Inserto "I comunisti nelle amministrazioni degli enti locali" - Dicembre 2010

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I supplemento al numero 12 - Anno II - dicembre 2010 di Piazza del Grano - www.piazzadelgrano.org Dalla Relazione al “Pro- getto della Costituzione della Repubblica Italia- na” 1947 L’innovazione più pro- fonda introdotta dalla Costituzione è nell’ordi- namento strutturale del- lo Stato su basi di auto- nomia che può aver por- tata decisiva per la sto- ria del paese. «Il Comune: unità pri- mordiale». Non si tratta I I C C o o m m u u n n i i s s t t i i n n e e l l l l e e a a m m m m i i n n i i s s t t r r a a z z i i o o n n i i d d e e g g l l i i E E n n t t i i l l o o c c a a l l i i soltanto, come si diceva allora, di «portare il go- verno alla porta degli amministrati», con un decentramento burocra- tico e amministrativo sulle cui necessità tutti oggi concordano; si trat- ta di «porre gli ammini- strati nel governo di se medesimi». La tendenza si collega alle rivendicazioni di li- bertà, che sono la gran- de nota di questo mo- mento storico: di tutte le libertà, anche degli enti locali come «società naturali». Riecheggia più viva, in questa atmo- sfera, l’affermazione di Stuart-Mill che nelle au- tonomie locali si ha un «ingrandimento della persona umana», e che «senza istituzioni locali una nazione può darsi un governo libero, ma non lo spirito della li- bertà». Preambolo della “Carta europea della Autonomie locali” 1985 Gli Stati membri del Con- siglio d’Europa, firmatari della presente Carta, considerando che il fine del Consiglio d’Europa è di realizzare un’unione più stretta tra i suoi membri, per salvaguar- dare e promuovere gli ideali ed i principi che sono il loro patrimonio comune; considerando che la sti- pulazione di accordi nel settore amministrativo è uno dei mezzi atti a rea- lizzare detto fine; considerando che le col- lettività locali costitui- scono uno dei principali fondamenti di ogni regi- me democratico; considerando che il dirit- to dei cittadini a parteci- pare alla gestione degli affari pubblici fa parte dei principi democratici comuni a tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa; convinti che è a livello lo- cale che il predetto dirit- to può essere esercitato il più direttamente possi- bile; convinti che l’esistenza di collettività locali inve- stite di responsabilità ef- fettive consente un’am- ministrazione efficace e vicina al cittadino; consapevoli del fatto che la difesa ed il rafforza- mento dell’autonomia lo- cale nei vari Paesi euro- pei rappresenti un im- portante contributo al- l’edificazione di un’Euro- pa fondata sui principi della democrazia e del decentramento del pote- re; affermando che ciò pre- suppone l’esistenza di collettività locali dotate di organi decisionali de- mocraticamente costitui- ti, che beneficino di una vasta autonomia per quanto riguarda le loro competenze, le modalità d’esercizio delle stesse, ed i mezzi necessari al- l’espletamento dei loro compiti istituzionali; Non è a caso che dal nuovo gran- de partito del popolo, dal Partito comunista nella sua compiuta vi- sione democratica e progressiva, parte l'iniziativa per una più pro- fonda democratizzazione della vi- ta pubblica anche locale. Ma sa- rebbe il più funesto degli errori ri- tenere che la funzione dei comu- nisti sia semplicemente di lottare sul terreno propagandistico o su quello legislativo per l'autonomia amministrativa degli enti locali, e che in attesa di conquistare tale obbiettivo altro non sia possibile fare che dell'ordinaria ammini- strazione. Le difficoltà, lo sappia- mo bene per esperienza, sono grandissime, ma non bisogna la- sciarsi arrestare da esse. Funzio- ne del Partito comunista è preci- samente di aiutare le masse po- polari a superare le difficoltà che esse incontrano nella loro dura vita di ogni giorno. Bisogna sfor- zarsi di tradurre in atto una pub- blica amministrazione costrutti- va nell'interesse del popolo. E se per questa strada incontreremo, come certamente incontreremo, degli ostacoli, ciò renderà più concreta agli occhi delle popola- zioni che cosa è quell'auspicata autonomia amministrativa che, presentata in termini generici, riesce spesso poco comprensibile alle masse popolari; ciò che non potrà non aiutare l'azione che sa- rà necessario svolgere per rag- giungere quegli obbiettivi per i quali l'unità di tutto il popolo è già fatta. Funzione essenziale che noi riconosciamo alle ammini- strazioni comunali popolari di- rette da comunisti è di agire nel senso di avviare alla più rapida soluzione possibile alcuni proble- mi essenziali. Un buon sindaco può aumentare il prestigio del Partito comunista: un sindaco che si allontani dall’animo del po- polo può gravemente compro- metterlo. Il legame e l'accordo fra gli organi dirigenti locali del Par- tito ed i compagni amministrato- ri dev'essere stretto e permanen- te. Gli amministratori sono tenuti a rendere conto al Partito del loro operato, mentre debbono avere massimo rispetto per gli organi che li hanno eletti, per gli organi- smi rappresentativi dei lavorato- ri. Rendere conto del proprio operato, chiedere l’ausilio e il consiglio degli elettori è una delle caratteristiche dell’amministra- tore comunista che è popolo in mezzo al popolo. E per questa via esso farà appello alle immense energie che sono latenti nel popo- lo e bisogna saper sprigionare, organizzando in forme molteplici la collaborazione degli operai e dei tecnici, degli intellettuali e dei contadini con coloro che in que- sto momento hanno la grande re- sponsabilità e il non indifferente peso di reggere le pubbliche am- ministrazioni. Giuseppe Dozza Le Autonomie locali nella Costituzione della Repubbica Italiana Le Autonomie locali nella convenzione europea

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Mensile d'informazione politica e cultura dell'Associazione comunista "Luciana Fittaioli", via del Grano 11-13 Foligno (PG) Italia

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supplemento al numero 12 - Anno II - dicembre 2010 di Piazza del Grano - www.piazzadelgrano.org

Dalla Relazione al “Pro-getto della Costituzionedella Repubblica Italia-na” 1947

L’innovazione più pro-fonda introdotta dallaCostituzione è nell’ordi-namento strutturale del-lo Stato su basi di auto-nomia che può aver por-tata decisiva per la sto-ria del paese.«Il Comune: unità pri-mordiale». Non si tratta

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soltanto, come si dicevaallora, di «portare il go-verno alla porta degliamministrati», con undecentramento burocra-tico e amministrativosulle cui necessità tuttioggi concordano; si trat-ta di «porre gli ammini-strati nel governo di semedesimi». La tendenza si collegaalle rivendicazioni di li-bertà, che sono la gran-de nota di questo mo-

mento storico: di tuttele libertà, anche deglienti locali come «societànaturali». Riecheggiapiù viva, in questa atmo-sfera, l’affermazione diStuart-Mill che nelle au-tonomie locali si ha un«ingrandimento dellapersona umana», e che«senza istituzioni localiuna nazione può darsiun governo libero, manon lo spirito della li-bertà».

Preambolo della “Cartaeuropea della Autonomielocali” 1985

Gli Stati membri del Con-siglio d’Europa, firmataridella presente Carta,considerando che il finedel Consiglio d’Europa èdi realizzare un’unionepiù stretta tra i suoimembri, per salvaguar-dare e promuovere gliideali ed i principi chesono il loro patrimoniocomune;considerando che la sti-pulazione di accordi nelsettore amministrativo èuno dei mezzi atti a rea-lizzare detto fine;considerando che le col-lettività locali costitui-

scono uno dei principalifondamenti di ogni regi-me democratico;considerando che il dirit-to dei cittadini a parteci-pare alla gestione degliaffari pubblici fa partedei principi democraticicomuni a tutti gli Statimembri del Consigliod’Europa;convinti che è a livello lo-cale che il predetto dirit-to può essere esercitatoil più direttamente possi-bile;convinti che l’esistenzadi collettività locali inve-stite di responsabilità ef-fettive consente un’am-ministrazione efficace evicina al cittadino;consapevoli del fatto che

la difesa ed il rafforza-mento dell’autonomia lo-cale nei vari Paesi euro-pei rappresenti un im-portante contributo al-l’edificazione di un’Euro-pa fondata sui principidella democrazia e deldecentramento del pote-re;affermando che ciò pre-suppone l’esistenza dicollettività locali dotatedi organi decisionali de-mocraticamente costitui-ti, che beneficino di unavasta autonomia perquanto riguarda le lorocompetenze, le modalitàd’esercizio delle stesse,ed i mezzi necessari al-l’espletamento dei lorocompiti istituzionali;

Non è a caso che dal nuovo gran-de partito del popolo, dal Partitocomunista nella sua compiuta vi-sione democratica e progressiva,parte l'iniziativa per una più pro-fonda democratizzazione della vi-ta pubblica anche locale. Ma sa-rebbe il più funesto degli errori ri-tenere che la funzione dei comu-nisti sia semplicemente di lottaresul terreno propagandistico o suquello legislativo per l'autonomiaamministrativa degli enti locali, eche in attesa di conquistare taleobbiettivo altro non sia possibilefare che dell'ordinaria ammini-strazione. Le difficoltà, lo sappia-mo bene per esperienza, sonograndissime, ma non bisogna la-sciarsi arrestare da esse. Funzio-ne del Partito comunista è preci-samente di aiutare le masse po-polari a superare le difficoltà cheesse incontrano nella loro duravita di ogni giorno. Bisogna sfor-zarsi di tradurre in atto una pub-blica amministrazione costrutti-va nell'interesse del popolo. E seper questa strada incontreremo,come certamente incontreremo,degli ostacoli, ciò renderà piùconcreta agli occhi delle popola-zioni che cosa è quell'auspicataautonomia amministrativa che,presentata in termini generici,riesce spesso poco comprensibilealle masse popolari; ciò che nonpotrà non aiutare l'azione che sa-rà necessario svolgere per rag-giungere quegli obbiettivi per i

quali l'unità di tutto il popolo ègià fatta. Funzione essenziale chenoi riconosciamo alle ammini-strazioni comunali popolari di-rette da comunisti è di agire nelsenso di avviare alla più rapidasoluzione possibile alcuni proble-mi essenziali. Un buon sindacopuò aumentare il prestigio delPartito comunista: un sindacoche si allontani dall’animo del po-polo può gravemente compro-metterlo. Il legame e l'accordo fragli organi dirigenti locali del Par-tito ed i compagni amministrato-ri dev'essere stretto e permanen-te. Gli amministratori sono tenutia rendere conto al Partito del lorooperato, mentre debbono averemassimo rispetto per gli organiche li hanno eletti, per gli organi-smi rappresentativi dei lavorato-ri. Rendere conto del propriooperato, chiedere l’ausilio e ilconsiglio degli elettori è una dellecaratteristiche dell’amministra-tore comunista che è popolo inmezzo al popolo. E per questa viaesso farà appello alle immenseenergie che sono latenti nel popo-lo e bisogna saper sprigionare,organizzando in forme molteplicila collaborazione degli operai edei tecnici, degli intellettuali e deicontadini con coloro che in que-sto momento hanno la grande re-sponsabilità e il non indifferentepeso di reggere le pubbliche am-ministrazioni.

Giuseppe Dozza

Le Autonomie locali nella Costituzionedella Repubbica Italiana

Le Autonomie localinella convenzione europea

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altrettanti, una parte per tut-to l'anno e il resto per il soloperiodo di lavorazione sta-gionale, presso il locale Zuc-cherificio.Un altro migliaio trovavanolavoro, e quindi il sicuro so-stentamento per le loro fami-glie, presso varie piccole emedie industrie, meccanichee tipografiche, cartiere, moli-ni, pastifici, ecc.Numeroso e fiorente l’artigia-nato. Davano vita e apporta-vano benefici economici allacittà il 1o Reggimento d'Arti-glieria, il Campo di Aviazionecon annessa Scuola allievi Uf-ficiali di aeronautica.La guerra maledetta spazzòla maggior parte dei ricordaticomplessi industriali e moltiimpianti civili e militari, oltrea far vittime molteplici fra lapopolazione.Circa il 50% delle abitazionifurono distrutte o gravemen-te danneggiate. La vita citta-dina rimase paralizzata peroltre due anni a causa dei for-zati sfollamenti durante laguerra e degli impediti ritorniper deficienza di alloggi, altermine del conflitto.

La situazione alimentare gra-vemente preoccupante, la di-soccupazione, la miseria, ildisfunzionamento dei servizipubblici, specie dei mezzi dicomunicazione, che hannosempre costituito l'incremen-to più efficiente per lo svilup-po della nostra città, le forza-te restrizioni allo svolgimen-to della istruzione elementa-re e media; questo il quadroche tuttora perdurava quan-do gli amministratori elettidai suffragi del marzo 1946assunsero la direzione delComune.Che cosa era stato promessoda essi alla popolazione?La ricostruzione della città;ogni sforzo per fronteggiarela crisi dell'alimentazione; ilriordinamento delle scuole; il

miglioramento delle condi-zioni igieniche e sanitarie; l'e-stensione della assistenza aimalati, ai vecchi, ai bimbi bi-sognosi; ogni appoggio, nellalotta dei lavoratori della cittàe delle campagne; la fine del-lo stato di abbandono in cuierano sempre state tenute lepopolazioni. delle frazioni,specialmente montane; una

IIIII

Per le amministrazioni degli Enti locali l’im-mediato dopoguerra è stato un periodo tra-gico, ma anche eroico.Tragico perché i nuovi amministratori del-l’Italia libera si sono trovati davanti un pae-se che, già povero e arretrato, aveva subitoimmani devastazioni dalla guerra e questosia dagli eserciti tedeschi in ritirata che di-struggevano ogni residuata struttura pro-duttiva e infrastruttura, sia per la violenzadegli eserciti liberatori che a volte hannoampiamente superato le necessità bellichecon azioni vendicative e di vero terrorismoai danni della popolazione civile, come ilbombardamento del quartiere di San Lo-renzo a Roma (3.000 morti in due incursio-ni aeree) o il tentativo di incendiare Milano(sorte toccata alla città tedesca non milita-rizzata di Dresda).Dopo il passaggio del fronte il 50% quasidelle abitazioni e degli edifici pubblici risul-tava distrutto e quasi il 100% delle insedia-menti industriali.Questa è la situazione che si trovarono adover affrontare le prime amministrazionidemocratiche, in un paese ancora occupato

e giustamente (questa era la pena dei vinti)emarginato dal sistema politico ed econo-mico dei paesi vincitori.Ma tra i vincitori c’erano anche alcuni ita-liani, quelli che non si erano sottomessi, ac-codati o collusi con la dittatura fascista el’avevano combattuta nelle carceri comesulle montagne: erano i comunisti.A loro per primi toccava il compito, l’onoree l’onere, di ricostruire il paese.E questo avvenne anche a Foligno con laprima amministrazione democratica postfascista guidata dal partito comunista.Da allora, da quegli anni in cui non c’eranosufficienti beni alimentari, case, fogne, stradee soprattutto posti di lavoro, la nostra città hafatto una lunga, lunghissima strada.Per comprendere come ciò è stato possibile,come è stato possibile risalire dalla devasta-zione e dalla povertà quasi assoluta al livel-lo di benessere di cui oggi godiamo (anchese lo vediamo ogni giorno diminuire e a ri-schio di precipitare) bisogna ricordare queiprimi anni, bisogna ricordare l’impegno, ilcoraggio, l’intelligenza degli amministrato-ri di quegli anni.

Dal 1946 al 1966 Foligno è stata ammini-strata da una giunta guidata dai comunistiche è stata in grado, per le sue qualità, peril rapporto di intelligenza e di fiducia stabi-lito con i cittadini tutti, di resistere ai ricattie alle pressioni dei così detti “poteri forti”dall’ostilità del governo nazionale, a prepo-tenza del sitema bancario e del padronatoindustriale, sino alla sorda ma incessanteostilità della chiesa.Nel 1966 il tradimento dei socialisti (già nel1921 Gramsci affermava che in Italia c’erail peggior partito socialista d’Europa) con-segnò la città a una amministrazione di co-sì detto (allora) centrosinistra partecipatodalla democrazia cristiana.Fu comunque un periodo breve, alle succes-sive elezioni i comunisti tornarono al gover-no della città e vi rimasero ancora a lungo,ancora almeno finché continuarono a chia-marsi comunisti.In questo inserto vogliamo ricordare quelperiodo, tragico ed eroico, del primo gover-no comunista della città di Foligno, perchéper costruire il futuro bisogna anzitutto ri-cordare il passato (quando lo merita!).

I primi 6 anni di amministrazionedemocratica a Foligno 1946 - 1952

L'Amministrazione Comuna-le che gli elettori scelsero neicomizi del marzo 1946 ha datempo compiuto il suo ciclonormale di vita - quattro anni- e continuato non senza dif-ficoltà il suo duro lavoro peraltri due anni, in attesa che ilGoverno si decidesse ad indi-re le elezioni per la sua rinno-vazione.

E' naturale e doveroso che, altermine del mandato, gli am-ministratori presentino, a co-loro che li elessero e alla po-polazione tutta, il consuntivodella loro opera, affinchéquesti possano giudicare seessi hanno mantenuto fede alprogramma col quale si pre-sentarono ai loro suffragi,considerate le difficoltà in-contrate e gli impedimentiche sono stati opposti alla at-tuazione delle loro determi-nazioni.La relazione sarebbe incom-pleta se non venisse integratadalla enunciazione del pianodi attività per il nuovo ciclo diamministrazione qualora, co-me si confida, il corpo eletto-rale confermi la sua fiduciaagli amministratori popolari.

Questo lavoro quindi verràdiviso in tre capitoli:1) Resoconto delle realizza-zioni nelle varie branche del-la attività amministrativa.2) Elenco dei progetti non at-tuati e cause che lo hanno im-pedito.3) Programma da eseguire nelprossimo ciclo di ammini-strazione.Foligno, vitale città di provin-cia, con 45.000 abitanti, il cuiagglomerate urbano ne contacirca 20.000, era, prima dellaguerra, prospera per la suaattività industriale e commer-ciale.Ben 5.000 operai lavoravanoin modo continuativo e per-ma¬nente negli stabilimenticittadini. Infatti 2.500 operaierano occupati presso la fab-brica di aeroplani Società Ae-ronautica Umbra (A.U.S.A.);500 circa presso il Carnificiodi Scanzano, altri 500 pressole Officine Ferroviarie, e circa

politica fiscale onesta e giu-sta; la municipalizzazionedei servizi pubblici.Prima di esporre l'attività am-ministrativa esplicata va rile-vato che il Comune di Folignoè forse il più povero, certa-mente uno dei Comuni piùpoveri della Provincia.Esso è privo di qualsiasiazienda industriale o agrico-la; il patrimonio immobiliareè costituito esclusivamenteda fabbricati, in parte notevo-le distrutti o danneggiati dal-la guerra; tali stabili non sonocerto fonte di entrata,. ma an-zi rappresentano un onereper il bilancio comunale acausa delle continue indi-spensabili spese di manuten-zione ordinaria e straordina-ria e per il fatto che sono perlo più utilizzati per il ricoverodi sfrattati e famiglie di indi-genti.Gli Enti o istituti di Ricovero ebeneficenza hanno patrimo-ni, modestissimi, di modoche il peso della assistenzasanitaria, del ricovero e dellabeneficenza, grava in misurarilevante - per non dire esclu-siva - sulle finanze del Comu-

ne, che devedestinare a talescopo circa il25% delle sueentrate ordina-rie senza riu-scire a disim-pegnare, comela necessità ri-chiederebbe, ilproprio compi-to sociale disoccorrere imiseri ed i ma-lati poveri.

Nonostante questa deficienzadi mezzi e la triste situazionedel Comune più danneggiatodalla guerra della nostra Pro-vincia, la Amministrazioneha potuto svolgere un ap-prezzabile programma socia-le e di lavori pubblici nell'in-teresse della popolazioneamministrata.Esponiamo ora quello che èstato fatto nelle varie bran-che di attività municipale.CASEL'abitazione è uno degli ele-menti essenziali per una esi-stenza civile.Foligno e alcune sue frazioni,come Valtopina, Pontecente-simo, Casenove, Sterpete eb-bero il 47% delle abitazionidistrutte o danneggiate dallaguerra.

L'Amministra-zione si interes-sò per far inclu-dere la nostracittà nell'elencodi quelle dan-neggiate, e potèottenere la co-struzione di caseper senza tettoper un importodi 106 milioni.Sollecitò l'Istitu-to Autonomodelle Case Popo-lari per la rico-

struzione di quelle distrutte ela edificazione di nuovi quar-tieri; ciò che l'Istituto ha fattoper circa 150 milioni di spe-sa. Sempre per l'incessanteinteressamento del Comune,che fu scelto quale Ente ge-store, sono state costruite osono in corso di costruzionecase per lavoratori per unammontare di 288 milioni. In

I comunisti alla guidadel Comune di Foligno

ne che presto prima o poi do-vranno essere veramente tra-sformate.La maggior parte delle nuovestrade sono di collegamentodei paesi della montagna conil centro offrendo la possibi-lità di isti¬tuire nuovi serviziautomobilistici anche in mon-tagna, (come nella via Case-nove-Volperino-Popola-Fraia-Serravalle) dove prima nonesistevano che vie mulattierecome la strada Annifo-Cassi-gnano, quella Pisenti-Pian diRicciano: l'altra Verchiano-Ci-vitella ecc. (confine del Co-mune di Serravalle per colle-gare S. Martino di Cupana.)sostenendo una spesa di L.30.454.222, oltre a utilizzaremol¬te migliaia di opere stra-dali obbligatorie e volontarieper circa lire 4.000.000.

SCUOLEA causa degli eventi bellicierano quasi inservibili tuttigli edifici scolastici della cittàoccupati per lungo tempodalle truppe.Il materiale di arredamentoera andato quasi completa-mente distrutto, o asportato,o resoinservibile.Le scuole delle frazioni eranostate quasi tutte occupate dafamiglie sfollate dalla città.Durante l’attuale Ammini-strazione si è provveduto a ri-pristinare tutti gli edifici sco-lastici della città e furono ria-perte tutte le scuole delle fra-zioni. Si è provvedutp a co-struire i seguenti nuovi edifi-ci scolastici:casenove, Mace-ratola, S. Eraclio, Annifo. Vol-perino, Vescia.Si è provveduto alla ripresadei lavori di costruzioe dellanuova sede dell’Istituto Tec-nico. Sono in programma dicostruzione i seguenti edificiscolastici: Fiammenga, ColleS. Lorenzo, Popola, Uppello,Scopoli, Pale e presso le Caseoperaie in cui non esistonoambienti idonei per l’istruzio-ne elementare e i cui abitati

reclamano, giustamente, de-centi e igienci locali scolasti-ci. Attaulemnet tutt ele scuo-le sono funzionanti, ma oc-

corre modernizzare l’arreda-mento di fortuna.SERVIZI AUTOMOBILISTICI -Foligno è capolinea di variecorse automobilistiche che lo

collegano col capo-luogo e con i centriprincipali della Pro-vincia nonché con lefrazioni ed il subur-bio. Per facilitarel'attesa dei viaggia-tori, le operazioni dipartenza e di arrivo,l'AmministrazioneComunale ha inizia-to la costruzione diuna nuova stazionedi autobus median-te sistemazione del

piazzale in località allo sco-po, prossimo alla stazioneferroviaria e nel luogo dimaggior traffico stradale, co-struendo pensiline e soste-nendo una spesa di Lire 5 mi-lioni.

RICOSTRUZIONE DI OPEREPUBBLICHE DISTRUTTE O DAN-NEGGIATE DALLA GUERRA Anche per interessamentodella Amministrazione Co-munale fu sollecitamente ri-costruita 1a nostra StazioneFerroviaria.E' stato ripristinato, nellamaggior parte, lo storico Pa-lazzo Trinci, ove ha ritrovatosede la Biblioteca e la Pinaco-teca e ove verranno sistemati

l'archivio notarile, il museoarcheologico ecc.Lo Stato ha speso a Folignocirca 1 miliardo: circa 700 mi-

lioni per operepubbliche dan-neggiate, circa300 milioni perle case dei sen-za tetto, reduci,ecc. e lavori asollievo della di-soccupazione.Sono stati ripri-stinati molti deicapannoni e pa-lazzine dell'excarnificio diScanzano acqui-

stato dal Ministero delle Po-ste e Telecomunicazioni, chene ha iniziato la utilizzazioneper vari usi, che indubbia-mente andranno aumentan-do e concentreranno in quellazona un rivelan-te numero di im-piegati, operaiecc. della Ammi-nistrazione: po-stale.E' imminente laricostruzionedella Pescheriain piazza delCampanile perun importo di L.16.000.000, inattesa della inte-grazione con il mercato co-perto.Furono sollecitamente ripara-ti i gravi danni che la guerraprodusse al nostro Mattatoio,uno dei più attrezzati dellaProvincia, ma che ha bisogno

di essere al più pre-sto migliorato. E' invia di ricostruzionela Caserma di Arti-glieria.Sono finora statiappaltati lavori per150 milioni checonsentiranno ilprossimo ritorno aFoligno di una im-portante unità mili-tare.Furono pure ese-

guite notevoli opere di ripara-zione alle sor-genti di Capo-dacqua e Ac-quabianca e al-tri lavori sonogià stati appal-tati e avrannoprossimo ini-zio.E' stata comple-tata la ricostru-zione del Carce-

Solo dando una dignità al la-voratore, a qualsiasi grado ecategoria egli appartenga, sipuò ottenere che dia la suacollaborazione e si può esige-re correttezza e migliora-mento delle sue capacità.Questo è un aspetto di fonda-mentale importanza nel casoparticolare di una Ammini-strazione comunale, giacchéa ciò che è il diritto di chi la-vora, fa riscontro il dirittodella cittadinanza tutta, alservizio della quale sta ap-punto il personale comunale.Mentre si è chiesto e ottenutoche questo usasse un com-portamento educato verso ilpubblico, specie quello menocolto, e in particolare nei con-fronti degli abitanti dellacampagna e della montagna,cui è stato riconosciuto titolodi precedenza nella esplica-zione delle loro pratiche, si ècercato di migliorare la con-

dizione giuridica ed economi-ca dei dipendenti comunali.Fra le prime cure dell'Ammi-nistrazione va annoverataquella della modifica del re-golamento organico, ispiratoa questi principi.Equiparazione del trattamen-to economico del personalemaschile e femminile, inquanto a parità di funzioni,secondo lo spirito della Costi-tuzione repubblicana, devecorrispondere parità di retri-buzione. Miglioramento nellosviluppo della carriera e delleretribuzioni.Riconoscimento giuridico delSindacato e delle Commissio-ni interne. Democratizzazio-ne dell'apparato burocratico,immettendo in ogni commis-sione che interessi il persona-le, uno o più rappresentantisindacali. Per quanto riguar-da il trattamento economicova segnalato che oltre a con-

cedere al personale tutti i mi-glioramenti, che gli Enti localiavevano facoltà di accordare,l'amministrazione ha esteso atutto il personale impiegati-zio e salariato, qualunque siala anzianità di servizio, trentagiorni di ferie retribuite al-l’anno, e ha preso fin dal1948 l’iniziativa consacratanel regolamento organico,primo fra i Comuni d'Italia, dicorrispondere al personale diruolo che va in pensione, ol-tre al normale trattamento diquiescenza, la indennità dibuonuscita, pari a un anno diemolumenti. Il nostro è statofra i primi Comuni della Pro-vincia a deliberare la conces-sione dell'indennità accesso-ria e, se finora ha potuto cor-rispondere solo un modestis-simo acconto, ciò è conse-guenza delle capziose dispo-sizioni governative, che han-no impedito la esecuzione

Dignità del lavoro, democraziae partecipazione nel 1946!

complesso dagli Enti predettisono stati costruiti 283 allog-gi e sono in costruzione altriquartieri.FOGNATURE E IMPIANTIIGIENICIFoligno città era per quasi il90% delle sue strade priva difognature, pur esistendo unprogetto redatto dall'ing.Cornero per incarico del Co-mune sin dal 1918.

L'Amministrazione, parte confondi ordinari di bilancio,parte con mutui, ha quasicompletato la rete di fognatu-re in città, inoltrandosi neipiù piccoli vicoli ed ha ese-guito tratti di fogne anche; inalcune frazioni (Belfiore, Col-fiorito, Cave, S. Eraclio, ecc.)per una lunghezza comples-siva di dieci chilometri eduna spesa di Lire 66.725.320.Ha costruito o sistemato incittà (via Bolletta, presso Por-ta Todi, Cipischi) nei sobbor-ghi e frazioni 28 lavatoi, perlo più coperti e dotati di ac-qua igienica e 8 impianti igie-nici pubblici, in alcuni luoghianche con docce, per unaspesa di oltre 7 milioni.Ha restaurato o costruito exnovo forni pubblici nelle fra-zioni di Corvia e Budino percirca 500.000 lire.STRADEII territorio del Comune di Fo-ligno, assai estesa e compren-dente oltre 40 frazioni, è de-ficiente di vie di comunica-zione sia fra frazioni e capo-luogo come fra frazione e fra-zione e dove queste stradeesistono non sono agevol-mente praticabili. Era neces-sarie migliorare la viabilitànel territorio comunale comequella entro la città.

L'Amministrazione ha apertoal traffico o sistemato km.37,640 di strade.Ha creato o sistemato in cittàil Viale Marconi, viale delleGrazie, via S. Giovanni del-l'Acqua, il viale XVI giugno.Ha iniziato la costruzione delnuovo Corso, l'arteria chedarà respiro al transito entroFoligno. Ha provveduto allasistemazione delle vie cittadi-

Gli amministratori rendono conto ai cittadini

Palmiro Togliatti parla nella Sala del Consiglio Comunale di Foligno

Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea Costituente, con il Sindaco di Foligno Italo Fittaioli

re Mandamentale adiacentealla Pretura.E molte altre distruzioni sonostate riparate, ma c'è ancorada insistere presso le Auto-rità Statali affinché le feriteprodotte dalla guerra ai no-stri edifici pubblici - Teatro -Lazzaretto, ecc. siano com-pletamente eliminate.POLIZIA: Al cittadino non oc-corre certo un grande sforzodi memoria per ricordarsinon solo del cumulo di mace-rie che ovunque testimonia-vano le atroci distruzioni ar-recate dalla guerra bestialealla nostra città, ma quale eral'aspetto delle vie e dellepiazze cittadine anche allor-ché nel 1946 l'Amministra-zione prese la direzione delComune.Unici cartelli indicatori, quelliin lingua inglese.

Ogni marciapiede, ogni ango-lo di piazza sede di mercatonero o peggio.Pochissimi veicoli targati; lenorme di circolazione total-mente ignorate.I vigili urbani oltre a trovarsidi fronte a compiti assai gra-vi, erano senza mezzi per cir-colare, senza divise, e per lopiù impreparati al disimpe-gno del loro delicato ufficio.L'Amministrazione democra-tica dovette affrontare taleproblema e lo ha risolto inmaniera soddisfacente tantoche ora il corpo dei vigili delComune di Foligno, per ilsuo comportamento esterio-re e per il tatto con il pubbli-co, è oggetto di quasi unani-me elogio.

dei provvedimenti adottati.L'Amministrazione ha prov-veduto, nei limiti delle mode-ste disponibilità di bilancio,alla migliore sistemazionedegli uffici e dei servizi.Infine nello spirito del princi-pio : « il Comune al popolo eil popolo al Comune » e inte-so a creare una sana e giustacollaborazione fra Ammini-stratori, apparato burocraticoe popolazione, ha attuatoquei mezzi, istituti e organi,che, se pur non previsti dallalegislazione vigente, rispon-dono alle esigenze del nuovoregime democratico, sincera-mente concepito e attuato.Assemblee popolari al centroe nelle frazioni, istituzionedei delegati del Sindaco nellefrazioni, da integrare concommissioni di villaggio; co-stituzione di commissionirionali per l'assistenza; Con-siglio Tributario; Comitati cit-tadini; consulte popolari.Tutti questi organismi e que-ste forme di maggiore contat-to con gli amministrati do-vranno essere potenziate, in-tensificate ed estese.

Page 3: Inserto "I comunisti nelle amministrazioni degli enti locali" - Dicembre 2010

altrettanti, una parte per tut-to l'anno e il resto per il soloperiodo di lavorazione sta-gionale, presso il locale Zuc-cherificio.Un altro migliaio trovavanolavoro, e quindi il sicuro so-stentamento per le loro fami-glie, presso varie piccole emedie industrie, meccanichee tipografiche, cartiere, moli-ni, pastifici, ecc.Numeroso e fiorente l’artigia-nato. Davano vita e apporta-vano benefici economici allacittà il 1o Reggimento d'Arti-glieria, il Campo di Aviazionecon annessa Scuola allievi Uf-ficiali di aeronautica.La guerra maledetta spazzòla maggior parte dei ricordaticomplessi industriali e moltiimpianti civili e militari, oltrea far vittime molteplici fra lapopolazione.Circa il 50% delle abitazionifurono distrutte o gravemen-te danneggiate. La vita citta-dina rimase paralizzata peroltre due anni a causa dei for-zati sfollamenti durante laguerra e degli impediti ritorniper deficienza di alloggi, altermine del conflitto.

La situazione alimentare gra-vemente preoccupante, la di-soccupazione, la miseria, ildisfunzionamento dei servizipubblici, specie dei mezzi dicomunicazione, che hannosempre costituito l'incremen-to più efficiente per lo svilup-po della nostra città, le forza-te restrizioni allo svolgimen-to della istruzione elementa-re e media; questo il quadroche tuttora perdurava quan-do gli amministratori elettidai suffragi del marzo 1946assunsero la direzione delComune.Che cosa era stato promessoda essi alla popolazione?La ricostruzione della città;ogni sforzo per fronteggiarela crisi dell'alimentazione; ilriordinamento delle scuole; il

miglioramento delle condi-zioni igieniche e sanitarie; l'e-stensione della assistenza aimalati, ai vecchi, ai bimbi bi-sognosi; ogni appoggio, nellalotta dei lavoratori della cittàe delle campagne; la fine del-lo stato di abbandono in cuierano sempre state tenute lepopolazioni. delle frazioni,specialmente montane; una

IIIII

Per le amministrazioni degli Enti locali l’im-mediato dopoguerra è stato un periodo tra-gico, ma anche eroico.Tragico perché i nuovi amministratori del-l’Italia libera si sono trovati davanti un pae-se che, già povero e arretrato, aveva subitoimmani devastazioni dalla guerra e questosia dagli eserciti tedeschi in ritirata che di-struggevano ogni residuata struttura pro-duttiva e infrastruttura, sia per la violenzadegli eserciti liberatori che a volte hannoampiamente superato le necessità bellichecon azioni vendicative e di vero terrorismoai danni della popolazione civile, come ilbombardamento del quartiere di San Lo-renzo a Roma (3.000 morti in due incursio-ni aeree) o il tentativo di incendiare Milano(sorte toccata alla città tedesca non milita-rizzata di Dresda).Dopo il passaggio del fronte il 50% quasidelle abitazioni e degli edifici pubblici risul-tava distrutto e quasi il 100% delle insedia-menti industriali.Questa è la situazione che si trovarono adover affrontare le prime amministrazionidemocratiche, in un paese ancora occupato

e giustamente (questa era la pena dei vinti)emarginato dal sistema politico ed econo-mico dei paesi vincitori.Ma tra i vincitori c’erano anche alcuni ita-liani, quelli che non si erano sottomessi, ac-codati o collusi con la dittatura fascista el’avevano combattuta nelle carceri comesulle montagne: erano i comunisti.A loro per primi toccava il compito, l’onoree l’onere, di ricostruire il paese.E questo avvenne anche a Foligno con laprima amministrazione democratica postfascista guidata dal partito comunista.Da allora, da quegli anni in cui non c’eranosufficienti beni alimentari, case, fogne, stradee soprattutto posti di lavoro, la nostra città hafatto una lunga, lunghissima strada.Per comprendere come ciò è stato possibile,come è stato possibile risalire dalla devasta-zione e dalla povertà quasi assoluta al livel-lo di benessere di cui oggi godiamo (anchese lo vediamo ogni giorno diminuire e a ri-schio di precipitare) bisogna ricordare queiprimi anni, bisogna ricordare l’impegno, ilcoraggio, l’intelligenza degli amministrato-ri di quegli anni.

Dal 1946 al 1966 Foligno è stata ammini-strata da una giunta guidata dai comunistiche è stata in grado, per le sue qualità, peril rapporto di intelligenza e di fiducia stabi-lito con i cittadini tutti, di resistere ai ricattie alle pressioni dei così detti “poteri forti”dall’ostilità del governo nazionale, a prepo-tenza del sitema bancario e del padronatoindustriale, sino alla sorda ma incessanteostilità della chiesa.Nel 1966 il tradimento dei socialisti (già nel1921 Gramsci affermava che in Italia c’erail peggior partito socialista d’Europa) con-segnò la città a una amministrazione di co-sì detto (allora) centrosinistra partecipatodalla democrazia cristiana.Fu comunque un periodo breve, alle succes-sive elezioni i comunisti tornarono al gover-no della città e vi rimasero ancora a lungo,ancora almeno finché continuarono a chia-marsi comunisti.In questo inserto vogliamo ricordare quelperiodo, tragico ed eroico, del primo gover-no comunista della città di Foligno, perchéper costruire il futuro bisogna anzitutto ri-cordare il passato (quando lo merita!).

I primi 6 anni di amministrazionedemocratica a Foligno 1946 - 1952

L'Amministrazione Comuna-le che gli elettori scelsero neicomizi del marzo 1946 ha datempo compiuto il suo ciclonormale di vita - quattro anni- e continuato non senza dif-ficoltà il suo duro lavoro peraltri due anni, in attesa che ilGoverno si decidesse ad indi-re le elezioni per la sua rinno-vazione.

E' naturale e doveroso che, altermine del mandato, gli am-ministratori presentino, a co-loro che li elessero e alla po-polazione tutta, il consuntivodella loro opera, affinchéquesti possano giudicare seessi hanno mantenuto fede alprogramma col quale si pre-sentarono ai loro suffragi,considerate le difficoltà in-contrate e gli impedimentiche sono stati opposti alla at-tuazione delle loro determi-nazioni.La relazione sarebbe incom-pleta se non venisse integratadalla enunciazione del pianodi attività per il nuovo ciclo diamministrazione qualora, co-me si confida, il corpo eletto-rale confermi la sua fiduciaagli amministratori popolari.

Questo lavoro quindi verràdiviso in tre capitoli:1) Resoconto delle realizza-zioni nelle varie branche del-la attività amministrativa.2) Elenco dei progetti non at-tuati e cause che lo hanno im-pedito.3) Programma da eseguire nelprossimo ciclo di ammini-strazione.Foligno, vitale città di provin-cia, con 45.000 abitanti, il cuiagglomerate urbano ne contacirca 20.000, era, prima dellaguerra, prospera per la suaattività industriale e commer-ciale.Ben 5.000 operai lavoravanoin modo continuativo e per-ma¬nente negli stabilimenticittadini. Infatti 2.500 operaierano occupati presso la fab-brica di aeroplani Società Ae-ronautica Umbra (A.U.S.A.);500 circa presso il Carnificiodi Scanzano, altri 500 pressole Officine Ferroviarie, e circa

politica fiscale onesta e giu-sta; la municipalizzazionedei servizi pubblici.Prima di esporre l'attività am-ministrativa esplicata va rile-vato che il Comune di Folignoè forse il più povero, certa-mente uno dei Comuni piùpoveri della Provincia.Esso è privo di qualsiasiazienda industriale o agrico-la; il patrimonio immobiliareè costituito esclusivamenteda fabbricati, in parte notevo-le distrutti o danneggiati dal-la guerra; tali stabili non sonocerto fonte di entrata,. ma an-zi rappresentano un onereper il bilancio comunale acausa delle continue indi-spensabili spese di manuten-zione ordinaria e straordina-ria e per il fatto che sono perlo più utilizzati per il ricoverodi sfrattati e famiglie di indi-genti.Gli Enti o istituti di Ricovero ebeneficenza hanno patrimo-ni, modestissimi, di modoche il peso della assistenzasanitaria, del ricovero e dellabeneficenza, grava in misurarilevante - per non dire esclu-siva - sulle finanze del Comu-

ne, che devedestinare a talescopo circa il25% delle sueentrate ordina-rie senza riu-scire a disim-pegnare, comela necessità ri-chiederebbe, ilproprio compi-to sociale disoccorrere imiseri ed i ma-lati poveri.

Nonostante questa deficienzadi mezzi e la triste situazionedel Comune più danneggiatodalla guerra della nostra Pro-vincia, la Amministrazioneha potuto svolgere un ap-prezzabile programma socia-le e di lavori pubblici nell'in-teresse della popolazioneamministrata.Esponiamo ora quello che èstato fatto nelle varie bran-che di attività municipale.CASEL'abitazione è uno degli ele-menti essenziali per una esi-stenza civile.Foligno e alcune sue frazioni,come Valtopina, Pontecente-simo, Casenove, Sterpete eb-bero il 47% delle abitazionidistrutte o danneggiate dallaguerra.

L'Amministra-zione si interes-sò per far inclu-dere la nostracittà nell'elencodi quelle dan-neggiate, e potèottenere la co-struzione di caseper senza tettoper un importodi 106 milioni.Sollecitò l'Istitu-to Autonomodelle Case Popo-lari per la rico-

struzione di quelle distrutte ela edificazione di nuovi quar-tieri; ciò che l'Istituto ha fattoper circa 150 milioni di spe-sa. Sempre per l'incessanteinteressamento del Comune,che fu scelto quale Ente ge-store, sono state costruite osono in corso di costruzionecase per lavoratori per unammontare di 288 milioni. In

I comunisti alla guidadel Comune di Foligno

ne che presto prima o poi do-vranno essere veramente tra-sformate.La maggior parte delle nuovestrade sono di collegamentodei paesi della montagna conil centro offrendo la possibi-lità di isti¬tuire nuovi serviziautomobilistici anche in mon-tagna, (come nella via Case-nove-Volperino-Popola-Fraia-Serravalle) dove prima nonesistevano che vie mulattierecome la strada Annifo-Cassi-gnano, quella Pisenti-Pian diRicciano: l'altra Verchiano-Ci-vitella ecc. (confine del Co-mune di Serravalle per colle-gare S. Martino di Cupana.)sostenendo una spesa di L.30.454.222, oltre a utilizzaremol¬te migliaia di opere stra-dali obbligatorie e volontarieper circa lire 4.000.000.

SCUOLEA causa degli eventi bellicierano quasi inservibili tuttigli edifici scolastici della cittàoccupati per lungo tempodalle truppe.Il materiale di arredamentoera andato quasi completa-mente distrutto, o asportato,o resoinservibile.Le scuole delle frazioni eranostate quasi tutte occupate dafamiglie sfollate dalla città.Durante l’attuale Ammini-strazione si è provveduto a ri-pristinare tutti gli edifici sco-lastici della città e furono ria-perte tutte le scuole delle fra-zioni. Si è provvedutp a co-struire i seguenti nuovi edifi-ci scolastici:casenove, Mace-ratola, S. Eraclio, Annifo. Vol-perino, Vescia.Si è provveduto alla ripresadei lavori di costruzioe dellanuova sede dell’Istituto Tec-nico. Sono in programma dicostruzione i seguenti edificiscolastici: Fiammenga, ColleS. Lorenzo, Popola, Uppello,Scopoli, Pale e presso le Caseoperaie in cui non esistonoambienti idonei per l’istruzio-ne elementare e i cui abitati

reclamano, giustamente, de-centi e igienci locali scolasti-ci. Attaulemnet tutt ele scuo-le sono funzionanti, ma oc-

corre modernizzare l’arreda-mento di fortuna.SERVIZI AUTOMOBILISTICI -Foligno è capolinea di variecorse automobilistiche che lo

collegano col capo-luogo e con i centriprincipali della Pro-vincia nonché con lefrazioni ed il subur-bio. Per facilitarel'attesa dei viaggia-tori, le operazioni dipartenza e di arrivo,l'AmministrazioneComunale ha inizia-to la costruzione diuna nuova stazionedi autobus median-te sistemazione del

piazzale in località allo sco-po, prossimo alla stazioneferroviaria e nel luogo dimaggior traffico stradale, co-struendo pensiline e soste-nendo una spesa di Lire 5 mi-lioni.

RICOSTRUZIONE DI OPEREPUBBLICHE DISTRUTTE O DAN-NEGGIATE DALLA GUERRA Anche per interessamentodella Amministrazione Co-munale fu sollecitamente ri-costruita 1a nostra StazioneFerroviaria.E' stato ripristinato, nellamaggior parte, lo storico Pa-lazzo Trinci, ove ha ritrovatosede la Biblioteca e la Pinaco-teca e ove verranno sistemati

l'archivio notarile, il museoarcheologico ecc.Lo Stato ha speso a Folignocirca 1 miliardo: circa 700 mi-

lioni per operepubbliche dan-neggiate, circa300 milioni perle case dei sen-za tetto, reduci,ecc. e lavori asollievo della di-soccupazione.Sono stati ripri-stinati molti deicapannoni e pa-lazzine dell'excarnificio diScanzano acqui-

stato dal Ministero delle Po-ste e Telecomunicazioni, chene ha iniziato la utilizzazioneper vari usi, che indubbia-mente andranno aumentan-do e concentreranno in quellazona un rivelan-te numero di im-piegati, operaiecc. della Ammi-nistrazione: po-stale.E' imminente laricostruzionedella Pescheriain piazza delCampanile perun importo di L.16.000.000, inattesa della inte-grazione con il mercato co-perto.Furono sollecitamente ripara-ti i gravi danni che la guerraprodusse al nostro Mattatoio,uno dei più attrezzati dellaProvincia, ma che ha bisogno

di essere al più pre-sto migliorato. E' invia di ricostruzionela Caserma di Arti-glieria.Sono finora statiappaltati lavori per150 milioni checonsentiranno ilprossimo ritorno aFoligno di una im-portante unità mili-tare.Furono pure ese-

guite notevoli opere di ripara-zione alle sor-genti di Capo-dacqua e Ac-quabianca e al-tri lavori sonogià stati appal-tati e avrannoprossimo ini-zio.E' stata comple-tata la ricostru-zione del Carce-

Solo dando una dignità al la-voratore, a qualsiasi grado ecategoria egli appartenga, sipuò ottenere che dia la suacollaborazione e si può esige-re correttezza e migliora-mento delle sue capacità.Questo è un aspetto di fonda-mentale importanza nel casoparticolare di una Ammini-strazione comunale, giacchéa ciò che è il diritto di chi la-vora, fa riscontro il dirittodella cittadinanza tutta, alservizio della quale sta ap-punto il personale comunale.Mentre si è chiesto e ottenutoche questo usasse un com-portamento educato verso ilpubblico, specie quello menocolto, e in particolare nei con-fronti degli abitanti dellacampagna e della montagna,cui è stato riconosciuto titolodi precedenza nella esplica-zione delle loro pratiche, si ècercato di migliorare la con-

dizione giuridica ed economi-ca dei dipendenti comunali.Fra le prime cure dell'Ammi-nistrazione va annoverataquella della modifica del re-golamento organico, ispiratoa questi principi.Equiparazione del trattamen-to economico del personalemaschile e femminile, inquanto a parità di funzioni,secondo lo spirito della Costi-tuzione repubblicana, devecorrispondere parità di retri-buzione. Miglioramento nellosviluppo della carriera e delleretribuzioni.Riconoscimento giuridico delSindacato e delle Commissio-ni interne. Democratizzazio-ne dell'apparato burocratico,immettendo in ogni commis-sione che interessi il persona-le, uno o più rappresentantisindacali. Per quanto riguar-da il trattamento economicova segnalato che oltre a con-

cedere al personale tutti i mi-glioramenti, che gli Enti localiavevano facoltà di accordare,l'amministrazione ha esteso atutto il personale impiegati-zio e salariato, qualunque siala anzianità di servizio, trentagiorni di ferie retribuite al-l’anno, e ha preso fin dal1948 l’iniziativa consacratanel regolamento organico,primo fra i Comuni d'Italia, dicorrispondere al personale diruolo che va in pensione, ol-tre al normale trattamento diquiescenza, la indennità dibuonuscita, pari a un anno diemolumenti. Il nostro è statofra i primi Comuni della Pro-vincia a deliberare la conces-sione dell'indennità accesso-ria e, se finora ha potuto cor-rispondere solo un modestis-simo acconto, ciò è conse-guenza delle capziose dispo-sizioni governative, che han-no impedito la esecuzione

Dignità del lavoro, democraziae partecipazione nel 1946!

complesso dagli Enti predettisono stati costruiti 283 allog-gi e sono in costruzione altriquartieri.FOGNATURE E IMPIANTIIGIENICIFoligno città era per quasi il90% delle sue strade priva difognature, pur esistendo unprogetto redatto dall'ing.Cornero per incarico del Co-mune sin dal 1918.

L'Amministrazione, parte confondi ordinari di bilancio,parte con mutui, ha quasicompletato la rete di fognatu-re in città, inoltrandosi neipiù piccoli vicoli ed ha ese-guito tratti di fogne anche; inalcune frazioni (Belfiore, Col-fiorito, Cave, S. Eraclio, ecc.)per una lunghezza comples-siva di dieci chilometri eduna spesa di Lire 66.725.320.Ha costruito o sistemato incittà (via Bolletta, presso Por-ta Todi, Cipischi) nei sobbor-ghi e frazioni 28 lavatoi, perlo più coperti e dotati di ac-qua igienica e 8 impianti igie-nici pubblici, in alcuni luoghianche con docce, per unaspesa di oltre 7 milioni.Ha restaurato o costruito exnovo forni pubblici nelle fra-zioni di Corvia e Budino percirca 500.000 lire.STRADEII territorio del Comune di Fo-ligno, assai estesa e compren-dente oltre 40 frazioni, è de-ficiente di vie di comunica-zione sia fra frazioni e capo-luogo come fra frazione e fra-zione e dove queste stradeesistono non sono agevol-mente praticabili. Era neces-sarie migliorare la viabilitànel territorio comunale comequella entro la città.

L'Amministrazione ha apertoal traffico o sistemato km.37,640 di strade.Ha creato o sistemato in cittàil Viale Marconi, viale delleGrazie, via S. Giovanni del-l'Acqua, il viale XVI giugno.Ha iniziato la costruzione delnuovo Corso, l'arteria chedarà respiro al transito entroFoligno. Ha provveduto allasistemazione delle vie cittadi-

Gli amministratori rendono conto ai cittadini

Palmiro Togliatti parla nella Sala del Consiglio Comunale di Foligno

Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea Costituente, con il Sindaco di Foligno Italo Fittaioli

re Mandamentale adiacentealla Pretura.E molte altre distruzioni sonostate riparate, ma c'è ancorada insistere presso le Auto-rità Statali affinché le feriteprodotte dalla guerra ai no-stri edifici pubblici - Teatro -Lazzaretto, ecc. siano com-pletamente eliminate.POLIZIA: Al cittadino non oc-corre certo un grande sforzodi memoria per ricordarsinon solo del cumulo di mace-rie che ovunque testimonia-vano le atroci distruzioni ar-recate dalla guerra bestialealla nostra città, ma quale eral'aspetto delle vie e dellepiazze cittadine anche allor-ché nel 1946 l'Amministra-zione prese la direzione delComune.Unici cartelli indicatori, quelliin lingua inglese.

Ogni marciapiede, ogni ango-lo di piazza sede di mercatonero o peggio.Pochissimi veicoli targati; lenorme di circolazione total-mente ignorate.I vigili urbani oltre a trovarsidi fronte a compiti assai gra-vi, erano senza mezzi per cir-colare, senza divise, e per lopiù impreparati al disimpe-gno del loro delicato ufficio.L'Amministrazione democra-tica dovette affrontare taleproblema e lo ha risolto inmaniera soddisfacente tantoche ora il corpo dei vigili delComune di Foligno, per ilsuo comportamento esterio-re e per il tatto con il pubbli-co, è oggetto di quasi unani-me elogio.

dei provvedimenti adottati.L'Amministrazione ha prov-veduto, nei limiti delle mode-ste disponibilità di bilancio,alla migliore sistemazionedegli uffici e dei servizi.Infine nello spirito del princi-pio : « il Comune al popolo eil popolo al Comune » e inte-so a creare una sana e giustacollaborazione fra Ammini-stratori, apparato burocraticoe popolazione, ha attuatoquei mezzi, istituti e organi,che, se pur non previsti dallalegislazione vigente, rispon-dono alle esigenze del nuovoregime democratico, sincera-mente concepito e attuato.Assemblee popolari al centroe nelle frazioni, istituzionedei delegati del Sindaco nellefrazioni, da integrare concommissioni di villaggio; co-stituzione di commissionirionali per l'assistenza; Con-siglio Tributario; Comitati cit-tadini; consulte popolari.Tutti questi organismi e que-ste forme di maggiore contat-to con gli amministrati do-vranno essere potenziate, in-tensificate ed estese.

Page 4: Inserto "I comunisti nelle amministrazioni degli enti locali" - Dicembre 2010

La nascita della Lega avven-ne in occasione del congres-so degli amministratori lo-cali comunisti svoltosi a Fi-renze il 27 dicembre 1947.La scelta del luogo risponde-va a precise ragioni politico-istituzionali legate alla Resi-stenza:“Se mai c’è stata nella storiaunitaria una congiunturanella quale la prospettivadella rifondazione dello Sta-to su basi autonomistiche,cioè della restituzione delpotere dal centro alla perife-ria, si sia delineata, essa sichiama Resistenza. Se maic’è stata una fase di questanella quale la prospettivaabbia acquistato nei fattiprecisione di contorni istitu-zionali, essa va vista nellaseconda metà del1944. Semai c’è stato un luogo nelquale allora si siano poste lepremesse del mutamento,esso deve essere individuatoin Firenze, città e capoluogoriconosciuto dell’intera To-scana. Se mai c’è stato inquel contesto un soggettopolitico, che come tale abbiaapprezzato, assunto e pro-pugnato la causa del capo-volgimento della strutturadello Stato accentrato e del-la sua ricostruzione dal bas-so, esso non si può che iden-tificarlo nel Comitato tosca-no di liberazione nazionale”Nella Toscana del secondodopoguerra, fucina di pro-getti di riforma istituziona-le, a essere al centro dell’at-tenzione dei partiti della si-nistra, e soprattutto dei co-munisti, non furono proget-ti propagandistici, puramen-te antagonisti rispetto allapolitica del governo ma, so-prattutto, i concreti proble-mi del governo locale e quel-li della formazione degli am-ministratori.In questo contesto fu di par-ticolare importanza l’attivitàdella Lega.Specie dopo il 1948, infatti:“la Lega diventa sempre piùil centro promotore e coordi-natore dell’iniziativa delleamministrazioni di sinistra,

non tanto in opposizione al-la politica governativa […]quanto in funzione di unapolitica alternativa dei pote-ri locali, volta a soddisfare ibisogni primari della popo-lazione, ad attivare e poten-ziare i servizi pubblici essen-ziali, ad affermare l’effetti-va autonomia della vita am-ministrativa contro le pe-santi ingerenze dell’autoritàstatale”. Nella seconda tornata delleelezioni amministrative,svoltesi il 10 novembre1946, le sinistre ottenneroun notevole successo con-quistando le amministrazio-ni comunali di Torino, Geno-va e Firenze, e poiché nellatornata primaverile avevanogià conquistato quelle di Mi-lano, Bologna e Venezia siveniva a delineare un qua-dro nel quale comunisti diri-gevano tutte le maggiori cit-tà dell’Italia centrosetten-trionale; su 7.319 comuniesistenti più di 3.000 eranoquelli amministrati dal par-tito comunista. Nell’Italiadel Nord su 57 comuni conpiù di 30.000 abitanti 40erano retti dalla sinistra, nelCentro erano 23 su 27. L’esclusione dei partiti dellasinistra dal IV Governo DeGasperi, consumatasi a Ro-ma alla fine di maggio del1947, segnò la fine dell’uni-tà dei partiti del Cln a livel-lo nazionale ed ebbe riper-cussioni pressoché imme-diate nella vita dei comunidemocratici.“La forza democratica deiComuni sta nella loro unio-ne. Anche per i Comuni ilGoverno di parte che è statocostituito può rappresentarepiù di un pericolo: troppe le-ve sono nelle mani dell’altaburocrazia perché non sidebba temere che esse po-tranno essere adoperate ascopi elettoralistici o di op-pressione, con l’assoluta vio-lazione dei veri interessi del-le popolazioni. Ebbene, sequesto si verificherà, i Comu-ni facciano sentire la loro vo-ce e gridino forte che è finito

il tempo di Giolitti o di Mus-solini e che la libertà non èstata riconquistata, con ilsangue di tanti italiani, per-ché di essa venisse fattoscempio”.E il partito si mosse. Nel-l’aprile del 1947, nelle setti-mane che precedetterol’esclusione della sinistradal Governo nazionale,mentre la lotta politica dive-niva via via sempre piùaspra, la direzione del Parti-to comunista avvertì la ne-cessità di dotarsi di una rivi-sta per i propri amministra-tori locali.Le ragioni che portarono aquesta pubblicazione erano,ufficialmente, di caratteretecnico: “un numero elevatodi autentici lavoratori” erastato eletto nelle assembleelocali e “L’Amministratoredemocratico. Bollettinomensile di orientamento ed’informazione. Edito a curadel centro di consulenza pergli enti locali del P.C.I.” in-tendeva aiutarli “efficace-mente”. La nuova rivista rivolgeva lapropria attenzione più deci-samente verso questioni dicarattere generale. Ospitavaarticoli di informazione su-gli avvenimenti di politicanazionale, sui lavori dellaCostituente in materia di en-ti locali, sulla finanza locale,sulle riunioni di sindaci edamministratori di partito alivello locale e nazionale, manon mancavano articoli suspecifiche questioni di am-ministrazione locale e, piùin generale, su problemi digoverno.Erano molto numerose lenotizie sulla finanza locale,in particolare sul risana-mento della finanza di co-muni e province e sulla ge-stione dell’imposta di fami-glia. Erano molti poi gli arti-coli in difesa degli ammini-stratori della sinistra con-tro i soprusi del Ministerodell’Interno e sugli specificiorgani di consultazione deicittadini istituiti dalle am-ministrazioni di sinistra.

Giuseppe Dozza nasce a Bo-logna il 29 novembre 1901.Fra i fondatori del Partito co-munista d'Italia, perseguitatodal fascismo espatrierà inFrancia e poi in Unione Sovie-tica da dove tornerà per par-tecipare alla resistenza nel1943. Subito dopo la libera-zione di Bologna, per volontàdel Comitato di LiberazioneNazionale, ne diviene Sinda-co, carica che manterrà sinoalle dimissioni per motivi disalute nel 1966. Sin dalla Co-stituente è stato il referentedel Partito Comunista in ma-teria di enti locali e la suaesperienza alla guida del Co-mune di Bologna è stata laguida indiscussa di tutte leamministrazioni progressistee non solo comuniste, tanto

IV

da farlo considerare univer-salmente il “Sindaco” per an-tonomasia.La principale caratteristicadella sua linea amministrati-va è stata quella della parteci-pazione dei cittadini con lacreazione di organismi di de-mocrazia diretta: i Consiglitributari e le Consulte popo-lari cittadine.I Consigli tributari, primoesperimento in Italia, coniu-gavano il bisogno di autogo-verno con il principio di "tas-sazione progressiva" e conquello di controllo dei cittadi-ni nel reperimento delle risor-se. Erano composti da elettidal consiglio comunale inrappresentanza di tutte le ca-tegorie economiche e sociali. Il loro compito era quello di

gestire l'applicazione del-l'imposta di famiglia; quel-l'imposta che colpiva il su-perfluo, cioè la parte di red-dito complessivo eccedenteil fabbisogno fondamentaledi vita del nucleo famigliare.I consiglieri tributari dispo-nevano poi di un corpo diagenti tributari che avevanoil compito di indagare sullamassa dei contribuenti perscoprire gli evasori totali oparziali. La gestione dei tri-buti voleva essere un "casa divetro" non solo in senso me-taforico, gli uffici della ripar-tizione tributi, compresa lastanza dell'assessore, venne-ro separati dagli altri e rac-chiusi fra pareti trasparenti,attraverso le quali i cittadinipotevano "vedere" come si

lavorava sui loro redditi.Le Consulte popolari cittadi-ne volevano offrire ai bolo-gnesi un surplus di democra-zia sul principio che la parte-cipazione non si dovevaesaurire nel solo diritto divoto, ma doveva disporre diuno strumento di controllo,continuo e costante sull'ope-rato degli eletti. Le Consultenascono nel 1947, non sullabase di un provvedimentoistituzionale, ma attraversoatti informali ispirati dallagiunta e dai partiti, comuni-sta e socialista, che la com-ponevano.Erano composte dai cittadinipiù rappresentativi di ciascu-na categoria sociale nei ri-spettivi quartieri e discuteva-no su tutti gli argomenti

Giuseppe Dozza, il “Sindaco”

La lega dei Comuni democratici

Ispiratore e guida di tutte le amministrazioni localiguidate dal Partito Comunista... e non solo

garville (che qualcuno abbre-viava familiarmente in "il Ne-ga"), così come il fratello mi-nore Osvaldo, aveva lavoratoin fabbrica, da operaio, sin daragazzo. Durante la Primaguerra mondiale, interrotti glistudi secondari, era entratoalla Diatto e poi alla Spa e allaGiacchero e aveva partecipatoalle prime lotte operaie. Nel 1920, durante l'occupa-zione delle fabbriche, fu"guardia rossa" e nel 1922 di-venne segretario della Sezio-ne comunista torinese di Bor-go San Paolo. Nel 1928, viene condannatodal Tribunale speciale a 12anni di reclusione per ricosti-tuzione del Partito comuni-sta; è scarcerato nel 1934 e ri-para in Francia e poi a Mosca,come membro del "presi-dium" dell'Internazionale gio-vanile comunista. Dopo la ca-duta del fascismo torna inItalia e rappresenta i comuni-sti nella giunta militare del

Comitato di Liberazione Na-zionale. Primo direttore del'Unità legale, Negarville ènominato membro dell'AltaCorte di Giustizia. Sottose-gretario agli Esteri nel Gover-no Parri e poi nel primo Ga-binetto De Gasperi, è elettotra i costituenti. "Il Nega" - come ricorda Die-go Novelli nel suo libro Co-m'era bello il mio Pci (Me-lampo editore, 2006) - nellepatrie galere aveva fatto una'università speciale'. "Cono-sceva a memoria tutti i cantidell'Inferno, del Purgatorio edel Paradiso... Ci esortava astudiare dicendoci: «Ricor-datevi, l'istruzione è obbliga-toria, mentre l'ignoranza èfacoltativa»". Non a caso,quindi, il nome di Celeste Ne-garville compare, nel 1945,tra quelli degli sceneggiatoridi quel capolavoro del reali-smo che è “Roma città aper-ta” di Roberto Rossellini.

Nato ad Avigliana (Torino) il17 giugno 1905, deceduto aRoma il 18 luglio 1959, ope-raio, dirigente e parlamentarecomunista. A Torino, dove èstato il primo sindaco elettodopo la Liberazione, anchemolti suoi compagni (standoattenti a non farsi sentire dalui), lo chiamavano - per la di-stinzione e la finezza del trat-to - "il marchese". In realtà Ne-

Giuseppe Dozza, Sindaco di BolognaItalo Fittaioli, Sindaco di Foligno

Dalla resistenza, sotto la guida del PCI,rinasce l’autonomia degli Enti locali

dell’amministrazione cittadi-na, dalla illuminazione o dallapulizia delle strade del quar-tiere al piano regolatore.I loro deliberati venivano re-cepiti dalla giunta comunale

della quale faceva parte unapposito assessore alle Con-sulte Popolari, in pochi annidivennero dei propri munici-pi decentrati degli uffici co-munali.

Sindaco di Torino per diecianni, dal 1975 al 1985, comu-nista non pentito descrive ilsuo autoritratto con poche ri-ghe nell’incipit del suo libro:“Come era bello il mio Pci” :“Non sono un apostata comeGiuliano Ferrara. Non mi so-no iscritto al Pci per combatte-re il comunismo, come ha di-chiarato Piero Fassino. Il par-tito di Berlinguer e il Pci perme erano la stessa cosa, con-trariamente a quanto vorreb-be far credere Walter Veltroni.Non è vero che non sono maistato comunista, come ora di-ce di sé Claudio Petruccioli. So-no stato comunista non solo

perché avevo in tasca una tes-sera di partito. E oggi non so-no un ex comunista solo per-ché non ho in tasca una tesse-ra di partito”.Raccontando la storia del co-munismo torinese afferma“allora il grande vivaio deileader del Pci era la fabbri-ca, soprattutto a Torino.Dalle fabbriche arrivavanonon solo operai, ma ancheimpiegati e tecnici. Diversidirigenti della Federazionetorinese furono paradossal-mente eletti da Vittorio Val-letta, visto che erano stati li-cenziati dalla Fiat a causadella loro attività politica.C’era il culto degli operainelle istituzioni, oggi non sene vede più neanche uno.Non ci sono operai in parla-mento, ma neppure nelConsiglio comunale di Tori-no. Quei fantastici metal-meccamici torinesi, capacidi rifare i ‘baffi alle mosche’,quegli strenui resistenti co-munisti di Mirafiori, queimitici compagni della Offici-na 32, il reparto “confino”,la famigerata Osr (officinasussidiaria residui), subitoribattezzata Officina stellarossa”.

Negli ultimi anni del suo se-condo mandato di Sindacoscoprì che alcuni componen-ti della propria Giunta, incombutta con alcuni dirigen-ti comunali, avevano dato vi-ta a una serie di illeciti e verie propri reati nella gestionedei loro mandati e incarichi.Approfondì, accertò e de-nunciò i fatti all’AutoritàGiudiziaria provocando unvero e proprio terremoto po-litico dal qual non restò in-denne neppure la credibilitàdella sua amministrazione edei partiti che lo avevano so-stento. Alle successive ele-zioni il partito comunistaperse il Comune.Alcuni anni più tardi, tuttavia,entrato in vigore il nuovo si-stema di elezione diretta deiSindaci, si candidò di nuovoalla carica di Sindaco soste-nuto da una piccola coalizio-ne di sinistra ottenendo oltreil 46% dei voti al primo turno;al secondo, tuttavia, fu scon-fitto da una coalizione guida-ta dal PDS alla quale si erano“compattati” tutti i partiti delcentro e della destra terroriz-zati dal ritorno alla guida delComune di un comunistaonesto.

Due grandi Sindaci comunistinella città di Marchionne

Diego Novelli

Celeste Negarville