Il giornale della scuola 4
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Maggio 2010 - numero 4 Scuola secondaria di primo grado “ San Francesco ” - Francavilla Fontana
I l ministro dell'i-
struzione Gelmini
non ha smesso di
pensare alla scuola e
di escogitare novità.
Quest'anno ha deciso
la riduzione di alcune
ore: due di italiano e
una di tecnologia
Noi riteniamo che
questo sia un danno
per il sistema scuola
in genere, e per gli
studenti in particolare.
La scuola offre sem-
pre di meno e gli alun-
ni sono sempre più
ignoranti.
La riduzione delle ore
ha portato infatti all'e-
sclusione di attività
aggiuntive, quali in-
formatica e approfon-
dimento di materie
(Continua a pagina 10)
M ercoledì 10
f e b b r a i o ,
p r e s s o
l‟auditorium della
nostra scuola si è tenu-
ta, come lo scorso an-
no, una manifestazio-
ne per ricordare la
Shoah. Ospite Piero
Terracina, uno dei po-
chi sopravvissuti ai
campi di sterminio na-
zisti, ancora vivente.
Dopo i saluti e i ringra-
ziamenti di rito, la pro-
fessoressa Mina Nar-
delli ha illustrato le
motivazioni del proget-
to ”Ricordare e testi-
moniare la shoah”. È
seguita quindi la proie-
zione di un filma-
to che, attraverso
significative im-
magini, ha de-
scritto le tragiche
esperienze vissu-
te dagli ebrei.
L‟ultima diaposi-
tiva riportava
provocatoriamen-
te una considera-
zione :“E ppure
c‟è chi nega…” .
“Da qui, dalle
immagini e dal
desiderio di di-
mostrare l‟assurdità dei
negazionisti è nata
(Continua a pagina 5)
Cambiare:
è sempre un
bene?
La scuola ospita Piero Terracina, sopravvissuto ai campi di sterminio
RICORDARE LA SHOAH
Presentata una ricerca storica dei ragazzi e una mostra fotografica
I VALORI SCENDONO IN CAMPO Presentato il progetto legalità. Collaborazione tra scuola e forze dell’ordine
M artedì 24 novembre 2009,
alle ore 10.00, presso
l‟auditorium della scuola secon-
daria di 1°grado “San Francesco
d‟Assisi” si è tenuta una confe-
renza stampa per la presentazione
del progetto legalità “I Valori
Scendono In Campo”.
Il progetto era stato già avviato lo
(Continua a pagina 17)
Con l ’ Europa investiamo nel vostro futuro !
TERRACINA SI RACCONTA
Piero Terracina è nato a Roma il 12 novembre 1928. A dieci anni dovette lasciare la scuola in cui frequentava la quarta elementare perché, a segui-to dell’emanazione dei Provvedimenti per la dife-sa della razza nella scuola fascista, gli ebrei, alunni e insegnanti, erano stati espulsi dalle scuole pubbliche. Nel 1944 con la sua famiglia scampò miracolosa-mente al rastrellamento del ghetto ebraico avve-nuto il 16 ottobre 1943 e dopo quell’episodio vis-se per un certo periodo nascosto. Pochi mesi più tardi, il 7 aprile 1944, il giorno della Pasqua ebrai-ca, venne arrestato coi famigliari e condotto a Re-gina Coeli. Da lì, dopo gli interrogatori di rito, fu portato al campo di Fossoli e il 23 maggio 1944 caricato sul treno merci con destinazione Ausch-witz Birkenau. Piero Terracina, oltre ai genitori, ha perso anche due fratelli. Questi ultimi durante le marce della morte. Si è salvato perché, troppo debole, nel gennaio del ’45, era stato ricoverato nell’ospedale del campo. Il 25 gennaio un plotone di SS radunò gli ultimi internati che erano rimasti a Birkenau e li fecero uscire dal campo. Piero, con alcuni com-pagni, riuscì a gettarsi in una fossato, complice il buio. Dopo alcune ore giunsero ad Auschwitz dove, in un deposito abbandonato trovarono del cibo. La mattina dopo arrivarono i russi e con essi la liberazione. Venne ricoverato, curato e poi tornò a casa sua dove fece carriera come dirigente d’azienda in una fabbrica di bottoni. Su di lui è stato scritto il libro “Il Commerciante di bottoni”, edito da Fabbri nel 2007. L’autrice, Erika Silvestri, è una ragazza oggi ventenne, che ha conosciuto Piero Terracina a scuola, in una conferenza sulla Memoria, quan-do aveva tredici anni. Il suo libro narra le vicende del sopravvissuto così come le ha apprese du-rante la fitta corrispondenza che ha avviato con lui.
E‟ un‟occasione rara, forse unica, siamo ormai in pochi. Io
posso dire “c‟ero”. Vi racconterò cose crudeli. E‟ sempre
difficile parlare di questo argomento perché nel raccontare
io lo rivivo. Qualche volta mi capita di aver dei cedimenti.
Io ho vissuto le cose più atroci, io sono stato all‟inferno
perché i campi di sterminio erano l‟inferno.
Tutte l‟Europa dell‟est era disseminata di questi campi.
Auschwitz era il modello più efficiente per dare la morte.
Attenzione, i campi di sterminio sono diversi da quelli di
concentramento e lavoro. Là si moriva di fatica, di fame e
di sevizie, ma non c‟erano le camere a gas. Chi entrava nei
campi di sterminio, era condannato a morire e lo sapeva-
mo perché erano gli stessi carnefici che ci ricordavano che
da lì saremmo usciti come fumo dai camini. Mi rivolgo
proprio ai più piccoli: immaginatevi che io non sia questo
vecchio signore, ma un vostro compagno, studiamo insie-
me, siamo amici, all‟improvviso questo vostro compagno
viene gettato all‟inferno.
Il 5 settembre 1938 il governo italiano emanò la prima di
tante leggi contro i suoi cittadini colpevoli solo di profes-
sare religione diversa. Noi diventammo la feccia della
società.
La mia era una famiglia numerosa, io ero il più piccolo, il
più seguito, il più amato. Con questa legge tutti noi ve-
nimmo esclusi dalle scuole. Io frequentavo la quarta ele-
mentare, dovevo iniziare la quinta, avevo una brava inse-
gnante alla quale volevo bene. Quando le chiesi perché
non potevo più frequentare mi rispose: “Perché sei ebreo”.
Lei si era subito adeguata alle leggi. Fu una catastrofe.
Eravamo stati tutti educati all‟amore per lo studio. Mia
madre pretendeva molto da noi figli. Ci incitava sempre a
studiare: “Se riuscite a scuola il percorso della vita sarà
più facile”. Mia madre certo non poteva immaginare
quello che sarebbe accaduto.
Io ero disperato, pensavo a cosa avrei mai potuto fare sen-
za l‟istruzione. Noi ebrei eravamo uguali agli altri, viveva-
mo sul suolo italiano da ventidue secoli a abbiamo anche
noi contribuito alla evoluzione della civiltà italiana.
Cominciammo a frequentare le scuola ebraiche, organiz-
zate dalla comunità ebraica. Ci fu persino una università
Speciale shoah
2
Maggio 2010
Il dirigente scolastico Tiziano Fattizzo consegna un
omaggio a Piero Terracina
di ingegneria dove insegnavano non solo e-
brei, ma anche cattolici che rischiavano molto
per questo. Nelle università insegnavano pri-
ma 109 docenti ebrei e furono estromessi.
Dopo la guerra 4 furono insigniti del premio
Nobel tra i quali Rita Levi Montalcini. Fu
premiato anche Enrico Fermi che non era
ebreo, ma aveva sposato un‟ebrea. Pensate,
Albert Eistein era membro dell‟Accademia
dei Lincei, mandò una lettera in cui chiedeva
se poteva ancora esserne membro e gli rispo-
sero:”Abbiamo preso atto delle vostre dimis-
sioni”
La scuola ebraica fu la mia fortuna perché
trovai degli insegnanti bravi. Il preside non era
ebreo e ci diceva: “Mi dispiace per voi, io vi
conosco e so che siete uguali, ma voi dovete
dimostrare che non siete diversi”. Questo fu
un incitamento.
Le cose cambiarono: papà perse il lavoro e i miei fratelli
dovettero lasciare la scuola per contribuire al manteni-
mento dell‟intera famiglia. Come poteva accadere che
solo per una legge gli amici sparissero? Io avevo 10 anni
e un ragazzo in quelle condizioni matura prima, però
vivevo ancora felice.
Dopo il 25 luglio 1943 ci fu un momento di speranza
subito gelato dal fatto che le leggi razziali non furono
abrogate. Dopo l‟8 settembre l‟Italia fu divisa in due. I
responsabili della comunità ebraica furono convocati,
dovevano pagare un sorta di riscatto. Le nostre famiglie
non avevano più oro, ma si verificò un fatto straordina-
rio, il primo atto di resistenza contro il fascismo: molti
non ebrei si misero in fila per contribuire a formare il
quantitativo di oro richiesto. Nonostante questo il 16
ottobre le SS circondarono il ghetto di Roma e portarono
via tutti gli ebrei che trovarono. Con la mia famiglia
scampammo all‟arresto Milleduecento persone furono
portate al Collegio militare a poche centinaia di metri
dal Vaticano, furono poi condotti alla stazione Tiburtina
e stipati nei carri merce. Io non c‟ero quel giorno, ma
qualcuno è ritornato e ha raccontato. Noi sopravvissuti
siamo come fratelli e fra noi potevamo parlare e perciò
credo a quello che mi hanno detto.
Dopo cinque giorni di viaggio, arrivarono ad Auschwitz
1023 persone. Superarono la selezione meno di 200 per-
sone. Tornarono solo quindici uomini e una donna.
Io e la mia famiglia trovammo rifugio grazie al portiere
di uno stabile, che rischiò la morte e ci prese in casa
sua. È stato un eroe. Noi ebrei non veneriamo i santi ,
ma quel portiere è quello che noi chiamiamo un giusto e
quindi va onorato come tutti quelli che hanno salvato gli
ebrei.
Il 13 marzo mia nonna si sentì male e mio padre riuscì a
portarla in ospedale dove morì, e per fortuna. Si può
dire per fortuna?Sì, perché le sono state risparmiate tan-
te sofferenze. La sua è l‟unica tomba della famiglia. Ho
fatto mettere una lapide con tutti i nomi degli altri miei
famigliari.
La mia famiglia venne venduta da un delatore e la sera
della pasqua ebraica arrivarono le SS che ci portarono a
Regina Coeli. In quell‟occasione mio padre ci disse:
“Non perdete mai la dignità.” Ma come si fa a mantene-
re la dignità quando si ha fame? Quando si guarda un
aguzzino e speri che ti dia un po‟ di più. L‟aguzzino non
si implora mai. Io avevo 15 anni e non volevo morire,
a 15 anni si cerca di rimandare la morte. Non so se
sono riuscito a mantenere la promessa fatta a mio padre.
C‟era chi manteneva la dignità: quelli che si ribellava-
no e andavano incontro alle torture e poi alla morte e
quelli che cercavano la morte sul filo spinato.
Da regina Coeli fummo condotti al campo di Fossoli in
provincia di Modena. Imparai lì come si muore: un co-
mandante delle SS sparò in testa a un poveretto che non
aveva fatto proprio niente.
Il 16 maggio partimmo ci stiparono in un carro. Io ero
con papà e il nonno che non mi abbandonavano perché
ero il più piccolo e pensavano che avessi più bisogno.
Sigillarono il treno che rimase sotto il sole tutto il 17
maggio. Cominciammo ad usare l‟acqua, la sera era già
finita, ma non ce la fornirono più. La mattina dopo giun-
gemmo a Verona. La sete era atroce ma nessuno fece
niente. A Bolzano ci permisero di fare rifornimento poi
chiusero i carri. Lo spazio era insufficiente, bisognava
stare in piedi, ma qualcuno cadeva su quelli che erano
seduti o sdraiati. Ancora due giorni e arrivammo a Mo-
naco di Baviera e ci fecero scendere dai carri. Lì fummo
trattati umanamente. Le SS erano a una certa distanza, ci
(Continua a pagina 4)
Speciale shoah 3
Maggio 2010
Piero Terracina e Luigi di Cuonzo
dissero di camminare e ci diedero una zuppa calda e ci
permisero di pulire i carri e ci diedero la paglia da met-
tere sul pavimento. Eravamo in 64, avevamo vissuto
quattro giorni in mezzo agli escrementi di tutti. Non c‟è
peggiore sofferenza di quella di un genitore che, oltre
alla propria, vive quella di non potere alleviare la soffe-
renza dei propri figli.
Il 23 maggio arrivammo a Birkenau: c‟erano dei camini,
pensavamo fossero fabbriche. Aprirono i carri, le SS
erano schierate con cani al guinzaglio e bastoni. Non
capivamo le parole, ma i morsi e le bastonate sì. Feci
pochi metri e incontrai i miei fratelli. Mio padre accom-
pagnò il nono malato nella fila degli uomini, io, i miei
fratelli e mio zio andammo alla ricerca di mamma e di
mia sorella. Le raggiungemmo, mamma aveva capito:
piangeva, ci abbracciò tutti e ci diede la benedizione.
“Non vi vedrò più” furono le ultime parole.
Davanti alla file delle donne fecero avanzare il dottor
Morte che, con frustino, vero Caronte, decideva chi do-
veva andare nelle camere a gas e chi nel campo a lavo-
rare come schiave.
Noi fummo portati in una baracca, ci tolsero tutto: scar-
pe, vestiti. Fummo depilati e ci tolsero il nome. Il no-
stro nuovo nome era quel numero che ci veniva asse-
gnato e tatuato sull‟avambraccio sinistro dalle SS, im-
peccabili nella loro divisa. Avremmo dovuto rispondere
a quel numero che veniva letto in tedesco. Il nostro pri-
mo pensiero fu quello di chiedere dove fossero i nostri,
ma ci indicarono il fumo delle ciminiere. Così venni a
sapere che mamma e papà non c‟erano più.
Io fui assegnato al lavoro più duro, quello nel fango.
Non ci davano acqua, ma quelli prima di noi , infilando
una canna nella parete che stavano scavando filtravano
la fanghiglia e così potevamo bere. La sera dovevamo
portare su barelle improvvisate i corpi dei compagni
che non ce l‟avevano fatta. Se qualcuno dimostrava de-
bolezza veniva ucciso. Al ritorno al campo dovevamo
assistere alle punizioni: dalle 25 bastonate che i prigio-
nieri stessi dovevano dare con forza e il punito doveva
contare in tedesco, fino all‟esecuzione con la forca. Guai
se distoglievamo lo sguardo. Finita la punizione torna-
vamo nella baracca con una fetta di pane e della marga-
rina e quello che chiamavano salame. Poi finalmente
potevamo sdraiarci. Ma entravano le SS urlando: dove-
vamo uscire, completamente nudi, correndo e mostrando
un vigore che andava diminuendo. Cominciava una
nuova selezione per lasciare lo spazio ai nuovo arrivati.
La mattina dopo vedevamo quei vuoti, ma la sera erano
già colmati. Non potevamo e non dovevamo più pensar-
ci.
Ad Auschwitz non morirono solo ebrei. Anche gli zin-
gari furono sterminati.
La mia testimonianza avrà un significato più forte nel-
la società civile tanto più riuscirà a produrre riflessio-
ne. Gli esecutori del massacro erano colti, e intelligen-
ti erano persone educate che addormentavano i pro-
pri figli. Ma se erano persone normali perché tanto
odio?
ll giorno della memoria deve servire anche a prendere
esempio da quelli che hanno rischiato al vita.
(Continua da pagina 3)
Il 3 febbraio, presso il cinema teatro “Italia” , da-
vanti a un pubblico di alunni di scuola media e supe-
riore, gli studenti del Liceo classico “ V. Lilla” di
Francavilla Fontana, hanno rappresentato il recital
“ I giovani ricordano la shoah” . La scuola non è
nuova a queste iniziative, già in passato infatti ave-
va realizzato attività sull‟argomento. Durante lo
spettacolo, i ragazzi hanno letto ed interpretato alcu-
ne testimonianze dei sopravvissuti. Fra le altre, com-
movente la lettura della testimonianza del non-
no,morto nei campi di concentramento, da parte di
Antonio Somma. P. Nisi, F.Saracino
Anche il Liceo Classico
ricorda la shoah
Eistein e la moglie
Albert Eistein
era membro
dell’Accademia
dei Lincei,
mandò una let-
tera in cui chie-
deva se poteva
ancora esserne
membro e gli
risposero:
“Abbiamo preso
atto delle vostre
dimissioni”
Speciale shoah
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Maggio 2010
l‟esigenza di approfondire” ha dichiarato la professo-
ressa Loredana Weiss. Il risultato è la ricerca storica
intitolata proprio “C‟è chi nega” realizzata dai ra-
gazzi della terza A dello scorso anno.
Luigi di Cuonzo, responsabile dell‟Archivio della Re-
sistenza e del-
la Memoria di
Barletta è
i n t e r v en u t o
elogiando il
lavoro degli
alunni, soprat-
tutto per la
metodologia
usata, e ha
presentato il
protagonista
della giornata
Piero Terracina.
I l t e s t i m o n e , o g g i
ottantaduenne, con chiarez-
za e lucidità ha condotto i
ragazzi presenti in sala in
un mondo per loro estra-
neo, ma per questo forse
ancora più drammatico.
Un‟esperienza emotiva-
mente coinvolgente per
tutti che, ne siamo sicuri, ha
lasciato una traccia importante in chi lo ha ascoltato.
Da segnalare la mostra fotografica, riproposta anche
quest‟anno nell‟atrio della scuola, che ripercorre le
tappe dell‟ Olocausto. Interessanti le sezioni riguar-
danti l‟Italia (documenti relativi alle leggi razziali,
stampa antisemita e campi di concentramento).
F. Saracino, E. Giumentaro, D.Santoro
(Continua da pagina 1)
RICORDARE LA SHOAH
L a Scuola “S. Francesco”
ha voluto ricordare
l‟olocausto di sei milioni di
ebrei con un progetto “Ricordare e
testimoniare la Shoah”, promosso
lo scorso anno. In quell‟occasione
era stata allestita una mostra foto-
grafica che ripercorreva la trage-
dia vissuta dagli ebrei.
Proprio da questa mostra è nata
l‟esigenza di approfondire
l‟argomento e la terza A ha pro-
dotto una ricerca storica, dal titolo
“C‟è chi nega”, pubblicata nel
giu gno2009 e p resen ta ta
quest‟anno in occasione della ma-
nifestazione che ha visto la testi-
monianza di Piero Terracina.
Il libro inizia con una breve intro-
duzione sull‟antisemitismo ed è
composto da cinque capitoli
corredati ciascuno da una vasta
raccolta di immagini e
fotografie, le stesse che
compaiono nella mo-
stra.
I primi due capitoli
tracciano, attraverso la
cronologia delle leggi
antiebraiche italiane e
tedesche, le tappe della
tragedia vissuta dal
popolo ebraico.
Il capitolo successivo
tratta dei campi di con-
centramento in Italia e
in particolare quelli
della Puglia.
Il quarto capitolo è dedicato alla
stampa antisemitica. Si sottoline-
a l‟atteggiamento pesantemente
discriminatorio evidente negli
articoli e nelle vignette satiriche
pubblicate su alcuni giornali. Fra
questi, la famosa rivista “La
difesa della razza” .
Nell‟ultimo capitolo ci sono le
testimonianze dei sopravvissuti
tra i quali Elisa Springer (1918-
2004), Shlomo Venezia, Liliana
Segre. Molto interessante e
“raccapricciante” è la testimonian-
za di Rudolf Hoss, comandante
del campo di Auschwit, il quale si
sente sollevato quando trova il
metodo per eliminare in massa gli
ebrei.
Il volume presenta una corposa
appendice di settanta pagine in cui
è riportato il testo integrale delle
leggi razziali tedesche e italiane e
un ricca sitografia e bibliografia.
Lavoro molto impegnativo, ha
visto la partecipazione di tutti gli
alunni della terza A.
M. Carucci, I.Paiano
C’è chi nega
Presentata la ricerca storica sulla shoah realizzata dalla terza A
Speciale shoah
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Maggio 2010
Alcuni degli alunni autori della ricerca storica
cultura
L‟autore esorta i ragazzi a non trascurare i libri
LEGGERE FA CRESCERE LA MENTE La scuola “San Francesco” incontra Vito Costantini
I l giorno 5 marzo, la
scuola “San France-
sco d‟Assisi” ha ac-
colto Vito Costantini,
l‟autore del libro e del
musical “L‟altro Pinoc-
chio”. La manifestazione
rientra nel progetto
“Continuità”, che trova
coinvolte le prime medie e
le quinte elementari di tut-
ta Francavilla.
Con l‟autore era presente
anche Eugenio Coppola, l‟attore
che ha interpretato il ruolo Pi-
nocchio.
Vito Costantini ha raccontato che
l‟editore Felice Poggi aveva pen-
sato di pubblicare “Il giornale dei
bambini” e, per l‟occasione, ave-
va chiesto a Carlo Lorenzini di
scrivere una storia per ragazzi che
avesse una morale. Così era nata
la storia di Pinocchio di Collodi,
pseudonimo dello stesso Lorenzi-
ni.
Le vicende del famoso burattino
sono note, ma forse non tutti san-
no che il suo autore aveva con-
cluso la storia con la sua morte,
per opera del gatto e della volpe.
La morale era quella che un mo-
nello viene sempre punito. I pic-
coli lettori, dispiaciuti per la tra-
gica conclusione del racconto,
inviarono delle lettere a Collodi
pregandolo di continuare la sto-
ria. Collodi inventò allora
l‟unico personaggio femminile, la
Fata Turchina, che salverà Pi-
nocchio.
Nel 1997 i giornali diedero la
notizia del ritrovamento di alcuni
fogli manoscritti firmati da Collo-
di, in cui Pinocchio si risveglia
da un sogno, ancora nelle vesti di
burattino. La storia dunque dove-
va continuare, ma la morte ave-
va colto l‟autore pochi giorni
dopo e non gli fu possibile ter-
minarla.
Da qui comincia il libro scritto
da Vito Costantini che ha inven-
tato le nuove avventure del burat-
tino, questa volta impegnato nel
salvataggio della fata.
L‟autore interagisce poi coi ra-
gazzi, coinvolgendoli anche nella
recitazione e nel canto di alcuni
passi del musical. Conclude
l‟incontro lanciando una sorta di
monito per i giovani:
“E’ opportuno leggere sempre,
perché leggere un bel libro fa
crescere e allena la mente”
C. Barbaro S. Distante
Libri:
noi consigliamo...
Il libro “Gli elefanti hanno
sete”, scritto da Mariella
Ottino e Silvio Conte, si è
rivelato molto interessante e
ha suscitato in me straordi-
narie emozioni .
Gli autori, attraverso la storia
di Leo e Ahmed, invitano a
riflettere sui problemi che
affliggono il mondo contem-
poraneo. Apparentemente i
due sono diversi: uno è ra-
gazzino bianco, di ricca
famiglia europea, l‟altro è
un ragazzo di colore, da
sempre vissuto in una tribù.
Una cosa però li lega:
l‟amicizia.
Insieme ad un elefante af-
fronteranno vari ostacoli
per raggiungere uno scopo:
smascherare un‟ organizza-
zione criminale internaziona-
le, dedita alla tratta dei bam-
bini.
Intorno ai protagonisti si
muove un mondo pieno di
sentimenti contraddittori: il
cinismo, l‟amore e la solida-
rietà.
Ce la faranno i nostri amici a
salvare i ragazzi dalla schia-
vitù?
Sonia Distante
M.Ottino S.Conte
Gli elefanti hanno sete
Bruno Mondadori
avventura
6 Maggio 2010
Eugenio Coppola e Vito Costantini
Gli alunni intervistano Costantini
Scrivere è una passione
Sappiamo che lei ha scritto il libro “L’altro Pinocchio” dopo
il ritrovamento di nuove pagine di Collodi, ma noi vorrem-
mo sapere questo: perché le è venuto il desiderio di continua-
re la storia del burattino? E non ha avuto paura degli inevi-
tabili confronti?
In verità i fogli ritrovati non sono scritti con la grafia di Collodi,
ma si presume che siano comunque suoi. Era un‟occasione unica. Credere che
fossero di Collodi, mi ha creato una forte suggestione e mi ha invogliato a pro-
seguire le avventure di Pinocchio. Non ho avuto paura dei confronti perché la
passione per la scrittura è più forte di ogni cosa.
Perché ha deciso di fare questo spettacolo?
Nel 2003 i Pooh avevano fatto le musiche per Il Pinocchio tradizionale, affasci-
nato da questo loro lavoro, ho pensato di realizzarlo anch‟io con il mio Pinoc-
chio. Non è stato facile trovare attori che sapessero anche cantare. Eugenio
Coppola aveva solo recitato a scuola, ha cominciato a studiare canto e recitazio-
ne e oggi è un professionista
Sono passati più di cento anni tra il Pinocchio di Collodi e il suo, non teme-
va di avere scarso successo, visto che i ragazzi di oggi leggono poco, e se
leggono, preferiscono i fumetti?
C‟è sempre questo pericolo, ma non dobbiamo arrenderci. Solo il leggere dà
ricchezza, solo il sapere apre la mente
Pensa che il messaggio contenuto in Pinocchio, quello di Collodi e il suo,
cioè i valori dell’amicizia, della lealtà e dell’impegno, siano ancora attuali
per i giovani di oggi?
Non posso che rispondere di sì. Noi dobbiamo lottare per i valori veri, per quei
valori che ci fanno crescere. Tutto il musical è impostato sull‟importanza della
cultura. Lucignolo torna ragazzo studiando.
Noi non abbiamo potuto leggere il suo libro, lo abbiamo però sfogliato, ab-
biamo visto i titoli dei capitoli e ci è sembrato un po’ diverso dal musical
che abbiamo visto. Se è così, quali sono le differenze e perché le ha fatte?
Ci sono delle differenze perché il musical è una rappresentazione allegra. Inol-
tre l‟ambientazione, e i nuovi personaggi sono stati introdotti per essere più
vicino al mondo dei giovani.
Come mai nel musical non compaiono più le figure di Geppetto, del Gatto
e della Volpe?
Io non volevo ripetere la storia, e li ho tralasciati per introdurre nuovi personag-
gi.
Quanto tempo avete impiegato a preparare lo spettacolo?
Sei mesi, considerate le prove, le scenografie, la registrazione delle canzoni e la
preparazione dei costumi.
(A Eugenio Coppola) Come ti sei trovato a fare la parte di Pinocchio?
Rispondere “bene” è troppo scontato. Quando si è attori, bisogna innamorarsi di
qualsiasi personaggio. L‟attore deve avere la capacità di entrare nel personaggio
Quali sono le caratteristiche che hanno portato alla scelta di Eugenio Cop-
pola per il ruolo di protagonista?
Quando ho scritto questa parte, immaginavo un Pinocchio adolescente con una
certa dolcezza, Eugenio sapeva cantare e aveva una voce dolce.
Perché la storia è stata rappresentata con un musical e non con un film?
Noi abbiamo pensato di fare un video a porte chiuse, e c‟è anche la proposta di
fare un film, ma occorrono i finanziamenti.
Qual è la canzone più difficile da interpretare?
“A casa” per la tonalità molto alta.
cultura
T.V.U.K.D.B. è il libro
d‟esordio della giovanissima
15enne Valentina F. E’la sua
storia, il suo periodo adolescen-
ziale e le esperienze che vive
con la sua migliore amica Mar-
ta. Insieme, tra piercing, ma-
schere per il viso, reggiseni
provocanti e feste alla moda,
tentano di far colpo sui ragazzi
più grandi. Valentina cerca il
vero amore e, dopo tante delu-
sioni, arriva Marco, il fratello di
Marta, che si rivela quello giu-
sto.
In T.V.U.K.D.B. ritroviamo
sentimenti così forti e vicini a
noi, da farci sentire parte della
storia. Il rapporto di amicizia
fra Valentina e Marta è raro al
giorno d‟oggi, ma quando c‟è,
riesce ad alleggerire la vita
d‟adolescente.
Un libro scorrevole e simpatico,
con colpi di scena e sensazioni
bellissime che riescono a tenere
con il fiato sospeso e a stampa-
re sulle labbra un caldo sorriso.
Alessandra Altavilla
Valentina F.
TVUKDB
Ti voglio un kasino di bene Fanucci editore
INTERVISTA
7 Maggio 2010
Libri:
noi consigliamo...
D itemi voi se non vi è
mai capitato di man-
tenere un segreto.
Questo capita anche a
Mary, Dickon e Colin, i
tre ragazzi protagonisti
del libro “Il giardino se-
greto “di Frances Ho-
dgson Burnett.
Mary è una ragazzina ma-
gra e bruttina, va a vivere
in una villa nella brughie-
ra, dove conosce Colin e
avrà una serie di avventu-
re. Insieme a Dickon
scoprono il giardino se-
greto di cui nessuno deve
sapere l‟esistenza. Ma i
ragazzi riusciranno a man-
tenere il segreto?
I ragazzi crescono e sia
Mary che Colin scoprono
quanto sia bello vivere e
divertirsi.
Un libro emozionante: le
ambientazioni particola-
reggiate vi faranno senti-
re come un protagonista
della storia.
Sabrina Gargaro
cultura
Un magico viaggio nella
civiltà medievale
Q uest‟anno le classi
prime hanno aderito
al progetto “Un magi-
co viaggio nella civiltà Me-
dioevo” realizzato in colla-
borazione con il professor
Ennio Suma, responsabile
della compagnia d‟arme di
Oria “Milites Friderici II”.
Durante l‟anno scolastico
sono avvenuti alcuni incon-
tri con il professor Suma
che ha illustrato, in qualità di e-
sperto, l‟importanza storica
dell‟arazzo di Bayeux. Il docu-
mento iconografico, una tela rica-
mata, lunga circa settanta metri,
narra le vicende che hanno portato
il duca di Normandia, Guglielmo,
a l l a c o n q u i s t a
dell‟Inghilterra nella famo-
sa battaglia di Hastings.
Inoltre con l‟aiuto di alcu-
ni “milites” ha spiegato le
differenze tra le armi nor-
manne e quelle sassoni, ha
mostrato la vestizione del
cavaliere e infine la tecni-
ca per realizzare le cotte di
maglia. Sempre sotto la
guida di un‟esperta, i ra-
gazzi hanno riprodotto
alcuni pezzi dell‟arazzo con la
tecnica del ricamo.
Gli alunni sono stati coinvolti di-
rettamente e ciò ha suscitato gran-
de entusiasmo. Un ragazzo ha pro-
vato l‟emozione di essere vestito
da cavaliere e altri hanno costruito
con le loro mani alcuni pezzi di
cotta di maglia.
I docenti inoltre hanno organizza-
to, ciascuno all‟interno della pro-
pria classe, un laboratorio storico
di approfondimento. Ne sono sca-
turiti prodotti diversi: una rivista
storica contenente saggi sulla vita
quotidiana e mentalità del medioe-
vo, un ricettario che riporta le più
famose pietanze dell‟epoca, opu-
scoli vari su argomenti di storia
medievale, un fumetto sulla vita di
Federico II, riproduzioni dipinte
dell‟ arazzo, creazione di vetrate
medievali e realizzazioni artisti-
che di castelli.
Il progetto si concluderà con una
F.H. Burnett
Il giardino segreto Fabbri editore
avventura
8 Maggio 2010
Alcuni momenti del laboratorio storico
cultura
giornata interamente dedicata al medio-
evo. Verrà allestito nel cortile della
scuola un vero e proprio accampamen-
to, con simulazioni di combattimenti,
giochi e animazioni, a cura della compa-
gnia d‟ arme di Oria. Inoltre i ragazzi,
rigorosamente in abiti medievali, pre-
senteranno una mostra di tutti i lavori
prodotti e ricostruiranno un banchetto
medievale con piatti dell‟epoca, ed ese-
guiranno musiche e danze.
Nella stessa giornata verrà rappresenta-
to il lavoro teatrale “Un viaggio nel Me-
dioevo”, con la regia di Gino Cesaria,
recitato dagli alunni impegnati nel Pon
Teatro. G.Altavilla, S.Gargaro
IL CALENDARIO MEDIEVALE
S abato, 19 dicembre,
nell‟auditorium della
nostra scuola, è stato presen-
tato al pubblico un calenda-
r io che r ip rodu ce
l‟almanacco medievale del
duca de Berry del secolo
XV. Tale iniziativa rientra
nel più vasto progetto “Un
magico viaggio nella civiltà
medievale”ed è stato curato
dalla prima H.
“Per ogni mese, sotto una
lunetta dedicata ai segni zo-
diacali, sono illustrati im-
mensi e luminosi paesaggi in
cui le figure nobiliari si oc-
cupano di svaghi cortesi e i
contadini eseguono le attività
agricole stagionali-
Le miniature dei mesi pos-
siedono una incredibile fre-
schezza narrativa e costitui-
scono uno straordinario do-
cumento per comprendere la
vita materiale, il costume, la
società, gli orientamenti del
gusto dell‟epoca”. Così si
legge nella presentazione del
calendario da tavola, distri-
buito ai presenti
Durante la manifestazione è
intervenuto il prof. Rosario
Iurlaro, che ha illustrato il
significato del tempo nel
medioevo.
L’ARAZZO DI BAYEUX REALIZZATO DAGLI ALUNNI Gli alunni della prima A hanno dipinto alcune scene della famosa tela che racconta la battaglia di Hasting
9 Maggio 2010
letterarie (laboratorio storico-
geografico, laboratorio lingui-
stico, potenziamento di italiano
ecc.)un modo diverso per ac-
quisire conoscenze e compe-
tenze.
Una difficoltà nasce anche dal
fatto che il ministro ha stabili-
to una sola ora di approfondi-
mento di italiano. Per questio-
ni tecniche si è giunti al para-
dosso di avere due insegnanti
di lettere in ogni classe: uno
per l‟ italiano, la storia e la
geografia curriculari e un altro
per la sola ora di approfondi-
mento. Una frammentazione
poco proficua.
Noi non condividiamo tali no-
vità, ma abbiamo voluto effet-
tuare un sondaggio tra i nostri
compagni di seconda e terza
per verificare le loro opinioni.
Dai dati raccolti, e ce lo aspet-
tavamo, è emerso che il 66%
dei ragazzi si è dichiarato fa-
vorevole all'eliminazione di
queste ore.
La motivazione? Perché si esce
da scuola prima. Le ore ag-
giuntive costringevano infatti
a rimanere a scuola fino le
14.00 per tre giorni la settima-
na.
Solo una minoranza dunque, ha
capito la gravità del taglio che
mortifica il desiderio di ap-
prendimento dei ragazzi e li ha
anche privati di risorse impor-
tanti per il futuro: non si parla
forse da tempo della necessità
di conoscere l‟informatica?
Va anche detto però che i ra-
gazzi, almeno quelli che si so-
no espressi in modo sfavorevo-
le rispetto alla eliminazione
delle ore aggiuntive, sono di-
spiaciuti non solo perché non
possono più andare in aula
multimediale, ma anche perché
non possono più affrontare te-
matiche interessanti e svolge-
re attività altrimenti impossibili
nel solo orario scolastico. Un
esempio: la ricerca storica di
cui si parla anche in questo
numero.
Questa è una delle poche volte
che una riforma della scuola,
dettata da motivi economici, va
a braccetto con le esigenze op-
portunistiche dei ragazzi.
È ancora tutto da verificare
quale vantaggio ne avrà il livel-
lo culturale degli studenti ita-
liani. Rimane comunque un
dubbio: i cambiamenti della
scuola sono sempre un bene?
P. Nisi, N.Nocente,
F.Saracino, F.Milone
(Continua da pagina 1)
G li adulti si chiedono per-
ché andiamo in giro con i
pantaloni a vita bassa, i
capelli e i cappucci tirati sugli oc-
chi, le minigonne e il trucco pesan-
te. Perché siamo sempre in compa-
gnia del cellulare, del computer o
dei videogame. Perché a quattordi-
ci anni iniziamo a fumare, a com-
portarci da grandi.
Forse, dicono, è colpa dei reality
show che ci riempiono il cervello
di falsità, frivolezze. Della pubbli-
cità che ci dà esempi di vita finti e
superficiali. Ormai parliamo con un
linguaggio “smozzicato”, privo di
senso. Attraverso i videogame pro-
viamo emozioni false che ci con-
sumano dentro. Le conseguenze?
Traumi adolescenziali, stupri, scomparse improvvi-
se, consumo di droghe e alcool. Il risultato? Una
gioventù sprecata.
Ma sarà vero? Essere perennemente connessi ad
internet è davvero un male per noi giovani? Gli
adulti ci vedono strani, ottusi e con
comportamenti insensati, ma non è
così. I cappucci tirati sugli occhi so-
no segno di fragilità. Con essi si cer-
ca di nascondere il dolore o il disa-
gio di una vita vuota o di una cresci-
ta difficile. Il web per noi adolescen-
ti è un modo, forse l‟unico, per so-
cializzare, a dispetto del giudizio dei
grandi. Le ragazze che circolano con
vistosi trucchi, in verità non fanno
altro che mascherarsi. Troppo insi-
cure, nascondono la loro identità.
Le discussioni tra giovani e adulti
sono frequenti, piene di urla. Noi
ragazzi diciamo con schiettezza
quello che pensiamo e ciò infastidi-
sce i grandi. Non si riesce mai ad
avere una reciproca comprensione, i
due mondi non riescono mai a conciliarsi.
Mi chiedo: qual è il modo di farci comprendere dai
nostri genitori e dagli adulti?
Alessandra Altavilla
Una gioventù sprecata? Una adolescente cerca di darsi delle risposte
Costume e Società
10 Maggio 2010
M artedì 19
g e n n a i o ,
p r e s s o
l‟auditorium della scuo-
la San Francesco di
Francavilla Fontana, si
è tenuto un‟incontro sul
bullismo con l‟arma dei
carabinieri rappresenta-
ta dal maresciallo Muz-
zonigro, vice capitano
della stazione di Fran-
cavilla Fontana ed un
suo collega.
Il preside, Prof. Tizia-
no Fattizzo ha richiamato
all‟attenzione del pubblico
anche il progetto “I valori
scendono in campo” che si sta
svolgendo nella scuola. Esem-
pio di stretta collaborazione tra
la scuola e le forze dell‟ordine.
Visionato un filmato riguar-
dante l‟arma, ha preso la paro-
la il maresciallo Muzzonigro
che ha relazionato sul bulli-
smo, tema dell‟incontro.
L‟ufficiale ha spiegato che si
tratta di un fenomeno preoccu-
pante, purtroppo diffuso negli
a m b i e n t i
scolast ici
di tutti gli
ordini e
comunque
nei luoghi
di ritrovo
degli ado-
lescenti in
genere. Ha
poi illustra-
to quali
sono i
comporta-
menti anti-
sociali che
assume e identifica il
bullo e ne ha fatto un
identikit generale: un
ragazzo prepotente che
deride, ingiuria, umilia,
picchia l‟indifeso.
Ha mostrato un secon-
do filmato che illustra-
va anche gli aspetti
psicologici del bulli-
smo. Si ferisce un de-
bole non solo fisica-
mente, ma soprattutto
moralmente.
Va detto che la nostra
scuola è stata sempre sensibi-
le al problema, si ricordi
l‟indagine sugli atti di vandali-
smo e bullismo nelle scuole
francavillesi, effettuato due
anni fa dagli alunni del corso
A. Ne era emerso un quadro
molto preoccupante che aveva
sollecitato ulteriori riflessioni e
approfondimenti anche nei
media (Speciale Trcb)
“Bisogna sensibilizzare i gio-
vani, alla cultura della legalità
e ai valori della lealtà e
dell’altruismo” hanno quindi
concluso i due ufficiali
dell‟Arma e hanno invitato i
giovani a parlarne perché il
silenzio è una forma di compli-
cità.
F. Milone, P.Nisi, N.Nocente,
F. Saracino
Costume e Società
PROGETTO LEGALITA’
Conferenza sul bullismo: fenomeno preoccupante
Qui accanto uno dei manifesti contro il
bullismo realizzato dagli alunni del corso
A nell’anno scolastico 2007/2008.
In quell’occasione venne fatto un sondag-
gio su 1039 ragazzi di scuola elementare,
media e superiore dal quale era emerso
l’alto tasso di bullismo e vandalismo prati-
cato e subito dagli alunni francavillesi.
11 Maggio 2010
V enerdì 23 aprile 2010, presso la città di
Torre Mileto in provincia di Foggia,
l‟A.N.A.P.I.E.( Associazione Naziona-
le Amici Parchi Italiani ed Europei) ha tenuto
l‟ottava edizione della Festa Internazionale
della Scuola, durante la quale sono stati pre-
miati video e giornali scolastici.
Fra i presenti : il Presidente dell‟A.N.A.P.I.E.
Matteo Gioiosa, il sindaco della città di San
Nicandro, alcuni esponenti della Lega Am-
biente e la dottoressa Caterina Spezzano, fun-
zionario del MIUR, che ha avuto parole di elo-
gio verso la nostra regione. Ha dichiarato in-
fatti che “ la Puglia non è periferia, è una del-
le regioni che in ogni attività proposta a livello
ministeriale raggiunge sempre le migliori quo-
tazioni.”
Il tema della giornata è stato l‟ambiente di cui
si è parlato moltissimo. Il nostro territorio, i
nostri mari ogni giorno diventano più inqui-
nati e dunque è importante preservali anche
attraverso l‟informazione che se ne può dare ai
ragazzi a scuola. Il rappresentante dell‟Ufficio
Scolastico provinciale di Foggia, dottor De
Cato ha sottolineato a questo proposito il fat-
to che alcuni giornali hanno dedicato molto
spazio proprio all‟argomento ecologia.
Inoltre ha precisato che la premiazione dei
giornali ha tenuto conto non solo della qualità
di fattura grafica, ma anche del processo didat-
tico che li ha generati: alcuni giornali, grafi-
camente, hanno raggiunto livelli quasi profes-
sionali, mentre altri sono stati realizzati con
mezzi più modesti.
Tra i premiati, giornali di scuole di tutta Italia
(Napoli, Monza, Chieti) e anche stranieri
(Portogallo , Turchia,Romania). Fra questi, “IL
Nostro Giornale”, testata pubblicata dalla no-
stra scuola.
A ritirate il premio, le professoresse Fiorella
Polito e Loredana Weiss che hanno curato il
giornale e parte della redazione dello scorso
anno: Grazia Distante, ex alunna della terza A,
ora alunna del liceo scientifico “Ribezzo” di
Francavilla, Nicola Nocente, Pasquale Nisi,
Francecso Milone, Francesco Saracino della
terza A di qust‟anno, Alessandra Altavilla, Sa-
brina Simeone e Fabiana Bonfrate dell‟attuale
terza D, Cristina Carenza, Marinunzia Carucci,
Valeria De Santis, Vanessa Mascia e Ilaria
Paiano della seconda A.
Alessandra Altavilla
ABBIAMO VINTO! La testata “Il Nostro Giornale” si aggiudica un primo premio
all’Ottavo Festival Internazionale della Scuola
La prof.ssa Loredana Weiss, referente del progetto gior-
nalismo, mentre ritira il premio
La redazione de “Il Nostro Giornale”
Attualità 12 Maggio 2010
Attualità
D omenica 10 gen-
naio, alle ore
18.00 è avvenuta
la premiazione del primo
concor so l e t t e r ar io
“Natale è…” promosso
dal centro artistico cul-
turale “La Sfera”, aperto
agli alunni delle due
scuole medie di Franca-
villa.
Il responsabile, professor
Giuseppe Marinosci , ha salu-
tato gli intervenuti e ringraziato
i dirigenti per la loro disponibili-
tà. La professoressa Maria Cor-
vino Forleo, presidente del-
la commissione giudicatrice
ha incoraggiato i ragazzi
che hanno avuto il corag-
gio di esprimere le proprie
emozioni. “Abbiano letto i
vostri testi con rispetto” ha
aggiunto “ abbiamo scelto
di declamare quelli più
significativi. Ne esce un
messaggio: Natale, promes-
sa di rinascita”
I primi classificati sono
tutti della nostra scuola:
Davide Petronelli ( prima H),
che si è distinto per un componi-
mento spiritoso e originale, Ce-
leste Lonoce e Miriana Candita
(seconda H), Chiara Rubino
( Terza H).Da segnalare un se-
condo posto di Antony Parisi
della prima A.
Hanno concluso la serata i col-
laboratori delle due scuole, pre-
senti in sostituzione dei rispetti-
vi dirigenti, che hanno entram-
be ringraziato il centro culturale
per l‟occasione di crescita of-
ferta ai ragazzi.
Mascia Vanessa
PREMIATI ANCHE NEL CONCORSO DI POESIE La scuola si aggiudica i primi posti nel concorso indetto dal centro artistico “La Sfera”
Giuseppe Marinosci, responsabile del
centro “La Sfera”
Con il racconto “La città dei sogni” si aggiudica il premio per le scuole medie inferiori
ALESSANDRA SUL PODIO Una nostra redattrice vince il concorso letterario “Raccontaci la tua città in trenta righe”
S abato 22 maggio, presso la sede di Quarto
Canale Radio, nel corso nel programma
“Caffè sospeso”, è avventa la premiazione del
concorso letterario “Raccontaci la tua città in 30
righe”. Per la sezione scuole medie inferiori A-
lessandra Altavilla ha vinto con il racconto “La
città dei sogni”. La nostra compagna, alla quale
sono stati consegnato un buono d‟acquisto libri
del valore di 150 euro e una targa, ha dichiarato:
“Per me è stata una soddisfazione e un’ emozio-
ne unica vincere questo bellissimo
concorso. Era basato su un tema così vicino a
noi che era impossibile non provarci...
Ma stamattina ho dimenticato, purtroppo, di rin-
graziare i miei genitori per essermi sempre così
vicini, i miei professori che mi stanno seguendo
in un modo
ammirevole, e
le mie miglio-
ri amiche
sempre dispo-
ste a sentire
ciò che ho da
dire e a leg-
gere ciò che
ho scritto”
Foto, “Il Brindisino online”
I nostri poeti
13 Maggio 2010
Spettacoli
T ratto dall‟omonimo
libro di Vito Costan-
tini, il musical affonda le
sue radici in una storia
affascinante che vede
protagonista un notissi-
mo personaggio delle
f i a b e : P i n o c c h i o .
Il tutto è ambientato in
un mondo dove convivo-
no personaggi reali e fiabeschi. Antiche conoscen-
ze, come Lucignolo, ancora vivo ma prigioniero del
re Sapiente, e nuovi personaggi, come i ragazzi del
mondo reale, impegnati a dar vita a uno spettacolo
il cui protagonista è proprio Pinocchio.
Il burattino, proiettato nel mondo della realtà, dove
conosce tra gli altri Elisa, ritornerà con lei nel mon-
do della fantasia. Lì rincontrerà vecchi amici e
affronterà varie prove per salvare la fata Turchina
dalla morte.
L‟intero spettacolo ha una morale: nella vita oc-
corrono impegno nello studio e sentimenti. Attra-
verso il primo si diventa liberi perché si conquista-
no gli strumenti per comprendere la vita, attraver-
so i secondi si ritrovano le persone care.
Belle e coinvolgenti le musiche. Ottima
l‟interpretazione di Eugenio Coppola, Pinocchio, e
degli altri giovani attori.
Sonia Distante
Filippo, Antonio e Enzo: tre normalissimi signori che condu-
cono una vita semplice e comune. Che cosa hanno a che fare
queste tre persone con i problemi dei giovani adolescenti tra-
sportati dalla “magia” dell‟alcool?
Con uno spettacolo ironico e a volte irriverente, raccontano ai
ragazzi i pericoli di una sbronza, di una sfrenata serata in di-
scoteca a base di cocktail, di una prolungata dipendenza
dall‟alcool. Inscenata una finta trasmissione radiofonica, i tre
attori parlano con i ragazzi, fanno domande, creano situazioni
esilaranti.
Un modo insolito, semplice, divertente e coinvolgente per
aiutare a comprendere come i disagi familiari, sentimentali e
lavorativi conducano spesso all‟alcolismo, ma finiscano per
diventare a loro volta conseguenze, in un drammatico circolo
vizioso.
Alessandra Altavilla
TEATRO IL MUSICAL “L’ALTRO PINOCCHIO”
Giovani Spiriti LA PULCE
Giovani Spiriti - spettacolo di prevenzione
all'abuso di alcool tra i giovani
di e con Filippo Arcelloni, Antonio Russo, Enzo
Valeri Peruta
Musical di Vito Costantini
Regia di Gino Cesaria
Musiche di: Antonio Furioso, Salvatore Spinelli, Danilo Leo ed Enrico Cervellera
14 Maggio 2010
Spettacoli
D ue eroi, un uomo e una donna, si risvegliano in un
cimitero.
Lui cerca di assomigliare al tipico eroe errante, lei è dispo-
sta ad interpretare qualsiasi ruolo, da sirena a principessa, o
persino cavaliere per incontrare un vero eroe.
I due personaggi rappresentano l‟eterna ricerca del mito,
spesso fasullo.
Lo spettacolo, un po‟ difficile per un pubblico di ragazzi di
13 anni, è stato comunque gradevole per la bravura degli
attori che da soli hanno retto la scena.
C hi non si è mai affezionato a un cane? Gli
animali sono come delle persone a cui voler
bene, che ti tengono compagnia e ti aiutano nei
momenti difficili.
Il film Hachiko parla proprio di un cane e del suo
padrone. Il padrone muore e il cane, fedele, si
reca ogni giorno alla stazione dove lo accompa-
gnava quando era ancora in vita. Lo aspetta per
nove anni dopo di che muore.
Il film è un messaggio di amore e fedeltà.
La vicenda si rifà a un fatto veramente accaduto:
un cane giapponese ha aspettato il suo padrone
nei pressi della stazione, dove, in ricordo del suo
amore e della sua fedeltà, è stata eretta una statua.
Sabrina Gargaro
Q uanti di noi attraverso frasi,
aneddoti, fatti raccontati dai
grandi, hanno costruito la propria
“Baaria”? Proprio da “li cunti de li
cunti” il regista Giuseppe Tornatore
ha realizzato il film “Baaria”.
E’ la storia di una famiglia sicilia-
na, che vive e affronta, attraverso
tre generazioni, le vicissitudini sto-
riche, politiche ed economiche del Paese. Assiste, talvolta
subendo, talvolta lottando, alle trasformazioni del periodo
che va dagli anni „30‟ agli anni „80‟. La corsa contro il
tempo del bimbo che apre e chiude il film, simboleggia il
passaggio di testimone da una generazione all‟altra.
Indimenticabili le scene in cui Peppino, da vecchio, sale
sulla montagna e riesce per la prima volta con un solo sas-
so a colpire i tre massi oppure quando”, ancora bambino,
al risveglio da un “lungo sonno, si ritrova in un mondo
moderno completamente trasformato. Tornatore qui fa
trapelare la sua denuncia contro quella speculazione edili-
zia che tutto travolge in nome in di un presunto progresso.
Il film è pervaso da credenze superstiziose, tipiche di un
mondo rurale meridionale, ma proprio per questo anche
suggestive: le uova rotte e i serpenti neri che simboleggia-
no un presagio di morte.
Un film da vedere assolutamente.
F.Milone, P.Nisi, N.Nocente, F. Saracino
La Luna nel Pozzo
Eroi in fumo Regia Robert McNeer
Con Annalisa Legato e Mirco Trevisan
Testi scenografia e costumi Annalisa Legato, Ro-
bert McNeer, Mirco Trevisan
CINEMA
BAARIA
Regia e sceneggiatura di
Giuseppe Tornatore
drammatico
15 Maggio 2010
HACHIKO
Regia
Lasse Hallström
Con
Richiard Gere
drammatico
Sport
Progetto legalità: le squadre della “San Francesco”
ospitate nel torneo Giovani speranze
Vince la guardia di finanza
S abato 22
M a g g i o ,
presso lo
stadio comunale
“Giovanni Paolo
II” di Francavil-
la fontana, si è
concluso il pro-
getto legalità “I
valori scendono
in campo”. Le
squadre della
“San France-
sco”, allenate da
Alessandro Fab-
bricatore e Mau-
ro Natale, rap-
presentanti ri-
spet t ivamente
dei carabinieri e
della guardia di
finanza, si sono
sfidate in un
derby simbolico, concluso con la vittoria delle
fiamme gialle.
Simpatica la partecipazione delle ragazze pon-
pon e grande il tifo dagli spalti da parte di
ragazzi e genitori.
L’incontro era previsto nel programma del
progetto organizzato dalla Fidapa, ma ha avu-
to una cornice ancora più prestigiosa perché è
stato accolto nel torneo “Giovani speranze”.
La società A.S.D. Francavilla calcio che ha
organizzato il Trofeo “Città di Francavilla
Fontana”, convinta che “lo sportivo deve te-
nere atteggiamenti e comportamenti improntati
alla cultura del rispetto, del confronto, della
socializzazione, della integrazione, della soli-
darietà”, ha ritenuto importante “allacciarsi”
ad un progetto che ha avuto come fine proprio
il rispetto delle regole.
Il risultato infatti, anche se ha dato inevitabile
soddisfazione al team allenato da Mauro Nata-
le, non è tanto la vittoria di una squadra per-
ché più forte, quanto l‟aver compreso quanto
siano importanti nella vita il rispetto degli altri,
delle regole e di se stessi.
Scopo raggiunto dunque: divertimento sano
per i ragazzi, soddisfazione per la presidentes-
sa della Fidapa, Tina Federici e per le inse-
gnanti che hanno seguito le fasi del progetto.
Da non trascurare il legame affettivo che si è
instaurato tra allenatori e “calciatori” F.Milone, N.Nocente, F.Saracino
16
Maggio 2010
scorso anno e aveva coinvolto
alcune scuole elementari di
Brindisi. Quest‟anno vi ha ade-
rito anche la “San France-
sco”perché ha r i t enu to
l‟iniziativa innovativa in quanto
prevede la diretta collaborazio-
ne tra forze dell‟ordine e scuo-
la.
Il preside Tiziano Fattizzo ha
così motivato la sua adesione a
questo progetto: crescere attra-
verso lo sport, fare
in modo che i ragaz-
zi, attraverso il cal-
c i o r i c e v a n o
un’educazione glo-
bale alla vita.
La professoressa
Nardelli e la profes-
soressa Garganese
hanno specificato
che le regole del progetto saran-
no ferree: solo con un compor-
tamento corretto e un profitto
soddisfacente, gli alunni po-
tranno entrare a far parte
delle due squadre di calcio e
soprattutto rimanerci. Gli
allenatori, uno appartenente
ai carabinieri e l‟altro alla
guardia di finanza, saranno
infatti in stretto contatto con
i docenti per monitorare il
comportamento e il rendi-
mento in classe.
L‟allenamento si svolgerà una
volta alla settimana e alla fine
dell‟anno scolastico si disputerà
una partita conclusiva fra le due
squadre al campo sportivo di
Francavilla Fontana.
Non è esclusa la presenza di un
calciatore di serie A
Gioco e rispetto delle regole
dunque e... che vinca il miglio-
re! M.Carucci, I.Paiano
(Continua da pagina 1)
Sport
Che cosa vi ha spinti ad aderire a questo progetto?
Ci ha entusiasmato la possibilità di vivere un‟esperienza
insieme ai ragazzi. Stare a contatto con loro significa
capirli e aiutarli a crescere bene, secondo regole.
Sono passate alcune settimane da quando avete ini-
ziato gli allenamenti siete contenti di averlo fatto?
Contentissimi. Non abbiamo alcun rimpianto perché sta
andando tutto come lo avevamo immaginato.
Siete entrati in sintonia con i ragazzi o ci sono con-
trasti?
All‟inizio abbiamo chiarito le nostre posizioni e i nostri
ruoli, poi è stato tutto più facile. Si è instaurato coi ra-
gazzi un rapporto di amicizia, stima, quasi affetto e
soprattutto di fiducia.
Avete riscontrato un miglioramento nel comporta-
mento dei ragazzi anche di quelli più difficili?
Per noi sì, i ragazzi hanno rispettato le regole quando si
allenavano con noi. Però avremmo voluto avere più
tempo per poter seguire da vicino i ragazzi anche
nell‟andamento anche scolastico. Sta a voi giudicare se
anche in ambito scolastico ci sono stati miglioramenti.
Questioni organizzative non ci hanno permesso di avere
scambi continui con la scuola.
Ritenete quindi che il progetto abbia avuto una vali-
dità educativa come era nell’intenzione?
Certamente sì e pensiamo che sia un‟esperienza da ri-
proporre.
I VALORI SCENDONO IN CAMPO
di Vanessa Mascia
Gli allenatori delle due squadre di calcio :
Alessandro Fabbricatore e Natale Mauro
INTERVISTA
I due mister esprimono soddisfazione per l’iniziativa
Gli allenatori: esperienza positiva
17 Maggio 2010
M olto sfortunata quest‟anno la scuola “San
Francesco” che non è riuscita a trovare
momenti felici per lo sport.
La squadra di pallacanestro non ha visto premia-
ti i suoi talenti, anche per difficoltà organizzati-
ve. Ha dovuto infatti rinunciare all‟ultimo incon-
tro valevole per il terzo e quarto posto per la
mancanza di mezzi di trasporto.
Stesso discorso per la pallavolo, che già non
contava molte pretese all‟inizio del campionato e
ha visto le due squadre, quella femminile e quel-
la maschile, letteralmente annientate.
Doccia fredda anche alle gare di atletica: il 14
aprile a Brindisi nessuno degli atleti della nostra
scuola è salito sul podio. I ragazzi, che numerosi
avevano partecipato, si sono comunque divertiti.
Unica soddisfazione: un secondo posto per le
classi terze nei Giochi della Gioventù che si so-
no tenuti a Brindisi sabato 22 maggio presso il
campo scuola di atletica “Lucio Montanile”
F. Milone, P. Nisi, F.Saracino
M artedì 23 febbra-
io, presso la pa-
lestra della scuo-
la San Francesco
si è svolto l‟incontro tra
l‟omonima scuola francavillese
e la squadra rappresentante di
San Vito, valido per il campio-
nato interscolastico di pallaca-
nestro
La squadra della prof.ssa Di
Summa, dopo aver subito le
iniziative della squadra avver-
saria per i primi 2 quarti, ha
cercato di reagire nel terzo
quarto conclusosi col risultato
di parità a quota 41. Fino a me-
tà quattro quarti ha retto gli at-
tacchi degli avversari, poi nul-
la ha potuto contro la fatica.
Il risultato finale di 48-53 ha
premiato il coraggio della squa-
dra ospite che ha saputo sfrutta-
re alcune defaillance della dife-
sa francavillese e aggiudicarsi
la vittoria.
Al di là dei risultati, brillante
la performance dei nostri Sa-
racino e Milone che da soli
hanno totalizzato ben 29 punti e
la maggior parte degli assist.
Va sottolineato comunque che
il San Vito era più forte e già
dalla palla a due si era capito
che avrebbe messo in difficoltà
la squadra locale. I nostri atleti
(Saracino, Milone, Nisi, Caren-
za, Argentieri, Incalza, Caroli,
Chiarello, Sarli, Barbaro e Ri-
bezzo, che era assente per in-
fortunio) avranno modo di ri-
farsi il 10 marzo quando an-
dranno a Carovigno per tentare
di superare il turno.
Ironica coincidenza: tra i gioca-
tori del S.Vito c‟erano Monaco
e Buonsanto. Che abbiano avu-
to una mano da qualcuno lassù?
P. Nisi, N. Nocente, F. Saracino
Sport: stagione sfortunata Pochi i riconoscimenti per la “San Francesco”
Il San Vito vince: qualche santo in paradiso? La squadra della “San Francesco” perde un‟occasione
Sport
18 Maggio 2010
Gli atleti della III H
S abato 10 Ottobre 2009, nel cortile della
scuola media San Francesco d‟Assisi , si è
tenuta la manifestazione per celebrare
l‟inizio del nuovo anno.
La vice preside, professoressa Tina Lupo, ha rin-
graziato tutti i presenti, tra cui i nuovi professori,
quelli che hanno lasciato la scuola e i nuovi e vec-
chi alunni. Ha poi proseguito spiegando ai ragazzi
di prima che, come hanno potuto vedere nel primo
mese di lezioni, la scuola media San Francesco è
molto impegnativa e rigorosa. Ciò per assicurare ai
ragazzi un‟ottima preparazione di base e per poten-
ziarne le abilità. Ha inoltre introdotto il tema del-
la giornata sottolineando quanto sia importante
per tutti un corretto atteggiamento ecologico:
“Proteggere l’ambiente - ha affermato - vuol dire
difendere la salute e il benessere di tutti”.
È quindi incominciata la parte della manifestazione
che tutti aspettavano, cioè quella in cui gli alunni
si sono esibiti in cori, balletti e recitazioni. Fra gli
altri, due ex alunni, Giuseppe Madaro ed Eleonora
Franchina, che hanno emozionato con la loro inter-
pretazione. Va ricordato anche il professor Cosi-
mo Fullone che ha eseguito al sax un brano di Gi-
no Paoli. Entusiasmante il finale con il lancio di
palloncini ai quali erano legati messaggi di speran-
za.
Ha preso infine la parola il preside, professor Ti-
ziano Fattizzo il quale ha sottolineato che la scuola
è “ luogo in cui istruirsi, in cui apprendere nozioni
e saperi, ma anche luogo di convivenza civile, di
legalità. La scuola educa alla libertà e al rispetto
delle differenze valorizzando il talento di ciascu-
no”.
Ha esposto quindi il programma della scuola, evi-
denziando gli innumerevoli progetti e iniziative a
cui la scuola ha aderito: progetti di lingua straniera,
informatica, giornalismo, scienze, storia e amplia-
mento di laboratori (scienze, musica, linguistico -
multimediale, aule con lavagne interattive multi-
mediali, biblioteca). Infine si è rivolto ai genitori
e agli enti locali, ai quali ha chiesto collaborazione
perché sono tutti attori, insieme con docenti e
studenti, “nella realizzazione di un progetto comu-
ne, un’impresa umana e culturale “.
Francesco Saracino
“Saperi, convivenza civile e legalità” Durante l‟inaugurazione dell‟anno scolastico il dirigente illustra il programma del nuovo anno
Dall’interno
19
Maggio 2010
1 8 2 3 4
4 8 5 9
5 8 1
1 3
8 1 4 5 3 2
6 3 7 1
4 7 8
3 8 4 1 9
9 8 1 2
I giochi per l‟estate
Orizzontali
CRUCIVERBA
SUDOKU
1 Si apparecchia
6 Felino domestico
10 Figlio di dedalo
11 Vi uccidevano le streghe
12 Lo inventò Marconi
14 Commissario Tecnico
15 irrealizzabile
16 Significa vita
17 Lord senza d
18 Sulla testa del re
20 Ritorno sonoro
22 Titolo nobiliare inglese
25 Imposta Comunale Immobili
27 Non mie né tue
28 Molto piccolo
31 Solido di rotazione che può
contenere il gelato
33 Sinonimo di vecchio
34 Indica assenso
1 Un trofeo secondo Mourinho
2 Può essere di vino o di mele
3 Significato della V nella parola
IVA
4 Però al contrario
5 Scontato
6 Impacciato
7 È difficile trovarlo in un pa-
gliaio
8 Sigla di Torino
9 Decimo mese dell‟anno
11 Dio egizio del sole
13 Al centro di faraone
14 Particella riflessiva
16 Non alto
19 Può comprarsi tutto quello che
vuole
21 Sono frequenti allo stadio
23 Iniziali di Europa
24 Lo si dice due volte per brinda-
re
26 Pronome personale soggetto
28 Mia in francese
29 Sigla di Catanzaro
30 Vocali di onda
32 Negazione
Verticali
20 Maggio 2010
Progetto Pon C-1-FSE-2009-1222
Docente esperto Loredana Weiss
Docente tutor Fiorella Polito
Redazione
Grafica
Alessandra Altavilla (III D), Giulia Altavilla (I A),
Chiara Barbaro (I A),Teresa Birtolo (III A)
Cristina Carenza(II A), Marinunzia Carucci (II A),
Gabriele Corvino (I A), Valeria De Santis (IIA),
Sonia Distante ( I A), Sabrina Gargaro (I A),
Eleonora Giumentaro, (III B), Vanessa Mascia (IIA)
Francesco Milone (III A), Nicola Nocente (III A),
Pasquale Nisi (III A), Ilaria Paiano(IIA),
Francesco Saracino (III A), Domenico Santoro (III D),
Luciana Truppi (III A)
Loredana Weiss
Stampato da Locopress (Mesagne)