Il foglio italiano n 151

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THE BEST Caserta MonAmour Decolla la GRANDE ORCHESTRA REALE 2 NOTTI MAGICHE ALLA REGGIA con Andrea Bocelli e Sinfonia Italiana Monte-Carlo • Atene • Berlino • Bruxelles • Ginevra Londra • Madrid • Milano • Parigi • Roma Anno XIX n°3 • www.iliomasprone.com • Sped. in Abb. Post. 45% comma 20/b art. 2 Legge 662/96 • Filiale Poste Imperia MAGAZINE PER GLI ITALIANI NEL MONDO N° 151 • Giugno 2015 • 10€

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Il Foglio Italiano è un periodico italiano, tradotto anche in francese ed inglese, dedicato ai connazionali che vivono all'estero. Partito circa 16 anni fa con sole 1.500 copie a numero oggi traguarda una tiratura ad uscita di 15.000 copie. Il magazine è una realtà territoriale che tocca la Costa Azzurra, in particolare il Principato di Monaco, ma soprattutto alcune capitali europee, oltre ad essere distribuito in Italia.

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THE BEST

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2 NOTTIMAGICHEALLA REGGIAcon Andrea Bocellie Sinfonia Italiana

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Notti Magiche alla Reggia

VENERDÌ 26 GIUGNO 2015 - CASERTA

SABATO 27 GIUGNO 2015

Direttori Carlo BerniniStefano Salvatori

Direzione Artistica Ilio MasproneProduttore Luci della Ribalta

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Direzione Tecnica Giuseppe Giaquintowww.nottimagicheallareggia.com

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Andrea BocelliIl miglior interprete della Canzone Italiana di Romano LUPI

Angelo Di CostanzoIntervista al Presidente della Provincia di Casertadi Ivan NOVIELLO

La Reggia di CasertaStoria del Palazzo Realedi Enzo ZUCCARO

“Quote Rosa”A Caserta vince l’imprenditoria femminiledi Ivan NOVIELLO

Sinfonia Italiana:prossimamente in trasferta nel mondodi Silvana RIVELLA

sommairesommario

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Rosanna Marziale:come riaffiorano i sensi gustando significativi saporidi Erika CANNOLETTA

Palazzo al Boschetto,uno sconosciuto gioiello della Caserta preborbonicadi Lucia GIORGI

La Grande Orchestra Realeprotagonista delle due Notti Magiche alla Reggiadi Ivan NOVIELLO

Caserta oggi:i tanti aspetti positivi della cittàdi Maria Sole FERRERO

sommairewww.iliomasprone.com

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editoriale

CASERTA. Le due esclusive Notti Magiche alla Reggia di Caserta non hanno ancora avuto luogo (le date sono quelle dell’imminente 26 e 27 giu-gno) e già piovono i complimenti an-che solo per la locandina che raffigura tutto l’aspetto culturale dell’evento, con Bocelli sullo sfondo degli splendidi Giardini reali. E ringrazio di cuore, perché dietro quel manifesto ci sono voluti quasi due anni di intenso lavo-ro di preparazione, con tutti gli alti e bassi che si verificano in ogni meravi-gliosa avventura.Dopo aver inventato dal nulla “Sin-fonia Italiana” ed averne accertato la qualità durante una riuscita prova generale in Piemonte lo scorso anno, continuavo a pensare quale fosse l’a-spetto della comunicazione da dare all’esterno per un evento che volevo re-stasse nella storia della musica italia-na. Certo, la prospettiva culturale di “Sinfonia Italiana” era di per sé molto importante, ma volevo di più: oltre a scegliere uno spazio consono, volevo che questo progetto venisse esaltato e ulteriormente promosso da una pre-senza cui al momento non osavo qua-si pensare, anche se, come il lettore troverà all’interno di questo numero speciale del Foglio Italiano, un altro manifesto risalente al 1995 testimonia quanto apprezzassi fin da allora quel grande talento che è Andrea Bocelli, la voce italiana più amata al mondo. Dovevo assolutamente chiedere ed ot-tenere l’intervento di quel nome pre-stigioso, ma prima era assolutamente

necessario trovare e confermare una location prestigiosa e di altissimo con-tenuto culturale. Pertanto, cominciai le trattative con la Soprintendenza della Reggia di Caserta, proponendo lo svolgimento di due notti magiche da realizzare in quei giardini meraviglio-si, cosa alla quale nessuno aveva mai pensato prima.Quando ne fui certo, la sorpresa fu comunque grande, perché il popolare tenore acconsentì immediatamente, dichiarando che era felice di esegui-

re “un concerto esclusivo, dedicato ad uno dei siti culturali italiani più prestigiosi al mondo”. Il primo ma-gico evento offrirà dunque al pubbli-co l’inconfondibile voce, la classe e la presenza scenica del celebratissi-mo tenore Andrea Bocelli, diretto da Carlo Bernini: un momento unico e irrepetibile, mentre la seconda notte magica della dolce estate casertana sarà dedicata alla Prima Mondiale di “Sinfonia Italiana” , diretta dal Mae-stro Stefano Salvatori del Teatro alla

Notti magichealla Reggia di Caserta,con Andrea Bocelli e Sinfonia Italiana

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di Ilio [email protected]

Scala di Milano: un esaltante proget-to crossover di vera musica italiana che non mancherà di premiare tutto il team con esito positivo. Da parte mia, dedicherò tutto il tempo necessario, con entusiasmo e volontà imprendito-riale, affinché il successo di “Sinfonia Italiana” da Caserta si estenda presto in altre città italiane, e naturalmente anche all’estero.Questo numero monografico del no-stro magazine Il Foglio Italiano è de-dicato alla città di Caserta, ospite tra tanta storia antica anche di momenti di grande intensità emotiva e cultura-le unici ed attuali, meritevoli di essere ricordati nel tempo. A questo punto, cari lettori, all’interno della Reggia tutto è pronto nei minimi dettagli per lo svolgimento di queste Due Notti Ma-giche, per cui al sottoscritto non resta che incrociare le dita fino alla fine di giugno.

Magical nightsat the RoyalPalaceof Caserta

CASERTA. The Magical Nights at the Royal Palace have not yet taken place (the dates are the forthcoming

26th and 27th June) and already I am receiving lots of compliments for the poster that depicts the cultural as-pects of the event, with Bocelli photo-graphed on the background of the beautiful Royal Gardens.I thank you all for this positive re-mark, because that poster covers almost two years of demanding pre-paratory work, including the up and down of every wonderful adventure.My project “Sinfonia Italiana” was actually born out of the blue. After assessing the quality of this exciting crossover project of genuine Italian music during a successful rehearsal in Piedmont last year, I kept thinking about what kind of communication I had to adopt for an event that in my opinion was destined to remain in the history of the Italian Music.Of course, its cultural outlook was still very important, but I wanted more: in addition to choosing a spe-cial location, I was looking forward to promoting and enhancing the value of “Sinfonia Italiana” International Debut by a charismatic presence on stage. As the reader will find in this special issue of the magazine Il Foglio Italiano, another poster, dated 1995, shows how much I appreciated ever since the great talent of Andrea Bo-celli, one of the world’s most famous Italian voice.I wanted strongly the involvement of his prestigious name. First, I needed to find a venue of high cultural con-tent. I began negotiations with the

Superintendent of the Reggia di Ca-serta, proposing him to organize two magical nights in the Palace’s won-derful gardens, something never tried before. Having signed the agreement, my surprise was still great, because the famous tenor immediately agreed to the proposal, saying that he was happy to perform “a unique concert, devoted to one of the most prestigious Italian cultural sites in the world.”The first magical event will offer to the public the unmistakable voice, the class and the stage presence of Andrea Bocelli, directed by Carlo Bernini. The second night of the sweet summertime in Caserta will be the great “Sinfonia Italiana” First Appearance, conduct-ed by the M° Stefano Salvatori from the Teatro alla Scala in Milan.I am sure that the success of this ex-citing project will reward the entire team. For my part, I will devote all the necessary time, with enthusiasm and entrepreneurial will, so that “Sinfo-nia Italiana” could expand soon from Caserta to other Italian towns, and of course also abroad. I dedicate this special issue of the magazine Il Foglio Italiano to Caserta.The town, a protagonist in the ancient history, will host moments of great emotional intensity, worthy of being remembered over time. Dear reader, I can say that everything inside the Royal Gardens is ready in every detail to carry out the Two Magical Nights, so I am just going to cross my fingers until the end of June.

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AndreaBocelli

SPECIALE

CASERTA MON AMOUR

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FORTE DEI MARMI. Il successo pluriventennale di An-drea Bocelli ha pochi paragoni con altri nel mondo musicale moderno. Tra gli addetti ai lavori, circola su di lui un episo-dio ormai storico, che ci fa comprendere come la qualità della sua giovane voce fosse già eccezionale. Eccolo a voi: è il 1992 quando quello straordinario brano musicale che è “Miserere”, composto da Zucchero e Bono degli U2, viene inserito nell’o-monimo album, il quinto di Zucchero. Il brano è interpretato in duetto con Luciano Pavarotti, mentre nei provini iniziali la parte tenorile era stata incisa da Andrea Bocelli, a quel tempo non ancora conosciuto al grande pubblico. E qui accade il “coup de théatre”. Infatti Pavarotti, ascoltando la registrazione, dice che lui stesso non avrebbe saputo fare meglio di quel ragazzo, che quella versione di Miserere è perfetta! Il maestro, com’è noto, in seguito registrerà comunque la canzone, ma nella tournée europea di Zucchero sarà proprio Andrea Bocelli a sostituirlo sul palco. Comunque, mai giudizio avrebbe potuto essere più augurale per il giovane tenore, destinato a un futuro di gloria. Da quei giorni pieni di promesse sono trascorsi quasi 25 anni, il tempo di una generazione, anni che noi vogliamo ripercorre qui insieme a voi. Ecco quindi chi è Andrea Bocelli, nato nel 1958 a Lajatico, un quieto villaggio immerso tra le verdeggianti colline toscane attorno a Pisa. Mentre studia con profitto fino a conseguire la laurea in giurisprudenza, si dedica alla sua gran-de passione, la musica. Il pianoforte, che suona fin da bambi-no, non gli basta, così s’impegna a studiare anche il flauto e il sassofono, finché la sua ricerca di un’espressione sempre più profonda della musica lo porta a scoprire la voce. Gli insegna-

menti del mostro sacro del Novecento, quel Franco Corelli che è l’idolo tenorile di molti amanti dell’Opera, perfezionano quel-lo che diventerà il suo strumento più intimo e personale. Ma Andrea ama tutta la musica, non solo la lirica, e non disdegna di fare esperienze con la musica leggera dei pianobar. Queste “performances” saranno importanti per l’ “appeal” con il suo pubblico, soprattutto a livello internazionale, dove la gente fa a gara per comprare i suoi dischi e dove tutti apprezzano, come lui stesso ammette, i prodotti veramente e genuinamente italiani. E cosa c’è di più italiano di una voce coltivata nel melodramma e prestata, occasionalmente, alla musica leggera? Nel 1993, suc-cessivamente all’incontro con Zucchero, partecipa, assieme al “blues man” emiliano, al secondo tour di “Miserere”. E l’anno successivo è proprio Zucchero a firmare, con lo pseudonimo di Malise, “Il mare calmo della sera”, brano con il quale Bocelli vince a furor di popolo la sezione delle Nuove Proposte del Fe-stival di Sanremo e il suo primo disco di platino. Il passaggio alla gara canora riservata ai pezzi grossi è servita su un piat-to d’argento. L’edizione seguente, infatti, lo vede in gara tra i Big, con un pezzo magistralmente scritto da Francesco Sarto-ri e Lucio Quarantotto, intitolato “Con te partirò”. Anche se la canzone non vinse, aggiudicandosi il quarto posto, scalò imme-diatamente tutte le classifiche, e divenne leggenda. In Francia il singolo rimarrà in testa per sei settimane, aggiudicandosi tre dischi d’oro; in Belgio sarà numero uno per 12 settimane, il più grande successo di tutti i tempi. L’album “Bocelli” poi, otterrà quattro dischi di platino in Germania, con quasi 2 milioni di copie vendute, quattro nei Paesi Bassi e due in Italia. Sarà tut-

Il miglior interprete della Canzone Italiana

Bocelli

di Romano [email protected]

fotoservizio Giovanni De Sandre

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SPECIALE

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tavia l’album successivo, “Romanza”, a raggiungere nel 1996 vertici incredibili di successo internazionale. Solo dopo poche settimane, il cd era già disco di platino in quasi tutti i paesi nei quali era uscito, e la stampa internazionale riconosceva al teno-re toscano una popolarità degna di Enrico Caruso. Sulla spinta del fenomeno montante, già nel 1995 Bocelli aveva offerto il suo tributo alla tradizione del tenore italiano, pubblicando il cd “Viaggio Italiano”, ispirato agli emigranti e agli artisti che han-no reso popolare l’opera italiana nel mondo. E pensare che nel 1993 Bocelli stava ancora cercando una casa discografica, dopo che la Fonit Cetra lo aveva scartato perché, secondo loro, un non vedente non avrebbe fatto presa sul pubblico! Il 1995 segna il momento della scalata di Bocelli al successo mondiale. Un’av-ventura che ha fatto de lui la voce italiana più amata nel mondo degli ultimi 20 anni, attraverso la tournée europea “Night of the Proms”, con il disco classico “Aria” che si ritroverà a dominare le classifiche di musica classica e a scalare quelle internazionali di musica pop, e con i successivi album “Sogno”, “Andrea”, “My Christmas”, “Passione”, “Love in Portofino”, la “Ultima-te Collection Opera” e infine l’inno di EXPO Milano 2015 “La forza del sorriso”. Intanto, parallelamente alle tournée, fiocca-no fin da subito proposte per l’interpretazione di opere liriche, un’aspirazione coltivata fin da ragazzo e realizzata con varie in-cisioni di classe e fraseggio squisito. Ascoltarlo e commuoversi, tra le tante, in tre delle meravigliose opere di Giacomo Puccini, la “Tosca” che fu la sua prima incisione, la “Manon Lescaut”, e la recentissima “Turandot”, è un unicum. Tornando alla musica leggera, anche se quella del 1994 tra le nuove proposte, e quella del 1995 tra i Big rimangono per ora le uniche partecipazioni di Andrea Bocelli al Festival di Sanremo, resta il fatto che il suc-cesso di quelle due straordinarie canzoni aprì molte porte al gio-vane tenore, con la definitiva consacrazione artistica attraverso il duetto con Giorgia in “Vivo per lei”, brano scritto da “Gatto” Panceri. In quell’occasione, Bocelli e Giorgia, in assoluto due delle migliori voci della musica italiana contemporanea, con-

cretizzarono una delle operazioni discografiche meglio riuscite degli anni Novanta da Caterina Caselli, proprietaria della casa discografica “Sugar”, che aveva preso subito in squadra il gio-vane tenore, che ne fa tutt’ora parte. Ed esattamente vent’anni fa, il 10 giugno 1995, ci fu il primo incontro tra Andrea Bocelli e Ilio Masprone, il quale ricorda così quel periodo: «Come mio primo incarico da Direttore Artistico, fui proprio io a volerlo per il suo primo concerto all’estero. Su richiesta dei tanti italiani residenti a Monaco, organizzai una serata di beneficenza nella prestigiosa cornice della Salle des Etoiles dello Sporting Club di Monte Carlo, protagonisti la talentuosa cantautrice siciliana Ge-rardina Trovato e la novità del momento, Andrea Bocelli. Le loro interpretazioni scatenarono l’entusiasmo dell’esigente pubblico presente in sala, e io ricordo oggi in special modo la “performan-ce” di Andrea, segnata da una “standing ovation”. Ebbi anche l’occasione di fargli conoscere il Tempio della Musica, portan-dolo a cena al famoso ristorante “da Erio” a Vallecrosia. Posso quindi affermare di far parte di quei conoscitori della musica che gli hanno portato fortuna! Trovarmi oggi, dopo vent’anni, ad avere in scena il tenore amato da Pavarotti, l’amico di Bono, il performer apprezzato da Zucchero, la punta di diamante della “Sugar” di Caterina Caselli, mi fa grande onore ed enorme pia-cere. Mi sono dunque particolarmente care due date, nella mia carriera di Direttore Artistico, parallela a quella di Editore, ed ora a quella di Produttore: la prima, quella notte allo Sporting di Montecarlo, ed ora quella che si svolgerà con lo stesso cantante, il grande Andrea Bocelli, nella splendida cornice della Reggia di Caserta. Questo il nutrito programma dell’evento in esclusiva mondiale, intitolato “Notti Magiche alla Reggia”: venerdì sera, 26 giugno, l’inaugurazione avverrà con l’attesissima esibizio-ne di Andrea Bocelli, seguita, il sabato 27 giugno, dalla Prima Mondiale del concerto “Sinfonia Italiana”, una mia produzione preparata in due anni di minuzioso lavoro che, ne sono certo, dopo questa soirée casertana girerà il mondo».

Romano LUPI

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In basso,il sopranoAlessandraMarianelliin concerto con Andrea Bocelli.

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FORTE DEI MARMI. Andrea Bocelli’s success has few equals in the modern musical world. A now historic episode makes us understand how outstanding the quality of his young voice al-ready was. In 1992 Zucchero and U2’s Bono composed a beauti-ful song, “Miserere”, for the homonymous album, the fifth of Zucchero. In the initial auditions, Andrea Bocelli, at that time unknown to the public, engraved the tenor part. When Pavarot-ti heard the recording, he said that he himself could not have done better than Bocelli. He declared that that version was per-fect! Andrea Bocelli was on stage during the following Zucchero’s European tour, whereas, of course, Pavarotti recorded the song. However, his judgement had been auspicious for the young ten-or’s glorious future. Since those days full of promises nearly 25 years have passed by, the time of a generation, years that we are retracing here. Andrea Bocelli was born in 1958 in Lajatico, a quiet village nestled in the green Tuscan hills around Pisa. While studying with profit up to a degree in law, he devotes himself to his passion, music. The piano, which he was playing since a child, is not enough, so he studies the flute and the saxophone, until his search for an ever more profound music leads him to discovering the voice. The teachings of Franco Corelli, who is the idol of many tenor opera lovers, refine what will become his more intimate and accurate instrument. Other than the opera, An-drea loves all music, and he is not ashamed to experiencing the piano bar. The pop music performances are important for his appeal with his audience. Especially at international level, peo-ple are fighting to buy his records. They appreciate, as he himself admits, his genuine Italian production. In 1993, Andrea attends, together with Zucchero, the “Miserere” second tour. The follow-ing year Zucchero composes for Bocelli, under the pseudonym of Malise, “Il mare calmo della sera”. The song won and got the popular acclaim in the New Proposals section of the Sanremo Festival, together with his first platinum disc. The next year he is racing in the Big Section, with a piece masterfully written by Francesco Sartori and Lucio Quarantotto, entitled “’Con te par-tirò”. Although the song did not prevail, winning the fourth place, actually it climbed the top, and became a legend. In France, the single hit the top for six weeks, winning three gold records; in Belgium, it was number one for 12 weeks, the biggest hit of all time. Then, the album “Bocelli” won four platinum discs

in Germany, with almost 2 million copies sold, four in the Nether-lands and two in Italy. Then, his next album, “Romanza”, reached an incredible international success. Just few weeks after its release, the CD was already platinum in almost every country. The international press declared that Bocelli was the worthy heir to Enrico Caruso. In fact, driven by the phenomenal success, in 1995 Bocelli had offered his tribute to the tradition of the Italian tenor with the CD “Italian Journey” (Viaggio italiano), inspired by the emigrants and the artists who had made popular the Ital-ian opera worldwide. Imagine that in 1993, Bocelli was still look-ing forward to being appointed by a record company. In fact, the Fonit Cetra board had discarded him because they thought that a blind person would not hold on the public! The year 1995 is the landmark of Bocelli’s worldwide success. It is a journey that makes him the most loved Italian voice of the past 20 years, through the European tour “Night of the Proms”, with the disc “Aria” (Air) climbing to the top hits of international pop music, and with the next albums “Sogno” (Dream), “Andrea”, “My Christmas”, “Passion”, “Love in Portofino”, the “Ultimate Col-lection Opera” and finally the anthem of EXPO Milano 2015 “ The strength of the smile.” (La forza del sorriso) Meanwhile, in parallel to the tours, he started recording operas, an aspiration that he cultivated since his childhood, making several recordings of exquisite phrasing and class. You will be deeply moved, hear-ing three of the wonderful works of Giacomo Puccini: “Tosca” that was his first recording, “Manon Lescaut” and the recent “Turandot”. Returning to pop music, his two performances at the Sanremo Festival were the only ones, but the fact remains that the success of those two beautiful songs opened many doors to the young tenor. Especially the duet with Giorgia “Vivo per lei”, a song written by “Gatto” Panceri, hit the top. The Bocelli and Giorgia’s duet, two of the best voices of contemporary Italian music, was a success also for Caterina Caselli, the owner of the record label “Sugar”. Since the end of 1993 to nowadays, Bo-celli is in her team. Exactly twenty years ago, on 10 June 1995, the first important meeting between Andrea Bocelli and Ilio Masprone took place. Mr. Masprone remembers well those times: “As my first assignment as artistic director, I had chosen Bocelli for his first concert abroad. At the request of many Italians resi-dent in Monaco, I organized a charity event in the prestigious

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Andrea Bocelliand the DIV4Sitalian group.

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Andrea BocelliTHE ITALIAN MUSIC’S FINEST PERFORMER

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Sotto,Bocelli conil maestroCarlo Bernini.

Salle des Etoiles of the Sporting Club in Monte Carlo. I hired the talented Sicilian songwriter Gerardina Trovato and the hit of the moment, Andrea Bocelli. Their interpretations sparked the enthusiasm of the demanding audience in the theatre. I remember today that the Andrea’s performance was marked by a standing ovation.I also had the opportunity to introduce him to the Temple of Music, bringing him to dinner at the famous restaurant “by Erio” in Vallecrosia. I can thus claim to be part of those music connoisseurs who brought him luck! Today, after twenty years, I am honoured and pleased to have on my stage Andrea, the tenor beloved by Pavarotti, the Bono’s friend, the performer appreciated by Zucchero, the top artist in Caterina Caselli’s “Sugar” Firm.Therefore, now that I am a Producer as well, I particularly care two dates in my career as Artistic Director, which has been paral-lel to my Publisher career. First above all, I will always remem-ber the night at the Sporting Monte Carlo twenty years ago, and today, the appointment with that same singer, the great Andrea Bocelli, in the splendid “Reggia di Caserta”.This is the full program of the world exclusive Event, titled “Magical Nights at the Palace” (Notti Magiche alla Reggia): on Friday night, June 26th, the inauguration will take place with the long-awaited exhibition of Andrea Bocelli, fol-lowed on Saturday, June 27th, by the World First of “Ital-ian Symphony”, (Sinfonia Italiana) a production that I prepared in two years of painstaking work. I am sure that after this soirée in Caserta, “Italian Symphony” will tour the world.”

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CASERTA. L’Ingegnere Angelo Di Costanzo è stato eletto Presidente della Provincia di Caserta lo scorso 12 maggio in virtù delle prime elezioni con il voto in-diretto. Un politico, ma soprattutto fin dal 2007 un bravo amministratore di Alvigna-no, la sua cittadina d’origine alle pendici del Matese. Ingegnere civile e padre di tre figli, lo abbiamo incontrato nel cen-tro di Caserta, nei pressi di Piazza Luigi Vanvitelli, dedicata al celebre architetto che progettò una delle residenze reali più belle al mondo: la Reggia di Caserta. In quest’inizio d’estate, venerdì 26 e sabato 27 giugno, il maestoso monumento ap-partenuto alla casa reale dei Borbone di Napoli dichiarato patrimonio dell’Une-sco ospita un duplice evento di altissimo spessore culturale, intitolato “Due notti magiche alla Reggia”. Presidente Di Costanzo, la grande canzo-ne lirica, da sempre “marchio di qualità” degli italiani nel mondo, entrerà in uno

dei monumenti più belli al mondo allor-ché il celebre tenore Andrea Bocelli si esibirà in concerto alla Reggia di Caserta, seguito dalla prima rappresentazione di “Sinfonia Italiana”. Cosa rappresenta per lei e per la Provincia di Caserta un incon-tro di tale spessore?“Credo che un duplice appuntamen-to così bello ed importante sia una bellissima opportunità di valorizza-zione e promozione dello straordi-nario monumento del nostro capo-luogo. Ciò in nome del riflesso che il successo della musica internazionale può avere sulla crescita culturale del territorio e di tutto il Paese. È fondamentale che l’intero territorio concorra alla buona riuscita dell’e-vento. Ospitare manifestazioni di questo calibro all’interno di un pa-lazzo monumentale così maestoso, regalerà a Caserta un’atmosfera strepitosa. Credo che sia importante

creare una sinergia con il Ministero dei Beni Culturali e la Sovrintenden-za, affinché ci siano eventi di questo tipo durante l’intero anno. Mi è stato riportato che tutto questo è dovuto al giornalista e direttore artistico Ilio Masprone: un uomo del Nord che viene al Sud con queste premesse è da tenere in grande considerazione”. Secondo lei, per quale ragione la Reggia di Caserta è uno dei pochi monumenti d’Italia in grado di ospitare eventi di tale importanza? “Così come l’Arena di Verona o il Circo Massimo di Roma, per fare due esempi, la Reggia di Caserta ha tutte le carte in regola per ospitare eventi del genere, che creano aspet-tative e rappresentano una impor-tante vetrina per il nostro territorio. Da Presidente della Provincia sarò in prima linea per chiedere sinergie concrete a favore della crescita del

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Intervista al Presidente della Provincia di Caserta

AngeloDi Costanzo

di Ivan [email protected]

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turismo in nome della Reggia e dei numerosissimi monumenti presenti in molti dei 104 comuni del caserta-no. Abbiamo perle incredibili come l’Anfiteatro romano di Santa Maria Capua Vetere, o il borgo medievale di Casertavecchia. Le potenzialità economiche e le attrattive turisti-che dell’intera provincia potrebbe-ro portare sviluppo e occupazione. Ben vengano eventi del genere che contribuiscono a svecchiare anche il modello di intervento per la gestio-ne del nostro Palazzo Reale. Uno dei modi di mantenere viva una cit-tà consiste nel realizzare opere ed eventi capaci di promuovere le sue peculiarità. La cultura può essere uno degli elementi chiave di una città, tanto che Caserta è stata can-didata al “Forum Universale delle Culture”.” L’offerta culturale è cresciuta notevol-mente negli ultimi anni anche grazie a rassegne e manifestazioni che attirano turisti da ogni parte d’Italia. Quanto è importante questo elemento e quali sono i suoi obiettivi futuri da numero uno della Provincia?“Direi che la cultura è fondamentale per la crescita dell’intero territorio. Un elemento che non può essere sot-tovalutato e che prenderò in consi-derazione durante i quattro anni di governo. Sono tanti gli obiettivi che ci siamo prefissati. Sarò il Presiden-te di tutta la Provincia e di tutte le amministrazioni, senza guardare l’o-rientamento politico. Ho un ottimo rapporto con moltissimi amministra-tori locali, anche grazie al mio ruolo di assessore provinciale negli scorsi anni. Caserta e la sua provincia ha un futuro se il suo turismo è aiutato con risorse, sensibilità e attenzioni quotidiane. Per questo sarà molto importante creare una efficace rete con la Regione Campania e con tutti i Comuni, un passo da realizzare im-mediatamente per programmare per

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Particolaredell’interno della Reggia di Caserta.

tempo le iniziative e promuoverle ef-ficacemente fuori del nostro territo-rio. Ecco, sono sicuro che il dialogo sarà molto importante per raggiun-gere traguardi di altissimo livello”. Tutta la provincia di Caserta è ricca di luoghi straordinari. Nel capoluogo, ad esempio, oltre alla Reggia di Caserta vi sono il Belvedere di San Leucio, il Borgo di Casertavecchia e l’Oasi del Bosco di San Silvestro. Tra queste meraviglie appe-na citate, secondo lei quale riesce a por-tare benefici culturali alla città di Caserta e quale potrebbe essere maggiormente valorizzata? “I benefici sono molteplici, senza distinzione. Inoltre, credo che ogni luogo incantevole della nostra pro-vincia debba essere valorizzato nel migliore dei modi. Abbiamo un pa-trimonio inestimabile da mostrare ai quattro venti. Ogni turista che viene in provincia di Caserta resta affasci-nato da tali bellezze e noi dobbiamo essere in grado di creare le condizio-ni favorevoli perché la nostra terra sia nota in tutto il mondo. È una sfi-da difficile, ma sono certo che ci ri-usciremo grazie alla collaborazione tra le istituzioni e la politica”. Parliamo di Caserta. Al centro della città c’è un polmone verde, l’ex Macrico. Po-trebbe diventare un grande parco di oltre 300mila ettari sulla falsa riga di ‘Hyde Park’ a Londra o ‘Central Park’ a New York. Da anni c’è una partita aperta con la Curia, proprietaria dell’area. Senza entra-re nella disputa, ci dica qual è la sua idea su questa vicenda. Secondo lei l’ex Ma-crico potrebbe essere un valore aggiunto per Caserta se diventasse di proprietà del Comune?“L’ultima amministrazione comunale guidata da Pio Del Gaudio si è spesa molto in merito alla vicenda Macri-co. Ci sono state numerose azioni concrete, tra le quali un sollecito a Papa Francesco perché intervenga a favore di Caserta. Secondo me non è necessaria la proprietà dell’area da

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SPECIALE

CASERTA MON AMOUR

parte del Comune di Caserta, biso-gnerebbe mettere sul tavolo una se-rie di progetti concreti che possano dare a Caserta uno splendido parco a due passi dalla Reggia. Sarebbe davvero bello avere un polmone ver-de utilizzabile da casertani e turisti. Spero si possa trovare una soluzione in tempi molto stretti”.In molti centri cittadini dell’intera provin-cia di Caserta sono state avviate numerose attività commerciali e attrattive, come bar e locali che allietano la movida. Crede che anche questa possa essere una rispo-sta per ravvivare l’economia? Come dire: “Il mondo ai giovani e alle loro esigenze”? “Può essere una risposta giusta sol-

tanto se la movida è anche sinonimo di qualità e rispetto della tranquilli-tà altrui. Ogni iniziativa di crescita deve contemperare le attese, le esi-genze ed i diritti di cittadini e impre-se”. La provincia di Caserta deve proseguire il suo processo d’espansione ponendo l’at-tenzione su quali aspetti in particolare?“Terra di Lavoro e non Terra dei Fuochi. Questo deve essere Caserta e, grazie all’impegno di tutti, sono si-curo che riusciremo ad estromettere questa brutta etichetta che ci hanno appiccicato addosso da troppo tem-po. Caserta può e deve crescere in nome dell’equilibrio tra tradizione e

innovazione, sviluppo ed eccellenze, creando opportunità anche per pic-coli centri e città più grandi”. Chiuda gli occhi per un attimo. Come immagina la sua provincia di Caserta tra quattro anni? Ancora più impegnata nell’ambito culturale e sociale? Spazio ai giovani? “Preferisco non attendere quattro lunghi anni. La mia ambizione è quella di trasformare il sogno di tanti giovani e meno giovani in opportu-nità concrete. La cultura e il sociale sono due tasselli saldi per il futuro della provincia che mi onoro di rap-presentare”.

Ivan NOVIELLO

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Il Duomo diCasertavecchia.

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CASERTA. On May 12th, Mr. Angelo Di Costanzo has been elected President of the Province of Caserta. He is a civil engineer and father of three children. In politics, since 2007 he is a good adminis-trator of Alvignano, his town of origin. We met him in Caserta, near the central Luigi Vanvitelli Square, dedicated to the famous architect who designed one of the most beautiful royal residences in the world: the Royal Palace of Caserta. Next Friday 26th and Saturday 27th June, the majestic monument belonged to the royal family of the Bourbons of Naples and World Heritage Site, will be home to a double event of high cultural value, entitled “Two magical nights at the Palace.” (“Due Notti Magiche alla Reggia”) Lyric and opera, “quality brand” of Ita-ly abroad, will enter into one of the most beautiful in the world with the famous tenor Andrea Bocelli. He will perform in concert at the Royal Palace, followed by the First Appearance of “Italian Sym-phony” (“Sinfonia Italiana”). What do you think of these events?“I think that a so beautiful and impor-tant double appointment is a great op-portunity to enhance and promote the Royal Palace. The success of interna-tional music is important to the cultural

growth of the territory and of the whole country. It is essential that everybody contribute to the success of the event. Events of this calibre in a so majestic monumental building will give a breath-taking atmosphere to Caserta. I think it is important to create a synergy with the Ministry of Cultural Heritage and the Superintendent, so that there are such events throughout the year. I know that all this is due to the journal-ist and artistic director Ilio Masprone: a man from the North who brings to the South his experience is worthy of high regard.”In your opinion, why the Royal Palace is one of the few monuments of Italy able to host events of such importance?“Just as the Arena in Verona or the Circus Maximus in Rome, to make just two examples, the Royal Palace of Caserta has all it takes to host such events, which create expectations and represent an important showcase for our region. In my quality of President of the Province, I will be first in line to ask for concrete synergies for growth of tourism in the name of the Royal Pal-ace and of the numerous monuments of the 104 municipalities of the Caser-ta area. We have amazing sights, such as the Roman amphitheatre of Santa

AngeloDi Costanzo Our interview with the Presidentof the Province of Caserta

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Particolarenotturnodei giardini.

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Maria Capua Vetere, or the medieval village of Casertavecchia. The eco-nomic potential and tourist attractions of the province could bring develop-ment and employment. We welcome events like “Due Notti Magiche”. They help to rejuvenate the management of our Palace. One of the ways to keep alive a city is to create exhibitions and events capable of promoting its peculi-arities. Culture can be a key element of a town. Moreover, Caserta was nomi-nated for the “Universal Forum of Cul-tures”.”The cultural offer has grown considera-bly in recent years, thanks to exhibitions and events that attract tourists from all over to Italy. How important this ele-ment is and what your future goals are?

“I think that culture is essential for the growth of the entire territory. This cannot be underestimated and I will consider it during my four-year rule. I have set various goals. I will be the President of the whole province and of all the municipalities, without looking at the political orientation. I have a very good relationship with many local administrators, thanks to my role as provincial Councillor in recent years. Caserta and its province will have a fu-ture if tourism will get resources and daily attention.I want to create an effective network with the Campania Region and with all municipalities. We must schedule attentively the initiatives to promote them effectively also out of our terri-

tory. I am sure that the dialogue will be very important to achieve a very high level.”The entire province of Caserta boasts extraordinary places, like the Royal Palace, the Belvedere of San Leucio, the village of Casertavecchia and the Oasis Bosco di San Silvestro. Among these cul-tural wonders, which one do you think would be the most appreciated?“I believe that every charming place of our province should be enhanced in the best way. We have a priceless herit-age to show to the world. Tourists in the province of Caserta are fascinated by our attractions and we must be able to create favourable conditions so that our territory be known worldwide. It is a difficult challenge, but I am sure that

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L’ottava merav iglia del mondo

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I giardini interni della Reggiadove avverrannoi due concertidi Bocellie Sinfonia Italiana.

L’ottava merav iglia del mondo

we will succeed, thanks to the coopera-tion between institutions and politics.”In the very centre of Caserta there is a green area of over 300,000 hectares, the former Macrico. It could become a large park like’ ‘Hyde Park’ in London or ‘Central Park ‘in New York. For years, there is a negotiation with the Curia, who owns the area. Do you think that the former Macrico could be a benefit for Caserta, if acquired by the Municipal-ity?“The last city administration led by Mr. Pio Del Gaudio has done a lot for Macrico. There have been a number of concrete actions, including a reminder to Pope Francis to intervene in favour of Caserta. In my opinion it is not nec-essary to acquire the area, we should

rather put on the table a series of con-crete plans to realise a park for citizens and tourists. I hope we can find a solu-tion in a very short time.”The province of Caserta has launched numerous businesses and attractions, such as bars and clubs that enliven the nightlife. Do you think that this could revive the economy? As if to say: “The world to youngsters and their needs”?“It could be the right answer only if nightlife is synonymous with quality and respect of the tranquillity of every-body. Each business initiative must bal-ance the expectations, the needs and the rights of citizens.”In your opinion, what kind of look does the Province of Caserta need to increase and progress?

“Working Land (“Terra di Lavoro”), no “Land of Fire”. This must be Ca-serta and, thanks to the commitment of every single one, I am sure that we can eliminate that awful stigma. Ca-serta can and must grow with balance between tradition and innovation, de-velopment and excellence, creating op-portunities for small towns and larger cities.”Which are your main projects for the province of Caserta? To be even more engaged in the cultural and the social? To give more to young people?“My ambition is to transform dreams in real opportunities. Culture and social are two important assets for the future of the province that I have the honour to represent.”

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La Reggia di Caserta

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CASERTA. La Reggia fu edificata per volontà di Carlo di Borbone, Re di Napoli e di Sicilia, capostipite della dina-stia che governerà sul meridione d’Italia dal 1734 al 1860. I lavori furono affidati a Luigi Vanvitelli, scelto dopo un’attenta valutazione tra i maggiori architetti del tempo. L’edificazione del Palazzo Reale si inserisce nell’ambito di un più vasto progetto finalizzato alla creazione di un vero centro propulsore, una capitale “am-ministrativa” per il Regno da creare “ex novo”. La scelta del luogo cadde sulla pianura di “Terra di Lavoro”, apprezzata per ragioni strategiche e per la bellezza e fertilità del territorio. La posa della prima

pietra avvenne il 20 gennaio del 1752 e i lavori furono ultimati nel secolo successi-vo da Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, e da-gli architetti che si erano formati alla loro scuola. Il Palazzo Reale si presenta come un maestoso complesso monumentale esteso su circa quarantaquattromila me-tri quadrati, a pianta rettangolare e diviso internamente in quattro cortili, articolato su cinque piani, con milleduecento stan-ze, millesettecento quarantadue finestre e trentaquattro scalinate interne. L’ingresso principale consente l’accesso a una lunga galleria, il cosiddetto “Cannocchiale otti-co”. Il genio del Vanvitelli si rivela piena-mente nell’impianto assiale che caratte-

rizza l’intero complesso e nella continuità prospettica della sequenza: viale Carlo III, galleria interna (“Cannocchiale”) e la “Via d’acqua” del Parco, un susseguirsi di fontane concluso da una scenografi-ca cascata. A metà della galleria si apre il vestibolo inferiore, cui fa da sfondo la statua colossale dell’Ercole Farnese e da cui si accede allo Scalone d’Onore, uno degli elementi più significativi del Palaz-zo. Rappresentativo della volontà proget-tuale di provocare meraviglia agli occhi del visitatore, presenta una larghissima rampa centrale dominata da due leoni in marmo, opera degli scultori Paolo Persi-co e Andrea Violani. La parete di fondo

La Reggia di Caserta

di Erika [email protected]

di Enzo [email protected]

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A destra,particolaredei giardinidella Reggiavisti dall’alto.

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dello Scalone presenta, nella parte supe-riore, tre nicchie con statue raffiguranti la “Maestà Regia”, il “Merito” e la “Verità” e, nella parte inferiore, un monumentale portone che, mediante una scala di servi-zio, permette di raggiungere la controvolta dove i musici suonavano accompagnando l’incedere del re. La volta fu affrescata da Girolamo Starace Franchis con la raffigu-razione de “La Reggia di Apollo” contor-nata da quattro medaglioni raffiguranti le Stagioni, a indicare il sostegno alle arti garantito dal sovrano.Dal primo pianerottolo due rampe laterali disposte parallelamente consentono l’ac-cesso al Vestibolo Superiore, circoscritto da colonne ioniche in marmo rosato e rivestito da marmi policromi. È sovrasta-to da una cupola e inondato di luce da quattro grandi finestroni che si aprono sui cortili interni. Sul vestibolo superiore si apre la Cappella Palatina, inaugurata nel Natale 1784. Simile planimetricamente alla Cappella della Reggia di Versailles, presenta un’unica navata con pavimento in marmi policromi, coperta da una vol-ta a botte a cassettoni e fiancheggiata da due passaggi laterali che conducono alla Sagrestia. Alla Tribuna Reale e alla Gal-leria Superiore si accede mediante una scala circolare posta a destra dell’ingres-so galleria superiore. In questi vani sono tutt’oggi visibili i danni inferti dal bom-bardamento aereo del 27 settembre 1943 che ha provocato la perdita della decora-zione sacra della Tribuna Reale. Unica tela superstite tra quelle commissionate per la Cappella è quella posta sull’altare maggiore, con “L’Immacolata Concezio-ne” di Giuseppe Bonito. Il primo piano del Palazzo fu destinato ad accogliere gli Appartamenti dei Reali di Casa Borbone: l’Appartamento della regina occupava l’ala nord-ovest, mentre il “quarto” del re e del principe ereditario erano dislocati lungo il prospetto meridionale. Di notevo-le interesse è il Teatro di Corte ubicato nel

lato occidentale della Reggia di Caserta. Fu progettato da Luigi Vanvitelli solo dopo il 1756, a lavori già iniziati e si pre-senta simile al Teatro San Carlo di Napo-li. Collocato all’interno del Palazzo a uso esclusivo della Corte, fu inaugurato nel gennaio del 1769 dalla giovane coppia re-ale, Ferdinando e Maria Carolina. Presen-ta una classica forma a ferro di cavallo, con cinque ordini di palchi e colonne di marmo alabastrino. Un accesso riservato

consentiva al re di accedere direttamen-te al Palco Reale, sormontato da un ricco baldacchino su cui spicca la corona reale. Il Palazzo è fronteggiato da un suggestivo parco che si estende per centoventi ettari. I giardini costituiscono una pietra milia-re del genere nel secolo XVIII. La “via d’acqua” del Parco è un susseguirsi di fontane, vasche, peschiere che conduce fino alla Grande Cascata, articolandosi in un percorso lungo tre chilometri, animato

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da grandi gruppi scultorei, boschi, aiuole squadrate. L’acqua delle fontane giunge da lontano. Il grandioso progetto Vanvi-telliano, infatti, oltre all’edificazione del Palazzo, di “reali delizie” comprendenti il Parco con fontane e di una riserva di caccia, prevedeva anche l’acquedotto che avrebbe dovuto garantire l’approvvigiona-mento idrico del complesso e della nuova città a esso collegata. Chiamato “Caroli-no” in onore di re Carlo, l’acquedotto fu

inaugurato nel 1764 configurandosi come opera pubblica di primaria importanza e mirabile esempio d’ingegneria idraulica. Partendo dalle sorgenti del Frizzo sul monte Taburno, in territorio beneventano, il condotto ha uno sviluppo in lunghezza di circa trentotto km, è largo 1,20 m e alto 1,30 m. Interamente interrato, ad eccezio-ne dello scenografico tratto passante su ponti, è segnalato da sessantasette torrini, costruzioni destinate a sfiatatoi e ad ac-

cessi per l’ispezione. La tradizione vuole che i re e i principi, accompagnati dalla corte, si dilettassero nel Parco Reale nella pesca e nella caccia ritenute, soprattutto quest’ultima, passatempi favoriti di Casa Reale. I giovani sovrani, iniziati a tali at-tività sin da tenera età, giocavano anche “alla guerra” beneficiando delle costru-zioni progettate a tale scopo. Esempio ne è la Castelluccia edificata nel luogo di un fortino cinquecentesco da Francesco

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Collecini, architetto collaboratore di Van-vitelli. Pensata come un vero e proprio castello in miniatura, era ornata di tutto punto e circondata da un fossato con pon-te levatoio. Allo stesso modo la Peschiera Grande era utilizzata da Ferdinando IV per giocare alle battaglie navali. A destra della grande cascata si estende inoltre, su una superficie di circa ventiquattro ettari, il Giardino Inglese pensato da Maria Ca-rolina d’Austria, moglie di Ferdinando IV di Borbone. Realizzato da Carlo Vanvitel-li e dal giardiniere inglese John Andrew Graefer a partire dal 1785, rappresenta il primo giardino di paesaggio in Italia. L’a-

rea, animata da colline, radure, laghetti e canali, ospita specie botaniche importate da tutto il mondo, tra cui la famosa came-lia japonica, primo esemplare impiantato in Europa. Ad aumentare il potere sugge-stivo del luogo concorrono poi numerose costruzioni utili alla sosta e allo svago dei reali ma anche aranciere e serre destina-te al ricovero degli esemplari botanici e allo studio e riproduzione delle piante. Le vicende preunitarie hanno fatto della Reggia il luogo simbolo della regalità nel meridione, residenza dinastica e centro di potere politico-amministrativo. Dopo l’unità d’Italia il Palazzo Reale, al pari

degli altri possedimenti borbonici, passò in dotazione alla Casa Savoia. I membri della nuova dinastia regnante la utilizza-rono solo sporadicamente ma, pur svilen-do l’originaria funzione di dimora reale, procedettero alla ricognizione delle sue ricchezze. Gli attuali spazi museali furono individuati quando la Reggia fu sottratta ai beni della Casa Reale Savoia, divenen-do patrimonio di Stato. Da allora i beni mobili e artistici furono soggetti a una pesante dismissione in favore delle neo-nate istituzioni della Repubblica Italiana, rendendo complessa una ricostruzione filologica degli spazi che desse ragione

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alla “grandeur” della residenza borboni-ca. Dal 1994 la Reggia di Caserta ospita inoltre “Terrae Motus”, una delle collezio-ni d’arte contemporanea più importanti al mondo. Voluta dal gallerista napoletano Lucio Amelio, ha come tema ispiratore il terremoto catastrofico che sconvolse Irpi-nia e Basilicata nel 1980. Sono presenti opere dei maggiori protagonisti dell’arte della seconda metà del Novecento come Joseph Beuys, Andy Warhol, Robert Map-plethorpe, Miguel Barceló, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino e Jannis Kounellis. La collezione è esposta, con periodiche rotazioni, nelle Retrostanze

dell’Appartamento settecentesco della Reggia, secondo una logica che punta a integrare le opere d’arte contemporanea nell’antico e prezioso apparato decorativo del Palazzo. Nel corso degli anni la Reg-gia ha ospitato eventi di rilevanza interna-zionale tra cui spicca il Summit G7 con la cena di gala in onore dei Capi di Stato che il Presidente della Repubblica Ita-liana offrì nella Sala del Trono il 9 luglio 1994. La Reggia di Caserta è stata inoltre la location di celebri film, dai due episodi della saga di Star Wars di George Lucas, a “Mission Impossible III” con Tom Cru-ise, a “Angeli e Demoni” con Tom Hanks

e Ewan McGregor, alle fiction dedicate a Papa Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. Nel 1997 la Reggia di Caserta con il suo parco, insieme al Real Sito di San Leu-cio e l’acquedotto Carolino dei Ponti della Valle, è stata dichiarata patrimonio dell’u-manità dall’Unesco. Nonostante le alter-ne vicende e le numerose trasformazioni architettoniche apportate, la fisionomia originale della Reggia non risulta oggi destrutturata, rispecchiando l’estro e la grandiosità progettuale che l’hanno resa una delle più suggestive dimore reali al mondo.

Enzo ZUCCARO

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The Royal Palaceof Casertais one of the greatwonders of the world

CASERTA. In 1750, Charles of Bourbon decided to build the Royal Pal-ace as ideal centre of the new Kingdom of Naples and Sicily, which lasted from 1734 to 1860. The project for the majes-tic building was committed, after vari-ous events, to the famous architect Luigi Vanvitelli. The choice of the location, where it would rise the new kingdom’s administrative capital, fell on the beauti-ful, fertile plains of “Terra di Lavoro”. The building of the Royal Palace began with the laying of the foundation stone on January 20th, 1752 and proceeded with alacrity until 1759. At the death of Luigi Vanvitelli in 1773, they were far from being completed. Carlo Vanvitelli, Luigi’s son, and subsequently other ar-chitects, trained at the Vanvitelli’s school, carried out this great royal resi-dence in the next century. The Royal Palace of Caserta has a rectangular plan articulated on factory buildings, facing onto four large inner courtyards and covers an area of about 47,000 square meters for a height of 5 floors equal to 36 meters, complete of twelve hundred rooms, thousand seven hun-dred forty-two windows and thirty-four stairways. A great portico (called “Opti-cal Telescope”) is the ideal connection with the park, the Charles III Lane and the waterfall, located at the peak of the scenographic perspective escape thus created. The great staircase of honour, invention of the eighteenth-century sce-nic art, connects the lower vestibule, decorated by the colossal statue of Her-cules, and the upper vestibule, from which it leads to the royal apartments. The staircase is dominated by two big li-ons in marble by the sculptors Paolo Persico and Andrea Violani and it leads the viewer through a series of imposing

vistas. The back wall of the staircase has, at the top, three niches with statues of the “Royal Majesty”, the “Merit” the “Truth” and, at the bottom, a monu-mental gate which, using a service stair-case, reaches the place where the musi-cians played, accompanying the march of the king. The vault was frescoed by Girolamo Starace Franchis with the rep-resentation of “La Reggia di Apollo” (the Apollo Palace) surrounded by four medallions depicting the Seasons, to in-dicate the sovereign’s support for arts. From the first landing, two parallel flights provide access to the Upper Vesti-bule, circumscribed by Ionic columns in pink marble and covered with multi-col-oured marbles. It is topped with a dome and flooded with light from four large windows that open onto courtyards. On the upper vestibule opens the Palatine Chapel, inaugurated in Christmas 1784. Similar to the Chapel of the Versailles Palace, it has a single nave with multi-coloured marble floor, covered with a coffered barrel vault and flanked by two side passages, leading to sacristy. The Tribune and the Superior Royal Gallery have access by a circular staircase placed to the right of the upper gallery. In these rooms the loss of the sacred dec-oration of the Royal Tribune, a damage inflicted by the bombing of September 27, 1943 are still visible. A canvas surviving among those commissioned for the chap-el is “The Immaculate Conception” by Giuseppe Bonito over the main altar. The first floor of the palace was intended to accommodate the Apartments of the Royal House of Bourbon: the apartment of the Queen occupied the north-west wing, while the apartments of the king and those of the crown prince were situ-ated along the southern facade. The nice

Court Theatre is located in the western side of the Palace. It was designed by Luigi Vanvitelli and it is similar to the Teatro San Carlo in Naples. Set inside the Palace for the exclusive use of the Court, it was inaugurated in January 1769 by the young royal couple, Ferdi-nand and Maria Carolina. It has the classic horseshoe shape, with five galler-ies of boxes and alabaster columns. Pri-vate access allowed the king to directly access the Royal Box, topped with a rich canopy on which stands the royal crown. The garden, a typical example of the ba-roque extension of formal vistas, stretch-es for 120 ha, partly on hilly terrain. The park starts from the back façade of the palace, flanking a long alley that runs to the horizon, with artificial fountains and cascades each filling a basin. The water of the fountains comes from afar and both the architecture and the hydraulics are by Luigi Vanvitelli. The grandiose project was a “royal delight” including the building, the park with fountains and a game reserve. The aqueduct Called “Carolino” in honour of King Charles was inaugurated in 1764 and it is an admirable example of hydraulic en-gineering, ensuring the water supply of the complex and to the new city connect-ed to it. Starting from the source of Friz-zo on Mount Taburno, in Benevento area, it is about thirty km in length, it has a width of 1.20 m and 1.30 m high. It is entirely underground, except through the scenic stretch of bridges, and the six-ty-seven small buildings designed to vents and to access for inspection. Kings and princes, accompanied by the court, enjoyed the Royal Park in fishing and especially hunting. The young sover-eign, initiated in such activities since an early age, even could play “war” in a

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miniature castle, the Castelluccia, built on the site of a sixteenth-century fort by Francesco Collecini, architect collabora-tor of Vanvitelli. It was finely decorated and surrounded by a moat and a bridge. Similarly, the Peschiera Grande was used by Ferdinando IV to play naval battles. To the right of the big waterfall there is a botanical garden, called “The English Garden”, in the upper part de-signed in the 1780s by Carlo Vanvitelli and by the German-born botanist, nurseryman, plantsman-designer, John Graefer. The area, enlivened by hills, meadows, lakes and canals, houses bo-

tanical species imported from around the world, including the famous camellia japonica, first unit implanted in Europe. Many other suggestive places were de-signed for leisure, for the Royal oranger-ies and for the greenhouses, destined to shelter botanical specimens and the study and reproduction of plants. An-other of the king’s primary objects was to have a magnificent new royal court and administrative center for the kingdom in a location protected from sea attack. Af-

ter the unification of Italy, the Royal Palace, like other Bourbon possessions, passed to the House of Savoy. The mem-bers of the new ruling dynasty used it only sporadically and its many treasures became Heritage of the Italian State only after the dispersion inflicted both by the Royal House of Savoy and by vari-ous institutions of the first Italian Re-public after the war. Therefore, the ac-curate reconstruction of the “grandeur” of the residence Bourbon was quite com-plicated. Since 1994, the Royal Palace is also home to “Terrae Motus,” one of the most important contemporary art col-

lections in the world. Wanted by the Nea-politan gallerist Lucio Amelio, the cata-strophic earthquake that devastated Irpinia and Basilicata in 1980 inspired the theme. There are works by the great-est exponents of the second half of the twentieth century as Joseph Beuys, Andy Warhol, Robert Mapplethorpe, Miguel Barceló, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino and Jannis Kounellis. The collection is on display, with period-ic rotations, in some rooms of the eight-

eenth-century palace, so to integrate contemporary art in the ancient and precious decorations of the palace. Over the years, the Palace has hosted major international events, among which the G7 Summit. On July 9th 1994, the Presi-dent of the Italian Republic offered a gala dinner to the participants in the Throne Room. The Palace was also the location of famous movies, from two epi-sodes of the Star Wars saga by George Lucas to “Mission Impossible III” with Tom Cruise; from “Angels and Demons” with Tom Hanks and Ewan McGregor to the fictions dedicated to Pope John

Paul II and John XXIII. In 1997 the Royal Palace of Caserta with its park, along with the Royal Site of San Leucio and the Aqueduct Carolino of Ponti della Valle, was declared a World Heritage Site by Unesco. Despite the vicissitudes and the many architectural changes of the original appearance, today the Pal-ace still reflects the inspiration and the grandeur of a design that has made it one of the most striking royal residences in the world.

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Easy to PlateVianord came up wit the idea and designed the first modular system for the complete automation of the process of flexographic plates. Bring the modular concept to life is on its own an example of the capacity of Vianord to develop new projects. The concept has been given a name which identifies the goal “Easy to Plate”.The first step and the base of the modular concept is the processor section. It is then possible to add at any time the different modules to reach customers expecta-tions in terms of performance, productivity and quality. The installation of the different modules is made easy and requires a limited amount of time. Thanks to the integration of the modular concept in the design of the processor. The number of Easy to Plate systems installed have proven how easy the installation is but as well the excellent level of performance and reliability.

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A Caserta vincel’imprenditoria delle

“Quote Rosa”

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“Quote Rosa” CASERTA. Purtroppo, la Provincia

di Caserta viene a volte etichettata per le sue negatività, da «Gomorra» al marchio mediatico di «Terra dei Fuochi», che ne ha bollato molti prodotti. Fortunatamen-te, non c’è solo il “marcio”, anzi, esistono realtà che fungono da perfetto «incubato-re» di eccellenze, vere maestrie che sono diventate famose nel panorama nazionale

ed internazionale. Molta di questa con-cretezza è particolarmente interessante, in quanto ben il 25%, ossia un quarto dell’e-conomia di Terra di Lavoro è «a tinte rosa». Una quota importante, confortata dalla presenza di strutture nate per sostenere l’imprenditoria femminile nel segno della tradizione ma anche dell’innovazione. E allora proviamo ad analizzare questo fe-nomeno, che ha effetti sul piano non solo economico, ma anche culturale e sociale. Partiamo dai numeri. Secondo le stime della Camera di Commercio di Caserta ci sono 22.279 imprese femminili: il 24,6% del totale delle aziende del territorio (circa 90.000); una media altissima, soprattutto se la si confronta con quella regionale al 23% e con quella nazionale al 21,6%. Di queste, circa 8.000 attività sono nel com-mercio e 4.000 operano nel settore agrico-lo, mantenendo vive le radici di un territo-rio che trae le proprie origini in quella che Plinio il Vecchio chiamò «Campania Fe-lix» mentre 1.585 si occupano di turismo e servizi. Una cosa sembra essere chiara a tutti: “Rispetto a 25 anni fa la rivaluta-zione del ruolo della donna manager ha fatto passi da gigante; - commenta il presidente provinciale della Confesercenti di Caserta Maurizio Pollini - oggi come oggi io penso che la donna preceda l’uomo per capacità di investire e per produzione. E’ una vera e propria sfi-da culturale tra due modi diversi nel

fare imprenditoria. Nei fatti è eviden-te che a Caserta c’è cultura d’impresa e soprattutto dell’impresa femminile. Noi, come associazione sindacale di categoria, cerchiamo di affiancare le manager in tutte le loro esigenze, ma abbiamo un grosso limite non avendo strumenti diretti a disposizione. Oc-corre una mano forte da parte della buona politica per creare spazi ed op-portunità. Bisogna considerare che le 22mila imprese femminili creano economia e circa 100mila posti di la-voro. C’è ancora tanto da lavorare, soprattutto dal punto di vista cultu-rale. La partita del rilancio dell’im-prenditoria femminile è una sfida per l’intero comparto territoriale”. A dimostrazione di quanto asserito da Pollini basta dare uno sguardo all’organi-gramma dell’associazione sindacale degli esercenti. Femminile è il 70% dell’uffi-cio di presidenza ed il 50% della giunta. Donne sono anche i riferimenti locali di Confesercenti in importanti centri del-la provincia di Caserta come Aversa, con Pina Giordano, Alife, con Angelica De Cristofano, Bellona, con Bionda Colapreti, Caiazzo, con Laura Treviso, e Santa Maria Capua Vetere con Rosida Baia. L’impren-ditrice sammaritana è la presidentessa di «Impresa Donna», struttura nata qualche anno fa grazie all’impulso del direttivo na-zionale di Confesercenti, dedicata alla for-

di Ivan [email protected]

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A destra,relatrice dellaconferenzaFederica Siano.

Nella paginaa lato,l’Associazione ImpresaDonna Caserta.

SPECIALE

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mazione ed al sostegno delle aziende rosa, che spiega: “Incentivare le imprese femminili significa sostenere l’econo-mia nazionale, soprattutto nel Mezzo-giorno; le donne che fanno impresa hanno un’enorme determinazione, che si traduce in una marcia in più. Le difficoltà principali che riscontria-mo sono quelle di accesso al credito, risolvibili attingendo da fondi sia re-gionali che europei. Un’altra batta-glia al centro è quella dell’eccessiva pressione fiscale: sarebbe necessa-ria una tassazione più equa con una differenziazione tra piccole e grandi aziende. Un’altra questione riguarda i tempi della burocrazia, troppo lun-ghi rispetto a quelli d’impresa. Sono queste alcune delle tematiche che stiamo affrontando, sia con il contat-to diretto con le nostre associate che attraverso il nostro sportello di aiuto e sostegno presso la sede provinciale in via dei Bersaglieri a Caserta. Per quanto riguarda il futuro della no-stra associazione, stiamo preparando un’iniziativa con alcune eccellenze dell’imprenditoria femminile della provincia. “Case histories” di succes-so che possono essere di riferimento per altre donne che vogliono fare le imprenditrici. Inoltre abbiamo avvia-to corsi di formazione su tematiche specifiche con esperti dei diversi set-tori, in particolare per quanto riguar-da l’innovazione. Bisogna puntare sui nuovi lavori, per aprirci a nuovi mer-cati”.Un altro dato riguarda l’età: le imprenditri-ci sono, nella maggior parte dei casi, under 45. Ma come ci si sente ad esserlo in pro-vincia di Caserta? Lo abbiamo chiesto di-rettamente alle protagoniste di questo cam-biamento. Tra queste c’è Cristina Palmieri, 33 anni, che ha investito nel settore «food» in via Ferrante, stradina a due passi dalla Reggia, fino a qualche anno fa abbandona-ta, ed oggi centro nevralgico della movida cittadina. “Lavoro in questo settore da diversi anni; - dice - ho iniziato come cameriera nei locali per avere un minimo di indipendenza economi-

ca e pagarmi gli studi. Durante quel periodo però non mi sono limitata a fare solo la dipendente, ma ho cer-cato di apprendere i trucchi del me-stiere. Dopo aver conseguito la lau-rea in Scienze della Comunicazione, quell’esperienza mi è servita molto. Ho unito le strategie di marketing ap-prese all’Università con le competen-ze apprese sul campo. Così ho deciso, insieme ad altri due soci, di aprire un locale: la Salumeria di Turno. Un’i-dea semplice, ma che in un momento di crisi si è adattata alle esigenze del mercato. Quello del food è un settore che funziona e noi siamo stati lungi-miranti. Oggi il locale rappresenta un investimento, una base solida per po-ter coltivare le mie passioni. Mi sono iscritta all’Accademia della Moda ed ho conseguito una seconda laurea”. Ma non sono solo i settori dell’economia «tradizionale» a confermare l’elevata ope-rosità femminile nel mondo dell’imprendi-toria. Un caso è quello di 012 Factory, tra i primi centri di innovazione tecnologica in Italia, che con il suo programma Academy mira ad offrire una formazione adeguata a chi vuole trasformare la propria idea di bu-siness in una startup. “Abbiamo il 35% delle iscrizioni da parte di donne che vogliono fare impresa - spiega il project manager di 012 Factory Sebastian Caputo - Una media altissima se si considera che la media mondiale di imprese in-novative è appena del 13%”. Proprio nel contesto dell’Academy 012 Factory è

nata la startup LYL, acronimo per «Live your live», un’app per mobile innovativa e giovanile, che mira ad ottimizzare l’e-sperienza dei concerti, dall’acquisto del biglietto al rientro a casa dopo lo show. La business developer dell’impresa è Federi-ca Siano, studentessa di 25 anni. “Tutto è nato da un’idea condivisa con Fabio Viggiano; - rivela - la nostra passione per la musica e per i concerti ha dap-prima dato vita al “Club 33 Giri” di Santa Maria Capua Vetere, da cui ab-biamo sviluppato quest’application. Non riesco a definirmi ancora piena-mente un’imprenditrice - prosegue - ma più un’aspirante. Serve esperien-za”. E sul ruolo della donna nell’economia Federica Siano ha pochi dubbi: “Occorre la giusta contaminazione tra donne e uomini. Le donne di sicuro con-tribuiscono a colmare i vuoti dando una visione più ampia favorendo lo sviluppo”. E allora, in definitiva, qual è la spiegazione di questa vera e propria “onda rosa” nell’economia casertana? Ste-ve Jobs aveva definito i Beatles un modello di business praticamente perfetto. Proprio le differenze che caratterizzavano i quattro ragazzi di Liverpool erano alla base del ri-sultato frutto del lavoro d’insieme, la diver-sità che diventa una risorsa, in un continuo scambio di informazioni e condivisione di idee. Proprio la diversità della vision fem-minile potrebbe essere la risposta. Ed a Caserta, a quanto sembra, questo lo hanno capito in tanti.

Ivan NOVIELLO

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CASERTA. Regrettably, now and again the Province of Caserta is bearing the stigma of some negative labels; see “Gomorrah” (Italy’s other mafia by Rob-erto Saviano’s book) and the poisoning ti-tle of “Land of Fire” (“Terra dei Fuochi”). Fortunately, beyond the pollution from il-legal waste disposal caused by the Camor-ra criminal organization, the province is a perfect business incubator, including many excellent entrepreneurship that have be-come famous in Italy and abroad. Partic-

ularly interesting is the fact that 25%, one quarter of the economy of the territory, lives on women’s ventures. This important quota is due to the presence of structures, created to support women’s entrepreneur-ship, not only in traditional jobs, but also in innovation. To analyse this phenome-non, whose effects are not only economi-cal, but also cultural and collective, let’s start with numbers. According to the Ca-serta’s Chamber of Commerce, 22,279 en-terprises are women-owned, that means 24.6% of all companies in the area (about 90,000); it is a very high average, espe-cially when compared with the regional 23% and with the national 21.6%. About

8,000 women are working in business ac-tivity and 4,000 in the agricultural sector, deeply rooted in the area originally called by Pliny the Elder “Campania Felix”, while 1,585 work in tourism and services. “Compared to 25 years ago, the appre-ciation of the role of women-managers has made an enormous progress; - says the president of the provincial Business Confederation of Caserta, Mr. Maurizio Pollini - nowadays I think that women are even better investor and producer

than men. It is a real cultural challenge between two different ways in making en-trepreneurship, which is important in Ca-serta for the two genders, and especially for women. Our Union tries to assist every manager in her needs, but we have too little available instruments. We need a stronger political support, to creating opportunities. We must consider that the 22,000 women’s enterprises are creating about 100,000 jobs. There is still a lot of work to do, especially in the cultural perspective. The revival of women’s en-trepreneurship is a challenge for the en-tire country.” Mr. Pollini’s claims are to-tally confirmed by the Retail Trade Union

Organization’s Chart, with 70% of women in the Board, and 50% in the Commis-sions. Women are also the local reference of the Business Association in major cen-tres in the province of Caserta, with Mrs. Pina Giordano in Aversa, Mrs. Angelica De Cristofano in Alife, Mrs. Bionda Col-apreti in Bellona, and Mrs. Laura Treviso in Caiazzo. In Santa Maria Capua Vetere, Mrs. Rosida Bay is also the President of “Impresa Donna” (“Women Enterprise Watch”), a structure created a few years ago thanks to the efforts of the national executive of the Business Confederation, dedicated to the training and support of the Women Companies. She says: “We think that encouraging women’s enter-prises we are supporting the national economy, especially in the South; wom-en have a huge enterprise determination, which is translating into an enormous gear. The main difficulties that we find are the access to credit, solved by draw-ing from both regional and European funds. Another major difficulty is the ex-cessive tax burden: it would require a more equitable taxation with a differen-tiation between small and large compa-nies. Another issue is the bureaucracy’s timing, too long compared to those of the companies. These are some of the issues that we are facing and resolving, contacting directly our associates or sup-porting them through our help desk situ-ated in our provincial headquarters in Caserta. As for the future of our Associa-tion, we are preparing an initiative with some excellent women’s enterprises in the province. These “Case histories” of success will inspire other women. We also started training courses on specific issues with experts in various fields, in particu-lar with regard to innovation. We must focus on new activities, to open up to new markets.” Another figure is the age of the female entrepreneurs who are, in most cases, less than 45 years old. To deepen the question, we interviewed some young women in the province of Caserta. Miss Cristina Palmieri, 33, has invested in food in a narrow street near the Royal Palace. Almost abandoned a few years ago, via

Women quotas winningin Caserta’s business world

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SPECIALE

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Ferrante is now the trendy centre of the city nightlife. “I worked in this area for several years; - she says - I started as a waitress, to get a minimum of economic independence and to pay for my studies. During that time, however, I tried to learn the trade’s tricks. After graduating in Communication Sciences, that experi-ence helped me a lot. I joined the mar-keting strategies learned at the University with the skills learned on the field. There-fore, I decided, along with two other partners, to open a restaurant, “Salumer-ia di Turno”. A simple idea adapted to the market needs during the crisis. Food’s industry is working. We have been for-ward-looking, so today the place is an investment, a solid base to develop in other fields. Recently, I enrolled and graduated at the Fashion Academy also.” The high female industriousness in the business world is not only “tradition-al”. For instance, the “012 Factory” is one of the first centres of technological innova-tion in Italy. Its Academy program is look-ing forward to providing appropriate training to those who want to turn their business idea into a start-up. “35% of en-tries are women who want to do business - said the project manager of “012 Facto-ry”, Mr. Sebastiano Caputo - It is a very high average, when you consider that the world average of innovative companies is

just 13%.” I.e., the start-up LYL, acro-nym for “Live your live” was born thanks to the “012 Factory’s Academy. It is an in-novative app for mobile, which aims to optimize the experience of concerts, from buying a ticket to return home after the show. The business development of the en-terprise is Miss Federica Siano, a 25 years old student. “Everything started from the passion for music and for the concerts that I share with Fabio Viggiano; - she says - after creating the “Club 33” in Santa Maria Capua Vetere, we have de-veloped this application. I cannot call myself a full entrepreneur - she continues – I must yet practicing a lot.” Miss Siano has no doubts about the role of women in the economy: “We need gender equality. Women ratio will help to fill the gaps, giving a broader view favouring the de-velopment.”So, how can we explain the women’s suc-cess in the Caserta’s economy? Steve Jobs had called the Beatles a practically perfect business model. The different character of the four lads from Liverpool were the ba-sis of the Beatles’ success. The continuous exchange of information and sharing of ideas was their huge resource. Therefore, the diversity of the women’s vision could be the answer. We think that in Caserta this fact has excellently figured out.

Cristina Palmierii

Rosida Baia

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Corso Imperatrice, 80I-18038 Sanremo (IM)Tel. +39 0184 5391Fax +39 0184 661445reservations@royalhotelsanremo.comroyalhotelsanremo.comroyalwellness.it

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prossimamentein trasferta nel mondoL’inedito spettacolo “crossover” farà rivivere

la grande musica italiana nei cinque continenti

“Sinfonia ItalianA”

SPECIALE

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di Silvana [email protected]

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MILANO. “Sinfonia Italiana” na-sce nella primavera del 2013 a Milano da una serie di fortunate coincidenze. Du-rante un ricevimento alla Terrazza Marti-ni a Milano, il noto scrittore e giornalista RAI Antonio Caprarica, che Ilio Maspro-ne ha premiato a Monte Carlo nell’edizio-ne 2013 del Premio Professionalità Italia-na nel Mondo, gli presenta la sua figliastra, la giovane violinista Natasha Korsakova. Durante la piacevole conver-sazione che segue, il nostro editore viene a sapere che Natasha detta Naty è nata a Mosca, in una famiglia di musicisti impa-rentata con il celebre compositore Niko-laj Andreevič Rimskij-Korsakov e che ha cominciato a suonare il violino all’età di cinque anni; i suoi primi maestri sono stati il nonno Boris Korsakov e il padre, il famoso violinista Andrej Korsakov, mari-to della pianista Yolanta Miroshnikova che, dopo essere rimasta prematuramente vedova, si è risposata con Antonio Capra-rica, conosciuto durante una trasferta RAI in Russia. Valutata artista d’immen-so talento e innato carisma dalla critica, Natasha ha vinto numerosi premi ed è

una delle soliste più ricercate dai diretto-ri di orchestra quando si tratta di metter su la squadra per realizzare un concerto importante. A questo punto, il nostro po-liedrico editore, che ha al suo attivo an-che l’attività di Direttore Artistico, non esita: con il suo solito piglio imprendito-riale (e, a suo dire, anche con una certa dose d’incoscienza…) prende al volo l’occasione di unire il know-how della violinista in campo musicale classico con la sua esperienza come organizzatore di eventi di rilievo anche in campo musicale moderno. Infatti, tra le sue molte interes-santi iniziative, da molti anni Masprone, durante la settimana del Festival di San-remo, ne pubblica il Quotidiano, organiz-za il Gran Gala che lo precede all’Hotel Royal e ha istituito il Premio Dietrole-Quinte. In breve, nasce in lui l’idea di creare uno spettacolo “crossover”, una “sinfonia” di pezzi italiani dal fascino ir-resistibile, una cavalcata attraverso più di quattro secoli di musica italiana, da Mon-teverdi e Scarlatti a Morricone e Piovani. Innanzitutto, fin dal 2008 Naty ha stretti rapporti con l’Italia e con la Svizzera ita-

liana, dove risiede, perciò è presumibile che l’agenda stabilita dal team organizza-tore non subirà ritardi. Si tratta di un’a-genda fittissima che prevede l’impiego di una troupe di artisti e musicisti di rilievo. Una serie di contatti assicura la direzione dell’Orchestra da parte del giovane Mae-stro e arrangiatore Stefano Salvatori, mentre la regia e la coreografia dello spet-tacolo saranno affidate a Max Volpini, en-trambi dal Teatro alla Scala di Milano, fucina di talenti. In un mondo della musi-ca fortemente “contaminato” dalle più diverse esperienze, Masprone pensa ad una “Sinfonia Italiana” rinverdita, rinvi-gorita dalla presenza di musicisti interna-zionali, giovani ed entusiasti. In breve, si realizzano i contratti con gli artisti che formeranno il team principale e di cui for-niamo ai lettori dettagli biografici nel fol-der allegato. Oltre alla Korsakova, gli al-tri sono l’italo-egiziana Silvia Viscardini, in arte Nair, moderna voce con tonalità da soprano e straordinaria pianista, il tenore romano Romolo Tisano sponsorizzato dal discografico di Ala Bianca Tony Verona, il cubano Marcos Madrigal, virtuoso pia-

MarcosMADRIGAL

STEFANOSALVATORI NAIR ROMOLO

TISANONATASHA

KORSAKOVA

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A destra,coro e orchestradel Teatro Sociale di Biellaal completo.

In basso,la squadradi Sinfonia Italiana al completo.

nista classico dalla grande personalità, il percussionista napoletano Gian Luca Mirra che aggiunge il necessario “colore” ai brani pop, e l’ingegnere del suono e trascrittore di testi musicali, Gianni Gal-lo, anche lui da Napoli. Una squadra pre-ziosa completata da un incantevole tocco coreografico: attraverso diversi provini, la scelta è caduta su una coppia di giovani ballerini italiani, entrambi vincitori di una borsa di studio al famoso Teatro Bolshoj di Mosca: la graziosissima di-ciannovenne Lucia Colosio e il tenebroso ventenne Giulio Galimberti. In quanto ai 21 brani musicali, la selezione è suggeri-ta dall’amichevole consulenza strategica e professionale di un grande nome della lirica mondiale, Katia Ricciarelli. Scelti solisti e repertorio, mancava ancora un adeguato accompagnamento. Poteva es-sere un’Orchestra Sinfonica? Un Ensem-ble giovanile? Un semplice gruppo misto composto da musicisti classici e pop? La prima ipotesi fu quella più accreditata, tuttavia prese anche piede una soluzione alternativa, che non prevedeva la Sinfoni-ca, ma solo due pianoforti a gran coda.

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Prova generale Teatro Sociale di Biellagiugno 2014

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Proprio con questi ultimi strumenti, il primo giugno scorso il team ha avuto l’oc-casione di esibirsi con notevole successo al famoso Teatro Ariston di Sanremo, sede istituzionale del Festival della Can-zone. Comunque, ora è stato stabilito che nelle trasferte lo spettacolo si avvarrà sempre dell’Orchestra Sinfonica e del Coro locali, come infatti è stato lo scorso anno durante una riuscita prova generale in Piemonte, avvenuta con la collabora-zione dell’orchestra del Teatro Sociale di Biella. Qui, erano appena trascorsi tre minuti dall’inizio, quando uno spontaneo applauso durato tre minuti interruppe piacevolmente lo spettacolo che poi pro-seguì per i 90 minuti previsti dal pro-gramma, sovente interrotti da molti altri applausi e dalla richiesta di tre bis da parte di un pubblico pagante dimostratosi buon intenditore. Oggi Masprone confida: “Costruire e montare lo spettacolo “Sinfonia Italiana” è stato un diver-tente anche se impegnativo gioco di alchimie e forme musicali: mettere insieme Monteverdi con i Matia Ba-zar, Piovani con Scarlatti, Ennio

Morricone con Giuseppe Verdi è sta-to tutto sommato semplice, perché si è lavorato sull’eccellenza della gran-de musica italiana. Certamente l’ac-compagnamento di un’Orchestra Sinfonica di settanta professori ed un coro di quaranta elementi fanno una sostanziale differenza, sia dal punto di vista musicale che sceno-grafico. Così come gli eccellenti in-termezzi coreografici dei due giova-ni ballerini, che hanno contribuito a valorizzare ancora di più i solisti, donando una solare luminosità a tutto lo spettacolo.” Il valore di quei 90 minuti no-stop, prima a Biella e poi a Sanremo, ha aperto le porte alla Prima Mondiale, che l’editore-produttore ha vo-luto caparbiamente realizzare dopo un anno di trattative in un sito culturale di altissimo prestigio culturale. La scelta dei Giardini dell’imponente Reggia di Caser-ta, i cui preziosi interni sono interessati da precisi e laboriosi restauri, intende contribuire, fatto mai pensato finora, al lancio internazionale di un luogo e di un’area straordinaria, dichiarati Patrimo-

nio dell’Umanità dall’Unesco. Si è tratta-to di una collaborazione intensa, sfociata nell’evento che aprirà l’estate casertana, dal titolo “Due notti magiche alla Reg-gia”, con l’esecuzione di due concerti: il primo magico evento (venerdì 26 giugno dalle ore 21) offrirà al pubblico l’incon-fondibile voce, la classe e la presenza scenica del celebratissimo tenore Andrea Bocelli, diretto da Carlo Bernini: un mo-mento unico e irrepetibile, mentre la se-conda notte magica della dolce estate casertana (sabato 27 giugno dalle ore 21,30) sarà dedicata alla Prima Mondia-le di “Sinfonia Italiana” , diretta dal Ma-estro Stefano Salvatori. Ad accompagnare tutti gli artisti, l’eccezionale presenza della Grande Orchestra Reale composta da settanta professori ed di un Coro di 60 elementi di Caserta e dintorni, diretti dal Maestro Mario Ciervo. Il Coro si esibirà in due brani: il maestoso, suggestivo “Va Pensiero dal Nabucco di Verdi e il coro a bocca chiusa da “La Madama Butterfly” di Puccini. Il repertorio inizia con l’Ada-gio dal “Gugliemo Tell” di Gioacchino Rossini, seguito da “Mattinata” di Rug-gero Leoncavallo. Poi, “La donna è mobi-le” dal “Rigoletto” di Guseppe Verdi, in-trepretato da Tisano. Si passa a pezzi moderni come “Romeo e Giulietta” di Nino Rota e “Caruso” di Lucio Dalla, pri-ma di introdurre le armonie seicentesche di “Si dolce è il tormento” di Claudio Monteverdi e “L’Estate” di Antonio Vi-valdi. Grande emozione suscita sempre l’esecuzione del brano “Che gelida mani-na” da “La Bohème” di Giacomo Puccini mentre il pubblico è travolto dal “Largo al factotum” di Gioachino Rossini. Prima dell’Intermezzo tratto da “La Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni, il meravi-glioso, struggente brano “Nessun dorma” di Giacomo Puccini non mancherà di commuovere gli uditori. Seguono “Il Tril-lo del diavolo” di Giuseppe Tartini, magi-stralmente eseguito da Naty; l’”Adagio” per oboe di Alessandro Marcello; “Va-canze romane” dei Matia Bazar, Golzi e Marrale, “Con te partirò”, di Quarantotto e Sartori, “Giù la testa” di Ennio Morrico-ne; “La Sonata in Si minore L3” di Dome-nico Scarlatti, “La vita è bella” di Nicola Piovani, “Perdere l’amore” di Marrocchi e Artegiani, “La Danza delle ore” di Amilcare Ponchielli, per finire nel tripu-dio corale del “Va Pensiero” dal Nabucco di Verdi. Siamo certi che un’organizzazio-ne così scrupolosa e un impegno cultura-le così ampio costituiranno il veicolo pro-mozionale per altre iniziative, legate al nostro glorioso marchio “Made in Italy”, allorché “Sinfonia Italiana” farà rivivere la grande musica italiana nelle previste trasferte all’estero.

Silvana RIVELLA

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MILAN. “Sinfonia Italiana”- “Ital-ian Symphony” - was born in the Spring 2013 in Milan, by a series of lucky coinci-dences. During a reception at the Ter-razza Martini in Milan, the well-known writer and journalist RAI Antonio Caprarica, awarded in Monte Carlo in the 2013 edition of the Italian World Pro-fessionalism Award by the editor Ilio Masprone, introduced him to his step-daughter, the young violinist Natasha Korsakova. A pleasant conversation fol-lowed. Mr. Masprone learnt that Nata-sha, aka Naty, was born in Moscow, in a family of musicians related to the famous composer Nikolai Rimsky-Korsakov. When she was five years old, her first teachers were her grandfather Boris Korsakov and her father, the famous vio-linist Andrei Korsakov, married to the pianist Yolanta Miroshnikova. Too soon a widower, she then met Mr. Caprarica at a RAI convention in Russia. Natasha has won numerous awards and she is evaluated by critics an artist of immense talent and innate charisma. When a con-ductor is forming a team for a major con-cert, she is one of the most sought soloist. At this point, our multitalented editor, who is also a worthy Artistic Director, did not think twice: with his usual business way (and, according to him, even with a certain amount of recklessness ...) he

took the chance to combine the classical violinist’s know-how with his experience as an organizer of major events in the modern music’s field. In fact, among his many interesting initiatives, Mr. Masprone publishes the Festival Daily Newspaper alongside the week of the cel-ebrated Sanremo Festival. He also sets up the Festival’s inauguration Grand Gala at the Hotel Royal and the prestig-ious “Backstage Award” (“PremioDie-troleQuinte”). In short, the idea of creat-ing a new kind of show was born. The “crossover” revival will be a “symphony” of Italian pieces of irresistible charm, a ride through more than four centuries of Italian music, from Monteverdi and Scarlatti to Morricone and Piovani. Since 2008, Naty resides in the Italian-speaking Switzerland, and she has close relations with Italy, so Mr. Masprone as-sumed that the agenda would not be de-layed. The schedule was very dense and involved a troupe of artists and musi-cians of relief. In fact, a series of good contacts ensured the direction of the Or-chestra by the young teacher and ar-ranger M° Stefano Salvatori, while the direction and choreography of the show is entrusted to Max Volpini, both from the “Teatro alla Scala” in Milan, a talents’ pool. In a world of heavily “contaminat-ed” music, Mr. Masprone was looking

forward to creating a show galvanized by the presence of international musi-cians, young and enthusiastic. The read-ers will find the biographical details of the soloists forming the core team, in the attached folder. In addition to Korsako-va, the others are the Egyptian-Italian soprano Silvia Viscardini, aka Nair, the Roman tenor Romolo Tisano, the Cuban pianist Marcos Madrigal, the Neapoli-tans drummer Gian Luca Mirra, and the sound engineer and arranger of musical texts, Gianni Gallo. The ballet choreog-raphies adding great charm to the show, are performed by a couple of young Ital-ian dancers, both winners of a scholar-ship to the famous Bolshoi Theatre in Moscow: the beautiful nineteen years old Lucia Colosio and the twenty years old

“Sinfonia Italiana”

soon abroadA revival of ItalianMusic masterpieces

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Nair, MarcosMadrigale NatashaKorsakova.

Giulio Galimberti. In the meantime, a great name of the opera world, a profes-sional soprano and a good friend of Mr. Masprone, Katia Ricciarelli, agrees to select 21 fragments for the repertoire. Still it was necessary to choose an ade-quate accompaniment. Would it be a Symphony Orchestra? A Youth Ensem-ble? A mixed group of classical and pop musicians? Eventually, the team decided for the most consistent one, together with an alternative solution, the use of two grand pianos. Just with these two instru-ments, the team has had the opportunity to perform with great success at the fa-mous Ariston Theatre, home of the San-remo Song Festival, on 1st June 2015. However, the tours will be relying on the local Symphony Orchestras and Chorus.

In fact, this was what happened last year in the town of Biella, during the first “Sinfonia Italiana” successful rehearsal in Piedmont. There, the Orchestra and Chorus of the “Teatro Sociale” were wel-comed with a large round of applause, and the programmed 90 minutes of the show were greeted by several standing ovations. Today Mr. Masprone reveals that “To build and assemble “Sinfonia Italiana” was both challenging and funny. The alchemy bringing together Monteverdi and Matia Bazar, Piovani and Scarlatti, Ennio Morricone and Gi-useppe Verdi, was a quite simple issue, because we were working with authen-tic masterpieces. Of course, a Sympho-ny Orchestra of seventy professors and a chorus of forty elements are making

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the show actually outstanding. As well as the excellent choreographic inter-ludes performed by the two young dancers are enhancing the soloists’ roles, bringing a solar brightness to the show.”The value of those 90 minutes non-stop, first in Biella and then in Sanremo, are the good omen to the International De-but that will take place in a venue of high cultural prestige, a jewel declared World Heritage Site by Unesco. The intense collaboration with the Royal Palace in Caserta Superintendent, gave the green light to the exclusive event that will open the Caserta Summertime: “Due Notti Magiche alla Reggia” (“Two magical nights at the Palace”). The first magi-cal soirée (Friday, June 26th at 9 p.m.) will be unique and unrepeatable, offering to the public the unmistakable voice, the class and the stage presence of the very celebrated tenor Andrea Bocelli, directed by M° Carlo Bernini. The second magi-cal mid-summer night (Saturday, June 27th at 9,30 p.m.) will be dedicated to the World Première of “Sinfonia Italiana”,

conducted by M° Stefano Salvatori. The Great Royal Orchestra of seventy musi-cians and a choir of 60 elements, conduct-ed by M° Mario Ciervo, will complete the team. The choir will perform the majes-tic, impressive “Va, Pensiero” (Nabucco-G.Verdi) and the moving Humming Cho-rus (La Madama Butterfly-G.Puccini). The repertoire starts with the “Adagio” (Guglielmo Tell-G.Rossini), followed by the song “Mattinata” by Ruggero Le-oncavallo. Then, “La donna e mobile” (Rigoletto-G.Verdi). The show will switch to modern pieces like “Romeo and Juliet” (Nino Rota) and “Caruso” (L.Dalla), before introducing some harmonies of the seventeenth-century “Si dolce é’l tormento” by Claudio Monteverdi and “The Four Seasons Summer” by Antonio Vivaldi. The fragment “Che gelida mani-na” from “La Bohème” by Giacomo Puc-cini will speak directly to the audience’s heart, who then will be overwhelmed by the Rossini’s “Largo al factotum”. The Intermezzo from “Cavalleria Rusticana” (Pietro Mascagni) will be preceded by the poignant song “Nessun dorma” (Turan-

dot-G.Puccini) and “The Devil’s Trill” by Giuseppe Tartini will be masterfully executed by Naty. Then, the “Adagio” for Oboe by Alessandro Marcello; “Ro-man Holiday” by the Matia Bazar/Golzi/Marrale; “Con te partirò”, by Quaran-totto/Sartori, “A Fistful of Dynamite” by Ennio Morricone; “The Sonata in B mi-nor L3” by Domenico Scarlatti, “Life is Beautiful” by Nicola Piovani, “Perdere l’amore - Losing Love” by Marrocchi/Artegiani, “The Dance of the Hours” by Amilcare Ponchielli, will end in the blaze of the choral “Va, Pensiero”. After a year of negotiations, the choice of the Royal Gardens of the imposing Palace of Caserta, whose precious interior is under restoration, will contribute to the international launch of that extraordi-nary area. We are confident that a so scrupulous organization and a so broad cultural commitment will be the promo-tional channel for further initiatives, re-lated to the prestigious brand “Made in Italy”, during the planned tours of “Sin-fonia Italiana, in other Italian towns and abroad.

Un momentodel concerto,sullo sfondoi due balleriniLucia Colosio e Giulio Galimberti.

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Rosanna Marziale:come riaffiorano i sensi

gustando significativi sapori

Al ristorante“Le Colonne”

raccontare se stessi attraverso i cibi

CASERTA. E’ una vera sinfonia dei sensi, quando il percorso epicureo del palato fonde l’essenza dei sapori a quella delle immagini e dei suoni. Il ristorante “Le Colonne” di Caserta è il cuore pulsante di quest’esperienza sen-sibile, genialmente realizzata da una Donna eccezionale quanto affascinate come Rosanna Marziale, Chef di fama internazionale. Ogni assaggio tra le mura del suo ristorante viene vissuto “con gli occhi, con il naso, con i polpastrelli”, per sublimarsi nel gusto. Sono le degu-stazioni audio visive guidate, proposte dalle “Colonne”. Rosanna è convinta che i suoi piatti s’interpretino meglio se accompagnati dal racconto di ricordi,

storie, emozioni. Un modo per soffermar-si a “sentire” il sapore dei pensieri. Lei ha imparato a cucinare nel ristorante di famiglia, aperto dal capostipite di questi geni dell’arte culinaria, Gaetano Mar-ziale, insieme alla moglie Pasqualina e con gli altri figli Loreto e Maria che oggi gestiscono un piccolo impero del gu-sto. Poi Rosanna ha avuto il desiderio e l’opportunità di far parte della botteghe dei Maestri Gianfranco Vissani e Mar-tin Berasategui. Da qui l’ispirazione per “dipingere” - come dice lei - nei piatti la tela della propria anima. Ogni ingre-diente, prima di essere portato in tavola, viene accuratamente selezionato e scel-to, preparato come il pittore miscela il

suo olio prima di trasportarlo sulle tele: le mozzarella di bufala, ad esempio, ispi-rano generalmente le idee per le nuove invenzioni culinarie; l’acqua, assoluta-mente pura e cristallizzata dalla pioggia; il “Garun”, salsa risalente alla cucina degli antichi romani ottenuta dal liquido estratto per colatura dalla fermentazione sotto sale ed al sole di pesci di piccola taglia; il pan Cafone, rustico, grezzo e sfacciato; il limone di Sorrento, colmo di olii essenziali e vitamina C; il San Mar-zano, ma che cresca lentamente da fertili terreni vulcanici, irrorato da acqua dei pozzi, accarezzato da temperatura mite; il “Conciato Romano”, formaggio che si strugge nel piacere dell’incontro passio-

di Erika [email protected]

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nale con aceto, piperna e peperoncino macinato. Ed ancora, il “Maiale Nero del casertano”, benefica divinità protettrice dei cuochi locali; il “Provolone del Monaco”, che proviene dal latte di vacca nutrita con foglie d’arancio e olivo. Infine il “Pellagrel-lo”, estratto da acini bambini, stretti in grappolo, minuti e tondi, che divenendo vino si manifestano robustamente, solidi nel cor-po ed armoniosi, in un sapore di spezie, cioccolato e profumo di tabacco. Una vera leccornia.Tutta quest’armonia di sapori si fonde con la melodia di storie minime, itinerari mentali e fisici, e la loro “Sinfonia (d’) Italia-na” eccellenza, pulsa dallo spartito “Carta Marziale”, il menù libro illustrato, che ne scandisce la partitura. Rosanna è Chef stella Michelin e, ormai, punto di riferimento della cucina inter-nazionale, ambasciatrice della mozzarella di bufala nel mondo, autrice di libri, protagonista della finale di Masterchef Italia. La dolce Rosanna è soprattutto un’Anima volitiva e comunicativa, dalla voce e dallo sguardo intelligenti, giovane ed entusiasta, capace di manifestare la sua eclettica identità ed i suoi molte-plici interessi nelle sue creazioni e nelle idee letteral-culinarie (è autrice de “La cuoca girovaga” e di “La Carta Marziale”). La ricerca del gusto perfetto compiuta da Rossana con quotidiana concentrazione, apporta un’esaltante innovazione alla cucina raffinata ed eccellenza con l’ingrediente della convivialità, or-

mai perduta quando i commensali sono assorbiti e ritratti da se stessi e dagli altri da cellulari, tablets e macchine fotografiche. E’ cosi che sulla tavola, impeccabilmente elegante, lei introduce il cibo che si viveva una volta nelle famiglie, servito nelle grosse zuppiere foriere dell’incipit del contatto con se stessi e con gli altri e dunque del dialogo. Così Rosanna stimola l’espressione di se stesso del commensale, inducendolo a comporre il pro-prio piatto come gli piace, unitamente alla globale propria libera espressione a tavola.Il “bosone di Higgs” di Rossana, incipit di questa “zuppa pri-mordiale” di emozioni, è l’ingrediente fondamentale di una sua nuova ricetta: lo Tzimtzum, introdotto nella pasta, mozzarella e pummarola. “Tutto quello di cui abbiamo bisogno è amore - dice Rossana - empatia, comprensione, condivisione. Il Dio degli ebrei che occupava tutto l’universo, per creare il mondo tratten-ne il respiro, ritrasse sé stesso (tzimtzum significa contrazione) per fare un po’ di spazio ad altri esseri, forse perché era stanco di mangiare da solo. Fu un atto di generosità e d’amore”. Rossa-na Marziale, degna rappresentante del territorio da conservare è convinta, a ragione, che solo trattenendo un po’ del proprio Ego i mangiatori contemporanei possono creare e condividere alla tavola della propria esistenza. E come darti torto, cara Rosanna.

Erika CANNOLETTA

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Rosanna Marziale:a new awareness of feelings and flavours

Innermost revelationsat “Le Colonne” restaurant

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CASERTA. At “Le Colonne” restau-rant in Caserta, food lovers can get an amazing tasting experience thanks to the brilliant skills of Rosanna Marziale, Chef of international reputation and recently awarded with one Michelin Star. She is able to compose a real symphony of the senses, blending flavours, images and sounds in your palate. She will invite you to use “your eyes, your nose and your fin-gertips” to get innermost revelations. In a sort of audio-visual tasting tour, the mem-oir contained in every course of her menu will enhance feelings and flavours. The children of Gaetano and Pasqualina Marziale, Rosanna, Loreto and Maria, learned to cook in the family restaurant, inheriting the excellence in the culinary arts from their parents. Nevertheless, Rosanna wished to make new experienc-es, so she caught the opportunity to at-tend the workshops of famous chef like Gianfranco Vissani and Martin Berasat-egui. Hence, she started to “paint” - as he says - the plates on the canvas of her own soul. Nowadays she selects and chooses each ingredient like a painter who mixes gouaches and oil colours before trans-porting them on the canvas. We try to re-call here just some of the fundamentals that you will find at “Le Colonne”. First, diners will appreciate the water, pure and crystallized from the rain, and the “Ca-fone” bread, rustic, raw and brash. Among the many appetizers, the historic, surprising Latin “Garun”, a sauce of salt-ed small fish and the “Conciato Roma-no”, a cheese blended with vinegar, “piperna” and ground chili. Fans of buf-falo mozzarella will be in their element ordering Rosanna’s most famous course, the paradisiac buffalo mozzarella, served in numerous guises; also, the traditional San Marzano tomatoes, slowly grown up by fertile volcanic soils, irrigated by well water, caressed by warm temperatures and the Sorrento lemon, filled with essen-tial oils and vitamin C are simply wonder-ful. The “Black Pig of Caserta” has the intense flavour of southern Italy; among the cheese, the “Provolone del Monaco” comes from the milk of cows fed with leaves of orange and olive trees. Last but not least, the homemade desserts and pastries provide a grand finale to a meal full of specialities, washed down with the “Pellagrello”, a wine with a solid and harmonious body, and flavoured with spices, chocolate and tobacco aromas. A real treat. All this harmony of flavours blends with the melody of minimal stories, in many mental and physical ways. Rosanna is a reference point of the inter-national cuisine, ambassador of buffalo mozzarella in the world, author of books, protagonist of Masterchef Italy Final.

Rosanna is not only a very sweet person; she is especially strong-willed, wide mind-ed and communicative, young and enthu-siastic. She has shown her eclectic identity and her many interests in her creations. Her “Marziale’s Menu”, full of beautiful picture, and her other book, “The cook wanderer” are full of the special atmos-pheres of a true “Italian Symphony”. Rosanna’s search for the perfect taste needs her daily concentration. The result is an exciting innovation, mixing the best dining with the ultimate conviviality. No tablets, cameras, selfies and mobiles are admitted at her impeccably elegant table, where she brings the old families’ greatest traditions. Large bowls full of delicacies invite the diners to sharing food and con-

versation. In fact, Rosanna’s “primordial soup” of emotions is the key ingredient of her new recipe: the biblical “Tzimtzum”. To give, to share, to love. “All we need is love” - Rosanna seeks to explain – “empa-thy, understanding, sharing. The Bible says that, to create the world, Yahweh held its breath, withdrew himself (Tzimt-zum means contraction) to make some place to other beings…perhaps because he was tired of eating alone. It was an act of generosity and love.” Rosanna Marzi-ale’s strenuous effort to preserve the best of the old culinary tradition represents a “unicum”. She is looking forward to in-ducing her clients to create and share at her table the best in themselves. Thank you Rosanna, we love you dearly.

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Palazzoal Boschetto

uno sconosciuto gioiellodella Caserta preborbonica

di Lucia [email protected]

CASERTA. La città di Caserta è nota per la splendida cattedrale romani-ca che, dal borgo medievale di Caserta Vecchia sul Monte Virgo, domina la pia-nura dove si stagliano la maestosa reg-gia borbonica e l’immenso parco pro-gettati dall’architetto Luigi Vanvitelli a metà del Settecento. Cattedrale e reggia rappresentano due importanti fasi della storia della citta che, dal 1509 al 1634, diventa sede della corte degli Acquavi-va d’Aragona, prima conti e poi principi del piccolo stato di Caserta. E’in questo periodo che la città “nel

piano”subisce un notevole impulso edi-lizio, sia civile che religioso, analogo a quello promosso da altri nobili nel resto della penisola, intenti a riproporre nei loro domini l’Età dell’Oro dell’antichità classica, con il mecenatismo e la com-mittenza artistica. Questa moda rag-giunge l’apice con il principe Andrea Matteo Acquaviva che, succeduto al padre Giulio Antonio nel 1594, gover-nerà fino al 1634, anno della sua morte.Uomo d’arme impegnato a combattere nella guerra delle Fiandre al servizio della Spagna asburgica, ma anche col-

to aristocratico che frequenta le corti di Madrid, Praga, Mantova, Venezia e Na-poli, Andrea Matteo aspira a realizzare a Caserta residenze e giardini all’italia-na degni di una corte principesca.Enormi le spese sostenute per abbellire il preesistente Palazzo Acquaviva, poi notevolmente trasformato, e per costru-ire Palazzo al Boschetto, la Torre della Pernesta (o Castelluccia) e il Belvedere nella vicina San Leucio, cittadina nota in tutto il mondo per la produzione se-rica impiantata nell’edificio nel periodo borbonico. Per attuare il suo ambizioso

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Ercole (Caserta),Palazzoal Boschetto.Sala del Tempo (o di Saturno-Kronos), affreschi e stucco.

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Sotto,Palazzoal Boschetto. Facciata suvia Passionisti.

A destra,Palazzoal Boschetto.Sala del Paradiso Terrestre, veduta fantastica.

Nella pagina a lato,Giardino Inglese, Reggia di Caserta. Atlante, statua provenientedai giardinidegli Acquaviva(inizi XVII secolo).

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progetto il principe chiama al suo servi-zio Giovanni Antonio Dosio. L’architetto toscano, dopo essersi trasferito da Roma a Napoli, città dove progetta le chiese della Certosa di San Martino e dei Gi-rolamini, risiede dieci anni a Caserta dove muore nel 1611, al termine di una lunga ed operosa carriera professionale.L’esperienza del maturo Dosio deve riu-scire a mettere in pratica le complesse idee del giovane principe. Nel 1601, anno in cui forse ha inizio il sodalizio, Dosio ha 68 anni, Andrea Matteo circa 30: insieme progettano Palazzo al Bo-schetto, la residenza privata costruita nel casale di Ercole, lontano dall’ani-mata piazza del Mercato, attuale piazza Luigi Vanvitelli, dominata dall’impo-nente architettura di rappresentanza di Palazzo Acquaviva. Palazzo al Boschet-

to è concepito in modo insolito, sia dal punto di vista architettonico che deco-rativo, con numerosi giardini e il vasto bosco sul retro, da cui il nome.L’edificio può essere considerato una sorta di scrigno-contenitore degli in-teressi culturali del principe che spa-ziavano dall’astrologia alla medicina, dall’alchimia alla botanica. Ciò che resta oggi di questo emblematico pa-lazzo, trasformato prima dai Caetani di Sermoneta che nel 1635 successero agli Acquaviva, e poi dai Borbone (1750-1861), è sufficiente a rendere l’idea della sua originaria struttura, insieme ad alcune descrizioni risalenti ai secoli XVII e XVIII. La decorazione pittorica, che in origine rivestiva anche le pare-ti esterne del palazzo, è sopravvissuta solo in sei ambienti del piano terra e, nonostante il notevole stato di degra-do in cui versa, testimonia lo splendo-re di questa residenza preborbonica, purtroppo non accessibile al pubblico poiché di proprietà del Demanio Mili-tare. L’attuale aspetto del palazzo, molto semplice, in cui solo le finestre in “pie-tra di Caserta”rimandano al classicismo dosiano, contrasta con l’insolita forma della pianta, asimmetrica ed associabi-le ad un trapezio, forse per riproporre lo schema della costellazione di Ercole, mitico eroe al quale è dedicata la deco-razione di una sala, ma anche toponimo del casale dove sorse la residenza nobi-liare. Infatti, anche i viali che attraver-savano i 35 ettari del boschetto, pian-tumati con nocelle, castagni, cipressi, lauri, querce e lecci, riproponevano uno schema astrologico, già realizzato dal Dosio nei giardini di Villa Bellosguar-do a Lastra a Signa (Firenze). Al centro dell’area fu costruita la torretta ottago-nale della Pernesta, cosi chiamata dal

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cognome della nobile boema Francesca Pernestain (sposata dal principe in se-conde nozze nel 1609) con funzione di Torre degli Otto Venti spiranti in dire-zione della Rosa dei Venti ad otto assi. Il tracciato dei viali fu modificato quan-do il boschetto fu inglobato nel parco borbonico, ma la torre, trasformata nel 1769 dall’architetto Francesco Colleci-ni, un aiutante del Vanvitelli, è soprav-vissuta con il nome di Castelluccia e, recentemente, è stata restaurata. Nel Boschetto, i numerosi giardini a tema, concepiti come luoghi di delizie, erano abbelliti da statue e fontane che si ergevano tra piante, fiori e spallie-re murate, sotto padiglioni e pergolati, dove artificio e natura si integravano e venivano caricati di simboli e significati esoterici ed iniziatici. Vi erano anche un grottone, associabile alle viscere della terra e all’origine della vita, e un labirinto, simbolo del percorso di purifi-cazione compiuto dall’uomo per ritrova-re se stesso, simile al viaggio di Dante descritto ne La Divina Commedia. Poche le statue sopravvissute alla fase borbonica, di cui il pastore che suona il flauto, Atlante e la sfinge, collocate nel Giardino Inglese, rimandano alla complessa iconografia che spaziava dall’arcadia alla mitologia greca ed an-che egizia. La sfinge, infatti, era simbo-lo dell’enigma e del potere: l’uomo non può dare risposte per spiegare il mistero della vita ma solo alcuni, come i faraoni che si fecero ritrarre come sfingi, sono dotati di qualità straordinarie e rare esplicabili grazie al potere loro conferi-to, da mettere in pratica con giustizia e raziocinio. La conoscenza della natura umana deriva da quella del creato, in cui un ruolo importante assume l’alchi-mia, la trasformazione materiale e spiri-

tuale segretamente praticata e studiata, soprattutto nel Rinascimento, come fa-ceva Francesco I de’ Medici († 1587) a Firenze nel famoso Studiolo di Palazzo Vecchio e nel laboratorio del Casino di San Marco. Sacro e profano sono in con-tinua connessione, sia nella narrazione figurata delle statue collocate negli spa-zi verdi, che danno all’uomo l’illusione di manifestare la sua incontrastata pre-senza, sia nella scelta dei temi rappre-sentati nella decorazione pittorica di Palazzo al Boschetto.Qui, noi profani del XXI secolo pos-siamo comprenderne il significato solo con l’interpretazione alchemica dei vari personaggi biblici come David, Micol, Golia, Giuditta, Oloferne e Susanna, mitologici quali Ercole, Astrea e, Sa-turno e religiosi come Adamo ed Eva,

oltre a numerose personificazioni, che campeggiano sulle volte delle sei sale del piano terra dell’edificio.Nonostante le lacune dovute alle in-filtrazioni e la vetustà degli affreschi seicenteschi, si possono individuare le diverse mani dei pittori che vi hanno la-vorato, resi noti da fonti d’archivio. In particolare, aspetti della cultura pit-torica fiamminga dovuti ad Agostino Pussè emergono dall’analisi stilistica dei riquadri delle Stagioni nella Sala del Tempo, mentre nelle sale di Ercole e del Paradiso Terrestre sono evidenti quelli di area romana di Camillo Spal-lucci, fiorentino che lavorò a lungo nella città eterna.Nell’Atrio delle Scienze e delle Virtù, quattro figure allegoriche rimanda-no agli interessi coltivati dal principe

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Nella pagina a lato,Giardino Inglese, Reggia di Caserta.Sfinge, statua provenientedai giardinidegli Acquaviva(inizi XVII secolo).

A sinistra,Palazzoal Boschetto. Sala del Paradiso Terrestre,affreschi e stucco.

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(Astronomia/Astrologia e Medicina/Al-chimia) e alle doti della seconda moglie (Fratellanza e Povertà) e, non a caso, corrispondono alle iniziali dei loro nomi e cognomi: Andrea Matteo e Francesca Pernestain. Nella scene bibliche sopravvissute in due lunette, di cui è protagonista Da-vid, si trovano due elementi alchemi-ci, il vaso e la torre che rappresenta l’athanor, il forno alchemico di forma cilindrica alto circa 2 piedi chiamato “terzo vaso”, dipinto anche nella scena dell’Inverno nella Sala del Tempo, in-sieme alla gallina allo spiedo, in questo caso col doppio significato di conteni-tore dell’uovo filosofico e simbolo della materia adeguatamente cotta. Il percor-so iniziatico è quello compiuto da Erco-le nella sala a lui dedicata, con le tappe rappresentate dalle 12 fatiche e infine dalla sua morte. Le otto figure allegori-che femminili sedute su troni renderan-no immortale il mitico eroe, in quanto otto è il numero associato alla rinascita. Sala alchemica per eccellenza quella di

Davide e Golia e Giuditta e Oloferne, poiché le decapitazioni sono associabili alla Nigredo, la prima fase alchemica della durata di 40 giorni governata da Saturno, divinità alla quale è dedicata la successiva Sala del Tempo. Al cen-tro della volta della Sala della Giustizia, una gigantesca Dike o Astrea ha una perla sulla fronte, simbolo alchemico della sublimazione degli elementi. Lo sguardo è rivolto al Sol Justiciae, iden-tificabile con Cristo, al quale gli alchi-misti chiedono aiuto per compiere l’O-pera, mentre con la spada capta le forze celesti e con la bilancia dosa la materia. La Sala del Paradiso Terrestre è quella più emblematica. Al centro della volta sono dipinti Adamo ed Eva nel Paradi-so e, negli angoli della cornice a stuc-co, quattro leoni astrologici e, sotto, quattro vedute immaginarie di ville con complessi giardini all’italiana. Sui cor-pi dei leoni sono dipinte le stelle della costellazione del Leone e, verso la coda, quattro simboli di cui tre sono quelli di Saturno, Mercurio e Venere, i pianeti

che influenzano le stelle più importanti della costellazione del Leone; il quarto simbolo non e chiaro ma, forse, è la let-tera greca “rho” associabile al Sole. I simboli dei pianeti potrebbero rap-presentare anche il piombo, il rame, l’argento e l’oro, metalli ben noti agli alchimisti che, alla ricerca della per-fezione, volevano ricreare sulla terra il Paradiso in cui vissero Adamo ed Eva. Il paradiso creato dall’uomo è fatto di architetture ideali, immerse in grandi e complessi giardini con vasche e fonta-ne, tra grottesche ed animali alchemi-ci come il grifone, la donnola, il drago simbolo del sale mercuriale, l’arpia e tre animali marini. La Sala del Tempo è dominata da Satur-no-Kronos con, in mano, la clessidra e il serpente ouroboros che rappresenta sia la ciclicità della natura sia l’inizio (pu-trefactio) e la fine (coagulatio) dell’O-pus alchemico. L’agente trasformatore del processo alchemico, rappresentato da Mercurio, agisce con il fuoco del Febo-Apollo alla guida del carro del Sole dipinto sopra Saturno, e con l’ac-qua, rappresentata dalla Luna sull’altro carro. La donna con le labbra chiuse da un catenaccio, raffigurata nella parte inferiore della volta, ricorda all’inizia-to che il processo della Grande Opera deve essere mantenuto segreto, come indicano le due figure nella tavola 938 del primo tomo della “Bibliotheca che-mica curiosa” pubblicata a Ginevra nel 1702 da Jean Jacques Manget. Nella ta-vola è illustrata la parte finale del pro-cesso alchemico che prevede la cottura della materia nell’athanor durante le fasi dominate dal Sole e dalla Luna, e gli strumenti necessari all’opera, come la bilancia. Anche se ovviamente il principe Andrea Matteo Acquaviva non poteva conoscere il testo settecentesco del Manget, pubblicato molti anni dopo la sua morte, la prassi alchemica pra-ticata dalla fine del Cinquecento era la stessa, celata esotericamente negli affreschi di Palazzo al Boschetto che, da quattrocento anni, la custodiscono gelosamente.

Lucia GIORGI

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“Palazzoal Boschetto”,a little-known gem datingback before the Bourbons

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A sinistra,Palazzoal Boschetto. Sala del Tempo, l’Inverno.

A destra,Palazzoal Boschetto. Sala del Paradiso Terrestre, Leone Astrologico.

CASERTA. The city of Caserta, fa-mous worldwide for the majestic Royal Palace and its gardens, designed and built by Vanvitelli in the XVIII century, has, in the medieval village of Caserta Vecchia, a beautiful cathedral that domi-nates the plain. In this flatland, the noble House Acquaviva of Aragon, first Counts then Princes of the small state of Caserta from 1509 to 1634, gave new impetus. As other nobles in the rest of the peninsula, they were looking forward to replaying the classical Golden Age. In particular, Prince Andrea Matteo Acquaviva was patronising the improvements of Caserta from 1594 to 1634, when he passed away. Officer in the war of Flanders for the Habsburg of Spain, he was also an edu-cated aristocrat, frequenting the Courts of Madrid, Prague, Mantua, Venice and Naples. Andrea Matteo spent enormous sums to build in Caserta Palaces and Ital-ian gardens worthy of a princely court. Besides redecorating the old Acquaviva Palace, today totally transformed, he built the “Palazzo al Boschetto”, the Tow-er of Pernesta (or Castelluccia) and the Belvedere in nearby San Leucio, a town known worldwide for the production of silk under the Bourbons. To implement his ambitious project, the Prince em-ployed Giovanni Antonio Dosio. The Tus-can architect had worked in Rome and Naples, where he had designed the churches of San Martino and Girolamini. Then, already an old man, from 1601 to 1611 he remodelled the old Hercules farmhouse in Caserta. Together with the young prince, he designed the “Palazzo al

Boschetto”, which owes its name to the woods at the rear (Boschetto means Little Woods). The Palace is the treasure chest of the cultural interests of the prince, ranging from astrology to medicine, al-chemy and botany. Today in this building, transformed first by the Caetani House from 1635, and then by the Bourbons (1750-1861), we can find many traces of the original building structure, along with several descriptions dating back to old ar-chives. Today the paintings, which origi-nally donned even the outer walls of the building, are visible only on special occa-sions, in six rooms on the ground floor. Despite the significant state of disrepair, the splendour of this very old residence is evident. The classic “stone of Caserta” decorates the windows, and the building has the unusual trapezoidal plant, typi-cal of the constellation of Hercules, the mythical hero to whom the decoration of a room and the old name of the farm-house are dedicated. Other astrological patterns are present in the vast woods, similar to those designed by Dosio in the gardens of Villa Bellosguardo in Lastra a Signa (Florence). At the centre of the woods, he built the octagonal tower of the Eight Winds, breathing in the direction of the Wind Compass Rose’s eight axes. It was called the Pernesta from the surname of the Bohemian noblewoman Francesca Pernestain, second wife of the Prince in 1609. Revamped in 1769 by architect Francis Collecini, a Vanvitelli’s aide, it was recently reopened to the public and it is known as Castelluccia. The woods were a place of delight; artifice and nature

were full of symbols and meanings of eso-teric initiation. We know that there were a cave, symbol of the origin of life, and a labyrinth, symbol of the purification’ pro-cess as described by Dante in The Divine Comedy. Few statues survived and today we can find, in the English Garden of the Royal Palace, a mythological faun with flute, an Atlas and a Sphinx, the symbol of power and of enigma. Alchemy has an-cient origins; the transformation of sub-stances into immaterial things was secret-ly studied and practiced even in the Renaissance; for example by Francesco I Medici in Florence in his famous “Studio-lo” in Palazzo Vecchio and in the work-room of the Casino of San Marco. In ad-dition, we can see several sacred and profane figures in the pictorial decoration of the Palazzo al Boschetto. Here, we can try to understand a little of alchemy, thanks to the various biblical characters decorating the vaults, i.e. David, Michal, Goliath, Judith, Holofernes and Susan-na, mythological characters like Hercu-les, Astrea, Saturn and religious charac-ters as Adam and Eve, and more. We can identify in particular some aspects of Flemish painting, due to Augustine Pussè in the framed enclosures of the Seasons, in the Hall of Time. Instead, in the halls of Hercules and in the Garden of Eden we can admire the works of the Florentine Camillo Spallucci, who worked for a long time in Rome. In the Atrium of Sciences and Virtues, four allegorical figures testi-fy the interests and talents of the prince and of his second wife. They are repre-senting Astrology, Medicine, Friendliness

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the symbol of Saturn, Mercury and Ve-nus, and a fourth symbol that perhaps is the Greek letter “rho”, related to the sun. The symbols of the planets could also rep-resent lead, copper, silver and gold, well known to the alchemists who, in search of perfection, wanted to recreate on earth the Paradise Garden. Below, there are four views of imaginary complex of villas with Italian gardens, ponds and foun-tains, among grotesque and alchemic ani-mals as the griffin, the weasel, the dragon symbol of the mercurial salt, the harpy and three marine animals. The Hall of Time is dominated by Saturn-Kronos. The god keeps in his hands the clepsydra and the ouroboros snake, that represents the cyclical nature of the beginning (pu-trefactio) and of the end (coagulatio) of the Alchemical Opus. The Opus is achieved thanks to three converters: here, the mercurial salt is represented by

Mercury, the fire by Phoebus-Apollo driv-ing the chariot of the Sun above Saturn, and the water by the chariot of the Moon. The woman with the lips closed by a bolt, at the bottom of the vault, remember us that the Great Opus’ procedure must be kept secret. We can notice this in the two figures in the chart 938 of the first volume of the “Bibliotheca chemica curiosa” pub-lished in Geneva in 1702 by Jean Jacques Manget. The chart shows the final part of the alchemical process, dominated by the Sun and by the Moon, involving the essen-tial tools, like the athanor and the weigh-ing scale. Although of course the prince Andrea Matteo Acquaviva could not know the text of Manget, published many years after his death, by the end of the six-teenth century the alchemic practice was the same. Esoterically concealed in the frescos of Palazzo al Boschetto, it is jeal-ously guarded since four centuries.

Sopra,Jean Jacques Manget,Bibliothecachemica curiosa, Ginevra 1702, tomo I, tavola 938.

A destra,Palazzoal Boschetto.Sala del Tempo, figura allegorica.

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and Poverty, the initials of Andrea Matteo and Francesca Pernestain. In two lu-nettes we can see the athanor, the alchem-ical tower called “third oven” and the chicken on a spit, with the double mean-ing of the egg container and philosophical symbol of a sublimated substance. In an-other Room, eight allegorical female fig-ures are protecting the twelve labours of Hercules and his death. Sitting on thrones, they will make the legendary hero immortal, because eight is the num-ber associated with rebirth. The alchemi-cal Room of David and Goliath and Ju-dith and Holofernes is related to the Nigredo, the first phase of alchemy ruled by Saturn, god to whom the next Hall of Time is dedicated. At the centre of the ceil-ing of the Hall of Justice, a giant Dike, or Astrea, has a pearl, alchemical symbol of sublimation of the elements on the fore-head. She looks at the “Sol Justiciae”, or at the Christ, to whom the alchemists were looking for help, to be able to per-form their work. With the sword, she cap-tures the heavenly forces and with the weighing scale, she doses the substances. In the Hall of the Garden of Eden, in the middle of the vault we see Adam and Eve in the Garden. In the corners, four lions are covered with the stars of the Leo con-stellation. Near the tail of the lions, we see

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protagonista delle dueNotti Magiche alla ReggiaIntervista a Mario Ciervo, ideatore e direttore

La Grande Orchestra Reale

SPECIALE

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CASERTA. Il Maestro Mario Cier-vo è ideatore e direttore della Grande Orchestra Reale, eccellenza musica-le tutta “Made in Caserta” protagoni-sta dei due straordinari concerti che avranno luogo a fine giugno nei giardini della Reggia di Caserta, con il celebre tenore Andrea Bocelli e lo spettacolo “Sinfonia Italiana” al suo debutto in-ternazionale. La Gor, 120 elementi tra orchestrali e voci, è nata da un’idea dell’imprenditore campano Gennaro Vitiello e dall’incontro fortuito con Ma-rio Ciervo, violoncellista, compositore, direttore d’orchestra di altissimo livello con oltre cinquemila concerti all’attivo e vincitore di 7 Oscar con “I Promessi Sposi”, insieme al quale aveva frequen-tato il conservatorio San Pietro a Majel-

la di Napoli. L’imprenditore campano, titolare di una catena di sei ristoranti, tra i quali spicca il nuovissimo “La Loggetta” a Valmontone, ha conserva-to negli anni una grandissima passio-ne per la musica. La Gor rappresenta un importante investimento culturale, possibilità lavorativa per i giovani mu-sicisti campani e occasione di sviluppo economico per il territorio. Maestro Ciervo, ci racconti la storia della GOR. Come si è sviluppata l’idea e per quali ragioni?“L’idea è maturata dopo un incon-tro del tutto casuale con il grande amico Gennaro Vitiello. Abbiamo parlato della nostra iniziativa e dopo pochi mesi l’abbiamo mes-sa in pratica. In modo del tutto fortuito, poi, abbiamo scoperto che cinquant’anni prima erava-mo seduti nello stesso banco del Conservatorio San Pietro a Ma-jella di Napoli. Una coincidenza bellissima. Lui però ha scelto la strada dell’imprenditoria, percor-rendola in maniera eccellente. Ma la passione per la musica resta nel DNA e non andrà mai via. Il no-stro intento principale era quello

di offrire un’opportunità di lavoro ai giovani musicisti diplomati nei quattro Conservatori della Campa-nia di Napoli, Benevento, Salerno e Avellino. Purtroppo, la Provin-cia di Caserta è la sola che non ne possiede uno. Per questo motivo, abbiamo ritenuto che un’orchestra di altissimo livello fosse un percor-so naturale per completare il cer-chio. A poco più di un anno dal

di Ivan [email protected]

La Grande Orchestra Reale

Il DirettoreMario Ciervo.

Sopra,Gennaro Vitiello Sovrintendente della G.O.R.

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SPECIALE

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suo debutto, oggi siamo orgogliosi di aver creato quest’eccellenza, che deve rappresentare anche un vero punto di riferimento lavora-tivo valido, così come è stato con-cesso a noi che apparteniamo ad un’altra generazione.Oggi che i giovani non hanno gran-di occasioni di lavoro, la GOR co-stituisce un’iniziativa importante a livello sociale, ma soprattutto la-vorativo”. La Grande Orchestra Reale ha debut-tato nel marzo 2014 al Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere. Invitato d’onore il Maestro Salvatore Accardo, violinista che certamente non ha biso-gno di presentazioni. Crede che la mu-sica sia fondamentale per il prestigio di una Regione spesso etichettata in modo negativo nel resto d’Italia e del Mondo?“Assolutamente sì, quest’orchestra rappresenta una forma di riscatto per l’intero territorio. Credo for-temente che se lo Stato obbligasse i giovani campani a studiare mu-sica per tutto il percorso scola-stico, tra venti o trent’anni e per

un motivo molto semplice, il tasso di delinquenza minorile si dimez-zerebbe. La musica è impegno e tantissima dedizione. Pensi che ci vogliono circa due anni di prove per preparare un concerto di venti minuti. Un dato molto importante ed eloquente, visto che un giovane sarebbe impegnato per tantissimo tempo. Ovviamente alla base deve esserci la passione, elemento fon-damentale come in qualsiasi cam-po. Ma personalmente sono certo che la musica ha una dote innata pazzesca: riuscire a conquistare l’animo e il cuore delle persone con una facilità estrema”.In quanto alla crisi economica, lei pen-sa che abbia ha avuto ripercussioni ne-gative anche sulla musica?“Purtroppo la crisi economica è stata ed è tuttora un grave proble-ma anche per la nostra bellissima arte. Esiste, ed è sotto gli occhi di tutti anche e soprattutto nel set-tore musicale. Speriamo si possa giungere ad un punto di svolta in tempi molto stretti, ma è neces-

sario un grandissimo impegno da parte di tutte le parti coinvolte, istituzioni in prima linea”. Lei ha definito la Grande Orchestra Re-ale un’orchestra “multimediale”. Per quale ragione?“Oltre alla musica classica, la Grande Orchestra Reale è aperta a tutti i generi, purché di alto livello. Dalla lirica alla sinfonica, dai mu-sical alla musica leggera di livello internazionale. Ecco, il concerto di Andrea Bocelli nella meraviglio-sa cornice del Parco della Reggia di Caserta, così come il debutto di “Sinfonia Italiana” la sera seguen-te, rappresentano validamente la versatilità e le doti artistiche della nostra bellissima Grande Orche-stra Reale, composta da musicisti di livello eccelso, che passano da un genere musicale all’altro con facilità, ma soprattutto con tanta professionalità. Il che sarà presto dimostrato grazie a queste due Notti che si prospettano davvero Magiche”.

Ivan NOVIELLO

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CASERTA. M° Mario Ciervo is the organizator of the “Grande Orchestra Reale”, (GOR) for the two concerts in the magnificent Gardens of the Royal Pal-ace, starring the famous tenor Andrea Bocelli and the show “Italian Sympho-ny” at its international debut.GOR counts 120 elements of orchestral and voice. Its foundation is due to the meeting of the entrepreneur Gennaro Vi-tiello with Mario Ciervo, cellist, compos-er, conductor of the highest level in more than five thousand live performances and winner of 7 Oscar with “The Be-trothed”. The two men studied together at the Conservatory San Pietro a Ma-jella in Naples. Gennaro Vitiello owns of a chain of six restaurants, among them the new “La Loggetta” in Valmontone, and he has retained over the years a great passion for music. In Campania, GOR represents an important cultural investment, employment opportunities for young musicians and new economic development.M° Ciervo, who had the idea to create GOR?“The idea has developed after a casual meeting with Mr. Gennaro Vitiello. We talked about this initiative, and after a few months, we put it into practice. A beautiful coincidence was that we found that fifty years ago we both were students at the “San Pietro a Majella Academy” in Naples. While I became a conductor, he became a successful en-trepreneur. The passion for music is in our DNA, so we worked out the project together. Of course, our main inten-tion was to offer a job opportunity for young musicians graduated in Naples, Benevento, Salerno and Avellino Acad-emies. Unfortunately, the Province of Caserta is the only one that does not have one. We were sure that an orches-tra of the highest level in Caserta would fill the gap. A little over a year after its debut, today we are proud to have cre-ated “Grande Orchestra Reale”. GOR is a great reference for experienced musicians like me, but especially for the

young people, who today have very lit-tle opportunities of employment.”The Great Royal Orchestra debuted in March 2014 at the “Teatro Garibaldi” in Santa Maria Capua Vetere. Guest of honour the worldwide famous violinist M° Salvatore Accardo. Do you think that music is important for the prestige of a region often labelled in a negative way in the rest of Italy and of the world?“Definitely yes. GOR is a form of re-demption for the entire territory. I strongly believe that if the Municipality would compel young people to study music throughout all their education, in twenty or thirty years the rate of juve-nile delinquency would reduce by half. The main reason is that music needs commitment and dedication. A concert of twenty minutes takes about two years of testing, so young musicians would be busy for a long time. Obviously, passion is fundamental, as in any other field. However, it is crazy how music is able to conquer the heart and the soul, with incredible ease.”

Do you think that the economic crisis has had a negative impact also on music?“Unfortunately, the economic crisis has been and it still is a major problem for our beautiful art. We hope in a turn-ing point in a very short time, thanks to a huge commitment from all parties involved, institutions in the forefront.”Why do you think that GOR is a “multi-tasking” orchestra?“In addition to classical music, GOR is open to all kinds of high level mu-sic, from opera to symphonic, from musicals to pop music of international level. For instance, the Andrea Bocelli concert, as well as the debut of “Ital-ian Symphony” the following evening in the beautiful setting of the Royal Gar-dens, will truly represent the “Grande Orchestra Reale” artistic talent and versatility. Our musicians are able to play every kind of music with ease and great professionalism. The events in the Caserta Royal Palace Gardens that lie ahead will testify this fact. Definitely, they will be Two Magic Nights”.

Interview with the“Grande Orchestra Reale”

creator Mario Ciervo

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I tanti aspetti positivi della Caserta di oggi

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Sopra,Il Duomodi San Michele Arcangelodi Casertavecchia.

CASERTA. Purtroppo, l’immagine della Provincia di Caserta proiettata dai mass media nazionali sovente è svantag-giosa. Caserta è la ‘capitale’ della Terra dei Fuochi, dicono. Caserta è ultima nelle classifiche nazionali di vivibilità, sentenziano. Caserta non può compete-re con città come Napoli o Salerno, scri-vono. Caserta è solo Reggia, mozzarella e camorra, sostengono. Visioni strumen-tali che non dovrebbero essere gene-ralizzate, mentre invece questo accade troppo spesso. Partiamo da un concetto fondamentale: la città all’ombra della Reggia borbonica ha bisogno di riscat-tarsi, perché è vero che nella vasta Pro-vincia di Caserta ci sono problematiche da risolvere, alcune anche molto gravi. E la provincia di Caserta, che non è cer-to l’unica in Italia a soffrire di questioni annose e all’apparenza irrisolvibili, oggi non ha nessuna intenzione di nasconde-re la testa nella sabbia. La fotografia di Caserta che emerge al mondo, in rete e specialmente tra i social network, non sempre rende onore alla città e all’inte-ra provincia. Una minoranza costituita da figure disoneste appanna la straor-dinarietà di luoghi incantevoli, di mo-numenti favolosi e tradizioni storiche, e tende anche a offuscare le qualità di una maggioranza di persone eccezio-nali, quelle che battendosi contro l’i-niquità rivendicano le proprie origini e la propria identità, nonostante tutto. Potremmo attribuire la responsabilità più grande all’assenza dei politici che si sono susseguiti negli anni, in quanto hanno fatto poco o nulla per valorizzare un’area così vasta e ricca di potenzia-lità. Ma non è questo il nostro obietti-vo. Piuttosto, focalizzeremo la nostra attenzione sui tanti aspetti concreti che caratterizzano la Caserta di oggi, Terra di Lavoro, e non Terra dei Fuochi. Tra le prime risorse della provincia di Caserta va annoverato il turismo, trainato dalla ricchezza di beni culturali dei tanti siti casertani. A darci l’idea dell’importanza della provincia, non sono solo la Reggia

e il suo meraviglioso parco. Non si pos-sono trascurare il Real Sito Belvedere di San Leucio, con la sua storia, con la sua seta famosa in ogni parte del mondo e con i suoi antichi telai ancora funzio-nanti (pensate che la seta di San Leucio è presente nello Studio Ovale della Casa Bianca negli Stati Uniti d’America) o l’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere (secondo per grandezza solo al Colos-seo romano), così come Casertavecchia e il suo incantevole borgo, le bellezze dell’Alto casertano e la città normanna di Aversa. In termini di flussi turistici, negli ultimi anni l’andamento è molto positivo. Secondo i dati della Camera di Commercio di Caserta, i turisti stra-nieri che hanno deciso di visitare Ca-serta nel 2014 sono aumentati di cinque punti percentuale, un dato importante che testimonia le potenzialità di un in-tero territorio da scoprire ed ammirare in tutte le sue sfaccettature. Turismo sì, ma anche economia ed impresa. Attual-mente, la provincia di Caserta è ricca di aziende che hanno sfidato con gran-de coraggio la crisi che ha attanagliato per anni l’intero Bel Paese, continuando a produrre vere e proprie eccellenze, esportate in ogni parte del pianeta. Il distretto industriale della provincia è uno dei primi cinque presenti in Italia e nel Mezzogiorno, con lavorazioni di altissimo livello in ogni settore: dall’a-erospazio all’elettronico, dal tessile al calzaturiero, passando per la filiera agro-alimentare e tanto altro ancora. L’artigianato, riscoperto in particolar modo negli ultimi anni, è un altro set-tore molto importante per la città. Così come le aree sindacali, di ritrovo socia-le, di aggregazione culturale, dove poter scambiare opinioni, creare e realizzare iniziative in vari campi. Le potenziali-tà di sviluppo del livello di benessere sono ampie: lo sapete che Caserta è il capoluogo di provincia che attrae più investitori in Campania? Lo rivela un indicatore denominato “Ial”, elaborato da Assirm, Associazione degli Istituti di

di Maria SOLE [email protected]

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A destra,la torredel castello di Casertavecchia.

In basso,internodel Duomodi Casertavecchia.

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ricerche di mercato, sondaggi di opinio-ne e ricerca sociale. L’indice, attraver-so l’utilizzo di una “piattaforma socio-economica” formata da dieci parametri, è in grado di fotografare le caratteristi-che economiche, demografiche e sociali di un territorio e valutarne, in questo modo, la competitività. Ebbene, Caserta occupa il primo posto in classifica, se-guita da Avellino, Salerno, Benevento e Napoli. Culturalmente, nella Caserta d’oggi è inoltre ben radicata l’universi-tà, denominata “Seconda Università di Napoli”. I partiti discutono da tempo se sia il caso di cambiarne il nome, per una maggiore autonomia, dicono. Come se il destino delle cose fosse davvero, come credevano gli antichi, nel loro nome,

Nomen Omen. Più concretamente di un presagio, secondo un’indagine di Alma-laurea chi si laurea alla Sun di Caserta trova più facilmente un lavoro stabile ri-spetto ai laureati di tutta Italia. Ben 47 laureati su cento di primo livello otten-gono dopo solo un anno dalla laurea un lavoro stabile, contratti a tempo indeter-minato e lavoro autonomo. Un valore di gran lunga superiore alla media nazio-nale del 33%. Oltre a cultura, vivacità e grande bellezza, la Caserta di oggi ha un aspetto moderno e dinamico, con un centro storico molto frequentato sia da-gli abitanti della provincia cha da fuori, anche grazie all’alta concentrazione di negozi per lo shopping e di bar molto caratteristici. Parliamo, in particolare,

di via Mazzini, considerata la strada più elegante del capoluogo, dove sono presenti marchi internazionali dell’al-ta moda che confermano la storica vo-cazione di Caserta ad essere una città commerciale. Non è l’unica strada però: si può fare shopping, ad esempio, an-che in Corso Trieste, via San Giovanni, via Alois, via Vico, via Pollio, via San Carlo, via Crispo. E come dimenticare i numerosi centri commerciali nella peri-feria della città, divenuti un vero punto di riferimento per moltissimi cittadini dell’intero Mezzogiorno. Basti pensa-re al Centro Commerciale “Campania” che attira persone anche dal Basso La-zio o dal Molise. Per quanto concerne i divertimenti notturni, negli ultimi anni è esploso il sorprendente e piacevole fenomeno della “movida” in via Fer-rante, una piccola strada che interseca via Mazzini fino ad arrivare ad una delle facciate laterali della Reggia. In questa arteria e in quelle circostanti sono state avviate numerose attività commerciali e ritrovi, sulla falsa riga della favolosa Chiaia di Napoli, che animano la vita del centro storico, ricevendo apprezza-menti da ogni parte d’Italia. Via Fer-rante, però, non è la sola zona “viva” in città. Basta muoversi di poche cen-tinaia di metri per ritrovarsi nell’area che comprende, ad esempio, via G.M. Bosco, via Botticelli e via Bernini, dove gustare pietanze prelibate tipiche della cucina campana e sorseggiare deliziosi drink. Negli ultimi anni, infine, la città ha conosciuto una rapida crescita urba-nistica e demografica, che è proseguita parallelamente ad una riqualificazione di gran parte del centro.Oltre al nucleo costituito da Caserta centro, fanno parte del capoluogo ben 23 frazioni, ognuna con una propria sto-ria e tradizione. Questa è la visione re-ale e differente di una città, che ha tan-tissimo da offrire. Caserta è una delle province della Campania Felix, quella Campania che è stanca di ricevere solo critiche e insulti. Quella Campania che ha voglia di rialzarsi ed essere conside-rata nel mondo come un territorio ric-co di potenzialità e opportunità. E che non vuole assolutamente essere bollata come la “Terra dei Fuochi”.

Maria Sole FERRERO

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CULTURA & MOVIDA

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CASERTA. Regrettably, now and again the Province of Caserta is bearing the stigma of several negative labels, con-ceived by media. Caserta is the ‘capital’ of the Land of Fires, they say. Caserta is ranked bottom in the liveability rating, they sentence. Caserta cannot compete with towns like Naples or Salerno, they write. Caserta is just represented by the Royal Palace, the mozzarella and the Camorra criminal organization, they ar-gue. These are too much generic sentenc-es. Let us start with the basic idea that the town of the Bourbon Palace and of many other wonders needs to redeem itself. In the vast province of Caserta there are many issues to be resolved, some very se-rious, as in other parts of Italy. Today Caserta does not bury its head in the sand. The image of Caserta that appears online and among social networks, not always honours the city and the entire province. Some negative figures eclipsing extraordinary beautiful places, monu-ments and stunning historical traditions, tend to obfuscate the values of exception-

al people who are fighting against the evil, claiming their origins and identity, in spite of everything. We could attribute the greater responsibility to the absence of politicians over the years, as they have done little or nothing to enhance an area so vast and rich in potential. That one is not our goal. Rather, we will focus on the many positive aspects that characterize Caserta today. Land of Work, no Land of Fires. Cultural heritage is the first re-source of Caserta territory and the tour-ism has a great potential in the province of Caserta. Sightseeing in the province is not only the Royal Palace with its beauti-ful park. It is not just that. We must recall the Royal Site of San Leucio Belvedere with its history, its silk yet worked in its ancient looms, so famous worldwide that the San Leucio items are in the Oval Of-fice of the White House in the USA. The amphitheatre of Santa Maria Capua Vetere is second in size only to the Roman Coliseum, Casertavecchia is a medieval charming village, Aversa has many Nor-man sites and the hills around Caserta

Casertatoday positivity

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In bassoa sinistra,il belvederedi San Laucio.

Sotto,il Museodel Belvederedi San Laucio.

A destra,la torredel Duomo di Casertavecchia.

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SPECIALE

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are beautiful. The trend of the tourist flow is very positive since time. According to the Chamber of Commerce of Caserta, foreign tourists who have decided to dis-cover and admire Caserta in all its fac-ets, in 2014 increased by 5%. Its potential in tourism, economy and business is huge. Today, the province of Caserta is full of companies that have courageously defied the crisis that has gripped the entire Bel Paese, producing exported excellence worldwide.The industrial district of the province is one of the top five in Italy and in the South, with works of the highest level in every sector: from aeronautic to electron-ics, from textiles to footwear, through the food supply chain and more. Recently rediscovered artisanship is also very im-portant, as well as other areas like the trade associations, where people can ex-change opinions, create and implement initiatives in various fields. The improve-ment of the liveability rating is great: did you know that Caserta is the capital of the province that attracts more inves-tors in Campania? Assirm - Association of Institutes of Marketing Research - has

developed an indicator called “Ial”, to monitor the economic, demographic and social characteristics of the territory, so assessing the competitiveness. Well, Ca-serta stands in the first place, followed by Avellino, Salerno, Benevento and Na-ples. Culturally, in Caserta today is also well established the “Second University of Naples”. Politics’ parties are discuss-ing a new name, for greater autonomy, they say, as if the name was the best treasure. Nomen Omen, said the ancient philosophers.More concretely, according to a survey of Almalaurea, a graduate from the Sun of Caserta find a job more easily, com-pared to graduates from all over Italy. Around 50% of graduates of the first level obtained, just one year after gradu-ation, permanent employment contracts or started up a sole company. A value far greater than the national average of 33%. In addition to culture, the Province of Caserta has energy and great beauty. Caserta today has a dynamic, historical centre town, thanks to the high concen-tration of stores for shopping and very characteristic coffee bars. Especially Via

Mazzini is a very elegant street, boast-ing international high fashion brands, together with Corso Trieste, Via San Gio-vanni, via Alois, via Vico, via Pollio, via San Carlo, via Crispo. Shopping centres in the outskirts of the city, like the Mall “Campania”, attract people even from the Lower Latium and Molise. In recent years, nightlife has exploded in via Fer-rante, a small street situated near the Royal Palace. The many boutiques and coffee bars revive the historical centre, attracting inhabitants and foreigners. Via Ferrante, however, it is not the only “movida” area in the city. In via GM Bosco, via Botticelli and via Bernini you can enjoy delicious dishes, typical Neapolitan cuisine and wines. In addi-tion to the Caserta centre, there are 23 boroughs, each having its own history and tradition. Caserta is one of the prov-inces of the Campania Felix, tired of re-ceiving only criticism and insults. That Campania wants to get up and be seen in the world as an area full of good op-portunities. Especially, the province ab-solutely does not want to be identified as the “Land of Fires”.

Il Castellodi Casertavecchia.

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