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In Italia EURO 1,50 ANNO 141 - N. 64MERCOLEDÌ 16 MARZO 2016
Meloni sfida BerlusconiIl centrodestra si spacca
Giorgia Meloni è prontaallo strappo. Oggi scioglieràle riserve sulla sua candida-tura a sindaco di Roma.Questo nonostante nel cen-trodestra sia già in campa-gna elettorale Guido Berto-laso, candidato con la bene-dizione di Silvio Berlusconi.E a Napoli per i Cinquestelleha vinto le primarie il brian-zolo Matteo Brambilla.
alle pagine 5, 6, 8 e 9
Lotta all’Isis Indagine sulla strage di Parigi, forze speciali in azione per ore. Quattro agenti feriti
Terrore e spari a BruxellesNel blitz ucciso un sospettato. Uno in fuga con le armi. Sotto assedio due asili
Bruxelles blindata e paraliz-zata per ore: blitz antiterrori-smo delle forze speciali nelquartiere di Forest. L’azione èscattata durante un’indaginesugli attentati di Parigi. Uccisoun sospettato, un altro, o forsedue, in fuga, quattro agenti fe-riti. E ci sarebbe un arresto.Sotto assedio due asili. Cacciaall’uomo nella città sotto choc.
alle pagine 2 e 3Caizzi, Montefiori
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Elezioni Parte da Roma lo scontro per la successione
Tentativi di rottamazionedopo 22 anni di alleanza
L a domanda è che cosa succederà dopo laprobabile spaccatura tra Forza Italia e Lega.
Ovvero tra Berlusconi e Salvini. a pagina 8
di Massimo Franco
L’ANALISI
Un agente di polizia controlla la casa nel quartiere di Forest, a Bruxelles, dove è in corso il blitz antiterrorismo
di Federico Fubini
Sembra un secolo faquando l’allorapremier spagnoloJosé Luis Zapaterofesteggiava il
«sorpasso» sull’Italia. Sembra un secolo, ma sono meno di nove anni. Allora la posta in gioco era un parametro un po’ astruso come il reddito per abitante stimato in proporzione al costo della vita. Pareva proprio che gli spagnoli stessero superando gli italiani, prima che entrambi i Paesi fossero colpiti dauno tsunami finanziarioche nessuno dei due aveva visto arrivare.
Oggi che non è più tempodi retorica dei sorpassi (ben nota anche da noi) la domanda che conta per gli italiani come per gli spagnoli è un’altra: è ancora possibile modernizzare un’economia mentre i prezzi continuano a cedere? Che sia fin troppo attuale lo si è visto ieri, quando l’Istat ha fatto sapere che in febbraio l’inflazione è stata ancora una volta negativa. I beni di consumo costano 0,3% meno di un anno fa, perché i produttori ormai cercano di intercettare i consumatori letteralmente a tutti i costi.
La deflazione è un virus diabolico, perché riesce a dividere un Paese in ceti trasversali. Può piacere a chi vive di rendite o entrate certe, come i pensionati o i dipendenti pubblici: i ricavi restano uguali a prima, ma adesso comprano più beni e servizi proprio perché i prezzi sono scesi. La stessa dose di deflazione invece agisce come una tossina per chi vive sul mercato, poco importa se da imprenditore, lavoratore autonomo o dipendente. I consumatori rinviano gli acquisti, in attesa che un mobile o un software costino meno.
continua a pagina 27
Deflazione e timori
IL VIRUSDEI PREZZICALANTI
GIANNELLI
RIFLESSIONI
Non è giustotrasformareogni desiderioin diritto
P uò ogni desiderio (escludendo beninteso quelli
criminosi) costituire un diritto? Una delle pochissime persone che hanno affrontato questa domanda con rigore, chiarezza e umanità è stato Giuseppe Vacca, presidente dell’Istituto Gramsci. Come Vacca, pure Mario Tronti, senatore del Pd e, cosa ben più importante, leader e forte testa pensante dell’operaismo italiano degli anni Settanta, riconoscendotutti i diritti alle coppie omosessuali (assistenza, eredità, convertibilità delle pensioni e così via), ha espresso forti riserve sulle adozioni gay, tanto da sottoscrivere il documento contrario a quest’ultime. Non è un caso che tali chiare e sofferte prese di posizione vengano da figure di rilievo della cultura marxista, formate da un pensiero forte capace di affrontare la drammaticità del reale e la difficoltà e necessità delle scelte. L’odierna e dominante «società liquida» (come l’ha chiamata Bauman) miscela invece ogni problema e ogni presa di posizione in una melassa sdolcinata e tirannica, in un conformismo che ammette tutto e il contrario di tutto.
continua a pagina 26
di Claudio Magris
Le aziende italianeche puntano all’estero di Corinna De Cesarea pagina 10
I romanzi di Ecoe il fascino dei versidei grandi poetiIl Nome della Rosa e Leopardiin edicola con il Corriere
Campari su Grand Marnier Le iniziative
IL REPORTAGE
Il fantasmadi Salahnel nuovo covo
U na città di 50 mila abitanti.Bambini chiusi nell’asilo
per paura. Forze dell’ordineovunque a Forest. E poi l’obiet-tivo: l’appartamento all’ultimopiano di una palazzina se-miabbandonata in una piccolavia del quartiere multietnico.Gli inquirenti lo avevano se-gnalato come un possibile co-vo utilizzato per dare un ap-poggio a Salah Abdeslam.
a pagina 3
di Marco Imarisio
LE PRIMARIE USA
Florida e Ohio,verdetto decisivoper Trump
D onald Trump da una par-te. Hillary Clinton dall’al-
tra. Un voto decisivo per la sca-lata verso la Casa Bianca. Unorepubblicano, l’altra democra-tica. Il magnate dato in vantag-gio su Rubio in Florida ma in difficoltà in Ohio rispetto a Ka-sich. Clinton cerca di consoli-dare il vantaggio su Sanders.
alle pagine 12 e 13 Rodotà
di Giuseppe Sarcina
Un patto sul divorzio prima delle nozzePronta la legge per introdurre in Italia i «love contracts». «Passerà la paura di sposarsi»
R ottamato 20 anni fa, con-dannato per truffa allo Stato,
esiliato in Canada, e ora favorito per l’Eliseo: per i sondaggi Alain Juppé batterà Sarkozy alle pri-marie e tra un anno Marine Le Pen al ballottaggio. a pagina 14
di Aldo Cazzullo
SONDAGGI FRANCESI
JUPPÉ È TORNATO(PER VINCERE)
L a prima volta al seggio. Conla scheda in mano «come
un biglietto d’amore». Era il1946. Per le donne fu il debuttocome elettrici. Tra orgoglio epregiudizi. «Obbediranno alprete o al marito». a pagina 23
di Gian Antonio Stella
SETTANTA ANNI FA
DONNE AL VOTOFESTA E PREGIUDIZI
IDEE INCHIESTE L’ Italia accelera sugli accor-
di prematrimoniali, i lovecontracts resi celebri dalle stardi Hollywood. In Italia sonoproibiti, ma una proposta dilegge che li introduce nel no-stro ordinamento inizierà pre-sto l’iter alla Camera. Obiettivodel Pd è discuterla dopo leunioni civili, che consentonoalle coppie di fatto di regolareper contratto gli aspetti eco-nomici di un legame affettivo.«Passerà la paura di sposarsi».
a pagina 25.
di Monica Guerzoni
e-moderna.com caffemotta.com
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26 Mercoledì 16 Marzo 2016 Corriere della Sera
tempo cara, da un partito o dauna chiesa in cui ci si era rico-nosciuti. Invece la velocità del-le conversioni o delle apostasieè invece sempre più alta, non siriesce più a seguire chi ha fon-dato un nuovo partito o unanuova corrente perché questisono già riconfluiti in un altroalveo, così come non si riesce astar dietro a chi si separa da chiper mettersi con chi nelle rivi-ste illustrate che si leggono dalparrucchiere.
Diritti e desideri. Ogni desi-derio, se è forte, chiede, esigedi essere appagato, e in questatensione, qualsiasi sia il desi-derio, c’è uno struggimento,una nostalgia dolorosa che so-no parte essenziale della nostra
persona. Possono tutti esserericonosciuti per legge? Anchel’incesto può essere brutaleviolenza ma anche passioneumana, come ci hanno raccon-tato tante umanissime storie divita vissuta e tanta grande let-teratura. In Svezia, anni fa, unfratello e una sorella avevanochiesto di sposarsi, cosa chenon fu loro concessa e non cre-do solo per timori eugenetici,che potrebbero comunque ve-nire in vari modi aggirati.Freud (per tali ragioni pure du-ramente attaccato) ci ha inse-gnato che con la sublimazionedi certi desideri, a esempio manon solo quelli edipici, con laloro trasformazione in un’altra
forma di amore, ha inizio la ci-viltà. È una sciagura sublimaretroppo, ma lo è anche non su-blimare nulla. Si è visto nellafamiglia tradizionale un nucleodell’antropologia civile. La fa-miglia tradizionale può esseree molte volte è stata anche vio-lenta, soffocante e nemica dellibero sviluppo della persona.È ovvio che persone capaci diintelligente e attento amorepossano far crescere un bambi-no meglio di genitori carnali incoscienti e snaturati o anchesolo ottusamente incapaci diintelligente amore.
L’amore omosessuale puòessere elevato o turpe al pari diquello eterosessuale. Bastaaver letto Il Grande Sertão diJoão Guimarães Rosa per sape-re e capire che ci si innamoranon di un sesso, ma di una per-sona. Ma gli antichi Greci cele-bravano l’amore omosessualeper il suo rapporto anche spiri-tualmente diverso con la gene-razione, con la radice dualedell’umanità. Ho conosciuto econosco omosessuali bravi ge-nitori del loro figlio — avuto dauna donna, non da un utero af-fittato. In ogni caso, il protago-nista non è il desiderio dellacoppia né omo né eterosessua-le, bensì il bambino, che co-munque nasce da un uomo eda una donna e la cui matura-zione è verosimilmente arric-chita dalla crescita non neces-sariamente con i genitori natu-rali ma con un uomo e unadonna, espressione per eccel-lenza di quella diversità (cultu-rale, nazionale, sessuale, etni-ca, religiosa e così via) che è diper sé più creativa e formativadi ogni identità a senso unico.Il bambino, ha scritto su Face-book Vannino Chiti, «è sogget-to di diritti, non un mero og-getto di desideri».
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di Sergio Rizzo
NIENTE VITALIZIOAI POLITICI CONDANNATI:UNA LEZIONE DI RIGOREARRIVA DALLA SICILIA
I n quest’Italia dove la politica troppospesso viene identificata con il malcostume capita che dalla tanto vituperata Sicilia arrivi una lezione di
rigore. Capita che la locale sezione della Corte dei conti respinga il ricorso di un ex consigliere regionale privato un anno fa del vitalizio. Non uno qualsiasi: Vincenzo Lo Giudice, detto «Mangialasagne». Già sindaco di Canicattì, era stato per 13 anni deputato regionale prima di essere arrestato nel 2004 nell’ambito di un’inchiesta per mafia. La condanna a 11 anni e 4 mesi, seguita da una seconda a 2 anni e 8 mesi per concussione, non gli ha però impedito di incassare per ben nove anni, dal primo luglio 2006, il vitalizio regionale. Finché, a marzo del 2015, la scure abbattutasi sull’assegno dell’ex governatore Totò Cuffaro non colpisce pure lui. Immediato ricorso, che però il 25 febbraio 2016 la Corte dei conti respinge senza esitazioni. La sentenza spiega con chiarezza che il vitalizio va revocato in base all’articolo 28 del codice penale, con il quale si stabilisce che il condannato a una pena con interdizione perpetua dei pubblici uffici, sanzione prevista per condanne superiori a cinque anni, non può incassare assegni dallo Stato. Punto e basta. Questo, però, vale solo in Sicilia. Perché le regole introdotte lo scorso anno per Camera e Senato non fanno riferimento alcuno a quell’articolo 28 del codice penale. Articolo nel quale, per esempio, non è prevista la restituzione dell’assegno statale con tanto di arretrati in caso di riabilitazione. Un beneficio invece contemplato eccome dal regolamento sull’abolizione dei vitalizi parlamentari. Giusto un mese fa un ex deputato già condannato a 8 anni per bancarotta fraudolenta, Gianmario Pellizzari, si è visto restituire l’assegno da 5.481 euro netti mensili (più sei mesi di arretrati, ovvio) dopo essere stato riabilitato dal tribunale di sorveglianza.
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Il corsivo del giorno
SEGUE DALLA PRIMA
Tranne ciò che conte-sta il suo nichilismogiulivo e totalitario. Ildiritto — ricordava direcente sul Piccolo un
autorevole costituzionalista,Sergio Bartole — tutela l’indivi-duo ma anche la società e nonpuò disinteressarsi delle rica-dute di una legge sull’antropo-logia civile ossia sui fonda-menti che tengono insiemeuna comunità e una società.Uno dei primissimi a capire latrasformazione delle autenti-che e umane visioni del mondoin un indistinto titillamentopulsionale è stato Pasolini,quando scriveva sull’aborto oquando diceva che il voto per ildivorzio era un voto giusto —anche lui aveva votato a favoredel divorzio — che tuttaviamolti avevano dato per ragionisbagliate. La maggioranza ave-va votato come lui, ma egli nonpoteva riconoscersi in essa,perché lui aveva votato per il di-vorzio quale rimedio a situa-zioni dolorose e bloccate, qualepossibilità di ricomporre esi-stenze inceppate.
Rimedio ovvero eccezioneche non negava i valori e senti-menti della famiglia né la fun-zione formatrice della sua uni-tà. Quella maggioranza cheaveva votato come lui gli riusci-va odiosa, espressione di un re-lativismo nichilista che riducetutto, anche sentimenti e valo-ri, a merce di scambio e tendesempre più a dissolvere ogniunità forte di vita e di pensiero.Lo si constata sempre più inogni settore, dalla politica allacultura alla vita privata. È iltrionfo del consumo, denun-ciato da Pasolini; del consumoche esorbita dal suo ambito —il consumo e la possibilità diaccedervi sono ovviamente unafondamentale condizione di vi-ta dignitosa e godibile — peringlobare ogni aspetto della re-altà e dell’esistenza.
«Il riconoscimento per leggedel desiderio individuale qualefonte della libertà e del diritto»— ha detto Giuseppe Vacca —crea inevitabilmente fram-mentazione e atomizzazione inogni campo. Non a caso nasco-no molte nuove e spesso effi-mere formazioni politiche sor-te dall’impulso a scindersi, alla
prima divergenza, da una pre-cedente aggregazione con lacui linea prevalente non si con-corda. Molti anni fa, in uno deisuoi geniali saggi, Lealtà, defe-zione e protesta, Albert Hirsch-man analizzava le diverse pos-sibilità, reazioni e soluzioniche possono verificarsi quandoall’interno di una compagine(collettiva o personale, partitopolitico, chiesa, matrimonio ounione di fatto) sorgono dellecontroversie.
Se i contrasti, anche chiaritiduramente e mai del tutto su-perati, risultano compatibili,l’unione persiste: i coniugi nondivorziano, i compagni non silasciano, i dissidenti non esco-no dal partito o dalla chiesa. Sei contrasti si rivelano — per ra-gioni oggettive o per la psicolo-gia dei contendenti — inconci-liabili, l’unità viene intaccata:secessione dal partito, micro-scisma della chiesa quello diLefebvre, separazione dei par-tener. Il distacco può avvenirenel rispetto e nella persistenzadi un legame affettivo oppurenello scontro violento, in cuil’originario legame si trasfor-ma in feroce avversione.
Se quel legame, di qualsiasigenere, era stato autentico, lasua rottura non dovrebbe avve-nire senza responsabili tentati-vi di sanare le ferite. Si assisteinvece a una continua accelera-zione dei processi dissolutivi,uscite, rientri e nuove uscite dagruppi politici e proliferazionedi questi ultimi, tempi semprepiù abbreviati per lo sciogli-mento delle unità famigliari eaffettive, eterno amore che fi-nisce alla prima lite per la scel-ta delle vacanze. Se acquistouno shampoo e non ne sonosoddisfatto, posso sostituirloimmediatamente, ma dovreb-be essere diverso se il distaccoavviene da una persona un
ANALISICOMMENTI
Adozioni Conosco gay che sono ottimi genitori di piccoli avuti da una madre e non da un utero in affitto Ma un figlio nasce da un uomo e una donna e la sua maturazione è arricchita dalla diversità di queste figure
di Claudio Magris
I BIMBI SONO SOGGETTINON OGGETTI DI DIRITTI
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ProspettivaOgni desiderio se è forte esige di essere appagato ma non bisogna pensaresolo a se stessi
La telecamera entra perla prima volta nelcampo di sterminio.Segue Saul, rincorre lagrande X rossa sulla
sua schiena, il marchio delSonderkommando, accompa-gna il suo sguardo, scruta im-placabile il mostruoso che locirconda, indugia sul suo vol-to. Ed è il volto indimenticabi-le, opaco e icasticamenteespressivo dell’attore e poetaGéza Röhrig. Girato con unatecnica quasi desueta, il film
fuga la spettacolarità delle im-magini, sceglie la prospettivadel protagonista, restituiscequell’universo asfittico.
È Auschwitz-Birkenau. Mapotrebbe essere anche Sobi-bór o Treblinka o Chełmno –un Vernichtungslager, uncampo di annientamento,non di lavoro. La differenza èdecisiva. Perché la «soluzionefinale» si è compiuta nelle of-ficine hitleriane dove la catenadi montaggio fabbricava inin-terrottamente cadaveri, dovegli esseri umani, chiamatiStücke, «pezzi», venivano in-trodotti con il raggiro nelle ca-
mere a gas e, una volta gassati,venivano bruciati e ridotti in-fine al nulla della cenere. Dellefabbriche di cadaveri, dove lamortalità raggiunse il 99%, si sa ancora molto poco; quasitutti i superstiti tornarono daAuschwitz che era campo siadi concentramento che disterminio.
Si può dire allora che Il fi-glio di Saul, scritto e direttodal giovane regista unghereseLászló Nemes, sia il primofilm sulla Shoah. Perché rom-pe i tabù, varca la soglia dellacamera a gas, a cui si era fer-mato Spielberg in Schindler’s
List, si spinge nel luogo del-l’annientamento, entra nelmondo in cui abita il Sonde-rkommando. E solleva così lagrande questione di queimembri del «comando spe-ciale» obbligati a lavorare nel-le officine della morte. Ebreicostretti a incenerire altriebrei. Qualcuno parla ancora,con leggerezza, di «collabora-tori». Già Primo Levi aveva in-trodotto l’espressione inquie-tante: «zona grigia».
Se Nemes sceglie di guar-dare lo sterminio con gli oc-chi di Saul Ausländer, è perdire che non potremo maitentare di capire, se non ci in-terrogheremo sulla figuraemblematica del Sonderkom-mando. Non per risponderecon moralistiche condanne,bensì per considerare lucida-mente la responsabilità fran-tumata che i boia nazisti han-
no inaugurato. Ecco la loro in-venzione più feroce e più du-ratura.
Anche nella sceneggiaturaraffinata e nella trama subli-me il film oltrepassa i limitidel cinema, quelli dell’arte, coinvolge la riflessione filoso-fica, chiama in causa il pensie-ro. Nell’officina dove sopravvi-ve Saul, tra la camera a gas e ilforno crematorio, irrompe lavita, quella di un bambino un-dicenne che respira ancora. Ilboia lo finisce con un colpo.Ma quel corpo diventa perSaul motivo di riscatto. Non èsuo figlio; potrebbe esserlo.Cerca un rabbino per una de-gna sepoltura. E mentre, sullosfondo di tutti i terribili rumo-ri del lager, gli ordini in tede-sco si susseguono ingiungen-do di lavorare velocemente i«pezzi», Saul ripete che quelcorpo è integro. Ma perché,
proprio quando si prepara larivolta armata del Sonderkom-mando, Saul vorrebbe solosottrarre quel cadavere dibambino alla voracità del for-no? Che senso ha? I compagniglielo rimproverano: «Tradi-sci i vivi per un morto». Saulsceglie un’altra via. Punta l’in-dice sull’offesa arrecata alla di-gnità della morte. Questo èl’oltraggio supremo che Au-schwitz ha inferto all’umanità.La sepoltura del figlio è il ri-scatto di Saul.
Questo film, destinato a di-ventare un classico, è indi-spensabile per capire non so-lo quel che è avvenuto, ma an-che quel che avviene nel no-stro mondo, un mondo cheresta all’ombra di Auschwitz.E dovrebbe essere visto so-prattutto da insegnanti e stu-denti.
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di Donatella Di Cesare
«IL FIGLIO DI SAUL» E LA SHOAH
QUANDO UN FILM OLTREPASSA I LIMITI DEL CINEMA E DELL’ARTE