“MARMO PLATANO 2007”, LA PRIMA SPEDIZIONE … · 7Escuela Nacional de Espeleologia “Antonio...

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230 231 “MARMO PLATANO 2007”, LA PRIMA SPEDIZIONE SPELEOLOGICA ITALO-CUBANA IN ITALIA “MARMO PLATANO 2007”, THE FIRST ITALIAN-CUBAN SPELEOLOGICAL EXPEDITION IN ITALY Mario Parise 1 , Gerardo Ferrara 2 , Mario Fuccio 3 , Cosimo G. Gentile 4 , Dino Grassi 4 , Gianclaudio Sannicola 3 , Antonio Trocino 5 , Luis D. Torres Mirabal 6 , Manuel V. Valdes Suarez 7 1 CNR, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica, Bari 2 Associazione Amici della Montagna, Muro Lucano (PZ) 3 Speleo Club Cryptae Aliae, Grottaglie 4 Gruppo Speleo Statte, Statte 5 Associazione Explora 6 Grupo Espeleologico Sierra del Rosario, Cuba 7 Escuela Nacional de Espeleologia “Antonio Nuñez Jimenez”, El Moncada, Cuba Abstract Il contributo descrive i principali risultati della spedizione scientifico-speleologica italo- cubana “Marmo Platano 2007”, la prima svoltasi sul territorio italiano. Nel corso delle attività esplorative sono state rinvenute 62 nuove cavità naturali e 4 artificiali. Sebbene generalmente si tratti di grotte di dimensioni modeste, è in ogni caso un risultato che apporta un notevole contributo alla conoscenza carsica di questo territorio. Gran parte delle grotte sono dislocate tra i territori di Muro Lucano, Castelgrande e Balvano. Due tra le cavità censite rientrano amministrativamente nei confini della regione Campania. Molte delle grotte esplorate nel corso della spedizione sono a forte controllo strutturale e tettonico, e presumibilmente si sono aperte a seguito del sisma del 23 novembre 1980, il cui epicentro dista non molti chilometri in linea d’aria dalla zona esaminata. Una parte delle attività ha inoltre riguardato la prosecuzione delle ricerche ed esplorazioni nel sistema carsico dei Vucculi, in territorio di Muro Lucano, che costituisce ormai la cavità di maggiore rilevanza e lunghezza della regione Basilicata. Results from the italian-cuban speleological and scientific expedition “Marmo Platano 2007” are illustrated in the present contribution. The expedition, organized and car- ried out within the framework of cooperation projects between the Italian Speleological Society (SSI) and the Sociedad Espeleologica de Cuba (SEC) has historic importance because it was the first one taking place in Italy. The study area is in Basilicata, at the boundary with the Campania region, and includes the territories of seven municipalities in the Potenza province. The research activities and explorations resulted in recognition, survey, and documentation of 62 natural and 4 artificial caves. These numbers signifi-

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“MARMO PLATANO 2007”, LA PRIMA SPEDIZIONE SPELEOLOGICA ITALO-CUBANA IN ITALIA

“MARMO PLATANO 2007”, THE FIRST ITALIAN-CUBAN SPELEOLOGICAL EXPEDITION

IN ITALY

Mario Parise1, Gerardo Ferrara2, Mario Fuccio3, Cosimo G. Gentile4, Dino Grassi4, Gianclaudio Sannicola3, Antonio Trocino5, Luis D. Torres Mirabal6, Manuel V. Valdes Suarez7

1CNR, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica, Bari2Associazione Amici della Montagna, Muro Lucano (PZ)3Speleo Club Cryptae Aliae, Grottaglie4Gruppo Speleo Statte, Statte5Associazione Explora6Grupo Espeleologico Sierra del Rosario, Cuba 7Escuela Nacional de Espeleologia “Antonio Nuñez Jimenez”, El Moncada, Cuba

Abstract

Il contributo descrive i principali risultati della spedizione scientifico-speleologica italo-cubana “Marmo Platano 2007”, la prima svoltasi sul territorio italiano. Nel corso delle attività esplorative sono state rinvenute 62 nuove cavità naturali e 4 artificiali. Sebbene generalmente si tratti di grotte di dimensioni modeste, è in ogni caso un risultato che apporta un notevole contributo alla conoscenza carsica di questo territorio. Gran parte delle grotte sono dislocate tra i territori di Muro Lucano, Castelgrande e Balvano. Due tra le cavità censite rientrano amministrativamente nei confini della regione Campania. Molte delle grotte esplorate nel corso della spedizione sono a forte controllo strutturale e tettonico, e presumibilmente si sono aperte a seguito del sisma del 23 novembre 1980, il cui epicentro dista non molti chilometri in linea d’aria dalla zona esaminata. Una parte delle attività ha inoltre riguardato la prosecuzione delle ricerche ed esplorazioni nel sistema carsico dei Vucculi, in territorio di Muro Lucano, che costituisce ormai la cavità di maggiore rilevanza e lunghezza della regione Basilicata.

Results from the italian-cuban speleological and scientific expedition “Marmo Platano

2007” are illustrated in the present contribution. The expedition, organized and car-

ried out within the framework of cooperation projects between the Italian Speleological

Society (SSI) and the Sociedad Espeleologica de Cuba (SEC) has historic importance

because it was the first one taking place in Italy. The study area is in Basilicata, at the

boundary with the Campania region, and includes the territories of seven municipalities

in the Potenza province. The research activities and explorations resulted in recognition,

survey, and documentation of 62 natural and 4 artificial caves. These numbers signifi-

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Marmo Platano 2007 Il territorio oggetto della spedizione corrisponde a quello della Comunità Montana “Marmo Platano”, nella Basilicata occidentale, nei pressi del confine con la Campa-nia. Esso comprende sette comuni lucani della provincia di Potenza, e precisamente Muro Lucano (dove ha sede la Comunità Montana), Bella, Castelgrande, Ruoti, Balvano, Pescopagano e Baragiano. Il nome Marmo Platano deriva dal Torrente Pla-tano, in cui confluiscono i principali corsi d’acqua dell’area in questione: la Fiumara di Muro, proveniente da nord, si congiunge nei pressi della Stazione di Bella-Muro alle Fiumare di Avigliano e di Picerno, provenienti da est, dando così origine al Tor-rente Platano. Questi da subito inizia ad avere un percorso ben inciso, creando una forra di notevole bellezza naturalistica e paesaggistica (Fig. 2) che, inoltrandosi con una serie di anse fluviali tra Ricigliano e Balvano, e poi in direzione di Romagnano al Monte, segna per un tratto il confine tra Basilicata e Campania.La scelta dell’area di studio è derivata dalla esperienza oramai decennale che il Grup-po Speleo Statte aveva acquisito sul territorio di Muro Lucano, grazie alle esplo-razioni condotte nel più significativo sistema carsico dell’area, quello dei Vucculi (Sturloni, 1995; Gentile & Mauro, 2007). A ciò si combinava inoltre una favorevole logistica, grazie al supporto degli “Amici della Montagna” di Muro Lucano. Da se-gnalare il fatto che, oltre ai citati Vucculi, solo un’altra cavità era catastata in questo territorio (Marotta, 1997), e precisamente la voragine “Bocca del Lamiero”, esplora-ta da Orofino nel 1966 (Fig. 3).La spedizione ha ricevuto numerosi patrocini, tra i quali spiccano l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio del Ministero dell’Ambiente; dal punto di vista scientifico, da ricordare i patrocinii del Consiglio Nazionale delle Ricerche e della Facoltà di Ingegneria dell’Università della Basilicata.

Fig. 1 - Logo della spedizione. Fig. 2 - Veduta panoramica della profonda valle del Torrente Platano, nel tratto compreso tra Ricigliano e Balvano (foto: M. Parise).

cantly increase the knowledge about karst features in this territory, where only the Vuc-

culi karst system and another cave were known before the expedition. Most of the caves

are strongly controlled by tectonics, and many of them likely opened in the aftermath

of the 23, November 1980, earthquake, which epicenter is located only few kilometers

apart from the study area.

Key words

Spedizione, speleologia italo-cubana, BasilicataExpedition, italian-cuban speleology, Basilicata

Premessa I rapporti di collaborazione tra speleologia italiana e cubana sono orma consolidati da parecchi anni, tanto da essere divenuti il principale modello da seguire in Italia per i contatti internazionali, in termini di organizzazione, continuità di lavoro e di-vulgazione dei risultati. Sulla scorta delle basi fornite dalla Carta di Casola del 1994, e a seguito di una visita ufficiale nel nostro paese dell’allora presidente della Sociedad Espeleologica de Cuba (SEC), Antonio Nuñez Jimenez, nel 1996 si realizzò la pri-ma spedizione italiana a Cuba, denominata “El Moncada” (Siccardi & Dall’Acqua, 2003). Pochi anni dopo, nel 1999, i rapporti furono ulteriormente rafforzati con la firma di una convenzione tra le due Società Nazionali. Da allora, molte altre spedi-zioni si sono avvicendate sull’isola caraibica, in diversi ambiti territoriali e spaziando su tematiche alquanto differenziate, tra cui la fotografia in 3D (Danieli & Carnevali, 2003) e le esplorazioni speleo-subacquee di cenotes (Eusebio et alii, 2003). Negli ultimi anni, la speleologia pugliese ha assunto un ruolo di primo piano nei rapporti con Cuba, a partire dalla organizzazione e gestione nel 2003 della spedizio-ne “Santo Tomás”, che, oltre a ottenere lusinghieri risultati per quanto riguarda gli aspetti scientifici ed esplorativi (Parise, 2004; Perez Jimenez et alii, 2004; Parise et alii, 2005) ha posto le basi per un rapporto reciproco di stima e fiducia, rafforzatosi negli anni a seguire con continue visite, contatti e collaborazioni (Farfan Gonzalez, 2006). Di recente, è stata quindi accolta con entusiasmo l’idea degli amici cubani di organizzare una spedizione congiunta che vedesse gli speleologi caraibici coinvolti nell’esplorazione e studio di una zona del territorio italiano. Spostare quindi l’obiet-tivo, almeno per una volta, da Cuba all’Italia!La disponibilità dello Speleo Club Cryptae Aliae, del Gruppo Speleo Statte e dell’Associazione Explora ha reso possibile la realizzazione di questa idea, per nulla semplice a causa delle immancabili problematiche burocratiche connesse al rilascio dei visti scientifici per gli speleologi cubani. Dopo non poche fatiche, si è comun-que riusciti nell’impresa, e dal 3 al 16 giugno 2007 la prima spedizione speleologica italo-cubana ha avuto luogo in Italia (Fig. 1). Questo contributo intende illustrare brevemente i risultati preliminari derivanti dalla spedizione.

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Risultati preliminariInsieme ai colleghi cubani, una trentina di speleologi, appartenenti a diversi gruppi speleologici pugliesi, campani e calabresi, ha svolto attività di ricerca e di esplorazio-ne di cavità naturali e artificiali. Come si accennava precedentemente, buona parte delle attività ha riguardato la zona di Monte Paratiello, dove è sito il sistema carsico dei Vucculi, già oggetto da anni di ricerche da parte del Gruppo Speleo Statte, e oramai divenuto il più importante e lungo sistema carsico della Basilicata (Gentile & Mauro, 2007). Le grotte Vucculi 1 e Vucculi 2 (quest’ultima, anche nota come Grotta della Volpe) hanno visto più squadre alternarsi nelle fasi di rilievo dei nuovi tratti scoperti, e nella verifica delle possibilità esplorative lungo nuove risalite del sistema. A ciò si sono aggiunte analisi di carattere biospeleologico e rilievi geologico-strutturali ed idrologici, questi ultimi estesi anche all’ambiente epigeo, al fine di definire più correttamente l’assetto idrogeologico dell’area, che di recente è stato fortemente turbato da sconsiderati lavori che hanno modificato l’originario deflusso naturale delle acque in superficie.Nel resto del territorio del Marmo Platano sono state rinvenute ben 62 nuove cavità (Tab. 1; Fig. 4). Sebbene generalmente si tratti di grotte di dimensioni modeste, è in ogni caso un risultato che apporta un notevole contributo alla conoscenza carsica di questo territorio. Per la maggior parte, le cavità esplorate rientrano, in termini di lunghezza complessiva, al di sotto dei 20 metri (Fig. 5), ma circa una quindicina supera tale limite, sino ad arrivare a lunghezze superiori ai 100 metri (Fig. 6). Gran parte delle grotte sono dislocate tra i territori di Muro Lucano, Castelgrande e Bal-vano. La spedizione non si è limitata alla Basilicata, visto che due tra le cavità censite (rispettivamente, una naturale ed una artificiale) rientrano amministrativamente nei confini della regione Campania, e in particolare nel territorio di Ricigliano (SA), confinante con quello di Balvano.Molte delle grotte esplorate nel corso della spedizione sono a forte controllo struttu-rale e tettonico (Fig. 7), e presumibilmente si sono aperte a seguito del sisma del 23 novembre 1980, il cui epicentro dista non molti chilometri in linea d’aria dalla zona esaminata. Caratterizzate da continui crolli e dalla presenza di abbondante materiale roccioso in precarie condizioni di stabilità, queste cavità pongono parecchi problemi alla tranquilla progressione in grotta. Tipologicamente, sono risultati poi numerosi i ripari sotto roccia, di frequente utilizzati dai pastori per il ricovero delle greggi o come depositi di attrezzi agricoli, le grotte interstrato (Fig. 8) e le cavità di erosione fluviale.Si è proceduto alla esplorazione, documentazione fotografica e rilievo di tutte le cavità censite. Il materiale così raccolto sarà oggetto di studio nei prossimi mesi, al fine di produrre materiale divulgativo e pubblicazioni a carattere speleologico e scientifico. Da segnalare, sul territorio di Balvano, la presenza di numerose cavità a carattere rupestre in corrispondenza di quello che doveva essere un vero e proprio villaggio, posizionato sulla collina limitrofa al Vallone S. Caterina.Fig. 3 - Rilievo della Bocca del Lamiero (da Orofino, 1966).

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oggetto di uno studio nelle fasi di preparazione della spedizione, presentato al XX Congresso Nazionale di Speleologia a Iglesias nel mese di aprile 2007 (Marangella et alii, in stampa).Di contro all’indubbio interesse dei due tratti di galleria (testimoniato anche dalla presenza di una nutrita colonia di chirotteri nella galleria più prossima alla diga), è da segnalare purtroppo l’utilizzo del secondo tratto per scarichi di acque reflue e fogne da alcune abitazioni site nei pressi. D’altra parte, non sono state poche le situazioni di grotte del Marmo Platano utilizzate come vere e proprie discariche, con rifiuti di varia tipologia (Figg. 9 e 10). Speriamo che l’interesse suscitato dalla spedizione, e gli incontri a carattere divulgativo in programma nei prossimi mesi, possano con-tribuire a creare una maggiore coscienza ambientale su questi territori, ai fini della salvaguardia del delicato ambiente carsico e delle risorse naturali in esso contenute.

Prospettive future Il territorio del Marmo Platano riveste notevoli spunti di interesse per la ricerca carsica e speleologica. Non solo il Monte Paratiello, e il complesso sistema dei Vucculi, su cui sicuramente c’è ancora molto da lavorare, ma anche gli altri settori sui quali la spedizio-ne ha svolto le sue attività (dalla zona di Varco Fauci - Bagnoli, presso Castelgrande; a Toppo S. Pietro Aquilone, a nord di Muro Lucano; sino ai rilievi di Moprano-Torrano presso Balvano, per indicare soltanto alcuni esempi), presentano caratteristiche degne di ulteriori approfondimenti. La scelta di organizzare la spedizione in un territorio poco conosciuto speleologicamente ma già oggetto di “pericoloso” interesse da parte di alcuni (si vedano le intenzioni di tu-risticizzazione dei Vucculi, basate su documentazioni che almeno al momento risultano prive di qualunque riscontro scientifico, e i primi lavori realizzati nei pressi degli accessi al sistema carsico, che hanno avuto come unico risultato l’alterazione del naturale deflus-so idrico, con ovvie conseguenze dannose per l’ambiente) è stata ponderata proprio al fine di evidenziare alle comunità locali le potenzialità che questo territorio presenta nei riguardi di un turismo alternativo, ma non per questo meno produttivo ed utile allo sviluppo. Le montagne del Marmo Platano, la forra del Torrente Platano e quella di Varco Bagnoli, le valenze storico-archeologiche, culturali e religiose dei paesi, la possibilità (quella sì, più che reale) di un turismo guidato nel tratto a monte della galleria forzata della diga sul Torrente S. Pietro, sono tutti elementi che, opportuna-mente gestiti, consentirebbero di raggiungere il duplice obiettivo di una maggiore conoscenza e salvaguardia del territorio e di attirare flussi di turismo culturale in quest’area. In tal senso, le esplorazioni speleologiche, e soprattutto le successive e quanto mai necessarie attività di documentazione e divulgazione dei dati, possono fungere da stimolo per indirizzare le popolazioni locali verso una maggiore conoscenza dei propri territori, finalizzata alla conservazione degli ecosistemi naturali, sia superficiali che sotterranei, e ad un oculata valorizzazione delle potenzialità in essi insite.

Le cavità artificialiOltre alle cavità naturali, ci si è anche dedicati a quelle artificiali: tra queste, particolare importanza rivestono i due tratti della condotta forzata della diga di Muro Lucano, un’imponente opera ingegneristica fortemente voluta da Francesco Saverio Nitti nei primi decenni del secolo scorso. La galleria della diga, ed in particolare il tratto a mon-te, quello più suggestivo che parte dallo sbarramento del Torrente S. Pietro, è già stata

Fig. 4 - Distribuzione per comuni delle cavità esplorate nel corso della spedizione “Marmo Platano 2007”.

Fig. 5 - Lunghezza delle cavità rilevate nel corso della spedizione “Marmo Platano 2007”.

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Tab. 1 - Elenco delle grotte rilevate nel corso della spedizione. MP sta per Marmo Platano. L’asterisco indica le cavità ubicate sul territorio della regione Campania; tutte le altre sono in Basilicata.

n. nome comune

MP1 Grotta Moneta Muro Lucano

MP2 Grotta Pachito Muro Lucano

MP3 Grotta dei Rovi Muro Lucano

MP4 Grotta dei Briganti Muro Lucano

MP5 Grotta de las Cosas Perdidas Muro Lucano

MP6 Grotta delle Vacche San Fele

MP7 Grotta delle Vacche II San Fele

MP8 Buco della Capra San Fele

MP9 Buco Fiumarella Bella

MP10 Buco Fiumarella II Bella

MP11 Riparo del Presidente Bella

MP12 Buco Soffiante Muro Lucano

MP13 Grotta Monticello Muro Lucano

MP14 Grotta S. Pietro Aquilone Muro Lucano

MP15 Inghiottitoio Varco Fauci Castelgrande

MP16 Grotta Bagnoli Muro Lucano

MP17 Cunicolo del Vallone Muro Lucano

MP18 Riparo del Vallone Muro Lucano

MP19 Grotta Lombardi Muro Lucano

MP20 Bocca del Lamiero Muro Lucano

MP21 Grotta Le Caldare Balvano

MP22 Grotta del Ponte Balvano

MP23 Risorgenza Polla Bassa Muro Lucano

MP24 Inghiottitoio Femmina Morta Muro Lucano

MP25 Risorgenza Vucculi Muro Lucano

MP26 Grotta delle Due Colonne Balvano

MP27 Riparo Gigante Balvano

MP28 Riparo del Pastore Balvano

MP29 Grotticella della Faglia Balvano

MP30 Grotta del Muro a secco Balvano

n. nome comune

MP31 Riparo c/o G. Muro a secco Balvano

MP32 Grotta dell’Ovile Coperto Balvano

MP33 Grotta della Scalata Balvano

MP34 Riparo de Los Portales Balvano

MP35 Grotta dell’Arma Rossa Balvano

MP36 Grotta del Testardo Balvano

MP37 Grotta di Valle d’Acqua Balvano

MP38 Grotta di Sicurera Balvano

MP39 Cueva del Rio Muro Lucano

MP40 Cueva Alta Muro Lucano

MP41 Cueva Escondida Muro Lucano

MP42 Grotta dell’Arrampicata Castelgrande

MP43 Solapa Castelgrande

MP44 Grotta della Banana Muro Lucano

MP45 Grotta del Pipistrello Muro Lucano

MP46 G. Villaggio S. Caterina 1 Balvano

MP47 G. Villaggio S. Caterina 2 Balvano

MP48 G. Villaggio S. Caterina 3 Balvano

MP49 G. Villaggio S. Caterina 4 Balvano

MP50 G. Villaggio S. Caterina 5 Balvano

MP51 G. Villaggio S. Caterina 6 Balvano

MP52 G. Villaggio S. Caterina 7 Balvano

MP53 G. Villaggio S. Caterina 8 Balvano

MP54 G. Villaggio S. Caterina 9 Balvano

MP55 G. Villaggio S. Caterina 10 Balvano

MP56 G. Villaggio S. Caterina 11 Balvano

MP57 G. Villaggio S. Caterina 12 Balvano

MP58 G. Villaggio S. Caterina 13 Balvano

MP59 G. Villaggio S. Caterina 14 Balvano

MP60 G. Villaggio S. Caterina 15 Balvano

MP61 G. Villaggio S. Caterina 16 Balvano

MP62 Grotta La Estrada* Ricigliano

MPA1 Galleria della Diga Muro Lucano

MPA2 Galleria dell’Immondizia Muro Lucano

MPA3 Polla di Fontana Luchetto Muro Lucano

MPA4 Grotta della cava di strada* RiciglianoFig. 8 - Ingresso della Grotta Bagnoli, tipico esempio di cavità interstrato (foto: G. Ferrara).

Fig. 9 - Uno dei tanti esempi di degrado all’interno delle cavità carsiche: il fondo della Bocca del Lamiero è ingombro di spazzatura di vario tipo (foto: M. De Marco).

Fig. 7 - Classificazione tipologica delle grotte rilevate nel corso della spedizione “Marmo Platano 2007”.

Fig. 6 - Sezioni longitudinali e trasversali della Grotta dei Briganti, tra le più lunghe cavità esplorate (disegno: M. Valdes Suarez).

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Fig. 10 - Cavità nelle quali è stato osservato degrado degli ambienti carsici ipogei. Legenda: r.s.i. = rifiuti soldi inorganici; r.s.o. = rifiuti solidi organici.