Midage works (potendo scrivere)

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MIDAGE WORKS [potendo scrivere] Luca Guglielminetti EBOOK BY KORE MULTIMEDIA

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Silloge poetica di Luca Guglielminetti (2004) precedentmente pubblicata on line su Nuovo Caffé Letterario sotto pseudonimo (Little WIlliam).

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M I D A G E W O R K S[ p o t e n d o s c r i v e r e ]

Luca Guglielminetti

EBOOK BY KORE MULTIMEDIA

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E-publighing by Kore Multimedia -  www.kore.it  

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“Language isblind water pour ed over the heartto f ind its apt shapeof sight

So let ’s seewhat it f indstonight”

(Albert Wendt, Nurser y Language)

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CREDITI

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L’ULTIMO PIXEL, CHEZ MR. ELIOT

Forse è poco il materialescarno, sciattoe sotto-costo;in fondo, è tutto saldo di stagione:fondo di magazzino megae di rete giga.

Farei meglio a star sedutotra le onde calde del sofà,aspettando d’assopirmiin gocce virtualie moltitudini magnetiche;fino a quandol’ultimo pixel della foto di Miss Greishkinsi spegnerà,lasciando i muscolisgonfi pneumatici?

[FEBBRAIO 2004]

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INTERROGATIVI, CHEZ MR. CARVER

Potrò mai scrivere creativoportando news dal mondo

Senza aver paragonato la morigerata mia condottaalle gesta alcoliche ed eroiche di illustri biografie?

Senza aver fornito l’età anagrafica dei materiali che mi invia Mneomosine, la madre delle Muse?

Senza aver sentito troppo il peso delle urla domestichedei miei cari?

Insomma, senza esser stato nell’affollatalavanderia a gettone di Iowa City?

[FEBBRAIO 2004]

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BUONI SIGARI, CHEZ MR. WALCOTT

 

Letto il nomeGrenadinetra le Antille con le l ,ricordando un'amante di opuscoli turistici,mi chiesi chino sulla mappadel Vecchio Nuovo Mondo: perché mai non potessimo,come sigari fumanti,parlar col prossimocome poeti.

Mi risposi mestoal sodo, comeghostwriter di premier :già son' pochi gli occhidei lettori,figurarsi le orecchiedi donne ed elettori.

Scusate: passo e chiudo.Torno al corso in geografiarientrando tostoa riveder le stelle,tremanti nomi d'isolesu carboni e aranci,

"benché sembri uno spreco".

[FEBBRAIO 2004]

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CHEZ KÀROLY KERÈNIY

“Chi si spande come una sor gente,

è conosc iuto dal la conoscenza”

(R.M. Rilke, Sonette an Orfheus)

Ogni abitazioneè “Casa del sole”,ce ne accorgiamo la nottedai tempi andatisoppesando le caloriespese dai sui abitanti.

Ogni abitazioneè nei pressi di “Monte verità”quando usciamo,come si scende dai rifugia raccogliere nell’acqua,con mano indifferente,lamelle di luna come foglieper ricomporre il suomosaico.

Qualche esiliatosi trova, allora, pescate tra le mani,costellazioni minerali di salmastroleggibili e configurati frammenti della lunga storia della selce.

[FEBBRAIO 2004]

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PROPOSITI, CHEZ VAN GOGH

Scaviamo nella terra dei sitisotto archeologie industrialicon lingua caprinacercando o non alternative, ossa parentali sotto dinosauri,che restaurino il ponte d’Arles,che chetino quesiti di ossimoro d’affrontare con pazienza d’un solo vivere:vorremmo almeno intravedereil fremito di semi di lillà e girasoli.

[MARZO 2004]

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MORS MEA, VITA MEA, CHEZ LUDVIG

“[7] Su ciò, di cui non si può parlar e, si deve tacer e”(L. Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus)

Lo sonulla trascende, neppurelà dove logicanon permette di parlare.

Allora inquieti,lamentiamose con Rodin,gli dei son’ oggiancor’ privi di testa,se poco stile sacro e serioqui è rimasto.

Eppur, senza tacere,siamo sempre ben disposti al sacrificio:al rito stagionale del miglior’ domani,immaginato sul punto di moriretutte le volte che abbiamo tracciato volte celesti,nuotando correndo e volando,davanti e dietro a Crono;

Per ricondurci qui: sotto il cielo stellatosulla rupe orrida di Giano,al suo cospetto stranodi confine,il solo in grado, senza gran mistero, di rifarci ad arte giganti morsie sorridenti, con la testa sul collo.

[FEBBRAIO 2004]

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CHEZ SYLVIA PLATH

Dubito ansiosonel continuare a rincorrertidietro un alito di note.ruminando con lo stomaco vuotoscia della tua cruda assenza.

Mastico amaro il diritto assurdo di mangiarticon occhi sconvoltie il quesito di catenemi miele o ferro.

La tua potenza è quelladello splendido egoismo delle stelle:ma rendi libero o schiavo?La risposta terrosa è dietro la porta di Sylvia,dai lampi azzurri, il giornodel compleanno mio, per lei suicida.

[agosto 2004/gennaio 2005]

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SABBIA

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TABÙ DI NAVIGATORI

M’accorgoun passo oltre la mezza camminatadi aver patito d’uno strano mal di marenei polmoni

Ansia aritmicaesalante da poche righe,tosto chiuse al tavolino,per chetare acquefino al primo porto

Del resto necessita il suo tempodigerire dove siamo: la biblioteca d’isole

Il sibilo nero di Romaora mi dice:“Porti libricon più preciso intento,ma non saprai dove le rotteporteranno a naufragarti”

M’importa punto.Gli risposi arcigno.M’accontento solo di tracciare linee consone al f luttuare elementare,accettando di chiamaresabbiasiliciosul planisfero terracqueo.

[FEBBRAIO 2004]

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MOVIMENTENTAZIONE SELCE

Possiamo guardarcinello specchio d’acquao segnarci nella sabbia asciutta

Io scelgo la seconda,giacché il mio viso è

Pari a quello di milioni d’altri

Mentreil mio segno possoprovare a sorreggeresul vento con le braccia alzate

Al pari di un bambino in divino omaggio.

Vicino alla risaccacadrà qualche granellonell’occhio azzurratodi poche teste alzateo sul lentinodi qualche microscopiopiù terrestre.

In ogni casoun piccolo fastidio:basta agire di collirio e pennellinotornare in spiaggia rilassando i nervi e i muscoli del viso

Pari a quello di milioni d’altri.

Le mie mani, invece,serberanno presuntuoseil ricordo di un atto

Pari a quello di pochi altri.

Adesso aspettoimpaziente in piediche un granello d’Altri,sparato orizzontale,giunga sulla occhio a specchio a rendermi perplesso il petto.

[FEBBRAIO 2004]

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DOUBLE DUST

Con lingua logica,il sonno della ragione genera mostri;

Con lingua onirica,la veglia del folle identifica incubi ordinari;

Non v’è contraddizione,sono giochi per scimmie andate in cimbalo del mondo con lenti a specchio unite in micro e macro scopi.

Questa doppia visione rende il mio astro-nostromo moderno pirata di copyrigthriciclatore di materiali informati dalle polveri di Delhi e di Silicio.

[FEBBRAIO 2004]

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BREVI

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AMBIZIONI FRENATE

 

Di finir secondoo al terzo, od oltre, postosulla scala mobile degli allori,non mi interessa, punto.M’è capitato di osservare agili fr ee-climber salire solosulla bara bianca di un bambino.

 

[GENNAIO 2004]

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SUB-STICK

Penso a te, a mee al mondo e le sue storiedi Eros in esilio.La sola scelta sana èporsi la domanda:Quid facimus?(in vita nitet in aeternitate)

Reputo valga un sorriso di Sisifo:scivolare sulla strada seraledi un anonimo american bar,nel vento che brilla le luci d’intorno,al tavolo al centro del cortile sul retro,ordinare patatine in stickper giocare a shangai .

[FEBBRAIO 2004]

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TARGHE ALTERNE

Sono i piccoli fastidia muoverci il tarlo nella creta lignea come il timone dei percorsi:non siamo certi dei suoi puntid’entrata e uscita,ma solo della targa sulla schienache ricorda di chi siamo eredie mai di chi siamo genitori.

Così stampiamo in visoil volto offeso di Medusa:sarà una grande sofferenzariciclabile, però, dalla generazionealla fine della prossima riga.

[MARZO 2004]

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COMUNICATO STAMPA

Negli ultimi annila sola economia di scalache abbia osservato crescere- disse l’amministratore di una koinèintervistato dal baco da seta -è quella dei neuroni dei lobi temporaliChe, come cinesi,si sono espansi nel mercato globaledel mio cervello affamato di riso.

[MARZO 2004]

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ALTRI MATERIALI

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GENESI

Stato allucinato olucida realtà che fosseun giorno nella vascaimmerso nell’acquami sentii scimmia accovacciata;

Altre volte nel lettomi sentii cane rannicchiatoper sola simpatia conla meticcia mia Giulietta.

Adessotra le carte accumulatemi sento solo in attesa che la blatta volisulla parete biancae la matita scatti;

Sono quindi sempreacquattato su questo scranno sotto la notteper esalare un’ola-a,cadente poesia schiacciata.

[FEBBRAIO 2004]

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GENESI II

Col dubbio di esserein un punto mediodiffuso in un frattale,alzò il capo,ma l’algoritmo non trasmise variazionial ciano e magenta:la costa frastagliatanon aveva quindi numeri certiper il collasso.

Pensiamo, pensiamosempre più orizzontali,sprofondiamo in multidiscipline scattando alla ricerca di fili,segmenti filogenetici da connettere,quando l’intervento dell’ossessione ci rende peripateticie ci troviamo ansimanti nel punto del perimetrodell’ansa più piccola del frattale.

E’ uno stolto miracolo,senza metro ne forma,quello che ci fa scrivere?Quale algoritmo infilale n parole che sto sillabando?Quanti codici sorgente dobbiamo compilarein certosine miniature d’acque di diluvi distillate!

[GIUGNO 2004]

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GLAUCO

Talvoltacon vista cieca percepisco il viso del miele chemi osserva di traverso,nell’ombra del vasonel quale assiemeun giornodolce scivolare.

“E tu perché non scrivi?”

“Contempli compassione?”

“Ti basta lo zero?”

“Come dici: …in condotta?”

“Ti sei infarinata mettendolo doppio?”

“E le altre due sono uova?”

“Ma cosa fai dietro il vaso di miele, un dolce?”

“…e dobbiamo buttarci dentro insieme? Quando?”

“Ho capito bene? Non ti basta che sia sordo e ramato, ma solo quando sarò buon whisky invecchiato!”

[MARZO - GIUGNO 2004]

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I 10 INGREDIENTI

“Cosa hai messoin questo formato notturno,moneta bucatasostenuta dal suo centro?”

1. Dieci millimetri di argilla intubata in graffite2. Dieci bordi in alto e a piè di pagine già acquisite3. Dieci byte di memoria residente in bilocali4. Dieci chili di cacao più eco-solidale possibile5. Dieci centilitri d’isola scozzese invecchiati dieci anni 6. Dieci mandarini domestici poco imperiali7. Dieci sigari esotico-nostrani zuccherati per 8. Dieci al quadrato sigarette angloamericane amare9. Dieci π di raggio d’aura astrale10. Dieci μ di polvere di dorsale terrestre

Il problema è la cottura:raggiungere la mezza età

potendo scrivere.

[FEBBRAIO 2004]

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EUROPAI - II - III

Impressione

Ricordo

Riflessione

“Io sono Europa!” (Fernando Pessoa)

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EUROPA I(Leda Frigida)

E' il mare di Enea e il cielo di Bruxelles: un cielo barocco sotto formalina, dove brancolo per l'acqua che reprime il respiroe l'aria acida le pupille.

Mi vuoi servo, mentre io ti voglio padrona di un'idea.nostro ideale vo' cercandomentre la tua bianca manomitraglia per kilometri il nostro intestino nero.

Provai a soffiare contro la risacca e la nebbiasenza evitare la secca e lo spegnersi del vento;ma le nostre polveri caddero leggeresul ponte della nave che si fece cerulea.

Così per l'ennesima volta il ratto fallì:né carezze al ventre,né pugni serratiin una Francia orba di rivolte e arrossata.

Ti intravedo solocome oca selvatica impagliata,lassù in alto, sulla volta smeraldinadella chiesa della nuova Bisanzio.

[GIUGNO 2002]

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EUROPA II(Origini costituzionali)

Eppur vien’ dal sud da norde dall’oriente!(Di che discutete, allora?)

Dal sole dei deserti,i suoi dei monocromatici;da fredde steppe e boschi neri,i suoi re ramati;da una kore di Fenicia,il suo stesso nome;

Da ogni dove, ma non dall’Occidente, chesiam’ noi che ci allarghiamo, andando in giro per il mondovolando sulle corna di un toro biancoda Dedalo a Cocalo:per renderci un po’ tuttiimmigrati siculo-texani.

Qui,nell’isola d’Europanei pressi di Chrisosokalitissa deve aggirarsi sempreuna capra, erede di quel toro,sopravvissuta al diesel del chiosco dei bagnanti, tra asini morti sulla spiaggiarosa cosparsa del catrame del Q8.

A lei,sfamata da ben solide radici,dedichereila silloge di leggi prime.Prima che lo scalino fessola rapisca giù nel pozzo,nell’Averno che rif lette mezza luna emezzi ricordi di turisti.

[GENNAIO 2004]

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EUROPA III(Matrimonio d’Arianna)

Dalla stivalata di cervellosotto pioggia di Paul Celanveleggiamo naufragatisotto costa dell’anno zero.

Certezza di portidi speranzason’ destino d’altremaggiori moltitudiniche serbano i coloridi valori dicibili;

Naufraghe non naufraghi,guardiamo ai loroapprodi disperatiprivi di sartiecon terrore e orgogliodi guardacosteCavalieri di Malta e Pantelleriaricchi di sartie.

Le conduciamo a nozze a terraa nostra figliaaffamata d’esotismo:sono loro i confiniche nutrono l’Europacervello tumefattod’Arianna.

Mentre il nostro marecontinua a sopportaresotto sole umidoconcentrazione d’ossa.

[FEBBRAIO 2004]

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