Il progetto per la città improgettabileJane Jacobs, Vita e morte delle grandi città, saggio sulle...

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Il progetto per la città improgettabile Progetto e Contesto LABORATORIO DI LAUREA Referenti: prof. Giangiacomo d’Ardia prof. Susanna Ferrini prof. Ludovico Micara prof. Paola Misino prof. Piero Rovigatti prof. Ettore Vadini arch. Fernando Cipriani arch. Barbara Falcone arch. Giovanni Palermo arch. Francesco Polcini Il progetto per la città improgettabile È la città trascurata nella quale viviamo e che attraversiamo distratti e veloci, sovrapponendo tragitti, per ognuno diversi, che disegnano mappe condivise. È la città che utilizziamo totalmente, riempiendola di resti, di umori, e di rumori. Che spogliamo fino alla consunzione. È la città stravolta, stralunata dalla possessione che autorizzati o non, effettuiamo dei suoi muri, degli spazi residuali lasciati da progetti indifferenti alle mutazioni prodotte. È la città che sopporta l’attacco individuale e l’arroganza quotidiana, adattando la sua disponibilità alle domande impreviste. Una città occupata da mercati improvvisati, stesi uno vicino all’altro, che non rispondono alle previste o impreviste localizzazioni e che si spostano naturalmente lungo le tracce di una possibile rendita. Plasticità urbana, una sorta di flessibilità della sopravvivenza, che ridisegna trasformandoli nel tempo nuovi luoghi. È la città allo stesso tempo della comunanza e dell’ostilità. La città che inventa nuovi colori, non per programmi organizzati, ma per improvvise manifestazioni di rabbie attese. La città dove le grandi opere firmate non trovano, timorose dell’insulto, localizzazione. La città che ospita il nostro sonno nei residui di programmi di edilizia sociale, sopraffatti dalla speculazione. Paesaggio urbano caratterizzato da oggetti degradati che riusciamo a non vedere per miopie di sopravvivenza. È anche la città che viene, automaticamente e incosciamente, cancellata dallo sguardo. La città multietnica, che con compressioni strabilianti riesce ad inventare identità lontane, ma anche la città che rifiuta e respinge e relega in recinti emarginanti.

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Il progetto per la città improgettabile

Progetto e Contesto LABORATORIO DI LAUREA

Referenti: prof. Giangiacomo d’Ardia prof. Susanna Ferrini

prof. Ludovico Micara prof. Paola Misino

prof. Piero Rovigatti prof. Ettore Vadini

arch. Fernando Cipriani arch. Barbara Falcone

arch. Giovanni Palermo arch. Francesco Polcini

Il progetto per la città improgettabile

È la città trascurata nella quale viviamo e che attraversiamo distratti e veloci, sovrapponendo tragitti, per ognuno diversi, che disegnano mappe condivise.

È la città che utilizziamo totalmente, riempiendola di resti, di umori, e di rumori. Che spogliamo fino alla consunzione. È la città stravolta, stralunata dalla possessione che

autorizzati o non, effettuiamo dei suoi muri, degli spazi residuali lasciati da progetti indifferenti alle mutazioni prodotte.

È la città che sopporta l’attacco individuale e l’arroganza quotidiana, adattando la sua disponibilità alle domande impreviste.

Una città occupata da mercati improvvisati, stesi uno vicino all’altro, che non rispondono alle previste o impreviste localizzazioni e che si spostano naturalmente lungo le tracce di

una possibile rendita. Plasticità urbana, una sorta di flessibilità della sopravvivenza, che ridisegna

trasformandoli nel tempo nuovi luoghi. È la città allo stesso tempo della comunanza e dell’ostilità.

La città che inventa nuovi colori, non per programmi organizzati, ma per improvvise manifestazioni di rabbie attese.

La città dove le grandi opere firmate non trovano, timorose dell’insulto, localizzazione. La città che ospita il nostro sonno nei residui di programmi di edilizia sociale, sopraffatti

dalla speculazione. Paesaggio urbano caratterizzato da oggetti degradati che riusciamo a non vedere per

miopie di sopravvivenza. È anche la città che viene, automaticamente e incosciamente, cancellata dallo sguardo.

La città multietnica, che con compressioni strabilianti riesce ad inventare identità lontane, ma anche la città che rifiuta e respinge e relega in recinti emarginanti.

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Il progetto per la città improgettabile

È anche la città che riproduce le parti nobili con modalità sempre più depressa, facendo riferimento a figure vendibili ma sempre illusorie.

La nostra idea è quella di lavorare su questi materiali considerandoli come uno stato di fatto imprescindibile, che rappresenta in modo confuso ma reale, l’occupazione dei

lacerti di libertà sfuggiti o tralasciati dalle procedure opportunistiche della crescita urbana. In sostanza si vuole operare un ribaltamento delle priorità che le attenzioni

pubblicistiche, i ritorni mediatici, i bagni di folla, le occasioni mondane riservate, preferiscono.

Le infrastrutture non costituiscono, in questa città, il supporto delle funzionalità urbane stabilendo relazioni, ma al contrario trafiggono e lacerano con indifferenza, quelle

continuità che rappresentavano il luogo dell’incontro e dello scambio. Gli spazi pubblici, o meglio quelle terre di nessuno, abbandonate dopo una promessa pianificatoria non mantenuta, sono luogo di conquista per i gesti semplici, che non

esigono progetti permanenti. I giardini, confinano e si confondono con recuperi di orti domestici e una natura

infestante. Sono questi i dati del progetto, i punti di partenza per un lavoro di ricerca che affronti i problemi della città comune non con tecniche cancellatorie ma con le attenzioni dovute alle modificazioni, alle superfetazioni, alle invasioni, che con diverse urgenze si sono date i veri destinatari di una città troppo ostile ed autoritaria nei suoi programmi autoreferenziali.

Bibliografia

L’elenco di testi di cui si compone questa bibliografia non è assolutamente un elenco completo di quanto scritto su queste tematiche. Sono libri che hanno recentemente influenzato le mie attenzioni e forse condizionato in modo severo le mie riflessioni sul fare città oggi. Si tratta in fondo di permettere di curiosare nella mia biblioteca, che sicuramente necessita di altre acquisizioni. Il taglio vagamente extradisciplinare, dei titoli che seguono, dovrebbe servire a sospendere l’utilizzo spregiudicato delle immagini e delle ricadute mediatiche, che caratterizza fortemente gran parte delle attuali applicazioni didattiche. Una bibliografia che vuole essere un tentativo di restituire al progetto urbano l’attenzione verso la città attuale, vista nelle sue complessità e contraddizioni, e non solo come luogo di narcisistiche esibizioni. aa.vv., Gordon Matta-Clark, Phaidon, 2002 Cristina Bianchetti, Abitare la città contemporanea, Skira 2003 Yves Alain Bois, Rosalind Kraus, L’informe, B. Mondadori, 2002 Aldo Bonomi, Alberto Abruzzese a cura, La città infinita, B. Mondadori, 2002 Zigmunt Bauman, Vite di scarto, Laterza 2004 Zigmunt Bauman, Fiducia e paura della città, B. Mondadori, 2005 Zigmunt Bauman, Vita liquida, Laterza, 2006 Mike Davis, Città morte, storie d’inferno metropolitano, Feltrinelli 2004 Mike Davis, Il pianeta degli slam, Feltrinelli 2006 Loretta M. D’Orsogna Il Bronx, storia di un quartiere malfamato, B. Mondadori, 2002 Elio Graziali, La polvere nell’arte, B. Mondadori, 2004 Huges Lagrange, Marco Oberti, La rivolta delle periferie, precarietà urbana e protesta giovanile, il caso francese, B. Mondadori, 2006 Jane Jacobs, Vita e morte delle grandi città, saggio sulle metropoli americane, Comunità, 2000 Nicola Lagioia, Christian Raimo, La qualità dell’aria, Minimum Fax 2004 Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili, come si esce dalle cornici di cui siamo parte, B. Mondadori, 2000 Marianella Sclavi, La signora va nel Bronx, B. Mondadori, 2006 O. Marquard, Apologia del caso, il Mulino, 1991 Piano Progetto Città n° 22/23, Territori sempre più simili, Cristina Bianchetti a cura, U.Sala 2005 G.Reggio, P.Glass, Powaqqatsi, 20Century Fox1988 John Scanlan, Spazzatura, Donzelli ed. 2005 S. Scateni a cura, Periferie, Laterza, 2006 Lea Vergine, Quando i rifiuti diventano arte, Trash rubbish mongo, Skira 2006 Anthony Vidler, Il perturbante dell’architettura, saggi sul disagio nell’età contemporanea, Einaudi 2006 Slavoj Zizek, Benvenuti nel deserto del reale, Meltemi 2002

2007-2008 facoltà di Architettura di Pescara