LACERBA -...

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LACERBA periodico politico culturale sportivo dell’area vestina STORIE DI EVASIONE Dichiarazioni fasulle Ma stili di vita ben diversi. Così il fisco stana e stanga alcuni furbetti vestini POLITICA Cerretani verso il futuro di Loreto PENNE Debiti in nome del popolo italiano RIFIUTI La bombetta di Caparrone 14 febbraio 2010 . Anno XV n 1 . Diffusione gratuita

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LACERBAperiodico politico culturale sportivo dell’area vestina

STORIE DI EVASIONEDichiarazioni fasulleMa stili di vita ben diversi.Così il fisco stana e stanga alcuni furbetti vestini POLITICA

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14 febbraio 2010 . Anno XV n 1 . Diffusione gratuita

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3 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it LEDITORIALE

Associazione CulturaleProgetto Domani

via cappuccini 141 65014loreto aprutinotel. & fax 085.8291193c.c.p. 19606656registro stampa anno 1996 n° 21autorizzazione tribunale di

pescara del 10/07/1996

EDITOREgIANLuCA BuCCELLADIRETTORE REspONsABILEBERARDO LupACChINIvICE DIRETTORE vICARIOCLAuDIA fICCAgLIALE fIRmECANDIDO gRECOgIANfRANCO BuCCELLAREDAzIONE sEDETIzIANO pETRuCCIERTILIA pATRIzIIgILBERTO pETRuCCIALEssIA mICOLuCCIjAquEs DE mOLAymORgAN CROCETTAjENNIfER DI vINCENzOREDAzIONE DI pIANELLALORIs DI gIOvANNIANgEL EyEssABRIN’upREDAzIONE COLLECORvINOgIusy DI LuzIOgIANLuCA sABLONE347.5092376fOTO A CuRA DILORETO BuTTARIAChILLE RAsETTATIzIANO pETRuCCIwEB mAsTERwww.hermes-agency.comImmAgINI puBBLICITARIEhERmEs AgENCyLACERBA vIENE DIsTRIBuITA ApENNE, LORETO, pIANELLA, CIvITELLA CAsANOvA E COLLECORvINO sTAzIONE TIpOgRAfIAfABIANI sAmBuCETO (Ch)

pER LA vOsTRA puBBLICITà[email protected] DI vINCENzO+39 339 7585454gIANLuCA BuCCELLA+39 3939701736

Mi scuso innanzitutto con i lettori se que-sta volta vi parlo di me. Suscita sempre qualche sospetto quella persona a cui nessuno ha chiesto niente e che si mette lì a descrivere la sua auto-biografia abbondando in sbrodolature e raccontandosi come la favola della bella principessa. Intanto c’è subito da dire che la mia non è proprio una favola ma è tanto di storia con documenti, resti e testimo-nianze e, come tale, ha con questo nume-ro raggiunto il suo quindicesimo anno di vita. E che vitalità dimostra ancora di ave-re! Se paragoniamo la vita di un giornale locale a quella di un cane potremmo qua-si dire che i miei quindici anni andrebbe-ro moltiplicati per sette ed è come se ne avessi 105 di anni! Non è stato facile per me raggiungere tale veneranda età e se qualcuno, come si fa con i centenari, mi chiedesse qual è il segreto risponderei: dieta mediterranea (molto variegata) e un bel bicchiere di vino rigorosamente rosso ad ogni mia comparsa sul bancone delle edicole. E’ innegabile del resto che le va-rie amministrazioni rosse, in omaggio al motto “Boia chi molla!”, hanno contribuito a rinnovare di anno in anno la mia volontà di andare avanti e di non mollare. Quest’anno mi sono ritrasferito in Piazza Garibaldi a Loreto Aprutino e mi sono portato dietro tutti gli artefici del mio successo che di volta in volta contribui-scono ad allestire un menu-menabò fatto di politica, cultura, sport, attualità, poesia, cronaca, opinioni, recensioni, economia, medicina, pillole di saggezza e “pallette” di ironia e, in qualche caso, anche qualche strafalcione o qualche bufala, fuori scaffa-le, che da sempre costituiscono i variegati ingredienti della mia dieta mediterranea. Un grazie va a loro che sicuramente costi-tuiscono il cardine della mia longevità: il padre padrone che non ha mai generato

e mai comandato; il dandy, uomo dall’an-datura preziosa, originale, ricercata e dal linguaggio scelto; la malafemmina che non ti chiede nulla e nulla si aspetta, che non si offre e non si sottrae ma che quan-do ti intervista ti sfoglia la margherita; co-lui che alleggerisce il mattone della cul-tura rendendola riso soffiato o polistirolo espanso; Jaques de Molay , chi è costui si chiedono i più, ma neanche una senten-za ne materializzerà l’essenza; la tigre di Fiorangeles, chi la cavalca non può scen-dere, (chiedetelo agli sponsors) ; Giano, il biforcuto che racchiude in sé procedi-mento logico-metodico e globale-olistico come kechup e maionese; quel giovanni da Penne che quando va sul pezzo non va con una Bic di plastica ma ci va con una “Ferrari- Aurora”; l’altro, invece che ci va di Testa, è quello che la Belle èpoque vi materializza parlandovi di Folies Bergère, di operette, varietà e del bel vivere d’una volta; “pallette” di sana ironia dal medico fanfarale vi vengono prescritte e son sicu-ro che di certo non vi hanno fatto male; la redazione da Pianella e Collecorvino vie-ne resa ancora più ricca con due stilogra-fiche di marca; la grafica hermes agency ha reso sempre più accattivante tant’è che gratis non so se ancora val la pena di mo-strarmi; le fotografie da due professionisti mi vengono regalate ed io a voi le mostro patinate; il tutto dagli sponsor viene pa-gato, a voi non costo nulla se non il tem-po che mi regalate e un grazie di cuore sicuramente entrambi meritate. Qualcuno pensava che forse senza neanche un’epi-grafe me ne fossi dipartito invece, dopo quindici anni, i vari inserzionisti continua-no ad alimentarmi e a farmi invecchiare migliorandomi come il buon Montepul-ciano delle nostre terre. Barricato d’anna-ta, sempre!

di giano Bifronte

LacerbaL’INfORmAzIONE è uN vALORE pRImARIOGentile lettore,conosci bene il valore dell’informazione e sai che Lacerba, da 15 anni, ti informa sulla politica, sull’attualità, sulla cultura e sullo sport della zona Vestina.Lecarba è un patrimonio prezioso di informazioni che va preservato ed aiutato.E’ per questo che ti chiediamo di versare un contributo di 20 euro all’Associazione Progetto Domani, che, in questo modo, ti riserverà presso un’edicola di tua scelta il giornale Lacerba.Non dovrai più alzarti i buon’ora o raccomandarti all’amico di prendere il giornale, ma potrai comodamenti recarti a qualunque ora alla tua edicola per ritirare la tua copia, entro i tre giorni successivi alla sua uscita.Ti aspettiamo

LACERBA èLACERBA vI pARLADE LACERBA

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4 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLL’OpINIONIsTA

E’ comprensibile, po-trebbe apparire una ne-nia ormai stucchevole.

Ma il rosario della né mare-né mon-ti, che improvvidi amministratori iniziarono a sgranare molti anni fa per farsi imbrodare ad-dosso di lodi, per le quali vivono come sepolcri imbiancati (quelli che desiderano“occupare i posti d’onore nelle sinagoghe ed essere saluta-ti sulle piazze”…), contempla sempre nuovi mi-steri. Dopo le note vicende che ne bloccarono il cantiere, circa due anni fa, è riscesa in campo la Provincia che, in surplace con ANAS, cerca di essere lo “starter” della ripresa dei lavori. Nel frattempo, a Cappelle sul Tavo, non appena si lascia il paese andando verso Spoltore, si sta realizzando la rotatoria più in-credibile che sia vista in giro da molti anni. Non sappiamo chi l’ha progettata, sappiamo solo che la strada è della pro-vincia e tanto basta per capire e rassegnarsi… . Ci chiedia-mo soltanto come faranno un mezzo pesante, un autoveico-lo con rimorchio, un autobus del trasporto urbano, un “bi-lico”, e via esemplificando, a girarci attorno! L’ente inutile, neppure quando ha un’idea buona riesce a partorirla bene. Figuriamoci quando l’idea è fasulla come quella né mare-né monti! E ormai se ne sono accorti in molti della fanfaluca se un quotidiano molto diffuso da noi è arrivato a scrivere, recentemente, che quella strada, “battezzata impropriamente Mare-monti non è altro che il miglioramento della viabilità della Statale 81 nel tratto compreso tra contrada Blanzano (co-mune di Penne) e Passo Cordone (comune di Loreto Aprutino)”. Chapeau all’onesta intellet-tuale! Questo giornale le stesse cose le dice, invano, dal mese di settembre dell’anno 2000; è, perciò, un piacere registrare convergenze. L’ultimo mistero è quello degli incontri a ripe-tizione promossi dall’ente inutile. La Provincia, a settembre e poi ancora a gennaio, c’ha tenuto a far sapere in giro: ghe pensi je: m’incontro con l’ingegner Mele, Capo del Compartimento Abruzzo di ANAS, m’incontro con questo, con quello, con quell’altro ancora e poi, dopo gl’in-contri a raffica e nonostante le quintalate di pa-role si capisce meno di prima su come stiano realmente le cose. A settembre sembrava che dovesse essere sollecitato il sindaco di Penne perché presentasse non si sa bene quale pro-posta per far riaprire il cantiere che tre mesi dopo sarebbe stato pure smantellato. Disse al-lora il presidente dell’ente inutile “nei prossimi giorni contatterò il sindaco di Penne affinché formuli una richiesta ufficiale all’Anas per far partire i lavori relativi al secondo lotto della Mare-Monti”. Non si sa bene, però, perché, a gennaio, quattro mesi dopo, si tiene un altro incontro, presenti: ANAS, comune di Penne, questo, quello e quell’altro. Nessuno riferisce se al sindaco quella “richiesta ufficiale” poi sia

stata effettivamente sollecitata, se quegli l’ab-bia mai “formulata all’Anas” ; né, si dice, in ogni caso, che debba fare d’altro. Non si commenta neppure lo smantellamento del cantiere di cui, pure, s’è avuta notizia. Si viene solo a sapere, da una dichiarazione attribuita, da un quotidiano, al presidente dell’ente inutile che “Adesso la decisione finale sul finanziamento spetta alla direzione generale dell’ANAS. Una volta otte-nuto il parere favorevole appalteremo i lavori”. “Davvvéro?”, verrebbe da chiedere come la rana dalla bocca larga. Se abbiamo ben capi-to in quattro mesi, ammesso che qualcosa sia stato fatto (oltre allo smantellamento del can-

tiere), si sarebbe soltanto chiesto ufficialmente ad ANAS di far partire i lavori dal ponte di Sant’Antonio lasciandosi alle spalle il malfatto senza avere alcu-na risposta certa se non la notizia, di fonte giornalisti-ca, che l’ingegner Valerio Mele, sarebbe “orientato a far partire il cantiere di un arteria attesissima da de-cenni”. Speriamo che non si disorienti. Che generosi-tà d’animo, nell’ingegnere! Intanto, però, stiamo a zero. E meno male che il presi-dente dell’inutile ente ave-va preso la situazione della né mare-né monti pu’ pet-tu… . Se continua così la né mare-né monti gli si tra-sformerà, come già fu per Lor Signori, in un supplizio

di Tantalo. Però fu lui, il 15 luglio 2009, nella seduta inaugurale del consiglio provinciale, a dire “le problematiche del territorio non pos-sono avere i tempi della politica, per cui la poli-tica dovrà fare un passo indietro mentre il buon senso ne dovrà fare venti avanti”. L’importante è che quando politica e buon senso si incrocia-no, tra chi avanza e chi arretra non inciucino tra loro se no i passi, uno indietro, venti avanti, o come che sia, si trasformerebbero nel ballo del qua qua, la versione aggiornata di quello del qua qua ra qua nel quale si esibirono, molti anni fa, Lor Signori, quelli che “le ruspe lavo-reranno quattro anni”. Correva l’anno di grazia 2001. Dimenticavamo. Perché riparta il cantiere della né mare-né monti bisognerà ricominciare tutto daccapo. E non basterà l’appello al Capo dello Stato che può ben poco, al di là di un tantino di moral suasion, autorevolissima, per carità, ma di scarsa incisività. Si ricordi, poi, che la né mare-né monti ha già la qualifica di opera strategica; gliela riconobbe, purtroppo, la “legge Obiettivo” del 2001! Va riconosciuto, tuttavia, che, politicamente, la mozione consi-gliare è una mossa intelligente e le cose belle, intelligenza compresa, vanno ammirate. Per la né mare-né monti servirà, però, un bel bando di gara europeo (se mai si farà), per appalta-re di nuovo i lavori. Altro che incontri e vertici! Campa cavallo, anche se qui manco più l’erba cresce. Oh oh cavallo oh oh…

di gianni Cutilli

Ciucci, presidente Anas

mARE-mONTI puNTO E A CApO

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6 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLIL ROmpIBALLE

LORETO APRUTINO - Avere il corpo fisi-co “abbruciato” così come a me è capita-to comporta un in-dubbio vantaggio, i fumi rimasti attacca-ti all’anima possono tranquillamente va-gare nell’aire osser-vando e meditando. Mentre a ciò accinto vago sopra Loreto in una ventosa notte di febbraio, mi capita d’osservare diverse stranezze, cose che non mi era mai ca-pitato di vedere ne-gli anni precedenti. Il giardinetto del monumento è tutto transennato e fervo-no i lavori; in piazza, pur essendo notte, il parcheggio è pieno di automobili e, stre-pitoso, senza nean-

che una multa attaccata; gli alberi del Buco, Piazza e Cappuccini sono stati finalmente potati; la pavimentazione dietro la chiesa del Carmine, da anni e annorum divelta dalle radici dei pini, è in via di sistemazione. Ma la festa della befana è già passata! Mi arrovello a pensare il motivo di tanto febbrile fervore ma non ne trovo. Mentre mi sforzo d’indovinare, una folata più forte di vento mi spiaccica in faccia un fascicoletto di carta. Cerco di liberarmi e vedo che sul foglio vi è un accattivante disegno a colori con su scritto “Uniti per Loreto” e sotto “candidato sindaco Bruno Pas-seri”; era il programma elettorale di cinque anni fa. Così mangio la foglia, ci risiamo, nuove elezioni comunali alle porte! È il solito magheggio pre elettorale di certa sinistra che butta fumo negli occhi degli elettori. Traggo così la mia morale: se l’amministra-zione di sinistra è così attiva nel semestre precedente le elezioni, perché non votare tutti gli anni? Sarebbe una soluzione di sicura efficienza!!!Incuriosito comincio a rileggere il vecchio programma elettorale ed una vena di tristezza mi pervade. Leggere quell’accozzaglia di fandonie dapprima mi rattrista, ma poi, via via, mi trasmette una certa ilarità. Alla fine della lettura m’accorgo di riderere a crepapelle. Non potendo qui replicare la Treccani riporto solo alcuni brani del vecchio programma: “Potenziamento dei sistemi di raccolta differenziata…”, “Creazione di un percorso natura nel tragitto dell’ex stazione FEA…”, “Realizzazione di un parco pub-blico attrezzato in zona Torre Casamarte e di una piazza (Piazza dei Vestini) in zona Cappuccini…”, e per finire “dare massima pubblicità e trasparenza a tutto ciò che accade nelle assemblee e nel Municipio”. Fra le tante menate del programma questi sono i punti che mi hanno fatto ridere di più in quanto: nella provincia in nostro comune è l’ultimo per differenziazione del rifiuto e ciò ci costa almeno 30 Euro in più a tonnellata. Per questo motivo abbiamo la tassa dei rifiuti tra le più alte d’Italia e aumenterà ancora se non si interverrà. Il tracciato ex FEA è in parte realiz-zato ma assolutamente impraticabile come già denunciato più volte da queste colonne, non sono riusciti neanche a tagliare i rovi su quello che è già esistente. Per quanto riguarda la traspa-renza neanche a parlarne, ora non si sa nemmeno più dov’è l’al-

bo pretorio. Si è fatta una nuova convenzione molto onerosa per la gestione del sito internet ma delle delibere on line neanche a parlarne. Fra qualche giorno però questi argomenti li ritrovere-mo ancora sul nuovo programma; allora sì che ci si scompiscerà veramente dalle risate.Fin qua i fatti. Ora mi piacerebbe fare un’analisi che può anche avere carattere politico. L’opera pubblica “Piazza Dei Vestini” era prevista dal PRG fin dal 1982, con il programma elettorale che si andrà a stampare si arriverà al quinto o sesto programma dei compagni in cui se ne prevede la realizzazione. Sono più di vent’anni che la gente abita in Piazza Dei Vestini, e questa è an-cora pavimentata a sterpaglie e rovi ed arredata con olivi incolti che sembrano gaggie. Eppure i soldi per le opere di urbanizza-zione (Bucalossi) questi cittadini li hanno dovuti sborsare da più di vent’anni. Che fine hanno fatto tali soldi nel frattempo?Rimanendo sul programma di Passeri, non era invece stata previ-sta la realizzazione della strada che collega la Provinciale Colle Cavaliere con la SS81; eppure questa è stata realizzata sborsan-do ben 478.000 Euro. L’opera che l’assessore Sablone ha defini-to “un’arteria fondamentale per migliorare la viabilità nell’area vestina” è stata però fatta a totale carico dei cittadini di Loreto. La riflessione che viene spontanea ad un eretico arso sul rogo come me è questa: la viabilità intercomunale è di competenza della provincia mentre le piazze cittadine sono competenza del comu-ne. Mi chiedo se non sarebbe stato politicamente più democra-tico e corretto realizzare prima Piazza Dei Vestini, che interessa alcune centinaia di famiglie, spendendo diciamo 200.000 Euro e realizzare poi la strada di Scannella, che serve poche decine di famiglie, dopo essersi fatto finanziare almeno la metà del costo dell’opera dalla Provincia di Pescara??? Avremmo avuto con gli stessi soldi una piazza ed una strada. Possibile poi che i soldi pa-gati alla provincia dai cittadini della vallata del Tavo negli ultimi 15 anni sono sempre stati spesi dalle parti di Lettomanoppello e non sul territorio nostrano? Tutto questo, chiaramente, con buo-na pace degli assessori provinciali eletti a Loreto! Questi spunti di riflessione potrebbero tornare utili fra un paio di mesi; medi-tate gente meditate!!!

jacques de molay

uNA NOTTE D’INvERNOE’ un fiorire di cantieri a Loreto. forse perché si vota? già

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8 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLpOLITICA

La politica a Loreto a 10 giorni dal-la presentazione delle liste eletto-rali, presenta uno scenario confu-so, l’unica cosa chiara sembra che comunque vada, si presenteranno liste civiche formate da forze poli-tiche diverse. Ma questa stranezza non è solo una prerogativa loretese: nel Veneto, a Recoaro, una lista civica formata dal Pd, Lega e Socialisti ha vinto le amministrative con il 49 per cen-to. A Resana, a San Polo di Piave e a Badia Polesine le giunte sono targate tutte Partito democratico e Lega Nord.Tornando dalle nostre parti a Venafro, provin-cia di Isernia, città di 10 mila abitanti, i cittadini hanno premiato una coalizione con esponen-ti del Pdl, Pd e Idv, che è riuscita a spuntarla contro il ras locale del Pd. A Montesilvano, la quinta città più grande d’Abruzzo, tre anni fa, l’Italia dei valori, appoggiando al ballottaggio il candidato sindaco del Partito della libertà, disse “Di contribuire”, per bocca del leader regionale Costantini a :“Quel processo di rin-novamento della classe dirigente di cui Mon-tesilvano ha bisogno”. Quindi, a quanto pare il trasversalismo, attraverso liste civiche, nel-le tornate amministrative ormai non sono più delle anomalie. A Loreto, fino a qualche gior-no fa, la situazione politica era la seguente: il Pdl con la componente di Rialzati Abruzzo ha dato mandato ad Alberto Cerretani di costitu-ire una lista civica che possa coinvolgere altre forze politiche. I primi ad aderire al progetto sono stati l’Udc ed il Psi, poi molte persone del mondo dell’associazionismo e del volontariato. “Vogliamo estendere il progetto – dice il con-sigliere comunale di minoranza Alberto Cerre-tani - a tutti coloro che, pur provenendo da aree politiche diverse, senza rinunciare alla propria identità, siano disponibili ad un confronto lea-le e costruttivo per il bene del nostro paese”. Nell’altro versante, il Partito democratico dopo aver affrontato diviso le primarie (quattro le liste presentate a Loreto), per eleggere i dele-gati al congresso provinciale, oggi il segretario Remo Giovanetti deve fronteggiare le diverse correnti che pretendono ciascuna un proprio candidato sindaco. Moreno Sablone dopo anni di militanza ed un ottimo successo nella scorsa tornata amministrativa, chiede e pretende la candidatura a sindaco. All’interno dell’attuale

amministrazione comunale, gira da diverso tempo anche il nome del vice sindaco Te-renzio Chiavaroli che si è visto l’anno scorso scippare la pol-trona da Luciano Matricciani all’interno della fondazione PescarAbruzzo (ex Caripe) e un mese fa quello del con-siglio di amministrazione della Ecologica srl, da Enrico Colarossi appartenente alla corrente di Di Matteo. L’Italia dei valori con Domenico Do-natelli, in diversi incontri, sia da una parte che dall’altra, ha

sempre ribadito la necessità per il suo partito di esprimere la candidatura a sindaco, per ga-rantire al paese un cambio netto del vecchio e becero modo di amministrare la cosa pubblica. Nel frattempo, il 12 dicembre dell’anno appe-na trascorso, Sandro Di Minco lascia, a causa del riconteggio delle schede da parte del TAR, definitivamente il consiglio Provinciale. Al suo posto entra Giancarlo Gennari del Partito De-mocratico. “ Si paga – dichiara Maurizio Acerbo, leader di Rifondazione Comunista in Abruzzo – la scelta di coerenza di essere andati da soli alle elezioni, avendo constatato l’accordo del centrosinistra che voleva D’Ambrosio e Di Mat-teo (se l’Allegrino avesse vinto le elezioni ndr) assessori eventuali”,. E visto che la coerenza non ha pagato Di Minco pensa bene, a Loreto, di continuare a stringere accordi con i gruppi di riferimento dei due contestati di sinistra: da una parte Esposito (gruppo Di Matteo), dall’al-tra Passeri (gruppo D’Ambrosio), guarda caso i due additati, dalla stessa Rifondazione, come esponenti del partito dell’acqua. Intanto, mer-coledì scorso, il Consiglio Comunale, l’ultimo di questa consiliatura aveva in programma l’approvazione della Variante al PRG. Gli uffici competenti avranno trenta giorni per la pub-blicazione del Piano e subito dopo, entro ses-santa giorni, i cittadini potranno presentare le loro osservazioni. Poi la nuova amministrazio-ne dovrà esaminare le osservazioni pervenute e, a lavoro ultimato, convocare un Consiglio Comunale per approvarle. Il Piano Regolatore sarà di nuovo pubblicato all’albo e dopo altri trenta giorni approvato dal Consiglio Comuna-le. Ad occhio e croce, i cittadini di Loreto po-tranno beneficiare della variante non prima di un anno.

Al voto al voto!LA REALTà vIRTuALE“Ci sono dieci aziende che hanno chiesto di aprire da noi la loro attività. In tempi molto rapidi arriveranno le attività che porteranno, tra l’altro, nuova occupazione. Solo un’azienda assumerà quaranta dipendenti. Si tratta di un imprenditore canadese ”. E ancora: “ Tra l’altro abbiamo anche sbloccato la situazione della Mare Monti: nelle prossime settimane partiranno i lavori così le imprese avranno anche un collegamento rapidissimo con autostrade e litorale”. Questo è quanto affermava nel 2005 in una conferenza tenuta presso la sede dell’Unione industriale di Pescara l’attuale sindaco di Lore-to Bruno Passeri.A dicembre 2008 è la volta del vice sindaco Chiavaroli: “ Il consorzio A.S.I. ha già assegna-to un’altra area all’azienda Gamal Ilp srl che aprirà i battenti nel 2009. Prima della fine del prossimo anno potrebbero arrivare nove nuo-ve aziende nella zona Remartello”.Il 2009 si è concluso e la zona industriale è pra-ticamente deserta. Nella primavera del 2008 l’API (Associazione Piccole Imprese) di Pescara, s’interessò del sito di Remartello con l’intento di costruire un distretto industriale. “L’intenzione – dice il presidente Domenico Tronca – era di procedere con un sistema con-sorziato dove vi è un’azienda capofila e le altre che in qualche modo possano ruotare nel suo lotto produttivo. L’importante e che tra tutte si istituisca una sinergia utile per abbattere i co-sti di produzione e privilegiare le innovazioni tecnologiche. Il sistema dovrà funzionare per distretti: un centro operativo unico per tutte le aziende che spazi dalla proposta dei sistemi innovativi di produzione, al marketing, ai cor-si di formazione e a quelli per la sicurezza, da svolgersi all’interno di una palazzina, edificata al centro del distretto, dove era possibile collo-care anche una sala congressi ed altre attività correlate al mondo produttivo. Abbiamo fatto almeno tre riunioni con il sinda-co Passeri che ci riferì l’esistenza di alcuni pic-coli problemi di facile risoluzione e che appe-na avevano provveduto ci avrebbero convocati nuovamente. Ma dopo un po’ di tempo ci disse-ro che non era possibile agire sul quel sito per-ché i lotti furono acquistati da altre aziende.

Cerretani

CERRETANI vERsO IL fuTuRO

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10 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLATTuALITA’

Le previsioni per quest’anno, l’ultimo del-la Sig in attesa del nuovo appalto, sono incerte. Nel senso che fa sì abbastanza freddo, forse non al punto da poter vedere una conferma delle performances econo-miche del 2008: il primo trimestre permi-se di far schizzare i ricavi di 21.600 euro della Sig spa, la società mista che opera da vettore del metano essendo anche proprietaria degli impianti, grazie all’au-mento del 7% dei metri cubi di gas: quasi 9 milioni e mezzo di metri cubi. Il 2008, l’ultimo anno conosciuto, tenendo a base le tariffe rimaste ferme a tre anni fa, si è infatti chiuso con un utile fotocopia del 2007: 144 mila euro, di cui 137 mila euro distribuiti ai soci pubblici (i Comuni di Penne, Loreto Aprutino e Collecorvino) e a quello privato (la marchigiana Multiser-vizi spa che detiene il 38,70%). Non tanto, ma pur sempre qualcosa per un Comune notoriamente con le casse a secco quale quello pennese che ha ribadito di voler mantenere la propria partecipazione pari al 23,65% (1.665.000 euro) sui 7 milioni di euro di capitale sociale. E’ lo stesse ente vestino, delegato dagli altri due, ora a do-ver fare da capofila nella messa a punto del nuovo appalto per l’affidamento del servizio. Se ne occupa da vicino l’inge-gnere del partito democratico Piero An-tonacci, a capo del settore lavori pubblici. Subito una domanda: poiché la Sig spa ebbe in affidamento diretto dal Comune di Penne la gestione della pubblica illu-minazione (titolare anche a Loreto)-che ha reso un margine nel 2008 poco meno di 20 mila euro- del calore degli edifi-ci comunali (in tutti e tre i paesi) e dei parcheggi, l’appalto che sta partendo la comprenderà o sarà necessario un ban-do a parte?”A mio giudizio di appalti ne servono due”, ha sollevato il caso in con-siglio comunale l’ex vice sindaco Alberto Giancaterino dai banchi della minoranza

dei LiberalSocialisti del centro destra. Si sta occupando di fornire una risposta il segretario generale Alberto Smargiassi. Non solo: la gara pubblica per il gas sarà indetta su bacini provinciale, regionale od interregionale?Nel frattempo, alla Sig è cambiato il consiglio di amministrazio-ne col solito rimpasto. E’ il turno al vertice di Graziano Agresta, espressione di Col-lecorvino e del suo centrodestra. Con lui presidente, si sono insediati il pennese Toni Di Nino (è una staffetta con il socio di studio Ernesto Sfamurri) e l’ex sindaco di Loreto Aprutino, già presidente della spa, Carlo Nobilio tutti in quota al cen-trosinistra, mentre resta come consigliere delegato il marchigiano Graziano Mariani per conto dell’azionista privato. L’appan-naggio annuo per i tre è nel complesso di 34.240 euro, mentre è di 13.578 totali per la terna del collegio sindacale oggi presieduta da Domenico Patricelli con Stefano Coppola ed il pennese Giuseppe Pollastri subentrati ad Antonio Sabatini e Bruno Fasciani. Per il nuovo organo di ge-stione la sfida è anche quella di conquista-re nuovi affidamenti quando quest’anno in diversi centri cominceranno a scadere le proroghe e Sig intende farsi trovare pronta. La società ha contabilizzato anche contributi regionali per l’ampliamento della rete metanifera per un milione e 280 mila euro. Su un altro versante, quello del-le attività diverse dal core business azien-dale, la Società Intercomunale Gas pensa bene di far respirare meglio i propri conti incidendo per il 42% dei suoi ricavi. Ad esempio il Comune di Penne le fa gestire alcuni parcheggi: i ricavi sono stati minori di 8 mila euro rispetto al 2007 (123 contro 131 mila), ma anche meno costi per quasi 3 mila euro. Un risultato peggiorato poi-ché l’utile fu di almeno ventimila euro.

Il caso ABBE’ ARRIvATA LA BufERA!Anche a Loreto i venti della recessione e della disoccupazione si fanno sentire. L’ABB, l’unica vera e grande realtà occupa-zionale, con il consistente relativo indotto, a fine anno chiuderà i battenti dismetten-do il sito industriale locale. Un brivido di incertezza ha attraversato i dipendenti dell’azienda coinvolgendo le relative famiglie e le altre realtà che operavano nell’indotto. Non è cosa da poco se si con-sidera che il nostro territorio da sempre è stato considerato, rispetto alle altre realtà limitrofe, l’ultima della classe per quanto riguarda gli insediamenti industriali an-che per le scelte operate dalle varie Am-ministrazioni che si sono susseguite negli ultimi quarant’ anni. Il Consiglio Comuna-le è stato convocato in sessione straordi-naria per affrontare la problematica ma-nifestando solidarietà ai dipendenti tutti senza distinzione di colore politico. Una sua rappresentanza, nelle persone del vicesindaco Chiavaroli e del consigliere Cerretani si è recata insieme alle rap-presentanze sindacali e della RSU a Roma dove era stato predisposto un tavolo pres-so il Ministero dell’Industria per la ricerca di possibili soluzioni. Dal tavolo è emersa la possibilità di una cessione dell’azienda con relativo mantenimento del livello oc-cupazionale. Ovviamente il tutto dovreb-be essere subordinato ad un protocollo di intesa con le istituzioni e ad un efficiente piano industriale che garantisca continu-ità e soprattutto i livelli contrattuali. Na-turalmente ciò di cui sopra riguarderà esclusivamente l’ABB e i suoi dipendenti ma nessuno potrà mai garantire lo stesso per tutte le altre realtà occupazionali che gravitano intorno all’azienda madre e che sicuramente rischiano di più.Probabilmente se l’ABB avesse trova-to una maggiore disponibilità,da parte dell’Amministrazione dell’Ente Locale, allorquando avanzò l’ipotesi di un am-pliamento dell’azienda, oggi non sarebbe stata costretta a delocalizzare e forse sta-remmo qui a parlare soltanto di ridimen-sionamento e non di chiusura.

di giano Bifronte

LuCE suL mETANOE’ in scadenza l’accordo con la sig. Il nuovo appalto lo

gestisce penne. Con qualche distinguo

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12 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLATTuALITA’

Considerato il particolare spaccato politico - economico che vive la nostra cittadina noi, compagni di Rifondazione Comunista- sezione di Penne, riteniamo che a fronte di una totale trasparenza sulla situazione economica del Comune di Penne ci siano alcune tematiche impre-scindibili e interdipendenti attorno alle quali ri-costruire un reale e fattivo movimento di sinistra a Penne Le nostre proposte per riaprire il dialogo con i cittadini e con tutte le forze politiche e sociali del centro-sinistra sono:1. OCCUPAZIONE: Aperture di aree di opportunità occupazionali a favore dei disoccupati di ogni età in modo che le loro idee prenda-no corpo;realizzazione di aree industriali (zona Baricelle); sportello informativo riguardo le molteplici possibilità di finanziamento e cofi-nanziamento per la creazione di opportunità lavorative ad ogni livello istituzionale, per esempio incubatori d’impresa: ovvero possibilità di facilitazioni economiche a chi abbia difficoltà iniziali nella realizzazio-ne delle proprie idee. 2. GARE D’APPALTO MONITORATE E TRASPARENTI Previsione di nor-mative, nel regolamento comunale, che escludano per almeno quattro anni, per quanto riguarda l’affidamento di lavori pubblici e servizi ad imprese private, di tutti gli imprenditori che abbiano avuto o hanno vertenze in corso riguardanti i salari dei lavoratori e le norme sulla sicurezza nel lavoro.3. AMBIENTE: Investimento sulle fonti di energia alternativa(led, pannelli solari in edifici pubblici e privati) finalizzato al risparmio energetico sull’illuminazione: con un modesto investimento iniziale il Comune di Penne potrebbe risparmiare , nel tempo, migliaia di euro. Incentivazione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani (annoso problema di Penne) ascoltando le associazioni sensibili all’ambiente come Greenpeace, WWF, Legambiente etc.e assumendo quanto più possibile una posizione critica e lucida nei confronti degli impren-ditori del settore attirati principalmente dall’aspetto lucroso del pro-blema4. AGRICOLTURA: Potenziamento e manutenzione delle strade disse-state che incontriamo nella nostra campagna ( fra la viabilità più pre-caria si segnala quella di Villadegna e quella di c/da Pagliari); ELIMI-

NAZIONE del passaggio tra produttore e consumatore che favorisce solo gli speculatori e promozione della vendita diretta dall’agricol-tore al consumatore; oltre al mercato coperto, apertura permanente, soprattutto nel centro storico, di spazi per la vendita di prodotti tipici e artigianali; introduzione di un bollino blu che garantisca la provenien-za e la qualità dei prodotti locali.5. SOCIALE: Costruzione di case popolari da destinare alle persone, alle giovani coppie e alle famiglie con basso reddito. Considerato che con la nuova finanziaria il GOVERNO BERLUSCONI ha ancora tagliato soldi pubblici per l’istruzione pubblica destinando fondi alla scuola privata riservata ai ricchi si richiede: di prevedere un fondo in bilan-cio comunale per fare in modo che i figli delle famiglie meno abbienti continuino ad avere gratuitamente o, quanto meno, a costi contenuti non solo i testi per il ciclo delle scuole elementari ma anche altri ser-vizi come la mensa scolastica e il trasporto urbano.6. CULTURA: Si ritiene che, considerata la vocazione storico-artistica e ambientale della nostra cittadina, sia utile che le diverse realtà dialo-ghino fra di loro creando delle sinergie proficue e produttive Si reputa improrogabile, quindi, l’inizio oltre che della salvaguardia anche di un graduale recupero e potenziamento delle nostre ricchezze a partire dal centro storico e da ogni bene culturale storico e paesaggistico del nostro paese(chiese, fontane palazzi, case, archivi, biblioteche, reperti di arte sacra e archeologici, riserva naturale etc..) anche attraverso il reperimento di fondi privati, provinciali, regionali, nazionali ed eu-ropei. In questo modo si potrebbe mettere in atto il sistema di una gestione integrata del centro storico e delle risorse architettoniche, archeologiche, di storia sacra, archivistiche, bibliografiche e paesag-gistiche che richiamando un maggior flusso turistico diventerebbe anche un modo per creare spazi lavorativi e occupazionali. Inoltre si reputa costruttivo facilitare gli scambi con canali alternativi nella pro-duzione culturale creando degli spazi ad hoc come il cinema Ariston, teatro di San Giovanni, etc. chi desidera partecipare attivamente alle iniziative di RIFONDAZIONE COMUNISTA - circolo di Penne - può te-lefonare a Frisa Gabriele tel. 3470134861.

di gabriele frisa, segr. del Circolo di Rifondazione Comunista penne

no portati infermi e feriti. Purtroppo alcune di esse perirono durante il bombardamento del 1944. Da allora a tutt’oggi le ambulanze e i Volontari della CRI sono al servizio dei citta-dini dell’area Vestina. Il Comitato Locale di Penne, per opera dei suoi volontari svolge le seguenti attività socio-assisten-ziali: Servizio di trasporto degli emodializzati, servizio di assistenza sanitaria incontri casalinghi di ASD Penne calcio e ASD Passo Cordone calcio, primo soccorso e trasporto In-fermi in convenzione e a pagamento, servizio di Assistenza Socio Sanitaria e compagnia presso il reparto Geriatria e per l’animazione nel reparto di Pediatria dell’Ospedale Civile di Pescara, assistenze domiciliari ad alcuni anziani e disabili di Penne, attività ludica gratuita per i giovani svolta perio-dicamente presso il “Parco del Sole”, varie attività a favore dei senzatetto, raccolte alimentari a favore delle istituzioni civili e religiose operanti nell’area vestina, collaborazione attiva con mensa di san Francesco, Caritas e Servizi Sociali dell’area Vestina per attività sul campo; inoltre postazione di Primo Soccorso presso località Rigopiano, Farindola, nel periodo estivo, collaborazione con la Comunità Montana Vestina- Servizio Sociale, partecipazione attiva al piano co-munale di P.C. attività varie di Croce Rossa a livello locale, provinciale e regionale.

penne e la Croce RossaINsIEmE DA 93 ANNILa Croce Rossa è un’associazione Internazionale con fini assistenziali, nata nel 1864 ad opera di Henry Dunant. Essa opera a favore delle vittime di conflitti armati, gravi situazioni di emergenza e catastrofi naturali, ed è presente in 164 paesi (Società Nazionali) tra cui l’Italia. La CRI è presente nella città di Penne dal 1917, dalla costituzione dell’Ospedale Civile San Massimo. Le Crocerossine furono le prime figure ad essere presenti, insieme ad altri volontari che si occuparono di attività socio-assistenziali e reperimento fondi e beni di prima necessità. Il 5 dicembre 1943 durante il secondo conflitto mondiale la CRI stabilì a Penne un presidio riconosciuto dalle Autorità Civili e Militari dove veniva-

pENNE, O sI CAmBIA O sI muORELe riflessioni di Rifondazione Comunista

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14 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLATTuALITA’

PENNE – L’ultimo conto da pagare data 22 ottobre scor-so, cioè due settimane dopo la delibera con cui il consi-glio comunale ha preso atto di dover riconoscere e dun-que estinguere, con un pia-

no triennale, alcuni debiti fuori bilancio legati a giudizi ed alle relative parcelle professionali di alcuni avvocati: in tutto poco più di 56 mila euro, ora all’esame della Corte dei Conti. Il 22 ottobre il Tar di Pescara, dove il Comune su quattro cause (perse) non s’è mai costituito, ha dunque condannato il Comune a rifon-dere tremila euro di spese legali nella vertenza Cogedil. Nel mirino dei giudici amministrativi, le opere di urbanizzazione del comparto Peu di contrada Baracchia, eseguite secondo l’ufficio urbanistica in parziale difformità del progetto appro-vato. Tanto che nell’aprile 2007, l’ente sospendeva alla Cogedil l’esecuzione della domanda di permesso a costruire in sanatoria. Da qui il ricorso della ditta e l’accoglimento delle sue ragioni da par-te del Tar. Una seconda battuta d’arresto per l’architetto Antonio Mergiotti, respon-sabile dell’urbanistica comunale e del partito democratico di Collecorvino. Per-ché già il 2 luglio 2009 l’ufficio comuna-

le, sempre dal Tar, aveva avuto notizia di una sconfitta (“il Comune ha equivocato”) con annesso conto di 4 mila euro di spe-se legali da versare a Roberto Cecamore, titolare dell’”Autotrasporti Mediatrans” e proprietario della sede in piazza Luca da Penne dei democratici. L’imprenditore, che a contrada Campetto ha messo in pie-di un centro commerciale su cui indaga la procura della Repubblica di Pescara, s’era visto sospendere dall’ufficio urba-nistica la denuncia di inizio attività (Dia) e negata l’agibilità fino alla pronuncia del giudice amministrativo. Due altri verdetti sfavorevoli (4 mila euro di spese) al tribu-nale amministrativo di Pescara le ha subi-ti, l’amministrazione Di Marcoberardino, il 2 luglio: ricorrenti la società Gamma Real Estate sas di Pierluigi D’Angelo e c. e Ca-dia Capitanio, titolare di “Shoes”. Entram-be avevano ricevuto da Donato Valori, responsabile delle attività produttive, l’or-dine di sospendere la vendita fino all’ac-quisizione dell’agibilità. Walter Putaturo (già presidente del comitato di controllo sugli atti dei Comuni pescaresi), Andrea Modesti e Giulio Cerceo: sono i tre lega-li le cui competenze, per vicende invece piuttosto vecchie, sono rispettivamente pari a 15.228 euro, 20.716 euro e 12.713 euro. Li paga Donato (in alto nella foto).

RipetitorisquILLI IN RITARDOPENNE - «O natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? Perché di tanto inganni i figli tuoi?». Prendereb-bero in prestito i versi di Leopardi, i resi-denti di Colle Castello e Porta Fornace di Penne, che dopo anni di battaglia anti-an-tenne avevano ottenuto dall’amministra-zione comunale la dislocazione degli im-pianti in un luogo già individuato (come deliberato nella seduta consigliare del 5 marzo 2009). Ma ad oggi, dopo nove mesi, nessun lavoro è stato iniziato. I residenti delle zone coinvolte, riuniti in altrettanti comitati si sentono presi in giro e preten-dono delle spiegazioni. I cittadini, costitu-itisi in comitato, hanno da subito avanzato proteste contro l’installazione di quei mo-stri tecnologici che si ergevano proprio sulle loro abitazioni. Disturbati dai rumori degli impianti, preoccupati per le radia-zioni emanate, sin dal primo giorno si sono rivolti all’allora amministrazione co-munale, diretta dal primo cittadino Paolo

Fornarola. Qualcosa si mosse. Il comune convocò due esperti del settore per effet-tuare tutti i rilievi necessari per scongiu-rare un eventuale inquinamento acustico e magnetico. I risultati, un po’ ballerini - per la verità - diedero in parte ragione ai resi-denti. Dopo tante battaglie e dopo il cam-bio della guardia a palazzo di città (con l’amministrazione di Donato di Marcobe-rardino), la situazio-ne non si è mossa di una virgola. I cittadi-ni si sentono presi in giro. Gli animi sono accesi mentre ciò che va spegnandosi è la speranza di ve-der finalmente risol-ta la situazione. «Non è una questione di principio - urlano i residenti riuniti nei rispettivi comitati - noi siamo preoccu-pati per la nostra sa-lute e siamo stanchi di aspettare!».

I nostri soldi

DEBITI IN NOmE DEL pOpOLO ITALIANO

Il Comune alla cassa per le sentenze. Ecco perché

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16 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLgIusTIzIA

PENNE – Sul numero 8 del 2009 (“L’inso-stenibile leggerezza del giudice Chieffo”), Lacerba aveva pubblicato il caso spinoso di Agostino Chieffo, un giudice-politico che per anni ha penalmente processato gli imputati alla sezione di Penne del tri-bunale pescarese pur essendo vicesinda-co di Gissi: un doppio ruolo incompatibile, come da sempre sancito dalla normativa. E così l’avvocato di Gissi Agostino Chieffo ha perciò dovuto lasciare l’incarico di giudice onorario penale di tribunale di Penne: letta Lacerba, il presidente del tribunale di Pe-scara Giuseppe Cassano ha messo Chieffo davanti alle sue responsabilità inducendolo a scegliere: lasciare la toga di magistrato o la carica di vice sindaco. Chieffo ha lascia-to la magistratura onoraria, ma di lui si sta occupando il Consiglio Superiore della ma-gistratura per i provvedimenti del caso. Dal 2006 il quasi quarantenne legale Agostino Chieffo del foro di Vasto, per carenze di or-ganico, aveva chiesto ed ottenuto di essere “prestato” alla magistratura come giudice onorario al tribunale di Pescara che l’ave-va distaccato nella sezione pennese dove sentenziava nelle cause penali in qualità di giudice unico monocratico. Chieffo però era stato eletto come consigliere comunale di Gissi nel 2004, nominato dal sindaco Nicola Marisi suo vice e rieletto il 7 giugno scor-so quando è stato confermato numero 2 del sindaco con deleghe pesanti. Il problema è che per la legge italiana Chieffo è incom-patibile. Non si può insomma esercitare la funzione di magistrato onorario e quella di vice sindaco, anche se Gissi, patria di “zio” Remo Gaspari, non fa parte del territorio di

competenza del tribunale vestino (60 mila abitanti sparsi fra Cappelle sul Tavo e Brit-toli). E’ così deciso fin dai tempi di un regio decreto del 1941. E in quest’epoca repub-blicana, il 3 giugno 2009 il ministero della Giustizia (che nomina i giudici onorari) l’ha ribadito: la toga di magistrato onorario è preclusa ai “titolari di cariche elettive ed i membri delle giunte degli enti territoriali”. Il Consiglio Superiore della magistratura, che delibera sulle domande dei giudici onorari così come proposte dal consiglio giudiziario territoriale, nel 2004 rispondeva chiaramente ad un quesito (un sindaco può essere anche GOT?) rilevando che “allo sta-to della legislazione primaria non vi sono spazi per ritenere che vi sia compatibilità fra l’esercizio delle funzioni di magistrato onorario e quello di una carica politica pub-blica, nel caso di specie la carica di sindaco, a prescindere dal circondario in cui queste ultime vengono prestate e, dunque, anche nel caso che dette funzioni vengano eserci-tate in ambiti territoriali diversi”. Intanto, a Penne le udienze penali vengono tenute dal solo giudice onorario Franca Di Felice.

di Berardo Lupacchini

giustizia lentaIL TEmpO CANCELLAPENNE – Assolto e prescritto. Difeso dall’avvocato Ugo Di Silvestre, chiude i conti con la giustizia alla bell’e meglio l’ingegner Piero Antonacci, imputato in un pro-cesso al tribunale di Pescara: sul capo dell’ufficio tecnico comunale pendevano le accuse di abuso e rifiuto di atti d’ufficio. Al centro della vicenda, i lavori di ristrut-turazione nel ’95 di palazzo Perrella, in piazza Luca da Penne. Sotto accusa, secondo il Pm dell’epoca Aldo Aceto, un aumento di volumetria legato ad opere eseguite in un locale, attiguo al condominio, dal proprietario Vincenzo Bianchini. Negli esposti si lamentava un abuso edilizio che, secondo l’ufficio del procuratore Nicola Tri-fuoggi, provocherebbe tuttora problemi di stabilità. Intervenne anche il difensore civico della Regione Giovanni Masciocchi e così, con un’ordinanza, il sindaco Paolo Fornarola, nel febbraio 2002, imponeva a Bianchini di eliminare l’abuso e di ripri-stinare la stabilità del palazzo, messa in pericolo dallo scavo di circa mezzo metro. Bianchini non ottemperò, mentre per l’accusa Antonacci non avrebbe fatto rispet-tare l’ordinanza. Il tribunale, presieduto da Carmelo De Santis, ha però prosciolto il tecnico: avrebbe dovuto farla rispettare il sindaco. Per le altre imputazioni, il troppo tempo passato le ha fatte prescrivere.

Alfano

vOsTRO ONOREsI E’ DImEssO

Dopo che Lacerba scoprì l’incompatibilità del giudice Chieffo

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18 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLECONOmIA

Venerdì primo gennaio dall’Agenzia del-le Entrate sono filtrati i primi risultati sulle dichiarazioni dei redditi 2009 (per l’anno 2008). I dati dicono che gli oltre 41 milioni di contribuenti Ire (l’imposta sulle persone fisiche, un tempo l’Irpef) hanno messo nero su bianco un imponibile medio di 19 mila e 110 euro (1.592 al mese). Cifre superiori cioè del 3% rispetto all’anno precedente e di mezzo c’è stato un anno che ha visto il prodotto interno lordo lasciare sul campo un punto percentuale. Magra consolazione. Le tabelle però spiegano che solo 395 mila 562 contribuenti hanno dichiarato un reddito su-periore ai 100 mila euro e che quelli oltre la

soglia dei 200 mila sono quasi 77 mila, ovve-ro lo 0,18% del totale: meno di due ogni mil-le, insomma. L’evasione stimata dal governo è di 100 miliardi. Per provare a contrastar-la, si innesca il meccanismo del cosiddetto accertamento sintetico, basato sugli incroci fra le banche dati. Funziona così: quando un contribuente per almeno due anni manife-sta, attraverso l’acquisto o comunque il pos-sesso di certi beni, una capacità contributiva superiore di un quarto a quella dichiarata, allora l’agenzia delle Entrate può procede-re a ricalcolare il suo reddito in base ad una serie di parametri. Se ti scopro ecco cosa paghi. 5.160 euro e 50 centesimi: è l’imponibile che l’erario può imputare (salvo diversa spiegazione) a chi ha un’auto a benzina con 24 cavalli di poten-za fiscale, una Porsche Boxter o una Hyundai Santa Fe ad esempio. Le tabelle dei coeffi-cienti presuntivi di reddito spiegano che una barca a vela di 18 metri o oltre fa desumere agli ispettori del fisco un reddito per il suo armatore di 11.374,55 euro (più 11,29 euro per ogni centimetro eccedente i 1.800). Per quanto riguarda il mattone, nel caso delle residenze principali il reddito imputabile al possessore di un appartamento fino a 120

metri quadrati, in Abruzzo, è di 22,59 euro al metro; per le residenze secondarie gli im-porti vanno dimezzati. Le tabelle dell’agen-zia delle Entrate considerano anche altre voci: dal collaboratore domestico che a tempo pieno lascia presumere un imponibi-le del suo datore di lavoro pari a 16.295,45 euro. Un cavallo da corsa mantenuto in pro-prio è valutato 7.260,35 euro. Qualche evasione emblematica. Lacerba è in grado di svelare una serie di storie. A Penne, un insospettabile dipendente di un’azienda di credito se la cava con una dichiarazione da 20 mila euro. Ma la sua famiglia risul-tava proprietaria di tre immobili. Non solo.

Nell’arco di un anno si poteva permettere però di finanziare per 200 mila euro l’azienda di cui era socio un parente e di spendere 127 mila euro per pagare canoni di noleggio: la somma necessaria ad assicurarsi la disponibilità di una barca di 24 metri e di un’auto di lusso. Per il fisco, il suo reddito calcolato è stato di 315 mila euro. C’è poi il caso di un disoccupato di lusso loretese, poco più che cinquantenne. Sosteneva di vivere semplicemente gestendo i suoi beni, dichiarando 60 mila euro. Proprietario però di una visto-sa villa e di altri immobili, aveva due persone di servizio fisse, un discreto garage e persino uno yacht. Ha cercato di spiegare agli ispettori che, per mantenere il suo tenore di vita, aveva via via eroso il patrimonio di famiglia. Ma non è riuscito a dimostrare di aver ven-

duto granché. Il suo reddito è stato elevato a 100 mila euro. Il lavoratore autonomo di Pianella dichiarava 62 mila e 240 euro, cre-dendo di essere al di sopra di ogni sospetto. Però aveva comprato, a metà con la moglie, una casa di 157 metri quadrati con due ga-rages e per farlo aveva contratto un mutuo che gli costava intorno ai 15 mila euro di in-teresse all’anno. A questo doveva sommare gli 8 mila e 780 euro pagati per l’affitto di un appartamento al figlio e le spese di due auto, fra cui una di lusso. Quando ha anche tirato fuori 103 mila euro per l’acquisto di un appartamento a Pescara, s’è trovato addosso il fisco che gli ha quasi raddoppiato l’impo-nibile portandolo a 118 mila euro, con una maggiore imposta di 42 mila e 270 euro. Un garage da emiro per l’imprenditore penne-se. Era di quelli che dichiarava meno dei di-pendenti: 18 mila euro. Pian piano era salito a 26 mila e poi a 65 mila euro. Sempre troppo poco però per uno che ha un parco macchi-ne importantissimo. Convinti che il suo red-dito non si discosti tropo dai 300 mila euro, gli ispettori gli hanno contestato un’evasio-ne di 400 mila euro nell’arco di tre anni.

di Berardo Lupacchini

Trasoletti a Loreto è il proprietario numero 1.

Nullatenenti in tre

mATTONI LOROLORETO APRUTINO – Su sette componenti la giunta uscente, tre non sono proprietari di immobili (case e terre-ni) nella cittadina che stanno finendo di am-ministrare. Nella clas-sifica, spicca il primo posto dell’ultimo as-

sessore nominato: Adriano Trasoletti, ristoratore, è in-

fatti proprietario di case e terreni come il sindaco, ma in maggior misura.Ultimi, perché nullatenenti immobiliari, sono Moreno Sablone, Sandro Di Minco e Leonardo Pasqualone (originario di Atri), secondo i dati in possesso di Lacerba. Per gli altri quattro, compreso il sindaco Bruno Passeri, emergono beni a loro intestati a Loreto Aprutino.Il sessantunenne (il 26 marzo) primo citta-dino, forse al passo d’addio, risulta unico proprietario degli otto vani in cui vive a contrada Cartiera (categoria A3) e con una rendita catastale di 537,12 euro. Al catasto, foglio 23, a suo nome anche alcuni terreni di esclusiva proprietà: seminativi rispetti-vamente di 19 are e 26 centiare, 5 are e 85 c. e 3 are individuati nelle particelle 506, 900 e 902.Il suo attuale vice sindaco, Terenzio Chia-varoli, che va per i 51 anni, ha la piena nuda proprietà di un appartamento ai Cap-puccini di 4 vani, in categoria A3, con una rendita di 194,19 euro.Il 13 aprile Adriano Trasoletti, nato a Penne, compirà 47 anni. Dieci complessivamente i suoi vani dislocati in due (3,5 e 6,5) immo-bili di via Marconi, in categoria A4, dalle rendite catastali di 153,65 e 245,06 euro. Si aggiunge anche la proprietà per un quinto di un’abitazione di 7 vani in via Giusep-pe Verdi, in categoria A3, e che gli rende 339,83 euro. Circa i terreni, Trasoletti vanta un quinto proprio sulla modesta dimensio-ne di un seminativo al foglio 9 particella 588 di 22 are e 21 centiare, il cui reddito agrario è di 9,18 euro e quello domenicale di poco superiore.Per il quarantaduenne loretese doc Stefa-no Corradi, assessore all’urbanistica, due mezze proprietà superficiarie in contrada Torre Casamarte: un garage di 19 metri quadrati e un’abitazione di 5,5 vani con rendita di 411,87 euro e in categoria A2.

B.Lup.

Trasoletti

RICChI RICChIssImI mA IN muTANDECosì il fisco incrociando redditi e consumi scopre certi evasori.

Ecco alcuni casi vestini

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L

PENNE – Una cravatta per-sonalizzata, che sarebbe piaciuta anche al presi-dente Obama, a ciascun consigliere regionale così come uno scialle alle gen-tili signore elette dal popo-

lo nell’assemblea regionale abruzzese presieduta da un amicone come Nazario Pagano. Un piccolo presente natalizio con cui Brioni ha fatto la sua bella figura con la politica.A Penne, c’è un certo via vai di big del centro destra come mai si era visto in passato. Sarà perché Lucio Marcotullio, storico condottiero aziendale, era chia-ramente targato centro sinistra e finiva per incontrare solo personaggi della sua parte politica, ma sarà anche per-ché il nuovo corso di Brioni “è aperto a tutti”, come precisa Antonio Bianchini, direttore generale a 300 mila euro lor-di l’anno di Brioni: insieme con Andrea Perrone (450 mila euro) guida il grup-po dopo la rivoluzione di ottobre che ha partorito l’eliminazione del consiglio di amministrazione e la nascita del consi-glio di gestione a due teste. L’avvocato Alessandra Militerno, quarantaduenne bolognese di nascita, è invece a capo del comitato di sorveglianza compo-sto anche dal trentanovenne profes-sore Alessio Di Amato, già consulente legale di Brioni e figlio di Astolfo ex consigliere di amministrazione, e dal revisore contabile leccese Donato Co-ricciati. Che l’azienda stia spegnendo le

65 candeline della torta in un momento storico di grande delicatezza è un fatto. Ma i segnali anti crisi sono sempre più continui. E naturalmente Penne non può che aggrapparsi all’alta sartoria di lus-so. Se lo farà, anzi tornerà a fare dopo gli otto anni di Marcotullio sindaco-capo azienda, anche per la politica cittadina ad un anno dal voto per il nuovo sindaco è presto per dirlo.Ma è una domanda ricorrente che per ora non trova risposte dirette, ma solo un chiacchiericcio. Bianchini parla solo di economia aziendale per dire:“Non sono pessimista, anche se c’è ancora da soffrire e ai nostri bravissimi lavorato-ri dico: Brioni c’è, e perciò ciascuno di noi faccia bene la sua parte. Il senso di responsabilità va dimostrato sempre. Segnalo un dato illuminante sulla nostra qualità in questi momenti: non ci torna indietro un solo capo fra quelli lavorati in 220 fasi da altrettanti professionisti.La scuola per sarti dedicata dall’85 al fondatore Nazareno Fonticoli, grazie alla Regione, è ripartita e garantirà forze nuove all’azienda dove entro fine anno usciranno i più vecchi e il ricambio gene-razionale sarà completato”. Prodotto, di-stribuzione, comunicazione e prezzo: in che modo vi siete mossi?”Accorpando, tagliando e valorizzando professionalità interne come Angelo Petrucci e Gian-luigi Di Nino. Penne è così diventata il centro principale di tutto il gruppo. Qui si gestisce un concetto di organizzazio-ne che ci permette di puntare sui negozi

di proprietà, ma anche su quelli in fran-chising: le nostre boutiques, da Shangai a Barcellona, devono avere lo stesso standard di servizio, diffondono il mar-chio e consentono un rapporto diretto con il mercato. A fine giornata sai esat-tamente i dati delle vendite. E questo è strategico perché il mercato chiede ri-sposte subito”. Brioni è nota soprattutto per il suo look formale, come capispalla e cravatte. La scelta di puntare anche su tutto il resto, tipo lo sportswear, è stata premiata?”Si, ci sta dando grosse soddi-sfazioni in un momento di difficoltà del formale”. E la linea donna, dieci anni dopo il lancio delle collezioni?”E’ una piccola parte del business, ma è emer-so il giusto profilo: la donna che ricopre ruoli di comando. Da un tailleur su mi-sura emana un certo senso di potere…”. 700 abiti realizzati dagli anni ’50 e 10 mila foto dell’archivio di Brioni sono stati premiati dal Ministero dei Beni Culturali per il loro interesse storico. Uno spunto doc. Così come lo è la giacca-camicia, il capo su cui si sono cimentati gli allie-vi del Royal College of Art di Londra, partner prestigiosissimo di Brioni da tre anni. Un modo per rivisitare lo storico guardaroba aziendale in chiave british. Mesi fa, lo smoking tuxedo e la giacca da viaggio hanno acceso la fantasia in-glese con buoni risultati a giudicare dal fatto che la travel jacket è stata inseri-ta nella collezione primavera-estate di quest’anno.

di Berardo Lupacchini

Da sinistra:Angelo petrucci,

Andrea perrone e gianluigi Di Nino,

fotografati per milano finanza.

sotto, Antonio Bianchini

TENDENzA ROmAN sTyLECon la qualità oltre la crisi. E penne al centro.E’ il nuovo modello Brioni. Ben visto a destra

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pROgETTI INTEgRATI TERRITORIALI – p.I.T.In fase di predisposizionePer chi: attività legate al turismo e attività ricettive, alberghiere ed extra-alberghiere. Per cosa: investimenti in nuove tecnologie, ampliamento, adeguamento e potenziamento delle strutture e dei processi produttivi.Fondo Stanziato: POR FESR Abruzzo 2007/2013 - 8.000.000,00 €Contributo a fondo perduto: Max. 200.000 €.

sTART up ImpREsAPer chi: nuove attività imprenditoriali (Artigianato, Commercio, Industria) Per cosa: investimenti per la realizzazione e l’avvio di piccole attività imprenditoriali (attrezzature, macchinari, impianti e allacciamenti; beni immateriali a utilità pluriennale; ristrutturazione di immobili, entro il limite massimo del 10% del valore degli investimenti). Contributo a fondo perduto: Max. 100.000 €.

pOR fEsR ABRuzzO 2007/2013Interventi di riattivazione dell’attività produttiva delle Imprese. Per chi: attività economico-produttive colpite dagli eventi calamitosi verificatisi a partire dal 6 aprile 2009.Per cosa: erogazione di contributi a fondo perduto miranti a risarcire i danni causati alle attività economico-produttive colpite dal sisma del 6 aprile 2009, al solo fine di riattivare le imprese stesse.Fondo Stanziato: POR FESR Abruzzo 2007/2013 – 35.000.000 €.Contributo a fondo perduto: Max. 5.000.000 €.

NEws fINANzIAmENTI A fONDO pERDuTO/muTuI AgEvOLATI

Le opportunità di finanziamento a fondo perduto/mutuo agevolato per l’anno 2010

Dr. Ivan D Attilio

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22 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLsOCIETA’

No, non è il titolo di una favola contem-poranea. Non ci sono principi o princi-pesse, fate o maghi e non ci sono magie. Non voglio raccontarvi alcuna storia, vo-glio solo parlarvi di come si vive in un bel “villaggio” che si erge su una collina: Loreto Aprutino. Mentre passeggiavo nel mio bel paesello, mi è balenata un’idea in testa: perché non chiedere ai miei concit-tadini come vivono e cosa ne pensano del loro borgo “natio”?Ho pensato di porre il quesito ad una nu-trita schiera di abitanti e le risposte sono state esaurienti e interessanti.La risposta che mi sarei aspettata dai miei coetanei (ragazzi dai 18 ai 25) non è tar-data ad arrivare: la maggior parte di loro mi ha definito Loreto come un “paese che non c’è più ”, dove non ci sono attrattive né attività interessan-ti da praticare, dove non ci sono locali nè luoghi d’incontro; anche se, inaspet-tatamente, alcuni di essi, hanno dichia-rato apertamente di viverci bene poiché c’è tranquillità. Gli over 25, al con-trario, si sono spac-cati in due schiere: c’è chi mi ha riferito che sarebbe inutile cercare di preten-dere di più da un piccolo paese, che ci sono attività culturali, sagre e ritrovi e che sono i giovani a non divertirsi né adattar-si; chi,al contrario, ha appoggiato ferma-mente il pensiero dei ragazzi/e: «A Loreto si vive bene ma non c’è nulla, nessun po-sto idoneo per lo svago».Chi sembra vivere benissimo sono le persone più “mature”(dai 60 in su), che dichiarano: «Si vive benissimo, noi siamo nati qui e non ci siamo mai allontanati, non possiamo chiedere di meglio ad un paese così bello e vivibile come il nostro». Sarà vero? Siamo solo noi ragazzi a pre-tendere troppo? Siamo noi ad essere di-sinteressati alla tutela del nostro paese e preferiamo “migrare” in luoghi diversi? Non credo che le risposte a questi quesi-ti siano affermative: da una parte penso che tutti abbiano qualcosa da recriminare all’amministrazione locale, dall’altra cre-do anche che tutti i cittadini debbano im-pegnarsi per far “rivivere” Loreto. Qualcuno si è mai chiesto da dove nasca il disagio e il malcontento di tutti i cittadini ? Qualcuno ha mai cercato di prospettare delle alternative all’ “esilio forzato”? Ci si

è mai chiesti il perché di questi sposta-menti? Credo di no. Credo che nessuno (o forse solo alcuni) abbia mai pensato a delle soluzioni, ma abbia semplicemente posto il problema. A mio parere, la maggior parte di noi “fugge dal nido” poiché non trova nessu-no che gli permetta di esprimere il loro diniego o il loro consenso sui temi più svariati.Prendiamo la politica locale: perché non ci sono uomini politici (di destra e sini-stra) che cercano di coinvolgere i giovani? Perché non si tenta di ascoltare ed acco-gliere i pensieri e le idee degli uomini e le donne del futuro? Perché i politici sono interessati solo al proprio tornaconto? Non so se qualcuno riuscirà mai a ri-

spondere in maniera esaustiva a queste domande, soprattut-to non so se lo farà mai.Poniamoci un altro quesito: perché nes-suno tenta di propor-re attività culturali che facciano rivivere il bel paese?Non vorrei creare solo dubbi, ma cerca-re di avanzare idee: si potrebbe cercare di far apprendere agli adolescenti la storia, le tradizioni e

le usanze antiche di Loreto, magari coin-volgendo anche le persone anziane che, (ne sono sicura), sarebbero pronte e fe-lici di diventare per qualche ora “docenti delle new generations”.Qualche lettore potrebbe pensare che queste proposte sono utopistiche o irrea-lizzabili ma vi assicuro che non è così: cia-scuno nel suo piccolo può, se vuol farlo, cercare di tutelare il patrimonio cittadino, di avanzare idee e di aiutare a far rifiorire e a far recuperare le consuetudini cultu-rali e folcloristiche. Non vorrei che questo articolo contenga solo un messaggio pessimistico: Loreto è un località che può offrire molto e dal quale si può imparare tanto, bisognereb-be cercare solo il modo di perfezionarlo e di rispettarlo.Concludendo mi faccio un’ultima doman-da alla quale non riesco a trovare una ri-sposta adeguata: il nostro paese tornerà ad essere vivo e gremito?Ai posteri l’ardua sentenza.

Claudia D’Amico

C’ERA uNA vOLTA(O C’è ANCORA?) LORETO

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25 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it LTITOLO pAgINA

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26 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it

LORETO APRUTINO - Viviamo in un’area territoriale tra le più sugge-stive d’Abruzzo, eppure non sembriamo quasi accorgercene, stretti fra problemi quotidiani, corse contro il tempo, suggestioni consumistiche e, dispiace dirlo, effetti di una politica nazionale di canali formativi (e informativi) che, per decenni, non ha certo messo ai primi posti, diversa-mente che all’estero, la creazione di una vera coscienza del bene cultu-rale, della sua centralità nella vita di un uomo, e d’un cittadino che voglia considerarsi tale.L’area oggetto di queste modeste considerazioni è quella un tempo fa-cente parte di uno dei due territori morfologicamente diversi che oc-cupavano gli antichi Vestini: quello costiero, nel versante orientale del Gran Sasso ovvero la zona di Penne e Loreto Aprutino sino alla vallata del Pescara; l’altro era montano e si sviluppava in quelle zone comprese tra il Piano dell’Aquila a nord, la Piana di Navelli al centro e la Piana di Capestrano a Sud.Ma non è mia intenzione annoiare il lettore con disquisizioni di natura storico-geografica; il mio intento è semplicemente fungere da pungolo alle nostre addormentate coscienze, ovvero buttare il sasso nello stagno, per sperare di far muovere un po’ le acque ri-stagnanti della politica e del sociale. Nonostante il territorio vestino abbia una ricca storia alle spalle e sia dotato nei giorni nostri di un sistema museale diffuso di tutto rispetto, unitamente ad un sistema di salvaguardia di vaste zone ambientali e pa-esaggistiche di rilievo, dimostrando di voler realmente recuperare il gap culturale maturato nei confronti degli anni a cavallo tra l‘’800 e il ‘900. Periodo d’oro per cui più di uno studioso di storia patria ha certificato la ricchezza paesaggistica, ambientale e soprattutto culturale che la citata area ha espresso in Abruzzo. Se appare impossibile se non utopistico oggi, ricalcare le preziose ed in-delebili orme dell’aureo periodo si dovrebbe cercare comunque di fare qualcosa, se non altro per tentare di risvegliare l’apatico orgoglio degli eredi di quella gens italica fiera e laboriosa che per la conquista di dirit-ti civili osò ribellarsi a Roma Imperiale ovvero lavorare proficuamente, ognuno nell’alveo territoriale d’appartenenza e delle proprie compe-tenze per cercare di contribuire con più efficienza al raggiungimento di una qualità di vita migliore, se è vero che la domanda giovanile interna, unitamente a quella turistica, si fanno sempre più esigenti ed incalzanti.Questi buoni propositi mal si conciliano, in generale, con un reale tenore di vita di cui oggi soffrono i centri del territorio che ancora indugiano, per alcuni aspetti, a risvolti di convivenza civile di antica memoria, inten-dendo ad esempio, la “critica” nella sua più mera espressione negativa: il becero pettegolezzo ovvero l’insulso vezzo di cospargere di fango la moralità di questa o quella persona, spesso colpevole soltanto di ubbi-dire alla sua coscienza. Negligentemente sottovalutato, il “virus” del Gossip-man è in grado di infettare anche chi presuppone di esserne immune, col rischio di creare un’assurda situazione di normalità. Ci si abitua, insomma, a conviverci. Con la “malaparola” o inv(f)ettiva che dir si voglia. E non ci vuole molto a capire che l’assuefazione a questo stato di cose, senza un’azione di con-trasto che possa limitarne l’attecchimento, ci costringe a fare un balzo indietro nel tempo sino al riapparire del Medioevo, tenuto storicamente e miracolosamente in vita, oltrechè dalle sue strutture architettoniche, ci-vili e religiose, anche, purtroppo, da una certa predisposizione mentale, le cui radici prendono linfa, appunto, da boccaccesche narrazioni.Chiedo venia di essermi soffermato su quest’aspetto che potrà sembrare di secondo piano, scontato e riduttivo (e questo è male) ma rappresen-ta il classico fardello sulla schiena del progresso della comunicazione sociale; una rappresentazione poco edificante che si mette in atto nella quotidianità delle piazze vestine, le quali, a dispetto della loro predispo-sizione salottiera e crocevia di quotidiani rapporti umani, continuano a fungere, nel ribadire ciò che scrissi anni addietro, da grossi altari dove vengono metodicamente sacrificati al dio pettegolo, problemi vacui dagli effimeri godimenti. Una pittoresca area dalle enormi potenzialità sociali, economiche e cul-

turali, costretta a fare quotidianamente i conti con un “modus vivendi” al limite dell’antistoricità e della dispersione, contrassegnato da anta-gonismi viscerali che impediscono la realizzazione di progetti di largo respiro, dove l’orizzonte non finisce nella rete di recinzione del giardino di casa.E prego il paziente lettore, di non “leggere” in queste righe, alcun atteg-giamento moralistico, tantomeno di presunzione: è soltanto una semplice e, purtroppo, penso, veritiera constatazione. In effetti, anche la politica ha risentito di questi “influssi malefici”, così tanto che è arrivata ad un punto di attrito (con la cittadinanza), quasi, di non ritorno. Lo scontro frontale, all’arma bianca, ha preso il posto del ra-gionamento e della saggezza, del dibattito franco e costruttivo, rendendo straordinariamente difficoltoso ogni rapporto politico ed umano. A parer mio c’è un solo modo di combattere questa “pestilenza” sociale, che nutrendosi spesso del fanatismo, rende orbo anche chi ha la vista acuta: mandarla al rogo della purificazione… culturale o sentimentale che dir si voglia. Perché è l’ineducazione dei sentimenti il suo focola-io principale. Il vibrione dal quale si origina espandendosi per tutto il corpo. Ed il vecchio antidoto a tutti i mali è sempre attuale: la tanto bistrattata cultura! Ben s’intende non quella letteraria (o meglio, non solo), soprat-tutto quella dei sentimenti. Perché è questa la prerogativa più importan-te da considerare per continuare il cammino con meno tribolazioni, nel senso che resta impossibile affrontare il futuro con lucidità necessaria se nei nostri sentimenti nutriamo radicale avversità a tutto ciò che possa essere contrario alle nostre idee ovvero semplicemente la difficoltà pro-fonda a rispettare l’altro! L’insofferenza verso l’opinione altrui, portato all’estremo, offre il fianco ad un male ancora più grave: l’intolleranza. Nei confronti dei cosiddetti “nemici”e a tutto. Ed ecco che la nostra comunità di riferimento che ha avuto il tempo di cronicizzare questa “malattia”, si ritrova il tessuto sociale lacerato in più punti ed in alcuni casi completa-mente sbrindellato. Che fare? Non molto, per la verità e niente di sensazionale se non di iniziare a riconnettere il suo tessuto a partire … dalla sua storia, da dove la memoria si è sentita obliata dal tempo e dall’incuria degli uomini. Dal suo patrimonio culturale. Dai suoi luoghi che sono luoghi identitari, relazionali, storici, luoghi della memoria, opposti ai luoghi polifunzionali e anonimi, i non luoghi degli spazi della modernità. Conoscerli permette di ricostruire le funzioni originarie e distinte, esercitate da piazze, edi-fici religiosi, emergenze architettoniche civili. La loro conoscenza, ap-profondita e sistematica, sono ineludibili necessità per lo sviluppo del SENSO DI APPARTENENZA che non è una formula astratta ma è l’insieme di testimonianze, di oggetti presenti nella vita individuale e sociale di ognuno. Solo ri-costruendo il senso di appartenenza ad una tradizione culturale comune, a un luogo e alla sua storia si può sperare di far nascere nella fu-tura generazione quella coscienza della propria responsabilità nei con-fronti della propria cittadinanza, nella salvaguardia del suo patrimonio culturale e quindi della sua essenza di cittadino protagonista e motivato.Bisogna farlo, però, ricominciando dal basso, facendo crescere la re-sponsabilità individuale e collettiva, non solo su ciò che accade sotto casa ma anche su ciò che avviene dalla parte opposta della cittadina o provincia. Questa è la sfida che dovranno cogliere quanti operano nei territori di competenza. Perché ogni territorio dell’area vestina ha una sua peculiare dignità da difendere e solo chi vive e quanti vi operano, potranno farlo…se vorranno…!Proletari di tutto il mondo, unitevi? No! Cittadini vestini dai buoni propo-siti, uniamoci! Questo si può dire e sarebbe meglio se si potesse anche fare.Se si vuole uscire dalle sabbie mobili della sfiducia e del disinteresse, non ci sono altre vie da percorrere. Diversamente, l’area vestina conti-nuerà ad essere una sorta di Penelope costretta a sfasciare di notte la tela che tesse di giorno, in attesa del ritorno del suo Ulisse.

di mauro soccio

ALLA RICERCADEL sENsO DI AppARTENENzA

un ragionamento senza moralismo né presunzione

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28 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLIL CAsO

Cari lettori de La-cerba, siamo alle solite consue-tudini loretesi oramai concla-mate. Tre nume-ri fa avevamo portato alla vo-stra attenzione un fatto di de-grado ambien-tale notevole…ricordate? Eh

lo so, dalle nostre parti ce ne sono a iosa e quindi da questo piccolo indizio non è semplice riuscire a ricollegare a quale luogo in particolare facciamo riferimen-to visto che di scenari deplorevoli ce ne sono moltissimi, detto tra noi, vi è quasi l’imbarazzo della scelta. Vi do un altro in-dizio…il luogo in questione è, o meglio, dovrebbe essere un Parco giochi desti-nato alla giovane popolazione. Chi ha let-to quell’articolo a questo punto avrà già capito, per chi non avesse avuto modo di leggerlo, riporto brevemente la que-stione per poi invece presentare a tutti Voi Lettori la GROTTESCA conclusione e”soluzione” della questione.Allora, il Parco in questione è quello di Piazza De Vestini, che presenta vari ele-menti pericolosi e insalubri. Infatti sul posto sono presenti moltissime insidie,

avevamo riportato anche delle foto in cui la situazione penosa poteva essere vista da tutti. Ci sono preservativi sparsi ovun-que, molteplici generi di rifiuto, organici e non, e giochi non sicuri e danneggiati, ma il fior fiore all’occhiello è una scatola della luce aperta, con dei fili elettrici in bella vista. Uno scenario davvero nause-abondo e totalmente incongruente con quella che dovrebbe essere la funzione di un parco giochi. Ma non ci soffermeremo sulla descrizione dei dettagli che abbia-mo già esposto in sede passata, ma bensì sui provvedimenti che sono stati presi per ARGINARE la situazione, provvedimenti alquanto originali. Infatti, siccome taglia-re l’erba, sostituire i giochi rotti con altri nuovi, mettere un coperchio sulla scato-la della luce, e pulire pulire pulire sono azioni che comportano una spesa di tem-po importante e non solo, hanno pensato bene di ricorrere ad una soluzione molto più sbrigativa, economica ed efficace, hanno svolto davvero un ottimo lavoro in tempi record…nessuno se lo sarebbe mai aspettato, con quest’azione hanno messo al sicuro chiunque avesse avuto intenzio-ne di recarsi al Parco, tutelando così Noi cittadini lamentosi e capricciosi che non esitiamo a lagnarci di tutto…ebbene sie-te curiosi? Signore e Signori, ecco a Voi la soluzione più rapida ed efficace…il parco è stato CHIUSO!!!Ebbene sì, man-naggia, ma perché non ci avevamo pen-sato prima!Bastava chiuderlo e così tutti i problemi potevano essere risolti prima…ma questo poteva farlo chiunque, basta-va munirsi di una bella catena e di un lucchetto, peraltro reperibili in qualsiasi ferramenta e buttare via le chiavi senza alzare tutto questo polverone….sarcasmo a parte, è ovvio a questo punto che altre soluzioni non sono state prese in conside-razione, quindi cosa può rappresentare quest’area se non un ingente spreco di denaro pubblico? Per quale motivo han-no costruito questo parco se poi negano la doverosa manutenzione? Come mai hanno preferito chiuderlo invece di si-

stemarlo e riportarlo quindi a svolgere la funzione per cui è stato costruito? Sono tutte domande alle quali speriamo di ri-cevere almeno una risposta, Sabato 28 Novembre si è tenuta una riunione presso il Bar Willis in cui è stata presentata una proposta progettuale per riqualificare quest’area, e speriamo che i fatti arrivino presto, intanto sono passati due mesi da quella data ma nulla è cambiato, ma nel frattempo che non si prendono delle de-cisioni concrete al riguardo, questo parco non potrebbe essere riaperto in condi-zioni favorevoli all’espressione dell’es-sere umano civile?….Anche perché, per chi non lo avesse notato, sono finalmen-te iniziati i lavori per la riqualificazione dell’area monumento che però adesso ri-marrà chiusa per un bel po’ di tempo, fin-che non ultimeranno i lavori…ma guarda il caso, proprio adesso che la primavera si avvicina, come mai non hanno iniziato prima visto che durante l’inverno di belle giornate ce ne sono poche e visto anche che il progetto era pronto da moltissimo tempo? Non sentite anche Voi, Signori e carissimi lettori ODORE DI ELEZIONI IMMINENTI? A Voi le conclusioni, intan-to i nostri pargoli questa primavera non avranno neanche un parco in cui giocare.

di jennifer Di vincenzo

ED ECCO A vOI LA sOLuzIONE...pARCO ChIusO!

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30 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLsANITA’

PENNE – Il tumore del colon-retto è il nemico pubblico numero uno da queste parti. Contro il suo prepotente avanza-mento, la trincea eretta dal dottor Donato Natale e dai suoi pochi commi-litoni si affanna. Perché le munizioni sono quelle che sono, ma le motiva-zioni iniziali di “cuore, conoscenza e compe-tenza” sono sempre le stesse. “Soffriamo, certo, come un po’ tutto l’ospedale, per tenere la posizione”, parla come un generale in guerra, nel-la guerra anticancro e non solo, il dottor Natale. Dal marzo del 2001 guida a part time (per tre giorni a settimana) l’uni-tà operativa pennese, per poi prestare servizio a Pescara. Il primo problema a Penne è la lunghezza delle liste di atte-sa: servono quasi sei mesi per una visita di controllo. Spiega Natale:“Mancano i presupposti per azzerare le attese con appena due soli sanitari in servizio di cui uno part time e tre infermieri professio-nali”. Illuminanti i dati dell’ultimo anno: 2.100 accessi, 115 nuovi pazienti osser-vati, 1.400 visite ambulatoriali, 8 chemio-terapie medie quotidiane e un trend in aumento del 15%. “Abbiamo diverse dif-ficoltà”, osserva Natale:“Di sicuro quella relativa alle modifiche organizzative dei vari day hospital oncologici non seguite da altrettanti aggiornamenti della nostra struttura. Ai normali carichi di lavoro si sono aggiunte le norme sulla gestione dei farmaci ad alto costo, il loro monitoraggio e controllo, la necessità di centralizzare la chemioterapia a Pescara: operazioni che richiedono personale e tempo sottratto inevitabilmente alle attività mediche. Non solo. Manca l’interlocutore aziendale, cioè la direzione sanitaria con cui confrontarsi. Si è creata una situazione di isolamento e di immobilismo dell’ospedale pennese

messo fuori gioco da qual-siasi programmazione azien-dale e nello stesso tempo ha creato sconforto e demoti-vazione nel personale. Al punto che nel 2008 il nostro day hospital ha rischiato la chiusura per mancanza di medici: è dovuta intervenire l’Associazione Vestina per l’Oncologia, presieduta da Tecla Rosa, grazie alla quale ha finanziato con una borsa

di studio l’assunzione di un’on-cologa”. L’associazione ha fatto

anche di più, pagando arredi, attrezzature ed aggiornamenti professionali, arrivan-do persino a progettare l’umanizzazione dei locali ora all’esame dell’Asl. Gli am-ministratori locali come vi aiutano?”Sono muti. Dal sindaco di Penne Di Marco-berardino purtroppo non ho mai avuto una risposta concreta”. Dopo dieci anni, dottor Natale, qual è il bilancio della sua attività?”Gratificante sul piano professio-nale, deludente dal lato personale. Resto convinto che affrontare il tumore in picco-li centri vuol dire instaurare un rapporto autentico con personale e pazienti, questi ultimi alle prese con lo stesso staff che li segue in ogni momento della propria ma-lattia. Essere piccoli perciò non significa avere un raggio d’azione limitato, quando si può trarre beneficio da una realtà che presenta qualche svantaggio a patto però di poter disporre non solo di una struttu-ra adeguata, ma di un ospedale piccolo e funzionale: un desiderio chimerico oggi come oggi in Abruzzo. Un messaggio bre-ve ai pennesi: amate e difendete il vostro ospedale perché oltre a essere un bene di tutti, è un pezzo della vostra storia. Il ri-schio che, anche per il disinteresse degli stessi cittadini, l’ospedale a breve venga chiuso per sempre è elevato”.

di Berardo Lupacchini

vicissitudini in corsiaNO REfERTO, NO vIsITAUna mattina qualsiasi al San Massimo. Un’anziana deve sottoporsi a controllo orto-pedico, ma prima deve farsi radiografare l’arto in via di guarigione. Ma in radiolo-gia manca qualcuno che scriva il referto. Capita così che la signora si senta rispon-dere dall’ortopedica che lei non può effettuare la visita senza l’esito radiologico. “Ma come: non potete telefonarvi?”, si chiede la donna, sballottata fra i due servizi. “E comunque lei dottoressa non è in grado di leggere le lastre?”. No, il medico è rimasto sulle sue posizioni e la paziente ha perso una giornata. Inutilmente.

Donato Natale

pRImO, NON LAsCIARLI sOLII malati di tumore aumentano, i mezzi no. Così

l’oncologia del “san massimo” festeggerà il decimo compleanno. senza il dolce

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32 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLTEmpI mODERNI

Grande fermento negli ambienti politici e di settore, per la recente pubblicazione da parte della Regione Abruzzo del Piano di Sviluppo Rurale 2007 – 2013, ASSE 4. Restringendo il campo al territorio pe-scarese abbiamo intervistato l’assessore provinciale Angelo D’Ottavio, il cui as-sessorato riunisce le deleghe di Sviluppo Territoriale ed Agricoltura, oltre quelle di Energia, Innovazione ed Informatica.- E’stato pubblicato il bando del PSR, cosa succederà nel territorio della provincia di Pescara in merito alle politiche di svi-luppo rurale?“Il nostro territorio oggi ha una grande opportunità, data da una serie di pro-grammi che ricomprendono altrettanti in-terventi e conseguenti risorse finanziarie che andranno a beneficio dell’intero ter-ritorio provinciale. Parlo del programma

FAS (Fondo Aree Sottou-tilizzate) che mette a di-sposizione del territorio più di 800 ml di euro; del Programma FESR (Fondo europeo sviluppo regio-nale) che è già in attua-zione con i suoi 350 ml di euro oltre ai programmi POR, FSE, MASTERPLAN, IPA ed altri strumenti di programmazione definiti ed approvati dalla Regio-ne.Ma questa bagarre di acronimi, che creano confusione e sembrano sfuggire alla realtà, han-no bisogno di un collante affinché almeno le aree rurali riescano a produr-

re risultati concreti.L’ASSE 4 del PSR soddisfa queste esigen-ze.Si tratta di più di 5 ml di euro al servizio delle aree interne, del sistema imprendi-toriale agricolo, degli Enti Locali e delle produzioni che esaltano la storia, le tra-dizioni e la cultura dell’area rurale della Provincia di Pescara.- Da questa esauriente panoramica emer-ge che il sistema produttivo non prescinde dall’agricoltura e, viceversa, l’agricoltura non può prescindere dal sistema produt-tivo. Non a caso, con grande lungimiranza del presidente Testa, il suo assessorato coniuga le due deleghe specifiche. Ma concretamente come sarà attuato l’ASSE 4?“La Giunta regionale ha approvato, su

proposta dell’assessore Mauro Febbo, il bando che selezionerà il PSL (Piano di Sviluppo Locale) ed il soggetto che lo re-alizzerà. Per la provincia di Pescara potrebbero esserci più candidature e spetterà alla stessa Giunta selezionare, in base ai cri-teri stabiliti dal bando, il soggetto attua-tore, che pertanto conquisterà il titolo di GAL. Per quanto mi riguarda auspico che, almeno per la provincia di Pescara, si possa arrivare alla definizione di un unico Piano di Sviluppo che proponga un progetto che ricomprenda, oltre i 5 ml di euro del PSR, anche l’utilizzo dei 13 ml a favore delle reti e filiere di imprese (POLO VESTINO DELL’ALTA MODA, IL DI-STRETTO DEL BENESSERE, IL DISTRETTO DEI SERVIZI ecc.), dei 10 ml stanziati per la creazione di poli di innovazione; degli 8 ml per incentivare le imprese innova-tive, i 6 ml di euro per favorire l’accesso al credito delle imprese e di tutti gli altri strumenti che l’assessorato regionale allo Sviluppo Economico mettono a disposi-zione del territorio”. La strada per ottenere risultati concreti e duraturi, soprattutto per le aree interne, è quella di un radicale cambiamento di in-dirizzo nella programmazione economi-ca, che abbia come fine e come mezzo la logica del “fare sistema”. Le strategie e le possibilità esposte dall’assessore D’Otta-vio incarnano perfettamente i capisaldi di questa nuova politica; se il territorio comprenderà e recepirà questi imput si getteranno le basi per una reale rinascita e crescita dell’intera regione..

di Claudia ficcaglia

AL vIA LA sELEzIONE DEI NuOvI gAL E psLTERRE pEsCAREsI pARTECIpA DA pROTAgONIsTAIl 2 febbraio presso la sede dell’ARSSA a Villanova la Direzione Politiche Agricole e Sviluppo Rurale della Regione Abruzzo ha presentato il bando pubblico “Programma di Sviluppo Rurale 2007 – 2013” ASSE 4 “Approccio Leader” per la selezione dei nuovi GAL e dei rispettivi Piani di Sviluppo Locale. La Società Consortile Terre Pescaresi a rl,, già GAL nella passata programma-zione del PIC Leader Plus 2000 – 2006, ha manifestato pubblicamente la sua soddisfazione complimentandosi con l’Assessorato all’Agricoltura per l’ottimo lavoro svolto sulla ridefinizione e giusta rimodulazione dell’ASSE 4 del PSR, ha inoltre confermato la partecipazione al bando di selezione dei nuovi GAL e dei rispettivi Piani di Sviluppo Locale.“ Il modello indicato dal PSR e dal bando a cui GAL e Piani di Sviluppo Locale devono ispirarsi corrisponde al modello GAL e PSL che Terre Pescaresi da dieci anni sta implementando e promuovendo, l’evidente vantaggio competitivo che Terre Pescaresi esprime in termini di Partenariato, Territorio e Capacità Progettuale offre un’irripetibile opportunità a tutti i soci del consorzio di poter concertare e definire con tranquillità, INSIEME, il Piano di Sviluppo Locale di Terre Pescaresi” Sostiene il Direttore della Società Consortile Terre Pescaresi e continua “Rivolgo un invito a Enti Pubblici e istituzioni private che operano attivamente sul Territorio della Provincia di Pescara a partecipare con Terre Pescaresi alla elaborazione del Piano di Sviluppo Locale”Una nuova avventura per Terre Pescaresi (presidente Gianluca Buccella e i consigliri Daniele Di Tonno e Mario Tortella n.d.r) già impegnata in altri importanti progetti di sviluppo locale, per citarne alcuni: “Polo d’Innovazione del Benessere”, “IPA In-novazione Territoriale in area Adriatico Mediterranea”, “SCSI Strategie Comuni per uno Sviluppo integrato” , “Promozione, Sostegno e accompagnamento alla creazione d’impresa”, progetti che vedono coinvolti autorità regionali, nazionali e straniere unite in partnership.

IL mIO pIANO pER LA TERRAL’assessore D’Ottavio illustra le linee dello sviluppo

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33 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it LRIfIuTI

BOmBETTA A CApARRONEIl mega impianto non si fa, ma ecco come la Deco ci riprova

COLLECORVINO – Bloccata la megadiscarica nella terra della buona agricoltura?Probabilmente si, ma a Caparrone la guardia resta alta, anzi altissima. C’è infatti un nuovo progetto della Deco spa dei fra-telli Di Zio, nato dopo aver chiesto al servizio rifiuti della Regione di archiviare, in sede di valutazione di impatto ambientale, il progetto di discarica con un impianto di trattamento rifiuti per due milioni e 110 mila metri cubi. Un successo, certo, anche grazie alla ferma protesta popolare. Ma la Deco, presieduta dal commercialista Paolo Tracanna, mette in campo una nuova iniziativa che agita comunque i corvine-si. Spiega Umberto Freres, portavoce della battagliera associazione RipaMare:”In ciò che viene definito proget-to alternativo e ridi-mensionato, si elimina la parte industriale, ma resta la discarica di un milione e 250 mila metri cubi. Il pro-getto è ora coerente, comprendendo la bonifica della disca-rica ex De Meis, ma è stato da noi giudicato per le sue dimensioni un prezzo troppo alto da pagare per riuscire a sanare la ferita data dallo stato in cui si tro-va il vecchio sito”. Quello cioè di 470 mila metri cubi della Bio.Dem di Nicola De Meis che nel 2006 ha affittato tale ramo d’azienda, a un canone annuo di 17 mila euro, alla Deco la quale ha chiesto al Tar di Pescara di annullare il divieto con cui la Regione il 28 maggio 2008 le ha negato di intestarle l’autorizzazione del ’99 rilasciata alla Bio.Dem. Il Tar ha sbarrato la strada ai Di Zio, sostenendo che “il legislatore re-gionale ha voluto che le eventuali proroghe o rinnovi non fossero ope-rativi senza la valutazione d’impatto ambientale, non già prorogare la durata delle autorizzazioni in essere. Una volturazione- ha motivato il suo no il tribunale- non appare a maggior ragione consentita per-ché essa presuppone un impianto pienamente attivo e non sospeso, tra l’altro a tempo indeterminato. Bio.Dem- rileva il giudice- non ha mai dato corso all’esercizio della gestione della discarica. Bio.Dem poi non aveva mai avanzato istanza di rinnovo e pertanto la scadenza dei cinque anni è decorsa nel 2004”. Intanto, da un sopralluogo nelle zone circostanti la vecchia discarica, quelli di RipaMare hanno sco-perto che sono in atto opere di movimento terra con l’abbattimento di centinaia di alberi. Tutto ciò visibile dalla strada Lungofino all’altezza della zona industriale di Città Sant’Angelo, all’interno della proprietà De Meis ed ai confini della vecchia discarica. Allertata la Forestale di Collecorvino.

di Berardo Lupacchini

LA TARIffA pER LA gEsTIONE DEI RIfIuTI: uN’OppORTuNITà DA COgLIEREPENNE - Le tasse e le triffe fanno parte di quegli strumenti che consentono, se opportunamente definiti e correttamente applicati, di raggiungere obiettivi di politica ambientale mini-mizzando i costi sociali. In Italia il regime fiscale dei tributi per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ha subìto negli anni una profonda evoluzione dal punto di vista normativo. Nel 1941 è sta-ta istituita la TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani); nel 1997 con il D. Lgs 5/2/97 n.2 (“Decreto Ronchi”) è stata istituita la TIA (tariffa di igiene ambientale); nel 2006 con il Codice dell’Ambiente è stata istituita una seconda tariffa che sostituisce la TIA. La differenza tra una tassa ed una tariffa è che mentre la prima grava in maniera fissa sul cittadino-utente per la copertura parziale del servizio pubblico, la seconda grava in maniera differenziata, in base a dei parametri, per la copertura integrale del costo del servizio pubblico. Il presupposto della TARSU è l’occupazione o la mera detenzione di locali ed aree coperte, indipendentemente dalla loro destinazione. Tale for-ma di prelievo agisce dunque in maniera indifferenziata. La TIA ha l’obiettivo, invece, di far pagare agli utenti esattamente per quanto usufruiscono del servizio; essa agisce in maniera diffe-renziata e si compone di due parti: la quota fissa serve a coprire i costi di esercizio (spazzamento, investimenti in opere); la quota variabile dipende dai rifiuti prodotti dall’utente. I costi previsti del primo tipo sono suddivisi fra tutti gli utenti in base a parame-tri fissi (la superficie occupata ed i componenti del nucleo fami-liare per le utenze domestiche ed il tipo di attività per le utenze non domestiche). La determinazione della quota variabile è più complessa: si determina il costo totale dello smaltimento (per unità di peso) delle varie tipologie di rifiuti; poi si procede a di-videre i costi sulla base dei rifiuti prodotti da ciascuno. I vantag-gi della TIA sono: l’efficienza, la semplificazione e la responsabi-lizzazione. La differenza principale è che l’importo della TARSU viene imposto dall’alto mentre per la TIA l’utente può decidere ad esempio di differenziare i rifiuti perché in questo modo ottie-ne uno sconto (in questo caso ci guadagnano sia il comune, sia il cittadino). Allo stato attuale i comuni che l’avevano adottata continuano ad applicarla mentre quelli che non l’avevano adot-tata possono applicare la tariffa per la gestione dei rifiuti (TGR) del Codice dell’Ambiente (con gli stessi criteri della TIA). La TGR se correttamente applicata attraverso i decreti di attuazio-ne permetterà il conseguimento degli obiettivi di governance ambientale, minimizzando i costi sociali ed introducendo reali incentivi all’efficienza. Speriamo che il Comune di Penne sulla scia dei comuni più virtuosi passi al regime della tariffa.di Aldo Di fabrizio - Ass.polis vestina www.newpolis.net

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34 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLATTuALITA’

PIANELLA - “Uliveti abbandonati, centro storico diruto, viale Regina Margherita ridotta ad una mezza discarica con un asfalto penoso, nel di-menticatoio tradizioni come le feste patronali e lu Bbongiorne... che fine hanno fatto il senso di appartenenza e l’orgoglio pianellese?”Mi permetto di iniziare questa breve riflessione con una constatazione presa dalla pagina di Facebook della Pro Loco di Pianella, poche righe che rendono benissimo però il clima pesante che si respira a Pianella in questo periodo.Un’amministrazione comunale arroccata nel suo palazzo, lontanissima dai bisogni dei cittadini e incapace di fronteggiare il declino economico e culturale della comunità pianellese. Un’azione amministrativa para-lizzata da drammatici problemi di bilancio, frutto sicuramente dei tagli operati dal governo nazionale, ma indice anche di una totale incapacità amministrativa e inevitabile risultato di decenni di politica clientelare, pensata unicamente per perpetuare il potere di una classe politica pa-rassitaria.Se la maggioranza versa in stato comatoso, la minoranza però non sta meglio. Già di fatto impotente per i rapporti di forza all’interno del Con-siglio, la sua azione è ulteriormente indebolita dalle divisioni interne: basti pensare che a volte la polemica è più aspra fra i colleghi di mino-ranza che con gli esponenti della maggioranza. Ad aggravare la situazione il fatto che a questo desolante quadro ammi-nistrativo corrisponde un altrettanto desolante quadro politico.Da sinistra a destra:1)la sinistra è praticamente scomparsa dalla scena politica locale. So-pravvive solo l’assessore Nepa, ma ormai sembra più il rappresentante di se stesso, piuttosto che il referente di una forza politica organizzata.2)L’Italia dei Valori rappresenta sicuramente una novità sulla scena poli-tica locale, ma il consigliere Gianni Filippone avrà il suo bel da fare nel trasformare il suo comitato elettorale in un partito, veramente capace di “fare politica” sul territorio. 3)Il partito democratico è completamente nelle mani di D’Ambrosio. La dialettica interna è totalmente annullata. Ogni tanto si ripetono gli stan-

chi rituali delle riunioni di partito o delle primarie, ma in realtà altro non sono che un momento in cui i sudditi fedeli sono chiamati a dare l’ennesima dimostrazione di lealtà al sovrano indiscusso. Non conta ciò di cui si discute, non conta per chi o per cosa si vota, si partecipa perché D’Ambrosio ha chiamato!4)L’UDC: esiste? Se sì sono in pochi ad accorgersene e ancor meno a sapere qual è la sua collocazione politica a livello locale.5)Il Partito delle Libertà: uno e trino. La frammentazione all’interno della destra pianellese ha raggiunto livelli da fare invidia alla sinistra nazio-nale. Formalmente il partito è uno, ma i gruppi al suo interno sono innu-merevoli. C’è il partito “ufficiale”, che sembra aver scelto come uomo di punta l’ex capolista di “Rinasce Pianella”, Sandro Marinelli, ma c’è anche il gruppo di “Ambiente è/e Vita”, il cui referente locale è Alfonso Colliva, anche lui consigliere comunale di minoranza, ma in rotta con i compagni di lista da subito dopo le elezioni. Infine c’è il gruppo del vice-sindaco Vincenzo Pace, che appunto fa parte della maggioranza D’Ambrosio e che è alla ricerca di una fruttuosa collocazione per il futuro.6)Per completare questo quadro, quanto mai fluido e disorganico, occor-re, infine, ricordare tutta una serie di cittadini esplicitamente alla ricerca di un ruolo politico, ma non ancora collocati stabilmente in nessuna ca-sella dello scacchiere locale. Insomma, un quadro locale non molto dissimile da quello nazionale, con una politica sempre più lontana dalla vita dei cittadini e questi ultimi equamente divisi fra “delusi-rassegnati” e “incazzati-irriducibili”. I primi ormai indifferenti a qualsiasi scelta politica, pronti a subire passivamente ogni decisione imposta dall’alto, sperando a limite di poter approfittare di qualche briciola residua. I secondi impegnati in una frenetica ricerca di nuove forme di partecipazione, capaci di fornire loro strumenti atti ad incidere realmente sulla vita della comunità cui appartengono. Ovviamente non si può non incoraggiare questi ultimi e forse l’unico modo onesto per farlo è quello di rammentare loro la dura dialettica fra “pessimismo della ragione ed ottimismo della volontà”.

di francesco Baldassarre

PENNE – Dall’1 gennaio, il palasport lo ge-stisce la CPL Concordia. E’ una notizia che in altri tempi non sarebbe tale (la società mode-nese è concessionaria degli impianti sportivi dal 2003 per 15 anni), ma che il Comune, pro-prietario della cittadella sportiva di contrada Campetto, sottolinea tirato dagli eventi nella diatriba fra Vertigo e Basket Penne. Il sinda-co Di Marcoberardino intende così precisare che l’ente non c’entra nulla nella lunga e tesa partita dopo aver appaltato appunto alla Cpl la cittadella dello sport. Ma è forte l’impres-sione che l’amministrazione comunque abbia parlato più lingue. Un ruolo, il suo, perciò assai delicato che l’assessore Gabriele Pasqualone, il terzo delegato allo sport, annuncia di voler ricoprire con maggiore attenzione e coerenza del passato. Anche perché se le società non si metteranno davvero e in concreto d’accordo per fruire della struttura, i problemi di coabita-zione rimarranno quelli odierni. E cioè: la Ver-tigo 2000, presieduta da Matteo Rossi, che de-nuncia soprusi e manchevolezze della Basket Penne fino a poco fa in qualche modo delegata tecnicamente dalla CPL a disciplinare gli orari d’accesso al palasport. E i cestisti contrattac-cano. La querelle nasce da una contestata de-libera di giunta, la 166 dell’11 settembre 2007. Per il sindaco e la Basket Penne è lo strumen-to tecnico-politico che consente l’accordo fra cestisti e CPL, per la Vertigo è invece solo un atto di indirizzo e vieta un patto separato sen-za il consenso comunale. “L’ente non ce l’ha

agli atti ed è tutto dire”, lamenta Vertigo.“Nel 2008 abbiamo speso- osserva la Basket Penne- quasi 39 mila euro per il palazzetto a fronte di un rimborso dalle associazioni utilizzatrici di 1.537 euro. L’anno scorso 38.504 euro di spe-se contro rimborsi di 5.235 euro di cui 3.700 pagati dalla Vertigo per il 2008, mentre nulla ci risulta versato per il 2009”. Gli “uomini ra-gno” confermano il pagamento, ma continua-no a contestare il debito cui contrappongono i disservizi vari patiti. A loro volta però hanno diffuso un dossier con carte, patti politici e re-troscena al fine di scuotere l’opinione pubbli-ca. Vertigo:”Eravamo per una polisportiva che si occupasse del palasport, ma mentre discute-vamo di questo alle nostre spalle si realizzava il patto fra CPL e Basket con il Comune in coper-tura. Abbiamo firmato due convenzioni-spiega Antonio Stroveglia, direttore della testata Ver-tigo.it su www.vertigo2000.it - Una con la CPL Concordia e l’altra, il 26 giugno 2008, con la Basket Penne. Abbiamo investito, da settembre a dicembre 2008, 18.300 euro nell’acquisto di attrezzature sportive rimaste lì. Ma abbiamo rinunciato a fare attività sportiva perché la convenzione CPL-Basket che ha deciso le sorti del palasport, dal 2007 e fino al 31 dicembre scorso, era per noi nulla. Il sodalizio di Brindisi e Di Paolo infatti non aveva titolo per chiedere un canone d’accesso alla struttura a noi ed alle altre associazioni sportive; ancor meno titola-ta a disciplinare gli orari di entrata e di uscita. L’unico soggetto deputato a farlo era ed è la

concessionaria CPL Concordia”. Se da un lato Vertigo può contare su certe risorse, grazie alla presenza dirigenziale dei coniugi Bianchi-ni (Antonio dirige la Brioni), la Basket Penne è ammanicata politicamente presieduta com’è da Arturo Brindisi, ragioniere capo del Comu-ne ed esponente del partito democratico al governo cittadino; con lui, il consigliere comu-nale della Sinistra Guglielmo Di Paolo, tecnico dei cestisti. Le ragioni del Basket sono conte-nute in un comunicato. “Nullità?E’ strano che la Vertigo la invochi perché ha firmato delle con-venzioni con cui le viene affidata la gestione tecnica dell’arrampicata. L’uso del palasport è stato assicurato a tutti nel rispetto del regola-mento ad uso interno deliberato dalla giunta Di Marcoberardino l’11 settembre 2007. Dopo l’accordo del giugno 2008 fra Basket e Vertigo, ci furono le proteste delle altre associazioni sportive (Condor e Cai) per le condizioni di utilizzo delle pareti (28 euro all’ora, anziché 22,50) e per la mancata acquisizione delle ve-rifiche tecniche di manutenzione delle pareti e così ogni decisione venne rimessa al conces-sionario”. La Basket Penne invoca un controllo del Comune e della CPL affinché si eviti che beni della Vertigo “limitino l’uso e la manuten-zione del palasport”. Un controllo di altro tipo lo esigono, per rispettare la legalità, anche gli uomini ragno. Ci penserà un giudice?

di Berardo Lupacchini

quI CI vORREBBE LA pOLITICALa crisi della cittadina tocca tutti i partiti

vERTIgO sTRILLA BAsKET puRELite infinita al palasport. uomini, patti e carte. Con il sindaco nel ruolo più delicato

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35 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it LpILLOLE

BusDA quI sI RIvEDE ROmAL’area vestina torna più vicina a Roma. Il consiglio di Stato ha definitivamente deci-so di far ripartire l’autolinea Penne-Loreto Aprutino-Montesilvano-Pescara-Chieti scalo-Roma Tiburtina con proseguimento fino all’aeroporto di Fiumicino. Attivato nel giugno del 2006 (annunciato però nel 2003), ma soggetto alle contestazioni delle ditte concorrenti e ai diktat della Regione, il servizio è gestito dal consorzio Prontobus (www.prontobus.com) con sede a Torre dé Passeri, formato da Abruzzo Touring, Di Carlo, Chiarelli, Marino e Di Battista viaggi, rappresentato legalmente da Maurizio Sarranella. Il collegamento, fermo dal 15 agosto, prevede due corse quotidiane da Penne: feriali alle 6 (festivi alle 7) e alle 16; da Roma feriali: 12,30 (festivi alle 14,30) e 21,15. La sentenza, inappellabile e pubblicata il 9 dicembre scorso, conferma quella del Tar di Pescara del 2007 poiché dà di nuovo torto alla Regione e al pool di società (Arpa-Di Febo Capuani-Di Fonzo) che cura il colle-gamento Pescara-Chieti-Roma. L’autolinea Penne-Roma può vivere perché è stato riconosciuto il diritto del trasporto pubblico di linea “a carattere commerciale” e senza contributi pubblici. Soddisfatto il sindaco di Penne, Donato Di Marcoberar-dino.

BanchepIù CREDITO AI RAmpOLLIEssere figli di soci conta se si vuole avere una corsia di preferenza nelle assunzioni, a qualunque titolo, della banca di credito cooperativo di Castiglione e Pianella. Se poi i padri sono politici di lungo corso, e oggi bene in vista nel partito democrati-co, come Bruno Passeri, sindaco uscente di Loreto Aprutino il quale è anche uno dei probiviri dell’istituto, e Paolo Forna-rola (già vice e sindaco di Penne ed ex assessore provinciale), allora arrivare all’impiego può essere ancora più facile. E allora: il direttore Paolo Mingione ha as-sunto i figli di Passeri e Fornarola. Per ora a tempo determinato, poi si vedrà.Intanto, dall’analisi dei dati della Banca d’Italia su depositi ed impieghi opera-ti a Loreto Aprutino e a Penne nel 2008, emerge che i tre sportelli loretesi hanno totalizzato 53 milioni e 298 mila euro di depositi (nel 2007: 52.671)a fronte di im-pieghi per 66 milioni e 594 mila euro: ben al di sopra di quelli dell’anno precedente fermatisi a quota 57.900. A Penne, vice-versa, le cinque banche hanno impiegato meno rispetto al 2007 meno di tre milioni di euro: 155,692 contro 158.295. Minori pure i depositi: 123.957 milioni nel 2008, 124.094 nel 2007.

CasiNON è pROpRIO TuTTO A pOsTELa luce tagliata, i giornali in abbonamen-ti mai arrivati, la partecipazione di nozze non giunta a destinazione. Questi e tanti altri casi nei tre anni in cui il postino dal 2006 non ha consegnato la corrispondenza nelle pennesi zone di colle Stella, via Verrotti e largo San Fran-cesco.Poi una trentina di persone hanno denun-ciato il fatto ai carabinieri che hanno pe-dinato il postino che non suonava mai alla porta e hanno scoperto che lui della cor-rispondenza faceva un altro uso: gettata come rifiuto o trattenuta. A casa sua, ben 320 kg di lettere non recapitate! “Non ce la faccio e mi sono arrangiato”, ha detto il denunciato che rischia l’impiego e fino a tre anni di reclusione.Ma la questione chiama direttamente in causa l’amministrazione postale. Due ispettori fanno luce nell’ufficio postale di via Moro. Perché si sapeva dell’inerzia del postino, sostengono i carabinieri del capitano Di Pietro, ma è emersa una certa leggerezza nella gestione del gravissimo caso di inefficienza. Tanto zelo mostrato al contrario, ed inopinatamente, nell’ot-tobre scorso quando a un cliente che vo-leva pagare le bollette con un bancomat bancario è stato richiesto un documento di identità. “Non serve assolutamente quando si vuol pagare con un bancomat bancario, men-tre occorre se c’è di mezzo un postamat. Ci scusiamo per l’erronea interpretazio-ne regolamentare fatta dal nostro diretto-re pennese”, si è scusata la direzione pro-vinciale con l’imbufalito cliente tra l’altro ben conosciuto direttamente dall’ufficio cui è piovuta una sonora ramanzina.

Bruno passeri

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37 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it LfATTI

sistema scolastico più vicino al mondo del lavoro, il tutto senza rinunciare ad un tentativo di razionalizzazione dell’attuale giungla di indirizzi e sperimentazioni. Particolarmente colpiti dalla “sforbiciata” del Ministro della Pubblica Istruzione sa-ranno gli istituti tecnici che, nel pescarese, subiranno accorpamenti e rimodulazioni negli indirizzi di studio; una riorganiz-zazione che non mira alla soppressione delle scuole ma ad un contenimento del-la spesa attraverso una migliore gestione degli spazi e dei costi, nell’ottica di un miglioramento della proposta formativa. Il Presidente della Provincia Testa, unita-mente all’assessore all’Edilizia Scolastica e all’Istruzione Fabrizio Rapposelli, han-no sottolineato che la proposta, illustrata direttamente dagli stessi amministratori, attraverso una serie di incontri pubblici ancora in corso nelle scuole superiori della provincia, deve ancora passare al vaglio della Giunta e dell’Ufficio Scolasti-co regionale, pertanto si è ancora in una fase di confronto e di approfondimento delle diverse istanze, anche in attesa di definitive disposizioni ministeriali. Tra i capisaldi della riforma vi è quello della cancellazione formale degli istituti d’arte, con il mantenimento degli inse-gnamenti nei licei artistici e negli istituti professionali. Ne consegue che l’istituto Bellisario di Pescara confluirebbe in par-te nel liceo Misticoni e in parte nell’isti-tuto Michetti. L’istituto d’arte Mario dei Fiori di Penne, invece, diventerebbe un istituto omnicomprensivo, acquisirebbe

le elementari e le medie e di-verrebbe, di fat-to, un liceo arti-stico. Una trasforma-zione, che se applicata, modi-ficherebbe non poco la natura della storica scuola pennese. Dagli uffici sco-lastici di via Caselli non sembra pervenire nes-suna reale preoccupazione o polemica, si è molto cauti nel diffondere informazio-ni in merito alla vicenda che, a tutt’oggi, presenta ancora poche certezze. Un effet-to negativo di questi annunciati e in parte temuti cambiamenti, è l’impossibilità da parte delle scuole, così come ci dicono al Mario dei Fiori, di fare orientamento alle famiglie e ai futuri studenti, dato che sono gli stessi istituti che devono ora sapersi orientare nella bagarre di voci, suppo-sizioni e previsioni che si rincorrono in questa fase di transizione. Il presidente Testa non si è fatto attendere; ha visitato l’istituto pennese martedì scorso e dopo aver illustrato le probabili trasformazio-ni previste dalla riforma, constatando i danni subiti dal terremoto, ha ventilato la possibilità di utilizzare i fondi CIPE per la ristrutturazione dell’edificio scolastico, dato che Penne non rientra nel cratere.

“Alice nel Paese delle meraviglie”: un classico della letteratura italiana per raccontare la me-tafora della malattia. L’associazione “Tartabus” e la Direzione Didattica del 6°Circolo di Pesca-ra hanno lanciato una sfida alla malattia con il progetto “Tracce d’avventura” (patrocinato dal Comune). Insegnanti volontari hanno già ini-ziato la lettura e l’interpretazione dell’opera nelle proprie scuole. Ma la vera sfida inizierà in estate quando ciascun docente dedicherà una settimana delle proprie ferie per trasferire le “Tracce” in ospedale e lavorare con i piccoli pazienti ricoverati e condividere un istante del-la loro malattia. Aderisce anche Penne con il circolo didattico, diretto da Bruno D’Anteo. Ali-ce, la bambina creata nella mente dello scrit-tore Lewis Carroll, vive in un mondo capovolto, lo stesso mondo in cui sono costretti a vivere i bimbi, obbligati a lunghe degenze in ospedale. La malattia produce una esperienza “stranian-te”. E proprio come Alice, ogni bambino, pic-colo paziente di una struttura ospedaliera della provincia, diventerà il protagonista della pro-pria storia e, come un personaggio del libro,

avrà l’opportunità di raccontare la sua ag-grovigliata avventura di vita e malattia. L’in-terpretazione vocale e sonora dei personaggi sarà registrata su appo-site apparecchiature e costituirà un archivio di suoni, voci, personaggi del romanzo interamen-te ambientato in ospedale e interpretato da chi lo vive. Anche gli adulti prenderanno parte alla storia: medici, infermieri, genitori, tutti a vario titolo entreranno nel gioco dell’interpretazione per completare una storia che non è più scritta nel libro di un famoso scrittore ma nella vita di ogni giorno di quanti, pur se piccolissimi, han-no già imparato a conoscere il dolore di una malattia che non sempre lascia scampo. «E’ una esperienza importante per i bambini, quindi, - ha sottolineato l’ispettrice Bottarel - ma non solo: anche i docenti che collaborano all’ini-ziativa avranno un’occasione d’oro per perfe-zionare l’autoformazione, con una esperienza ricca ed unica nel suo genere».

puLsARIL gusTO

pENNEsE DEL sANT’ANTONIO

Come è tradizione della Pulsar, anche quest’anno si è svolta il 17 gennaio, nella suggestiva cornice dell’antica chiesa della Madonna del Carmine -a due settimane dalla riapertura dopo il sisma del 6 aprile- la rappresentazio-ne scenica del Rituale di Sant’Antonio Abate. La ben nota associazione pen-nese si è attivata, come ormai da quin-dici anni, perché tutto riuscisse bene. Infatti, sia il coro che gli attori hanno dato il meglio di sé coadiuvati e diret-ti dal maestro Giacinto Sergiacomo e dalla banda musicale “Città di Penne”. Sono state proposte le due versioni del Rituale: quella del Sant’Antonio Aba-te di Palena, interpretata da Marcella Cristallini (una delle consigliere del-la Pulsar), Mafalda Libertini, Rosaria Liberatore e Adele Vellante e quella tradizionale del Sant’Antonio pennese cui hanno dato vita Alberto Di Fabri-zio, Franca Mulciri e Serena Valentini, descritta come una nuova e giovane socia, brava e con tanta voglia di col-laborare. Lucia Liberatore ha letto una toccante poesia in vernacolo pensata per l’occasione da Giovanni Santami-cone. Lo spazio dell’approfondimento è stato occupato da Lucia Pavone che ha proposto alcune notizie storiche sul-la nascita della tradizione, mentre Gra-ziella Notturno Granieri, in tandem con Rosaria Liberatore, ha letto alcuni passi del famoso “Verbum caro”. Mafalda Libertini e Aurora Benvenuto hanno cantato gli stornelli con cui i contadi-ni si cimentavano, attorno al fuoco, nel giorno della festa. Il programma della serata è stato egregiamente presentato da Antonietta Pomante. Da parte sua, il pubblico accorso numeroso ha mostra-to di gradire: applausi e complimenti a scena aperta.

Non accennano a placarsi le polemiche di studenti, docenti e genitori in meri-to alla proposta di riordino degli istituti scolastici del secondo ciclo d’istruzione, avanzata dalla Provincia di Pescara e for-mulata applicando le previsioni della ri-forma Gelmini.Due gli indirizzi-guida che ispirano la ri-forma; mantenere il contatto con la tradi-zione umanistica italiana che vede il latino alla base della nostra cultura in tutti cam-pi e contemporaneamente reinventare un

A destra, Testa

ByE ByE mARIO DEI fIORIL’istituto d’Arte cambia pelle

LETTuRE IN OspEDALEBimbi malati in compagnia delle maestre

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38 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLDI TuTTO uN pO’

DIECIL’ho fatto dieci anni fa, lo rifaccio adesso, ancora una volta vi prego di sopportarmi,vi par-lo di mia figlia, é la

dura legge dello scarafone. Lauro-na ha compiuto due lustri d’età,e poiché la vita é una stazione della metropolita-na, proprio quando lei vedeva la luce, se ne andava Bettino Craxi.Cosa c’entra lo capirete se vi dico che giorni fa, mentre si guardava il tele-giornale davanti ad un piatto di tubet-ti e patate, la ragazzotta mi ha chiesto chi fosse quel signore. Mi avesse chie-sto come si fanno i bambini, non avrei avuto problemi, ma a tale domanda non sapevo proprio come dare risposta. Le ho detto che si trattava di una persona molto coraggiosa, perché, quando degli uomini cattivi uccisero un uomo buono (Allende in Cile), erano talmente cattivi che avrebbero ucciso chiunque andava sulla sua tomba. Ma Bettino ci andò, per-ché le idee erano più importanti della vita stessa.Non fu ucciso, e lei era incuriosita dal racconto, tant’é che un’attrice bellissi-ma (Ania Pieroni), che il tuo papà per guardarle il culo doveva pagare il bi-glietto al cinema, divenne la sua fidan-zata, sebbene lui continuò ad avere una bella famiglia, e se per far questo non ci vuole tanto cervello ditemi voi. Ma io che padre sono per mia figlia? Pessimo. Sto sempre in giro, mai aiutata a fare i compiti e se è ben educata il merito è tutto della mamma.Ma le ho fatto due regali alla nascita. Il primo è genetico: l’allegria. L’allegria é come il salvavita della corrente elet-trica. Fa bene al sistema immunitario, sdrammatizza tutto e ci fa apprezzare la vita per il solo fatto di esserci, essere allegri é vivere con intelligenza. E se la sera torno e la faccio alzare dal letto per ballare la polka é perché magari ho vi-sitato un bimbo con la distrofia musco-lare e razionalmente non mi spiegherò mai perché succede questo.Il secondo regalo e che non ho ambizio-ni. Io a studiare mi sono sempre diverti-to, lei non é obbligata a far nulla,tranne quello che le piace. Una sola cosa devo avvitarle in testa col trapano, che la dro-ga uccide, perché quella sarebbe l’uni-ca cosa capace di farmi perdere l’alle-gria. Con orgoglio riconosco di essere il più anziano trai papà dei suoi amici e quando me ne andrò lei sarà al mezzo secolo.Un giorno poi un’anziana e distinta si-gnora verrà a riesumarmi al cimitero e penserà ad una frase di Hemingway che il suo papà citava sempre: “Che importa se non mi hai amato, tanto ho amato io per tutti e due”. Dedicato a Laura.

fAusTO BufARALE

AssociazionipOLIs vEsTINA INDICA LE sTRADENasce a Penne, ad aprile dello scorso anno, l’associazione culturale Polis Vesti-na, presieduta dal dottor Antonio Graziosi ed affiancato da professionisti ed esperti della società civile. Lo scopo principale è quello di analizzare le problematiche dell’area vestina cercando risposte e soluzioni concrete attraverso la valoriz-zazione dei beni architettonici, lo svilup-po di politiche ambientali ed agricole innovative, la promozione di un turismo eco-sostenibile, la valorizzazione dell’ar-tigianato e l’incentivazione alla pratica sportiva, con un’attenzione particolare al sociale. Un’associazione che si propone dunque di intervenire a 360° in tutti settori della società, suddividendo l’attività in macro-aree coordinate ognuna da un esperto qualificato che analizza di volta in volta una tematica specifica ed offre spunti di riflessione, coinvolgendo direttamente i cittadini, attraverso workshop e convegni pubblici, per arrivare ad una soluzione da proporre alle diverse istituzioni che ope-rano sul territorio a vari livelli (Comuni, Provincia e Regione). Affinché il loro agire sia di stimolo ed utile all’intera cittadinanza, tra i princi-pali servizi offerti vi è quello di fornire informazioni sui provvedimenti normati-vi locali di ordine tecnico (leggi e rego-lamenti) ed economico (finanziamenti o agevolazioni). Sono già numerosi i progetti portati a termine, spaziando da eventi d’intratte-

nimento di varia natura, finalizzati alla promozione del turismo attraverso lo spettacolo e lo sport, a ta-vole rotonde di settore. Tra queste il convegno dal titolo “Attrazio-ne degli inve-stimenti: le agevolazioni per mettersi in proprio attraverso il sostegno di Invitalia nella fase di start-up d’impresa”, organiz-zato con il patrocinio dell’Unione degli Industriali di Pescara, la Regione Abruz-zo, la Camera di Commercio di Pescara, il Comune di Penne e di Sviluppo Italia Abruzzo; a novembre invece il workshop “La filiera agricola: prospettive per il far-mer market”, con la collaborazione di Provincia, Regione Abruzzo e Coldiretti, al quale hanno preso parte gli assessori locali di riferimento e i rappresentanti delle altre istituzioni cittadine e provin-ciali. Dai suddetti lavori sono nate le pro-poste di creare un “farmer market” autoc-tono e includere fattivamente il Comune di Penne nel Distretto Rurale, già costitu-itosi formalmente con altri comuni della vallata del Tavo e del Fino. Per il prossimo futuro sono previsti nuovi incontri che affronteranno altri temi cal-di legati strettamente al territorio vestino come il restauro conservativo degli edi-fici pubblici, una riflessione sulla gover-nance ambientale e un workshop sullo stato dei conti pubblici locali.

di Claudia ficcaglia

CentenarioIL gRANATIERE DI LORETO

E’ nato il 24 gen-naio del 1910, Luigi Soccio. Ha perciò compiu-to i 100 il mese scorso il nostro granatiere e tut-ti lo conoscono a Loreto poiché da sempre abita in Via Gelo che lo ha temprato e lo ha fatto crescere

alto e forte. Ha attraversato ben due guer-re mondiali anche se nella prima aveva appena quattro, cinque anni. A 20 anni andò militare a Roma nella caserma “San-ta Croce” e ad un mese dallo scoppio del-

la seconda fu richiamato per raggiungere il suo reggimento a Napoli e fu costretto a lasciare a casa la moglie Giuseppina e la figlia Maria. Fu trasferito poi a Bari e di lì ad Atene. L’armistizio lo colse in Grecia, fatto prigioniero e trasferito in Belgio dai Tedeschi a lavorare nelle miniere. Dopo un anno fu liberato dagli Alleati e riuscì a riprendere i contatti con la famiglia d’ori-gine, interrotti per ben tre anni. Dopo la guerra riprese il suo lavoro in campagna e dopo una vita dedicata al lavoro e alla famiglia non ha mai smesso di occupar-si dei suoi olivi fino a quando a 94 anni fu costretto a “scendere” a causa della rottura di un femore che lo costrinse ad una lunga degenza in ospedale. Ma anche dalle stampelle è riuscito a liberarsi per spegnere le sue cento candeline sempre in piedi a schiena dritta proprio come un granatiere! Auguri Luigi anche da noi de Lacerba che per te e per la memoria che ti porti dentro proviamo forse un pizzico d’invidia!

Luigi soccio

graziosi

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39 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it LCuLTuRA

EventiL’ARTE A pALAzzOPIANELLA - Da novembre a gennaio il Palazzo della Cultura in Via Mons. D’Addario a Pianella ha animato la vita culturale cittadina con due inte-ressanti mostre.La prima è stata quella dei rosoni li-gnei del M° Auden Di Lorito.Inaugurata nell’ambito della mani-festazione “PianOlio” organizzata da diversi anni dal comune ed in parti-colare dall’assessore Taddeo Manel-la, è stata sistemata nei locali esposi-tivi del piano terra.Pianellese doc, il Di Lorito inizia sin da giovanissimo a lavorare il legno, dapprima in un laboratorio-bottega, successivamente, ad appena diciotto anni, in proprio. Trasferitosi a Milano ha l’opportunità di perfezionarsi nel mestiere frequentando eccellenti ma-estri. La vera peculiarità per la quale è conosciuto in tutta Italia è la ripro-duzione di rosoni lignei, attività che intraprende con successo dai primi anni ’90; lavorando a mano il legno riesce a creare esatte riproduzioni di rosoni in stile gotico e romantico, sia di chiese abruzzesi, che di italiane e straniere. Dopo aver esposto in molte città abruzzesi, a Zurigo e in Vaticano, l’artista è tornato nella città natale per regalare ai visitatori le emozioni di un arte che meriterebbe uno spa-zio espositivo permanente.Sabato 19 dicembre all’ultimo piano del palazzo è stata inaugurata dal-la Pro-Loco di Pianella la mostra su Francesco Paolo Michetti di proprietà del collezionista Giorgio Ottavini di Sulmona. Sono intervenuti il sindaco D’Ambrosio e l’assessore alla cultura Vincenzo Pace.Organizzata nelle ultime due sale dell’ultimo piano che ospita la mo-stra permanente di “Pagine di storie pianellesi” ha dato la possibilità ai vi-sitatori di ammirare venti opere ori-ginali tra disegni, olii e tempere del Maestro del Cenacolo.

pREmIO fRAgAssIE’ indetta la 2a Edizione del Concorso di Poesia “Premio Fragassi”, in memoria dell’insegnante elementare Giuseppe Fragassi. Il concorso è aperto ai ragazzi del-la scuola Primaria (Classi IV e V), ai giovani della scuola Secondaria di 1° e 2° gra-do ed a chiunque voglia proporre una propria opera. Il tema dell’edizione 2010 è:

“NEL GIARDINO DEI RICORDI”

La busta di partecipazione dovrà essere inviata tramite il servizio postale entro il 28 febbraio 2010 (farà fede il timbro postale). Per comunicazioni o informazioni è possibile contattare il Comitato “Ricordando Giose”, per e-mail [email protected] o per telefono ai numeri:tel. 085.975166 fax 085.979694.

Loreto Aprutino torna protagonista nella terra di S.Ambrogio cioè a Milano, con la tesi “La valorizzazione del patrimonio ar-cheologico vince di mille secoli il silen-zio… Il caso di Loreto Aprutino”.Stefania Chirico è l’autrice del saggio, e di un relativo video oggi presente su You-tube, che le ha fruttato un 110 e lode nel conseguire la Laurea Magistrale in Arti, Patrimoni e Mercati presso l’Università IULM di Milano.Padovana doc, Stefania ol-tre alla laurea sopraccita-ta ha conseguito nel 2006 la Qualifica in Esperto in Media e Comunicazione presso l’Ente di Forma-zione Irecoop di Padova e ha conseguito, sempre nel 2006 e con il massi-mo dei voti, la Laurea Triennale in Archeolo-gia presso l’Università di Padova con tesi dal titolo “L’evoluzione del-la scrittura e il suo rap-porto con l’immagine”.“La valorizzazione, la salvaguardia e la co-municazione del pa-trimonio archeologico -dice Stefania- rappresentano oggi, forse più che in passato, i mezzi per trasmette-re il senso della continuità e dell’appar-tenenza dell’uomo ai suoi simili, a coloro che lo hanno preceduto e alle generazioni che si avvicenderanno.La presenza di tanti dati archeologici a Lo-reto offre la possibilità di avviare qualsiasi forma di iniziativa di tutela, di valorizza-zione e di promozione delle risorse e di innescare un processo di integrazione tra gestione del sito archeologico e contesto territoriale.

Reperti archeologici, beni culturali e tra-dizioni locali sono le componenti fonda-mentali del patrimonio del sito di Loreto Aprutino, nel quale è apparso evidente come tali elementi siano ancora poco co-nosciuti e poco fruiti, per cui si rende ne-cessario un potenziamento qualitativo e quantitativo dell’attività di comunicazione e di valorizzazione.Tanto lavoro in merito alla comunicazio-

ne è stato svolto dai numerosi enti pre-senti sul territorio, ma il prossimo passo è: “Creazione di un di-stretto culturale o di un sistema turistico loca-le” .Dal 2008 Stefania è col-laboratrice per la didat-tica e la ricerca presso l’Università IULM; nel 2009 ha svolto sia atti-vità di ricerca presso l’IRAT-CNR nell’ambito della valorizzazione dei beni culturali, sia attivi-tà di consulenza per il Ministero dei Beni Cul-turali per individuare nella città di Ravenna gli effetti economici del

distretto museale e degli eventi culturali organizzati dagli enti locali per valorizza-re la città, e per analizzare sia il concorso dei soggetti pubblici e privati nell’ambito della promozione culturale sia le modalità di erogazione dei finanziamenti. Attualmente è dottoranda di ricerca pres-so il Politecnico di Milano e svolge attività di studio nel corso “Progetto e Tecnologie per la valorizzazione dei beni culturali”.Stefania Chirico dal prossimo numero di-venterà una nuova firma del giornale La-cerba.

Titoli

LORETO è uNA LAuREA

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40 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLBAsTA sApERLO

Domenica 31-01-2010 alle ore 10:00 si è svolta nella sala “ Cascella” presso il Castello Chio-la, l’Assemblea annuale dell’Avis Comunale di Loreto Aprutino. Come di consueto sono stati convocati tutti i Soci Donatori della Comunale e i Dirigenti della stessa, e sono state invitate le Autorità Comunali e la Cittadinanza tutta. L’Assemblea annuale è un atto formale previ-sto e regolamentato dallo Statuto dell’Avis, ma è anche e soprattutto un momento di condivi-sione e di riflessione sull’attività svolta e da svolgere. Dalla relazione morale del presiden-te, e dalla relazione sanitaria della Dr.ssa Ros-si del centro trasfusionale di Penne, è emerso un quadro senz’altro positivo dello stato di salute dall’Avis comunale di Loreto Aprutino. Infatti, seppure sia rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente il nu-mero delle donazioni ( comunque con una differenza in positivo ), è aumentato il nume-ro dei donatori in modo significativo, e questo è di buon auspicio per il futuro e lascia ben sperare per una crescita costante e duratura del numero dei donatori. Anche dal punto di vista puramente contabile economico, è stata riscontrata una situazione decisamente posi-tiva, con un bilancio assolutamente regolare e cristallino, anche se trattasi di cifre irrilevanti. l’unica nota dolente dell’assemblea ,è stata l’assenza di rappresentanti dell’Amministra-zione Comunale, invitata come sempre a pre-senziare in occasione di questo importante appuntamento per la nostra Associazione. Si segnala altresì l’assenza degli organi d’infor-mazione, portati a conoscenza dell’evento, ed anche della gente comune informata dai ma-nifesti. Il rammarico per una occasione persa non tanto per i donatori che, come hanno sem-pre fatto e continueranno a fare, compiono il proprio gesto d’amore in favore dei malati senza porsi troppe domande e con altissimo senso civico, ma per tutta la comunità che in occasioni come questa, potrebbe e dovreb-be avvicinarsi alla realtà avisina. In occasione dell’Assemblea si è ricordato e sottolineato, che il sangue donato è in favore dei bisognosi che nel presente sono malati; ma il bisogno può essere riservato a chiunque di noi, e comunque dal sangue vengono estratti tanti componenti

preziosi utilizzati per la cura di molte malattie, per cui a beneficiarne è la comunità intera. I donatori in genere, e i responsabili dell’Asso-ciazione ancora di più, sono ben consapevoli che dietro la facciata di cortese ammirazione e di elogio che si raccoglie pubblicamente , si cela un senso di pietosa commiserazione( ma chi glie lo fa fare? Perché rischia o si spende per chi neanche conosce ? ). Molti credono che facendo “girare” quei misteriosi appelli via SMS o via mail in cui si grida ”urgente bisogno di sangue gruppo…..vai a donare e fai girare”, compiono il proprio dovere civico e si sentono con la coscienza a posto; in realtà fanno solo la felicità dei gestori di telefonia, e provocano più danni che benefici, sempre che il bisogno sia vero. Durante l’assemblea si è ribadito che quando si arriva all’urgenza è già irrimedia-bilmente tardi: l’ultimo esempio si è avuto in occasione del terremoto all’Aquila; dopo l’appello con il quale si comunicava dell’ur-gente necessità di sangue, un gran numero di persone che non aveva mai donato sangue si presentò presso i centri trasfusionali , e do-vendo queste essere testate per verificarne la conformità alla donazione, mandarono in tilt le strutture trasfusionali. Conseguentemente a tale situazione, fu emanato un secondo appello a non presentarsi più : risultato, non si recarono a donare neanche i donatori abituali che sono garanzia di sangue sicuro, e dalla Campania furono importate 1500 sacche di sangue. E’ paradossale che nell’era dell’informazione velocissima e multicanale, la disinformazione e l’ignoranza sia così preponderante rispetto alla concretezza e alla conoscenza. L’Avis con tutti i suoi donatori, e a questi và rivolta tutta la gratitudine e benemerenza non di facciata, contribuisce alla soluzione del problema della carenza di sangue, e continuerà a fare di tutto per coinvolgere in questa missione il maggior numero di persone possibile. L’Avis, con l’As-semblea annuale , ha la consapevolezza di aver costruito qualcosa di buono e importante, ed è sempre aperta ed entusiasta ad accogliere nuovi Donatori o simpatizzanti che vogliano “ fare ” qualcosa invece di attendere che sia sempre “ l’altro ” a muoversi.

Elio D’Amico, presidente Avis Loreto

TeatroL’ORfEO fOLLE CI AspETTAA Penne, l’Associazione culturale e teatrale Compagnia dell’Orfeo folle, (nata da poco e andata in scena il 3 Settembre 2009 nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Penne, con il primo spettacolo sul poeta Dino Campana intitolato: La Giornata di un nevrastenico), sta cercando nuovi soci che vogliano aderire e partecipare alle attività dell’associazione stessa, non solo come attori ma anche e so-prattutto come collaboratori (sceno-grafi; costumisti; ecc…) e promotori di idee, in quanto l’associazione vuo-le occuparsi non solo di Teatro ma di Cultura nei suoi molteplici aspetti.Importante sottolineare che essendo in fase iniziale, il gruppo ha bisogno

di essere sostenuto anche e soprat-tutto a livello economico con sponsor, contributi e quant’altro, (da enti; asso-ciazioni; privati…) specificando che si tratta di un’associazione a-politica ed a-partitica inoltre essa è, attual-mente, senza scopo di lucro, per cui tutti gli eventuali contributi e/o offer-te sarebbero destinati esclusivamen-te alle spese dell’associazione stessa. Inoltre essa è regolarmente iscritta c/o l’Agenzia delle Entrate.Attualmente la Compagnia, dopo l’inaspettato successo ottenuto con lo spettacolo su Campana, sta lavoran-do ad un nuovo progetto teatrale su monologhi scelti di Stefano Benni, la pièce, salvo imprevisti, andrà in sce-na a Penne in Primavera.

Chiunque fosse interessato/a può contatta-re il numero 328 5752620 (Serena Valentini - Presidente -) oppure mandare una e-mail a: [email protected]

Ass. Cult. Teat. Comp. dell’Orfeo folle

Carnevale di veneziafRATELLANzA IN mAsChERAIl Corteggio Storico del Carnevale di Venezia è stato organizzato dal C.E.R.S. (Consorzio Europeo di Rievocazioni Storiche), un rinomato organismo di respiro -appunto- europeo, di cui da quest’an-no facciamo parte anche noi, unici nella regione. Gli unici gruppi storici del centro-sud ad esse-re stati invitati al Corteggio, oltre a quelli del-la regione Puglia, sono stati gli sbandieratori de L’Aquila e la Fratellanza dello Scorpione. La nostra associazione, presente da anni nella città di Penne, in quest’ultimo periodo si è riqualificata enormemente dal punto di vista dell’accuratez-za storica, principio fondante della rievocazione medievale, tramite studi approfonditi e ricerche condotte in tutto il territorio nazionale.

uN’OCCAsIONE mANCATA

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41 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it LRIsERvATO

per l’assessore stop di rigore dalla federcalcioILLECITO NApOLETANO

Un allenatore (Gra-ziano Marino) in-gaggiato per 11 mila euro l’1 luglio 2006 da un presi-dente-assessore, il pennese Ennio Napoletano che rappresentava la società loretese Amatori Passo Cor-done. Troppi soldi, così come le rate pattuite. Troppo cioè rispetto alle norme dei dilettanti

della Federcalcio: al massimo, nella Promozio-ne regionale dove era ed è l’Amatori, un mister può incassare per una stagione, in media di dieci mesi, fino a 9.500 euro (2 mila in più per un collega che invece milita in Eccellenza). Un accordo insomma fuori legge, come tutti o qua-si, ma finito stavolta nelle mani della procura sportiva della Federcalcio. Le indagini dell’av-vocato Marco Mattioli non hanno dato scampo e le prove raccolte devono essere parse ine-quivocabili visto che il processo sportivo si è chiuso con una richiesta di patteggiamento ed un anno di interdizione dalle cariche federali. Uno schizzo di fango però su Ennio Napoleta-no, presidente dell’Amatori Passo Cordone nel 2006-2007 e per la società aprutina deferita per responsabilità diretta. Ne è venuta fuori la squalifica per un anno (almeno fino al prossi-mo 30 giugno) che la Federcalcio abruzzese ha inflitto a Napoletano che, accanto alla carriera (ora interrotta) di dirigente sportivo nella fra-zione loretese, aggiunge quella politica: è dal giugno 2006 assessore del partito democratico all’urbanistica, ma nella giunta di Penne guida-ta da Donato Di Marcoberardino. L’amministra-tore locale ha così preferito chiudere la partita, chiedendo di patteggiare la pena davanti alla commissione disciplinare del comitato regio-nale della Federcalcio, presieduta dall’avvoca-to aquilano Antonello Carbonara, per evitare sanzioni più pesanti anche alla società, mul-tata di 2.240 euro. Dell’Amatori fa parte pure Moreno Sablone, a Loreto Aprutino assessore uscente ai lavori pubblici della giunta Passeri. Amatori Pd? Guai a dirlo, però.

sgravi fiscali e proposteIL BILANCIO fATTO CON LA sINIsTRANella formazione del nuovo bilancio previsionale 2010, le proposte di Sinistra Ecologia e Li-bertà sono sviluppate al fine di rendere l’Amministrazione Comunale più attenta ed efficace verso le problematiche dei cittadini. Siamo convinti che la nostra comunità possa guardare al futuro con serenità per realizzare gli obiettivi della coesione sociale e della valorizzazione dei propri punti di eccellenza, mediante politiche innovative nel pieno rispetto di un ambien-te favorevole allo sviluppo ed alla qualità del vivere urbano. Riteniamo necessario offrire un orizzonte prima di tutto sul piano dell’innovazione politico-amministrativa con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini e far ripartire l’economia della città rilanciando il centro storico. Le proposte di seguito articolate tengono conto della necessità di reperire risorse per poter programmare investimenti in un complesso armonico e sostenibile in base all’attuale quadro economico.Relativamente alla “spesa”: il contenimento della spesa corrente e la sua razionalizzazione in particolare con l’unificazione dei centri di costo per forniture materiali agli uffici comunali e l’utilizzo di software open source; la riduzione dei costi per le spese energetiche attraver-so l’utilizzo di lampadine a basso consumo, il monitoraggio delle utenze di tutte le strutture pubbliche (scuole, musei, impianti comunali), la nomina dell’energy manager; l’attivazione di progetti specifici per il recupero di Irap ed Iva da parte dell’Ente.Relativamente alle “entrate”: l’esenzione della Tarsu per coppie giovani e per nuove attività nel centro storico per i primi tre anni; la vendita di box o l’assegnazione specifica di posti auto per i residenti del centro storico; un’attenta politica di lotta all’evasione e all’elusione fiscale sui tributi locali.Relativamente agli “investimenti”: l’avviamento di un punto di informazioni turistiche;la realizzazione di una rete WiFi per accedere ad internet; grandi eventi (Notte Bianca, Pecora Nait, concerti musicali) e spazi culturali e socio-ricreativi per i cittadini.

Circolo di penne gruppo Consiliare sinistra Democratica

Lettera di Camillo CasalenaIO EmIgRATO, EpuRATO O

sEmpLICEmENTE IgNORATO?Correva l’anno sportivo 1975-76, ero orgoglio-so di giocare nella squadra del mio paese ed ero contento di giocare una di quelle partite di campionato che ti fanno salire l’adrenalina alle stelle, ma mai Prima Comunione era stata così inopportuna nei tempi e nella graduatoria delle priorità. Mio cugino quel giorno andava a ricevere Gesù per la prima volta andando a scrivere sul calendario della mia attività spor-tiva la mia ultima volta in squadra con la Loreto calcio. Non avevo calcolato che se non avessi partecipato alla Prima Comunione di mio cu-gino Gesù me lo avrebbe perdonato mentre il Presidente della Loreto Calcio, Manfredo Ac-ciavatti, ancora oggi non ha perdonato la mia assenza in campo di quel giorno.Ancora oggi a Loreto tutti mi chiedono: ma per-ché fai l’allenatore a Penne? Perché non torni fra le fila della squadra del tuo amato paese? Non ho mai dato risposte esplicite a nessuno; la mia riservatezza, ma soprattutto il mio timore di pestare i piedi a qualche potente mi hanno sempre impedito di fornire una mia versione dei fatti.Ma andiamo per gradi. Fin dalla domenica suc-cessiva Tommaso Chiavaroli prese il mio posto in squadra ed io “fuori”, fuori per sempre! La retrocessione dalla prima alla seconda cate-goria ne fu la conseguenza e nello stesso anno Manfredo Acciavatti, il Presidente, rassegnò le proprie dimissioni con conseguente subentro di Edmondo Acciavatti che decretò il mio rein-tegro in squadra. Nell’82 Edmondo e Antonio Cerchiara si dimisero dalla società ed io insie-me a Lino Di Carlo, Cesare Di Felice ed Ezio Evangelista riuscimmo a fare l’iscrizione della società in seconda categoria eleggendo, solo in un secondo tempo, Antonio Anzoletti come Presidente. A me non piaceva però il ruolo di

membro di una società sportiva, amavo gio-care e poiché l’Italia aveva vinto il mondiale nell’82 ero stato amnistiato da una precedente squalifica e mio zio, Antonio Chianta chiese ad Anzoletti il mio reintegro in squadra. Fu Giancarlo Ursini che quella volta decretò che io non dovessi più giocare, dietro consi-glio sempre dello stesso Manfredo Acciavatti, suppongo! In quell’anno fui convocato per le canoniche tre volte senza mai entrare in campo per giocare onde evitare di essere svincolato. Riuscii comunque a svincolare il mio tesseri-no ed andai a giocare per tre anni con le ACLI. Nel 92 – 93 Mario Falcone mi propose di dargli una mano ad allenare i ragazzi delle ACLI Pas-so Cordone e nello stesso anno ci fu la fusione del settore giovanile delle due società Loreto e Passo Cordone con conseguente integrazione degli allenatori. Presi intanto il patentino da al-lenatore ma gli accordi intercorsi tra le due so-cietà, guarda caso, non furono rispettati per la parte che riguardavano appunto gli allenatori e al secondo anno fui esonerato da Claudio Di Zio perché “costavo” troppo ( 200 mila lire al mese). Fui allora sostituito da Sciulli, allenatore della Renato Curi. Nello stesso anno in cui io allenavo a Loreto Tommaso Chiavaroli fondò la Scuola Calcio e l’anno successivo Tommaso venne reintegrato nella società mentre io fui cacciato. Dopo alcuni anni, parlando con Tom-maso mi chiese di dargli una mano negli alle-namenti poiché aveva parecchi esordienti ma la società pose un veto definitivo sul mio nome. Di lì la decisione di dedicare i miei sforzi e le mie competenze alla città di Penne fino al gior-no in cui le due squadre si sono affrontate e il Penne ha sconfitto Loreto nella fase eliminato-ria. Ma io non ero contento comunque e final-mente capii di aver trovato la risposta per tutti coloro che ancora oggi mi chiedono: perché? P.S. Avverto ancora oggi il disagio di vivere in un sistema feudale e contemporaneamente il sapore dolce-amaro delle partite che mio figlio gioca con il Penne- calcio con il cuore rivolto a Loreto ma con la mente concentrata

a far suonare la campana di San Massimo fa-cendo tacere la cornamusa di San Zopito. E sì che si tramanda che i due siano fratelli! Fra-telli coltelli!... Coltelli che a volte fanno male al cuore!

Napoletano

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42 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLNOTIzIE

RiconoscimentiL’uOmO ChE pREmIAvA gLI sTuDENTIPIANELLA - Il 5 gennaio nella sala consiliare Donato Cavallone si è tenuta la sesta edizio-ne della Pagella d’Oro, premio “Gesualdo de Felici”.Ai fini dell’800 il Marchese Gesualdo de Felici ebbe l’intuizione di premiare con libretti di conto corrente i ragazzi meritevoli e senza mezzi di Pianella.La Società Operaia, anche grazie al sostegno della famiglia Peduzzi, per diversi anni por-tò avanti l’iniziativa benefica, riservandola però ai soli figli dei soci dell’antico sodalizio.Da sei anni la Pro Loco ripropone a gennaio il premio esteso, con un bando pubblico, agli alunni di una cerimonia. Quest’anno la sala era talmente gremita da lasciare fuori diverse persone. Presente la pronipote del marchese, Lucilla Curato alla quale, oltre al consueto dono floreale, è stato regalato una riproduzione di una caricatura del de Felici rinvenuta nell’omonimo fondo dell’Archivio di Stato dal prof. Baldassarre.Ai premiati una borsa di studio, un libro, una pergamena ricordo ma, soprattutto, il ricono-scimento simbolico per l’eccellente risultato ottenuto.Per gli studenti che hanno frequentato la quinta elementare nell’anno scolastico 2008/2009 hanno conseguito il premio: Luca Di Zio, Lucrezia Filippone, Alex Di Stilio, Francesca Vol-pe, Eros D’Addario, Manuel Falone.Per quelli che ormai sono alle superiori avendo frequentato la terza media nello stesso biennio, la pagella d’oro è andata a: Roberta Moschetti, Eleonora Falone, Valeria Rinoma-to, Valentina Falone, Francesco D’Aloisio, Asia D’Addazio.Oltre agli sponsor “storici” che da anni sovvenzionano il premio, cinque new entry: la fondazione PescAbruzzo, Stefano Toiano Commercio Ittico, il Rotary Club Pescara Nord, Gianluca Buccella per “Sport Nazionale Comitato Provinciale di Pescara” e il mensile “Pia.Ce & dintorni”, supplemento di Lacerba.Il presidente della Pro Loco Roberto Sergiacomo ha presentato nell’ambito della manife-stazione un progetto culturale realizzato grazie all’opera del fumettista Natale Clemente consistente in un libro “Pianella a Fumetti” di prossima edizione che di sicuro avvicinerà i ragazzi alla storia del loro paese.

I DuE LEONI IN TEsTA ROssATony e Pino D’Angelo visti a bordo di una Ferrari scorrazzare per Penne: in compagnia di chi? Del noto fotografo di Miss Adriatico Alfredo Picciano, ortonese. Ospite a pranzo dell’amico Tony, bravissi-mo, come sempre, ai fornelli: ben 19 trofei conquistati nei migliori ristoranti abruz-zesi, dalla Nave di Francavilla al Parco dei Principi di Pescara. “Sono in partenza per Sanremo, dove il patron Paolo Minnucci mi ha convocato per il Festival della Canzone Italiana. Nell’occasione sarà riconfermata la mia direzione artistica alla presenza di Piero Mazzocchetti”. Nel 2009, Tony il Le-one ha collezionato ben 60 spettacoli.

I sapori della tradizioneSapori e profumi di casa nostra incan-tano i turisti e tengono letteralmente banco. La macelleria “Il Boschetto” ed il suo patron, Alberto della Pel-le, è stata protagonista e portavoce d’eccellenza delle tipicità nostrane in importanti eventi per la promo-zione del territorio vestino: la Fiera agricola della città di Penne a luglio e l’edizione 2009 di Ecotur, la borsa internazionale del turismo sostenibi-le svoltasi a Chieti lo scorso ottobre. Un altro modo per gustare e godere ciò che di meglio la nostra terra ha da offrire.

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43 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it LCuLTuRA

E’ noto a Penne per essere un costruttore di presepi. Lo conoscevo come tale e come infermiere del reparto di Geriatria dell’ Ospedale “S. Massi-mo”. Talvolta l’ho visto in giro con una macchinetta fotografica in occa-sione di qualche evento particolare, per es. la “Giostra dei sei Rioni”. In passato, inoltre, lo vedevo spesso accompagnarsi al figlio Alessandro in carrozzella perchè disabile. Tutto qui quel che sapevo di questo concit-tadino nato a Penne il 1°.XI.1944, oggi in pensione.Il fatto che costruisse presepi artigianalmente ha sempre attratto la mia curiosità, anche perchè è uno dei pochi che alimenta una tradizione an-tichissima, risalente al XIII secolo, che vuole in Penne l’istituzione del primo presepe abruzzese. Inoltre, è stato lui con Maria Duttilo (la quale ha ripristinato per alcuni anni anche il presepe vivente) ad avere l’idea di allestire annualmente in Penne una mostra di presepi, cosa che gli permette di manifestare contemporaneamente il suo amore per la nostra Città e per il figlio Alessandro (Mario Mariani). La possibilità di sapere di più su di lui è stata anche procastinata dalla sua indole umile, modesta, schiva.Quando quest’ultimo Natale l’ho rivisto a Colleromano, in occasione dell’inaugurazione della III Mostra del Presepio, allestita dall’Associazio-ne S. Cesidio, ho ricevuto da lui l’invito a recarmi a casa sua per vedere i suoi presepi, alla Via Acquaventina.Mi ha introdotto nel suo piccolo laboratorio, il suo regno, dove poco per volta, superando la sua ritrosia, mi ha par-lato della sua vita e dei suoi hobbies. Quasi temesse di deludere le mie aspettative, mi ha subito precisato che era un dilettante con alle spalle una cultura di scuola elementare.A Tarcento (Udine) ha fatto il servizio militare nel Battaglione Tolmezzo (XII Compagnia), evento tansitorio ma impor-tante, come lo è per tutti gli Alpini, perchè l’amicizia e lo spirito di corpo legano per tutta la vita. Ciò che di più mi ha colpito nella suddetta visita è stato scoprire che egli coltiva parecchi interessi, sicché dovrei definirlo costruttore anche di modelli di navi da guerra e velieri, fotoamatore, collezionista di farfal-le, di cartoline d’epoca e degli stessi presepi, perchè oltre ai suoi ne ha altri di varie regioni d’ Italia che ha acquistati o che gli sono stati regalati. Quest’ultimi sono per lo più di piccole dimensioni. Ha un archivio di oltre diecimila diapositive, tutte catalogate, una bella documentazione degli ultimi venti anni di vita pennese. Il materiale stivato nel suo laboratorio è tanto che potrebbe allestire varie ed interessantissime mostre.Una l’ha già fatta e risale all’agosto 2006, quando nel Municipio di Pen-ne espose le cartoline e le foto di Marilyn Monroe. In quella occasione Antonio Di Vincenzo lo presentò come collezionista e disse che egli da autodidatta s’era “avvicinato alla fotografia, riscuotendo interessanti ri-sultati nel campo naturalistico”.

Nell’ultima sua esposizione fotografica (agosto 2009), tenuta con Andrea Vignetti nella Chiesa di S. Giovan-ni Battista di Penne, Renata Rossi così si espresse sulle sue fotografie: “E’ alla sua quarta mostra ed ha acqui-sito, grazie all’interesse e all’esperienza, una buona maturità artistica, con una interpretazione della na-tura”. Sulle sue foto della Mostra del 2007 nella mede-sima sede ella aveva detto che l’ attenzione di Olivieri si ferma “su cose semplici e genuine”, creando visioni che “richiamano in mente

altre prodotte da grandi fotografi”.Non fa solo mostre fotografiche ma anche re-portages degli incontri annuali degli Alpini.Da circa quindici anni i suoi presepi hanno preso il sopravvento sui velieri e le navi da guerra: dice di averne costruiti un centinaio, di tutte le dimensioni, di cui una trentina sol-tanto sono nel nostro Museo di Colleromano, mentre tanti altri sono nelle case dei suoi amici e dei suoi excommilitoni. Ha esposto in tutte le mostre di presepi di Penne e di Ortona; oltre che a Lanciano, a Chieti, a Francavilla, a Teramo e a Pescara alla Mostra Internazionale del Presepe Artistico (1994-1995). Da noi ha vinto nel 2002 il 1° premio per aver reso con il suo presepio una vetrina di negozio la più bella della Città (Concorso Avis Vetrine e Presepi di Penne). In genere si costruisce un presepe comprando i singoli pezzi di materia-le vario e assembrandoli con la propria fantasia. Nicolino, quasi sempre, fa tutto con la terracotta, dalle case, ai pastori, allo stesso piano di ap-poggio. Con l’argilla modella ogni cosa, anche la più piccola, servendosi

dell’attrezzatura speci-fica, propria di un qual-siasi modellatore, per cui alle attività sopra indicate potrei aggiun-gere quest’altra che ne fa un naif vestino. C’è sempre una certa origi-nalità nei suoi presepi, qualcosa di tipicamen-te nostrano, abruzzese. In uno, tutto di terra-cotta, al Bambino che è nato una contadina porta i suoi doni: una gallinella nella cesta

che ha in testa ed altra cesta piena di uova. Nella sua modellazione naif sembra di scorgere il primitivismo di certa plastica etruscoide o picena. Vedere i suoi “pastori” rinfranca il cuore dopo il disgusto generato dalla corruzione - degenerazione di certa arte (?) contemporanea.Egli vede il Natale in qualsiasi situazione ambientale, e non solamente in quella idillica tradizionale di pace. Gesù nasce sempre, per fare un esempio, anche nella realtà tragica di una guerra o di un terremoto. Ed allora ecco nei suoi presepi i carri armati, le ambulanze, i soldati rus-si, le mitragliatrici, i morti, i feriti, le case sconquassate dalla guerra o dal sisma, i suoi alpini soccorritori, mai dimenticati, con le loro tende e, sempre in un angolo, la Natività con Giuseppe, Maria ed il Bambinello. I suoi presepi sono, per così dire, “attuali” perchè riflettono il “clima” del momento, che non è dato solamente dal freddo e dalla neve.Recentemente ha provato a fare presepi senza il motivo della Natività, alla quale, cioè, non sono ispirati perché concepiti in altre situazioni. Una gita a Bomba gli ha dato lo spunto per riproporre in plastica la scena del lago con i suoi amici a bordo di un motoski, un pescatore, le auto sulla riva, ecc. Qui il presepe tradizionale non c’è più, c’è solo un paesaggio tridimensionale naif, tutto modellato in terracotta.I suoi pezzi possono essere anche privi di colore, non per questo sono meno belli ed interessanti nel dettaglio, come le tegole dei tetti delle case, modellate pazientemente una per una. Olivieri per questo è un vero modellatore popolare della realtà.Potrei elencare tante curiosità tra le cose collezionate. Per rimanere nel tema dei presepi, il più piccolo della sua collezione gli è stato regalato: è dentro mezzo guscio di noce. S. Giuseppe, la Madonna, il Bambino nel-la cesta ed il bue hanno le dimensioni di pochi millimetri, eppure sono modellati, colorati e ben distinguibili. Il presepe non richiede esclusiva-mente l’arte delle grandi cose, ma il cuore delle piccole.

di Candido greco

Foto

1. Olivieri intento a fotografare una farfalla2. L’Aquila torna a volare, presepe per L’Aquila terremotata (2009)3. Natività in terracotta naturale (2009)4. Il pastore alla Capanna (2009), campione della modellazione di Olivieri

NICOLINO uNO E TRINOmodellatare, collezionista e fotoamatore: Olivieri il creatore di presepi

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La storia, quella ufficiale che si studia nei manuali di scuola o quella sconosciuta e dimenticata, che a volte riaffiora tra le carte polverose e ammuffite di un archivio storico, insegna o dovrebbe insegnare.Ma si continua a guardare troppo poco indietro nel nostro passato per avere con-sapevolezza del presente e, se possibile, tentare di migliorarlo.Torniamo a parlare di terremoto per via di uno speciale ritrovamento (di cui sono venuta a conoscenza grazie ad una segna-lazione dell’architetto Maurizio D’Aurelio, che ringrazio) fatto dalle archiviste Mar-gherita Ciammaichella ed Annalisa Mas-simi della società - cooperativa “Archivi e Cultura”, durante i lavori di schedatura e riordino delle serie di registri degli ar-chivi storici dei comuni appartenenti alla Comunità Montana Vestina. Si tratta di una testimonianza risalente al 1703 proveniente dall’Archivio storico co-munale di Civitella Casanova, individuata all’interno del catasto antico del comune in uno stralcio che si trova sul verso della pagina di guardia. In sintesi ma con precisione dà notizia di due scosse di terremoto, avvenute a circa un mese di distanza l’una dall’al-tra, nel territorio aquilano; la prima del 14 gennaio 1703 alle ore 2 di notte della durata di un “Credo” (lunga preghiera che si recita durante la liturgia della San-ta Messa) e l’altra ancora più tremenda, “terribilissima”come si legge nel docu-mento, il 20 febbraio, di venerdì, alle ore 17. Dal documento emerge che proprio que-sta scossa ha devastato L’Aquila ed il suo circondario provocando circa 5000 vitti-me. Il “cratere sismico”, menzionato dal trascrittore della nota, sembra lo stes-so che dopo la tragica notte del 6 aprile scorso ha “ingoiato” tanti comuni della provincia aquilana e alcuni del pescare-se. Vengono citati distintamente oltre al capoluogo di Regione, Paganica, Castel Novo, Monte Reale, Arischia, La Madrice e poi Civitella Casanova, Vestea, Vicoli e Civitaquana, che subirono molti danni ai propri centri abitati tanto da costringere i cittadini ad abbandonarli e rifugiarsi in campagna. Le similitudini tra i due eventi sono palesi e le riflessioni in merito possono essere molteplici. Va sottolineato innanzitutto il valore intrinseco della testimonianza che ci permette di ricostruire una parte del-la storia minore, ma ciò che forse vale la pena approfondire, dopo lo stupore ini-ziale, è quanto stato fatto nei secoli suc-cessivi, per quanto nelle umane capacità, per limitare i danni che la ripetizione di

un simile cataclisma avrebbe comportato. Sono passati più di tre secoli, i terremoti a L’Aquila si sono ripresentati con cadenze più o meno regolari con una carica distrut-tiva non sempre letale, essendo assodato che la città nasce su una faglia tettonica e pertanto ad alto rischio sismico. Eppure nell’epoca del progresso, della tecnolo-gia più avanzata, l’uomo non ha capito che la Natura può essere studiata, osservata, descritta ma non sfidata. Se avesse usato con coscienza e razioci-nio gli strumenti che la scienza, la ricerca tecnologica e la stessa Storia, gli hanno messo a disposizione, oggi, dopo quel 6 aprile, piangeremmo probabilmente un numero di vittime inferiore.

di Claudia ficcaglia

ArtistiEsTER LA CINEsE

La pittrice lorete-se Ester Crocetta (www.estercro-cetta.it) ha espo-sto i suoi quadri in uno dei più prestigiosi mu-sei del mondo, il Beijing World Art Museum (www.w o r l d a r t m u -seum.cn) di Pe-chino (CINA).

La mostra è stata aperta dal 5 al 9 febbraio.«Si tratta di un riconoscimento eccezio-nale per un’artista del pescarese che sta travalicando i confini nazionali ed europei – ha detto l’assessore alla cultura del co-mune di Loreto Sandro Di Minco – e siamo lieti, come Comune di Loreto, di aver pa-trocinato e contribuito ad un evento cul-turale in Cina, un paese con un’economia in forte sviluppo, dove è stato portato il nome di Loreto Aprutino, che Ester Cro-cetta contribuisce ad arricchire e far co-noscere».

Archivio

quEL sIsmA DEL 1703

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Dopo la metà del corposo romanzo Il fuoco, parte II, L’Impero del silenzio (pagg.734, edito da Mondadori nel 1949), d’Annun-zio colloca alcune righe che rispecchiano il contenuto della poesia alcyonica I pa-stori. Ora l’anno di composizione di Il fuo-co è il 1898, mentre l’Alcyone è del 1903, quindi è evidente che il brano di prosa precede i versi della nota poesia. Qui è da chiedersi: quale dei due brani è sta-to pensato prima?. Forse questo dilemma non sarà mai sciolto, ma una cosa è vera: la prosa precede la poesia per la colloca-zione che l’autore ha dato ad entrambe. D’Annunzio immagina, nel romanzo di Stelio Effrena e la Foscarina, di aver det-to un giorno a lei, la protagonista, quello che era un ricordo di cose lontane. Anche in questa affermazione c’è un anticipo di quello che più tardi dirà, raccogliendo le poesie dell’ultima parte di Alcyone col titolo Sogni di terre lontane. In effetti il poeta ripensa al suo Abruzzo ed a ciò che nella sua fanciullezza aveva visto più volte nel mese di settembre, cioè la tran-sumanza delle greggi dalle montagne abruzzesi verso le pianure foggiane, per svernarvi. La prosa così narra:-Poi passa-vano le greggi, lungo la riva del mare: ve-nivano dalla montagna, andavano verso le pianure della Puglia, da una pastura ad un’altra. Le pecore lanose camminando imitavano il movimento delle onde; ma il mare era quasi sempre quieto, quando passavano le greggi con i loro pastori. Tutto era quieto; su le spiagge era disteso un silenzio d’oro. I cani correvano lungo i fianchi della mandra; i pastori s’appog-giavano alle aste; fiochi erano i campani in quell’immensità. Tu seguivi con gli oc-chi il viaggio sino al promontorio. Poi più tardi, andavi con la sorella a guardare le tracce nella sabbia umida che qua e là era bucherellata e dorata come i favi…Chi me le ha dette queste cose?-Domanda re-torica questa della chiusa perché il poeta, abitando vicino alla spiaggia del mare ed essendo un frequentatore della foce del fiume Pescara, ogni anno ha assistito al fenomeno della transumanza, durante la quale centinaia e centinaia di peco-re, accompagnate dai loro pastori e ben guardate da vigili cani, scendevano dalle montagne abruzzesi e, seguendo i tratturi erbosi, arrivavano sulla spiaggia per poi proseguire verso la Puglia. Ora, in questa rievocazione ci sono tutti gli ingredienti che poi entreranno ad abbellire i versi di Alcyone. Le greggi arrivavano al mare dalla montagna e poi, camminando lungo la spiaggia, andavano verso le pianure della Puglia. Le pecore coperte di lana, camminando, davano l’impressione che somigliassero alle onde del mare, il quale

“era quasi sempre quieto”. Intorno c’è un silenzio d’oro. Colore questo che il poeta trasferisce dalle pecore e dalla sabbia alla quiete colma di silenzio. Ai fianchi delle greggi camminano i cani, preziosi custodi della mandra, che nei versi sono assenti. I pastori invece por-tano dei vincastri, che hanno ricavato dalle piante di avellano, sui monti, e su di essi si appoggiano lungo il cammino e nelle soste. I campani sui colli delle pecore hanno un suono fioco, quasi per non interrompere quel “silenzio d’oro”. Gli occhi osservatori seguono le greg-gi che si allontanano, mentalmente sino al promontorio del Gargano, ma più praticamente fino alle colline sporgen-ti di Francavilla al Mare e di Ortona. Le greggi nel loro cammino lasciano sulla sabbia umida della battigia del-le impronte, che danno un aspetto di sabbia “bucherellata e dorata come i favi” delle api. Adesso, passando ad un breve esame della poesia I pastori, troviamo l’indicazione del tempo della transumanza, cioè “settembre”. Così il poeta, quasi tornato nella fantasia nella “terra d’Abruzzi”, segue lo spostamen-to dei pastori, che lasciano gli “stazzi” di montagna e vanno verso il mare, cioè lasciano i pascoli dei monti per scende-re all’Adriatico, a volte burrascoso, ma che ha il colore verde dei pascoli abban-donati. Essi portano con sé il ricordo vivo delle acque fresche dei ruscelli montani e sono forniti di bastoni, i vincastri, fatti con i rami di avellano. Seguendo il trattu-ro, che è una larga via erbosa, e ripetendo ogni anno la consuetudine dei loro padri, scendendo verso il mare, dove avvertono il tremolare delle onde marine, secondo un’immagine rubata a Dante (Purgatorio, I, 17). La greggia cammina lungo il litorale e nell’aria s’avverte quel “silenzio d’oro”, perché è “senza mutamento”. Il sole set-tembrino conferisce alla lana delle peco-re un colore biondo- d’oro, che è simile a quello della sabbia. Il mare calmo fa sen-tire lo “sciacquio”, mentre le pecore sulla sabbia umida, con il loro calpestio, pro-ducono un rumore che somiglia a quello delle onde marine. Questi per il poeta sono “dolci romori”. Ma in lui è tale la no-stalgia di queste cose, viste e vissute nella sua fanciullezza, che ora vorrebbe essere con i pastori, che chiama affettuosamente “miei”. Ecco: la prosa ha fornito le linee maestre dello spostamento delle greggi dai monti al mare e poi verso la Puglia; i versi invece hanno colto l’essenziale del-le parole di prosa per daci l’immagine di una consuetudine, che negli anni giovani-li del poeta d’Annunzio, era come un rito, il quale si ripeteva ogni anno, sempre

pAsTORISettembre, andiamo.E’ tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastorilascian gli stazzi e vanno verso il mare:scendono all’Adriatico selvaggioche verde è come i pascoli dei monti.Han bevuto profondamente ai fontialpestri, che sapor d’acqua natia rimanga né cuori esuli a conforto,che lungo illuda la lor sete in via.Rinnovato hanno verga d’avellano.E vanno pel tratturo antico al piano,quasi per un erbal fiume silente,su le vestigia degli antichi padri.O voce di colui che primamenteconosce il tremolar della marina!Ora lungh’esso il litoral camminala greggia. Senza mutamento è l’aria.Il sole imbionda sì la viva lanache quasi dalla sabbia non divaria.Isciacquìo, calpestìo, dolci romori.Ah perché non son io co’ miei pastori?

uguale, nel mese di settembre.

di giuseppino mincione

IL pAsTORE D’ANNuNzIOLa transumanza del vate nell’analisi di prosa e versi

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46 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.itLfuORI sCAffALE

LA DIvERsITA’Secondo la mitologia greca, all’inizio l’uomo e la donna costituivano un solo es-sere e poiché le cose non andavano per il verso giusto, Giove prese la spada e con un colpo netto divise l’unico essere in due parti, creando così l’uomo e la donna. Ecco perché, secondo gli antichi (allora non c’erano i testi sacri rivelati), l’uomo e la donna tendono a riunirsi perché un tempo uniti ed una coppia sarà perfetta quando una metà avrà ritrovato l’altra. Sembra una favola, ma tanto verosimile da apparire vera considerando gli sca-brosi avvenimenti che accadono nella so-cietà di oggi. Infatti, sembrano aumentati di numero gli esseri “umani” ambivalenti, dalla doppia personalità, responsabili di azioni criminose di vario genere e che si definiscono orgogliosi della loro di-versità e se dovessimo dar loro un nome non sapremmo con quale carta d’identità presentarli. Le diversità ci sono sempre state da che mondo è mondo, anche nel-la Magna Grecia e nell’Antica Roma, ma avevano una ragione “politica”. Secondo Hadler, in principio progressista ma poi conservatore, grande psicoanalista e di-scepolo di Freud, ci fu un periodo nell’An-tica Grecia in cui le donne volevano la su-premazia sugli uomini volendo sostituirli nella vita pubblica e in quella politica. E

i benpensanti allora per punir-le sottraevano ai loro deside-ri i giovincelli, chiamati Efebi, i quali aveva-no l’iniziazione con gli uomini e, quando il pe-ricolo era scon-giurato, veniva-no riammessi nella comunità. Ma l’impareggiabi-le Cicerone (se vivesse oggi chissà cosa direbbe!) scrivendo al governatore Verre affermava di infischiarsene della moda degli Efebi, criticando aspramente il loro comportamento ritenuto anomalo, contro natura e contrario all’etica ed alla morale. Certamente ora bisogna considerare al-cuni comportamenti normali degli uomi-ni. Ad una donna per esempio si addico-no anche alcuni comportamenti maschili perché essa non deve soltanto avere cura della propria bellezza e della propria eleganza e quindi attendere qualcuno che bussi alla sua porta, potendo occu-pare posti di comando un tempo attribuiti solo agli uomini. Nel contempo, un pizzico di femminilità si addice anche all’uomo se in un particolare momento, affaccian-dosi al balcone, dica con eleganza:”Mio Dio, com’è bello questa sera il cielo tra-punto di stelle”. Un valente medico sve-dese, Axel Munthe, autore di un bel libro, “La storia di San Michele” dedicato alla principessa Mafalda di Savoia, oltre a descrivere le sue esperienze di medico presso l’istituto Pasteur di Parigi e al Po-liclinico di Roma dove conobbe il famoso clinico Baccelli, in un capitolo parla dei rapporti fra l’uomo e la donna ed afferma testualmente:”L’uomo e la donna sono di-versi e di intelligenza diversa e sono fatti per completarsi. La donna più dell’uomo sopporta il dolore: l’appropriazione del dolore rende l’animo più sensibile e più gentile”. In altri termini, l’uomo e la don-na sono responsabili della nostra storia.

di Tonino Testa

IL TEmpO ChE pAssAPassato il capodanno. Passate le feste. Sembra ieri che aspettavamo la mez-zanotte facendo saltare i tappi di spu-mante. Chi ha inventato il calendario dividendo l’anno in mesi, settimane e giorni credeva di fare un’operazione aritmetica e quindi immutabile. Nien-te di più sbagliato: il tempo non cor-re con lo stesso ritmo, è un elastico, una variabile psicologica. Gli anni della giovinezza erano lunghi come secoli, non arrivavano mai le vacan-ze di Natale, non arrivava mai la fine della scuola. Diventando adulti e poi anziani gli anni si accorciano pau-rosamente, i Natali si attaccano uno all’altro come vagoncini. Non scopro niente di nuovo, sto solo proponendo una riflessione malinconica. E, già che ci siamo, aggiungo un altro pen-siero. Oggi basta una nevicata di ven-ti centimetri a scatenare titoloni sui quotidiani e aperture di telegiornali: l’Italia paralizzata. Buon Dio, ricordo inverni con cumuli di neve e freddi siberiani: nelle pagine di cronaca apparivano brevi corsivi quasi sem-pre intitolati “La bianca visitatrice”. E poi non se ne parlava più: si dava per scontato che d’estate facesse cal-do e d’inverno scendesse la neve: si rimediava con i badili, gli stivaloni, le catene sulle ruote, gli spazzane-ve. La vita ne usciva un po’ rallenta-ta, non “paralizzata”. Oggi, nell’era della spettacolarizzazione, tutto si trasforma in evento. Osservo nei tele-giornali le macchine che procedono lentamente, i tir che arrancano sulle autostrade, i cingolati con le lame che aprono la via. Che improvvisa trage-dia. Nevica in dicembre...

di francesco Di giorgio

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47 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it LCALCIO

vEsTINA IN CREsCENDOLa Vestina battendo il Perano 2-1 (contro i sangirni i giallorossi nel 2005 vinsero il play off promozione) si colloca a quota 36 e spera ancora in un piazzamento d’elite. Il gruppo di Castellano ha trovato una sua identità dopo un avvio caratterizzato da una stentata continuità. Oggi viaggio a Castelfrentano, ultimo insieme con il Silvi a 16 punti. L’occasione per incrementare il bottino e mantenere un punto di vantag-gio sul Lauretum.

pENNE ’96, CORsA vERsO IL pARADIsO Il Penne ’96 continua a condurre il grup-po E della seconda categoria abruzzese con 45 punti, dopo 19 turni, in coabitazio-ne con la Virtus Montesilvano Colli, a -1 insegue il Castiglione. Le due capolista sono imbattute e vantano la stessa miglior difesa del torneo con 8 gol al passivo, mentre l’undici pennese ha segnato tre gol in meno rispetto agli antagonisti (36 a 39). La tripletta di Montebello ha dunque consentito alla formazione di Guerino Francescone di proseguire la corsa verso una promozione in prima categoria nega-tale l’anno scorso dai play off.

CREDICI, LAuRETum

Il Laure-tum con 35 punti è anco-ra sulla scia della quinta da cui dista 5 lunghez-ze, ma sul-la strada vi sono q u a t t r o avversa-rie. Il pa-

reggio, ottenuto con una squadra rima-

neggiata, colto in casa contro il Sam-buceto ha visto un undici biancazzurro motivato e ancora vivo per la corsa ad un posto che consentirebbe di giocarsi la Promozione ai play off. Oggi trasfer-ta sul campo dell’AcquaeSapone che precede di tre punti la formazione al-lenata da Piero Di Pietro.

sOffERENzE pER DuEStagione in salita per Amatori Passo Cor-done e Pianella. Quart’ultimo posto con 24 punti per i loretesi e ben sei in meno per il Pianella, terz’ultimo, reduce però dal blitz pescarese con la Flacco di Ma-sciovecchio. All’Amatori non basta un at-tacco capace di siglare 30 reti a fronte di una difesa che ne ha subite 34 però. Deci-samente negativi i numeri del Pianella di D’Intino ancora in corsa per una salvezza difficile, ma non impossibile. Oggi appun-tamento casalingo per entrambe. L’Ama-tori se la vedrà proprio con la Flacco Pe-scara, terza in graduatoria ma beffata dai panellesi, mentre i cugini affronteranno il San Salvo alla caccia di un piazzamento play off.

PENNE – Deve soffrire fino in fondo e spera di farlo anche dopo: con i play out. Nel senso che il Penne gioca per evitare l’ultimo posto che significa, in ogni caso, retrocessione diretta in Promo-zione anche se dalla D le abruzzesi che dovessero scendere fos-sero tre nella peggiore delle ipotesi. Quando scriviamo queste righe, i vestini non hanno ancora gio-cato l’anticipo televisivo contro il Mon-tesilvano al vecchio comunale riaperto anche al Penne dall’amministrazione comunale per impulso del neo assesso-re delegato allo sport Gabriele Pasqua-lone. Con due lavoretti (la separazione degli ingressi) ha ottenuto l’agibilità su-periore ai 100 posti di capienza. Una te-lenovela in stile pennese che ha indotto molti a mal pensare su veti e invidie: ci voleva tutto questo tempo per mettere due cancelli?Ora però il club del pre-sidente Pasquale Almonti deve trovare la forza di concludere con una netta sterzata una sta-gione nata con diverse contraddizioni e qualche errore di valutazione di troppo, ma rimessa comunque in discussione. Sulla panchina siede il terzo tecnico stagionale: quel Mirko Di Pietro, responsabile del settore giovanile, subentrato a Filippo Di Teodoro dal 13 dicembre, il quale dopo due turni aveva preso il posto del dimissionario Federico Proietto. Il tecnico loretese adesso ha fra le mani una squadra di sicuro più competitiva con gli innesti di gente di categoria, ed anche di più, come il portie-re La Barba (38 anni), il difensore ventenne Di Fabio, i centro-campisti Galiffa (’76) e Pierri (’82). Hanno preso il posto di Tara-borrelli, Lo Mele, Ajazi e D’Angelo. Ci ha lavorato con la grinta e la passione di sempre Guido Colangelo, tornato ad assistere un Penne che ha lasciato l’ultimo posto in classifica detenuto dall’8

dicembre e fino al 31 gennaio, giorno in cui i vestini sono tornati al “Colangelo” ritrovando colore e calore della tifoseria orga-nizzata, la Neuro. Fino a prima del derby col Montesilvano, Di Pietro ha ottenuto una vittoria casalinga contro il Sulmona e pa-reggi con Montorio, Cologna, Francavilla e Notaresco, restando

sconfitto solo a Teramo contro la capoli-sta e il San Nicolò. Giocare con la pre-occupazione del risultato è sempre più complicato, specie adesso che il miglior realizzatore, Vittorio Improta, casertano di Mondragone, autore di 9 marcature, stenta a ritrovare la via del gol dopo un avvio in cui ha tenuto a galla la squadra pur segnando reti mai decisive ai fini di una delle tre vittorie ottenute. Le segna-ture si attendono anche da Galiffa e Pier-ri che nel loro passato hanno accumulato esperienza e gol. Il loro apporto integra quello dei fuori quota di cui il Penne può

andare fiero. Colangelo spera di ripetere, stavolta con un altro ruolo, il miracolo del ’91-’92 quando dall’Inter-

regionale retrocedevano direttamente 5 formazioni e lui suben-trò a metà gennaio come terzo tecnico stagionale dopo Druda e Ciampoli. Il Penne si salvò all’ultima domenica. “Dobbiamo pen-sare a giocare e a scrollarci di dosso la tensione, come nel se-condo tempo di Notaresco”, ha detto Mirko Di Pietro. Il calenda-rio, Montesilvano a parte, chiama il Penne ad affrontare scontri diretti casalinghi contro lo Sporting Scalo e all’ultimo turno con la Spal Lanciano ed esterni come quelli di Roseto e Guardiagre-le, avversari di rango da contrastare in casa sono il Mosciano ed il Castel di Sangro, mentre trasferte sulla carta tranquille a Luco dei Marsi e Pineto.

di Berardo Lupacchini

Colangelo e Di pietro

Di pietro

IL pENNE NON vuOLE TRAmONTAREIl ritorno al Colangelo e di Colangelo. per evitare la promozione

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