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Linea e sfumato in Leonardo da Vinci interlinee di ecfrastica per la costruzione di artefatti C.GILY REDA TEORETICA ESTETICA OSCOM FEDERICO II UNIVERSITA’ DI NAPOLI

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Linea e sfumato in

Leonardo da Vinci

interlinee di ecfrastica

per la costruzione di

artefatti

C.GILY REDATEORETICA ESTETICA

OSCOM FEDERICO II

UNIVERSITA’ DI NAPOLI

Altro/i Sapere/i TESI

Il conoscere estetico va per sassetti, dice Giordano Bruno

È il conoscere della mano – è il metodo del finito infinito che rimbalza tra due

Si costruisce l’intero conoscendo le parti minime

Democrito parlava di atomi Bruno parla di monadi – un sol punto di fuga

Rinascimento fu Arte e Scienza in un sol moto

Logica Analogia sono due logiche – la definizione, l’ipotesi: non è un aut aut

Ogni quadro è una ipotesi finita con opportune tecniche (in figura) o logiche (in

parole)

Il processo digitale, numerico, analitico, lineare, è un conseguente sistema

logico.

Il processo analogico cerca somiglianze e formula ipotesi, d’arte e di scienza

(Popper)

arte e scienza sono oggi tutt’uno nel computer come sono uno nella

sezione aurea

La dimostrazione filosofica è in Giordano Bruno, quella in figura in

Leonardo

UNA LINEA SICURA

• UN ORNATO INCANTEVOLE

• Leonardo da Vinci (Vinci, 15

Aprile 1452 – Castello di Clos-

Lucé, 2 Maggio 1519) artista e

scienziato, incarnò lo spirito

rinascimentale, portandolo alle

maggiori forme di espressione

nei più disparati campi dell'arte

e della conoscenza. Fu pittore,

scultore, architetto, ingegnere,

matematico, anatomista,

musicista e inventore, ed è

considerato uno dei più grandi

geni dell'umanità.

• Leonardo fu scienziato prima

che artista, le sue opere

scrivono la ricerca metafisica

nei canoni percettivi indagati

nel Trattato della Pittura:

• DICE GIORGIO VASARI

Verrocchio Il battesimo di Cristo

Altro sapere

Linea e sfumato in Leonardo da Vinci

Il percorso di Leonardo offre la migliore possibilità per

indagare un problema sempre attuale, il rapporto della

conoscenza umanistica – la bellezza, la verità – con il

sapere scientifico e matematico.

Come i Pitagorici, Leonardo costruisce la sua visione del

mondo nella collaborazione intima della mente, che solo

con entrambi i suoi lati sa essere originale.

In Leonardo ciò si compie nell’evidenza del pensare

visivo, senza richiedere anni di studio filosofico per

essere chiaro: è il potere dell’immagine, mostrare.

GIOTTO

Mario Ceroli 1965

L’ESEMPIO SCELTO :

L’ULTIMA CENA

IL TRATTATO DELLA PITTURA

LA LINEA SERPENTINA

DEL MODERNO

La Ultima Cena En Tema Árabe Tallada En Madera De Cedro Rojo

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•$ 6,00000

La Ultima Cena En Tema Árabe Tallada

En Madera De Cedro Rojo 6000 $

DUCCIO DA BONINSEGNA

ca. 1255, Siena - 1319, Siena

SAN MARCO

C’è uno stacco tra queste ieratiche pose e iI poi

Come dice il commento di questa:In this historic cathedral in the heart of Cusco, Peru, hangs a one-of-a kind religious and

cultural painting that depicts a very unordinary twist on an otherwise common image.

CARAVAGGIO CENA IN

EMMAUS 1601-2

Il Cenacolo è il più grande tra i dipinti di Leonardo ed il suo unico dipinto murale visibile ancora oggi. Come è noto non si

tratta di un affresco, in quanto Leonardo non ha mai realizzato affreschi nel senso esatto del termine.

QUESTA ERA STATA LA SCELTA DI LEONARDOL'opera si trova nel Refettorio della Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano, è stata eseguita per il patrono di Leonardo, il duca di Milano Lodovico Sforza, come attesta una

lettera del duca 19 giugno 1497 e confermano le tre lunette con le insegne ducali.

L'affresco si caratterizza da una pittura stesa su uno strato di intonaco ancora fresco dove, a seguito del fenomeno di

carbonatazione, il pigmento della pittura diventa parte dell'intonaco stesso garantendo una grande resistenza alla pittura. Leonardo,

invece, a causa dei suoi lunghi tempi realizzativi, prediligeva dipingere su muro come dipingeva su tavola; usò quindi una

tempera grassa, un'emulsione di olii siccavi e sostanze proteiche. Purtroppo la tecnica impiegata ben presto determinò un degrado

dell'opera. Stupisce nel Cenacolo la presenza di dettagli molto precisi visibili solo da distanza ravvicinata e non fruibili dallo spettatore

comune.

Patrimonio dell'umanità

Chiesa e Convento Domenicano di Santa Maria delle

Grazie con "L'Ultima Cena" di Leonardo da Vinci

(EN) Church and Dominican Convent of Santa Maria

delle Grazie with "The Last Supper" by Leonardo da

Vinci

Tipo Architettonico

Leonardo da Vinci

1494-1498

tempera grassa su intonaco

460×880 cm

Santa Maria delle Grazie, Milano

Cosa guardare ? La domanda dell’ecfrastica sulle basi offerte dalla storia dell’arte

Le figure degli apostoli con semplici espedienti prospettici sono in un ambiente che sfonda la parete (la quadratura del pavimento, il

soffitto a cassettoni, le tappezzerie alle pareti, le tre finestre del fondo e la posizione della tavola) IN QUADRAMENTO ERMETICO

Il tre come numero perfetto della Trinità, ma sempre rappresentato come somma di due più uno: Figlio e Spirito Santo da un lato e Padre dall'altro, tesi I antitesi e sintesi, in una sorta di triade Hegeliana "ante litteram"; d'altra parte è noto come questo numero perfetto ricorra spesso nella storia della Filosofia e della Religione.

Il quattro come numero del quadrato: sono 4 i triangoli, 3 persone, alcentro la M la somma di questi due numeri dia il 7 3 X 4 12 : numero degli apostoli, dei segni zodiacali, dei mesi dell'anno. È il Rinascimento di Ermete Trismegisto e di Ficino che alita nell’aria ovunque

Tutti confermano il pessimo stato delle grandi figure, sbiadite sino a confondersi con l’umido.

L’opera rappresenta la scena dell'Ultima Cena di Gesù Cristo, come descritta nella Bibbia. Il dipinto si basa sul Vangelo di Giovanni 13:21

Gesù annuncia che verrà tradito da uno dei suoi discepoli: "Uno di voi mi tradirà«

gli apostoli si animano drammaticamente con gesti che li svelanochi si alza perché non ha sentito, chi si precipita, chi si sente chiamato in causa.

È DALLA FINE DEL ‘500 UN

RUDEREPare che

un’alluvione già allora rendesse

il dipinto danneggiato.

Ma allora come dopo tutti lo

ammiravano e se ne vantavano

Goethe lo visita nel viaggio in

Italia

fu restaurato sulla base del lavoro

commissionato dal viceré al Bossi

1726 e nel 1770

1799

La sala fu usata come caserma e come stalla – poi anche da

Napoleone che però…

1800 Fu danneggiato da un’alluvione

Fu tagliato nell’angolo in basso per ricavarne una porta

1821 Ci fu un tentativo di rimuoverlo dalla parete

1854-55 Fu restaurato di nuovo e successivamente nel: 1907-08, 1947-

48, 1951-54 e durante tutti gli anni ‘80 e ‘90

Non sarebbe rimasto abbastanza dei volti per poter trarre

conclusioni serie senza le copie fatte per primi dagli allievi

Il bombardamento della seconda guerra mondiale distrusse anche la

copia… ma restano i lucidi, i libri del Bossi come racconta Goethe

Leonardo Ultima Cena

incisione di Raffaello Morghen

LONGHI E

MORGHEN

INCISORI A

BRERA

MORGHEN

REALIZZò

QUESTA

INCISIONE

DA ESSA

ALLORA

E DALLE TA TE

COPIE

FURONO

TRATTI I LUCIDI

Eugenio di Beauharnais commissionò a Giuseppe Bossi, segretario dell'Accademia di Brera, di

eseguire una copia del Cenacolo in dimensioni reali, affinché il capolavoro potesse essere

ammirato dai posteri. Bossi studiò a lungo gli scritti di Leonardo e le altre copie dell'affresco: frutto

furono l’opera in quattro volumi e i lucidi preparatori mandata al granduca di Sassonia – il restauro

EGLI SA PRESENTARE IL MOTO Più

IMPETUOSO DI INTRICATI EVENTI

L’opera quindi fu ricostruita non sulla base

della tracce improbabili. Sono figure di tre

quattro metri disegnate da un cesellatore,

dove un piccolo tratto segnala atteggiamenti

da miniaturista, dice Goethe… E lo studio per

Filippo, qui a fianco, lo di mostra.

Dalle copie fatte dagli allievi, Goethe pregia

Marco Oggiono soprattutto, si crea la base

delle incisioni con le tracce rimasta in una

stanza più volte allagata, collocata a Nord,

refettorio sempre e adibita a stalla nelle

guerre… quindi piena di fumi sempre

Il lavoro di Bossi rimase dopo che la copia fu

bombardata nella II guerra, e si ricostruì il

restauro

Goethe parla delle figure: Bartolomeo è giovane e l’unico in piedi, se ne vede l’energia

Giacomo minore somiglia a Cristo Andrea si arrende a Dio Giovanni è del tutto

coinvolto: non dorme come in altri dipinti Tommaso punta l’indice alla fronte

Giacomo maggiore è sgomento Filippo è pieno di grazia

Matteo si arrabbia e discute, Taddeo mostra timore e sdegno, Simone fastidio e

pensosità SONO 4 GRUPPI DI TRE

L’opera restaurata quindi non ha nulla o quasi di mano di Leonardo, ma erano i suoi

allievi fedeli gli autori delle copie, fatte con migliore consistenza ma non con egual mano

Ci sono poi i disegni di Leonardo, in gran parte a Londra – Bossi sceglie le cose migliori

GOETHE SCRIVE GUARDANDO I LUDICI E LE OPERE CHE SONO DAL DUCA DI

SASSONIA – AVEVA Già SEGNALATO L’IMPORTANZA DEL DIPINTO E DELLA COPIA

DI OGGIONO NEL VIAGGIO IN ITALIA: è UN PALCOSCENICO TUTTO ITALIANO

PONTE CAPRIA

SCABRERA

CESARE DA

SETA

OGGIONO

TONGERLO

GIAMPIETRINO

DALLE COPIE SI è

RICOSTRUITO IL

TUTTO

copia del dipinto leonardesco di Santa

Maria delle Grazie, è un'opera di Giovan

Pietro Rizzoli, detto il Giampietrino, artista

documentato tra il 1508 e il 1549. L'opera è

oggi di proprietà della Royal Academy di

Londra ma in prestito al Magdalen College

di Oxford, dove è attualmente esposta.

Non si conosce nulla della sua origine, su

chi commissionò il dipinto o sulla sua

collocazione iniziale. La prima volta che fu

menzionato, da Bartolomeo Senese, il

dipinto si trovava nella Certosa di Pavia nel

1626, ma è difficile che questa fosse la sua

collocazione iniziale.

Bartolomeo, Giacomo Minore, Andrea Giuda, Pietro, Giovanni

4 SERIE DI TRIANGOLIIl triangolo

rappresentato dal Cristo prosegue e

attraversa i 4 gruppi di apostoli. I numeri sono il linguaggio di

misurazione dell'ordine cosmico, e

quindi manifestazione della divinità. Con questa visione i numeri non sono solo strumenti

utili all'uomo per misurare e decifrare

lo spazio, ma rientrano tra i

simboli dell'assoluto.

Tommaso, Giacomo Maggiore, Filippo Matteo, Taddeo, Simone

visual thinkingRuskin Arnheim

169 Per ciò, quando tu avrai imparato bene prospettiva, ed avrai a mente tutte le

membra ed i corpi delle cose, sii vago spesse volte nel tuo andare a spasso di vedere e

considerare i siti e gli atti degli uomini nel parlare, nel contendere, nel ridere o

nell'azzuffarsi insieme, che atti sieno in loro, e che atti facciano i circostanti, spartitori o

veditori di esse cose, e quelli notare con brevi segni in questa forma su un tuo piccolo

libretto, il quale tu devi sempre portare teco, e sia di carte tinte, acciò non l'abbia a

scancellare, ma mutare di vecchio in nuovo; ché queste non sono cose da essere

scancellate, anzi, con grandissima diligenza serbate, perché sono tante le forme e gli

atti delle cose, che la memoria non è capace a ritenerle; onde queste riserberai come

tuoi adiutori e maestri.

176 Il buon pittore ha da dipingere due cose principali, cioè l'uomo ed il concetto della

mente sua. Il primo è facile, il secondo difficile, perché si ha a figurare con gesti e

movimenti delle membra; e questo è da essere imparato dai muti, che meglio li fanno

che alcun'altra sorta d'uomini.

UN QUADRO IN PAROLE

Se tu vuoi figurar bene una fortuna, considera e poni bene i suoi effetti, quando il

vento, soffiando sopra la superficie del mare o della terra, rimove e porta seco quelle

cose che non sono ferme con la universale massa. E per ben figurare questa fortuna,

farai prima i nuvoli spezzati e rotti drizzarsi per il corso del vento, accompagnati

dall'arenosa polvere levata da' lidi marini: e rami e foglie, levati per la potenza del

furore del vento, sparsi per l'aria ed in compagnia di molte altre leggiere cose: gli

alberi e le erbe, piegati a terra, quasi mostrar di voler seguire il corso de' venti, con i

rami storti fuor del naturale corso e con le scompigliate e rovesciate foglie: e gli

uomini, che lí si trovano, parte caduti e rivolti per i panni e per la polvere, quasi sieno

sconosciuti, e quelli che restano ritti sieno dopo qualche albero, abbracciati a quello,

perché il vento non li strascini; altri con le mani agli occhi per la polvere, chinati a

terra, ed i panni ed i capelli dritti al corso del vento. Il mare turbato e tempestoso sia

pieno di ritrosa spuma infra le elevate onde, ed il vento faccia levare infra la

combattuta aria della spuma piú sottile, a uso di spessa ed avviluppata nebbia. I

navigli che dentro vi sono, alcuni se ne faccia con la vela rotta, ed i brani d'essa

ventilando infra l'aria in compagnia d'alcuna corda rotta; alcuni alberi rotti caduti col

naviglio attraversato e rotto infra le tempestose onde; ed uomini, gridando,

abbracciare il rimanente del naviglio.

La mente avverte nello sfumare della voce il suggerimento di una

configurazione – che bisogna accettare. Anche il grande Leonardo

come risulta dalle analisi moderne, accetta l’evolversi delle figure a

mano a mano che si sviluppano le somiglianze. La metamorfosi

sembra indicare con chiarezza come l’unità del tutto si presti alle forme

seguendo l’analogia: nella ricerca dell’intrinseca forma (NF p. 89) si

trova di certo la matematica, come dice Galilei, come vuole Dürer, ma è

una matematica che in Leonardo diventa l’arte del levando e ponendo,

una geometria che è proporzione: “il piacere del pittore esemplifica la

deità, chè la scientia del pittore”. L’arte segue le jeu de Dieu, come dice

Francois Euvé; ma lo dicevano già la Bibbia e Plotino, immergendosi

nell’idea di Creazione. L’arte ne rivela il magma, la difficoltà a

determinarne i momenti.

OSSERVA CON ATTENZIONE LE POSIZIONI DELLE MANI

GOETHE INTERPRETA OGNI GESTO E POI

GOETHE

Ricorda la

leggenda:

LEONARDO

NON RIUSCIVA

A ‘FARE’

CRISTO E

GIUDA

Salvator MundiCARLO PEDRETTI AUTENTICA L’OPERA

DELLA OLLEZIONEDE GANAY SOGGETTO DI MOLTE

COPIE NON COSì ESPRESSIVE

DICE CHE è DI SICURO UNA ESPRESSIONE FEDELE DI

CONCETTI LEONARDESCHI

uno di voi mi

tradirà

SALVATOR MUNDI – OGGI IN ESPOSIZIONE A DONNAREGINA: sembra LA FACCIA

GIUSTA DELL’ULTIMA CENA – CHI SA E NON VORREBBE MA DEVE

Nel cenacolo è il mistero della

linea e dello sfumato• Scheletro carne anatomia e perfezione di

muscoli animano il gesto con gli affetti

• non è contraddizione ma VITA

• vivere vita e morte, mistero dell’esistenza ha

configurazione magica perché il sapere è

confronto col mistero, non suo annullamento

• Linee precise ha il disegno

• Lo sfumato dipinge - disegna l’aria, l’aura, il

mancamento, l’amore - l’invisibile

Il metodo -Trattato della Pittura

• Attraverso una superficie piana il pittore crea l’effetto tridimensionale

• colori, prospettiva di matematica e geometria, contrasto luce/ ombra

sono alcune categorie dell’armonia

• l’unione della moltitudine, il finito infinito, primo problema metafisico e logico,

tornato di attualità – finita la scolastica e l’aristotelismo – sono argomento di

ogni quadro

• Così la scelta – il problema morale principe vive nelle scelte percettive (la

mano : Bruno dice…)

• Per Leonardo chi intende ciò è pittore: “L’ingegno del pittore vuol essere a

similitudine dello specchio, il quale sempre si trasmuta nel colore di quella

cosa ch’egli ha per obietto, e di tante similitudini si empie, quante sono le

cose che gli sono contrapposte” p.53

• “L’opera del pittore immediate è compresa da’ suoi risguardatori” ivi

• Ciò rende la pittura l’arte somma (era anche musico, scultore e poeta,

architetto di macchine da guerra)

Il disegno : 185 precetto per comporre

O tu, componitore delle istorie, non membrificare con

terminati lineamenti le membrificazioni d'esse istorie, ché

t'interverrà come a molti e varî pittori intervenir suole, i quali

vogliono che ogni minimo segno di carbone sia valido. E

questi tali ponno bene acquistare ricchezze, ma non laude

della loro arte, perché molte sono le volte che l'animale

figurato non ha i moti delle membra appropriati al moto

mentale, ed avendo egli fatta bella e grata membrificazione

ben finita, gli parrà cosa ingiuriosa a trasmutare…

Invece componi grossamente le membra delle tue figure, e

attendi prima ai movimenti appropriati agli accidenti mentali

degli animali componitori dell'istoria che alla bellezza e

bontà delle loro membra.

935 – quando l’aria grossa si fa rossa

Si fa l'aria rossa così all'orizzonte orientale come all'occidentale,

essendo grossa, e questo rossore si genera infra l'occhio ed il

sole. Ma il rossore dell'arco celeste si genera stando l'occhio infra

la pioggia ed il sole; e la causa dell'uno è il sole e l'umidità

dell'aria; ma del rossore dell'arco sono causa il sole, la pioggia e

l'occhio che il vede. Il qual rossore, insieme cogli altri colori, sarà

di tanto maggiore eccellenza, quanto la pioggia sarà composta di

più grosse gocciole. E quanto tali gocciole sono più minute, tanto

essi colori sono più morti; e se la pioggia è di natura di nebbia,

allora l'arco sarà bianco integralmente scolorito; ma l'occhio vuol

essere infra la nebbia ed il sole.

Degli alberi e delle verdure, parte VI

I quattro accidenti delle ramificazioni delle piante sono questi,

cioè: lustro, lume, trasparenza ed ombra;

IL SEGRETO

LA LINEA

SERPENTINA

1483-6IL TONDO DONI è DEL

1504

Si risale a Michelangelo per questa forma del

manierismo di cui Bronzino è l’esempio con l’allegoria

della felicità

"Non è l'angolo retto che mi attira. Neppure

la linea retta, dura, inflessibile, creata

dall'uomo. Quello che mi attira è la linea

curva, libera e sensuale. La linea curva

che ritrovo nelle montagne del mio paese,

nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle

nuvole del cielo, nel corpo della donna

amata. L'universo intero è fatto di curve.

L'universo curvo di Einstein ......" (Oscar

Niemeyer)

partito da una formazione lecorbusiana, ha

poi scelto elettivamente la linea curva

Ma ha tanta parte oggi anche prima di Niehmayer

la linea è il segreto del design

l’intrinseca forma – dice Leonardo

È l’arco… William Hogarth (1697-1764) creò la "linea della

bellezza", William Morris (1834-1896) l’art art art di "Art & Craft",

rivisitando il gotico coi preraffaeliti e generando l’Art Nouveau in

Francia, Secessione in Austria, Jugendstil in Germania, Liberty in

Italia, Modernismo in Spagna..

Fregio di Palazzo Stoclet è un mosaico realizzato da Gustav Klimt tra il 1905 e il 1909

CONCLUDIAMO

con l’Estetica di Croce(edizione nazionale 2014 in 3 voll) vol. I: pp. 34-5

• “è stato osservato da coloro che hanno meglio indagato la psicologia degli artisti che,

quando dal vedere con sguardo rapido una persona ci si dispone a intuirla davvero

per farle, per esempio, il ritratto, quella visione ordinaria, che sembrava così vivace e

precisa, si rivela per poco e meno che nulla: ci si accorge di possedere tutt’al più

qualche tratto superficiale, non bastevole neppure per un pupazzetto: la persona da

ritrarre si pone innanzi all’artista come un mondo da scovrire.

• E Michelangelo diceva che “si dipinge col cervello, non con le mani”, e Leonardo

scandalizzava il priore del convento delle Grazie con lo star giorni interi aventi al

Cenacolo senza mettervi il pennello, e diceva che “gl’ingegni elevati talor che manco

lavorano più adoprano, cercando con la mente l’innovazione”. Il pittore è pittore

perché vede ciò che altri sente solo, o intravede, ma non vede. Un sorriso crediamo

di vederlo, ma in realtà ne abbiamo solo qualche vago accenno, non scorgiamo tutti i

tratti caratteristici da cui risulta, come, dopo averci lavorato intorno, li scorge il pittore

che perciò può fermarlo compiutamente sulla tela… ognuno di noi insomma è un po’

pittore, scultore, musico, poeta, prosatore, ma quanto poco rispetto a quelli che son

chiamati così…”

IL SEGRETO E’

IL SAPERE VISUALE

MENTE E MANO

"L'occhio è la finestra dell’anima".

CONSIDERARE LA TERRA E L’UOMO COME UN

ORGANISMO (GEA): è IL RINASCIMENTO PERENNE

che impone di dare Più SPAZIO AL PENSARE

ANALOGICO. Dice il vero Codice da Vinci, Leicester Code

o Codice Hammer – oggi di Bill Gates pensa le cose come

la tua vita e le tue cose (pensare abduttivo; costruttivo):

"La sua carne sia la terra, li suoi ossi gli ordini dei

sassi, il suo sangue le vene delle acque"

Leonardo non sa di lettere e non sa di latino: sa di numeri,

come Giordano Bruno nella SINTESI DELRINASCIMENTO

PIU BELLA OGGI CHE MAI

Hans Belting propone per la conoscenza

estetica la figura di Giano, ianua e ianus

(portico), aperto e coperto.

L’erma bifronte è intertemporale

nell’immagine ma tutto muta

interrogare il medium è la via, il percorso è

occasione

L’immagine rende necessaria, dice, una

generale scienza dell’immagine (eine

allgemeine Bildwissenschaft)

≠ scienza dei media

≠ storia dell’arte

è una Bildfrage, una domanda vichiana

sul luogo dell’immagine simbolica e virtuale,

quotidiana e artistica

È sempre un artefatto, come un libro

Art art art come art&craft

L’arte mediale - Medienkunst - avvicina

l’arte all’uomo – e diventa linguaggio

quotidiano.

altri saperi

Saggi filosofici e artistici

• Leonardo, Trattato della pittura (in rete)

• E.Gombrich, Immagini simboliche,

Einaudi, Torino 1978

• K.Jaspers, Leonardo filosofo a cura di

F. Masini, SE, Milano 1988 (1953

• J.W.Goethe, Il cenacolo di Leonardo,

Abscondita, Milano 2004

Francesco I, presso la cui corte Leonardo trascorse gli

ultimi anni della sua vita, citate dal Cellini: “Io non voglio

mancare di ridire le parole che sentii dire al re di lui, le quali

disse a me, presente il cardinale di Ferrara e il cardinale di

Lorena e il re di Navarra; disse che non credeva mai che

altro uomo fusse nato al mondo che sapessi tanto, quanto

Lionardo non tanto di scultura, pittura e architettura, quanto

che egli era grandissimo filosofo”.

“La virtù è vero nostro bene ed è vero premio del suo

possessore: lei non si può perdere, lei non ci abbandona,

se prima la vita non ci lascia”. “L’atto del coito e li membri a

quello adoprati son di tanta bruttura che se nun fussi la

bellezza dei volti e li ornamenti delli opranti e la frenata

disposizione la natura perderebbe la spezie umana”. “Chi

non raffrena la volontà con le bestie s’accompagni”.

“Leonardo apparve in quel momento, e come per abilità innata gli fu

facile imitare la natura, cos’ la sua profondità di pensiero avvertì ben

presto dietro al fenomeno esterno, la cui riproduzione gli riusciva tanto

bene, si nascondevano altri segreti, alla scoperta dei quali doveva

dedicarsi instancabilmente. Studiò quindi le leggi della struttura

organica, il fondamento della proporzione, si affannò intorno alle regole

della prospettiva, della composizione, di posizione e colore degli

oggetti inseriti nello spazio circostante, insomma tentò di setacciare

con discernimento tutte le esigenze dell’arte; ma quello che gli stava

particolarmente a cuore era la varietà della fisionomia umana, nella

quale si rivela all’occhio sia il carattere innato sia l’emozione del

momento.” J.W.Goethe, Il cenacolo di Leonardo

romanzi

Demetrio Mereskoskij, in Leonardo Da Vinci

o la resurrezione degli dei

Pickenett, Maria Maddalena la dea occulta

del cristianesimo

Vittoria Hazel, La passione secondo

Leonardo

Dan Brown, Il codice Da Vinci