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LO SPAZIO VISIBILE La geografia dello spazio sintattico è mobile: in essa ciascun elemento ridefinisce il proprio statuto e la propria collocazione in funzione del percorso di lettura

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LO SPAZIO VISIBILE

La geografia dello spazio sintattico è

mobile: in essa ciascun elemento ridefinisce il proprio statuto e la propria collocazione in funzione del percorso di

lettura

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Uno spazio sintattico

Ospita componenti eterogenee, ognuna con una funzione specifica

In questo modo lo spazio visibile dell’ipertesto si definisce nella rete di relazioni tra le parti che lo compongono, più che nelle parti in se stesse (dimensione centripeta)

Icone, intertitoli, indici e mappe mettono in evidenza la natura di nodo interconnesso ad altri, in una struttura reticolare (dimensione centrifuga)

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SINTASSI INTERNADimensione parziale e parcellizzata, configurata come

sintattica: Rapporto tra le parti in cui peculiare è non tanto il

valore semantico, quanto la natura relazionale Sono gli elementi reciprocamente connessi a definire i

limiti di tale spazialità E’ l’articolazione spaziale a dare un contributo alla

definizione del senso

La struttura spaziale costruisce gerarchie di rilevanza e di priorità, sia tra i codici sia tra i diversi nodi

La pagina deve contenere più livelli di informazioni percepibili contemporaneamente

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La decodifica degli elementi

Primo livello: colpo d’occhio (elementi percepiti tutti insieme)

Secondo livello: percorsi di lettura tipica dei testi scritti e delle fotografie

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Macrocategorie di significazione plastica

dentrofuori

su-giù

davantidietro

sinistra - destra

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•Contenimento (dentro - fuori)

•Percorso (verso - da)

•Frontalità (davanti - dietro)

•Lateralità (destra - sinistra)

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Lettura dello spazio sintattico

…e organizzazione dell’immagine Orizzontale Verticale Diagonale Primo piano / sfondo Centralità / perifericità

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SINTASSI ESTERNA

Direzionalità che dalla pagina muove verso il complesso della rete ipertestuale:

Link = iconizzazione/visualizzazione

anaforica

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Zone di navigazione Unitarietà semantica/funzionale

(barra di navigazione) Eterogeneità (zone a fondo pagina,

raccolte di link più interessanti) Dispersività/ridondanza (stesso

elemento in più punti)

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Alcuni spunti www.gemielettronica.it www.kinderusa.com www.arcade-revival.com www.7ate9.tv www.fujitsu-siemens.com www.leon.seat.es

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Riguardo a forme e colori

Le categorie plastiche

tratto da Piero Polidoro

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Le categorie plastiche Le categorie plastiche servono ad identificare quelli che

potremmo chiamare “tratti distintivi”. Questi sono delle caratteristiche elementari che, unendosi, danno origine ad un’unità minimale dell’espressione plastica (una figura plastica).

Es.: una linea sarà una figura plastica (un’unità minimale senza significato), mentre le sue caratteristiche (descrivibili attraverso le categorie plastiche) saranno i suoi tratti distintivi.

Le figure possono avere diversi livelli di complessità. Quando una figura o un insieme di figure sono tali da assumere un significato si parla di formanti plastici.

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Costituzionale/non costituzionale

Secondo Thürlemann le categorie plastiche si possono innanzitutto distinguere in:

costituzionali: sono quelle che ci permettono di considerare gli elementi come unità isolabili, indipendentemente dal contesto in cui si trovano. Le categorie costituzionali ci permettono di descrivere forme (nel senso comune del termine) e colori.

non costituzionali: sono di natura topologica e definiscono alcuni aspetti relativi dell’elemento (posizione, orientamento, ecc.).

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Costituente/costituito

categorie costituite (linee e contorni) categorie costituenti (superfici piene)

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Categorie cromatiche Le categorie cromatiche sono

sostanzialmente tre: i radicali cromatici, cioè quelli che in altre

terminologie vengono chiamati “toni”: rosso, verde, giallo, ecc.;

la saturazione; il valore, cioè la luminosità di una tinta.

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Esempi:

rosso

più saturo

più luminoso

vs

vs

vs

blu

meno saturo

meno luminoso

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Radicali cromatici

Per quanto riguarda i radicali cromatici, Thürlemann ne identifica undici:

nero, bianco, rosso, verde, giallo, blu, bruno, viola, rosa, arancione e grigio

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Categorie topologiche Quando guardiamo un dipinto ci troviamo di fronte a

due tipi di spazio. Abbiamo lo spazio che viene rappresentato (per esempio, una sala in cui si sta consumando l’ultima cena). Oltre allo spazio rappresentato abbiamo anche lo spazio rappresentante: quello bidimensionale consistente nel piano su cui sono stati tesi i colori.

Le categorie topologiche servono a descrivere questo spazio e gli elementi che si trovano su di esso.

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Parliamo di categorie topologiche rettilinee quando abbiamo opposizioni come alto/basso, destra/sinistra;

Le categorie topologiche curvilinee sono invece quelle tipo centrale/periferico, inglobante/inglobato.

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Formato immaginiNel caso della pittura classica europea Thürlemann nota la posizione privilegiata del formato rettangolare.I lati che lo compongono ci forniscono già delle opposizioni topologiche, quali alto/basso e destra/sinistra. E’ in base ad esse che possiamo individuare degli assi verticali ed orizzontali. Ad essi si aggiungono a volte anche le diagonali, che uniscono i vertici opposti della tela.

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Gli assi svolgono di solito una duplice funzione. Possono infatti servire sia da “supporto” degli elementi che sono collocati su di essi, sia da linee di separazione delle differenti zone del dipinto. In quest’ultimo caso possono anche diventare degli assi di simmetria.

funzione di supporto funzione di separazione