grazie a te, Si-gnore, al tuo esempio di custode tenerissimo, giunge a compimento la risposta definitiva alla domanda rapace di Caino: «Sono forse io il custode di mio fratello?». Per te, con te, Signore, sì lo siamo, per tua grazia, per tutti, per sempre. Alleluia!

Meditiamo la Parola

Custodiscili nel tuo nome Meditazione a cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

Questa seconda parte della preghiera inizia con l'ap­pellativo «Padre santo» che mette insieme due termi­ni tra loro contrapposti, perché l'aggettivo "santo" pone in risalto la trascendenza di Dio, il suo essere Altro rispetto all'uomo, mentre "Padre" rivela che l'amore è l'essenza di questo Dio, che liberamente sceglie di essere vicino agli uomini. A lui, Gesù chie­de di «custodire» nel suo Nome, di «custodire dal Maligno» e di «santificare, consacrare nella verità» i discepoli. Il termine "nome" indica la persona stessa: Gesù chiede che i discepoli siano mantenuti dal Pa­dre nella sua persona, nella sua vita. Il Padre, quindi, porta a compimento la missione del Figlio che è ve­nuto a donare ai credenti ciò che gli è proprio: la co­munione con il Padre. L'intervento di Dio Padre rag­giunge i discepoli che sono nel mondo, ma non "del mondo" (Gv 15,19), perché hanno accolto la parola di Gesù e appartengono a lui. Per questo, però, è ne­cessario mettere in luce ciò da cui essi saranno pro­tetti: il Maligno. Dal momento che il Padre manterrà i discepoli nella comunione con sé, essi saranno so­stenuti contro gli inganni del Maligno. Ma, come il Padre farà tutto questo? Santificando, consacrando i discepoli nella verità. Il verbo "santificare, consacra­re" contiene in sé l'idea di "essere messo da parte" richiamando la realtà che caratterizza i discepoli: non appartenere al mondo, ma essere stati chiamati ad entrare in comu­nione con Dio. Questo avviene nella "verità", cioè nella "parola di Dio" (cfr. Gv 8,31). A questo punto, appare più chiara la dinamica che do­vrebbe caratterizzare la nostra vita di credenti: siamo messi da parte e protetti dal Maligno, perché custodi­ti nella comunione con il Padre. Ma tutto questo av­viene nella "verità", cioè nell'obbedienza alla parola di Dio, come fa il Figlio che santifica se stesso vi­vendo in libera obbedienza al Padre fino alla Croce. Dio Padre, quindi, ci sostiene in quella che è la no­stra vocazione: vivere da figli in obbedienza alla pa­rola divina che, come Paolo ricorda, «ha la potenza di edificare e di concedere l'eredità fra tutti quelli che da lui [Dio] sono santificati» (At 20,32).

Page 13: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 13

Giovedì 12

Maggio

III Settimana del Salterio

VII Settimana di Pasqua

La Chiesa sente in maniera forte l’urgenza di annunciare

la misericordia di Dio

Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Sant’Achilleo

Santi Néreo e Achíl­

leo, martiri, che, co­

me riferisce il papa

san Damaso, si erano

arruolati come soldati

e, spinti da timore,

erano pronti ad obbe­

dire agli empi coman­

di del magistrato, ma,

convertitisi al vero

Dio, gettati via scudi,

armature e lance, la­

s c i a r o n o

l’accampamento e,

confessando la fede in

Cristo, godettero del

suo trionfo. In questo

giorno a Roma i loro

corpi furono deposti

nel cimitero di Domi­

tilla sulla via Ardeati­

na.

Etimologia: Achille

= bruno, scuro, dal

greco.

Emblema: Palma.

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha cono­sciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

Brano Evangelico: Gv 17,20­26

Contemplo: L'amore sia in es-

si (cf cv 17,26)

La preghiera di Gesù al Padre è questa: «Padre, dona la tua buona volontà, la tua vita divina alla Chiesa, all'universalità degli uo­mini, attraverso il dono dello Spi­rito che è amore». La vita di Gesù

nella gloria della croce, nella ri­surrezione, e in cielo alla destra del Padre, assicura all'umanità che la sua forza divina sarà sempre presente nella Chiesa, con l'amo­re.

Agisci Mi ritaglio un tempo tranquillo per ringraziare il Signore dell'Alleanza Nuova: quella siglata dal sangue del mistero pa­squale. E lascerò pene­trare in me quella parola di Paolo: "quello che conta è essere nuova cre­atura" (Gal 6,15).

Page 14: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 14

Medita la Parola

Come un mosaico Meditazione di Fiorella Elmetti

Ecco la domanda che mi sono fatta dopo aver letto il Van­

gelo odierno: perché Gesù ci tiene tanto all’unità dei cuori

quando in realtà siamo tutti diversi? Poi ho riletto il brano

della prima lettera ai Corinti scritta da san Paolo che tra­

scrivo: “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte

membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un cor­

po solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati

battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo,

Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati

a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro

solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché io

non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo

non farebbe più parte del corpo. E se l’orecchio dicesse:

«Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo», non

per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fos­

se tutto occhio, dove sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito,

dove l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in

modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto

fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte

sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio

dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi:

«Non ho bisogno di voi». Anzi quelle membra del corpo

che sembrano più deboli sono più necessarie; e quelle parti

del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di

maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con

maggior decenza, mentre quelle decenti non ne hanno biso­

gno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior

onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione

nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une

delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra

soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le mem­

bra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue

membra, ciascuno per la sua parte”. Ma, per quanto inte­

ressante, san Paolo non mi ha offerto una risposta esausti­

va. Però san Paolo mi ha ricordato l’immagine di un mo­

saico. Esso è composto da centinaia di tesserine diverse nel colore, nel disegno, nella forma, e se manca anche solo una

tesserina piccola il mosaico non è completo. Per Gesù sono

importanti tutti i colori, tutti i disegni, tutte le forme, cia­

scuno con il suo riflesso. Ma il mosaico non sta insieme da

solo. Ci vuole perlomeno un cartone sopra di cui incollare

le tessere, e questo cartone lo possiamo identificare con la

Chiesa, dentro la quale abbiamo la dignità, in Cristo, di

vivere da figli di Dio.

At 22,30;23,6­11

È necessario che tu dia testimo­

nianza anche a Roma

Gesù, in visione, annuncia a Paolo la meta

della sua missione: Roma. Quando Luca

scriveva gli Atti degli Apostoli, egli era

consapevole che Roma non era soltanto

una delle più grandi città del mondo: essa

era il cuore dell'impero, per cui portare lì il

messaggio evangelico significava iniziare

un nuovo lavoro di evangelizzazione che

avrebbe portato la parola di Gesù dappertut­

to, partendo proprio dal centro del mondo,

che in quel momento storico era quella

grande città. Paolo non sapeva che a Roma

egli avrebbe trovato il suo destino e lì a­

vrebbe offerto a Cristo la sua testimonianza

suprema attraverso il martirio. Intanto, il

suo spostamento a Roma sarebbe avvenuto

dopo diversi mesi da questa visione: impara

anche tu a saper attendere i tempi di Dio,

pregando e tacendo, finché i suoi piani di­

ventano chiari.

Dalla Prima Lettura

I tempi di Dio

Preghiera

Signore, tu sai attendere e compatisci

con amore la nostra debolezza dosando

i pesi sulle nostre spalle, finché non

saremo capaci di portarli. Nello stesso

tempo, Maestro buono, tu inondi d'infi-

nito la nostra realtà, con un tale fulgo-

re, da renderla splendente, dinamica,

luminosa, compimento di ogni nostra

attesa per risorgere in te. Alleluia!

Page 15: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 15

Venerdì 13

Maggio

III Settimana del Salterio

VII Settimana di Pasqua

Maria è così unita a Gesù perché ha avuto di Lui la conoscenza della fede

Papa Francesco

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi

ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signo­re, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pie­tro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi be­ne?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non

vuoi».Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Brano Evangelico: Gv 21,15­19

Contemplo: Pasci i miei agnelli

(Cv 21,15)

Il Nuovo Testamento è sempre concorde nell'attribuire a Pietro il primato nella Chiesa apostolica. È evidente negli Atti degli Apostoli, nei capitoli 1­15, che specificano il decreto del Signore Gesù: «Su

questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16,18). Lo stesso Pa­olo ha dovuto «resistere» a Pietro, per riconoscere e confermare il primato di Pietro nell'amore, e­spresso nelle parole: «Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stes­so per me» (Gal 2,20).

Agisci:

Mi esporrò silenziosa­

mente a quello sguardo

che da sempre mi cono­

sce. Lascerò che la gioia

di sapermi conosciuto da

Dio mi permei e affiori

alla coscienza.

Il Santo del giorno: Beata Vergine Maria di Fatima

Oggi si celebrano le

apparizioni della Ver­

gine Maria a Fatima,

in Portogallo nel

1917. A tre pastorelli,

Lucia di Gesù, Fran­

cesco e Giacinta, ap­

parve per sei volte la

Madonna che lasciò

loro un messaggio per

tutta l’umanità. Il ve­

scovo di Leiria, nella

sua lettera pastorale a

chiusura del cinquan­

tenario, ha affermato

che messaggio di Fati­

ma "racchiude un con­

tenuto dottrinale tanto

vasto da poter certa­

mente affermare che

non gli sfugge alcuno

dei temi fondamentali

della nostra fede cri­

stiana...".

Page 16: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 16

Medita la Parola

La misericordia che forgia i santi

Meditazione a cura della Redazione

Per tre volte Pietro aveva negato di conoscere

il Maestro davanti alle sollecitazioni di una ser-

vetta. Il principe degli apostoli aveva fatto una

ben magra figura, smentendo quanto solenne-

mente promesso qualche ora prima. Per questa

ragione, probabilmente, gli evangelisti ci pre-

sentano Pietro come l'ultimo, fra gli apostoli, a

convertirsi alla gioia. Gesù è risorto, certo, e

Pietro ha avuto anche la straordinaria espe-

rienza di un'apparizione privata che non deve

essere andata molto bene visto che nessuno ne

parla. Ma è come se la resurrezione fosse per

qualcun altro, non per lui. Perciò Gesù viene

per salvare la pecora che si era smarrita, sul

lago di Tiberiade alla fine di un'ennesima notte

infruttuosa. Perciò lo prende da parte e lo aiu-

ta a riconciliarsi con se stesso. Pietro è incal-

zato e ammette di voler bene al Signore. Ma

non è più disposto a fare grandi proclami e

grandi promesse. Troppo il dolore per osare

ancora. Gesù sorride: ora Pietro è pronto. Poi-

ché ha sperimentato il proprio limite ora è ca-

pace di accogliere quello degli altri, senza giu-

dizio e supponenza, ma con la misericordia che

forgia i santi. Proprio come è successo a Pie-

tro.

At 25,13­21

Si trattava di un certo Gesù, morto,

che Paolo sosteneva essere vivo.

Paolo ha ormai raggiunto la maturità

piena e sa vedere negli avvenimenti i

segni dei tempi e la volontà di Dio. La

maturità cristiana consiste nel saper

cogliere i segni di Dio nel tempo, cioè

la volontà di Dio nella storia, saperla

leggere e nel medesimo tempo saper

obbedire a Dio che guida la storia. Cri-

sto annunciato e amato era il criterio

con cui Paolo giudicava gli av­

venimenti, i fratelli, la situazione, per-

ché sapeva che solo lui è la piena sal-

vezza. È questo mistero profondo che

non permette a Paolo di confondersi

nella meschinità dell'avvenimento ma

cerca di leggere dentro le cose quello

che proviene dal mistero di Dio. Quello

che ci importa è che Cristo viva in noi,

che viva negli altri e quindi sia amato

e conosciuto; è il grande criterio di

fondo ed è anche il mistero del nostro

giudicare, del nostro scegliere.

Dalla Prima Lettura

Vedere e cogliere

Preghiera

Come bambini, Signore, il nostro cuore si altera al pensiero che qualcuno sia più amato di noi, come bambini dubi-tiamo e vacilliamo, se la tua forte mano non ci sostiene e non ci afferra. Ma come bambini possiamo rialzarci a ogni caduta e, ritrovato il sorriso del cuore, rispondere con la mano tesa al tuo richiamo, che manifesta il tuo pro-getto per noi: «Seguimi!». Alleluia

Page 17: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 17

spiritualità Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Questa sera, contem-

plando le stelle, sento

per la prima volta di

avvicinarmi al Mistero

di Maria, la piccola dol-

ce fanciulla di Naza-

reth. Per la prima volta

non la vedo sull’altare,

come una statua immo-

bile di cera, addobbata

di abiti come una regi-

na, ma come sorella,

vicina a me seduta sul-

la sabbia del mondo

con i sandali logori co-

me i miei e con tanta

stanchezza nelle vene.

Piccola, dolce Maria,

dal ventre grosso, guar-

data con sospetto dagli

abitanti di Nazareth, og-

getto di pettegolezzi da

parte delle donne del vil-

laggio, che bisbigliano

mentre attingono l’acqua

dall’antico pozzo. Parlano

di te piccina, della tua

maternità, dicono che sei

un poco di buono. Come

ti sento vicina Vergine

Madre; piccola Maria ci

vuole tanto coraggio a

credere in questa tua ma-

ternità, il coraggio

dell’innocenza e della gio-

vane età.

Lo so che quel Figlio che

porti in grembo non è

frutto di un’avventura

notturna che non vuoi

spiegare, lo so che quel Fi-

glio fa parte di un sogno,

di un mistero, di qualcosa

di più grande che va oltre

la nostra ragione; beata te

che hai creduto. E’ il mas-

simo che posso dire ad u-

na ragazzina semplice, u-

mile, povera che ha avuto

la fortuna di parlare con

gli angeli. Tu cosi piccola e

fragile; ed è nella tua ma-

ternità che io trovo un

contatto vitale con te, dol-

ce Maria, sorella del mio

cuore, compagna di viag-

gio. Questa sera, sotto

questo cielo stellato, sento

di avvicinarmi per la pri-

ma volta al mistero di Ma-

ria, la piccola dolce ragaz-

za di Nazareth e mi ingi-

nocchio davanti a te, al tuo

grosso ventre, al tuo miste-

ro d’amore. Dolce Madre di

tutte le madri, Madre di

Dio e di tutti gli uomini.

La vita della Beata Vergine Maria: l’Annunciazione

Piccola, dolce Maria ...

Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Page 18: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ pagina 18

Sabato 14

Maggio

III Settimana del Salterio

VII Settimana di Pasqua

Misericordia è la legge fondamentale che abita nel cuore di

ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello

Papa Francesco

Brano Evangelico: Gv 15,9­17

Contemplo : Rimanete nel

mio amore (cv 15,9)

Le parole «pasquali» in questi capi­toli di Giovanni, pensiamole come una trascrizione delle parole di Ge­sù prima della sua ascensione alla destra del Padre. Gesù non si è di­staccato da noi, ma «è sempre vivo

per intercedere a nostro favore» (cf Eb 7,25). Egli «che ha dato la vita per i propri amici» ci ha insegnato ad amare tutta l'umanità, nessuno escluso, nemmeno i peccatori, per­ché Lui ci ha amato «mentre erava­mo ancora peccatori» (Rm 5,6).

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io

ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, ri­

marrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e ri­

mango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la

vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri

come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita

per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chia­

mo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiama­

to amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e por­

tiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre

nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Agisci

Mi lascerò ripetere nel cuore le parole forti e consolanti di Gesù: “la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia pie-na”. Signore, inonda il mio cuore di gioia piena, q u e l l a ch e n as ce dall’essere in Te.

Il santo del giorno: San Mattia Apostolo

Di Mattia si parla nel primo capitolo degli Atti degli apostoli, quando viene chia­mato a ricomporre il numero di dodici, sostituendo Giuda Iscariota. Viene scel­to con un sorteggio, attraverso il quale la preferenze divina cade su di lui e non sull'altro candidato ­ tra quelli che erano

stati discepoli di Cri­sto sin dal Battesimo sul Giordano ­, Giu­seppe, detto Barsab­ba. Dopo Pentecoste, Mattia inizia a predi­care, ma non si han­no più notizie su di lui. La tradizione ha tramandato l'imma­gine di un uomo an­ziano con in mano un'alabarda, simbolo del suo martirio. Ma non c'è evidenza sto­rica di morte violen­

ta. Così come non è certo che sia morto a Gerusalemme e che le reliquie siano state poi portate da sant'E­lena, madre dell'im­peratore Costantino, a Treviri, dove sono venerate.

Page 19: Non di Solo Pane n°755

Non di solo pane ­ Numero 755 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 19

At 1,15­17.20­26

La sorte cadde su Mattia, che fu

associato agli undici apostoli.

Subito dopo la morte e risurrezione di Gesù,

è necessario che il consesso apostolico sia

composto da dodici persone. Ecco che la

sorte cade proprio su Mattia. uno dei primi

discepoli del Signore. Di lui non abbiamo

nessuna notizia, se non quella che ci comu­

nicano gli Atti degli Apostoli. Eppure, an­

che questo racconto è importante: esso ti

dice che le scelte di Dio a volte sono imper­

scrutabili, e ci vengono manifestate in ma­

niera spesso inusuale. Quante volte hai fatto

un progetto, e gli eventi ti hanno reso im­

possibile quanto avevi previsto? Eppure,

spesso, il Signore ti ha preparato un piano

molto più fecondo e proficuo di quello che

avevi preparato tu: dunque. conviene dav­

vero fidarsi di Dio, in quanto egli ha per te

dei piani di realizzazione e di speranza che

tu nemmeno immagini.

Dalla Prima Lettura Le scelte di Dio

Preghiera

Signore Gesù, noi ti ringraziamo! La tua parola di oggi porta a compimento il Vangelo di Giovanni e gli Atti degli apostoli. Eppure il nostro cuore attende ancora… altre parole, altri gesti… Tut-to è compiuto da te, ma tutto è da com-piere ora, per ciascuno di noi. Nella sequela, nella preghiera e nell'amore reciproco si scriveranno le nuove paro-le del vangelo di vita con la nostra vita. Alleluia!

Medita La Parola

Il fiore più bello della creazione Meditazione di don Luciano Vitton Mea

"Se un uomo e una donna sono davvero mari-to e moglie, dice un proverbio cinese, allora è dolce anche essere mendicanti". In altre parole, se ci si ama, si può essere felici an-che nelle circostanze più difficili, perché chi ama non ha paura di dare e ricevere amore e chi ama sa che senza l'amore dell'altro non trova completezza. E san Paolo, nel bellissi-mo inno all'amore, afferma: "Chi ama è pa-ziente, non si adira, non invidia, non si van-ta, non si gonfia d'orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto scusa, tutto crede, non perde mai la speranza, tutto sopporta". Ci vuole quindi impegno nell'amore, che non è soltanto un sogno romantico, una poesia dol-ce, un viaggio che non conosce ritorno. L'a-more è molto di più e in Gesù trova il suo culmine. L'amore è dono di sé, pura gratui­tà, perenne perdita. Narra San Francesco di Sales: "Uno dei più celebri musicisti del mon-do, che suonava a perfezione il liuto, diven-tò in breve così gravemente sordo fino a per-dere completamente l'udito; tuttavia conti-nuò a cantare e a maneggiare con meravi-gliosa delicatezza il suo liuto. Ma non poten-do provare alcun piacere nel suo canto e nel suo suono, perché, privo dell'udito, non ne sentiva la dolcezza e la bellezza, cantava e suonava unicamente per contentare un prin-cipe, a cui aveva sommo desiderio di piace-re, poiché gli era obbligatissimo, essendo stato allevato in casa sua fin dalla giovinez-za. Perciò aveva un'indicibile gioia di piacer-gli, e quando il principe gli dava segno di gradire il suo canto, era fuori di sé dalla contentezza". L'amore è il fiore più sublime della creazione e il suo profumo è "rendere felice l'altro".

Page 20: Non di Solo Pane n°755

333/3390059 don Luciano

Anno XV- n. 755

Domenica 8 Maggio 2016

Chiuso il 03/05/2016

Numero copie 1400

Coordinatrice Fiorella Elmetti

Redazione

don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,

don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Grafica e stampa

don Luciano Vitton Mea

Ideato da don Luciano Vitton Mea

Sussidio di preghiera per la famiglia

Per la tua vita spirituale visita

Vi troverai:

Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

Ti aspetto ogni giorno su:

www.nondisolopane.it