LA PAROLA DEL PAPA Giovani. L’esempio di Don Bosco · 2 Attualità domenica 26 luglio 2015 C’è...

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«L'Italia, l'Europa e il mondo in questi due secoli sono molto cambiati, ma l'anima dei giovani non lo è: anche oggi i ragazzi e le ragazze sono aperti alla vita e all'incontro con Dio e con gli altri, ma ce ne sono tanti a rischio di scoraggiamento, di anemia spirituale, di emarginazione. Don Bosco ci insegna anzitutto a non stare a guardare, ma a porsi in prima linea, per offrire ai giovani un'esperienza educativa integrale che, saldamente basata sulla dimensione religiosa, coinvolga la mente, gli affetti, tutta la persona, considerata sempre come creata e amata da Dio» (Papa Francesco) I rischi dell’educazione “gender” Don Corrado Melis è il nuovo vescovo di Ozieri Il ricordo di Padre Umberto Zucca Cagliari in festa per la Madonna del Carmine N on è da sottovalutare l’influenza della dottrina del gender nell’educazione scolastica I l Santo Padre ha nominato alla guida della diocesi ozierese il prete di Ales-Terralba I l 14 luglio il frate minore conventuale è entrato nella casa del Padre L a scorsa settimana si sono svolte le celebrazioni nella chiesa dei Carmelitani Attualità 2 Chiesa 4 In Memoria 10 Devozione 13 Sestu 5 Le attività dell’oratorio estivo a San Giorgio Eventi 12 A Expo si incontrano don Bosco e S. Efisio Politica 3 La Giunta Pigliaru cerca un nuovo slancio Solidarietà 11 Il tavolo regionale dell’Alleanza contro la povertà LA PAROLA DEL PAPA L’esempio di Don Bosco Come Don Bosco insieme ai giovani Giovani. La Lettera di Papa Francesco per i 200 anni dalla nascita di San Giovanni Bosco 1.00 ANNO XII N .30 DOMENICA 26 LUGLIO 2015 S ETTIMANALE D IOCESANO DI C AGLIARI Papa Francesco ha indirizzato al Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Àngel Fernández Artime, una Lettera in occasione del bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco. Pubblichiamo di seguito alcuni passaggi del testo, che rappresenta per la comunità ecclesiale e l’intera società una preziosa riflessione sull’educazione dei giovani. È viva nella Chiesa la memoria di san Giovanni Bosco, quale fondatore della Congregazione salesiana, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dell'Associazione dei Salesiani Cooperatori e dell'Associazione di Maria Ausiliatrice, e quale padre dell'odierna Famiglia salesiana. È altresì viva nella Chiesa la sua memoria come santo educatore e pastore dei giovani, che ha aperto una strada di santità giovanile, che ha offerto un metodo di educazione che è allo stesso tempo una spiritualità, che ha accolto dallo Spirito Santo un carisma per i tempi moderni [...] L'Italia, l'Europa e il mondo in questi due secoli sono molto cambiati, ma l'anima dei giovani non lo è: anche oggi i ragazzi e le ragazze sono aperti alla vita e all'incontro con Dio e con gli altri, ma ce ne sono tanti a rischio di scoraggiamento, di anemia spirituale, di emarginazione. Don Bosco ci insegna anzitutto a non stare a guardare, ma a porsi in prima linea, per offrire ai giovani un'esperienza educativa integrale che, saldamente basata sulla dimensione religiosa, coinvolga la mente, gli affetti, tutta la persona, considerata sempre come creata e amata da Dio. Da qui deriva una pedagogia genuinamente umana e cristiana, animata dalla preoccupazione preventiva e inclusiva, specialmente per i ragazzi dei ceti popolari e delle fasce marginali della società, ai quali offre anche la possibilità dell'istruzione e di apprendere un mestiere, per diventare buoni cristiani e onesti cittadini. Operando per l'educazione morale, civile, culturale dei giovani, Don Bosco ha agito per il bene delle persone e della società civile, secondo un progetto di uomo che coniuga insieme allegria - studio - preghiera, o ancora lavoro - religione - virtù. Di tale cammino fa parte integrante la maturazione vocazionale, perché ciascuno assuma nella Chiesa la forma concreta di vita alla quale il Signore lo chiama. Questa ampia ed esigente visione educativa, che Don Bosco ha concentrato nel motto "Da mihi animas", ha realizzato ciò che oggi esprimiamo con la formula «educare evangelizzando e evangelizzare educando» (Congregazione per il Clero, Direttorio generale per la catechesi [15 agosto 1997], n. 147). Tratto caratteristico della pedagogia di Don Bosco è l'amorevolezza, da intendersi come amore manifestato e percepito, nel quale si rivelano la simpatia, l'affetto, la comprensione e la partecipazione alla vita dell'altro. Egli afferma che nell'ambito dell'esperienza educativa non basta amare, ma è necessario che l'amore dell'educatore si esprima mediante gesti concreti ed efficaci. Grazie a tale amorevolezza tanti bambini e adolescenti negli ambienti salesiani hanno sperimentato una intensa e sana affettività, molto preziosa per la formazione della personalità e il cammino della vita. In questo quadro di riferimento si collocano altri tratti distintivi della prassi educativa di Don Bosco: ambiente di famiglia; presenza dell'educatore come padre, maestro e amico del giovane, espresso da un termine classico della pedagogia salesiana: l'assistenza; clima di allegria e di festa; ampio spazio offerto al canto, alla musica e al teatro; importanza del gioco, del cortile di ricreazione, delle passeggiate e dello sport. Continua a pagina 16 POSTE ITALIANE SPA spedizione in abbonamento postale 70% Roma AUT MP-AT/C/CA/

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«L'Italia, l'Europa e il mondo in questi due secoli sono moltocambiati, ma l'anima dei giovani non lo è: anche oggi iragazzi e le ragazze sono aperti alla vita e all'incontro conDio e con gli altri, ma ce ne sono tanti a rischio discoraggiamento, di anemia spirituale, di emarginazione. DonBosco ci insegna anzitutto a non stare a guardare, ma a porsiin prima linea, per offrire ai giovani un'esperienza educativaintegrale che, saldamente basata sulla dimensione religiosa,coinvolga la mente, gli affetti, tutta la persona, consideratasempre come creata e amata da Dio» (Papa Francesco)

I rischidell’educazione“gender”

Don Corrado Melisè il nuovo vescovodi Ozieri

Il ricordodi Padre Umberto Zucca

Cagliari in festaper la Madonnadel Carmine

Non è da sottovalutarel’influenza della

dottrina del gendernell’educazione scolastica

Il Santo Padre hanominato alla guida

della diocesi oziereseil prete di Ales-Terralba

Il 14 luglio il frateminore conventuale

è entrato nella casa del Padre

La scorsa settimana sisono svolte le

celebrazioni nella chiesadei Carmelitani

Attualità 2 Chiesa 4 In Memoria 10 Devozione 13

Sestu 5Le attività dell’oratorio estivoa San Giorgio

Eventi 12A Expo si incontranodon Bosco e S. Efisio

Politica 3La Giunta Pigliarucerca un nuovoslancio

Solidarietà 11Il tavolo regionaledell’Alleanza contro la povertà

LA PAROLA DEL PAPAL’esempio di Don Bosco

Come Don Boscoinsieme ai giovani

Giovani. La Lettera di Papa Francesco per i 200 anni dalla nascita di San Giovanni Bosco

€ 1.00ANNO XI I N .30 DOMENICA 26 LUGLIO 2015S E T T I M A N A L E D I O C E S A N O D I C A G L I A R I

Papa Francesco ha indirizzato al Rettor Maggioredei Salesiani, Don Àngel Fernández Artime, unaLettera in occasione del bicentenario della nascitadi San Giovanni Bosco. Pubblichiamo di seguitoalcuni passaggi del testo, che rappresenta per lacomunità ecclesiale e l’intera società una preziosariflessione sull’educazione dei giovani.

Èviva nella Chiesa la memoria di san GiovanniBosco, quale fondatore della Congregazionesalesiana, delle Figlie di Maria Ausiliatrice,

dell'Associazione dei Salesiani Cooperatori edell'Associazione di Maria Ausiliatrice, e qualepadre dell'odierna Famiglia salesiana. È altresì vivanella Chiesa la sua memoria come santo educatoree pastore dei giovani, che ha aperto una strada disantità giovanile, che ha offerto un metodo dieducazione che è allo stesso tempo unaspiritualità, che ha accolto dallo Spirito Santo uncarisma per i tempi moderni [...]L'Italia, l'Europa e il mondo in questi due secolisono molto cambiati, ma l'anima dei giovani nonlo è: anche oggi i ragazzi e le ragazze sono apertialla vita e all'incontro con Dio e con gli altri, ma cene sono tanti a rischio di scoraggiamento, dianemia spirituale, di emarginazione.Don Bosco ci insegna anzitutto a non stare aguardare, ma a porsi in prima linea, per offrire aigiovani un'esperienza educativa integrale che,saldamente basata sulla dimensione religiosa,coinvolga la mente, gli affetti, tutta la persona,considerata sempre come creata e amata da Dio.Da qui deriva una pedagogia genuinamente umanae cristiana, animata dalla preoccupazionepreventiva e inclusiva, specialmente per i ragazzidei ceti popolari e delle fasce marginali dellasocietà, ai quali offre anche la possibilitàdell'istruzione e di apprendere un mestiere, perdiventare buoni cristiani e onesti cittadini.Operando per l'educazione morale, civile,culturale dei giovani, Don Bosco ha agito per ilbene delle persone e della società civile, secondoun progetto di uomo che coniuga insieme allegria -studio - preghiera, o ancora lavoro - religione -virtù. Di tale cammino fa parte integrante lamaturazione vocazionale, perché ciascuno assumanella Chiesa la forma concreta di vita alla quale ilSignore lo chiama. Questa ampia ed esigentevisione educativa, che Don Bosco ha concentratonel motto "Da mihi animas", ha realizzato ciò cheoggi esprimiamo con la formula «educareevangelizzando e evangelizzare educando»(Congregazione per il Clero, Direttorio generaleper la catechesi [15 agosto 1997], n. 147).Tratto caratteristico della pedagogia di Don Boscoè l'amorevolezza, da intendersi come amoremanifestato e percepito, nel quale si rivelano lasimpatia, l'affetto, la comprensione e lapartecipazione alla vita dell'altro. Egli afferma chenell'ambito dell'esperienza educativa non bastaamare, ma è necessario che l'amore dell'educatoresi esprima mediante gesti concreti ed efficaci.Grazie a tale amorevolezza tanti bambini eadolescenti negli ambienti salesiani hannosperimentato una intensa e sana affettività, moltopreziosa per la formazione della personalità e ilcammino della vita.In questo quadro di riferimento si collocano altritratti distintivi della prassi educativa di Don Bosco:ambiente di famiglia; presenza dell'educatorecome padre, maestro e amico del giovane,espresso da un termine classico della pedagogiasalesiana: l'assistenza; clima di allegria e di festa;ampio spazio offerto al canto, alla musica e alteatro; importanza del gioco, del cortile diricreazione, delle passeggiate e dello sport.

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2 Attualità domenica26 luglio 2015

C’è un passaggio della legge 13luglio 2015, n. 107, cosiddetta“buona scuola”, contenente la

riforma del sistema nazionale diistruzione e formazione e la delegaper il riordino delle disposizionilegislative vigenti, che ha suscitatonotevoli preoccupazioni siaall’interno della maggioranza digoverno che tra i sostenitori deidiritti della famiglia costituzionale,in buona parte riuniti nel comitato“Difendiamo i nostri figli”,promotore dell’oceanicamanifestazione svoltasi lo scorso 20giugno in piazza San Giovanni inLaterano a Roma. Si trattadell’ormai famoso comma 16dell’articolo 1 della legge (in realtàè anche l’articolo unico, compostodi ben 212 commi, secondo una

tecnica redazionale volta a superarel’ostruzionismo parlamentare esinora riservata alle leggifinanziarie e di stabilità). Il testodel suddetto comma recita: “Ilpiano triennale dell'offertaformativa assicura l'attuazione deiprincipi di pari opportunità'promuovendo nelle scuole di ogniordine e grado l'educazione allaparità' tra i sessi, la prevenzionedella violenza di genere e di tutte lediscriminazioni, al fine di informaree di sensibilizzare gli studenti, idocenti e i genitori sulle tematicheindicate dall'articolo 5, comma 2,del decreto-legge 14 agosto 2013,n. 93, convertito, con modificazioni,dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119,nel rispetto dei limiti di spesa di cuiall'articolo 5-bis, comma 1, primo

periodo, del predetto decreto-leggen. 93 del 2013.”. Come ha spiegatoalla rivista on line “IlSussidiario.net” il portavoce delmovimento di opinione “La Manifpour tous Italia” Filippo Savarese,dietro la formulazioneapparentemente tutta incentratasulla prevenzione della violenzasessuale e di genere e sul contrastoalle discriminazioni potrebbe inrealtà insinuarsi ancora una voltaun cavallo di Troia checonsentirebbe di diffondere ancor dipiù nelle scuole italiane, come giàavvenuto in molti casi, l’inquietanteideologia del gender, che esiste ed èstata più volte stigmatizzata conforti parole di disapprovazioneanche da Papa Francesco. L’art. 5,comma 2, del d.l. n. 93/2013richiamato dal comma 16, spiegaSavarese, «rimanda infattiall’applicazione nelle scuole deiprincipi espressi nel “Piano d’azionestraordinario contro la violenzasessuale e di genere”», il cuiparagrafo 5.2 promuove“l’inserimento di un approccio digenere nella pratica educativa”,espressione che, secondo Savarese,spalancherebbe le porteall’introduzione nelle scuoledell’ideologia gender. Di diversoavviso Maurizio Lupi, capogruppoalla Camera di Area Popolare (che

intervenuto ancora una volta conparole ferme il segretario generaledella Conferenza EpiscopaleItaliana mons. Nunzio Galantino:«il dissenso nei confronti delladittatura che vorrebbe imporre ilpensiero unico, come dello stessodisegno di legge Cirinnà, al nostrointerno è chiaro e condiviso», haaffermato in un’intervista alquotidiano Avvenire, aggiungendodi avere l’impressione che «l'unicoproblema oggi sia quello dei dirittidegli individui che chiedono diunirsi nelle unioni civili o di coloroche, avendo un orientamentosessuale diverso, chiedonostabilizzazione per la loroposizione. Forse bisognerebbe conpiù forza richiamare al sanorealismo delle cose: la nostrasocietà, grazie a Dio, conta e puòancora contare sulla stragrandemaggioranza di famiglie fatte dipadre, madre e figli» che «hanno ildiritto di vedersi al centrodell'impegno politico».

Luigi Murtas

sostiene il governo Renzi), secondocui nel comma 16 non vi è tracciadella teoria del gender e checomunque ritiene sufficienti leassicurazioni offerte dal Ministerodell’Istruzione, che in una circolareinviata il 6 luglio scorso alle scuoleitaliane aveva chiarito che «lefamiglie hanno il diritto, ma ancheil dovere, di conoscere primadell'iscrizione dei propri figli ascuola i contenuti del Pianodell'Offerta Formativa e, per lascuola secondaria, sottoscrivereformalmente il Patto educativo dicorresponsabilità per condividere inmaniera dettagliata diritti e doverinel rapporto tra istituzionescolastica autonoma, studenti efamiglie.»Ma i pericoli insiti nell’eventualediffusione dell’ideologia del gender(«sbaglio della mente umana checrea tanta confusione», come ebbea definirla Papa Francesco neldiscorso di Napoli dello scorso 21marzo), aleggiano soprattutto neldisegno di legge Cirinnà sulle“unioni civili”. Su tale argomento è

La questione gendere la realtà della scuolaUn passaggio della legge di riforma della scuola viene criticato per la possibilità di aprireall’educazione basata sulla teoria gender. Ancora più problematico è il Ddl “Cirinnà”

Sono cinque i punticaratterizzanti la riforma delsistema pensionistico

proposta dal presidente dell’INPSTito Boeri e presentata comedocumento accompagnatorio allarelazione annuale.Innanzitutto, vi è la previsione diun reddito garantito per i lavoratoridi età superiore ai 55 anni cheabbiano perso il lavoro, situazionela cui frequenza è più che triplicatain sei anni: ritrovareun’occupazione a quell’età, dopoaverla persa, è infatti impresaimpossibile in nove casi su dieci. Inquesto caso il riconoscimento dellaprestazione equivale a una forma direddito minimo garantito, sinoranon previsto nella nostralegislazione. In questo modo sipotrà anche superare un viziod’origine del sistema contributivointrodotto nel nostro ordinamento

Terzo punto: armonizzazione, o,altrimenti detta, abolizione deiprivilegi pensionistici. SecondoBoeri si registrano forti asimmetriefra diversi trattamentiprevidenziali, non fondate su diversilivelli contributivi e che «riflettonodifferenze spesso macroscopiche neitassi di rendimento garantiti aicontributi versati da alcune coorti ecategorie specifiche di lavoratori»,con ovvi riflessi negativi su tutti glialtri contribuenti. Altra propostaall’insegna dell’armonizzazione: unprelievo di solidarietà dai redditipensionistici elevati per finanziarela flessibilità in uscita.Ed è proprio la “flessibilità inuscita” la quarta pietra miliare deldisegno riformatore del presidentedell’INPS: chi vuole la pensioneanticipata accetta unapenalizzazione dell’assegno,spalmando il montante cumulato suun numero maggiore di mensilità,nel rispetto del diritto a unostandard di vita dignitosa. A chiteme che con questo sistema sirischi una decurtazione degliassegni fino al 30-35%, Boerireplica che verosimilmente il tagliosarebbe intorno al 3-3,5%.Infine, cardine della proposta diriforma è la valorizzazione deicontributi volontari integrativi. Ilrapporto fra contribuenti epensionati continua a peggiorare edè pertanto necessario consentireanche a chi incassa già la pensionedi versare nuovi contributi

Inps, allo studio nuovenorme sulle pensioniIl presidente dell’istituto di previdenza, Tito Boeri, ha presentato una serie di proposte, cheverranno discusse nel prossimo periodo, per consentire di andare in pensione in anticipo

a partire dalla seconda metà deglianni ’90, in base al quale non sonopreviste prestazioni minime per chinon ha altri redditi e ha accumulatoun montante contributivo troppobasso per garantirsi una pensione aldi sopra della soglia di povertà.Secondo punto qualificante dellaproposta Boeri è la ricongiunzionenon onerosa dei contributi versati.L’INPS eroga 21 milioni diprestazioni pensionistiche a circa15 milioni di pensionati. Per ognitre, ne vengono messe inpagamento mediamente quattro. Laproposta Boeri è di consentire a chiha versato contributi in diversegestioni la ricongiunzione senzaoneri aggiuntivi, che penalizzano ilavoratori più “mobili” e che«presumibilmente avevanocambiato impiego cercando dimettere a frutto i propri talenti e leproprie vocazioni».

volontari, che poi diventeranno unsupplemento alla renditapensionistica. Un sistema chepotrebbero adottare anche i datoridi lavoro: «contributi aggiuntivi perpermettere ai loro dipendenti che siritirano prima di raggiungere l’etàdella pensione di vecchiaia diincrementare la loro pensioneiniziale».Tra le reazioni al disegno di riformaBoeri si registrano quelle diSusanna Camusso, segretariagenerale CGIL, che critica la partesulla flessibilità in uscita, perché«vuol dire abbassare del 30-35% lepensioni più povere» (nonostantela smentita di Boeri stesso).Annamaria Furlan, leader dellaCISL, ritiene che «il ricalcolo dellepensioni col sistema contributivoper l’accesso anticipato alpensionamento provocherebbe taglidelle prestazioni, maturate dopo

una vita di lavoro, compresi fra il 15ed il 30%» e chiede al Governo diconvocare un tavolo con le partisociali per mettere a punto unaproposta che favorisca la flessibilitàall’insegna di una maggior equità.Sul fronte politico, il ricalcolocontributivo per la flessibilità inuscita non piace al presidente dellacommissione Lavoro della CameraCesare Damiano, secondo il quale èinaccettabile un anticipo dell’uscita«a carico dei lavoratori con unricalcolo contributivo dell’assegnopensionistico» che può comportareanche tagli del 30%. Ilsottosegretario all’Economia EnricoZanetti e i parlamentari di SceltaCivica difendono invece la lineaBoeri, critica la Lega, il MovimentoCinque Stelle ritiene riduttivo ilreddito minimo garantito solo agliover 55enni.

L.M.

3Attualitàdomenica26 luglio 2015

Condivisione e confronto. Sonoqueste le parole chiave con lequali si potrebbe riassumere la

lunga giornata del centrosinistra,organizzata la scorsa settimana aSanluri per fare il punto sul primoanno e mezzo della Giunta regionaleguidata da Francesco Pigliaru, maanche per definire l’agenda politicadei prossimi mesi. Un incontroallargato all’insegna del confronto edella condivisione che, a detta deipartecipanti, è stato un momento dicrescita costruttiva per tutti. Un modoper capire «dove siamo, cosa abbiamofatto, cosa dobbiamo fare neiprossimi mesi», come hanno dettodurante l’introduzione dei lavori ilSegretario regionale del PD edeuroparlamentare Renato Soru e ilpresidente della Regione FrancescoPigliaru, ad una platea di oltreduecento partecipanti tra assessori,consiglieri regionali, sindaci eparlamentari.L’incontro era stato preceduto alcunigiorni prima da un faccia a faccia tra idue principali protagonisti, Soru ePigliaru, da richieste di rimpasto e diverifiche e da diverse fibrillazioni

confronto tra Soru e Pigliaru, hafunzionato.Lo stesso Presidente della Giuntaregionale non ha celato la propriasoddisfazione su come sono andati ilavori. «Quando questa mattinapensavo a come sarebbe andata – hadetto Pigliaru nel suo discorsoconclusivo – l’ho fatto con un certonervosismo. Adesso, invece, miritrovo nella parte positiva del film:quindi grazie a chi ha organizzatoquesta giornata. È bello vedere laclasse dirigente della nostra Regioneriunita a parlare di programmi eobiettivi, anche nei dettagli». Poi,proseguendo, ha ripetuto più di unavolta quelle che a suo avviso sonostate “le parole chiave” del vertice.Ovvero, «speranza e reciproca fiducia.Speranza perché quello che stiamocostruendo per la Sardegna è unanuova narrazione sullo sviluppo.Reciproca fiducia perché eranecessario ritrovare consapevolezzasul percorso che stiamo facendoinsieme». Precedentemente, infatti,aveva ammesso: «Abbiamo lavoratoper quindici mesi in apnea, ora è ilmomento di confrontarsi su ciò che

La Giunta regionalein cerca di rilancioA Sanluri si sono riuniti i vertici della Regione con la direzione del Partito Democraticoinsieme a parlamentari, sindaci e consiglieri. L’obiettivo è rinforzare l’azione della Giunta

“esterne”. Come quella che avevavisto il deputato democratico GianPiero Scanu riunire le parti socialidella Gallura e attaccare l’Esecutivoregionale reo, a suo dire, di averedimenticato il territorio. «Credo chesia più evidente il livello didisattenzione, talmente colpevole darasentare l’aggressione politica, aidanni della Gallura», aveva tuonatol’ex sindaco olbiese. Per poiaggiungere: «Niente più autoritàportuale, solo un’area metropolitanaa Cagliari, sparisce la Provincia e nonsi capisce che nel nord dell’isolaesistono due aree, una con epicentroSassari e l’altra con Olbia. Occorrebloccare alcune fantasticherie edevitare che la Gallura continui adessere penalizzata».Però, al di là delle aspettative, purnon essendo mancate lerecriminazioni dei diversi territoricostretti a fare i conti con la crisipresente in diverse forme, nel “ritirodi Sanluri” l’impegno di tenere fuoridal confronto la questione delrimpasto di Giunta è stato rispettato.Segno evidente che il patto nonscritto, stipulato nelle ultime fasi del

Il 14 aprile scorso ho parlatocon il presidente MamnoonHussain, che si è detto

disponibile a trovare un modo perlimitare l’uso improprio dellalegge anti-blasfemia». Cosìdichiara ad Aiuto alla Chiesa cheSoffre monsignor SebastianFrancis Shaw, arcivescovo diLahore.Aumento delle accuse diblasfemia. Negli ultimianni nell’arcidiocesiguidata da monsignorShaw si sono registratimolti casi di blasfemiaai danni di cristiani, ilpiù famoso dei qualiriguarda Asia Bibi, ladonna cristiana madredi 5 figli in carcere dal2009 perché accusataingiustamente di averoffeso il profetaMaometto. Lacosiddetta legge anti-blasfemia –corrispondente inrealtà ai commi B e C dell’art. 295del codice penale pachistano –punisce con l’ergastolo chiprofana il Corano e con la pena dimorte chi insulta il Maometto.In più di un’occasione le accusehanno innescato tragici attacchialla minoranza religiosa. Nelmarzo del 2013, nel quartierecristiano di Joseph Colony, circa200 case sono state incendiatedopo che il 26enne Sawan Masihera stato accusato di aver offesoMaometto in seguito ad una litecon un suo conoscentemusulmano. E mentre gli ottantacolpevoli dell’attacco sono statiliberati su cauzione, il giovane

cristiano è stato condannato a morte.«Quando un’accusa di blasfemia èrivolta ad un musulmano è lui il solo apagarne le conseguenze – notamonsignor Shaw - mentre se ad essereincolpato è un cristiano, l’interacomunità è ritenuta responsabile». Ilcaso di Sawan Masih mette in evidenzala facilità con la quale sia possibileessere incolpati di blasfemia, specieperché chi accusa non è tenuto a

fornire alcuna prova a sostegno delleproprie affermazioni. Come limitare l’abuso della legge. «Unmodo efficace per limitare l’abusodella legge anti-blasfemia – dichiara ilpresule ad Acs – potrebbe esserequello di punire chi formula falseaccuse». Monsignor Shaw sottolineapoi l’intenso contesto emotivo legatoal reato di blasfemia, alla base deinumerosi omicidi extra-giudiziali dipresunti blasfemi, uccisi prima ancoradi essere assicurati alla giustizia operfino dopo essere stati assolti. È necessario quindi un cambiamento alivello sociale, «da raggiungereattraverso la promozione del dialogointerreligioso ed esortando i

pachistani di ogni religione acontribuire concretamente allacostruzione di una società più pacificaed armoniosa».I rapporti interreligiosi. A talproposito monsignor Shaw raccontagli ottimi rapporti con numerosileader islamici, rivelatisi determinantiquando nel maggio scorso a Lahoreuna folla di musulmani ha invaso unquartiere cristiano a seguito diun’accusa di blasfemia. «L’aiuto deileader musulmani e dei politici locali èstato determinante nel favorirel’immediato intervento la polizia».Il presule ritiene inoltreindispensabile investire su

un’educazione capace difavorire la convivenzapacifica. Un importantepasso in tal senso puòessere compiuto con lamodifica dei libri di testodelle scuole pubblichepachistane, checontengono affermazionioffensive nei confronti delleminoranze religiose. Testiche alimentanol’intolleranza e ladiscriminazione, e cheperfino le scuole cristianesono costrette ad adottare,giacché parte del

programma scolastico obbligatorio.«Abbiamo posto il problemaall’attenzione delle autoritàpachistane, che hanno promesso diprendere in considerazione i nostrisuggerimenti». Monsignor Shaw fa notare ilfondamentale contributo offerto dagliistituti legati alla Chiesa, i cui studentisono in maggioranza musulmani. «Lenostre scuole rappresentano unelemento chiave per il futuro delPakistan. Sono ottimista e ritengo chelavorando tutti insieme potremmocostruire una società in cui conti ilvalore delle persone e non la classesociale o l’appartenenza religiosa».

I.P.

Violenze contro i cristianiIl vescovo della seconda città del Pakistan richiama le sofferenze dei cristiani nel suo paese, in particolareper l’applicazione impropria della legge sulla blasfemia

n PAKISTAN.Parla Mons. Shaw, Arcivescovo di Lahore

Adispetto degli strali di arringatori, pronti a gettare benzina sulfuoco della xenofobia, in Sardegna finora l’arrivo dei migrantisembra non aver creato grossi scompensi alla vita civile.

Qualcuno dirà, “Per ora!”. Fatto sta che sabato 18 luglio sulle banchinedel porto di Cagliari sono sbarcati 451 immigrati e non si è verificatonessun incidente.La macchina messa a punto dalla Prefettura, con il lavoro preziosodelle Forze dell’ordine e della Protezione Civile, sta marciando senzaproblemi. Gli inquirenti hanno individuato i presunti scafisti, i migranti sonostati visitati e curati negli ospedali, per poi essere dimessi, nonappena le condizioni di salute lo permettono. Le associazioni di volontariato e la Caritas svolgono il ruolo disupporto ai migranti nella permanenza sull’Isola, in strutturepubbliche e private, messe a disposizione per l’accoglienza deglistranieri richiedenti asilo.Diversi comuni si stanno organizzando per favorire una possibileintegrazione, non certamente facile.Qualcuno si potrebbe chiedere dov’è la notizia. Il bello che questa èuna notizia, una di quelle che racconta della foresta che crescerispetto all’albero che cade. Troppo spesso infatti l’abitudine a vedere solo nero rende incapacilettori, ascoltatori o telespettatori a capire che anche in presenza diuna presunta emergenza c’è del buono, del bello nel modo di gestire iflussi migratori.In pochi ricordano la notizia dello scorso aprile quando a Fertilia,frazione di Alghero, nata nel ventennio fascista, grazie all’arrivod’immigrati ferraresi, che per anni hanno accolto i rom, residenti emigranti hanno ripulito una spiaggia e risistemato la staccionata cheprotegge l’arenile.In compenso però le ultime relative a presunti delitti commessi damigranti hanno dato fuoco alle polveri internaute di imprevedibiligiustizieri.L’ha ricordato più volte Papa Francesco negli ultimi tempi: ènecessario avere a cuore il destino di questi fratelli e sorelle cheattraversano il Mediterraneo , non prima di lunghi viaggi in condizionidisumane. Chi ha accolto al porto di Cagliari e negli ospedali imigranti può testimoniare che i loro racconti sono da brividi.Di questo si dovrebbe discettare non certo di inutili derive xenofobe.

I.P.

Nuovi migranti destinati alla SardegnaL’Isola si distingue per l’accoglienza

n IL FATTO

abbiamo fatto e sul perché lo abbiamofatto. La Giunta lavorainevitabilmente anche con un certogrado di solitudine e a volte con tempiche non sono quelli che la politicavorrebbe: oggi è arrivato il momentodi fare una verifica sul percorso percapire se coincide con la visione cheabbiamo portato in campagnaelettorale: perché se non facciamoquesto (e nei quindici mesi passati loabbiamo fatto troppo poco) sarà poidifficile avere un’idea condivisa,esprimere un’energia collettiva chedica alle persone stiamo lavorandonella direzione che avevamopromesso».Quanto al bilancio di legislatura,Pigliaru ha dato la precedenza aSanità ed Enti locali, temi che sono

parte di quel pacchetto di riformediventato la priorità dellamaggioranza. In proposito haaffermato: «Abbiamo capito che ottoAsl non funzionano, sono un disastro.Serve un’organizzazione più snella esu questo siamo impegnati”. Sulversante delle autonomie locali, ilcapo della Giunta ha ribadito che «leUnione dei Comuni sono il futurodella Sardegna».E sebbene non ci sia un documentofinale sulla giornata di “ritiro” aSanluri, è evidente che lamaggioranza abbia iniziato adiscutere apertamente sui temi piùcaldi della politica regionale. E che,per ora, chi attendeva il rimpastodella Giunta Pigliaru dovrà attendere.

Franco Camba

4 Chiesa domenica26 luglio 2015

LE PIETRE

All’Angelus il Santo Padre si èsoffermato sul Vangelodomenicale che presentava il

rientro degli Apostoli dopol’esperienza della missione dipredicazione del Regno e il rapportodi Gesù con la folla che lo cerca inogni luogo. Papa Francesco haapprofondito in maniera speciale unpassaggio del testo evangelico:«Sceso dalla barca, egli vide unagrande folla, ebbe compassione diloro, perché erano come pecore chenon hanno pastore, e si mise ainsegnare loro molte cose» (Mc6,34).In questo passo, ha sottolineato ilPontefice, ritroviamo, i verbi chepossiamo definire “del Pastore”:«Vedere avere compassione,insegnare. Il primo e il secondo,vedere e avere compassione, sonosempre associati nell’atteggiamentodi Gesù: infatti il suo sguardo non èlo sguardo di un sociologo o di unfotoreporter, perché egli guardasempre con “gli occhi del cuore”.Questi due verbi, vedere e averecompassione, configurano Gesùcome Buon Pastore. Anche la suacompassione, non è solamente unsentimento umano, ma è lacommozione del Messia in cui si èfatta carne la tenerezza di Dio. E daquesta compassione nasce ildesiderio di Gesù di nutrire la follacon il pane della sua Parola, cioè diinsegnare la Parola di Dio alla gente.Gesù vede, Gesù ha compassione,Gesù ci insegna. È bello questo!».Sempre all’Angelus il Papa haricordato anche il recente Viaggioapostolico in America Latina: «Hochiesto al Signore che lo Spirito diGesù, Buon Pastore, questo Spirito,mi guidasse nel corso del Viaggio

apostolico che ho compiuto neigiorni scorsi in America Latina e chemi ha permesso di visitare l’Ecuador,la Bolivia e il Paraguay. Ringrazio Diocon tutto il cuore per questo dono.Ringrazio i popoli dei tre Paesi per laloro affettuosa e calorosaaccoglienza ed entusiasmo. Rinnovola mia riconoscenza alle Autorità diquesti Paesi per la loro accoglienza ecollaborazione. Con grande affettoringrazio i miei fratelli Vescovi, isacerdoti, le persone consacrate etutte le popolazioni per il calore concui hanno partecipato. Con questifratelli e sorelle ho lodato il Signoreper le meraviglie che ha operato nelPopolo di Dio in cammino in quelleterre, per la fede che ha animato eanima la sua vita e la sua cultura. Elo abbiamo lodato anche per lebellezze naturali di cui ha arricchitoquesti Paesi. Il Continente latino-americano ha grandi potenzialitàumane e spirituali, custodisce valoricristiani profondamente radicati, ma

vive anche gravi problemi sociali edeconomici. Per contribuire alla lorosoluzione, la Chiesa è impegnata amobilitare le forze spirituali e moralidelle sue comunità, collaborandocon tutte le componenti dellasocietà. Di fronte alle grandi sfideche l’annuncio del Vangelo deveaffrontare, ho invitato ad attingereda Cristo Signore la grazia che salvae che dà forza all’impegno dellatestimonianza cristiana, a svilupparela diffusione della Parola di Dio,affinché la spiccata religiosità diquelle popolazioni possa sempreessere testimonianza fedele delVangelo».In settimana è stato diffuso ilMessaggio del Santo Padre aipartecipanti all’incontro “Unagiornata di riflessione -Uniti a Dioascoltiamo un grido”, promosso eorganizzato dal Pontificio Consigliodella Giustizia e della Pace, con irappresentanti di comunitàdanneggiate da attività estrattive

provenienti da Paesi dell’Africa,dell’Asia e dell’America. Nel testo ilPapa ha richiamato con forza lasofferenza di tante popolazioni:«Avete voluto riunirvi a Roma per farriecheggiare il grido delle numerosepersone, famiglie e comunità chesoffrono direttamente oindirettamente a causa delleconseguenze troppo spesso negativedelle attività minerarie. Un grido peri terreni perduti; un grido perl’estrazione di ricchezze dal suoloche paradossalmente non haprodotto ricchezza per lepopolazioni locali rimaste povere; ungrido di dolore in reazione alleviolenze, alle minacce e allacorruzione; un grido di sdegno e diaiuto per le violazioni dei dirittiumani, clamorosamente odiscretamente calpestati per quantoconcerne la salute delle popolazioni,le condizioni di lavoro, talvolta laschiavitù e il traffico di persone chealimenta il tragico fenomeno dellaprostituzione; un grido di tristezza edi impotenza per l’inquinamentodelle acque, dell’aria e dei suoli; ungrido di incomprensione perl’assenza di processi inclusivi e diappoggio da parte di quelle autoritàcivili, locali e nazionali, che hanno ilfondamentale dovere di promuovereil bene comune».

Roberto Piredda

«Vedere e avere compassione, sono sempre associatinell’atteggiamento di Gesù: infatti il suo sguardo non èlo sguardo di un sociologo o di un fotoreporter, perchéegli guarda sempre con “gli occhi del cuore”. Questi dueverbi, vedere e avere compassione, configurano Gesùcome Buon Pastore»

Le parole del Santo Padrenegli interventidell’ultimasettimana

n IRAQLa chiesa di S. Giuseppetrasformata in moscheaDopo quella dedicata aSant'Efrem, anche la chiesacaldea di Mosul intitolata a SanGiuseppe è stata trasformata inmoschea su disposizione deileader dello Stato Islamico,l'entità jihadista che dal giugno2014 si è insediata nella secondacittà irachena, trasformandolanella capitaledell'autoproclamato CaliffatoIslamico. Alcune immagini delluogo di culto mostrano che lacupola è stata ridipinta di nero, ela chiesa – situata nel quartieredi Maidan, nel centro storicodella città– è stata spogliatadelle croci e di tutte le immagini ei simboli cristiani. Quella di San Giuseppe era unachiesa storica di Mosul, ma negliultimi anni, per la diminuzione disacerdoti e fedeli registrata dopogli interventi militari a guidaUsa, vi si celebrava la messa solouna volta al mese e vi sisvolgevano pellegrinaggi nellefestività legate alla figura delpadre putativo di Gesù, inparticolare in occasione delprimo maggio, festa di SanGiuseppe lavoratore. Dopo laconquista di Mosul da parte deijihadisti, tutti i cristiani dellacittà sono stati costretti afuggire.

n SIRIALiberato il frate rapitolo scorso 4 luglioPadre Dhiya Azziz, il francescanoiracheno rapito in Siria il 4 luglio,è stato liberato. Lo haannunciato la Custodia dellaTerra Santa. I contatti con PadreDhiya Azziz, parroco a Yacoubiehnel distretto di Jisr al Chougour,si erano interrotti il 4 luglio.Secondo quanto aveva riferito uncomunicato della Custodia, PadreDhiya è stato portato via da unabrigata di miliziani per un breveincontro con l'emiro che esercital'autorità nella regione,attualmente sottoposta aldominio del Fronte al-Nusra,braccio siriano di al-Qaida.In seguito l’ordine francescanoha affermato che il Fronte al-Nusra “ha smentito qualsiasicoinvolgimento nel rapimento”che sarebbe stato perpetrato da“un altro gruppo jihadista”.“C’è una pletora di gruppioperanti nella regione” haspiegato la Custodia della TerraSanta, aggiungendo che “PadreAzziz sarebbe stato trattato benedurante la prigionia”.

n INDIANuovo attacco a una chiesaEnnesimo atto vandalico controuna chiesa cattolica in India. Sitratta della St. Thomas diTaherpur (distretto di Nadia, WestBengal), colpita da ignoti neigiorni scorsi. Nulla è statorubato, ma il tabernacolo è statotrovato fuori posto, l’altare èstato fatto a pezzi e gettato nelcortile, e la porta principale èstata forzata con un piede diporco. Secondo la polizia, ladinamica dell’attacco e lamancanza di un furto “sollevanodubbi sulla natura di questogesto”, ma per il momento non faipotesi. La chiesa, tra le altrecose, si trova in una zona ad altadensità abitativa, ma nessunoavrebbe sentito rumori sospetti.La località si trova ad appena 25chilometri da Ranaghat, dove loscorso marzo un’anziana suoraha subito uno stupro di gruppo.

Un vescovo abbastanza giovane, coni suoi cinquantadue anni.Allo scrosciante applauso, sempresecondo prassi, segue la lettura del“curriculum vitae” dell’eletto, daparte del vicario generale donPierangelo Zedda. L’assemblea,quindi, canta il “Te Deum” diringraziamento.La bella cerimonia si conclude conl’intervento del neo-vescovo cherivolge parole di ringraziamento unpo’ a tutti, ma soprattutto a quanti,vescovi, sacerdoti, insegnanti,parenti ed amici, hanno segnato, inmodi diversi, la sua vita.

Don Petronio FlorisDirettore

Ufficio Comunicazioni SocialiDiocesi di Ales-Terralba

Il Santo Padre ha nominato Vescovodi Ozieri (Italia) il Rev.do CorradoMelis, del clero della diocesi di Ales-Terralba, Parroco e VicarioEpiscopale per l’Evangelizzazione el’Educazione.Il Rev.do Corrado Melis è nato aSardara, nella diocesi di Ales-Terralba, l’11 marzo 1963. Nel 1974è entrato nel Seminario minorediocesano di Villacidro, e dopo lamaturità al Ginnasio Liceo “E. Piga”,ha seguito il regolare corso di studiper il presbiterato presso laPontificia Facoltà Teologica della

Sardegna aCagliari (1983-1988),conseguendovila Licenza inTeologia. È stato ordinatosacerdote il 25giugno 1988,incardinandosinella diocesi diAles-Terralba.Dopol’ordinazionepresbiterale haricoperto iseguentiincarichi:Vicarioparrocchialenella parrocchiaSanta Barbara aVillacidro e Assistente diocesano deiGiovani di Azione Cattolica (1988-1993); Vice Rettore del Seminariodiocesano a Villacidro (1991-1994);Animatore al Pontificio SeminarioRegionale della Sardegna a Cagliari(1993-1998); Direttore dell’UfficioCatechistico Diocesano (1994-2004); Cappellano a Montevecchio,Guspini (1996-2001); Vicario e poiAmministratore Parrocchiale a SanNicolò Vescovo, in Guspini (1998-2001); Parroco a San Bernardino aMogoro (2001-2011). Dal 2011 è

Il 18 luglio è stata resa nota lanomina di don Corrado Melis, del clerodella Diocesi di Ales-Terralba, aVescovo di Ozieri. Pubblichiamo diseguito i comunicati della diocesi diAles-Terralba e della Sala Stampa dellaSanta Sede.

L’attesa è stata quella di semprein queste circostanze. La prassivuole che l’annuncio venga dato

esattamente a mezzogiorno, inCattedrale. È stata diramata inqualche modo la notizia.Si sa che un sacerdote della diocesidi Ales- Terralba sarà nominatoVescovo, c’è però il più assolutosegreto sul nome. Chi sarà mai?Sul sagrato e dentro la cattedrale siè intanto raccolto un discretonumero di fedeli e di sacerdoti. Ci siscambia sguardi interrogativi.Qualcuno sorride. Forse sa già.Manca poco alle 12 e i minutiscorrono lenti. Il momento èsolenne. Ci siamo! La chiesa è ormaigremita.Intanto il vescovo, mons. GiovanniDettori, invita i presenti allapreghiera. Rende quindi noto subito dopo ilnome dell’eletto. Si tratta di donCorrado Melis, attuale parroco diSanta Barbara in Villacidro.Sarà vescovo della diocesi di Ozieri.

Don Corrado Melis vescovo di Ozierin CHIESA IN SARDEGNA

La compassionedi Gesù Pastore

Parroco della parrocchia SantaBarbara a Villacidro.Attualmente è anche VicarioEpiscopale perl’Evangelizzazione el’Educazione, Direttoredell’Ufficio Diocesano dellaPastorale della Famiglia eDirettore della Pastoraledell’Ecumenismo.Inoltre, è Membro del Collegiodei Consultori e del Consigliodiocesano per gli AffariEconomici.

5Giovanidomenica26 luglio 2015

n INIZIATIVECentro d’ascolto peri minori vittime di abusiNasce a Cagliari un servizio perl’ascolto di minori vittime diabusi sessuali, ai fini di garantirela diffusione di una cultura nuovasull’idea della cura e protezionedei minori, lontana dalle logichedi omertà che preferiscono ilsilenzio allo svelamento disituazioni di pregiudizio.La Diocesi di Cagliari incollaborazione con le MissionarieFiglie di San Girolamo Emiliani hadato avvio ad un servizio, chesarà ospitato all’interno delCentro per le famiglie delleMissionarie Somasche, cui sipossono rivolgere non solo iminori vittime di abusi sessualima chiunque (genitori,insegnanti, altri minori…) temao sappia che un minore è o èstato vittima di abusi sessuali.

All’interno del Centro è possibileusufruire di servizi gratuiti diascolto specializzato perdistinguere tra le diverse formedi abuso, nonché tra accuse realie accuse fittizie; avereinformazioni tecniche sull’itergiudiziario; ottenere sostegno esupporto psicologico a favoredelle vittime di abuso sessuale.Tutti i servizi di consulenza esupporto saranno garantiti dallapresenza di un’équipe diprofessionisti (psicologigiuridici, specialisti incriminologia, psicoterapeuti)esperti nel settore. È possibilecontattare il Centro tramite ilnumero di telefono 3711290559o l’indirizzo di posta [email protected]. La sede del Centro è: Cagliari,via Roma 54 – 1° piano.

BREVI

Il CreGrest "Tutti a tavola"continua a coinvolgeretantissime parrocchie ed oratori

della nostra diocesi. Unatestimonianza importante, checoinvolge centinaia di bambini,animatori, educatori, don efamiglie, che con entusiasmovivono l'avventura del Cre facendotesoro del preziosissimo tempoestivo. La parrocchia San GiorgioMartire di Sestu, è una delleparrocchie impegnate in questatipologia di attività estive. A viverequesta frizzante e esperienza sonoben 180 bambini di età compresatra i 6 ed i 14 anni, che tutti i giornidal lunedì al venerdì abitano ilcircolo parrocchiale San Giorgio conentusiasmo. Dalle 16:45 alle 19.00,questa colorata folla di 180 ragazzivive il pomeriggio tra giochi, sport,canti, laboratori di generi differentie variegati, in compagnia e sotto laguida di una squadra di animatoriattenta e impegnata . Il team checonduce l'esperienza del Cre dellaparrocchia San Giorgio Martire diSestu, è composta da educatori ecatechisti adulti, e da un gruppo digiovani e volenterosi ragazzi di etàcompresa tra i 16 ed i 18 anni. Legiornate, scandite da tantissimeattività, si concludono la sera conun momento di riflessione epreghiera guidato spesso dalparroco, Monsignor Onofrio Serra,presenza importante e costante del

Pastorale giovanile. Le attività dell’oratorio estivo della Parrocchia di San Giorgio

Sestu mette al centro l’educazione dei giovaniCreGrest.Terminati i laboratori dedicati ai piùpiccoli, dopo le 19 il circolo SanGiorgio ospita un torneo di calcettodedicato ai ragazzi più grandi, chein questo modo hanno la possibilitàdi avere un momento ed uno spaziodedicato a loro.Questa importante e bellaesperienza è stata possibile grazieall'impegno e alla costanza deicatechisti della parrocchia, che congrande dedizione e cura hanno resoconcretamente possibile larealizzazione di questo Cre, cheiniziato nel mese di giugno, subitodopo la chiusura delle scuole, siconcluderà entro la secondasettimana di agosto.La testimonianza delle tanteparrocchie impegnate nelle attivitàestive, mostra che i mesi estivi sonoun periodo importante per la vitadegli oratori e delle parrocchie, chedevono essere sempre tesi adinvestire tempo ed energie su e per igiovani, motore del futuro dellaChiesa. L'errore in cui purtroppo èfacile cadere si cela dietro allapaura di non saper fare e non esserein grado di riuscire, ma le tantecomunità parrocchiali coinvolte inquesti mesi nelle attività estive,sono la risposta a tutti questitimori. Prendersi curagratuitamente dei più piccoli è lachiave che, attraverso l'oratorio edun saldo progetto educativo, porta

meno in fretta, ma per tutti gli altriaspetti cambiano eccome) e in unacoppia non sempre ci si accorge diquesto in tempo reale. È giàcomplicato rendersi conto di esserecambiati noi, di sperimentaredesideri e bisogni nuovi, inaspettati,ma se si è mediamente riflessiviquesto è possibile. Ancora molto(molto!) più difficile è capire come equanto stia cambiando l'altro, chemagari non sa neppure dirlo o temedi farlo. È una cosa che andrebbedetta il giorno del matrimonio: “tucambierai, ti ritroverai ad avere acuore cose di cui adesso nont’importa e a lasciarne cadere altreche ora ti sembrano imprescindibili.Tu cambierai cosi profondamente nelcorso dei prossimi 40-50 anni cheriuscirai a stento a riconoscerti econtemporaneamente anche luicambierà, cambieranno i suoiinteressi, i suoi pensieri, financheforse i suoi modi… quindi se voletepassare la vita insieme non varrà unbel giorno dire: ‘sei cambiato, nonsei più quello che ho sposato’ comealibi per mollare, perché quando visiete sposati hai sposato unapersona in costante divenire, incammino, in movimento… quindiuna persona che cambia!”Allora, davanti a questo processo

NORMALE, io credo non ci sia daspaventarsi, anche se a volte èdifficile, quanto piuttosto trovare laforza di ritarare e -a volte- ancheridefinire le ragioni della coppia. Èfacile suggerire di non spaventarsi,ma non lo è altrettanto riuscire adevitarlo perché la sensazione a volteè quella della terra che viene amancare sotto i piedi, in cui ladomanda si fa cruciale “chi è lapersona che ho sposato?”. Eppure ionon credo si tratti di un'operazioneda vivere con un senso di drammaaleggiante, bensì un tagliando dafare spesso e volentieri con amore eleggerezza, laddove leggerezza nonsignifica affatto superficialità bensìcapacità di focalizzarsisull'essenziale essendo disposti alasciar andare il superfluo, il pesoche schiaccia e sottrae vita, comeinsegna Calvino nella prima dellesue “Lezioni americane”. È il fatto diripeterla spesso, di cogliernel’importanza, che consente dievitare che si arrivi ad affrontare lequestioni importanti quando già sista in bilico sul precipizio. In questi dialoghi di verifica e diriaffermazione dei fondamenti delproprio stare insieme si puòcominciare da quello che unisce o daquello che rischia di dividere,

l’essenziale è mettersi in unatteggiamento di reciproco ascoltoed accoglienza, sapendo che il piùdelle volte questi momenti giungonocome grazie inaspettate e non sonoprogrammabili. Allora capita diritrovarsi a parlare cuore a cuorementre si è in macchina e i bambinidormono, così che ci si ferma a fareanche dieci volte il giro dell’isolatopur di non smettere di parlare;oppure la sera, davanti a un film chestimola il dialogo e allora, quasi

senza accorgersene si spegne la tv esi lascia che l’amore-costruttorepervada ogni cosa. Non è ilmomento della recriminazione, è ilmomento della rinascita, è unrinnovo delle promesse coniugalivissuto nella ferialità e proprio perquesto profondissimo e vitale.È un momento di Grazia.È grazie a questi momenti che lecoppie resistono all’urto degli anni.

Paolo Lazzarini Orrù[email protected]

C'è una dimensionedell'amore di cui libri e filmparlano poco, probabilmente

per la sua banalità e ferialità, oforse semplicemente perché chi liha scritti non si è mai soffermatoa pensarci. E lo capisco, perché sitratta di un “lavoro” pocoromantico, poco tragico, pocoemotivo alla fin fine, che richiedepiuttosto razionalità, sentimentiprofondi e buona volontà. Sitratta dell’individuazione prima edella difesa poi, di spazi checonsentano alla coppia diriaggiornare il file che potremmochiamare "ragioni per stareinsieme".Tutti sperimentiamo ilcambiamento in noi stessi e neglialtri, ma è particolarmentedifficile rendersi conto di comestanno cambiando le persone piùvicine a noi. Le mamme hannouna prova di quel che sto dicendoperché quando una personaesterna alla famiglia rivende ilproprio figlio, immancabilmenteparla di quanto sia cresciuto,mentre ai nostri occhi -semprepresenti- tanti piccolicambiamenti sfuggono.In maniera analoga cambianoanche gli adulti (fisicamente

Le buone ragioni per stare insiemenUN AMORE COSÌ GRANDE

a dei risultati inaspettati e concreti.Sono davvero tantissimi i giovanianimatori che senza troppe parole,ma solamente con i loro gesti, ciraccontano che questo non èun'utopia, ma il presente concretodelle loro realtà oratoriali.Fondamentale è quindi investire escommettere su progetti di questotipo, essendo capaci di credere nellepotenzialità dei piccoli e nellavolontà degli adulti educatori e deisacerdoti, grazie ai quali il tutto èconcretamente realizzabile.

"Bravi cristiani ed onesti cittadini",spunto di matrice salesiana che haaccompagnato gli appuntamentiproposti durante lo scorso annodall'Ufficio di Pastorale Giovaniledella diocesi in occasione delbicentenario di don Bosco, e che èstato sicuramente recepito daitantissimi che in questi giornidonano il loro tempo libero percostruire una Chiesa giovane,attenta, attiva e tesa al futuro.

Federica Bande

Diocesi domenica26 luglio 20156

n EVENTIUn DVD sulla figuradi Papa FrancescoPresentato nei giorni scorsi pressola sede del Consiglio Regionaledella Sardegna il documentario ‘Leparole di Francesco’, realizzato dalCORECOM (Comitato regionale perle comunicazioni) Piemonte. Undocumentario in cui il Papa è lastessa voce narrante, attraversouna serie di estratti dei suoidiscorsi più significativi, messi adisposizione dal CTV (CentroTelevisivo Vaticano). Tra questianche alcuni estratti della visitadel Papa in Sardegna (22settembre 2013), in particolarel’incontro con i lavoratori, duranteil quale il Santo Padre ‘ha raccoltoil grido di protesta dei precari e deidisoccupati, e lo ha trasformato inpreghiera’, ha ricordato Mons.Arrigo Miglio, Arcivescovo diCagliari, durante la presentazione,aiutandoci a capire che lapreghiera, in certe situazioni, deveessere anche grido. Così la presentazione del filmato èstata un’occasione per ricordare eripercorrere alcuni momentisignificativi della visita delPontefice nell’Isola. Parole di cuiemerge in modo più chiaro il senso,come ha detto l’Arcivescovo, allaluce del viaggio, appena conclusodal Pontefice, in America Latina, incui egli è intervenuto su problemisociali, politici, economici,sottolineando in prima personache tali interventi non sono statialtro che l’applicazionedell’Insegnamento e della DottrinaSociale della Chiesa. Un invito,quello del Papa, ‘a entrare dentro imeccanismi sociali, economici e alavorare affinché essi sianomodificati per essere al serviziodella persona’, ha detto Mons.Miglio. Dal documentario emergel’enorme capacità comunicativadel Santo Padre che ‘riscopreparole come misericordia,consolazione, commozione,pianto, dignità, ‘periferie’, di cui inqualche modo ci eravamodimenticati’, ha spiegato BrunoGeraci, presidente CORECOMPiemonte.

BREVI

Un oratorio che ha al centro lafilosofia di don Bosco. A Donorila prossima settimana si chiude

la serie di appuntamenti delleattività estive, che hanno visto lapartecipazione di 57 bambini, ilsostegno nove educatori e la guidadel parroco, don Fabrizio Pibiri.“Il nostro oratorio ha in don Bosco ilproprio riferimento – afferma ilsacerdote. L’attività dal lunedì alvenerdì in queste cinque settimaneestive ha seguito la traccia portataavanti anche dagli altri oratori dellaDiocesi. La nostra è una realtà nellaquale le famiglie svolgono il lavoro inoratorio, non solo in estate ma anchenel corso dell’anno, durante il qualevengono preparate diverse attivitàcome la rappresentazione del ViaCrucis e quella del Presepe Vivente”.Alcune mamme si dividono traoratorio e famiglia. Tra queste c’èanche Daniela. “Non è facileconciliare l’impegno qui con ibambini e le esigenze di famiglia -

afferma l’animatrice - specie quandosi hanno genitori anziani da accudire.Ti devi organizzare: la mattina sei adisposizione dei familiari e per leesigenze di casa, nel pomeriggioinvece lavori qui per permettere aquesti bambini di avere un momentodi condivisione e di aggregazioneimportante per la loro crescita”.L’oratorio rappresenta per Donorianche un luogo nel quale i più piccolipossono trovare spazio per svolgereattività in forma gratuita, rispetto adaltre dove invece è necessario versaredelle quote. In tempi di crisi dunquela disponibilità che la parrocchiaoffre è più che mai essenziale.Unico neo forse è la mancanza digiovani animatori. “Qui il problema,come in altre realtà, - afferma ilparroco - è che dopo la cresima iragazzi lasciano tutto, perché,secondo loro non è più importantepartecipare alla vita della parrocchia.Grazie proprio all’impegno dellefamiglie riusciamo a portare avanti la

Donori, l’impegno delle famiglieper l’animazione dell’oratorioL’oratorio parrocchiale, intitolato a Don Bosco, durante tutto l’anno porta avanti diverse attività per i più piccoli

vita dell’oratorio”.Il programma è scandito da orariprecisi: l’inizio è previsto per le17.30, il termine delle attivitàintorno alle 20 circa. Con unappendice il venerdì, quando èprevista la cena comunitaria. “Inquell’occasione - prosegue donFabrizio – viene preparato in anticipodel cibo, che poi, a turno, i bambini diuna delle squadre serviranno agli

altri, sotto la direzionedegli adulti. È un modo perrendere consapevoli di piùpiccoli dell’importanza delservizio agli altri”.Nel frattempo proseguonoi lavori di adeguamentodel vicino campo sinteticoche viene usato per leattività oratoriali. “Stiamocompletando la messa anorma del campo sotto ilprofilo della sicurezza –dice ancora don Fabrizio -e contiamo, forse già aiprimi di agosto, di poterinaugurare, il campo allapresenza dell’Arcivescovo.In questo modo l’edificiodell’oratorio e il vicinocampo rappresenterannodei riferimenti sicuri per i

nostri bambini”. Un contributoimportante nell’edizione estivadelle attività oratoriali l’ha datal’azienda casearia “Aresu”, che hafornito le magliette, messe poi invendita e il cui ricavato andrà acoprire le spese per l’adeguamentodi sicurezza dell’oratorio.Chi da tempo si occupadell’animazione e delle attività inoratorio è Luisa, impegnata tra lacasa e le attività di animazione. “Avolte è faticoso – dice - ma alla fineriesci a conciliare necessitàfamiliari e impegno. Non avendopiù i ragazzi dopo la cresima, lefamiglie stanno svolgendo il ruolodi animazione, e l’arrivo recenteanche di giovani famiglie,soprattutto mamme è più che maiimportante. Ho partecipato agliincontri formativi che ritengo sianostati molto utili, ma sarebbeauspicabile che fossero anche iragazzi ad animare l’oratorio”.Per il centro del Parteolla, di pocopiù di duemila anime, l’oratorio donBosco rappresenta dunque unriferimento, nel quale trovare unluogo di svago e di formazione allaluce del Vangelo.

I.P.

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7Cagliaridomenica26 luglio 2015

ma alla fin fine anche e soprattuttoagli spettatori. C'è il tempo perl'informazione su questioni che ciinteressano come cittadini quindi,senza dimenticare però anche ilracconto appassionato e puramenteartistico di una tradizione e unatradizione culturale fatta di maestriimmortali, che da cittadini dobbiamoaltrettanto essere in grado diaccettare e conoscere. E questoFestival propone entrambe le cosesenza costringerci a scegliere, masolamente invitandoci a guardare.

Valeria Usala

il futuro, e i loro commenti durante lapermanenza sottolineano uno sforzodi adattamento nel superarel'ambiente 'claustrofobico' che puòessere retto solo e unicamente da unapassione, come quella dellarecitazione, che non si può insegnarené spiegare realmente a parole, masolo vivere consapevoli di avere lafortuna di poterla mettere a frutto .C'è anche spazio per qualcheintervista involontaria, momenti incui la veste di maestro severo diventavelatamente quella di nonno in predaai ricordi, e Ronconi si racconta, inmodo simpatico e tenero, agli studenti

Cantautore cagliaritano, con ilpadre appassionato di lirica,Paolo Rocca ha fatto della

musica la sua ragione di vita. “Non èstato facile, perché c’è voluto deltempo e tanto impegno, oltre che aduna buona dose di risorsefinanziarie per poter iniziare avivere di musica. Ma da anni oramaisuonare e produrre musica sono lamia vita”.Ha dato alle stampe il suo ultimolavoro “La lunga promessa”, un Cdcon nove tracce. “Questoundicesimo lavoro – dice - è il primodi una nuova fase artistica, chespero sia gradita al mio pubblico e atutti gli appassionati della canzoned’autore. I miei testi trovano cosìuno sbocco per condividere con chivorrà le mie emozione, le miesensazioni e la mia visione dellavita e dell’amore”.Il suo primo album è del 2006 “Noncambiare”, gli ha permesso dipresentarsi la pubblico comecantautore, sia nel panorama sardoche in quello nazionale. “Dopo un

devolvere tutto l’incasso inbeneficenza a favore della ricerca edella cura della sclerosi multipla”.Uno dei principali pensieri di Paoloera riuscire a scrivere e cantare unacanzone in lingua logudorese, el’idea nacque durante unacaldissima mattina di luglio. Sullastampa apparve la notiziadell’arrivo a Cagliari di bambiniprovenienti dalla Bielorussia edall’Ucraina. Erano i bimbi diChernobyl, accolti ed ospitati dallefamiglie sarde, in modo chepotessero riprendersi dai mali creatiloro dall’esplosione della centralenucleare. “Mi piacque l’idea discrivere – continua Rocca – diraccontare della gente sarda e delcuore grande nell’ospitare personemeno fortunate. Nacque così “Sospitzinnos”, canzone in italiano dalritornello in logudorese, apprezzatae poi remixata dal dj Mario Fargetta,che ne fece un singolo di grandesuccesso”.Non manca nella vita musicale diPaolo Rocca il calcio ed il Cagliari.

pubblico”.Paolo Rocca oggi ha uno studio nelquale trovano spazio molti bravimusicisti isolani, molti dei qualihanno collaborato anche al suoultimo lavoro.

I.P.

Un nuovo albumper Paolo RoccaL’ultimo lavoro del cantautore cagliaritano ha per titolo “La lunga promessa” e rappresentaper l’autore, noto per la sua sensibilità sociale, “il primo di una nuova fase artistica”

La prima settimana del CagliariFilm Festival si conclude con unprogramma ricco di titoli

interessanti e incontri illuminanti conalcuni dei registi che, spiegando passodopo passo le fasi del loro lavoro,aprono sui film una porta secondariafatta di idee e processi artistici chespesso da spettatori diamo perscontati ma che in realtà sono il verocuore del prodotto finale.La seconda serata è dedicata a “Qui”,di Daniele Gaglianone, undocumentario che si autoproclamalontano dalla tipologia d'inchiesta, eche in effetti risulta piuttosto uncollage di facce, una vicina all'altracome vicine sono le famiglie cheabitano la Val di Susa. La questione NoTav è il filo conduttore di queste diecistorie e il regista decide di raccontarlein modo delicato, quasi più dapsicologo che da giornalista, in modoche ognuno di loro possa parlare esfogarsi sapendo di essere ascoltato.Nonostante i tempi dilatati delracconto e un montaggio a seguire le

Un’occasione per chi ama il cinemaSi è conclusa la prima settimanadel Cagliari Film Festival.Di particolare interesse è l’opportunità di potersiconfrontare con i registi delle opere in rassegna

vicende, invece che dirigerle, ilrisultato è un interessante affrescoche non parte dal generale perarrivare al particolare, ma si buttasenza preamboli all'interno di unadelle tante minoranze del nostropaese. E' difficile restare imparziali inun contesto come quello piemontese,in cui da decenni si alternano periodidi mare quieto e pericolose tempestedi protesta spesso risolte in un nulladi fatto. L'occhio della macchina dapresa non è pietoso ma quasimaterno, e in ognuno dei protagonistiche si raccontano – dall'inviato radioche salì insieme ai manifestanti suitralicci di alta tensione il giorno cheLuca Abbà cadde da uno di questientrando in coma, al poliziotto cheandò a protestare e venne colpito conun lacrimogeno lanciato da un'collega', rimediando molteplicifratture a naso e zigomi e dovendospiegare al figlio piccolo che esistono ipoliziotti e i poliziotti no Tav – siavverte il bisogno, non solopiemontese ma intimamente nostro inquanto italiani, di gridare ad alta vocel'ingiustizia che si propaga. Una voceche, a prescindere da quale sia lasoluzione giusta da prendere ariguardo, invece che essere accolta ediscussa continua ad essere messa atacere. Un altro titolo interessante, proiettatonella serata di giovedì, è stato “Lascuola d'estate” di Jacopo Quadri,personalmente e fortemente voluto

dal regista che passa lentamente dadocumentario a ritratto. Il soggettorappresentato è Luca Ronconi, famosoattore e regista teatrale scomparsoquest'anno, che apriva una voltal'anno (in estate appunto) la sua casain mezzo alla campagna umbra peruna scuola-workshop di recitazioneper giovani attori appena diplomati,della durata di tre settimane. Lapiccola troupe ha chiesto di poterpartecipare al corso di due estati fa,che poi sarebbe stato l'ultimo, inmodo da riprendere da vicinoun'esperienza totalizzante ed intensacome quella che offriva insieme adalcuni assistenti, ma in realtà con ilvero intento di disegnare un profiloaffascinante e affascinato di un grandemaestro, nell'atto del 'passaggio ditestimone' inevitabile in un periodo dianzianità avanzata e salute precaria. Il documentario è scorrevole, anche semolto misurato, e a tratti avvolgenteproprio grazie al coinvolgimento chedà vedere un genio all'opera. Legiornate all'interno della casa diRonconi sembrano susseguirsi senzatempo, scandito solo dai pastipreparati e serviti in un buffet, mentretutto il resto è un' immersionenell'esperienza attoriale, fatta diprove, esercizi, interpretazioni masopratutto esclusive lezioni di teatro.Gli studenti che hanno deciso dipassare parte della loro estate inquella casa sono diversi, con tanteaspettative e altrettante speranze per

n PASTORALE FAMILIAREAd agosto Campo diocesanoSi terrà ad Arborea (OR) dal 27 al 30agosto 2015 il campo diocesano perle famiglie, organizzato dall’UfficioDiocesano di Pastorale Familiare,che avrà per tema “Famiglia diventaciò che sei”.Per informazioni e adesioni èpossibile contattare don Marco Orrù3346033118 oppure GiuseppeMedda 3280189028.

n CANCELLERIAOrario di luglio e agostoLa cancelleria della CuriaArcivescovile di Cagliari comunicache nei mesi di luglio e agosto gliuffici saranno aperti nei giorni -27-29 e 31 luglio, 5-7-12-19-21-26 e 28agosto. Per eventuali emergenze èpossibile contattare il Cancellieremons. Ottavio Utzeri attraversol’indirizzo e-mail:[email protected].

n ADORATRICI PERPETUEAdorazione EucaristicaMartedì 11 agosto alle ore 19.30presso il Monastero “AdoratriciPerpetue del SantissimoSacramento” (chiesa di SanCesello), via San Giovanni, 212 aCagliari, si terrà un’ora diAdorazione Eucaristica durante laquale si mediterà sulla virtù dellaPurezza. Tutti sono invitati ad unirsialla preghiera comune.

anno infatti - afferma Paolo - lastessa canzone “Non cambiare mai”è stata remixata dal dj MarioFargetta con il quale ci sono state inseguito altre collaborazioni, comela gettonatissima “SOS PitzinnosRemix”. Decisi di andare avanti e diincidere un altro cd. Giorno dopogiorno, ho lavorato a nuovemusiche e a nuovi testi, finché hopubblicato, non senza fatica, il miosecondo lavoro dal titolo “Vorreistare qui” (siamo al dicembre2007), un album di dodici tracce”.Il percorso artistico continua e siarricchisce della sensibilità alsociale. “Continuai con passioneproducendo altri singoli e albumcompleti – dice Rocca - diventandouna presenza costante nelletelevisioni e radio sarde. Moltissimianche i live in tutta l’Isola, comeuno degli ultimi concerti estiviall’Anfiteatro Romano di Cagliari,prima della sua chiusura, dove misono esibito davanti ad oltre 2.000spettatori paganti. Un concerto disolidarietà in quanto decisi di

“Vista la mia simpatia per lasquadra del capoluogo – conclude ilcantautore - non potevo nonimpegnarmi nella realizzazione diun singolo, una canzone dedicata inparticolar modo alla mia città e allasquadra del Cagliari “Un cuorerossoblù”, molto apprezzato dal

n IN EDICOLACagliari Avvenire MeseLa pubblicazione di “CagliariAvvenire Mese” nel mese di agosto èsospesa. L’inserto realizzatodall’Ufficio Comunicazioni socialidella Diocesi ritornerà in edicola ilprossimo 20 settembre.Per prendere visione delle modlaitàdi abbonamento a Il Portico eall’inserto si può fare riferimento awww.chiesadicagliari.it.

n SACERDOTIPranzo a Monte GenisIl prossimo 6 agosto nella casa diMonte Genis, a Villasalto, è inprogramma un pranzo conviviale peri sacerdoti della Diocesi. Sarà unmomento di famiglia per i prebsiteriche vorranno partecipare.Per informazioni e adesioni èpossibile contattare entro il 4agosto il seguente numero ditelefono 339/7731911

8 Parola di Dio domenica26 luglio 2015

Il brano evangelico odierno ètratto da Giovanni, il quale segueuna logica narrativa e teologica

propria rispetto ai sinottici. Il suointento di presentare il Signorerisorto è principalmente orientatoalla relazione tra Lui e i suoiinterlocutori. Non esiste dialogo,sguardo, rapporto, incontro,avvicinamento che il quarto vangelonon riesca a sublimare comemomento topico di salvezza. Inquesta dinamica si situano i famosi‘segni’ della prima parte delvangelo. Essi rappresentano imomenti fondamentali delcammino del Signore e della suamanifestazione al mondo. I segnisono sette [il nostro brano si situasignificativamente al centro!]: lenozze di Cana (2,1-11); laguarigione del figlio del funzionarioregio (4,43-54); la guarigione dellostorpio nella piscina (5,1-18); [ilnostro brano!]; la tempesta sedata(6,16-20); la guarigione del cieconato (9,1-11); la risurrezione diLazzaro (11,1-44). Come si scrivevasopra, il brano della moltiplicazionedei pani si trova al centro di questosettenario di segni che evidenzianola signoria positiva del Signore.Offriamo solo tre suggestioni suquesto brano dopo una discussioneproficua con alcuni ‘non specialisti’,i quali spesso presentano le giustechiavi di lettura per capire come la‘buona notizia’ passa attraverso ilcuore con una feconditàsorprendente, rispetto ad alcunischematismi metodologici cheimpoveriscono la Parola anche delsuo senso primo.In primo luogo, si deve notarel’atteggiamento del personaggioprincipale: Gesù. Il suo dinamismo èalle stelle: passa all’altra riva, salesul monte, alza gli occhi e vede lafolla, interroga i discepoli e li mettealla prova, ordina loro, prende ipani, li benedice, e li fa distribuire.Il suo movimento termina con unaemblematica fuga dal successo. Èstato notato che la fatidicamoltiplicazione di viveri non vertesu manicaretti o pietanze di altaclasse, ma su cibi ordinari. Il pane eil pesce – in una società di pescatori– rappresentano il piatto base. Ècome se Gesù in India moltiplicasseil riso o in paesi tropicali lamanioca. Questo aspetto diventaeloquente per la comprensione deltesto. La ‘messa alla prova’ di Gesùper Filippo sembra vertere sullapossibilità di poter sfamare tutti.Non sembra così innaturale oforzato pensare che il segno siaprima indirizzato ai discepoli e aFilippo. Gesù moltiplica laquotidianità, l’ordinarietà, ilcomune. Non è un mago che vuolestupire con effetti speciali, ma unfratello e un maestro che insegnacosa significa guardare l’oggi etrovarne la ricchezza del passato eper il futuro.Quei pani e quei pescirappresentano la grandezzadell’oggi e della precarietàquotidiana, che Dio sa far fruttareogni speranza. La sua dinamicità èorientata all’umano e non a sestesso!La seconda suggestione siconcentra sui destinatari. Essi nonsi lamentano della povertà caloricadel pasto, ma accettano il dono e nerimangono saziati. In una societàopulenta e ‘viziata’, come la nostra,sarebbe stato poco cortese offrireun banchetto così povero ediscriminante. E se uno non avessepotuto mangiare pane? O sequalcuno fosse stato allergico alpesce? O se avesse avuto disturbialimentari gravi? O, molto peggio,se pane e pesce non gli/le fosserostati graditi? Pensiamo al ‘sensosecondo’ di ciò che è detto! Quantidi noi cercano sempre ‘altro rispetto

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea,cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva

i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli.

Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva

da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il paneperché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per

metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava percompiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non

sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».

Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello diSimon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo edue pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». RisposeGesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si

misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie,

li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.

E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete ipezzi avanzati, perché nulla vada perduto».

Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi deicinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva:

«Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re,

si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

al dono di Dio’? Siamo troppo abituatial lamentarci per accettare – anche daDio! – ciò che ci dona. Il branoevangelico propone un numeroimportante di uomini che si sazianocomunitariamente del pane (simboloeucaristico) e del pesce (simbolocristologico). Due pani come itestamenti, e cinque pesci, come irotoli della Legge, che Gesù rendenuova.Infine una domanda provocatoria perproseguire la riflessione oltre questecolonne. Di questo segno cosa cicolpisce maggiormente e ci sembrapiù importante? 1. Gesù,moltiplicando pani e pesci, riesce adaccrescere l’offerta alimentare?Questo aspetto da ‘magia spicciola’rivela il Messia, il Figlio di Dio?Permettetemi: se un governonazionale riuscisse mai ad accrescereil patrimonio statale sarebbe un buongoverno? Credo di sì, ma a cheservirebbero quei profitti serimanessero nelle casse dell’erario?2. Nel moltiplicare pani e pesci, Gesùsfama la gente che lo ha ascoltato.Questo atteggiamento di cura eattenzione è solo corollario delmiracolo o ne è la vera anima? Ilsoddisfare la fame della gente è unatto di populismo o è laconcretizzazione della sua Parola?Nell’esempio del governo: sarebbemeglio e più proficuo che i profittiottenuti fossero trattenuti nelle cassestatali o messi a disposizione per chiha necessità?

Dal Vangelo

secondoMarco

Gv 6, 1-15

di Michele Antonio Corona

Cinque pani e due pesci

9Vita cristianadomenica26 luglio 2015

L’Anno Santo straordinario che avràinizio l’8 dicembre 2015 saràpreceduto in Italia dalla celebrazionedel Convegno ecclesiale di Firenze chesi svolgerà dal 9 al 15 novembre del2015.Per tutta la Chiesa italiana non èsuperfluo mettere in correlazionequesti due eventi, soprattutto per glieffetti ancora inediti che siripercuoteranno nelle varie comunitàcristiane già impegnate nella nuovaevangelizzazione, alla luce dellariflessione sulla misericordia di Dio.Da una parte il Convegno ecclesialenazionale, traccerà l’orizzonte sulnuovo umanesimo da promuovere pervivere autenticamente la vita cristianae dall’altra l’Anno giubilare che apre laporta per entrare nella imperscrutabileprofondità della misericordia di Dio!Dinanzi a questi due momenti forti cherendono visibile la vita della Chiesa nelmondo contemporaneo, comecristiani, non possiamo rimanereindifferenti, e continuare a vivere nellenostre comode ritualità senza disporrei cuori alle novità che tutto questoporterà nella nostra vita quotidiana,sempre che, concretamenteintendiamo partecipare e contribuire aquesto svolgersi della storia dellasalvezza che è quello di annunciareGesù con la sua umanità cheirrompendo nella storia le conferisceun senso fino ad allora rimastonascosto nei secoli. Tutte le domeniche i cristianidichiarano e proclamano di credere in

quel Gesù Cristo, che è stato crocifisso,che è morto e che è risorto…esoprattutto proclamano che ciò èavvenuto “propter nos homines epropter nostram salutem”.Dunque l’evento cristiano trova unmotivo fondante, che tutto ciò che èracchiuso nel nostro annuncio serve“per gli uomini”, per vivere e abitareuna umanità che è talmente grandeagli occhi di Dio che questi si abbassaper riempire della sua misericordiaquesta umanità che in qualche modo,come dice la Gaudium et Spes al n. 13 èstata “diminuita” dal peccato: “Ilpeccato è, del resto, una diminuzioneper l’uomo stesso, in quanto gliimpedisce di conseguire la propriasalvezza”.Sempre la Gaudium et Spes indica lastrada perché l’uomo ritrovi la suapiena umanità, quella che gli permettedi avere occhi nuovi per guardare eagire nella propria storia, avendocome modello di piena umanità ilFiglio prediletto dal Padre: «Chiunquesegue Cristo, l'uomo perfetto, diventaanch’egli più uomo» (41). Ogni giorno la cronaca ci pone dinanzifatti che mettono in evidenza unfenomeno che va crescendo: ladisumanizzazione, cioè l’incapacità diprovare compassione, tenerezza eamore verso gli altri e verso il mondoche ci circonda.Se è vero che “l’uomo è la via dellaChiesa” come già affermato dagliinsegnamenti magisteriali, nonpossiamo far passare invano i due

appuntamenti che la Chiesa ci ponedinanzi attraverso il Convegnoecclesiale di Firenze e il Giubileostraordinario sulla misericordia.L’uno presuppone l’altro, nel senso cheabbiamo un’occasione preziosa diintraprendere un cammino di verorinnovamento spirituale,ricominciando anche da questoperiodo di vacanza, per divenire piùuomini, cioè carne abitata dallo Spiritodi Cristo Risorto che fa risorgere a vitanuova. Lo stesso Papa Francesco ci invita aguardare al ricco patrimonio della fedecristiana, non semplicementepreoccupati di ripeterla nelle nozionidella dottrina, ma per interpretarla eviverla in modo dinamico nella storiache ci è data da vivere, al fine dicambiarla, trasformarla, rivitalizzarlae farle riprendere il cammino autenticodi riscoperta della salvezza che ci èdonata per vivere la pienezza dell’umanità. “Siamo depositari di un bene cheumanizza, che aiuta a condurre unavita nuova” (Evangelii Gaudium, n.264).Ecco allora, un compito da iniziare sinda ora, umanizzare il nostro annunciocristiano, rendendolo comprensibile atutti: attraversare la porta delle nostrechiese per uscire, per diventare“Chiesa in uscita”, utilizzandolinguaggi e modalità di “carne” abitatidallo Spirito di Gesù Risorto.

Maria Grazia Pau

“L’uomo è la via della Chiesa”

9

PORTICO DELLA FEDE

La realtà della famigliae la pedagogia divina“Gesù ha guardato alle donne e agli uomini che ha incontrato con amore e tenerezza, accompagnando i loro passi con verità, pazienza e misericordia”

Gioia nelle tribolazioniPaolo riprende il discorso sulla carità, moderando l'asprezza delrimprovero. Dopo avere infatti biasimato e rimproverato i Corinzi per ilfatto che, pur amati, non avevano corrisposto all'amore, anzi eranostati ingrati e avevano dato ascolto a gente malvagia, mitiga ilrimprovero dicendo: «Fateci posto nei vostri cuori» (2 Cor 7, 2), cioèamateci. Chiede un favore assai poco gravoso, anzi più utile a loro che alui. Non dice «amate», ma con squisita delicatezza: «Fateci posto neivostri cuori». Chi ci ha scacciati, sembra chiedere, dai vostri cuori? Chi ciha espulsi? Per quale motivo siamo stati banditi dal vostro spirito? Datoche prima aveva affermato: «E' nei vostri cuori invece che siete allostretto» (2 Cor 6, 12), qui esprime lo stesso sentimento dicendo: «Fateciposto nei vostri cuori». Così li attira di nuovo a sé. Niente spinge tantoall'amore chi è amato quanto il sapere che l'amante desideraardentemente di essere corrisposto.«Vi ho già detto poco fa, continua, che siete nel nostro cuore per morireinsieme e insieme vivere» (2 Cor 7, 3). Espressione massima dell'amore

di Paolo: benché disprezzato,desidera vivere e morire conloro. Siete nel nostro cuore nonsuperficialmente, in modoqualsiasi, ma come vi ho detto.Può capitare che uno ami, mafugga al momento del pericolo:non è così per me.«Sono pieno di consolazione»(2 Cor 7, 4). Di qualeconsolazione? Di quella che miviene da voi: ritornati sullabuona strada mi aveteconsolato con le vostre opere.E' proprio di chi ama primalamentarsi del fatto che non èamato, poi temere di recareafflizione per eccessivainsistenza nella lamentela. Perquesto motivo aggiunge: «Sonopieno di consolazione, pervasodi gioia».In altre parole: sono statocolpito da grande dispiacere acausa vostra, ma mi aveteabbondantemente compensatoe recato gran sollievo; non

avete solo rimosso la causa del dispiacere, ma mi avete colmato di piùabbondante gioia.Paolo manifesta la sua grandezza d'animo non fermandosi a diresemplicemente «sovrabbondo di gioia», ma aggiungendo anche «in ognimia tribolazione». E' così grande il piacere che mi avete arrecato cheneppure la più grande tribolazione può oscurarlo, anzi è tale da farmidimenticare con l'esuberanza della sua ricchezza, tutti gli affanni che mierano piombati addosso e ha impedito che io ne rimanessi schiacciato.

Dalle «Omelie sulla seconda lettera ai Corinzi» di san Giovanni Crisostomo, vescovo

(Om. 14, 1-2; PG 61, 497-499)

RISCRITTURE

Lo sguardo su Gesù e la pedagogiadivina nella storia della salvezza

12. Al fine di «verificare il nostropasso sul terreno delle sfidecontemporanee, la condizionedecisiva è mantenere fisso losguardo su Gesù Cristo, sostarenella contemplazione enell’adorazione del suo volto [...].Infatti, ogni volta che torniamo allafonte dell’esperienza cristiana siaprono strade nuove e possibilitàimpensate» (Papa Francesco,Discorso del 4 ottobre 2014). Gesùha guardato alle donne e agliuomini che ha incontrato con amoree tenerezza, accompagnando i loropassi con verità, pazienza emisericordia, nell’annunciare leesigenze del Regno di Dio.

13. Dato che l’ordine dellacreazione è determinatodall’orientamento a Cristo, occorredistinguere senza separare i diversigradi mediante i quali Dio comunicaall’umanità la grazia dell’alleanza.In ragione della pedagogia divina,secondo cui l’ordine della creazione

evolve in quello della redenzioneattraverso tappe successive,occorre comprendere la novità delsacramento nuziale cristiano incontinuità con il matrimonionaturale delle origini. Così quis’intende il modo di agire salvificodi Dio, sia nella creazione sia nellavita cristiana. Nella creazione:poiché tutto è stato fatto per mezzodi Cristo ed in vista di Lui (cf. Col1,16), i cristiani sono «lieti discoprire e pronti a rispettare queigermi del Verbo che vi si trovanonascosti; debbono seguireattentamente la trasformazioneprofonda che si verifica in mezzo aipopoli» (Ad Gentes, 11). Nella vitacristiana: in quanto con ilbattesimo il credente è inseritonella Chiesa mediante quella Chiesadomestica che è la sua famiglia,egli intraprende quel «processodinamico, che avanzagradualmente con la progressivaintegrazione dei doni di Dio»(Familiaris Consortio, 9), mediantela conversione continua all’amoreche salva dal peccato e donapienezza di vita.

14. Gesù stesso, riferendosi aldisegno primigenio sulla coppiaumana, riafferma l’unioneindissolubile tra l’uomo e la donna,pur dicendo che «per la durezza delvostro cuore Mosè vi ha permessodi ripudiare le vostre mogli, ma daprincipio non fu così» (Mt 19,8).L’indissolubilità del matrimonio(“Quello dunque che Dio hacongiunto, l'uomo non lo separi”Mt 19,6), non è innanzitutto daintendere come “giogo” impostoagli uomini bensì come un “dono”fatto alle persone unite inmatrimonio. In tal modo, Gesùmostra come la condiscendenzadivina accompagni sempre ilcammino umano, guarisca etrasformi il cuore indurito con lasua grazia, orientandolo verso ilsuo principio, attraverso la viadella croce. Dai Vangeli emerge chiaramentel’esempio di Gesù che èparadigmatico per la Chiesa. Gesùinfatti ha assunto una famiglia, hadato inizio ai segni nella festanuziale a Cana, ha annunciato ilmessaggio concernente ilsignificato del matrimonio comepienezza della rivelazione cherecupera il progetto originario diDio (cf. Mt 19,3). Ma nello stessotempo ha messo in pratica ladottrina insegnata manifestandocosì il vero significato dellamisericordia. Ciò apparechiaramente negli incontri con lasamaritana (cf. Gv 4,1-30) e conl’adultera (cf. Gv 8,1-11) in cuiGesù, con un atteggiamento diamore verso la persona peccatrice,porta al pentimento e allaconversione (“va’ e non peccarepiù”), condizione per il perdono.

La famiglia nel disegno salvificodi Dio.

15. Le parole di vita eterna cheGesù ha lasciato ai suoi discepolicomprendevano l’insegnamentosul matrimonio e la famiglia. Taleinsegnamento di Gesù ci permettedi distinguere in tre tappefondamentali il progetto di Dio sulmatrimonio e la famiglia.All’inizio, c'è la famiglia delleorigini, quando Dio creatore istituìil matrimonio primordiale traAdamo ed Eva, come solidofondamento della famiglia. Dionon solo ha creato l'essere umanomaschio e femmina (cf. Gen 1,27),ma li ha anche benedetti perchéfossero fecondi e si moltiplicassero(cf. Gen 1,28). Per questo,«l'uomo lascerà suo padre e suamadre e si unirà a sua moglie e idue saranno una sola carne» (Gen2,24). Questa unione è statadanneggiata dal peccato ed èdiventata la forma storica dimatrimonio nel Popolo di Dio, peril quale Mosè concesse lapossibilità di rilasciare unattestato di divorzio (cf. Dt 24,1ss). Tale forma era prevalente aitempi di Gesù. Con il Suo avvento ela riconciliazione del mondocaduto grazie alla redenzione daLui operata, terminò l'era

inaugurata con Mosé.16. Gesù, che ha riconciliato ognicosa in sé, ha riportato ilmatrimonio e la famiglia alla loroforma originale (cf. Mc 10,1-12). Lafamiglia e il matrimonio sono statiredenti da Cristo (cf. Ef 5,21-32),restaurati a immagine dellaSantissima Trinità, mistero da cuiscaturisce ogni vero amore.L'alleanza sponsale, inauguratanella creazione e rivelata nellastoria della salvezza, riceve la pienarivelazione del suo significato inCristo e nella sua Chiesa. Da Cristoattraverso la Chiesa, il matrimonio ela famiglia ricevono la grazianecessaria per testimoniare l'amoredi Dio e vivere la vita di comunione.Il Vangelo della famiglia attraversala storia del mondo sin dallacreazione dell’uomo ad immagine esomiglianza di Dio (cf. Gen 1, 26-27) fino al compimento del misterodell’Alleanza in Cristo alla fine deisecoli con le nozze dell’Agnello (cf.Ap 19,9; Giovanni Paolo II,Catechesi sull'amore umano).

Sinodo dei VescoviXIV Assemblea Generale Ordinaria

La vocazione e la missionedella famiglia nella Chiesa

e nel mondo contemporaneoInstrumentum laboris

nn. 12-16

10 Idee domenica26 luglio 2015

Gentile direttore, ancora una voltastiamo vivendo un attacco massicciocontro la chiiesa, a motivo di accuse(che speriamo infondate) contro unsacerdote. Dall'insieme dellenotizie si comprende che la curianon è stata con le mani in mano eha cercato di intervenire in qualchemodo. La gogna mediatica cheanche questa volta si verifica è solocolpa dei giornalisti cattivi e forseanche di una cattiva o nonsufficiente comunicazione tra lacuria e il mondo dell'informazione?Anche per un praticante come meriesce difficile capire la natura delleprocedure ecclesiastiche: indaginecanonica, indagine previa,sospensione temporanea, celebraresolo in privato, ecc. L'unica parolachiara è dimissioni o anchetrasferimento. Pare anche di capireche questi ultimi due provvedimenti

non sono così discrezionali per unvescovo, salvo accordo tra le parti osituazioni gravissime. Ecco, la mialettera è per chiedervi se non siapossibile un dialogo maggiore tra idue mondi dell'informazione laica ecattolica. Papa Francesco nesarebbe sicuramente contento.Cordiali saluti da un fedele che eraanche giornalista.

Lettera firmata

Prima la grande crisi di Atene chenon riesce più a onorare gliimpegni presi con l’Europa, comepartecipe alla zona euro (moltieconomisti storsero il naso quandola Grecia fece domanda di entrare inarea euro, in quanto, dissero,proposta al solo fine di cercare divivacchiare ancora per qualcheanno, senza stringere la cinghia),con la disperata ricerca di quei

paesi che oggi contano (Germania eFrancia) di trovare una soluzioneche contemperi le diverse parti;anche per non costituire unprecedente pericolosissimo eprovocatorio, stante la sussistenzadi altri paesi in crisi. Atteso cheAtene attualmente frena l’esodo dicirca 500 mila disperati chestazionano nelle isole delDodecaneso, intorno a Kos, che haoscurato una zona ricca di turismo.Poi il crac di Shangai che habruciato in un solo giorno 2500miliardi, che ha prodotto unaulteriore frenata all’economiamondiale, la crisi asiatica cheinduce a paventare scenari noncertamente allegri per il futuro inspecie di noi europei. Saprà l’Europatrovare i mezzi e la grinta perresistere a questi tempi bui? Vero èche la UE sembra rivolgere la prua

verso un accordo che preveda unriconoscimento di quote diaccoglienza di migranti chegiungono in Italia da tutte le partidel mondo, si parla di sole 21000persone ... ma i profughi in Italiasono ormai in un intorno di 200mila salvo quelli spariti nel nulla,essendo attualmente unica portaaperta e senza controllo in Europa.Vorremo cercare di capire come mail’Italia è per una accoglienza senzalimiti, forse ha bisogno dei miliardiche l’Europa ci versa per poteraccogliere? Ma di fatto a chi èdiretta questa fiumana di soldi? Èpresto detto si sono costituite unamiriade di associazioni, che ciinzuppano il pane… sono 35 euro algiorno per migrante, chemoltiplicati per quattro migranti percamera, così è stabilito nell’accordofirmato dal governo, fanno una

bella cifra per proprietari diappartamenti, hotel, associazioni, èpresto fatto il conto 4x35, al mesefanno la somma di 4200 euro, di cui320 vanno ai migranti per sigarette,ricarica cellulari e acqua; ed inItalia non è certo che tutto possaessere documentato, in specie per legrosse associazioni, siamo in Italiadove Roma la capitale, è conosciutaora come la capitale dellacorruzione (per non parlare dei fattidi Venezia, Milano expo, Firenzeetc.). Una volta che i migrantiraggiungessero il numero ditrecento, quattrocento mila comefarà il governo a rinviarli e spedirlia casa? In specie quando l’Europanon potrà più versare quei soldiperché troppi stati morosi??? Per lacrisi che non accenna a diminuireche ne dica il nostro presidente?

Carlo Ponticelli

nLETTERE A IL PORTICOInviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzare l’indirizzo [email protected], specificando nome e cognome,ed una modalità per rintracciarvi. La pubblicazione è a giudizio del direttore, ma una maggiore brevità facilita il compito. Grazie.

Kalaritana ViabilitàLunedì - Sabato 8.26 - 13.18 -14. 16 circa.

Kalaritana LitoraleLun. - Sab. 08.40/ 13.28/

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Kalaritana SetteSabato 12.30 - 19.00 -Domenica 10.30 - 17.40.

L’udienzaLa catechesi di Papa FrancescoGiovedì 21.40 circa.

Lampada ai miei passiCommento al Vangelo quotidiano(27 luglio - 2 agosto) a cura don Giuseppe Tilocca(3 - 9 agosto) a cura del diacono Nico Grillo(10 - 16 agosto) a cura don Mariano Matzeu(17 - 23 agosto) a cura don Walter Onano(24 - 30 agosto) a cura del diacono Ignazio Boi(31 agosto - 6 settembre) a cura di don Emanuele Mameli(7 - 13 settembre ) a cura di don Giulio MadedduDal lunedì al venerdì 5.15 / 6.45 /21.00Sabato 5.15 / 6.45 / (21.00 vangelodomenicale)Domenica 5.15 / 6.45 / 21.00.

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In onda su Radio Kalaritana

Eccomi, eccomi, Signore, iovengo per fare la Tua volontà”.Nelle parole di questo canto,

durante il funerale ripetute decinedi volte dai giovani della Gioventùfrancescana, il senso e il significatodella vita di padre Umberto Zucca,conclusa improvvisamente a 78anni d’età, quando mancavanocinque minuti alle otto del mattinodi martedì 14 luglio. La malattia,manifestatasi nei primi mesi del2014, aveva completatoa il suomicidiale percorso, portandosi via –per usare le parole dell’arcivescovodi Sassari Paolo Atzei - “unsacerdote uomo di Dio, semplice,orante, angelico, zelante”. Troppopiccola la chiesa della parrocchiaSS. Annunziata - dove fra Umbertoè stato viceparroco per sei anni ed èstato abbracciato da ”sora nostramorte corporale” – per accoglierediverse centinaia di fedeli, trentasacerdoti e 5 vescovi partecipantialla messa funebre, presiedutagiovedì 16 luglio dall’arcivescovoArrigo Miglio nella basilica di N.S.di Bonaria. Molte le personebeneficate da padre Zucca duranteil suo sacerdozio vissuto nellafrontiera dei “conventuali”. “Unavita dedicata alla predicazione, allostudio, alla formazione eall’accompagnamento dellefraternità francescane di tutta laSardegna”. “Una vita come dono –ha evidenziato monsignor Migliodurante l’omelia – elargito prima ditutto alla sua famiglia religiosa, maanche a tante persone che l’hannoincrociato durante il ministerosvolto nello stile di san Francesco”.“Rendo lode e grazie con voi alSignore per il dono inestimabile diquesto confratello per i suoi oltre50 anni di vita religiosafrancescana. Dono condivisonell’affetto e nella stima con tutti

voi”, ha scritto commosso l’amicoarcivescovo Paolo Atzei,temporaneamente impegnato inBrasile, in un messaggio indirizzatoal provinciale dei conventuali sardi,fra Salvatore Sanna : “Dio solo saquanto avrei tenuto ad essere lì ( aBonaria)aper concelebrare il divinoSacrificio per un confratello amato,stimato, esemplare…”.La cifra della “francescanità” dipadre Umberto è stata il serviziogeneroso, umile e attento, “testimoniando con convinzione lafedeltà al carisma e all’impegnopreso con il Signore e con noi”, ha

detto Marina Mazzego, segretarianazionale dell’Ordine Francescanoregolare di cui il religioso, in dueperiodi diversi per complessivi 39anni, è stato assistente regionale. Quando la malattia ha bussato allaporta l’ha affrontata con coraggio.Nei periodi in cui le cure si facevanopiù intense evitava le liturgie inpubblico, ma non rinunciava acelebrare la messa, nel primissimopomeriggio, nella chiesa deserta esilenziosa dell’Annunziata,offrendo nel calice anche la suamalattia, affrontata com cristianafortezza ed esemplare coraggio.

“Fino alla fine si è dedicato allecose di famiglia, in particolare – haricordato padre Andrea Mura,parroco e superiore della comunitàconventuale di viale Merello - allaredazione della rivista “Fraternità”,di cui è stato fondatore e a lungodirettore”. “Credo che proprio questo tipo diexitus descriva alla perfezione – hascritto il ministro generale deiconventuali, padre Marco Tasca - latempra e la statura morale espirituale del nostro amatoconfratello: un uomo sereno,pacato, in pace con se stesso e congli altri; un uomo innamorato dellapropria vocazione religiosa esacerdotale; un frate vero, figlioorgoglioso della propria famiglia,un “conventuale di altri tempi”.“Senza l’appassionato edocumentato lavoro di padreUmberto, la causa per labeatificazione di padre FrancescoZirano – ha detto il provincialeSalvatore Sanna - sarebbe ancora incorso”. A quel “processo” halavorato 37 anni con l’accuratezzadello storico e la passione delvicepostulatore. Il buon Dioall’ultimo gli ha chiesto un inattesosacrificio: non assistere allabeatificazione. Il 12 ottobredell’anno scorso ,“Durante lacerimonia, a Sassari, mi sonocommosso più volte – ha dettopadre Marco Tasca - pensando a luiche, dopo aver tanto lavorato,aveva dovuto astenersi dallapartecipazione diretta allabeatificazione del “suo campione disantità” a motivo delle terapie cuidoveva sottoporsi”. Anche il mondo della cultura e delgiornalismo ha reso omaggio apadre Umberto per l’instacabileopera di informazione criticaattraverso le pagine della rivista“Fraternità” e di ricerca storicaseria e documentata condotta conla pubblicazione annuale“Biblioteca Francescana”. “Di p.Umberto Zucca mi piace ricordaredue caratteristiche che nesintetizzano – dice lo storicoTonino Cabizzosu - la personalità:la sua ricca vita interiore e l’amoreper l’analisi della presenzafrancescana in Sardegna. Il primoaspetto scaturisce dalla spiritualitàfrancescana maturata in oltresessant’anni di discepolato. Ilsecondo riguarda i suoi meriticulturali: fondazione e direzionedella rivista “BibliotecaFrancescana Sarda”, palestra perstudiosi accademici e no. P. Zuccaera un ricercatore serio emeticoloso nella citazione dellefonti. Grazie ai suoi contributi oggiconosciamo meglio la storia dellapresenza francescana in Sardegnanel corso dei secoli”.

Una vitacome dono

Il ricordodi Padre Umberto Zucca,

frate minore conventuale,scomparso il 14 luglio.

La sua è stata un’esistenzatotalmente dedicataal servizio dei fratellisecondo il carisma

francescano.Di particolare rilievo

il suo impegnoper la beatificazione

di Padre Francesco Zirano

di Mario Girau

11Diocesidomenica26 luglio 2015

essere in grado di rovesciare certelogiche; perciò occorre un impegnoforte da parte di tutti, grazie a unarete che deve allargarsi sempre dipiù, in un criterio di sussidiarietà’. Non un semplice sussidio dunque,‘ma uno strumento di welfare’, comeha spiegato Fabio Meloni,Presidente regionale Acli durante lapresentazione (alla quale sonointervenuti numerosirappresentanti delle altre realtàimpegnate), finalizzatoall’inclusione socio-lavorativa e alla‘presa in carico’ della persona.Inoltre, il piano valorizza gliinterventi contro il disagio giàpresenti a livello locale, grazie aTerzo settore ed Enti locali. Iprossimi passi saranno la richiestadi un incontro con il Presidentedella Regione Sardegna e unamobilitazione in autunno, conun’ampia raccolta firme.Come ricordato durante lapresentazione, la normativaregionale prevede già alcuni

strumenti, come la legge 23 del2005 sul Sistema integrato deiservizi alla persona, con ladefinizione di misure che solo inparte hanno visto attuazione. Nellospecifico, il REIS, insieme alcontributo monetario, prevede chesiano garantiti i servizi allapersona: servizi sociali, socio-sanitari, socio-educativi, educativi,contro il disagio psicologico e/osociale o di altra natura; si mira adare la possibilità di costruirepercorsi che consentano di usciredalla marginalità. Il pianonazionale prevede che il REIS vengaintrodotto gradualmente, in quattroannualità, a cominciare dal 2016per concludersi nel 2019:quest’ultimo sarà il primo anno ‘aregime’, a partire dal quale essodiventerà stabilmente un dirittoriconosciuto; dal 2019 in poi, lamisura richiederà un investimentoannuo di circa 7,1 miliardi di euro, acarico dello Stato.

Maria Chiara Cugusi

diurno Don Orione, Casa di RiposoOpera Buon Pastore, casa diaccoglienza gestita dalle Suorevincenziane, attività gestite daSuore Somasche; esperienzaservizio accanto alle famiglie romaccolte dalla Caritas diocesana. Inoltre momenti di preghiera,formazione e animazione, comel’incontro con l’associazione LiberaSardegna sulla legalità, o ilpomeriggio dedicato ai progettiattivati dal GDEM. ‘Vorremmorafforzare sempre di più il legametra i percorsi giovanili portati avantidurante l’anno e l’esperienzaintensa del campo estivo - spiegaGiada Melis, referente dell’areagiovani e del GDEM della Caritasdiocesana -, in modo da renderecostante la possibilità da parte deigiovani di spendersi nel servizioverso il prossimo. È importantecomunicare ai giovani i valori dellasolidarietà universale a partire daicontenuti della Dottrina socialedella Chiesa e del Profeta Osea (acui è stato dedicato il percorsoannuale)’.

M. C. C.

A ospitare i giovani, i MissionariSaveriani: ‘La nostra casa - spiegaPadre Gianni Zampini, superioredella Comunità dei MissionariSaveriani - è aperta a tutti coloroche vogliono riflettere su comeimpegnarsi a vivere la propriavocazione, in particolare ai giovaniche stanno cercando il senso dellaloro vita. Attraverso il campo, essi sisentono appagati per aver dedicatouna settimana al servizio verso ilprossimo: allora perché nonproporre loro che questa esperienzapossa diventare un ideale dellapropria vita?’. Molto ricco il programmadell’iniziativa: durante la mattina, igiovani potranno svolgerevolontariato nei servizi dellaCaritas diocesana e di altre realtà:Cucina e magazzini, Centrod’ascolto KEPOS per immigrati, Casedi accoglienza per i richiedenti asilogestite insieme alla CooperativaSicomoro, Fraternità di strada,Mense della Caritas parrocchiale diElmas e del Viandante di Quartu,Case di accoglienza Papa GiovanniXXIII, Centro per anziani e Centro

avanti dalla Caritas diocesananell’area giovani, attraverso il GDEM(Gruppo diocesano di educazionealla mondialità), le iniziative divolontariato nazionale ed estero, ilservizio civile. Iniziativa, continua ildirettore della Caritas diocesana,‘che rispecchia pienamente lospirito della Chiesa dopo il ConcilioVaticano II: una Chiesa in dialogo,che cerca di promuovere spazi perconfrontarsi. In questo senso, ilcampo sarà un luogo doveincontrare altre culture, lingue,religioni, per favorire la capacità distare insieme intesa comeopportunità di ricchezza reciproca’.Un modo per rafforzare il legame‘con alcuni paesi del Mediterraneo,in piena sintonia con la volontàdella Chiesa italiana e universale’,continua don Lai: tra i partecipanti,i giovani provenienti dalle Caritasdell’Algeria e della Tunisia (con cuila Caritas di Cagliari porta avantialcuni micro-progetti) e, novità diquest’anno, da quella di Mostar, ‘incontinuità con un percorso disolidarietà tra Chiese sorelle giàattivato nel corso degli anni’.Inoltre, ‘parteciperanno i giovanistranieri già presenti nel nostroterritorio nell’ambito delleaccoglienze’, conclude il direttore.

n SAN LORENZOCiclo di catechesi sul Vangelo di LucaTutti i martedì fino all’11 Agostonella chiesa di San Lorenzo sirinnova l’appuntamento con lecatechesi estive, tenute damonsignor Mario Ledda. L’inizio èprevisto per le 20,15 il terminepoco prima delle 21, ed avranno alcentro le parabole proprie di Luca.L’iniziativa è realizzata dalMovimento Ecclesiale di ImpegnoCulturale Meic che ne cural’organizzazione e in accordo conil Capitolo Metropolitanoproprietario della chiesa.

n CGS-CUGLIERICorso di formazioneper animatoriDal 17 al 22 agosto a Cuglierisono previsti due corsi diformazione per animatori,“Animatori 2.0. un ruolo e unostile da riscoprire”, destinato agiovani animatori parrocchiali, digruppi e di oratorio. Il corso propone due moduli. Il primo dal 17 al 20 agosto è dicarattere introduttivo, il secondosarà di approfondimento, ed èdestinato a chi ha già partecipatoal primo modulo nel correnteanno o nell’anno precedente.L’esperienza sarà strutturata sullostile del laboratorio e punterà inmodo particolare sull’identitàspirituale dell’animatore, sullesue competenze relazionali,comunicative e diprogrammazione del proprioservizio. Per informazioni eiscrizioni www.cgs-cuglieri.org.

n INIZIATIVELectio Divinaper giovaniDal 27 al 31 luglio nel CentroSpiritualità Giovani in località“Funtana ‘e ‘sozzu”, a Cuglieri, èin programma la Lectio Divinaper giovani sul tema “Modellibiblici di vita in pienezza”,guidata da mons. Mauro MariaMorfino, vescovo di Alghero –Bosa. L’esperienza è aperta aigiovani di età compresa tra i 19 e30 anni. Informazioni e iscrizionivisitare il sito www.cgs-cuglieri.org, oppure inviare unamail a [email protected].

n 5-9 AGOSTOV Settimana Domenicanaper le famiglieIn che modo marito e moglie sidicono la bellezza del Cristo?Come si può comunicare Gesù, ilpastore bello, ai figli secondo levarie fasce di età? Il mondodigitale può facilitare questocompito? La famiglia stessa puòdiventare promotrice di unracconto di Gesù più nuovo e piùbello, nella Chiesa e nella nostraciviltà? Sono queste domandeche plasmano la V SettimanaDomenicana delle Famigliequesto anno e alla qualeinvitiamo a partecipare per poterraccontarci reciprocamente lavita bellissima di colui che èl’Origine di ogni bellezza. Gliincontri si terranno presso ilConvento S. Domenico (piazzaSan Domenico 5 - Cagliari)Per informazioni e adesioni:[email protected] oppure:P. Christian-M. Steiner op [email protected] partecipazione è aperta atutte le persone interessate alledinamiche familiari.Animazione gratuita per i figli.

BREVI

Al via il Tavolo regionale sardodell’Alleanza contro la povertàin Italia, finalizzato al

sostegno delle iniziative nazionalivolte alla costruzione di adeguatepolitiche pubbliche contro lapovertà assoluta. Presentato neigiorni scorsi presso la sede AcliSardegna, esso vede lapartecipazione della Delegazioneregionale Caritas Sardegna, oltre anumerose altre realtà: Acli dellaSardegna, le sigle sindacali Cgil,Cisl e Uil, Azione Cattolica Italiana,Adiconsum, Associazione BancoAlimentare della Sardegna Onlus,ANCI Sardegna, ARCI, CaritasSardegna, Carta di Zuri, Centrodiurno Don Orione, CNCA,Confcooperative, Fish SardegnaOnlus, Forum del Terzo Settore,Jesuit Social Network,Legautonomie, Salesiani per ilsociale, Sardegna Solidale eU.N.I.T.A.L.S.I. Un tavolonecessario di fronte a una povertàin continuo aumento, che vede inSardegna dei dati più allarmantirispetto al livello nazionale: 57milafamiglie, cioè 130mila persone,vivono in condizione di povertàassoluta (stime su dati Istat 2013) ,cioè circa il 10% della popolazionedell’Isola. Dati che si collocano inun contesto di grave crisi nazionale,con oltre 4 milioni di persone incondizione di povertà assoluta (cheresta stabile rispetto al 2013 - comemostrano i dati Istat 2014pubblicati qualche giorno fa - mache è più che raddoppiata negli

Lavorare tutti insieme nella lotta contro la povertà

ultimi 8 anni, ndr).Gli obiettivi principali del Tavoloregionale sono sensibilizzarel’opinione pubblica sul tema eavviare il Piano nazionale contro lapovertà con l’introduzione del REIS(Reddito di inclusione sociale), lostrumento proposto dall’Alleanzaper contrastare l’esclusioneeconomica e sociale del paese,tema, quest’ultimo, che vede unimpegno in prima linea della Chiesasarda, attraverso la Caritas, in retecon le altre associazioni diispirazione cristiana. Tre gli aspettifondamentali dell’iniziativa, comeha evidenziato don Marco Lai,delegato regionale Caritas edirettore della Caritas di Cagliari,durante la presentazione: ilconcetto di ‘alleanza’, l’aspettoculturale e quello politico.‘L’alleanza costituisce unimportante passo avanti - haspiegato don Lai - che permette disuperare interessi parziali,perseguire un obiettivo comune,garantire i diritti delle personeripartendo da quelli primari’.Ancora, il valore ‘culturale’dell’iniziativa, che ‘non è un merosussidio economico, un semplicereddito minimo, ma un progetto chegarantisce diritti e pariopportunità’; infine, il valorepolitico, di fronte alla presa d’attoche finora la lotta alla povertà nonfa parte dell’agenda politica:‘Questa campagna non deve esserefine a se stessa - ha continuato - madeve avere finalità politiche, per

Ha preso il via il “Tavolo regionale sardo dell’Alleanza contro la povertà in Italia” promosso da varie realtà associative

Si svolgerà dal 16 al 23 agosto2015 presso il Centro Saverianodi Spiritualità Missionaria (via

Sulcis 1, Cagliari) la terza edizionedel Campo estivo internazionale dipreghiera, riflessione, formazione eservizio intitolato ‘Fai la differenza… contro l’indifferenza’,organizzato dalla Caritas diocesanadi Cagliari, in rete con l’Ufficiomissionario, i Missionari Saveriani,la Comunità di Villaregia, il CSVSardegna solidale e con altre realtàdi volontariato. Il campo vedrà lapartecipazione di un centinaio digiovani dai 16 ai 30 anni di oltre 15diverse nazionalità, appartenenti adiverse diocesi italiane (Vercelli,Padova, Tortona), estere (CaritasAlgeri, Tunisi, Mostar), e a diverserealtà locali, come il SeminarioMinore e Maggiore, i gruppi dellaParrocchia San Francesco d’Assisi edi Selegas, e altri giovani raggiuntidalla rete Caritas e incontratidurante l’anno. ‘Le finalità delcampo – spiega don Marco Lai,direttore della Caritas diocesana diCagliari - sono evangelizzare,educare alla mondialità, alla pace,creare buona coscienza, senso digiustizia, promuovere la dignitàdelle persone’ . Un’iniziativa che siinserisce nell’impegno portato

Educare i giovanialla solidarietàDal 16 al 23 agosto nel Centro Saveriano di Cagliarisi terrà la terza edizione del Campo estivo di solidarietà

Diocesi domenica26 luglio 2015

n IN LIBRERIAUna rilettura del libro di Tobia“Con Tobia e Sara. Verso unamaturazione umana e coniugale”di Fabio Iacovacci è una riletturaspirituale del libro biblico di Tobia,in cui si evidenziano lecaratteristiche del cammino dimaturazione di Tobia e Sara comeindividui e come coppia.Tobia è il modello del ragazzo chediventa adulto, sa assumersi leresponsabilità e arriva allamaturità. È tuttavia anchel’immagine dell’uomo fragile elimitato, che però ripone la suafiducia in Dio. Infine, è paradigmadell’amore coniugale. La storia diTobia e Sara, infatti,insegna ad amare ea lasciarsi plasmaredall’amore e puòoffrire un validoaiuto perrispondere nelcontesto odierno adomande quali:quando un giovane divienematuro? Perché lasciare la famigliadi origine? Qual è il viaggio che sideve affrontare? Come vivere nellacoppia un’alta qualità dell’amore?Che posto ha Dio nel rapporto dicoppia? Come vivere la sessualità?È a questa estrema modernità cheattinge l’autore: un commentobiblico mai teorico ma sempreattualizzato, con stimoli eriflessioni per la vita personale econiugale di oggi. Scrive nellapresentazione al libro RosalbaManes, biblista e docente diteologia biblica presso la PontificiaUniversità Gregoriana di Roma:“Con Tobia e Sara è un testo che faemergere la bellezza delle relazioniinterpersonali, qualificate dallacapacità di dare fiducia all’altro. Ilpadre ha fiducia nel figlio,l’accompagnato nel suoaccompagnatore, lo sposo nellasposa”. Il testo di Iacovacci, con leriflessioni sulla vita coniugale,risulta un valido supporto per unpercorso prematrimoniale, inquanto stimola ad approfondiredinamiche che si vengono a creareall’interno del rapporto di coppia,in particolare tra fidanzati.

LETTURE

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Far incontrare e valorizzare lefigure di San Giovanni Bosco equella di Sant'Efisio, Martire

Guerriero. È l'obiettivodell'iniziativa promossa inoccasione delle celebrazionidell'Istituto salesiano di Cagliari edello svolgimento deifesteggiamenti per il bicentenariodella nascita di don Bosco.L’appuntamento, previsto per il 24luglio, è ospitato presso la Casa donBosco, all'interno del padiglionesalesiano di EXPO Milano 2015.L’iniziativa è stata pensata dagli Ex-allievi e dal direttore dell’Operacagliaritana don Sergio Nuccitelli. Èprevista la presenza del sindaco delcapoluogo sardo Massimo Zedda, diquello di Pula Carla Medau,dall’Alter Nos 2015 Matteo LecisCocco Ortu, del presidente dell’Arciconfraternita FrancescoCacciuto. Saranno inoltre presentinumerosi ex allievi salesianiprovenienti dalla Sardegna. In tutta l’Isola, ma in particolare aCagliari, il progetto educativo didon Bosco si è sviluppato econsolidato con l’aperturadell’istituto e oratorio di vialeSant’Ignazio. Ci sono poi sempre in città laparrocchia e oratorio di San Paolo ela scuola materna Infanzia Lieta. Inoccasione dello svolgimento deifesteggiamenti per il bicentenariodella nascita di don Bosco,attraverso la manifestazione diMilano, si intende rendere omaggioa Sant’Efisio. Particolare interesse èrivolto al Rito di scioglimento delVoto perpetuo. Tale Rito si ripete da oltre 350 anni.Ha origine nel 1652 quando laMunicipalità di Cagliari invocòl’intercessione del Santo Martire,per far terminare la piaga della

peste impegnandosi a celebrareogni anno una festa solenne che siripete senza interruzioni dal 1657.La chiesa dedicata a Sant’Efisio,patrono della diocesi di Cagliari,sorge nello storico quartiere diStampace, lo stesso nel quale sitrovano l’istituto scolastico el’oratorio salesiani.All’interno della chiesa sonocustoditi le reliquie e il simulacrodel Santo, che dal primo al quattromaggio di ogni anno viene portatoin pellegrinaggio da Cagliari a Nora,luogo del Suo martirio. Sonomigliaia le persone che partecipanoalla festa di maggio per rendereomaggio al Martire Guerriero. Dal 2013 sono state anche avviatele pratiche per il riconoscimentodello scioglimento del Voto da partedell’UNESCO, per l’iscrizione dellaFesta, nella Lista rappresentativadel patrimonio immaterialedell’Umanità, della ConvenzioneUNESCO, per la salvaguardia delpatrimonio culturale immateriale.Fondamentale in questo percorsol’impegno dell’assessore comunaledel Turismo, Barbara Argiolas,presente all’appuntamentomilanese. L’occasione del Bicentenario haofferto lo spunto per associareidealmente l’attività dei salesianialla vita spirituale e culturale delcapoluogo e dell’intera Sardegna.La pedagogia preventiva propostada don Bosco e la figura diSant’Efisio presentano diversi puntiin comune. A fare da collante tra i salesiani diCagliari e il martire guerriero è latradizione. Ormai da settant’anniinfatti la festa del primo maggioparte proprio dall’Istituto di vialeFra Ignazio, dove tutti i partecipantisi ritrovano prima della

A Expo si incontrano le storiedi Sant’Efisio e Don BoscoNell’ambito del bicentenario di Don Bosco, il 24 luglio si terràun evento che richiama il legame dei salesiani con S. Efisio

processione, che parte dopo labenedizione impartita da unsacerdote salesiano. L’Operasalesiana rappresenta un valoreaggiunto in ambito formativo che hacontribuito a temprare interegenerazioni di sardi. In campoculturale attraverso le scuole maanche più in generale in ambitoformativo, passando per gli oratorie la pratica sportiva. Al centro della “filosofia” salesianatroviamo l’educazione. Lacomplessità di questo risulta dallamolteplicità dei fattori coinvolti. Sitratta di un’impresa che coglie larealtà umana in tutti i suoi aspetti:fisico, sociale, spirituale, presente,passato, futuro. Al centro di tutto ilprocesso si trova la personadell'educando che viene affiancata

dalla figura dell'educatore,chiamato ad offrire la suaindispensabile collaborazione. Ilsuo pensiero non si basa sullostudio e applicazione di regoleprecise quanto su una mentalità,una disposizione d'animo e unadedizione in grado di coinvolgerel'intera vita. La sua pedagogia si sviluppaattraverso tre cardini: ragione,religione, amorevolezza.L’appuntamento milaneserappresenta quindi un’ottimaoccasione per rinnovare ediffondere la conoscenza delcarisma salesiano valorizzando itermini della comunione idealecon Sant’Efisio.

Maria Luisa Secchi

ComunicazioninCURIA DIOCESANA

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pubblici, che le suore giravano aclochard e famiglie disagiate. Collaboratorio siamo diventate la longamanus delle allieve che, mentreimparano i segreti del ricamo,“leggono” la realtà del quartiere e,condividendo il nostro carisma,portano segni concreti della lorosolidarietà che noi trasferiamoimmediatamente ai bisognosi.Soprattutto sardi bussano alla nostraporta, pochi immigrati, segno di unapovertà sempre più diffusa”. Senzaproclami e catechesi organizzata – illaboratorio è aperto a tutti – le suorehanno centrato il vero obiettivo dellaloro iniziativa: allargare gli spazidella solidarietà e dell’amiciziasecondo lo stile di San Vincenzo.

M. G.

impadronirsi dei segreti del tombolo,chiacchierino, ricamo, macramè,rammendo, cucito, lavoro a maglia.Lezioni collettive e individualiimpartite da una schiera di maestre:suor Vincenza Dongu (ricamo), suorGiovanna Usai ( chiacchierino), suorAngela Nicoli ( ricamo), suor CaterinaKefflemarì (rammendo), Efisia Abis(rammendo), suor Gabriella Argiolas( punto croce), suor Mariangela Musu(tombolo e macramè), Anna Pitzalis(sartoria).“Un servizio al quartiere e alla cittàche ci consente – dice la superioredell’asilo – di continuare anche lanostra opera di solidarietà neiconfronti dei poveri. L’asilo dellaMarina non è più destinatario, comenel passato, di aiuti alimentari

Sarà prorogata fino a domenicaprossima la mostra di ricamo,cucito e rammendo inaugurata a

metà luglio nei locali dell’ “Asilodella Marina”, in via Baylle. Quasi200 “pezzi” - tovaglie, centro-tavola,paramenti e addobbi per chiese,bomboniere, asciugamani, fazzolettie lenzuola - realizzati da 95 allievedel laboratorio aperto quasi un annofa dalle “Figlie della Carità” nellasede storica un tempo guidata dallabeata suor Giuseppina Nicoli, la suoradei “piccioccus de crobi”.“Siamo tornate all’antico”, dice suorVincenza Dongu superioradell’Istituto. “In questa casa fino aglianni Cinquanta del secolo scorso hafunzionato un laboratorio di ricamo erammendo – prosegue la religiosa -dal quale sono usciti pregevoli lavoriche hanno impreziosito il corredopersonale di numerose signorecagliaritane e adornato conautentiche opere d’arte, fatteovviamente a mano, gli altari dellachiese di Cagliari”. Chiusidefinitivamente scuola elementare easilo, cordone ombelicale tra le

Figlie della Carità, allargare gli spazidella solidarietà

religiose e il quartiere, le suorel’anno scorso hanno deciso dirilanciare il laboratorio. “Abbiamoaccolto – dice suor Giovanna Oggianu- l’invito della visitatrice provinciale,suor Rina Bua, che ci ha chiesto dirispondere alla richiesta di moltedonne , anche giovani, di recuperare isegreti del ricamo e cucito sacrificatisull’altare del “fatto a macchina”. Unannuncio sul giornale, giri ditelefonate e nel volgere di 15 giornihanno risposte e si sono iscritte efrequentano, rigorosamente gratis,95 persone. Ne aspettavamo almassimo venti, ma non abbiamorifiutato nessuna iscrizione. Unapartecipazione così numerosa,convinta ed entusiasta ci sembra laconferma della giustezza della nostrascelta. Se dipendesse dalle iscritte,non interromperebbero l’attivitàneppure nei mesi di luglio e agosto ”.Due volte la settimana, superando ledifficoltà di parcheggio e i vincolidell’orario, signore e ragazzeprovenienti da diverse zone dellacittà e dell’hinterland “invadono” ilocali dell’Asilo Marina per

Nei locali dell’Asilo della Marina si tiene la mostra del laboratoriodi ricamo. I lavori servono per sostenere le opere di solidarietà

n FRANCESCANINuovo ministro dell’Ordine SecolareLuca Piras, della fraternità diVillaurbana, è il nuovo ministroregionale dell'Ordine FrancescanoSecolare. Di professioneingegnere, 43 anni, è sposato ed èpadre di due bambine. Il suopercorso nell'Ofs ha avuto iniziodopo una lunga appartenenzanella Gioventù Francescana:un'esperienza di vita nella quale èmaturata la sua scelta vocazionale,culminata con la professionenell'Ofs e con il matrimonio.L'elezione è avvenuta pochi giornifa in occasione del capitoloregionale che si è svolto nel finesettimana tra il 4 e il 5 luglio.Luca Piras non sarà solo in questopercorso di servizio. Il capitolo haportato all'elezione di FrancescaChiu, della fraternità di Guasilacome vice ministra e di un nuovoConsiglio regionale che risulta cosìcomposto: Uccio Donaera(fraternità di Sassari) Nicola Bulla(fraternità di Cagliari"Sant'Ignazio") Laura Schintu(fraternità di Nuoro) Franco Pirisi(fraternità di Alghero) CristianaPlacido (fraternità di Cagliari "SanMauro") Maria Gabriella Mura(fraternità di Macomer) RosalbaPaulis (fraternità di Laconi).Si tratta di un Consiglioeterogeneo, composto da personeprovenienti daareegeografiche econtesti socialidiversi. Iconsiglierichiamati aquesto specificoserviziosarannochiamati a condividere le lorodifferenti esperienze nellafraternità regionale per i prossimitre anni. L'elezione è avvenuto inun clima di raccoglimento e dipreghiera, grazie all'aiuto dei fratiassistenti spirituali. L'interoConsiglio dovrà collaborare con ilConsiglio nazionale, guidato dalministro Remo Di Pinto e dalviceministro Mauro Dessì, il qualeha servito per diversi anni lafraternità sarda come ministroprima di consegnare il testimone aPiras. Tra i momenti più attesidell'appuntamento che si è svoltopresso l'hostel Rodia a Oristanoc'era appunto la relazione diMauro Dessì, in quanto ministrouscente. Nel suo intervento ci si èsoffermati per meditare insieme suquale strada seguire: in particolaresono state evidenziate tutte quellepovertà umane e spirituali che ifrancescani secolari possonomettere in comune per annunciareil Vangelo nel mondo. Non èmancato un riferimento ai diversisettori di impegno checaratterizzeranno l’attività dell’Ofsnel progetto fraterno 2015-2018:l’accompagnamento, lacomunicazione, l’annuncio, lamissione e la formazione. Il titolostesso del progetto fraterno “Fatequello che Lui vi dirà” riprende leparole pronunciate da Maria nelVangelo durante il celebre episodiodelle nozze di Cana: parole chesuonano al tempo stesso come uninvito dolce e un incoraggiamentopressante.Il ministro nazionale, Remo DiPinto, ha invitato il nuovoConsiglio a vivere il nuovo percorsoproprio nello spirito del branoevangelico delle nozze di Cana,esortando tutti i fratelli e le sorellea “non far mai mancare il vino dellagioia e della speranza”. Il primoappuntamento che aspetterà ifrancescani secolari dellaSardegna sono gli esercizispirituali che si svolgeranno nelmese di settembre a Fonni.

Michele Spanu

IL FATTO

EVENTICagliari in festaper la Madonnadel CarmineLa scorsa settimanasi sono svoltele celebrazioni per la festa mariana.Mons. Miglioha presiedutola S. Messa solenne

COMUNICATO DELLA CURIA

La Diocesi di Cagliari con sofferenzaha appreso la notizia dell’indaginegiudiziaria a carico di don LucaPretta, già parroco di Gesico, e dellaconseguente perquisizione presso lasua abitazione.In questo momento la Diocesiconferma la propria disponibilità adaccogliere e ascoltare le eventualivittime, esprimendo, ancora unavolta, vicinanza e partecipazionealla loro sofferenza.Mentre si esprime piena fiducianell’operato della Magistratura,non si può dimenticare che per tuttivale la presunzione di innocenzasino a prova contraria.

Don Luca Pretta, già dimessosidall’incarico di parroco in data15/07/2015, fino a nuovo avvisodovrà limitarsi a celebrare la SantaMessa in forma privata.In data odierna l’Arcivescovo hanominato mons. Guido Palmasamministratore parrocchiale diGesico.Si ricorda, inoltre, che la Diocesi, incollaborazione con le SuoreMissionarie Somasche, ha avviato il«Centro di ascolto e intervento per iminori vittime di abuso» (Cagliari –via Roma 54 – primo piano, tel.3711290559,[email protected])a disposizione di quanti intendonosegnalare eventuali casi di abuso.

NOMINE NEL CLERO

In data 1 luglio 2015 l’Arcivescovodi Cagliari ha trasferito il rev.momons. Salvatore Ruggiu da parrocodella parrocchia di Sanluri acanonico penitenziere dellaCattedrale di Cagliari.Si comunica, inoltre, che in data 15luglio 2015 l’Arcivescovo di Cagliariha chiesto e ottenuto le dimissionida parroco di Gesico da parte di donLuca Pretta, nel contesto diun’indagine canonica iniziata dacirca due mesi e tutt’ora in corso.

Monsignor Arrigo Miglio,Arcivescovo di Cagliari, in data 1luglio 2015 ha provveduto alle

seguenti nomine:– Don Davorin Dobaj, parroco diSerri e di Escolca;– Don Marco Puddu, amministratoreparrocchiale “ad interim” diSanluri.

14 Diocesi domenica26 luglio 2015

n 21-23 AGOSTOConvegno regionale per le famiglie“Famiglia via per una nuovaumanità”. Il titolo del convegnoregionale per le famiglie diquest’anno vuole attirarel’attenzione sulle potenzialitàstraordinarie della vita familiare.Ogni generazione che nasce damiriadi di famiglie è vita nuova eabbraccia tutto il globo terrestre.Mai come oggi né possiamosperimentare la ricchezza e laconcretezza. Tentiamo di vederel’universo “famiglia” da 5 punti divista diversi. Il Convegno ecclesialedi Firenze infatti ci regala 5 vie peravvicinarci all’umanità nuova che sista formando giorno dopo giornonelle nostre famiglie. Perciò cimettiamo alla ricerca di queste viecome attuazione della vitafamiliare: come può la famigliatrasfigurare ed educare la vitanuova? In che modo la famiglia èin grado di annunciare Gesù nellanostra società e di abitare la vitacivile, culturale, politica edeconomica? Una famiglia che è in grado ditrasfigurare, di educare diannunciare la vita nuova e diabitare la terra potrebbe essere ingrado di essere cellula della Chiesain uscita della quale PapaFrancesco è così innamorato?Il Convegno si terrà dal 21 al 23Agosto 2015, nella Casa Betania,Loc. Sa Pastia Comune di Bultei.Per iscriversi al convegno orichiedere informazioni chiamare:Tonino e Carmen Cau, 3480942472(Tonino); 3299843402 (Carmen);[email protected]; Tore eLoredana Marcia, 3493237321;[email protected]

APPUNTAMENTI

Comunità Missionaria di Villaregia.L'Assemblea generalestraordinaria, che si è tenuta a

Lonato del Garda (BS) dall’11 giugnoal 12 luglio, ha infatti eletto il nuovopresidente della Comunità, padreAmedeo Porcu, che dovrà dirigerel’Associazione per i prossimi sei anni.All'Assemblea, che ha segnato la finedel periodo di commissariamentoiniziato il 22 maggio 2012, hannopartecipato 48 missionari emissionarie in rappresentanza dellesette sedi della Comunità Missionariain Italia e delle sette sedi presenti inAfrica e America Latina.L'Assise è stata indetta dalCommissariopontificio, padreAmedeo Cencini,religioso canossiano,che – dopo aver datolettura del decretovaticano di finecommissariamento –ha comunicato a tuttal'Associazionel’elezione del nuovopresidente e dei nuoviconsiglieri.L'Assemblea si è svoltain un clima dipreghiera e di fraternoe profondo confronto.Il neo-presidente,

padre Amedeo Porcu, 58 anni, diCagliari, è missionario dal 1981 e haoperato per 12 anni in Costa d'Avorio.“Ringrazio il Signore per questo nuovotempo nella vita della Comunità - diceP. Amedeo – e per tutti coloro che cihanno accompagnato con la preghierae l’affetto in questi anni,intensificando la loro preghiera inoccasione della nostra Assemblea”.Nel governo della ComunitàMissionaria di Villaregia, padreAmedeo sarà coadiuvato da seiconsiglieri: Edileusa AparecidaAntunes, 54 anni, brasiliana; MarciaMedeiros Lopez, 49 anni, brasiliana;padre Antonio Serrau, 43 anni, di

Cagliari; Briseida CottoAyala, 46 anni,portoricana; RenataBonato, 58 anni, diMirano (VE) e MicheleD’Eliseo, 75 anni, diNola (NA).Dopo l’elezione delnuovo governo, i lavoriassembleari sonoproseguiti con lariflessione e ilpronunciamento dialcune linee guidaimportanti per la vitadell'Associazione nelprossimo sessennio. Imissionari sono

La Comunità di Villaregia iniziauna nuova tappa del suo camminoDopo la fase di commissariamento, sarà Padre AmedeoPorcu, di Cagliari, la nuova guida della Comunità Missionaria

profondamente riconoscenti allaChiesa e, in particolare, al PontificioConsiglio per i Laici per averliaccompagnati e sostenuti conprofonda sollecitudine. Sentimenti distima e di riconoscenza particolarisono rivolti a padre Amedeo Cencini,per aver condotto la Comunità diVillaregia in questi ultimi tre anni congrande spirito di servizio, umiltà esapienza.L’Assemblea si è conclusa a Lonato delGarda con la Celebrazione eucaristica,presieduta dal neo eletto presidente,in un clima di gioia e di rendimento digrazie. Con dedizione e rinnovatoentusiasmo, la Comunità Missionariadi Villaregia inizia una nuova tappadel suo cammino di diffusione delVangelo, con quello stile di intensavita comunitaria che da sempre lacaratterizza.

La Comunità Missionaria di Villaregiaè una Associazione pubblica di fedelidi diritto pontificio, nata nel 1981nella diocesi di Chioggia. È presentein Italia a Villaregia (RO), Lonato delGarda (BS), Pordenone, Imola (BO),Roma, Nola NA) e Quartu S. Elena(CA). In altri Paesi a Belo Horizontee San Paolo (Brasile); a Lima (Perù);a Texcoco (Messico); a Yopougon(Costa d'Avorio); A Maputo(Mozambico) e ad Arecibo(Portorico). È composta damissionari, missionarie, missionari emissionarie nel mondo e sposimissionari. All’Associazionepartecipano inoltre numerosimembri aggregati e simpatizzanti.

Padre Cesare SerrauComunità Missionaria

di Villaregia

15Diocesidomenica26 luglio 2015

DETTO TRA NOI

Il Papa proponeai giovani la castitàI mass media si sono preoccupatidi riportare il contenuto deimessaggi di Papa Francesco, invisita pastorale a Torino, loscorso giugno, soprattutto quellidi carattere sociale: migrantitrattati come merce, più di unmiliardo di persone che soffronola miseria e la fame a causa diuna crescita delle diseguaglianzee di un modello di sviluppodistorto, la corruzione e letangenti, il malaffare….tuttogiusto!Del discorso serale ai giovani chehanno riempito la piazza,neppure una breve traccia neigiornali. Eppure ha parlatodell’amore e della amicizia e,avviandosi alla conclusione, hadetto testualmente: “ora devodire una parola che non piace eche è impopolare: anche il Papaa volte deve dire parolerischiando che non siano sempreben accolte. La parola è: castità”.Non c’era bisogno di ulteriorispecificazioni e i giovani hannorisposto con un calorosoapplauso, anche se lo stesso

Papa ha riconosciuto: “allavostra età non è facile….”.Eppure Papa Francesco ha avutoil coraggio di proporre questavirtù che non vale solo per igiovani, senza peli sulla lingua.S. Francesco di Sales diceva:“niente è bello senza la purezza,e la purezza degli uomini sichiama anche onestà e ilpraticarla si chiama onore”. EGandhi, parafrasando labeatitudine evangelica diceva:“Dio non può essere compreso,se non da chi è puro di cuore”. Eil Talmud. “dovrai restituirel’anima a Dio: cosi come egli tel’ha data pura, così turendigliela pura”. Ed infine Gesù:“beati i puri di cuore perchévedranno Dio”, e S. Paolo: “ilcorpo non è per l’impudicizia, maper il Signore”. Un tempo moltolontano della castità se neparlava molto (forse troppo), esembrava quasi che il 6° e il 9°comandamento (o la lussuria,uno dei 7 vizi capitali), fosserotutto nella vita cristiana. Poi il’68 ha spazzato via ogni limite epudore. Tanto che le ragazzescrivevano nei muri: “l’utero èmio e me lo gestisco io”. Ed eraun vanto avere perso laverginità. Non è che oggi le cosesiano migliorate se consideriamoche cosa gira nei vari sitiinternet, la moda sempre piùspudorata e soprattutto lalibertà di cui godono i giovani acui è permessa ogni tipo diesperienza, anticipando i tempie bruciando la giovinezza conesperienze sessuali prima e fuoridal matrimonio. Per non parlaredei milioni di uomini che vanno aprostitute, del turismo sessuale,del traffico e rapimento di minorie di quant’altro gira intorno aquesto problema. Bene ha fatto,quindi, Papa Francesco aripetere per alcune volte lanecessità che si riscopra e si vivala virtù della castità sin dagiovani. È un discorsoimpopolare e controcorrente. Aquesto ha invitato i giovani ilpontefice al termine deldiscorso: “andatecontrocorrente”.

Tore Ruggiu

Èstato un appuntamento tantoatteso che abbiamo vissuto congrande fede e gioia». Questo il

commento e i sentimenti cheportano nel cuore i circa ottantapartecipanti al pellegrinaggio,avvenuto dal 10 al 14 luglio, alsantuario di Fatima in Portogallo.Le comunità parrocchiali disant’Ignazio in Serramanna e sanPio X in Cagliari, guidate dai lorosacerdoti Don Pietro Mostallino edon Pasquale Flore, dopo avervissuto ad ottobre 2014 un intensoclima di preghiera e di spiritualitàmariana, con l’accoglienza nelleloro rispettive comunità delsimulacro della Madonnapellegrina, hanno volutoringraziare il Signore e la Vergine diFatima pregando alla cova di Iria e

visitando i luoghi nei quali hannovissuto i tre pastorelli.Tanti i momenti di preghiera che ipellegrini partiti dalla Sardegnahanno condiviso con tantissimealtre persone giunte da ogni partedel mondo. Ogni sera alle 21.30 il Santo Rosariorecitato nella cappella delleapparizioni, davanti al simulacro

della Vergine venerato più volteanche dai Papi San Giovanni PaoloII, Beato Paolo VI e Benedetto XVI.È in assoluto il punto più santo ditutto il santuario dove si raccolgonoi fedeli per innalzare le loropreghiere e chiedere il dono di unafede sempre più grande. Al termine del Rosario ha avutoluogo la fiaccolata nella spianatadel santuario. Una lunga scia dipersone con la candela accesaseguivano l’immagine dellaMadonna. Uomini, donne e bambinisegno della Chiesa intera cheattraversando i secoli, in mezzo aipericoli dell’oscurità e del peccato,cammina nella sequela degliinsegnamenti di Cristo. È la lucedella fede che permette di noninciampare rovinosamente e dirialzarsi prontamente nelle cadutedella vita. Il 12 luglio tanti gli appuntamenti.Al mattino la Santa messa, alpomeriggio l’adorazione e la

processione eucaristica. Ma già dalpomeriggio di quella domenica,vigilia del giorno delle apparizioni,cresceva sensibilmente il numerodelle persone che si radunavano perla preghiera.È infatti il 13 di ogni mese la veraesplosione di spiritualità e di festa ea Fatima migliaia di pellegrinigiungono da ogni parte delPortogallo e del mondo per invocareil patrocinio della Vergine. Tante lemanifestazioni di fede e di profondoattaccamento a Maria.Particolarmente toccante vedere lapreziosa corona del simulacro,cambiata per il giorno delleapparizioni dai sacerdoti custodi delsantuario, dove si può osservare ilproiettile che San Giovanni Paolo IIvolle far incastonare comeringraziamento dopo l’attentatoche subì il 13 maggio 1981 in piazzasan Pietro. Alla santa Messa,presieduta dal vescovo di Leiria-Fatima mons. António Augusto dosSantos Marto numerosi i vescovipresenti. Al termine dellacelebrazione si è tenuta la solenneprocessione con il saluto a Maria e iltradizionale canto dell’“Addio”.Con la visita alle tombe deipastorelli e al monastero diCoimbra, dove visse suor Lucia, si èconcluso il pellegrinaggio.

Pasquale Flore

In preghieracon la Verginedi Fatima

Un folto gruppo di fedelidelle parrocchie

di San Pio X a Cagliarie Sant’Ignazio a Serramanna

ha vissuto l’esperienzadel viaggio a Fatima.

Si è trattato di un’occasione preziosa

per rinforzare la fedeattraverso la preghiera

alla Vergine Maria

scrivere gli Esercizi Spirituali.Presso il fiume Cardoner "riceveuna grande illuminazione", da cuiesce profondamente trasformato.Nel 1528 si iscrisse all'Università diParigi, ampliando la sua culturaletteraria e teologica, e cercando diinteressare gli altri studenti agliEsercizi Spirituali. Entro il 1534ebbe sei “seguaci”. Il 15 agosto del1534, Ignazio e gli altri sei studentisi incontrarono a Montmartre,vicino Parigi, legandosireciprocamente con un voto dipovertà e castità e fondando la"Società di Gesù", allo scopo dieseguire lavoro missionario e diospitalità a Gerusalemme o andarein qualsiasi luogo il Papa avesseordinato loro. Nel 1537 si recaronoin Italia in cerca dell'approvazionepapale per il loro ordine religioso.Papa Paolo III li lodò e consentìloro di essere ordinati sacerdoti.Vennero ordinati a Venezia dalvescovo di Arbe il 24 giugno. Condue dei suoi seguaci Ignazio sidiresse a Roma nell'ottobre del

1538 per far approvare dal papa lacostituzione del nuovo ordine. PapaPaolo III confermò l'ordine con labolla papale “Regimini militantisecclesiae” , limitando, però, ilnumero dei suoi membri a sessanta.Questa limitazione venne rimossatramite una successiva bolla, la“Iniunctum nobis”, del 14 marzo1543. L'ultima e definitivaapprovazione della Compagnia diGesù è stata data nel 1550 con labolla “Exposcit debitum” di PapaGiulio III. Ignazio venne sceltocome primo Preposito Generale einviò i suoi compagni comemissionari in giro per tutto il mondoper creare scuole, istituti, collegi eseminari. Nel 1548, Ignazio fondò aMessina il primo Collegio dei Gesuitial mondo, il famoso “Primum acPrototypum Collegium” ovvero“Messanense Collegium PrototypumSocietatis”, e, quindi, prototipo ditutti gli altri collegi diinsegnamento che i gesuitifonderanno con successo nel mondofacendo dell'insegnamento la

marca distintiva dell'ordine. Laregola di Ignazio diventò il mottonon ufficiale dei gesuiti: “AdMaiorem Dei Gloriam”. Tra il 1553 edil 1555, Ignazio dettò al suosegretario, padre Gonçalves daCâmara, la storia della sua vita.Questa autobiografia, essenzialeper la comprensione dei suoiEsercizi Spirituali, rimase peròsegreta per oltre 150 anni negliarchivi dell'ordine, fino a che iltesto non venne pubblicato negli“Acta Sanctorum”. Il 31 luglio 1556,Ignazio muore. Fu beatificato il 27luglio 1609 da Papa Paolo V eproclamato santo il 12 marzo 1622da Papa Gregorio XV. La memorialiturgica viene celebrata il 31 luglio.

Andrea Agostino

Ignazio di Loyola nasce il 24dicembre 1491 nel castello diLoyola, nei paesi baschi. Il 20

maggio 1521, durante l'assedio dellafortezza di Pamplona da parte deiFrancesi, Ignazio rimane gravementeferito alle gambe da una palla dicannone e viene ricondotto a Loyola.Durante la lunga degenza, ebbel'occasione di leggere numerosi testireligiosi dedicati, in particolare, allavita di Gesù e dei santi. Vennetravolto dal desiderio di cambiare lasua vita e trascorrere un'esistenzabasata sul proprio lavoro ed ispirataa S. Francesco d'Assisi e ad altregrandi figure spirituali. Nel 1522 sireca prima a Aranzazu e poi aMontserrat, presso l'abbaziabenedettina, dove fa la confessionegenerale della sua vita. Alla vigiliadella festa dell'Annunciazione,trascorre tutta la notte in preghiera.Deponendo i suoi abiti cavallereschie, vestito da pellegrino, parte perManresa, dove conduce per più di unanno una vita di preghiera epenitenza. Ignazio comincia a

Sant’Ignazio di Loyolan STORIE DI SANTI

16 Papa Francesco domenica26 luglio 2015

curiositàRegistrazione Tribunale Cagliari

n. 13 del 13 aprile 2004

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Possiamo riassumere così gli aspettisalienti della sua figura: egli visse laconsegna totale di sé a Dio in unoslancio per la salvezza delle anime erealizzò la fedeltà a Dio e ai giovani inun medesimo atto di amore. Questi atteggiamenti l'hanno portatoad "uscire" e a operare decisionicoraggiose: la scelta di dedicarsi aigiovani poveri, con l'intento direalizzare un vasto movimento dipoveri per i poveri; e la scelta diallargare tale servizio oltre lefrontiere di lingua, razza, cultura ereligione, grazie a un instancabileimpulso missionario.Egli attuò questo progetto con stile diaccoglienza gioiosa e di simpatia,nell'incontro personale enell'accompagnamento di ciascuno.Egli seppe suscitare la collaborazionedi santa Maria Domenica Mazzarello ela cooperazione dei laici, generandoquella Famiglia salesiana che comegrande albero ha ricevuto esviluppato la sua eredità.In sintesi, Don Bosco visse una grandepassione per la salvezza dellagioventù, manifestandosi testimonecredibile di Gesù Cristo eannunciatore geniale del suo Vangelo,in comunione profonda con la Chiesa,in particolare con il Papa. Visse incontinua preghiera e unione con Dio,con una devozione forte e tenera allaMadonna, da lui invocata comeImmacolata e Ausiliatrice deicristiani, fruendo diesperienze mistichee del dono deimiracoli per i suoigiovani.Anche oggi laFamiglia salesianasi apre verso nuovefrontiere educativee missionarie,percorrendo le viedei nuovi mezzi dicomunicazionesociale e quelledell'educazioneinterculturale

presso popoli di religioni diverse, o diPaesi in via di sviluppo, o di luoghisegnati dalla migrazione. Le sfidedella Torino del secolo XIX hannoassunto dimensione globale: idolatriadel denaro, inequità che generaviolenza, colonizzazione ideologica esfide culturali legate ai contestiurbani. Alcuni aspetti coinvolgono piùdirettamente il mondo giovanile,come la diffusione di internet, edunque interpellano voi, figli e figliedi Don Bosco, che siete chiamati alavorare considerando, assieme alleferite, anche le risorse che lo SpiritoSanto suscita in situazione di crisi.Come Famiglia salesiana sietechiamati a far rifiorire la creatività

carismatica dentro e oltre le vostreistituzioni educative, ponendovi condedizione apostolica sui sentieri deigiovani, particolarmente di quellidelle periferie.«La pastorale giovanile, così comeeravamo abituati a svilupparla, hasofferto l'urto dei cambiamentisociali. I giovani, nelle struttureabituali, spesso non trovano rispostealle loro inquietudini, necessità,problematiche e ferite. A noi adulticosta ascoltarli con pazienza,comprendere le loro inquietudini o leloro richieste, e imparare a parlarecon loro nel linguaggio che essicomprendono» (Esort. ap. Evangeliigaudium, 105). Facciamo in modo,come educatori e come comunità, diaccompagnarli nel loro cammino,affinché si sentano felici di portareGesù in ogni strada, in ogni piazza, inogni angolo della terra (cfr ibid.,106).Don Bosco vi aiuti a non deludere leaspirazioni profonde dei giovani: ilbisogno di vita, apertura, gioia,libertà, futuro; il desiderio dicollaborare alla costruzione di unmondo più giusto e fraterno, allosviluppo per tutti i popoli, alla tuteladella natura e degli ambienti di vita.Sul suo esempio, li aiuterete asperimentare che solo nella vita digrazia, cioè nell'amicizia con Cristo, siattuano in pieno gli ideali piùautentici. Avrete la gioia diaccompagnarli nella ricerca di sintesitra fede, cultura e vita, nei momentiin cui si prendono decisioniimpegnative, quando si cerca diinterpretare una realtà complessa.Segnalo in particolare due compitiche ci vengono oggi daldiscernimento sulla realtà giovanile:il primo è quello di educare secondol'antropologia cristiana al linguaggiodei nuovi mezzi di comunicazione edelle reti sociali, che plasma inprofondità i codici culturali deigiovani, e dunque la visione dellarealtà umana e religiosa; il secondo èpromuovere forme di volontariatosociale, non rassegnandosi alleideologie che antepongono il mercatoe la produzione alla dignità dellapersona e al valore del lavoro.Essere educatori che evangelizzano èun dono di natura e grazia, ma èanche frutto di formazione, studio,riflessione, preghiera e ascesi. DonBosco diceva ai giovani: «Io per voistudio, per voi lavoro, per voi vivo, pervoi sono disposto anche a dare lavita» (Costituzioni salesiane, art. 14).Oggi più che mai, di fronte a quellache il Papa Benedetto XVI più volte haindicato come «emergenzaeducativa» (cfr Lettera alla diocesi ealla città di Roma sul compito urgentedell'educazione, 21 gennaio 2008),invito la Famiglia salesiana a favorireun'efficace alleanza educativa tra

«Don Bosco vi aiuti a non deludere le aspirazioni profonde dei giovani: il bisogno divita, apertura, gioia, libertà, futuro; il desiderio di collaborare alla costruzione diun mondo più giusto e fraterno, allo sviluppo per tutti i popoli, alla tutela dellanatura e degli ambienti di vita. Sul suo esempio, li aiuterete a sperimentare chesolo nella vita di grazia, cioè nell'amicizia con Cristo, si attuano in pieno gli idealipiù autentici»

La Letteradel Santo Padreper i 200 annidalla nascitadi Don Bosco

diverse agenzie religiose e laiche percamminare con la diversità dei carismia favore della gioventù nei diversicontinenti. In particolare richiamo lainderogabile necessità di coinvolgerele famiglie dei giovani. Non vi puòessere infatti un'efficace pastoralegiovanile senza una valida pastoralefamiliare.Il salesiano è un educatore che, nellamolteplicità delle relazioni e degliimpegni, fa risuonare sempre il primoannuncio, la bella notizia chedirettamente o indirettamente nonpuò mai mancare: «Gesù Cristo ti ama,ha dato la sua vita per salvarti, eadesso è vivo al tuo fianco ognigiorno, per illuminarti, per rafforzarti,per liberarti» (Esort. ap. Evangeliigaudium, 164). Essere discepoli fedelia Don Bosco richiede di rinnovare lascelta catechistica che fu suo impegnopermanente, da comprendere ogginella missione di una nuovaevangelizzazione (cfr ibid., 160-175).Questa catechesi evangelizzatricemerita il primo posto nelle istituzionisalesiane, e va realizzata concompetenza teologica e pedagogica econ una trasparente testimonianzadell'educatore. Essa richiede uncammino che comprenda l'ascoltodella Parola di Dio, la frequenza aiSacramenti, in particolare laConfessione e l'Eucaristia, e ilrapporto filiale con la Vergine Maria.Cari fratelli e sorelle salesiani, DonBosco testimonia che il cristianesimoè sorgente di felicità, perché è ilVangelo dell'amore. E' da questasorgente che, anche nella praticaeducativa salesiana, la gioia e la festatrovano consistenza e continuità.«Giungiamo ad essere pienamenteumani quando siamo più che umani,quando permettiamo a Dio di condurcial di là di noi stessi perchéraggiungiamo il nostro essere piùvero. Lì sta la sorgente dell'azioneevangelizzatrice» (Esort. ap.Evangelii gaudium, 8).Le attese della Chiesa riguardo allacura della gioventù sono grandi;grande è pure il carisma che lo SpiritoSanto ha donato a san GiovanniBosco, carisma portato avanti dallaFamiglia salesiana con dedizioneappassionata alla gioventù in tutti icontinenti e con fioritura di numerosevocazioni alla vita sacerdotale,religiosa e laicale. Vi esprimo perciòun cordiale incoraggiamento adassumere l'eredità del vostrofondatore e padre con la radicalitàevangelica che è stata sua nelpensare, parlare e agire, con lacompetenza adeguata e con generosospirito di servizio, come Don Bosco,con i giovani e per i giovani.

24 giugno 2015Solennità della Nascita di San Giovanni Battista

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