Il Fatto Quotidiano (18.01.2013)

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Venerdì 18 gennaio 2013 – Anno 5 – n° 17 1,20 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Toghe azzurre? di Marco Travaglio O ggi i giornali traboccheranno di elogi per i giudici della IV sezione del Tribunale di Milano, che ieri hanno accolto la richiesta dei legali di Silvio Berlusconi, on. avv. Ghedini e Longo, di sospendere fino a dopo le elezioni il processo per rivelazione di segreto d’ufficio a proposito del nastro rubato con la celebre te- lefonata Fassino-Consorte (“Allora, siamo pa- droni di una banca?”) e pubblicato sul Giornale di famiglia nel gennaio 2006. La decisione è in controtendenza con quella opposta assunta tre giorni fa da altri tre giudici della stessa IV sezione, che han respinto analoga richiesta nel processo Ruby perché “il Tribunale non può operare valutazioni di opportunità largamente intese come suggerito dalla difesa”, e si ac- cingono a emettere la sentenza prima delle elezioni. Dunque sono toghe rosse. Intendia- moci: formalmente sono legittime entrambe le decisioni, perché la legge non impone né esclude questi stop, rimettendosi alla discre- zionalità del giudice. Ma la motivazione letta dal presidente Oscar Magi introduce un pre- cedente pericoloso e un principio sconcertan- te: “Si tratta di riconoscere esigenze legate al- l’esercizio di un diritto costituzionalmente ri- conosciuto all’art. 51 della Costituzione”. E che dice l’articolo 51 della Costituzione? “Tut- ti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elet- tive in condizioni di eguaglianza”, perciò “la Repubblica promuove le pari opportunità tra donne e uomini...”. Non è questo il nostro caso. L’ultimo comma aggiunge: “Chi è chia- mato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adem- pimento e di conservare il suo posto di la- voro”. E non si capisce che c’entri con B., visto che non è più al governo, il Parlamento è chiu- so e la campagna elettorale non è l’esercizio di una funzione pubblica elettiva, semmai un tentativo di tornare a esercitarla. La sospen- sione del processo è paradossale perché mira a non influenzare l’esito delle elezioni con una sentenza che potrebbe danneggiare B. in caso di condanna o favorirlo in caso di assoluzione. I paradossi sono tre. Primo: gli elettori hanno il diritto di sapere se davvero, come sostiene l’accusa, l’allora premier B. ricevette in casa sua, alla vigilia del Natale 2006, insieme al fratello Paolo, coloro che avevano rubato il nastro Fassino-Consorte, privo di rilevanza penale ma denso di rilevanza politico-morale, segretato e mai trascritto dai pm; e lo ascoltò; e promise lauta ricompensa a chi l’aveva tra- fugato; il tutto pochi giorni prima che il suo Giornale lo sbattesse in prima pagina. Insom- ma, gli elettori devono sapere prima, non do- po le elezioni, se il candidato B. è un delin- quente o la vittima innocente di un errore giudiziario. Secondo: il furto della bobina e il suo approdo, via Arcore, sul Giornale influenzò pesantemente le elezioni 2006: prima che uscisse l’intercettazione Fassino-Consorte, l’Unione di Prodi aveva 10 punti di vantaggio sul centrodestra di B. Dopo, anche a causa di quello scandalo a sinistra (fondato su un fatto vero e grave, ma frutto di un reato), oltreché dei soliti autogol del centrosinistra, il distacco si ridusse progressivamente fino al quasi-pa- reggio al Senato che segnò le sorti del secondo governo Prodi. Se ora un’eventuale condanna danneggiasse B. alle elezioni sarebbe il giusto contrappasso per chi sette anni fa recuperò punti preziosi contro i suoi avversari grazie a un reato. Il terzo paradosso è che il Pdl ha appena votato insieme al Pd e al Centro una legge che, per quanto blanda, si fonda sul prin- cipio della incandidabilità dei condannati. Se però i giudici rinviano le condanne a dopo le elezioni, i candidati saranno sempre incen- surati e diventeranno ineleggibili solo dopo che sono stati eletti. Forse, oltre ai codici e alle pandette, i giudici dovrebbero studiare un po’ di logica. La Bce: “L’ incertezza politica allontana gli investitori dall’Italia”. Come se Draghi avesse già nostalgia del governo tecnico del Professore LA CRICCA SINISTRA-DESTRA VIAGGIA SULL’ALTA VELOCITÀ “Gli italiani non son matti” ha affermato il premier uscente Napoleone. » www.forum.spinoza.it LA CATTIVERIA » SERVIZIO PUBBLICO » Il conduttore replica “ai fanti di sinistra” che lo accusano di aver favorito B. “Non siamo addetti stampa di Bersani” Santoro contro Grillo e Repubblica CAOS E SANGUE NEL SAHARA L’Algeria ordina il raid: per liberare gli occidentali li ammazza quasi tutti Nell’affare: coop rosse, camorra, l’ex presidente della Regione Umbria Lorenzetti ed Ercole Incalza, vicino all’ex ministro berlusconiano Lunardi. Il costo degli appalti è lievitato da 500 milioni a 800 milioni di euro. 31 indagati dalla Procura di Firenze Lillo » pag. 3 L’APPELLO CONTRO GLI INDEGNI Citati, Jannello e Maroni » pag. 12 - 13 LO STIPENDIO DA BRUXELLES Lo staff elettorale che Monti si fa pagare dall’Unione europea Celentano a Franca Rame “Parole come una lama” Feltri e Tecce » pag. 2 Il sito petrolifero di In Amenas dove militanti islamici hanno sequestrato 41 occidentali Ansa Oltre 20 mila firme sul Fattoquotidiano.it. Ma il Pd continua a rinviare la decisione. Oggi la relazione di Berlinguer (Crisafulli a rischio) ma l’ultima parola spetta al leader Pd Marra » pag. 4 Critiche anche a Corriere e Unità. Contesta l’uso strumentale dei sondaggi. E sfida il leader 5 Stelle: invitami nelle tue piazze » pag. 7 VERSO LE URNE Catanzaro, nasce un fiore nella discarica politica E ra la città delle vertigini, arroccata appena sopra ai dirupi. Una città d’altura di fronte al mare. Adesso è or- ribile, senza dubbio la più brutta d’Italia. Devastata da un ceto dirigente la cui sovra- na ignoranza è spettacolare. Caporale » pag. 8 U di Gian Carlo Caselli GALLINARI E I NOSTALGICI DELLA LOTTA ARMATA P rospero Gallinari, prima di intraprendere la car- riera di brigatista, “culminata” con la spietata esecuzione (forse) del “prigioniero” Aldo Moro, si era reso celebre an- che per certe singolari sfide che lanciava, tipo mangiare venti calzoni di fila » pag. 18 U di Alessandro Robecchi PANDA OSIRIS E FUGA, ECCO I NUOVI MODELLI FIAT L’ annuncio di Marchionne sui 17 modelli nuovi Fiat in produzione nei prossimi an- ni rischia di rivitalizzare come non mai il depressissimo pano- rama dell’industria automobili- stica. Il Fatto Quotidiano è in gra- do di anticiparne i nuovi mo- delli. » pag. 18 y(7HC0D7*KSTKKQ( +@!"!#!=!/ y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!"!=!=!:

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Venerdì 18 gennaio 2 01 3 – Anno 5 – n° 17 € 1,20 – Arretrati: € 2 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Toghe azzurre?di Marco Travaglio

Oggi i giornali traboccheranno di elogi peri giudici della IV sezione del Tribunale di

Milano, che ieri hanno accolto la richiesta deilegali di Silvio Berlusconi, on. avv. Ghedini eLongo, di sospendere fino a dopo le elezioni ilprocesso per rivelazione di segreto d’ufficio aproposito del nastro rubato con la celebre te-lefonata Fassino-Consorte (“Allora, siamo pa-droni di una banca?”) e pubblicato sul Giornaledi famiglia nel gennaio 2006. La decisione è incontrotendenza con quella opposta assunta tregiorni fa da altri tre giudici della stessa IVsezione, che han respinto analoga richiesta nelprocesso Ruby perché “il Tribunale non puòoperare valutazioni di opportunità largamenteintese come suggerito dalla difesa”, e si ac-cingono a emettere la sentenza prima delleelezioni. Dunque sono toghe rosse. Intendia-moci: formalmente sono legittime entrambe ledecisioni, perché la legge non impone néesclude questi stop, rimettendosi alla discre-zionalità del giudice. Ma la motivazione lettadal presidente Oscar Magi introduce un pre-cedente pericoloso e un principio sconcertan-te: “Si tratta di riconoscere esigenze legate al-l’esercizio di un diritto costituzionalmente ri-conosciuto all’art. 51 della Costituzione”. Eche dice l’articolo 51 della Costituzione? “Tut-ti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possonoaccedere agli uffici pubblici e alle cariche elet-tive in condizioni di eguaglianza”, perciò “laRepubblica promuove le pari opportunità tradonne e uomini...”. Non è questo il nostrocaso. L’ultimo comma aggiunge: “Chi è chia-mato a funzioni pubbliche elettive ha diritto didisporre del tempo necessario al loro adem-pimento e di conservare il suo posto di la-voro”. E non si capisce che c’entri con B., vistoche non è più al governo, il Parlamento è chiu-so e la campagna elettorale non è l’esercizio diuna funzione pubblica elettiva, semmai untentativo di tornare a esercitarla. La sospen-sione del processo è paradossale perché mira anon influenzare l’esito delle elezioni con unasentenza che potrebbe danneggiare B. in casodi condanna o favorirlo in caso di assoluzione.I paradossi sono tre. Primo: gli elettori hannoil diritto di sapere se davvero, come sostienel’accusa, l’allora premier B. ricevette in casasua, alla vigilia del Natale 2006, insieme alfratello Paolo, coloro che avevano rubato ilnastro Fassino-Consorte, privo di rilevanzapenale ma denso di rilevanza politico-morale,segretato e mai trascritto dai pm; e lo ascoltò;e promise lauta ricompensa a chi l’aveva tra-fugato; il tutto pochi giorni prima che il suoGiornale lo sbattesse in prima pagina. Insom-ma, gli elettori devono sapere prima, non do-po le elezioni, se il candidato B. è un delin-quente o la vittima innocente di un erroregiudiziario. Secondo: il furto della bobina e ilsuo approdo, via Arcore, sul Giornale influenzòpesantemente le elezioni 2006: prima cheuscisse l’intercettazione Fassino-Consorte,l’Unione di Prodi aveva 10 punti di vantaggiosul centrodestra di B. Dopo, anche a causa diquello scandalo a sinistra (fondato su un fattovero e grave, ma frutto di un reato), oltrechédei soliti autogol del centrosinistra, il distaccosi ridusse progressivamente fino al quasi-pa-reggio al Senato che segnò le sorti del secondogoverno Prodi. Se ora un’eventuale condannadanneggiasse B. alle elezioni sarebbe il giustocontrappasso per chi sette anni fa recuperòpunti preziosi contro i suoi avversari grazie aun reato. Il terzo paradosso è che il Pdl haappena votato insieme al Pd e al Centro unalegge che, per quanto blanda, si fonda sul prin-cipio della incandidabilità dei condannati. Seperò i giudici rinviano le condanne a dopo leelezioni, i candidati saranno sempre incen-surati e diventeranno ineleggibili solo dopoche sono stati eletti. Forse, oltre ai codici e allepandette, i giudici dovrebbero studiare un po’di logica.

La Bce: “L’incertezza politica allontana gli investitori dall’Italia”.Come se Draghi avesse già nostalgia del governo tecnico del Professore

LA CRICCA SINISTRA-DESTRAVIAGGIA SULL’ALTA VELOCITÀ

“Gli italiani non son matti” haaffermato il premier uscenteNapoleone.

» w w w.fo r u m . s p i n oza . i t

LA CATTIVERIA

» SERVIZIO PUBBLICO » Il conduttore replica “ai fanti di sinistra” che lo accusano di aver favorito B.

“Non siamo addetti stampa di Bersani”Santoro contro Grillo e Repubblica

CAOS E SANGUE NEL SAHARA

L’Algeria ordina il raid:per liberare gli occidentalili ammazza quasi tutti

Nell’affare: coop rosse, camorra, l’ex presidente della Regione Umbria Lorenzetti ed ErcoleIncalza, vicino all’ex ministro berlusconiano Lunardi. Il costo degli appalti è lievitato da500 milioni a 800 milioni di euro. 31 indagati dalla Procura di Firenze Lillo » pag. 3

L’APPELLO CONTRO GLI INDEGNI

Citati, Jannello e Maroni » pag. 12 - 13

LO STIPENDIO DA BRUXELLES

Lo staff elettoraleche Monti si fa pagaredall’Unione europea

Celentano a Franca Rame“Parole come una lama”

Feltri e Tecce » pag. 2

Il sito petrolifero di In Amenas dove militanti islamici hanno sequestrato 41 occidentali Ansa

Oltre 20 mila firme sul Fattoquotidiano.it. Ma il Pd continua arinviare la decisione. Oggi la relazione di Berlinguer (Crisafullia rischio) ma l’ultima parola spetta al leader Pd Marra » pag. 4

Critiche anche a Corrieree Unità. Contesta l’usostrumentale deisondaggi. E sfida il leader5 Stelle: invitami nelletue piazze » pag. 7

VERSO LE URNE

C at a n z a r o,nasce un fiorenella discaricapolitica

Era la città delle vertigini,arroccata appena sopra ai

dirupi. Una città d’altura difronte al mare. Adesso è or-ribile, senza dubbio la piùbrutta d’Italia. Devastata daun ceto dirigente la cui sovra-na ignoranza è spettacolare.

Caporale » pag. 8

U di Gian Carlo Caselli

G A L L I NA R IE I NOSTALGICIDELLA LOTTAA R M ATA

Prospero Gallinari, primadi intraprendere la car-

riera di brigatista, “culminata”con la spietata esecuzione(forse) del “prigioniero” AldoMoro, si era reso celebre an-che per certe singolari sfideche lanciava, tipo mangiareventi calzoni di fila » pag. 18

U di Alessandro Robecchi

PANDA OSIRISE FUGA,ECCO I NUOVIMODELLI FIAT

L’annuncio di Marchionnesui 17 modelli nuovi Fiat

in produzione nei prossimi an-ni rischia di rivitalizzare comenon mai il depressissimo pano-rama dell’industria automobili-stica. Il Fatto Quotidiano è in gra-do di anticiparne i nuovi mo-delli. » pag. 18

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2 VENERDÌ 18 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

Barbato in procura:“Solo una bolladi sapone”

LAVORANO PER MONTIMA LO STIPENDIOLO PAGA BRUXELLESLA PORTAVOCE OLIVI E IL CONSIGLIERE STEFANO GRASSISONO DISTACCATI DALLA COMMISSIONE EUROPEAE NON POTREBBERO AVERE RUOLI IN “SCELTA CIVICA”

di Stefano Feltrie Carlo Tecce

Che sia un’abitudine onostalgia, non ci sonodubbi: Mario Montipossiede la dimensio-

ne europea. Però, farsi pagare laportavoce e un assistente daBruxelles appare in conflittocon quella correttezza formaleche il premier vuole poter sem-pre ostentare. Appena sbarcatoa Roma, il Professore ha chiestoil “distaccamento” di due fun-zionari europei: Elisabetta Olivicura i rapporti con la stampa eStefano Grassi è il consigliereper le politiche comunitarie eper le riforme economiche,nonché suggeritore per gli in-terventi pubblici, soprattuttoquelli politici.

IL GOVERNO è finito – anche seformalmente è ancora in carica– e Monti e il suo staff ora sonoimpegnati quasi a tempo pienonella campagna elettorale perScelta Civica e la coalizione chesostiene il Professore per il bis apalazzo Chigi. Ma questo pareincompatibile con le regole eu-ropee.I funzionari della Commissionepossono lavorare nei Paesimembri, un distaccamento chein gergo comunitario si chiama“comando nell’interesse del ser-vizio”. E l’interesse è quelloesclusivo della Commissione,visto che il funzionario continuaa beneficiare del trattamentoeconomico e previdenziale (ge-neroso) di Bruxelles.Lo statuto, articolo 37, discipli-na “la posizione del funzionariotitolare che, con decisione del-l'autorità che ha il potere di no-mina, nell'interesse del servizioviene designato ad occuparetemporaneamente un impiegofuori della sua Istituzione”. E so-no indicati in modo abbastanza

dettagliato gli impieghi possibi-li: “Presso persona che assolvaun mandato previsto dai trattatio presso un presidente eletto diun'istituzione o di un organodelle Comunità o di un gruppopolitico del Parlamento euro-peo o del Comitato delle regionio di un gruppo del Comitatoeconomico e sociale europeo”.Non è neppure contemplata l’i-potesi di un incarico stretta-mente politico, anzi, partitico. Ilsito di palazzo Chigi conferma

che Grassi e Olivi sono pagatidall’Europa: “A partire dal pri-mo dicembre 2011 la dottoressaElisabetta Olivi e il dottor Ste-fano Grassi sono distaccati dallaCommissione europea e nonpercepiscono alcun emolumen-to dalla presidenza del Consi-glio dei ministri”. Grassi, con latrasformazione di Monti in po-litico, si è un po’ defilato, mentreBetty Olivi è sempre al fianco delProfessore. Un’altra funziona-ria europea è stata distaccatapresso il ministero degli Affarieuropei guidato da Enzo Moave-ro (oggi anche lui candidato),ma si occupa soltanto del “se -mestre europeo”, cioè del coor-dinamento tra Bruxelles e Romanella definizione della politica dibilancio. Un compito coerentecon lo statuto. E Moavero, an-che lui ex funzionario dellaCommissione e poi giudice allaCorte di Giustizia, si è dimessoda tutto prima di entrare nel go-verno. La portoghese AmeliaTo r re s , portavoce per i mediainternazionali, funzionaria Ue,si è invece messa in aspettativa eviene retribuita da palazzo Chi-gi. La faccenda potrebbe esserederubricata a piccola questionedi opportunità, ma stona un po’con l’ossessione di Monti per lacorrettezza: nelle scorse setti-mane ha fatto impazzire gli al-

leati della coalizione centristaperché voleva partecipare alleriunioni politiche come candi-dato e non come premier, senzaavvalersi quindi dell’apparato diprotezione legato al ruolo. Ma iproblemi di sicurezza c’erano equindi i meeting si sono tenutiin luoghi segreti, con i parteci-panti che ricevevano telefonatedel tipo: “Ci vediamo domanialle dieci ma non possiamo dirtidove”.

IL PROFESSORE sa che è anchesui dettagli che sarà misurato.Dettagli tipo quello che le di-chiarazioni sui conflitti di inte-resse vanno consegnati entro il15 marzo, cioè dopo le elezioni,eliminando il controllo preven-tivo sulle candidature.C’è anche un terzo caso. Il vice-segretario di Palazzo Chigi, Fe -derico Toniato, continua a me-diare tra il Professore, i partiti e,si dice, il Vaticano. Ma ancheToniato è ancora formalmenteuomo delle istituzioni, non dipartito, visto che è un funziona-rio del Senato distaccato a Pa-lazzo Chigi.Negli Usa ci sono polemichequando Barack Obama va ai co-mizi con l’Air Force One. Chi facampagna elettorale essendo giàin carica parte sempre avvan-taggiato.

PICCOLO CENTRO

Il premier accetta CompagnonCASINI CANDIDA IL 62ENNE “CUMBININ” ARRESTATO E PRESCRITTO IN PASSATO

A SPESE DEL SENATO

Federico Toniato

è ancora in organico

al Parlamento,

ma è il mediatore

tra la lista montiana

e gli altri partitiIl premier Mario Monti “sale” anche su Fa-

cebook. Dopo l’account Twitter e le pagineufficiali su Internet di Scelta civica e AgendaMonti, il Professore sceglie il social network perfarsi conoscere un po’ di più dal lato personale edelle preferenze culturali.Al di là delle note della biografia ufficiale, Montiannota di essere “felicemente sposato da oltrequarant'anni con mia moglie Elsa. Abbiamo duefigli, Federica e Giovanni, e quattro nipoti”. Lacitazione preferita è di Alcide De Gasperi, “Unpolitico guarda alle prossime elezioni. Uno sta-tista guarda alla prossima generazione”.Ma anche il proverbio “Chi si loda s’imbroda”. Eancora: “Amo i libri di storia, le lunghe pas-seggiate in montagna e viaggiare per le piccolecittà e i piccoli villaggi della nostra Italia, luoghibellissimi dove uno ha raramente occasione direcarsi”.Due i cantanti preferiti, Mina e Domenico Mo-dugno, mentre fra i film più amati cita “Il lau-reato”, “Vacanze romane”, “Notting Hill”,“Tempi moderni”, “Caccia al ladro”.

IL PROFDopo Twittersale anche su Facebook

di Malcom Pagani

Dicono che il vicepresidente friu-lano dell’Udc Fabrizio Anzolin,

29 anni, cornuto, mazziato e senza seg-gio, sia depresso. Stanco di urlare aiquattro venti di non essere il fidanzatodella figlia di Pier Ferdinando Casini,Maria Carolina e di lamentarsene suTwitter: “Così il Giornale mi rovina lapiazza, sono single da mesi”, maconsapevole che al parente certi-ficato (la moglie del fratello Fede-rico, Silvia Noè, numero 2 in Emi-lia) il grande capo non potrà chesacrificare quello inventato. E giu-rano che sull’Arca, il deputato An-gelo Compagnon da Pavoletto,detto Cu m b i n i n (“Si combina”), del-fino di Biasutti e Santuz, ponte trala prima e la seconda Repubblica, esimbolo della continuità dello scu-do crociato nei secoli dei secoli, sa-lirà. Sta raffreddando la Ribolla allagiusta temperatura. C’è un tempoper tutto. I giovani aspetteranno. EAngelo Cu m b i n i n Compagnon, 64primavere, 2 mandati da consigliereregionale, 2 legislature romane, Ri-

chelieu dell’operazione “finto genero”e artista della vendetta di provincia,viene da lontano e sa come si fa. Superòogni record, nel ’93, quando a 100 oredalla seconda nomina in Regione, videsostare i lampeggianti della Finanzasotto le finestre udinesi del suo studio.Arrestato per concussione con il so-spetto di aver intascato una mazzetta

da 200 milioni di lire. Condannato epoi prosciolto, 14 anni più tardi, perprescrizione del reato. Compagnon èancora tra noi. Reduce da patteggia-menti da saloon ideologico (multa e li-quidazione delle spese di parte civileper ingiurie nei confronti di un ex par-tigiano) e condanne risarcitorie impo-sta dalla Corte dei Conti (come mem-

bro di una Comunità Montana chiuseun occhio sull’appartamento offertogratuitamente al locale Pretore). Co-munque fuori dai dettami della letteradominata da un pomposo imperativo:“Criteri di candidabilità delle liste coa-lizione Monti” che in piccolo, comenelle postille dei contratti in odor ditruffa, reca un auspicio: “Impegni per-sonali dei candidati”.

UN INSIEME di buoni propositi chevanno dal blind trust alla frettolosa au-tocertificazione: “Dichiaro di non averriportato alcuna condanna penale de-finitiva, di non aver concordato patteg-giamenti di pena…”. Compagnon hafirmato in fretta, più rapido delle sueproposte all’Assemblea sovrana controi writer, più furtivo dei manigoldi cheuna volta, circondato dai colleghi de-putati, gli fecero sparire il portatile aMontecitorio. Antonello Caporale, chene raccoglieva il dolore, fu investito daun senso del limite (“Con i gravi pro-blemi del Paese e l’Alitalia fallita, provoimbarazzo a parlare del mio compu-ter”) che in queste ore Compagnontratta come un abito dismesso. Casini,

irritato per essersi visto rimproverarel’unico consanguineo del suo partitoformato famiglia che non voleva acqui-sire, davanti a un Friuli che somiglia al-la Gallia di Asterix&Obelix, gli avevachiesto di deporre le armi e ritirarsi.Un passo indietro che Compagnon haritenuto non si potesse “combinare”.Lui al numero 2 della lista (con la certasuccessiva rinuncia del capolista Gal-letti, Angelino sarà a Montecitorio),Anzolini al 3 (per farlo approdare allaCamera l’Udc dovrebbe superare il20%), Casini silente, con il problema diavvertire Monti a tempo debito. Al nu-mero 1 della lista del premier, sottomentite spoglie tecniche, fiorirà il pro-filo di un vecchio amico di Casini. Ilprofessor Gian Luigi Gigli, seduto, finoa poco fa, nella segreteria regionale.Neurologo di fama, cattolico ortodossoche animava le carezze di “Scienza e Vi-ta” a Beppino Englaro: “Assassino”, ilmedico che di Eluana, nel crepuscolo,diceva: “Persona dal corpo resistente,che non ha mai avuto bisogno di far-maci particolari”. Gigli si è spostato dipoco. Compagnon è ancora a vista.Forse, viaggeranno insieme.

Il premier Mario Monti. Nella foto piccola, la portavoce Olivi Ansa

UNA BOLLA di sapone che si è sgon-fiata e che si sgonfierà di fronte ad attie a carte le quali dimostrano che sonostate solo delle calunnie per cercare dib l o cc a r m i ”. Lo ha detto il deputatodell’Idv Francesco Barbato dopo esse-re stato interrogato dal pm di RomaMario Palazzi nella veste di indagato

per tentato millantato credito. La vi-cenda giudiziaria in cui è coinvolto l’e-sponente dell’Idv fa riferimento a unapresunta richiesta di 20 mila euro chel’imprenditore Paolo Viscione sostie-ne di aver ricevuto dal deputato, in-vano, a fronte della disponibilità a ri-solvere i problemi che la sua società di

assicurazioni, la Eig Ltd, aveva con l’I-svap. “Non c'è il problema della miaparola contro quella di un mentitoreabituale che ha fatto delle accuse co-struite anche male e smentite da attigiudiziari tra l’altro la mia deposizionedi oggi sarà integrata da una memoriad i fe n s i va ”.

DE CA L O G OIl documentocon le indicazionidi Mario Montiper i suoi candida-ti. Sopra, AngeloCompagnon, can-didato dell’UdcAnsa

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3il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 GENNAIO 2 01 3

sistentemente, viene chiestodi firmare una attestazione,preparata dagli stessi uffici diItalferr, in cui falsamente si at-testa che i lavori dell’opera so-no iniziati entro i cinque annie che la autorizzazione am-bientale e paesaggistica non èscaduta”. La questione più im-pressionante però è quella delrischio incendio. Scrivono ipm: “la legislazione comuni-taria, per prevenire disastriquali quelli avvenuti nella gal-leria del Monte Bianco, ha im-posto specifiche tecniche diresistenza al fuoco e al caloredei materiali di rivestimento”.I quantitativi di materialeignifugo invece sono “dolosa-mente ridimensionati... e il ri-sultato non è solo un rispar-mio economico illecito per ilsubappaltatore, ma la fornitu-ra di un prodotto concreta-mente pericoloso”. I managerdelle società,compresaquella pub-blica che do-vrebbe con-trollare, sonoconsapevolidel rischio:“come risultadalle prove acui i conci (ilrivestimentodel tunnel, ndr) sono stati sot-toposti in laboratori sia inGermania che in Italia. Dai te-st ripetuti si è manifestato evi-dente il fenomeno dello spal-ling, ossia di un collassamentodella struttura dovuto al ca-lore e al fuoco”. Per i pm nonsolo i manager del subappal-tatore, Seli, sapevano. I rischierano noti “anche a Moran-dini di Italferr”. Tutti però“hanno trovato una compia-cente copertura in relazionitecniche del professor MedaAlberto, leggendo le quali nonè dato ricavare l’esito sostan-zialmente negativo delle pro-ve eseguite”

Rossi: “R i s p e t toper i pm, ma i lavorir i p re n d a n o”

N O N O STA N T E l’inchiesta che habloccato i lavori e messo sotto in-dagine 31 persone (due i filoni diinchiesta: uno relativo ai reati am-bientali, l’altro alla sicurezza), il pre-sidente della Regione Toscana,Enrico Rossi, difende il progetto:“Resto profondamente convinto

della necessità dell’opera e mi au-guro che i lavori riprendano quantoprima”, ha spiegato riferendosi alTav fiorentino, una galleria di seichilometri pensata per ‘by p a ss a re ’la città . “Esprimo pieno rispetto perl’operato della magistratura e miauguro che sia fatta chiarezza al più

di Marco Lillo

Secondo i carabinieri ela Procura di Firenzele gallerie dell’Alta ve-locità ferroviaria in

costruzione a Firenze da partedel general contractor, Nodavia(il cui socio principale è laCoopsette di Reggio Emilia) so-no rivestite con materiali chemettono a rischio la sicurezzadei passeggeri dei treni in casodi incendio. Oltre a essere fattimale i lavori del Tav sono pa-gati troppo perché i costi sonostati gonfiati.Il costo del passante di Firenze,infatti, è lievitato da 500 milionia 800 milioni di euro grazie alleriserve, cioé il meccanismo in-ventato dai grandi appaltatoriper sollevare problemi impreve-dibili al momento della gara.Fondamentale il ruolo di MariaRita Lorenzetti. Presidente del-l’Umbria per il Pd fino al 2010 èindagata per associazione a de-linquere, abuso di ufficio e cor-ruzione in qualità di presidentedella società pubblica Italferr.Doveva controllare la Coopsettee invece avrebbe svolto il suoruolo nell’interesse proprio, del-la sua famiglia e della coop rossalegata al suo partito. Indagatoanche Lorenzo Brioni, responsa-bile relazioni istituzionali diCoopsette e marito dell’ex sot-tosegretario e deputato Pd, Ele-na Montecchi.Lorenzetti, per i pm, ha agito“nell’interesse e a vantaggiodella controparte Nodavia eCoopsette” e ha messo “a di-sposizione dell’associazione adelinquere le proprie cono-scenze personali, i propri con-tatti politici”. L’ex presidenteumbra è indagata anche per-ché avrebbe conseguito “inca-richi professionali nella rico-struzione del terremoto inEmilia in favore del di lei co-niuge”, un architetto. Fortu-natamente, di fronte a un ma-nager pubblico come la Lo-

L’I N C H I E STA

L’ex presidente

dell’Umbria

Lorenzetti avrebbe

favorito suo marito

per incarichi

post sisma in Emilia

Tav Firenze, materialidannosi e costi gonfiatiCOINVOLTE LE COOP ROSSE. REATI IPOTIZZATI: TRUFFA ALLO STATO,CORRUZIONE, FRODE E ASSOCIAZIONE A DELINQUERE. 31 INDAGATI

SPROFONDA ITALIA

presto – ha proseguito –, ma credo sidebba separare l’accertamento del-le eventuali responsabilità penalidalla necessità, che ribadisco, dicompletare l’opera presto e bene,come ho detto fin dall’inizio e comeè stato già fatto in altre città italiane.Si tratta di un’opera indispensabile

per il futuro della Toscana e di Fi-renze e un importante investimen-to, in questo momento di crisi, perrilanciare il lavoro e l'occupazione.Per questo la Regione si adopera,svolgendo un ruolo attivo con tuttele sue strutture”. Il Tav, insomma,deve andare avanti.

Nelle carte

Fanghi e camorra:il connubio perfettoper fare businessI LEGAMI TRA UN’IMPRESA LEGATA AI CLANE L’AZIENDA DI REGGIO EMILIA

Irapporti tra un’impresavicina alla camorra e la

Coopsette di Reggio Emilia.È questa la nuova frontieradell’indagine della Procuradi Firenze. La Veca Sud diLazzaro Ventrone, da Mad-daloni in provincia di Caser-ta ha smaltito centinaia dimigliaia di tonnellate di ri-fiuti e ora gli inquirenti vo-gliono capire se non ci sia un

accordo a monte con laCoopsette. “È stato accerta-to che i prezzi erano gonfiatial fine di consentire a No-davia di crearsi delle poste innero”, scrivono i magistrati.Le carte ovviamente erano aposto: “Un cosiddetto dop-pio contratto veniva fattofirmare agli smaltitori (...)ciò che veniva effettivamen-te pagato da Nodavia erauna somma inferiore a quel-la risultante nel contrattoperchè una parte veniva re-trocessa per costituire som-me liquide occulte”.Le società toscane che uffi-cialmente erano titolari del-l’incarico di smaltimentoerano “in realtà solo appa-renti smaltitori” mentre “la

società Veca sud di Madda-loni, in provincia di Caserta,gestita da Lazzaro Ventrone,in concreto è risultata avereil quasi monopolio del tra-sporto e movimento terradell’appalto”. I Ros hannoaccertato che “gran partedelle oltre 413 mila tonnel-late di fanghi sono state tra-sportate e smaltite a cura delLazzaro Ventrone e di VecaSud”. E questo è il ritrattoconsegnato negli atti giudi-ziari del grande smaltitore:“la figura del Ventrone e del-la impresa Veca Sud è risul-tata, da accertamenti svolti eda fonti di prova acquisite inatti, strettamente collegata aambienti della criminalitàorganizzata di tipo camor-ristico e in particolare ai clandei Casalesi e alla famigliaCaturano”. Ecco perché“quindi appare assoluta-mente necessario compren-dere (...) per quale ragionetutti si siano rivolti nellamovimentazione terre allaimpresa di Maddaloni VecaSud, se vi siano contiguità ditalune aziende coinvoltenella gestione con le attivitàimprenditoriali della fami-glia Ventrone e se vi sianoaccordi occulti tra il GeneralContractor (Nodavia) o ilsuo socio di maggioranza(Coopsette che di fatto di-rige la gestione dell’appalto)e la medesima Veca Sud”.

M. L.

IL FUNZIONARIOEttore Incalza, dirigentedel ministero delle Infrastruttu-re, tra gli indagati. Sopra, MariaRita Lorenzetti La Pre ss e

renzetti che fa i suoi interessi equelli della Coop rossa, inter-viene l’Autorità il Garante deilavori pubblici. A favore dellastessa coop rossa però. Ilmembro dell’Autorità di Vi-gilanza dei Lavori Pubblici incarica, Piero Calandra, scriveun bel parere per favorire laCoopsette permettendole diottenere il pagamento delle ri-serve per centinaia di milionidi euro, nonostante la leggedel 2011. Piccolo particolare:anche Calandra, ex collabora-tore di Cesare Salvi al mini-stero, è considerato di area Pd.Non basta. Per i pm lo scavo sisvolge sotto una scuola in fun-zione determinando “crepeevidenti che hanno concreta-mente reso possibile distacchidi intonaco o di parti vetrateche avrebbero potuto seria-mente mettere in pericolo laincolumità delle centinaia dipersone che frequentavano lascuola, ragazzi e insegnanti”.Per completare il quadro nonpoteva mancare la criminalità:centinaia di migliaia di ton-nellate di rifiuti sono statismaltiti illegalmente da un’a-zienda vicina alla camorra.Eccola qui l’alta velocità all’i-taliana secondo i pm di Firen-ze Giulio Monferini e GianniTei che coordinano l’indaginedel Ros dei carabinieri su 36persone per associazione a de-linquere e altri reati, dallatruffa alla corruzione, dal traf-fico illecito di rifiuti alla vio-lazione delle norme paesaggi-stiche.Prima di approvare a occhichiusi il Tav in Val di Susa,dove i lavori sono stati affidaticon il plauso del Pd a un’altracooperativa rossa di Ravenna(che certamente userà metodidiversi dalla Coopsette di Reg-gio Emilia) sarebbe il caso didare un’occhiata all’inchiestasul passante di Firenze. Unabrutta tegola per il partito diBersani alla vigilia delle ele-

zioni. Anche se nessun diri-gente è indagato, sono decinele telefonate di politici inter-cettate nel corso dell’indaginee dall’area Pd provengonomolti soggetti coinvolti, conl’eccezione rilevante di E rco l eI n c a l za , il “rieccolo” delle in-dagini sull’alta velocità. Am-ministratore del Tav, all’epocadi Lorenzo Necci, dal 1991,uscito indenne da una dozzinadi indagini, Incalza è stato ti-rato fuori dalla naftalina daPietro Lunardi e confermatoal ministero da destra e sini-stra e infine dai tecnici fino atutto il 2013 (nonostante il suonome fosse uscito sui giornalinel 2010 per i rapporti conDiego Anemone) a capo dellaStruttura tecnica di missionedel ministero. Incalza è inda-gato per associazione a delin-quere perché avrebbe favoritola Nodavia di Coopsette insie-me a un architetto della suaunità di missione del ministe-ro, Giuseppe Mele, “a cui in-

Liste Udc, non manca chi parla coi bossROSARIO MONTELEONE CANDIDATO IN LIGURIA. IL SUO NOME IN INTERCETTAZIONI DEL CLAN GANGEMI

di Sara Nicoli

Iparenti stretti ci sono tutti. Eanche le vecchie glorie. Le li-

ste Udc non deludono, ecco ne-ro su bianco l’elenco dei solitinoti in salsa scudocrociata. Conuna sorpresa scottante: per laCamera c’è anche RosarioMonteleone, il cui nome figuranell’inchiesta sulla ’ndrangheta“Maglio e Crimine”.Il “core business” del partito,insomma, è salvo. Ci sono an-che gli ex Pdl, ma non i tran-sfughi del Pd, Carra e Lusetti. Il

nuovo volto centrista di Mon-tecitorio parte con Lorenzo Ce-sa capolista in cinque ciroscri-zioni (Basilicata, Calabria, La-zio 2, Puglia, Sardegna), mentrene guida tre (Campania 1,Lombardia 2, Marche) il presi-dente del partito, Rocco Butti-glione. Capolista in Sicilia 1 e 2Giampiero D’Alia, che traslocadal Senato alla Camera. Un po-sto sicuro Casini lo riserva pureal senatore del Mpa di RaffaeleLombardo. Giovanni Pistorio èsecondo in Sicilia 2. Blindatoanche Ferdinando Adornato,

capolista in Piemonte 1. Poi, ec-co il ministro Mario Catania;per lui pronto il posto di capo-lista in Piemonte 2, Veneto 1 eCampania 2. Guiderà la listacentrista in Emilia Romagna,Gian Luca Galletti, il capogrup-po dell’Udc a Montecitorio. C’èanche Giorgio Guerrini, consi-gliere Cnel, ex Confartigianato:è capolista in Lombardia, To-scana e Umbria. Tra gli “inos -sidabili”, riecco i volti noti diRoberto Occhiuto, AngeloCompagnon, Pietro Marcaz-zan, Amedeo Ciccanti, Angelo

Cera, Giorgio Oppi. Mentrecorrerà al Senato per la lista“Con Monti per l’Italia” lo stes-so Casini, capolista in cinqueregioni. Più a rischio la rielezio-ne di Roberto Rao, quarto nelLazio, di Nunzio Testa e NedoPoli. Salvi, si diceva, gli ex Pdlper Casini: Alessio Bonciani,secondo in lista in Toscana, Ga-briella Carlucci, quarta in Pu-glia, Gabriella Mondello, terzain Liguria. Queste ultime duesaranno parte della magrissimaquota rosa centrista, compostaanche da Paola Binetti che si è

guadagnata un posto in cima al-la lista di Liguria e Lazio 1, e dal-le new entry Gianna Galzignato,segretario provinciale del par-tito a Treviso, e Silvia Noè, cheperò è la cognata di Casini. Lafamiglia, si diceva, è salva. Ma lacandidatura che desta sorpresa,stavolta è un’altra appunto: perMontecitorio c’è Rosario Mon-teleone, secondo in lista in Li-guria, originario di Careri inprovincia di Reggio Calabria,presidente del Consiglio regio-nale ligure, nominato Cavaliereda Giorgio Napolitano. Il nome

di Monteleone, mai indagato,compare in alcune intercetta-zioni del boss della ’ndranghetaMimmo Gangemi nell’ambitodelle inchieste Maglio e Crimi-ne. Lui ha sempre sostenuto dinon avere nulla a che fare “conquesta gente” ma secondo laCasa della Legalità e della Cul-tura avrebbe usufruito dell’ap -poggio dei clan alle elezioni.

Il cantiere dell’Alta velocità alle porte di Firenze La Pre ss e

Lorenzo Cesa e Casini La Pre ss e

Page 4: Il Fatto Quotidiano (18.01.2013)

4 VENERDÌ 18 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

di Carlo Di Foggia

PER IL DUO COMICO Ficarra e Piconeè un problema di regole: “Vanno benegli appelli, che andrebbero estesi atutti, ma non ci si può aspettare nullada chi, in tutto questo tempo, non èriuscito a darsi delle norme precisesulla trasparenza”.Non è anche una questione etica?Certo. Ma evidentemente non basta. Civorrebbe una legge nazionale che im-pedisca ai partiti di candidare personeindagate o condannate, a prescinderedall’iter dei procedimenti giudiziari. Ipartiti sono come i bambini, incapacidi darsi delle regole. L’autoregolamen-tazione da sola non basta.Non è lecito aspettarsi comunque scel-te più limpide nelle candidature?I partiti ormai chiudono un occhio purdi prendere voti. E al sud, come qui inSicilia, purtroppo questo discorso por-ta a candidare gli impresentabili.

La “ve l a ”di Arnonecontro “i collusi”

SI È PRESENTATO fuori dal teatroAmbra Jovinelli, a Roma, dove Ber-sani ha aperto la sua campagnaelettorale. E con sé ha portato unaenorme “ve l a ”, di quelle che di so-lito si usano per la pubblicità. Giu-seppe Arnone, lo spot però ha vo-luto farlo a una intercettazione di

Vladimiro Crisafulli, candidato (al-meno fino alla decisione dei Ga-ranti attesa per oggi) nelle liste delPd siciliano.Parla di appalti con un capomafia,dice: “Quell’impresa se vuole quel-l’appalto deve battere un colpo edeve battere forte, l’accordo su

quell’appalto ha la mia benedizio-ne”. Arnone da tempo porta avantila campagna per la legalità tra idemocratici siciliani e per liberareil Pd “dai collusi con la mafia”. Ierinon è riuscito a incrociare il se-gretario Bersani. Oggi aspetta ladecisione dei Garanti.

di Wanda Marra

Sono passati ormai un-dici giorni da quandoPier Luigi Bersani haannunciato che la

Commissione di garanziaavrebbe esaminato caso per ca-so gli impresentabili in lista. Ie-ri uno di quelli che rischia di più, Antonio Papania, che ha pat-teggiato 2 mesi e 20 giorni peruna condanna per abuso d’uf -ficio, oltre 6000 preferenze alleultime primarie, numero due alSenato in Sicilia, si è sfogato allaZa n za ra : “Preoccupato? No,perché secondo lo statuto delPd posso tranquillamente can-didarmi. L’abuso d’ufficio è unreato non grave e può capitare aqualsiasi amministratore. Il tri-bunale di Palermo ha dichiara-to che il reato è estinto e quindisono completamente riabilita-to. Il patteggiamento resta unamacchia, ma all’epoca avevo 38anni e pensavo che dopo il pat-teggiamento non se ne sarebbeparlato più”.

NEL TENTATIVO di chiarire lasua posizione si schiera addirit-tura con Nicola Cosentino: “So -no garantista e Cosentino lo ca-pisco, non avendo una condan-na. Fa bene a ricandidarsi, poiogni partito si dà le sue regole”.Non manca di accusare FrancaRame (“paracadutata”) e Tra-vaglio: “Ci sono formazioni po-litiche che vogliono fare allean-ze con il Pd come Ingroia, che èmolto amico di Travaglio”.Monta il nervosismo, ma le de-

cisioni finali non sono ancorastate prese: nel partito c’è unadiscussione logorante, sofferta,fatta di valutazioni etiche, di op-portunità politica, di volontà didare un segnale all’opinionepubblica e nello stesso tempo dinon cedere a quello che apparecome un ricatto mediatico. Sisoppesano la questione morale,i voti e le ragioni del garanti-smo. Senza contare le possibiliritorsioni di chi si dovesse tro-vare fuori dopo aver vinto leprimarie. La parte “procedura -le” è affidata a Luigi Berlinguer,come presidente della Com-missione di garanzia, l’ultima

parola spetterà al segretario. So-no giorni che traccheggia, stret-to – appunto – tra una serie divalutazioni e di controvaluta-zioni. Berlinguer ieri ha presie-duto una riunione fiume deiGaranti e li ha convocati oggi al-le 13 e 30 per la decisione finale,dopo aver esaminato circa unadozzina dei casi segnalati dalFa t to e non solo (tra cui A n to n i oL u o n go , rinviato a giudizio percorruzione, Nicodemo Oliverio,imputato per bancarotta frau-dolenta, Giovanni Lolli, imputa-to per favoreggiamento e poiprescritto, Andrea Rigoni, con-dannato a 8 mesi e poi prescrit-

to per abuso d’ufficio). Oggi i ri-sultati della sua istruttoria. Duei principi portanti: la presun-zione di non colpevolezza e dal-l’altra parte la necessità di pre-servare l’immagine e l’onorabi -lità del Pd. E siccome a rigor dicodice etico, statuto, legge ita-liana e regolamento non c’è nul-la che osti alle candidature in bi-lico, potrebbe stabilire dei cri-teri, che dividano i casi secondole tipologie dei procedimenti incorso.

MA ALLA FINE con ogni pro-babilità rimanderà a Bersani,dicendo che si tratta di una de-cisione politica. A rischiare, ol-tre a Papania, la cui candidaturaviene vista con una certa nega-tività dai garanti è Mirello Cri-safulli. Campione di preferenzea Enna, archiviato per l’indagi -ne di concorso esterno in asso-ciazione mafiosa, e rinviato agiudizio per abuso d’ufficio. Ilsuo caso rientra tra quelli chepossono danneggiare l’imma -gine del Pd. A perorare la suacausa al Nazareno l’altroieri èarrivato anche il segretario si-ciliano Lupo. Lui stesso si è fattovedere alla presentazione del li-bro di D’Alema, che ha difeso lasua presenza in lista. Tra i sici-liani non piace molto la posizio-ne di Francantonio Genovese,ma nonostante una serie di con-flitti d’interesse e l’abitudine apiazzare parenti nel businessdei corsi di formazione regio-nale, non c’è nulla di penale.Con un piede già fuori dalla listaè Nicola Caputo, anche lui oltre

6000 preferenze nel Casertano,numero 4 in lista alla Camera inCampania 2. È indagato perrimborsi falsi come consigliereregionale. Una situazione nonsufficiente a escluderlo dalle li-ste, se non fosse che lui stesso siera impegnato a fare un passoindietro nel caso in cui fosseuscita fuori un’indagine a suocarico.

Tra i casi segnalati anche dal-l’interno del Pd quello di Ludo -vico Vico, intercettato nell’in -chiesta sull’Ilva. Posizione con-siderata “regolare”.

INFINE è arrivata la questione diRosaria Capacchione, la croni-sta anti camorra del Mattino cheBersani ha voluto capolista alSenato in Campania: sotto pro-cesso con l'accusa di aver calun-niato un sottufficiale dellaGuardia di finanza, ha presen-tato istanza di rinvio. Dunquetornerà davanti ai giudici diSanta Maria Capua Vetere soloil primo marzo. Da codice eticonon si tratta di un reato che im-plica l’esclusione dalle liste. Dicerto in questa situazione è unelemento di ricatto nei confron-ti del segretario da parte di chipensa che alcuni impresentabilinon dovrebbero essere esclusi.

CRISAFULLI RISCHIA GROSSOI GARANTI E BERSANI DECIDONOPAPANIA DIFENDE COSENTINO: “LO CAPISCO, FA BENE A NON MOLLARE”

Celentano: “Io sto con Franca Rame”L’A P P E L LO

IMPRE SENTABILI

Continuano a crescere, su i l fa t to q u o t i d i a n o. i t , le adesioni all’ap -pello di Franca Rame a Bersani e al Pd per far ritirare dalle liste

i candidati impresentabili, arrivato ieri a quota 20 mila. Mentre iDemocratici rimandano ancora la decisione definitiva, attesa dagiorni, sul sito si moltiplicano i commenti di centinaia di lettori. Acui, da ieri, si è aggiunto anche Adriano Celentano: “Brava Franca! Iltuo articolo sul Fatto Quotidiano è bello, pungente e penetrante comela lama di un rasoio!”, scrive il cantante. Martedì scorso è scaduto iltermine per presentare l’auto-certificazione, e la palla è passata nellemani di Bersani e del presidente della commissione di garanzia,Luigi Berlinguer.

IN RETE però, sono già piovute le critiche. “Ma vi pare possibile chesi debba fare una petizione per chiedere che non vengano presentatinomi impresentabili? Dovrebbe essere una cosa più che naturale, mache ci volete fare Pd o Pdl poco cambia”, commenta Fabrizio Chessa.E ancora, scrive Fabio: “I meri indagati negli altri Paesi si dimettono

o non si presentano a pre-scindere per il buon nomedel Partito”. E c’è anche chiricorda di seguire il buonesempio: “Oscar Gianninoesclude dalla lista un candi-dato perché si è venuto a sa-pere che trent’anni fa eraincappato in un’inchiestagiudiziaria. Perché Bersaninon segue il suo esempio?”.Da ieri sono più di ventimi-la a chiederselo.

PATATE BOLLENTI

Berlinguer si muoverà

secondo due principi:

la presunzione

d’i n n o ce n za

e la difesa di immagine

e onorabilità del partito

SOTTO ESAME

Vladimiro Crisafulli Nicola Caputo

Nino Papania Rosaria Capacchione

F I CA R R A & P I CO N E

“Che pena queste liste, ma se l’a l te r n a t i vadella società civile sono le Vezzali...”

É solo un problema del sud?Sicuramente no. Però da noi, più chealtrove, il lavoro è un dramma e la po-litica diventa un modo per raggiungerei propri bisogni. Io ti voto ma tu incambio cosa mi dai? É il sistema delleclientele.Il Pd però ha scelto di fare le primarieper i candidati.Se hai i voti le primarie le vinci tran-quillamente. Per questo servono delle

norme specifiche, che valgano per tut-ti. Questi non sono temi che interes-sano solo gli elettori di sinistra. Pur-troppo i partiti preferiscono inseguire inomi a effetto.In che senso?Che ormai scelgono le candidaturecercando di ottenere i titoli dei gior-nali. Esponenti della società civile, maanche personaggi famosi che fannopubblicità al partito ma non hanno al-cuna competenza politica. É una tri-stezza vedere Crisafulli in lista, però,duole ammetterlo, ci capisce sicura-mente più lui di politica che una Vez-zali. Se l’alternativa della società civile èlei...”Dalla società civile arrivano anche nomicome l’ex procuratore nazionale anti-mafia, Pietro Grasso.Grasso è una persona rispettabilissima,ma mi sembra che risponda sempre aquesto tipo di logiche. Bisognerebbechiedergli, tra l’altro, come potrà con-vivere con personaggi così.Che, però, ci sono anche in altri partiti.Infatti, il problema è bipartisan. Non èche se gli impresentabili stanno solo al-l’opposizione, o viceversa, il problemasi risolve.

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5il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 GENNAIO 2 01 3

di Andrea Scanzi

Il senso di Bersani per la musica non èmai stato granché felice. Qualche an-

no fa scelse Un senso di Vasco Rossi. Iltesto recitava: “Voglio trovare un senso aquesta storia/ anche se questa storia un sen-so non ce l’ha”. Praticamente la recensio-ne fulminante del Pd. Bersani, tramiteTwitter, ha comunicato il nuovo inno.Che, con originalità guizzante, si chiamaproprio Inno. È verosimile che, quandoBersani va al ristorante e gli chiedonoche vino voglia bere, risponda: “Vino”.Una sorta di eccesso didascalico prole-tario. L’autrice è Gianna Nannini, bravama non esattamente un portafortuna:nel 1990, con Edoardo Bennato, inter-pretò Notti magiche per i Mondiali di Ita-lia ’90. Non aveva calcolato le uscite diZenga (e gli Zenga fuori forma, nel cen-trosinistra, non mancano). Il rapportotra musica e politica è conflittuale. IeriBeppe Grillo ha lanciato sul blog l’innoelettorale dei 5 Stelle: L’urlo della rete, unovale uno, di Leonardo Metalli e RaffaelloDi Pietro: “Vita rubata dai cialtroni vestiti

da buffoni che mangiano milioni”. La destra,non avendo cantori di riferimento a par-te Masini, Tony Renis e Umberto Smaila,si affida a rincalzi. Con effetti raggelanti,da Forza Italia a Menomale che Silvio c’è. Inconfronto, Valerio Scanu è Robert Plant.Ultimamente vanno di moda Mario Vat-tani, noto statista nazi-rock con un’idealievemente sbarazzina di democrazia, eGianluigi Paragone, che da un giorno al-l’altro si è messo in testa di strimpellaredurante L’ultima parola. Le sue cover sonocosì personali e ad minchiam che, per con-trasto, risultano quasi gradevoli.A sinistra, al contrario, l’affiliazione coni cantautori serve anche a ribadire la su-periorità culturale. Giorgio Gaber, sac-cheggiato da chiunque (gli ultimi sonostati Pisapia e Renzi) per lo slogan “Li -bertà è partecipazione”, ironizzava inD e s t ra - s i n i s t ra : “Quasi tutte le canzoni son didestra/se annoiano son di sinistra”. Difficil-mente confutabile, pensando allo stereo-tipo un po’ cimiteriale della canzoned’autore (C a n ta c ro n a c h e , Nuovo Canzo-niere Italiano, Vecchioni). Il centrosini-stra, nel 1996, scelse La canzone popolare di

Ivano Fossati.Portò fortuna,anche se il mu-sicista in se-guito parvepentirsi:quando glichiedevano seavrebbe ridatoil brano al cen-trosinistra, reagiva con lo stesso fastidioesibito all’ennesima domanda su La miabanda suona il rock. La seconda vittoria diProdi, nel 2006, ebbe per colonna sonoraUna vita da mediano di L i ga b u e . Veltroni,da navigato buonista ilare e sempre gio-vane, due anni dopo optò per Mi fido di te.Una delle canzoni migliori di J ova n o t t i .Nel 2008 circolò anche una versione tre-mebonda, ideata da alcuni militanti mi-lanesi, sulla base di Ym ca dei Village Peo-ple (che reagirono malissimo e chiesero idiritti). Purtroppo per Veltroni, gli elet-tori non si fidarono di lui. È poi celebre ilcaso di Bettino Craxi. Adorava Viva l’I ta l i adi Francesco De Gregori, al punto da ci-tarne una strofa a Montecitorio: “L’Italia

che soffre, che lavora e che resiste”. DeGregori non gradì e, nel ’92, si vendicò: “Èsolo il capobanda/ ma sembra un faraone/ siatteggia a Mitterand/ ma è peggio di Ne-ro n e ”. Craxi (e suo figlio Bobo, oggi ami-co del cantautore) ci rimasero male. Coltempo, De Gregori è diventato più mor-bido. Nel 2006 ha dichiarato: “Se ripensoa Craxi credo che intellettualmente siastato superiore a tanti politici attuali”. DeGregori conobbe Craxi. Si videro a Tra-stevere, nell’appartamento di Lucio Dalla(amico del leader Psi). Craxi continuò achiedere come facesse quella canzone.De Gregori, recalcitrante, prese la chitar-ra ed eseguì Viva l’I ta l i a . Ai cori, Bettino.Altri tempi. Forse migliori e forse no.

Pannella vuolesostenere StoraceScontro con Bonino

IL DISSIDIO era già scoppiato domenica scorsa,con l’accusa lanciata al candidato Pd alla RegioneLazio, Zingaretti, di non aver voluto in squadra i dueradicali che attualmente siedono nel consiglio re-gionale uscente. Ieri però, Marco Pannella è andatooltre. Dopo aver convocato in mattinata il gruppodirigente, il leader radicale ha cercato di incassarel’ok all’alleanza con il Pdl e La Destra di Francesco

Storace alle imminenti regionali, trovandosi peròmezzo partito contro, capitanato da Emma Bonino.Secondo quanto riferito da fonti interne, Pannellaavrebbe insistito molto, senza porsi il problema disostenere una parte politica (antiabortista), allaquale i radicali hanno fatto opposizione in consiglioper cinque anni. La stessa Bonino è stata candidataper il Pd e tutto il centrosinistra la Polverini.

sentire Massimo D’Alema cheieri, mentre i giovani indica-vano la rotta al Pd, andava drit-to per la sua strada: “Anche seavessimo i numeri per gover-nare da soli, non vogliamo es-sere autosufficienti, vogliamocreare una maggioranza piùampia, in grado di dare certez-ze”. Ha più voglia di allargarelui che un sottosegretario delgoverno uscente come MarcoRossi Doria. Ieri era all’AmbraJovinelli perché “i miei valorisono questi”. Dice che c’è bi-sogno di un governo che “ga -rantisca equità” e che loro“non sempre” ci sono riusciti.Per questo se gli chiedi chi pre-ferirebbe vedere a palazzo Chi-gi tra Monti e Bersani rispondesolo: “Sto qui”. Rossi Doria ècontento perché Bersani nelsuo riepilogo sugli ultimi dueanni ha chiarito che, nel bara-tro, ci ha portati Berlusconi.L’attacco a Monti non c’è, neldiscorso del segretario del Pd.Ricorda solo che non ha can-didato nessuno dei ministriuscenti (“e in qualche caso mi èspiaciuto”, dice) perché “o sista a casa o si va a messa”.

IN COMPENSO c’è la condan-na durissima (“Un tumore perla democrazia”) per chi ha scel-to di mettere il proprio nomenel simbolo (Monti compreso,dunque). Bersani non fa i no-mi, ma è facile immaginarli:Grillo, Ingroia, Di Pietro. C’è il“qualunquismo” che “portasempre verso posizioni fasci-stoidi”, ci sono le “chiacchiere”degli indignati che non sono ingrado di “portare il cambia-mento al governo”. Ma di que-sti discorsi “da cabaret” nonvuol parlare. Dice che parlerà“testardamente” dei problemidell’Italia “senza impressio-narmi se non ci faranno le lu-minarie”. “Basta con la Came-ra, il Senato, la desistenza, io eMonti e compagnia cantan-te...”. Un signore con la ban-diera del Pd sulle spalle batte lemani con gli occhi lucidi. Urla:“Viva i giovani”. Poi parte l’in -no, la canzone di Gianna Nan-nini. Ma, per ora, le parole amemoria non le sa nessuno.

Tutto dipenderà dai voti cheprenderà il Pd, ovvio. E Vivia-na, segretaria under 30 del cir-colo di Bagnoli, si mette dallaparte di Bersani: “Non lo sanemmeno lui, per questo nonsi sbilancia. Noi diciamo no,però dopo tanti sacrifici sareb-be stupido governare con unamaggioranza risicata e tornaresubito alle elezioni”. Sembra di

cabili – coppie di fatto e cit-tadinanza agli immigrati pri-ma di tutto – che, se mai, sa-ranno gli altri a dover accet-tare. La storia sembra già sen-tita (e pure come è andata afinire, dai Dico in giù): “Noipensiamo prima all’interessecollettivo e poi a quello del no-stro partito. Ma credo che nelcentrodestra debbano esserecontenti: con Monti hanno fi-nalmente la possibilità di vo-tare una persona seria”.

AL PROFESSORE, come noto,non interessano le categoriedella politica. Ma anche chi èdisposto a concedergli scusanti(“Ha fatto poco perché eraostaggio delle lobby”) non hanessuna intenzione di mettersia sedere allo stesso tavolo con“ex fascisti e palazzinari”, co-me chiamano Fini e Casini.

di Paola Zanca

Gli abbiamo dato undito e si sono presiil braccio”. Enzo,24 anni, da Cesena

sul palco avverte il “suo” se-gretario, Pier Luigi Bersani,sulle alleanze del futuro. Luiguarda le due ragazze sedute alsuo fianco, sorride amaro e ag-giunge: “Anche di più”.Siamo al teatro Ambra Jovi-nelli di Roma e il leader de-mocratico ha davanti a sé unaplatea di giovanissimi arrivatidall’Umbria, dal Lazio, dall’E-milia Romagna. Ha volutoaprirla con loro, questa cam-pagna elettorale. Molti vote-ranno per la prima volta nel2013, altri hanno già scelto ilPd alle scorse elezioni, altri an-cora hanno vinto le parlamen-tarie e sono in lista. Tutti peròsono convinti di una cosa:metteranno la croce su “l’uni-co candidato che non ha mes-so il suo nome nel simbolo”(parole di Bersani) ma non vo-gliono ritrovarsi poi al gover-no con Mario Monti.Nemmeno Anna, 25enne diCittà di Castello, vuol farsiconvincere: “Faccio fatica acapire che sale o scende in po-litica, io la faccio da quandoandavo a scuola”. E Valentina,31 anni da Avellino, insiste dalpalco: “Tu ci hai fatto soste-nere un presidente del Consi-glio che ora ha deciso di can-didarsi, in barba all’unico par-tito che gli aveva dimostratoresponsabilità”. Bersani primaabbassa la testa, poi le rispon-de. Ammette che anche lui èrimasto “sorpreso” dalla sceltadi Monti, ma la rassicura sulpassato: “Quando si è convintidi fare qualcosa di buono per ilPaese, non ci si sbaglia mai”.Ecco il punto. E se qualcosa dibuono toccherà farlo ancheper il futuro? Un gruppo di li-ceali romani classe 1992 nonha dubbi: nella prossima legi-slatura ci sono paletti invali-

NO AL CABARET

Aper tura

della campagna

elettorale con stilettata

a tutti “quelli

che mettono il nome

nel simbolo”

I giovani al segretario“Mai con Monti”IL LEADER ATTACCA: “LA PERSONALIZZAZIONEDELLA POLITICA È UN TUMORE E IL QUALUNQUISMOPORTA SEMPRE VERSO POSIZIONI FASCISTOIDI”

AL VOTO AL VOTO

PAROLE E MUSICA

Nannini canta “urne magiche”al Pd. E Grillo “urla nella rete”

G. Paragone. A sinistra, la Nannini La Pre ss e

AMBRA JOVINELLIPier Luigi Bersani, Dario

Franceschini, Stefano Fassi-na, Zoro e un gruppo di gio-

vani democraticiUmberto Pizzi

di Lidia Ravera

UN CAPOLAVORO, la faccia di Maroni, l’ho vista distratta-mente in tv e mi ha folgorata: lui era lì, solo sul palco, in unamanifestazione elettorale, circondato da megamanifesti chepromettevano, ai cittadini e agli imprenditori nordisti, acces-so privilegiato alla sua sagacia. “Chiedetemi e vi risponderò”,era il sorriso prescelto, nella pur modesta gamma espressivain dotazione al personaggio. Un sorriso da: tutto il nord allaLega, per un futuro razzista ed egoista. Il 75% delle nostretasse ce lo spendiamo per noi, non un euro ai te r ù n che non cipiace lavorare e a Roma Ladrona che ci ha “i m p a ra to” a ru-bare. Poi è arrivata la notizia delle perquisizioni nelle sedi del-la Lega, dei sospetti sulla banca della Lega, dei casini com-binati da leghisti. E Maroni è tornato al sorriso. Fiero e bat-tagliero. Certe volte la povertà espressiva è un vantaggio.

ADPERSONAMIl sorriso di Maronie la Lega perquisita

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6 VENERDÌ 18 GENNAIO 2013 il Fatto QuotidianoIN FONDO A DESTRA

Unipol,la sentenza slittaa dopo le elezioni

di Fabrizio d’E s p o s i to

Più di cinquanta “ra -gazze” tra Milano eBari, senza contare larediviva Nadia Ma-

crì. La maledizione del sesso apagamento incombe sulla cam-pagna elettorale di Silvio Berlu-sconi, tornato di nuovo gigionee populista. L’altro giorno, isuoi legali-parlamentari ad per-sonam, Ghedini e Longo, han-no provato a congelare con il le-gittimo impedimento il proces-so Ruby. Ma non ci sono riusci-ti: la sentenza arriverà a ridossodelle urne e l’ex premier rischiauna condanna per concussioneprostituzione minorile. Nelfrattempo, dallo scandalo diParma, è spuntata di nuovo Na-dia Macrì, di professione escort,protagonista di un film hard daltitolo “Bunga Bunga 3D” e cheraccontò di essere stata ricom-pensata con 10 mila euro perdue incontri intimi con il Cava-liere malato di satiriasi (Vero-nica Lario dixit).

IL QUADRO a tinte rossissime ècompletato da una particolareudienza che si terrà a Bari ilprossimo 8 febbraio. È il proces-so contro Gianpaolo Tarantinidetto Gianpy, Sabina Beganalias l’Ape Regina e Massimilia-no Verdoscia per favoreggia-mento, sfruttamento e induzio-ne alla prostituzione. Nell’u-dienza preliminare il gip chiede-rà alle 26 donne reclutate dallacricca dell’imprenditore puglie-se di costituirsi come parte of-fesa perché la prostituzione nonfa male solo alla “moralità pub-blica ma anche e soprattutto allalibertà e dignità umana”. Sonotanti i nomi e gli effetti collate-rali che girano attorno alla vi-cenda Tarantini. Il prologo fu laconfessione di Patrizia D’Adda -rio, nome d’arte Alessia, chepassò la notte con Berlusconi aPalazzo Grazioli, nel lettone diPutin, il 4 novembre del 2008, lastessa notte in cui Obama venneeletto per la prima volta alla Ca-sa Bianca. Sul filone barese della

satiriasi dell’anziano B., Ghedi-ni mise subito le mani avanticon una clamorosa gaffe: “An -corché fossero vere le indicazio-ni di questa ragazza, e vere nonsono, il premier sarebbe, secon-do la ricostruzione, l’utilizzato -re finale e quindi mai penal-mente punibile”. E a Bari, con ilprocuratore capo Antonio Lau-dati, il Cavaliere non è mai stato

imputato insieme con Tarantinie soci. Proprio ieri i magistrati diLecce hanno notificato un nuo-vo avviso di conclusione delleindagini a Laudati e al suo ex pmPino Scelsi. Agli atti ci sono do-cumenti e testimonianze ineditecontro Laudati, accusato di abu-so d’ufficio ai danni di due suoipm e di favoreggiamento perso-nale nei confronti di Silvio Ber-

ri e Francesca Lana. Tarantiniaveva progettato una notte a tretra B., la Arcuri e la Lana, mal’attrice si rifiutò. Mancanza difiducia sulle promesse del Cava-liere nel mondo dello spettaco-lo, a partire da Sanremo. Il 10febbraio 2009, la Lana dice a Ta-rantini: “Manuela dice che senon vede sto cammello, fino aquando non ha una certezza...non fa nulla per lui”.Da Bari a Milano per Ruby e aParma per la Macrì. Negli attidell’inchiesta su Vignali, laescort contattò l’ex sindaco perrivedere il Cavaliere, dopo laprima notte trascorsa con luinell’aprile del 2009, era Pasqua,in Sardegna, a Villa La Certosa.La Macrì vide Vignali a Parma il10 aprile del 2010, nel bar di unalbergo vicino alla stazione. Poiandarono in una villa per un in-contro (500 euro) e la donnachiese al sindaco un contattocon il Cavaliere. Dice al Fa t to , laMacrì: “Berlusconi mi chiamàquattro, cinque giorni dopo,non ricordo con precisione. An-dai ad Arcore il 24 aprile”. Inquesto caso, la escort è l’anello dicongiunzione tra Ruby e la pro-stituzione.

È LA SCENA di un Bunga Bungacon la minorenne marocchina:“Abbiamo cominciato a levarcila magliettina, i jeans, quelle coselà. Poi qualcuna col seno nudo, ioero a sedo nudo. E c’era questaragazza qui, la marocchina cheaveva un bel seno grosso ed eratalmente ubriaca che girava pertutta la stanza. Abbiamo fatto ilbagno in piscina, dove ci rag-giunse il presidente. Nudo. Noieravamo sei, sette ragazze. Siamostati tutti quanti insieme a ridere,a scherzare, a toccarci. Poi lui do-po un po’ si è avvicinato ad un’al -tra camera dove c’è un lettino incui fai i massaggi e dopo un po’disse: ’Avanti la prossima, avantila prossima’. E ogni cinque mi-nuti noi aprivamo la porta e con-sumavamo il rapporto sessuale.Una alla volta”. A fine serata,“siamo andate io e questa ragaz-za marocchina, Ruby, nel suo uf-ficio, il presidente ci ha dato 5mi-la euro a testa, in busta”.

lusconi e Gianpaolo Tarantininell’inchiesta escort.L’8 febbraio, allora, a due setti-mane dalle elezioni, in aula a Ba-ri sfileranno volti diventati noti:Terry De Nicolò, Barbara Mon-tereale, Lucia Rossini, GrazianaCapone, che oggi lavora nellostaff di B. a Roma, Maria EstherPolanco, Barbara Guerra, IoanaVisan, finanche Manuela Arcu-

BUNGA BUNGA 3DÈ il titolo del film di Nadia

Macrì, anche lei ha

partecipato ai festini di Arcore

RITORNO DI FIAMMAB. E L’OMBRADELLE RAGAZZEDAL PROCESSO RUBY A TARANTINI FINO ALLE ULTIMERIVELAZIONI DI NADIA MACRÌ: LA CAMPAGNA ELETTORALEDEL CAIMANO E LA “M A L E D I Z I ON E ” DELLE DONNE

LE CENE ELEGANTIVa avanti il processo barese

a Gianpi Tarantini, l’uomo che

portava le ragazze a casa di B.

Ruby Rubacuori: la sentenza arriverà prima delle elezioni Ansa

ORE 11.12 DICHIARAZIONI OSCENEMarchionne attacca i politici: “Sulla vicenda di Melfihanno fatto dichiarazioni oscene. Per passare dauna vettura a un’altra bisogna ristrutturare”. Quinditutto si ferma per ripartire?, gli chiedono. “E s a t to”

ORE 14.00 PANNELLA CORTEGGIA STORACEIl leader radicale convoca il gruppo dirigente per in-cassare l’ok all’alleanza con il Pdl e La Destra di Fran-cesco Storace alle regionali del Lazio. Ma si trovamezzo partito contro, capitanato da Emma Bonino.

ORE 18.09 TUMORE DELLA DEMOCRAZIABersani si scaglia contro i partiti personali: “Io sonol'unico senza il nome nel simbolo. Sistemi fondatisu una persona, che spesso si sceglie da sola, sonoun tumore che rendono la democrazia ingessata”.

ORE 18.39 NESSUNA DESISTENZADopo che in mattinata aveva rinviato qualsiasi di-scussione a dopo la compilazione delle liste, Ingroiachiude il discorso: “Escludo patti di desistenza, noinon facciamo queste cose dietro le quinte”.

I suoi avvocati in lista:Paniz, Ghedini e Longo

CANDIDATI PDL

Maurizio Paniz, avvocato e deputato, èpassato alla storia perché disse a Mon-

tecitorio che “Ruby era la nipote di Mubarak”e tutto il Pdl credette e votò, all’unisono. Tan-to coraggio non poteva non essere premiato invista delle elezioni politiche di febbraio. Ieri,Berlusconi ha finalmente iniziato a dare l’im-primatur al finto rinnovamento del suo par-tito e le prime liste pronte sono quelle del Ve-neto. Zeppe di fedelissimi, con un ruolo pre-ponderante degli avvocati specialisti della giu-stizia ad personam. Come Paniz, appunto, alterzo posto nella circoscrizione Veneto 2, die-tro Valentino Valentini, storico uomo-ombradel Cavaliere. Capolista un altro volto “nuo-vo”: Renato Brunetta.Il vero artefice delle liste venete è stato un altrolegale, il famigerato Niccolò Ghedini. L’enne-sima conferma che, al di là degli show tv in cuiB. si ripropone come l’anti-casta e fa proclamipopulisti, quando si tratta di fare sul serio nonc’è spazio per rinnovamento e repulisti. Ac-canto a dinosauri e impresentabili, in VenetoBerlusconi premia i suoi avvocati e anche Ca-tia Polidori, una “Responsabile” che lo salvò il

14 dicembre 2010, la fatidica fiducia dopo lostrappo di Fini. Ghedini è al secondo postonella lista per il Senato guidata dal Cavaliere.Terzo Maurizio Sacconi, poi Cinzia Bonfri-sco. Piero Longo, altro legale-parlamentare,passa invece dal Senato alla Camera: numerotre nella lista capeggiata da Giancarlo Galan,ex governatore del Veneto ed ex ministro.Ufficiali anche le liste della Basilicata, dove alSenato ci sono l’antico ras locale Guido Vi-ceconte e l’ex assistente di Antonio Martino,Giuseppe Moles, deputato uscente. Anche quiBerlusconi guida la battaglia per Palazzo Ma-dama. Chiusi i capitoli di Veneto e Basilicata,restano da risolvere i casi più spinosi, per viadegli impresentabili: Sicilia e Campania. Il Ca-valiere si è riservato l’ultima parola su Del-l’Utri, in Sicilia, e Cosentino, in Campania.Ieri sera, in un pezzo di Servizio Pubblico, a Co-sentino è stato ricordato che senza la rican-didatura rischia la galera. Lui ha risposto:“Vorrà dire che dal carcere continuerò a di-fendermi e a fare politica per il Pdl. Io la ca-morra lo schifo”.

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“B a va g l i o” a ParmaMANETTE INPRIMA PAGINADi fianco, la primapagina di ieri delgiornale di Parma“Polis quotidiano”,diretto da EmilioPiervincenzi. Duegiorni fa l’e d i to reAngelo Buzzi è fi-nito ai domiciliaricon l’accusa dicorruzione e falsefatturazioni per ri-cevere finanzia-menti pubblici incambio di un “ad -domestica mento”della linea edito-riale in favore del-l'allora ammini-strazione comu-nale guidata daPietro Vignali, anche lui arrestato. In prima pagina un co-municato della Fnsi denuncia l’imprenditoria editorialespregiudicata e sprezzante delle regole di legge e deonto-logiche, pronta a vendersi al potere e a calpestare i princìpidella corretta informazione.

RINVIATO al 7 marzo il processo per il casoUnipol, che vede indagati i fratelli Berlusconi,Paolo e Silvio. I giudici del Tribunale di Milanohanno accolto la richiesta degli avvocati difensoridel Cavaliere che volevano aspettare l’esito delleelezioni prima di riprendere le udienze e cono-scere la sentenza. Con la sospensione del pro-cesso per Silvio e Paolo Berlusconi, il collegio,

presieduto da Oscar Magi, ha deciso in base allavalutazione discrezionale, tenuto conto che l'ar-ticolo 159 del codice penale prevede che tale ri-chiesta sia motivata anche da esercizi di dirittiestranei purché non abbiano una ragione dila-to r i a .Con la sua decisione il tribunale ha condiviso larichiesta dell’avvocato Piero Longo di far slittare il

verdetto al dopo il voto del 24 febbraio per ragionidovute alla candidatura di Silvio Berlusconi.Per lui il procuratore aggiunto Maurizio Romanelliaveva chiesto un anno di carcere, mentre per ilfratello Paolo, editore della testata di famiglia IlGiornale, che risponde non solo di rivelazione disegreto d’ufficio, ma anche di ricettazione, treanni e tre mesi di reclusione.

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7il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 GENNAIO 2 01 3

Tv, le leggiberlusconiane sottola lente europea

LE LEGGI italiane sui media tornano sot-to la lente del Consiglio d’Europa. L’as-semblea parlamentare del CdE vuole sa-pere quali modifiche sono state appor-tate alle leggi Gasparri (sistema tv) eFrattini (conflitto d’interessi) per metter-le in linea con gli standard stabiliti dal-l’organizzazione paneuropea, così come

chiesto già nel 2005 dagli organismi diStrasburgo. La richiesta è contenuta nelrapporto 'Libertà dei media in Europa’ chel’assemblea parlamentare discuterà e vo-terà giovedì prossimo. Le due leggi ita-liane, che riguardano l’assetto del siste-ma radiotelevisivo e della Rai e il conflittod’interessi, non sono mai state modifica-

te. Almeno non come era stato richie-sto otto anni fa dalla Commissione diVenezia, l’organismo del CdE che si oc-cupa del rafforzamento delle istituzio-ni democratiche. Per la legge Gasparrila Commissione aveva rilevato che ilpluralismo non sarebbe stato ottenutocon il passaggio alla tv digitale.

Una settimanatrascorsa in si-lenzio a osserva-re il botto di

ascolti, di commenti, di son-daggi, e Michele Santoro tor-na lì dove aveva ospitato Sil-vio Berlusconi. E riprendeun discorso mai interrotto,mentre la musica ricorda che“il Piave mormora calma eplacido al passaggio dei fan-ti...”. Comincia Servizio Pub-b l i co : “Guardiamoli negli oc-chi questi patrioti che ci ac-cusano di essere scappati difronte al nemico”. Inizia daBeppe Grillo: “Il generalePound Beppe è diventatoGesù, ma non è mai stato SanFrancesco – allude ai suoibeni mobili, auto e barche – epretende che io mi debba li-berarlo dei soldi che lui haguadagnato con l'orribile te-levisione e con gli sponsorche non ho mai avuto”. E poiinvita il fondatore del Mo-vimento 5 Stelle a un incon-tro in piazza, visto che Grillosi rifiuta di farsi intervistarein televisione.Poi il giornalista racconta lasua personalissima rassegnastampa, passata a scovare isondaggi che celebravano iltrionfo del Pdl grazie a Ber-lusconi da Servizio Pubblico:“Ma sempre, piccolo picco-lo, c'era scritto che si riferi-vano a un mese prima. B. èstato ovunque, ma non contanessuno, contiamo solo

noi”. Sistemato Grillo, si oc-cupa di Re p u b b l i ca : “I fantisul Piave dei giornali di de-stra e sinistra hanno fatto glistessi titoli. Peccato chequelli di destra ci volevanochiudere, sono fessi come

me. Quelli di sinistra (La Re-p u b b l i ca e l'Unità) ci accusanodi aver tradito l'antiberlu-sconismo. Ma io considerouna dimostrazione di demo-crazia aver avuto qui Berlu-sconi che entrato senza ri-cevere nemmeno un insul-to”.Non manca la stoccata al Pd:“Il generale Bersani dice chenoi dovevamo dire di no aBerlusconi, così certificava-mo che non siamo giorna-listi né servizio pubblico, masuoi addetti stampa”. Santo-ro non dimentica le polemi-che sulle “regole concorda-te”: “Erano di comporta-mento: qui si parla di tuttosenza conoscere niente, manon si entra nelle dinamicheprocessuali. Questi colleghila conosco la par condicio?Le regole non sono patti se-greti. Ma per Re p u b b l i ca c'èstato un compromesso. E co-sì Roberto Saviano saprà chec'è il fango di destra e di si-nistra”. Prima di aprire lapuntata, Santoro risponde adistanza all'ex presidente diLa7, Gianni Stella, che avevadetto al Co r r i e re : “Più fa sharepiù lo pagano, ma non oltreil 12 per cento”. Il giornalistaripete, dopo aver bacchetta-to il quotidiano di via Sol-ferino: “Abbiamo un con-tratto che ci premia per il no-stro prodotto, non me, mal'intero prodotto sino al 12%di share e il 12 è la media

esatta delle nostre puntate.Piove, Santoro ladro”. An-che Marco Travaglio, nel se-condo intervento, ritornasulla letterina di Silvio Ber-lusconi, e lo rettifica: “Per laprecisione, questo è il miocasellario giudiziale: con-danne “Nulla”. Né per dif-famazione, né tantomenoper falso in bilancio, corru-zione, frode fiscale, prostitu-zione minorile, concussioneecc. Non so come, ma sonoancora incensurato. Però de-vo confessare una colpa ter-ribile: in 30 anni di carriera,20-30 mila articoli, 200 tra-smissioni tv, 2 mila confe-renze e 30 libri, ho perso al-cune cause civili su un totaledi 200. Giovedì ho tentato dispiegare a B. la differenza fracivile e penale, ma non c'èstato verso: non l'hanno ca-pita nemmeno i giornalisti”.

C. T.

Grillo, giornalie Bersani: Santororeagisce agli attacchiIL CONDUTTORE RIVENDICA LA PUNTATA CON B.E IL RECORD DI SHARE: “PROVA DI DEMOCRAZIA”

di Davide VecchiMilano

La Lega non c’entra niente”. L’aveva dettomercoledì Roberto Maroni e l’ha confermato

ieri il procuratore aggiunto di Milano Fra n ce s coG re co , aggiungendo che “non ci sono politici in-dagati nell’inchiesta sulle quote latte”. L’interven -to della Procura arriva però con un giorno di ri-tardo, quando agenzie di stampa prima, siti in-ternet e quotidiani poi, hanno già indicato il Car-roccio come partito coinvolto nell’inchiesta. IeriGreco, che coordina le indagini avviata dal pmMaurizio Ascione sulla banca-rotta della cooperativa La Lom-barda, ha spiegato che le perqui-sizioni effettuate martedì dallaGuardia di Finanza nelle sedi diMilano e Torino della Lega sonoda considerare come “perquisi -zioni personali” negli uffici dellesegretarie Daniela Cantamessae Loredana Zola. E ha tenuto asottolineare che “c'è stata ampiacollaborazione da parte della di-rigenza della Lega per fornire,durante la perquisizione, tutti i

documenti richiesti”. Insomma “Maroni avevaragione”. E lui commenta su facebook: “I giornalimascalzoni che ci hanno riempito di fango saran-no chiamati a rispondere civilmente del dannofatto alla Lega onesta. Chiederò 10 milioni di eu-ro, da dare in beneficenza”.L’inchiesta comunque prosegue, gli unici inda-gati sono i quattro responsabili della cooperativa:ci sono oltre cento milioni di euro che mancanoall’appello e sono “soldi sottratti allo Stato”, haspiegato Greco. C’è inoltre un secondo fascicoloche ipotizza il reato di corruzione ma è al mo-mento senza indagati. La vicenda è legata alla ge-

stione da parte di alcune coope-rative legate a La Lombarda. Tragli allegati agli atti del processo,che nel dicembre 2011 ha por-tato alla condanna, tra gli altri,dell’amministratore A l e ss i oCrippa (in attesa di Appello), c’èla relazione svolta dai Carabi-nieri del Nac (Comando politi-che agricole e alimentari) su ri-chiesta dell’allora ministro del-l’Agricoltura, Luca Zaia. In oltreduecento pagine è ricostruito ilsistema di favori e appalti “per

miliardi di euro legati alla gestione delle quote lat-te” e ora al vaglio di quattro procure italiane. ICarabinieri descrivono “un quadro di sorpren-dente e diffusa mancanza di rispetto e non ottem-peranza alle normative di settore che attraversocondotte omissive e dolose” ha portato “all’alte -razione di un intero settore dell’economia nazio-nale, con ripercussioni anche a livello Comuni-tario”.La materia è decisamente ostica. Cosa sono lequote latte? A cosa sono dovute le multe? Ognianno la Ue assegna a ciascun Paese membro unaquantità massima di latte da produrre e la comu-nica all’Agea, l’ente governativo che gestisce il fiu-me di miliardi che la Ue riversa in Italia per so-stenere l’ agroalimentare. L’Agea a sua volta as-segna a ogni azienda la quantità di litri da pro-durre che le spetta calcolata in base al numero dianimali posseduti e dichiarati all’Izs di Teramo,ente che tiene l’anagrafe bovina ed è responsabiledelle verifiche. Nel momento in cui un allevatoreproduce più latte di quanto avrebbe dovuto, di-venta uno “splafonatore” e scatta la multa.A seguito delle irregolarità individuate dai Cara-binieri, l’Agea nel giugno 2011 è stata commis-sariata. “Allevatori, siete voi i veri truffati”, gridò aPontida Umberto Bossi. “Si è sbagliato a calcolare

le quote latte”, aggiunse Roberto Calderoli. Il va-lore complessivo delle multe da pagare in quelgiugno 2011 ammontava a 280 milioni di euro.Una volta compreso come arrivano le multe, gliallevatori hanno individuato il sistema per tentaredi evitarle: unendo le forze, creando cooperative.Ma La Lombarda, oltre a raccogliere dai produt-tori soci il latte e rivenderlo, non ha versato quan-to doveva al fisco né ad Agea, creando un buco daoltre 80 milioni di euro con la complicità, secondole ipotesi investigative, di alcuni funzionari deglienti. In nove pagine di informativa allegata agliatti il sistema è spiegato chiaramente. “La coo-perativa vendeva il latte presso terzi (..) costoropagavano la cooperativa per il latte ceduto e que-sta tratteneva il 2% per litro come proprio introitoe il rimanente era retroagito al produttore salvo il‘fuori quota’ che doveva essere destinato all’Ageacome tributo”. Per poi elencare “le modalità co-munemente escogitate per ottenere il risultatovoluto: (..) non devolvere all’Agea la quota latte”.L’inchiesta di Milano sta cercando di individuarechi, oltre a Crippa, avrebbe realizzato e portatoavanti il sistema Lombarda. Ed è in questo quadroche vanno inquadrate le perquisizioni nelle sedidella Lega: una dipendente del partito è da tempomolto vicina a uno degli indagati.

V I DE OP O L I T I CA

IL MONOLOGOSantoro denuncia le

manipolazioni deisondaggi e delle parole

dell’ex ad di La7 GianniStella Ansa e Lapresse

Quote latte, si indaga per corruzioneLA PROCURA APRE UN NUOVO FASCICOLO. MA PRECISA: “NON CI SONO POLITICI INDAGATI” PER LA BANCAROTTA

CONTRO DE BORTOLI

Polemica con il Corriere

per un articolo sui

guadagni legati agli

ascolti: “Solo fino al 12

per cento e i soldi

vanno alla società”

LA REAZIONE

Maroni minaccia

di chiedere 10 milioni

di euro di danni a tutti

quelli che mettono

in relazione la Lega

Nord con lo scandalo

P I N O CC H I O

L’intramontabile balladel “r ibaltone” del 1994“IO SONO STATO stato mandato a casa nel'94 con vulnusdi democrazia, con avviso di garanzia della Procura di Milanoperchè accusato di corruzione e sono stato assolto con for-mula piena per non aver commesso il fatto. Adesso la pro-cura di Milano tenta la stessa cosa”.

(Silvio Berlusconi, Euronews, 17/01/2013)

L’AV V I S O di garanzia del 21 novembre1994 fu in realtà un invito a comparire perun interrogatorio sul depistaggio dell’inchie -sta sulle tangenti alla Guardia di Finanza or-chestrate dal consulente Finivest Massimo Maria Ber-ruti. Non ci fu nessun danno al governo: “Berlusconi non deved i m e t te rs i ”, disse Bossi il 23 novembre. Berlusconi cadde so-lo il 22 dicembre, per l’insanabile contrasto con la Lega. Sullabase delle testimonianze di Bossi, Maroni e Buttiglione il gipbresciano Carlo Bianchetti archiviò la denuncia di Berlusconiper “attentato a organi costituzionali”. Secondo l’allora mini-stro Maroni, infatti, la decisione della Lega di sfiduciare il go-verno fu formalizzata il 6 novembre 1994, quindi due setti-mane prima. Quanto alle mazzette Fininvest alla Guardia diFinanza sono state accertate da varie sentenze di condannadefinitive. Berlusconi, condannato in primo grado e prescrittoin appello, fu assolto in Cassazione. Ma solo per “insufficien -za probatoria”.

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8 VENERDÌ 18 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

Le Poste prestanosoldi, ma coninteressi del 17,8%

UNA SOLUZIONE veloce e sempliceper chi ha bisogno di un incrementoimmediato della liquidità”. Così Po s teI ta l i a n e lancia la sua ultima offertacommerciale, studiata insieme a Com-pass, società di finanziamento di Me-diobanca. Miniprestiti, chiamati S p e-c i a l ca s h , diretti ai titolari di Postepay e

da restituire in tempi brevi. Fin qui tut-to bene. Peccato però che i tassi diinteresse applicati per i tre piani di ri-carica predefiniti superino il 15%. Perun credito da 750 euro bisognerà re-stituire, in quindici mesi, 833,93 euro.In pratica, il tasso annuo effettivo glo-bale (Taeg) applicato è del 17,83 per

cento. Scende di poco per i prestiti damille euro (al 16,29%, da restituire in18 mesi) e da 1.500 euro (15,34% pa-gabili in 24 mesi). “Non esistono altriprodotti simili con cui paragonare itassi che sono correlati alla breve du-rata del prestito”, si difendono da Po-ste Italiane.

di Antonello Caporaleinviato a Catanzaro

Era la città delle ver-tigini, arroccataappena sopra ai di-rupi. Una città

d'altura di fronte al mare.“Adesso è orribile, senza dub-bio la più brutta d'Italia. De-vastata dalla testa ai piedi daun ceto dirigente la cui sovra-na ignoranza è spettacolare.Glielo dico con pena, con lacompassione ma anche con ilsenso di rivolta che ancora co-vo per come la mia terra è sta-ta maltrattata”. Nella galleriadella perdizione sociale la tap-pa di Catanzaro, città nataledello storico Piero Bevilacqua,è irrinunciabile. Domenica elunedì quaggiù si rivoterà inotto sezioni comunali. C'èun'inchiesta della procura pervoto di scambio e una senten-za del giudice amministrativoche obbliga circa 6200 elettoria ritornare alle urne. Brogli,pasticci, schede vidimate,schede scomparse e poi riap-parse. Il solito campionariodell'immoralità.

“QUI NON V'È nessun rimor-so a contrattare il voto con lapromessa di un posto. È tale la

fame di lavoro che non esistepiù la libera espressione de-mocratica”, dice ancora Bevi-lacqua. Eppure nella discaricapolitica calabrese, dove tutto èimmutabile e un trust di fa-miglie mangia indisturbatopoltrone e potere da un tren-tennio, un fiore sta nascendo.A Catanzaro il partito demo-cratico è rappresentato da Sal-vatore Scalzo, un trentennecon le mani pulite, la voce

chiara, una confidenza con glistudi (è ricercatore di scienzepolitiche a Torino) e con lebuone pratiche. Un ragazzocome Salvatore non avrebbemai avuto semaforo verde daimaggiorenti se la partita fossestata vincente. Fu scelto, cin-que anni fa, perchè si perdeva.Il centrodestra era una mira-colosa compagine clientelare,fiorente nell'attività elettorale,capace di occupare ogni an-

golo della società civile. Vicinaai poveri e ai ricchi, contro la'ndrangheta ma pure dai trattisingolarmente compassione-voli nei confronti di alcunisuoi protagonisti criminali.Un partito dello spreco e con-tro lo spreco. Ignorante e col-to. Non si dimentichi mai chela Calabria è governata da

sio, e tutto è andato a mera-viglia. Lei qui, laggiù a ReggioCalabria ancora Marco Min-niti, che pure di legislature neha fatte e tante, in mezzo unmix di funzionari con la pas-sione sfrenata per le tessere eparacadutati da altre regioni eda altre correnti. Il commis-sario – il salernitano AlfredoD'Attorre – si è fatto candidaree lascerà la Calabria da depu-tato, Rosy Bindi è stata cata-pultata quaggiù come capoli-sta e le nuove leve della politicasono state messe tutte in con-dizione di non nuocere. Saràcandidato ma non eletto il sin-daco di Acquaformosa, paesenoto per essere stato teatrodella più riuscita politica di in-tegrazione della massa di im-

migrati che si accalcano allecoste. E chissà se ce la faràConsuelo Nava, una donnaprotagonista di battaglie im-portanti. Se Catanzaro era unavertigine della Magna Grecia,Cosenza veniva chiamata l'A-tene. Eccessiva ma certo nonimmeritata la fama.

AD ARCAVACATA resiste e siespande una grande universi-tà, e importanti e influenti so-no le cattedre, numerosi glistudiosi. Però loro lì, e questialtri a comandare. Nel Pd co-manda Adamo come detto,nel Pdl comanda la famigliaGentile. Tonino è senatore, in-superabile la sua proposta difar assegnare a Berlusconi ilNobel per la pace; suo fratelloPino è assessore regionale aiLavori pubblici, la figlia Katiaed è assessore cosentino ai La-vori pubblici. Il municipio loregge Mario Occhiuto, fratellodi Roberto, deputato Udc. Epersino il partito di NichiVendola, che in questa città havinto la sfida delle primariecon Bersani, ha concesso i po-sti d'onore alla solita armata diconsiglieri regionali e funzio-nari d'apparato. “Mi hannofregato”, dice Enzo Paolini,candidato mancato di Sel chealle ultime comunali ha sfio-rato la vittoria. “Mi avevanodetto di stare tranquillo, che lamia elezione era strasicura.Poi alla fine, il tranello”. EvaCatizone è stata sindaco di Co-senza, è in lista ma non in po-sizione vincente. “Sto buona elavoro. Ma certo, lo spettacolopolitico è desolante. Sembrauna galleria di morti viventi”.Siamo in Calabria. Così è se vipare.

Twitter @antonellocapor22- Continua

Giuseppe Scopelliti, il sindacodel miracolo di Reggio Cala-bria. Miracolo, certo. La città èstata sciolta per infiltrazionimafiose ed è sull'orlo dellabancarotta. Scopelliti ne portapena? Macché! È lui l'uomoforte. Questa è la cornice. Edentro la cornice c'è Catanza-ro. L'opposizione chi potevacandidare contro la macchinada guerra del Pdl? Un ragaz-zino. Lui ha accettato di in-vestire il suo tempo e testimo-niare qui la fede democratica.Ha atteso la rivincita che qual-che mese fa gli è sfuggita dimano per soli 129 voti a causaforse di questa giostra di sche-de farlocche. “Domenica vin-ceremo, la voglia di ribaltare lastoria è tale che non penso adaltra possibilità”, annunciaScalzo. Pier Luigi Bersani ègiunto in città tre giorni fa persostenerlo nell'ultimo tratto.Ha fatto bene. Ma avrebbe fat-to anche meglio a dare un oc-chio, prima di licenziare le li-ste, ai suoi candidati calabre-si.Risaliamo a nord, verso Co-senza, e ritroviamo la politica– col benestare anche di Ber-sani, purtroppo – consegnataalle famiglie, alle mogli, alle fi-glie, agli ex. Un ginepraio fa-milistico dove l'intero arco co-stituzionale riconferma i suoiattestati di demerito. Il Pd ri-consegnato nelle mani di Ni-cola Adamo, dispensatore divoti e di potere. Solo che Ada-mo, in un partito che non co-nosce la democrazia (infatti sisusseguono i commissari) eraconsigliere regionale del grup-po misto, dopo un ventenniodi tutoraggio correntizio. An-che da fuori conta però il suonome. Si è dunque candidatasua moglie, Enza Bruno Bos-

AL VOTODomenica e lunedì a Catanzaro sivota in otto sezioni. Nella foto, iltribunale Ansa

Nella discaricapolitica calabresespunta un fioreLA TERRA DEL VOTO DI SCAMBIO, DEL FAMILISMO AMORALEE DEI COMUNI SCIOLTI PER MAFIA GENERA UN’E C C E Z I ON E :IL TRENTENNE DALLE MANI PULITE DI CATANZARO

VERSO LE URNE

SPROFONDO SUD

Lo storico Bevilaqua: “Qui

non c’è nessun rimorso a

contrattare il voto con la

promessa di un posto

La fame di lavoro cancella

la democrazia”

“Desistenza? Un’invenzione del Pd”DI PIETRO SMENTISCE OGNI IPOTESI DI INTESA TRA RIVOLUZIONE CIVILE E IL PARTITO DEMOCRATICO

di Batrice Borromeo

Nessuna desistenza: è du-rata poche ore l'apertu-

ra di Antonio Ingroia allapossibilità di non presentarele liste del suo partito, Rivo-luzione Civile, nelle regionipiù in bilico per il voto al Se-nato (Lombardia, Campaniae Sicilia). L’aveva suggeritoper primo Dario Franceschi-ni (Pd) al sindaco di PalermoLeoluca Orlando: idea auspi-cata anche dal segretarioPierluigi Bersani, che invita a“tenere d'occhio la matema-tica della legge elettorale”.Lanciando così il primo, in-diretto, appello al voto utile.Ma ieri pomeriggio il pm pa-lermitano ha chiarito che, seun accordo c’era, è saltato:“Ci presenteremo in ogni cir-coscrizione e ogni collegio,escludo qualunque patto conil Pd”. E non solo quelli uf-ficiosi, che hanno fatto gri-dare all'inciucio. “Noi siamoalternativi al montismo, o lo-

ro o noi”, chiude Ingroia. Edato che il Pd non sembra af-fatto interessato all'asse conRivoluzione Civile, cade ogniipotesi di desistenza.Il più intransigente è il sin-daco di Napoli Luigi de Ma-gistris che, convinto di poterottenere un buon risultatoelettorale nella sua regione,ha twittato: “Chi desiste sipiega, chi resiste inizia la ri-scossa. Altrimenti che rivo-luzione civile è?!”. Ma nelpartito di Ingroia non sonosolo le alleanze a creare ten-sioni.

PURE SALVATORE Borselli -no, fratello del magistrato uc-ciso in via d'Amelio, scarica(“con rammarico”) Rivolu-zione Civile: “Probabilmentequalcuno era interessato uni-camente alla mia candidaturae una volta venuta a caderequesta ipotesi, non ha ritenu-to di volere dare fiducia aigiovani da me indicati”, cioèai ragazzi delle Agende Rosse,

che non hanno trovato postoin liste pensate, accusa Bor-sellino, con “vecchie logiche”.Problemi anche in Piemonte,dove Rivoluzione Civile in-ciampa sul Tav. Dopo le po-lemiche per l’esclusione dalleliste di Nicoletta Dosio - unadelle esponenti più radicalidel movimento No Tav - orasi sfila Patrizia Bugnano,ex-senatrice Idv, a cui era sta-ta offerta una candidatura inSenato. Bugnano contesta ladesignazione a capolista diNilo Durbiano, ex sindaco di

Venaus (Val di Susa), anch'e-gli esponente - per la veritàassai meno radicale della Do-sio - No Tav: “Nulla di per-sonale - dichiara l'ex senatrice- ma non posso dimenticare lesue prese di posizione controla magistratura e contro leforze dell'ordine in occasionedell'arresto di alcuni militantiNo Tav accusati di episodiviolenti e devastazione”.Su un punto, però, sono tuttid'accordo: “Non lasceremoche il Pd faccia campagna sulvoto utile. Utile a chi? A Mon-

ti?", dice Antonio Di Pietro.Che aggiunge: “Sarebbe anziun voto dannoso per i citta-dini, dato che Bersani si vuolealleare con i poteri forti”. DiPietro definisce quindi “fan -tascientifica” l'ipotesi delladesistenza: “A me non l'haproposta nessuno e se me l'a-vessero chiesto avrei risposto'ma mi faccia il piacere!”. An-che perché, dice l'ex pm,“l'anno scorso ho votato 54volte contro Monti. Ora lodovrei aiutare? Che cos’ho, lasindrome di Stoccolma?”.

Antonio Di Pietro La Pre ss e

GUAI PER INGROIA

Una candidata lascia

in polemica,

scavalcata da un No-

Tav. Anche Salvatore

Borsellino non ci sta:

”Liste vecchio stampo”

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9il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 GENNAIO 2 01 3

Era l’estate dei furbetti e nello stessoarticolo veniva tirato in ballo ancheDario Schiraldi, al tempo respon-sabile dei rapporti con i clienti isti-tuzionali di Deutsche dalla sede diLondra, che “poteva muovere unmiliardo con una stretta di manoall' estroverso ragazzo di borgatache stava per sposare Anna Fal-chi”.

N E L L’OT TO B R E 2006 Schiraldi vie-ne poi ascoltato per due ore cometestimone dai pm di Roma che in-dagano sulla scalata e sono interes-sati ad approfondire i rapporti tra laDeutsche Bank e Ricucci che allafine aveva ricevuto un prestito dialcune centinaia di milioni. In unsecondo tempo la banca decise divendere tutte le azioni che Ricuccile aveva dato in pegno, definendotutti i rapporti. Non solo. A giugno2012 Schiraldi è stato assolto dal-l'accusa di truffa, nell’ambito di unodei processi sul caso di Banca Ita-lease. L’episodio contestato dallaProcura di Milano risaliva al giugno2006 e riguardava, anche in quel ca-so, un contratto derivato. Due annidopo, un altro giro di swap con ilMonte dei Paschi all’ombra del vul-cano Santorini.

E C ONO M I A

di Camilla ContiMilano

A Siena è esploso il vul-cano di Santorini. Certonon sarà come quelloche circa quattromila

anni fa distrusse l'intera civiltà mi-noica, ma è comunque destinato adare un forte scossone al Monte deiPaschi che fra una settimana chia-merà l’adunata dei soci per delibe-rare sui Monti-bond. Si chiama in-fatti come la vulcanica isola grecal’operazione varata nel dicembredel 2008 da Mps, allora guidata daGiuseppe Mussari (oggi solo nu-mero uno dell’Abi), con DeutscheBank i cui dettagli sono stati rivelatiieri dall’agenzia di stampa Bloom-b e rg che ha esaminato più di set-tanta pagine di documenti.

AL PICCO DELLA CRISI finanziaria,i tedeschi avrebbero prestato attra-verso un contratto derivato circa1,5 miliardi di euro al Monte deiPaschi per tamponare una perditadi 367 milioni della banca su un de-rivato precedente chiuso semprecon Deutsche Bank e relativo a unaquota posseduta dai senesi in IntesaSanpaolo.La crisi finanziaria aveva fatto crol-lare le azioni di Intesa con una per-dita del 50 per cento del valore ali-mentando il rosso nei bilanci diMps, già zavorrati dalla pesante ere-dità dell’acquisto di Antonveneta. Ilconsiglio di amministrazione di al-lora, piuttosto che riportare unaminusvalenza, decide dunque discommettere nuovamente sui deri-

vati e di ricorrere a una società vei-colo che aveva già “in pancia”. Nel2002, infatti, è stata costituita la fi-nanziaria scozzese Santorini Inve-stment Ltd Partnership (al 51 percento di Deutsche Bank AG e al 49di Mps), cui viene conferita la par-tecipazione del Monte nell’alloraSan Paolo Imi. Sei anni dopo la sca-tola viene rispolverata quandoDeutsche apre due opzioni con labanca senese sull'andamento deitassi di interesse legati all'euro. Unasarebbe stata positiva per i tedeschi,l'altra per Siena. I primi avrebberoincassato fin da subito circa 60 mi-lioni di euro per un prestito con sca-

denza a fine 2018. Il Monte avrebbeinvece fornito una garanzia controla svalutazione di titoli di Stato ita-liani, venduti ai tedeschi, per unammontare appunto di 1,5 miliar-di. Una "losing bet" (una scommes-sa perdente) sul valore dei Btp di cuinon c’è traccia nei bilanci di Mps,sottolinea B l o o m b e rg . In serata dallabanca hanno fatto sapere “che sono

in corso approfonditeanalisi che riguardanoalcune operazionistrutturate poste in es-sere in esercizi prece-denti e ad oggi presen-ti nel portafoglio” pervalutarne l’eventualeimpatto entro la pub-blicazione del proget-to di bilancio 2012. Di certo nei do-cumenti finora depositati si leggesolo che nel 2007 Santorini ha ge-nerato perdite per 87 milioni, nel2008 per 62 milioni, mentre nel2009 la liquidazione dell'operazio-ne ne ha portate 224,4 milioni.L’agenzia fa anche i nomi e cogno-mi dei cosiddetti “Santorini boys”:l'allora direttore finanziario di Mps,Marco Morelli, oggi numero uno diBank of America in Italia. E duemanager di Deutsche Bank basati aLondra: Dario Schiraldi e AnshuJain, che dalla primavera 2012 è sta-to promosso amministratore dele-gato del colosso bancario tedesco.Nomi, questi ultimi, già finiti primadel 2008 sotto i riflettori delle cro-nache qui in Italia. Non solo finan-ziarie. Del banchiere indiano Jain,scriveva La Repubblica in un articolodel febbraio 2006: “Fu lui, comesembra ormai certo, a consegnareun miliardo di euro a Stefano Ri-cucci, l' odontotecnico di Zagaroloil cui studio dentistico era fallitonon molti anni prima per pochemigliaia di euro, e che si apprestavaa scalare il Corriere della Sera. Fu lui afiancheggiare Gianpiero Fiorani,nell’assalto all' Antonveneta e Gio-vanni Consorte in quello alla Bnl”.

L’incer tezzapolitica penalizzai Btp sul mercato

L'INCERTEZZA POLITICA in Italia ha spinto moltiinvestitori al cosiddetto “flight to quality”, cioè aspostarsi verso titoli considerati più sicuri del nostrodebito pubblico, in particolare obbligazioni di Paesiche hanno ancora un rating con la tripla A. Lo dice ilbollettino mensile della Banca centrale europeapubblicato ieri, sottolineando come il nostro sia, as-sieme alla Spagna, il Paese in cui l'indice che misura

il clima di fiducia ha "segnato un calo più marcato,specie a partire dalla metà del 2011" rispetto aglialtri partner dell'Eurozona. Ma per quanto riguardail mercato del debito pubblico le cose stanno co-munque migliorando rispetto ai mesi scorsi, lospread – la differenza di rendimento tra titoli italiania 10 anni e omologhi tedeschi – ieri ha chiuso a 265punti, sotto la soglia critica dei 300.

TA R A N TO

L’Ilva, paural avo r o :è scioperoL’AZIENDA NON DÀ RISPOSTEE LA TENSIONE CRESCE

di Francesco CasulaTaranto

Crescente tensione” e “situazione di incer-tezza”. Eccola l’Ilva di Taranto il giorno

dopo la decisione del tribunale di sollevare laquestione di legittimità costituzionale dellalegge “salva Ilva” che ha lasciato, di fatto, l’ac-ciaio prodotto dal 26 luglio al 3 dicembre an-cora sotto sequestro. Il silenzio dell’aziendaaccresce timori e amplifica le voci che in fab-brica si rincorrono: stipendi di febbraio a ri-schio, cassintegrazione, licenziamenti. LaFim Cisl ha proclamato lo sciopero a oltranzadei lavoratori al termine di una giornata cheieri ha segnato in maniera limpida, le ambi-guità dei messaggi azien-dali. Il direttore dello sta-bilimento Adolfo Buffo,infatti, nell’incontro coni sindacati ha annuncia-to la ripartenza gradualedi alcuni impianti dell’a-rea a freddo, a partire dafebbraio. A Fim, Fiom eUilm, però, Buffo non haaccennato al rischio de-gli stipendi di febbraio. Un dato emerso in-vece nell’assemblea chiesta e ottenuta da uncentinaio di operai che nel pomeriggio ha su-perato i tornelli all’ingresso della portineria De raggiunto il consiglio di fabbrica. Momenti,caratterizzati anche da scontri accesi tra al-cuni operai, finiti quasi alle mani poco primadi incontrare il direttore Buffo.

DA MILANO, intanto, i vertici aziendali si rin-tanano nel silenzio. Il presidente Bruno Fer-rante sarà a Taranto solo il 22 gennaio. Traaltri quattro giorni, quindi, durante i qualil’assenza dell’Ilva non potrà fare altro che ac-crescere il clima di tensione. Ieri mattina i rap-presentanti dei metalmeccanici Fim, Fiom eUilm hanno incontrato il prefetto di Taranto,Claudio Sammartino, prospettando problemidi ordine pubblico ed evidenziando che "lasituazione non può più reggere a lungo". Sottola Prefettura ci sono stati anche scontri fra ungruppo di lavoratori e alcuni autotrasporta-tori, categoria fortemente colpita dalla man-cata spedizione delle merci. “Abbiamo fattodelle richieste al prefetto – ha spiegato LuigiD’Isabella della Cgil – rappresentando una si-tuazione di preoccupazione tra i lavoratori, apartire da quelli in cassa integrazione e quelliche non hanno neanche certezza del tratta-mento economico”. Ma l’azienda sfugge e Ta-ranto, come una polveriera, rischia di ritro-varsi in una nuova emergenza. A meno di unanno da quel 26 luglio, del resto, nulla è cam-biato.

L’ACCO R D O

I tedeschi ottennero

subito 60 milioni, Siena

offrì un’a ss i c u ra z i o n e

contro la perdita di valore

del debito italiano,

poi crollato

MONTE PASCHI DI SIENA,UN D E R I VAT O SEGRETOPER ABBELLIRE I CONTIBLOOMBERG RIVELA IL CONTRATTO CON DEUTSCHE BANKDEL 2008 PER RIDURRE UNA PERDITA DA 367 MILIONIMA NEL BILANCIO DELLA BANCA NON SE NE TROVAVA TRACCIA

Giuseppe Mussari, presidente Abi, ex Mps La Pre ss e

di Salvatore Cannavò

Èun Marchionne-show quello che rilascia di-chiarazioni a ripetizione partecipando al

Quattroruote Day. Ne ha per la politica, per l’I-talia, dove ha trovato solo intralci e che, invece,vorrebbe far vincere nel mondo. Ai lavoratoripromette che “in tre-quattro anni arriveremo al-l’impiego pieno”. Rilancia il piano Fiat presentatolo scorso 30 ottobre, con i 17 modelli e i 7 ag-giornamenti entro il 2016.Ma è sulla politica che decide di utilizzare i tonipiù forti: “Ho trovato oscene le dichiarazioni diieri dei politici su Melfi”, afferma Marchionne,prendendosela con quanti lo hanno criticato ri-spetto alla cassa integrazione straordinaria di dueanni prevista per lo stabilimento. “Il vero proble-ma - spiega l’ad Fiat - è che in questo paese siamodiventati il football politico di tutti quanti”. A dif-ferenza degli Stati Uniti dove “siamo diventati og-getto politico brevemente durante le elezioniamericane. Abbiamo risposto solo per difenderel’azienda, ma è un caso strano, non succede mai”.Marchionne se la prende con chi ha posto intralci

al suo piano di tenuta nella competizione mon-diale, presumibilmente la Fiom, ma lo sfogo po-litico sembra parlare ad altri, forse a quei settoridel Pd che lo hanno criticato sommessamente.Eppure, ieri sera, ad accusare le sue “ambiguità” èstato anche il compassato Bruno Tabacci.

LA SENSAZIONE , in ogni caso, è che la polemicavenga drammatizzata per relativizzare i problemi.Dietro alla frase, “io faccio macchine, non panini”che vorrebbe significare la complessità del pro-cesso produttivo, c’è il nodo della competizioinemondiale. È vero che la joint venture con Gac faràprodurre 100 mila Jeep l’anno in Cina ma è ilGiappone a preoccupare il leader del Lingotto, inparticolare l’accordo che la Commissione euro-pea sta negoziando con Tokyo e che l’Associazio -ne europea dei costruttori ha contestato. “Non cisono motivi per esporre l'industria dell’auto eu-ropea - ha aggiunto - a un altro accordo squili-brato con uno dei nostri principali concorrenti, ilGiappone. Un accordo che metterebbe a rischiodai 35 mila ai 73 mila posti di lavoro”. L’ad dellaFiat ricorda di aver lanciato gli stessi allarmi quan-

do fu siglato l’accordo con la Co-rea del Sud che, invece, nel 2012,anno nero per l’auto europea, hainvaso con le sue auto i mercatioccidentali. Insomma, nel mer-cato mondiale libero e compe-titivo il problema sembra essereancora quello di una protezionese non statale, almeno sovrasta-tale. “Sono il primo a schierarmia favore di un mercato libero esenza barriera, ma alla base di tutto ciò deve es-serci un principio sacrosanto: la parità di condi-zione per i concorrenti”.La parità di condizioni, però, non c’è per i lavo-ratori del gruppo che sentono annunci di fine crisiper il 2016 ma che nel frattempo sono in cassaintegrazione, come è appena accaduto a Melfi.Qui, i 5500 dipendenti dello stabilimento eranoconvinti che i primi modelli sarebbero partiti agennaio 2014 e invece dovranno attendere un an-no in più. Ma con loro, a entrare in difficoltà sonoanche i circa 3000 dipendenti dell’indotto, 900 deiquali sono già in cassa integrazione, ordinaria o

straordinaria. Il se-gretario della FiomBasilicata, Emanue-le De Nicola, spiegaal Fatto che in unadi queste, la Com-mer Tgs sono statiappena sventati 40licenziamenti “manon sappiamo perquanto tempo si

riuscirà a tenere”. Le aziende, infatti, non hannoancora raggiunto gli accordi per le nuove com-messe con la Fiat e quindi non sono in grado dipianificare la propria attività. “Stiamo parlando distrutture che in gran parte dipendono esclusiva-mente dalle scelte di Torino ma a questo puntosarà necessario attrezzarsi per fornire anche altrecase, in Germania o in Francia” aggiunge De Ni-cola. Intanto Marchionne ha spedito a dirigereMelfi il direttore dello stabilimento di Pomiglia-no, Sebastiano Garofalo. Ma i lavoratori, concludeDe Nicola, non hanno capito “se è un premio ouna punizione”.

L’ad del gruppoSergio MarchionneAnsa

“Assumeremo tutti”. Nel 2017MARCHIONNE CERCA DI PRENDERE ALTRO TEMPO. E TEME IL GIAPPONE

Page 10: Il Fatto Quotidiano (18.01.2013)

10 VENERDÌ 18 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

La cricca deiMondiali di nuoto:due rinvii a giudizio

di Gianni Barbacetto

Walter Bevilac-qua era unpastore cheviveva tra le

montagne dell’Ossola, aVarzo, l’ultimo paese arram-picato sulla strada del Sem-pione, prima del confine conla Svizzera. Solitario e granlavoratore, portava le sue be-stie al pascolo, su, verso glialpeggi.È morto a 68 anni, il 2 gen-naio, mentre il suo corpo eraattaccato alla macchina perdialisi che gli ripuliva il san-gue, all’ospedale San Biagiodi Domodossola.Doveva andarci tre volte asettimana, a Domodossola,il martedì, il giovedì e il sa-bato, a cercare di far fare allamacchina quello che i suoireni non riuscivano più a fa-re.

QUEL 2 GENNAIO 2013 ilsuo cuore, che aveva avutoanni fa un infarto, non haretto. Walter è stato traspor-tato per l’ultima volta al suopaese, poi sono stati gli Al-pini, penne nere come erastato lui, a portare a spalla lasua bara al piccolo cimiterodi Varzo.Durante il funerale, il parro-co, don Fausto Frigerio, gliha dato l’ultimo saluto e haraccontato la sua storia. “Gli

avevo chiesto: ma non sei inlista per il trapianto? Waltermi ha risposto: ‘Sono solo,non ho famiglia. Lascio ilmio posto a chi ha più bi-sogno di me. A chi ha figli eha più diritto di me di vivere.È giusto così’”.Nella prima fila della chiesa,strette insieme sulla panca dilegno, le sue due sorelle, Mir-ta e Iside. Sentendo quelleparole, hanno aggiunto lacri-me alle lacrime.

ERANO RESTATE la sua fa-miglia: non si era sposato,Walter. Era cresciuto con inonni, racconta Iside, e finda ragazzo aveva imparatoda nonno Camillo la dura vi-ta del valligiano. L’inverno aVarzo, l’estate su negli alpeg-gi. Con le mucche, le pecore,le capre.Fino a qualche tempo fa,Walter andava fino all’AlpeVeglia. Con l’età aveva de-ciso di fermarsi a Nembo.Ma il fieno aveva continuatoa portarlo a spalla: “Nientetrattori, da noi”, dice la so-rella. “Le ferie?”, raccontanoin paese, “Non sapeva nep-pure che cosa fossero”.Ora che la sua storia è stataraccontata da Renato Bal-ducci sulla S ta m p a , Iside eMirta sono commosse e stu-pite. “Era proprio come lodescrivono: un uomo sem-plice e buono. Un gran la-

voratore. E un solitario, abi-tuato a passare tanto tempoin montagna.Sapeva che un trapianto loavrebbe aiutato a tirare avan-ti, ma diceva di essere solo eche il rene di un donatore, daricevere dopo una lunga at-

tesa, sarebbe stato più giustodarlo a qualcuno più giova-ne, con una famiglia, con deifigli”.

SONO LUNGHE le liste d’at -tesa. “Sono in molti cheaspettano un donatore, per

smettere di dipendere dallamacchina, per finirla con ladialisi”, diceva. “Ci sono tan-ti che ne hanno più diritto dime. Hanno una moglie e deibambini. Io sono solo. È giu-sto così”.Don Fausto lo aveva sentito

parlare così tanto tempo pri-ma, durante una chiacchie-rata fatta con lui. “Mi era ri-masta impressa. So che neaveva parlato anche a un co-noscente con cui si trovavain ospedale per le cure”, rac-conta il prete.Solidarietà e confidenze trachi è legato dallo stesso de-stino.

NEI SUOI 68 ANNI di vita,Walter non era quasi maiuscito dalla sua valle. Ora cheè morto, la sua storia silen-ziosa scavalca le montagnedell’Ossola e arriva fin nellegrandi città che lui guardavacon distacco.E, forse, con un po’ di so-spetto.

I TA L I E

LA SORELLA

“Era buono, pensava

agli altri. E adesso

tutti lo sanno fuori

dalla valle

dove è rimasto

per tutta la vita”

LE CONFESSIONI di FrancescoMaria De Vito Piscicelli, l’i m p re n-ditore della cricca diventato cele-bre per le risate nella notte del ter-remoto de L’Aquila, cominciano aprodurre effetti.Ieri, con la procedura di rito im-mediato e con l'ipotesi di reato di

concussione, sono stati rinviati agiudizio l’ex commissario straordi-nario dei Mondiali di nuoto di Ro-ma 2009, Claudio Rinaldi, e il ma-gistrato contabile Antonello Colo-simo, già capo di gabinetto del mi-nistro dell’Agricoltura Mario Cata-nia. Per Colosimo, il reato è di con-

cussione continuata.Al centro della vicenda la piscina diValco San Paolo, a Roma: 14 milionidi base d’asta per l'appalto, tre tan-genti consegnate da De Vito Pi-scicelli. "Me ne avevano chiestequattro" ha confessato l’i m p re n d i-to re .

“Io posso morire, il trapiantolo cedo a chi ha famiglia”LA SCELTA DI WALTER BEVILACQUA, PASTORE DELLA VAL D’OSSOLA

di Costanza Bonacossa

Dear all, mi hanno appena co-municato che domani ci sarà

un'ispezione Enac a sorpresa sul vo-lo... operato da... in partenza alle9.00. L’ispettore a bordo è il sig...L’ispezione dovrebbe essere opera-tiva, ma con... non si sa mai. Tutti iPH (post holder) sono pregati di at-tivarsi per le azioni di propria com-petenza. Chiedo di avvisare l'equi-paggio di condotta e di cabina per ilsupporto del caso. Chiedo alla ma-nutenzione di... di effettuare uncontrollo minuzioso durante il ni-ght stop di questa notte”. Il 30 ot-tobre scorso, alle 15.56, dagli ufficimilanesi di Air Italy un dirigentedella compagnia aerea invia unamail all'intero staff manageriale delvettore. L’oggetto della mail è “I s p e-zione Enac a sorpresa”. L’ossimoroè evidente: un’ispezione previstadall’ente nazionale aviazione civilenon può essere a sorpresa se il gior-no prima l’azienda stessa viene in-formata che ci sarà un controllo sulquel determinato volo.Il tutto corredato da preziosi det-tagli come il nome e cognome del-l’ispettore che salirà a bordo del-l’aereo per verificare se è tutto a po-sto. Un po’ come se un automo-

bilista sapesse il giorno prima chel’indomani verrà fermato dalla po-lizia per il controllo di patente, li-bretto e assicurazione . Con la nontrascurabile differenza che le veri-fiche degli ispettori dell’Enac a bor-do dei velivoli delle compagnie ae-ree che operano sulterritorio nazionalesono finalizzate agarantire la sicurez-za di centinaia dipasseggeri. Si trattadi un’evidente ano-malia nella proce-dura standard, chenon può passareinosservata.

E NON SI tratta diun caso isolato. Il 18settembre del 2012alle 11,36 viene in-viata un’altra mail dagli uffici di AirItaly di Gallarate con oggetto “Ispe -zione volo operativo B767”: il con-tenuto della mail avvisa che ci saràun'ispezione da parte di un funzio-nario dell’Enac che chiederà di se-dersi in “cockpit” . In questo caso,però, potrebbe non trattarsi di unavera e propria ispezione a sorpresa,ma di un’attività programmata chesecondo le modalità consuete viene

comunicata alla compagnia conqualche giorno d’anticipo. Sulla pri-ma mail, invece, la stranezza è piùche evidente: l’indicazione di “Ispe -zione Enac a sorpresa” sembra sve-lare manifestamente la sua natura.Che non è stata mantenuta come

tale.La segretezza delleispezioni sarebbe agaranzia propriodella sicurezza, edovrebbe imporre atutti gli operatoriaerei di assicurare lacostante osservanzadelle regole, la rego-lare opera di manu-tenzione degli aereie la precisa applica-zione delle proce-dure previste du-rante il volo. Infatti

una delle procedure previste dall’E-nac è l’attività di ispezione a sor-presa. Un funzionario dell’ente, disolito un pilota, chiede di essere im-barcato su uno dei tanti voli in par-tenza dagli scali italiani. L’ispettoresegue tutto il viaggio solitamente in“cockpit”, il sedile che si trova fra ledue postazioni del comandante e delcopilota del volo. Verifica il regolarefunzionamento della strumentazio-

ne, degli apparati di emergenza, ilpossesso dei requisiti del personalenavigante come il brevetto di pilo-taggio, l’abilitazione al tipo di ae-romobile e il certificato medico incorso di validità. Spesso l’ispettoredell’Enac verifica anche lo stato del-la “carrozzeria” degli aerei, controllaad esempio che siano presenti tutti irivetti, le giunture in metallo indi-spensabili a tenere unite le struttureportanti dell'aereo.

L’ENAC PREVEDE però anche un al-tro tipo di verifica, solitamente de-dicata al controllo dei documentiprevisti per l’autorizzazione al volo.In questo caso l’ispezione, conside-rata di routine, può essere anticipata

qualche giorno prima alla compa-gnia. “É proprio così - confermal’ufficio stampa Enac -. Se circola-vano informazioni su una ispezionedentro la società, deve trattarsi perforza di controlli programmati.Quelli a sorpresa devono rimanere asorpresa, come dice il nome stes-so”.Nel caso fosse confermato che lamail avvisava la compagnia di uncontrollo che doveva rimanere ri-gorosamente top secret, fino al mo-mento in cui fosse stata completatal’ispezione, si porrebbe una seriaquestione di credibilità e affidabilitàin merito all’attività dell'Enac, che siriverbera sugli standard di sicurezzadegli aerei.

SICUREZZA ADDIO

L’allarme sulle

verifiche diramato

dalla compagnia

aerea abbassa

la qualità dell’attività

di prevenzione

Occhio, c’è l’ispezione a sorpresaLE STRANE EMAIL DI AIR ITALY CHE PREANNUNCIANO I CONTROLLI DELL’E NAC

Una flottain divisa

di Air ItalyAnsa

Walter Bevilacqua dal sito della Stampa. Sotto, la Val d’Ossola La Pre ss e

I l Pd presenta un'interrogazione al ministro delLavoro Elsa Fornero per chiedere come mai sul

sito Inps compaia un articolo revisionista sul fa-scismo nel quale si definisce il ventennio mus-soliniano un “regime blando basato sul consensopopolare in virtù degli enormi successi ottenuti incampo economico, sociale e internazionale”. Nel-l’articolo, pubblicato sull'area intranet dell’Inps, siparla anche delle leggi razziali come di “un epi-sodio che in parte ha vanificato quanto di buonofatto in quegli anni”. Nell'interrogazione, firmatada Oriano Giovanelli, si chiede “perché nel sistemaintranet dell’Inps sia stato pubblicato un articolorevisionista dal titolo '28 ottobre 1922 la marcia suRoma’ in cui il regime di Mussolini viene definitoun regime comunque blando (...) basato sul con-senso popolare in virtù degli enormi successi ot-tenuti in campo economico, sociale e internazio-nalè. E che le leggi razziali del 1938 vengono se-gnalate come un episodio tale da aver 'in partevanificato e offuscato quanto di buono realizzatoin quegli anni?”.

FA S C I S M O La marciasu Roma nel sito Inps

GLI ALPINI

Hanno portato

a spalle la sua bara

fuori dalla chiesa

del paese.

Anche lui era

una Penna nera

Page 11: Il Fatto Quotidiano (18.01.2013)

11il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 GENNAIO 2 01 3

di Chiara Daina

C’è la violenzapsicologica,sottile e logo-rante. C’è quel-

la sessuale. E le botte. Tre for-me di aggressione da partedegli uomini nei confrontidelle donne che si consuma-no tra le mura domestiche.Poi c’è lo stupro, subìto dauno sconosciuto, lungo unastrada, in un parco, di sera odi giorno, non importa.Quello di Bergamo, nella not-te tra il 10 e 11 gennaio, hainteressato una ragazza di 24anni. Doveva essere una se-rata tranquilla con le amiche,è finita in una tragedia chelascerà un segno indelebile.Alle due del mattino la ragaz-za esce dal bar Divina, nel“borgo d’oro”, è diretta versola sua macchina, quando unuomo alla guida di un’u t i l i-taria inizia a inseguirla. Le of-fre un passaggio. Lei rifiuta.Allora le blocca il passaggio.La sbatte sul cofano di un’a u-to vicina, le alza la gonna, lapalpeggia e la violenta. L’a u-tore, un kosovaro di 32 anni,il giorno dopo finisce agli ar-resti domiciliari.“Non uscite da sole” è il com-mento del procuratore capodi Bergamo, Francesco Det-tori, come se a trattenere gliimpulsi debbano essere ledonne e non, piuttosto, gliuomini. Ma il loro principalenemico è in casa. Secondo gliultimi dati Istat, 5 milioni didonne hanno subito violenzecarnali e quasi 4 milioni vio-lenze fisiche per mano di par-tner o ex-partner; mentre unmilione sono state vittime diuno stupro.

ANCHE I FEMMINICIDI con -fermano il legame parentale:degli oltre duemila casi in Ita-lia tra il 2000 e il 2011, 7 su 10sono avvenuti in famiglia.Forse bastano questi dati asmentire le parole del pm.“Gli uomini violenti hannouna doppia personalità: fuorifanno gli amiconi, in casa per-dono il controllo e aggredi-scono moglie o fidanzata”spiega Oliana Maccarini, pre-sidente dell'AssociazioneAiuto donna presente conuno striscione alla fiaccolata

di sabato a Bergamo contro laviolenza alle donne, cui han-no partecipato 300 cittadini,compreso il sindaco accom-pagnato dalla moglie.“Le considerano incapaci digestire figli e soldi, le svalu-tano, le minacciano fino aesercitare un controllo feroce

su ogni movimento, levando-gli tutte le amicizie” continuaMaccarini. La violenza non fadistinzioni di ceto sociale, mapiù è elevato e più si ha ver-gogna ad ammetterla. Il 70per cento dei casi riguardadonne con figli. “Di solito sirivolgono al nostro centroquando i bambini sono giàgrandi -afferma la presidentedi Aiuto donne-, per anni re-sistono, senza chiedere aiu-to”. Arrivano da sole, dopoaver trovato il sito online ograzie al passaparola. Si fida-no perché gli viene garantitol’anonimato.Nel centro operano 25 volon-tari, di cui tre psicologhe ecinque avvocati, che offronoconsulenze gratuite. “Le aiu-tiamo a cercare un lavoro e

L’Aquila: ex maritouccide lei e il suonuovo compagno

“Non uscite da sole”Il muro della violenzasoffoca le donneSTUPRI E OMICIDI SONO IL SEGNO PIÙ EVIDENTEDI UN DISAGIO DIFFUSO IN OGNI AMBIENTE SOCIALE

La Giornata Mondiale contro la violenza. In basso, Nadia Somma Ansa

Adesso basta La nostra blogger

“Non chiedete a noi la soluzione”

L I B E R AT E C I

É STATA un’esecuzione in pienaregola, innescata dalla gelosia,quella di ieri pomeriggio al super-mercato Md de L’Aquila, in zonaB a zza n o.Kapllani Burhan, il 48enne omi-cida, ha atteso nel parcheggio lasua ex moglie, Boshti Hrjeta, con

la quale aveva avuto 4 figli, e il suonuovo compagno, Hana Shpetin.Tutti cittadini albanesi. Appena idue sono saliti sulla Opel Zafira, siè avvicinato e ha sparato alla don-na uccidendola con un colpo vi-cino all’orecchio. Il compagno aquel punto ha tentato la fuga, ma

l’omicida dopo un primo colpo an-dato a vuoto lo ha colpito alla nu-ca.La donna aveva una causa di se-parazione in corso. Stando ad al-cune testimonianze l’omicida hauna azienda di marmi ed è in ot-time condizioni economiche.

Subito dopo il duplice omicidio,fuori il cancello d'ingresso del su-permercato si è radunata una pic-cola folla. Tra questi anche i fratellidella donna uccisa che, piangen-do, hanno minacciato vendetta inAlbania contro la famiglia dell’o-micida.

Brevi

CAG L I A R IIndagato il sindacoMassimo Zedda

Il sindaco di Cagliari, Mas-simo Zedda, risulta iscrittonel registro degli indagatiper l’inchiesta su presunteirregolarità nella nomina delnuovo sovrintendente delTeatro Lirico, Marcella Cri-vellenti. “L’indagine è stataavviata dopo un esposto deilavoratori Rsu del Teatro.“Mi fido della magistratura”ha detto Zedda.

M I L A NOSuicidio in carcere,a giudizio psicologa

Il gup di Milano ElisabettaMeyer ha rinviato a giudizioper cooperazione in omici-dio colposo una psicologa euna psichiatra in relazionealla vicenda del suicidio diLuca. Detenuto a San Vitto-re, il 12 agosto 2009 si tolse lavita. Il processo è fissato il 12aprile.

P OT E N Z AFatture false: truffada 1,5 milioni

Un giro di fatture false peroltre un milione e mezzo dieuro e un evasore totale sonostati scoperti dai finanzieridella Compagnia di Potenzache hanno denunciato 15persone, ritenute responsa-bili di reati fiscali.

T R E N TOLa pausa caffènon è un diritto

Per i dipendenti pubblici al-lontanarsi dal posto di lavo-ro per prendere un caffè, so-prattutto all’inizio del turno,non è un diritto ma un com-portamento scorretto. L’hadetto il Tar di Trento.

RO M AArriva la ReginaElisabetta II

La Regina Elisabetta II, as-sieme al Duca di Edimbur-go, saranno in visita a Romail prossimo 6 e 7 marzo.

una casa, a dargli nuove mo-tivazioni: gli dimostriamo chenon sono delle nullità ma che,al contrario, hanno molte ri-sorse dentro di sè”. Precisan-do: “Se per anni hanno con-tenuto la violenza del partner,tutelando i figli, significa chesono piene di energie, che ora

però vanno indirizzate versonuovi obiettivi, primo fra tuttiquello di imporsi dei limiti colmarito, superati i quali lei de-ve allontanarsi”. Fondata nel1999, con 50 utenti, l'associa-zione nell'ultimo anno hacontato oltre 200 ingressi.Aiuto donne fa parte della Re-te nazionale contro la violen-za D.I.re, che comprende 54centri dislocati per la peniso-la, ed è un esempio di quel-l’Italia virtuosa che, nono-stante la crisi e i tagli pazzidella politica, continua inde-fessa a lavorare per il benedella società, anche a gratis.A quelle che si illudono che ilpartner un giorno cambi,Maccarini non lascia dubbi:“L'uomo, nonostante le pro-messe, diventerà più mane-sco”. Per evitare fabbricheinutili di dolore, Aiuto donnefa attività di prevenzione nellescuole (quando ci sono i fon-di) spiegando che se il fidan-zatino riempie la ragazzina disms, squilli e attenzioni mor-bose, tanto da non darle pace,non è sintomo di amore ma diuna smania di possesso nei lo-ro confronti.Infine, Maccarini fa il punto:“Senza il sostegno delle isti-tuzioni pubbliche, con il sup-porto eslusivo del volontaria-to, i passi in avanti sarannolenti e sempre troppo po-chi”.

NUMERI E ORRORE

Oltre duemila vittime

in Italia tra il 2000

e il 2011.

7 casi su 10 sono

av ve n u t i

tra le mura di casa

MASCHI IMPAZZITI

“Le considerano incapaci

di gestire figli e soldi, le

svalutano, le minacciano

fino a esercitare un

controllo feroce, minano

tutte le amicizie”

di Nadia Somma

Le donne sono l’anello debole diuna società in cui è parzial-

mente ancora inculcata l’assurdamentalità della femmina come og-getto del possesso. Lo dico con tut-to il rammarico, ma sarebbe beneche di sera non uscissero da sole”,così Francesco Dettori, procuratorecapo del Tribunale di Bergamo, hacommentato i tre stupri avvenuti inpochi giorni tra Milano e Bergamo.Eppure anche le sue parole rivelanoquel senso di possesso della donnacome oggetto, qualcosa che deveessere tutelato e difeso. La tuteladella donna, una soluzione anticaper una violenza altrettanto antica.Antica quanto inutile. Dopo i tanti

vademecum antistupro, i consiglisu come vestirsi, atteggiarsi e cam-minare, i collari antiaggressione,ecco il consiglio di non uscire dicasa o di farlo ma accompagnate(da un fidanzato, fratello, marito,padre?).

Chi ci proteggedai protettori?

Ma lo stupro, come la violenza sulledonne, non è un problema di com-portamenti femminili e tantomenodi sicurezza. La brutale aggressioneavvenuta a l’Aquila che ridusse in findi vita una studentessa avvenne adopera di un militare che era in mis-sione proprio per la sicurezza dellacittà. “Chi ci protegge dai protetto-ri?” domandava un antico slogan

femminista. È sempre fuorviante esbagliato ricercare le cause in com-portamenti delle vittime: gli inutiliconsigli sull’abbigliamento e gli in-viti a non essere “provocanti ses-sualmente” sono solo giustificati daipregiudizi sullo stupro che colpevo-lizzano la donna o la responsabiliz-zano. La violenza sessuale non sca-turisce dall’eros perché è legata allavolontà di denigrare, umiliare la vit-tima e annichilirla. È una metaforadella morte ed è piuttosto affine at h a n a to s .

Cambiare subitol’obbiettivo degli appelli

Testimonianze di stupratori confer-mano che la scelta della vittima è fat-ta a prescindere dall’età, dall’aspetto

fisico, o dal comportamento. Quan-to a non uscire di casa che cosa si do-vrebbe consigliare alle donne checon gli autori delle violenze convi-vono? Sappiamo che le violenze sul-le donne da parte di estranei sono so-lo la più piccola percentuale delleviolenze che colpiscono le donneperché nel 75% dei casi, secondo idati dei centri antiviolenza, sono at-tuate dal partner. I messaggi o i con-sigli rivolti alle donne per evitare lostupro servono solo ad alimentare emantenere in vita un retaggio cultu-rale che vorremmo lasciarci allespalle e che continuano a esporre ledonne alla stigmatizzazione socialequando sono aggredite e non agevo-lano lo svelamento della violenzaper permettere loro di elaborarla e

chiedere aiuto. Il piano del proble-ma resta di cultura e di civiltà. Ci pia-cerebbe una volta tanto che i mes-saggi sullo stupro fossero rivolti agliaggressori, e che non si possa piùchiedere alle donne di scegliere traautodeterminazione e incolumitàfisica o sessuale, tra la loro libertà e laloro vita.

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12 VENERDÌ 18 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

di Stefano Citati

Solo dopo le 21 l’agen-zia ufficiale algerinaAps annuncia la finedel raid delle truppe

governative nel campo petro-lifero di In Amenas. Ma lefonti ufficiali si guardano be-ne dal dare le cifre del blitz,condotto dal cielo con unbombardamento da parte dielicotteri e poi da terra coningenti forze armate. Un’ope-razione “all’algerina”, comenei tempi della guerra civiledei primi anni Novanta,quando l’esercito entrava neivillaggi nelle mani degli isla-mici e finiva con lo stermi-nare buona parte della popo-lazione civile, senza distin-guo.È stato un bagno di sangue ele inquietudini dei governioccidentali su come sia statocondotto l’attacco contro ilgruppo di ribelli che aveva se-

questrato mercoledì all’albal’impianto della Bp sono ini-ziate ancor prima della finedelle operazioni. I morti sonodecine, tra cui buona partedegli oltre quaranta occiden-tali sequestrati insieme a oltrecento lavoratori algerini.Mancano all’appello una de-cina di norvegesi, gran partedei giapponesi, diversi ame-ricani e britannici che lavo-ravano nel deserto al confinecon la Libia.

Pare che i guerriglieri islamicistessero tentando di lasciareIn Amenas con una carovanadi jeep, e la mossa avrebbeconvinto gli algerini a inter-venire. Il blitz si è trasformatoin una battaglia durata ore,con l’assedio finale all’edificioove si sarebbero asserragliati iterroristi con un gruppo diostaggi. I terroristi sono stati“neutralizzati”, hanno spie-gato fonti ufficiali ad Algeri,spiegando che il gruppo re-sponsabile dell’assalto sareb-be stato neutralizzato mentretentava di fuggire in un paesevicino (ovvero, la Libia)

A DIMOSTRAZIONE che labattaglia contro le formazioniislamiche legate ad Al Qaedanel Maghreb (“c’è il suo zam-pino”, hanno sostenuto ieri gliamericani a proposito del ma-xi-sequestro operato in Alge-ria) iniziata dalla Francia ve-nerdì scorso in Mali avrà vita

MASSACRO PER UNA LIBERAZIONEBLITZ DI SANGUE IN ALGERIAASSALTO DAL CIELO E DA TERRA AL CAMPO PETROLIFERO SEQUESTRATODAGLI ISLAMICI: UCCISI QUASI TUTTI GLI OSTAGGI OCCIDENTALI

ALTRI MONDI

lunga e difficile e strascichidrammatici in tutto il Saharain mano agli ultrà islamici.Gli interessi incrociati dell’excolonia francese (oro, uranio,petrolio nella regione tra Ma-li, Niger, Algeria) e quelli degliestremisti musulmani (traffi-co di droga e armi, e sequestriper riscatto di diversi occi-dentali) ha creato un crogiuo-lo di tensioni che allargheran-no gli effetti del conflitto a tut-ti i paesi confinanti, acuititanto più dal tappo di sicu-rezza che il regime di Ghed-dafi rappresentava contro lalibertà di scorribanda tra ledune del grande deserto afri-cano per le compagini terro-ristiche.“Uccideremo tutti gli ostaggicristiani e tutti gli infedeli”.Così i rapitori islamici chehanno sequestrato gli impie-gati del sito dell'impianto diestrazione Gas della Bp in Al-geria avrebbero parlato agli

ostaggi. Lo ha riferito un im-piegato del complesso petro-lifero riuscito a salvarsi allaRe u te rs . Il premier britannicoCameron ha dichiarato ierisera alla nazione, rinviando ilsuo discorso sull’Europa, cheil paese deve attendersi ulte-riori drammatiche notizie sul-la liberazione degli ostaggi.

“Diverse le vittime, fra cuimorti e feriti”, ammettevanoieri sera le fonti ufficiali ad Al-geri senza aggiungere moltoaltro, mentre fonti jihadistehanno per prime denunciatol’uccisione di 35 ostaggi stra-nieri, così come di 12 membridel commando di sequestra-tori, fra cui anche il leader del

di Marco Maroni

L’ENI HA RADDOPPIATO le misure di sicurezza, attive e pas-sive, vale a dire: intelligence, sorveglianza dei campi e dellestrutture produttive, giro di vite alla mobilità dei dipendenti. E lostesso stanno facendo le altre multinazionali del petrolio e delgas presenti nel Paese nordafricano, dall’Olandese Shell, dal-l’americana Conoco Phillips alla norvegese Statoil, oltre alla Bri-tannica BP. La compagnia italiana per ora si limita a dichiarareche “la situazione è costantemente monitorata”, ma l’escala -tion e la violenza della crisi che, partita dal Mali, è arrivata inAlgeria, sta mettendo in allarme, oltre alle le major del settore,tutto l’Occidente, che dal petrolio e gas nordafricani è forte-mente dipendente. Il rischio è che i gruppi islamisti armati tro-vino ora altri obiettivi nelle città del Nord del paese in altre areecalde del turbolento Nordafrica. Per destabilizzare il mercato dipetrolio e metano, (ieri i contratti futures sul petrolio sono salitiai massimi da 4 mesi), i guerriglieri sembrano aver scelto il pae-se giusto. Con quasi 2 milioni di barili di petrolio al giorno e 82miliardi di metri cubi l’anno di gas prodotti, l’Algeria è oggi ilprimo paese esportatore di petrolio e gas del Nord Africa. Lasola Eni, che è presente nel Paese dal 1981, con attività con-centrate nell’area di Bir Rebaa, nel deserto sahariano sud-orien-tale, vi estrae circa 72 mila barili di petrolio equivalenti al giorno.E il metano importato in Italia registra già dei cali: "”C'è stata unalieve flessione dei flussi questa mattina sul gasdotto Tran-smed"”, ha spiegato ieri un portavoce della partecipata Snam. Siparla di circa 10 milioni di metri cubi in meno al giorno. “Quellodel gas è il problema principale per l’Italia”, spiega Carlo Scarpa,economista dell’energia dell’Università di Brescia, “l’Algeria è ilpaese dal quale dipendiamo di più per l’a p p rov v i g i o n a m e n to”.

Anche l’Eni rafforzale misure di sicurezza

Pianeta terra

SIRIA ”ASSAD CADRÀ ENTRO 6 MESI”Gli Usa ritengono che Assad non rimarrà al potere per più di 6 mesi,non controllando più che il 20% del paese e il 60% di Damasco: lastampa di Ankara riferisce i colloqui avuti a Washington fra diplo-matici turchi ed esponenti dell’Amministrazione Obama. La Pre ss e

INDIA MARÒ, OGGI IL GIORNO DEL GIUDIZIOArriva “il giorno del giudizio” per i due marò. Po-nendo fine a una lunga attesa e a numerose pole-miche, la Corte Suprema dell’India ha messo in ca-lendario per oggi la sentenza sulla giurisdizione -italiana o indiana - da applicare all’uccisione di duepescatori indiani il 15 febbraio 2012. La Pre ss e

I DUBBI DEGLI USA

Americani e Paesi

europei esprimono

dubbi sulla decisione

di Algeri di dare il via

all’attacco. Incertezza sul

numero di sopravvissuti

L’impianto di In Amenas Ansa

Page 13: Il Fatto Quotidiano (18.01.2013)

13il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 GENNAIO 2 01 3

LONDRA RADIOHEAD CONTRO CAMERONl cantante e leader dei Radiohead Thom Yorkeminaccia di querelare il premier britannico Da-vid Cameron se userà la musica del gruppo peruna sua campagna elettorale. “Non posso direche mi piaccia il pensiero di un banchiere o diDavid Cameron che ama la nostra musica”. Ansa

USA RUBANO IL CADAVERE DEL PADREDue fratelli di 38 e 48 anni di Detroit hanno tra-fugato il corpo del padre dal cimitero dove era se-polto, sperando che in questo modo sarebbe po-tuto risorgere. Gli investigatori hanno ritrovato ilcadavere dell’uomo di 92 anni in un freezer nel se-minterrato della casa di uno dei due figli. La Pre ss e

Mr. Marlboroe il piccolo Gheddafi:guerra all’OccidenteI LEADER ISLAMICI CHE SPADRONEGGIANO NELSAHARA, EREDITÀ DELLA GUERRA CIVILE ALGERINA

di Anna Jannello

L’attacco all’im-pianto petroliferodi In Amenas –1.300 chilometri a

sud est di Algeri, al confine conla Libia - segna il debutto sullascena del terrorismo interna-zionale della brigata Al-Mou-tahalimin, formazione guidatada Mokhtar Belmokhtar, ilguerrigliero guercio, che fino apoche settimane fa ha divisocon Abou Zeid il comando del-le operazioni di Aqmi (Al Qae-da nel Maghreb islamico) nellavasta regione subsahariana.Alla fine del 2012, Belmokhtar- nato l’1 giugno 1972 nell’oasidi Ghardaia, in Algeria - è en-trato in rotta di collisione con ilgrande capo di Aqmi, l’emiroAbdelmalek Droukdel, anchelui algerino, e fondatore delmovimento terrorista nel gen-naio 2007 (nato dall’unione delGspc, gruppo salafita per lapredicazione e il combatti-mento con Al Qaeda).Il sequestro dei lavoratori stra-nieri rappresenta una entratain scena di grande impatto perla nuova formazione che conta200/300 uomini ben armati eaddestrati e ha stretto alleanzacon il Mujao. Il Movimentoper l’unità e la jihad nell’Africaoccidentale, da fine giugno èpadrone incontrastato di Gao,capitale dell’omonima regionenel nord del Mali, dove gli uo-mini del mauritano Hamada

Ould Mohamed Kheirou (an-che lui transfuga da Aqmi) ap-plicano la sharia più rigorosa.La carriera di Belmokhtar ini-zia a 19 anni, quando va a com-battere a fianco dei mujahidin inAfghanistan e perde l’occhiodestro in battaglia. Ritorna nel1993 in Algeria e si unisce alGia (Gruppo islamico armato)

poi diventato Gspc. Ricercatodal governo algerino, abban-dona il suo paese e diventa re-sponsabile della ka t i b a (contin-gente militare, ndr) ovest diAqmi, che opera soprattutto inMauritania. Si dice che si siasposato ben 9 volte, stringendofruttuose alleanze con le tribùtuareg del Niger e del nord delMali.

SOPRANNOMINATO “misterMarlboro” per la sua implica-zione con i traffici di sigarette, èautore di numerosi rapimenti acominciare da 32 turisti euro-pei nel sud dell’Algeria nel2003. Nel dicembre 2007 quat-tro turisti francesi sono rapiti euccisi in Mauritania (e questodecreterà la fine della Pari-gi-Dakar sul suolo africano).Nel dicembre 2008 due diplo-matici canadesi sono seque-strati a ovest di Niamey e libe-rati mesi dopo. Sempre a Nia-mey, due giovani francesi ven-gono rapiti da un suo comman-do il 7 gennaio 2011 (verrannouccisi in Mali durante il tenta-tivo di liberarli da parte dei mi-litari francesi). La giustizia al-gerina l’ha condannato duevolte a morte in contumacia.Abou Zeid, responsabile dellaka t i b a est di Aqmi con base aKidal nel nord del Mali, ha con-

dotto, il 14 gennaio scorso, l’at -tacco alla città di Diabaly, 400chilometri a nord di Bamako,cogliendo di sorpresa l’esercitomaliano che controllava l’areae i militari francesi, impegnati abombardare le regioni delnord.Algerino di Ouargla, un passa-to come combattente nel Gspc,Zeid ha fama di essere uno deileader più intransigenti di Aq-mi. Nei campi di addestramen-to impone la lettura del Coranoe obbliga i prigionieri a seguirela sharia. Al suo attivo ci sono isequestri del britannico EdwinDyers, ucciso nel giugno 2009 edel francese Michel Germineauucciso nel luglio 2010. Sono an-cora prigionieri 4 francesi pre-levati ad Arlit, zona minerarianigerina, nel settembre 2010.Mentre è stata liberata lo scorso17 aprile Sandra Mariani, rapi-

ta il 2 febbraio 2011 nel sud del-l’Algeria. Così com’era succes-so al francese Pierre Camatte,sequestrato nel novembre 2009in un albergo di Menaka e ri-lasciato il 23 febbraio 2010 vi-cino a Kidal. Alla caduta diTimbuctu, l’1 aprile 2012,Abou Zeid si è installato nel pa-lazzo che Gheddafi si era fattocostruire nella città dei 333 san-ti.

Il mare di sabbiae la bussola dei TuaregHO VIAGGIATO per 13 ore su una jeep nelsud dell’Algeria. Una pietraia senza oriz-zonte che si alternava a onde di sabbiasulle quali lo sguardo mi pareva non po-tesse trovare riferimenti. Una monotoniadi colori e di luce che cambiavano soltantoall’alba e al tramonto. Ore e ore di scossonie sbalzi su tenui piste che l’occhio non al-lenato non sapeva nemmeno riconosce-re .Il guidatore della Toyota, il mezzo totaleche ha sostituito il dromedario negli at-traversamenti del Sahara compiuti daiTuareg e dalle altre popolazioni nomadiche popolano “il grande deserto”, cambiatraiettorie senza apparente motivo, se-guendo riferimenti “i nv i s i b i l i ” ma a lui fa-miliari. Raggiungemmo infine i contraffor-ti di dune sassose sulle quali si ergevano i

resti di un fortino dai quali si dominavanole distese desertiche che avevamo attra-versato, talmente vaste da essere perce-pibile la curvatura terrestre.

IL SENSO DI ORIENTAMENTO e la ca-pacità di trovare la strada nel mare maredi pietra e sabbia - le stesse qualità chefanno dei guerriglieri islamici che com-battono in Mali, e nel Sud dell’Algeria,un nemico temibile per le truppe francesi- ci fu tanto più evidente al ritorno versola nostra tappa iniziale, l’oasi di Tindouf,base militare e “capitale” storica delle po-polazioni Saharawi in esilio dai territoricontesi con il Marocco del Sahara Oc-cidentale.Era il tramonto, la luce bassa del sole sta-va svanendo per lasciar posto al freddo

pungente della notte desertica. Il guida-tore compì all’improvviso, in uno spazioche ci sembrava assolutamente identicoa quello percorso nelle ultime ore, unacurva secca per arrestarsi accanto a uncespuglio rinsecchito.Sceso dalla Toyota preparò un fuoco epreparò un té, e si mise a pregare rivoltoalla Mecca. Poco dopo in quell’accam -pamento creato dal falò di sterpaglie ap-parvero altri equipaggio di jeep, arrivatedal nulla. In pochi minuti si formò ungruppo di viaggiatori del deserto che pa-reva si fossero dati appuntamento in unluogo a loro ben noto.Come erano apparsi, così scomparverodopo la cerimonia del té, con le luci delleauto che si dileguarono con sorprenden-te rapidità nei vari punti cardinali, comese l’orizzonte le avesse inghiottite, e la-sciandoci soli come quando ci eravamofermati.

S. Ci.

“FIGLI DI AL QAEDA”

Negli anni si sono

moltiplicate le sigle dei

gruppi terroristi composti

da ex contrabbandieri

di sigarette e combattenti

in Afghanistan

ALTRI MONDI

commando. Malcelata l’irrita -zione dei governi dei paesi dicui sono cittadini alcuni degliostaggi, a partire dagli StatiUniti che hanno chiesto adAlgeri spiegazioni e chiari-menti, come ha spiegato ilportavoce della casa Bianca,Jim Carney ammettendo lapossibilità della presenza di

cittadini americani fra gliostaggi. Di situazione fluidaha parlato ieri sera anche lasegretaria di stato Usa HillaryClinton. Il premier norvegesedenuncia di non aver notiziadei 9 ostaggi norvegesi men-tre il presidente franceseFrancois Hollande ha parlatodi un esito drammatico.

SENZA UN OCCHIO Mokhtar Belmokhtar nel video di rivendi-cazione della presa di ostaggi in Algeria AnsaRINFORZI Reparto nigeriano in partenza per il Mali La Pre ss e

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14 VENERDÌ 18 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

SECONDO TEMPO

S P E T TAC O L I . S P ORT. I DE E

UMBRIA JAZZ 2013SI PARTE CON DIANA KRALLL'edizione del quarantennale di Umbria Jazzsi aprirà il 5 luglio nella sua locationprincipale, l'arena di Santa Guliana, con ilrecital della pianista canadese Diana Krall

ADDIO A CONRAD BAINIL PAPÀ DI “ARNOLD”Conrad Bain, l’attore famoso per averinterpretato il padre di Arnold nel celebretelefilm anni 80 “Il mio amico Arnold”,èmorto ieri a 89 anni a Livemore, in California

BALOTELLI AL MILANSI TRATTA IN SEGRETOIeri il procuratore Mino Raiola si èpresentato in incognito nella sede del Milan.L’agente lavora per portare a Milano MarioBalotelli, obiettivo numero uno di Galliani

“Lincoln, il padre perfetto”STEVEN SPIELBERG PARLA DEL FILM FAVORITO AGLI OSCAR: STORIA POLITICA, MA ANCHE MOLTO PRIVATA

di Will Lawrence

Steven Spielberg è da molti conside-rato il più grande cineasta americanoe non meraviglia l’attesa che circon-da l’uscita in Europa del suo ultimofilm nel quale Daniel Day-Lewis in-terpreta il ruolo del presidente Lin-coln. Spielberg è orgoglioso di esserestato ricevuto alla Casa Bianca, doveha avuto luogo una proiezione pri-vata per il presidente Obama: “Aitempi di Lincoln quasi chiunque po-teva andare a trovare il presidenteper esporgli i suoi problemi perso-nali. Oggi ci vuole un invito”, dicesorridendo. “E noi siamo stati invi-tati”.E come ha reagito Obama?La sua è stata una reazione molto,molto positiva, ma quello che mi hadetto lo tengo per me. D’altro cantopositiva è stata anche la reazione delpubblico americano visto che il filmnel primo fine settimana ha incassatooltre 150 milioni di dollari e ha ot-tenuto 12 nomination per l’Oscar.

Come è nata l’idea di fare questof i l m?Lincoln mi ha sempre emozionato,fin da quando da bambino con lascuola andai a Washington e visitai ilMemorial. Soffrivo di dislessia, mastranamente il disturbo si attenuavaquando leggevo libri o storie su Lin-coln.Qualcuno l’ha accusata di averlomesso su un piedistallo di marmo.Non credo proprio e nemmeno ab-biamo voluto esplorare in dettagliotutti gli aspetti del personaggio. Cisiamo concentrati sudue episodi chiave del-la vita politica: la bat-taglia per procurarsi ivoti necessari a far ap-provare dal Congressouna modifica costitu-zionale che abolisse laschiavitù e la fine dellaguerra di secessione.Da grande statistaquale era, mostrava una notevole abi-lità quando sulla scena politica eranecessario mostrarsi evasivi e conci-lianti per trovare un punto di equili-brio e alcuni suoi critici lo accusava-no di essere, sotto sotto, un razzista.La qual cosa non era affatto vera. Ilsuo mantra era ‘Unione, unione,unione’. Ma il sottotesto era ‘ugua-glianza, uguaglianza, uguaglianza’. Enon ha mai cambiato parere.E lei quanto ama il suo Paese?

Non ho paura a definirmi un patrio-ta. È un sentimento che ho espressoanche in altri film, ma in questo hodesiderato che fosse chiaro anche ilmio profondo rispetto per la demo-crazia. Il processo democratico è pra-ticamente identico rispetto a 150 an-ni fa e ho fatto in modo che lo sicapisse vedendo il film.Nel suo film si sottolinea anche il latoumano, il Lincoln marito e padre.Ci sono le tragedie personali del pre-

sidente e c’è il rapporto con la moglieMary (interpretata da Sally Field, ndr)Dei quattro figli, solo il maggiore,Robert, raggiunse l’età adulta e nondi meno Lincoln fu un padre felice.Credo che dipenda dal fatto che eraun padre molto tollerante e consen-tiva la massima libertà ai suoi figli.Nei suoi film, penso a ET, Hook, In-diana Jones, solo per fare qualcheesempio, compare spesso la figura diun padre alcolizzato o assente.

Non posso fare a meno di vedere ipadri e i figli dalla prospettiva dellamia personale esperienza. I miei ge-nitori hanno divorziato, hanno vis-suto separati per 15 anni poi nel 1990si sono riconciliati ma personalmen-te ho sempre attribuito la responsa-bilità a mio padre. E comunque, an-che se avessi avuto con mio padre unrapporto bellissimo, probabilmentecome regista avrei fatto le medesimescelte.Il film del 1998 sulla Seconda guerramondiale, Salvate il soldato Ryan,che le valse l’Oscar, fu realizzato ingran parte per suo padre che ringra-ziò pubblicamente quando ritirò last a t u e t t a .Mio padre mi aveva ispirato e quindigli dovevo quel pubblico ringrazia-mento. Gli dovevo molto, non fossealtro che per tutte le storie di guerrache mi aveva raccontato quando eropiccolo.Suo padre ha combattuto in Cina, In-dia e Birmania. È per questo che, an-che se si interessa alla storia in ge-nerale è particolarmente affascinatodalle vicende belliche e della Secondaguerra mondiale in particolare?Casa nostra era sempre piena di re-duci della Seconda guerra mondiale epiù diventavo grande più apprezzavoquello che avevano fatto. Tutti eranostati segnati dai traumi della guerra,tutti erano in qualche modo “feriti”nel corpo o nello spirito. Spesso dabambino li sentivo singhiozzare, maavevo troppa paura per entrare nellastanza dove si riunivano o per aprirebocca. Ma talvolta sbirciavo attraver-so la porta socchiusa e vedevo questiuomini che piangevano tenendosi latesta tra le mani. Poi quando chie-devo a mio padre il perché di quellelacrime. Lui invariabilmente mi ri-spondeva ‘brutti ricordi’, e non ag-giungeva altro.

© The Daily TelegraphTraduzione di Carlo Antonio Biscotto

CORSI E RICORSI

Sally Field: “Senza di luinon ci sarebbe Obama”di Federico Pontiggia

Un film solo per gli americani?Chiedetelo a Spielberg, io non

mi sono mai posta il problema…”.Alla presentazione romana, dove nonabbiamo avuto il privilegio di incon-trare Spielberg in persona, abbiamoparlato con Sally Field, che nel filminterpreta la moglie del presidente.Due Oscar già in bacheca (Norma Raee Le stagioni del cuore) e un terzo pos-sibile per la sua Molly Lincoln, Fieldsgombra il campodai dubbi. “Lincolnè universale, perchéparla di problemiche toccano ognipaese: la chiusura inse stessi, il provin-cialismo. Tutti i po-poli oggi sono a ri-schio: l’economianon va bene, manessuno fa qualco-sa”. Dal 24 gennaionelle nostre sale, il

film di Spielberg inquadra gli ultimiquattro mesi di vita del 16° presidenteUsa, impegnato a fermare la deva-stante Guerra Civile e far approvare il13° Emendamento per abolire laschiavitù. Un imperativo morale, maanche un colpo letale alle finanze deiConfederati, da attuare con (quasi)ogni mezzo possibile: tre buffonimessi in lista per acchiappare voti, in-carichi governativi e privilegi presi-denziali offerti a chi abbracciasse lacausa abolizionista. Davvero, non

sembra ci siano 150anni, e nel nostrocaso, un Oceano didistanza. Se sul votodi scambio Spiel-berg si ripara dietroil nostro Machia-velli, la First LadySally Field intonaun peana al com-promesso: “Non èper forza negativo:serve a mandareavanti la baracca,

non è una resa. Ed esistono compro-messi e compromessi, a volte utiliz-zarli è la cosa migliore: bisogna pro-gredire e governare con fair play, per-ché la gestione unica del potere signi-fica dittatura. Viceversa, per quantofragile e complicata, la democrazia èfondamentale, e va difesa”. DanielDay-Lewis conosceva i celebri discor-si di Lincoln, come quello di Get-tysburg, “ma, come essere umano,non sapevo niente di lui: aveva unamente brillante e acuta, e voglio pen-sarlo in movimento, intento a raccon-tare storie”.

STO R I E e aneddoti presidenziali sucui il film non lesina, correndo il ri-schio di far cadere le palpebre: “Lin -coln è stato presidente – dice Day-Le-wis - durante una guerra spaventosa-mente cruenta, che ha cambiato il rap-porto dell’America con la morte”.Non solo, senza la sua lotta probabil-mente non ci sarebbe nemmeno l’A-merica che conosciamo: “Le sue scel-te, la sua leadership – aggiunge la Field

- hanno avuto un impatto decisivo, enon solo per l’abolizione della schia-vitù. Forse senza di lui oggi gli StatiUniti non esisterebbero: la schiavitùavrebbe distrutto il sogno democrati-co e ci sarebbero tanti piccoli staterelli.E, ovviamente, non ci sarebbe Oba-ma”. Rimane un dubbio: l’importanzastorico-politica giustifica due ore emezza di beghe Nord-Sud, noia bipar-tisan e spettri agiografici? Chissà chedirebbe Machiavelli…

AT T UA L E

La sua parabola parla di

problemi che toccano da

vicino il mondo intero: la

chiusura in se stessi, il

provincialismo. Tutti i

popoli oggi sono a rischio

Sally Fielde Daniel Dee-

Lewis in“Lincoln”.

Sotto, il registaSteven Spielberg

Ansa

Page 15: Il Fatto Quotidiano (18.01.2013)

15il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 GENNAIO 2 01 3

di Paolo Ziliani

Contrordine: le loschemanovre ordite dalportiere Matteo Gia-nello prima di Sam-

pdoria-Napoli 1-0 non eranouna tentata combine, ma unaburla di “Scherzi a parte”; unoscherzo riuscito male, specieper i compagni di squadra Pao -lo Cannavaro e Gianluca Grava,ma che non meritava certo diessere punito con 2 punti di pe-nalizzazione (e 6 mesi di squa-lifica per i giocatori) come ave-va deciso, in primo grado, la Di-sciplinare. E così: la buona no-

tizia, dal fronte del PalloneSporco, è che la Corte Federaleha tolto ieri, al Napoli, tutti e 2 ipunti di penalizzazione inflitti-gli ingiustamente. La sentenza èstata diffusa via altoparlantenelle fermate della metropoli-tana, tra il tripudio generale.Ora la classifica recita Juventuspunti 45, Lazio e Napoli 42 eMazzarri, a cominciare da do-menica a Firenze (ore 12.30)potrà tornare a schierare, vo-lendo, Cannavaro e Grava, cheerano stati squalificati, è vero,ma per errore. Unico punito (eci mancherebbe altro) il prodeGianello, che si prende 21 mesi

di sospensione, così la prossimavolta impara a non urlare, a fineburla, “Sorridi! Sei su Scherzi aparte!”,Se questa è la notizia buona,quella cattiva – sempre dalfronte Pallone Sporco – arrivanientemeno che dalla bocca delcapo della polizia Antonio Man-ga n e l l i , ormai ribattezzatoCampanelli (d’allarme) perquel suo gusto un po’ sadico dispargere apprensione a pienemani a ogni pie’ sospinto.

COME IERI, a Roma, quandodurante la conferenza Interpol“Calcioscommesse: il lato oscu-

ro del bel gioco” ha testualmen-te detto: “Non vi dico cosa pre-vedo accadrà nei prossimi gior-ni sul fronte calcioscommesse,altrimenti le notizie oscurereb-bero questa conferenza”. Micamale come stuzzichino!Considerando che la Procura diBari ha appena concluso le in-dagini sulle partite truccate dalBari con 33 rinvii a giudizio (dicui 27 a giocatori, 20 dei qualihanno venduto partite nelle sta-gioni con Antonio Conte inpanchina), lo tsunami che staper abbattersi sul carrozzonedel calcio non può che avere perepicentro Cremona, la città fa-mosa nel mondo per le sue 3 T(torrone, Torrazzo e tettone),cui adesso se ne aggiungerà unaquarta: quella di tarocchi (delcalcio).Cos’abbiano scoperto il procu-ratore Di Martino e il gip Sal-vini, che da due mesi tengono ingattabuia Almir Gegic, 33enneserbo naturalizzato turco, exgiocatore del Chiasso e del Vi-cenza e numero 2 della bandadegli “zingari”, non è dato sa-pere. Secondo i magistrati cre-monesi Gegic, che fa il fintotonto, sa molte cose che non di-ce: a cominciare dalle combinedi Lazio-Genoa 4-2 e di Lec-ce-Lazio 2-4 e dal ruolo attivogiocato nei suddetti tarocchi da

calciatori di primo piano comeMauri, M i l a n e t to e Sculli (i pri-mi due sono finiti in galera). Manon è tutto: i magistrati di Cre-mona avrebbero anche indivi-duato il leggendario “Mister X”,di cui si favoleggia da mesi, ca-pace di combinare partite a li-vello di serie A grazie a una fittarete di rapporti con alti dirigentidei club per poi vendere l’infor -mazione agli scommettitori per600 mila euro a botta. “Il lavorodella Polizia è stato ottimo – haammesso il procuratore DiMartino –ora stiamo approfon-dendo alcuni aspetti, ma prestotireremo le fila. La posizione diMauri e il ritardo della giustiziasportiva? Non so che dire,ognuno è responsabile del pro-prio campo”. Stilettata a Palaz-zi?

RIASSUMENDO: se il Napolinon ha avuto difficoltà a salvarecapra e cavoli (leggi: punti inclassifica e giocatori squalifica-ti) anche per l’atteggiamentoclamorosamente remissivo diStefano Palazzi (“Alla Discipli-nare – ha spiegato ieri – avevochiesto un solo punto di pena-lizzazione per il Napoli perchéGianello era un giocatore aimargini. Per la quantificazionedella pena, oggi mi sono rimes-so alla corte”), le cose potrebbe-ro andare peggio alla Lazio, spe-cie se le funeste previsioni delcapo della polizia Manganellivenissero confermate. Se i dueilleciti perpetrati dal propriotesserato (Mauri) nelle partitecon Genoa e Lecce, venisserodimostrati, la Lazio andrebbeincontro al disastro di 5 punti dipenalizzazione, visto che il ta-

riffario prevede 2 punti a partitae 1 punto in più per l’aggravantedella consumazione del reato.Ma anche in casa J u ve n t u s inquesti giorni i sorrisi sono tirati.La squadra non corre alcun ri-schio di penalizzazione, ma lanotizia è che Antonio Conte –che ha appena finito di scontarela squalifica per omessa denun-cia – corre seriamente il rischiodi un deferimento-bis ora che laProcura di Bari ha inviato a Pa-lazzi i verbali dei suoi interro-gatori.Ebbene: se nel processo-Sienaad accusare Conte di sostanzialeconnivenza con la squadra cheandava in campo per perdereera un giocatore (C a ro b b i o ), nelprocesso-Bari i giocatori chegettano ombre su Conte, rac-contando episodi diversi, sonotre: Gillet, Ku t u zov e Lanzafa -me. Per non parlare dello stessoConte, che alle pagine 62, 63 e64 del verbale d’interrogatoriosi mette nei guai raccontando aimagistrati il colloquio imbaraz-zato (e imbarazzante) avuto conS te l l i n i che desidera metterlo alcorrente che “in Salernita-na-Bari c’è stato qualcosa”. An-cora una volta, Conte non de-nuncia a Palazzi l’accaduto. Sia-mo all’omessa denuncia piùmanifesta. Essendo Conte reci-divo, gli sconti di pena non sonopiù possibili: la recidiva, anzi,diventa aggravante. Morale del-la favola: Conte rischia 12 mesidi squalifica. Così è, anche senon vi pare.

SECONDO TEMPO

Napoli, riecco i 2 puntiCANCELLATA LA PENALIZZAZIONE, MA MANGANELLI ANNUNCIA: “NOVITÀ IN ARRIVO”

G RA Z I AT I Paolo Cannavaroe Gianluca Grava contrastano Fa-brizio Miccoli durante un Napoli-Palermo del 2010. La Corte Fede-rale ha ieri annullato i sei mesi disqualifica comminati a entrambidalla Disciplinare La Pre ss e

STORIA INFINITA

Per le indagini di

Cremona ora trema la

Lazio, che rischia -5 in

classifica. E da Bari

potrebbe arrivare una

nuova tegola su Conte

di Elisabetta Ambrosi

Filosofi di tutta Italia, scal-datevi: è ora di scendere in

rete. Se siete curiosi di saperefino a che punto la teoria delvecchio Marx funziona ancoracontro il nostro capitalismomarcio, o magari volete capirese le tesi dell’apocalittico Hei-degger possono realmente tor-nare utili dopo Fukushima, daoggi c’è una palestra filosoficain più. Invece che sulle gambe,però, come nelle scuole peripa-tetiche, le argomentazionicammineranno online. Il nuo-vo gymnasium della mente sichiama “Il rasoio di Occam”(http://ilrasoiodioccam.microme -ga.net), una “costola” filosoficadi M i c ro M e g a – sempre direttada Paolo Flores d’Arcais – chesi affiancherà ai contenuti delcelebre Almanacco, senza ov-viamente replicarli. L’idea è na-ta l’anno scorso, con l’obiettivo– spiega il coordinatore del sitoGiorgio Cesarale – di creareuno spazio dove discutere que-stioni che hanno una rilevanzapubblica”. Alcuni esempi? Di-ritti umani, crisi economica,corruzione, fine vita, disugua-glianze e possesso di armi. Masolo, rigorosamente, con unlinguaggio filosofico. Insom-ma, niente “chiacchiere” (nelsenso heideggeriano di bana-lizzazione dell’essere).Anche per questo, l’aggiorna -mento, almeno per ora, sarà

settimanale, proprio per daremodo a visitatori di leggere (eben “digerire”) l’intervento, inmodo da intervenire a loro vol-ta. Sul sito graviteranno nomidi eccellenza, come Carlo Au-gusto Viano, Ernesto Screpanti(autori dei primi due articolipubblicati: “Aporie della giu-stizia. Marx a lezione da Rawls”e “La razionalità sostanziale èfinita in Cina”). E poi GianniVattimo, Franca D’Agostini,Giulio Giorello, Sossio Gia-metta, Telmo Pievani, Mauri-zio Ferraris, Alessandro Pe-trucciani. C’è voglia, però, an-che di far crescere giovani ta-lenti filosofici (trai vari nomi:Giacomo Fronzi o Ernesto DeCristofaro), anche attraversouna sezione dedicata agli“emergenti. Ma “senza parrici-di né rottamazioni”, precisa ilcoordinatore.

ALTRO ASPETTO importantedel sito: il suo carattere inter-nazionale. Per questo alcuni ar-ticoli saranno scritti in inglese,mentre al tempo stesso impor-tanti filosofi stranieri troveran-no pronta ospitalità.Ci sono riviste o siti a cui il ra-soio di Occam si ispira? “In Ita-lia non abbiamo un modelloesplicito di riferimento: ap-prezziamo il PhenomenologyLab di Roberta de Monticelli,ma noi siamo aperti a tutte lescuole filosofiche, non solo aquella fenomenologica”, conti-

nua Cesarale. “Ci siamo inveceispirati alla rivista statunitenseThe Stone, legata al New York Ti-mes”. Portare la discussione fi-losofica sul web, fuori dall’Ac -cademia, è un modo per direche nelle università si discutesempre di meno? “Non c’è unapolemica diretta, però di sicuroil nostro intento è quello di edu-care alla discussione un pubbli-co filosofico, che spesso invecenon è abituato”.Sul sito, gli studiosi o i semplici

appassionati di filosofia trove-ranno anche una serie di stru-menti: una biblioteca virtuale diclassici online che raccoglierà itesti dei filosofi della nostra tra-dizione, sia in lingua italianache originale.

DA AGOSTINO a Wittgenstein;una raccolta dei link più impor-tanti di siti: blog multiautoriali,riviste, enciclopedie e bibliote-che, centri di ricerca; infine –soprattutto per i più profani – inomi e le biografie intellettualidei maggiori filosofi italiani, daGiorgio Agamben a SalvatoreVeca, passando per MassimoCacciari, Umberto Eco, Rober-to Esposito, Maurizio Ferraris,Giulio Giorello, Sergio Givone,Diego Marconi, Antonio Negri,Pier Aldo Rovatti, EmanueleSeverino, Salvatore Veca (e sispera presto anche qualchedonna).Una curiosità: il nome del sito –dal celebre argomento del filo-sofo Guglielmo di Occam, se-condo cui, ci spiega Cesarale,“bisogna eliminare probleminon risolvibili attraverso provaempirica o argomentazione lo-gica”, era quello originaria-mente scelto per M i c ro M e g a . Lapolitica troverà qualche spazio?“No. Noi ci occupiamo di que-stioni che hanno rilevanza po-litica, ma con un taglio scien-tifico-filosofico. E soprattutto,senza alcuna ideologia di par-tenza”.

Filosofi di tutto il mondo unitevi in retee affilate “Il rasoio di Occam” di MicroMega

di Pasquale Rinaldis

Il luogo è Firenze e il periodo è quello dei primi anniOttanta: abbandonati l’eskimo, le barbe incolte, le icone

di Che Guevara e il libretto rosso di Mao, insomma, lasciatialle spalle gli anni Settanta, in ambito musicale, dopo l’ul-tima fiammata rappresentata dal Punk più distruttivo enichilista del 1977, il vuoto che rimane è enorme. Sorpren-dentemente anche in Italia. Proprio in questo periodo sto-rico una delle più importanti realtà musicali italiane vaprendendo forma. Una volta tanto non si tratta di una bandche imita, ma che va addirittura ad aggiungere qualcosa dinuovo a quello che altri avevano fatto fino ad allora. Lorosono i Litfiba e il genere che va affermandosi e che quelvuoto lo colmerà è la NewWave, che nel dicembre1982 è al terzo posto tra i ge-neri più popolari. E mentrealcuni preferiscono percor-rere la via (già indicata) del-la consapevolezza dei pro-pri desideri, altri, dotati diveemenza musicale e anta-gonismo ideologico come iLitfiba, scelgono di rivolge-re il proprio sguardo versola loro interiorità, predili-gendo una visione più sen-sibile e conscia dell’impos-sibilità di realizzare certi ideali. Piero Pelù e Ghigo Renzulli,all’epoca veri e propri pionieri della musica hanno innanziorizzonti vastissimi. E la storia riserva loro innumerevolisorprese. Oggi, a quasi 20 anni di distanza, insieme con icomponenti storici della band, tornano sul palco con Tr i -logia 1983-1989 per dare nuova linfa ai brani composti inquel periodo e di cui fanno parte dischi epici come De-s a p a re c i d o , 17 Re, L i tf i b a 3 , oltre al conclusivo Pi ra ta . Dopo isold out registrati per le date del 30, 31 gennaio e 24 e 25marzo, l’evento in cui i Litfiba faranno rivivere il repertoriodi quegli anni è uno degli appuntamenti più attesi. Gli anniOttanta, invece, fra i periodi della storia più rimpianti.

LITFIBA Trilogia 1983-89Rivive il sound anni 80

AGORÀ VIRTUALE

Un sito per discutere

in termini rigorosi di

tutti i temi a rilevanza

etica e sociale, e

sottrarli alla dittatura

delle “c h i a cc h i e re ”

Page 16: Il Fatto Quotidiano (18.01.2013)

16 VENERDÌ 18 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

18.30 Transatlantico Attual.19.00 News Notiziario19.25 Sera Sport Notiziario

sportivo19.30 Il Caffé: il punto

Attualità20.00 Il Punto alle 20.00

AttualitàMeteo Previsioni deltempo (all’ interno)

20.58 Meteo Previsioni deltempo

21.00 News lungheNotiziario

21.26 Meteo Previsioni deltempo

21.30 Visioni di futuroAttualità

21.56 Meteo Previsioni deltempo

22.00 Visioni di futuroAttualità

22.26 Meteo Previsioni deltempo

22.30 News lungheNotiziario

22.56 Meteo Previsioni deltempo

23.00 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.27 Meteo Previsioni deltempo

23.30 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.57 Meteo Previsionitempo

0.00 News + RassegnaStampa Attualità

0.27 Meteo Previsioni deltempo

6.00 Prima PaginaInformazione

7.55 Traffico - Meteo.it -Borsa e MoneteInformazione

8.00 TG5 MattinaInformazione

8.40 La telefonata diBelpietro Rubrica

8.50 Mattino CinqueAttualità

11.00 Forum Real Tv13.00 TG5 Informazione13.40 Beautiful Soap14.10 CentoVetrine Soap14.45 Uomini e Donne

Talk show16.15 Amici Reality show16.55 Pomeriggio Cinque

Attualità18.50 Avanti un altro

Gioco20.00 TG5 Informazione20.40 Striscia la Notizia -

La voce dell'insolvenzaAttualità

21.10 Italia domanda"Ospite: SilvioBerlusconi" Attualità(Dir.)

23.30 L'Isola dei segreti"Prima puntata"Miniserie

1.30 TG5 Notte - Meteo.itInformazione

2.00 Striscia la Notizia - La voce dell'insolvenzaAttualità (Repl.)

2.55 Uomini e DonneTalk show (Replica)

6.40 Cartoni animati8.45 Everwood "Il miracolo

di Everwood""Arrivano gli alieni"Telefilm

10.35 E.R. - Medici in primalinea "Fibrillazioniamorose" "Misteriosidecessi" Telefilm

12.25 Studio ApertoInformazione

13.00 Sport MediasetNotiziario sportivo

13.40 Cartoni animati14.55 Prima tv Fringe "Il

coraggio di un nuovomondo - secondaparte" Telefilm

15.45 White Collar Telefilm16.30 Chuck "Chuck vs Il

falso nome" "Chuck vsMorgan" Telefilm

18.05 La vita secondo Jim"Cheryl cantante"Telefilm

18.30 Studio Aperto -Meteo.it Informazione

19.20 C.S.I. "La staffetta""Scarabeo" Telefilm

21.10 Pirati dei Caraibi - Aiconfini del mondo -Avventura (Usa 2007).Di Gore Verbinski, conJohnny Depp, OrlandoBloom

0.25 Le Iene "Primapuntata" Varietà

1.50 Sport MediasetNotiziario sportivo

2.15 The Shield Telefilm

6.50 T. J. Hooker "Ladri dibuste paga" Telefilm

7.45 Miami Vice "Battesimodi fuoco" Telefilm

8.40 Hunter "Il russo -seconda parte" Telefilm

9.50 Carabinieri 2"Un'espressioneluminosa" Telefilm

10.50 Ricette di famigliaVarietà

11.30 TG4 Informazione12.00 Un detective in corsia

"Una diagnosisbagliata" Telefilm

12.55 La signora in giallo"Omicidio allospecchio" Telefilm

14.00 TG4 Informazione14.45 Lo sportello di Forum

Real Tv15.35 Ieri e oggi in tv Varietà15.40 La storia di una

monaca - Drammatico(Usa 1959). Di FredZinnemann, conAudrey Hepburn, PeterFinch

18.55 TG4 Informazione19.35 Tempesta d'amore

Soap20.30 Walker Texas Ranger

"Il testimone" Telefilm21.10 Prima tv The Closer

"Prova vivente" Telefilm23.10 Bones "La mano di

cenere" "Il giocatoresott'olio" Telefilm

1.00 TG4 Night NewsInformazione

6.00 TGLa7 - Meteo -Oroscopo - TrafficoInformazione

7.00 Omnibus AttualitàTG La7 Informazione(all'interno)

9.55 Coffee Break Attualità11.00 L'aria che tira Attualità12.20 Ti ci porto io...

in cucina con VissaniRubrica

12.30 I menù di BenedettaRubrica (Replica)

13.30 TG La7 Informazione14.05 Attacco: Piattaforma

Jennifer - Avventura(GB 1979). Di AndrewMcLaglen, con RogerMoore, James Mason

15.50 Prima tv La7 In PlainSight - ProgrammaProtezione Testimoni"Don't Cry for meAlbuquerque" Telefilm

16.50 Il CommissarioCordier "Tesi per undelitto" Telefilm

18.50 I menù di BenedettaRubrica

20.00 TG La7 Informazione20.30 Otto e mezzo Attualità21.10 Ultima puntata

AtlantideDocumentario

23.20 La7 DocDocumentario

0.20 Omnibus NotteAttualità

1.25 TG La7 SportInformazione

6.30 TG1 - Previsioni sullaviabilità CCISSViaggiare informatiInformazione

6.45 Unomattina "Intervistaa Roberto Maroni"Attualità

10.00 Unomattina Occhio allaspesa Rubrica

10.25 Unomattina RosaAttualità

11.05 Unomattina Storie VereRubrica

12.00 La prova del cuocoVarietà

13.30 TG1 Informazione14.00 TG1 Economia

Informazione14.10 Verdetto Finale "I figli e

le cattive compagnie"Attualità

15.15 La vita in direttaAttualità

18.50 L'eredità Gioco20.00 TG1 Informazione20.30 Affari tuoi Gioco21.10 Riusciranno i nostri eroi

"Seconda puntata -Ospiti: PierfrancescoFavino e ChiaraGaliazzo" Varietà

23.35 TV7 "Dal Mali a SanFrancisco" Attualità

0.35 L'AppuntamentoRubrica

1.05 TG1 Notte - Che tempofa Informazione

1.40 Sottovoce Rubrica2.10 Rai Educational Rewind

- Visioni Private Rubrica

6.40 Cartoon FlakesRagazzi contenitore

8.45 La Signora del WestTelefilm

9.30 TGR - Montagne Rubr10.00 TG2 Insieme Attualità11.00 I Fatti Vostri Attualità13.00 TG2 Giorno

Informazione14.00 Seltz Rubrica14.40 Senza traccia "Sole di

mezzanotte" Telefilm15.25 Cold Case "I volontari"

Telefilm16.10 Numb3rs "Il profeta"

Telefilm17.00 Rai Parlamento -

Elezioni 2013: Tavolarotonda Attualità

17.55 Rai TG Sport - TG2 Informazione

18.45 Squadra SpecialeCobra 11 "Il periodoblu" Telefilm

19.35 Il Commissario Rex"Omicidio nel parco"Telefilm

20.30 TG2 - 20.30Informazione

21.05 Prima tv Hawaii Five-0"Il dubbio" Telefilm

21.40 Prima tv Rai Missing"La regina di ghiaccio""Il traditore" Telefilm

23.25 TG2 Informazione23.40 L'ultima parola

Attualità1.10 Anna Winter

"Omicidio in maschera"Telefilm

8.00 Agorà Attualità10.00 La Storia siamo noi

Documentario10.50 Codice a barre

"La stazione Tav diAfragola" Attualità

11.30 Buongiorno Elisir"Russare" Attualità

12.00 TG3 Informazione12.25 TG3 Fuori TG Attualità12.45 Le storie - Diario

italiano Attualità13.10 Prima tv Lena, amore

della mia vita Soap14.00 TG Regione - TG3 -

Meteo 3 Informazione14.50 TGR Leonardo Rubrica15.05 TGR Piazza Affari

Rubrica15.10 La casa nella prateria

Telefilm16.00 Cose dell'altro Geo

Documentario17.40 Geo & Geo

Documentario19.00 TG3 - TG Regione

Informazione20.00 Blob Varietà20.10 Comiche all'italiana

Documenti20.35 Un posto al sole Soap21.05 Leader "Prima puntata

- Ospite: AntonioIngroia" Attualità (Dir.)

23.05 C'era una volta"...E quel giornouccisero la felicità"Attualità

0.00 TG3 Linea notteAttualità

LA TV DI OGGI

LA RADIO

SC1 Cinema 1SCH Cinema HitsSCP Cinema

PassionSCF Cinema

FamilySCC Cinema

ComedySCM Cinema MaxSCU Cinema CultSC1 Sport 1SC2 Sport 2SC3 Sport 3

17.35 Rango SCF17.50 Io sono Li SCU17.50 Per sfortuna

che ci sei SCP18.55 The Interpreter SCH19.10 Niente

da dichiarare? SCC19.15 The Artist SC119.25 Ant Bully - Una vita

da formica SCF19.25 Ticket Out - Giustizia

ad ogni costo SCM19.25 Love Training - Lezioni

d'amore SCP19.30 I primi della lista SCU21.00 Holy Water SCU21.00 Baciato

dalla fortuna SCC21.00 Il campeggio

dei papà SCF

21.00 Jeepers Creepers - Il canto del diavolo SCM

21.00 Un mese al lago SCP21.10 Mia moglie

per finta SCH21.10 Batman SC122.35 A casa per Natale SCF22.40 Prima tv Shame SCU22.40 2 Single a nozze SCC22.40 Solo per

vendetta SCM22.40 Canone Inverso -

Making Love SCP23.10 Underworld SCH23.20 One Day SC10.05 Neverland - Un sogno

per la vita SCF0.30 Uova d'oro SCU0.30 New Police Story SCM

14.00 Basket, NBA 2012/2013Detroit Pistons - NewYork Knicks (Replica)SP2

14.15 Calcio, Premier League2012/2013 6a giornataArsenal - Chelsea(Replica) SP3

16.15 Basket, NBA 2012/2013Los Angeles Lakers -Miami Heat(Replica) SP2

16.30 Calcio, Serie B2012/2013 22a giornataAscoli - Varese(Replica) SP3

18.15 Calcio, Premier League2012/2013 6a giornataArsenal - Chelsea(Replica) SP3

18.45 Motori, GT Academy SP2

19.00 Wrestling WWE NXTEpisodio 30 SP2

20.00 Wrestling WWESuperstarsEpisodio 30 SP2

20.00 World Series ofBoxing Germania -Italia (Diretta) SP3

21.00 Wrestling, WrestlingWWE DomesticSmackdownEpisodio 30 SP2

22.30 Golf, PGA EuropeanTour 2013 Da AbuDhabi (Emirati Arabi)The Abu Dhabi GolfChampionship: 2agiornata (Repl.) SP3

I film Lo sportRadio2 Live: Y’akoto in concertoY'akoto sarà protagonista della puntata odierna di Radio2 Live con la conduzione di Federi-ca Gentile e la regia di Andrea Cacciagrano. L’ artista tedesca, figlia di madre tedesca epadre ghanese, dopo il primo singolo, “Tamba”, uscito nel 2011, torna con l’ album “Babyblue”, un riuscito mix tra soul, reggae e blues. E’ accompagnata al basso da Benoit Dordolo,alla chitarra da Haile Jno-Baptiste, alle tastiere da Matthäus Winnizky, alla batteria e allepercussioni da Reda Samba. La canzone più accattivante del disco è “Baby Soul”, anche se “Diamonds” e “WhitoutYou” sono risultate gradite al pubblico radiofonico da subito e molto gettonate dalle radio.Dopo il concerto che ha tenuto al New Pop Festival di Baden Baden, che si è tenuto in Ger-mania a fine settembre dello scorso anno, ora Y'akoto si accinge a “conquistare” l’ Europacon un lungo tour. RADIODUE 21.00

SECONDO TEMPO

GRANDI RITORNI

B. chiede, Italia domandae Bersani non sfonda

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

I menu di Benedettasenza diretta scuociono

BENEDETTA Parodi è succeduta a GeppiCucciari come “t ra i n o ” del Tg La7 di MentanaLa Pre ss e

di Paolo Ojetti

Niente da fare. Bersani non cel’ha fatta. Invitato nella tana

del lupo, la wolfschanze di Berlusco-ni, Canale 5, “Italia Domanda” lastorica “trasmissione di approfon-dimento” del Tg5 riesumata per leelezioni è rimasta al palo: un flop da2 milioni di telespettatori e poco più.Sarà stata colpa di Bersani, che nontelesfonda mai. Sarà stata colpa delcircolo di intervistatori (Cesàra Bo-namici, Massimo Franco, VirmanCusenza, Maurizio Belpietro, la pla-teina di ragazzi selezionati da Me-diaset), metà prevedibili e metà ar-ruolati nella solita compagnia di gi-ro: l’altra sera, l’audience della repli-ca di “Rebecca, la prima moglie” suRai Uno e Fiorentina- Roma su Rai2, hanno doppiato Bersani e il vo-lenteroso conduttore Roberto Bilà.E non erano un gran ché: la Rebeccatelevisiva fa ridere di fronte al film diHitchcock con Laurence Oliver eJoan Fontaine e la partita – brutta edi Coppa Italia – interessava fioren-tini, romani e maniaci. Sarà colpadell’assuefazione, della noia, del di-sfacimento genitale dei telespettato-ri, assediati dalle trasmissioni “po -litiche”, fatto sta che di “Italia Do-manda” non se ne sentiva proprio ilbisogno. Questo spazio – un paio diore, un’eternità – fu inventato daGianni Letta agli albori del berlu-

sconismo. Allora tutto faceva brodoper la gloria del Capo. Poi, quandoBerlusconi non ebbe alcun interessea dividerla con altri leader politici,scomparve senza lasciare tracce vi-sibili. D’altra parte, era frutto tardi-vo: Biagi aveva scritto un libro e Mi-chele Mirabella conduceva una tra-smissione che avevano il medesimotitolo. Troppe italie e troppe do-mande. E, ormai, poche risposte.Cosa ci si aspetta più da Bersani?Fantastiche invenzioni, voli poetici,illuminazioni estemporanee suImu, redditometri, nozze gay, pa-reggi di bilancio e lavoro per i gio-vani? Ci si aspettava che su Crisafulli(meglio, sul “caso Crisafulli”) impu-gnasse la spada di San Giorgio?

SÌ, AZZARDIAMO pure la seguenteverità che darebbe ragione da ven-dere a Grillo: sentire le solite menatetelevisive in replica perenne (anche iminidogmi catechistici di Casini - aPorta a Porta - addormentavano co-me l’oppio dei romanzi di Pierre Lo-ti) non ha più alcun senso. Questasera arriva l’ospite inatteso, Berlu-sconi, il proprietario di casa. Arrivacon scorta di diagrammi, cifre, pro-messe, bugie, siparietti e le solite fre-scacce da crociera. Di solito, doppiaBersani. Se “Italia Domanda” arrivaa 4 milioni di utenze, sarà del tuttonormale. Un’anticchia al di sotto edè già tonfo.

di Luigi Galella

La diretta televisiva tesse un filo frapubblico e schermo, conferendo

alla rappresentazione sapore e potere.Senza, si perde gran parte del fascinodell'evento e della presunta o reale ca-pacità di coinvolgere.In diretta chiunque può intervenire edesser parte dello spettacolo. E il con-duttore che prende commiato dal pub-blico può passare il testimone a chisegue, creando quel rapporto di con-tinuità fra i programmi, che determinaspirito di unità e di comunità.Se la tv oggi ha ancora senso, non comesemplice e ancillare veicolo di altri me-dia – del potentissimo Internet adesempio – ma per una sua propria forteidentità, non può prescindere dall'es-sere contemporaneo a ciò che descrive.Nemmeno nei programmi minori oleggeri, in prossimità dell'ora di cena.Come nel caso dei “Menu di Benedet-ta” (La7, dal lunedì al venerdì, 18.50).La Parodi, durante la precedente vitatelevisiva in Mediaset, aveva conqui-stato non solo alti indici di ascolto, maperfino le vette della classifica dei libri

più venduti, col suo “Cotto e mangia-to”. Dopo anni di nouvelle cuisine edegli chef pluristellati, sembrava chefosse giunto finalmente il momentodella massaia bella e buona, verace egenuina, i cui piatti, ancorati alla tra-dizione italica, sapevano condirsi colpepe della rapidità, necessario valoreaggiunto dei tempi.Uscita di scena Geppi Cucciari nellafascia preserale, per effetto di ascoltimai decollati, la Parodi ne ha ereditatolo spazio, strategico, per lanciare la se-rata: il Tg, che a sua volta prepara l'ac-cess e il prime time, nei quali si con-centrano i massimi investimenti pub-blicitari.

MA NEMMENO la sua grazia funzionae ci si chiede il perché. Perché gli ascoltisiano tristemente ripiegati intorno al2% di share. Soprattutto se si considerala possibilità espansiva di un'emittente,che Santoro ha dimostrato poter con-durre a risultati record. Dal 2 al 33%:divario un po' troppo vistoso.La natura de La7, si è compreso, è dirivolgersi a un pubblico che avverte l'e-sigenza della partecipazione. La quale

si stabilisce, quando è presente, su varilivelli e generi: dalla politica al gossip,dallo sport alla cucina, ecc. La trovatadi preparare un piatto in pochi minuti,scanditi uno alla volta dalla voce dellafiglia della conduttrice, in attesa del Tgdi Mentana, è di sicuro una buona idea.Che mima e riproduce i momenti fre-netici della giornata, quando si è alleprese coi fornelli e con le ristrettezzedei minuti a disposizione. Ma se fossecollocato in una vera diretta sarebbeun'idea migliore. Se vedessimo Men-tana commentarlo, ad esempio. O sefosse possibile coinvolgere il pubblicoda casa. In tema di cucina gli italiani sicomportano infatti come per una par-tita di calcio: ritengono d'essere dei finiintenditori. Perché non fare quindi diun programma culinario per tutti unvero programma di tutti?Una rete di peso ha bisogno, se vuoledistrarsi da sé, di una leggerezza nonfrivola. La diretta può offrire questotipo di supporto, stabilendo un rap-porto stretto col reale e la sensazionenel pubblico d'essere attore. E di potervivere illusoriamente nei tempi della tv,condividendone saperi e sapori.

Gli ascoltidi mercoledì

REBECCA LA PRIMA MOGLIEs p e t t a to r i 4,6 mln share 17. 2%F I O R E N T I N A- RO M As p e t t a to r i 4,5 mln share 1 6 .6 %

CHI L’HA VISTO?s p e t t a to r i 3,3 mln share 1 1 .6 %M I ST E ROs p e t t a to r i 2,3 mln share 9. 5 %

Page 17: Il Fatto Quotidiano (18.01.2013)

17il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 GENNAIO 2 01 3

di Chiara Daina

Chissà come l’ha presa la popstarcoreana Psy. E Mario Monti avrà

ballato? Sulle note di Monti style, il re-make di Gangnam Style, realizzato daAlcedo Video, un gruppo di ragazzidalla Versilia che si autofinanzianoper fare tutto quello che gli passa nellatesta senza obbedire a nessuno. Nep-pure quando si tratta del Presidentedel Consiglio.Cravatta blu elettrica, giacca nera ocasacca verde Lega Nord, occhiali dasole e un’imperdibile parrucca grigionebbia milanese. È lui, Francesco Ma-rai, a vestire i panni di SuperMario.Nato e cresciuto a Parma, la città delprosciutto crudo, Marai canta a ritmodi rap, ma non è un cantante serio. Lodice lui (a un giornale locale): “Nonho mai studiato canto e non ho maicercato di migliorare la mia tecnicacanora, mi sono sempre concentratosugli strumenti musicali, la compo-sizione e la produzione. E a fare l’im-becille”. Gli è riuscito davvero bene. Ilvideo, lanciato su YouTube nel pienodell'estate, è stato visualizzato finora

da 213.437 utenti. Un successo, inver-samente proporzionale all'austeritàdei provvedimenti imposti dal Montipolitico, o technopolitik, più trendy(e adatto al tema). Adesso fate play.

C'È UNA RAGAZZA bellissima, capel-li biondi e lunghi e un corpo asciutto esensuale, sventola al finto premierdelle banconote da 500 euro (finte an-che quelle?). Setting: spiaggia del Ba-gno Acali a Forte dei Marmi. Monti èspaparanzato su una sdraio. “Sonostato nominato, senza esser mai vo-tato - e fin qui ci siamo - ingaggio as-sicurato nel mio paese un po’ malato,banche, crisi Europa, manca solo unpo’ di topa, ci sta ben, un po’ di to-pa!”.Stop. Il vero Monti avrà bevuto unsorso d’acqua per riprendersi dalloshock. Il testo è frutto di tre menti sca-tenate: quella di Marai, Simone Ga-brielli (autore anche delle riprese) eFrancesco Lari (che ha curato pure laregia). Via ancora: “Berlusconi è quelnano tonto rinco bunga bu, Bersani èpupazzo pazzo un po’ prolasso e poiCasini è cattolico divorziato, separato

e Fini è… ma lasciamostar”. La caricatura dell’expremier prima si trova almare (Tirreno), poi dietrouna scrivania, una predellaeuropea, e per finire la fab-brica. “Ti salvo io dallospread!”. Tanto lui “il postofisso lo ho per arrotondareun po’ faccio il politico”.Psy, il fenomeno made inCorea, il 21 dicembre 2012,quando i Maya ci volevanotutti morti, ha fatto il re-cord mondiale di visualizzazioni: unbottino che vale un miliardo di sguar-di. Perfino il segretario generale delleNazioni Unite, Ban Ki-moon si è fattoprendere dal tormentone e ha ballatoGangnam style. Chi potrebbe danzarela parodia in salsa italiana? La sfida(con annesse scommesse) è ormaiaperta.Intanto, impazzano su Youtube i nuo-vi inni politici. L’appuntamento alleurne si avvicina, infatti. E i partiti chesaremo chiamati a votare si sbizzar-riscono con gli spartiti. Il candidatoPier Luigi Bersani ha optato per il gu-

sto rock: la canzone “Inno” di GiannaNannini da ieri è il canto ufficiale delPd. Silvio Berlusconi invece ha pre-ferito fare tutto da solo: un testo scrit-to a sei mani con Mariarosaria Rossi eDanilo Mariani e un parto dal titolo“Gente della libertà”, poco orecchia-bile, che ha messo in soffitta “Menomale che Silvio c'è”.

PIER FERDINANDO Casini per l’Udc,che corre insieme alla lista di Monti, è“Pace e libertà” di Luca Sardella.“Ognuno vale uno” è l'inno del Mo-vimento 5 Stelle, e il suo ritornello è:

“Non siamo un partito, non siamouna casta ma siamo cittadini, ognunovale uno”. Il testo passa in rassegnatutti i punti del programma dei gril-lini. Il Carroccio non molla “Va pen-siero” di Giuseppe Verdi. Sel non neha uno ufficiale e di altri esiste solo laparodia.Nell’era della dimensione unica, delverticale che cede all’orizzontale, degliordini coi commenti, della second lifesu Facebook, Twitter e YouTube il si-pario tra spettacolo e politica, finzionee realtà non può calare. E allora, eccoviservito il centrifugato delirante.

TWITTER DIXIT

Vi o l e n za inaudita, ma sono solo due spintoni

Google ha ucciso l’asino, anzi no

INCIDENTI DI PERCORSOUna macchina di Google Street View è stata accusata di aver investitoun asino in Botswana. Ma l’azienda smentisce: “L’asino è vivo”

SECONDO TEMPO

DALLA VERSILIA Cravatta blu elettrica, giacca ne-ra o casacca verde Lega Nord, occhiali da sole e un’i m p e rd i -bile parrucca grigio nebbia milanese, è il Monti immortalatodai ragazzi di Alcedo Video

Durante Fiorentina-RomaQuadrado e Dodò si spintona-no e vengono espulsi. Mentrerientrano negli spogliatoi sci-volano, Fabrizio Failla, tele-cronista Rai, vede scene apo-ca l i t t i c h e

UN BATTIBECCO per unfallo lui non l ha mai vista invita sua#fabrizio failla

@ Zu d d a s _ b a n d i to 6G I O R N ATA dura avrei bi-sogno della droga che usaFabrizio Failla #Faillacosa-sbagliata

@ A l b e p e r n a zzaIN UNO CHEF che tagliauna cipolla, #fabriziofailla

vede un sadico criminaleche affila il coltello. #failla-co s a s b a g l i a t a .

@ Fa b i o d e s teFINALMENTE #Django, ilnuovo Tarantino. Anche inversione col doppiaggio diFabrizio Failla :-)

@ B e n ny fe r ra raFA B R I Z I O Failla vuole vie-tare Bambi ai minori di 18anni a causa della violenzainaudita

@CarloBrunelli1CO N F E R M AT I i rumors: adividere Cuadrado e Dodòc’han pensato i caschi blu,mentre a Fabrizio #Failla èandato il premio Nobel per

la pace.@NMaringola

PER #Failla la canzone“Una carezza in un pugno”"è death metal.

@NonleggerloQ UA L è stato il momentoclou della serata di ieri? 1-lo steward buttato giù daCuadrado. 2- la #violenza-pura di #failla ahah? Se lagiocano

@ A l by Vi o l a Fo reve rMI CHIEDO se #Failla oggideplora che i giornali ab-biano scelto di aprire sullaguerra in Mali anziché sullaguerra di Fiorentina-Roma.

@ i l _ ca p p e l l i n i

A D O RO le isole e il sud..sardegna mia terra..siciliagente fantastica..calabria terra di mia moglie..tutto ilsud e'da scoprire e visitare..

@ B r i a to re Fl av i oSTA S E R A a Porta a Porta duello con Maroni e parloanche di lavoro e di giovani, di palestre e di scuole, ditasse e di norme anticorruzione.

@ E n r i co Le t taG U I D O, l’idraulico di @MasterChefIT, mi ha raccon-tato a La fine del mondo che aprirà un ristorante 30posti e lo chiamerà " il mappazzone"..

@ S ta n za s e l va g g i aHO RISPOSTO A Un Mare Di Messaggi

@ S to ra ce

IN MOLTI PAESI, da quando Internet ha fatto la sua com-parsa, sono andati sviluppandosi strumenti per promuo-vere una nuova cultura del confronto pubblico, capace difar progredire civilmente la cittadinanza, oltreché preve-nire o affrontare positivamente i conflitti. Non è un caso chenel tempo siano sorti partiti e movimenti politici legati piùo meno direttamente alla rete. Chi si occupa di mediazionepubblica sa che i conflitti, al di là dei tavoli ufficiali e uf-ficiosi, si giocano su più piani e fra questi unodei principali è quello dei media specie quan-do i conflitti sono trasversali dove prevale ne-gli ultimi anni, sempre più il web. Ed è proprioper questo che un ingegnere informatico fran-cese, Laurier Rochon, ha pubblicato un eBookintitolato La guida pratica per dittatori alla con-servazione del potere tramite Internet - un ma-nuale per silenziare il dissenso e reprimere ne -t i ze n sobillatori. Lo scopo è fornire ai leader diregimi autoritari, teocratici e totalitari, lineeguida su come usare Internet per mantenere il

maggior potere possibile ilpiù a lungo possibile. “Que -sta guida – scrive l’autore –vi accompagnerà nel pro-cesso di annullamento delladissidenza politica. Se fatein modo che chiunque sia

d’accordo con voi, o che chiunque creda che tutti sono d’ac -cordo con voi, la vostra permanenza al vertice dello Statosarà lunga e prospera”. Non che Rochon sia un fanatico diBashar al Assad o di Mahmoud Ahmadinejad, piuttostol’autore tende a mettere in guardia il cosiddetto “mondol i b e ro”, dando una dimostrazione pratica delle falsità chespesso e volentieri vengono raccontate dai tecno-utopisti,come ad esempio “se volete liberare una società, datele

I n te r n e t ”. “I dittatori – scrive Rochon – usanosolo una frazione delle potenzialità di Internetper quanto riguarda il controllo della loro po-polazione” e contrariamente alle credenze po-polari, lo sviluppo tecnologico non si traduceautomaticamente in istituzioni democrati-che”. Infatti, molti paesi dittatoriali che hannosperimentato un elevato grado di diffusioneinformatica sono rimasti tranquillamente au-toritari, come ad esempio il Brunei, l’Iran, laGiordania, il Marocco, la Russia e tanti altri.

Tw i t te r @ Pa s q R i n a l d i s

Guida internettianaper tecnodittatori

Adolescenti arischio sul web

DAL WEB alla vita reale, il passosembra essere sempre più bre-ve. Secondo una ricerca realiz-zata su un campione di 251 tee-nager, dal C h i l d re n ’s HospitalMedical Center di Cincinnati, ne-

gli Stati Uniti, Il 30 per centodelle ragazzine tra 14 e 17 anniha trasformato una conoscenzavirtuale in un incontro reale,senza verificare prima la veraidentità del proprio interlocuto-

re. Un dato interessante, cheperò nasconde diversi aspettinegativi. Lo studio infatti, dimo-stra una connessione tra l’ab -bandono e l’abuso (subito da131 soggetti) e l’abitudine di

proporre la propria identità di-gitale in modo sessualmenteprovocante. “Gli appuntamentiche nascono online - si leggenella ricerca - possono esserepositivi ma anche pericolosi”.

ROBA DA ELEZIONI

di Pasquale Rinaldis

Cresce anche in Italia – finalmente, è il caso didirlo – la raccolta differenziata dei rifiuti, an-

che se a due velocità. Il Nord si assesta al 50% suilivelli imposti dalla Ue, mentre il Sud con il suo22% resta al di sotto della media nazionale.E se da neofiti non sapete dove buttare ad esempiogli abiti usati o in quale contenitore gettare le car-tacce, questa nuova app il Rifiutologo è ciò che faper voi. Vi indica in quale cassonetto buttare irifiuti, fornendovi anche le informazioni detta-gliate su come riciclare ogni scarto, pacchetto oconfezione che vi capita tra le mani. Grazie al Gpsinoltre è possibile trovare la stazione ecologicapiù vicina e avere informazioni dettagliate su ora-ri e materiali trattati. L’ambiente ringrazia.

IL RIFIUTOLOGO Un’ap pa misura d’a m b i e nt e

NOTE STONATE

Casini e l’Udc

rispondono a “Inno”

di Bersani, con “Pace

e libertà” di Luca Sardella

E B. rottama “Meno male

che Silvio c’è”

Monty Style, parodia in rapIL VIDEO, SULLE NOTE DELL’HIT GNAMGNAM STYLE È STATO VISUALIZZATODA 213.437 UTENTI. E SUL WEB SI RINCORRONO GLI INNI DEI PARTITI

Page 18: Il Fatto Quotidiano (18.01.2013)

18 VENERDÌ 18 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

di Gian Carlo Caselli

Prospero Gallinari,prima di intrapren-dere la carriera dibrigatista, “culmi-

nata” con la spietata esecuzio-ne (forse) del “prigioniero” Al-do Moro, si era reso celebre an-che per certe singolari sfide chelanciava, tipo mangiare venticalzoni di fila o stare a torsonudo, sotto un albero, tutta lanotte. La sua morte ha ora sca-tenato sul web una pattuglia dinostalgici irriducibili, prontiad osannare la lotta armata an-che nel nuovo secolo.Risulta così confermata la pa-tologia che, secondo BarbaraSpinelli, affligge molti italiani,spesso vittime di una perdita dimemoria che sconfina nel-l’amnesia e porta a una pro-fonda sottovalutazione del pe-ricolo che si corre occultandoil passato per la mancanza con-tinuativa di una coscienza eti-ca. Così prosegue – con effettidevastanti – l’appropriazioneindebita dei valori della resi-stenza partigiana e dell’antifa-scismo da parte di chi non hal’intelligenza o l’onestà intel-lettuale di condannare la vio-lenza organizzata praticatacontro una democrazia: un usoarbitrario che ha potentemen-te contribuito all’indeboli-mento di quei valori.

DI QUI POSSIAMO partire peruna più ampia riflessione suquanto accade oggi nel nostroPaese. Gran parte della societàitaliana appare oggi impaurita,sconcertata, inquieta. Incertadi fronte al futuro, che teme in-dirizzato verso derive pericolo-se. Ed ecco che masse di gio-vani sempre più frequente-mente invadono le strade e lepiazze delle città italiane: peresprimere disagio, protestarecontro la situazione disastrosadella scuola e del paese in ge-nerale, per comunicare fortepreoccupazione e timore per ilfuturo. Tutte ragioni legittimee sacrosante per manifestare,esercitando l’inalienabile dirit-to costituzionale di riunirsi perfar valere pubblicamente e li-beramente le proprie idee.Se proprio non sono la “meglio

gioventù”, sono certamente ra-gazzi che vogliono vivere il pre-sente con radicalità, dove radi-calità significa respingere latentazione di adagiarsi su logi-che meramente difensive. Nonconsolarsi pensando che tantonon ne vale la pena: perché igiochi sono ormai irreversibil-mente fatti e le cose – gira e ri-gira – finiscono sempre allostesso modo. Sono giovani chepensano al futuro non come aun domani esterno, ma come aun qualcosa che è dentro di noie ci corre incontro. Un qual-cosa che è preparato propriodalle scelte che facciamo oggi.

Giovani quindi che non con-cedono spazi alla rassegnazio-ne, all’indifferenza, al disimpe-gno e al riflusso, se non addi-rittura al trasformismo e al-l’opportunismo, mali che nelnostro paese sono purtroppoassai diffusi. Giovani che ma-nifestando sono anchecapaci di critiche argo-mentate e intelligenti.Tanto più intelligentiquanto più impermea-bili agli idoli della sedu-zione e capaci di allon-tanare da sé ciò che appareappunto suggestivo ma di fat-to distrae e può portare fuoristrada.Rischiano di portare rovinosa-

mente fuori strada invece lesuggestioni che erutta il mon-do parallelo e cupo in cui si na-scondono personaggi ambiguiche teorizzano e alimentano laviolenza, sempre pronti a me-scolarsi alle manifestazioni pa-cifiche per trasformarle in al-tro, con progressiva escalationverso forme di guerriglia urba-na.

UN MONDO che troppo spessopuò contare sull’alleanza dellamiope e vile sottovalutazione(o compiaciuta indifferenza) diforze politiche e culturali chebalbettano qualche frasetta dicircostanza, invece di condan-nare senza speciosi distinguo,ma con determinazione e chia-rezza, le esplosioni di violenzache frequentemente si registra-no a opera di frange organiz-zate.In un paese come il nostro, cheha già vissuto la tragica espe-rienza di una violenza comin-ciata per le strade in coda aqualche corteo e poi via via cre-sciuta fino a pratiche terrori-stiche, non si può scherzare colfuoco. Se si vuole che il nastronon si riavvolga – col rischio diun nuovo, inesorabile imbar-barimento della vita civile e diuna progressiva involuzionedel sistema – occorre opporsi aitentativi di bieca strumentaliz-zazione della gioventù (sia essala “meglio” o meno) da parte dichi vorrebbe piegarla a logichedevastanti per la democrazia.Ancora una volta il silenzio e lacontiguità su questi temi sonocomplici.

di Alessandro Robecchi

L’annuncio di SergioMarchionne sui 17 mo-

delli nuovi Fiat in produzionenei prossimi anni rischia dirivitalizzare come non mai ildepressissimo panorama del-l’industria automobilistica.Voci di corridoio? Indiscre-zioni? Assolutamente no. IlFatto Quotidiano è in grado dianticipare nei dettagli i nuovimodelli. Eccoli.Fiat Serrata La nuova ammi-raglia di casa Fiat si segnalaper l’accuratezza dei dettagli:sedili sia davanti che dietro,radio a valvole condiziona-mento con stufetta in ghisa.“È la nostra più grande scom-messa – ha detto Marchionne– e vedrete che nel giro di treanni faremo la Serrata in tuttigli stabilimenti italiani”.Fiat Concordia Funzionale econfortevole family-car con-cepita per le vacanze. In pro-mozione, assicurazione gra-tuita in caso d’urto controuna Fiat Scoglio.Fiat Sòla La tradizione Fiat intutto il suo splendore, ma conprestazioni migliorate rispet-to alla media della produzio-ne della casa torinese: ha unapercentuale di accensione alprimo colpo che supera il 25per cento.Nuova Nuova Nuova NuovaPa n d a La splendida rivisita-zione di un grande classicodella Casa torinese, identicain tutto alla Nuova NuovaNuona Panda (2011), allaNuova Nuova Panda (2006) ealla Nuova Panda (1998).Sembra una Panda.Panda Osiris Ulteriore ver-sione della Nuova NuovaNuova Nuova Panda, ma faanche le scale con un boa dipiume di struzzo sui parafan-

ghi.Fiat Golf Una geniale trovatadell’ufficio marketing.Fiat Biga – Disponibile a duee quattro cavalli, dotata difrustino, toga finemente rica-mata per il conducente, e ruo-te rostrate.Fiat Zugo – Il nome è unomaggio al cantone svizzerodi residenza di Marchionne.Paga mezzo bollo e mezza as-sicurazione ma inquina perintero. Proprio come Mar-chionne che paga le tasse inSvizzera ma licenzia in Italia.Freemont Multipla Il potenteSuv di casa Fiat nella nuovaversione multipla. Nel sensoche per essere sicuri di averneuno funzionante dovretecomprarne almeno due.Straordinarie le prestazioni:da 0 a 100 km/h in due giorni,sei ore e 14 minuti.Fiat Traino Deliziosa city car,la prima auto al mondo chevanta consumi pari a zero. Ilcarro attrezzi per trainarla èovviamente venduto a parteda Fiat Veicoli Industriali.Fiat Candy – Un miracolo ditecnologia. Interamente rea-lizzata in caramello, con in-terni in cioccolato fondente ecroccanti rifiniture. Ideale

per le feste. Da non posteg-giare al sole.Fiat Ferma Un modello cherivoluzionerà il mercato del-l’auto: possono guidarla tutti,a qualunque età, anche senzapatente. Quanto a prestazio-ni, si distacca pochissimo dal-la tradizionale produzionedella casa torinese.Fiat Branda – Ideale per ilconsumatore europeo impo-verito dalla crisi. Spartana macomoda, sostituirà la tradi-zionale abitazione per milio-ni di disoccupati. Ampia scel-ta tra gli optional: piumoni,trapunte e comodini portaog-getti.Fiat Super Wagon Con i suoiquaranta comodi posti si col-loca al top per comfort e spa-zio: i sedili sono molto di-stanziati, per permettere ilpassaggio del controllore.Purtroppo, chi acquista FiatSuper Wagon deve acquistareanche una Fiat Locomotiv.Fiat Courage La nuova pim-pante sportiva di casa Fiat,tutta votata alla velocità e al-l’accelerazione. Non ha il pe-dale del freno, novità assolutanel mercato dell’auto. Da quiil nome del nuovo modello.Fiat Trauma Un’evoluzionepotenziata della Fiat Coura-ge. Identica nel design, maancora più potente e sicuragrazie alle cinture di sicurez-za in zucchero filato.Fiat Fuga Modello di altagamma ancora misterioso. Èquella che userà Marchionnenel 2016 per lasciare l’Italia.

di Angelo Cannatà

La Corte costituzionale hadepositato le motivazioni

della sentenza sul conflitto di at-tribuzioni Quirinale-Procuradi Palermo. Abbiamo avuto findall’inizio la sensazione di unesito negativo per i magistrati.Oggi è una certezza: si attribui-scono al Presidente della Re-pubblica poteri che la Costitu-zione repubblicana non preve-de. Non si tratta, qui, di conte-stare una sentenza. Si vuolesemplicemente prendere attoche, da oggi, la nostra democra-

zia è più debole:1) Montesquieu ad-dio. La divisione deipoteri è un ricordo, lapolitica ha il primatosulla magistratura: ci

sono luoghi del potereinarrivabili, intoccabili.

2) Si dice: la Costituzione difen-

de – soprattutto – i diritti e leprerogative del Presidente. Ec-co dove abbiamo sbagliato:pensavamo che la Costituzionedifendesse – innanzitutto – i di-ritti dei cittadini.3) I cittadini devono sapere finoa un certo punto: oltre c’è l’in -dicibile, l’inconoscibile e la“sentenza su misura”.4) Le vittime delle stragi hannodiritto a corone e funerali di Sta-to, per il resto “opportuni” si -lenzi. “L’ingiustizia è facile dasopportare. È più difficile sop-portare la giustizia”.5) Pensavamo che il Presidenteavesse il dovere della trasparen-za. Pertini, dicevamo ad agosto,avrebbe pubblicato le intercet-tazioni. Una questione di stile.6) In questa brutta storia, sonolesi anche i diritti della difesa: seun’intercettazione fa male al Re,va distrutta; non è dato saperenemmeno se contenesse “unaprova tale da assolvere un inno-cente o condannare un colpe-vole” (Tinti).7) Risultato: anni di indagini, ri-cerche, intercettazioni, frenatida depistaggi, accomodamentie distruzione di possibili prove.E la verità? “In mezzo a troppedispute la verità si perde”. LaConsulta – arrampicandosi su-gli specchi – si è pronunciata.A questo siamo, pensavamo chela Procura di Palermo fosse unapostazione di legge e legalità peri cittadini, luogo di scontro con ipoteri politico-mafiosi; sco-priamo invece che certe inter-cettazioni sono pericolose “peril sistema costituzionale com-plessivo che dovrebbe soppor-tare le conseguenze dell’acuirsidelle contrapposizioni e degliscontri”. Chiediamo: un siste-ma liberale non si basa propriosui contrasti e i bilanciamentitra i diversi poteri dello Stato?

di Bruno Tinti

n NEL 2002 COSSIGA sollevò il conflitto di attri-buzione avanti alla Corte costituzionale nei confrontidella Corte di cassazione che aveva annullato duesentenze della Corte d’appello (a lui favorevoli) in ungiudizio per ingiurie e diffamazione verso i parlamen-tari Flamigni e Onorato. La Corte costituzionale glidette torto (154/2004). Interessanti le motivazioni:“Si può riconoscere che operare la distinzione, nel-l’ambito delle “e s te r n a z i o n i ”, fra quelle riconducibiliall’esercizio delle funzioni presidenziali e quelle a esseestranee può risultare, in fatto, più difficile di quantonon sia distinguere nel campo dei comportamenti odegli atti materiali (...) ma l’eventuale maggiore dif-ficoltà della distinzione non toglie che essa sia ne-ce ss a r i a .Oggi la Corte costituzionale ha cambiato idea. Neldecidere il conflitto Napolitano-Procura di Palermo, hadetto: “Ciò che non è ammissibile è l’utilizzazione di

strumenti invasivi di ricerca della prova, quali sono leintercettazioni telefoniche, che finirebbero per coin-volgere, in modo inevitabile e indistinto, non solo leprivate conversazioni del Presidente, ma tutte le co-municazioni, comprese quelle necessarie per lo svol-gimento delle sue essenziali funzioni istituzionali, perle quali si determina un intreccio continuo tra aspettipersonali e funzionali, non preventivabile, e quindi noncalcolabile ex ante da parte delle autorità che com-piono le indagini.”Insomma, nel 2004 bisognava distinguere tra le at-tività del Presidente della Repubblica connesse allapropria funzione e quelle svolte in veste privata; po-teva essere difficile ma era comunque necessario. Nel2013 l’opposto: siccome esiste un intreccio continuotra attività personali e funzionali del Presidente dellaRepubblica e c’è il rischio che non si riesca a distin-guere, l’unica è rinunciare.Già detta così, pare conclusione irragionevole, soprat-tutto per un giudice. I giudici non possono rifiutarsi di

giudicare. Nei processi vige il principio dell’onere dellaprova: se la tesi dell’attore o dell’accusa non è provata,si respinge la richiesta o si assolve l’imputato. Ma, se èprovata, se ne traggono le conseguenze di legge. Così,per le conversazioni Mancino-Napolitano, la soluzionesarebbe stata semplice. I giudici ascoltano le tele-fonate; valutano se le conversazioni appartengono allasfera dell’attività istituzionale o a quella privata; nelprimo caso le distruggono con procedura riservata; nelsecondo con la comune procedura di cui all’art. 268del codice di procedura. Ma ancora più irragionevolediventa la decisione della Corte quando, per evitare didistinguere, crea un divieto di intercettazione per ilPresidente della Repubblica non previsto dalla legge;di più in contrasto con l’art. 90 della Costituzionesecondo cui il Capo dello Stato può essere processatoper reati extra-funzionali come qualsiasi cittadino.Insomma, una nuova versione del vecchio adagio: pertenerci a tutti i costi il bambino teniamoci anche l’ac-qua sporca.

GIUSTAMENTE Due pesi, due conflitti e due misure

SECONDO TEMPO

FILM GIÀ VISTO

Morto Gallinari, sul web

c’è chi torna a osannare

la lotta armata. Il rischio

di un abbraccio mortale

per le giuste istanze di chi

oggi si ribella alla crisi

Il Paese dei soliticattivi maestri

SENZA MEMORIADallaFiat Fermaalla Panda Osiris

MARCHIONNE SEGRETO

Quei poteritroppo forti

CONSULTA E DINTORNI

Dopo il successo della Dunala Fiat ci riprova. In alto,

Prospero Gallinari

Page 19: Il Fatto Quotidiano (18.01.2013)

19il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 GENNAIO 2 01 3

A DOMANDA RISPONDOFurio Colombo

SECONDO TEMPO

La magistraturadi influenza

Da Avvocato di un Foro diperiferia vorrei fare qual-che riflessione sulla deci-sione della Corte Costitu-zionale che ha suscitatoun mio particolare inte-resse su un punto che con-sidero centrale quale ladelineazione in motiva-zione della c.d. Magistra-tura di influenza del Pre-sidente della Repubblicacome coperta da un gene-rale diritto di riservatezzainviolabile, stante la riaf-fermazione della respon-sabilità penale del Presi-dente ( e quindi della pos-sibilità di indagine neimodi consentiti) nell’am-bito dell’esercizio di pote-ri extra funzionali. Per af-fermare un generale dirit-to di riservatezza (e quin-di di inviolabilità delle co-municazioni), seppureimplicitamente, la Corteafferma che le captateconversazioni del Presi-dente, che hanno formatooggetto di valutazione dirilevanza penale, non po-tevano essere valutatepoiché espressione delpotere Presidenziale dellac.d. Magistratura di in-fluenza. In parte motivadella sentenza emergenettamente la costruzio-ne di questo potere presi-denziale che non essendoviene descritto comecomprensivo di atti e fattiatipici quali anche contat-ti informali. Questo insie-me di atti, secondo la Cor-te, deve potere contare suuna riservatezza assolutacon divieto di divulgazio-ne che potrebbe costituireun vulnus a quell’opera dipersuasione e di raccordoche il Presidente svolgeattraverso la sua “Magi-stratura di influenza”. Daquanto affermato dallaCorte deriva, pertanto,che l’attività del Presiden-te rientrante nella richia-mata categoria gode diuna sorta di immunità(sotto il profilo della re-sponsabilità penale e degliatti diretti al loro accerta-mento) che si ricava dal-l’argomentazione (Cfr.pag. 21) che sarebbe para-dossale interpretare lamancata previsione nor-mativa di autorizzazioniper indagare su comuni-cazioni del Presidente co-me una tutela minore ri-spetto a quella codificataper i membri del Parla-mento. Sul tema la mi-gliore dottrina ha sempreritenuto che “la funzioneattiva del Presidente restacomunque potenzial-mente implicita in formasubordinata rispetto allafunzione attiva attribuitain via principale all’orga-no costituzionalmente re-sponsabile; ciò nel sensoche attribuito alla Magi-stratura un potere attivola Magistratura di in-fluenza del Presidente re-sta sempre subordinato altitolare di quel potere.Così come allo stesso mo-do può aggiungersi che lacostruzione di un genera-lizzato diritto di riserva-tezza sulla Magistraturadi influenza del Presiden-te della Repubblica ( che

abbiamo visto deve com-prendere anche i contattiinformali) sembra porsiin contrasto con l’art. 25,II comma Cost, che sanci-sce il principio di legalitàcosì come sembra porsi incontrasto proprio conquanto stabilito dalla me-desima Corte Costituzio-nale nella Sentenza24/2004 in cui si affermauna prevalenza dei diritticostituzionalmente pre-visti a favore di tutti i cit-tadini che prevale sull’ l'e-sigenza di protezione del-la serenità dello svolgi-mento delle attività con-nesse alle cariche in que-stione”. In definitiva è for-temente discutibile l’af-

fermazione di un genera-lizzato diritto di riserva-tezza dell’attività di Magi-stratura di Influenza delPresidente della Repub-blica poiché codifica difatto una immunità nonprevista in Costituzione

Francesco Siciliano

Il Pd, gli impresentabilie la balla del voto utile

Ho letto e firmato l'appel-lo al Pd di Franca Rame("Via dalle liste gli impre-sentabili") condividendotutto, e in particolare lesue conclusioni: "Conquale coraggio si chiede aIngroia di farsi gentil-mente da parte e di ritirarei suoi candidati puliti perfare eleggere questi genti-luomini?". Secondo me laquestione è anche piùsporca perché si sta av-viando la campagna delvoto "utile" che, andrebberivisitata perchè ricordatroppo da vicino la sberlaricevuta nel 2008 quando,malgrado "la gioiosa mac-china da guerra", la cam-pagna del voto "utile"estromise pezzi di sinistradal Parlamento.Va anche ricordato che,precedentemente, men-tre incombeva l'immora-lità e la corruttela berlu-sconiana, vi furono bensei governi di centrosini-stra (per un totale di ottoanni) che non hanno af-frontato con decisione te-mi come la disoccupazio-ne e il precariato, la lega-lità, il conflitto di interessiecc. Ora deve andare me-glio. Per questo abbiamobisogno degli "Ingroia" edella loro "Rivoluzione ci-vile". Abbiamo bisogno di

voti "utili" non dati a unqualsiasi centrosinistrama come alternativa all'e-sistente.

Francesco Larovere

Adro, un paesefuori dall’Italia

Ad Adro, dirigente, mae-stre e bidelle pagano lamensa dei bambini moro-si. Non so se accade anchein altri paesi dove i Servizisociali non funzionano,dove i sindaci discrimina-no i compaesani stranieri,dove il denaro pubblicoviene sprecato in processipersi per discriminazio-ne. Non so se accade an-che in altri paesi o città ita-liane che il sindaco accusi

gli insegnanti e i bidelli dimanomettere gli stru-menti didattici e impedi-sca loro di appendere icartelloni ai muri, mariempia la scuola di sim-boli leghisti e aizzi le ma-dri contro gli insegnantiche non li hanno voluti farappendere. Non credoche questo sia un paesenormale: un paese dellaRepubblica italiana dovevige la democrazia. Inquesto paese ormai si hapaura della politica. Maquello che il Dirigente, lemaestre e le bidelle stannofacendo, piaccia o nonpiaccia a qualcuno, è unatto altamente politico, disolidarietà e giustizia

Romana Gandossi

Il dovere della stampae quello di Bersani

Bersani in Tv ha dichiara-to che la “moralità” deisuoi candidati la decide ilpartito e non giornali tipo“Libero” e “Il Fatto”. Pec-cato che nessuno dei gior-nalisti presenti gli abbiaricordato che sbaglia duevolte: primo, perché in unpaese civile i giornali han-no non il diritto, ma il do-vere di fare le pulci a chi sicandida a un’istituzionepubblica; secondo, per-ché non sta decidendo unsegretario di federazione,ma persone che dovrannodecidere sulla vita non so-lo di Belpietro e di Trava-glio, ma anche mia.

Silvana Foddai

DIRITTO DI REPLICAIn riferimento agli articolipubblicati nei giorni scor-si, “La vendetta di Romaladrona così Stiffoni hadenunciato i suoi” e “E laLega stipendiò una mas-saggiatrice di Chiavari...”,di Marco Lillo, Lucio Mu-solino e Davide Vecchi, innome e per conto della miassistita, la Vice Presiden-te del Senato sig.ra RosaAngela Mauro, comunicoche la mia assistita conte-sta recisamente il conte-nuto degli articoli da Voipubblicati in relazione aquanto ivi esposto con ri-ferimento alla stessa, inquanto assolutamente fal-so e inveritiero e non sup-portato da alcun elemento

di riscontro e, pertanto,altamente offensivo e dif-famatorio. Ciò anche inmerito all'asserito acqui-sto da parte della mia as-sistita “coi soldi della Legadi 400 mila euro in dia-manti”. Le affermazionicontenute nei predetti ar-ticoli e nel trafiletto sonotalmente gravi e diffama-torie che la Vice Presiden-te del Senato è stata, di fat-to, costretta a presentarsispontaneamente ai pm diMilano per chiedere aiutoin quanto stufa di essere ilbersaglio di una precisacampagna stampa cosìpressante ed infamantenei suoi confronti. Gli in-quirenti nell'occasionehanno nuovamente con-

fermato, anche allo scri-vente, non solo che l’On.Mauro non è sottopostaad indagini, ma di essereperfettamente a cono-scenza della provenienzadel tutto lecita e personaledei denari attraverso iquali la mia assistita ha ef-fettuato un investimentoche si ribadisce essere per-sonale ed in nessun modoriconducibile alla Lega.

Pier Paolo CasoLegale dell’On. Rosi Mauro

I fatti oggi riportati sul “IlFatto Quotidiano” del 16gennaio, alla pag. 9 a firmaValeria Pacelli, concerno-no situazioni e accadi-menti avvenuti circa unanno fa, ampiamente di-battuti tra tutte le parti in-teressate, ed in relazione aiquali è stato già da tempoanaliticamente e docu-mentalmente dimostrato,nell’ambito di una serie diprocedimenti civili di-nanzi al Tribunale di Ro-ma e alla Corte di Appellodi Roma, che ciò che nel-l’articolo si indica come i“26 milioni scomparsi”,riguarda, in realtà, una se-rie di spese risultanti dallacontabilità ufficiale - e daqui ritratte dagli ispettoridesignati dal Presidentedel Tribunale di Roma nelfebbraio 2012 -, operate,tra l’altro, per stipendi eTrattamenti di Fine Rap-porto (TFR), canoni di lo-cazione, interessi passivi,restituzione contributielettorali e transazionicon alcuni creditori, ederogate, per circa l’80%,dall’organo di gestione incarica fino al mese di otto-bre 2010.

Avv.ti Antonino Cataudella,Giovanni Doria

Legali FondazioneAlleanza Nazionale

I fatti riportati nell'artico-lo da lei menzionato ri-guardano un'indagine pe-nale ancora in corso, nonuna causa civile. Di conse-guenza i 26 milioni di cui siparla sono quelli al vagliodegli inquirenti.

V. P.

CARO COLOMBO, guardo Berlusconi evedo un pover'uomo che invecchia male,oscilla in modo allarmante fra buon umo-re irragionevole e scoppi di furore insen-sati, si trucca in modo penoso e – quandoappare relativamente tranquillo, proponeDraghi come Presidente della Repubblicae nomi – fantasma per la presidenza delConsiglio. Ma gli lasciano scrivere “presi -d e n te ” sulla scheda. Presidente del Milan.Ma conta?

Ve ra

IL CASO BERLUSCONI infatti, sta di nuo-vo attirando l’attenzione del mondo, ma inmodo inverso rispetto al terribile passato incui ha reso buffonesca e impresentabile l'I-talia. Adesso la domanda che ci rivolgononel mondo è “perché glielo lasciate fare?”. Laquestione della dicitura “presidente” sotto ilnome di qualcuno che nessun gruppo o par-tito ha designato a quella funzione al di fuo-ri di un suo club privato, è esemplare. Qual-cuno, a cominciare dal ministero dell'Inter-no, ha deciso che al “pover uomo” (per dirlacon la nostra lettrice) si deve lasciar passaretutto, anche scrivere sulla scheda “re e impe-ratore”. Non capisco da che cosa nasca que-sta mancanza di regole. È vero che Berlusco-ni era niente, salvo i miliardi e la sfacciatag-gine, anche quando governava. Ma, come siè visto, riusciva a far paura ai direttori deigrandi giornali, figuriamoci ai cittadini. Epoi c’era stato chi, fra i suoi naturali avver-sari, aveva sparso la diceria che “l'antiberlu -sconismo” (che voleva dire raccontare e ri-petere le sue mascalzonate) gli faceva bene e

lo rinforzava. Hitler e Mussolini non ci ave-vano mai pensato, ma avrebbero dovuto la-sciar circolare tranquillamente per la peni-sola Gobetti e i fratelli Rosselli, per riuscire adurare oltre Dongo. Hitler e Mussolini, pe-rò, devono avere avuto le loro ragioni, pron-tamente imitate, se persino in un Paese e inun tempo di finta democrazia, Berlusconiha preferito l'editto bulgaro e l'espulsionedelle voci noiosamente critiche invece di la-sciare che si danneggiassero da soli con la lo-ro ossessione di essere antiberlusconiani.Ma l'evento è esattamente come lo descrivela lettera di oggi: non solo lo prendono sul se-rio dei cittadini turlupinati, sicuri che Ber-lusconi possa ancora presentarsi da qualcheparte nel mondo senza essere accompagna-to alla porta. Abbocca anche il prefetto Can-cellieri, ministro dell'Interno “tecnico” che,da tecnico, non vede che non puoi scrivere“presidente” sul tuo simbolo elettorale, senon sei, non puoi essere e non sarai presi-dente di niente (niente che conti sulla sche-da). Infatti quella scritta sul simbolo eletto-rale equivale, come stranezza e offesa aglielettori, alla parola “lassativo”, nel caso, al-trettanto non vera. Che torni o non torni,pazienza. Si sa che la vita è difficile e piena disorprese a volte sgradevoli. Ma lasciarglielepassare tutte persino mentre i tribunali del-la Repubblica sono al lavoro per arrivare asentenza un po’ prima del “presidente”, misembra incomprensibile e non scusabile.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

Berlusconinon erafinito?

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