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IL GRANELLO DI SENAPA Notiziario trimestrale dell’associazione Famiglie Separate Cristiane Gruppi di Preghiera - Roma Anno 5 – n. 3 – settembre 2009

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IL GRANELLO DI SENAPA Notiziario trimestrale dell’associazione Famiglie Separate Cristiane Gruppi di Preghiera - Roma Anno 5 – n. 3 – settembre 2009

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IL GRANELLO DI SENAPA Notiziario trimestrale dell’associazione Famiglie Separate Cristiane Gruppi di Preghiera di Roma Anno 5 – n. 3 – settembre 2009

IN QUESTO NUMERO

- PRESENTAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE pag. 3

- EDITORIALE “ 4

- PREGHIERE “ 6,15

- VITA ASSOCIATIVA “ 7,10

- RIFLESSIONI “ 13,16,18

- PARTE DA STACCARE “ A-B-C-D

- TESTIMONIANZE “ 20

- CONSIGLI PER LE LETTURE “ 22

- INCONTRI E PROSSIMI APPUNTAMENTI “ 23

IL GRANELLO DI SENAPA

Notiziario trimestrale dell’Associazione Famiglie Separate Cristiane Gruppi di Preghiera di Roma Anno 5 – n. 3 – settembre 2009 Per comunicazioni Sandro Bora Cellulare: 3491670143 Paola Menaglia Cellulare:3388961409 PRO MANUSCRIPTO Ad uso interno dell’associazione

pericoli, pregiudizi, incomprensioni e tentazioni; non allontaniamoci dalla vita di fede e dalla vita di Chiesa. Cer-chiamo di vincere la buona battaglia - opporre il bene al male – facendo della nostra vita una continua bella profes-sione di fede, senza paura di dimostrar-si cristiani. Gesù che vede nel nostro cuore ci dirà: siano rimessi i tuoi pec-cati. Renato

Saputo che Gesù era a Cafàrnao, quattro persone presero il loro amico paralitico e si recarono da Lui, ma non potendolo portare vicino per la grande folla che c’era, scoperchiarono il tetto della casa in cui Gesù si trovava e cala-rono giù il letto in cui stava il loro ami-co. Gesù, vista la loro grande fede, dis-se al paralitico:” Figliolo, ti sono rimes-si i tuoi peccati”. Alcuni scribi e farisei pensavano chi è costui? Bestemmia! Ma Gesù, conosciuti i loro pen-sieri disse “che cosa è più facile, dire: ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico, rivolto al paralitico, - alzati, prendi il tuo letti-no e va’ a casa tua”. Cerchiamo di mantenere viva ed integra la nostra fede tra tante fatiche,

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è una Associazione senza fini di lucro costituita a Milano nel 1998. Si è diffusa in se-guito in varie città d’Italia. Fa riferimento alla dottrina della Chiesa sulla famiglia. Collabora con l’Ufficio della Conferenza Episcopale Italiana per la pastorale della famiglia. Fa parte del “Forum delle Associazioni Familiari”.

Gli obiettivi principali sono:

• Accogliere i separati, ascoltando e condividendo la loro sofferenza, in un clima di ami-cizia e aiuto reciproco e far loro sentire o riscoprire l’appartenenza alla Chiesa;

• Aiutare i separati a rivedere il rapporto personale con Dio, per riscoprire la Sua vici-nanza ad ogni abbandono e ad ogni povertà, mediante la preghiera e l’ascolto della Parola;

• Aiutare i separati nell’approfondimento della vita cristiana e sostenerne l’inserimento o il reinserimento nella comunità cristiana;

• Promuovere la pari dignità educativa di entrambi i genitori mettendo in luce che per l’educazione e la crescita affettiva, psicologica e religiosa dei figli è necessario che essi ricevano cura, affetto e insegnamento da ciascun genitore portando così entram-bi i coniugi, anche dopo la separazione, a “educare insieme”;

• Promuovere politiche familiari che tutelino e sostengano adeguatamente le funzioni della famiglia e i suoi diritti.

La nostra Sezione è nata nel gennaio 2001, attualmente ha vari gruppi distribuiti in diverse zone di Roma . Ai gruppi di preghiera partecipano persone che si trovano nelle più svariate situazioni: separati, divorziati, divorziati risposati, a volte anche qualche coppia in crisi e gene-ralmente persone molto sofferenti, ferite. Lo stile dell’incontro è quello della accoglienza, dell’ascolto, del sostegno. Nessuno deve sentirsi giudicato, ognuno deve sentirsi amato.

Oltre agli incontri di preghiera proponiamo

• incontri guidati da esperti nei settori di propria competenza: teologi, avvocati, psicolo-gi, ecc. sui problemi della separazione;

• ritiri spirituali nei tempi “forti” dell’anno liturgico (Natale e Pasqua) ecc.

• momenti “conviviali” .

PRESENTAZIONE

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Editoriale di don Claudio Occhipinti

CARPE DIEM IL TEMPO FUGGE.. PRENDILO!

Ancora un anno, ancora tem-po. Capita al rientro dall’estate di riprendere gli stessi percorsi che la vita ci ha offerto, come di essere chiamati in causa da nuove situazio-ni ed eventi inaspettati ed imprevi-sti. CARPE DIEM Prendiamo il giorno, il tempo che ci è dato da vivere per comple-tare il progetto iniziato. Non lascia-moci travolgere, né superare dalle circostanze come fossero ineluttabi-li. E ciò vale nel bene come nel ma-le. Siamo noi che possiamo e dob-biamo prendere il tempo e valoriz-zarlo, renderlo così importante e prezioso per noi e per gli altri. Sia-mo noi che dobbiamo essere prota-gonisti “oggi” e in prima persona. Ciò che è giusto e bello ciò che è vero e davanti a noi adesso, tutto ciò aspetta solo di ricevere la corretta interpretazione per entrare a pieno titolo a far parte della vita del mondo del nostro tempo. CARPE DIEM

La drammatica notizia che un giorno ci ha colto della richiesta di separazione del coniuge e che ha così sconvolto anche la vita di tutta la nostra famiglia, poteva essere pre-vista, poteva essere pre-venuta? Poteva in sostanza essere controlla-to, verificato, sondato il tempo in cui essa veniva a maturare? Quando riflettere, interrogarsi ed interveni-re? Quale oggi viviamo e come? Fermarsi per ascoltare il tem-po, ascoltare l’oggi che ci parla è importante, è fondamentale. Se die-ci anni or sono è iniziata una divari-cazione nella comunicazione, nell’-affetto, nell’ascolto reciproco, è al-lora che è iniziata la storia della se-parazione. Quando, dopo dieci anni, si presenta apertamente e con il vol-to crudo e duro della irreversibilità, manifesta solo la parte finale di un male che in quel tempo lontano e in modo apparentemente indolore, cominciò ad essere incubato. CARPE DIEM Prendere il giorno, l’unico

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giorno della nostra vita, prenderlo sul serio e con convinzione: può essere già un valore aggiunto della nostra esistenza per fare crescere e custodire l’amore. CHRISTUS HERI HODIE ET SEMPER

Prendere l’oggi di Dio è anco-ra più entusiasmante se sulla pro-messa di fedeltà di Dio e a Dio sia-mo cresciuti e custoditi. Quando Dio offre il “suo giorno” con esso ci dona tutti gli strumenti utili per “viaggiare nel tempo”! Si! Entrare nel giorno del Signore, nel suo oggi può voler significare viaggiare nel tempo della VITA NUOVA, nel

tempo della MISERI-CORDIA, nel tempo del PERDONO. Prendere al volo il tempo di Dio è già prevenire, è già curare, è gioire! Comprendere que-sto è il primo passo per incontrare e vivere la sa-pienza e la cultura dove solo l’Amore vince (anche quando viene cro-cifisso), dove solo il Per-dono regna (anche quan-do viene negato) e dove solo la Relazione è stabile (anche quando è incom-

presa) perché Dio, che ha voluto fortemente l’Uomo per amore, sa come renderlo veramente felice per sempre. QUESTO ANNO PUÒ ESSERE IL TUO OGGI NEL DISEGNO D’AMORE DI DIO.

Sappilo prendere al volo!

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Ama la vita così com'è Amala pienamente,senza pretese; amala quando ti amano o quando ti odiano, amala quando nessuno ti capisce, o quando tutti ti comprendono. Amala quando tutti ti abbandonano, o quando ti esaltano come un re. Amala quando ti rubano tutto, o quando te lo regalano. Amala quando ha senso

o quando sembra non averlo nemmeno un po'. Amala nella piena felicità, o nella solitudine assoluta. Amala quando sei forte, o quando ti senti debole. Amala quando hai paura, o quando hai una montagna di coraggio. Amala non soltanto per i grandi piaceri e le enormi soddisfazioni; amala anche per le piccolissime gioie. Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe, amala anche se non è come la vorresti. Amala ogni volta che nasci ed ogni volta che stai per morire. Ma non amare mai senza amore. Non vivere mai senza vita! Madre Teresa di Calcutta

PREGHIERA

Ama la Vita

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Anche quest’anno, come per altri incontri dell’Associazione, il convegno di fine anno si è svolto a Roma presso le Ancelle del Signore in Via XX Set-tembre, zona centrale per consentire una più ampia partecipazione. Mons. Moretti insieme al Card. Antonelli sono le due autorevoli pre-senze pastorali legate al mondo della famiglia che Ernesto Emanuele ha invi-tato al convegno e che saranno guida alla nostra riflessione durante le due giornate. Parlando dei separati Mons. Mo-retti ci invita a seguire le orme di San Paolo che con umiltà cercava sempre la volontà del Signore. Il Signore per noi ha dato la vita, ci ha riscattato con il Suo sangue. Noi dobbiamo essere capaci di riscattare il nostro passato e la nostra vita con le croci e le sconfitte che essa ci presenta e capire dove Lui è presente nelle nostre situazioni. Dopo il momento conviviale del pranzo (scandito come sempre dall’in-flessibile richiamo alla puntualità della madre superiora) ci ritroviamo in pic-coli gruppi per rispondere alla seguente domanda: “Come hai vissuto e come vivi, nella situazione di separato, il tuo

rapporto con la Chiesa in genere e con le sue espressioni part icolar i (parrocchie, movimenti, gruppi o asso-ciazioni)? Quali difficoltà hai incontra-to? Cosa pensi che la Chiesa, e in parti-colare la Diocesi di Roma, possa fare per chi vive l’esperienza della separa-zione?” Le risposte vengono poi riportate e condivise in assemblea dai vari capi-gruppo. Domenica 31 la giornata si apre con la S. Messa e dopo l’introduzione del Presidente Ernesto Emanuele è il momento dell’intervento del Card. An-tonelli, Presidente del Pontificio Consi-glio per le famiglie che inizia con la lettura del Vangelo della Pentecoste sottolineando l’unità tra le diverse cul-ture nonostante l’appartenenza a popoli e lingue diverse: sono diversità ‘pluriformi’. Lo Spirito del Signore vuole creare l’unità ma rispettando le diversità dei carismi. La parola del van-gelo è viva ed efficace : per alcuni la Comunione con Cristo è possibile solo attraverso la comunione con la Parola e non attraverso la Comunione Eucaristi-ca. La preghiera però è accessibile a tutti; Giovanni Paolo II diceva che la

SPECIALE CONVENGNO NAZIONALE ROMA

(30 maggio -31 maggio)

VITA ASSOCIATIVA

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vita è una montagna da scalare; la Chiesa non deve abbassare la monta-gna, non deve ridimensionare il Van-gelo, ma bisogna aiutare le persone a salirla con il loro passo. I vescovi sono scoraggiati di fronte al numero crescente di divorzi e

coppie di fatto: i separati sono chiama-ti ad essere un segno nel mondo. Il numero non ci deve scoraggiare, l’im-portante è che siamo cristiani veri e che siamo esempio per tutti: ci vuole certamente un’apertura universale, Cristo si avvale del fallimento della Chiesa come effetto salvifico. Citando Giovanni Paolo II il

Cardinale ci ricorda che non bisogna avere paura della notte finché nella notte ci sono dei fuochi accesi e che l’opera di salvezza avviene attraverso l’opera salvifica dei laici. L’intervento di Sandro, che non tradisce il suo spirito critico-costruttivo, denuncia che nei sacerdoti c’è molta confusione e da essi giungo-no messaggi poco chiari perché non conoscono le posizioni della Chiesa. Risponde il Cardinale che alcuni sacer-doti di una certa età non sono preparati e altri mancano di dovere confessiona-le e non sanno discernere le varie si-tuazioni; bisogna quindi fare proposte a livello diocesano e a livello di Con-ferenza Episcopale e urge una rifles-sione a livello universale. Federico segnala che i separati possono essere utili a vari livelli: con-siglio pastorale, CPM, presenza nelle scuole, incontri con i sacerdoti: la loro deve essere una professione profetica. La risposta è comunque quella di non creare ghetti ma di cercare di reinserire le persone nella vita normale della Chiesa. Don Claudio ci fa riflettere sul-l’immagine del Cervino, quando le guide devono aiutare i neo alpinisti ad affrontare il percorso duro della mon-tagna, è lì che come sacerdote esce fuori per aiutare chi è un po’ stanco. I separati spesso chiedono di potersi accostare alla Comunione, e io chiedo

Card. Ennio Antonelli

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pia nel gruppo senza dispensare consi-gli ma traendone profondi benefici per-sonali nonostante vivano il grande do-no di vita di coppia. A conclusione degli interventi il Card. Antonelli ribadisce l’urgenza di sostenere il matrimonio anche perché i costi che la società odierna sta affron-tando sono enormi e a vari livelli, giu-diziari, sociali, psicologici. Il giudizio è senza dubbio positi-vo per le due presenze autorevoli, per il dibattito e il confronto che sono scatu-riti dai rispettivi interventi, i momenti di spiritualità, nonché quelli di convi-vialità e di svago che hanno permesso di intensificare la conoscenza e l'amicizia tra i partecipanti. Arrivederci al prossimo anno! Rosella Tirelli

loro “Voi cercate Dio o cercate la Co-munione?”: alla fine la Comunione di-venta una battaglia sociale e non una vera esigenza dei separati. Poi ci sono quelli che stanno bene come stanno e non vogliono essere “disturbati” dal punto di vista spirituale. La risposta del Cardinale ribadi-sce che la parola Comunione è più grande di Comunione Eucaristica: la Comunione col Signore è fatta di Fede, Speranza e Carità. Isa e Antonio ci testimoniano la loro storia di coppia responsabile che agisce da ponte tra i separati e la comu-nità: esperienza che viene apprezzata particolarmente dal Cardinale come prezioso momento di aggregazione, di svago e di aiuto reciproco. I coniugi Napoleoni del gruppo Astalli parlano della loro presenza-assenza come cop-

Mons. Luigi Moretti

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Dal quotidiano l’Avvenire del 2/6/2009 Antonelli: famiglie in frantumi. Al via una ricerca su scala mondiale Separazioni e divorzi. Percentuali in vertiginosa ascesa, così come il nu-mero di convivenze e di figli nati fuo-ri dal matrimonio: di fronte a questo scenario, non solo italiano, i vescovi di tutto il mondo hanno espresso al Pontificio consiglio per la famiglia la loro preoccupazione. E il dicastero vaticano ha in cantiere un progetto per «promuovere ricerche sociologi-che in vari Paesi, allo scopo di quan-tificare costi e sofferenze - personali e collettivi - delle separazioni e dei divorzi, a livello psicologico, esisten-ziale, ma anche economico, giudizia-

rio, culturale. Presenteremo i risultati all’opinione pubblica, perché chi ha il potere politico ed economico inter-venga a sostegno della famiglia». Lo ha annunciato domenica scorsa il car-dinale Ennio Antonelli, da un anno alla guida del dicastero, incontrando i membri dell’associazione 'Famiglie separate cristiane' (Fsc), riuniti a Ro-ma per il loro convegno nazionale. «Alcuni di voi non possono fare la comunione eu-caristica, ma è sempre possibile la comunione - non di poco conto - con la mensa della Parola. Mettersi umilmente in cammino è già un grande passo, da accompagnare sempre con la preghiera», ha rilevato Antonelli, valorizzando il cammino di fede che può compiere chi vive il fal-limento delle nozze: «Un separato fedele al suo matrimonio può incarna-re l’amore in maniera eroica, riviven-do l’abbandono di Cristo in croce, la sua solitudine interiore; chi perdona nonostante il male ricevuto, non si rassegna e non si ripiega su se stesso, ma lascia la porta aperta al coniuge, somiglia al Crocifisso e partecipa alla fecondità della croce». Secondo il

VITA ASSOCIATIVA

SPECIALE CONVEGNO

HANNO SCRITTO DI NOI!

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porporato, anche i separati possono collaborare «alla salvezza di tante famiglie attraverso il proprio falli-mento, purché vissuto nell’amore e nel dono di sé, senza arrendersi e la-sciarsi schiacciare dalle situazioni negative». Tuttavia molto resta ancora da fare in ambito pastorale, ha ammesso il presidente del Pontificio consiglio: anche se «oggi la famiglia è la princi-pale preoccupazione della Chiesa», ci si trova dinanzi a una società profon-damente mutata rispetto agli anni Ottanta: «Nella formazione perma-nente del clero si dovrebbero intro-durre questi temi, e allo stesso tempo promuovere per i fidanzati e le giova-ni coppie lunghi itinerari di fede sulla vita cristiana: altrimenti ci si espone a nozze nulle». Dal canto suo Ernesto Emanuele, presidente dell’associazione fondata a Milano nel 1998 e membro del Fo-rum associazioni familiari, ha riferito di avere «presentato recentemente come Fsc, sia alla diocesi di Milano che alla diocesi di Roma, le nostre proposte pastorali per separati cristia-ni, in un documento dal titolo 'We have the dream'; nella capitale il vice-gerente , monsignor Luigi Moretti, ci ha confermato in questi giorni la sua stima per la collaborazione già in atto

da tempo nelle parrocchie romane ». Oggi Fsc è presente in 15 città con 33 gruppi di preghiera e circa un migliaio di aderenti. Da questa realtà è scaturita, quella dei 'Separati fedeli', associazione composta da chi sceglie di restare co-munque fedele al sacramento del matri-monio e porta la sua testimonianza an-che durante gli incontri dei fidanzati che si preparano alle nozze. «Non ci occupiamo di problemi teolo-gici, anche se per alcuni è un dolore accettato il fatto di non potersi accostare alla comunione eucaristica: un problema che, purtroppo e in alcuni casi, frena l’accoglienza dei separati da parte delle comunità cristiane », ha evidenziato Emanuele, auspicando una «maggiore accoglienza e apertura delle diocesi: ci sentiamo ancora famiglia, pur se spez-zata, e vogliamo essere Chiesa, portan-do la nostra testimonianza e disponibili-tà a lavorare insieme». «Non fateci senti re esclusi» DA ROMA Si avvicinano all’altare con le braccia incrociate sul petto, per rice-vere dal celebrante non la comunione ma una benedizione: è un modo, per i separati cristiani risposati, per parteci-pare a ogni momento della celebrazione eucaristica. «Spesso la sofferenza e la vergogna della separazione porta a tante auto-esclusioni dalla Chiesa: noi, inve-

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situazioni: la realtà dei separati è mul-tiforme «e va conosciuta: non si può generalizzare»: don Claudio Occhi-pinti, parroco e guida spirituale dell’-associazione a Roma, racconta di aver ricevuto molto da questa esperienza. «Fa crescere una sensibilità pastorale anche nei confronti delle altre coppie - dice - . E poi tutti possono partecipare, in forme diverse, alla vita della Chie-sa: occorre recuperare questa comu-nione ». Accompagnare le famiglie che attraversano crisi e sofferenze può essere una missione condivisa anche da alcune coppie 'regolari', come An-tonio e sua moglie: «Organizziamo momenti di preghiera da vivere insie-me e cerchiamo di fare da ponte, da raccordo con la comunità parrocchia-le». L’appello dei separati: «Spesso soffe-renza e vergogna portano all’emargi-nazione Speriamo anche che il nostro dolore non venga disperso». Il ruolo dei figli «dilaniati a vita» LAURA BADARACCHI

ce, nutriamo la speranza che il nostro dolore non venga disperso e possa ser-vire per aiutare altri nella stessa situa-zione. Procediamo insieme come fratel-li, in cordata; ma esprimiamo la neces-sità di essere seguiti e accompagnati, con una formazione continua di anima-tori e partecipanti ai gruppi», auspica il quarantenne genovese Emanuele Scot-ti, vicepresidente di Famiglie separa-te cristiane (Fsc) e membro dell’asso-ciazione 'Separati fedeli', che ha parte-cipato al convegno nazionale tenutosi a Roma il 30 e 31 maggio. «Abbiamo ricevuto la vocazione al matrimonio, ma per rimanere in comunione con Cri-sto e con la Chiesa siamo chiamati ad abbracciare quella del monaco, come via di santità », testimonia Paola Mena-glia, del direttivo nazionale di Fsc e referente della sezione romana, osser-vando che «l’esperienza del perdono è liberante, ma è ancora più difficile dar-lo quotidianamente: chi vive una sepa-razione problematica, infatti, continua a confrontarsi con l’ex coniuge, soprat-tutto a motivo dei figli». Anna, separa-ta dopo 19 anni di matrimonio, ha spe-rimentato che «i figli sono dilaniati: la loro vita è segnata e rovinata», mentre Emanuela ha ammesso di non vivere «in un atteggiamento di apertura a un eventuale rientro del coniuge, per il bene delle figlie». Molteplici i vissuti, diversificate le

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VITA ASSOCIATIVA (sezione da staccare) NEWS

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MANTENIMENTO DEI FIGLI

No al "mantenimento fai da te".

La paghetta non sostituisce assegno Corte di Cassazione, sesta Sezione penale, sentenza 29459/2009

Un padre non può sottrarsi all'obbligo del mantenimento nei con-fronti dei figli dimostrando d'aver corrisposto loro la paghetta settimanale e provveduto direttamente ad altre spese regalando beni voluttuari e moto-rini. Queste elargizioni, infatti, spiega la Cassazione, non sostituiscono in alcun modo l'obbligo del mantenimento. I giudici del Palazzaccio sono stati categorici, questo modo di mani-festare interesse per i figli non basta a salvarsi da una condanna penale per il reato d’omissione dei mezzi di sussistenza se non si versa regolarmente l'assegno. L'avvertimento arriva dalla Corte che ha confermato la condan-na a tre mesi di reclusione e 300 euro di multa resa nei confronti di un pa-dre separato che di sua iniziativa aveva "sostituito il mantenimento" con la paghetta settimanale e con il pagamento diretto d’altre spese per l'acquisto di un motorino e d’altri beni voluttuari. L'uomo aveva anche provveduto direttamente al pagamento di spese mediche e delle spese per la scuola. Questa sorta di "mantenimento fai da te" non ha salvato dalla con-danna da parte dei giudici di merito e, nella stessa direzione, si è pronun-ciata o alla Corte sottolineato che il padre ''non ha adempiuto all'obbligo di mantenimento della figlia e sicuramente non lo ha assolto con la corre-sponsione di mezzi per spese voluttuarie o per spese straordinarie (mediche e per studi), considerato lo stato di bisogno della figlia minoren-ne, priva di reddito proprio, e considerato l'obbligo del genitore di provve-dere ad ovviare a tale stato non viene meno se al sostentamento del minore provvedano altri''. 17 luglio 2009 Roberto Cataldi www.studiocataldi.it

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VITA ASSOCIATIVA

B IL GRANELLO DI SENAPA

(sezione da staccare) NEWS

NULLITÀ DEL MATRIMONIO

Infedeltà non confessata? Nulle le nozze Corte di Cassazione, prima sezione civile,

Delibazione sentenza ecclesiastica n. 14906, 25 giugno 2009

L’unione civile può essere sciolta anche per una mai confessata intenzio-ne di tradire. Infatti, ha diritto all’annullamento del matrimonio civile, mediante la delibazione della sentenza di nullità dell’unione religiosa, il coniuge che non era a conoscenza della riserva mentale dell’altro a restargli fedele tutta la vita. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 14906 del 25 giugno 2009, ha accolto il ricorso di un uomo che si era sposato con una donna che, fin dall’inizio, gli aveva nascosto che non gli sarebbe stata fedele. 13 luglio 2009 Cassazione.net www.cassazione.net

SEPARAZIONE E REDDITI

Marito presenta conti e dichiarazione fiscale? La ex non può chiedere indagini sui redditi

Corte di Cassazione, prima Sezione Civile, sentenza n. 14081/2009

La Corte di Cassazione ha stabilito che le indagini della Guardia di Fi-nanza non possono essere ordinate dal Giudice, su richiesta della moglie, se il marito ha presentato in giudizio la documentazione fiscale e le movimentazioni dei conti bancari. Più precisamente la Corte ha evidenziato che "anche in materia di separa-zione dei coniugi deve ritenersi applicabile in via analogica la norma dell’art. 5, comma 9, della legge n. 898 del 1970, come modificato dall'art. 10 della legge n. 74 del 1987, il quale prevede, in tema di riconoscimento e quantificazione

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dell'assegno divorzile, che ‘in caso di contestazioni il tribunale dispone indagini sui redditi e patrimoni dei coniugi e sul loro effettivo tenore di vita, valendosi, se del caso, anche della polizia tributaria' (…). Peraltro l’esercizio di tale potere rientra nella discrezionalità del giudice di merito, che non è tenuto ad avvalersene ove ritenga provata compiutamente 'aliunde' la situazione economica delle parti (…), ma ove non se ne avval-ga non può rigettare le domande per la mancata dimostrazione della situa-zione economica delle parti". “Nel caso di specie – precisa ancora la Corte -, la Corte d’appello ha respinto la richiesta d’indagini a mezzo della polizia tributaria affermando che 'agli atti è allegata una cospicua documentazione costituita: dalle di-chiarazioni dei redditi del (…) da cui emerge la sua situazione patrimonia-le, anche di natura immobiliare, dal movimento dei conti bancari dello stesso, dallo statuto e dalla situazione patrimoniale della società. Ha per-tanto ritenuto che tale documentazione fosse del tutto sufficiente ‘per una completa conoscenza’ della situazione economica del (…)”. 02 luglio 2009 Cristina Matricardi www.studiocataldi.it

DIVORZIO

Il lavoro casalingo della madre va considerato nella ripartizione del mantenimento dei figli

Corte di Cassazione, sentenza 11903/09.

Chi ha detto che governare la casa e accudire i figli non sono attivi-tà quantificabili in denaro? Sicuramente non il giudice del divorzio: se i ragazzi non risultano ancora autosufficienti economicamente, gli ex coniu-gi devono contribuire a mantenerli ciascuno secondo le proprie possibilità e nella ripartizione degli obblighi "pesa" l’apporto casalingo della madre

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in favore dei figli, compresa l’ipotesi in cui la donna è impegnata anche nel mondo del lavoro. Lo ricorda la Cassazione con la sentenza 11903/09. E' stata bocciata la tesi del padre divorziato, condannato a pagare l’assegno di mantenimento nei confronti di due figli che vivono ancora con la madre, occupata come infermiera. Nel ricorso si sostiene che l'atti-vità domestica comunque prestata dalla donna in favore dei ragazzi, insie-me al fatto di tenerli in casa con sé, non costituisce per la signora un moti-vo d’esonero dai suoi obblighi. Il che può essere vero, ma non significa certo che nella ripartizione degli obblighi di mantenimento non vada con-siderata l’attività della donna che accudisce la prole e manda avanti la ca-sa. Sono gli articoli 148 e 155 del codice civile a disciplinare le modali-tà con cui i genitori devono assolvere l’obbligo di mantenere, educare e istruire i figli: nelle norme non c'è traccia di limitazioni, dunque è escluso che l'adempimento debba avvenire per forza attraverso un contributo in denaro. Un genitore, insomma, compie il suo dovere anche attraverso l’ap-porto casalingo. Nè giova giocare la carta "anti-bamboccioni" sostenendo che con i contributi di papà e mammà i ragazzi avrebbero troppi soldi a disposizione (Cassazione 11538/09). Quanto all’assegno divorzile, la Corte ribadisce che il parametro di valutazione è sempre il tenore di vita goduto in costanza di matrimonio: contano le condizioni economiche degli ex coniugi, oltre che la situazione abitativa, e fa fede la documentazione fiscale 5 luglio 2009 avvocati e famiglia www.avvocatoandreani.it

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ALCUNE

CONSIDERAZIONI PER UNA REVISIONE

DEL CAP. VII DEL DIRETTORIO

DELLA PASTORALE FAMILIARE

DEL 1993 La speranza di una auspicabile e prossima revisione di un documen-to così importante e “datato” quale appunto il Direttorio di pastorale fa-miliare, mi spinge a rilasciare una breve riflessione. Il titolo del cap. rimane attuale e valido anche oggi perché pone l’-accento sulle diverse posizioni che i due coniugi vengono ad assumere dopo la separazione, anzi andrebbe ripetuto e sottolineato ampiamente durante la stesura di tutto il testo. Ma se invece di soffermarci troppo sulle varie situazioni di sepa-rato, divorziato, divorziato risposato e convivente, che rimangono sicura-mente valide, spostassimo l’attenzio-ne sulla conseguenza derivante da queste situazioni, ossia la disgrega-zione della famiglia, potremmo più

facilmente centrare la gravità del problema e le grosse responsabilità di chi l’ha causato, separato o divor-ziato che sia. La distinzione netta tra chi, senza valide e gravi motivazioni, sfascia una famiglia e chi, senza al-cuna colpa è costretto a subirla, de-ve essere sottolineata con forza e permette di ricollegarci più facil-mente al titolo del cap. VII. Chi subisce infatti viene a tro-varsi nella situazione “difficile” per via delle conseguenze psicologiche, morali ed economiche che l’evento determina, restando però sempre in piena comunione con la chiesa per-ché non responsabile. Lo stesso di-rettorio colloca questa figura nella posizione del coniuge innocente. Chi invece più o meno incon-sciamente ma comunque senza gra-vi motivi sfascia la famiglia viene automaticamente a collocarsi della posizione “irregolare” (leggi pure colpevole) Una volta chiarita tale fonda-mentale distinzione, appare anche superfluo specificare il diverso sen-so di appartenenza alla chiesa delle due figure a prescindere dalla pree-sistente situazione di separato, di-

RIFLESSIONI

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vorziato o convivente. Inoltre, come già sottolineato in un mio precedente art. apparso nel fascicolo di giugno 2008 della nostra rivista, volendo prendere in conside-razione la possibilità di recupero del coniuge colpevole, si dovrà in qual-che modo intervenire sulla fase ini-ziale di questi eventi, quasi sempre la separazione, dove avviene appun-to la disgregazione del nucleo fami-liare. Fasi successive di divorzio o seconde nozze vengono quindi ad assumere un aspetto marginale poi-ché il “danno” è già compiuto ed il “recupero” non è più possibile a cau-sa di complicazioni derivanti da evi-denti situazioni di non ritorno (seconda moglie o successivi figli). Una volta chiariti i concetti suesposti dovremo obbligatoriamen-te affrontare una revisione del pro-blema, tanto controverso e dibattuto, dell’esclusione dai sacramenti. Il principio di esclusione per chi non è in piena comunione con la chiesa resta sicuramente valido, ma si aprirà uno scenario diverso sulla individuazione di chi e quando non è in piena comunione. Il responsabile di un dramma così grave come la disgregazione

della famiglia sarà ovviamente e-scluso e la posizione di separato o divorziato sarà del tutto ininfluente ai fini della esclusione stessa. Tutto quanto esposto è opina-bile in quanto scritto a titolo stretta-mente personale. Sandro

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Padre onnipotente e buono, il compito

che come nonni ci affidi

è un ministero di gioia! E’ la tua Speranza che si fa visibile!

Aiutaci ad imitare Te,

che non abbandoni nessuno di quanti in Te confidano,

ma li sostieni con amore fedele

Fa’ che trasmettiamo ai nostri nipoti con le carezze,

l’attenzione, l’ascolto, la bellezza

del tuo dono più grande: la vita ! Amen

2 OTTOBRE

FESTA DEI NONNI

“I nonni nella famiglia sono i de-positari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita. Il compito edu-cativo dei nonni è sempre molto impor-tante e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un'adeguata pre-senza accanto ai figli, nell'età della cre-scita.” Così ha detto Benedetto XVI nello scorso mese di agosto in occasione della festa dei Santi Gioacchino ed Anna ed io aggiungo che troppo spesso nelle case sono gli unici a preoccuparsi della cresci-ta nella fede delle nuove generazioni. a loro va un grazie di cuore per l’aiuto im-menso che ci danno nelle grandi come nelle piccole incombenze di tutti i giorni; molti di noi senza il loro aiuto non sa-prebbero come fare – un augurio grande va anche a quelli di noi, e non sono po-chi, che già sono nonni – siate sempre testimoni dell’amore e della Misericordia di Dio in modo che i vo-stri nipoti portino sempre con loro la speranza in Cristo Ri-sorto. Betty Cali’

PREGHIERA

PREGHIERA DEI NONNI

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L’evento separativo produce delle ricadute non solo sui protagonisti diretti ma anche nelle loro reti di relazione parentale ed amicale. La separazione di coppia di conseguenza raramente resta un fatto pri-vato che coinvolge i soli attori della vicenda; più spesso invece la ricaduta sociale della scelta separativa produce effetti nella rete allargata di relazioni. C’è chi prende parte e si allea con uno dei coniugi, chi esprime giudizi morali, chi commisera o demonizza. C’è anche, fortunatamente, chi sa rispettare le scelte o ancor meglio si rende disponibile a sostenere l'impegno in un progetto di vita che continua per sé e per i figli. Le rispettive famiglie d'origine dei separati o separandi, i genitori di questi in particolare, si trovano a vivere una situazio-

ne di esemplare complessità. Si trovano infatti, da un lato, colpiti e coinvolti dalla risonanza sociale che l'evento produce, dall'altro, sono profondamente turbati su un piano emotivo per i vincoli affettivi esistenti. Molto spesso i nonni, che non hanno vissuto direttamente il deterioramento dei rapporti che sono alla base della scelta separativa, hanno difficoltà ad accettare la decisione “Andavano così d’accordo, non li ho mai sentiti litigare”. Può verificarsi che, nel tentativo di indurre ripensamenti sulla decisione presa, colpevolizzino il figlio/a, non si diano ragio-ne di un fallimento che, oltre ad essere del figlio/a, viene sentito come proprio. Essi sono sovente sopraffatti dal dispiacere e dalla preoccupazione e, quan-

do si rendono con-to che la decisione è assunta, spesso si schierano a protezione del figlio/a. “Mio figlio, poverino è costret-to ad andare a vedere da lontano il bambino..” “Mio genero è succube dei suoi genito-ri…” “Lei usa il bambino per ave-re più soldi” Pur

RIFLESSIONI

NONNI E NONNE QUANDO I FIGLI SI SEPARANO

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essendo diversi tra loro ed a volte contrappo-sti, i sentimenti che la separazione di un fi-glio/a mettono in campo, rappresentano cer-tamente un forte dolore per i nonni. Non dimentichiamo comunque che alcuni nonni vivono situazioni di profonda ingiustizia, e ancor prima di loro gli stessi nipoti, quando vengono assimilati come parte integrante dell’ex-coniuge, e per questo e-sclusi completamente dalla vita dei nipoti, magari perché considerati la causa della separazione. A tale proposito è opportuno sottolineare come la legge dell’8 febbraio 2006 n. 54 “Disposizioni in materia di separa-zione dei genitori e affidamento condiviso dei figli” ribadisca, all’articolo 1 ( artc. 155 del codice civile) che “… il figlio minore ha il dirit-to di ……. Conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.” Ultimo, ma non per importanza, la difficoltà che i nonni vivono di fronte alle complessità poste dalle famiglie ricostituite dove si intrecciano relazioni, nuove, non an-cora codificate socialmente, dove gli adulti e i bambini si muovono a loro volta esprimendo una certa confusione o con la percezione di andare a tentativi e dove i nonni faticano ad inserirsi perché “estranei” a questa dimensio-ne sociale. A fronte della percezione di una situazione di una così elevata complessità emerge che i nonni rappresentano una risorsa capace di offrire un prezioso so-stegno all'affaticamento e al senso di insi-curezza che la separazione produce.

Spesso proprio la posizione di sfondo che i nonni rivestono consente loro di essere punto di riferimento affetti-vo ed emotivo per i nipoti, in particolare ciò avviene nella fase di più acceso con-flitto della coppia, quando non sempre i bambini possono contare su genitori sereni e disponibili, ma anche in fasi suc-cessive di passaggio. Importante diventa inoltre il sostegno che i nonni riescono ad offrire al proprio figlio o alla propria figlia, sia nell'accogliere il loro disagio, nell'aiutarli ad elaborare un evento che produce sofferenza e senso di fallimento, sia soprattutto, nel confermarli adulti responsabili e capaci di prendere buone decisioni. I nonni che riescono a concen-trarsi, in modo sereno e rassicurante, sui bisogni dei nipoti e sostengono quindi la loro necessità di poter continuare a con-tare su entrambi i genitori, impegnandosi perché ciò possa avvenire, possono es-sere attori di primo piano nel facilitare il superamento dei rischi che la separazio-ne può produrre. Fonte http://www.credomef.ra.it

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Il silenzio e l’ascolto del fratello

RIFLESSIONI

Il silenzio è, e può essere, a-scolto di Dio, ma è senz’altro una pallida idea dell’ascolto del fratello. Io penso che nei nostri incontri vi possano anche essere dei momenti di silenzio, ma non è questo il no-stro carisma, quello che forse ci chiede il Signore. Il Signore ci chiede l’acco-glienza, l’ascolto dell’altro, ci chie-de che ascoltando l’altro facciamo il vuoto, il silenzio dentro noi stessi. Ci chiede che in quel momen-to, mentre ascoltiamo il nostro fra-tello, il vuoto dentro noi stessi arrivi a non domandarci che cosa dovremo dire poi, ma solo ascoltare. Dobbiamo credere che, se poi dovremo parlare (e non è detto che lo dobbiamo fare), il Signore ci met-terà al momento opportuno le frasi giuste sulle labbra”. E parimenti il parlare nostro sia delle cose di Dio anche se si de-ve parlare di problemi pratici (es. ….. la strada per andare al luogo di un incontro, che treno prendere, co-sa portare da mangiare per una cena tra di noi…. ), non possiamo per-

Alcune volte abbiamo ipotiz-zato di introdurre ad uno dei nostri prossimi incontri, quelli più lunghi di una o due giornate, dei consisten-ti momento di silenzio. I mistici nel tempo hanno dato molta importanza al silenzio e molti di noi hanno partecipato a “ritiri” in cui si chiedeva il silenzio.

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metterci che cali la tensione, l’at-tenzione a quello che dice l’altro, l’ascolto reciproco.

Dobbiamo sempre domandar-ci …. ma quella cosa che vorrei dire è amore per l’altro? è proprio necessario che dica questa cosa ? Cerchiamo di capire se è a-more per l’altro ripetere per l’enne-sima volta che il “mio coniuge mi ha lasciato, che si dimentica dei nostri figli, che prima credeva ed ora rigetta tutto”. No, queste cose diciamole solo se pensiamo che sono amore per l’altro, concentriamo il nostro sforzo non sul silenzio ma sull’a-

scolto … e parliamo solo se il Si-gnore ci dice di parlare …. In alcuni incontri, all’inizio

dell’incontro, nel rito dei sassi, deponiamo ai piedi del Cristo un piccolo sasso che vuole significare di deporre tutti pesi che spesso ci portiamo dietro, il peso delle nostre preoccupazio-ni, dei nostri peccati …. : perché è l’ acco-glienza, l’ascolto la nostra parola simbo-lo. E’ ciò che dobbia-mo vivere e che non possiamo attuare pie-

namente se siamo ancora “schiacciati” da questi pesi, da queste preoccupazioni. A conclusione facciamo pu-re qualche ora di silenzio, ma poi sforziamoci di essere, per tutte le altre ore in cui stiamo insieme, ascolto reciproco, mettiamo qui tutto il nostro impegno, dimenti-cando tutti i nostri problemi. Ernesto Emanuele

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Servo di Dio Giovanni Minozzi

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Quest’anno ad Agosto ho deciso di fare un vacanza un po’ diversa da quella degli altri anni, ho prenotato qualche settimana presso il Convento delle Ancelle del Signore ad Amatrice. Questa istituzione è stata fondata da Don Giovanni Minozzi , sacerdote a-bruzzese che sentì come una mis-sione primaria quella dell’assisten-za umana e cristiana delle classi sociali più derelitte. La sua missio-ne educativa spaziò dall’assistenza ai guitti delle campagne romane a quella dei soldati al fronte che assi-stette – come Cappellano volonta-rio- prima nella guerra di Libia, poi nella Grande Guerra. La sua sensibilità umana al fronte fu sti-molata da scene terribili cui assi-steva e dalle esigenze morali dei soldati nelle retrovie. Il binomio inscindibile che Don Giovanni Mi-nozzi aveva chiaro in sé era: cultu-ra e carità Si adoperò sempre, in-fatti, perché le popolazioni meri-dionali crescessero in cultura per-ché diceva che queste si sarebbero riscattate solo se se si sarebbe dato loro “il pane della cultura”. Suoi

TESTIMONIANZA

UNA VACANZA SPIRITUALE

amici furono uomini illustri del suo tempo, da Giustino Fortunato e Gron-chi., a De Gasperi, a Don Sturzo, a Don Orione….con tutti ebbe ottimi rapporti perché tutti dovevano aiutar-lo a far crescere i suoi orfani. Andò pellegrino persino nelle americhe per raccogliere soldi dagli Italiani. Oggi le sue opere continuano tramite i suoi

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figli spirituali: i Sacerdoti Discepoli, le ancelle del Signore, gli ex alunni e gli Amici di Padre Minozzi. Que-sta premessa biografica è stata do-verosa per spiegare come presso le Ancelle del Signore (una delle sue case) ho respirato aria di santità e spiritualità. La mattina andavo a Messa nella Chiesetta detta “ del Crocefisso”per via di un miracolo ivi accaduto, poi dopo aver chiac-chierato e fatto compagnia alle an-ziane signore ospiti del Conven-to,andavo a comprare il giornale che leggevo in pace al ritorno dentro il loro meraviglioso giardino, un aiuto a Suor Anna nell’orticello da lei coltivato, al suono di una campanel-la si pranzava nel refettorio( molto spartano) dove una volta mangiava-no le orfanelle. Aldilà della vetrata,

le preghiere delle suore in cucina, ri-suonavano alle mie orecchie come un rimprovero per il mio mancato rin-graziamento quotidiano all’ora del pasto. La sera con i Vespri era per me il momento migliore di raccoglimento e i loro canti con voci angeliche ma intonate mi facevano fare voli pinda-rici. Sono andata anche a qualche Sa-gra paesana organizzata dal Comune e a visite guidate presso dei Santuari che si trovavano nella zona. Peccato che tutto è finito così presto, ma è servito a farmi capire che non c’è bi-sogno di andare in posti di villeggia-tura famosi per rilassarsi e ritrovare la propria spiritualità. A volte è ne-cessario fare poca strada per ritrovare quella che porta a Dio. ARTEMISIA

Nel mese di Agosto è venuto a mancare il papà del nostro caro amico Paolo Padroni. Vogliamo esprimergli le nostre più sentite condoglianze. Questo mese, che per molti di noi sarà sicuramente stato un periodo di svago e riposo, è stato per lui, specialmente alla fine, un periodo triste. Il papà terreno è paragonabile al nostro S. Giuseppe che ha vigilato e protetto Gesù nella sua infanzia e cosi avrà fatto il suo papà. Caro Paolo ti siamo vicini e ti ringraziamo per la collaborazione che hai dato in passato alla rivista. Pregheremo per il tuo papà; che il Signore lo accolga presso di se e gli dia la Pace Eterna. Tutti i tuoi amici dell’associazione

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RUBRICA

QUALCHE CONSIGLIO PER LE VOSTRE LETTURE

Cristiano stanco? Dialogo su Gesù di Nazareth tra un parro-co di montagna e un adulto che vuole esse-re cristiano. Da adulto Autore Curtaz Paolo Editore San Paolo Edizioni Prezzo €8.00

Fammi capire: mi stai chiedendo se un a-dulto normo-dotato, quarantenne, sposato con due figli, che lavora tanto e che se ne sta imbottigliato in tangenziale due ore al giorno, uno che ha una media cultura, che porta i bambini a calcio e va al cinema, che si sbatte per arrivare alla fine del mese, che si sente un cattolico di cultura e di tradizio-ne, può diventare - sul serio - cristiano... 'Touché', Giorgio, hai ragione. Conosco un sacco di gente che crede che sia impossibile essere uomini e cristiani nello stesso momento, e lo chiedi a me, tuo coetaneo, prete perso tra le montagne che ricordano il Paradiso e che porta nel cuore le tue stesse domande. Ci sto, accetto la sfida. Vediamo se davvero, oggi, uno come te, che vuole riscoprire la fede, che sente la verità pulsargli nelle tempie, può continua-re a essere uomo del suo tempo e - infine - scoprire il volto di Dio. www.sanpaolo.org

Abbi fiducia Autore Carol Ann Morrow - R.W. Alley Editore Paoline Edizioni Prezzo €4,00

Questo semplice libretto vuole testimoniare che la fiducia in Dio è sia dono sia scelta, sia grazia sia sforzo. La fiducia non è un portafortuna religioso, ma può donarci la chiarezza del capire, il coraggio di cogliere le opportunità, la serenità di aspettare quan-do l’attesa è tutto ciò che possiamo fare. Aiuta così a comprendere che più pratichia-mo la «terapia» della fiducia in Dio, più ci rafforziamo spiritualmente e all’impegno nel quotidiano. Soffermandosi su ogni pen-siero di questo libro si può praticare «un esercizio dello spirito».

www.paoline.it

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ROMA Gruppo Astalli Via degli Astalli, 16 (Piazza Venezia) Guida spirituale – Padre P. Bachelet tel. 06.69700204 Coordinatrice – Paola Menaglia cell. 338.8961409 Gruppo Castani Via dei Castani 291 (Centocelle) Parrocchia di S. Ireneo Guida spirituale – tel. 06.21803514 Coordinatore – Sandro Bora cell. 349.1670143 Gruppo Mostacciano P.zza B. Vergine del Carmelo, 10 (Roma Ovest) Guida spirituale – Padre Giuseppe Midili tel. 06.5294061 Coordinatrice – Rosella Tirelli cell. 347.2645980 Gruppo Prenestina Via Prenestina, 104 (Prenestino) Parrocchia S. Leone Magno tel. 06.21703321 Guida spirituale — Don Vito Di Nuzzo Gruppo Serpentara Parrocchia S. Ugo (Roma Nord) Via Lina Cavalieri, 3 Guida spirituale : Don Roberto Savoja tel. 06.8805146 Coordinatrice – Anna Torretta cell. 320.0551944 Gruppo Somalia Via F. Marchetti, 36 (Quartiere Africano) Chiesa S.S. Trinità a Villa Chigi Guida spirituale – Padre Lucio Boldrin tel. 06.8600733 Coordinatori : Antonio e Isa Bux cell. 328.4181194 Gruppo Ottavia Via Ascrea 24/A (Trionfale) Parrocchia S. Andrea Avellino tel. 06.30815220 Guida spirituale : Don Claudio Occhipinti LATINA Chiesa S. Luca – via Pierluigi da Palestrina Guida spirituale : Mons. Mario Sbarigia tel. 0773.621913 Coordinatore : Antonio Longo cell. 329.3810446

INCONTRI DEI GRUPPI

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PRESIDENZA NAZIONALE 20121 Milano - via Appiani 25 Presidente: Ernesto Emanuele Tel. 02.6554736 - Fax 02.6551717 [email protected] www.famiglieseparatecristiane.it Tel. “SOS Separati” 02.6554736

Consulente ecclesiastico dell’Associazione:

Padre Paolo Bachelet S.I. 00186 Roma - Via degli Astalli 16 Tel. 06.69700204 - Fax 06.69700331 SEZIONE DI ROMA

Guida spirituale: Don Claudio Occhipinti Parrocchia S.Andrea Avellino Via Ascrea 24 A - Tel e Fax 06.30815220 [email protected] Referenti:

Paola Menaglia Sandro Bora

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

SABATO 17 OTTOBRE 2009 Incontro comunitario di preghiera e condivisione ore 17.00 (Sede da definire) MERCOLEDI’ 18 NOVEMBRE 2009 Conferenza - dibattito Dr. Pinella Mostardi, Psicologa Consulente per la tutela dei figli nella separazione familiare ore 19.00 Parrocchia SS. Trinità a Villa Chigi - Via F. Marchetti, 36 Roma

SABATO 5 DICEMBRE 2009 Giornata di riflessione in preparazione al S.Natale - Guida spirituale don Claudio Occhipinti - ore 9.30-18.00 Parrocchia S. Andrea Avellino Via Ascrea 24/a (Trionfale ) - Roma DOMENICA 13 DICEMBRE 2009 L’Associazione partecipa al Ritiro della Diocesi MARTEDI’ 29 DICEMBRE 2009 Incontro conviviale ore 17.00 (Sede da definire)