JEY N.4 - 2012

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ZOOM ABCIGNO LABORATORIO CREATIVO RACCONTI VINCITORI CALEIDOSCOPIO CALENDARIO DELL’AVVENTO L’ALBERO RACCONTA 2011 2 6 16 20 21 novembre XVIII edizione Alla riscoperta del verde urbano Il 21 novembre torna la Festa dell’Albero! Quest’anno il nostro desiderio è di far sì che la campagna, giunta ormai alla sua 18a edizione, coinvolga i bambini ed i ragazzi delle scuole, ma anche le amministrazioni comunali e ciadini di ogni età, nella riscoperta del Verde Urbano! …….….connua a pag. 2 Si fa presto a dire lago! Ghiaccia o quasi asciu, azzurri o rosa shocking, naturali o arficiali, fotografa da terra o da satellite. Ci si trova dentro di tuo: forcheone, campanili, acidi puzzolen e persino una copia spiaccicata del nostro Svale... Chi ha deo che i laghi sono tu uguali? In questo numero di JEY fai aenzione alle curiosità riportate nello spazio in alto, troverai i bacini idrici più pazzi del pianeta. Ne vedrai di tu i colori... e di tue le forme! A proposito di forme, cosa ricorda la sagoma di questo lago? Sembra proprio l'inconfondibile contorno della penisola italiana! Ci sono volu migliaia di anni perché il ghiaccio e la confluenza delle acque sciolte contribuisse alla formazione del lago Mary Lake che si estende all'interno del Yoho Naonal Park nella Brish Columbia (Canada). La colorazione dipende dal fao che il lago è pieno di sabbia e minerali trasporta dalle montagne corrose.

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Festa dell'Albero 2012, concorso letterario e giornalistico, laboratori creativi, AT-HOME la sicurezza di sentirsi in casa, il corretto utilizzo dei pneumatici fuori uso

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ZOOM ABCIGNO LABORATORIO CREATIVO RACCONTI VINCITORI CALEIDOSCOPIO

CALENDARIO DELL’AVVENTO L’ALBERO RACCONTA 2011

2 6 16 20

21 novembre XVIII edizione

Alla riscoperta del verde urbano Il 21 novembre torna la Festa dell’Albero! Quest’anno il nostro desiderio è di far sì che la campagna, giunta ormai alla sua 18a edizione, coinvolga i bambini ed i ragazzi delle scuole, ma anche le amministrazioni comunali e cittadini di ogni età, nella riscoperta del Verde Urbano! …….….continua a pag. 2

Si fa presto a dire lago!

Ghiacciati o quasi asciutti, azzurri o rosa shocking, naturali o artificiali, fotografati da terra o da satellite. Ci si trova dentro di tutto: forchettone, campanili, acidi puzzolenti e persino una copia spiaccicata del nostro Stivale... Chi ha detto che i laghi sono tutti uguali? In questo numero di JEY fai attenzione alle curiosità riportate nello spazio in alto, troverai i bacini idrici più pazzi del pianeta. Ne vedrai di tutti i colori... e di tutte le forme!

A proposito di forme, cosa ti ricorda la sagoma di questo lago? Sembra proprio l'inconfondibile contorno della penisola italiana! Ci sono voluti migliaia di anni perché il ghiaccio e la confluenza delle acque sciolte contribuisse alla formazione del lago Mary Lake che si estende all'interno del Yoho National Park nella British Columbia (Canada). La colorazione dipende dal fatto che il lago è pieno di sabbia e minerali trasportati dalle montagne corrose.

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Lo scorso anno abbiamo ricevuto tantissimi racconti,

molti bambini e bambine ci hanno inviato la loro storia

raccontandoci le avventure di alberi secolari, di gnomi e

folletti che vivevano in boschi e ne combinavano di tutti

i colori; alberi tristi perché soli e alberi felici perché

amici di bambini simpatici; alberi guerrieri, alberi pro-

motori di pace e alberi-casa di milioni di animali.

La giuria di Legambiente si è cimentata in mesi e mesi di

lettura arrivando a premiare sei delle storie più fanta-

siose, che abbiamo riportato nell’inserto speciale di

questo numero di Jey.

E quest’anno?

Vi aspettiamo ancora, ideate un racconto scritto in for-

ma di fiaba tradizionale o moderna, di horror, di fantasy

o di altro genere letterario fantastico, per un massimo

di cinquanta righe e che abbia come personaggio o am-

bientazione un albero, testimone e protagonista dei

cambiamenti ambientali e sociali del nostro territorio.

Il concorso di letteratura è rivolto a tutti i bambini e

ragazzi che potranno partecipare in due categorie divise

per fasce di età: dai 7 ai 10 anni e dagli 11 ai 13 com-

presi. La partecipazione al concorso è individuale.

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Per restituire alle zone verdi degradate delle nostre città la loro bellezza naturale non c’è biso-gno di essere dei giardinieri esperti o essere nati con il pollice verde, è sufficiente che ognuno metta in campo la propria volontà di migliorare e/o di prendersi cura di uno spazio pubblico, manifestando, con un gesto semplice come quello della piantumazione di un arbusto o di un albero, l’importanza che quel piccolo pezzo di terra ha per noi, non solo in quanto cittadini, bensì anche in qualità di abitanti di questo pianeta!

Ma la bellezza, in particolar modo quella naturale, si sa, va preservata e monitorata costante-mente, ed è per questo motivo che ci auspichiamo che la Festa dell’Albero 2012 ponga la pri-ma pietra per la costruzione di reti volontarie fra le amministrazioni locali e la cittadinanza, finalizzate alla gestione ed alla manutenzione condivisa delle aree verdi rimesse a nuovo, azze-rando così quasi del tutto i costi economici e contemporaneamente favorendo un’attivazione delle comunità locali nella realizzazione di una crescita urbana sostenibile!

Da grande voglio diventare uno scrittore! Torna il concorso letterario “L’albero Racconta” giunto alla quarta edizione e quest’anno è accompagnato da una novità dedicata ai giovani reporter!

Inoltre, vi piacerebbe scrivere un articolo giornalistico o realizzare un filmato che abbia come tema

il Verde Urbano? Il concorso Storia di un Parco, indetto da Legambiente per la prima volta negli anni, chiede

proprio questo ai partecipanti. Perché non diventare giornalisti per qualche giorno o cimentarsi in un reporta-

ge con la vostra classe?

Il concorso è rivolto a tutti i bambini e ragazzi che potranno partecipare, anche in questo caso, in due catego-

rie divise per fasce di età: da 11 ai 14 anni e da 15 ai 18. L’articolo deve essere di massime 2200 battute (spazi

inclusi) sul tema del concorso o un filmato di non più di 3 minuti in formato .mpeg 2, .mpeg 4 o AVI. La parte-

cipazione a questo concorso può essere individuale o collettiva.

Per entrambi i concorsi potete presentare il testo in versione digitale o scritta a mano, unito alla Scheda di

Adesione per ciascun partecipante contenente tutti i dati richiesti, la categoria di concorso e la firma di un ge-

nitore. Senza queste informazioni, purtroppo, non è possibile accettare le candidature. Il tutto si può inviare

via email per risparmiare carta!

Non ci resta che dire: “Carta e penna in mano, cominciamo a scrivere!”

Buon lavoro a tutti, in bocca al lupo e naturalmente… passaparola!

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Lo scorso anno abbiamo ricevuto tantissimi racconti,

molti bambini e bambine ci hanno inviato la loro storia

raccontandoci le avventure di alberi secolari, di gnomi e

folletti che vivevano in boschi e ne combinavano di tutti

i colori; alberi tristi perché soli e alberi felici perché

amici di bambini simpatici; alberi guerrieri, alberi pro-

motori di pace e alberi-casa di milioni di animali.

La giuria di Legambiente si è cimentata in mesi e mesi di

lettura arrivando a premiare sei delle storie più fanta-

siose, che abbiamo riportato nell’inserto speciale di

questo numero di Jey.

E quest’anno?

Vi aspettiamo ancora, ideate un racconto scritto in for-

ma di fiaba tradizionale o moderna, di horror, di fantasy

o di altro genere letterario fantastico, per un massimo

di cinquanta righe e che abbia come personaggio o am-

bientazione un albero, testimone e protagonista dei

cambiamenti ambientali e sociali del nostro territorio.

Il concorso di letteratura è rivolto a tutti i bambini e

ragazzi che potranno partecipare in due categorie divise

per fasce di età: dai 7 ai 10 anni e dagli 11 ai 13 com-

presi. La partecipazione al concorso è individuale.

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periodico on-line

a cura di Legambiente

Hanno collaborato

a questo numero:

Fulvia Avaltroni

Laura Giovanrosa

Valerio Romani

Francesco Ruscito

Federico Sorge

Emanuela Verginelli

Sede legale:

Via Salaria 403, 00199 Roma

Tel. 0686268414

Fax 0623325782

Per restituire alle zone verdi degradate delle nostre città la loro bellezza naturale non c’è biso-gno di essere dei giardinieri esperti o essere nati con il pollice verde, è sufficiente che ognuno metta in campo la propria volontà di migliorare e/o di prendersi cura di uno spazio pubblico, manifestando, con un gesto semplice come quello della piantumazione di un arbusto o di un albero, l’importanza che quel piccolo pezzo di terra ha per noi, non solo in quanto cittadini, bensì anche in qualità di abitanti di questo pianeta!

Ma la bellezza, in particolar modo quella naturale, si sa, va preservata e monitorata costante-mente, ed è per questo motivo che ci auspichiamo che la Festa dell’Albero 2012 ponga la pri-ma pietra per la costruzione di reti volontarie fra le amministrazioni locali e la cittadinanza, finalizzate alla gestione ed alla manutenzione condivisa delle aree verdi rimesse a nuovo, azze-rando così quasi del tutto i costi economici e contemporaneamente favorendo un’attivazione delle comunità locali nella realizzazione di una crescita urbana sostenibile!

Inoltre, vi piacerebbe scrivere un articolo giornalistico o realizzare un filmato che abbia come tema

il Verde Urbano? Il concorso Storia di un Parco, indetto da Legambiente per la prima volta negli anni, chiede

proprio questo ai partecipanti. Perché non diventare giornalisti per qualche giorno o cimentarsi in un reporta-

ge con la vostra classe?

Il concorso è rivolto a tutti i bambini e ragazzi che potranno partecipare, anche in questo caso, in due catego-

rie divise per fasce di età: da 11 ai 14 anni e da 15 ai 18. L’articolo deve essere di massime 2200 battute (spazi

inclusi) sul tema del concorso o un filmato di non più di 3 minuti in formato .mpeg 2, .mpeg 4 o AVI. La parte-

cipazione a questo concorso può essere individuale o collettiva.

Per entrambi i concorsi potete presentare il testo in versione digitale o scritta a mano, unito alla Scheda di

Adesione per ciascun partecipante contenente tutti i dati richiesti, la categoria di concorso e la firma di un ge-

nitore. Senza queste informazioni, purtroppo, non è possibile accettare le candidature. Il tutto si può inviare

via email per risparmiare carta!

Non ci resta che dire: “Carta e penna in mano, cominciamo a scrivere!”

Buon lavoro a tutti, in bocca al lupo e naturalmente… passaparola!

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Neve ai tropici? Se non fosse per il monte innevato sullo sfondo, questa distesa d’acqua cristal-lina potrebbe ricordare qualche località tropicale. Invece ci troviamo a 4.300 metri di quota, sull’altopiano boliviano. E di caraibico la Laguna Verde - così si chiama questo lago salato - ha soltanto il colore, azzurro-verdastro, dovuto alla presenza nel suolo di rame. Il monte alle spalle è in realtà un vulcano, il Lican-cabur, una vetta di tutto rispetto: ben 5.916 metri.

Buco nero nel Tibet Il Dagze Co è uno dei principali laghi dell'entroterra tibetano con i suoi 260 chilometri quadrati. Questa foto evidenzia i cerchi concentri attorno al lago: sono delle rive fossili che attestano la presenza di un lago più largo e profondo in un lontano passato. I cambiamenti climatici degli ultimi secoli, infatti, hanno portato ad una intensificazione del clima arido e quindi ad una riduzione degli specchi d'acqua dell'altopiano del Tibet.

Guarda anche il bellissimo video realizzato da Legambiente che racconta la storia di questi Beagle (e di chi li ha salvati): Vengo via con te www.youtube.com/watch?v=pNvZ-K1We20

Tana libera tutti! 2639 Beagle ora vengono chiamati con un vero nome

Green Hill, uno dei più grandi allevamenti di beagle in Europa, in attività sul terri-torio italiano dal 2001, precisamente a Montichiari (BS), è noto a tutti per le con-dizioni a cui erano sottoposti i cani, destinati a laboratori universitari, aziende farmaceutiche e centri di sperimentazione come il famigerato “Hungtigdon Life Science” in Inghilterra. In questi anni si sono svolte molte manifestazioni per portare all’attenzione della cronaca la drammaticità del destino di questi beagle. Ci sono state anche diverse denunce, purtroppo sempre archiviate. A luglio 2012, con un esposto e a seguito di una mobilitazione dal basso, Legam-biente e LAV hanno ottenuto il sequestro probatorio dell’intero allevamento e la custodia giudiziaria dei cani. È iniziata così una grande campagna per trovare una famiglia affidataria per ognuno di questi bellissimi animali, tra cui non vi erano solo cuccioli, ma anche fattrici e beagle di tre, quattro e persino otto anni! Oggi sono tutti liberi! Grazie alle famiglie che si sono rese disponibili, ai volontari e ai soci di Legambiente che hanno collaborato con prontezza ed efficienza al processo di affidamento, a coloro che hanno contribuito anche economicamente alle spese legali e di sostentamento, questi cani, prima identificati con un tatuag-gio, ora hanno tutti un vero nome! Eccoli qui: Andy, Life, Ettore, Vivi, Brando, Dora, Snoopy, London, Ugo, Lucky, Lara, Luna, Mia, Daisy Duck... hanno finalmente cominciato a vivere!

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Neve ai tropici? Se non fosse per il monte innevato sullo sfondo, questa distesa d’acqua cristal-lina potrebbe ricordare qualche località tropicale. Invece ci troviamo a 4.300 metri di quota, sull’altopiano boliviano. E di caraibico la Laguna Verde - così si chiama questo lago salato - ha soltanto il colore, azzurro-verdastro, dovuto alla presenza nel suolo di rame. Il monte alle spalle è in realtà un vulcano, il Lican-cabur, una vetta di tutto rispetto: ben 5.916 metri.

Buco nero nel Tibet Il Dagze Co è uno dei principali laghi dell'entroterra tibetano con i suoi 260 chilometri quadrati. Questa foto evidenzia i cerchi concentri attorno al lago: sono delle rive fossili che attestano la presenza di un lago più largo e profondo in un lontano passato. I cambiamenti climatici degli ultimi secoli, infatti, hanno portato ad una intensificazione del clima arido e quindi ad una riduzione degli specchi d'acqua dell'altopiano del Tibet.

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L’anno che sta per concludersi è stato ricco di grandi e piccole sfide che Legambiente è riusci-ta ad affrontare anche grazie al tuo aiuto. Con il Treno Verde abbiamo parlato di risparmio energetico e inquinamento con centinaia di tuoi coetanei; abbiamo ripulito molte aree degrada-te delle nostre città con Puliamo il Mondo; ab-biamo rinverdito parchi e giardini con la Festa dell’Albero; abbiamo dato una famiglia a 2.639 beagle destinati alla vivisezione grazie a S.O.S. Green Hill; oltre mille scuole sono state rese più belle, colorate e accoglienti grazie alla par-tecipazione a Nontiscordardimé-Operazione Scuole Pulite di studenti, insegnanti e genitori. E questa è solo una parte delle iniziative svolte, tutte con il solo fine di migliorare il mondo in cui viviamo! Il 2013 sarà un altro anno ricco di sfide: ma non saremo soli! Avremo al nostro fianco una nuova amica di nome Carletta. È una simpatica civetta che ci aiuterà a tenere gli oc-chi aperti sulla città per scovare quello che non va e intervenire dove ce n’è più bisogno.

Contiamo anche quest’anno sul tuo impegno! Con la nuova tessera di Legambiente junior, riservata ai ragazzi under 14, riceverai un origi-nale segnalibro in carta riciclata contenente semi di calendula da interrare in giardino o in balcone per creare il tuo personale angolo ver-de. Inoltre, ad ogni iniziativa di Legambiente alla quale parteciperai, riceverai il bollino della ci-vetta Carletta. Collezionali e riceverai l’attestato “Amico del Pianeta”, che testimonierà il tuo forte impegno.

E allora cosa aspetti a rinnovare la tua tesse-ra? Tieni gli occhi ben aperti come la no-stra amica civetta!

Servizio soci e sostenitori

Tel 06/86268316-7-8 - fax 06/23326011 [email protected]

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Un lago deludente Nel lontano 1897, un esploratore si aggirava in una delle zone più remote dell'Austra-lia occidentale: spinto dalla sete, seguì tante piccole tracce d'acqua sperando di tro-varne un bacino da cui dissetarsi. Il bacino lo trovò ed era vasto, ma la sua acqua risul-tò troppo salata per essere bevuta. Da qui quella distesa d'acqua prese il nome di Lake Disappointment, traducibile in lago Delusione. Non così sembrano però pensarla i

tanti uccelli acquatici che vi si radunano, trovando un rifugio in una zona completa-mente arida com'è quella circostante. Da satellite sono visibili le dune di sabbia attor-no all'azzurro delle acque del lago.

Carletta è più di una civetta!

Le iniziative di Legambiente quest’anno hanno un amico in più, tu ci sei?

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Un lago deludente Nel lontano 1897, un esploratore si aggirava in una delle zone più remote dell'Austra-lia occidentale: spinto dalla sete, seguì tante piccole tracce d'acqua sperando di tro-varne un bacino da cui dissetarsi. Il bacino lo trovò ed era vasto, ma la sua acqua risul-tò troppo salata per essere bevuta. Da qui quella distesa d'acqua prese il nome di Lake Disappointment, traducibile in lago Delusione. Non così sembrano però pensarla i

tanti uccelli acquatici che vi si radunano, trovando un rifugio in una zona completa-mente arida com'è quella circostante. Da satellite sono visibili le dune di sabbia attor-no all'azzurro delle acque del lago.

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Tutti i junior soci, inoltre, possono contribuire alla realizzazione di Jey. Manda un tuo articolo a [email protected] aggiungi una foto e / o un tuo disegno, e diventa un giovane redattore!

disegno di Fulvia Avaltroni

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Un tuffo nel vulcano A prima vista potrebbe sembrare una piscina, ma quanto vediamo all'interno del-la caldera del vulcano Maly Semiachik, in Russia, è un lago caldo che deve il colore celeste delle sue acque ad una specifica composizione chimica. Ad incuriosire gli scienziati è proprio l'acqua del laghetto, che continua a cambiare temperatura (dai 25 ai 66°C) e composizione chimica, a causa delle fumarole, emanazioni su-bacquee di vapore e gas vulcanici, che determinano queste continue oscillazioni.

Tutti a tavola! Qualcuno con una fame da lupi deve aver fatto uno spuntino a base di pesce nel Lago Lemano a Vevey, in Svizzera. Quest’enorme forchetta d’acciaio inossidabile – scolpita nel 1995 dai due artisti locali Jean-Pierre Zaugg e Georges Favre – offre ai turisti un “assaggio” di quello che vedranno su una delle sponde del lago il Museo dell’Alimentazione.

Torna il più coinvolgente concorso per l’editoria a carattere ambientale! Sono, infatti, oltre 2000 i piccoli giurati che, dopo aver letto i volumi selezio-nati, determinano con il loro voto i vincitori. Anche per questa XV edizione del Premio, Legam-biente invita tutti i nostri giovani lettori tra i 6 e i 14 anni a partecipare quale giuria del concorso. Come? Leggi i volumi finalisti e invia all'indirizzo email [email protected] la tua scheda di valuta-zione per ognuna delle sezioni in concorso entro il 10 maggio oppure chiedi informazioni alla tua bi-blioteca di riferimento. Alcune biblioteche, infatti, partecipano al progetto organizzando piccoli gruppi di lettura che entreran-no a far parte a pieno titolo della giuria di giovani che ogni anno determinano l’esito del Premio Libro per l’Ambiente.

Il Premio Libro per l’Ambiente è articolato in una sezione Narrativa ed in una sezione Divulgazione Scientifica. Quest'anno la giuria nazionale di esperti di editoria per ragazzi ha selezionato i se-guenti finalisti, distinti per le diverse sezioni: NARRATIVA Luisa Mattia, Il grande albero di case basse, Il

Castoro. L. Walter, V. Salmaso, La voce delle stelle, Kite Irene Cohen-Janca, Il grande cavallo blu, Orec-

chio Acerbo DIVULGAZIONE SCIENTIFICA Mirco Maselli, Storia dell'immondizia. Editoriale

Scienza D. Ticli, L. Martinuzzi, I dinosauri sapevano can-

tare?, Edizioni Corsare S. Colloredo, A. Beghelli, Io ricordo, Carthusia

Premio Libro per l’Ambiente Condividi con noi il desiderio di far circolare il piacere della lettura e di sognare tra le pagine di un libro

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Un tuffo nel vulcano A prima vista potrebbe sembrare una piscina, ma quanto vediamo all'interno del-la caldera del vulcano Maly Semiachik, in Russia, è un lago caldo che deve il colore celeste delle sue acque ad una specifica composizione chimica. Ad incuriosire gli scienziati è proprio l'acqua del laghetto, che continua a cambiare temperatura (dai 25 ai 66°C) e composizione chimica, a causa delle fumarole, emanazioni su-bacquee di vapore e gas vulcanici, che determinano queste continue oscillazioni.

Tutti a tavola! Qualcuno con una fame da lupi deve aver fatto uno spuntino a base di pesce nel Lago Lemano a Vevey, in Svizzera. Quest’enorme forchetta d’acciaio inossidabile – scolpita nel 1995 dai due artisti locali Jean-Pierre Zaugg e Georges Favre – offre ai turisti un “assaggio” di quello che vedranno su una delle sponde del lago il Museo dell’Alimentazione.

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Minaccia a colori Una punta di azzurro, una pennellata di verde. Sembra appena uscita dallo stu-dio di un pittore la superficie del lago Chaohu, in Cina. Peccato che questo feno-meno non sia dovuto a un artista ma all'inquinamento. Questi sono infatti i co-lori delle alghe, che ogni anno invadono il bacino da giugno a settembre, di-struggendo gran parte dell’ecosistema. La loro proliferazione secondo il gover-no, è legata all’alta concentrazione di fosforo e azoto nell'acqua per colpa dei

fertilizzanti usati per concimare i campi vicini, alla mancanza di vento e all'innal-zamento della temperatura. Colonna di luce Una strana colonna di luce appare sopra il lago Tahoe in Nevada. È un fenome-no che si verifica in particolari condizioni climatiche - per esempio quando fa molto freddo o al tramonto - quando i cristalli di ghiaccio che formano le nubi, riflettono i raggi solari, formando un’unica striscia luminosa larga quanto il sole.

Ecopneus

Per un utilizzo corretto degli pneumatici fuori uso

Ogni giorno, sotto ai nostri occhi passano centinaia

e centinaia di pneumatici. Eppure ognuna di que-

ste che comunemente chiamiamo “ruote” ha una

storia, che non riguarda, in questo caso, i km per-

corsi, bensì tutta la sua vita passata… e futura!

Infatti, prima di essere montato sulle auto, lo

pneumatico subisce un processo di produzione e

giunge nelle fabbriche in tutt’altra forma.

Quando poi ci troviamo a cambiare pneumatici alla

macchina o questa deve essere rottamata, vi siete

mai chiesti che fine fanno? Sicuramente avete in-

crociato tanti pneumatici abbandonati sul ciglio

della strada o in campagna e purtroppo quello che

avete visto è un’azione illegale. Fortunatamente

nel 2006 è cambiata la normativa e nello stesso

tempo è nato Ecopneus, un consorzio di aziende

tra i principali produttori di pneumatici operanti in

Italia, per il rintracciamento, la raccolta, il tratta-

mento e la destinazione finale dei Pneumatici Fuori

Uso (PFU).

Per l’anno scolastico 2012-2013 Legambiente in

collaborazione con Ecopneus promuove il progetto

Il corretto utilizzo degli pneumatici fuori uso, sul

ciclo di vita della gomma a partire dalle foreste di

caucciù fino ad arrivare al recupero e al riciclo dei

PFU. Tale progetto è rivolto alle scuole secondarie

di primo grado e prevede un’attività multimediale

on-line e dei materiali didattici con schede grafi-

che stampabili.

Per ulteriori informazioni

www.legambientescuolaformazione.it/

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Minaccia a colori Una punta di azzurro, una pennellata di verde. Sembra appena uscita dallo stu-dio di un pittore la superficie del lago Chaohu, in Cina. Peccato che questo feno-meno non sia dovuto a un artista ma all'inquinamento. Questi sono infatti i co-lori delle alghe, che ogni anno invadono il bacino da giugno a settembre, di-struggendo gran parte dell’ecosistema. La loro proliferazione secondo il gover-no, è legata all’alta concentrazione di fosforo e azoto nell'acqua per colpa dei

fertilizzanti usati per concimare i campi vicini, alla mancanza di vento e all'innal-zamento della temperatura. Colonna di luce Una strana colonna di luce appare sopra il lago Tahoe in Nevada. È un fenome-no che si verifica in particolari condizioni climatiche - per esempio quando fa molto freddo o al tramonto - quando i cristalli di ghiaccio che formano le nubi, riflettono i raggi solari, formando un’unica striscia luminosa larga quanto il sole.

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Facciamo un piccolo esperimento: prendiamo un foglio e una penna e fac-ciamoci un giro per casa. Andiamo in cameretta e controlliamo: abbiamo spento quelle lucine (Led) che restano illuminate quando un apparecchio è in standby? Sembrano innocue, ma spre-cano molta energia. Ora andiamo in soggiorno e controllia-mo: è giorno e abbiamo le luci accese e ci sono le tende che non fanno entrare la luce? I termosifoni sono accesi e la finestra è aperta? Entriamo nella camera dei nostri geni-tori e controlliamo le finestre: hanno il doppio vetro? Sai che un buon modo per fronteggiare la dispersione di calore in un appartamento è sostituire i vecchi infissi con quelli nuovi a doppi vetri? Continuate la vostra perlustrazione nel-la casa e chiedetevi cosa sta consuman-do e cosa si potrebbe evitare. Questo piccolo tour alla ricerca degli sprechi di energia in casa è una delle proposte della campagna At Home, lan-ciata da Legambiente in collaborazione con Ikea, rivolta a te e alla tua classe o alla tua scuola.

Collegandoci all’area riservata sul sito scuola.ikea.it, dopo aver effettuato il login, abbiamo la possibilità di creare il nostro robot-avatar attraverso un test interattivo e gli assegniamo un nickna-me, dopodiché possiamo iniziare il gio-co che prevede una serie di domande a risposta multipla rivolta a noi ragazzi. Dal 18 febbraio al 22 aprile 2013 sarà possibile partecipare al gioco che coin-volgerà tutti i nostri compagni delle classi 4ª e le classi 5ª delle Scuole pri-marie ed a tutte le classi delle Scuole secondarie di primo grado. Allargate ancora il cerchio e parlatene con i com-pagni di scuola e con gli insegnanti, per poi incontrare altri ragazzi sul web e confrontarvi anche con loro, scoprendo che il percorso verso il futuro è pieno di amici. Ricordatevi che per poter partecipare gratuitamente dovete farvi registrare dalla vostra insegnante sul sito http://scuola.ikea.it/home# avrete, così, la possibilità di vincere tantissimi buoni Ikea.

Campanile fantasma Se vi sembra che a questo campanile manchi un pezzo non vi sbagliate. Il resto dell’edificio si trova sotto questo strato di ghiaccio: quella che vedete, infatti, è la superficie del Lago di Resia (Sud Tirolo, Italia), che d’inverno congela e divie-ne percorribile a piedi. Il bacino, largo 6 chilometri, fu creato artificialmente nel 1950, quando fu allagato il villaggio abbandonato di Curon Venosta

con 120 milioni di metri cubi d’acqua e rimase visibile solo il suo campanile. Da allora la torre svetta solitaria dal fondo del lago. Secondo una leggenda locale in alcune giornate invernali si sentirebbero ancora suonare le campane (rimosse in realtà prima dell’inondazione).

Giochiamo con Ikea at home 3.0 Al via il gioco online di Legambiente in collaborazione con Ikea

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Campanile fantasma Se vi sembra che a questo campanile manchi un pezzo non vi sbagliate. Il resto dell’edificio si trova sotto questo strato di ghiaccio: quella che vedete, infatti, è la superficie del Lago di Resia (Sud Tirolo, Italia), che d’inverno congela e divie-ne percorribile a piedi. Il bacino, largo 6 chilometri, fu creato artificialmente nel 1950, quando fu allagato il villaggio abbandonato di Curon Venosta

con 120 milioni di metri cubi d’acqua e rimase visibile solo il suo campanile. Da allora la torre svetta solitaria dal fondo del lago. Secondo una leggenda locale in alcune giornate invernali si sentirebbero ancora suonare le campane (rimosse in realtà prima dell’inondazione).

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Vedo tutto rosa In questo lago non è caduto per sbaglio un secchio di vernice. L’insolita colorazione delle sue acque è dovuta, infatti, all’azione di alcuni microrganismi che in alcune gior-nate particolarmente soleggiate e ventose salgono in superficie. Ma la vita per questi minuscoli organismi è tutt'altro che facile, le condizioni del Lago Retba (Senegal) -

soprannominato Lago Rosa - sono particolarmente difficoltose a causa dell'alto tasso di salinità delle acque. Basti pensare che la concentrazione di sale qui è dieci volte più elevata di quella del mare. Oltre a incantare i turisti, quindi, questo luogo è fulcro di una fiorente attività estrattiva del sale, che viene poi accumulato in grandi mucchi sulle rive, prima di essere venduto.

Anche quest’anno, abbiamo Puliamo il Mondo!

Puliamo il Mondo è l’iniziativa conosciuta a livello internazionale come Clean Up the World, una delle maggiori campagne di volon-tariato ambientale nata dalla collaborazione tra Clean Up Australia e l'UNEP (United Na-tions Enviroment Programme). Con questa iniziativa vengono liberate dai rifiuti e dall'in-curia i parchi, i giardini, le strade, le piazze, i fiumi e le spiagge di molte città del mondo. La campagna è stata ideata dal costruttore e veli-sta australiano Ian Kiernan che, nel 1987, navi-gando attraverso gli oceani con la sua barca a vela, fu impressionato e disgustato dall'enor-me quantità di rifiuti che incontrava ovunque andasse, anche nelle aree più incontaminate come il Mar dei Sargassi nei Caraibi (eh già, questo accadeva ben prima che tu nascessi!).

In Italia, da venti anni, si svolge Puliamo il Mondo e anche quest’anno, il 28-29-30 settembre, tantissimi studenti di ogni regione della Penisola si sono incontrati per ripulire le città e le aree verdi dai rifiuti. La grande adesione delle scuole italiane ha nuovamente dimostrato come la vostra gene-razione condivida fortemente la campagna di Legambiente. Un’iniziativa, che festeggia i suoi vent’anni d’impegno per il pianeta, rendendo omaggio alle Olimpiadi e lanciando un mes-saggio preciso: bisogna essere degli atleti non solo nello sport, ma soprattutto nella vita di tutti giorni rispettando, con semplici e agoni-stici gesti, l’ambiente. Ed i primi sportivi a scendere in campo per un mondo ecosostenibi-le e libero dai rifiuti siete proprio voi giovani.

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Vedo tutto rosa In questo lago non è caduto per sbaglio un secchio di vernice. L’insolita colorazione delle sue acque è dovuta, infatti, all’azione di alcuni microrganismi che in alcune gior-nate particolarmente soleggiate e ventose salgono in superficie. Ma la vita per questi minuscoli organismi è tutt'altro che facile, le condizioni del Lago Retba (Senegal) -

soprannominato Lago Rosa - sono particolarmente difficoltose a causa dell'alto tasso di salinità delle acque. Basti pensare che la concentrazione di sale qui è dieci volte più elevata di quella del mare. Oltre a incantare i turisti, quindi, questo luogo è fulcro di una fiorente attività estrattiva del sale, che viene poi accumulato in grandi mucchi sulle rive, prima di essere venduto.

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Anche quest’anno, abbiamo Puliamo il Mondo!

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Calendario dell’avvento superEcologico Ci avviciniamo al Natale, ecco un facile laboratorio adatto all’occasione!

Innanzitutto coloriamo, dipingiamo o disegniamo la nostra scatola di cartone aperta che useremo come base per il nostro albero. Coloriamo anche i nostri rotoli di carta igienica e ad ognuno scriviamo un numero da 1 a 24.

Con la spillatrice chiudiamo un lato del rotolino facendolo diventare così una piccola confezione, proprio come nella foto che vedi qui accanto!

Infine, incolliamo le nostre scatoline colorate sulla nostra base, posizionandole in modo che formino la figura di un albero.

Che bello il nostro alberello, non trovate? Facciamo un buchino in alto,

inseriamo lo spago e appendiamolo! Adesso qualcuno dovrà riempirlo con caramelle e dolcetti, o altre sorprese… ma per questo facciamo affidamento a mamma e papà.

Mandaci una foto del tuo albero per e-mail a [email protected], pubblicheremo quelle più originali sul

prossimo numero di Jey!

Avete mai creato un Albero dell’Avvento, non lo conoscete? È un calendario un po’ particolare, composto da 24 scatoline da aprire ogni sera iniziando dal 1 Dicembre, fino alla sera della Vigilia di Natale, una delle ricorrenze più amate tanto dai bambini quanto dagli adulti!

Abbiamo bisogno di: - una scatola di cartone che useremo come base - 24 rotoli di carta igienica (iniziamo subito a conservarli) - spillatrice (fai attenzione!) - colla - spago - colori - fantasia quanto basta

Potete personalizzare il vostro albero usando tutto quello che vi viene in mente, dalle tempere a del tessuto, dalla plastica a ritagli di giornale...

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Racconti vincitori del concorso “L’albero racconta 2011”

CON I disegnI di Fulvia Avaltroni

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L’ulivo dalle foglie d’argento

Nel grande giardino della casa di Manuel c’era un bellissimo ulivo: “È un albero secolare!!!” - gli aveva spiegato il nonno Raffaele - “è stato piantato tanto tempo fa dal bis bis bis nonno Raffaele alla nascita del suo primo figlio che si chiamava Michele, proprio come il tuo papà! Questo è un albero speciale…!”. Con l’arrivo della primavera tutti gli alberi di pesco del giardino erano fioriti, mentre l’ulivo mandava bagliori d’argento: erano le sue nuove foglioline che riflettevano il sole. Una sera, un leggero venticello rinfrescava l’aria, e dall’ulivo si sentiva come un bisbiglio… Manuel, sbirciò dalla porta appena socchiusa, gli era parso di sentire una voce: possibile...???! ! ! Incuriosito si avvicinò all’ulivo e disse: “Ho capito che sei tu a parlare… ma non riesco a capire quello che dici… mi sembra di sentire parole confuse… forse non vuoi farti capire?” “Ciao piccolo… finalmente ti sei accorto di me! È da tanto che aspetto questo momento, ti ho visto pic-colo piccolo e adesso che sei più grande ti voglio raccontare la mia storia come ho già fatto con tuo pa-dre, tuo nonno e tutti gli altri che ci sono stati prima di te in questa famiglia!” Manuel, sorpreso ma tranquillo si sdraiò ai piedi dell’ulivo e si mise in ascolto. L’ulivo dalle foglie d’argento con la sua voce profonda iniziò il racconto, mentre Manuel sdraiato sull'erba, con la testa appoggiata alle radici guardava le stelle nel cielo sopra di loro. Ascoltava, rapito il racconto della Storia lunga più di 150 anni: la storia del piccolo ulivo, alberello dai teneri rami appoggiato ad una canna per impedire al vento di spezzarlo, spettatore muto guardava i giovani che abitavano quelle terre, lavorare nei campi e che per essere figli di una stessa Patria lascia-rono tutto e tutti per combattere una guerra inventata. Il tempo passava, il suo tronco , i suoi rami e le sue radici diventavano sempre più forti e sempre più giovani erano trattati come briganti perché combattevano la guerra inventata . Quante volte avevano cercato riparo dal sole all’ombra dei suoi rami… gli sembrava di rivederli !!! Tante voci, tante mani, tanti cuori e l’albero cresceva forte come forte era il desiderio di essere avvolti dal calore di una stessa bandiera: verde delle immense campagne del sud, bianco della neve delle mae-stose montagne del nord e rosso come l’amore e come il colore del sangue dei giovani del nord e del sud morti per questo amore. “Oggi però - concluse l’ulivo dalle foglie d’argento - questo amore è freddo non ha più calore né colore e mi sembra di non riconoscere più nulla e nessuno se mi guardo intorno… ma vorrei che i tanti ragazzi come te del nord e del sud guardandosi negli occhi si possano riconoscere e dire una sola parola: Fra-tello!! Adesso, piccolo dimmi un po’… cosa ne pensi?” Ma Manuel, purtroppo si era addormentato… mentre l’ulivo dalle foglie d’argento continuava a bisbi-gliare !

Manuel Catone, V E 2° Circolo Didattico Di Pozzuoli

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Il castagno ed i diavoli rossi

Sono nato da un piccolo riccio caduto per caso dalla bisaccia di un cacciatore. Sin da quando, piccolo arbusto, mi sono affacciato dalla terra, gli gnomi, che avevano casa poco lonta-no, provvedevano a tenermi caldo d’inverno ed a non farmi mancare l’acqua d’estate. Si sa, da noi in Sicilia, crescere non è facile, ma in breve tempo ho visto diventare il mio tronco vigoroso e forte e la mia chioma ricca e ombrosa tanto che i miei amici gnomi si sono trasferiti in una deliziosa villetta tra le mie radici. Mi ricordo che un giorno, la regina sorpresa dal temporale con tutto il suo seguito, trovò riparo sotto le mie fronde. Sapete come mi hanno chiamato da allora? “Il castagno dei cento cavalli!” Lo so, vi sembra esagerato ma vi assicuro che c’era davvero una confusione apocalittica quella notte; tra lampi, tuoni, pioggia, e il vulcano che voleva la sua parte regalandoci continui boati!! Pensate che gli gnomi hanno impiegato quasi tutta la notte a tenere calmi i cavalli e i cani; e la giovane Giglioverde? ( che è una sposina di appena 253 anni) ha utilizzato tutte le sue scorte di erbe e bacche per gli infusi calmanti! Per fortuna, al primo raggio di sole, le fate del mattino, spargendo un po’ della loro polvere segreta mi-sta al polline di zagara, hanno regalato a tutti un po’ di riposo. Ma sapete quale è stata la notte in cui mi sono spaventato di più? E’ stata la notte della rivolta dei Troll. Quella notte terribile (erano già passati 200 anni da quando la regina si era riparata sotto le mie fronde) i Troll, giganteschi e minacciosi, con la pelle umida e sporca, brandendo le loro rudimentali clave e fa-cendosi luce con enormi torce, si precipitarono per i sentieri impervi della montagna; volevano conqui-stare il territorio degli gnomi e quello degli elfi. La battaglia fu terribile ed improvvisamente un Troll, inciampando in una delle trappole tese dagli gno-mi, cadde rovinosamente dando fuoco alle mie fronde. Il mio terrore era infinito, già mi vedevo morto come la quercia che il mese prima era stata colpita da un fulmine, avrei voluto fuggire mentre sentivo il mio tronco bruciare e la linfa scorrere via dal mio cor-po. . . aiuto!. . . aiuto! pensai sempre più convinto di essere alla fine dei miei giorni; ma improvvisamen-te vidi arrivare da lontano. . . centinaia di diavoli rossi!! Cominciarono a percuotere le mie povere fronde doloranti. . . pensavo che veramente fosse giunta la mia ora. . . chiusi gli occhi per non vedere... Improvvisamente sul mio tronco, sui miei rami, sulle mie foglie, sentivo scorrere acqua; meravigliosa, provvidenziale acqua che spegneva il fuoco! Aprii gli occhi, quelli che mi erano sembrati diavoli erano invece decine di garibaldini che, trovandosi di passaggio mi avevano visto bruciare e bagnando il loro poncho rosso avevano spento le fiamme. Oggi dell’incendio non rimane altro che una stanza annerita scavata nel mio forte tronco e da quella no te le mie fronde si sono vestite di rosso!

Rosaria Grasso, I.C. Guglielmino, Scuola Elementare S.Lucia

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Storia di un albero

Gli alberi come tutti gli esseri viventi nascono, si nutrono, respirano e prima o poi muoiono. Se avessero gli occhi potrebbero vedere, se avessero le orecchie potrebbero ascoltare e se avessero la bocca potrebbero raccontare le loro storie. Ma in fondo assorbono tutto quello che li circonda facendo diventare parte di loro, come nel mio caso, un’intera città con la sua aria, la sua pioggia, le sue luci, i suoi colori, i suoi suoni, le sue voci, in poche parole con tutta la sua quotidianità. La mia storia è lunga secoli, ho avuto una vita interessante anche stando sempre con le radici ben pian-tate per terra. Vivendo in uno dei colli più belli di Roma fino a quando un fulmine mi ha colpito e di me è rimasto solo un fusto rinsecchito che nessuno ha il coraggio di sradicare. I cittadini mi rispettano e mi conservano con cura, ho un nome tutto mio e ne vado fiero. Dalla mia posizione ho potuto osservare la città dall’al-to, con i suoi tetti, le sue cupole, le sue luci, l’ho vista cambiare e crescere. Ho visto l’aria diventare sempre più inquinata e lo smog colorare di grigio ogni cosa ma rimanere sempre bellissima. Ho visto passare carrozze tirate da cavalli e poi automobili. Ho attraversato guerre, conosciuto poeti, soldati ed eroi, come quando un soldato dai lunghi capelli biondi si nascose dietro di me con un fucile in mano. Era il 1849, se ben ricordo, e gli salvai la vita perché dopo una schioppettata si conficcò nel mio tronco una pallottola destinata a lui. Quel diavolaccio con la camicia rossa mi disse di essere un buon patriota e che avevo contribuito a difendere la Repubblica Romana. Quel coraggioso era Giuseppe Garibaldi e ora la sua statua troneggia sul colle. Quando lo conobbi era ancoro un giovanotto ma poi fece carriera e adesso ha pure un bel cavallo di bronzo, come si addice agli eroi. Dopo circa un secolo ho assistito allo spettacolo più terribile e triste della mia vita: i bombardamenti da Roma della Seconda Guerra Mondiale, ma con l’arrivo degli americani, con le loro camionette la festa è stata grande. Un soldato del Kansas fumò una sigaretta seduta sulle mie radici e mi disse che gli ricor-davo un mio fratello di oltreoceano vissuto per trecento anni nella fattoria dove era nato. Prima di an-dare via appese al mio ramo più alto una bandiera con tante stelle. Ora vicino a me c’è un teatro all’aperto dove d’estate tanta gente viene a vedere spettacoli interessanti e a volte divertenti, amo sentire la gente ridere. Spesso però delle persone mi passano vicino per recar-si all’ospedale dei bambini ed è una gioia vederli sorridere una volta usciti di lì, significa che è tutto an-dato bene. Tristi o allegri che siano tutti si fermano a guardarmi e mi salutano come se fossi di famiglia. A proposito mi presento… sono una quercia…la Quercia del Tasso. Volete sapere perché ho questo no-me? Un giorno, alla fine del 1500, accanto a me si è seduto un tipo strambo, tutto vestito di nero che si guardava in giro come temesse di essere spiato. Poi tirò fuori dei fogli e cominciò a scrivere finchè al tramonto se ne andò. Mi accarezzò il tronco e mi ringraziò della compagnia. Era un signore solitario di nome Torquato che faceva di mestiere il poeta. Il giorno dopo morì e io vidi il suo funerale nel vicino convento di Sant’Onofrio. Da quel momento sono diventato un albero famoso e mi hanno dato un no-me importante, perché Tasso era il cognome di quell’uomo misterioso. La mia vita è stata lunga e intensa e mi fa piacere sapere che, come in questo caso, i genitori la raccon-tano ai bambini.

Sveva Castellani e Flaminia Sartoni, V F Scuola primaria F.Crispi, Roma

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Racconto

La freccia scoccata sfiorò di poco la morbida pelle del giovane e finì per perforare il tronco della grande quercia dal nodo a forma di viso: quella era la porta per la libertà. Due ore prima Marco era ancora nel ventunesimo secolo, seduto sulla panchina del parco comunale: una lussureggiante distesa verde con alberi di tutti i tipi, e rami pieni di fiori. Nel frattempo una grande quercia dimenava i suoi rami al vento, faceva ballare le foglie della chioma come in una danza gioiosa. I suoi movimenti non sembravano del tutto naturali: infatti sbatté con forza una delle sue fronde in faccia a Marco. “Ahia!” “Ops, scusa!” Il ragazzo dai capelli biondi non sapeva che era stato un ramo a colpirlo, e quindi se la prese con l’anzia-no che stava passando di lì per i fatti suoi. “Signore, lo so che mi ha chiesto scusa, ma non è molto educato sbattermi il suo braccio addosso!” “Io non ho fatto niente! Ah questi giovani, sono diventati proprio maleducati!” “Ma allora chi mi ha dato una sberla e poi mi ha chiesto scusa?” Una voce roca rimbombò nell’aria: “Sono stato io.” Era stato l’albero a parlare. L’occhio di legno guardò Marco, che si girò di scatto. “Aiuto! Quest’albero mi ha fatto l’occhiolino!” Ogni persona era immobile, ferma come una statua. Il ragazzo fissò l’orologio: fermo e di colore grigio, come tutto lì, ormai. Poi una luce uscì dal tronco. Si ritrovò sempre seduto sulla stessa panchina, più splendente e appena verniciata. Marco era stupito di come quella via asfaltata si era improvvisamente trasformata in un ciottolato di sassi bianchi, ma lo era anche per quel piccolo fiume vicino alla strada, di solito inquinato ed ora limpido come uno specchio; il giovane era perfino impallidito per tutti quei cam-biamenti. Un gruppo di soldati gli passava davanti, molto incuriositi da quella panchina sotto l’albero più grande del bosco. “Sei un volontario?” “Chi? Io?” “Sì tu, giovane soldato, sei uno dei Mille?” “No, io sono del 1999…” “Non intendevo questo. Vuoi unirti a noi?” “Ok…” Senza saperlo, si era fatto volontario per l’esercito dei Mille di Garibaldi. Lo misero subito come senti-nella notturna. La notte, inoltre, venne presto. In riva alla spiaggia c’erano barche naufragate, costruite in legno. Più in là un boschetto si ergeva dal nulla. Uno sparo schioccò nella notte. Marco, spaventato, fuggì nel boschetto. Un esercito di briganti era alle sue spalle con frecce appuntite e fucili fumanti, pronti a sparargli. Cercò immediatamente quel maledetto albero parlante. Continuò a correre in preda al panico, quando la “sacra” freccia gli segnalò la quercia. Marco si catapultò nel gran-de albero secolare. Il tempo si fermò una seconda volta. Il giovane pensò a tutte le cose che sono cambiate da quel periodo ad oggi: le case, i giochi, l’aria… ave-va visto tutto in quelle poche ore. La fitta nebbia grigiastra si dissolvette in luce bianca. Marco venne catapultato fuori dal tronco e cascò sullo stesso signore anziano che prima di quel salto temporale era stato incolpato dal ragazzo. Una voce roca accompagnò quella sicurezza di essere ritornato nel 2012: “Ciao, ti è piaciuto il viaggio?” “Maledetto albero! Mi hai fatto morire di paura!” Un tonfo rimbombò. Marco si svegliò. Un libro stropicciato giaceva ai piedi della panchina del parco sulla quale sedeva il dodicenne. Lo prese ed iniziò a leggere: “Quercia primordiale evoluta, albero capace di interagire quando si annoia. Può creare l’illusione di essere tornati indietro nel tempo, per far vedere quello che ha visto. L’ultimo esemplare fu segnalato cento anni fa, ma può vivere più di mille anni…”

Luca Bosio, 2 C Ist. De Gaspari, Pontevico (BS)

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L’albero millenario

“Come ultima parte di questa sentenza, chi è a conoscenza di fatti o documenti che possano impedire questa consegna di terreni ereditari, al signor Luca Borsani, parli o taccia per sempre!” avvisò il giudice Raganelli del tri-bunale di Verona. Il padre di Luca è Andrea Borsani, che è da due giorni misteriosamente deceduto ha lasciato in eredità dei terreni, ma una parte dello scritto è stata strappata e nascosta. Il collegio ora sta decidendo in proposito. “Allora c'è qualcuno dei presenti che vuole dire qualcosa?” concluse Raganelli. Giulia Raganelli, sorella di Luca, alzandosi in piedi di scatto disse:” Io, vostro onore ho delle prove ma mi serve del tempo” “Assecondiamo la sua richiesta, quindi la sentenza è rinviata fra settantadue ore”. Giulia era contraria alla cessione dei terreni al fratello perché aveva dei grossi sospetti sull'inspiegabile morte del padre e sulla mancanza di un pezzo del testamento; ma soprattutto le puzzava che suo fratello fosse interessato a quel terreno perché voleva abbattere l'albero millenario preferito da papà, che aveva al suo interno una linfa speciale per la produzione dei tessuti e pensava che così avrebbe potuto guadagnare milioni. Mentre usciva dalla sala Giulia si diceva: “Devo assolutamente trovare altre prove... devo farlo per papà!”. Così si diresse immediatamente verso la casa del genitore e cercò a fondo osservando ogni minimo dettaglio dell'edifi-cio. “Trovato! Sembra una antica mappa che indica un tesoro...mh, proverò a vedere dove porta” dirigendosi verso l'uscita della casa, per sbaglio, urtò contro una serie di libri che caddero sul pavimento. Ne trovò uno, che attirò la sua attenzione, la copertina era interamente di ulivo e aprendolo scoprì che si trattava proprio del diario di suo padre; sfogliando le pagine trovò una nota con data di due giorni prima della sua morte, essa diceva: “Caro diario, ho fatto una scoperta incredibile, un esperimento di un mio trisavolo, ha avuto successo! L'esperimento è ancora funzionante ”. Prese il diario e salì in macchina verso il luogo indicato. Era proprio il campo di suo padre ed indicava l'albero mil-lenario... Continuava a sbuffare, a camminare di qua e di là, senza capire niente... ma ad un tratto sentì come una lieve voce, sussurragli qualcosa “Chi è? Cosa vuoi?” urlò lei spaventata. Giulia si era girata verso l'albero e, vide che esso aveva preso vita: si muoveva e perfino, parlava: “Tu sei Giulia vero? La figlia di Andrea Borsani?” chiese l'enorme pianta. “Si! Sono io, ma, ma tu come fai a saperlo?” chiese stupita Giulia. “Perché tuo padre mi ha raccontato molto di te, lui era un uomo gentile, buono, pacifico.” “Ma sei tu l'esperimento del un mio lontano parente?” “Si Giulia, io ho visto più di quello che tu immagini della vostra vita e anche prima di voi, e da quello che ho osser-vato vorrei raccontarti una metafora: la vita è come il viaggio di un treno, la natura e le sue risorse sono la loco-motiva, il carbone rappresenta le persone, che quando vengono buttate nella caldaia lavorano in simbiosi con la natura per proseguire questo viaggio in equilibrio, ma se questo equilibrio non si rispetta la caldaia può esplodere o il treno non partire! Poi ci sono le diverse terre o nazioni che sono i vagoni, ma se quando una o più di esse si sfidano scoppia una guerra e i vagoni si staccano non potendo continuare tutti insieme il viaggio. Questo significa che le persone devono vivere in equilibrio con la natura, rispettandosi. Tuo padre questo lo ha sempre fatto, mentre tuo fratello vorrebbe la mia linfa per un facile guadagno, condannandomi così a morte certa, mentre tu avresti rispettato il suo volere” “Ma io non ho abbastanza prove per dimostrarlo!” “Ecco perché ho deciso di aiutarti custodendo una parte del manoscritto dentro di me, tieni” ed allungando una radice l'albero pose a Giulia un pezzo di carta. “Ora compi il tuo dovere...addio.” “Aspetta albero, vorrei sapere un ultima cosa: chi è stato a uccidere mio padre e a strappare questo pezzo di car-ta?”. “È stato il tuo avido fratello, che si è diviso dal treno” Si scoprì così la verità e Giulia si prese l'impegno di preservare questo prodigioso importante albero millenario e a non uscire dal viaggio.

Martino De Grandis, Ist. “B.Lorenzi”, Fumane (VR)

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Con gli occhi di un albero

Andando in bicicletta, noto molte cose che a occhio nudo non si possono vedere: certo, non i microrga-nismi, ma cose che tutti vedono ma ignorano. Ad esempio, gli alberi li vedono tutti ma nessuno li pren-de in considerazione. Invece io, in bici, godo tutto, molto lentamente. La storia che sto per raccontare è vera: io vado in bici a scuola e non mi sento mai sola perché c’è sem-pre qualcuno con me che non mi abbandona mai: è il vecchio albero in cima alla collina del parco in centro…un’imponente statua vivente ricoperta da uno strato muschioso: non posso definire che età abbia e neanche che pianta sia, so solo che anche lui sta bene con me, siamo ottimi amici. Vorrei passare più tempo con lui ma non riesco mai a trovare del tempo libero per fare una bella chiac-chierata così ci accontentiamo di quel poco tempo alla mattina per salutarci. Come ci siamo conosciuti? È una lunga storia ma già che siete qui… Tutto cominciò con l’ora di scienze: stavamo studiando l’aria e la fotosintesi clorofilliana ma a me non importava l’aria nelle sue “azioni” ma nella sua capacità di far comunicare con gli alberi. Mi spiego: non vi è mai capitato di fermarvi davanti ad un albero e sentire il fruscio del vento che parla? A me sì e ne sono fiera. Descrivervi l’emozione di quel momento è troppo difficile da spiegare ma ci proverò ugualmente. Come al solito ero in bici per tornare a casa canticchiando tra me e me “Paradise”dei Coldplay e il vento mi mandava i capelli sulla faccia, quando un soffio strano mi solleticò le orecchie. Era sempre vento, ma con un suono più sibilante, non so se mi capite, ma mi parve di sentire parecchie voci dentro di esso che dicevano:”Oh, un’umana ci sente, padre, di sicuro è speciale…”. Dopo di che le vocine sibilanti scomparirono ma si sostituì a loro una voce profonda che disse: “Buongiorno! Io sono l’anima dell’albero sulla collina e queste sono le mie figlie foglie; da questo momento tu hai un dono speciale. Potrai parlare con me”. Dopo una breve pausa impaurita dissi: “Non è uno scherzo, vero?”. Mi rispose: “Verificalo tu stessa”. E dopo di quello, mi sentii alta, ricurva e vedevo non con i miei occhi, ma con quelli dell’albero. Sentivo le figlie foglie che si scuotevano col vento e la musica che emetteva l’al-bero ricavando da ogni movimento un ritmo. Era indescrivibile la grandissima sensazione che provavo, vedevo il parco cambiato: i coniglietti che incontravo ogni mattina erano spariti e al loro posto c’erano cerbiatti, scoiattoli e molti più alberi di quelli che ci sono adesso. Dov’ero? Le strade non c’erano e al suo posto v’ erano boschi interi e sentieri pieni di gente felice vesti-ta in modo strano.. nessun ragazzo portava magliette firmate, ma erano vestiti con camicie a quadretti o a righe, avevano le bretelle attaccate ai pantaloni di pelle e il gilet che copriva le spalle e anche le ra-gazze erano vestite stranamente. “Non saremo forse...” dissi…”Nelle campagne dell’Ottocento, già!” concluse lui. Ah, com’era bella la vita allora, niente inquinamento, niente fabbriche… Me ne andai con una pace nel cuore, ma un po’ inquieta, con una domanda che mi continuava a frullar-mi nella testa: perché non cominciamo VERAMENTE a migliorare questo mondo?? Ecco, così io e gli alberi ci siamo conosciuti. Ogni mattina, prima di andare a scuola, mi faccio un viaggio nel tempo: tra il rinascimento e il medioe-vo dal vero, con gli occhi di un albero!! Bene, prenderò 10 in storia! Eh, Eh….

Veronica Meroni, I.C. di Caponago, Agrate Brianza (MB)

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www.legambientescuolaformazione.it

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Laboratorio creativo I colori dell’autunno L’estate è finita già da un po’ per lasciare spazio all’autunno e alle giornate uggiose… ci affacciamo dalla finestra e osserviamo gli alberi che oramai sono quasi del tutto spogli; le foglie perdono il loro colore verde vivo per ingiallirsi, seccarsi e poi cadere. Tutto questo fa parte del normale ciclo delle sta-gioni. E poi l’autunno è la stagione in cui la natura si sbizzarrisce con i suoi colori: il verde che si spo-sa con il giallo che a sua volta si mischia con il marrone, creando delle sfumature senza eguali. Dato che abbiamo tutta quest’abbondanza croma-tica, potremmo utilizzare le foglie per creare delle forme, degli oggetti, o perché no, dei simpatici e variopinti animali!

Ecco cosa ci occorre: - una buona quantità delle più svariate foglie raccolte dal giardino di casa o in un parco, scegliendo quelle più colorate; - fogli di carta di media dimensione (dei fogli A4 andranno benissimo); - colla vinilica; - pennarelli; - piccoli oggetti per arricchire le creazioni (stuzzicadenti, bottoni, ecc.); un paio di forbici; - tante idee e voglia di divertirsi!!! Procediamo in questo modo: prendiamo la foto di un animale da un giornale, scegliendo quello che ci sta più simpatico; scegliamo accuratamente le foglie che abbiamo raccolto, cercando di riprodurre i colori che ha l’animale; partendo dalla testa, aiutandoci con i colori e le forbici, diamo una forma più definita alle foglie; quando siamo sicuri della composizione, utilizziamo la colla per incollare il fogliame al foglio di carta; ora che il nostro animale ha preso forma, utilizziamo stuzzicadenti o bottoni per decorare con più particolari.

Utilizzando la fantasia, possiamo creare gli animali più svariati, come un cervo… o un simpatico pappagallo a cui manca solo la parola!

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Le Api sono gli insetti sociali per eccellenza, in grado di colonizzare quasi tutti gli ambienti terre-stri: dalle foreste pluviali alle savane temperate. La loro organizzazione è perfetta, ogni ape è par-te di un organismo pulsante che è l’alveare. Eppu-re, tanta magnifica organizzazione si fonda su un sistema così semplice, preciso ed antico: l’olfatto. Non possedendo, infatti, il dono della parola, le api utilizzano l’olfatto tramite la produzione di sostanze, ognuna con un particolare effetto utile per la comunicazione e la suddivisione dei compi-ti. La loro società è divisa in tre caste: l’ape regina, colei che “comanda” su tutto l’alveare, i fuchi (maschi riproduttivi) e le operaie (femmine steri-li). La regina è una sola e ha il compito di deporre le uova dopo essersi accoppiata con più di un ma-schio. I fuchi sono qualche centinaio, dopo aver fecondato la regina solitamente vengono scacciati dall’alveare e muoiono. Le api operaie hanno una vita breve di sole sei settimane durante le quali subiscono cambiamenti fisiologici che le rendono

adatte ai diversi compiti che svolgeranno di volta in volta. Così i primi giorni sono pulitrici dell’al-veare, poco dopo diventano nutrici poiché sono in grado di produrre pappa reale con cui nutrire la regina. In seguito, diventano “ceraie”, ossia prov-vedono alla produzione della cera che viene utiliz-zata per la riparazione delle celle e dei favi, ed ancora diventano “guardiane” e “ventilatrici”, ovvero proteggono l’alveare e si occupano del mantenimento della giusta temperatura al suo interno. Nell’ultimissimo periodo di vita svolgono il compi-to di bottinatrici, provvedendo alla raccolta del nettare, del polline e della propoli. Sono questi i grandi regali che le api consegnano a noi uomini! Esistono tantissime varietà di miele prodotte a seconda della vegetazione e delle piante che cir-condano l’alveare. Il nettare, una volta elaborato, diventa miele ed insieme ad altre sostanze zuc-cherine viene succhiato dalle api operaie che suc-cessivamente lo immagazzinano nelle celle. Il miele è composto da acqua, zucchero, proteine, acidi, sali minerali e aromi dei fiori.

Gli apicoltori salveranno il mondo Le api sono sempre di meno; se scompariranno dalla fac-cia della terra, l’umanità correrà forti rischi. Come diceva Einstein “niente più api, niente più impollinazione, niente più piante, niente più animali” …e gli uomini?

La socialità delle Api Curiosità su questi piccoli ma importanti animali e i loro “frutti”

disegno di Fulvia Avaltroni

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Il miele è una sostanza nutritiva incredibile, possiede numero-se proprietà anche curative, proprio per questo risulta parti-colarmente indicato per la dieta dell’infanzia in quanto favori-sce la fissazione dei sali minerali nell’organismo umano che il normale zucchero non è in grado di fare. Le proprietà tera-peutiche variano in base al nettare dei fiori con cui è stato prodotto; generalmente il miele è un ottimo antinfiammato-rio per la gola e ha effetti rilassanti contro l’eccitazione nervo-sa e l’insonnia. Il miele millefiori è noto per le sue proprietà disintossicanti a favore del fegato, il miele di castagno invece favorisce la circolazione sanguigna . Molto interessante è il miele di girasole che svolge un’azione contro il colesterolo nell’organismo umano oltre ad avere un’azione calcificante per le ossa. Questi sono solo alcuni degli esempi di come la vita tra uomi-ni e gli altri esseri viventi sia intrecciata, la natura ci offre la possibilità di vivere in condizioni di salute ottime, donandoci moltissime sostanze per il nutrimento e la cura. Il vero proble-ma è come l’uomo si comporta nei confronti della natura… secondo te la rispettiamo abbastanza?

Ludmilla è una bambina dall’aria distratta che, in seguito all’incontro con un fuco chiacchierone e un po’ sbruffone, scopre il mondo delle api. Un mondo sorprendente, che funziona grazie a uno straordinario mix di comunicazione, organizzazione e collaborazione e che ci regala il miele, anzi i mieli, perché ci sarà un motivo se in natura ci sono tanti fiori diversi, che sbocciano in periodi differenti. Dopo aver raccontato come nascono questi mieli, il libro invita ad assaggiarli, a confrontarli e a scoprirne le differenze attraverso giochi, esercizi sensoriali ed esperimenti che si concludono con una vera scheda di degustazione.

Il miele. T

utti i segreti delle

api

Un libro di Francesca Valente

Età di lettura: d

a 7 anni

Editore: S

low Food

BEE movie è un film di animazione uscito nel 2007 e racconta le avventure di Benson, una giovane ape curiosa, che non vuo-le dedicare tutta la vita alla produzione di miele e pertanto fugge dall’alveare. Arriverà a promuovere una causa contro l’utilizzo spropositato del miele da parte degli uomini.

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Occhio ai diritti dei minori Come ogni anno il 20 novembre, l 'ONU celebra la Giornata Mondiale per i Diritti dell'Infanzia e dell'A-dolescenza. La giornata, arrivata al suo 23° anniversa-rio, intende ricordare i diritti dei minori a partire da un importante data: quella del 20 novembre 1989, quando fu approvata dalle Nazioni Unite la Convenzione sui

Diritti dell'Infanzia. Ma come vivono i bambini nel no-stro paese e, soprattutto, cosa dire delle condizioni di quelli stranieri? Di questo se ne parla nel rappor-to UNICEF "Facce d'Italia, condizione e prospettive dei minorenni di origine straniera". Un documento che illu-stra gli ambiti nei quali intervenire per migliorare con-cretamente la vita dei bambini e degli adolescenti di

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La volpe e la bambina Regia Chris Renaud, Kyle Balda. Una bambina dai capelli rossi, un po’ Pippi Calzelunghe e un po’ Heidi, mentre da scuola torna alla sua casa in mezzo alle montagne, si imbatte nel suo alter ego a quattro zampe: una piccola volpe, dal manto fulvo e lo sguardo curioso. Tra Bertille e la volpe nasce un’amicizia fuori dall’ordinario: la volpe guiderà Bertille alla scoper-ta di boschi, cascate e grotte oscure, tra gli animali che popolano le montagne.

E sono proprio le montagne le terze protagoniste di que-

sta avventura: quelle dell’altopiano del Retord, in Fran-

cia e quelle di un luogo che il regista stesso ha definito

“uno dei posti migliori d'Europa per filmare la fauna”: il

nostro Parco nazionale d’Abruzzo! Per sei mesi la troupe

di Jacquet ha potuto studiare e osservare il comporta-

mento delle volpi, tanto che alcune delle loro abitudini

sono diventate familiari: gli sceneggiatori scrivevano la

trama e gli osservatori riferivano dettagli, curiosi e ina-

L’altro Paolo di Mandana Sadat Orecchio Acerbo Paolo è preciso, metodico, puntuale. Tutto, nella sua

casa come nella sua vita, è scrupolosamente in ordine,

meticolosamente programmato. L’altro Paolo è disor-

dinato, impreciso, trascurato. Ogni giorno s’inventa la

vita, l’improvvisa. I fuoriprogramma sono la sua specia-

lità. Il loro incontro è un gioco di specchi: l’immagine è

la stessa, ma rovesciata. Un racconto semplice e im-

Mitiche invenzioni grandi trovate La storia dell'uomo è costellata da invenzioni di ogni

genere: dal fiammifero al bottone, dall'aquilone all'aspi-

rapolvere, dalla cerniera agli occhiali, dal vaso da notte

al gelato, dal materasso allo spillo... Tra filastrocche,

aneddoti e dotte citazioni, ecco un'appassionante e di-

vertentissima carrellata sulla storia delle invenzioni me-

no note che, spesso ancor più di quelle famose, hanno

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La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia spiegata ai bambini www.unicef.org/rightsite/files/furkindererklartit.pdf

origine straniera che vivono in Italia. Che peraltro - questo il dato importante - sono quasi un milione. Di cui più di 500 mila sono nati nel nostro paese. Oltre a questo documento che è possibile scaricare qui, segnaliamo anche un video di sensibilizzazione sui sogni e i desideri dei bambini del quale condividiamo il messaggio: i bambini devono fare i bambini e vivere con serenità e fino in fondo i loro sogni.

spettati, come quando vediamo le volpi cibarsi di piante di zaffe-

rano nei prati in primavera. Il Parco viene mostrato in ogni sta-

gione, inizia in una giornata dai colori autunnali, passa al paesag-

gio innevato in cui la volpe lotta con la lince fino ai prati in fiori

di una soleggiata primavera, nelle diverse ore del giorno dall’al-

ba al tramonto, in giornate ventose e sotto scroscianti acquazzo-

ni… Tutto questo rende il film una sinfonia di colori, suoni e sen-

sazioni, una boccata d’ossigeno lontano dal caos, dallo smog e

dal cemento delle nostre città e lascia spazio ad una delle più

impalpabili emozioni umane: lo stupore.

La volpe e la bambina Regia Chris Renaud, Kyle Balda.

mediato sull’incontro con l’altro, sulla scoperta della diversità,

sulla straordinaria utilità dello scambio reciproco. Ma anche un

invito a cercare l’altro che è racchiuso dentro ciascuno di noi.

L’altro Paolo Mandana Sadat Orecchio Acerbo

contribuito a rendere più piacevole la vita. In questo libricino,

Ugo Vicic ci racconta (in rima baciata!) tutte le invenzioni che

diamo sovente per scontato, ma delle quali non possiamo pro-

prio fare a meno.

Mitiche invenzioni grandi trovate. U. Vicic A. Cimatoribus Fatatrac

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Guarda anche i bellissimi video realizzati con i disegni di Laura Giovanrosa e Talia Laurenti www.youtube.com/watch?v=aKKmgjMpdD0 www.youtube.com/watch?v=QzeAStAbYTY

www.legambientescuolaformazione.it