IL GRANELLO DI SENAPA - Famiglie Separate Cristiane Lazio · 2017. 3. 22. · Gruppi di Preghiera -...

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IL GRANELLO DI SENAPA Notiziario trimestrale dell’associazione Famiglie Separate Cristiane Gruppi di Preghiera - Roma Anno 6 – n. 4 – dicembre 2010

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IL GRANELLO DI SENAPA Notiziario trimestrale dell’associazione Famiglie Separate Cristiane Gruppi di Preghiera - Roma Anno 6 – n. 4 – dicembre 2010

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2 IL GRANELLO DI SENAPA

Accanto all’attesa e alla speranza, il tempo dell’Avvento ci ha invitato a re-cuperare ed a approfondire la dimen-sione della gioia. Le quattro settimane di preparazione sono state un percorso che ci ha condotto ad ascoltare la pa-rola rivolta dall’angelo ai pastori e che sentiremo risuonare di nuovo nella not-te di Natale: “ Non temete! Vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo: oggi è nato per voi il Cristo sal-vatore” (Lc 2,10). Egli ripete a noi ciò che Egli nella sua nascita ha già detto a tutto il mondo: “ Io sono qui: sono presso di te. Io sono la tua vita, io sono il tuo tempo. Io ho preso su di me la tristezza della tua monotonia quotidiana: io piango le tue lacrime. Io sono nella tua angoscia, perché l'ho sofferta insieme con te. Io sono qui: quando il conto dei tuoi pensieri e delle tue esperienze non tor-na giusto, guarda, io sono quel resto che rimane da spiegare; quel resto in verità è il mio amore, che tu ancora non comprendi. Io sono qui: non vado più via da que-sto mondo, anche se non mi vedi. Og-gi è Natale, allora, rivolgiti a me e dimmi: "Tu sei qui: sei venuto, sei ve-nuto tra noi perfino nella mia anima: perfino qui, dietro la mia irragionevole ostinazione che non vorrebbe abbas-sarsi per farsi perdonare nulla”. Accendiamo le candele, è la Luce che fa risplendere anche l’oscurità del-la notte. Buon Natale. Renato

IN QUESTO NUMERO

- PRESENTAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE pag. 3

- EDITORIALE “ 4

- VITA ASSOCIATIVA “ 6,11

- PREGHIERA “ 10,17

- SEZIONE DA STACCARE - INSERTO LEGALE “ A-B-C-D

- NEWS “ 13

- RASSEGNA STAMPA “ 18

- CONSIGLI PER LE LETTURE “ 21

- PROSSIMI APPUNTAMENTI ED INCONTRI “ 22

IL GRANELLO DI SENAPA Redazione Betty Calì

Grafica & Impaginazione Roberto De Angelis Web www.famiglieseparatecristiane.it sezione Lazio

Mail [email protected]

PRO MANUSCRIPTO Ad uso interno dell’associazione

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è una Associazione senza fini di lucro costituita a Milano nel 1998. Si è diffusa in se-guito in varie città d’Italia. Fa riferimento alla dottrina della Chiesa sulla famiglia. Collabora con l’Ufficio della Conferenza Episcopale Italiana per la pastorale della famiglia. Fa parte del “Forum delle Associazioni Familiari”.

Gli obiettivi principali sono:

• Accogliere i separati, ascoltando e condividendo la loro sofferenza, in un clima di ami-cizia e aiuto reciproco e far loro sentire o riscoprire l’appartenenza alla Chiesa;

• Aiutare i separati a rivedere il rapporto personale con Dio, per riscoprire la Sua vici-nanza ad ogni abbandono e ad ogni povertà, mediante la preghiera e l’ascolto della Parola;

• Aiutare i separati nell’approfondimento della vita cristiana e sostenerne l’inserimento o il reinserimento nella comunità cristiana;

• Promuovere la pari dignità educativa di entrambi i genitori mettendo in luce che per l’educazione e la crescita affettiva, psicologica e religiosa dei figli è necessario che essi ricevano cura, affetto e insegnamento da ciascun genitore portando così entram-bi i coniugi, anche dopo la separazione, a “educare insieme”;

• Promuovere politiche familiari che tutelino e sostengano adeguatamente le funzioni della famiglia e i suoi diritti.

La nostra Sezione è nata nel gennaio 2001, attualmente ha vari gruppi distribuiti in diverse zone di Roma . Ai gruppi di preghiera partecipano persone che si trovano nelle più svariate situazioni: separati, divorziati, divorziati risposati, a volte anche qualche coppia in crisi e gene-ralmente persone molto sofferenti, ferite. Lo stile dell’incontro è quello della accoglienza, dell’ascolto, del sostegno. Nessuno deve sentirsi giudicato, ognuno deve sentirsi amato.

Oltre agli incontri di preghiera proponiamo

• incontri guidati da esperti nei settori di propria competenza: teologi, avvocati, psicolo-gi, ecc. sui problemi della separazione;

• ritiri spirituali nei tempi “forti” dell’anno liturgico (Natale e Pasqua) ecc.

• momenti “conviviali” .

PRESENTAZIONE

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4 IL GRANELLO DI SENAPA

Editoriale di P. Enrico Frigerio scj

Natale: abbassarsi per varcare la soglia della speranza

Il pellegrino che, giunto a Betlem-me, desidera entrare nella basilica del-la Natività, di epoca costantiniana, non può fare a meno di fermarsi, sconcerta-to, davanti all'entrata. Una basilica de-ve avere un'entrata ricca e decorata! E invece il pellegrino, davanti a tale basi-lica, si trova davanti un'apertura alta poco più di un metro. Quindi, per supe-rarne la soglia, è costretto a piegarsi, a farsi piccolo.

All’origine c’era un’entrata imponen-te, ma ora, per motivi legati a vicende politiche e storiche, le dimensioni dell’entrata sono state molto ridotte: questa porta bassa e stretta si adatta perfettamente all’evento salvifico che lì si è realizzato. «Chi arriva sul luogo dove Dio è nato si deve abbassare come Dio si è abbassato» (Benedetto XVI).

Uno sguardo al Vangelo Se guardiamo al Natale con la men-te libera da tutto quello che la cultura circostante ci propina, ci accorgiamo subito che nella nascita di Cristo tutto dice piccolezza e abbassamento.

Tante persone indaffarate e in cammino… Gesù è nato durante un censimento . Durante un movimento di persone da luoghi dispersi verso un centro, Gerusalemme. Con loro si muo-

ve anche la famiglia di Giuseppe: il Tut-to si fa frammento; l’Immenso si riduce ad una cifra da apporre su un registro. Ma il censimento, invece che misurare la ricchezza di un territorio, diventa, nella provvidenza di Dio, la strada per manifestare la vera forza di Dio. Men-tre tutti sono obbligati a muoversi per mostrare quanto è grande e forte l’imperatore, il loro movimento diventa un atto di amore , di omaggio che met-te in luce il vero centro, la vera gran-dezza: l’abbassamento di Dio . Tra queste persone in cammino, ecco i pastori . Quanta poesia è sorta intorno a loro: eppure i pastori erano una categoria ritenuta inaffidabile , perché erano abituati a non andare troppo per il sottile nella distinzione tra il proprio e l’altrui. Ritenuti, poi, impuri a causa del loro continuo contatto con gli animali , erano inadatti alla testimo-nianza ed erano esclusi dai luoghi uffi-ciali del culto.

Uno sguardo dentro di me Questi pochi elementi bastano per dirmi che per vivere il Natale, sono chiamato a cercare ispirazione non in quello che sento dire di questa festa, ma in quello che Dio mi rivela attraver-so la storia della salvezza, cioè attra-verso il modo con cui lui è arrivato fino

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a me. Tra le tante possibili vie, Dio sce-glie quella dell'incontro diretto, sul ter-reno così instabile e insicuro della mia umanità, l'incontro faccia a faccia. Que-sto diventa anzitutto motivo di fiducia, perché «Dio stesso si è fatto piccolo e con questo noi abbiamo perso ogni paura davanti a lui, lo possiamo avvici-nare, può sorgere una comunione tra noi e lui…». E que-sto genera anche un impegno perché «Il guardare di Dio è un agire. Il fatto che Egli mi vede, mi guarda, trasforma me e il mondo intorno a me.» (Benedetto XVI). Dio si abbassa, si fa vicino, mi guar-da, mi trasforma. Tutto questo è un programma per me cristiano, chiamato ad ab bassa rm i (forse per avvicinar-mi ad una persona che mi ha fatto un torto), farmi vicino (a chi forse cerca di evitarmi), cercare lo sguardo dell’altro (che forse fa di tutto per non guardarmi negli occhi): il Natale mi dice che questi gesti, sostenuti dalla fede, trasformano me che li compio e sono un tentativo di trasformare l’altro verso il quale cerco di aprirmi.

Fiducia, impegno, certo. Ma il Nata-le è avvolto nella gioia, così vera e pro-fonda che è in grado di intaccare anche le nostre piccole o grandi sofferenze: la

gioia di fare un regalo o di riceverlo, che diventa un simbolo di quel Dio che si fa piccolo e si dona a noi; la gioia di passare più tempo con una persona che ha bisogno di essere ascoltata, sottraendolo a qualche attività che sul momento forse ritengo più urgente, e questo mi ricorda gli anni che Gesù ha

passato a Nazareth con Maria e Giusep-pe “perdendo” molto tempo. Insomma anche la gioia del Natale nasce sul terreno del dono, dell’abbassamento, della rinuncia.

Qualunque sia la nostra situazione, il nostro stato di vita, non passa giorno senza che siamo c h i a m a t i a d “abbassarci”, a fare il primo passo, a non avvalerci di un diritto pur di tener

vivo un rapporto con una persona che ci è cara, a passare per “deboli” per evitare che si spenga del tutto una “fiammella fumigante” …

Quella porta bassa che immette nella grande basilica della Natività, di-venta per me il simbolo del mio abbas-sarmi per entrare in modo cristiano, con fiducia, con impegno e con gioia, nel mistero del Natale.

Varcare quella soglia, chinandomi, facendomi piccolo, mi introduce in un Natale pieno di speranza!

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6 IL GRANELLO DI SENAPA

VITA ASSOCIATIVA

UN PELLEGRINAGGIO AD ASSISI

PER UN GRUPPO DI SEPARATI: PERCHÉ?

Il 23 e il 24 ottobre, grazie all’impegno e alla tenacia di Fran-cesco e di Paola, è stato organizza-to un pellegrinaggio ad Assisi, sotto la guida di Mons. Sergio Mangia-vacchi. Il viaggio in treno , sia all’andata che al ritorno, ha coinciso con i giorni clou di Eurochocolate a Perugia e quindi, per la maggior par-te di noi, ha voluto dire viaggiare in piedi, ma questo non ha scoraggiato chi è abituato a difficoltà sicura-mente più grandi. E’ stata, credo, un’esperienza for-te, di cui tutto il gruppo ha benefi-ciato. La riflessione e la preghiera han-no seguito le tap-pe, biografiche e spirituali, di San Francesco, in un crescendo di inten-sità e di coinvolgi-mento spirituale. Così, se la visita a San Damiano, luo-

go della vocazione del Santo, ha offerto lo spunto per riflettere sul senso e sulla consapevolezza delle nostre scelte di fede, le soste a Santa Chiara e a San Rufino ci hanno invitato a ripensare alla quantità e alla qualità del nostro tempo dedicato alla preghiera.

E’ forse però a partire dalla basilica di San Francesco che tutti ci siamo sentiti stimolati a riflettere sui nostri dolori: davanti alla tomba del Santo, don Sergio ci pun-gola sul senso della croce, spronandoci ad unire alla conce-zione antica, quella che metteva in evi-denza l’aspetto glo-rioso della vittoria di Cristo sul male, la concezione moder-na e più cruda della croce stessa. Mi sembra di intuire che in questa capa-cità di far convivere il dolore e la spe-

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ranza consista anche la scommes-sa delle nostre storie, spesso così dolorose, a volte apparentemente insensate. Dopo la condivisione gioiosa della cena, Don Sergio ha voluto sentire le nostre impressioni sulle catechesi della giornata; an-che quello è stato un momento in-tenso che non poteva che conclu-dersi con una preghiera alla Ma-donna prima di andare a letto. Il legame fra gioia e sofferenza sem-bra il motivo conduttore delle lodi della domenica mattina: nella sug-gestione della chiesa di Santa Chia-ra, e con l’accompagnamento del canto delle clarisse, è più facile pre-gare e chiedere al Signore un cuore nuovo, di togliere in noi il cuore di pietra e di darci un cuore di carne. In fondo, il cuore di carne è un

cuore che sa anche soffrire, che sa nell’angoscia gridare a Dio, consa-pevole che il Signore risponde e ci trae in salvo (salmo 117). Il silenzio e la meditazione indivi-duale ci accompagnano nella visita all’Eremo delle Carceri, il luogo in cui San Francesco e i suoi, a stretto contatto con la natura, si ritiravano a pregare. E’ qui che celebriamo la Messa. Abbiamo il privilegio di essere ac-colti in una piccola cappella, assolu-tamente essenziale, tutta per noi. Il senso della comunità diventa così ancora più tangibile. Le letture della domenica sembrano essere state scelte proprio per noi; a partire da Siràcide 35,15-17.20-22 “..La pre-ghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata”

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per passare al Salmo 33 che ci ri-corda ancora una volta che “Il Si-gnore è vicino a chi ha il cuore spezzato” per arrivare al vangelo del fariseo e del pubblicano che risuona con una forza del tutto par-ticolare. Quel fariseo che stava nel tempio e metteva davanti i suoi meriti (“Ti ringrazio perché io non sono come gli altri, come questo pubblicano che sta in fondo al tem-pio; io pago le decime,...”) sembra davvero tanto distante dall’umiltà di

San Francesco e del luogo che ci ospita. Quante volte, come il farise-o, abbiamo l’intima convinzione di essere giusti e disprezziamo gli altri? Riusciamo davvero, nella quotidianità della giornata e nel vortice dei sentimenti che a volte si impadronisce di noi, a pensare che “chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”? Mi invade, ancora una volta, il problema del perdono che, nell’esempio di San Francesco, mi appare in una luce diversa, gioiosa, non come una serie “di rospi” da dover mandare giù, ma come capacità di accoglie-re la persona nella sua totalità, al di là di quello che ha fatto, e al di là della sofferenza che mi ha provo-cato. Il nostro pellegrinaggio non po-teva che concludersi, come il per-corso terreno di San Francesco, alla Porziuncola. Don Sergio non esita a lanciarci un altro spunto di

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Giotto e c’è, infine, chi si conce-de una pausa enogastronomica. Ma, al di là delle inclinazioni per-sonali, alla fine ci si ritrova tutti sul treno, e la folla, e il disagio del viaggio non pesano più come all’andata: forse ci sentiamo più forti, sicuramente più consapevo-li di avere un nuovo bagaglio da portare nelle nostre famiglie. Malvina

riflessione, insistendo sul fatto che la vita eterna non comincia dopo la morte ma è già presente, perché, se “l’amore conferisce ai nostri atti un valore eterno, e se l’amore non avrà mai fine, ogni gesto d’amore ai fratelli è già parte della vita eterna”. Con queste parole forti, che in fon-do sembrano dette proprio per noi, mi viene da sorridere e da pensare che davvero la scelta di questo iti-nerario francescano sia stata quan-to mai indovinata e feconda. Il pomeriggio della domenica tra-scorre in modo più goliardico: c’è chi ipotizza scenari apocalittici per il ritorno e chi predispone ingegnosi piani risolutori e alternativi per sfug-gire dall’incubo del treno pieno zep-po dei reduci delle giornate del cioccolato di Perugia; qualcuno pre-ferisce una visita artistica nella ba-silica superiore di San Francesco, e, armato di moderni ritrovati della tecnica, illustra tutti gli affreschi di

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Il Silenzio

Quanto è importante il silenzio nella vita! Il silenzio sussurra ai cuori e li unisce. Il silenzio fa da guida nella profondità dell’anima . Il silenzio attiva le emozioni del cuore: i sentimenti prendono forma e si riesce a trasmette re tutto ciò che a parole è difficile esprimere. Il silenzio lascia parlare tutto ciò che rimane in silenzio. I Santi e i giusti sanno:

Soffrire in silenzio,

Immolarsi in silenzio,

Lavorare nel silenzio,

Esprimersi nel silenzio,

Nascondersi nel silenzio,

Zelare nel silenzio,

Immergersi nel silenzio,

Offrirsi nel silenzio E anche ascoltare, amare e donare la propria vita n e silenzio. Talvolta il silenzio fa tanto rumore! Nel mio piccolo mondo aiutami, o Dio, a fare silenz io quando mi parla un fratello. Non farmi ascoltare solo e sempre le mie parole. Aiutami a percepire la Tua voce quando mi pongo inn anzi a Te. Come una mamma comunica le emozioni al bambino in grembo senza parlare, anche Tu nel silenzio trasmetti al mio cuore quelle dolci sensazioni che alimentano la mia anima . Sii sempre mio caro compagno nel silenzio Aiutami ad attivare e perfezionare il terzo orecchi o e il terzo occhio affinchè la mia anima possa ascoltarTi, vederTi e a dorarTi nel silenzio.

Condizione indispensabile per la riuscita di un pel legrinaggio è mettersi in una condizione di silenzio interiore. La preghiera che segue è una di quelle pro poste da Mons. Mangiavacchi durante il pellegrinaggio ad Assisi.

PREGHIERA

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Roma, 9 ottobre 2010. Già dalle 15.30 nella Parrocchia di Sant’Andrea Avellino al Trionfale, cominciano a giungere i primi gruppi di amici e frater-ni compagni di cammino di don Clau-dio, guida spirituale della sezione di Roma FSC, che però non sarà presen-te a causa di un lutto in famiglia, ma che ha voluto mettere ugualmente a disposizione dell’Associazione la sua parrocchia. L’argomento della giornata è “Separati, quale Evangelizzazione?”. I relatori sono Padre Enrico Frigerio del-la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli a Piazza del Popolo e Mons. Sergio Mangiavacchi, Cappellano dell’Ospe-dale Oftalmico di Roma. Sono presen-ti anche Don Socorro, guida spirituale del gruppo Castani di FSC , Don Mar-cello di Fulvio della Chiesa di S. G. Evangelista di Palestrina e Don Gio-vanni Cazzaniga guida spirituale del nuovo gruppo FSC recentemente for-mato a via Boccea, i quali sono inter-venuti con osservazioni e approfondi-menti coinvolgendo più persone, am-pliando in questo modo il dibattito che

è seguito dopo le relazioni. Paola Menaglia ci ha ricordato brevemente che questo incontro è da ricollegarsi alle giornate informative della FSC di Roma che si sono tenute presso la Basilica del Sacro Cuore di Gesù nei giorni 24 e 25 aprile il cui tema conduttore era “Separati Cristia-ni, oltre l’accoglienza e il dialogo”, e che quindi lo scopo di questa giornata è quello di trovare ed individuare delle tracce, delle idee guida per strutturare il contributo che noi separati possiamo offrire nell’impegno di evangelizzazio-ne della Chiesa. Paola ha sottolineato un principio importante: anche noi, nelle nostre situazioni, le più dispera-te, possiamo essere una risorsa per l’evangelizzazione. Padre Enrico è il primo a prendere la parola e ci invita a riflettere su temi biblici ed ecclesiasti-ci . Agire ed annunciare, amare nella verità, sono le basi per l’evangelizzazione alla quale siamo tutti chiamati ad impegnarci. Ci sugge-risce la lettura/testimonianza di vita della giovane Chiara “Luce” Badano recentemente beatificata, la quale ha

saputo accettare la sofferenza e la morte con grande spirito evangelico portando se stes-sa come strumen-to di evangelizza-zione. Fin da ra-gazzina si era proposta infatti

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INCONTRO DI APERTURA DELL’ANNO UN’ OCCASIONE DI RIFLESSIONE E DI GIOIA

VITA ASSOCIATIVA

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ta del matrimonio. Accompagnare le giovani coppie, sostenere le famiglie in difficoltà e a rischio di separazione. Intorno alle 18 il convegno si con-clude e ci avviamo tutti alla celebrazio-ne della Santa Messa che viene conce-lebrata dai sacerdoti presenti. Finita la celebrazione ci si attiva per una piccola vendita di beneficienza il cui ricavato andrà a favore della FSC Roma per le spese attive sostenute nella sua attivi-tà. Nel frattempo alcuni volontari del “settore gastronomico” si sono attivati per preparare una cena conviviale ve-ramente prelibata. Giovanni, cuoco e maestro di tavola, armato di forchetto-ne e grembiule, davanti alla sua grande piastra, dedicava la sua attenzione alla cottura di salsicce, verdure, bruschette e per finire ci ha offerto una splendida pizza. Intorno ai tavoli imbanditi il clima si fa caldo e allegro per la serenità e la simpatia che circola tra i partecipanti. Richiami, battute spiritose e risate han-no permesso a tutti di vivere un mo-mento lieto e per qualche ora ognuno ha potuto mettere da parte i propri pro-blemi, vivendo pienamente questi mo-menti di condivisione e di partecipazio-ne alla gioia. Ringraziamo i sacerdoti che ci sono stati compagni in questo incontro, e Don Claudio, che ci ha per-messo di trascorrere un pomeriggio in serenità nella sua bella Parrocchia. Dalle pagine di questo giornalino co-gliamo l’occasione per confermargli oltre alla partecipazione al suo lutto, ancora una volta il nostro affetto. Carla Maria

di non «donare Gesù agli amici a pa-role, ma con il comportamento». Altro intervento incisivo è quello di Don Ser-gio che tocca un tema scottante su cui tutti dovremmo interrogarci “a che punto siamo nella vita cristiana?” sotto-lineando alcuni punti fondamentali. Ci ha proposto al riguardo alcuni significa-tivi interrogativi: ο Stiamo cercando la pace del cuore che da equilibrio alla vita?

ο Contribuiamo allo sviluppo della società, impegnandoci nella lotta con-tro le ingiustizie?

ο Riusciamo a comunicare agli altri la grazia e la salvezza che noi abbiamo ricevuto?

ο Siamo attenti e ascoltiamo il nostro prossimo? Coltiviamo le relazioni umane con cu-ra? L’incontro con l’altro, infatti, è come un sacramento che se vissuto in pie-nezza, ci porta a superare i nostri egoi-smi. Il dibattito che segue dimostra a tutti noi, ancora una volta, quanto di fronte al dramma delle separazione e dei di-vorzi che aumentano in modo dramma-tico di anno in anno, la Chiesa, e quindi ognuno di noi, debba impegnarsi con-cretamente nel servizio all’interno di questa dolorosa problematica. Emerge la necessità di individuare al-cuni possibili criteri per aiutare le future coppie. Corsi per fidanzati dove futuri sposi possano pienamente compren-dere il progetto di vita che stanno per mettere in atto, consapevoli delle sin-gole responsabilità per la buona riusci-

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VITA ASSOCIATIVA (sezione da staccare) Inserto legale

IL GRANELLO DI SENAPA A

ASSEGNO DI MANTENIMENTO

Coniuge rifiuta l’offerta di lavoro dell’ex marito?

Corte di Cassazione, prima Sezione civile, sentenza 17347. 23 luglio 2010.

Questo rifiuto non determina la riduzione dell’assegno di manteni-mento. La Corte di cassazione ha stabilito che al coniuge che rifiuta l’offerta lavorativa del suo ex compagno non può essere ridotto l’assegno di mantenimento a meno che non si riesca a provare che il lavoro offerto sia adeguato alla sua qualifica professionale.

Nel caso di specie, dopo aver ribadito il principio sopra enunciato La Corte ha spiegato che la sentenza di merito “ha escluso la negligenza della condotta della (donna) nel rifiutare le offerte di lavoro” infatti “il rifiuto di accettare possibilità d’impiego non può essere considerato, di per sé solo, espressione di renitenza a provvedere al proprio mantenimento”, 28 luglio 2010 Luisa Foti studio Cataldi http://www.studiocataldi.it/

DIVORZIO

L’assenza dei coniugi alla conciliazione non dete rmina la nulli-tà della sentenza di divorzio Corte di Cassazione, prima Sezione civile, sentenza n. 17336, 23 luglio 2010 I coniugi non devono necessariamente essere presenti alla conciliazio-ne. L'assenza di uno dei coniugi non comporta, infatti, la fissazione di una nuova udienza, e non determina la nullità della sentenza di divorzio. Lo ha stabilito la Suprema Corte, respingendo il ricorso di una donna contro la decisione con cui la Corte d'Appello di Roma aveva dichiarato la cessazione degli effetti civili del suo matrimonio con l'ex marito. La signora invocava la nullità della sentenza, dal momento che i giudici di secondo grado avevano pronunciato il divorzio senza che fosse consumato il tenta-tivo di conciliazione, mancando all'udienza entrambi i coniugi. I giudici hanno respinto la sua tesi difensiva, richiamando un consolida-

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VITA ASSOCIATIVA (sezione da staccare) Inserto legale

to orientamento giurisprudenziale in base al quale "il tentativo di concilia-zione nelle cause di divorzio, pur configurandosi come un atto necessario ai fini dell' indagine sulla irreversibilità della crisi coniugale, non costituisce un presupposto indefettibile del giudizio, onde la mancata comparizione di una delle parti non comporta la fissazione necessaria di una nuova udien-za presidenziale, che per contro può essere omessa quando, con incen-surabile apprezzamento discrezionale, non se ne ravvisi la necessità o 1' opportunità". La Cassazione ha quindi ribadito che l'assunto della donna, secondo cui la mancata partecipazione di entrambi i coniugi, nell'insussistenza di gravi e comprovati motivi, avrebbe comportato l'improcedibilità del giudi-zio, è privo di ogni supporto normativo. Ilaria Piazza cassazione.net lunedì' 26 luglio 20 10 Uno psicanalista lacaniano francese riesamina la fr agilità delle coppie A margine delle considerazioni più o meno desolate e/o rassegnate sulle separazioni e sui divorzi in crescita anche in Italia, può essere utile soffermarsi sulle considerazioni di un importante psicanalista lacaniano francese – ovvero, quanto di più lontano dai “soliti cattolici” refrattari alla modernità – nel corso di una conferenza tenuta tre anni fa a Milano, e rac-colta, con altri interventi di esponenti della stessa scuola psicanalitica, nel libro “Disagio nella modernità” (a cura di Marisa Fiumanò ), appena uscito per et al. Edizioni. Nazir Hamad, che si occupa di psicanalisi infantile e che nella pratica clinica affronta dunque il disagio e la sofferenza dei più piccoli, dice di considerare “con molta inquietudine” il fatto che “non ci sono più coppie che si sposano nella buona e nella cattiva sorte. Questa abitudine è finita. Le coppie si separano senza darsi o dare ai propri bambini la possibili-tà di elaborare il lutto della separazione. Ci sono coppie che dicono chia-ramente: ‘Si sapeva che ci saremmo separati, si sapeva che non sarem-mo invecchiati insieme’… Qualcosa si rovescia nel legame familiare: sono gli adolescenti a consolare i genitori quando hanno dei problemi sentimen-tali. C’è una sorta di adolescenza che dura nel tempo e finisce per riunire genitori e figli nella medesima situazione, come se non ci fosse più una barriera possibile per separare le generazioni”.

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(sezione da staccare) Inserto legale

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Da lì, prosegue Hamad, e dal confronto con nuovi partner dei genitori, figure a loro volta destinate a svanire per lasciar posto ad altri, nascono i sentimenti di paura, di rinuncia, di indifferenza e aggressività che affliggo-no molti ragazzi. Condannati a loro volta (perché è una condanna) a non poter nemmeno immaginare, sperare, sognare che un legame possa es-sere “per sempre”. Nicoletta Tiliacos più voce net 23 luglio 2010 http://www.piuvoce.net

SEPARAZIONE E DIVORZI

Nella giurisprudenza del Tribunale di Novara Premessa Si propone qui di seguito una rassegna delle decisioni assunte dal Tri-bunale di Novara in materia di famiglia e particolarmente in tema di sepa-razione e divorzio. La rassegna è stata suddivisa in argomenti, per meglio agevolare la ricerca della sentenza che interessa. Si osserva che il Tribunale di Novara mostra di aderire agli orientamen-ti giurisprudenziali maggiormente consolidati. In tema di affidamento del minore, invero, il Collegio novarese assu-me che la regola da seguire sia quella dell'affidamento condiviso il figlio ad entrambi i genitori, nel rispetto del tenore letterale della norma vigente, lasciando l'affidamento esclusivo all'ipotesi in cui l'affidamento condiviso si palesi contrario all'interesse dei minori. Con ciò conformandosi l'orienta-mento assunto dalla Suprema Corti (cfr., ex multis, Cass. civ. Sez. I, 17/12/2009, n. 2658). In ipotesi di conflittualità tra i genitori, l'orientamento mostrato dalla giurisprudenza è stato quello di ritenere che la conflittualità non possa essere di ostacolo ad un affidamento condiviso dei figli minori (cfr. App. Napoli Sez. minori, 19/03/2010; Cass. civ. Sez. I, 18/06/2008, n. 16593). Vale però la pena di osservare che, pur nel rispetto di tale premessa ma specie a fronte di una Ctu, disposta in giudizio, la quale, proprio per l'elevata conflittualità tra i coniugi ha ritenuto che l'affidamento condiviso fosse sconsigliabile e che fosse invece preferibile l'affidamento esclusi-vo ad uno solo dei genitori, il Tribunale di Novara abbia invece preferito

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appunto l'affidamento esclusivo, ritenendolo più tutelante, nella fattispecie, dei figli minori, proprio in considerazione della conflittualità dei medesimi genitori. In tema di assegnazione della casa coniugale, il Collegio novarese asserisce che l’assegnazione della stessa sia finalizzata alla tutela del minore e all’interesse del medesimo di preservare la medesima abitazio-ne, evitando loro ulteriori disagi derivanti da un trasferimento altrove, disa-gi che si andrebbero ad aggiungere alla separazione, la quale, già di per sé, potrebbe essere stata traumatica. Ciò conformemente a quanto assun-to dalle altre corti di merito (cfr., ad es. fra le recenti, Trib. Potenza, 07/07/2010). Interessanti appaiono inoltre le decisioni assunte dal Tribunale di No-vara riguardo al mantenimento del figli minori, e particolarmente del modo con cui possa essere quantificato il contributo stesso. Notevole, in tal senso, lo sforzo di offrire al Giudicante plurimi elementi di natura oggettiva cui ancorare la sua discrezionalità decisoria, onde non lasciare che la stessa possa sconfinare nell’arbitrio. In materia, inoltre, il Collegio novarese ha cercato altresì di dare indicazioni anche nelle ipotesi di contumacia del genitore e di stato di disoccupazion e dello stesso. Mosso dalla medesima finalità di permettere al Giudice una quantifica-zione il più possibile oggettiva anche nel caso di assegno di mantenimen-to per il coniuge, il Tribunale di Novara ha cercato di trovare indici oggetti-vi cui ancorare la determinazione delle capacità reddituali dei coniugi in relazione al tenore di vita goduto in costanza di matrimonio. Infine, decisioni interessanti sono state assunte in relazione alle delimi-tazione delle questioni che possono essere oggetto di un giudizio di sepa-razione e che quindi possono trovare una risposta giudiziale, escludendo questioni, quali, ad esempio, la suddivisione dei beni fra i coniugi o l’attribuzione della casa coniugale in assenza di figli minori o di figli mag-giorenni conviventi e non ancora autosufficienti. Avv. Monica Bombelli Avv. Matteo Iato Rassegna di g iurispruden-za - www.novaraius.it I testi integrali delle sentenze – di cui qui sono riportate le massime – co-me anche le massime stesse sono reperibili sul sito: www.novaraius.it, nella sezione “Famiglia”. filo diritto 22 novembre 2010 http://www.filodiritto.com

(sezione da staccare) Inserto legale

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NEWS

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Dopo questa doverosa precisazio-ne ci preme fare il punto della si-tuazione sulle CASE PER PAPA’ SEPARATI che in alcune città d’Italia sono già attive dal 2008 grazie a finanziamenti da parte delle regioni, province o dei comuni . Di seguito sono riportati alcuni articoli tratti da varie testate che si sono oc-cupate della questione ROMA: UN ANNO NELLE CASE OASI DEI PAPÀ SEPARATI Antonio non ce la faceva più. Tolti gli alimenti per i figli, gli restavano 400 euro al mese. Troppo poco per affittare un appartamento. Allora ha deciso di andare alla Caritas e per sessanta giorni ha dormito e cenato in via Marsala, tra barboni con i pi-docchi, alcolizzati che vomitavano a letto e immigrati morti di fame. Carlo, invece, guadagna bene. È marescial-lo dei carabinieri, esperto di sicurez-za informatica; il 27 si mette in tasca circa 16 biglietti da cento euro. Ma tra alimenti, mutuo della casa dove ora vive l'ex moglie e «varie», il suo reddito è pari a zero. O addirittura meno. I loro diritti sono sospesi. Le loro esistenze violate, la loro dignità offesa. La loro paternità, garantita sulla carta, è annullata dalla triste quotidianità dei fatti. Alle spalle han-

È il quadro che emerge dal più re-cente rapporto Caritas-Zancan su po-vertà ed esclusione sociale in Italia, uno studio realizzato su un campione di 80 mila persone delle 600 mila che in tutt’Italia si rivolgono ai centri d’ascolto delle Caritas diocesane. Anche se di poco, infatti, sono più le donne divor-ziate o separate degli uomini a rivolger-si ai centri di ascolto Caritas. Tra gli italiani che hanno chiesto aiuto, infatti le donne sono il 19,2%, mentre gli uo-mini il 16,1%. “Tutto sommato non c’è grossa dif-ferenza di incidenza – ha spiegato Wal-ter Nanni, da anni impegnato nello stu-dio dei fenomeni di povertà, marginalità e disagio per l'Ufficio studi della Cari-tas. Da una parte ci sono molte donne separate che continuano a stare in fa-miglia con i bambini e si rivolgono alla Caritas per indigenza economica, men-tre tra gli uomini ci sono più situazioni di separati o divorziati tra i senza dimo-ra. Più o meno le situazioni si equival-gono”… A peggiorare la situazione, in alcuni casi, anche l’assenza o la perdi-ta del lavoro da parte del genitore di-vorziato o separato con figlio a carico. Sono disoccupate il 4,8% delle donne separate con figlio a carico, mentre il dato per gli uomini è più basso e non raggiunge l’1%… da www.affaritaliani.it del 4 marzo 2010

LE SEPARAZIONI E I DIVORZI IMPOVERISCONO TUTTI (DONNE E UOMINI)

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no le macerie del matrimonio. Del futu-ro manco a parlarne, mentre l'oggi è solo dolore, rabbia, fatica, solitudine. Ma quello che gli mancava di più era una casa. Una grotta affettiva dove rifugiarsi e stare con i loro bambini. Uno spazio vitale per ricostruire giorno dopo giorno le loro vite fatte a pezzi dalla separazione. L'hanno trovata a Casal Monastero, sulla Nomentana. È la «Casa dei papà» in via Torre di Pratolungo, 20 mini-appartamenti nell'omonimo residence pagati con un loro contributo di 200 euro al mese e un finanziamento annuale di 350mila del Campidoglio. «Inaugurata il 17 di-cembre 2009, è andata a pieno regime a giugno», spiega Ilaria Perulli, volonta-ria della Coop Un Sorriso, che gestisce l'esperimento del Comune. Ilaria, che fa un po' anche da balia a questi padri disorientati e spesso depressi per il distacco dai figli, spiega che già «tre di loro sono "fuoriusciti" prima del tempo concesso». Fortunati. La permanenza,

infatti, non può superare, salvo ecce-zioni, i 12 mesi e chi riesce a trovare un'altra soluzione prima è un «privilegiato». Gli appartamentini hanno angolo cottura, salottino con tv, bagno con lavatrice e nel residence c'è pure un'area per le atti-vità ludiche dei piccoli. Questi uomini non sono nati poveri. Lo sono diven-tati dopo essersi separati. Molti ave-vano, e hanno, un salario dignitoso. Ma le spese, in precedenza relative a un solo nucleo familiare, ora sono raddoppiate e adesso faticano perfi-no a sopravvivere. Figuriamoci affit-tare una casa, con i prezzi proibitivi della Capitale. Carlo, per esempio, ha 35 anni. È un maresciallo dei carabinieri, guada-gna 1600 euro e ha un bimbo di tre anni e mezzo. Aveva comprato casa a Bracciano. Con un mutuo di 650-700 euro, a cui ne vanno aggiunti 200 di prestito per i lavori di ristruttu-razione e 600 di alimenti. Se aggiun-giamo il contributo di 200 per la «Casa», arriviamo a meno 50. «Infatti sono in arretrato di due mesi con i pagamenti al residence - racconta - Ho chiesto alla banca di sospendere il mutuo per un anno, ma non c'è stato verso. All'inizio sono passato da un divano di un amico all'altro. E non sapevo dove tenere mio figlio. Poi a marzo sono entrato qui e la mia vita è cambiata». Gli fa eco Roberto, 42 anni e un figlio di 11. «Piangeva ogni volta che lo riac-compagnavo a casa dalla madre -

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La “Casa dei papà” a Roma

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dice - Ora va molto meglio. Qui può stare con me, giocare con gli altri bam-bini. E si è fatto un sacco di amici». Il suo omonimo coinquilino è milanese, ha un anno più di lui e fa il rappresen-tante di commercio. «Guadagno 1200 euro circa - riferi-sce - ma, sottraendone 500 di alimenti per i due figli, me ne restano 700. Do-po essermi separato, nel 2009, e aver lasciato la casa coniugale stavo 15 giorni a Milano dai miei e 15 in una Casa per Ferie di un istituto religioso, dove pagavo 20 euro al giorno. Non potevo, quindi, permettermi una per-manenza più lunga e poi non potevo stare lì con i bambini. Non avere un soldo da spendere per loro ed era umi-liante. Ogni volta che mi chiedevano di portarli da qualche parte, anche da McDonald’s , dovevo inventarmi una scusa. A causa del distacco dai figli - continua - ho dovuto ricorrere al soste-gno psicologico. Ho pensato anche al suicidio: quando hai problemi economi-ci ti viene voglia di farla finita. Ora loro sono più sereni e vederli così fa bene anche a me». Antonio, 36 anni, un ma-schio e una femmina, aveva un reddito di 700 euro. ..Nella casa c'è un altro Antonio, ha 40 anni ..ha due figlie. Busta paga: 1700 euro. Facendo an-che in questo caso i conti del salumie-re, ad Antonio a fine mese di euro nel portafogli ne restano 500. «Stavo a Palermo, dove il tenore di vita e più basso e così ce la facevo ma, trasferito a Roma, le cose sono peggiorate - spiega - Dormivo in caserma con un

collega e non potevo certo portarci le figlie. Volevo partecipare alla loro cre-scita, alla loro educazione, ma non ce la facevo. E loro ne subivano le conse-guenze. Come potevo trasmettere se-renità in una situazione del genere? Ora si sono tranquillizzate. Dopo il residence cercherò una casetta in affit-to, ne ho individuata una a Guidonia. Sarà dura. Però nella Casa dei papà mi sono ripreso. È stato un anno bene-detto!». da www.Iltempo.it del 28 ottobre 2010 MILANO (RHO) Secondo le stime dell'Associazione matrimonialisti italiani, solo tra il capo-luogo lombardo e la sua provincia, sono circa 50mila i padri che vivono in difficoltà economiche dopo essersi separati dalla moglie. Per dare un aiu-to a questa categoria la Provincia di Milano mette da oggi a disposizione di padri separati legalmente e con reddito non superiore a 20mila euro, 15 came-re nel Collegio dei padri oblati missio-nari di Rho, nel Milanese. Gli ospiti potranno usufruire delle stanze per periodi fino a 12 mesi. L’assessore provinciale alle Politiche sociali, Massimo Pagani ha spiegato: "La ‘casa dei papà separati’, realizza-ta insieme all’ Associazione Fami-glie Separate Cristiane è un primo progetto pilota che vorremmo replicare in tutto il territorio. Da oggi la Provincia si fa carico in prima persona di un’emergenza sociale spesso invisibile

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rifugio per padri separati con "Laboratorio Bolzano" (cinque stanze con bagno privato) aperto dal "Centro Asdi" ("Centro Assistenza separati e divorziati”), seguito quattro anni più tardi dalle case-albergo su misura per i genitori in difficoltà dopo la rottura fami-liare. E mentre a Savona è operativa dal maggio scorso la "casa dei pa-pà" (130 metri quadri con 6 posti letti, salone, cucina e servizi) realizzata dall’associazione ligure "La luna dei papà" attuando la legge approvata dal-la Regione Liguria nel 2009 per la co-struzione di case per padri separati, e la Regione Piemonte ha approvato un provvedimento che permette ai genitori separati in difficoltà di ricevere aiuti economici, oltre ad abitazioni tempora-nee o definitive .. . da www.corriere.it 10 settembre2010

ma reale". Il presidente del consiglio di Regione Lombardia, Davide Boni, presente all’inaugurazione del progetto insieme al presidente della Provincia, Guido Podestà, ha aggiunto: "Il modello adot-tato ha la dignità per diventare un mo-dello regionale. Esiste una nuova fa-scia di popolazione che va tutelata. Penso che si possa anche pensare ad avviare un tavolo per un’iniziativa di legge regionale a sostegno di queste persone, magari attraverso forme di defiscalizzazione o garantendo loro punteggi piu’ alti per accedere alle case popolari". da www.ilgiorno.it del 15 maggio 2010 ALTRE REGIONI …In Italia è stata Bolzano la prima città a lanciare nel 2004 l'idea di un

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PREGHIERA

Sono�nato�nudo,�dice�Dio,�perché�tu�sappia�spogliarti�di�te�stesso.��

Sono�nato�povero,�perché�tu�possa�soccorrere�chi�è�povero.��

Sono�nato�debole,�dice�Dio,�perché�tu�non�abbia�mai�paura�di�me.��

Sono�nato�per�amore�perché�tu�non�dubiti�mai�del�mio�amore.��

Sono�una�persona,�dice�Dio,�perché�tu�non�abbia�mai�a�vergognarti�di�essere�te�stesso.��

Sono�nato�perseguitato��perché�tu�sappia�accettare�le�difficoltà.�

Sono�nato�nella�semplicità��perché�tu�smetta�di�essere�complicato.��

Sono�nato�nella�tua�vita,�dice�Dio,�per�portare�tutti�alla�casa�del�Padre.�

SONO NATO NUDO

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RASSEGNA STAMPA

“Preghiamo con e per i separati e i divorziati”. L’iniziativa pastorale viene promossa nella chiesa di Santa Maria dei Miracoli, in piazza del Popolo, a Ro-ma, dove ogni terzo sabato del mese si celebra una Messa, alle ore 19, con una speciale preghiera per le famiglie sepa-rate cristiane. Come spiega una nota d’invito alla celebrazione “nel numero sempre più crescente delle separazioni che ormai si registrano nelle nostre città, c'è un popolo di battezzati che ha biso-gno delle nostre preghiere. Desideriamo per questo pregare, con loro e per loro, perché trovino la forza di non perdersi, di allontanare la tentazione del rancore, di coltivare il perdono e la serenità dei pro-pri figli, la propria identità e la speranza di una nuova vita. E' un popolo fatto di uomini e di donne di tutte le età e condi-zioni sociali, fatto di famiglie divise e figli contesi. C'è chi ha deciso di rompere con una situazione insostenibile e chi invece la separazione o il divorzio li ha piena-mente subìti. C'è chi ha ritrovato affetto e solidarietà in una nuova unione stabile, o chi ha scelto la fedeltà al sacramento, oppure chi è ancora alla ricerca della propria strada. C'è chi ha riscoperto Dio nel dolore, c'è chi non riesce a dormire pensando ai figli che non ha più accanto, o pensando a come far quadrare i conti. Ma separazione e divorzio colpiscono anche chi è coinvolto indirettamente: c'è chi vive l'apprensione e i mille problemi di una figlia separata, chi si rattrista per

la solitudine di un fratello divorziato e chi non sa che fare di fronte al disgre-garsi di una famiglia amica. E' una moltitudine talmente numerosa che solo il grande abbraccio di Dio può ospitare nella sua Chiesa, quella Chie-sa a cui tutti apparteniamo grazie al Battesimo e che ci richiama alla soli-darietà tra fratelli. Quale momento mi-gliore della Santa Messa – spiega la nota - per unire e offrire al Signore le nostre preghiere?”. La Chiesa è co-munque vicina ai separati e ai divor-ziati. Per il separato che ha scelto la

A ROMA S. MESSA PARTICOLARMENTE DEDICATA AI SEPARAT I E

AI DIVORZIATI NELLA CHIESA DI SANTA MARIA DEI MIRAC OLI

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sa, pur senza ricevere la Comunione, l'ascolto della Parola di Dio, l'Adorazio-ne eucaristica, la preghiera, la parteci-pazione alla vita comunitaria”, incorag-giandoli poi a rafforzare la loro apparte-nenza alla Chiesa anche attraverso “il dialogo confidente con un sacerdote o un maestro di vita spirituale, la dedizio-ne alla carità vissuta, le opere di peni-tenza, l'impegno educativo verso i figli.” Roberta Gisotti www.oecumene.radiovaticana.org 21.11.2010

fedeltà, – ricorda ancora la nota - Gio-vanni Paolo II, nella Familiaris Consortio indica che “La comunità ecclesiale deve più che mai sostenerlo; prodigargli sti-ma, solidarietà, comprensione ed aiuto concreto in modo che gli sia possibile conservare la fedeltà anche nella difficile situazione in cui si trova; aiutarlo a colti-vare l'esigenza del perdono propria dell'amore cristiano’. Per i divorziati ri-sposati o conviventi, Benedetto XVI, af-ferma nella Sacramentum Caritatis che “I divorziati risposati (…) continuano ad appartenere alla Chiesa, che li segue con speciale attenzione”, invitandoli a “coltivare uno stile cristiano di vita attra-verso la partecipazione alla Santa Mes-

INTERVISTA DI RADIO VATICANA AD ERNESTO EMANUELE PRESIDENTE DI FAMIGLIE SEPARATE CRISTIANE

Si moltiplicano le iniziative nelle par-rocchie e nelle diocesi italiane a favore di separati e divorziati. Incontri, mo-menti di preghiera, celebrazioni eucari-stiche, percorsi spirituali dedicati a que-ste persone, dimostrano che sta cre-scendo la volontà di far sentire quanti si trovano in questa situazione parte integrante della Chiesa. Messe per pre-gare per e con le persone separate o divorziate sono state celebrate ieri sera a Milano e a Roma. A promuoverle l’associazione “Famiglie separate cri-stiane” . Per rispondere a quali esigen-ze è nata e si impegna questa associa-zione? Adriana Masotti lo ha chiesto al presidente, Ernesto Emanuele .

R. – Guardi, di solito si parla solo della non-comunione. Il problema è che dalla nuova legge si sono separati circa quattro milioni di persone e noi, come comunità cristiana, cosa abbiamo fatto per questi quattro milioni di persone, a parte l’accoglienza del sacerdote o del confessore singolo? Come gruppo, cosa abbiamo fatto? Aggiungo anche una cosa molto importante: che parlare di Dio alle persone è sempre difficile – dicono. Parlare di Dio alle persone che si stanno separando, che sono nel do-lore, è la cosa più facile, la cosa che chiedono, perché in quel momento cer-cano Gesù e molto spesso non trovano dei testimoni che possano donare loro

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Gesù. Quando dico “donare Gesù”, non dico parlare di Gesù, della Madonna, del Santi, ma farsi uno come si è fatto il Buon Samaritano che non ha fatto la predica alla persona che ha trovato; non gli ha detto: “Ma perché te ne sei andato di notte, in una strada così, non dovevi andare …”, eccetera. Si è china-to sulle sue ferite, lo ha posto sul suo asino e l’ha portato, e gli ha dato le co-se di cui aveva bisogno. Le persone che si separano hanno bisogno di esse-re accolte, di essere ascoltate. Ecco: noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di portare questa realtà nella Chiesa e nei movimenti. D. – Quali pregiudizi la comunità cristiana è invitata a superare in merito a chi si trova – appunto – nella condi-zione di separato o divorziato e che vo-glia fare parte della comunità cristiana? R. – Sapere che il separato comun-que sia – lui colpevole o lui vittima – è una persona che ha sofferto nella cosa più importante della propria vita. E’ im-portante vederlo in positivo e di amare; e poi, noi non possiamo giudicare per-ché quella persona si è separata, chi è la vittima e chi è il colpevole. Dobbiamo superare il giudizio su queste realtà. Se tante persone regolarmente sposata si trovassero ad essere abbandonate dal coniuge, come si comporterebbero? Allora, mai dire: queste cose a me non capitano! Il pregiudizio da togliere è pro-prio quello di giudicare: di giudicare queste persone come persone lontane da Dio. Sono persone a cui invece in

quel momento avremmo potuto, se fos-simo stati testimoni veri, essere vicini. D. – E quindi, in concreto, come avviene il vostro accompagnamento delle persone che si trovano in questo stato, oltre ai momenti di preghiera? R. – Diciamo che la nostra associa-zione “Famiglie separate cristiane” ha collaborato e partecipa al progetto di una casa per i separati a Rho, a Mila-no, con 15 posti letto. Ma oltre a que-sto, noi abbiamo momenti di ascolto, di primo impatto: vuol dire accogliere tutte le situazioni con i bisogni primari legali, dell’assegno di mantenimento dei figli, della casa, dei tempi di frequentazione … attuata da noi separati. D. – Quindi, c’è uno sportello? R. – Abbiamo gli sportelli, abbiamo il “telefono s.o.s.”, abbiamo momenti di ascolto e di accoglienza in varie città d’Italia. D. – Si sono formati anche dei grup-pi che si incontrano, nelle città? R. – Abbiamo 40 gruppi, in Italia, di cui una dozzina a Milano, sette-otto a Roma e in altre città come Firenze, ad Arezzo, a Genova, a Verona, a Udine, a Venezia, a Varese eccetera … www.oecumene.radiovaticana.org 21.11.2010

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CONSIGLI PER LE LETTURE

Nel nome dei figli Autore: Vittorio Vezzetti Edizioni Book Sprint Prezzo € 15,00

“Nel nome dei Figli” è il primo romanzo- thriller italiano interamente ambientato nei meandri del Diritto di Famiglia . L’autore, esperto riconosciuto nel campo della tutela legale dell’infanzia, ha voluto abbracciare in modo originale il pubblico più vasto pos-sibile elaborando un testo con diversi piani di lettura. Un primo piano, elementare, basato sul racconto ricco di colpi di scena derivati dall’immaginario patto di sangue tra un anziano legale e un giovane cliente. Un secondo piano, più complesso, rivolto ai genitori separati e ai professionisti del settore che potranno apprendervi molti dettagli innovativi. Un terzo piano legato alla riflessione su temi eterni quali il con-trasto giustizia assoluta-giustizia degli uo-mini, quello fra libero arbitrio e destino pre-derminato, il rapporto uomo-donna nella famiglia e nella società. Un libro veramen-te unico che spazia dal rapporto della Chiesa coi separati alla alienazione geni-toriale, dalla separazione con figli disabili alle problematiche scolastiche delle fami-glie separate, dal coinvolgimento degli animali domestici alle nuove povertà e così via. Un libro che chiunque sia stato figlio dovrebbe leggere.

www.booksprint.it

La comunione spirituale è defini-ta come l'unione con Cristo presen-te nell'eucaristia, tramite un deside-rio che proviene da una fede anima-ta dalla carità. La si vive in condizio-ni precise e può allora portare molti frutti. E un cammino necessario per ricevere meglio la santa Comunio-ne. La comunione spirituale è quindi destinata a tutti, ma in particolare a coloro che per varie ragioni non possono ricevere l'eucaristia: per impedimenti fisici, per l'assenza del sacerdote o per incompatibilità lega-ta alla situazione familiare, come per i divorziati risposati. Questo li-bro traccia la storia e le linee pasto-rali di questa pratica, che permette a tutti di venire a contatto con Gesù Eucaristia.

www.unilibro.it

La comunione spirituale Autore: Martin-Prevel Michel Edizioni Elledici Prezzo € 7,00

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I PROSSIMI APPUNTAMENTI

MARTEDI’ 28 DICEMBRE 2010 Incontro conviviale con tombolata

ore 17.00 - 22.00 Parrocchia S. Ugo Via Lina Cavalieri, 3 Roma ( Nuovo Salario)

CONFERENZA

NUOVI MOVIMENTI RELIGIOSI E SETTE: Una sfida per la nostra fede

con Sandro Leoni Presidente del GRIS di Roma

(Gruppo di Ricerca ed Informazione Socioreligiosa)

Domenica 23 gennaio ore 16,30 Basilica Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio

Via Marsala, 42 - Roma

DIOCESI DI PALESTRINA SABATO 9 GENNAIO 2011

S.Messa “Preghiamo con i separati e i divorziati” Ore 18.00 - Chiesa S.Giovanni Evangelista

Via Pedemontana Stella (incrocio via S.Giovanni) Palestrina (Roma)

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INCONTRI DEI GRUPPI

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ROMA Gruppo Astalli Via degli Astalli, 16 (Piazza Venezia) Guida spirituale - Padre Paolo Bachelet tel. 06.69700204 Coordinatrice - Paola Menaglia cell. 338.8961409

Gruppo Castani Via dei Castani 291 (Centocelle) Parrocchia di S. Ireneo Guida spirituale - Don Socorro Rosario Antonio Mendes tel. 06.21803514 Coordinatore - Sandro Bora cell. 349.1670143

Gruppo Mostacciano P.zza B. Vergine del Carmelo, 10 (Roma Ovest) Guida spirituale - Padre Giuseppe Midili tel. 06.5294061 Coordinatrice - Rosella Tirelli cell. 347.2645980

Gruppo Prenestina Via Prenestina, 104 (Prenestino) Parrocchia S. Leone Magno Guida spirituale - Don Vito Di Nuzzo tel. 06.21703321 Coordinatrice - Marisa Attili cell. 328.5652788

Gruppo Serpentara Via Lina Cavalieri, 3 Parrocchia S. Ugo (Roma Nord) Guida spirituale - Don Roberto Savoia tel. 06.8805146 Coordinatrice - Anna Torretta cell. 320.0551944

Gruppo Somalia Via F. Marchetti, 36 (Quartiere Africano) Chiesa S.S. Trinità a Villa Chigi Guida spirituale - Padre Lucio Boldrin tel. 06.8600733 Coordinatori - Antonio e Isa Bux cell. 328.4181194

Gruppo Boccea Via di Boccea, 60 Chiesa di S. Leone Magno Guida Spirituale: P. Giovanni Cazzaniga tel. 06.66464115

Gruppo Ottavia altezza Via Trionfale, 11886 (Trionfale) Parrocchia S. Andrea Avellino Guida spirituale - Don Claudio Occhipinti tel. 06.30815220

Gruppo Acilia Parrocchia S. Leonardo da Porto Maurizio Via Ludovico Antomelli 1 - Acilia Guida spirituale: P. Carlo D’Andrea tel. 06.52350107 Coordinatrice - Barbara Leggiero cell. 339.2552403 LATINA Chiesa S. Luca – via Pierluigi da Palestrina Guida spirituale - Mons. Mario Sbarigia tel. 0773.621913 Coordinatrice - Anna Marullo cell. 328.7639925

Per gli orari degli incontri vedi il sito www.famiglieseparatecristiane.it sezione Lazio voce del menu “Gruppi”

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PRESIDENZA NAZIONALE 20121 Milano - via Appiani 25 Presidente: Ernesto Emanuele Tel. 02.6554736 - Fax 02.6551717 [email protected] www.famiglieseparatecristiane.it Tel. “SOS Separati” 02.6554736 Consulente ecclesiastico dell’Associazione: Padre Paolo Bachelet S.I. 00186 Roma - Via degli Astalli 16 Tel. 06.69700204 - Fax 06.69700331 SEZIONE DI ROMA Guida spirituale: Don Claudio Occhipinti Parrocchia S.Andrea Avellino altezza Via Trionfale, 11886 Tel . e Fax 06.30815220 - [email protected] Referenti: Paola Menaglia Sandro Bora 338.8961409 349.1670143

[email protected] [email protected]