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Dialogo con Dio Mark e Patti Virkler Bridge-Logos Gainesville, Florida 32614 USA 1

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Dialogo con

DioMark e Patti Virkler

Bridge-LogosGainesville, Florida 32614 USA

1

Titolo originale:Dialogue with God

Mark and Patti VirklerCopyright © 1986 by Bridge-Logos

Revised 2005

All rights reserved. Under International Copyright Law, no part of thispublication may be reproduced, stored, or transmitted by any means—

electronic, mechanical, photographic (photocopy), recording, orotherwise—without written permission from the Publisher.

Printed in the United States of America.Library of Congress Catalog Card Number: 86-70744International Standard Book Number 0-88270-620-9

Unless othrwise identified, Scripture quotations in this book are from theNew American Standard Bible, © The Lockman Foundation, 1960 , 1962,

1963, 1968, 1971, 1972, 1973, 1975, 1977. Used by permission.

Traduzione per la versione taliana:Maurizio Secondi

Ministero di Formazione Biblica & Counselingwww.btcministry.blogspot.com

Citazioni bibliche tratte dalla Bibbia “La Nuova Diodati”La Buona Novella s.r.l.

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LIBRI DELLA BIBBIATAVOLA DELLE ABBREVIAZIONI

Ad. Abdia Gd. GiudaAg. Aggeo Gc. GiudiciAm. Amos Hb. HabacucAp. Apocalisse Is. IsaiaAt. Atti La. LamentazioniCa. Cantico dei Cantici Le. LeviticoCl. Colossesi Lu. Luca1 Co. 1 Corinzi Ml. Malachia2 Co. 2 Corinzi Mr. Marco1.Cr. 1 Cronache Mt. Matteo2 Cr. 2 Cronache Mi. MicheaDa. Daniele Na. NahumDe. Deuteronomio Ne. NehemiaEb. Ebrei Nu. NumeriEc. Ecclesiaste Os. OseaEf. Efesini 1 Pi. 1 PietroEd. Esdra 2 Pi. 2 PietroEs. Esodo Pr. ProverbiEt. Ester 1 Re 1 ReEz. Ezechiele 2 Re 2 ReFi. Filemone Ro. RomaniFl. Filippesi Ru. RuthGa. Galati Sl. SalmiGe. Genesi 1 Sa. 1 SamueleGr. Geremia 2 Sa. 2 SamueleGm. Giacomo So. SofoniaGb. Giobbe 1 Te. 1 TessalonicesiGl. Gioele 2 Te. 2 TessalonicesiGn. Giona 1 Ti. 1 TimoteoGs. Giosuè 2 Ti. 2 TimoteoGv. Giovanni Tt. Tito1 Gv. 1 Giovanni Za. Zaccaria2 Gv. 2 Giovanni rif. riferimenti3 Gv. 3 Giovanni

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Questo libro è dedicato con gratitudine al nostro amicoAp. Gv. Arnott, apostolo nel Risveglio di Toronto.

Il suo desiderio è che tutti i credenti abbiano l’esperienzadel cuore del Padre nell’ascolto della Sua voce.

Il suo affetto e incoraggiamento ci hanno sostenuto eincoraggiato profondamente nel corso degli anni.

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ContenutoIntroduzione ....................................................................................................................6

1. I Tentativi di Udire la Voce di Dio...............................................................................7

2. La Parola Pronunciata: Armonizzare con la Spontaneità.............................................19

3. Entrare nella Tranquillità: Calmare i Nostri Pensieri e le Nostre Emozioni…………27

4. Vedere nello Spirito i Sogni e le Visioni da Dio...........................................................33

5. Il Diario di Preghiera: Scrivere il Nostro Dialogo con Dio..........................................51

6. Modelli Biblici per Avvicinarsi a Dio ..........................................................................62

7. Come Posso Essere Certo della Voce di Dio?...............................................................79

8. Riflessioni Ulteriori sulla Preghiera..............................................................................90

9. Il Signore Risponde ......................................................................................................97

10. Yada - l’Amore Condiviso ..........................................................................................109

AppendiciA. Il Logos e la Rhema nel Greco del Nuovo Testamento ...............................................118

B. I 70 Usi della Rhema nel Nuovo Testamento ..............................................................120

C. Comprendere la Potenza della Rhema, “La Parola Pronunciata” ..............................................................................................121

D. Parole Greche del Nuovo Testamento per Descrivere Esperienze Rivelatrici.................................................................................................122

E. Come Dio Usa Visione e Immagine............................................................................124

F. Sogni e Visioni nella Storia della Chiesa ....................................................................132

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IntroduzioneQuesta è la storia della mia ricerca della voce di Dio. Per i primi dieci anni della mia vita cristiana, ho

vissuto nell’involucro di razionalismo che mi ero costruito. La mia vita era governata da regole e norme per una vita cristiana di successo, che avevo scoperto nel mio studio delle Scritture. Le mie preghiere erano però semplicemente dei monologhi, e non varcavo mai “l’altro lato del silenzio”, per arrivare al luogo del dialogo reciproco con Dio.

Ho sempre creduto che i Cristiani dovessero essere in grado di udire la voce di Dio. Sapevo che Lui vuole guidarci continuamente, e che uno dei Suoi modi è attraverso la Sua “voce sottile e tranquilla”. Gesù ha affermato chiaramente che“le Mie pecore odono la Mia voce”. Tuttavia, malgrado i mie sforzi, non riuscivo a sentire questa voce che mi parlava. Ho letto libri e frequentato diversi corsi, ho studiato la Bibbia, e ho messo in discussione chi affermava di sapere riconoscere interiormente la voce del Signore. Tuttavia la mia ricerca mi appariva inutile. Queste persone erano per natura mistiche e intuitive, e per loro questa voce giungeva facilmente e normalmente, ma io non capivo perché invece avevo così tante difficoltà con una cosa così semplice. Queste stesse persone non sapevano però cosa dire per aiutarmi.

Il Signore aveva in ogni modo visto il desiderio del mio cuore di conoscere la Sua voce, un desiderio che non poteva essere infranto neanche attraverso un serie continua di fallimenti e delusioni. Il Signore mi ha quindi condotto gradualmente verso risorse adeguate, per insegnarmi le abilità di cui avevo necessità: la calma interiore, la spontaneità, la visione, e il diario di preghiera. Quando tutti queste componenti sono stati messe al loro posto, ho realizzato di avere ricevuto più di quanto mi aspettassi. Ho trovato una Persona. Cercavo una guida e ho trovato un Pastore. Cercavo la volontà di Dio e ho trovato un’amicizia con il Figlio di Dio.

Dal momento in cui ho iniziato a riconoscere la voce del Signore nel mio cuore, sono entrato in una vita di dolce comunione con Gesù. Ora non vivo più sotto il peso del legalismo ma sono motivato dall’amore. Le imposizioni hanno lasciato il posto all’amicizia. Ogni giorno sono in contatto immediato con il mio Signore, e la mia vita interiore è stata trasformata. La mia personalità, la mia famiglia e il mio ministero sono stati tutti trasformati dalla sapienza e compassione di Gesù, che ora possono mettere in pratica. Il mio cuore è stato convinto dall’amore che Dio ha per me, e non sarò più lo stesso.

L’amore profondo di Dio per i Suoi figli, e il Suo desiderio grande di comunicare con ognuno, mi ha spinto a scrivere sulle abilità che ho imparato. Ho iniziato quindi a parlare del desiderio profondo del Signore nel vedere ogni cristiano gioire della comunione benedetta con Lui, che io avevo trovato. Ho iniziato a condividere quello che avevo scoperto, insegnando altri a udire la voce di Dio e ad avere un dialogo reciproco con Lui. Molti hanno già intrapreso gioiosamente questo nuovo modo di vivere.

La Chiesa sta iniziando a udire la voce di Dio e a vedere le Sue visioni. Il tempo del cordoglio è passato, e per noi è arrivato il tempo del rinnovamento e delle restaurazione. I profeti che hanno chiamato al ravvedimento hanno compiuto la loro opera. La Chiesa è stata ricondotta alla consapevolezza dei propri peccati, della proprie responsabilità e della sua autorità nel regno di Dio. Il regno di questo mondo diventerà certamente il regno del nostro Signore e del Suo Cristo. Egli regnerà su di noi in ogni aspetto della vita su questa terra.

La mia preghiera è che il Signore unga questo libro e lo usi per condurre persone come me a una nuova dimensione del Cristianesimo: un luogo di dialogo reciproco con Dio. Prego che l’amore e l’accoglienza che ricevete dal Signore vi guariscano da tutte le vostre paure e sensazioni di inadeguatezza, e trasformino la vostra vita. Prego che la visione di Dio sia generata in voi, di modo che possiate trovare il vostro posto nel regno di Dio. Prego che troviate vita mentre parlate con Dio “faccia a faccia”, così come si parla con un amico.

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1I Tentativi di Udire

la Voce di DioUn Appuntamento Divino“Mark! Alzati!”

La voce autorevole mi ha svegliato da un sonno profondo, e mi sono seduto sul letto. Nonostante non l’avessi mai udita prima, ho capito immediatamente che avevo appena udito la voce di Dio!

“Cosa? Cosa?”, ho chiesto, confuso.“Alzati! Ti insegnerò a udire la Mia voce!”“Favoloso!”, ho risposto, e mi sono rimesso a dormire. “Va bene, va avanti.”“ALZATI! Va nel tuo ufficio. Stasera, ti insegnerò a udire la Mia voce!”Alla fine, comprendendo l'importanza del momento, ho ubbidito subito. Quella sera, mi sono inginocchiato

all'altare della nostra piccola chiesa di campagna, e lo Spirito Santo mi ha dato il dono prezioso che da lungo tempo stavo cercando, e mi ha proiettato nella vocazione che sarebbe diventata la mia passione per il resto della mia vita. Egli ha messo insieme tutto quello che avevo imparato durante un anno di studio intenso sulla preghiera e sull’udire la voce di Dio, e mi ha mostrato come tutto questo è racchiuso in quattro semplici chiavi rivelate in Habacuc 2:1, 2.

Come Sono Arrivato QuiQuando ho ricevuto il Signore all’età di quindici anni, il mio desiderio immediato è stato imparare la Parola di Dio o, come mi piace dire, diventare un uomo biblico. Questo desiderio era profondo e insaziabile. Tre anni dopo, con grande aspettativa, mi sono iscritto al “College Robert Wesley” per conseguire un Baccalaureato in religione e filosofia.

Il College era entusiasmante perché imparavo la Bibbia da cima a fondo, e il mio desiderio di diventare un uomo biblico si stava realizzando. Ho letto e studiato accuratamente la Bibbia, ho fatto schemi e grafici per ogni libro, e l'ho insegnata come pastore dei giovani. A quei tempi la Bibbia non era ancóra disponibile su audiocassette, così Patti ha registrato la sua lettura del Nuovo Testamento che io ascoltavo mentre ero al lavoro.

Praticamente, biblicamente, e logicamente, queste parole mi avevano sempre toccato. Sono cresciuto in una fattoria dove producevamo latte, in una comunità rurale tradizionalista; e quindi il mio approccio alla vita è sempre stato concreto, con i piedi per terra, ragionevole. Dopo avere invitato Gesù nella mia vita, ho iniziato a frequentare una chiesa Battista molto tradizionalista, e ho subito sentito una vocazione al pastorato. Fino a quel momento la mia aspirazione era stata quella di diventare un allevatore. Mi piaceva la vita pratica della fattoria, specialmente nel vedere il risultato di una lunga e dura giornata di lavoro.

Non c’era da meravigliarsi, dunque, se il mio desiderio più profondo era rendere la Bibbia concreta, pratica, e applicabile alla mia vita. Nello studio e nell’insegnamento, iniziavo a rendermi conto che la voce di Dio, o la “parola del Signore” come la chiamavano i profeti, era un argomento molto realistico e frequente nella Scrittura. Ho notato che, dalla Genesi all’Apocalisse, uomini e donne hanno udito la voce di Dio rivolta a loro, e in me cresceva la fame di udire la voce di Dio nel mio cuore. Ero preso dal desiderio intenso di diventare un uomo spirituale e di comprendere le vie dello Spirito, perché mi rendevo conto che potevo essere un uomo biblico solo se anche io fossi riuscito a udire la voce di Dio.

Ho dunque iniziato a cercare la voce di Dio nel mio cuore. Ho atteso con grande aspettativa che la voce interiore udibile di Dio mi parlasse e dicesse: “Ciao, Mark. Questo è Dio che ti parla.” Mi immaginavo di certo

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una voce dai toni profondamente bassi, lampi dal cielo, il vento che soffia, e le finestre che sbattono. Mi sarei poi alzato di scatto con pronta ubbidienza e avrei fatto quello che mi Dio mi ordinava.

Ma nulla di tutto ciò è accaduto. Ascoltavo e riascoltavo, ma non riuscivo a udire una qualche “voce di Dio.” Tutto ciò che udivo erano invece i pensieri che si rincorrevano nella mia mente, fino poi a smarrirmi in inutili fantasticherie o, ancóra peggio, a ritrovarmi addormentato.

Ero profondamente insoddisfatto! La preghiera per me proprio non funzionava e non capivo perché. Ho pensato che forse leggere di più la Parola mi avrebbe aiutato. “Sarò allora in grado di udire la voce di Dio”, mi sono detto. Ho letto freneticamente la Bibbia, interi libri in una sola volta. Nonostante questo, non sono riuscito a sentire quella voce tranquilla interiore.

Poi, in Isaia 58 ho letto che se digiuniamo con umiltà e invochiamo Dio, lo sentiremo risponderci, “ed egli dirà: “Eccomi!” (Is. 58:9). L’insegnamento di Gesù mi indicava anche che il digiuno aumenta la nostra potenza e autorità spirituale. Ho deciso dunque di provare a digiunare, per vedere se questo mi poteva rendere spiritualmente più sensibile. Ho digiunato per giorni e anche per settimane intere, ma ancóra non riuscivo a udire una voce nel mio cuore.

Speravo che dopo il diploma in materie teologiche e filosofiche al College cristiano avrei, in qualche modo, acquisito l’abilità di udire la voce di Dio. Ho ricevuto il mio diploma ma ancóra non potevo udire altro che i miei vaghi pensieri. Non c’era proprio alcuna voce interiore! Malgrado quello che diceva la gente o insegnava la Bibbia, non riuscivo a trovare una voce.

Con il nuovo incarico pastorale, ho sperato e pregato che questa voce si manifestasse con la mia consacrazione al ministero Dopotutto, come si può essere un pastore cristiano senza udire la voce di Dio? Sarebbe stata una situazione particolarmente imbarazzante specialmente per un pastore di una congregazione carismatica! Pensateci: qualcuno avrebbe certamente pronunciato un messaggio in lingue, e se nessun altro ne avesse data l’interpretazione era mia responsabilità darla per mantenere un giusto ordine. Ma come potevo pronunciare una parola profetica se io stesso non riuscivo a udire la voce di Dio? La mia chiesa si sarebbe presto accorta che ero un impostore! Sarei stato rovinato! Dio certamente non voleva che questo mi accadesse, e avrebbe sicuramente usato la mia cerimonia di consacrazione per interrompere questo silenzio nel mio cuore. “Per favore, Dio”, ho detto tra di me. La mia consacrazione è arrivata, è passata, ma non c’è stata alcuna voce. Ormai ero sfiduciato. Avevo fatto tutto il possibile, ma senza risultati.

Sono quindi tornato a consultare le Scritture per vedere se realmente il popolo di Dio udiva la Sua voce. Sì, senza dubbio, Dio afferma che in ogni patto, dalla Genesi all’Apocalisse, ha parlato al Suo popolo. I seguenti sono alcuni tra i centinaia di versetti della Scrittura che hanno confermato questa verità al mio cuore.Poi udirono [Adamo e Eva] la voce dell'Eterno DIO… (Ge. 3:8).Or l'Eterno disse ad Abramo… (Ge. 12:1).L'Eterno disse quindi a Mosè… (Es. 4:21).L'Eterno disse ad Aronne:… (Es. 4:27).Ora, se tu ubbidisci diligentemente alla voce dell'Eterno… (De. 28:1).L'Eterno parlò a Giosuè… (Gs. 1:1).L'Eterno mi disse [a Isaia]… (Is. 8:1).Questa è la parola che fu rivolta a Geremia da parte dell'Eterno dicendo… (Gr. 7:1).La parola dell'Eterno fu espressamente rivolta al sacerdote Ezechiele… (Ez. 1:3).Io [Gesù] non posso far nulla da me stesso; giudico secondo ciò che odo…(Gv. 5:30).E lo Spirito mi disse [a Pietro] di…(At. 11:12).Furono impediti dallo Spirito Santo [Paolo e gli altri] … (At. 16:6).Mi trovai [Giovanni] nello Spirito nel giorno del Signore e udii dietro a me una forte voce, come di una tromba, che diceva: «Io sono l'Alfa e l'Omega, il primo e l'ultimo, e ciò che tu vedi scrivilo in un libro… (Ap. 1:10,11).

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Ma voi vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente…e a Gesù, il mediatore del nuovo patto… guardate di non rifiutare colui che parla (Eb. 12:22, 24, 25).

Non potevo proprio accettare la premessa che Dio avesse smesso di parlare in questa dispensazione della grazia, specialmente quando io sentivo questa grande necessità nel mio cuore. Quel desiderio doveva essere stato messo lì proprio da Dio.

In quello stesso periodo, Dio mi ha benevolmente messo vicino un anziano di chiesa che era in grado di udire distintamente la voce di Dio, e la comunicava con profezie meravigliose. Ero sbalordito dalla purezza, potenza, e precisione con cui lui pronunciava la parola del Signore. Per questo mi sono deciso a chiedergli come facesse a udire la voce di Dio. Credevo che potesse darmi delle indicazioni che avrebbero finalmente spalancato la porta alla duplice comunicazione della preghiera nella mia stessa vita.

Ho cercato di mettere in pratica ogni sua indicazione e ogni suo consiglio. Con pazienza, mi ha parlato della sua esperienza, ma non è stato in grado di aiutarmi. Alla fine ho pensato che fosse un intuitivo per natura e che per lui era facile udire la voce di Dio. Io avevo un atteggiamento troppo analitico per capire la naturalezza di un flusso intuitivo. Per me il mondo spirituale poteva essere trovato solo seguendo le istruzioni dettagliate di una mappa. La spiegazione di quest’uomo era invece: “Te ne accorgi che lo sai, perché sai che lo sai.” L’avete mai sentita questa risposta? Se una cosa non la sai, non ti aiuta molto se qualcuno ti dice che invece la sai! Me ne sono andato via ancóra più deluso, e soprattutto avevo quasi esaurito ogni possibile indicazione.

Nella disperazione più totale, ho esaminato l’ultima possibilità a cui potevo pensare: ho valutato se ero veramente convertito. Non mi c’è voluta molta riflessione per concludere che lo ero. Avevo ammesso i miei peccati e mi ero pentito, avevo accolto Cristo chiedendogli di essere Signore e Salvatore della mia vita. Gli anziani di chiesa avevano posto le mani su di me di modo che ricevessi lo Spirito Santo, ed ero stato battezzato in acqua. Credevo nella Bibbia come all’infallibile Parola di Dio, e credevo a tutte le verità della teologia evangelica.

Sì. Ero certamente convertito. “Bene, allora dov’era il problema?”, ragionavo tra me. Forse ero troppo insistente e perfezionista in tutta questa faccenda, o forse chiedevo troppo al Cristianesimo. Dovevo probabilmente accontentarmi come tanti altri Cristiani sembrano fare. Avevo la Bibbia. Forse, dopotutto, non ero così tanto necessario udire la voce interiore di Dio. Ero mentalmente esausto. Avevo provato di tutto, e nulla aveva funzionato. Avevo ascoltato più che potevo, ma non c’era stata nessuna voce interiore nel mio cuore. Non c'era proprio. Non mi volevo ingannare con la pretesa che questa fosse presente. Se non c’era, non c’era.

Poco tempo dopo, un noto insegnante statunitense della Bibbia, che stimavo profondamente, ha tenuto un discorso nella nostra chiesa. Al termine della riunione l’ho pressato di domande. “Come fai a udire la voce di Dio nel tuo cuore?”, gli ho chiesto. La sua riposta mi ha frastornato: “Quella che la gente definisce ‘voce di Dio’ non è altro che l’attività indefinibile della mente spirituale.” In altre parole, questa voce non esisteva!

Una parte di me voleva credere a questa spiegazione. Dopotutto, non era una mia mancanza se non avevo qualcosa che non esisteva, non e vero? Poi però ho pensato all’anziano responsabile, che nella mia chiesa avevo sentito profetizzare in modo meraviglioso, e ad altri che avevo sentito predicare la Parola del Signore. Sapevo che quel desiderio profondo nel mio cuore sarebbe stato soddisfatto solo con una relazione reciproca con Dio Altissimo.

Ringrazio Dio che, anche quando non ne siamo consapevoli, la Sua mano ci conduce. In tutta questa mia fame e ricerca interiore, Lui mi stava conducendo un piccolo passo alla volta.

Molti di questi miei passi non erano evidenti in quel periodo, sembravano solo eventi insignificanti o circostanze casuali. Oggi però posso guardare indietro e riconoscere la mano di Dio all’opera. Nonostante i miei fallimenti, la mia depressione e confusione, Lui era all'opera in tutte le cose per il mio bene.

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Le Quattro ChiaviL’inizio di questa rivelazione è arrivato con tranquillità. Mia moglie Patti e io abbiamo viaggiato in auto

verso una città vicina per partecipare a riunioni in una tenda, e dopo la riunione abbiamo visitato il banco dei libri. Un libro di Michael Scanlan sulla guarigione interiore ha attirato in particolare la mia attenzione, perché in quel periodo questa guarigione interiore era un ministero nuovo, e io ne ero poco informato.

Ho comprato quindi il libro, e la sua lettura mi ha molto incoraggiato. Ho pensato alle tante persone con ferite interiori profonde e che non avevano trovato aiuto nel colloquio di counseling. Ho pensato che forse questa era la risposta per loro. Da lì a breve Patti e io abbiamo partecipato a un ritiro organizzato dai Padri Denis e Matthew Linn. Nonostante avessimo dedicato molto spazio a considerare argomenti teologici, è stato in questa occasione che Dio ha richiamato la mia attenzione sulla necessità di sogni e visioni in una vita cristiana matura.

Ho quindi trascorso una grande parte dei mesi successivi a studiare tutto ciò che potevo sulla preghiera. Ho letto circa venticinque libri e qualsiasi cosa che nella Scrittura trovavo sull'argomento della preghiera, e ho provato diversi tipi di preghiera. Verso la fine di quello stesso anno, il Signore mi ha svegliato con il suono della Sua voce udibile. Quella sera, Dio mi ha aperto i versetti di Habacuc 2:1,2, in cui il profeta descrive le sue azioni davanti a Dio per udire la Sua voce. In questi versetti, Dio mi ha mostrato diverse chiavi rivoluzionarie di cui non mi ero mai reso conto e su cui non avevo mai ascoltato alcun insegnamento. Ora le voglio presentare brevemente, e nei capitoli successivi le prenderemo in considerazione singolarmente, per mostrare come queste possono essere sviluppate e usate nella vostra vita di preghiera.

Io starò al mio posto di guardia…e starò attento per vedere ciò che egli mi dirà… Quindi l'Eterno … disse: “Scrivi la visione...” (Eb. 2:1, 2, grassetto aggiunto)

Ovviamente Habacuc sapeva discernere la voce del Signore nel proprio cuore. Ha affermato: “Quindi l’Eterno disse.” Nel suo scritto, Habacuc aveva anche registrato ciò che Dio gli ha detto. Riconosceva dunque il suono della voce di Dio.

La prima chiave per udire la voce di Dio è quindi imparare a cosa somiglia interiormente il suono della voce di Dio. Piuttosto che come voce interiore udibile, ho scoperto che la voce di Dio nel nostro cuore è normalmente percepibile come un flusso di pensieri spontanei. Sì, quella sera Dio mi ha parlato benevolmente con una voce udibile, ma questa non è certamente la regola. Infatti, è più probabile che questa fosse un’indicazione che ero poco intuitivo o troppo ostinato per ricevere il Suo messaggio in un altro modo! Come Paolo sulla strada di Damasco, dovevo essere “scosso dalla testa ai piedi” per poter udire quello che Dio mi doveva dire.

Se necessario, Il Signore usa modi energici, ma Egli preferisce che impariamo a discernere il Suo parlare come un flusso spontaneo di pensieri nel nostro cuore. Esporrò in seguito questo concetto in un capitolo a parte, fornendo un fondamento biblico e in base all’esperienza, per considerare poi gli effetti di tale verità nella nostra vita.

La seconda chiave in Habacuc è nella frase: “Io starò al mio posto di guardia.” Habacuc sapeva come recarsi in un luogo silenzioso e tranquillizzare i suoi pensieri e le sue emozioni, così da percepire il flusso spontaneo e interiore di Dio. Molti di noi sanno che dobbiamo tranquillizzarci, ma troviamo difficoltà nel farlo. Più avanti presenterò numerosi strumenti biblici per tranquillizzare la nostra mente e il nostro cuore davanti a Dio, così da iniziare a percepire il flusso attivo del Suo Spirito in noi.

La terza chiave è nella frase di Habacuc: “Starò attento per vedere.” Mi sono chiesto perché egli abbia fatto una tale affermazione. Avrebbe potuto dire: “Ascolterò per udire quello che mi dirà.” Per me ha più senso ascoltare le parole piuttosto che vederle.

Nel momento in cui questa domanda ha ricevuto risposta nel mio cuore e nella mia mente, Dio mi aveva dato accesso a una rivelazione totalmente nuova (almeno per me) riguardo il ruolo del sogno e della visione nella preghiera.

Per ultima, la quarta chiave dimostrata in Habacuc 2:2: «l'Eterno mi rispose e disse: “Scrivi la visione”». Che idea eccezionale! Annotare il mio dialogo con Dio. Alla fine mi sono accorto che l’intero libro di Habacuc

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è fondamentalmente la storia di un uomo che ha preso nota delle sue preghiere e delle risposte ricevute da Dio. È stato Dio stesso che gli ha comandato di scrivere.

Non avevo mai sentito prima di allora una predicazione sulla validità di annotare il nostro dialogo con Dio. Non mi era mai venuto in mente che potevo annotare le mie preghiere e la risposta di Dio. Questo metodo l’ho chiamato “diario”. Ho cercato le basi di questo metodo nella Scrittura, e ho trovato non solo un versetto o due ma centinaia di capitoli che mostrano questo strumento. Molti esempi sono nei Salmi, nei Profeti, e in tutto il libro dell’Apocalisse.

Sono sempre sorpreso nel constatare come la Chiesa trascorra molto tempo argomentando su dottrine basate su pochi versetti solo per trascurare poi una dottrina che è comandata nella Scrittura, e dimostrata in diversi centinaia di capitoli. Questo mi fa pensare che alle volte siamo fuori equilibrio. Dedicherò quindi un capitolo intero al diario, esaminandolo biblicamente e mostrando il suo valore straordinario nell’aiutarci a udire la voce di Dio. Descriverò anche il suo funzionamento pratico.

PrecauzioniOra, prima di continuare, vogliamo considerare alcune precauzioni per questa avventura nel mondo delle

percezioni dello Spirito.Quando parliamo di udire la voce dello Spirito di Dio Onnipotente, le persone hanno talvolta paura di

confonderla con la voce di satana o la voce dei desideri del proprio cuore, e che questo fatto potrebbe rovinare la loro vita. Troppo spesso, la loro soluzione migliore è rinunciare del tutto alla ricerca nella dimensione spirituale e praticare semplicemente un legalismo biblico, ignorando la possibilità di udire personalmente da Dio.

Questa è senz’altro un'alternativa, e molte persone hanno ovviamente intrapreso questo cammino, ma non è evidentemente il cammino della vita abbondante promessa a noi da Gesù. Dio ci ha dato indicato diverse precauzioni nella Scrittura. Se le seguiamo, possiamo vivere come Gesù ha fatto, con la fiducia e la certezza di essere protetti, e nella cura del Padre Celeste, sia nel mondo spirituale che in quello fisico.

Le ScrittureLa più grande protezione nel nostro cammino spirituale è senza dubbio la Parola di Dio. Una buona

conoscenza delle Scritture ci può salvare da tanti errori e da mal di testa. Nella Scuola Biblica, dove insegnavo, era richiesto un determinato grado di conoscenza biblica come requisito per apprendere questo insegnamento sull’udire la voce di Dio. Quando insegno in altre chiese, richiedo che i partecipanti del corso abbiano letto almeno una volta il Nuovo Testamento e che stiano leggendo l’Antico Testamento.

Questo non vuol dire ovviamente che Dio non parli ai nuovi cristiani che non hanno ancóra letto tutta la Parola di Dio. Certamente lo fa! Ma se Cristiani non uniscono il tempo di preghiera allo studio intenso della Parola di Dio, e al consiglio spirituale, si troveranno presto in pericolo.

Ci sono due modi principali in cui le Scritture possono aiutarci e proteggerci. Il primo è che ogni rivelazione deve essere confermata dalla Parola scritta di Dio. Se una rivelazione contrasta sia la Parola scritta che lo spirito della Parola, questa deve essere rifiutata immediatamente. Non c'è alcun posto per il compromesso, l'alterazione, la deviazione, quando si tratta della verità della Bibbia. Non ci possono essere interpretazioni strane e personali su alcuni versetti oscuri. La parola del Signore rimane per sempre, e ogni parola pronunciata da Dio a noi è in accordo totale con la lettera e lo spirito della Parola Eterna.

Dobbiamo non solo verificare la voce di Dio nel nostro cuore alla luce della Bibbia, ma accertarci che ogni rivelazione sia fondata sulle Scritture. Il Signore aveva detto a Giosuè di meditare e pronunciare la legge di Dio, e di praticarla notte e giorno, in modo che Dio potesse farlo prosperare nelle sue imprese. Se riempio la mia mente e il mio cuore con la Bibbia, la Spirito Santo avrà modo di sostenermi in ogni situazione con versetti precisi, racconti e fondamenti biblici. Come risultato, il flusso spontaneo delle Scritture illuminate produrranno in me sapienza è rivelazione molto più grandi di quanto la mia mente è in grado di fare. Questo avviene se prendo un attimo di calma e mi affido a Dio.

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Il Corpo di CristoLa seconda salvaguardia Scritturale importante contro l’errore e il danno spirituali è avere un atteggiamento

spiritualmente umile. Spesso coloro che affermano di udire dal Signore sono spesso arroganti e presuntuosi. Il loro atteggiamento è: “Dio me l'ha detto, e basta così.” Ma Dio resiste agli orgogliosi e fa grazia agli umili. Un tale atteggiamento arrogante finisce per far cadere queste persone nell'inganno. Tutte le rivelazioni dovrebbero essere provate. Dio non ci parla per farci comandare sugli altri. Piuttosto dovremo essere conosciuti come tra i più umili.

Non siamo parte del Corpo di Cristo, e quindi la piena rivelazione di Gesù non risiede in noi individualmente ma solo quando ci raduniamo come suo Corpo. Abbiamo quindi necessità di fare parte di una chiesa locale che è espressione del Corpo di Cristo, e chiunque intenda approfondire il proprio cammino spirituale dovrebbe consultarsi con un counselor spirituale affidabile.

Non possiamo sopravvivere se cerchiamo di camminare da soli. Il Signore vi dimostrerà con chi stabilire un rapporto di fiducia, se glielo chiedete. Questa è un protezione potente per la vostra vita: Senza una saggia guida il popolo cade, ma nel gran numero di consiglieri c'è salvezza (Pr. 11:14). Presenterò con più dettagli il concetto dei counselor spirituali più avanti.

UmiltàOltre queste queste precauzioni ce ne sono altre. Dio ci dà rivelazioni solo nelle aree in cui ci affida autorità

e responsabilità. Una moglie riceve normalmente rivelazione per la sua casa o per la sua attività fuori casa. Un marito riceve sapienza per la sua famiglia e il suo ruolo nel suo lavoro. Un pastore riceve rivelazione sulla chiesa dove Dio lo ha costituito responsabile.

L’autorità che Dio delega è accompagnata dalla rivelazione di Dio per esercitare saggiamente tale autorità. Dobbiamo perciò aspettarci la rivelazione soltanto in quelle aree in cui abbiamo una responsabilità legittima. State lontani dalla ricerca di rivelazioni fuori dall'area in cui non avete autorità. Non ricercate una "parola dal Signore" per il Presidente o altri leader mondiali, e neanche una rivelazione per i vostri impiegati o il vostro pastore, a meno che non siate responsabili per loro, in qualità di amici o counselor. La rivelazione da parte di Dio è limitata a quelle aree di autorità e responsabilità da Lui stabilite.

La VerificaDobbiamo anche accertarci che tutte le rivelazioni che riceviamo ci conducano a una maggiore integrità e

capacità di amare Dio e avere comunione con Lui. Se in qualsiasi momento il nostro tentativo di dialogare con Dio diventa controproducente, dobbiamo fermarci e rivolgerci a un counselor spirituale.

Davanti a questo avvertimento potreste sentirvi intimoriti, fino al punto da ignorare la dimensione spirituale, piuttosto che rischiare dei pericoli. Ma solo quelli che pensano di farcela da soli, cioè chi dice “solo Gesù e me” devono preoccuparsi. Se invece applicate le precauzioni che ha menzionato, e cercate sinceramente la voce di Dio, potrete avvicinarvi con fiducia alla vita nello Spirito.

Prima di continuare a leggere questo libro, vi incoraggio vivamente a esaminare attentamente la vostra vita per fare in modo che queste protezioni siano operanti. Se non lo sono, per favore mettete da parte questo libro e prendete il tempo necessario per stabilirle nella vostra vita. Poi prendete di nuovo il libro e andate avanti.

Le rivelazioni che il Signore mi ha dato saranno di grande benedizione per chi è sincero davanti a Dio. Tuttavia, un loro uso scorretto potrebbe esporre gli sconsiderati agli inganni di satana. Il cristiano che ha messo le protezioni di Dio intorno a sé non deve mai temere di essere ingannato, tuttavia dobbiamo essere consapevoli della presenza del nostro nemico che va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare (1 Pi. 5:8).

L'anno che ha trascorso nell'udire la voce di Dio ha prodotto risultati meravigliosi. Mi sono reso conto della mia necessità di fermare la mia mente e ascoltare il flusso dei pensieri spontanei interiori di Dio. Ho imparato ad aprire il mio cuore al flusso dei sogni e delle visioni che provengono da Dio. E più di tutto, ha imparato ad annotare il mio dialogo con Dio Altissimo.

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Prima di tutto mi sono assicurato che le protezioni fossero al loro posto. Conoscevo la parola di Dio. Era disposto a sottomettere tutte le mie rivelazioni interiori alla lettera e allo spirito della Bibbia. Ero disposto a camminare in relazione con il Corpo di Cristo, e con il counselor che Dio mi aveva dato. Mi sono assicurato che tutte le rivelazioni conducessero a una maggiore integrità e capacità di amare Dio e farlo conoscere più pienamente. A questo punto, ero pronto a proseguire la più grande avventura della mia vita.

Il Desiderio del Cuore di DioPerché Dio non sie era stancato di me già anni prima? Perché continuava a guidarmi alla conoscenza della

Sua voce? E perché volevo così disperatamente udire la Sua voce? Infatti, qual'è il motivo di questo grande desiderio universale di udire la voce di Dio, da parte dei Cristiani di tutto il mondo e in tutti i secoli? Nella loro disperazione di udire da Dio, uomini e donne si sono privati di ogni comodità e distrazione. Hanno abbandonato i loro beni per vivere in assoluta semplicità, così che nulla potesse frapporsi tra loro e Dio. Hanno fatto voti di silenzio, di modo che sono la sola voce che potessero dire fosse quella di Dio. Perché uomini e donne sinceri in tutta la sua storia dell'umanità si sono consumati a questo modo? Perché anche io mi stavo consumando?

Molto semplicemente, perché il desiderio più profondo del cuore di Dio è avere comunione con i Suoi figli. Dall'inizio dei tempi, il suo desiderio è rimasto lo stesso. Egli ci chiama gentilmente ma costantemente. Egli ci lascia perfino sperimentare l'insoddisfazione di una vita senza di Lui. Anche se il nostro spirito è in disordine e la nostra mente confusa, avvertiamo comunque profondamente in noi il desiderio di una relazione speciale, di un tipo di amore speciale che soddisfi i nostri cuori.

Nel Giardino“Adamo! Adamo, dove sei?”Quando udiamo queste parole ci viene da pensare al giorno triste in cui la comunione tra l'uomo e Dio è

stata interrotta. Pensiamo però per un momento come questa sarà stata prima di quel giorno. Quanti altri giorni il Padre sarà venuto nel giardino alla brezza del giorno, per camminare con l’uomo e la donna che amava così tanto. Quante volte avrà chiamato “Adamo, Adamo!” E quante volte Adamo avrà risposto “Sono qui, Signore!”

Potete vedere i tre camminare insieme, forse mano a mano, lentamente tra i fiori rigogliosi, a volte fermandosi a cogliere un frutto gustoso? Adamo avrà probabilmente parlato delle sue responsabilità giornaliere: come la sua potatura aveva aiutato l’albero di pesco, e dei semi di fragola da lui piantati che davano frutti rossi deliziosi. Il Padre Celeste avrà ascoltato, con una scintilla di soddisfazione nei Suoi occhi.

Eva avrà parlato dei suoi amici animali: gli scherzi che le scimmie facevano, e come gli scoiattoli le facessero così tanto arrabbiare. Tutti loro avranno subito riso alla storia dipinta con le parole di Eva. Poi, al calare del sole, avranno continuato in amichevole silenzio, godendo del tramonto dai colori brillanti, ancóra più significativo perché lo ammiravano insieme.

Questa è amicizia, amore condiviso, per il quale siamo stati creati. Il Padre Celeste desidera che andiamo a Lui con le nostre gioie e i nostri successi; vuole partecipare alla nostra gioia verso la Sua Creazione; vuole essere il nostro amico migliore con cui condividere l’amicizia e l’amore.

Il suo cuore gioisce quando ci riposiamo dal nostro lavoro e conversiamo solo con Lui! È per questo che ci ha creato: desidera qualcuno con cui condividere il Suo amore. Dio è amore; e, come dice una canzone, “l’amore non è amore se no lo doni.” Dio desidera che ci avviciniamo a Lui perché vuole donarci il Suo amore.

Per molto tempo, avevo considerato la passeggiata in giardino, nel fresco del giorno, come essenzialmente una perdita di tempo. Volevo produrre qualcosa, e non avevo tempo da sprecare per queste cose extra inutili. Ma il Signore ha iniziato gentilmente e amorevolmente a insegnarmi che le passeggiate e condividere il proprio amore non sono extra inutili. È questo che Lui desidera. È questo lo suo scopo della creazione e della vita.

Dio mi ha creato con lo scopo supremo di condividere l’amore con Lui. Mi ha creato con la capacità di amare così da ricambiare il Suo amore. Avevo perso questo significato nel trambusto della vita. Pensavo che produrre cose fosse più necessario che produrre amore. Dio invece mi ha ricordato della creazione, mi ha

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chiamato a pentirmi di avere idolatrato il lavoro, e mi ha chiesto di mettere l’amore al centro della mia vita. L’ho ascoltato, mi sono pentito e sono guarito.

Il Suo Popolo Scelto Dio ha voluto ripristinare la comunione che aveva con Adamo e Eva nel Giardino dell’Eden. Ha quindi

stabilito un patto con il popolo d’Israele in cui ha promesso di essere il loro Dio, e che loro sarebbero stati il Suo popolo. Al monte di Dio, Egli ha offerto loro la Sua voce. Egli desiderava profondamente parlare con i Suoi figli. Dopotutto, il Suo scopo nell'averli creati era avere comunione con loro.

In Deuteronomio 5:22-31, Mosè racconta cos'è accaduto. Dio ha offerto la Sua voce, ma ha detto agli Israeliti che questa era accompagnata dal fuoco, un simbolo biblico ricorrente di espiazione e purificazione. Piuttosto che accettare la mano stesa di amore e comunione da parte di Dio, e passare attraverso la purificazione, il popolo ha scelto una soluzione alternativa. Mosè ha detto: “Avvicinati tu e ascolta tutto ciò che l'Eterno, il nostro DIO, ti dirà, e noi ascolteremo e lo faremo” (De. 5:27). Piuttosto che beneficiare di una relazione faccia a faccia con Dio, come aveva fatto Mosè, il popolo si è accontentato di una lista di leggi da seguire (De. 5:31).

Dio ha impresso profondamente nel mio cuore una scelta: vivere in comunione con Lui oppure vivere seguendo una lista di regole. Avevo già provato a vivere secondo una lista di prescrizioni tratte dal Nuovo Testamento, ed ero d'accordo con la Scrittura: la legge conduce alla morte. Il tentativo di osservare tutte le regole, anche se legittime, aveva prodotto in me un senso di colpevolezza, condanna, depressione e scoraggiamento.

Alla fine mi sono reso conto che quando sono condotto dallo Spirito non sono sotto la Legge. Se cammino in comunione con Dio Altissimo mi ritroverò a vivere spontaneamente le richieste della Legge. In questo modo la vita sarebbe molto più facile, non credete? Il peso di dover adempiere una quantità enorme di comandamenti non sarebbe più su di noi. Vivremmo in comunione con una persona, la persona di Cristo.

Sono ora arrivato al punto in cui posso percepire l'iniziativa del Padre Celeste che scorre in me. Sono passato dalla Legge alla grazia continua, momento dopo momento.

DavideDio ha continuamente offerto comunione e amicizia al Suo popolo, e questo ha continuato a ferire il Suo

cuore, rifiutandoLo e scegliendo di vivere sotto la legge. Occasionalmente, nella storia dell'Antico Testamento qualcuno non si è accontentato di vivere solo attraverso regole, e ha cercato invece la relazione per cui era stato creato.

Probabilmente l'uomo che nell'Antico Testamento ha ottenuto il livello di comunione più alto con Dio è stato Davide. Davide non nascondeva i suoi pensieri o sentimenti. Quando ha udito che Golia sfidava l'esercito d'Israele e il loro Dio, non si è preoccupato di pensare alle conseguenze delle sue scelte. Quando l'Arca del Patto tornava a Gerusalemme, Davide non si è vergognato di esprimere la sua gioia, e ha danzato con grande entusiasmo e esuberanza al punto che la moglie ne è rimasta imbarazzata.

Davide viveva la sua comunione con Dio con lo stesso fervore e libertà emotiva. In tutti i suoi sentimenti si presentava al Signore, e apertamente e intensamente esprimeva le sue emozioni. Quando la colpevolezza del suo peccato lo ha sopraffatto, Davide ha aperto il suo cuore a Dio:

“Lavami completamente dalla mia iniquità e purificami dal mio peccato. Poiché riconosco i miei misfatti e il mio peccato mi sta sempre davanti. Ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi, affinché tu sia riconosciuto giusto quando parli e retto quando giudichi… Nascondi la tua faccia dai miei peccati e cancella tutte le mie iniquità… Liberami dal sangue versato, o DIO. DIO della mia salvezza, e la mia lingua celebrerà con giubilo la tua giustizia” (Sl. 51:2-4,9,14).

Quando davanti al pericolo incombente è stato preso da paura, Davide ha implorato verso il suo liberatore:“Io grido con la mia voce all'Eterno; con la mia voce imploro l'Eterno. Davanti a lui io effondo il mio

lamento davanti a lui espongo la mia avversità…Io grido a te, o Eterno, e dico: “Tu sei il mio rifugio, la mia 14

parte nella terra dei viventi. Presta attenzione al mio grido, perché sono ridotto agli estremi; liberami dai miei persecutori, perché sono più forti di me” (Sl. 142:1,2,5,6).

Quando l’ingiustizia dei suoi nemici è diventata più forte di quanto lui potesse sopportare, Davide onestamente è risolutamente ha invocato il Giudice di tutti per ottenere giustizia e vendetta:

“O DIO della mia lode, non tacere, perché uomini empi e disonesti hanno aperto la loro bocca contro di me e hanno parlato contro di me con una lingua bugiarda… Stabilisci un uomo malvagio su di lui, e un accusatore stia alla sua destra. Quando sarà giudicato, fa' che sia trovato colpevole, e la sua preghiera diventi peccato. Siano pochi i suoi giorni e un altro prenda il suo posto. I suoi figli rimangano orfani e la sua moglie vedova” (Salmo 109:1,2,6-9).

Quando la gioia e e la pace riempivano l'anima di Davide, la terra non riusciva a contenere la sua lode:Alleluia, lodate DIO nel suo santuario, lodatelo nel firmamento della sua potenza. Lodatelo per i suoi

portenti, lodatelo secondo la sua grandezza…Ogni cosa che respira lodi l'Eterno. Alleluia (Sl. 150:1,2,6).Qual'è il sentimento del Padre Celeste nei confronti di questa espressione libera? Atti 13:22 lo rende chiaro:

“Io ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore, il quale eseguirà tutti i miei voleri.” Dire che Dio era compiaciuto di Davide è dire poco! Dio si compiaceva nella comunione così come faceva Davide. Questo è il tipo di comunicazione aperta e onesta che Dio desidera con ognuno di noi. Egli vuole che andiamo a Lui con tutta la nostra vita: le gioie e i dolori, i successi e i fallimenti, gli alti e i bassi.

Mentre riflettevo sull'amicizia tra Davide e Dio, il Signore ha iniziato a mostrarmi che non dovevo nascondere i miei sentimenti nel mio cuore per poi coprirli con un “lode il Signore!” Mi ha insegnato a essere totalmente aperto e onesto con Lui. Egli voleva che esprimessi tutte le mie paure, la mia rabbia e le mie ferite, per invitarLo in questi miei sentimenti, e ascoltare cosa Lui mi voleva dire a loro riguardo.

Ho imparato quindi ad esprimermi completamente e liberamente davanti a Dio, poi a calmarmi nella sua presenza, ad ascoltare e a scrivere ciò che mi rispondeva. Lui ha rimpiazzato mio risentimento con il Suo amore, la mia depressione con la Sua gioia, la mia morte con la Sua vita. AscoltandoLo, ho scoperto veramente che Lui pronunciava parole di vita.

GesùGesù ci ha parlato un pò di come era la Sua relazione con il Padre. Nella Sua preghiera sacerdotale, Gesù ha

pregato affinché noi potessimo essere uno il Lui come Lui è il Padre sono uno. Ha affermato di non parlare di sua iniziativa ma che era il Padre che dimorava in Lui a compiva tutte le Sue opere (Gv 14:10). “Io parlo di ciò che ho visto presso il Padre mio” (Gv 8:38). Infatti, Gesù ha detto di non compiere nulla di Sua propria iniziativa (Gv. 8:28). L’unità e la comunione tra il Padre e il Figlio era così grande che Gesù agiva sempre secondo l’iniziativa del Padre. Sapeva sempre quale fosse la volontà del Padre Suo e gli ubbidiva. Essi erano Uno.

Gesù ha pregato che potessimo essere uno con il Padre, che potessimo sempre udire e ubbidire, così da testimoniare: “Non facciamo nulla di nostra iniziativa, ma come il Padre nostro parla, così la sua volontà è fatta.”

Che modo entusiasmante di vivere! Non fare nulla di nostra iniziativa. È possibile questo stile di vita per l’uomo? Gesù ci ha dimostrato come l'uomo dovrebbe vivere, o ci ha mostrato come Dio avrebbe vissuto in questo mondo?

Concludo con il brano della kenosis in Filippesi 2:5-8. Gesù ha svuotato sé stesso e ha preso forma di servo così da essere un esempio di come l’uomo dovrebbe vivere in questo mondo. Per questo ho accettato la sfida di cercare di vivere come Cristo ha vissuto. È evidente da Giovani 5 e 8 che Gesù ha vissuto dall’iniziativa, dalla visione, e dalla parola pronunciata dal Padre. Veramente è questa la pienezza di ciò che Dio ha sempre desiderato.

Tuttavia, questo modo era talmente diverso da come avevo vissuto che sembrava praticamente impossibile. Potevo io effettivamente arrivare a non fare nulla di mia iniziativa, a pronunciare solo le parole che udivo dal

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Padre in me, e fare solo le cose che vedevo fare dal Padre? Potevo praticare effettivamente questo tipo di apertura alla voce e alla visione da parte di Dio?

Dalle chiavi che Dio mi mostrava riguardo alla preghiera, e dai miei tentativi di udire la Sua voce, ero convinto che fosse possibile vivere dall’iniziativa divina come Gesù aveva fatto. Ho deciso quindi di imparare a sintonizzarmi costantemente con la voce e la visione di Dio. Sapevo che, nel ricercare questo tipo di vita, mi allontanavo dalla mia cultura, ma ho creduto che i Cristiani sono chiamati a vivere come Gesù ha vissuto, ed ero disposto ad affrontare le conseguenze di questo cambiamento.

Mi ci è voluto un anno intero per iniziare a stabilire queste modificazioni fondamentali nella mia vita. Questi non sono cambiamenti che non si decidono da un giorno all'altro, specialmente per quelli che hanno un carattere analitico come il mio. Gesù ha impiegato molti anni per realizzare questo tipo di cambiamento nel mio stile di vita, che continua a richiedere una decisione giornaliera da parte mia. Ho scoperto che Dio deve portare molti di noi attraverso lo stesso procedimento lento e penoso di frantumazione nel quale mi ha condotto. Tuttavia, ognuno di noi che ha fatto un passo di crescita nel Signore Gesù Cristo può felicemente testimoniare che ne è valsa la pena.

Maria e MartaGesù e i Suoi discepoli erano stati invitati in casa di Marta per cena. In quei giorni preparare un pasto per un

gruppo era un compito molto complesso e richiedeva molto tempo ed energie. Non si poteva prendere un arrosto dal frigorifero, scongelarlo nel microonde e poi metterlo nel forno. Bisognava ammazzare un vitello, prepararlo, e arrostirlo. Il pane non si prendeva dal congelatore, non si scongelava in forno, e non c’era il frullatore per preparare l’impasto di una torta. Ci volevano tempo e energie per preparare i pani, i vegetali e i dolci.

Nell’invitare Gesù e i Suoi amici, Marta era disposta a sacrificarsi a loro beneficio. Sua sorella Maria abitava con lei, e l’avrebbe aiutata almeno nel dirigere gli aiutanti e nella preparazione. Dopo che Gesù è arrivato, Marta si è assicurata che i suoi ospiti fossero a loro agio, poi si è scusata con loro perché doveva tornare al lavoro, pensando sicuramente che Maria l’avrebbe seguita.

Marta ha scelto personalmente il vitello, e ha verificato che fosse subito preparato. Nel tornare in fretta in casa ha cercato Maria per chiederle aiuto, ma Maria non si vedeva in giro. “Forse è dai vicini a farsi prestare qualche ingrediente”, ha pensato Marta. Intanto, le sue mani lavoravano veloci, e la sua mente ancóra di più nel preparare la lista di ciò che andava fatto.

Passando accanto alla porta, a Marta è sembrato udire la voce di Maria. Si è fermata e ha guardato nella stanza dove gli ospiti ridevano. Lì, seduta ai piedi di Gesù, c’era Maria! Seduta proprio lì! Marta non credere ai suoi occhi! Avrà pensato: “Eccomi qui, in fretta a preparare un pasto buono per loro, e lei se ne sta seduta lì! Come si permette! Non ha il diritto di lasciarmi con tutto questo lavoro! Non piacerebbe anche a me starmene lì tranquilla ad ascoltare Gesù? Cosa mangerebbero? Dopo un pò si lamenterebbero per la fame, e la cena non sarebbe pronta. Se lo meriterebbero proprio! E Gesù perché la lascia lì seduta? Lui sa che sono di fretta. Perché non le dice di aiutarmi?” Marta era sempre più infuriata, e raddoppiava la velocità del suo lavoro.

Alla fine era pronta ad esplodere. Indispettita, si è diretta verso di loro, con in mano il pane da cuocere e il vestito spruzzato di farina. È andata davanti a Gesù e ha reclamato: “Signore, non t'importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti” (Lu. 10:40).

Marta sarà stata totalmente impreparata per la risposta di Gesù. Lo sguardo d’amore e la compassione negli occhi di Gesù l’avranno probabilmente fatta piangere. Gesù le ha risposto: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti inquieti per molte cose; ma una sola cosa è necessaria, e Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (v. 41,42).

Avete udito cosa ha detto Gesù? Nella vita è necessaria una cosa sola: la comunione con Lui! Quando ho realmente compreso cosa Lui volesse dire, tutto il mio essere ha protestato tra me: “No, Gesù, questo non è vero! Tante cose sono necessarie nella vita cristiana. C’è la produttività, il servizio, l’evangelizzazione, lo scrivere, l’insegnamento, l’assistenza ai poveri. Sono tutte attività necessarie! Come puoi dire che non lo sono?”

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Ero stato probabilmente colpito forte dalle parole di Gesù. Ero come Marta: motivato continuamente a servire e produrre. Sapevo che se avessi accettato le parole di Gesù, tutta la mia vita andava riordinata.

Gradualmente, il Signore ha iniziato a mostrarmi il problema con il mio modo di pensare. È vero che il servizio, la produttività, l’evangelizzazione, sono importanti, molto importanti. Non devono però diventare obiettivi in se stessi. Se lo sono, siamo tornati dalla relazione alla legge. Queste cose sono importanti solo se rappresentano il prodotto della comunione.

Quando ascolto il Signore, Lui mi dà istruzioni e idee che aumentano al cento per cento la mia produttività. Ricevendo da Lui indicazioni su dove e come svolgere il mio ministero, trovo realizzazione ed esito positivo in ogni progetto. Quando seguo le Sue indicazioni nell’evangelizzazione, la raccolta è così abbondante che le reti quasi si rompono. Tutto questo però si realizza solo se la cosa più necessaria nella vita, ascoltare Gesù, ha la priorità.

Non ho sposato mia moglie perché mi serva, ma per essere insieme a lei, gioire della compagnia reciproca, e condividere la nostra vita. Quello che cerco di più da mia moglie non è il suo servizio o la sua ubbidienza ma il suo amore. Gesù è lo Sposo della Chiesa. Egli l’ha sposata principalmente non per farsi servire ma per condividere il Suo amore con lei. Paolo

Paolo è stato uno tra i più grandi apostoli e missionari mai vissuti. Ha avuto parte nella salvezza di molte anime probabilmente più di ogni altro apostolo. Tuttavia il suo desiderio più profondo era: “Conoscere lui, Cristo” (Fl. 3:10). Paolo affermava che ciò che desiderava di più nella vita non era raggiungere più anime, anche se lo ha fatto, e neanche fondare più chiese, anche se le ha fondate. Ciò che aveva a cuore più di ogni altra cosa era la comunione profonda con Gesù. Paolo desiderava esprimergli il proprio amore ogni giorno sempre di più. Come risultato del tempo trascorso in comunione con il Signore, Paolo ha viaggiato e ha cambiato il mondo.

Allo stesso modo, noi non possiamo pretendere di cambiare il mondo e avere intima comunione con il Signore solo dopo che l’opera è compiuta. Il servizio, la produttività e l’evangelizzazione, devono tutti essere il risultato della comunione con Dio.

La ChiesaDio ha parlato ancóra al genere umano nel Nuovo Patto, e ci ha offerto una piena comunione con Lui.

Quando ho riconosciuto Gesù come Signore della mia vita, ho ricevuto “vita eterna”. La mia idea di questa nuova esperienza era come avere ricevuto un cartellino di membro, da presentare a San Pietro alla porta del Cielo per essere ammesso. La vita eterna voleva dire che sarei vissuto per sempre.

Che sorpresa quando ho scoperto che Gesù aveva qualcosa di diverso in mente!: “Or questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che tu hai mandato” (Gv. 17:3). La vita eterna è quindi conoscere Dio Padre e Suo Figlio.

La parola greca “conoscere”, ginosko, è una parola molto incisiva, definisce la conoscenza intima con qualcuno, in una relazione progressiva e crescente. Ginosko è usata nella traduzione dei Settanta, in brani come Genesi 4:1: “Or Adamo conobbe Eva sua moglie, la quale concepì…” Questo termine esprime la relazione più intima e personale tra marito e moglie. La vita eterna significa dunque essere coinvolti intimamente in una relazione crescente con il Padre e il Figlio. La vita eterna è una relazione!

Molte persone guardano al Cielo principalmente come a una scappatoia dalle preoccupazioni e dai problemi di questo mondo. Il Cielo però non è per nulla questo. Dio ci dona la vita eterna in Cielo in modo che possiamo continuare la nostra relazione intima con Lui per sempre. Il Cielo non sarebbe tale senza un’intima comunione con Colui che è amore eterno, che ha inizio in questa vita per diventare sempre più intima nell’eternità. Il Cielo viene sulla terra nella nostra relazione con il Padre e il Figlio! Il Cielo può iniziare per te il giorno che passi dalla legge all’amore, dalle regole alla relazione; il giorno in cui inizi realmente a conoscere Dio!

Gesù è venuto per offrirci la vita eterna, un ritorno al giardino dove il Padre nostro continua a camminare, ad amare, e desiderare una dolce comunione con noi.

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In Ebrei 12:18-25 c'è una parola per noi, Chiesa. Lo scrittore paragona il timore degli Ebrei al monte fumante, dove Dio una volta ha offerto la sua amicizia, alla gloria del Monte Sion. Alle versetto 25, dice: “Guardate di non rifiutare colui che parla.” Dio parla ancóra una volta e offre la Sua amicizia. Sta dicendo: "Vi invito a non tornare al legalismo. Non rifiutatemi ancóra una volta."

Noi siamo davanti alla stessa scelta. Accetteremo noi questa voce e il fuoco che ci giunge? Vivremo in amicizia e in un dialogo giornaliero con Dio? Oppure torneremo alla paura per rimanere schiavi sotto la legge che può operare solo morte nelle nostre vite? Non rifiutiamo dunque Colui che parla.

La Sua Sposa“Poi udii come la voce di una grande moltitudine, simile al fragore di molte acque e come il rumore di forti

tuoni che diceva: «Alleluia, perché il Signore nostro Dio, l'Onnipotente, ha iniziato a regnare. Rallegriamoci, giubiliamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello e la sua sposa si è preparata” (Ap. 19:6,7).

Il culmine della storia umana sono le nozze! Tutta la creazione, tutto l'universo, tutto nella vita è centrato sull'espressione finale dell'amore del Creatore: le nozze del Figlio. E ora noi, la Chiesa, ci prepariamo ad essere sposati. Cosa fanno di solito i fidanzati? Trascorrono molto tempo insieme, condividendo il loro amore, le loro vite, ogni cosa.

Quando mia moglie e io ci siamo fidanzati al College, trascorrevamo molte ore seduti a parlare sotto una grande pianta d'acero della scuola. Non ricordo quali fossero le cose che ci dicevamo e che ci facevano rimanere lì per pomeriggi interi. Continuavamo a parlare di idee, sentimenti, sogni e timori, cose importanti e cose che lo erano solo perché ne parlavamo. Ci volevano bene, e per questo volevamo condividere insieme ogni parte della nostra vita.

Noi siamo fidanzati per essere sposati a Gesù. Il suo cuore desidera condividere con noi le Sue idee, i Suoi sentimenti, i Suoi sogni, e il Suo amore per noi. Il vostro cuore risponde a questo amore con lo stesso desiderio? Volete condividere tutta la vostra vita con il vostro Amato?

La Nostra RispostaHo preso una decisione quando il Signore mi ha rivelato queste cose: l’amore è più importante delle opere.

L’amore, e non la produttività, è il centro dell'universo. Ho iniziato lentamente ad apprezzare la vita, ogni singolo minuto, e a condividerla in amore con il mio Padre Celeste e con quelli che mi sono intorno. E se nessuno è intorno a me, amo la vita, e il vivere, e apprezzo la bellezza della Sua creazione.

Cosa possiamo dire riguardo alle nostre opere? Bene. Dio mi ha detto ripetutamente che Lui può fare più in un momento che io in un mese. Sapete che Lui ha ragione? Attraverso la nostra comunione, Lui mi ha reso straordinariamente produttivo, più di quanto non lo sia mai stato “Io” con i miei sforzi.

Ora apprezzo di più la vita, godo di più la presenza di mia moglie, dei miei figli, di quelli verso cui svolgo il ministero, e di quelli che si curano di me. Non tornerò più a essere “drogato di lavoro”. L'amore sarà sempre per me il centro della vita.

Perché non ti fermi un attimo, non metti da parte questo libro, ed esprimi il tuo amore a Gesù? In qualche modo pronuncia o scrivi il tuo amore per Lui, e la tua gratitudine per tutte le benedizioni che ti ha dato. Ringrazialo per tutte le cose che chi ha rivelato, e per la Sua creazione meravigliosa. Esprimi a Lui il tuo amore, e tutto ciò che Lui è per te.

Quando avrai concluso di parlare, aspetta la Sua risposta. Scrivi ogni pensiero che attraversa la tua mente. Egli vorrà anche dirti che ti ama, e quanto sia prezioso, e preziosa, per Lui. Ti potrà dare la Sua guida e la Sua pace in una situazione che ti riguarda. Qualunque cosa voglia dirti, dagli la possibilità di dirla. Ti ha atteso. Vorrai rispondergli?

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2La Parola Pronunciata:

Armonizzare con la Spontaneità

CHIAVE n. 1La voce di Dio nel nostro cuore somiglia a un flusso di pensieri spontanei.

Quando sono in comunione con Dio, sono quindi nella spontaneità.

La prima chiave per discernere la voce di Dio nel nostro cuore è determinare a cosa somiglia la Sua voce. Il nostro Dio è un Dio che dialoga, che desidera farci conoscere i Suoi pensieri e la Sua volontà. Lui ci ha dato il Logos, la Parola scritta, per insegnarci le leggi che governano la vita sulla terra. Ci ha mostrato con l’esempio le conseguenze dell’osservanza di queste leggi o della loro trasgressione. Dio ci parla anche attraverso il consiglio di amici spirituali. Si serve delle circostanze per condurci nella direzione in cui vuole che andiamo. Tutti questi sono strumenti vitali attraverso cui Dio ci comunica la Sua volontà.

C’è inoltre un’altra linea di comunicazione disponibile ai figli di Dio, una conoscenza esperienziale attraverso cui uomini e donne nella Bibbia hanno potuto dire: “La parola di Dio mi è giunta”. C’è una voce di Dio che possiamo udire, non necessariamente fisicamente, ma nondimeno chiaramente.

Sono molti i cristiani desiderano avere questo tipo di dialogo con il nostro Signore. Tuttavia ad alcuni di noi è stato detto che questo dialogo non è disponibile. C'è stato detto che i "personaggi biblici” erano in qualche modo diversi e più favoriti di noi; e che Dio, al giorno d'oggi, nell'epoca della Chiesa, non parla più così. Con questo modo di credere, siamo stati derubati della dolce comunione con la quale siamo stati creati e redenti.

Il profeta Elia era tra quelli che ricevevano la parola del Signore. Tuttavia Giacomo 5:17 mette in evidenza che Elia aveva una natura umana come la nostra. Dio non fa favoritismi! Credo che ogni figlio di Dio possa avere la stessa comunione che Adamo ed Eva godevano nel giardino e che Mosè aveva nel Tabernacolo.

Gesù ha affermato: “Le mie pecore ascoltano la mia voce” (Gv. 10:27). Credo che questo sia vero. Lui parla sempre, e le Sue pecore possono udire la Sua voce. Purtroppo, la nostra cultura ha talmente condizionato la nostra mente al punto che spesso non riconosciamo che il nostro Pastore ci parla. La nostra cultura occidentale è diventata talmente razionalista, umanistica, e scientifica, da non lasciare spazio alla dimensione spirituale nel mondo visibile. Se calmassimo i nostri pensieri frenetici abbastanza a lungo per udire le parole di Dio, esclameremmo probabilmente: “Ho un’idea brillante!” oppure “La risposta è appena arrivata!” Quando l’uomo si pone al centro dell’universo, e come origine di tutta conoscenza, allora attribuiamo al nostro “Io” l’origine di tutti i nostri pensieri.

Ho constatato nella mia vita, e in quella delle altre persone a cui insegno, che con un po’ di indicazioni e di esperienza, e lasciando da parte il sofisticato sistema di pensiero dell’età adulta, possiamo non solo udire e riconoscere la voce di Dio, ma avere in pratica un dialogo reciproco e una comunione con Lui.

Potreste domandarvi: “Ma come posso io riconoscere la voce di Dio? Nessun’altra domanda affligge probabilmente i cristiani occidentali più di questa. Ho ricercato attentamente nella Bibbia ogni indicazione sul modo in cui i credenti nel Nuovo Testamento ricevevano la guida da Dio. Ho letto ogni libro che potevo trovare riguardo la voce di Dio e i doni dello Spirito Santo. Alla fine, sono arrivato alla conclusione che per esercitare i doni dello Spirito Santo, e quelli vocali in particolare, dovevo poter distinguere la voce di Dio. Nonostante molti avessero scritto sulle caratteristiche di questi doni, non avevo trovato nulla che mi indicasse come metterli in pratica.

Così, come ho già detto, mi sono messo all'ascolto di quella tranquilla e piccola voce, ma tutto quello che riuscivo a udire erano i pensieri nella mia mente. Disperato, ho esclamato: “Dove sei, Dio?” Alla fine, durante

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un anno di ricerca e studi, lo Spirito ha comunicato una verità rivelata al mio cuore. Mi ha mostrato che la voce di Dio è percepita come un pensiero spontaneo nella mia mente. La parola chiave è spontaneo.

La voce di Dio è una comunicazione da Spirito a spirito. È lo Spirito Santo che parla direttamente al mio spirito. La voce di Dio è quindi percepita spontaneamente attraverso pensieri, idee, parole, sentimenti o visioni. I pensieri dalla mia mente sono analitici e cognitivi, e seguono una mia logica. Ma i pensieri dal mio cuore sono spontanei. Questo è un processo intuitivo.

Credo che a questo punto sarete d’accordo con me che se questa è una definizione valida su come è percepita la voce di Dio, ho appena dato una risposta molto semplice a una domanda molto complessa. Ognuno di noi ha pensieri spontanei ogni giorno. Ma provengono tutti questi dalla voce di Dio?

Con questo non intendo dire che ogni pensiero spontaneo equivale allo Spirito Santo che vi parla. Dico che la spontaneità è un comunicazione a livello del cuore, e che analisi e ragionamento appartengono a una comunicazione a livello mentale. Se voglio quindi passare dalla ricettività della mente a quella del cuore, devo passare dal livello dei pensieri cognitivi e analitici a quello di un flusso spontaneo di pensieri.

Quando alla fine arrivo al mio cuore, trovo comunque che ci sono ancóra tre piccole “voci” che sento e che devo distinguere. Posso udire la voce del mio cuore, quella dello Spirito Santo, o di Satana. Devo per questo continuare a esercitare la valutazione e il discernimento. Nondimeno mi sono mosso dalla mia testa al mio cuore. Per molti di noi nella cultura occidentale questo è già un grande traguardo. Tratteremo in seguito come verificare il flusso spontaneo.

Prima di tutto, attraverso Scritture appropriate ed esperienze che lo confermano, voglio sostenere la definizione che vi ho fornito in precedenza. Uno dei significati letterali di paga, la parola ebraica equivalente a 'intercessione', è “un possibile incontro”, “o un attraversamento casuale”. In Genesi 28: 11 troviamo un esempio del termine paga usata nel suo senso letterale. Giobbe fuggiva dalla casa di suo zio, ed è “arrivato casualmente” (paga) in un certo luogo dove vi ha trascorso la notte. Giobbe si era riservato quel posto e non l'aveva incluso nel suo itinerario. Strada facendo, si è ritrovato lì.

Non so cosa ne pensate, ma “trovarsi per caso” mi sembra un definizione strana della preghiera o dell'intercessione. Se vi dicessi che l'intercessione è un incontro casuale o un attraversamento probabile, vi grattereste la testa e pensereste che ho bevuto! Come può essere la preghiera o l'intercessione un incontro o una intersezione casuale? Permettetemi di mostrarvi qualcosa che probabilmente avrete già sperimentato.

Ricordate, ad esempio, mentre eravate alla guida dell'auto, e all'improvviso il nome di qualcuno vi è tornato alla mente e vi siete sentiti spinti a pregare per questa persona? In quel momento non pensavate a questa persona, ma quel pensiero vi è “arrivato dal nulla”, però lo avete ricevuto come una sollecitazione alla preghiera da parte di Dio. Questa è stata l'intercessione, il paga. Quando un pensiero “inatteso” attraversa il nostro ragionamento, quell'incontro inatteso è realmente divino. Dio parla tranquillamente e spontaneamente al nostro cuore.

La voce di Dio è in forma di un'idea improvvisa che attraversa la vostra mente, che non proviene da un processo meditativo normale, ma che appare semplicemente nel vostro cuore. Questa è la voce di Dio: un'idea da Dio che si manifesta al vostro cuore e che è registrata nella vostra mente come pensiero spontaneo.

Per me è stata una rivelazione entusiasmante comprendere che avevo udito Dio che mi parlava! Sebbene non avessi mai udito prima una voce “interiore”, ero consapevole delle idee che attraversavano la mia mente, in forma di pensieri spontanei. Questa esperienza alla fine mi ha insegnato versa cosa dirigere l'attenzione per udire la voce di Dio. Quando ascolto la voce di Dio, mi rivolgo ai pensieri spontanei. Ho scoperto che se scrivo questi pensieri intuitivi, mi accorgo con meraviglia della loro sapienza quando li rileggo. Ora sono convinto che ascolto le parole di Dio rivolte a me.

La voce di Dio somiglia spesso a un flusso spontaneo di pensieri. Questo non è ovviamente l'unico modo attraverso cui Dio mi parla. All'inizio di questo capitolo ho elencato diversi altri modi per conoscere la volontà di Dio. Occasionalmente, Lui parla perfino con voce udibile. Tuttavia, ho scoperto che la voce di Dio è normalmente manifestata come un flusso spontaneo di pensieri che compaiono alla nostra mente.

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Ho scoperto alcune caratteristiche dei pensieri di Dio che attraversano la nostra mente, che mi aiutano a riconoscerli e ad avere fiducia che provengono effettivamente da Lui.

Questi sono simili ai miei pensieri, ma li percepisco come provenienti dal mio cuore piuttosto che dalla mia mente. In altre parole, sono spontanei e non analitici o cognitivi. Ho dovuto operare una rifocalizzazione intenzionale del mio modo di pensare, da quello analitico e logico alla spontaneità. Questo è stato il mio obiettivo di questi ultimi anni. In precedenza, quando ero alla guida dell'automobile, la mia mente era occupata a ripensare alle situazioni della giornata. Tutto quello che gli altri mi avevano detto, era analizzato nel mio computer mentale ed elaborato. Vivevo costantemente in un atteggiamento analitico. Ma ora non più. Quando sono alla guida dell'auto, adoro il Signore, esprimo a Lui la mia gratitudine, canto a Lui canzoni di amore e lascio che mi risponda con pensieri spontanei. Mi sono applicato per cambiare il mio stile di vita, in modo da essere normalmente sintonizzato sull'amore di Colui che ama grandemente la mia anima.

Mi sono reso conto che se rimango sintonizzato sulla spontaneità, quando ho necessità di elaborare i miei ragionamenti, il Signore mi può trasmettere meglio la sua sapienza e il suo discernimento. All'inizio ho pensato che se “perdevo” il mio tempo solo a rimanere in comunione con Dio, non avrei poi avuto le soluzioni una volta arrivato sul lavoro. Al contrario, Lui mi ha insegnato che mentre ho comunione con Lui, Lui mi premia con la produttività, la creatività, l'autorità, il favore con le persone, la fede, e la sapienza.

La voce di Dio è percepita spesso come distinta e delicata, e si distingue facilmente da ogni nostro sforzo personale. Se con i miei pensieri analitici o la mia volontà interrompo il flusso spontaneo e intuitivo, Dio non cercherà di forzare la mia attenzione, ma rimarrà semplicemente in attesa fino a che sono di nuovo pronto ad ascoltare.

Mi sono accorto di avere la tendenza a razionalizzare i miei punti deboli nel mio dialogo con Dio. In una circostanza, il Signore mi ha parlato sul rinunciare a me stesso e prendere la mia croce. Ho pensato immediatamente: “Ma questo io già lo so! Ho predicato bei sermoni su questo argomento!” Ho iniziato quindi a scrivere tutto quello che sapevo e credevo riguardo al morire a se stessi. Alla fine mi sono reso conto di cosa stavo facendo. La mia mente aveva preso il controllo è mi ero rivolto al ragionamento piuttosto che alla spontaneità. Quando me ne sono accorto, ho fermato i miei pensieri e sono tornato all'intuizione.

Ho detto: “Bene, Signore, perché non riprendi il discorso da dove l'avevi lasciato? Cosa volevi dirmi su morire a se stessi?” Lui lo ha fatto! Quello che doveva dirmi era diverso da quello che avevo creduto e insegnato, e ha equilibrato la mia vita e il mio ministero

Se vi trovate a interrompere il Signore, non sentitevi frustrati o impantanati nel complesso di colpa. Riprendetevi! E tornate alla spontaneità e all'intuizione.

La voce di Dio ci giunge facilmente come Dio che parla in prima persona. Ad esempio, Lui potrebbe dirmi: “Ti voglio bene, Mark.” Tuttavia, non deve essere necessariamente così. Fondamentalmente, la scelta dipende da voi. È la vostra azione di fede che fa la differenza nel ricevere queste parole come provenienti che Dio. Ricordate che chi si avvicina a Dio deve farlo con fede.

La voce di Dio spesso contiene argomenti fuori dall’ordinario, cioè è migliore e in qualche modo diversa dai miei pensieri. È più sapiente, più misericordiosa, ha più discernimento, è diretta alle motivazioni. Come Gesù stesso fatto, nella sua vita terrena, Dio potrebbe ignorare la tua domanda e rivolgersi direttamente al cuore della questione.

All'inizio avevo dei dubbi sul mio diario di preghiera, ed era tentato a gettarlo via come un semplice prodotto dalla mia mente. Ma rileggendolo, mi sono reso conto che la persona di Dio non guarda alla vita al mio stesso modo. Io guardo in superficie. Ascolto semplicemente le parole delle persone e reagisco solo alle loro azioni. Al contrario, nel mio diario di preghiera erano espressi il desiderio di vedere nel cuore, comprendere le motivazioni, e guarire le ferite.

La voce di Dio causa spesso una reazione speciale in me. Avverto spesso un senso di entusiasmo, di convinzione, di fede, di vita entusiasmante, e di una pace meravigliosa che accompagna l'accoglienza della parola di Dio. Molte volte percepisco una sollecitazione del mio spirito o una sensazione di condivisione dei miei problemi con Gesù.

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La parola pronunciata da Dio ha in sé la forza per essere praticata. Il carico di responsabilità che il Signore ci assegna ci sembra quindi sostenibile. Non è sua intenzione sottoporci alla schiavitù, ma condurci alla realizzazione e alla gioia. Perfino quando ci chiede qualcosa di difficile, Lui ci dà la potenza per compierla. Se gli diciamo sì, la sua grazia scorrerà in noi per realizzare la Sua volontà. Il suo Spirito accompagna la Sua parola per compiere la Sua volontà.

I vostri sensi spirituali saranno formati quando li metterete in uso, e con il tempo potrete sempre più facilmente e frequentemente udire Dio che vi parla.

Inizialmente, dovrete imparare a distinguere i pensieri di intersezione da parte di Dio dai pensieri cognitivi della vostra mente. Io credo che voi abbiate già sperimentato i pensieri spontanei di Dio nella vostra mente. Vi è mai capitato ad esempio di imbattervi in un problema difficile quando all'improvviso la soluzione più creativa che potevate immaginare vi è saltata alla mente? Se vi è accaduto, probabilmente avete pensato che questa idea sia provenuta da voi, e vi siete perciò complimentati con voi stesso, dicendo: " Dopotutto, non sono così ottuso! " Da parte mia, ho realizzato che le soluzioni spontanee e creative che mi vengono alla mente, riguardo ai miei problemi difficili, non sono assolutamente mie. Sono di Dio. È lui che me le trasmette nel mio interiore. Piuttosto che attribuirle a me, ora attribuisco la gloria a Dio.

Ho constatato che quasi tutti hanno anche avuto un altro tipo di esperienza. Vi siete mai trovati a pregare e ad avere dei pensieri insensati? Molte persone hanno considerato questi pensieri come provenienti da loro stessi, e si sono sentite colpevoli e imbarazzate.

Voglio farvi notare che questi pensieri probabilmente non erano per nulla vostri, ma di Satana che cercava di interrompere il vostro tempo di preghiera. Di nuovo, non dovreste pensare che siano stati vostri, e neanche sentirvi colpevoli o confusi. Personalmente faccio sapere a Satana che sono occupato nel mio tempo di preghiera e, nel nome di Gesù, gli comando di andarsene via insieme ai suoi pensieri di immondizia. Rivolgo quindi di nuovo i miei pensieri a Gesù è percepisco immediatamente una liberazione nel mio cuore e nella mia mente.

Ho imparato a non attribuirmi né i pensieri buoni e né quelle malvagi che attraversano il mio cuore. Attribuisco a Dio quelli buoni, è dò la responsabilità a Satana per quelli malvagi.

La Potenza della RhemaLa Scrittura evidenzia in modo meraviglioso la potenza che accompagna la Parola di Dio, pronunciata per il

Suo Spirito, in noi e attraversa di noi. Vediamone alcuni esempi.

La Rhema Genera ProduttivitàUna mattina, Simone stava lavando le sue reti sulla riva del lago di Genezaret. Era stanco e scoraggiato,

aveva pescato tutta la notte senza prendere nulla. Immerso nei suoi pensieri di fallimento e depressione, non si è accorto dell'Uomo che predicava nelle vicinanze, e né della folla che lo spingeva verso il lago, perché desiderosa di ascoltare ogni Sua parola.

All'improvviso, l’attenzione di Simone è stata catturata dalla figura dal Maestro che camminava verso di lui e che entrava nella sua barca. Simone gli stava quasi per comandare di scendere dalla sua proprietà, ma l'Uomo gli ha chiesto di portare la barca distante dalla riva, in modo da parlare meglio alla gente. Simone stava quasi per rifiutare bruscamente, e ha guardato la folla così desiderosa di seguire questo Uomo. “Ma cosa trovano in Lui?”, si sarà chiesto. “Forse dovrei scoprirlo. Non ho comunque nulla da portare al mercato oggi. Perché no? " Così, ha fatto come gli è stato richiesto.

Il tempo sembrava volare, mentre Simone era seduto in barca ad ascoltare il Maestro. Ma che parole! Potevano essere vere? Poteva esserci nel regno di Dio un posto per uno come lui? Poteva Yahweh veramente mostrare amore a una persona rozza, rumorosa, e impulsiva come lui?

Appena aveva terminato di parlare, il Maestro si è rivolto a Simone e gli ha detto: “Prendi il largo e getta le reti.” Riportato bruscamente alla realtà, Simone ha replicato infastidito: “Abbiamo lavorato duro tutta la notte e non abbiamo preso nulla.” Poi, ripensando alla potenza delle parole che aveva appena udito, ha aggiunto: “Ma

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alla tua parola (rhema) calerò le reti.” Simone quindi ha fatto segno ai suoi uomini e questi hanno calato le reti. All'improvviso, come per un segnale invisibile, i pesci hanno talmente riempito le reti che queste si stavano per rompere. I pescatori hanno chiesto con urgenza aiuto ai loro amici dell'altra barca. Presto le due barche erano così piene di pesci che hanno iniziato ad affondare.

Cos'è che ha fatto la differenza? Perché i pescatori avevano lavorato per così tante ore senza risultato e poi hanno preso così tanti pesci da non poterli contenere? La differenza è stata nella rhema. Da parte mia, posso fare quello che penso sia necessario, quando, dove e come lo ritengo opportuno. Potrei lavorare duramente, esaurire tutte le mie energie e risorse, e comunque ottenere molto poco. All'inizio della giornata, potrei dare un'occhiata a tutte le necessità che richiamano la mia attenzione, e consumare tutte le mie energie nel cercare di risolvere. Oppure, posso iniziare la giornata in preghiera e ricevere la direzione da parte di Dio, in forma di rhema, che mi dice dove dirigere il mio tempo e le mie energie. Se faccio questo, posso attraversare la giornata in pace, libero dal senso di colpa e dalla impazienza, e realizzare molto di più di quanto avrei potuto con la mia sola iniziativa. La Rhema ci dà il senso del tempo e della dimensione. La Rhema genera produttività.

La Rhema È VitaAbbiamo già considerato che dobbiamo operare una scelta tra il vivere una relazione o vivere sotto la legge.

La lettera della legge uccidere ma lo Spirito da vita. Gesù ha affermato:“È lo Spirito che vivifica… le parole [rhema] che vi dico sono spirito e vita” (Giovanni 6:63).

Quando la rhema è pronunciata, il vostro spirito la percepire e sentite la vita scorrere attraverso di voi. La Logos può essere pronunciata come legge che conduce alla schiavitù dalla morte, oppure predicata nella potenza dello Spirito, portandoci alla libertà e alla vita. La differenza sta spesso semplicemente nell'affermare chiaramente o meno che è la potenza del Cristo risorto a compiere l'opera. Se quello che si predica sono soltanto regole da obbedire, per arrivare a una propria giustizia davanti a Dio, la Parola è ridotta a legge. Ma quando la Parola stessa è proclamata con l’unzione dello Spirito, ci fa vedere la gloria di Cristo in noi e ci libera dal potere nel peccato e della morte.

La Rhema Fa Insegnare con AutoritàQuando Gesù insegnava, i Giudei ne erano meravigliati, perché parlava con autorità. Da dove prendeva

questa potenza? Non la esercitava arbitrariamente, perché Filippesi capitolo 2 mostra in modo chiaro che, nel diventare uomo, Lui ha rinunciato ai diritti e al potere della Divinità. Allora qual è il segreto dell'autorità delle Sue parole? Giovanni 14 ci dice chiaramente c'è Gesù non parlava di Sua propria iniziativa, ma che era il Padre a dimorare in Lui. Le parole che Gesù pronunciava erano per Lui rhema, la rhema ricevuta durante il tempo trascorso alla presenza del Padre. Gesù parlava su iniziativa del Padre suo, e per questo il Suo insegnamento era potente e autorevole.

Lo stesso è per i credenti oggi. Quando nella relazione d'aiuto o nell'insegnamento pronunciò la rhema che ho udito da Dio, c'è autorità e potenza che trasformano le vite. Questa è “l’unzione”, “l’unzione divina”. Il risultato della Rhema è insegnamento con autorità.

La Rhema Produce i Risultati Desiderati“Se dimorate in me e le mie parole (rhema) dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto”

(Giovanni 15:7). Se siamo in comunione con Dio, e ascoltiamo la Sua voce e la seguiamo, riceveremo sempre ciò che chiediamo. Questo fatto mi ricorda il Salmo 37:4:“Prendi il tuo diletto nell'Eterno ed egli ti darà i desideri del tuo cuore.”

La prima parte di questo versetto è la chiave per la seconda parte. Se il nostro diletto è nel Signore, se la nostra più grande soddisfazione è nell'essere con Lui, ed essere graditi a Lui, allora i desideri del nostro cuore saranno indirizzati solo a ciò che a Lui fa piacere. Se la Sua rhema dimora in noi, il fuoco compirà la sua opera in noi. Saremo purificati da tutti i nostri desideri che non sono i Suoi, e il nostro desiderio sarà unicamente fare la Sua volontà. Agostino di Ippona esortava i credenti: “Ama Dio e fà ciò che che ti piace.” Questa non era una licenza al peccato ma il riconoscimento che se realmente amiamo Dio, il nostro piacere sarà nel fare la Sua volontà.

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La Rhema Produce FedeHo lasciato per ultimo quello che probabilmente è il risultato più importante e di rilievo della rhema.

Romani 10:17 è non versetto molto conosciuto e tuttavia poco compreso:“La fede dunque viene dall'udire, e l'udire viene dalla (rhema) parola di Dio.” La fede è il risultato dell'iniziativa divina. La fede agisce nei nostri cuori quando ascoltiamo le parole pronunciate da Cristo a noi.

Voi probabilmente lo avrete sperimentato. Di fronte a una difficoltà o ad un problema, e volevate mettere la fiducia in via. Con la vostra mente eravate a conoscenza delle Sue promesse e sapevate che Lui sapeva mantenere la Sua parola. Tuttavia, un giorno durante la lettura della parola di Dio, nella preghiera o nell'ascolto di una predicazione, vi è stata rivolta una parola specifica e avete compreso che Dio era all'opera per voi. La fede quindi non era più un'attività mentale o una disciplina spirituale, ma è diventata per voi viva e vibrante. Non avete fatto più fatica a credere, avete trovato la benedetta tranquillità nella vostra fiducia in Dio. La Rhema ha prodotto la fede.

Quando dubitate e la vostra fede è debole, invece che rivolgersi solo alla Logos, vi serve andare in preghiera e chiedere al Padre di pronunciare le Sue parole nel vostro cuore. Quando Lui parla, la fede esploderà in voi. Quando non sapete dove andare o cosa fare, avete necessità di udire la rhema da Dio. Per agire potentemente in fede, dovete agire in risposta alla rhema: la testimonianza dello Spirito in voi.

Dio Vi Ha Dato una MenteForse pensate che vi stia indicando di mettere da parte la nostra mente, dato che i pensieri spontanei cuore

sono quella parte di noi attraverso cui si manifesta spesso la voce di Dio. Ma non è così! Dio ci ha dato sia il cuore sia la mente. Non dobbiamo quindi disprezzarli o usarli male entrambi. Sono allo stesso modo doni da Dio onnipotente, e hanno tutte e due una loro collocazione.

Nella nostra cultura abbiamo praticamente esaltato la mente e screditato il cuore. Molte di noi devono pentirsi da questa idolatria e da questo disprezzo, e chiedere Dio di equilibrare questi due elementi nella nostra vita. È esattamente quello che ho fatto. Il pentimento provvede il fondamento per il cambiamento, ed Dio ha la capacità e il desiderio di stabilire armonia in ognuno di noi.

Voglio ora mostrarvi brevemente due approcci nel ricevere la rivelazione pura dalla stanza del trono di Dio, comparando tra loro i metodi di Luca e Giovanni.

Luca sembra essere stato per natura il più analitico tra i due, e ci descrive come ha ricevuto il Vangelo: “È parso bene anche a me, dopo aver indagato ogni cosa accuratamente fin dall'inizio, di scrivertene per ordine…” (Luca 1:3). Questa non mi sembra una persona basata sull'intuizione del cuore. Infatti, sembra proprio analitica. Tuttavia, il Vangelo di Luca è rivelazione pura.

Giovanni ha avuto un orientamento completamente diverso. Sembra essere stato più mistico: «Mi trovai nello Spirito nel giorno del Signore e udii dietro a me una forte voce, come di una tromba, che diceva: “Io sono l'Alfa e l'Omega, il primo e l'ultimo, e ciò che tu vedi scrivilo in un libro…”» (Apocalisse 1:10,11). Questo sembra un approccio intuitivo e visionario per ricevere la rivelazione! Eppure sia Luca che Giovanni hanno ricevuto e scritto rivelazioni integre che sono arrivate fino a noi.

Come potete vedere, ci sono almeno un paio di modi per ricevere la rivelazione dallo Spirito Santo. Il metodo di Luca per udire dal Signore è più interessante per la persona naturalmente più analitica. La persona generalmente più intuitiva, si rivolgerà probabilmente di più all’orientamento di Giovanni.

Potremmo avere difficoltà ad accettare e onorare un orientamento diverso dal nostro. La persona in tendenzialmente analitica potrebbe dire: “Perché non metti i piedi a terra? Smettila di essere così stravagante!” Dall'altra parte, la persona intuitiva potrebbe replicare: “Perché non tieni la testa fuori dai libri e non ti lasci guidare dallo Spirito? Perché non ti lasci andare al suo flusso, piuttosto che ragionare tutto il tempo?”

Dobbiamo imparare a onorare il fatto che Dio comunica rivelazione pura ad entrambi. Per quanto mi riguarda, mi sento più a mio agio usando l'orientamento di Luca. Studio con attenzione e poi chiedo allo Spirito Santo di mettere insieme tutte le informazioni nel modo che Lui vuole. Credo anche però che, per ricevere la

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rivelazione pura, devo andare oltre la mia capacità di analisi. Devo permettere all'intuizione e alla spontaneità di manifestarsi, altrimenti avrò solo il risultato del mio ragionamento analitico.

Ad esempio, quando preparavo le mie predicazioni mettevo in moto la mia mente e ricercavo nelle Scritture per sviluppare uno schema di predicazione da seguire. Se avevo dei pensieri spontanei, li allontanavo dicendo in pratica: “Andate via lontano da me. Sto lavorando al mio sermone!”

Guardando indietro, mi rendo conto che stavo letteralmente rifiutando la voce spontanea dello Spirito Santo che cercava di dirigermi, mentre mi preparavo a nutrire il Suo gregge. Ora ho imparato a lasciare l'intuizione fluire nel processo dei miei pensieri analitici, mentre lavoro su una predicazione o un libro. Sono convinto di comunicare ora in modo più completo la voce pura di Dio.

Dio vi dirà la direzione in cui andare e dove vi vuole portare. Se siete estremamente analitici, Dio potrebbe chiamarvi a sviluppare la vostra parte intuitiva. Se siete molto intuitivi, è probabile che Dio vi stia chiamando a sviluppare le vostre capacità analitiche.

Un giorno ho chiesto al Signore, con un lieve tono di reclamo, perché mi faceva insegnare a udire la voce intuitiva dello Spirito Santo quando io non ero certamente intuitivo per natura. Perché non chiamare qualcuno che era naturalmente dotato in questo senso a portare il messaggio? La Sua risposta è stata: “Mark, se dobbiamo insegnare una cultura analitica ad essere intuitiva, questo deve essere fatto da qualcuno analitico che si è spostato verso l'intuizione.” “Ottima osservazione!”, ho risposto.

Il risultato di tutto questo è che chiaramente molti ai quali insegno, specialmente quelli che sono naturalmente intuitivi e visionari, andranno oltre le mie abilità nel discernere e nello sperimentare la voce di Dio. La mia risposta è: “Eccezionale! Condividerete con me questo vostro dono quando ne avrò bisogno?” Sono contento che nel corpo di Cristo, la Sua Chiesa, non siamo competizione, ma che ci serviamo gli uni gli altri con i nostri doni. Vi metto a disposizione il mio dono di insegnamento, e vi chiedo di rendermi disponibile il vostro dono di rivelazione e discernimento, in modo che Dio sia glorificato nella Sua Chiesa.

Concludo questo capitolo sul come sintonizzarsi sulla spontaneità, parlando di un principio che è servito a liberare molti del popolo di Dio. (Condividerò altri concetti fondamentali nei prossimi capitoli).

Pregare Con Un Idolo nel Vostro CuoreEzechiele 14:4 dice:“Chiunque della casa d'Israele erige i suoi idoli nel suo cuore e pone davanti a sé

l'intoppo che lo fa cadere nell'iniquità e poi viene dal profeta, gli risponderò io, l'Eterno, a proposito di questo, secondo la moltitudine dei suoi idoli.” Questa affermazione mette in evidenza una verità eccezionale sul metodo inappropriato per pregare, che purtroppo temo sia stato praticato da molti.

Quando mi presento al Signore in preghiera, devo essere io stesso un'offerta vivente. La mia volontà deve essere arresa e affidarmi totalmente a quella di Dio riguardo la situazione per cui prego. Se non è questo il mio atteggiamento, devo pregare Dio affinché formi questo atteggiamento in me prima di iniziare a pregare. Se prego per una situazione, avendo già io stesso deciso quale direzione prendere, questo mio atteggiamento interferisce con le indicazioni che provengono dal trono di Dio, e mi induce a credere che Dio stia confermando la mia direzione, indipendentemente dal fatto se Lui la conferma o meno.

In altre parole, se prego per una cosa e se, nella mia visione o consapevolezza, questa prende più spazio del Signore stesso, la risposta che attendono proverrà da me piuttosto che dal Signore. Dall'altra parte, se il Signore è più presente nella mia coscienza rispetto alla mia visione della cosa per cui sto pregando, allora la risposta verrà dal Signore, e sarà un rivelazione pura, non contaminata dai miei desideri.

Il principio qui è che il flusso intuitivo proviene dalla visione che ho davanti ai miei occhi. Mi è comandato di fissare il mio sguardo su Gesù, Autore e Compitore della mia fede. Si agiscono così, la visione sarà pura.

Un esempio di profeta con una visione offuscata, e che riceve una direttiva dannosa, possiamo trovarlo nella storia di Balaam, in Numeri 22:12. Balak aveva mandato degli ambasciatori a Balaam, chiedendogli di venire a maledire gli Israeliti. Quando Balaam ha consultato Dio al riguardo, Dio è stato molto chiaro: “Tu non andrai con loro, non maledirai quel popolo, perché esso è benedetto.”

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Balak ha nuovamente mandato ambasciatori più influenti, offrendo di onorare Balak riccamente e dargli tutto ciò che chiedeva, se lui fosse andato a maledire gli Israeliti. Apparentemente, l'oro e le ricchezze erano nella mente di Balaam, perché ha risposto: “Anche se Balak mi desse la sua casa piena di argento e d'oro, non potrei trasgredire l'ordine dell'Eterno, il mio Dio, per fare cosa piccola o grande.” (Nu. 22:18). Tuttavia, Balaam ha invitato la delegazione a rimanere, dicendo: “Consulterò di nuovo il Signore.”

Dato che Balaam voleva avere a tutti i costi la possibilità di ricevere colore, oro e ricchezze, si è presentato di nuovo in preghiera al Signore, ma questa volta con un idolo nel proprio cuore. Come ci si poteva aspettare, il Signore ha dato la risposta in conformità all'idolo nel cuore di Balaam. Gli ha detto: “Alzati e va' con loro…”(Nu. 22:18). Tuttavia, Dio era contrariato a Balaam, e gli ha mandato un angelo con una spada sguainata in mano a bloccargli la strada (Nu. 22:18).

Ogni volta che preghiamo con un idolo nel nostro cuore, potremmo ricevere una risposta affermativa dal Signore, ma questa ci porterà alla distruzione. Quando preghiamo dobbiamo quindi essere certi che la nostra visione sia purificata, e che stiamo vedendo Gesù come Colui che è molto più grande della cosa o della situazione per cui stiamo pregando. Solo così la nostra risposta sarà pura e portatrice di vita.

Logos e RhemaCome nota conclusiva a questo capitolo, voglio citare Paul Yonggi Cho che ha indicato come il termine

rhema, tradotto “parola”, è usato dagli scrittori nel Nuovo Testamento per descrivere la voce udibile di Dio nel vostro cuore. Dopo attenta considerazione, sono d'accordo con lui. Se volete esplorare ulteriormente questo concetto, vi saranno di aiuto i tre capitoli in appendice. Appendice A: “Logos e Rhema nel Greco del Nuovo Testamento”. Appendice B: una lista di 70 referenze alla rhema nel Nuovo Testamento, Appendice C: “Comprendere il Potere della Rhema.”

Da questo punto in poi mi riferirò alla voce interiore di Dio come alla parola rhema. Questo è solo uno degli aspetti della rhema, ma ci fornisce un modo comprensibile per sintetizzare questo concetto.

Mi è stato molto difficile passare da un approccio cognitivo alla dimensione spirituale e intuitiva, ma durante questo percorso, la strada è diventata sempre più facile. Ora per me la dimensione intuitiva è come una “prima natura”. Dio ha totalmente rifocalizzato la mia vita e può fare lo stesso per voi..

Voglio quindi incoraggiarvi a fare una pausa e prendere cinque minuti per sperimentare quello che avete imparato in questo capitolo. Prendete un foglio e una penna e, usando la visione, visualizzate Gesù con voi in qualche scena confortevole (possibilmente presa dal Vangelo). Scrivete: “Signore, cosa vuoi dirmi riguardo alle cose che ho imparato?”

Focalizzate quindi gli occhi nel vostro cuore sulla visione di voi e Gesù insieme, e rivolgetevi alla spontaneità. Con fede semplice, iniziate a scrivere i pensieri che fluiscono nella vostra mente. In questo momento, non metterli in discussione e non dubitare. Riceveteli solo con una fede semplice da bambino che scrive le cose come arrivano.

Tenete presente che questo è solo un esperimento. Dopo quattro o cinque minuti, quando il flusso è terminato, tornate allo scritto e verificatelo. È in accordo con la Scrittura? Somiglia a quello che Dio vuole dirvi? Con questo semplice esercizio, molti di voi scopriranno che stanno iniziando a dialogare con Dio!

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3Entrare nella Tranquillità:Calmare i Nostri Pensieri

e le Nostre Emozioni

CHIAVE n. 2

Devo imparare a tranquillizzare i miei pensieri e le mie emozioni,in modo da percepire il flusso dei pensieri e delle emozioni di Dio in me.

Spesso quando mi presento al Signore in preghiera, mi accorgo che tutta la fretta e l'attività della mia vita mi seguono nella mia stanza di preghiera. Tutto il rumore e il nervosismo della vita quotidiana esigono la mia attenzione, mentre le pressioni e le responsabilità premono da dentro. Vorrei avere immediatamente una dolce comunione con il Signore, quando chiudo la porta della mia stanza, ma mi accorgo che questa comunione non può essere forzata o affrettata.

Siete mai entrati nella vostra stanza di preghiera con solo quindici minuti a disposizione per pregare, mentre la vostra mente correva all'impazzata e le vostre emozioni cambiavano rapidamente? Avete mai detto alla vostra mente frettolosa: “Va bene, hai esattamente tre minuti per metterti a riposo, perché voglio iniziare a percepire l'intuizione interiore e i pensieri dello Spirito Santo.”

Se lo avete fatto, avrete scoperto che lo sforzo di rimanere tranquilli è una perdita totale di tempo. È come cercare di costringervi a dormire di notte mentre vi rigirate impazientemente nel letto. Più vi costringete a dormire e più rimanete svegli. Allo stesso modo, più io cerco di allontanare dalla mia mente e dal mio cuore i pensieri e le emozioni carichi di fretta, in modo da percepire il flusso spontaneo di Dio in me, e più divento agitato

In diverse occasioni, ho lasciato la stanza di preghiera completamente scoraggiato, perché non sono stato in grado di superare il mio senso di impazienza e abbandonarmi ai sentimenti delicati dello Spirito Santo. Dopo venti minuti, sono uscito dalla stanza sapendo che non avevo assolutamente avuto comunione con Dio nel mio spirito. Questo era per me molto frustrante. Quando ho poco tempo da dedicare alla preghiera, mi sento irritato nel dover superare questo mio senso di impazienza.

In seguito condividerò con voi un metodo biblico efficace che Dio ci mette a disposizione in modo da tranquillizzarci subito nella Sua presenza. Questo non è lo scopo principale della preghiera e neanche fine a se stesso, è tuttavia un primo passo necessario per trascorrere il tempo della preghiera nel dialogo con Dio Onnipotente.

Fermatevi e RiconosceteIl Salmo 46:10 ci incoraggia: “Fermatevi e riconoscete che io sono DIO.” Tutti noi possiamo sperimentare

una profonda conoscenza interiore nel nostro spirito quando tranquillizziamo la nostra natura umana e la nostra mente. Anche quando esternamente c'è agitazione, possiamo sperimentare la pace.

La versione della Bibbia "New American Standard Bible" indica diversi sinonimi o espressioni alternative per la parola “fermarsi”, nel Salmo 46:10. Questa azione può anche essere descritta come “smettere di lottare, rilassarsi, o lasciarsi andare.” Ognuna di queste frasi fornisce una descrizione eccellente di ciò che accade in me quando mi metto in questa condizione di tranquillità.

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Un altro modo per descrivere l'azione del “fermarsi” è l’atteggiamento della giocosità. La vita per me era soltanto lavoro, tanto lavoro duro. Anche quando giocavo, per me era lavoro. Prendevo tutto sul serio e con intensità, ma il Signore mi ha mostrato che è Lui che opera, è Lui che completa il lavoro. La mia parte è coinvolgermi nel Suo movimento e lasciarmi trasportare da questo. Devo abbandonare ogni mia lotta intensa e a rilassarmi nella Sua perfetta abilità.

Uno dei nostri studenti aveva dei problemi simili e ha scritto questo sul suo diario di preghiera:“Padre, di cosa ho necessità oggi? Sono così combattuto su dove devo dirigere la mia attenzione. Sul timore

del Signore, su più amore, più pentimento, più guarigione e liberazione, o che cosa? Non so proprio come venire da te.”

Il Signore gli ha risposto: “Sì, tutto questo è molto necessario, ma la cosa più importante è che tu sieda tranquillamente ai Miei piedi e impari da Me. Non avere frenesia nell'avvicinarti a Me e alla Mia presenza. Come ti ho già detto, viene semplicemente e siedi alla Mia presenza. Ricevi da Me, fermati tranquillizzati, smetti di lottare e riconosci che io sono Dio!”

E ha continuato: “Disponiti a ricevere. Nel mondo fisico non si può ricevere se si corre freneticamente, fino a che ti fermi e apri le braccia… Così è nella dimensione spirituale. Fermati! Allarga le braccia e ricevi. Non provare con i tuoi sforzi ad avere più rispetto per il Signore oppure a cercare di percepire di più la Sua presenza. La stessa cosa vale per il ravvedimento profondo, ecc... Non costringerti freneticamente ad un grande ravvedimento. Lascia che questo si realizzi spontaneamente in misura maggiore, si realizzerà e si sta già realizzando.”

E ancóra: “Volgi gli occhi verso di Me. Fissa il tuo sguardo su di Me. Guardami. Rivolgi la tua mente e i tuoi affetti verso di Me e io farò in te quello che è necessario. Riposa. Ricevi. Lasciati abbracciare da Me, lascia che Io ti riempia con il mio amore. Non puoi imparare tutto subito. Non essere così severo con te stesso. Ricevi da Me giorno per giorno, un po' alla volta, verità dopo verità, rivelazione dopo rivelazione. FERMATI e riconoscimi. È nella tranquillità che puoi ascoltare. È quando sei tranquillo e in uno stato di riposo che puoi udire e ricevere da Me. Fermati!”

Rimuovere le Distrazioni EsterioriCome possiamo avere questa tranquillità interiore? Il primo passo è rimuovere le distrazioni esteriori. In

Marco 1:35 leggiamo che Gesù andò in un luogo appartato per pregare. Il profeta Abacuc, quando voleva udire da Dio, andava in un posto di guardia solitario. È il 1 Re 19 troviamo Elia da solo in una caverna, impaurito e depresso, e il Signore gli ha fatto visita.

Quando all'inizio ho cercato la tranquillità interiore, mi sono reso conto che avevo necessità di un luogo tranquillo dove poter stare da solo e indisturbato. Così ho imparato ad alzarmi presto prima del resto della mia famiglia, per lasciare che la tranquillità del primo mattino mi aiutasse a portare pace al mio spirito. Presto ho scoperto che dovevo staccare il telefono durante il mio tempo di tranquillità o sicuramente sarei stato interrotto. Ho combattuto con questa necessità di tranquillità, fino a che il Signore mi ha convinto che non ero indispensabile e che la vita sarebbe andata avanti abbastanza bene per un'ora o più anche senza di me!

Durante le prime settimane della ricerca di questa tranquillità interiore, ha scoperto che potevo armonizzarmi con l'intuizione solo al mattino. Dato che i pensieri analitici erano stati un idolo potente nella mia vita, ho capito che dovevo stare attento a non coinvolgermi in pensieri analitici prima della preghiera, perché altrimenti ne sarei rimasto prigioniero per il resto della giornata. Ma se, appena alzato, iniziavo a lodare, cantavo nella doccia, e mantenevo quest'atteggiamento fino che arrivavo nel mio ufficio, potevo rimanere spiritualmente sintonizzato durante tutto il mio tempo di tranquillità. Se tuttavia mi rivolgevo al ragionamento cognitivo, era per me difficile tornare all'intuizione.

Con il tempo questo è diventato facile. Alla fine la mia piccola figlia Charity ha iniziato a svegliarsi insieme a me. Dato che mia moglie Patti di solito rimaneva di solito sveglia tutta la notte con la bambina, volevo lasciarla dormire. Mi era sempre più facile tranquillizzarmi interiormente, e potevo prendere cura anche di Charity, e nello stesso tempo percepire tranquillità interiore. Con la pratica, anche voi vi accorgerete che vi diventerà sempre più naturale tranquillizzarvi nel vostro cuore e nella vostra mente davanti al Signore.

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Rilassatevi!Nel cercare di focalizzare il mio cuore e la mia mente su Gesù, mi sono reso conto di un altro ostacolo: il

mio corpo. Se avvertivo tensione o disagio in qualsiasi parte del mio corpo, me ne rendevo subito conto mentre cercavo di essere tranquillo. Non è mia abitudine inginocchiarmi nella preghiera. Il mio obiettivo nella preghiera è essere totalmente consapevole della presenza di Dio, e se le mie ginocchia mi fanno male, o se i miei piedi si addormentano, la mia attenzione non è totale. Se inginocchiarsi, o ogni altra postura fisica, attira l'attenzione sul disagio fisico, allora è un ostacolo alla mia preghiera. È chiaro che se mi rilasso totalmente nel mio corpo e nel mio spirito finisco per addormentarmi! Ho trovato che la migliore posizione è sedersi in una sedia comoda alla mia scrivania, con una Bibbia, una penna, e un foglio davanti. Anche Davide si sedeva mentre pregava (1 Cronache 17:16).

Rimuovere le Distrazioni InterioriRimuovere le distrazioni esterne è la parte più semplice per giungere alla tranquillità. Nell'avvicinarmi alla

tranquillità, di solito trovo che la mia mente lotta con voci, pensieri, pressioni, e tensioni che pretendono la mia attenzione. La voce più forte sembra dire: “Hai dimenticato di cambiare l'olio all'automobile”, oppure: “ancóra non hai telefonato ai tuoi genitori.” Tutti i miei lavori ancóra non completati e le mie responsabilità accantonate lottano per avere la mia attenzione nel momento in cui mi metto nella tranquillità. Le ho ignorate, ma se hanno un possibilità per attirare l'attenzione, la prendono! Se cerco di spingerle dietro, urlano più forte. Se metto la mia attenzione su di loro, ne sono sopraffatto e finisco per fare quello che esigono. Allora cosa posso fare? Prendo semplicemente appunti. Ascolto le loro richieste e le assicuro della mia attenzione futura mettendole in lista. Questo sembra convincerle che saranno considerate, e così si tranquillizzano.

La voce successiva che irrompe nella mia coscienza si fa sentire dopo che il Signore mi ha parlato e non sono stato obbediente. Ascolto la mia coscienza che si fa sentire e mi dice: “Colpevole! Colpevole!!” Ma dovrei piegare la schiera davanti a questa voce, rotolandomi nel mio senso di colpa? No! Se voglio avere comunione con Gesù, non devo mettere l'attenzione sul mio sgradevole involucro umano, ma sulla Sua grazia meravigliosa. Così, quando pecco, ammetto la mia colpa e ricevo il perdono completo da parte del Signore. Supero le mie limitazioni e le mie debolezze e dirigo la mia attenzione sul Signore e la Sua grandezza.

La nostra attenzione sarà rivolta o verso noi stessi, i nostri peccati e le nostre debolezze, oppure su Cristo, la sua gloria e grazia. La Bibbia insegna che siamo trasformati in base a ciò che contempliamo: “E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.” (2 Corinzi 3:18).

Se decido di rivolgere il mio sguardo verso il Signore (Ebrei 12:2), e vedermi rivestito con la Sua giustizia (Galati 3:27), allora scopro di essere attratto verso la Sua presenza, la Sua gloria e la Sua giustizia. È importante scegliere dove dirigere la nostra attenzione. O rivolgeremo la nostra attenzione verso noi stessi oppure su Cristo, sui nostri peccati o sulla Sua giustizia. Da parte mia, ho scelto di rivolgerle la mia attenzione verso quello che la Bibbia afferma come verità, e ho scoperto che in questo modo possa entrare rapidamente alla presenza del Signore. Incoraggio quindi ognuno di voi a scegliere con attenzione l'oggetto della vostra contemplazione mentre entrate in preghiera. La visione errata produce morte. La visione giusta produce la vita.

Raggiungere una condizione di tranquillità interiore non significa svuotarsi totalmente della propria mente e smettere di esercitare la capacità di pensiero, piuttosto è una loro rifocalizzazione. Quando tutte le altre voci in me sono state prese in considerazione, devo poi trovare un modo per passare dal ragionamento e i pensieri all'intuizione.

Rifocalizzare su di LuiLo strumento biblico più efficace per elevare la sensibilità spirituale della maggior parte delle persone è la

musica. Quando Eliseo voleva udire la voce di Dio, chiedeva a un cantore di venire a suonare per lui (2 Re 3:15). Spesso, quando ho necessità di sapere che il Signore è presente, mi metto a cantare un canto di adorazione e lode. Migliaia di persone nel mondo sono state trasformate dalla pratica semplice dell'immergersi

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alla presenza del Signore, semplicemente entrando in una dimensione di tranquillità, e permettendo alla musica di entrare nel loro cuore, lì dove il Signore li attende.

Rivolgere l'attenzione al canto nel vostro cuore, specialmente quando vi svegliate al mattino, può essere un modo per percepire il messaggio che proviene dal vostro spirito umano o il messaggio che lo Spirito Santo unito al vostro spirito vuole trasmettervi, oppure per ascoltare i sentimenti del vostro cuore. I canti di lode e di adorazione possono essere molto validi nel focalizzare il vostro cuore e la vostra anima verso il Signore, specialmente se usate gli occhi del vostro cuore per visualizzare ciò che state cantando.

In altre occasioni ho percepito una invocazione che proveniva dal mio spirito a cui ho permesso di manifestarsi in canto. Una mattina, ero in ginocchio all'altare della nostra Chiesa, ero angosciato nello spirito, sopraffatto dal mio peccato e fallimento, e mi sentivo molto lontano da Dio. Ho iniziato a pregare con la mia auto-arpa, e solo queste parole potevano esprimere l'evocazione che sentivo dentro di me: “Signore, innalzati! Signore, innalzati in me e purificami! Innalzati e guariscimi! Signore, innalzati!” Ho cantato ripetutamente queste parole perché esprimevano tutto ciò che provavo. Dopo cinque o dieci minuti, le tenebre hanno iniziato ad allontanarsi da me, mentre il Sole della Giustizia sorgeva in me. La fede, la speranza, l'amore, la gioia, e la dolce conoscenza della presenza del Signore hanno riempito il mio cuore.

Questo scambio tra luce e tenebre, fede e dubbio, speranze e disperazione, non proviene da una conoscenza accademica ma da una realtà esperienziale. Il Salmista ci dice che chi dimora alla presenza di Dio parla con verità nel proprio cuore. Non ha importanza quello che il mio cuore percepisce, devo potermi presentare sinceramente con tutti i miei sentimenti davanti al Signore mentre entro alla Sua presenza.

Altre due tecniche bibliche che ha scoperto per tranquillizzarmi sono la visione è l'amore. Con gli occhi del mio cuore, osservo per vedere nello spirito una visione di Gesù e me che camminiamo insieme, e questa visione ha il potere di trasportarmi al di là del mio pensiero analitico. Nel vedere Gesù e me, esprimo a Lui tutto l'amore che sento nei suoi riguardi. Mentre questo amore trabocca in me, sono condotto alla tranquillità della Sua presenza.

Respiro e spirito sono indicati dalla stessa parola in Ebraico e in Greco. Posso usare il mio respiro per condurre il mio spirito alla tranquillità. Attraverso il mio respiro che esce, verbalizzo il mio peccato e la mia colpa. Inspiro la purificazione da parte dello Spirito Santo. Nel ripetere questo esercizio, il mio corpo e la mia anima giungono a una tranquilla consapevolezza della presenza del Signore.

L'obiettivo della tranquillità interiore è riconoscere profondamente in noi il movimento di Dio.“Fermatevi e riconoscete che io sono DIO.” “Sta' in silenzio davanti all'Eterno e aspettalo.” (Salmo 37:7). Nella tranquillità, percepisco in me un cambiamento e inizio a sperimentare il flusso attivo dei sentimenti, delle idee e visioni dello Spirito Santo.

Uno dei gruppi religiosi fondatori della nostra azione è stato quello dei Quaccheri. Questi sentivano la necessità di fare una pausa nelle loro attività e trascorrere dei momenti all'ascolto di Dio. Una parte importante della loro riunione è trascorsa nel silenzio, dove ognuno tranquillizza i propri pensieri per percepire interiormente la voce del Signore.

Quando vivo solo nella superficialità, consapevole solo delle circostanze esterne, rispondendo a queste come se fossero la sola realtà, allora mi sento frammentato: la mia personalità, la mia visione della vita, e il mio spirito, sono fratturati e instabili. Ma nel fermarmi, e nel riprendere la mia consapevolezza del Signore che vive in me, la pace, l'integrità e l'unità, sono ristabilite nel mio essere. Dato che Gesù è presente in me, trovo amore, fede, potenza, e tutte le altre risorse positive di cui ho bisogno ..

La tranquillità non è nel fare, ma nel contatto con il Signore Gesù Cristo in noi. Non mi sforzo e non mi costringono. La tranquillità è smettere di sforzarsi, è rilassarsi e smettere di lottare. Essere nella tranquillità è sperimentare Cristo al presente, Colui che è l'IO SONO. Per vivere con il Dio del “qui e ora” devo poter vivere il momento presente. Questo significa il non rimpiangere il passato e non preoccuparsi per il futuro, perché vivo Cristo ora. Condivido questo momento particolare con Colui a cui esprimo il mio amore.

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Religione Orientale? New Age?A questo punto potreste avanzare delle obiezioni sulla somiglianza delle religioni mistiche orientali, quali

yoga, meditazione trascendentale o Zen, e quello che affermo. Oppure vi è stato insegnato a diffidare della tranquillità interiore, considerandola una pratica New Age che permette a demoni di avere accesso nella vostra mente. È vero che le modalità di approccio al mondo spirituale sono simili. È anche vero che in alcune di queste pratiche è sperimentato l'incontro da spirito a spirito. Tuttavia, queste pratiche contattano il maligno e gli spiriti demoniaci, mentre noi ricerchiamo la comunione con Colui che è Santo. I metodi di approccio non sono di per se né buoni né malvagi. Sono semplicemente metodi. È invece Buono o malvagio colui che interpelliamo attraverso questi metodi.

Ho insegnato a studenti che sono stati profondamente interessati alle religioni orientali prima di incontrare Gesù Cristo. Quando questi abbandonano il mondo che gli spiriti demoniaci, generalmente rifiutano anche tutte le altre esperienze spirituali. Trovo questo fatto tragico, perché il Cristianesimo, a differenza di tutte le religioni, dovrebbe essere attivo e in comunione intensa con lo Spirito Santo.

A questo proposito, negli ultimi capitoli, tratterò con più dettagli la verifica delle esperienze in sottomissione alla Parola di Dio e in relazione al Corpo di Cristo.

Per ora, voglio chiarire che il Cristianesimo non è soltanto comprensione intellettuale. È invece una comunione giornaliera, dinamica e continua, con il Signore vivente. L'incontro spirituale è il dono di Dio al suo popolo. Satana è invece il grande copiatore che ha cercato di sottrarre questo dono prezioso. Le religioni demoniache hanno offerto una contraffazione della realtà spirituale che è patrimonio della Chiesa. E noi, Chiesa, abbiamo rifiutato la realtà per paura della contraffazione.

Dimentichiamo invece che la presenza della contraffazione è la prova di due cose: Primo. Esiste l'oggetto autentico simile a quella contraffatto. Nessuno mai stamperebbe una banconota contraffatta di 20 euro. Chi la prenderebbe? La contraffazione è in effetti la prova che esiste l'originale. Sono convinto che la comunione tra il mio spirito e lo Spirito Santo è proprio la realtà che gli “spiriti-guida” cercano di contraffare. Secondo. La presenza di una contraffazione mostra che l'oggetto autentico ha valore. Nessuno sprecherebbe il tempo a contraffare un euro, perché non sarebbe conveniente. Allo stesso modo, la contraffazione satanica dell'incontro spirituale è l'evidenza che l'incontro autentico con lo Spirito Santo ha grande valore.

Non allontaniamoci quindi dall'esperienza autentica solo perché satana ne ha fatto una contraffazione. Dobbiamo certamente fare attenzione e non dobbiamo rimanere soli nell'affrontare le esperienze spirituali, ma non dobbiamo neanche allontanarcene. Nella Sua parola e nella Sua chiesa, Dio ci fornisce ampie protezioni, se con l'umiltà le riconosciamo. È ora che la Chiesa smetta di fuggire quando Satana rialza la sua testa ripugnante! È ora che la Chiesa smetta di dargli tutto ciò che lui reclama! La Chiesa deve invece affermare l'autorità del Signore Gesù Cristo e dichiarare: “Questo appartiene a Dio. Togli via le tue grinfie!”

La tranquillità interiore e l'incontro spirituale sono doni da parte di Dio alla Chiesa. L'uomo è stato creato con la consapevolezza del mondo spirituale, e con la necessità di mettersi in contatto con questa. L'uomo quindi non può essere soddisfatto soltanto dal mondo fisico. Se non offriamo al nostro popolo, e specialmente ai nostri giovani, la realtà dello Spirito Santo per la loro vita di ogni giorno, questi cercheranno altrove e rimarranno intrappolati nelle menzogne di satana.

Una testimonianzaConcludo questo capitolo con la testimonianza di un giovane. Le sue esperienze passate gli avevano causato

seri dubbi sulla possibilità di dialogare con Dio. Non riusciva a comprendere se questa fosse una verità da Dio o l'inganno di satana. Spero che questa testimonianza servirà ad incoraggiare altri che si pongono la stessa domanda. La sua testimonianza ci introdurrà anche al concetto di visione, che tratteremo in dettaglio dal prossimo capitolo. La testimonianza seguente è pubblicata con il permesso di Paul Edwards, già direttore del “Teen Challenge”, Buffalo, New York, e che attualmente è nel personale del “Elim Bible Institute”. Ecco la sua testimonianza:

“Se ripenso alla mia prima reazione davanti a questo concetto del dialogo con Dio, mi viene da ridere. Pensavo fosse un'eresia per cercare di introdurre la religione orientale nel Cristianesimo. Ma gran parte della

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mia reazione era dovuta a mie esperienze passate piuttosto che alla preghiera e a uno studio approfondito delle Scritture.”

“Probabilmente, se vi parlo un pò del mio passato, capirete la mia reazione iniziale. Nel 1970 ero stato studente in un college e ho iniziato la mia ricerca di pace e di scopo per la mia vita. Questa ricerca mi aveva portato a praticare lo Hatha Yoga, la meditazione, il mantra, il controlla mentale e le droghe. Inizialmente, percepivo che Dio era la mia risposta e che la meditazione era un modo per arrivare a Dio. La meditazione sembrava funzionare, ma più meditavo e più entravo in contatto con il male e la confusione, invece che con la pace e con Dio.”

“Dopo qualche anno di questa esperienza sono arrivato alla fine delle mie forze e sono corso verso Gesù. Lui era stato lì tutto il tempo. Ho ricevuto Gesù come mio Salvatore e Lui mi ha riempito con la pace che avevo sempre cercato. Allo stesso tempo, affidando la mia vita a Gesù, mi sono anche allontanato da tutto quello che aveva una qualche apparenza di mistico, considerandolo satanico.”

“Quando quindi per la prima volta ho sentito del dialogo con Dio, sono andato a parlare con Mark Virkler per 'metterlo in riga'. Lui però mi ha incoraggiato a pregare e a ricercare nella Parola di Dio, per verificare se le mie paure e la mia avversione fossero fondate sulla Scrittura oppure solo su una mia reazione.”

“Ho cercato consiglio dal Signore, e Lui mi ha fatto vedere che il dialogo con Lui è una esperienza autentica che Satana aveva solo rubato e contraffatto. Da quel momento, Dio mi ha dato modo di utilizzare sempre di più la visione in preghiera nel mio ministero. Il seguente è un piccolo esempio dal mio diario di preghiera, scritto in un periodo in cui pregavo sull'opportunità di lasciare la mia posizione di direttore del Teen Challenge:

'Padre, ti prego, donami più pace, più gioia, e il Tuo carattere. Non sa realmente cosa vuoi che decido. Tanto di quello senza ne è parte di questo ministero Ho bisogno delle qualità del Tuo carattere per prendere la giusta decisione.'”

“Mentre pregavo, ho visto nel mio cuore la mano di Gesù che si allungava verso di me e mi dava un pezzo di pane, e Lui mi ha detto: 'Mangialo perché è pace.' Mi ha dato una scatola di gioielli dicendomi che conteneva gioia. Mi ha detto: 'Aprila!' Dentro c'era un rubino rosso, e lui mi ha detto di mangiarlo perché questo era gioia.”

“Poi la mano del Signore ha aperto una piccola porta e lì c'era del fuoco. Lui mi ha detto di guardare più vicino. Mentre guardavo dentro, ho visto il fuoco ma nel fuoco c'era un piccolo ponte che lo attraversava. Ho guardato meglio, e ho notato che ero sul ponte. Mentre camminavo su questo ponte, il Signore ha allungato verso di me una spada, in modo da tenermi più in equilibrio. Ho afferrato la spada e questa mi ha aiutato a equilibrarmi, così da non cadere.”

“Il Signore quindi mi ha detto di guardare ancóra più vicino al ponte stesso: questo era vivo e ho riconosciuto che il ponte era Gesù. Dall'altro lato delle fiamme c'erano delle scale che sapevo conducevano alla presenza di Dio.”

“La visione è cessata, ma il Signore mi ha parlato al cuore: 'Paul, il carattere è sviluppato attraverso le prove e la fiducia in me nel sostenerti e condurti attraverso qualsiasi situazione. Così come hai guardato alle fiamme e hai avuto paura di cadere, quando rifocalizzi la tua attenzione su di Me che ti sostengo e sulla Parola che ti dà stabilità, ricevi nuova forza. Nota come la Mia pace e gioia ti sono state date per prepararti ad attraversare questa prova. Ricorda sempre che Io sono la tua pace e la tua gioia.'”

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4Vedere nello Spiritoi Sogni e le Visioni

di Dio

Chiave n. 3Mentre prego, rivolgo gli occhi del mio cuore a Gesù,

e vedo nello spirito i sogni e le visioni di Dio Onnipotente.

La terza chiave che il Signore mi ha fatto vedere coinvolge l'uso della visione nella nostra vita di preghiera. Ricordate che Habacuc è stato “attento per vedere” quello che Dio gli voleva dire (Habacuc 2:1). In qualche modo, Habacuc faceva uso della visione come parte del suo incontro spirituale con Dio Onnipotente. In Habacuc 1:1, il profeta ha affermato: “Profezia (peso) che il profeta Habacuc ebbe in visione” (commento aggiunto). Molti dei profeti hanno anche parlato spinti dal peso e dalle parole che il Signore pronunciava nei loro cuori, attraverso la visione (es. Isaia 1:1; 2:1; 6:1; 13:1; ecc…).

Questo fatto ha attirato la mia attenzione come concetto assolutamente nuovo: Dio usa le visioni regolarmente per pronunciare la Sua parola del nostro cuore. Non avevo assolutamente mai considerato l'uso della visione come un aspetto importante della mia comunicazione con Dio. All'inizio non ero neanche sicuro del perché non potesse essere così. Quando mi sono fermato a considerarlo, ho trovato centinaia di versetti, dalla Genesi all'Apocalisse, che dimostravano come in ogni patto Dio abbia scelto di rivelarsi nei nostri cuori attraverso l'uso del sogno e della visione.

All'Appendice E, ho elencato una lista di referenze sul sogno e la visione in tutta la Scrittura, e questa lista non è certamente completa. Vi consiglio quindi di trascorrere alcune ore a leggere attentamente questi versetti per apprezzare il modo in cui Dio usa il sogno e la visione. In questo modo avrete le basi migliori per gli argomenti di questo capitolo.

Ne considerare la visione dal punto di vista teologico filosofico, ho compreso che non c'è alcun motivo per cui non dovremmo attenderci che Dio continui a parlare al Suo popolo con sogni e visioni, specialmente perché Lui stesso ci ha detto:“E avverrà negli ultimi giorni…che spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni e i vostri vecchi sogneranno dei sogni” (Atti 2:17). Sogno e visione sono inseparabilmente connessi al movimento dello Spirito Santo in questi ultimi tempi. Nella grande effusione dello Spirito Santo, di questi ultimi tempi sulla Chiesa, possiamo aspettarci che i sogni e le visioni siano ristabiliti tra il popolo di Dio.

Ho insegnato le quattro chiavi, che presento in questo libro, in conferenze in tutta la nazione, e mi sono reso conto che molte altre persone hanno difficoltà, come me all'inizio, con il concetto di visione nella loro vita di preghiera. Viviamo in una cultura che idoleggia molto il razionalismo, che il solo pensare alla possibilità di un incontro visionario continuo con Dio vivente richiede una rottura totale con una tale cultura. Tuttavia, i Cristiani non hanno mai avuto timore di essere diversi se possono essere sicuri di essere fondati su solide verità bibliche. Le Scritture in Appendice E mostrano che la visione ha avuto sempre un ruolo importante della vita di preghiera dei credenti, e offre una prospettiva biblica sulla visione nel contesto della vita della Chiesa.

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È importante?In un seminario che ha condotto in Cincinnati, ho chiesto a tutti i partecipanti di trascorrere del tempo nel

chiedere a Dio come usare gli occhi del cuore per vederlo e udire la Sua Parola. Una risposta che ho ricevuto è venuta dal Reverendo Stan Peters, Presidente della “Greater Cincinnati School of the Bible”:

“Signore, qual’è ruolo degli occhi del mio cuore? Quanto è importante questo per Te e per me, nella nostra comunione e cammino insieme?”

La risposta di Dio è stata: “Chiedi a un cieco se avrebbe piacere di vedere il pettirosso che ode soltanto. Chiedigli se avrebbe piacerebbe di vedere sua madre, suo padre, la sua cara moglie.

Ti dico che ti griderebbe che vuole vedere!Anche tu hai bisogno di essere guarito, come lo ha anche quel cieco fisico, ed essere in grado di vedermi

chiaramente, così che potremo camminare in unione e amore perfetti. Come possono due persone camminare insieme se prima non si accordano? Sei d'accordo che vuoi vedere?”

La risposta di Stan è stata: “Sì, Signore!” È il Signore ha replicato: “Allora vedrai! Ti voglio bene, Stan.”Un'altra esperienza è stata condivisa da Fred VanAllmen. Ascoltiamo le sue parole: “Signore, quanto sono

importanti gli occhi nel mio cuore? Come dovrei usarli?”La risposta del Signore è stata: “Questi sono importanti. Con gli occhi fisici tutto ciò che vedi sono gli abiti e

il volto. Con gli occhi del cuore, vedi l'interiore. Hai una visione più completa. Vedi tutte le circostanze coinvolte in una situazione. Vedi meglio con gli occhi del cuore che con gli occhi fisici. Puoi vedere Me con gli occhi del tuo cuore, e puoi vedere Me in ognuno. E altri potranno vedere Me in te…”

Entrambe queste citazioni sono tratte dal loro diario di preghiera e sono state usate con il loro permesso. Queste illustrano quello che credo Dio stia dicendo alla Sua Chiesa riguardo alla rivalutazione sull'uso della visione spirituale nella nostra vita di preghiera. A questo proposito, definirò in questo capitolo cosa intendiamo per visione, i diversi tipi o livelli di visione, il fondamento biblico per l'uso della visione da Genesi all'Apocalisse, e come prepararvi per ricevere il flusso divino di sogni e visioni. Prenderò inoltre in esame vari modi per sviluppare gli occhi del cuore e come presentarli a Dio, di modo che questi siano attivati. Concluderò quindi mostrando come verificare una visione, e mostrerò un esempio del potere di guarigione della visione in un incontro con Dio.

Vedere il Movimento di DioQuando parlo di sogno e visione, non mi riferisco al fantasticare, piuttosto a vedere il movimento di Dio

nello spirito con gli occhi del cuore. I profeti erano chiamati “veggenti”, uomini e donne che vedevano nello spirito il movimento di Dio Onnipotente (1 Samuele 9:9). Ci sono due mondi e due tipi di occhi. L'apostolo Paolo ha pregato che gli occhi del cuore degli Efesini fossero illuminati, così da conoscere le realtà spirituali (Efesini 1:17,18). Se vogliamo vivere nel mondo spirituale, consapevoli e disponibili alle azioni dello Spirito Santo, allora anche noi dobbiamo usare i nostri occhi spirituali.

La visione può recare benefici in molti modi. Può essere usata nella comunione con Gesù, mentre lo vedo seduto accanto a me e che pronuncia parole di vita. Può essere usata nei ministero verso altri, chiedendo a Gesù di mostrarmi come Lui vuole che io raggiunga le necessità degli altri. Posso quindi rispondere alla visione da parte Sua affermandola, come Gesù stesso ci ha insegnato a pregare: “…venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà sulla terra, come nel cielo” (Luca 11:2). Il verbo greco in questa frase è imperativo, dà un comando. Allo stesso modo, Gesù guardava al di là della malattia e vedeva la salute divina che è parte del regno dei cieli, e comandava dicendo “Sii guarito”, e le persone erano guarite.

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Tipi di VisioniCi sono almeno cinque tipi di visioni. Ogni categoria è egualmente valida, e deve essere verificata con la

Parola di Dio.Il primo tipo è ricevuto come sogno o visione nella notte. Paolo ha ricevuto questa visione in Atti 16:9.

Aveva cercato di predicare il Vangelo in diverse città, ma lo Spirito Santo non lo aveva permesso. Per qualche ragione, Paolo non era in grado di ricevere la direzione dal Signore nei modi ordinari. Durante la notte, Dio gli ha dato una visione di un uomo Macedone che chiedeva aiuto, e ha condotto Paolo al passo successivo della missione.

Mentre dormo, il mio cuore è sveglio e capace di ricevere messaggi dal Signore. Da parte sua, il Signore può mostrarmi in modo espressivo e simbolico la condizione del mio spirito, le mie paure, la mia rabbia, e i miei sentimenti feriti. Può rivelarmi, spesso in modo figurativo, situazioni che necessitano della mia preghiera. Il Signore e io possiamo anche avere una conversazione, così come l'ha avuta Salomone, in 1 Re 3, e Daniele, in Daniele 7.

Alcuni anni fa, ho sognato di vedere Gesù nella chiesa che frequentavo da bambino. Nel sogno, mi sono avvicinato a Lui e gli ho rivolto la domanda che bruciava continuamente nel mio cuore: “Come possono imparare ad ascoltare la Tua voce? Lui mi ha risposto: “Sei sulla strada giusta. Continua a camminare e non rinunciare.” Quest'esperienza mi ha molto incoraggiato e mi ha dato la speranza per continuare la mia ricerca. Molti dei mie studenti hanno dialoghi simili con il Signore nei loro sogni, e questo li ha convinti del valore delle esperienze nel sogno.

Un altro tipo di visione è ricevuta nell'estasi spirituale. Pietro ha avuto questa esperienza, in Atti 10:10-16. In questa visione, il Signore gli ha detto simbolicamente che i Gentili non erano più “impuri”, e lo ha preparato al ministero verso Cornelio il centurione romano. Per molti anni, questo è stato l'unico tipo di visione che riconoscevo. Ma ho imparato di più sull'amore di Dio per me, e il suo desiderio di avere comunione con me, e sono convinto che l'estasi spirituale non è nella Sua prima scelta. Generalmente, le visioni nelle estasi si manifestano quando a Dio non trova altra strada per raggiungerci.

Un'altra forma di visione è vedersi fuori dal proprio corpo attraverso gli occhi spirituali. Ad esempio, in Atti7:55,56, Stefano ha alzato gli occhi al cielo e ha visto Gesù seduto alla destra di Dio. Stefano guardava e vedeva oltre i propri occhi fisici; con i propri occhi spirituali ha visto il mondo spirituale.

Quando in questo libro parlo di visione, non mi riferisco a questi tre tipi di visioni: sogni, estasi, e vedersi fuori dal corpo. Ci sono altri due tipi di visione più normali e meno spettacolari. Dio desidera essere naturale con noi, anche se spesso associamo la sua Voce al rombo del tuono e alle nuvole che si aprono. Vuole parlarci così come siamo. Spesso i nostri incontri con Lui sono talmente ordinari e naturali che siamo portati a metterli da parte, considerandoli solo come un prodotto della nostra mente. I prossimi due tipi di visione sono equilibrati, semplici, e normali.

Il quarto tipo è rappresentato da immagini interiori spontanee e non cercate. Questo tipo è ricevuto allo stesso modo della voce di Dio. Alle volte il nome di una persona mi torna alla mente, sapendo che devo pregare per questa, allo stesso modo sperimento la visualizzazione del volto di una persona e l'urgenza della preghiera. Questo tipo di visione può essere ricevuta anche in momenti diversi dalla preghiera o dall'adorazione; spesso la visione si manifestata semplicemente dal nulla. L'immagine è di solito luminosa, gentile e interiore. Da sondaggi svolti tra i partecipanti ai seminari, ho rilevato che molti Cristiani hanno sperimentato questo tipo di visione.

L'ultimo tipo di visione è simile a questa, ma è ricevuta nella ricerca del Signore in preghiera o in adorazione. Davanti al Signore, chiedo a Lui se c'è qualcosa che vuole mostrarmi, e presento spontaneamente gli occhi nel mio cuore a Lui, aspettando che li riempia con la visione e la rivelazione. Anche in questo caso, la visione è luminosa e gentile. Ho anche scoperto che, se voglio, posso modificarla. È ovvio che non la voglio modificare, perché il mio desiderio non è vedere sogni costruiti da me ma visioni ricevute dal Signore. Questo tipo di visione è la principale a cui farò riferimento in questo libro.

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(Vedi anche l’Appendice D per una lista delle 12 parole Greche del Nuovo Testamento usate per descrivere esperienze rivelatrici).

Daniele il ContemplativoÈ giusto credere che queste visioni gentili e spontanee, che si manifestano semplicemente nel mio cuore

durante la preghiera, siano veri incontri spirituali con Dio? La Bibbia insegna chiaramente che lo sono. In Daniele 4:13,14, il re Nebukadnetsar ha incontrato un angelo in visione nella sua mente: “Mentre sul mio letto osservavo le visioni della mia mente, ecco un guardiano, un santo, scese dal cielo, gridò con forza e disse... ”

Molti di noi non pensano che l'incontro con un angelo possa avvenire in una visione della nostra mente. Tuttavia, l'insegnamento della Bibbia è molto chiaro.

Prendiamo anche in considerazione Daniele 7:1,13 e 15. Daniele ha incontrato l' “Antico di Giorni” e uno simile a un Figlio dell'Uomo, in una visione della sua mente: “Nel primo anno di Belshatsar, re di Babilonia, Daniele, mentre era a letto, fece un sogno ed ebbe visioni nella sua mente. Poi scrisse il sogno e narrò la sostanza delle cose…Io guardavo nelle visioni notturne ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile a un Figlio dell'uomo; egli giunse fino all'Antico di giorni e fu fatto avvicinare a lui.. Quanto a me, Daniele, il mio spirito rimase addolorato nell'involucro del corpo e le visioni della mia mente mi turbarono.”

Potremmo incontrare Dio Padre, Suo Figlio e i suoi angeli, nelle visioni della nostra mente, mentre meditiamo la Parola di Dio. Queste visioni sono concrete, e veri e propri incontri tra Dio e l'uomo. Nell'utilizzare la nostra capacità visionaria, presentiamo in pratica gli occhi nel nostro cuore a Dio, chiedendo a Lui di riempirli.

Un Fondamento BiblicoSogni e visioni sono stati una parte integrale della comunicazione di Dio con l'uomo in tutta la Bibbia. Sia

nell'Antico che nel Nuovo Testamento, Dio ha fatto uso della rhema e della visione per prendere contatto con l'uomo.

Le nostre capacità di udire e vedere a un livello spirituale rappresentano il due sensi spirituali primari per interagire con Dio. In Genesi cap. 12, Dio ha parlato ad Abramo permettendo che lo avrebbe fatto diventare una grande nazione. Questa era rhema, la parola pronunciata da Dio. Abramo ha agito in base a questa parola in obbedienza al Signore. In seguito, Dio si è rivolto nuovamente ad Abramo con un'altra parola:

“E renderò la tua discendenza come la polvere della terra; per cui, se qualcuno può contare la polvere della terra, si potrà contare anche la tua discendenza…Così sarà la tua discendenza” (Ge. 13:16;15:5).

Il Signore ha dato ad Abramo una figura della Sua rhema, di modo che dovunque Abramo guardasse, in cielo o sulla terra, avrebbe sempre ricordato la promessa di Dio rivolta a lui. Il prossimo versetto sottolinea la potenza della visione:

“Ed egli [Abramo] credette all'Eterno, che glielo mise in conto di giustizia” (Ge.15:6).C'è affermazione straordinaria! La visione aveva concretizzato la rhema producendo fede nel cuore di

Abramo. Come risultato della visione, Abramo ha spostato la propria fede dalla sua mente al suo cuore.Balaam era un profeta la cui abilità di udire Dio era molto rispettata, al punto che perfino il re di Moab lo

mandò a chiamare per ricevere aiuto. Dato che (all'inizio) Balaam pronunciava solo quello che udiva dal Signore, non era stato in grado di maledire gli Israeliti come richiesto dal re. In Numeri 24:2-4 e 15,16, Balaam si è descritto come “l'uomo i cui occhi sono stati aperti… che ode le parole di Dio, colui che mira la visione dell'Onnipotente.” Anche Balaam aveva ricevuto la rivelazione attraverso la rhema e la visione.

La visione ha avuto un ruolo fondamentale anche nel ministero di Gesù. In Giovanni 5:19,20, Gesù ha affermato: “In verità, in verità vi dico che il Figlio non può far nulla da se stesso, se non quello che vede fare dal Padre; le cose infatti che fa il Padre, le fa ugualmente anche il Figlio. Poiché il Padre ama il Figlio e gli mostra tutte le cose che egli fa…”

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Tre capitoli dopo, Egli ripete di nuovo le parole:“Io parlo di ciò che ho visto presso il Padre mio” (Gv. 8:38). Gesù affermava che non poteva compiere nulla di Sua propria iniziativa. Tutto il suo potere e la sua autorità provenivano dall'iniziativa del Padre Suo. Se vedeva Dio imporre le mani sugli ammalati per guarirli, allora Lui imponeva le mani sugli ammalati e questi erano guariti. Se vedeva Dio scacciare un demone, Gesù comandava al demone e questo andava via. Le sue azioni provenivano esclusivamente dal movimento di Dio il Padre, che Egli vedeva attraverso la visione e udiva attraverso la rhema.

Ho deciso nel mio spirito che voglio vivere come Gesù ha vissuto. Ho preso una decisione qualitativa di non vivere secondo quello che i miei occhi fisici vedono, ma rispondere solo a quello che vedo con i miei occhi spirituali. “Poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” (2 Co. 4:18). So che Dio mi ama e che mi mostrerà le Sue azioni, se soltanto aprirò i miei occhi spirituali per vedere (parleremo dei modi in cui operare questo nel prossimo capitolo).

Non solo Gesù vedeva visioni in Se stesso, ma insegnava anche con un linguaggio figurativo. Matteo 13:34 afferma:“Gesù disse alle folle tutte queste cose in parabole, e parlava loro solo in parabole.” La parabola è un'immagine creata con le parole: ci fa vedere il mondo attraverso le lenti dell'immaginazione divina. In un campo pronto da mettere, Gesù vedeva l'immagine dei cuori pronti a essere portati nel regno. Quando Gesù ha visto i campi pronti per la mietitura, questa era per Lui un'immagine dei cuori da portare nel regno di Dio. Quando ha visto grappoli pieni d'uva, questa era per Lui l'immagine del frutto che produciamo quando dimoriamo nella Sua vita. Gesù ha insegnato alle folle formando immagini con le Sue parole di modo che la gente potesse vedere le realtà spirituali.

ancóra più sorprendente è il fatto che Gesù non solo vedeva immagini e insegnava attraverso le immagini, ma in Colossesi 1:15, Paolo definisce Gesù stesso come “l'immagine del Dio invisibile.” In tutto l'Antico Testamento, Dio ha voluto rivelarsi al Suo popolo. Ha dato loro leggi e comandamenti, sacerdoti e profeti, il Tabernacolo e il tempio, per rivelare le caratteristiche della Sua personalità.

Tuttavia, il popolo non ha compreso, e neanche noi comprendiamo. Spesso abbiamo pensato a Dio come a un giudice intransigente che amministra la condanna e la punizione per i nostri peccati e le nostre mancanze. Per questo, Dio ha deciso di chiarire tutti i nostri pregiudizi nei Suoi confronti, fornendoci un'immagine di quello che intendeva dire: ha mandato Gesù. Non c'è più bisogno di dubitare sulla vera natura di Dio, perché abbiamo l'immagine vivente che rivela di Dio a noi. Osservando Gesù tra la gente, ci rendiamo conto che Dio è buono, gentile, e misericordioso. La gloria di Dio è rivelata nel Suo Figlio, immagine e pienezza di Dio.

Ho già fatto notare in precedenza l'intima connessione tra i sogni, le visioni, e l'opera dello Spirito Santo, in Atti 2:17: "E avverrà negli ultimi giorni, dice Dio, che spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni e i vostri vecchi sogneranno dei sogni.”

Credo che stiamo vivendo un periodo di grande effusione dello Spirito Santo e, secondo Atti 2:17, credo che in questa effusione dovremmo aspettarci la manifestazione di un flusso di profezie, sogni, e visioni. Quindi, mi aspetto che la visione sia un flusso normale e naturale nel cuore dei credenti.

La centralità della visione negli incontri spirituali è anche confermata da Apocalisse 1:10,11. Questi sono versetti meravigliosi perché illustrano alcuni fondamenti del nostro dialogo con Dio. Giovanni afferma: «Mi trovai nello Spirito nel giorno del Signore e udii dietro a me una forte voce, come di una tromba, che diceva: “…ciò che tu vedi scrivilo in un libro…”»

Giovanni era “nello Spirito”. In altre parole, era nella tranquillità, in contatto con lo Spirito Santo in lui, e ha udito una voce, cioè la rhema. Ha scritto quindi la rivelazione, con l'uso del diario di preghiera che descriveremo più ampiamente nel prossimo capitolo. Giovanni ha avuto la visione, è entrato anche nella visione, ha parlato con gli angeli, ed è stato parte dell'attività che ha visto nel mondo spirituale.

Dalla Genesi all'Apocalisse, la visione è stata quindi usata per stabilire un contatto tra Dio e l'uomo, per concretizzare la rhema, per illustrare le verità spirituali, e per sviluppare la fede. Ma avevo ancóra una domanda irrisolta: “Perché Dio avrebbe scelto di parlare attraverso immagini e parabole per insegnare la verità spirituale? Infatti, perché tutta la Bibbia è una serie di storie? Le storie lasciano molto spazio alle incomprensioni e alle

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divergenze. Mi sembrava che sarebbe stato più efficace scrivere un libro di teologia sistematica. Io avrei fatto così. Avrei elencato tutte le dottrine principali in un grafico ordinato e accurato. In questo modo non ci sarebbe stato posto per l'errore, l'incomprensione, o divergenze.

Ma Dio mi ha rivelato di avere avuto dei buoni motivi per scrivere storie piuttosto che pura teologia o grafici: una figura, creata con parole, fa muovere il cuore e lo sollecita. L'analisi può soddisfare solo la mente. E Dio è più interessato a toccare i nostri cuori. Di conseguenza, molto di quello che noi conosciamo di Lui ci è rivelato attraverso una serie di immagini.

Il Valore della VisioneIl Dr. David (Paul Yonggi) Cho, pastore della chiesa più numerosa al mondo, crede fortemente al potere

delle immagini. Lui stesso ha affermato che il linguaggio dello Spirito Santo è immagini e visioni. Questo vuol dire che quando lo Spirito Santo vuole parlarmi, usa normalmente sogni e visioni. Il Dr. David Cho afferma inoltre che la sua abilità di essere creativo gli è pervenuta quando ha iniziato ad “incubare” sogni e visioni.

Il compito che il Signore gli ha affidato è quello di essere sempre “gravido” di sogni e visioni. Uno di questi sogni è stato quello di aumentare i membri della sua chiesa che è arrivata ad avere oltre 700.000 membri, e ogni settimana lui predica a un numero ancóra maggiore di questo. Il Dr. Cho vede con i suoi occhi spirituali una congregazione più grande di quanto la vedono i suoi occhi fisici.

Probabilmente la dimensione che attribuisce maggiore valore alla visione è quella della creatività. Dio è ovviamente l'essere più creativo dell'universo. Egli È il creatore. L'abilità di creare nasce da uno spirito creativo. Lo spirito di Dio aleggiava sopra le acque (Ge. 1:2), e Dio ha chiamato alla vita ciò che prima non esisteva. Ed ecco che i mondi sono stati formati.

Non si può creare nulla se prima non abbiamo un'immagine, una visione di quello che si vuole realizzare. ancóra prima che un grattacielo sia costruito, c'è un architetto che lo immagina in ogni suo dettaglio. Quando Michelangelo ha guardato a quell'enorme blocco di marmo, non ha visto la pietra di marmo che tutti gli altri vedevano, ma la figura meravigliosa di un giovane. Mentre cesellava, non ha creato quella figura, piuttosto ha portato alla luce la magnifica statua di Davide che aveva già visto dentro alla roccia.

Allo stesso modo, Dio ha messo in tutti gli esseri umani uno spirito. Quello che distingue l'umanità dal regno animale è che l'uomo ha uno spirito, gli animali no. Tutti gli esseri umani hanno la capacità di creare in un modo o nell'altro, per mezzo dello spirito in loro. Ma noi siamo stati formati da Dio per mettere l'abilità creativa del nostro spirito a disposizione dello Spirito Santo, di modo che la valorizzi. Chiediamo quindi allo Spirito Santo di coprirci con la sua presenza, di operare attraverso di noi, e aiutarci a sottomettere la nostra volontà a Dio Onnipotente. Piuttosto che creare esclusivamente attraverso le nostre abilità, noi siamo strumenti attraverso cui Dio si muove e opera.

Abramo: La Nascita di un MiracoloAbramo è il classico esempio di come Dio opera un miracolo creativo attraverso lo spirito di un uomo.

Prima di tutto, Dio ha parlato ad Abramo: «Or l'Eterno disse ad Abramo:“Vattene dal tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò. Io farò di te una grande nazione…”».

In seguito, Dio ha piantato un'immagine nel cuore di Abramo. Il Signore si è presentato a lui in una visione (Ge. 15:1) e gli ha mostrato l'adempimento del miracolo: «Poi [Dio] lo condusse [Abramo] fuori e gli disse:“Mira il cielo e conta le stelle, se le puoi contare”, quindi aggiunse: “Così sarà la tua discendenza”» (Ge. 15:5). Il concepimento era iniziato: lo scopo di Dio Onnipotente era stato impiantato nel cuore di un uomo. In lui era stato messo un seme che, lasciato mettere radici e crescere, ha dato vita agli atti creativi e ai propositi di Dio onnipotente.

È certamente significativo che la parola del Signore [Abramo] nel cuore di Abramo, unita alla visione divina di Dio, abbia prodotto un livello enorme di fede in Abramo, al punto che Dio stesso ne ha preso speciale nota: “Ed egli credette all'Eterno, che glielo mise in conto di giustizia” (Ge.15:6).

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Questo è esattamente ciò che avviene a ogni persona che ha comunione con Dio, e che riceve la Sua rhema e visione. Queste concepiranno nello spirito idee creative provenienti da Dio Onnipotente, che avranno un grande livello di fede in loro. Attraversa questa comunione con Dio, sono stato trasformato da un pessimista pieno di paura a un ottimista pieno di fede.

Abramo ha meditato la rhema e la visione del suo cuore e “davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella sua fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli ha promesso, è anche in grado di compierlo” (Ro. 4:22).

Abramo ha affermato la parola di Dio, così come gli è stato stato comandato a fare. Dio gli ha detto: “E non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abrahamo, poiché io ti faccio padre di una moltitudine di nazioni” (Ge. 17:5). Il nome “Abrahamo” significa “padre di una moltitudine”. Ogni volta che Abrahamo pronunciava il proprio nome, Dio gli ricordava di affermare ciò che Dio gli aveva promesso.

Abrahamo ha agito dunque in base alla parola e alla visione pronunciate nel suo cuore, e sua moglie Sara ha partorito Isacco, il figlio della promessa (Ge. 21:1-5). Che esempio meraviglioso di come i propositi creativi di Dio sono generati attraverso il nostro spirito nel mondo fisico!

Credo che ogni persona che inizia a dialogare con Dio con regolarità, scoprirà una effusione di creatività nel proprio spirito ma sperimentata prima. Credo che, riscoprendo la conversazione con Dio, la Chiesa di Gesù Cristo diventerà la forza più creativa al mondo oggi. Nulla la potrà eguagliare. Attraverso la Chiesa, saranno manifestate soluzioni creative per i problemi più difficili del mondo, e questo sarà guarito in un modo mai sperimentato prima da quando il Figlio di Dio ha camminato sulla terra di Palestina. Posso testimoniare che dal momento in cui la comunione e il dialogo con Dio sono stati stabiliti nella mia vita, ho sperimentato i miei anni più creativi e produttivi.

Gli umanisti hanno riconosciuto una potenza creativa nello spirito umano. Come Cristiani, tuttavia, conosciamo la verità piena: lo spirito dell'uomo è stato creato per essere un grembo in cui le idee creative e le energie dello Spirito Santo possono essere impiantate, incubate e, nella pienezza del tempo, nascere nel Suo mondo. E noi siamo consapevoli che ogni onorificenza e gloria provenienti dalle nostre realizzazioni appartengono solo a Gesù.

Quando lo Spirito mi comunica una parola, mi dà un'immagine da conservare come ricordo di questa Sua parola. Quando preparo un insegnamento, chiedo allo Spirito Santo una visione di ciò che Lui vuole realizzare. Mentre insegno, ho davanti ai miei occhi questa visione e parlo con l'obiettivo di vederla realizzata. Nello scrivere questo libro, ho davanti a me la visione della Chiesa di Gesù Cristo trasformata da una restaurazione del dialogo intimo con Dio.

Per riassumere, ricordiamo Abrahamo, il padre della fede.

Prima Fase – Concepimento1. Ha udito la voce del Signore (Ge. 12:1-3).2. Ha visto con gli occhi della fede (Ge. 15:5,6).

Seconda Fase – Incubazione3. Ha meditato con un cuore di fede (Ro. 4:20,21).4. Ha pronunciato la parola di fede (Ge. 17:5).5. Ha agito in fede (Ge. 17:23).

Terza Fase – Nascita6. Ha ricevuto la promessa della fede (Ge. 21:5).

Prepararsi a RicevereAll'età di dodici anni, ho gettato via tutta l'immaginazione e la visione. Stavo per diventare un uomo e così

ho pensato di mettere via quelle che consideravo cose da bambini. Il sogno e la visione per me non avevano importanza, erano senza valore. Sapevo che solo la logica, l'analisi e la conoscenza, erano importanti nell'affrontare con successo il mondo reale degli adulti. Dato che non ne ho fatto più uso, questi doni si sono

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presto atrofizzati prima che potessi percepire qualsiasi cosa nello spirito; e dopo un pò di tempo non mi è stato più possibile vedere qualcosa nello spirito, anche se avessi voluto. Di conseguenza, quando mi sono convinto dell'importanza dell'uso degli occhi del mio cuore, è stato per me estremamente difficile muovermi in questa dimensione. Ha scoperto che erano necessari tre requisiti fondamentali prima di ricevere la comunicazione da Dio attraverso la visione spirituale.

Primo. Dovevo essere convinto del valore del vivere nei sogni e nelle visioni. Per me, questo significava uno studio approfondito delle Scritture, per verificare l'utilizzo delle visioni e dei sogni nella Parola di Dio (vedi Appendice E). Solo dopo aver scoperto la centralità degli occhi del cuore negli incontri spirituali, era pronto per iniziare a osservare nello spirito la visione da parte di Dio Onnipotente.

Ma dopo molti anni di inutilizzo, la mia capacità di visione non aveva ripreso naturalmente e immediatamente a ricevere immagini dal mondo spirituale. La seconda cosa che dovevo dunque fare era prendere tempo per offrire volontariamente gli occhi del mio cuore a Dio. Dopo essermi tranquillizzato, ho chiesto: “Padre, c'è qualcosa che vuoi mostrarmi?”. Guardavo per vedere (come esempio, considerate Da. 7:2,9,13 e 8:2,3,5). Aspettavo tranquillamente e con grande aspettativa, con il mio essere interiore completamente rivolto a Gesù. Improvvisamente, si è manifestava una nuova consapevolezza interiore e ho iniziato a vedere il movimento di Dio dentro di me.

Quando per la prima volta mi sono presentato a Dio per cercare la visione, ho dovuto farlo in fede, credendo che Lui mi avrebbe parlato attraverso le immagini, le visioni e le figure interiori.

Ebrei 11:6 afferma che chi si “accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano.” Se non credo che Dio vuole comunicare con me attraverso le visioni, allora non riceverò la rivelazione da Lui in questo moto. Se, nel ricevere una figura interiore, dubito immediatamente che questa provenga o meno da Lui, la figura stessa scomparirà perché il dubbio avrà interrotto la mia ricettività. Illustrerò questo fatto più ampiamente nei capitoli seguenti, ma per ora stabiliamo che possiamo comunicare con il Signore solo per fede.

Sviluppare gli Occhi del Nostro Cuore (Efesini 1:18)la Bibbia parla di avere i nostri sensi spirituali esercitati attraverso l'uso. Ci sono diverse cose che possiamo

fare per rinforzare la nostra capacità di vedere nello spirito. Probabilmente il modo più semplice e comune nell'uso della visione per scopi spirituali è visualizzare una storia biblica. Immaginate semplicemente un'azione che ha luogo, e chiedete allo Spirito Santo di proseguire in questa visione per indicarvi quello che vuole farvi vedere. Osservate mentre Lui agisce. Non siate solo spettatori ma entrate nell'azione e diventate parte di questa..

La serie video "Superbook" per bambini è un ottimo esempio di questo, così pure lo è la musica di Don Francisco e Carman, due cantautori e interpreti pieni dell’unzione di Dio. Molte delle loro canzoni sono storie bibliche sceneggiate, recitate da loro in prima persona come se ne fossero realmente coinvolti. Lasciando che la nostra visione e le nostre emozioni fluiscano con l'azione della canzone, possiamo comprendere la realtà delle esperienze narrate.

Faccio regolarmente delle statistiche tra i partecipanti cristiani alle mie conferenze e ho verificato che circa due terzi di tutti gli adulti raffigurano mentalmente una scena biblica mentre la leggono, mentre un terzo di loro non lo fa. Questi due terzi è sorpreso nel sapere che ci sono altri che leggono storie in modo analitico solo per interesse teologico.

Allo stesso modo, è una grande sorpresa per la terza parte scoprire che tante persone sedute intorno a loro abitualmente raffigurano mentalmente le scene bibliche mentre le leggono.

Dato che Dio ci dice di avvicinarci a Lui come bambini – ed è evidentemente che il 100% dei bambini raffigura una storia biblica quando la legge – ho deciso d'ora in poi di leggere attraverso la mia parte visionaria. Questo è un modo eccellente per ristabilire l'uso del “muscolo” della nostra capacità visionaria, che per molti di noi si è in qualche modo atrofizzato. Vi incoraggio quindi a usare gli occhi del nostro cuore quando leggerete le Scritture (Ef. 1:18).

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Non dimenticate inoltre che lo Spirito Santo vive in voi, e che potete chiedere a Lui di ravvivare questa visione con la Sua vita, e poi lasciatevi portare dove Lui vuole. Dio vi incontrerà durante uno studio biblico con un flusso della Sua vita divina. Rilassatevi semplicemente mentre leggete. Osservate la scena con gli occhi della nostra mente e chiedete allo Spirito Santo di continuare a dirigervi. Sarete sorpresi nel vedere quanta visione inizierà a fluire in voi. La Bibbia dice dice che non abbiamo perché non chiediamo (Gv. 16:24; Gm. 4:2b).

Vedere in PreghieraUn altro momento per guardare nello Spirito è durante la preghiera. Dopo avere tranquillizzato il mio cuore,

chiedo al Signore di mostrarmi quello che Lui vuole. Poi osservo Gesù accanto a me, che mi ascolta mentre parlo a Lui. Spesso mi vedo con Lui in una scena biblica come, ad esempio, camminare lungo una spiaggia o a sedere vicino a un pozzo.

Non forzo una scena in nessun modo, e neppure cerco di raffigurare dettagli che non vengono naturalmente. La cosa più importante è la percezione della Sua presenza. Mia moglie ed io, insieme a tanti altri, abbiamo notato che quando abbiamo iniziato a usare la visione in preghiera, non abbiamo visto in modo naturale il volto di Gesù, ma abbiamo comunque percepito la Sua presenza. Egli è un essere pieno di amore - di amore agape, di amore indescrivibile. In seguito abbiamo visto il Suo volto, e i suoi occhi penetranti di compassione. Ma le espressioni del viso non sono necessarie, e perfino marginale, per questo tipo di preghiera. La Sua compassione il Suo amore sono invece gli aspetti significativi. La cosa essenziale è incontrarci con Gesù e permettere al Suo Spirito Santo di condurci.

Nella mia visione, guardo intensamente Gesù. Non mi sforzo, non socchiudo gli occhi, e non cerco di forzare qualcosa ad apparire. Guardo semplicemente in fede, focalizzando la mia attenzione su Cristo in me. Mentre Spirito Santo mi conduce, vedo Gesù che inizia a muoversi e a parlare. Le Sue parole sono sapienza e vita, e le Sue azioni sono amore e pace. Come Giovanni, il Rivelatore, rimango nello Spirito; guardo, vedo, e odo.

Ho visto che questo modo è particolarmente quando prego per gli altri. Li vedo con gli occhi della mia mente, e chiedo a Gesù di intervenire e operare per loro quello che Lui desidera. Vedo che Lui li incontra, e pronuncio qualsiasi cosa gli vedo fare. Lui potrebbe porre le Sue mani su loro e pronunciare salute. Potrebbe prenderli nelle Sue braccia e offrire loro il conforto che nessun essere umano potrebbe dare. Ho sperimentato questo in preghiera mentre pregavo per una signora anziana prima della sua operazione. Ho iniziata a pregare per la sua guarigione, e con gli occhi della mia mente l'ho vista distesa sul suo suo letto di ospedale. Mentre guardavo, ho visto Gesù prenderla nelle Sue braccia e portarla a casa con Lui. Ho pregato a voce alta quello che visto: Gesù la teneva nelle sue braccia e le dava pace mentre la portava nella casa Celeste. In seguito ho parlato con i suoi cari sulla necessità di conoscere la volontà del Signore, e che alle volte dobbiamo lasciare i nostri cari al benedetto riposo della morte.

Attraverso questa circostanza, e molte altre simili, mi sono convinto che pregare nello Spirito significa pregare la rhema e la visione che Dio ci comunica. Lui non è mai costretto ad agire in un determinato modo dalle nostre preghiere. Tuttavia, Lui ci dà le rivelazioni e ci chiede di pronunciarle.

In un'altra occasione pregavo per il nostro parlamento. Ho chiesto a Signore visione di ciò che voleva fare in questi uomini e attraverso di loro, i cui pensieri e decisioni sono così importanti per il nostro mondo. Mi ha mostrato la stanza delle loro riunioni, ogni uomo al proprio posto. Ho visto dei raggi di luce come saette di luce che scendevano dal cielo e toccavano ogni parlamentare. Ho iniziato a pregare affinché la luce di Dio riempisse ognuno di loro, e che la Sua sapienza e purezza potessero fluire in ognuno di loro. Quando ho finito la preghiera, i raggi di luce continuavano a scendere e toccare ognuno di loro. Così ho pregato di nuovo, e ho smesso solo quando la visione è terminata.

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Vedere nell’AdorazioneLa lode e l'adorazione hanno avuto per me un nuovo significato e una nuova potenza quando ho iniziato a

vedere quello che cantavo, permettendo allo Spirito Santo di controllare la visione. Quando, ad esempio, canto sull’inginocchiarsi davanti al Signore, mi vedo inginocchiato ai Suoi piedi. Quando canto riguardo il Suo sacrificio, vedo la croce, e lo vedo mentre Lui dona la Sua vita per me. Quando canto la Sua Signoria, mi vedo tra gli angeli e le folle che adorano davanti al trono. All'inizio posso visualizzare la scena, ma è poi lo Spirito Santo che mi conduce e mi mostra la visione. Alle volte lo vedo agire nella congregazione, mentre incontra le necessità delle persone. Lui mi sorride con un amore che non riesco a descrivere.

In una circostanza, Patti, mia moglie, stava visualizzando un canto durante la riunione di adorazione, e lo Spirito Santo le ha dato una visione straordinaria che è durata circa mezz’ora! (Questa storia è descritta in un capitolo successivo). La congregazione passava da un canto all'altro, e ognuno di questi era compreso nella visione che formava lo sfondo dell'azione nella visione. L'adorazione diventa un vero incontro spirituale quando permettiamo ai sensi del nostro cuore di essere coinvolti!

Di nuovo, attraverso una ricerca tra vari gruppi Cristiani ho verificato che un quarto delle persone usa normalmente gli occhi del cuore mentre adorano, e hanno un'immagine del canto, permettendo allo Spirito Santo di dirigerli dove Lui desidera. In coraggio il resto di noi, che non è in questo gruppo, a iniziare a presentare gli occhi del cuore a Dio mentre cantiamo. Egli generalmente non riempie quello che non presentiamo a Lui. I profeti erano “contemplatori” nella dimensione spirituale perché erano “osservatori”.

Vedere nel SonnoLa mia ricerca sul sogno e la visione nella Scrittura mi ha confermato che i miei sogni sono una espressione

naturale del mondo interiore. Questi non sono semplicemente una versione diversa degli avvenimenti della giornata, piuttosto l'espressione simbolica del mio cuore in quello che percepisco interiormente. Il sogno e la visione rappresentano una possibilità naturale e praticabile per l'incontro spirituale. Salomone ha chiesto sapienza al Signore durante un sogno (1 Re 3:5-15). Molte delle profezie di Daniele sono state ricevute nei sogni ( Da. 7:1). Paolo è stato chiamata al ministero in Macedonia durante una visione nella notte (At. 16: 9,10 ).

Dopo avere stabilito che i sogni sono un valido accesso alla comunicazione spirituale, ho deciso di iniziare ad ascoltarli. Certamente, dato che ne potevo ricordare solo uno o due all'anno, non mi aspettavo molto da questa mia decisione. Ma c'è qualcosa che avviene quando iniziamo a prendere sul serio i sogni. All'improvviso, questi hanno iniziato a parlarmi. La sera stessa in cui ho preso questa decisione ho avuto tre sogni diversi che ho ricordato appena alzato. Ho visto la cosa ripetersi anche con i miei studenti. Quando riconosciamo il valore dei sogni, questi iniziano a parlarci.

Per fare in modo che i sogni siano utili, li devo prima di tutto ricordarle e poi comprenderli. Di conseguenza, cerco di annotare i miei sogni subito dopo che mi sono svegliato, come ha fatto Daniele: “Daniele, mentre era a letto, fece un sogno ed ebbe visioni nella sua mente. Poi scrisse il sogno e narrò la sostanza delle cose” (Da. 7:1). Chiedo poi al Signore di darmi l'interpretazione del mio sogno. Credo che Lui lo fa per me, come l'ho fatto per Daniele: «Ora, mentre io, Daniele, consideravo la visione e cercavo d'intenderla ecco stare davanti a me uno dall'aspetto di uomo. Udii quindi in mezzo al fiume Ulai la voce di un uomo, che gridava e diceva: “Gabriele, spiega a costui la visione”» (Da. 8:15,16).

L'interpretazione dei sogni è una argomento entusiasmante che vorrete esplorare di più per approfondire il vostro dialogo con Dio. Per questo, vi consiglio vivamente due libri sull'argomento: "Interpretation Dream” (l'interpetazione del Sogno), di Herman Riffel, e “Dream Dreams” (Sognare i Sogni), di Steve e Dianne Bydeley.

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Il proiettore del tentatore Schermo Interiore

Il mio proiettore

Il proiettore dello Spirito Santo. Mio/Suo Spirito

Uno Schermo – Tre ProiettoriUn modo per capire la nostra capacità visionaria è pensare a questa come a uno schermo su cui vedere

l'immagine da tre proiettori. Un proiettore è quello di Satana, uno è mio, e un altro è dello Spirito Santo.

uno schermo – tre proiettori

Quello che non è presentato intenzionalmente a Dio è rapidamente riempito da Satana. Questo è un concetto spirituale. Per il fatto che la chiesa non ha ricevuto un insegnamento su come presentare gli occhi del nostro cuore al Signore, satana si è appropriato di questa facoltà senza che ce ne rendessimo conto. Di conseguenza, ci accorgiamo che spesso la nostra immaginazione è piena di malvagità, concupiscenza, ansietà, fallimento e sconfitta. Sperimentiamo così di frequente questa condizione da essere tentati a maledire la nostra stessa immaginazione come strumento del diavolo.

Affrontiamo spesso una situazione potenzialmente esplosiva in cui ci viene da dire: “Già lo vedo. Sarà un disastro! Ci sarà un grande litigio e nulla sarà più come prima!” Oppure mettiamo il caso che vostro marito stia tornando a casa dal lavoro e sia in ritardo. Quale immagine vedete sul vostro schermo interiore? Un incidente? Una storia extraconiugale? Pensate a qualcosa di terribile, e satana è più contento di voi ancóra e vi fornisce un assortimento infinito di soluzioni infelici.

Per questo, dobbiamo eliminare subito ogni immagine dal nostro schermo interiore, proveniente dal proiettore di satana. Dobbiamo sottomettere ogni pensiero all'obbedienza di Cristo (2 Co. 10:5). La nostra abilità di vedere nello Spirito è un dono straordinario. Affermiamolo nuovamente con l'autorità di Gesù Cristo e per il Suo scopo!

Il Mio ProiettoreSiamo noi gli operatori del secondo proiettore, abbiamo il potere di usarlo per il bene o per il male. Gesù

indica le circostanze in cui, guardando a una donna, si può immaginare di desiderarla. Potremmo dare la colpa di questa idea a satana, ma è la nostra, è una nostra immagine interiore. Siamo noi che scegliamo l'atteggiamento con cui guardare a una donna. Siamo noi che in definitiva guardiamo per concupire, e proiettiamo l'immagine con cui vogliamo vedere una donna. Con una immagine dopo l'altra, formiamo le nostre piccole fantasie. In questo modo, usiamo il nostro proiettore per creare le nostre piccole immagini sul nostro schermo interiore.

Possiamo anche usare la nostra mente per presentare gli occhi del mio nostro cuore al Signore. In questo modo, sono io che "mettere in moto" la scena, che vedo la realtà di Gesù presente in me, e chiedo allo Spirito Santo di riempire questa mia visione con la Sua vita. Non cerco di precedere Dio, ma semplicemente di mettermi nell'atteggiamento opportuno di fronte al Signore, in modo che Lui possa agire liberamente in me.

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Quando era bambino, a casa nostra avevamo una vecchia pompa a mano fuori della porta. Questa era rimasta come un vecchio ricordo prima dell'acqua potabile in casa. L'acqua che prendevamo dal pozzo era l'acqua più chiara e fresca che avevo hai bevuto. C'era solo un problema con quel pozzo: per prendere l'acqua dovevamo mettere l'acqua nel pozzo per preparare la pompa a tirare su l'acqua che già era nel pozzo. La piccola quantità di acqua che mettevamo poteva non essere potabile, ma poi usciva sempre acqua fresca e pura.

Mettere in moto la “pompa” nella visione mi prepara a vedere quello che lo Spirito Santo vuole dare, e mi mette nella condizione di ricevere e trasmettere il flusso dell'acqua vivente. In altre parole, la piccola immagine da me prodotta potrebbe anche essere deteriorata e imperfetta ma non impedisce al flusso che si manifesta nella mia anima di essere puro e pieno di vita.

Nell’Apocalisse, Giovanni ha scritto che, guardando, ha visto la porta e udito una voce: “E subito fui rapito in spirito” (Ap. 4:2). Ho letto questo e ho pensato: “Dove era Giovanni al versetto uno?” Se avessi io scritto questa cronaca, avrei detto: “Ero nello Spirito, ho guardato, ho visto e udito.” Ma Giovanni ha scritto in questo modo per insegnarci qualcosa di importante. Fate attenzione ancóra alla sequenza del racconto: “Io vidi, ed ecco, una porta … e la prima voce disse… E subito fui rapito in spirito.”

Dal capitolo uno al tre, Giovanni era stato nello Spirito, aveva visto visioni e ricevuto rivelazione. Alla fine del capitolo 3, Giovanni avrà preso una pausa, per tornare poi alla dimensione spirituale. All'inizio del capitolo quattro Giovanni ha messo in moto la “pompa” attraverso l'osservazione. Non c'è dubbio che stesse chiedendo: “Signore, c'è qualcosa che vuoi che io veda?” E Dio ha risposto: “Certamente. Vieni su!” Giovanni ha quindi visto le visioni ed è entrato praticamente in azione, dialogando con gli angeli e gli esseri celesti.

Questo tipo di rivelazione non è riservata a credenti particolari! Noi tutti, come credenti, siamo al servizio di Dio, e Dio ci elargisce i suoi doni non sulla base della nostra spiritualità ma perché ci ama. E Lui ci ha donato un proiettore straordinario che possiamo utilizzare per prepararci a ricevere la visione che Lui ci vuole comunicare.

Mike, uno dei nostri studenti, ha ricevuto l'incoraggiamento seguente dal Signore attraverso il diario di preghiera: «Il risultato è sempre determinato dalla “direzione dello sguardo” o dall'oggetto verso cui rivolgiamo lo sguardo.” “Mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono” (2 Co. 4:18)… “Mosè rimase costante, come se vedesse colui che è invisibile (Eb. 11:27)…“Tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede” (Eb. 12:2)… “Alzo gli occhi verso i monti...Da dove mi verrà l'aiuto?” (Sl: 121:1). La Mia parola dunque è comunicata in base alla fede, allo sguardo dell’anima e all’oggetto dell’attenzione da parte dei tuoi occhi”»

E Dio ancóra a Mike: «Ricordi e il vecchio canto che intonavi spesso? “Volgi lo sguardo a Gesù, contempla pienamente il Suo volto meraviglioso, e le cose quaggiù perderanno luce davanti allo splendore della Sua gloria e grazia.” Adesso voltati e guarda. Lascia dietro tutto il resto e guarda Me. Guarda COMPLETAMENTE il MIO volto meraviglioso. Mike, figlio mio, devi guardare COMPLETAMENTE. Non deve solo essere una occhiata rapida, in un momento particolare o difficile in cui ti senti disperato. Devi invece decidere di volere contemplare il Mio splendore e la Mia gloria. Guarda COMPLETAMENTE il MIO volto.»

Il Proiettore dello SpiritoIl terzo proiettore appartiene allo Spirito Santo, il quale lo usa per condurci oltre la nostra immaginazione

della dimensione spirituale. In Apocalisse 4: 2, dopo che Giovanni ha iniziato la sua osservazione, lo Spirito Santo lo ha guidato e gli ha mostrato la visione nei capitoli successivi.

Nella Tranquillità Davanti a Dio OnnipotenteDesidero sinceramente vivere come ha vissuto Gesù, seguendo l'iniziativa del Padre Suo, facendo solo

quello che vedeva fare dal Padre Suo. Tuttavia, prima di vivere in questo modo, devo imparare a diventare un contemplatore. Nelle culture razionalistiche, che generalmente minimizzano il vedere con gli occhi del cuore, è necessario uno sforzo eccezionale per praticare naturalmente la visione come ha fatto Gesù. Credere che questo sia possibile è un passo enorme perfino per i credenti.

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La mia esperienza, come quella di altri, mi ha convinto che la visione si manifesta più rapidamente se più pronti a rivolgerci allo Spirito Santo per riceverla dal Signore. Il semplice atto di guardare con fede apre la possibilità di vedere in visione.

Sono convinto che il mondo spirituale esiste, sia che io lo veda o meno. Per essere un contemplatore, devo semplicemente imparare a vedere che questo esiste, e presentare a Dio la mia capacità visionaria atrofizzata, di modo che questa sia riattivata.

Una volta che il mio senso visionario è stato rinnovato e presentato a Dio Onnipotente, Dio mi offre l'opportunità di vedere come Gesù, ricevendo continuamente dal flusso continuo della visione divina.

I profeti di Israele dicevano semplicemente: “Io guardavo”; e quando si tranquillizzavano davanti a Signore “vedevano” (es. Da. 7: 2,9,13). Ho realizzato che quando mi sono riappropriato dell'uso della mia capacità visionaria, anche io ho potuto semplicemente tranquillizzarmi davanti a Signore, guardare e vedere le visioni di Dio Onnipotente. Sono contemplativo semplicemente perché sono diventato un osservatore.

Se le vostre funzioni uditive e visionarie si sono approfittate per la mancanza di uso, il loro recupero non consiste solo nel guardare e vedere. Per recuperarne la vitalità, la visione deve essere esercitata. Questa azione implica tre passi. Primo: il ravvedimento dal peccato (il peccato di avere ridicolizzato uno dei doni di Dio). Secondo: chiedere a Dio di infondere nuova vita in questo senso interiore del vedere. Terzo: sviluppare questo senso che Dio ha ristabilito in noi. Questo processo di sviluppo implica il rimanere stabili nel credere che Dio lo compirà, fare i primi passi e acquistare forza. Con la grazia di Dio, arriveremo a camminare facilmente, lasciando che Dio diriga il nostro cammino.

Questa è esattamente ciò che è accaduto con la visione nella mia vita, come anche nella vita di molti altri. Avevo ridicolizzato e messo da parte la capacità visionaria. Di conseguenza, quando ho cercato di guardare per vedere la visione che Dio voleva darmi, non ho visto nulla. Avevo talmente deriso la mia capacità visionaria, al punto che questa non era più in grado di funzionare quando ho cercato di metterla in azione.

Ho iniziato questo cammino di riabilitazione ravvedendomi dal mio disprezzo verso le esperienze visionarie. Ho chiesto perdono a Dio per non avere onorato e usato questo dono che Lui ha creato e che mi ha dato. Mi sono anche ravveduto per avere idolatrato il pensiero logico e analitico che mi aveva sopraffatto, così come anche la cultura in cui era cresciuto. Mi sono quindi proposto di onorare e ricercare la visione da Dio, così tanto come avevo prima onorato e ricercato il pensiero analitico.

Ho chiesto poi a Dio di operare sulla mia capacità visionaria e di riabilitarla, di riportarla in vita e di insegnarmi come permettere a Lui di fluire attraverso di questa.

Alla fine, era pronto per fare i miei primi passi incerti. Mi sono seduto nel mio studio alla ricerca del volto di Dio, e sono stato attirato da una scena del Vangelo di Giovanni, al capitolo 4, dove Gesù era seduto al pozzo e parlava con una Samaritana. Con la sensazione che Dio volesse sedersi e parlare con me, ho visualizzato la scena con un piccolo adattamento: al posto di vedere la donna che parlava con Gesù, ho visto me stesso. Mentre guardavo intensamente l'immagine per vedere cosa accadeva, questa è diventata dinamica sotto l'azione dello Spirito Santo. Gesù si muoveva così come noi facciamo quando parliamo. Insieme al Suo movimento, nel mio cuore sono venute anche le Sue parole e le Sue direttive per la mia vita.

Questa è stata la prima volta in cui ho cercato la visione in questo modo, ed ero entusiasta nel vedere la visione animarsi prontamente e muoversi sotto la potenza dello Spirito Santo. Ho poi scoperto che, ripetendo questo esperimento nei giorni seguenti, Dio ha continuato a muoversi attraverso queste “scene iniziate da me”, rendendole vive con la Sua stessa vita, facendole diventare visioni soprannaturali provenienti direttamente dal trono della grazia.

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ObiezioniA questo punto voglio fermarmi per rispondere a qualche domanda che potreste avere. Primo: “In questo

modo non limiti Dio, forzandolo a entrare in una scena già preparata per Lui?” La risposta è: “Assolutamente si!” Certamente, Dio può muoversi liberamente nella scena che non abbiamo preparato, e può muoversi in una direzione o nell'altra.

Tuttavia, se la vostra scena è totalmente diversa da quella che Dio vuole per voi, vi accorgerete che nulla accade. In questo caso, la scena non si anima ma rimane immobile, e Dio non agisce. Quando questo mi accade, la mia risposta è rilassarmi e dire: “Dio, come ti vuoi rivelare in questa situazione?” In questo modo, Dio può trasmettermi una visione attraverso cui Lui si può agire.

Una seconda domanda è: “Bene, perché non ti metti nella condizione di ricevere la visione piuttosto che iniziarla da te?” Come ho già detto, questo ricerca funziona bene per una persona naturalmente intuitiva e visionaria. Ma per quelli di noi con una capacità visionaria limitata, c'è spesso necessità di uno strumento di apprendimento per iniziare. Una volta abituati alla visione, questo tipo di persone sarà in grado di fare a meno dello strumento di apprendimento, e potranno semplicemente guardare e vedere.

Un'altra domanda: “Vuoi dire che l'immagine da te formata è una visione divina?” Certamente no! La mia immagine è soltanto mia; la visione soprannaturale da Dio è la Sua visione. Non dovremmo mai confondere le due. Non dico mai che il mio “mettere in azione” l'immagine equivale alla visione di Dio. È solo una mia iniziativa. Tuttavia, quando “l'interruttore interiore” è acceso, e la visione si muove con una sua propria energia che proviene dal trono della grazia, è ovvio che questa visione non è più originata da me. È diventata di Dio. La mia visione è la mia, e quella di Dio è di Dio.

Qualcuno potrebbe chiedere: “Dove la Bibbia insegna che dobbiamo noi preparare una scena di modo che Dio inizi agisca nella visione?” La mia risposta è: “Dove la Bibbia dice di non preparare una scena e chiedere poi a Dio di animarla?” Non mi sembra ci sia un insegnamento biblico categorico in un senso o nell'altro. Un'altra possibilità sarebbe quindi lasciare che ogni cristiano applichi in modo personale questa realtà.

I versetti più probabili che potrebbero essere usati contro la preparazione di una scena nella nostra mente sono quelli che indicano di evitare ogni immaginazione vana e immagine scolpita. Secondo il dizionario Webster, una immagine scolpita è “un oggetto di adorazione modellato generalmente nel legno o nella pietra.” Ovviamente, la scena che prepariamo nella nostra mente non è scolpita o adorata. Serve semplicemente come passo di inizio per permettere con flusso di immagini divine. Il dizionario Webster definisce “vano” ciò che “non ha un valore reale, senza scopo e inutile.” Da parte mia, non considero questo strumento di apprendimento come qualcosa di inutile o privo di scopo e valore. Gli strumenti di apprendimento sono utili e hanno un ruolo attivo nell'esperienza di apprendimento. Il fatto che la Bibbia parli di immaginazione vana, ci dice che c'è anche un uso efficace dell'immaginazione. Sono convinto che preparare una scena mentale, per farla condurre da Dio, sia uno degli usi più efficaci dell'immaginazione.

A questo proposito, dobbiamo ricordare che preparare coscientemente una scena mentale è solo uno strumento temporaneo di apprendimento, necessario solo per alcune persone. La persona naturalmente intuitiva non avrà necessità di usare questo mezzo. La persona analiticamente orientata metterà da parte questo strumento di apprendimento dopo che sarà in grado di accogliere naturalmente e spontaneamente la visione.

Se la nostra cultura fosse stata più biblicamente orientata, non avremmo avuto così tanti ostacoli da superare. Se avessimo parlato normalmente dei nostri sogni a colazione con i nostri familiari, e ne avessimo cercata l'interpretazione da parte di Dio, come ha fatto Giuseppe nell'Antico Testamento, la nostra capacità visionaria sarebbe per noi naturale. Tuttavia, chi in America e nel mondo occidentale considera seriamente i sogni e ne parla regolarmente in famiglia? Praticamente nessuno. Se lo facessimo saremmo considerati strani. C'è quindi da meravigliarsi se la disponibilità alle visioni e la capacità visionaria sono quasi del tutto inesistenti nella nostra cultura?

Come Chiesa, dobbiamo ravvederci per aver permesso al razionalismo del nostro tempo di distorcere la nostra prospettiva di uno stile di vita equilibrato. Alcune persone temono che ci siano al giorno d’oggi tracce di

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pratiche orientali in qualche insegnamento della Chiesa. Abbiamo mai riflettuto sul fatto che Gesù non era un occidentale? O che Dio non voleva che noi idolatrassimo o mettessimo in ridicolo la visione?

Dio ci chiama a fare di Gesù il nostro Esempio perfetto, a desiderare di comportarci come Lui, e a non fare nulla di nostra propria iniziativa, ma a vivere come Gesù ha fatto, attraverso un flusso costante di rhema e visione.

Siete disposti quindi a cercare e trovare la strada per questo stile di vita e questa esperienza? Gesù afferma: “Voi investigate le Scritture, perché pensate di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che testimoniano di me. Ma voi non volete venire a me per avere la vita “ (Gv. 5:39,40).

Signore, veniamo a Te. Ci ravvediamo per avere permesso alla nostra cultura di deridere la capacità visionaria che tu hai creato in noi. Ti chiediamo di perdonarci e di ristabilire nei nostri cuori un utilizzo corretto del sogno e della visione. Ristabilisci la nostra capacità di udire e vedere. Conduci ognuno di noi in tutto ciò che Tu hai per noi.

Verificare la VisioneMolti di noi sono stati indotti a chiudere il proprio schermo interiore piuttosto che pensare di rischiare di

ricevere immagini dal proiettore di satana. Questo atteggiamento chiude tuttavia la porta a uno dei nostri sensi più potenti per incontrare la realtà spirituale. Credo che la Bibbia offra una idea migliore. L'apostolo Paolo incoraggia la Chiesa a verificare ogni cosa, a rigettare il male e ritenere il bene. Ci sono tre aree principali che ci aiutano a determinare la provenienza di una rhema o di una visione.

Lo SpiritoPrima di tutto, dobbiamo individuare lo spirito con cui una parola o una immagine ci sono trasmesse.

Ognuna di queste possibili provenienze ha una sua caratteristica distinta. Se la provenienza è da me, l'immagine nascerà dalla mia mente piuttosto che dal mio spirito. Sarà un'immagine che io stesso ho formato, dettaglio dopo dettaglio, una creazione della mia mente.

Se la provenienza è da satana, l'immagine sarà intrusiva, sembrerà fuori posto. Dovrei quindi chiedermi se la mia mente in quel momento era vuota o inattiva. Il vecchio proverbio che la mente è il campo di gioco del diavolo è ancóra oggi vero.

Se l'immagine invece proviene da Dio, ci sarà un flusso vivente che proviene dal mio interiore più profondo. A questo punto, posso verificare se il mio cuore era tranquillamente concentrato su Gesù, al momento della visione.

Ho inoltre scoperto che posso verificare l'origine di una visione affiancandola nella mia mente a una mia visualizzazione di Gesù. Se la visione non proviene da Dio, questa sarà incongruente; non potrà rimanere comodamente accanto a una visualizzazione di Gesù. Questo metodo di verifica è simile a quello introdotto da Charles Sheldon, nel suo libro “In His steps”, per chiederci sempre: “Cosa farebbe Gesù in questa situazione?”

Idee nella RivelazioneUn'altra area che possiamo verificare sono le idee comunicate nella rivelazione (1Gv. 4:2-5), attraverso

l'esame del loro contenuto. Se le idee sono soltanto mie, saranno una raffigurazione di cose che ho imparato, e l'espressione di quello che ho nella mia mente e nel mio cuore. Di conseguenza, se mi sarò nutrito di malvagità e corruzione, quello che uscirà da me sarà malvagità e corruzione. Se invece mi sarò nutrito della Parola di Dio, il flusso delle immagini sarà sapiente, puro e buono.

Al contrario, la rivelazione da satana sarà negativa, distruttiva e aggressiva; violerà sia la natura di Dio che la Parola di Dio. Probabilmente le indicazioni più evidenti dell'influenza satanica sono un egocentrismo esasperato e la paura di una verifica. Le tenebre non vogliono venire alla luce. Le scuse spesso sono del tipo: “Non dovete dire a nessuno quello che vi è stato rivelato. Voi avete una conoscenza che altre persone non possono comprendere! Siete diversi dagli altri. Per questo, siete stati scelti per ricevere una rivelazione speciale. Perfino il vostro pastore non ha il discernimento e la rivelazione che voi avete ricevuto. Non parlatene quindi

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con nessuno!” Se sento questo tipo di ragionamenti da altri o da me stesso, il campanello d'allarme si mette a suonare. Rifiutate ogni appello egocentrismo e ogni rivelazione che cercano di tenersi nascosti.

Ogni rivelazione da parte di Dio sarà aperta e disponibile a essere verificata; sarà accessibile, umile, e disposta a sottomettersi alla valutazione del Corpo di Cristo, la Chiesa. La verità cerca la verità e non ha paura della luce. La rivelazione divina sarà anche istruttiva, edificante e confortante. Da parte mia, allontano immediatamente ogni pensiero o immagine che non hanno queste caratteristiche. Lo Spirito Santo è il Consolatore, e la Sua parola comunica pace. Satana è invece l'accusatore, è io non accetterò la condanna da parte sua.

La Bibbia dice anche che Satana si mostra come un angelo di luce. Come possiamo individuarlo in quei momenti? Un modo è permettere che “la pace di Dio …regni nei vostri cuori” (Cl. 3:15). In un paio di occasioni, nel mio diario di preghiera ho ricevuto una rivelazione che sembrava buona e autentica . Tuttavia, mi sono sentivo a disagio. Questa non mi sembrava equilibrata. Non c'era nulla di biblicamente errato nelle istruzioni che avevo ricevuto; semplicemente, non mi sembrava giusta. L'ho quindi sottoposta ai miei counselor spirituali, e non ha avuto la loro piena approvazione. (Parlerò di più in seguito della sicurezza che possiamo avere nei couselor). Ho unito insieme questi due fattori e ho deciso che questa rivelazione non proveniva da Dio, e che non avrei agito in base a questa.

Ricordate che abbiamo detto che la rivelazione spirituale proviene prima di tutto dalla rhema, dalla visione, e da una convinzione interiore. Questi tre fattori devono allinearsi, particolarmente quello della pace interiore che supera ogni conoscenza (Fl. 4:7). Non credo che satana sia in grado di contraffare la pace. Assicuratevi dunque che la pace di Dio regni (che abbia funzioni da arbitro) nel vostro cuore.

Esaminare il Frutto La verifica finale della rivelazione è nell'esaminare il frutto che questa produce (Mt. 7:16). Il frutto dei miei

pensieri e delle mie immagini cambia in base a quello che ricevo. Se il mio cuore è pieno di malvagità, il frutto sarà malvagio. Se il mio cuore è pieno della Parola di Dio, il frutto sarà buono.

Il frutto della rivelazione satanica sarà paura, legame, ansietà e confusione. Ci sarà un sentimento compulsivo che mi spingerà all'azione immediata, e a cui dovrò obbedire. Il mio ego si gonfierà. Allora penserò: “Ci siamo solo Gesù e io, e non abbiamo bisogno di nessun altro.” Questo atteggiamento produce un “Cristiano Solitario Vagabondo”, individualista, ribelle, incostante nelle sue relazioni con altri credenti nella Chiesa, il Corpo di Cristo. Questo tipo di persone sono facilmente preda al diavolo, e la loro illusione e il loro inganno aumenteranno fino a che insisteranno a rimanere isolate.

Dall'altra parte, la rivelazione dallo Spirito Santo infonde pace, illuminazione e conoscenza. Il frutto buono dello Spirito Santo crescerà in noi come risultato di ciò che avremmo visto e udito. Aumenterà di conseguenza in noi anche l'umiltà, nel riconoscere il miracolo di Dio Onnipotente che ha scelto di avere comunione con noi. Saremo come Mosè che ha parlato faccia a faccia con Dio, come con un amico, e tuttavia era l'uomo più umile sulla terra.

Il Potere di Guarigione della VisioneVoglio concludere questo capitolo sulla visione con la testimonianza di uno dei mie studenti. Al termine di

una classe sul tema della visione, ho chiesto a questa di provare un'esperienza visionaria. Ho aiutato i presenti a preparare la scena mentale: a sedersi accanto a un pozzo insieme a Gesù, come in Giovanni, capitolo 4. La seguente è la testimonianza di una donna che poi l'ha condivisa con la classe la settimana successiva.

«Quattro mesi fa, sono passata attraverso una grande tragedia. Stavo aspettando il mio quinto bambino. A cinque mesi e mezzo di gravidanza, sono andata al mio solito controllo e il dottore non ha potuto trovare il battito cardiaco del bambino. Alcune ore dopo sono stata ricoverata in ospedale e mio figlio mi è stato tolto.

Ero emotivamente distrutta e non potevo trovare pace. Le notti erano piene di sogni orribili fino a che poi non sono più riuscita a prendere sonno per la paura del tormento che questo mi avrebbe procurato.

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Quando ero sveglia, la mia mente era piena della figura di mio figlio Jerome, così come l'avevo visto in ospedale: senza vita e così piccolo da poter stare nelle mie mani. Ho cercato sinceramente il Signore per essere guarita e apprezzare il dono della vita che va oltre il dolore. Non potevo vedere Jerome in Cielo. Vedevo solo il mio profondo dolore. Le persone continuavano a dirmi che il tempo avrebbe guarito il mio dolore che invece continuava a crescere.

La settimana scorsa, mentre mi vedevo seduta al pozzo, Gesù è venuto e mi ha abbracciata. Tutto quello che ho potevo dirgli è stato: “Sento male dentro.” E lui mi ha risposto: “Lo so”, e prendendomi per mano mi ha detto: “Facciamo una passeggiata.”

Mi ha quindi condotta sotto l'ombra di un grande albero in mezzo a un prato verde. Ci siamo seduti sotto l'albero e Lui mi hai detto: “Voglio che guardi verso il cielo.” Ho guardato il meraviglioso cielo azzurro con le nuvole bianche come cotone, e tra queste ho visto una forma angelica tenere in braccio un bambino. Ho distolto subito lo sguardo e ho detto: “Non posso guardare.” Lui ha messo il Suo braccio intorno a me e gentilmente mi ha detto: “Ti voglio bene. Andrà tutto bene.”

Alcuni minuti più tardi, Gesù mi ha detto di nuovo: “Voglio che guardi ancóra una volta in alto.” La forma angelica e il bambino mi erano più vicino. Di nuovo, ho distolto lo sguardo e ho gridato: “Non posso guardare! Signore, questa immagine è per me troppo dolorosa. Non posso guardare.” Di nuovo, il Suo braccio mi ha avvolto, e amorevolmente Lui mi ha detto: “So che questo ti provoca dolore, ma ti amo molto.”

Siamo rimasti seduti in silenzio per alcuni minuti, fino a che Gesù mi ha detto ancóra: “Voglio che guardi in alto.” La forma angelica era proprio accanto a me e teneva in braccio il bambino che somigliava molto a mio figlio Jerome. Gesù ha messo il bambino nelle mie braccia e ha detto: “Voglio che lo prendi in braccio e gli mostri il tuo amore.” Anche se so che erano trascorsi solo alcuni minuti qui in classe, sembrava che avessi trascorso ore con mio figlio. Ho potuto fare tutto quello che una madre desidera fare: dire al mio bambino quanto l'amavo, guardare tutte le dita delle sue mani e dei suoi piedi, curarlo, tenerle in braccio e amarlo. Mentre facevo tutto questo, potevo sentire la guarigione che avveniva in me.

Alla fine il Signore mi ha detto: “È ora di andare.” “Non posso ancóra andare”, ho risposto, e Lui mi detto con tanto amore comprensivo: “Va bene. Rimaniamo ancóra un pò.” Mi ha lasciato tenere in braccio Jerome ancóra per un pò, poi mi ha chiesto: “Sei pronta ad andare?” Ho risposto: “Sì, sono pronta”, e ho potuto lasciare mio figlio tra le braccia di Gesù.

Gesù mi ha quindi detto: “Vieni e passeggia con me.” Siamo rimasti lì e Lui e mi ha ridato Jerome. Abbiamo iniziato a camminare. Avevamo fatto solo due o tre passi quando mi è sembrato che fossimo passati dalla terra al Cielo. Lui mi ha portato vicino a quella che somigliava a una culla, tutta bianca e coperta di pizzo. Era meravigliosa. Gesù mi ha detto: “È qui che sta tuo figlio.” Ho messo Jerome nel suo lettino e ho potuto dire: “Grazie, Signore.” “Ora torniamo”, ha detto Lui. Abbiamo fatto alcuni passi ed eravamo di nuovo sulla terra.

È trascorsa una settimana da questa mia esperienza. Prima, quando pensavo a Jerome, vedevo solo una forma senza vita. Ora, quando penso a lui, lo vedo tra le braccia di Gesù, sano e completo. Ora, anche se provo la tristezza della sua mancanza, non ho più lo stesso dolore profondo che avevo provato per mesi.»

Epilogo: Una settimana dopo aver ricevuto questa visione, il Signore ha detto a Cheryl, nel suo diario di preghiera, che le avrebbe dato un altro figlio. Il suo nome sarebbe stato Jason, che significa “il guarito”, e il suo secondo nome Matthew, che significa “dono di Dio”. Ha anche impresso nella mente di Cheryl Isaia 61:1: “Lo Spirito del Signore, l'Eterno, è su di me, perché l'Eterno mi ha unto per recare una buona novella agli umili; mi ha inviato a fasciare quelli dal cuore rotto, a proclamare la libertà a quelli in cattività, l'apertura del carcere ai prigionieri.”

Dopo alcune settimane, Cheryl si è accorta di essere in attesa di un bambino. Il concepimento è avvenuto dopo una settimana dalla visione che il Signore le aveva dato. Nove mesi dopo, Jason Matthew è nato. La promessa di guarigione da parte di Dio si era adempiuta.

Al termine di questo capitolo su vedere nello Spirito i sogni e le visioni da parte di Dio, voglio invitarvi a fare una pausa, a prendere un foglio di carta, e a chiedere: “Dio, cosa vuoi dirmi riguardo l'uso degli occhi del mio cuore? Come li ho usati fin'ora? Come vuole che li uso? Cosa pensi del sogno e della visione?” Poi

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rilassatevi e rivolgetevi al flusso spontaneo che inizia a salire in voi. In fede, scrivete i vostri pensieri. Quando il flusso sarà terminato, tornate al vostro scritto e verificatelo. Decidete se questo proviene dal Signore. Condividete poi i risultati della vostra esperienza con qualcuno e ascoltate le loro impressioni. *

Per una lettura ulteriore, consultare l’Appendice F, “Sogni e Visioni nella Storia della Chiesa.”

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5Il Giornale di Preghiera:

Scrivere il Nostro Dialogo con Dio

Chiave n. 4

Il Diario di Preghiera:Scrivere le nostre preghiere e le risposte di Dio,

ci dà una nuova e maggiore libertà nell’udire la voce di Dio.

Dio ci parla in ogni momento, ma spesso troviamo difficile distinguere chiaramente la Sua voce dai nostri pensieri. Dubitiamo e mettiamo in discussione questa Sua voce, e non facciamo un passo di fede per agire sulla Sua parola. Se ci fosse la possibilità di superare queste incertezze senza abbandonare il nostro senso comune, se potessimo ricevere in fede e verificare in seguito la fonte spirituale, la nostra comunione con Dio sarebbe molto più accessibile ed efficace. L'uso di quello che possiamo definire semplicemente “diario di preghiera” ci dà questa possibilità. Questo diario ha facilitato molto il mio dialogo continuo e la mia relazione con Dio.

Il diario di preghiera consiste semplicemente nell’annotare le mie preghiere a Dio, e quello che io credo sia la Sua risposta per me. È un diario del mio colloquio a “doppia direzione” con Dio.

Quando mi è stato presentato il concetto del diario di preghiera, ne ho subito verificato il fondamento nella Parola di Dio. Al termine di questa ricerca, sono rimasto sorpreso nel vedere come la Chiesa in generale abbia trascurato questo utile strumento biblico. Tutto il libro dei Salmi è in realtà un diario di preghiera: è l’annotazione delle preghiere di individui e spesso la risposta da parte di Dio. Vediamo ripetutamente Davide che invoca Dio, nella solitudine e nell'abbandono, mentre cerca con tutto il cuore la presenza di Dio. Dopo una tale invocazione, troviamo spesso scritta la parola Selah, che ha il valore di pausa o di interludio musicale. Durante questa pausa, Davide rimaneva in attesa e si metteva in contatto con Dio. Dopo il Selah ritroviamo un diverso e più profondo livello di fede. Dio ha parlato a Davide, e l’intero tono delle parole di Davide riflette questo cambiamento.

I libri dei profeti sono spesso la narrazione della comunicazione dell’uomo con il Signore o con uno dei Suoi messaggeri. Daniele ha ricevuto un sogno e l’ha annotato, ne ha quindi chiesto l’interpretazione e ha scritto la risposta ricevuta. Habacuc è un altro ottimo esempio, e nel capitolo successivo vedremo in modo più dettagliato questa sua esperienza. Al capitolo uno del suo libro, Habacuc ha invocato Dio per ricevere il discernimento. Nei capitoli due e tre sono contenute le risposte alla sua preghiera.

Il libro dell’Apocalisse è un altro esempio del diario biblico di preghiera. Giovanni ha annotato le sue visioni, le sue domande, e le risposte ricevute. “L’Apocalisse di Giovanni” è la registrazione di questo dialogo spirituale.

Tuttavia non tutti i diari di preghiera sono stati conservati come Scrittura. Un esempio ottimo di questo tipo di diario lo troviamo in 1 Cronache. Dio ha comunicato a Davide il disegno del Tempio attraverso il diario di preghiera: «Tutto questo», disse Davide, «mi è stato dato per iscritto dalla mano dell'Eterno, che mi ha fatto comprendere tutti i lavori di questo progetto.» Tuttavia, questo modello descrittivo non è riportato nella Scrittura, la Bibbia. Il nostro diario di preghiera, che riporta il nostro dialogo con Dio, è simile al dialogo che abbiamo appena considerato: serve per le nostre necessità e non sarà ovviamente aggiunto alla Bibbia per le generazioni future.

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Benefici del Diario di PreghieraQuando stavo imparando per la prima volta a udire la voce di Dio, mi tranquillizzavo internamente ed

esternamente, visualizzavo Gesù e aspettavo con pazienza una risposta. Spesso, alcune parole o frasi mi attraversavano la mente, ma la mia reazione era quella di mettere immediatamente in discussione se queste potessero provenire da Dio. Non volevo essere ingannato da nessuna contraffazione, quindi aspettavo per verificare con attenzione tutto quello che ricevevo. Il solo problema era che questo tipo di verifica è, in effetti, dubbio, e il dubbio bloccava la mia ricezione spirituale. Non udivo quindi nulla di più. Chi si avvicina al Signore deve farlo con fede. Esercitavo la fede per appena quindici secondi, poi ricevevo per tre secondi la rivelazione e, nel dubbio, chiudevo la mia ricezione spirituale. Questo per me era un serio problema. Come potevo ricevere in fede e verificare allo stesso tempo quello che ricevevo?

Il diario di preghiera ha provveduto la soluzione al mio dilemma. Con il diario di preghiera, posso scrivere le mie preghiere e ricevere la risposta dal Signore in fede, scrivendo tutto quello che Lui mi dice. Posso scrivere un paragrafo dopo l’altro, e perfino diverse pagine. Posso scrivere per cinque minuti, dieci minuti e perfino per un’ora. Non mi devo preoccupare di verificare la rivelazione che ricevo perché ho una registrazione una chiara e permanente che può essere esaminata e analizzata dopo che il flusso divino è terminato. In questo modo, i dubbi possono essere messi da parte, senza gettare via il mio buon senso. Il mio recettore spirituale può rimanere aperto e operativo fino a che è necessario. Il diario di preghiera mi ha aperto un nuova dimensione di comunione con il mio Signore.

Un altro beneficio del diario di preghiera sta nel fatto che dà al mio cervello affaccendato qualcosa da fare mentre ricevo la rivelazione. La mia mente è abituata a essere in controllo della mia vita, e può essere molto contrariata quando invece è il mio cuore che inizia a farlo. La mia mente si infastidisce e vuole sapere cosa sta succedendo: mette tutto in discussione, dubita, e fa del suo meglio per impedirmi di ricevere la comunicazione dallo Spirito Santo, cercando di attirare la mia attenzione su quello che essa ha da dire. L’uso della visione mi aiuta a controllare questi attacchi, così come fa il diario di preghiera. Posso dire alla mia mente di calmarsi e fare qualcosa di utile registrando il flusso intuitivo. Nel tenere la mia mente occupata, le impedisco di interrompermi.

Habacuc 2:2,3 indica un terzo beneficio del diario di preghiera. Il Signore ha detto ad Habacuc: “Scrivi la visione… Poiché la visione è per un tempo già fissato… se tarda, aspettala, perché certamente verrà e non tarderà.” Dio vive nell’eternità, e alle volte ci fa capire che le Sue affermazioni si realizzeranno presto. Il nostro concetto di “presto” è tuttavia diverso dal Suo. Noi crediamo che “presto” voglia dire “domani”, oppure, al più tardi, la prossima settimana. Egli potrebbe invece voler significare il “prossimo anno”! [Duemila anni fa Egli ha detto: “Sì, vengo presto. Amen.” (Ap. 22:20)].

Senza alcuna annotazione delle Sue promesse, la nostra fede potrebbe venire meno e la nostra speranza scomparire. Quando arriva il momento stabilito per l'adempimento della promessa da parte di Dio, potremmo averla probabilmente dimenticata. Se invece prendiamo nota della rivelazione ricevuta, possiamo in seguito consultarla, proprio quando si insinua il dubbio. In questo modo, la nostra fede sarà ravvivata e la nostra speranza ristabilita. Le nostre annotazioni rimarranno come testimonianza della fedeltà di Dio quando Egli adempirà le Sue promesse.

Il diario di preghiera ci aiuta a mantenere integro il messaggio. Alle volte, quando il Signore parla, mi entusiasmo al punto da fraintendere o interpretare erroneamente il significato delle Sue parole. Potrei volere o attendere un certo tipo di risposta, e permettere quindi ai miei desideri di impedirmi di comprendere chiaramente quello che ascolto. Se agisco in base a ciò che penso di avere udito, fallisco. Ma se posso tornare al mio diario di preghiera, riesco a trovare una spiegazione. Il Signore mi riporta a quello che ho ricevuto all’inizio, e posso così rendermi conto dove ho sbagliato. Non è stato il Signore a deludermi, sono stato io a non capire Lui. Le Sue parole si adempiono sempre; la mia interpretazione no.

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Alcuni Risultati del Diario di Preghiera

Nel mio dialogo giornalmente con il Signore, la nostra relazione si era approfondita ed era cambiata. Non pensavo più a Dio come ad un Giudice severo in attesa dei miei errori. Ho compreso che Egli è amorevole, giusto, e pieno di misericordia. Ho iniziato a comprendere il Suo amore e, nel trascorrere il tempo con Lui, mi sono ritrovato a essere sempre più simile a Lui. Ho imparato il vero amore e ho iniziato a esprimerlo al mio Signore, alla mia famiglia, e ai miei amici. Ho imparato ad amare perché Lui mi ha amato per primo. Ho sperimentato questo amore quando, in un’occasione, mi sono sentito in colpa per il mio peccato, dicendo a Dio quanto ne fossi dispiaciuto. Egli mi ha risposto semplicemente: “Mark, Io ti ho perdonato, puoi perdonarti?” Questa domanda mi ha colpito come una tonnellata di mattoni. Punirmi e avvilirmi non erano assolutamente nelle Sue intenzioni. Il Suo desiderio è donare liberamente la sua grazia. Ho scoperto che quasi tutti i cristiani che hanno provato il diario di preghiera hanno anche trovato che Dio è molto meno giudicante di quanto loro credono.

In aggiunta, attraverso il diario di preghiera sono anche diventato più consapevole del mio spirito e dei movimenti dello Spirito Santo in me. Ho iniziato ad agire meno dalla mia testa e più dal mio cuore, invece che dalla mia anima, dal mio spirito. Non ho più bisogno di agire in base alle mie sensazioni fisiche, ma posso ora operare in risposta alle indicazioni del Signore dentro di me. Non sono sempre efficace, ma la mia capacità e il mio potenziale di crescita sono aumentati enormemente.

Nel mio diario di preghiera, vedo come Dio mi parla sempre dei miei atteggiamenti. Mi fa vedere la mia inquietudine, l’intolleranza e la severità. Egli è molto più interessato al mio atteggiamento che origina i miei peccati, piuttosto che ai peccati in se stessi, e desidera molto guarire questi atteggiamenti. Egli ha in odio il peccato, ma opera sempre per sradicarne le cause, e non semplicemente per mettere fine alle nostre azioni sbagliate.

Il diario di preghiera mi ha inoltre portato ad avere un maggiore equilibrio nella mia vita. Molti di noi hanno la tendenza all’estremismo in qualche area della propria vita. La nostra eccentricità è spesso basata su idee o esperienze valide. Ad esempio, nella Chiesa sono presenti diversi tipi di estremismi, ognuno dei quali basato su una verità autentica. Ma, spesso, dato che un gruppo particolare eccede nel proprio insegnamento o nella pratica di una data verità, altri credenti rifiutano tale verità e le persone che la diffondono.

Da parte mia, tendo a certi estremi perché voglio che il mio cammino spirituale abbia degli obiettivi chiari e accurati: passo uno, passo due, passo tre. Quando qualcosa per me funziona, ho la tendenza a sistematizzarla in una tecnica sicura e operativa. La visione è una di queste. Sono entusiasta della potenza e del valore della visione nella comunione spirituale. Tendo quindi a presentarla come una formula di successo.

Tuttavia, prima di insegnare a una classe riguardo alla visione, un giorno il Signore mi ha detto: “Ricorda che la visione è più che una tecnica. Sono io che vivo, mi muovo e opero. È vedere me in movimento. È l’esperienza di vedere con gli occhi del cuore. Considerala quindi più che uno strumento. È un incontro con me. È me, niente di più, niente di meno. Sono Io! Ricorda che lo scopo di tutta la vita, e di questo corso, è portare persone a Me. Non essere talmente concentrato sulla tecnica al punto da dimenticare lo scopo principale di tutto questo: essere insieme a Me. Ti voglio bene, Mark.” Il diario di preghiera mi aiuta a portare equilibrio tra le mie attitudini analitiche e quelle intuitive, come anche in altre aree della mia vita.

Il diario di preghiera ci può anche aiutare a definire il nostro obiettivo. Quando siamo coinvolti in una situazione, abbiamo la tendenza a perdere la nostra prospettiva e a focalizzarci sulle cose sbagliate; a considerare negativamente persone ed eventi, come parte di un tentativo deliberato per farci del male e distruggerci. Udire da Dio, attraverso il diario di preghiera, può aiutarci a correggere la nostra visuale per vedere le cose come sono realmente.

Questo fatto si è verificato con una coppia nella mia classe, che era venuta da me con un problema. La loro figlia aveva iniziato a sviluppare una atteggiamento negativo e la sua valutazione scolastica stava diminuendo. Come reazione, i genitori avevano iniziato a rimproverarla e criticarla, le mostravano poco amore e presto il loro tempo di preghiera in famiglia è cessato. Vedevano Cathy come loro nemica, piuttosto che come carne della loro carne.

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Abbiamo pregato insieme e li ho incoraggiati a provare il diario di preghiera per questa situazione. Lo hanno fatto, e il Signore ha dato a Tom una visione. Ha visto il Signore andare da lui, ha messo le Sue braccia attorno a lui, e gli ha detto quanto lui era amato. Poi il Signore lo ha istruito a fare lo stesso con Cathy. Tom e Susan erano stati invitati a esprimere l’amore incondizionato di Gesù, e a vivere secondo i fondamenti del regno di Dio. Hanno compreso che Cathy non era loro nemica ma figlia del loro amore.

Hanno iniziato a comunicare con lei attraverso Cristo, piuttosto che cercare di gestire la situazione da soli. È avvenuto un cambiamento radicale. L’atteggiamento di Cathy è cambiato in meglio; il suo lavoro scolastico è migliorato al punto che lei ha ricevuto apprezzamenti. Perfino l’insegnante era ben impressionato dal cambiamento. I genitori hanno capito che questo era solo l’inizio e hanno quindi alimentato la loro comunione con il Signore. Hanno ripreso la preghiera in famiglia, e hanno pregato insieme con sincerità piuttosto che per abitudine. Tom e Susan hanno ritrovato la loro figlia perché il Signore aveva chiarificato la loro priorità e ristabilito una giusta prospettiva.

Alcuni Aspetti PraticiDato che nella mia preghiera mi incontro con il Creatore e Sostenitore della mia vita, cerco di praticare il

diario di preghiera quando sono in buone condizioni, piuttosto che quando sono sopraffatto dalle preoccupazioni e sollecitudini di questo mondo. Per me, il tempo migliore è al mattino: c’è un silenzio che mi aiuta a entrare nella tranquillità. Questo mi è stato specialmente di aiuto quando ho iniziato a dialogare con Dio. Ora che sono più consapevole dei movimenti nel mio spirito, non mi è difficile avere questa comunione dovunque. Gesù dimorava nella presenza del Padre anche quando le richieste di cinquemila persone erano pressanti. Inizialmente, comunque, volevo imparare tutto quello che potevo e al meglio. Alcune persone scoprono che per loro la notte è il periodo migliore. Qualsiasi momento scegliate, mettetevi nella condizione di offrire il meglio di voi stessi al Signore.

Quando ho iniziato il diario di preghiera, ho usato un semplice quaderno ad anelli. Ora per me il computer è un risorsa utilissima. Trovo più facilità nello scrivere al computer che a mano: questo mi dà la possibilità di chiudere gli occhi e rimanere focalizzato sulla visione interiore mentre scrivo. Uno studente ha trovato il suo tempo migliore mentre viaggiava in auto: usa un registratore, prega a voce alta e pronuncia quello che sente provenire dal Signore.

Per me non è tanto importante il metodo, che dovrebbe comunque riflettere il valore del diario di preghiera. Cerco di non scrivere su fazzoletti o pezzi di carta, per non sminuire quello che scrivo. Se proprio non ho altro su cui scrivere, trasferisco poi le parole nel diario di preghiera il prima possibile.

Il mio materiale riporta la scritta “MATERIALE PRIVATO”, in grandi lettere sulla copertina davanti e sul retro. Questi scritti sono conservati al sicuro ed alcuni hanno anche un codice di accesso. Il diario di preghiera nel computer ha una password di accesso. Nel presentare la mai anima al Signore, Lui mi dà il Suo consiglio, e affrontiamo lotte di cui nessun altro conosce l’esistenza.

Una di queste aree è per molti la sessualità. Nel mio ministero pastorale, mi è diventato chiaro che l’essere umano è profondamente spirituale e profondamente sessuale. Dio vuole guarire la nostra sessualità. Mi ero reso conto che, nel portare avanti il mio diario di preghiera, il Signore e io avevamo trascorso molto tempo su questo argomento. Così, al termine del mio primo anno di diario, sono tornato a riguardarlo e ho catalogato esattamente quanta attenzione avevamo dedicato all’argomento.

Sono rimasto sorpreso nel contare cinquanta pagine sulla sessualità. Non pensavo di essere ridotto così male! C’erano cinquantadue pagine sulla mia personalità sessuale, e su come gestire la pressione interiore.

In un seminario stavo parlando sulla natura privata di queste sezioni del giornale di preghiera, e della necessità di privacy e di codici, e un uomo scherzando ha suggerito di mettere il nome di qualcun altro sulla copertina del diario di preghiera! Non credo di dover suggerire una soluzione così estrema, ma so che mentre Dio guarisce le nostre ferite e resistenze interiori, il materiale scritto dovrà essere sicuramente privato.

Inizio ogni sezione del diario con la data e includo tutto quello che è importante per la mia vita spirituale. Oltre alla mia comunione con Dio, annoto i miei sogni e la loro interpretazione, le visioni e le immagini che il Signore mi comunica, eventi personali o sentimenti che mi toccano profondamente. Nel diario annoto le mie

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rabbie e paure, le ferite, le ansietà e gli scoraggiamenti, le gioie e i ringraziamenti. Il mio diario diventa così la narrazione del mio cammino spirituale, delle montagne e valli, dei successi e dei fallimenti. Diventa un promemoria personale dell’amore e della fedeltà del Signore in ogni passo del mio cammino.

Se ci sono persone o situazioni per cui Dio mi chiama a pregare regolarmente, le elenco nelle ultime due pagine del mio diario o in un documento particolare e le ricordo spesso in preghiera, secondo come il Signore mi dirige. Piuttosto che seguire l’ordine della lista in modo formale, mi sento libero di farvi riferimento in base alla guida dello Spirito Santo.

Il diario di preghiera mi dà la possibilità di ricevere edificazione, incoraggiamento e consolazione da parte dello Spirito Santo. Egli mi ha offerto l’amore che guarisce e la conferma per condurmi alla salute e alla stima di me stesso. In modo particolare, nei primi mesi, gli argomenti del mio diario sono stati indirizzati alla mia relazione con Gesù e con me stesso. Ho iniziato a sperimentare i doni spirituali solo dopo che mi sono sentito sicuro dell’autenticità del mio dialogo con Dio, e tranquillo nel discernere la voce del Signore.

Spesso, ho rivolto parole di sapienza e di conoscenza ad altri solo dopo avere affinato per mesi i miei sensi spirituali. Con i miei studenti, ho verificato che se iniziamo a praticare i doni spirituali troppo presto, prima di avere sviluppato abilità e familiarità, gli errori possono farci regredire gravemente e ostacolarci nel nostro progresso. Come risultato, potremmo perdere le grandi benedizioni di una relazione amorevole con Gesù Cristo, e la salute che Lui vuole darci.

Nei primi anni del mio diario sono stato tentato ad abbandonare questa esperienza. A volte, non mi riusciva avvicinarmi a Gesù. Altre volte, le parole sembravano provenire più da me che da Lui. Altre volte ancóra, agivo in base a quella che credevo essere una parola dal Signore, per accorgermi poi con mio disappunto che il risultato non era quello da me sperato.

Ognuno di noi fa questa esperienza nella propria vita spirituale. Tuttavia, quando siamo sul punto di porre fine ai nostri tentativi, è invece quello il momento di continuare a provare. La nostra deve essere una decisione a proseguire, perfino quando ci sentiamo privi di fede e demotivati. Dato che ho continuato il mio diario di preghiera, anche quando non mi sono sentito di farlo, sono ora in grado di agire in base a un dialogo interiore. Riconosco la voce del mio Pastore e posso riceverla con fede, anche senza annotarla spesso. Certamente, continuo il mio diario, ma questo non è più necessario come lo è stato all’inizio del mio apprendimento.

Dobbiamo renderci conto che, nell’apprendere una nuova abilità, proveremo e falliremo diverse volte prima di essere competenti. È stato lo stesso anche nell’apprendere a parlare, ad andare in bicicletta, a parlare in pubblico, e in ogni altra situazione. Non si può pensare di essere perfetti al primo tentativo e di non commettere mai errori. Credo sia questo l’atteggiamento da avere anche nel diario di preghiera. Ci saranno periodi di incertezza, di fallimento, e di nuova convinzione. Va bene così! Non c’è altro modo per imparare una nuova abilità. E questo fatto toglie via un pò di tensione dal diario di preghiera.

Durante un seminario, una signora non stava ricevendo nulla dal tempo trascorso nel diario di preghiera. Ha detto poi di non volere scrivere nulla prima di essere assolutamente sicura che questo provenisse dal Signore. L’ho incoraggiata a tranquillizzarsi ed a permettersi di commettere anche degli errori. Ha provato di nuovo e, con sua sorpresa, ha scoperto che Dio le parlava effettivamente attraverso il diario. La pratica non ci rende perfetti, ma se abbiamo troppo timore di praticare non giungeremo mai ad essere competenti.

Un’altra persona era maldisposta a scrivere quello che avevo ricevuta perché non era brava in ortografia e grammatica. Vi assicuro che Dio non se ne interessa! Grammatica e ortografia sono irrilevanti nel vostro diario! Questo non è un test! Non permettete a qualcosa di irrilevante, come le abilità linguistiche, di ostacolare la vostra piena comunione con il vostro Signore!

Quindi, rilassatevi, mettetevi comodi, e mettete un sorriso sul volto! Non siate troppo seri, e iniziate l’esperimento. Sarete sorpresi da quello che inizierà a fluire in voi. Torniamo ad essere bambini e proviamo. Vi assicuro che non ne sarete delusi.

Il diario di preghiera è uno strumento di apprendimento che ci aiuta a sviluppare la nostra capacità di riconoscere le sensazioni interiori. Ci aiuta a diventare più sensibili al flusso spontaneo dei pensieri nel nostro cuore. Una volta sviluppata questa capacità di riconoscere e seguire questo flusso, la maggior parte delle

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persone trovano facile la comunione con Dio anche senza il diario di preghiera.Nel nostro camminare e parlare con Dio, durante la giornata, iniziamo gradualmente a dimorare in Cristo.

Dopo che ho imparato a dialogare con Dio, Lui mi ha chiamato a dimorare nella Sua presenza anche quando non scrivevo il diario. Non ho smesso di scrivere, ma ora mi rendo conto che l’incontro con Dio va ben oltre i limiti del mio diario: può verificarsi ovunque, in ogni momento, e in molti modi. Il diario di preghiera è solo uno di questi, è stata in ogni modo una tecnica che mi ha introdotto a una relazione più intima con il Signore.

Scrittura Automatica?Vorrei concludere questa parte con due domande ricorrenti. La prima è: “Cosa dire della scrittura

automatica? Non è questa demoniaca e praticamente simile al diario di preghiera?”Sì, secondo il mio parere, la scrittura automatica è demoniaca. Tuttavia, non è la stessa esperienza del diario

di preghiera. È la contraffazione da parte di satana dell’esperienza autentica che vediamo dimostrata nella Bibbia. Nel diario di preghiera, un’idea prende forma nel cuore, è registrata nella mente, e quindi è annotata con la mano. Nella scrittura automatica, uno spirito prende semplicemente il controllo della mano, lasciata neutra, e inizia a muoverla. In questa esperienza non c’è l’uso del cuore né della mente. La persona non è neanche rivolta a Cristo, ma è semplicemente aperta e passiva, disponibile a qualsiasi entità o possibilità, e si espone quindi all’influenza demoniaca.

Verso Chi Preghiamo?Mi è stato anche chiesto, e io l’ho chiesto al Signore: “Verso chi dobbiamo pregare? Al Padre o al Figlio?”

Tecnicamente, credo, dovremmo pregare il Padre, attraverso il Figlio, per opera dello Spirito Santo. In questo modo, la Trinità intera è interpellata nella nostra preghiera.

Dall’altra parte, Giovanni 15 ci invita a dimorare in Cristo, a vivere in Lui. Credo un aspetto del nostro vivere in Gesù coinvolga il dialogo con Lui, e che quando cerco una visione della Trinità, Egli è l’immagine che spesso appare (Cl. 1:15). Trovo che quando prego con autorità, tendo a rivolgermi al Padre, e che quando voglio stabilire un’intimità e un'amicizia, ho generalmente comunione con Gesù. Nell’adorazione comunitaria, o all’inizio di una classe, mi rivolgo spesso allo Spirito Santo e lo invito a manifestare la Sua presenza tra noi.

Ho consultato il Signore al riguardo, e Lui mi ha confermato che è più opportuno pregare al Padre, attraverso il Figlio, per opera dello Spirito Santo. Tuttavia, Egli mi ha detto che, dal momento che i Tre sono Uno, Egli onora la mia preghiera quando Gesù e io dialoghiamo. Dopotutto, Gesù pronunciava solo le parole che sentiva pronunciare dal Padre (Gv. 8:28,38).

Nel prendere in considerazione 1 Giovanni 1:3 e 2 Corinzi 13:14, la Bibbia ci dice che possiamo avere comunione con il Padre, il Figlio, o con lo Spirito Santo: “…e la nostra comunione è col Padre e col suo Figlio, Gesù Cristo.”“La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. Amen.” Effettivamente è questa l’essenza del diario di preghiera: avere comunione con il nostro Dio Trino.

Ora, perché non provare il diario di preghiera? Prendete una matita e un foglio e tranquillizzatevi davanti al Signore. Dite a Lui quello che è nella vostra mente. Lasciate che Lui vi parli, e scrivete quello che vi dice. Se non sentite una risposta, rivolgete a Lui una domanda precisa. Rilassatevi e, con la fede di un bambino, scrivete quello che pensate sia la risposta in quel momento. Scoprirete che è Lui che vi parla.

Habacuc è l’esempio di un profeta che ha fatto uso delle quattro chiavi per riconoscere chiaramente la voce di Dio.

1. Si è rivolto ai pensieri spontanei. 3. Ha fatto uso della visione. 2. Si è tranquillizzato davanti al Signore. 4. Ha annotato la sua preghiera e la risposta di Dio.

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Habacuc: Applicazione PraticaPermettetemi di condividere con voi la mia prima esperienza del diario di preghiera nel 1979. Stavo

affrontando una problematica con una adolescente ribelle che abitava con la nostra famiglia. Judy (non è il suo vero nome) aveva infranto le regole della casa e ho pensato che era il momento di confrontarla. Mi sono preparato per dirle quali erano le regole se lei voleva abitare con noi, e che lei doveva rispettarle. Se a lei queste non piacevano, avrebbe dovuto lasciare la casa. Era ancóra a scuola, così sono andato nel mio studio a pregare mentre l’aspettavo.

L’idea del diario di preghiera mi era stata appena presentata, così ho pensato di provare. Ero cresciuto in una fattoria, dove c’erano diversi pozzi, e quindi l’ambiente di Giovanni 4 era per me familiare. Mi sono immaginato nella circostanza della donna di Samaria, seduto accanto a Gesù sul bordo del pozzo, e con i nostri piedi che dondolavano. Ho guardato Gesù e Lui era di una presenza amorevole. L’ho visto solo dalle spalle in giù, ma potevo chiaramente percepire il Suo amore e accettazione.

Ho avuto l’impressione di dover pregare per cose specifiche, così ho chiesto: “Signore, cosa devo fare con Judy?” Ho chiuso gli occhi e ho guardato intensamente alla visione di Gesù, mentre lo vedevo muoversi, come quando si parla. Allo stesso momento, la mia mente è stata attraversata da un pensiero: “Ama incondizionatamente!” Mi sembrava un pensiero buono, così ho aperto gli occhi e l’ho scritto. Ho richiuso gli occhi e ho guardato di nuovo. Ho chiesto: “Signore, mi vuoi dire qualcos’altro?” Questa volta, Lui non si è mosso, ma di nuovo un pensiero spontaneo mi è venuto alla mene: “Lei è molto insicura.”

Questo è quanto ho ricevuto ma, guardando nuovamente Gesù, ho pensato: “Questo è straordinario!” Quei pensieri non venivano da me. Avevo le mie idee su come trattare Judy: fermezza e amore, ma soprattutto fermezza! Il mio diario di preghiera mi diceva di esprimere soprattutto amore. Non intendo dire che questa è sempre la maniera migliore per affrontare la ribellione e la disubbidienza ma, per quella particolare ragazza, in quella situazione particolare, questa era la cosa giusta da fare.

Ho quindi agito in base alla parola che ho ricevuto. Piuttosto affrontare Judy con rimprovero, ho avuto con lei un colloquio molto amorevole. Le ho espresso il nostro amore, la nostra accettazione, e la nostra attenzione nei suoi confronti. Non c’erano ostilità o reazione negativa da parte mia, come nel caso in cui avessi dovuto affrontare la situazione a modo mio. Judy è rimasta con noi un altro anno, è cresciuta come parte della famiglia. Quello che io avevo considerato come ribellione, Gesù, con amore più profondo, lo aveva visto come insicurezza.

Nel vedere i risultati delle mie azioni fondate sul diario di preghiera, ho pensato che era Dio a parlarmi attraverso il diario. Ho quindi iniziato a sperimentare questo diario di preghiera. Ogni mattina, durante il mio tempo di devozione a Dio, trascorrevo alcuni momenti in preghiera usando il diario. Ogni giorno ricevevo parole di sapienza, riguardo le mie motivazioni e i miei atteggiamenti, piuttosto che sulle questioni superficiali, e cresceva la mia consapevolezza di essere veramente all’ascolto di Dio.

In queste due prime settimane ho messo mia moglie e miei collaboratori in chiesa a conoscenza di maggior parte del mio diario, e ho chiesto a loro se questo mio dialogo con Dio fosse autentico. E loro mi hanno confermato che lo era. Sono convinto che questa conferma esterna è assolutamente essenziale, particolarmente quando iniziamo a udire la voce di Dio in questo modo. Chiedo quindi a ognuno di voi di condividere le vostre annotazioni iniziali del diario con almeno due persone spirituali fidate di cui apprezzate l’opinione e il consiglio. Queste non devono necessariamente essere pastori, ma vi dovreste sentirvi a vostro agio nel rivolgervi a loro per avere un orientamento spirituale.

Nel presentare a loro il vostro giornale di preghiera, per avere conferma, aumenterete presto la vostra fiducia in questa nuova esperienza. In seguito, quando avrete acquisito capacità, potrete condividere il diario di preghiera solo nelle decisioni maggiori. Riprenderò questo argomenti in modo più specifico nel capitolo sui consiglieri spirituali.

Sembra ovvio dirlo, ma i miei primi giorni con il diario di preghiera rappresentano uno tra i momenti più determinanti della mia vita spirituale. Stavo praticamente imparando a dialogare con Dio Onnipotente! I miei anni di ricerca erano stati premiati. Alla fine, avevo trovato la voce di Dio nel mio cuore. Insieme alla mia

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salvezza, e al battesimo con lo Spirito Santo, questo è stato uno dei punti di svolta più significativi di tutto il mio cammino cristiano. Sentivo nel mio cuore che questo fatto avrebbe rivoluzionato la mia esperienza cristiana. Nello scrivere da questo punto favorevole, dopo molti anni posso confermare che ogni area della mia vita è stata influenzata radicalmente dalla mia esperienza del dialogo con Dio. Ora vivo condotto dalla voce interiore dello Spirito di Dio nel mio cuore. Egli mi dirige ogni giorno.

L’Esperienza di HabacucHabacuc è stato un profeta che non solo ha udito la voce di Dio, ma ci ha anche detto come. Io sono una

persona pratica, sono perciò stato specialmente benedetto da quello che ho letto. Ho trovato che Habacuc ha fatto uso di ognuno degli elementi che abbiamo considerato negli ultimi quattro capitoli.

Nel primo capitolo del suo piccolo libro, il profeta si lamenta davanti a Dio per l’ingiustizia del mondo intorno a lui. Nel secondo capitolo, dal versetto uno al tre, egli si prepara a udire la risposta del Signore:

«Io starò al mio posto di guardia,mi porrò sulla torree starò attento per vedere ciò che egli mi diràe ciò che dovrò rispondere circa la rimostranza fatta.Quindi l'Eterno mi rispose e disse:“Scrivi la visionee incidila su tavole,perché si possa leggere speditamente.Poiché la visione è per un tempo già fissato, ma alla fine parlerà e non mentirà;se tarda, aspettala, perché certamente verrà e non tarderà.”»

Abbiamo già considerato brevemente questi versetti, ma voglio ora esaminarli più attentamente, perché riassumono molto bene quello che ho detto fino ad ora.

Per prima cosa, Habacuc aveva un posto per essere da solo e tranquillizzarsi quando voleva udire da Dio. Questa è la Chiave n.1: andare in un luogo tranquillo e imparare a tranquillizzarsi alla presenza del nostro Signore. Ho imparato a ritirarmi da solo nel mio studio e a rimanere alla presenza del Signore. Per me il modo migliore è adorare con la mia auto-arpa e cantare al Signore. Questo tranquillizza il mio essere esteriore, e il mio essere interiore si pone davanti al Signore. Vi incoraggio a fare uso di qualsiasi cosa tranquillizzi maggiormente il vostro spirito davanti al Signore. Altri modi possono essere l'ascolto di musica di adorazione, una meditazione, camminare nella natura, sedere presso un corso d’acqua, per citarne solo alcuni.

La seconda chiave di cui Habacuc ha fatto uso è stato il rimanere attento per vedere quello che il Signore gli diceva. Quanti di voi si sono accorti che Habacuc si è espresso in modo improprio? Non sarebbe meglio dire: “Ho ascoltato per udire”? Tuttavia la rivelazione di Habacuc mi aveva aperto una nuova dimensione per vedere nello spirito: avevo imparato nella preghiera a stare attento con gli occhi del mio spirito, per vedere quello che Dio mi voleva mostrare nello spirito. Ho usato la mia immaginazione, per vedermi interiormente parlare con Gesù in un luogo confortevole. Alle volte osservavo per vedere, e la rivelazione dallo Spirito Santo era immediatamente presente. Non aveva importanza chi dava inizio alla mia visione, così come non è importante chi dà inizio alla mia preghiera o adorazione. L’importante è che io entri in contatto con lo Spirito Santo che si unisce al mio spirito, e che lo segua dove Lui mi conduce.

L’uso della visione ha diversi effetti efficaci sul mio cuore e sulla mia mente. Prima di tutto, accresce la mia fede che, a sua volta, mi introduce al flusso interiore. Seconda cosa, la visione mantiene la mia mente occupata e da parte. La mia mente è piuttosto pronta a intromettersi nel mio tempo di preghiera e a distrarmi. È quindi meglio che la faccio lavorare con me come facilitatore piuttosto che contro di me come un impedimento alla mia vita di preghiera.

La terza chiave che ci dà Habacuc è nel fatto che si è sintonizzato con la voce del Signore. Ne sapeva riconoscere il suono: “Quindi l'Eterno mi rispose e disse: ….” Ovviamente, Habacuc sapeva riconoscere la voce del Signore nel proprio cuore. Questa voce, come abbiamo visto, si manifesta generalmente come un

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flusso di pensieri spontanei. Di conseguenza, quando mi rivolgo alla voce di Dio, mi rivolgo alla spontaneità. Il Signore inizia così a parlarmi attraverso il Suo Spirito (1Co. 2:9,10), che è in unione con il mio spirito (1 Co. 6:17). Le Sue parole sono registrate nella mia mente come pensieri e impressioni, non meditati e spontanei. Sono dunque in grado di distinguere i Suoi pensieri spontanei dai miei pensieri analitici e, così, possiamo conversare.

La quarta e ultima chiave che Habacuc ci indica è nello scrivere il suo dialogo con Dio Onnipotente: “Scrivi la visione e incidila su tavole, perché si possa leggere speditamente.” Come abbiamo visto nel capitolo precedente, il diario di preghiera è un tema ricorrente nella Bibbia: centinaia di capitoli ne dimostrano la realizzazione, e Dio ne dispone ripetutamente l’uso. Ho iniziato dunque il diario. L'azione dello scrivere aiuta la mia mente a rimanere occupata e utile, mi fornisce un resoconto per aiutarmi a rimanere focalizzato, e mi ricorda le parole di Dio per stimolare in seguito la mia fede e obbedienza.

In questo modo, il Signore mi ha mostrato che il metodo che stavo usando nella mia devozione mattutina era veramente biblico, come è dimostrato facilmente dalla vita di preghiera del profeta Habacuc. In aggiunta, Giovanni ha fatto uso dello stesso metodo, in Apocalisse 1.10,11. Habacuc e Giovanni hanno fatto uso di quattro elementi per dialogare con Dio:

1. Tranquillizzarsi;2. Rivolgersi alla spontaneità e alla rhema;3. Fare uso della visione;4. Il diario di preghiera.Da parte mia, ho trovato questi quattro elementi come fondamentali per la mia comunione con il Signore.

Solo uno o due, o anche tre di questi, non sono sufficienti. Incoraggio quindi chiunque intenda muoversi in questa dimensione dell’incontro spirituale a impegnarsi per un certo periodo di tempo a fare uso di questi quattro elementi. Usati insieme, funzionano molto bene, talmente bene che vi assicuro funzioneranno anche per voi!

Suggerimenti UtiliPermettetemi di condividere un altro paio di pensieri che possono aiutarvi a iniziare il diario di preghiera.

Quando prego con il desiderio di udire la voce di Dio, non guardo e non ascolto più le cose esterne, ma guardo interiormente nel mio spirito. Non mi aspetto di udire Dio al di fuori di me, che mi parla dal cielo, piuttosto da dentro di me, che parla dal mio cuore.

Se faccio una pausa nel mio diario di preghiera, e aspetto un nuovo pensiero o la parola giusta, la mia mente è portata velocemente a infiltrarsi e a riempire lo spazio con le proprie idee meditate e cognitive. Se ne ha il permesso, la mente può precedere lo Spirito, con il risultato di una rivelazione inquinata. Piuttosto che lasciare che questo avvenga, concentro la mia mente su una visione di Gesù. Nel fare questo, e mentre attendo tranquillamente, i pensieri o parole di Gesù mi arrivano rapidamente.

Dopo che avete scritto l'introduzione del diario di preghiera, potreste notare che i pensieri spontanei nel vostro diario sono simili ai pensieri che avevate prima di iniziare a scrivere. Quando questo avviene, non rifiuto il mio diario, pensando automaticamente che questo è il risultato dei miei pensieri. Mi rendo invece conto che, data la facilità di comunicazione tra lo Spirito Santo e il mio spirito, avevo già recepito i pensieri di Dio ancóra prima di iniziare il diario (questo assumendo che il diario abbia ovviamente superato ile verifiche a cui abbiamo fatto riferimento all'inizio di questo libro).

Alle volte, la parola di Dio non mi giunge nel modo da me anticipato. Quando questo avviene, ho verificato che posso chiederne a Dio la ragione, e che Lui me la indica. I due motivi principali di questa circostanza possono risiedere nell'avere interpretato erroneamente quello che Dio mi ha detto, o che la libera volontà di un'altra persona è stata coinvolta nella situazione.

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Non Chiedete le Date!Un altro grande chiarimento nel mio diario di preghiera è arrivato quando ho smesso di chiedere a Dio le

date di possibili avvenimenti. Ho constatato che le date che pensavo di avere ricevuto in passato erano sempre sbagliate, e penso che queste sono provenute dal mio cuore e non dalla mente del Signore. Nel cercare una spiegazione, sono arrivato a due conclusioni. Primo. Il desiderio di conoscere in anticipo date specifiche può essere collegato alle tendenze umane che poi conducono alle pratiche occulte. È un desiderio di una conoscenza specifica non disponibile ai normali sensi umani; può essere un desiderio di potere o di controllo. Dio è molto più interessato ad alimentare la nostra fede per Lui, e la Sua risposta a domande specifiche sul futuro sarà il più delle volte “Fidati di Me”.

Dall’altra parte, la Bibbia dice che Dio non fa nulla senza rivelarlo ai Suoi profeti (Am. 3:7); ci sono quindi persone che riceveranno informazioni precise dal Signore riguardo il futuro. Queste saranno quasi sempre persone che hanno l’ufficio di profeta nella Chiesa, persone che hanno da Dio il dono particolare di prevedere. Sebbene tutti “possiamo profetizzare” (1Co. 14:31), non tutti abbiamo l’ufficio di profeta. Le nostre competenze e abilità non saranno dunque tutte uguali.

Il diario sta diventando un metodo molto usato, specie nel mondo secolare. Per questa sua popolarità, alcune persone nella Chiesa vi si oppongo e ne rifiutano l’efficacia per il credente. Tuttavia, credo che sapere che il diario di preghiera è un modo per rivelare il nostro uomo interiore, dovrebbe renderlo estremamente efficace per i cristiani, dato che Gesù Cristo vive in noi! Attraverso il diario di preghiera possiamo entrare in contatto con Cristo in modo nuovo, permettendo al Suo carattere e al Suo Spirito di formarci. Che opportunità entusiasmante!

Ci Vuole ApplicazioneQuando a Oral Roberts, popolare evangelista di guarigione, è stato chiesto come fare per imparare a udire

Dio che parla, ha risposto: “Avere un desiderio profondo di imparare.” In altre parole, occorre un desiderio profondo di udire la voce del Signore. Se consideriamo questa come una semplice opzione, se il desiderio della comunione non brucia in noi, ci saranno ostacoli sufficienti che ci impediranno di oltrepassare il silenzio. Ad esempio, si evidenzieranno cose che erano nascoste in noi di cui non conoscevamo l’esistenza. Se non siamo disposti ad affrontarle, ci ritroveremo in un vicolo chiuso. Dobbiamo volere scegliere la comunione piuttosto che regolamenti, la relazione invece delle regole, la vita soprannaturale al di sopra di quella naturale.

Il mondo interiore è complesso, e imparare a entrarci in relazione richiede tempo e applicazione. Molti di noi trascorrono almeno dodici anni a scuola per imparare con successo una competenza nel mondo materiale. Siamo disposti a dedicare uno o due anni per essere formati dallo Spirito Santo? Il Signore mi ha chiamato a consacrare una anno della mia vita per imparare come udire la Sua voce. Questo è stato tutto ciò che ho cercato di realizzare in quell’anno. Tutti i miei sforzi sono stati diretti verso quell’unico obiettivo. Alla fine di quell’anno, il Signore mi ha ordinato di dedicare l’anno successivo a dimorare nella Sua presenza. Per il fatto di poter riconoscere la voce dello Spirito Santo, ho potuto imparare a rimanere sintonizzato su di Lui e ad operare in base alla Sua direziona intuitiva nel mio cammino quotidiano tra le persone.

Imparare a camminare vuol dire anche inciampare, cadere e riprovare, così è anche nel cammino spirituale. Mentre i miei figli hanno imparato a camminare, sono rimasto meravigliato dalla loro determinazione. Non aveva importanza quante volte cadessero o quante escoriazioni si procuravano, non si arrendevano. Camminare era meglio che camminare a gattoni, e loro non hanno smesso di provare prima di avere acquistato dimestichezza nel camminare. Dovremmo avere la stessa convinzione sul fatto che la relazione è molto meglio della legge, se ci vogliamo rialzare quando commettiamo un errore.

Testimonianze di ConfermaNella ricerca della chiave che mi avrebbe aiutato a discernere la voce del Signore, ho letto molti libri

sull'argomento. In quel periodo non ero in grado di riconoscere le indicazioni contenute, ma dopo avere intrapreso il mio dialogo spirituale, sono ritornato su questi libri e ho ripetutamente trovato testimonianze di conferma della mia esperienza. Questo fatto era per me molto importante, perché non voglio insegnare qualcosa

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che non può essere confermata da leader stimati nella Chiesa. Ho trovato tre punti stabiliti da molte fonti:1. La voce di Dio perviene spesso come una voce spontanea o impressione;2. L'occhio interiore è usato da Dio per comunicarci immagini;3. Scrivere queste cose è molto importante.Le seguenti sono alcune affermazioni rappresentative tratte dal libro eccellente di Douglas Wead, dal titolo

"Hear His Voce" (Ascolta la Sua Voce)". Mi è giunta un'impressione...”; “Nella mia mente ho visto una ragazza seduta al tavolo...”; “Ho appuntato i miei pensieri.”

In un articolo della rivista "Charisma", dell'ottobre 1981, è stato chiesto a Larry Tomczak come in pratica giunga a noi la rivelazione spontanea. Ha risposto: 1) Immagini. Dio ha spesso parlato ai profeti attraverso immagini o visioni. Egli potrebbe mettere un'immagine nella vostra mente... 2) La Scrittura. Dio parla attraverso specifici versetti biblici che vengono alla mente. Egli potrebbe imprimere parte di una versetto o una referenza nella vostra mente. 3) Una parola. Dio potrebbe riportare alla vostra mente una parola specifica o parte di un consiglio che non sono pervenuti come risultato di un processo dettagliato di pensiero. Questa parola è più spontanea ed è data come se calata nella vostra mente. I pensieri che provengono dal Signore in questo modo sono di solito non premeditati, a carattere spontaneo, e giungono più come un flash, senza una sequenza logica; mentre, quando pensiamo consciamente, o anche fantastichiamo, connettiamo di solito i nostri pensieri l'uno con l'altro." (enfasi aggiunta in italico).

A questo proposito, John Patrick Grace, nel suo libro “Hearing His Voice” (Udire la Sua Voce, Ave Maria, 1979), fa riferimento a certo numero di leader stimati. Oral Roberts ha affermato che alle volte la voce di Dio perviene come una “voce interiore udibile”. Altre volte, questa giunge come “parole impresse più tranquillamente nel mio spirito”. E altre volte ancóra, si manifesta semplicemente in forma di “impressioni profonde.” Il Dr. Roberts ha ricevuto numerose visioni dal Signore, e ha scritto le parole che ha ricevuto quando è stato istruito dal Signore a farlo.

Francis MacNutt ha affermato: “Il modo in cui sono guidato...è intuitivo. Sentimenti viscerali. Istinti”. Ben Kinchlow, del "Christian Broadcasting Network", ha detto: “Quando Dio mi parla nello Spirito, la Sua voce si traduce da sé in pensieri che non sono in grado di produrre nella mia mente. Quindi, quando dico 'ho udito il Signore' oppure 'il Signore mi ha parlato', intendo dire che Lui mi ha parlato attraverso un sentimento nel mio spirito, che è stato tradotto in un pensiero nella mia mente. E il pensiero porta con sé quello che i giovani chiamano 'una frecciata', qualcosa che ti arriva come la cosa giusta.”

Secondo Glen Clark, fondatore di "Camps Farthest Out", l'arte di Gesù che abbiamo trascurato è il Suo uso dell'immaginazione. Nel suo libro "The Soul's Sincere Desire” ha scritto: "Gesù osservava la realtà attraverso le lenti dell'immaginazione divina. L'immaginazione è il potere che tutti noi abbiamo per vedere armonie, unità e bellezze, lì dove le menti non immaginative non vedono nient'altro che discordie, separazioni e bruttezze. L'immaginazione umana non è altro che una finestra o una porta che, quando spalancata, fa arrivare il fiume divino di vita nella nostra vita.”

Parole come queste, pronunciate da stimati uomini di Dio, con una riconosciuta capacità di udire la voce di Dio, mi incoraggiano a continuare l'uso dei pensieri spontanei, delle visioni, e dello scrivere, come mezzi per stabilire una comunione con il Signore. Vi invito quindi a iniziare l'uso di questi quattro elementi nella vostra preghiera: tranquillizzatevi, rivolgetevi alla spontaneità alla visione e al diario di preghiera. Provateli almeno due volte alla settimana, come esperimento, per i prossimi tre mesi. Agite in fede, e permettete a Dio di parlarvi in prima persona. Mettete da parte i vostri dubbi per questi tre mesi, poi tornate ad esaminare i risultati. Sono certo che se lo farete sarete persuasi di essere veramente in contatto con lo Spirito Santo e di dialogare con Dio Onnipotente. Darete a Lui la possibilità di essere vostro Amico?

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6Modelli Biblici perAvvicinarsi a Dio

Gli strumenti del tranquillizzarsi, rivolgersi alla spontaneità, guardare le visioni di Dio, e il diario di preghiera, hanno prodotto una grande libertà nella mia comunione con il Signore Attraverso di questi ho potuto dialogare con Lui la maggior parte del tempo. Tuttavia, ci sono state occasioni in cui non sembravo potermi avvicinare al Signore. Non ero proprio in grado di stabilire un contatto spirituale. Ero confuso e non riuscivo a capirne il motivo. Sapevo che dovevo armonizzare il mio cuore con la voce del Signore, ma nessuno mi aveva mai detto come poterlo fare! Dopo avere provato per lungo tempo, il Signore mi ha ricordato del modo da Lui stabilito per chi cerca la Sua presenza diretta. Questo modo è rappresentato nel Tabernacolo di Mosè.

Il Tabernacolo è un soggetto molto importante nella Bibbia. Ci sono oltre cinquanta capitoli che parlano solo di questo, e che superano la somma dei capitoli nei vangeli di Matteo e di Marco! Questo mi fa capire che il Tabernacolo è considerato da Dio molto importante. Il Tabernacolo era fondamentale per gli Ebrei nel raffigurare la presenza di Dio: raffigurava il modo in cui Dio voleva essere avvicinato da Israele. È anche importante per noi, in qualità si copia, figura, e modello delle cose celesti, come è indicato in Ebrei 8:5. Il Tabernacolo illustra anche le preparazioni necessarie per entrare alla presenza di Dio. Il mio studio del Tabernacolo mi ha quindi fornito lo strumento per armonizzarmi, che avevo cercato da lungo tempo.

Ognuna delle tre parti del Tabernacolo corrisponde alla triplice natura umana. Il Cortile esterno raffigura il corpo; il Luogo santo illustra l'anima; e il Luogo Santissimo rappresenta lo spirito umano. All'interno del Tabernacolo c'erano sei elementi di arredo, e ho trovato che ognuno rappresenta un aspetto del mio avvicinarmi a Dio.

Il Cortile EsternoIl Cortile Esterno era una larga area aperta intorno alla tenda che conteneva il Luogo Santo e il Luogo

Santissimo. Riceveva la luce naturale del sole e della luna. Questo Cortile esterno corrisponde al corpo umano, dove riceviamo la conoscenza attraverso i cinque sensi fisici.

Nel Cortile esterno c'erano due arredi: l'altare di rame e la conca di rame. L'altare di rame era situato direttamente davanti alla porta. È qui che gli agnelli erano sacrificati per fare l'espiazione dei peccati del popolo. Questo altare non poteva essere evitato. Nel ricercare la presenza di Dio, dobbiamo fermarci all'altare di rame e offrire il sacrificio adeguato.

L’altare di Rame

*Permission to reproduce the drawings in this chapter has been graciously given by the G. T.Luscombe Company. They sell a set of twelve full-color transparencies of the Tabernacle and its

furniture which can be ordered from your local Christian bookstore or directly from G.T. LuscombeCompany. Inc. (P.O. Box 622, Frankford, IL 60425).

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L'altare di rame rappresenta la croce, direttamente dentro alla porta della salvezza. Indica sia la nostra decisione iniziale nel riconoscere Gesù quale Signore della nostra vita, sia il sacrificio quotidiano nell'offrire noi stessi come sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio (Ro. 12:1,2). Come Egli ha offerto Sé stesso in sacrificio per noi, Gesù ora ci chiede di offrire noi stessi a Lui. Paolo ha affermato: "Io sono stato crocifisso con Cristo" (Ga. 2:20).

Siamo spesso tentati di evitare l'altare di rame. Vogliamo evitarlo il più possibile perché brucia! Simboleggia la morte della nostra carne, il rinunciare alle nostre pretese e il desiderare solo la volontà di Dio. Questa deve essere un'esperienza giornaliera. Non possiamo evitarla. Se ci mettiamo davanti al nostro diario di preghiera e non abbiamo abbassato la nostra volontà, la sola voce che verrà dal nostro spirito sarà la nostra. Sentiremo solo il nostro cuore dire quello che vuole. Mostreremo allora il nostro giornale e diremo: "Vedi? Dio ha detto che posso avere tre Cadillac!" Ma questa sarà solo la nostra voce, non quella del Signore. Dobbiamo riconoscere la signoria di Gesù sulla nostra vita, se vogliamo fare l'esperienza di una vera comunione con Lui.

Il secondo arredo nel Cortile Esterno era la conca di rame. Questa era una conca circolare dove i sacerdoti si lavavano dopo avere sacrificato gli agnelli. Aveva due livelli, cosi che essi potevano lavarsi le mani e i piedi. Era fatta di bronzo molto lucido, lo stesso che le donne usavano come specchi.

La Conca di Rame

La conca di rame rappresenta la Parola di Dio. In Efesini, Paolo parla che siamo lavati dall'acqua della Parola. La Logos ha una effetto purificante sulla nostra vita. Le contaminazioni della carne sono lavate quando agiamo in obbedienza ai chiari comandi della Scrittura. Non è necessaria alcuna rivelazione particolare per comprendere e obbedire ai comandamenti di Dio. Non serve organizzare una riunione di preghiera per discernere il significato del "non commettere adulterio." Nel Cortile Esterno, Dio ci parla attraverso i sensi naturali. La nostra mente è in grado di comprendere i comandamenti di Cristo; e, nell'obbedirli, la nostra vita è purificata e diviene più simile al nostro Maestro.

Giacomo paragona quelli che odono la Parola e non la obbediscono a un uomo che si guarda allo specchio e dimentica presto il suo volto. Da questo comprendiamo perché la conca di rame era fatta dagli specchi donati dalle donne israelite: rappresenta la Parola di Dio, che rivela la contaminazione in noi. Come lo specchio è utile solo se agiamo in base a quello che ci fa vedere, allo stesso modo dobbiamo agire in base alla Parola di Dio, se vogliamo che questa sia efficace nella nostra vita.

Il Luogo SantoAll'interno del perimetro del Cortile Esterno era situata una tenda bellissima ricamata che ospitava il Luogo

Santo e il Luogo Santissimo. Il Luogo Santo rappresenta la nostra anima. Le pareti erano composte da diversi strati: quello più interno era formato da un telo di lino fine ritorto, di colore blu, viola e scarlatto, ricamato con figure di cherubini. Questo telo era ricoperto da uno strato di pelo di capra, sopra cui c'era una copertura di pelle di montone tinta di rosso, e sopra questa un'altra copertura di pelli di tasso. Nessuna luce naturale era in grado di penetrare la tenda.

All’interno del Luogo Santo erano situati tre arredi: la tavola dei pani, il candelabro a sette bracci, e l'altare dell'incenso. La tavola dei pani era alla destra dell'entrata del Luogo Santo. Questa tavola era alta solo 67,5 cm

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ed era tutta rivestita d'oro. Sulla tavola erano poste dodici piccole forme di pane non fermentato e utensili fatti di oro puro. Il pane rimaneva sulla tavola per una settimana, dopo di che erano mangiato da Aronne e i suoi figli.

La farina era finemente macinata in modo da ottenere pane non fermentato; allo stesso modo la nostra volontà deve essere macinata finemente nel consacrarci totalmente al Signore. Il mangiare insieme, come facevano i sacerdoti, rappresenta la condivisione e la comunione che abbiamo nel Corpo di Cristo.“Il ferro affila il ferro, così l'uomo affila il volto del suo compagno” (Pr. 27:17). La nostra relazione cristiana affina le nostre volontà. In questo modo, il nostro Io e la nostra volontà lasciano spazio a una relazione fraterna e amorevole.

Gesù vuole che il nostro egocentrismo sia eliminato e che i nostri cuori siano consacrati a Lui. È solo quando rinunciamo a “rivendicare” un diritto su noi stessi, e desideriamo fare la Sua volontà, che possiamo udire la Sua voce con purezza di cuore.

Il candelabro a sette braccia, finemente ornato, era situato davanti alla tavola dei pani, al lato sinistro del Luogo Santo. Era formato da oro battuto e la sua fiamma era alimentata da olio. Questo candelabro provvedeva l’unica luce per il Luogo Santo.

La Tavola dei Pani

Il Candelabro

Il Candelabro rappresenta la nostra mente illuminata dallo Spirito Santo mentre studiamo la Parola. L’oro battuto indica l’esercizio della nostra mente. Come l’oro era forgiato e modellato in una forma precisa, così i nostri atteggiamenti mentali sono formati sotto l’illuminazione dello Spirito Santo. Egli ci può parlare attraverso di questi, allinearli e perfezionarli.

Il libro di Luca è stato scritto in questo modo. Luca afferma: “Poiché molti hanno intrapreso ad esporre ordinatamente la narrazione delle cose che si sono verificate in mezzo a noi…è parso bene anche a me, dopo aver indagato ogni cosa accuratamente fin dall'inizio, di scrivertene per ordine…affinché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate” (Lu. 1:1-4). In altre parole, Luca ha studiato attentamente tutto

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il materiale che ha potuto trovare riguardo Gesù; lo ha analizzato e organizzato sotto l’illuminazione dello Spirito Santo, e ha scritto il risultato del suo lavoro.

Di solito, preparo le mie predicazioni in questo modo. Dopo avere consultato attentamente ogni Scrittura su un dato argomento, organizzo il materiale in uno schema. Tutte le ricerche, le analisi, e i ragionamenti, sono fatti in dipendenza dallo Spirito Santo. Egli alita sulla mie mente la Sua sapienza e conoscenza.

L’illuminazione derivata dalla Parola è l’esperienza di quasi tutti i cristiani. Nello nostro studio della Bibbia, un versetto sembra emergere improvvisamente, con un significato e un’applicazione specifici alla nostra vita. Allo stesso modo, possiamo imparare a dipendere dal soffio dello Spirito Santo in tutto il nostro modo di pensare. Egli è in grado di guidare il nostro ragionamento, e di aiutarci a formulare conclusioni spirituali e sapienti. Nel sottomettere la nostra mente a Gesù Cristo, l’olio dello Spirito Santo illumina ogni nostro pensiero. Ho imparato a permettere all’intuizione e alla spontaneità di fluire nel mio processo di ragionamento, permettendo al mio cuore e alla mia mente di operare insieme, come il candelabro a sette bracci.

L’ultimo arredo nel Luogo Santo era l’altare dell’incenso, situato di fronte all’entrata del Luogo Santissimo. Ogni lato dell’altare era di dimensioni uguali, ed era ricoperto di oro puro. L’incenso era offerto due volte al giorno su questo altare, di modo che il fumo fragrante potesse salire continuamente a Dio.

Le tre caratteristiche dell’anima sono la mente, la volontà, e le emozioni. La tavola dei pani illustra la signoria di Cristo sulla nostra volontà. Il candelabro rappresenta la Sua signoria sulla nostra mente, e l’altare dell’incenso raffigura la signoria di Cristo sulle nostre emozioni.

I quattro lati dell’altare indicano una vita emotiva perfettamente equilibrata. Questo equilibrio emotivo è difficile da mantenere di fronte a tutte le pressioni della vita: passiamo spesso dall’ottimismo al pessimismo, dalla fede alla paura, dalla gioia alla disperazione. C’è in realtà un solo modo in cui equilibrare e mantenere la nostra vita emotiva, e questo è Gesù. Ci avviciniamo a Lui con l’adorazione, la lode e il ringraziamento.

Paolo ci ha indicato di rendere grazie in ogni cosa. In ogni situazione, Dio è degno della nostra lode. Attraverso l’offerta continua del nostro sacrificio di lode, le nostre emozioni sono posizionate sotto il controllo dello Spirito Santo. Solo Lui può darci questo equilibrio.

L’Altare dell’Incenso

Il Salmista afferma che dobbiamo entrare alla presenza di Dio con ringraziamento e nei suoi cortili con lode (Sl. 100:4). L’adorazione, la lode e il ringraziamento, sono elementi essenziali per avvicinarci a Dio. Le corna dell’altare erano il punto più alto nel Luogo Santo, e alla stessa altezza dell’arredo nel Luogo Santissimo. L’adorazione quindi ci eleva e ci conduce nel Luogo Santissimo, che rappresenta lo spirito umano. La lode e l’adorazione sono il modo migliore per tranquillizzare il nostro cuore e incontrare Cristo interiormente.

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Il Luogo SantissimoUn tendaggio meraviglioso separava il Luogo Santo dal Luogo Santissimo. L’Arca del Patto era l’unico

arredo di questa stanza interna. Nel Luogo Santissimo non erano presenti fonti di luce. Il buio era totale e il Luogo santissimo era illuminato solo dalla luce gloriosa della Presenza del Signore, così come accade anche nel nostro spirito.

Il Luogo Santissimo rappresenta il nostro spirito, dove possiamo avere una comunione diretta con il Signore. Nell’Antico Patto, era permesso solo al sommo sacerdote di attraversare il tendaggio, e solo una volta all’anno, nel Giorno dell’Espiazione. Alla morte di Gesù sulla croce, questo tendaggio, che ci separava dalla presenza diretta del Signore, si è squarciato da cima a fondo, aprendo così la via a ognuno di noi per avere una comunione continua con Dio Onnipotente.

L’Arca del Patto era un contenitore fatto di legno di acacia ricoperto d’oro puro. Al suo interno c'erano le tavole su cui erano stati scritti i Dieci Comandamenti, la verga di Aronne e che aveva germogliato, e una giara di manna (Eb. 9:4). La copertura dell’Arca era chiamata “propiziatorio”, la sede della misericordia. Sopra il propiziatorio erano raffigurati due cherubini modellati in oro puro, uno davanti all’altro, con le ali aperte verso l’alto a copertura del propiziatorio. Mosè ed Aronne si inginocchiavano davanti all’Arca e Dio parlava a loro dal propiziatorio tra i cherubini. L’Arca era un raffigurazione della presenza di Dio, a cui i sacerdoti si accostavano nel loro avvicinarsi a Dio.

La manna nell’Arca era un ricordo della provvidenza soprannaturale di Dio. Durante la nostra attesa alla presenza di Dio, riceviamo la rivelazione diretta da Lui nel nostro spirito; la vita e la forza soprannaturali scorrono in noi, e ci mettono in grado di affrontare con vittoria le difficoltà della vita. Il flusso divino di Dio scorre in noi e attraverso di noi per incontrare le necessità di un mondo che soffre.

La verga di Aronne, che aveva germogliato, era una prova divina dell’autorità che a lui era stata conferita da Dio. La parola di Dio ci conferisce autorità. Quando incontriamo faccia a faccia il nostro Padre Celeste, come ha fatto Mosè, quando udiamo il Suo Spirito parlare al nostro spirito, e quando pronunciamo quello che abbiamo udito, le nostre parole risuonano di autorità divina.

I Dieci Comandamenti rappresentano la legge di Dio, la misura di santità necessaria per avvicinarci a Lui. L’incontro con Dio richiede santità perfetta. Ma ricordiamo cosa c’era sopra le tavole della legge: il propiziatorio, il luogo della misericordia. Gesù Cristo ha compiuto l’espiazione per i nostri peccati. Attraverso il Suo sangue siamo stati purificati e possiamo avere comunione con Dio Santo. Abbiamo quindi l’accesso per presentarci con fiducia al trono della grazia.

Il libro dell’Apocalisse è stato scritto attraverso un'esperienza del Luogo Santissimo. Mentre era nello Spirito, Giovanni ha ricevuto una rivelazione spirituale diretta in visioni, e poi l'ha scritta.

L’Arca del Patto

Abbiamo considerato come il Signore può parlare ai nostri sensi naturali attraverso le indicazioni comprensibili della Scrittura. Nel presentare la nostra mente al Signore, lo Spirito Santo può illuminare i nostri pensieri, darci sapienza e conoscenza soprannaturali. Possiamo quindi ricevere la rivelazione diretta dallo Spirito Santo nel nostro spirito. Ognuna di queste esperienze è molto valida, tuttavia, non intendiamo mettere in

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secondo piano la Bibbia per il fatto che Dio ci parla da Spirito a spirito. Attraverso queste esperienze, vogliamo semplicemente accrescere il nostro amore per la Parola di Dio, durante la nostra comunione con Dio, e avere una conoscenza maggiore del nostro Padre Celeste, in modo da discernere la Sua rivelazione.

I nostri incontri spirituali con Dio non ci rendono migliori di altre persone. Infatti, tutti i tipi di rivelazione sono accessibili a tutti i credenti. Quando lo Spirito Santo parla al nostro cuore, non ci dice nulla su quanto siamo spirituali, ma ci parla solo del Suo amore e della Sua grazia.

Non metto necessariamente in atto la procedura del Tabernacolo ogni volta che prego, ma cerco tuttavia di vivere sempre in linea con i requisiti rappresentati da ogni elemento dei suoi arredi. Quando però ho difficoltà nell'udire dal Signore, quando le mie preghiere sembrano rimbalzare sul soffitto e fare eco nella stanza, allora considero la rappresentazione del Tabernacolo per trovare una spiegazione. Mi metto idealmente davanti a ogni parte dell'arredo e chiedo al Signore di parlarmi. In questo modo, entrando nel Luogo Santissimo, trovo di solito la spiegazione per la mia interruzione di comunicazione con il Signore. Attraverso questo strumento meraviglioso, posso di nuovo sintonizzare il mio cuore per udire quello che il Signore mi vuole dire.

Il Tabernacolo è uno strumento che ci aiuta a vedere la condizione del nostro cuore. Ne facciamo uso per raggiungere il nostro scopo, che è quello di vivere ogni giorno, ogni momento, in comunione con il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.

A conclusione di questo capitolo, vi incoraggio a provare i seguenti esercizi di diario di preghiera. Fate uso della visione, presentatevi davanti ad ogni elemento dell’arredo del Tabernacolo, e chiedete a Dio di parlarvi su come questo elemento interagisce con il momento attuale della vostra vita. Annotate quindi quello che il Signore vi dice.1. Altare — Sono un’offerta vivente?2. Conca di rame — Mi sono purificato attraverso l’applicazione della Parola di Dio?3. Tavola dei pani — È la mia volontà sottomessa davanti a Dio. Cammino in amore e in comunione con il Corpo di Cristo? 4. Candelabro — Illumina Dio la mia mente e mi dà rivelazione mentre studio la Sua Parola?5. Incenso — Offro un sacrificio continuo di lode e di ringraziamento al mio Signore?6. Arca — Sono in silenzio alla Sua presenza, e ricevo le Sue parole nel mio cuore?

Prestate attenzione a tranquillizzarvi alla presenza del Signore prima di iniziare il diario di preghiera, in modo da avere i Suoi pensieri invece che i vostri. Sarete facilmente in grado di notare la differenza. I vostri pensieri saranno molto esigenti, mentre la Sua volontà sarà molto amorevole e gentile. Permettete alle Sue parole di giungervi in prima persona. Abbiate una visione chiara di voi che vi inginocchiate davanti a ogni elemento dell’arredo del Tabernacolo, e visualizzate Gesù in piedi lì che vi parla. Annotate il flusso gentile e spontaneo che si muove nel vostro cuore. Per avere conferma e incoraggiamento, condividete le vostre annotazioni con un amico o due. Chiedete a loro se pensano che queste vengono dal Signore.

La Via Nuova e ViventeL’avere scoperto l’esperienza del Tabernacolo, nella mia vita di preghiera, mi ha dato la possibilità di

sintonizzare il mio cuore a udire il Signore in modo più consistente. Ho imparato che potevo di solito scoprire il motivo della mia incapacità nel mio dialogo con Dio e superarla.Tuttavia, a volte mi sono presentato davanti a ogni elemento dell’arredo del Tabernacolo, chiedendo a Gesù di rivelarmi ogni fallimento nel vivere secondo i fondamenti che questo rappresenta. Ho considerato tutti gli elementi dell’arredo fino ad arrivare al Luogo Santissimo, ma senza convinzione, e quindi non sono riuscito a entrare in dialogo e in comunione con il Padre. Nel riflettere su Ebrei 10:19-22, ho notato che Dio a provveduto una ulteriore sintonizzazione più precisa alla Sua voce. Dal momento in cui ho scoperto e applicato questo versetto alla mia vita di preghiera, non c’è stato un singolo giorno in cui non abbia potuto avere un contatto Spirito a spirito con il mio Signore.

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Ebrei 10:19-22“Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù, che è la via recente e

vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e avendo un sommo sacerdote sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, in piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi per purificarli da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.”

È evidente che con il riferimento del passare “attraverso il velo” lo scrittore si riferisce all’entrare nel Luogo Santissimo. Questo velo era nella tenda e separava il Luogo Santo dal Luogo Santissimo. Lo scrittore di Ebrei indicava la via nuova e vivente aperta da Gesù per farci entrare in comunione e in relazione diretta con il nostro Padre.

Piena Certezza di FedeLa prima frase a cui il Signore mi ha diretto è stata “accostiamoci…in piena certezza di fede” La mancanza

di fede è il fattore numero uno che mi impedisce di udire dal Signore. Alle volte è difficile credere che Dio sia sempre presente, e dubito che Lui si curi abbastanza di una persona insignificante come me, al punto da trascorrere del tempo a parlarmi. Oppure non sono convinto che Lui è realmente il Signore che mi parla attraverso il mio diario di preghiera. Ogni volta che mi avvicino a Lui con il dubbio, non ricevo nulla. “Chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano” (Eb. 11:6). Devo quindi credere che il Signore mi ama e che desidera comunicare con me molto più di quanto io voglio parlare con Lui.

La soluzione a questo fatto è impegnarsi in attività che favoriscano la vostra fede. Dovreste scegliere quelle attività che per voi sono le più efficaci. Cantare e adorare nello Spirito alzano quasi sempre il mio livello di fede, al punto in cui sono in grado di avvicinarmi a Dio. Offro dunque un sacrificio di lode fino a che tutto il mio essere è nuovamente convinto della bontà e misericordia di Dio.

Il mio livello di fede cresce quando uso la visione e vedo con gli occhi del mio cuore le realtà spirituali di Cristo in me. La Bibbia è molto chiara sul fatto che, attraverso lo Spirito Santo, Cristo è presente in ogni credente. Per questo, posso rileggere le promesse della bibbia, specialmente quelle riferite all’amore di Dio e al Suo desiderio di avere comunione con noi.

La mia fede è azionata anche quando torno a leggere nel mio diario di preghiera quello che il Signore mi ha detto. Un altro strumento efficace per incoraggiare la fede, specialmente all’inizio della pratica del diario di preghiera, è condividere l’introduzione del diario con persone che voi stimate nel Signore, chiedendo loro se credono che ciò che avete ricevuto proviene dal Signore o meno. Per qualcuno non coinvolto nella vostra situazione è più facile valutare se le annotazioni del vostro diario provengono da Dio o da voi stessi. Se siete credenti impegnati, fondati sulla Parola di Dio, vedrete che quasi sempre queste altre persone confermeranno che le indicazioni sul vostro diario provengono da Dio. Questo incoraggerà la vostra fede.

E, alla fine, al volte faccio semplicemente un passo di fede, e mi abbandono a Colui che è fedele. Prendo la decisione di credere con tutto il mio cuore quello che Dio dice. Affido il mio cuore completamente a Lui. Poi inizio a scrivere quello che ricevo, anche se solo una o due parole. Ricordo a me stesso che posso accettare in fede quello che ricevo, perché potrò in ogni modo verificarlo in seguito. E Dio è sempre lì presente, in attesa di incontrarmi, di parlarmi, e di rendermi partecipe del Suo amore.

Una Coscienza PuraLa frase successiva verso cui il Signore ha rivolto la mia attenzione è stata “accostiamoci…avendo i cuori

aspersi per purificarli da una cattiva coscienza.” Alle volte, nel tranquillizzarmi per la preghiera, la mia mente era piena di colpevolezza per qualche peccato inconfessato. Nonostante cercassi di ignorare questa sensazione o di evitarla, non potevo udire la voce del Signore al di sopra della mia stessa coscienza. La mia mente vagava da un argomento all’altro, cercando di dirigere la mia attenzione verso qualsiasi altra cosa che non fosse questa mia sensazione di colpevolezza.

È impossibile avvicinarsi a Dio con peccati inconfessati e nascosti nella nostra vita. “Carissimi, se il nostro cuore non ci condanna, abbiamo fiducia davanti a Dio” (1 Gv. 3:21). Se il nostro cuore ci condanna, non

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possiamo avvicinarci a Dio con fiducia, ma possiamo farlo con l'ammissione di peccato e il pentimento. Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele da perdonarci. Il sangue di Gesù Cristo ci lava e ci purifica da ogni ingiustizia.

Quando mi pento, evito di fare grandi promesse di obbedienza maggiore in futuro. L'obbedienza è il mio desiderio ma conosco anche le mie debolezze e che non c’è la forza in me per fronteggiare le pressioni di satana. Se cerco di farcela da solo, la mia motivazione sarà sbagliata perché cercherò di perfezionare con le mie forze la mia salvezza, quando invece è Gesù l’Unico che può santificarmi. Non dico: “Mi dispiace, e prometto di non farlo più.” Ammetto piuttosto che anche se io sono debole, Lui è forte. La cosa più vicina a una promessa è per me quindi dire: “Per la tua grazia, cercherò di camminare in santità davanti a Te.”

Devo smettere di guardare a me stesso e concentrarmi invece su Gesù. Mel Tari, nel suo libro meraviglioso “The Gentle Breeze of Jesus” (La Brezza Gentile di Gesù), ha detto che, per avere un comunione continua con Gesù, dobbiamo smettere di concentrarci sul nostro sgradevole involucro, e concentrarci invece sul nostro amorevole Gesù. Se continuo a guardare me stesso, non mi avvicinerò mai a Cristo. Ma se guardo a Gesù, Lui mi attira a Sé. Innalzando Cristo nei nostri pensieri, riconoscendo che Lui è l’Autore e il Perfezionatore della nostra fede, sapendo che solo attraverso la Sua forza possiamo rimanere integri, permettiamo a Lui di operare la Sua volontà in noi e attraverso di noi. Il Suo amore ci fa passare attraverso il velo nel luogo dove possiamo dialogare con Lui faccia a faccia, come si parla con un proprio amico.

Lavati per l’Ubbidienza alla RhemaIl terzo requisite che ho notato è: “accostiamoci…avendo … il corpo lavato con acqua pura.” Efesini 5:25,26

ci dice che “Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla, avendola purificata col lavacro dell'acqua per mezzo della parola [rhema].” Quando Dio ci parla in preghiera, dobbiamo permettergli di purificarci, mentre noi applichiamo e pratichiamo la rhema. Ho spesso notato nella mia stessa vita, e in quella dei miei studenti, che Dio non ha più altro da dirci se non abbiamo ubbidito all’ultima parola che ci ha detto. La Sua grazia ci permette di continuare a comunicare con Lui per un certo periodo, ma arriviamo al punto in cui o ubbidiamo o abbandoniamo ogni nuova comunicazione con Lui.

Sono tornato al mio diario per cercare una parola dal Signore per quel giorno specifico, e ho solo sentito il Signore dirmi: “Voglio che fai quello che ti ho detto di fare ieri.” Confrontato da questa risposta inaspettata, non ho potuto fare altro che chiedere perdono, terminare il mio tempo di preghiera, e ubbidire. “L’ubbidienza è migliore del sacrificio” (1 Sa. 15:22). Dio non è interessato a quante ore trascorriamo con Lui se poi ascoltiamo e non ubbidiamo.

Un Cuore SinceroAlla fine, il Signore mi ha condotto alla prima parte del versetto 22:“…accostiamoci con cuore sincero…” Il

nostro cuore deve essere sincero quando ci avviciniamo a Dio. Non ci devono essere ipocrisia, inganno o falsità. Non possiamo cercare di nascondere nulla a noi stessi o al Signore. Questo non è per me di solito un problema, perché sono una persona abbastanza diretta: dico esattamente quello che penso, e tendo ad essere piuttosto autentico. Ma in un’occasione il Signore mi ha mostrato la falsità del mio cuore.

La chiesa che curavo come pastore era convinta di essere stata chiamata dal Signore a organizzare una raccolta di denaro per saldare il mutuo di 60.000 dollari. Ad ognuno dei membri è stato chiesto di trascorrere del tempo in preghiera, per vedere cosa avrebbero potuto fare per sostenere questa raccolta d fondi. Sapevo che non c’era nulla che potessi fare. La mia famiglia era sostenuta da un salario pastorale molto basso. Non avevamo risparmi e il nostro conto in banca registrava zero dollari alla fine di ogni settimana. Quello che entrava ero subito speso per pagare le fatture. Non mi sono neanche scomodato a pregare perché sapevo che non avevamo nulla da dare.

Poi ho avuto un improvviso pensiero (spontaneo?): avrei dovevo vendere la casa a due piani di nostra proprietà e dare il ricavato alla chiesa. Ho pensato che questa fosse una soluzione senza senso, non poteva certo venire da Dio. Non ero in preghiera quando ho avuto questo pensiero. Era solo un’idea insensata. Di conseguenza, per diversi giorni non ho neanche chiesto al Signore se questo pensiero provenisse da Lui. Come

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vedete, non ero in realtà intenzionato a saperlo. Alla fine, mi sono arreso e Gli ho chiesto se voleva che vendessi la casa per dare i soldi alla chiesa. Quando mi ha risposto “sì” sono rimasto male e frustrato. La mia prima reazione è stata: “Al mio diario di preghiera non ho mai comunque creduto!”

Non credevo neanche di dovere avere un’assicurazione, quindi la casa era stato il mio investimento per il futuro. L’avevo quasi interamente costruita da me, perciò il mutuo era basso e poteva essere ripagato quando ancóra mia moglie ed io eravamo giovani. In seguito, la casa poteva essere affittata e provvedere un’entrata mensile per sostenere la mia famiglia, nel caso mi fosse accaduto qualcosa, o rappresentare una risorsa in età avanzata. E ora Gesù mi chiedeva di vendere la mia sicurezza e di dare tutto il ricavato alla chiesa!

Ero talmente contrariato che non ho parlato con il Signore per diversi giorni. L’argomento era semplicemente fuori discussione. Alla fine, mi sono calmato abbastanza per ripresentare di nuovo la questione: “Signore, vuoi veramente che vendo casa?” E Lui mi ha spiegato il perché: per me era diventata un idolo. Cercavo sicurezza in questa piuttosto che il Lui. La mia fiducia era in una massa di cemento e legno invece che in Dio vivente. Ci ho riflettuto per un pò e poi ho deciso che la Sua era una buona osservazione. È sempre così! Allora, cosa mi stava dicendo di fare? “Vendere casa, pagare il mutuo, e dare il resto alla chiesa.”

Ci ho riflettuto ancóra e poi mi sono convinto. “Bene - ho detto - ma tu dovrai prenderti la responsabilità della mia famiglia! E se da vecchio morirò di fame, sarà colpa Tua!” Lui è sembrato più che disponibile a prendersi la responsabilità.

Il Signore mi ha indicato come mettere in vendita la casa e che prezzo chiedere. Inoltre, pensavo di avere un’alternativa, perché credo fermamente nel chiedere consiglio ad altri nelle maggiori decisioni della mia vita. Ero convinto che nel presentare questa idea strana al mio consiglio degli anziani di chiesa, loro avrebbero visto la stoltezza di questa decisione, e mi avrebbero consigliato di non vendere la casa. Ma quando ho chiesto la loro opinione, entrambi hanno creduto che fosse stato Dio a parlarmi. Grazie tanto per i consiglieri spirituali! Con amici come questi, chi ha bisogno di nemici?

Abbiamo fatto come il Signore aveva detto e abbiamo aspettato le telefonate. E aspettato ancóra. Dopo sei o otto mesi di annunci senza risposta, il Signore ci ha detto: “Toglietela dalla vendita.” Non mi interessava più se la vendevamo o meno. Nel mio cuore, la casa non era più mia. Gesù mi ha quindi detto: “È questo che volevo dopotutto. Ora la tua fiducia è in Me, non nell’edificio. La casa non è più un idolo nella tua vita. L’hai data a me, e ora te la restituisco; amministrala per Me.”

Prima di agire in base a questa nuova rhema, l’ho presentata nuovamente ai miei collaboratori anziani, che di nuovo sono stati d'accordo nell’affermare che era stato Dio ad avermi parlato. In fondo, la sottomissione a loro non era così dura!

Mi veniva in mente Abrahamo: Dio gli aveva chiesto di lasciare la cosa più importante della sua vita, suo figlio. Abrahamo è stato disposto a farlo, con la fiducia che Dio alla fine sarebbe intervenuto per il meglio, e per questo Isacco gli è stato restituito. Il Signore non era interessato al sacrificio di un ragazzo o di un edificio. È solo interessato alla purificazione del nostro cuore

Queste quattro cose: un cuore sincero, piena certezza di fede, un cuore purificato da una cattiva coscienza, e il corpo lavato con acqua pura, erano gli elementi finali che mi aprivano chiaramente la via per avere giorno dopo giorno, momento dopo momento, una comunione intima con il mio Signore.

Mantenere il Vostro Cuore PuroIl Signore non è l’Unico a volere comunicare i Suoi pensieri spontanei alla nostra mente. Mentre Colui che è

Santo è conosciuto come il Consolatore, il nemico è conosciuto come Accusatore. Satana cerca ancóra di introdurre nella nostra mente pensieri negativi, amarezza, scoraggiamento e risentimento. Vi accuserà e vi dirà che siete dei peccatori incalliti, che siete indegni di entrare alla presenza di un Dio santo. Vi ricorderà delle vostre mancanze e dei peccati che avete già confessato. Cercherà di convincervi che non c’è perdono per uno come voi, che il sangue di Gesù Cristo non è sufficiente a coprire i vostri peccati.

Quindi, questo Mentitore inizierà a lanciare accuse sulla vostra famiglia, sui vostri fratelli e sulle vostre sorelle nel Corpo di Cristo, la Chiesa. Vi dirà che sono tutti ipocriti, che mettono una bella maschera per

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nascondere i loro cuori malvagi. Vorrà convincervi che nessuno vi ama veramente, e che la loro cortesia serve solo a prepararvi per il giorno in cui approfitteranno di voi. Vorrà farvi credere che siete gli unici ad essere sinceri nei confronti del Signore, e che siete migliori di tutti gli altri.

Alla fine, l’Ingannatore attaccherà con le sue parole menzognere il Signore. Dirà che Dio non è amore ma collera, non misericordia ma giudizio. Vi dirà che Dio non si interessa così tanto a voi al punto di volervi incontrare. Farà riferimento alle ingiustizie e alle tragedie di questo mondo, come prova del fatto che Dio non è interessato alle vicende umane.

Vi sembra di avere già sentito queste parole? Qualcuno di questi pensieri vi è già passato per la mente senza essere stato invitato? È stato un giorno veramente glorioso di liberazione e di vittoria, quando ho finalmente capito che era l’Accusatore la fonte di questi pensieri e che, perciò, non era costretto a seguirli! Per l’autorità del Signore Gesù Cristo, posso rifiutare le parole del nemico e rimpiazzarle con la pace del Consolatore. Continuo a vigilare sul mio cuore, proteggendolo dalle menzogne di satana.

Vigilo anche di modo che nessun spirito negativo di altre persone si trasferisca a me. È così facile esser e trascinati nell’amarezza, nel risentimento, e nella disperazione, dalle conversazioni di chi mi è intorno. Per quanto possibile, evito le persone che sguazzano nella disperazione e nel criticismo. Continuo invece a riunirmi con altri credenti interessati a incoraggiarsi all’amore e alle opere buone (Eb. 10:24,25). Se devo con le persone il cui spirito tende a deprimermi, prego che il Signore mi sia di scudo, per proteggere il mio spirito dalle loro insidie, e per vincerli con lo Spirito di Cristo. Ritengo ferma la confessione della mia speranza, spando che è fedele Colui che ha fatto le promesse (Eb. 10:23).

Quando il Signore Non ParlaHo detto ripetutamente che il Signore parla sempre e che lo possiamo udire se i nostri cuori sono sinceri. Ci

sono almeno quattro eccezioni a questa affermazione, quattro ragioni per cui il Signore non risponde alle nostre richieste oppure le esaudisce.Come abbiamo già notato prima, Dio non ci parla se non abbiamo ubbidito alla Sua ultima parola. Il re Saul stesso si è trovato in questa situazione. Ha disubbidito ripetutamente alla Parola che il Signore gli aveva rivolto attraverso il profeta Samuele. Alla fine, il Signore ha detto: “È abbastanza. La tua disubbidienza è costata a te e alla tua famiglia il trono. Non udrai più da Me.” La volta successiva, Saul ha avuto un problema, e si è rivolto al Signore per ricevere sapienza “ma l'Eterno non gli rispose né attraverso sogni né mediante l'Urim né per mezzo dei profeti” (1Sa. 28:6).

Occasionalmente ho visto con tristezza studenti che hanno udito che Dio gli chiedeva qualcosa di difficile da compiere, e che hanno rifiutato di farla. Progressivamente i loro cuori sono diventati insensibili, e si sono rivolti contro a quella che sapevano essere la voce del Signore, perché non erano disposti a ubbidire. Tuttavia tali incidenti sono rari, e quasi tutti quelli che odono dal Signore imparano a prendere forza da Lui e ad ubbidire anche nei compiti più difficili.

Quando la Cosa Non Ci RiguardaIl Signore non parla per soddisfare le nostre domande. Non si sente costretto a rispondere. Non intende

rendersi disponibile come nostro preveggente personale. Ci sono molte cose che Egli sceglie di non rivelarci, e se noi insistiamo in una determinata situazione, incontreremo solo il Suo silenzio, ma saremo aperti all’inganno. Generalmente parlando, Il Signore non ci apre il futuro per farcelo vedere. Ci dirà tutto quello che per noi è necessario sapere, e solo quello che è necessario.

Questo è illustrato nella storia della donna sterile cui è apparso un angelo del Signore che le ha detto che avrebbe avuto un figlio. L’angelo le ha detto di non bere vino o bevanda alcolica, e di non mangiare cibo impuro, perché il bambino sarebbe stato un Nazireo di Dio fin dalla nascita, e che avrebbe liberato Israele dai Filistei.

Quando la donna ha parlato con il marito Manoah risguardo il messaggio dell’angelo, Manoah ha chiesto al Signore di mandargli un angelo per ricevere istruzioni su come dovevano educare questo bambino. Il Signore ha permesso all’angelo di tornare, e Manoah gli ha rivolto insistentemente diverse domande: “Quando la tua

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parola si compirà, quale deve essere lo stile di vita del ragazzo e quali le sue occupazioni?” L’angelo gli ha risposto: “La donna presti attenzione a tutto ciò che le ho detto.” E poi ha ripetuto lo stesso messaggio dato alla donna, quando era venuto la prima volta (Gc. 13:12-14). Manoah insisteva fuori luogo, per conoscere dettagli del futuro che non era necessario che sapesse. Dio quindi ha semplicemente ignorato la domande e non ha dato una risposta.

Motivazioni Impure Dio non risponde se preghiamo con motivazioni sbagliate (Gm. 4:3). Quanto spesso preghiamo che la nostra

vita sia liberata da dolori e afflizioni? Quanto spesso chiediamo protezione per le conseguenze del nostro peccato? Se una circostanza infelice si presenta nella nostra vita, preghiamo immediatamente che sia rimossa, senza cercare i modi con cui crescere attraverso la nostra sofferenza.

La Bibbia dice che “ci vantiamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce perseveranza, la perseveranza esperienza e l'esperienza speranza” (Ro. 5:3,4). All’aumentare del fuoco nella fornace della circostanze della vita, più impurità sono bruciate via da noi e un carattere integro è formato in noi. Quando siamo quindi confrontati dall’afflizione non è di solito saggio pregare che questa sia rimossa. Prima di tutto, dovremmo cercare Dio. Personalmente, ho avuto la mia maggiore crescita durante i periodi in cui ho affrontato grandi afflizioni.

Consumati dallo spirito commerciale del nostro secolo, quanti di noi desiderano benedizioni materiali al sopra di quello che realmente ci serve come sostentamento per la nostra vita? Se pensiamo solo alla nostra propria agiatezza e soddisfazione, è questo che chiederemo e reclameremo. Credo che Dio vuole benedirci materialmente e finanziariamente, non per soddisfare i nostri desideri egoistici, ma di modo che possiamo essere una benedizione per gli altri. Egli ci fa essere amministratori di molto, se siamo sapienti e compassionevoli, se doniamo ai bisognosi, alle vedove e agli orfani, e utilizziamo le Sue risorse per estendere il Suo regno sulla terra.

Dio è interessato ai valori eterni, non alle soddisfazioni temporanee. È interessato a un carattere provato, onesto e santo, e alla guarigione della nostra anima e del nostro spirito, molto più che alla comodità della nostra carne. Quanto le nostre preghiere sono dirette alla soddisfazione della nostra carne, potremmo non ricevere la risposta che cerchiamo. Di conseguenza, quando affrontiamo un’afflizione o una situazione infelice, dobbiamo prima cercare la rhema e chiedere a Dio di mostrarci come pregare. Quando poi pregheremo in accordo con la volontà di Dio, potremo essere certi che Lui ci risponderà.

La Necessità del DigiunoIl digiuno purifica non solo il corpo dalle scorie tossiche, ma anche lo spirito, di modo che questo possa più

facilmente elevarsi alla presenza del Padre. Se mi sembra di non riuscire ad arrivare a Dio, il digiuno mi aiuta ad avere una maggiore sensibilità spirituale. Mi sono sempre reso conto che Dio si è avvicinato a me, o io a Lui, dopo un periodo di digiuno. Molti dei passi più importanti di crescita nella mia vita sono stati realizzati attraverso periodi di digiuno.

Isaia 58 è il capitolo più importante della Bibbia riguardo al digiuno: ne descrive le motivazioni errate, quelle autentiche, e i risultati di un digiuno corretto. Ai versetti 9 e 11 ci è promesso: “Allora chiamerai e l'Eterno ti risponderà, griderai ed egli dirà: Eccomi!...L'Eterno ti guiderà del continuo.”

Il digiuno era una consuetudine nella vita di preghiera della Chiesa fin dall’inizio. Nel libro degli Atti, Pietro, Paolo, o tutta la Chiesa insieme, son visti spesso digiunare.

Ci sono diversi tipi di digiuno e di digiuno parziale. Un digiuno totale consiste nell’astinenza totale da cibo e bevande. Questo digiuno totale dovrebbe durare non più di tre giorni. Un digiuno normale presuppone l’astinenza da tutto meno che dall'acqua. Un’alternativa a quest’ultimo è nel bere succhi di frutta e altri liquidi salutari e astenersi dal cibo solido. Questi tipi di digiuno dovrebbero essere prolungati non più di quaranta giorni. Può essere efficace anche un digiuno parziale. Si potrebbe digiunare ogni giorno fino a una data ora o digiunare un pasto al giorno. Oppure si può utilizzare il digiuno di Daniele, fatto di vegetali e acqua.

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Il Signore vi guiderà verso il tipo di digiuno più opportuno. Egli potrebbe anche chiamarvi in certe occasioni a un digiuno speciale di quaranta giorni. Non dobbiamo essere legalisti sul digiuno, ma sensibili alla guida dello Spirito Santo in questa area speciale di preghiera.

Prima di iniziare un digiuno, raccomando vivamente la lettura di un libro che ne approfondisca l’argomento. Ho trovato il libro "God's Chosen Fast" (Il Digiuno Scelto da Dio), di Arthur Allis, una risorsa eccellente. Notate, per favore, che persone con problemi cronici di salute come il diabete, che possono essere influenzati dalla dieta, dovrebbero digiunare solo sotto il controllo di un medico.

Non Riesco Ancóra a Udire!Dopo che avrete sperimentato questa preghiera a due direzioni, con l’uso dei fondamenti contenuti in questo

libro, molti di voi si renderanno conto di poter dialogare efficacemente con Dio Onnipotente. Tuttavia, potrebbero verificarsi delle rare occasioni in cui ci sembrerà di essere bloccati nell’ascolto della Sua voce. A volte sediamo tranquillamente con la penna in mano e nulla accade. Ci prende la frustrazione e ci chiediamo cos’è che in noi non va: “Perché non riesco a udire?”

Ci sono diverse cose da verificare in una situazione come questa.• Per primo, accertatevi di avere scritto la domanda a Dio. Vi chiederete: “Perché? Questo è solo un

tecnicismo. Ho già formulato la domanda nella mia mente. Questo è sufficiente.” No, alle volte non lo è! Spesso è importante scrivere la domanda che state pensando, specialmente se siete all’inizio. Questo semplice atto vi darà più libertà e la risposta inizierà a fluire.

• Oppure pensate che Dio non vi stia parlando. In questo caso dovrete aprire il vostro cuore completamente, essere sinceri con l’incontro che state avendo con Dio, e totalmente decisi a incontrarLo ora, in questo momento. Poi iniziate a scrivere ogni parola che ricevete, anche se sono solo una o due. Ricordate che le impressioni dello Spirito Santo sono delicate e facilmente superabili dai vostri pensieri.

Uno studente dalla Finlandia, di nome Pekka, ci aveva scritto su quanto è importante questo atto di fede: «Per me, la chiave per il mio ‘udire’ è stato scrivere! Grazie per questa rivelazione da Habacuc 2:1,2. Ogni volta che inizio a scrivere, esito e penso: “Questo non significa nulla.” Poi Dio mi insegna di nuovo qualcosa. Il punto di inizio è ogni volta mettere la mia penna sul foglio e scrivere il primo pensiero che mi viene in mente, insignificante o strano che possa sembrare. È solo dopo essere stato ubbidiente nello scrivere questo pensiero preliminare che si verifica il flusso.»

A un certo punto ho pensato di poter udire qualsiasi cosa. Mi sono seduto, in frustrazione per diversi minuti, e il massimo che ho potuto ricevere è stata la parola “Io”. Non avrei certo scritto solo la parola “Io”. Ho aspettavo per ricevere di più, poi ho deciso che valeva scriverlo, ma non è arrivava più nulla. Allora, nella disperazione più assoluta, ho semplicemente scritto la parola “Io”. Poi una seconda parola è arrivata alla mia coscienza: “vorrei”. L’ho scritta. Poi ancóra una terza, una quarta, una quinta: “…parlarti di qualcosa…” – e lì ho preso a scrivere velocemente il nostro dialogo. Come potete vedere, stavo ostacolando il flusso, perché non ero disposto a scrivere una semplice parola. Per questo, scrivete in fede qualunque parola vi arriva, con la fiducia che questa guiderà un corso di acqua vivente.

• Controllate per assicurarvi che state veramente ponendo una domanda. Altrimenti, racchiudete la frase in una domanda specifica. Spesso, più la domanda è specifica, più sarete concentrati e meglio potrete riconoscere la risposta divina. Ovviamente, come ho già detto, potreste tendere a essere troppo specifici, oppure alla predizione e ad altre cose che non vi riguardano. Ecco perché dovete mantenere un equilibrio.

• Qualche volta tutto quello che vi sembra ricevere solo le vostre stesse risposte. Non è difficile vedere che queste sono semplicemente i vostri pensieri. Siete voi che predicate un sermone a voi stessi. Quando questo accade, rallegratevi perché almeno siete arrivati al punto di distinguere chiaramente quando una risposta proviene dai vostri stessi pensieri piuttosto che da quelli di Dio!

A questo punto dovete andare più in profondità, tranquillizzarvi ancóra di più, fino a toccate le profondità del vostro cuore, e il flusso divino inizia a scorrere. Riguardate il capitolo sulla tranquillità e imparate a tranquillizzarvi fino a che poi Dio Onnipotente vi guiderà da questo punto in poi. Con la pratica e la

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sperimentazione, sarete in grado di tranquillizzarvi velocemente e facilmente. Infatti, imparerete a rimanere tranquilli di fronte a Dio mentre camminate tra la gente. E questo vuole dire dimorare in Cristo.

La Voce e il FuocoUn ultimo ostacolo che voglio considerare riguarda il fuoco. La voce di Dio si è manifestata con il fuoco in

Deuteronomio 5. Nella Bibbia, il fuoco rappresenta la raffinazione e la purificazione. Un grande impedimento nell’udire la voce di Dio è nell’indisponibilità dei Suoi figli a rimanere nel fuoco e permettere a questo di compiere la sua opera purificatrice, per liberarli dalla schiavitù della carne e portarli alla libertà nello Spirito. La storia degli Israeliti al monte ci illustra questo fatto.

L’onnipotente Yahweh aveva liberato il Suo popolo! Egli aveva detto a Mosè cosa fare e Mosè ha condotto gli Israeliti fuori della schiavitù, attraverso le acque, portandoli sulla terra ferma; e il popolo ha ricevuto la manna dal cielo e l’acqua dalla roccia. Tutto era grandioso! Dio ha provveduto a tutte le loro necessità e ha chiesto poco in cambio.

Il popolo è quindi arrivato al Monte Sinai, e Mosè ha dato a loro la buona notizia: Dio stava per arrivare e parlare con lui, e loro erano invitati ad ascoltare la conversazione. I due giorni seguenti sono stati pieni di preparativi: tutti lavavano i propri indumenti e si consacravano così da essere pronti a udire la voce di Dio.

Il giorno promesso alla fine è arrivato. Nell’accampamento c'era grande attesa e ci si chiedeva: “Come sarà Dio? Sospirerà come una brezza di primavera o tuonerà come una tempesta d’autunno? Possiamo veramente ascoltare la Sua voce e rimanere vivi? Mosè lo può, ma lui è speciale. Pensate che Yahweh voglia davvero parlare con noi? Possiamo avere veramente comunione con Lui? Cosa ci porterà questo giorno?”

Improvvisamente il terreno ha iniziato a tremare. Il monte bruciava, lampeggiavano fiamme, e una fitta nuvola di oscurità era sospesa in aria. Mosè ha portato il popolo più vicino a incontrarsi con Dio, e il popolo era timorosamente ai piedi del monte. All’improvviso si sono voltati e sono fuggiti dal terrore, mentre un suono assordante di tromba annunciava una voce: “Mosè! Mosè Sali sul monte!” La folla osservava impaurita mentre Mosè saliva, e si aspettava che Mosè potesse morire in qualsiasi momento davanti alla grandezza di Yahweh. Alla fine, Mosè è sparito nell'oscurità della nuvola, e il popolo è stato lasciato in attesa.

Mentre il giorno volgeva al termine, alcuni continuavano a osservare ai piedi del monte; altri sono tornati alle loro tende e ai loro lavori abituali. Gli anziani e i capi delle tribù hanno tenuto una lunga assemblea. Proprio quando la teoria degli scettici, che vedevano già la morte di Mosè nell’oscurità, stava prendendo piede, un grido si è alzato: “Ecco, torna Mosè! Mosè sta scendendo! È vivo! Evviva per Mosè!” Mosè era veramente di ritorno e nelle sue mani c’era un messaggio da Dio. Prima che Mosè avesse neanche il tempo di sedersi e riposare, gli anziani lo hanno preso da parte e gli hanno chiesto: “Mosè, dobbiamo parlare.”

“Ora, Mosè” – hanno detto – “questa è stata proprio una bella giornata.” È stata una cosa eccezionale avere visto la gloria di Dio e la Sua grandezza, e abbiamo perfino udito la Sua voce. Questo è stato tutto bello e buono. Ma, questo ci basta! Hai visto quel fuoco? Se Dio ci parla ancóra così, quel fuoco ci brucerà tutti! La gente non può riuscire a sentire Dio che in mezzo al fuoco, come abbiamo fatto noi, e rimanere in vita per raccontarlo. Per questo, ecco cosa vogliamo che fai: Torna indietro a dire a Dio che non vogliamo più che parli con noi. Può dire a te quello che Lui vuole fare, e poi tu lo dici a noi. Promettiamo di fare tutto quello che Lui ci dirà. Così non dovremo più avvicinarci al fuoco. Hai capito, Mosè? Non vale la pena di avvicinarsi al fuoco per udire quella voce!”

Dio ha ovviamente udito le loro parole e ha detto a Mosè: “Quello che questa gente ha detto è buono. Gradirei che il loro cuore fosse coerente con le loro parole per fare quello che hanno detto e ubbidirmi! Allora potrei benedirli insieme ai loro figli, così come vorrei. Ma va e dì loro che farò come hanno detto. Non mi presenterò più a loro. Ma sappi questo, Mosè. Dato che hanno rifiutato la Mia voce, devono avere comandamenti, statuti e giudizi. Se non voglio vivere in comunione, dovranno vivere sotto la legge” (De. 5:28-33, mia parafrasi).

Dio non è cambiato in tutti questi anni da quel giorno determinante al Sinai. Insieme alla voce di Dio, si manifesta ancóra il fuoco di Dio, il fuoco che consuma le scorie e purifica l’oro. Se desiderate la comunione

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con Dio, siate pronti per il fuoco! Decidete che, per voi, la voce di Dio vale il fuoco! Scegliete di sottomettervi alla Sua azione in qualsiasi purificazione della carne Lui richieda.

Un professionista ben educato, di quasi trenta anni, stava imparando a udire la voce di Dio. Quando Dio gli ha comunicato il Suo amore, lo ha ricevuto realmente, come proveniente dal Signore, e si è compiaciuto di essere accolto da Lui. Poi un giorno il Signore gli ha detto: “Phil, ricordi i piatti e l’argento che tu e tua moglie avete rubacchiato dal college per il vostro primo servizio da tavola? Voglio che li riporti indietro!” Oh! Ma questo non poteva essere Dio! Perché? A quel tempo Phil non era neanche cristiano! Pensate che lo avrebbe preso per pazzo? Tutti rubano all’università. Questo non era un grande problema!

Phil mi ha presentato questo messaggio ricevuto da Dio, nella speranza che gli dicessi di dimenticarlo, e che questo non provenisse veramente dal Signore. Ma non potevo. Sapevo, dalla mia stessa esperienza, che insieme alla voce di Dio viene il fuoco. L'ho incoraggiato a considerare che quello che a noi sembra insignificante può essere molto importante a Dio. Fino a che non ubbidiamo a quello che Lui ci ha detto, Lui non ha più nulla da dirci. Purtroppo, Phil ha scelto di allontanarsi dal fuoco e dalla voce di Dio, per vivere un “Cristianesimo normale”, una vita di leggi, regole e tradizioni.

Un altro giovane, che faceva parte del nostro personale pastorale, aveva frequentato una delle mie classi sull’ascolto della voce di Dio. In seguito si è presentato da me deluso. Aveva pregato e chiesto al Signore una direzione per il suo ministero. All’improvviso, il Signore gli ha ricordato di un sistema audio stereo che lui aveva acquistato consapevolmente al mercato nero prima di diventare cristiano. Dio gli aveva detto di vendere lo stereo e dare il soldi alla Sua opera. “Pensi davvero che questo possa essere veramente Dio che parla?”, mi ha chiesto. E ha continuato: “Voglio dire, che a Dio non ho parlato di questo. Gli ho chiesto solo riguardo al mio futuro e, all’improvviso, dal nulla mi è tornato alla mente questo impianto stereo. È veramente Dio che mi parla?” L'ho riassicurato e dopo un po’ di mesi di incertezza, lui ha obbedito e ha messo in vendita lo stereo.

Il Fuoco Purificatore nella Mia VitaIl fuoco ha dovuto compiere una grande opera nella mia vita, e senza la voce di Dio non avrei potuto

sopravvivere alle fiamme. Patti, mia moglie, aveva sofferto per lungo tempo di depressione e inferiorità. Sapevo che i suoi problemi erano il risultato dei suoi errori. Ne avevo anche le prove bibliche. Poi, un giorno, il fuoco mi ha toccato, e ho udito: “Tu sei responsabile di molti dei problemi di Patti. È per la tua mancanza di amore, e cura verso di lei, che lei si trova in questa condizione.” Ho sbattuto in diario di preghiera in terra, brontolando. Mi sono detto: “Non ho mai creduto nel diario di preghiera!” E, irritato, l’ho lasciato lì.

Il giorno dopo ero già più calmo, anche se ero sempre molto scettico. Nel mio dialogo con Dio, ho detto: “Okay,” sfidando Dio, “se ho fatto qualcosa di sbagliato, fammi vedere dove.” Non aspettandomi una risposta, sono stato più che sorpreso e infastidito quando la risposta ha invece riempito due pagine intere!

Dio mi ha mostrato come la mia precedente formazione riguardo alle emozioni mi aveva tagliato fuori dalla parte più importante della mia vita. Avevo sempre creduto che le emozioni fossero imprevedibili, inaffidabili, e che facessero parte della mia natura peccaminosa. Per questo, mi ero imposto a reprimere tutte le risposte emotive, fino al punto in cui queste erano scomparse completamente dalla mia vita. L’amore verso mia moglie era basato su quello che avevo imparato nel college riguardo l’amore agape: questo doveva essere un impegno, una decisione e non un’emozione. Il mio amore per la mia congregazione era un impegno per la loro crescita e edificazione. Il mio amore verso Dio era un impegno di servizio.

C'è dunque da meravigliarsi che lo spirito di mia moglie avesse iniziato a inaridirsi fino a spegnersi? Dato che lei era molto timida e introversa, e non aveva amici intimi, si affidava molto al mio amore per essere sostenuta. Dio mi stava chiamando a riaffermare la mia “cura” per la vita di lei. Questo compito ha trasformato non solo la mia personalità ma anche il mio matrimonio e ministero.

Non sapevo però da che parte iniziare. Ogni cambiamento che aveva fatto verso Dio era stato fatto con una atto della mia volontà. Volevo essere estroverso. Volevo essere entusiasta. Volevo essere un leader. Ma come potevo decidere di provare emozioni? No potevo. Tutti i miei metodi collaudati e autentici di crescita cristiana non mi erano di aiuto. Ho invocato l’aiuto di Dio, e Dio mi ha ascoltato. Mi ha dato quattro obiettivi verso cui impegnarmi: studiare il mio diario di preghiera e vedere come Lui mi aveva aiutato; studiare i Vangeli per

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vedere come Gesù esprimeva amore per le persone; studiare i Salmi per imparare come Davide esprimeva il proprio amore a Dio; e pregare con fede di modo che Dio riabilitasse le mie emozioni.

Per un anno intero mi sono concentrato ad imparare come esprimere cura verso gli altri. Quando ho iniziato, non sapevo neanche cosa fosse il curarsi degli altri. Dio mi ha dato una definizione: Curarsi degli altri è amore espresso ad un livello emotivo piuttosto che intellettuale. Ho di nuovo studiato i Vangeli e i Salmi, e Dio ha iniziato a operare in me. La prime emozioni ristabilite sembravano tutte quelle negative: depressione, paura e risentimento. Per la prima volta, come adulto, mi sono ritrovato a piangere. Notte dopo notte mi sono ritrovato tra le braccia di mia moglie, ricevendo conforto come un bambino, mentre piangevo davanti alla disperazione del mio futuro. Nel provare le mie debolezze, ho sentito che strati del mio orgoglio venivano rimossi, fino a che sono stato totalmente rotto.

Gradualmente è iniziata la guarigione. La gioia e la speranza hanno iniziato a scaturire dalla mia anima. È cresciuto specialmente un nuovo amore e apprezzamento per mia moglie che Dio aveva scelto. Mentre io imparavo a esprimerlo, la morte ha smesso di operare in lei e, con l’aiuto di un counselor, anche lei ha iniziato ad essere guarita.

Il mio ministero era sempre stato caratterizzato da una natura profetica. Questo è un modo simpatico per dire che odiavo il peccato e me la prendevo con i peccatori! La mia chiesa aveva cercato di convincermi che ero troppo aspro, ma io non lo accettavo. Quando Dio mi ha detto la stessa cosa, non l’ho potuta negare.

La Voce di GuarigioneEgli mi ha condotto a Michea 6:8: “O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; e che altro richiede

da te l'Eterno, se non praticare la giustizia, amare la clemenza e camminare umilmente col tuo DIO?” Mi ha mostrato che Lui ama la misericordia e pratica la giustizia. Egli prova gioia a mostrare misericordia, ma la Sua santità richiede che Lui amministri la giustizia.

Per tutta la mia vita ero stato proprio l’opposto: amavo la giustizia e praticavo la misericordia. Il mio approccio con ogni persona e situazione era prima di giudizio e, forse, secondariamente, di misericordia. Dio mi ha mostrato due aspetti della Sua natura: luce e amore. Dio è entrambi giustizia e misericordia, divisione e guarigione, convinzione e conforto.

Nel guardare a Lui, ho visto quanto fosse instabile tutto il mio approccio alla vita. Mi ero concentrato sugli aspetti di “luce” della Sua natura, vivendo nel confronto ed esigendo un precisione infinita di giustizia. Ora Lui mi chiamava a concentrarmi sulle caratteristiche dell'amore: il perdono, la riconciliazione e la grazia.

Nel fare questo, un nuovo spirito ha iniziato a caratterizzare il mio ministero. Dove prima reagivo alle differenze di opinione con il confronto e la separazione, ora iniziavo a cercare la pace e la riconciliazione. Dove la giustizia, secondo la lettera della legge, era stato il mio criterio di rapporto con gli altri, ora l’amore diventava il punto comune intorno al quale ci riunivamo. Dove il giudizio era sempre stato applicato per ogni trasgressione della legge, iniziavo a vedere le misericordia che usciva da me.

Il mio nuovo equilibrio emergente tra giudizio e misericordia è stata messo alla prova quando una ragazza adolescente, affidata alla nostra cura, è stata scoperta in una situazione sessuale compromettente. Tutto in me del mio passato rivendicava una sua punizione. La mia mente componeva sermoni infiniti sulla necessità di purezza e sui pericoli dell’immoralità.

Ma stavo imparando. Prima di affrontare la situazione, l’ho presentata al Signore. Dopo avere presentato al Signore tutti i peccati, la colpevolezza di lei, e la necessità di azione, Lui mi ha semplicemente ricordato la Sua risposta alla donna colta in adulterio: “Neppure io ti condanno; va' e non peccare più” (Gv. 8:11). Il messaggio era chiaro: lei non avevo bisogno di giudizio. Dio l’aveva già convinta di peccato. Ora lei aveva bisogno di sperimentare la Sua misericordia e il Suo perdono dalle mani del Suo servitore.

La mia relazione con il Signore aveva sempre sofferto a causa della mia atrofia emotiva. Senza un vero amore per Lui, non poteva esserci vera comunione e, come gli Israeliti nel deserto, mi ero ritrovato sotto la legge. Cercavo ogni giorno nelle Scritture i fondamenti del vivere cristiano, e ogni settimana ero dietro al pulpito a promuovevo una nuova regola per un cristianesimo di successo.

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In quattro anni, avevo accumulato cinquanta pagine di regole tramite cui cercavo di vivere. Le avevo sistematizzate in quasi trenta direttive generali che avevo stampato sul fronte e il retro di un foglio che avevo plastificato. Ora avevo il Cristianesimo in un sistema. Avevo perfino migliorato rispetto a Mosè, perché avevo trenta comandamenti incisi in plastica!

L’unico problema era che quando mi concentravo per ubbidire al quindicesimo scritto davanti, mancavo di rispettare il quindicesimo sul retro. Quando mi impegnavo a rispettarli entrambi, mancavo di rispettare il primo davanti. Non c’è bisogno di dire che la mia vita cristiana era più frustrazione che gioia.

Mentre lo spirito di pesantezza gravava sulla mia congregazione, ho iniziato a riconoscere quello che la Bibbia mi aveva già detto da tempo: il fine della legge è la morte. La mia mancanza di comunione con il Signore stava portando mia moglie, la mia chiesa e me stesso, sotto la legge, e la morte diventava apparente dovunque mi volgessi. L’adorazione non era più entusiasmante e spontanea. I volontari erano scarsi. I gruppi in casa diminuivano in grandezza e numero. Alla fine, il pettegolezzo, le discussioni e i conflitti conflitti dividevano la nostra chiesa. Purtroppo, non avevo abbastanza esperienza nella misericordia per riparare al danno che i miei anni d‘insegnamento avevano provocato. Il frutto della mia leadership mi si ritorceva contro.

Mentre cercavo di camminare in comunione con Dio, ed essere consapevole del mondo spirituale intorno a me, ho cercato naturalmente ed entusiasticamente di portare con me anche la mia congregazione nel mio nuovo cammino. Ma alcuni dei concetti erano troppo nuovi, e i fondamenti troppo discutibili. Probabilmente non li avevo praticati abbastanza per poterli comunicare a loro. Alcuni della mia congregazione non potevano accettare questa nuova enfasi e hanno risposto come avevo insegnato loro, con giudizio e opposizione. Abbiamo cercato tutti di riconciliare le nostre differenze, ma c’erano troppe offese, troppi risentimenti. Era subito diventato evidente che dovevo dare le dimissioni.

Durante i mesi successivi di inattività, è stato l’ascolto quotidiano da Dio che mi ha sostenuto. Nonostante il nostro cammino passi attraverso il fuoco, Dio è con noi in ogni passo del nostro cammino.

SommarioGesù Cristo ci ha aperto la via per entrare nel Luogo Santissimo, rompendo il velo e aspergendoci con il Suo

sangue. Egli ci ha dato il privilegio di una comunione diretta con il Padre e il Figlio attraverso lo Spirito Santo. La via non è gravosa o complicata. Gesù ha affermato: “Io sono la Via” (Gv. 14:6). È Cristo che compie l’opera. Egli ha versato il Suo sangue e lo ha applicato ai nostri cuori. Egli ha stabilito la fede nei nostri cuori e ci attira a Lui. Noi dobbiamo semplicemente renderci strumenti disponibili a ricevere l’opera completa di Cristo e a dirigere il nostro amore e la nostra attenzione solo verso Lui.

Negli ultimi capitoli, ho presentato diversi concetti che ci aiutano a sintonizzarci precisamente sulla voce del Signore. La seguente è una lista di domande conclusive che potete utilizzare nel distinguere qualsiasi area che vi impedisce di udire Dio parlare. Ricordate che non è necessario consultare questa lista ogni volta che preghiamo. Normalmente, possiamo semplicemente sederci e dire: “Buongiorno, Signore”, e ascoltare la Sua risposta. Ma nelle rare occasioni in cui non ci sembra avere un contatto spirituale con Lui, questa lista ci può aiutare a trovare la causa e correggerla.

L’Esperienza del Tabernacolo 1. L’altare: Mi sono presentato come un’offerta vivente? Ho rifiutato il desiderio della mia carne e presentato me stesso a Dio come strumento di giustizia? 2. La conca di rame: Ho studiato regolarmente la Bibbia e ho ubbidito ai chiari comandi che in questa sono contenuti? 3. La tavola dei pani: Ho proseguito la mia comunione con il Corpo di Cristo, la Chiesa? Il mio egocentrismo è stato sminuzzato attraverso un comunione intima con i miei fratelli e sorelle? Il desiderio più intimo del mio cuore è fare la volontà di Dio?

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4. Il candelabro: Ho presentato la mia mente al Signore di modo che sia illuminata dallo Spirito Santo? Studio la Scrittura con il mio cuore sintonizzato per udire la rivelazione da Dio attraverso di questa? I miei pensieri e ragionamenti sono tutti fondati sulla mia volontaria dipendenza dallo Spirito Santo?5. L’altare dell’incenso: Offro continuamente un sacrificio di ringraziamento e di lode al Signore, di modo che le mie emozioni e reazioni siano sotto il Suo controllo? Oscillo tra alti e bassi emotivamente, oppure ho un atteggiamento continuo di adorazione e di gratitudine che mi mantengono in equilibrio?6. L’arca del patto: Ho imparato a camminare alla presenza ravvicinata di Dio e a udire le Sue parole pronunciate al mio cuore?

Il Diario di Preghiera 1. Ho trovato un luogo tranquillo, libero dalle distrazioni del mondo?2. Ho tranquillizzato il mio spirito? Ho fatto attenzione ai pensieri casuali che potrebbero distrarmi? Sto focalizzando la mia attenzione su Gesù?3. Sono pronto a scrivere il diario di preghiera? Sto facilitando il flusso della rhema attraverso l’annotazione della mia conversazione con Dio?

Sintonia più Precisa 1. Il mio cuore è onesto e sincero? Sono libero da ogni inganno e ipocrisia? Sono onesto davanti al Signore? Ho qualche risentimento?2. Mi avvicino a Dio con fede? Ho preso una decisione qualitativa di credere con tutto il mio cuore a quello che Dio dice?3. La mia coscienza è integra? Ho confessato i miei peccati e ricevuto il sangue purificatore di Cristo? Ho fiducia che Lui mi santifica e mi presenta irreprensibile davanti al Padre?4. Ho ubbidito alla rhema?

Rimuovere gli Ostacoli Interiori 1. Sto ponendo al Signore domande alle quali non vuole rispondere? Sto cercando di ottenere dal Signore informazioni che non mi riguardano? Sto cercando di manipolare il mio diario di preghiera come una palla di cristallo?2. Ho motivazioni oneste? Ho chiesto al Signore in quale modo vuole che prego? 3. Il Signore mi sta chiamando a digiunare per facilitare la risposta?

Voglio ancóra una volta sottolineare che queste domande non devono necessariamente essere all’inizio di ogni mio momento di preghiera. Sono l’eccezione piuttosto che la regola. Anche quando non riesco a raggiungere un incontro spirituale, molto raramente ho necessità di rivedere tutta la lista delle domande. La consapevolezza delle aree potenziali di difficoltà rende comunque più agevole l’identificazione di un possibile problema. Ad ogni modo, la conoscenza di ognuna di queste domande mi ha reso possibile avere una reciproca comunione intima e giornaliera con il Signore, ogni volta che mi rivolgo a Lui.

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7Come Posso Essere Certo

Della Voce di Dio?

La maggior parte degli occidentali sono stati educati a vivere razionalmente, secondo le regole della nostra mente. Ho cercato di detronizzare la mente riconoscendo che questa non è l’organo che riceve la rivelazione da Dio. È il cuore il luogo dell’incontro da Spirito a spirito. Tuttavia, non dobbiamo mai essere dell’idea che, come cristiani, dobbiamo escludere la nostra mente. La mente ha un ruolo molto importante nel nostro cammino spirituale: è l’organo utilizzato per la verifica.

Nel praticare la nostra dimensione spirituale, commetteremo degli errori. La Bibbia riconosce questo fatto e lo accetta. In 1 Tessalonicesi è detto “Provate ogni cosa, ritenete il bene.” Prima di prendere una decisione errata, per poi colpevolizzarci, cerchiamo invece di verificare quello che riceviamo, scartiamo quello che non è da Dio, e prendiamo solo il buono. Commettere errori è umano. La cosa importante è imparare da questi errori.

Il nostro obiettivo, come sempre, è trovare l’equilibrio. Molti di noi tendono a operare agli estremi. C’è chi sottovaluta quelli che affermano di avere esperienza mistiche. Oppure, se in qualche modo, tendiamo ad essere mistici per natura, potremmo ritrovarci a disdegnare quegli “intellettuali presuntuosi che hanno la religione tutta solo nella loro testa”. Nessuno dei due atteggiamenti è appropriato. Dio ha creato sia la testa che il cuore, e ha ordinato che le funzioni di questi due organi siano come complementari. Se cerchiamo di praticare la nostra vita cristiana in base a uno solo di questi due organi, ci troveremo a girare in circolo. Nella nostra comunione con il Signore, abbiamo bisogno del cuore e della mente, della parte razionale e di quella spirituale.

La prima domanda che le persone mi pongono nei miei seminari è: “Come posso sapere che è Dio che mi parla?” E la mia prima risposta è: “Sottoponi la tua esperienza ai tuoi counselor spirituali per avere un loro valutazione e verifica.” A questo proposito, vi presento due esempi che hanno generato nel mio cuore la ferma convinzione della necessità di questa verifica, e il desiderio profondo di praticarla nella mia vita. Il primo riguarda un uomo nella chiesa di cui ero pastore e che la comunità stimava molto per la sua capacità di udire dal Signore e per il suo dono di profezia. A un certo punto, veniamo a sapere che lui aveva ricevuto una “rivelazione” sul fatto che il suo matrimonio non era da Dio, perché né lui né sua moglie erano stati cristiani al momento delle loro nozze. Per questo, gli è sembrato che “il Signore gli avesse detto” che doveva divorziare dalla moglie.

Appena udite queste voci, sono andato a casa sua per vedere se tutto questo fosse vero, e lui ha confermato la sua presunta “rivelazione” e le sue intenzioni. Ho condiviso con lui dalla Scrittura il fatto che Dio odia il divorzio, e che la sua “rivelazione” violava sia la lettera che lo spirito della Parola. Di conseguenza, ho concluso che lui fosse stato ingannato. Lui ha rifiutato le mie parole, insistendo che conosceva la voce del Signore, e che non c’era altra spiegazione.

Secondo le istruzioni della Bibbia, sono tornato da lui alcuni giorni dopo, con altri due anziani di chiesa, che hanno confermato la mia posizione e hanno condiviso ulteriori versetti dalla Bibbia contrari al suo “comportamento”. Lui ha replicato mostrando altri esempi e versetti biblici (tutti fuori contesto) a sostegno della sua “rivelazione”. Nei due o tre mesi mesi successivi ci siamo incontrati con lui molte altre volte, nel tentativo di tirarlo fuori dall'inganno in cui era caduto. Nonostante tutto, l’uomo si è fatto sempre più arrogante e presuntuoso.

Alla fine non abbiamo avuto altra scelta: abbiamo presentato la situazione davanti a tutta la chiesa. L’uomo ha esposto la sua “rivelazione” e tutti l'hanno ritenuta all’unanimità un errore. Ma lui ha risposto: “Non mi interessa. Lo farò comunque! È uscito con superbia e ha recato distruzione non solo alla sua stessa vita ma anche alla vita di sua moglie, dei suoi figli, e della giovane donna che aveva creduto alla sua “rivelazione”, cioè che lei doveva essere sua moglie “nel Signore.”

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In un’altra occasione, mi trovavo in preghiera quando ho ricevuto un “rivelazione” sul fatto che un certo uomo nella mia congregazione stava avendo una relazione con la mia segretaria. Fremevo all’idea di confrontarlo con questa parola. Se questa mia intuizione non corrispondeva però a verità, avrebbe causato molti problemi. Infatti, ne avrebbe causati altrettanti anche se questo fosse stato vero! Ma se era stato il Signore ad avermi dato questa informazione, in modo che io potessi aiutare quell’uomo ad allontanarsi dal suo peccato, ero pronto a correre il rischio.

Prima di tutto, ho presentato questa rivelazione al mio collaboratore Charles, la cui abilità di udire dal Signore è molto stimata. Dopo avere ascoltato attentamente quello che avevo da dire, lui è andato a casa a pregare per questo. Più tardi è tornato da me con le due parole che aveva percepito dal Signore: “Spirito di menzogna.” Lui era convinto che uno spirito di menzogna stesse cercando di ingannarmi, causando una grave frattura nella relazione all’interno della comunità.

Sono tornato al mio diario di preghiera e ho chiesto al Signore di togliere questa mia sensazione, se Charles aveva ragione e se la mia “rivelazione” era una menzogna. Dopo alcuni giorni, il sentimento, che era prima rimasto costante per tre settimane, ha iniziato a diminuire, e presto è scomparso. Benedico Dio per avermi dato saggi counselor spirituali prima che potessi commettere un grave errore.

Fattori che Condizionano lo SpiritoUna delle ragioni per cui abbiamo bisogno di verificare tutte le rivelazioni che riceviamo è il fatto che il

nostro spirito umano può essere influenzato da fattori diversi oltre che da Dio. In 1 Corinzi 6:17 è detto che la spirito del cristiano è unito allo Spirito di Dio. Tuttavia, questo fatto non previene altri fattori dall'influenzare il nostro spirito e contaminare la rivelazione che riceviamo.

Quando siamo aggravati da un grande dispiacere, il nostro spirito può essere influenzato e i messaggi ricevuti possono giungerci incorretti. Abbiamo un esempio di questo in 1 Samuele 1:1-15. Anna era “angosciata nel suo spirito” perché non aveva un figlio.

Anche la condizione fisica del nostro corpo può essere condizionata dal nostro spirito. In 1 Samuele 30, gli uomini di Davide hanno incontrato un uomo abbandonato in pessime condizioni da un esercito in ritirata. Non aveva né mangiato e né bevuto da tre giorni. Gli hanno dato del pane da mangiare e acqua da bere, un pezzo di schiacciata di fichi secchi e due grappoli d'uva, e il “suo spirito è stato ravvivato” (v. 12). Tutti noi abbiamo fatto l’esperienza dell’effetto della malattia sul nostro spirito. Il dubbio e lo scoraggiamento trovano facilmente accesso al nostro cuore quando il nostro corpo è debole o afflitto dal dolore. Dobbiamo quindi fare particolarmente attenzione ad agire secondo un rivelazione ricevuta quando siamo fisicamente deboli o nel dolore. Aspettiamo che questa sia confermata da un’altra persona o verificata da noi quando torniamo ad essere fisicamente più forti. Questa considerazione non riguarda, chiaramente, la debolezza che si sperimenta durante un digiuno con preghiera.

Satana mira anche a influenzare il nostro cuore. Giovani 13:2 indica che satana ha insinuato nel cuore di Giuda l’idea di tradire Gesù. L’uomo che aveva cercato di divorziare da sua moglie e io stesso siamo entrambi stati ingannati da spiriti di menzogna. Spesso, per noi è difficile riconoscere che siamo attirati in un inganno. Abbiamo perciò necessità dell’aiuto di un fratello in fede che ci ami e ci indichi la verità.

In conclusione, io stesso posso influenzare il mio spirito. Proverbi 16:32 ci dice che “chi domina il suo spirito val più di chi espugna una città.” Le nostre motivazioni devono dunque essere oneste, e la nostra volontà allineata a quella di Cristo, oppure la “rivelazione” da noi ricevuta sarà solo il risultato di una nostra immaginazione.Verificare una Rivelazione

Dato che molte altre condizioni, diversamente dallo Spirito Santo, possono influenzare il nostro spirito e alterare la nostra percezione nell’udire da Dio, la prima cosa da verificare in ogni tipo di rivelazione è l’evidenza di altre influenze. Nel capitolo riguardante le visioni, ho indicato tre aspetti specifici della rivelazione che possono essere verificati. L’origine, il contesto, e il frutto. La visione e la rivelazione provenienti da me stesso, da satana o da Dio, hanno ognuna caratteristiche diverse.

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I pensieri provenienti dal mio spirito sono originati dalla contemplazione: sono il risultato della costruzione progressiva di idee, basata su quello che ho appreso. Se mi sono nutrito di ciò che è mondano o malvagio, il mio cuore esprimerà esattamente questo. Se invece ho vigilato sul mio spirito, permettendo solo a ciò che è buono e puro di entrare, allora la meditazione del mio spirito rifletterà questo atteggiamento.

I pensieri introdotti da satana si manifestano come idee o immagini lampo nella mia mente. Questi pensieri non seguono il mio filo logico e si presentano come intrusivi. Sono distruttivi e malvagi. Mi pongono sotto la paura e la schiavitù. Potrei sentirmi pressato o spinto ad obbedire alla loro sollecitazione. Sono contrari alla natura e allo Spirito di Dio. Rifiutano la sottomissione alla Parola di Dio; oppure, se sono addirittura condivisi in chiesa, mettono spesso in mostra il mio egocentrismo.

La rivelazione che proviene dallo Spirito Santo è invece incoraggiante e confortante: convince di peccato, è specifica e istruttiva, non è generica o giudicante, non teme di essere sottoposta a verifica ma addirittura la incoraggia, è completamente in armonia con la natura Parola di Dio. La Rhema vivifica la mia fede e trasmette pace al mio uomo interiore: è sapiente, incoraggia lo sviluppo dei frutti dello Spirito Santo nella mia vita.

Ogni rhema e visione che riceviamo dovrebbe essere verificata per determinarne l’origine. Ogni rivelazione dovrebbe poi essere anche confrontata con la Logos, la Parola scritta di Dio. Se volete entrare nella dimensione spirituale è assolutamente necessario avere una comprensione pratica della Bibbia, perché la Bibbia è il riferimento assoluto di verità! Ogni rivelazione da Dio sarà dunque in accordo perfetto con la lettera e lo spirito della Parola e con l’intero consiglio di Dio riguardo un argomento particolare così come rivelato in tutta la Bibbia. Un versetto singolo è perciò un fondamento insufficiente per determinare qualsiasi dottrina o credo.

Il primo mandato che il Signore mi ha rivolto è stato quello di diventare un uomo biblico. Ho quindi dedicato dieci anni della mia vita esclusivamente allo studio della Parola di Dio. In questo periodo ho letto e riletto la Bibbia completamente, tracciando le caratteristiche e lo schema di ogni capitolo. Nello studio, ho cercato, per la grazia di Dio, di pormi in ubbidienza alle comandamenti della Parola. Solo dopo che ho avuto una conoscenza della Logos, Dio mi ha chiamato a essere un uomo spirituale. La mia conoscenza della Bibbia mi ha fornito una base solida per la mia crescita spirituale.

La Sicurezza delle RelazioniUn altro strumento importante per verificare una rivelazione è il Corpo di Cristo, la Chiesa. Quando

diventiamo cristiani, diventiamo membri uno dell’altro, uniti come un'espressione visibile di Cristo sulla terra. C’è sicurezza nella nostra relazione all’interno di una comunità di credenti biblici. La potenza e l'abilità di crescita aumentano dinamicamente quando siamo insieme ad altri che hanno i nostri stessi obiettivi.

Stabilire una reciproca relazione di responsabilità è importante specialmente nel caso in cui si intendono modificare abitudini profondamente radicate. Se cercate di diminuire di peso da soli, probabilmente sperimenterete scoraggiamento e fallimento. Ma quando siete insieme ad altri che hanno le vostre stesse difficoltà nel raggiungere gli stessi obiettivi, e specialmente ad altri che questi obiettivi li hanno raggiunti con successo, allora le possibilità di realizzazione sono maggiori. Questo è tanto più efficace quando più queste altre persone conoscono i vostri obiettivi e vi chiamano a responsabilizzarvi quotidianamente per raggiungerli. Un alcolista è raramente in grado di rimanere in astinenza da solo, ma con l’aiuto delle relazioni all’interno di Alcolisti Anonimi molti hanno successo.

Quante volte avete letto libri di auto-aiuto che promettevano di rimodellare la vostra personalità e farvi avere successo? Avete probabilmente cercato di applicare da voi stessi quegli insegnamenti, ma raramente avete ottenuto un risultato a lungo termine. Ma, se avete studiato lo stesso tipo di libro con un gruppo, con incontri regolari per condividerne l'applicazione e i risultati ottenuti, e i vostri obiettivi per la settimana successiva, è probabile che abbiate sperimentato un cambiamento a lungo termine nella vostra vita.

Questo libro non fa eccezione. Potreste essere molto entusiasti per quello che leggete qui. Potreste applicare tutti i fondamenti e le indicazioni qui contenute e avere esperienze meravigliose di incontri spirituali. Ma se non trovate qualcuno con cui condividere questo cammino, l’entusiasmo presto svanirà, specialmente quando gli ostacoli ostruiscono il cammino. Questo libro andrà quindi a finire sotto la polvere tra i tanti altri libri polverosi

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sul vostro scaffale. La crescita e il cambiamento si verificano raramente per coloro che cercano di farcela da soli. La crescita e il cambiamento hanno luogo nelle relazioni.

Esercitate la SottomissioneDio ha stabilito che ogni essere umano abbia almeno un’altra persona con cui stabilire un’amicizia. Efesini

5:21 ci dice di sottometterci l'uno all’altro. I Protestanti Americani sembrano avere una particolare difficoltà nei confronti di questo tipo di relazione. Una delle cose contro cui i Protestanti hanno reagito, al tempo della Riforma, è stata l’autorità eccessiva esercitata dalla Chiesa Romana. In questa reazione, tuttavia, anche la verità della sottomissione è stata scartata da molti. C’è dunque necessità di una nuova sottomissione ordinata da Dio tra i credenti.

In aggiunta, l’idea americana del marcato individualismo ci impedisce di accogliere il concetto della sottomissione. I nostri eroi americani tendono ad essere ribelli, non conformisti che combattono il sistema.

C'è chi ammira i Ranger solitari, John Waine, Butch e Sundrace, e i criminali che mettono nel sacco la legge. Si ride e si applaude quando la polizia o altre autorità sono descritti come ingenui incompetenti. Siamo la cultura dell'anti eroe. Non vogliamo sentire parlare di autorità, di sottomissione o di responsabilità.

Dio non ci ha dato le autorità per rendere la nostra vista più difficile. L’autorità è un dono prezioso dal Signore, che ci è dato per la nostra protezione e utilità. Proverbi 11:14 afferma: “Nel gran numero di consiglieri c'è salvezza.” È talmente facile commettere un errore o essere ingannati, e Dio ci ha benedetto con il consiglio dei nostri fratelli e delle nostre sorelle per minimizzare questo rischio. Romani 13 ci ricorda che l’autorità è “un ministro di Dio per il nostro bene.” In un’epoca di trasgressione, la legalità e l’ordine dovrebbero caratterizzare il popolo di Dio.

Specialmente per chi tra noi desidera incontri spirituali, c’è necessità di relazioni responsabili. Non vorrei essere da solo a incamminarmi su questa strada. La probabilità di errore e inganno sono troppo grande; troppe sono le tentazioni all’orgoglio e all’autoesaltazione. Ho necessità di un fratello o di una sorella che siano in grado allo stesso modo di camminare nello Spirito e di aiutarmi a rimanere sulla strada giusta. Quando ricevo quella che credo essere una parola dal Signore, voglio la conferma anche da qualcun altro che conosce la voce di Dio. Non prendo alcuna decisione importante riguardo al mio tempo o al mio denaro, e neanche per i cambiamenti più rilevanti sul corso della mia vita, senza prima parlarne con i miei fratelli in fede e ricevere le loro impressioni.

Non mi riferisco a una vita di schiavitù, in cui non posso fare nulla senza il permesso di qualcun altro. Non vado dai miei fratelli ogni giorno con quello che ho ricevuto nel mio diario di preghiera. Sono libero di crescere e di fare errori responsabili. Tuttavia, prima di fare un cambiamento importante, che può avere un effetto a lungo termine sulla mia vita e la mia famiglia, voglio il consiglio del Signore e la conferma da qualcun altro.

Ho sentito persone dire: “Perché dovrei sottomettermi a qualcun altro? Il Signore mi parla tanto quanto a loro. Perché dovrei ascoltare qualcun altro? È esattamente quello che Miriam e Aaronne hanno detto a Mosè (Nu. 12:1-15). Era vero! Il Signore parlava a loro e attraverso di loro. Ma Dio è stato molto contrariato quando loro hanno usato questa scusa per il loro atteggiamento ribelle. Come risultato delle sue parole, Miriam è diventata lebbrosa, e solo la preghiera di Mosè le ha dato la guarigione.

Trovare un Counselor Le persone mi chiedono spesso come trovare un counselor spirituale, qualcuno con cui condividere la loro

rhema e le loro decisioni maggiori. La cosa più importante che potete fare a questo riguardo è pregare Dio di modo che favorisca questo incontro. Egli vuole che camminiate con qualcun altro. Egli è Colui che ha detto: “Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto conveniente a lui.” Lui vi aiuterà in questo.

Ci sono determinate caratteristiche che dovreste ricercare in un counselor. Prima di tutto, che lui o lei siano amici. Questo rapporto è basato sull’amore e l’amicizia. Il counselor sarà disponibile a dedicarvi del tempo. Questo è specialmente importante all’inizio, quando avrete tante domande che necessitano di essere prese in considerazione. Questo amico o amica dovranno impegnarsi seriamente in questa relazione, e rendersi disponibili a consultare fattivamente il Signore con voi, e non solo a offrirvi la loro opinione.

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Il vostro counselor dovrà essere una persona fondata sulla Bibbia, avere una buona conoscenza della Parola di Dio, e basare su di questa la propria vita. Dovrà anche essere una persona spirituale in grado di discernere i propositi di Dio, ed essere a sua volta in relazione con i propri colleghi spirituali. Chiunque agisce da solo è suscettibile all’inganno, e voi non volete essere condotti fuori strada dalla ribellione di un’altra persona.

Infine, il vostro counselor non deve essere necessariamente un ministro spiritale ordinato. In pratica, non tutti i pastori sono in grado di esercitare una cura così personalizzata con ogni membro delle congregazione. Ma, più importante di tutto, non è necessario essere ordinati a qualche ministero per poter camminare nello Spirito.

Di solito, non c’è bisogno di cercare troppo lontano un counselor spirituale. Vostra moglie è un riferimento importante da cui iniziare. Non prendo decisioni importanti a meno che Patti e io siamo d’accordo. Alle volte, comunque, siamo entrambi troppo coinvolti in una situazione per fidarci completamente del nostro stesso discernimento. A questo punto, ci accordiamo per cercare da qualcun altro una conferma. Il responsabile di un gruppo di preghiera o di studio biblico in casa potrebbe essere la persona giusta per voi.

Ero un giovane pastore, fresco di college, e ho osservato un pastore più maturo che operava da solo e non era sottomesso. Alla fine ha provocato una grossa divisione nella chiesa. Per cui, quando mi sono trovato nella posizione di pastore senjor, alla giovane età di ventiquattro anni, sapevo di non poter svolgere da solo il mio compito. Come risultato del nostro studio sulla struttura del Nuovo Testamento, la nostra giovane comunità ha inserito nella propria costituzione il concetto di sottomissione tra gli anziani del Corpo. Ho volontariamente messo la mia vita sotto l’autorità di due dei miei fratelli in fede. Ho iniziato a sottomettermi a loro non solo per le questioni di chiesa ma anche per le tutte le maggiori decisioni della mia vita personale.

Da quel momento in poi sono rimasto sempre in sottomissione a due o tre uomini. Non prendo decisioni determinanti sul mio tempo o sui miei soldi, e su ogni altro cambiamento di direzione della mia vita, senza prima condividere le mie decisioni con le persone adattate, in modo da ricevere la loro valutazione. Non trovo le parole adeguate per esprimere il mio grande apprezzamento per queste relazioni. Onoro questi uomini che sono disposti a interessarsi di noi in modo così vicino e personale, sono profondamente grato al Signore per la Sua protezione su di me attraverso queste autorità. Queste mi hanno dato consigli in tempi difficili e hanno evitato che commettessi errori che mi sarebbero costati la mia famiglia, le mie risorse, e il mio ministero.

Comprendere il Principio dell’Autorità Sono grato a Bill Gothard per l’insegnamento sull’autorità, che lui presenta nei suo seminari Basic Youth

Conflicts (Conflitti Giovanili Principali). Molte delle idee espresse qui di seguito sono basate su quello che ho appreso da lui.

Per mettersi in relazione con l’autorità e rispettarla, ci sono diverse cose da tenere in considerazione. Prima tra tutte, dobbiamo accettare il fatto che Dio è responsabile per la costituzione tutte le autorità su di noi. Romani 13:1 afferma:“Non c'è autorità se non da Dio, e le autorità che esistono sono istituite da Dio.” Il salmista ci dice: “Non è dal levante né dal ponente e neppure dal deserto che viene l'esaltazione. Ma è Dio colui che giudica, egli abbassa l'uno e innalza l'altro” (Sl. 75:6,7). Nessuno può appropriarsi di una qualche autorità senza il permesso di Dio. Nessuno può esercitare autorità su di noi all’infuori di quelle che Dio autorizza.

Una domanda che spesso ci si pone è: “Cosa dire delle autorità malvagie? Di persone come Hitler? Non era certamente un ministro di Dio! Era sicuramente un uomo fuori controllo. Gli Israeliti avevano la loro versione di Hitler, Nebukadnetsar, che ha attaccato Giuda, portando morte, distruzione e terrore nel paese. Il popolo ha invocato Dio per essere liberato dalla crudeltà di questo tiranno, ma un profeta di Dio, di nome Geremia, ha esclamato: “Non resistetegli. Nebukadnetsar è un servitore di Dio, mandato a farci allontanare dalle vie malvagie. Lui è un martello di Dio, uno strumento di guerra nella mani di Dio.” (Vedi Geremia 25:8-12 e 51:20-23).

Ma dobbiamo veramente ubbidire a queste autorità malvagie? Il governo Romano, sotto cui Paolo è vissuto quando ha scritto l'epistola ai Romani, era corrotto, sadico e malvagio. I Cristiani erano usati come torce per illuminare le strade, come cibo per i leoni affamati, e tormentati dai gladiatori per divertire il popolo. Con tutto ciò, ai credenti che vivevano nella sede di questo governo così crudele, Paolo ha scritto che erano sottoposti

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alle autorità di governo:“Chi resiste all'autorità, resiste all'ordine di Dio; e quelli che vi resistono attireranno su di sé la condanna…Perciò è necessario essergli sottomessi, non solo per timore dell'ira ma anche per ragione di coscienza” (Ro. 13:2,5). Gesù ha detto ai Suoi discepoli di rendere a Cesare quello che era di Cesare.

Pietro ci esorta a sottometterci “…per amore del Signore ad ogni autorità costituita: … perché questa è la volontà di Dio, che, facendo il bene, turiate la bocca all'ignoranza degli uomini stolti…Servi, siate con ogni timore sottomessi ai vostri padroni, non solo ai buoni e giusti, ma anche agli ingiusti, perché è cosa lodevole se uno, per motivo di coscienza davanti a Dio, sopporta afflizioni soffrendo ingiustamente. Che gloria sarebbe infatti se sopportate pazientemente delle battiture, quando siete colpevoli? Ma se sopportate pazientemente delle battiture quando agite bene, questa è cosa gradita a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché Cristo ha sofferto per noi, lasciandoci un esempio, affinché seguitate le sue orme” (1 Pi. 2:13-21).

Il secondo principio importante da ricordare è che Dio è più grande di ogni autorità. La mia fiducia non è nell’uomo, ma nella capacità di Dio di operare attraverso l’uomo. Alle volte, siamo tentati a protestare contro la sottomissione ad un altro essere umano imperfetto. È facile dire che siamo sottomessi a Cristo, perché Lui è perfetto. Ma perché dovremmo esporci all’influenza di un’altra persona che potrebbe sbagliare?

La risposta semplice è che la mia fiducia è in Dio, nel fatto che Lui opererà attraverso le autorità che ha ordinato nella mia vita. Proverbi 21:1 dice: “Il cuore del re in mano all'Eterno è come i corsi d'acqua; lo dirige dovunque egli vuole.” Nel rimetterci con fiducia nelle mani di coloro che Lui ha stabilito sopra di noi, Lui farà in modo che i loro cuori siano orientati secondo la Sua volontà. E anche se essi cercano di opporsi con arroganza all’influenza del Signore sui loro cuori, Lui farà in modo che loro dicano l’opposto di quello che avevano pianificato, affinché la Sua volontà sia compiuta! (Vedi Proverbi 16:1).

Tutte le autorità provengono da Dio. Chi ha autorità su di me, la esercita solo perché il Signore gli ha permesso di esercitarla. Le autorità nella nostra vita non possono esistere se non attraverso il potere che Dio conferisce loro. Gesù non ha risposto a Pilato quando è stato confrontato da questo. Alla fine, Pilato, con paura e frustrazione, ha esclamato: “Non mi parli? Non sai che io ho il potere di crocifiggerti e il potere di liberarti?». Gesù rispose: «Tu non avresti alcun potere su di me se non ti fosse dato dall'alto” (Gv. 19:8-11). Non ci sono due, tre, o quattro autorità nella vostra vita. Ce n’è una sola: Dio che esercita la Sua volontà attraverso gli uomini.

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Quando Dio ha fatto uso di nazioni come l’Assiria per punire il Suo popolo nell’Antico Testamento, a queste è stato concesso un certo grado di autorità su Israele. Ma queste nazioni sono diventate arroganti e hanno presto pensato che era stata la loro grandezza ad avere conquistato Israele. Di conseguenza, dopo avere compiuto lo scopo a loro assegnato, Dio ha ritirato il loro potere e le ha punite. Egli ha detto: “La scure si gloria forse con chi taglia con essa o si fa grande la sega con chi la maneggia?” (Is. 10:15). Tutta l’autorità viene da Dio. Le autorità sopra di noi posso operare solo nella misura permessa da Dio.

Dato che Dio è sopra tutte le autorità, Timoteo è esortato a fare “suppliche, preghiere intercessioni e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in ogni pietà e decoro” (1 Ti.2:1,2).

Se crediamo che Dio ha la responsabilità per le autorità nella nostra vita, possiamo sicuramente chiedere a Lui perché le ha stabilite sopra di noi. Egli non agisce capricciosamente o ingiustamente. A Nebukadnetsar è stata data l’autorità di tenere Giuda in schiavitù per settanta anni. Geremia ha detto al popolo perché questo è accaduto. Per 490 anni, Israele aveva trascurato le celebrazione dell’Anno del Giubileo. Il popolo aveva derubato settanta anni di riposo dalla terra e dal Signore, e quindi erano stati costretti a restituire il tempo perduto. È stato questo il motivo non solo della loro schiavitù ma anche della sua durata precisa.

Le caratteristiche inflessibile delle autorità su di noi rappresentano lo scopo preciso di Dio per la nostra vita. Noi siamo modellati a Sua immagina, e il modellamento richiede pressione. Dio ci perfeziona e usa le autorità per farlo. Come Pietro ci ricorda, se soffriamo l’ingiustizia con pazienza, seguiamo in questo i passi del nostro Signore.

Disaccordo con le AutoritàCi sono volte in cui saremo in disaccordo con le nostre autorità e i nostri counselor. Probabilmente, si tratterà

solo di differenze di opinione, in cui non c’è un'indicazione biblica precisa per risolvere una determinata problematica. Oppure crediamo che il Signore ci abbia detto di fare qualcosa, ma i nostri amici spirituali sono in disaccordo. Cosa facciamo allora?

Ecco come spesso ci orientiamo. Affermiamo la nostra indipendenza e ci allontaniamo dalla relazione, con la convinzione che sappiamo riconoscere la voce del Signore e cosa è meglio per noi. Oppure, dato che siamo convinti che Dio opera attraverso la sottomissione, ci mettiamo in posizione neutra e diventiamo una non-persona. Potremmo pensare di chiudere la nostra mente e la comunicazione con il Signore e rispondere come dei robot. Spesso, crediamo che queste siano le nostre uniche scelte possibili in una relazione responsabile. Personalmente non mi piacciono nessuna delle due.

Dio, come sempre, ha un’idea migliore! Se operiamo nel Suo modo, potremo avere opinioni divergenti ma senza la distruzione delle relazioni. Potremo essere persone sottomesse e umili, ma senza per questo doverci sentire come insignificanti e deboli pezze da piedi. In Daniele 1, abbiamo una descrizione precisa del modo in cui Dio ci guida e ci dà alternative creative che possano soddisfare sia i nostri consiglieri che noi stessi. Daniele era un giovane preso in schiavitù da Nebukadnetsar. Era stato scelto per essere educato a servire nel palazzo regale alla corte del re. Per questo, gli era stato dato un cibo ricco, però impuro, e del vino, come sua razione giornaliera. Daniele non aveva mai mangiato un cibo simile e non aveva intenzione di farlo ora. Questa situazione era potenzialmente pericolosa: il governo contro la religione. Tuttavia, Daniele è stato in grado di risolvere la questione senza scambio di ostilità.

La prima cosa che ha fatto è stata assicurarsi che il suo cuore fosse purificato con amore sincero. Si è assicurato che il suo cuore fosse onesto, che non ci fosse in lui un atteggiamento di critica, opposizione o ritorsione. Daniele sapeva che se avesse avvicinato con questo tipo di sentimenti il comandante, quest’ultimo se ne sarebbe accorto e l’amicizia ne sarebbe stata compromessa. Ma dato che il cuore di Daniele era onesto, il comandante ha risposto con favore e misericordia (Da. 1:9). Nonostante ci fosse tra loro divergenza di opinione, c’erano anche amicizia e stima.

Se ci rendiamo conto che il nostro atteggiamento è stato errato, se abbiamo avuto risentimento e rivalsa verso l’autorità che Dio ha messo su di noi, dobbiamo chiedere perdono sia a Dio e sia alla persona. Non si può soltanto dire: “Credo di avere avuto un cattivo atteggiamento verso di te.” Non ci si può semplicemente

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scaricare la responsabilità dicendo: “Mi sono adirato con te perché tu mi hai fatto questo e quest’altro.” E neanche dire genericamente: “Se ho fatto qualcosa che ti ha offeso, mi dispiace.” Noi siamo responsabili delle nostre azioni e reazioni. Di conseguenza, abbiamo bisogno di pentirci profondamente per pensieri, parole o atteggiamenti scorretti. Possiamo scegliere di razionalizzare oppure di pentirci. Se vogliamo essere aperti al movimento di Dio, il pentimento è l’unica scelta. Un cuore sincero è il presupposto per le cose buone.

Quando Daniele è stato certo di avere fatto la sua parte nel mantenere una buona amicizia, ha cercato di discernere le intenzioni fondamentali della persona in autorità sopra di lui. L’intenzione del comandante era semplice: voleva vivere! Se avesse disubbidito al comando del re, e il giovane ne avesse sofferto, il re lo avrebbe condannato a morte. Ma perché il re voleva che i ragazzi mangiassero un cibo così nutriente? Cercava forse di profanare la loro religione? Oppure li forzava intenzionalmente a scegliere tra l’ubbidienza a Dio e quella agli uomini? No!

Nebukadnetsar voleva che i ragazzi fossero forti, in salute, e intelligenti. Per questo aveva dato loro il cibo migliore che poteva offrire, il cibo dalla sua tavola. La sua motivazione principale era la loro buona salute.

Molte volte, quando siamo in disaccordo con qualcuno, vediamo solo il nostro punto di vista. Siamo accecati dal nostro stesso atteggiamento. Ma quando il nostro cuore è sincero, siamo in grado di riconoscere le motivazioni delle persone alla base della loro richiesta. Spesso, saremo quindi in grado di vedere che queste persone vogliono solo il meglio per noi.

Daniele era di fronte ad un’autorità che gli aveva detto di agire in disobbedienza alla legge di Dio. Per questo, Daniele avrebbe potuto ribellarsi e dire semplicemente: “No, Non ubbidirò!” E senza dubbio, ci avrebbe rimesso subito la testa. Ma, conservando il proprio cuore in un atteggiamento di amore, egli ha potuto trovare un’alternativa che gli ha permesso di ubbidire al suo Dio senza offendere il suo re. Come risultato, egli è stato elevato in posizione di autorità, dove ha potuto esercitare un’influenza benefica in un paese pagano.

La soluzione suggerita da Daniele è stata che lui e i suoi amici fossero in prova per dieci giorni. Durante questo periodo si sarebbero astenuti dal cibo del re e avrebbe mangiato solo vegetali e bevuto solo acqua. Al termine del periodo di prova, il comandante li avrebbe comparati agli altri giovani che continuavano a mangiare le squisitezze del re. In base alla sua osservazione, il comandante avrebbe poi preso la sua decisione

Il comandate poteva accettare questa indicazione. I ragazzi sarebbe stati sotto la sua cura per tre anni. Qualsiasi danno procurato in dieci giorni poteva essere facilmente riparato in tre anni. Egli ha quindi autorizzato la prova. Alla fine del periodo di prova, Daniele e i suoi amici erano evidentemente in condizione fisica migliore rispetto agli altri giovani.

Per pensare ad un’alternativa così creativa, dobbiamo essere in contatto con il nostro Creatore. Dobbiamo poter essere passati dal risentimento all’amore, di modo che la voce di Dio sia chiaramente udibile nei nostri cuori. Quando siamo di fronte a un disaccordo con i nostri consiglieri o con altre autorità, abbiamo bisogno di chiedere in preghiera al Signore un’idea che ci conduca a una mutua e soddisfacente risoluzione al problema.

Una Alternativa CreativaAlcuni anni fa, a causa di differenze teologiche, mi è stato chiesto di dare le dimissioni da una chiesa nella

quale avevo servito come pastore associato. E la stessa cosa, per lo stesso motivo, è stata chiesta a un gruppo di membri fedeli di chiesa. Nella zona non c’era un’altra chiesa per accogliere questi membri che mi hanno quindi chiesto di ricoprire l'incarico di pastore nella nuova chiesa che avrebbero formato.

Mettere le fondamenta per un nuovo ministero è stata un’esperienza molto significativa. Ci sono state molte gioie e molti mal di testa, ma soprattutto molto lavoro duro. Dopo cinque anni, avevamo il nostro edificio, con norme e tradizioni che credevamo sarebbero durate per lungo tempo. Avevo pianificato di abitare nella casa pastorale e svolgere il mio ruolo di pastore per queste persone, per il resto della mia vita.

Purtroppo, una tale pace e soddisfazione non sono durate per sempre. Questioni teologiche minacciavano di nuovo di causare una divisione. Alla fine, un gruppo di sei uomini mi ha presentato una richiesta formale per le mie dimissioni. Ero scioccato e, chiaramente, molto offeso. Come potevano chiedermi di lasciare la comunità per la quale avevo lavorato così duramente? Allo stesso tempo, ero consapevole di non potere più esercitare il

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ministero pastorale lì dove non ero voluto come pastore. Qualora i membri fossero stati della stessa opinione, allora mi sarei dimesso.

Avevo bisogno di sapienza, così ho consultato il Signore che, nel mio diario di preghiera, mi ha detto che non dovevo dimettermi. Egli mi aveva stabilito come pastore su quel gregge, e ne ero responsabile fino che Lui non mi avrebbe detto diversamente. Ero lì non per volontà umana ma per l’ordinazione da parte di Dio. Dato che questi stessi uomini non aveva provveduto qualcun altro al mio posto, se mi fossi dimesso sarei stato colpevole di avere abbandonato il gregge di Dio, indifeso e senza un pastore. E non potevo farlo.

Questo fatto mi lasciava ancóra con un problema. Un mio rifiuto aperto alla richiesta da parte di questi uomini avrebbe potuto determinare un danno che la chiesa non sarebbe stata più in grado di riparare. Ma non potevo neanche disubbidire al mandato di Dio. Ho chiesto dunque al Signore la motivazione alla base della richiesta di questi uomini. Egli mi ha mostrato che questi erano scontenti di alcune miei convinzioni e di certi miei insegnamenti. Quello che volevano realmente era risolvere questo problema. Neanche loro, così come me, volevano una divisione nella chiesa. Ma fino a che io ero presente nelle attività di chiesa, nell’insegnamento durante tutte le riunioni e nell’espletamento delle funzioni pastorali, anche il problema rimaneva esposto. Quelli che questo gruppo di uomini in pratica voleva era “un periodo di pausa”, per avere la possibilità di stemperare gli animi e risanare gli atteggiamenti. In seguito, avremmo potuto affrontare le nostre problematiche e risolvere le nostre divergenze.

Il Signore mi ha dato un’alternativa creativa. Non mi sarei dimesso da pastore, ma mi sarei messo in secondo piano per sei settimane. Avrei mantenuto la mia responsabilità datami da Dio, ma tutti i miei compiti pastorali sarebbero stati assunti da questi uomini e da altri anziani. Ho sottomesso questa idea a Roger, mio collaboratore anziano, che è stato d'accordo nel ritenere che questa fosse l’azione giusta da prendere. Ho presentato quindi l’alternativa a questi sei uomini che l’hanno accolta e resa immediatamente operativa.

Ho trascorso sei settimane meravigliose. In pratica, mi era stato dato un riposo sabbatico pagato, in cui potevo fare le cosa che amavo di più: studiare la Parola di Dio. Durante questo periodo, ho fatto una ricerca approfondita sul cuore e lo spirito dell’uomo, esplorando ogni versetto della Bibbia su questo argomento. Ho raccolto il materiale di ricerca e, come risultato di questo periodo di riflessione, ho scritto due libri!

Allo stesso tempo, durante queste sei settimane, la nostra congregazione ha considerato i nostri problemi e le nostre divergenze. In aggiunta, abbiamo convocato, come moderatore, un pastore molto noto e apprezzato da tutti. Come risultato, la nostra reciproca comprensione è stata ristabilita, sono stati stabiliti accordi, e abbiamo evitato una divisione.

Nei sei mesi successivi, il Signore ha operato nel mio cuore. Mi ha mostrato che il dono e il compito principale profondo nella mia vita è insegnare piuttosto che il pastorato. In me è cresciuto il desiderio di dedicarmi a tempo pieno allo studio e all’insegnamento. Alla fine, ho percepito che il Signore mi stesse sollevando dal mio incarico pastorale per darmi la possibilità di cercarmi un'altra occupazione. Ho sottomesso nuovamente questa indicazione a Roger, il quale mi ha confermato che il momento era giusto. Ho quindi annunciato le mie dimissioni, con trenta giorni di anticipo, e ci siamo lasciati in modo amichevole, perché Dio mi aveva dato un’alternativa creativa alla divisione.

Quando Daniele ha presentato la sua alternativa al comandante, lo ha fatto con rispetto, sottolineando che questa avrebbe coinciso con i progetti del re (Da. 1:12,13). Egli ha reso chiaro che la decisione sarebbe stata comunque del comandante, al termine del periodo di prova. Dobbiamo anche fare attenzione a presentare la nostra richiesta con rispetto, mantenendo uno spirito umile, non permettendo ad alcuna traccia di disapprovazione di contaminare il nostro cuore o le nostre parole.

Una volta presentata la nostra alternativa, dobbiamo farci da parte e dare a Dio il tempo per cambiare la mente dell’autorità. Dovremmo essere consapevoli che Dio sta mettendo sotto pressione l’autorità e che questa metterà probabilmente sotto pressione anche noi. Quando Dio cerca di cambiare la nostra mente, si verifica spesso un conflitto interiore che si ripercuote su chi ci è attorno. Quando questo avviene, dovremmo permettere a Dio di usare la pressione esercitata nei nostri confronti, per formare un carattere integro nella nostra vita. Dobbiamo continuare a rispondere con amore e integrità.

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In rare occasioni, un’autorità potrebbe costringerci nella posizione di Pietro e Giovanni, spinti a dovere scegliere tra l’obbedienza a Dio o all’uomo. In questa situazione, è possibile occasionalmente presentare un'alternativa creativa che possa soddisfare le intenzioni dell’autorità senza violare la nostra stessa coscienza. Tuttavia, se un’autorità ci comanda di agire in contrasto diretto alla Parola o rhema di Dio per noi, e nessuna alternativa si rivela soddisfacente, dobbiamo allora ubbidire a Dio e non all’uomo. In un tale caso, potremmo dover soffrire anche se non abbiamo fatto nulla di sbagliato. È meglio soffrire per mano di uomini ingiusti che stare davanti al tribunale di Dio e rendere conto di noi stessi senza una scusa migliore che dire “ho seguito solo gli ordini.”

Daniele si è confrontato con questa situazione quando si è trovato in posizione di alta autorità nel governo babilonese. Il re Dario era stato ingannato nel firmare un decreto in cui, per trenta giorni, a nessuno era più permessa la preghiera se non al solo re. Questa volta non c’era spazio per compromessi, e Daniele è andato nella fossa dei leoni. Dio però è stato la sua forza e, attraverso una liberazione soprannaturale, il nome del Signore è stato glorificato (Da. 6).

Prima di prendere posizione di fronte alle autorità è tuttavia importante essere veramente certi che non ci sia modo di ubbidire allo stesso tempo a Dio e alle autorità da Lui stabilite. La nostra disubbidienza deve essere basata su un comando chiaro della Scrittura e non su una interpretazione personale e approssimata. Dobbiamo ricordare che se resistiamo alle autorità preposte, quando queste non esigono la disubbidienza alla Parola di Dio, facciamo resistenza a Dio stesso (Ro. 13:2).

Cambiare AutoritàNella nostra vita, a volte operiamo cambiamenti che interrompono le relazioni con l’autorità. Ad esempio,

quando ci sposiamo, cambiamo lavoro, traslochiamo in una nuova zona, o cambiamo chiesa, le nostre relazione cambiamo. Quando si verifica un tale cambiamento, dovremmo fare del nostro meglio per renderlo agevole e armonioso. “Per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.” (Ro. 12:18). Se c’è stata una qualsiasi tensione, cercate il perdono. Accertatevi che il vostro cuore sia colmo solo di amore e accoglienza. Idealmente, dovrebbe esserci accordo tra voi e i vostri consiglieri, riguardo ai cambiamenti imminenti. Purtroppo, questo non è sempre possibile.

La cosa importante è che, nel lasciare una amicizia, ne iniziamo un’altra. Dovremmo sempre fare parte di una comunità locale del Corpo di Cristo. La verità di Dio, insieme alla Sua conoscenza e sapienza, sono troppo estese per essere contenute in una sola persona, anche per quanto stimata questa possa essere! La verità dimora in tutto il Corpo di Cristo, e abbiamo bisogno gli uni degli altri.

ConclusioneIl fondamento dell’autorità non dovrebbe mai diventare un legame nella vita di una credente. Autorità e

sottomissione possono essere una grande benedizione o una fonte di conflitto. Il mio scopo non è portare le persone sotto una nuova imposizione, ma illustrare il grande valore che la sottomissione ha rappresentato per me. Se questo insegnamento vi sembra insolito o gravoso, se per voi è un problema metterlo in pratica, sappiate che non siete i soli. Nonostante io abbia un grande stima della sottomissione, a volte io stesso ho avuto difficoltà e ho fatto resistenza. Ma quando l'ho accettata, questa è stata una benedizione nella mia vita.

Permettetemi di parlarvi ancóra di un altro episodio. Fin dal tempo del college, Patti e io abbiamo avevamo un forte interesse nelle comunità cristiane. Credevamo che mettendo insieme le nostre risorse e condividendo le spese con altre famiglie, saremmo stati in grado di donare finanziariamente molto di più all’opera del Signore. Abbiamo perfino disegnato una casa in cui progettavamo di vivere con i nostri amici migliori.

I nostri progetti durante il college non si sono realizzati ma, diversi anni dopo, il desiderio per la vita comunitaria è tornato di nuovo in noi. Avevamo costruito un’amicizia solida con altre famiglie della comunità, e iniziato a fare progetti per abitare insieme. Cercavamo case adatte per tre famiglie quando, all’improvviso, mi sono accorto che stavo prendendo una decisione importante senza averla prima condivisa con i mie fratelli in fede. Senza aspettarmi ulteriori problemi, ho presentato l’idea a Roger. Sono rimasto scioccato quando lui ha risposto: “Penso faresti meglio ad aspettare.”

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Questo progetto era stato oggetto del mio diario di preghiera, ed ero convinto che il Signore ci stesse chiamando a uno stile di vita comunitario. Allo stesso tempo, rispettavo anche Roger e la capacità del Signore di parlare attraverso di lui. Quindi, piuttosto che sentirmi contrariato e ribellarmi, ho cercato di capire la motivazione sostanziale di Roger. Non è stato facile. Lui ci voleva bene e desiderava la nostra soddisfazione, non il nostro male. E il Signore mi ha dato un’alternativa creativa che riconciliava il desiderio di Roger, più attendista, con il mio desiderio per la vita comunitaria. Con la benedizione di Roger, abbiamo iniziato a visitare le comunità nel nord est degli Stati Uniti e del Canada. Siamo stati ospiti di comunità, abbiamo condiviso il loro lavoro, mangiato con loro, e partecipato alle loro riunioni. Queste comunità erano di varie convinzioni teologiche e avevano modi diversi di sviluppare la vita comunitaria.

Una volta tornati a casa, ho fatto un resoconto scritto di tutto quanto avevamo osservato e imparato (fino a che non scrivo non imparo!). Una delle cose più importanti che abbiamo imparato è stato il concetto di un “ministero familiare.” Piuttosto che avere intere famiglie riunite insieme in una sola casa, ogni unità famigliare prendeva con sé singoli e famiglie divise. Singoli, famiglie divorziate, genitori single, e ragazzi emarginati, potevano tutti trovare l’amore e l’accoglienza di famiglie in una comunità di ministero familiare.

Ci sentivamo motivati verso questa realtà e abbiamo chiesto a Roger se poteva confermare la nostra intenzione in questa direzione. Lui lo ha fatto, e nei tre anni successivi abbiamo ospitato nella nostra casa tredici diverse persone, tra cui: adolescenti scappati di casa, uomini anziani ammalati, studenti di scuola biblica, e ragazze madri. Queste persone sono state con noi, alcune per una sola notte; altre, fino a due anni.

Alla fine, il Signore ci ha guidato a lasciare questo ministero e ci ha diretto verso altri incarichi, ma la cosa importante è che non ci siamo mai rammaricati di avere ricevuto il consiglio di Roger. Ora capiamo che per noi, a quel tempo, la vita comunitaria sarebbe stato un errore disastroso. Saremo sempre grati al Signore, e a Roger, per averci evitato di prendere una decisione da soli. Il nostro diario di preghiera era stato generalmente corretto. Dio ci chiamava a condividere la nostra casa, il nostro denaro, e il nostro amore. Ma le parole che descrivevano la Sua chiamata per noi erano “ministero familiare”, e queste parole a quel tempo non facevano ancóra parte del nostro vocabolario. Pensavo che Dio intendesse “casa comunitaria”. Se non avessimo prestato ascolto ai nostri consiglieri spirituali, la nostra incomprensione ci avrebbe portati a commettere un grave errore. Se non siete d’accordo su tutto quello che ho condiviso sull’autorità, “mettetelo da parte, sulla piastra calda della stufa, e lasciatelo bollire lentamente.” Questo non deve essere per voi motivo di agitazione. Permettete al Signore di mostrarvi questa verità nella vostra vita. Ma, per favore, trovate almeno un amico con cui condividere tutto questo. Non cercate di esplorare da soli la dimensione spirituale del Cristianesimo.

“Due valgono meglio di uno solo, perché hanno una buona ricompensa per la loro fatica. Se infatti cadono, l'uno rialza l'altro; ma guai a chi è solo e cade, perché non ha nessun altro che lo rialzi! Così pure se due dormono assieme si possono riscaldare; ma uno solo come farà a riscaldarsi? Se uno può sopraffare chi è solo, due gli possono resistere; una corda a tre capi non si rompe tanto presto.” (Ec. 4:9-12).

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8Riflessioni Ulteriori

Sulla Preghiera Nonostante il fatto che, in Gesù e attraverso lo Spirito Santo, siamo tornati in comunione con Dio, per la

quale siamo stati creati, non abbiamo tuttavia ancóra imparato tutto quanto la Bibbia ha da insegnarci sulla preghiera. La mia ricerca nelle Scritture, riguardo alla preghiera, mi ha rivelato altri aspetti e fondamenti applicabili alla nostra comunione con il Signore. Sono stati scritti molti libri eccellenti, che trattano i vari aspetti della nostra vita di preghiera; tuttavia, ci sono sei fondamenti importanti della preghiera che, sono convinto, dovremmo considerare.

In questa nostra considerazione è altrettanto importante ricordare il luogo appropriato di questi sei fondamenti. Questi non sono regolamenti intesi a riportarci alla schiavitù. Non dovremmo focalizzare la nostra vita sulle regole, nello sforzo di obbedirle. Ho continuato a fare questo errore per molti anni. Come risultato della mia preoccupazione di cercare queste regole, insegnarle, e ubbidirle per avere una vita soddisfacente, ho messo me stesso e la mia congregazione sotto i regolamenti. Il nostro obiettivo dovrebbe essere Cristo, non i regolamenti. È importante conoscere e imparare questi fondamenti di preghiera, ma poi la nostra attenzione deve essere centrata su Gesù, con la fiducia che Lui saprà darci la conoscenza necessaria in ogni situazione.

Quando Pregate, PerdonateLa chiave più importante per ricevere la risposta nella preghiera è il perdono. Gesù ha insegnato ai Suoi

discepoli la potenza manifestata attraverso la preghiera (Mr. 11). Dopo avere detto loro che potevano addirittura spostare i monti con la preghiera, Gesù ha aggiunto: “E quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate.” (v.25). Questo comandamento è straordinario nella sua inclusività: non sono permesse eccezioni. Se nelle nostre preghiere vogliamo risultati che muovano montagne, dobbiamo perdonare qualsiasi offesa ricevuta da parte di qualunque persona.

Quando viviamo nella mancanza di perdono, diventiamo aridi e chiusi. I nostri muscoli si contraggono e la nostra mandibola diventa serrata. Tutte le funzioni del nostro corpo perdono la fluidità e l'equilibrio necessari per operare armoniosamente. La stessa cosa accade al nostro spirito: diventiamo contratti e rigidi, e alziamo il nostro pugno in atteggiamento difensivo. Impediamo all’amore di Dio di scorrere attraverso di noi verso gli altri.

Gesù ha chiamato i Suoi discepoli a dimorare in Lui, spiegando loro che se dimorano in Gesù, dimorano nel Suo amore (Gv. 15:4,9). Se dimoriamo nell’amore di Cristo, non possono esserci in noi ritorsione, amarezza o spirito di rancore. È impossibile amare più di quanto Cristo ha amato, perché Lui ha dato la Sua stessa vita per noi. Tuttavia, è questo l’amore che siamo chiamati a mostrare, un amore in cui siamo disposti a dare la nostra vita, i nostri diritti, tutto di noi, per le nostre famiglie e i nostri amici (Gv. 15:12,13). Questo è l’amore che dà perdono in cambio di ingiustizia, che benedice per le ingiurie ricevute, che accoglie in risposta al rifiuto.

Questo amore è impossibile per l’essere umano. C’è solo Uno che ha il potere di amare davanti a ogni dolore. Non posso stringere i miei denti e forzarmi ad amare. Sono debole. Ma Colui che è forte, Colui che che è supremamente capace ad amare immensurabilmente, Colui il cui nome è Amore, vive in me. Questa realtà è evidente in 1 Giovanni 4:12: che se ci amiamo gli uni gli altri, nonostante tutto, abbiamo la prova concreta che Dio dimora in noi, e che il Suo amore è perfetto in noi, perché è solo per la Sua vita che possiamo esprimere un tale amore.

Se mi accorgo di non essere in grado di amare gli altri, non cerco di sforzarmi e non mi logoro, promettendo a Dio: “Sto cercando di amare. Ci riuscirò! Lasciami solo provare un pò di più.” Piuttosto, mi presento onestamente a Lui, senza alcuna pretesa o affermando una qualche capacità in me stesso, e dico: “Non riesco ad amare, Signore, ma grazie che Tu vivi in me. Grazie perché l’amore di Cristo è sparso nel mio cuore. Grazie

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perché, anche se io sono debole, Tu sei forte. Grazie perché Tu sai amare questa persona profondamente e che, per la Tua grazia, Tu sovvieni alla mia mancanza con la Tua abbondanza. Grazie, Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno.” Nel momento in cui rivolgo il mio sguardo alla presenza di Cristo in me, l’amore e il perdono si manifestano in me, e “Io” sono in grado di amare.

Gesù ha promesso che la sottomissione a Lui è desiderabile e che il Suo carico su noi è leggero. Nei Salmi, il Signore ci ha dato una meravigliosa illustrazione del nostro patto di relazione con Lui. Il nostro Padre Celeste ci dice: “Apri la tua bocca e io la riempirò” (Sl. 81:10). Potete vedere questo? Immaginate un nido di piccoli uccelli. Se date un’occhiata nel nido, vedrete solo bocche spalancate che aspettano di essere riempite. Quando gli uccellini hanno fame, mamma uccello non permette loro di procurarsi il cibo da soli, perché cadrebbero dal nido facendosi molto male. Piuttosto, lei dice: “Aprite la bocca e io faccio il resto. Volerò e procurerò il cibo per la vostra colazione. Voi riposate e aprite solo la bocca per ricevere tutto quello che ho da darvi.”

E’ questa la nostra relazione con Dio. Non dobbiamo agitarci per cercare di provvedere alle nostre necessità. La nostra parte è semplicemente aprire e ricevere tutto quanto Dio ha da darci. Il perdono è possibile solo per la grazia di Dio. E nel ricevere la Sua grazia, potranno scorrere attraverso di noi la Sua capacità, il Suo amore e perdono.

Nella prima epistola di Giovanni 14:18-21, è affermato che non c’è paura nell’amore, perché l’amore perfetto scaccia la paura. Uso questo versetto come un barometro per misurare quanto completamente sto dimorando nell’amore di Cristo. Se entro in una stanza con la paura di essere giudicato, questo sta a indicare che la mia vita è fuori centro. Se affronto con paura una situazione, questo vuole dire che non sto dimorando nell’amore. L’amore mi tira fuori da me stesso, dalle mie preoccupazioni e necessità. L’amore mi fa concentrare su Gesù e gli altri, di modo che il mio desiderio più grande è trasmettere a loro il Suo amore.

Il risentimento lega; il perdono libera. Il perdono libera sia chi perdona sia chi riceve il perdono: manifesta inoltre la potenza di Dio in ognuno di loro e nelle situazioni, per portare gloria a Lui. Ho scoperto la potenza dell’amore e del perdono, anni fa, quando ho perdonato mio padre.

Per diverso tempo, ho avuto molte difficoltà nel condividere la mia fede con i miei genitori, mostrando loro la cura e le indicazioni da parte del Signore! C’erano molte verità che ho dovuto presentare a loro, ma specialmente mio padre si opponeva fermamente alle mie indicazioni. Durante un’estate, alla fine la situazione è giunta a un punto decisivo.

Patti ed io eravamo andati a fare visita ai miei genitori, nel loro campeggio sui monti Aridondack. Avevo desiderio di rendere partecipi i miei genitori della conoscenza biblica, ma loro non ne volevano sapere! Ci siamo invece scambiati parole aspre, e il resto della visita ha assomigliato a una Guerra Fredda.

Tornando a casa, ho ripensato a tutto quello che era accaduto. Gradualmente, ho capito che i miei tentativi di insegnare ai miei genitori rappresentavano un capovolgimento di ruoli. Non ero io chiamato a dover fare da pastore ai miei genitori. Loro abitavano in Florida e avevano un pastore molto capace, che era stato ordinato al ministero per essere loro insegnante. Il mio ministero era invece per la mia congregazione in New York. Ho fatto molta attenzione a non tenere qualche risentimento nei confronti di mio padre. Ero proprio contento che tra noi c’erano 1500 miglia, e che non avremmo avuto la necessità di incontraci di nuovo per molto tempo! Avevo la sensazione che per mio padre fosse lo stesso. Per quattro mesi non c'è stata comunicazione tra di noi.

Quell’autunno particolare mi trovavo ad un studio biblico in casa. Dopo un momento di adorazione, ci siamo seduti tranquillamente, permettendo allo Spirito Santo di parlarci individualmente. Improvvisamente, ho sentito il Signore dirmi: “Tu non ami tuo padre.” Subito, ho risposto: “Non lo odio!” E il Signore: “Ma neanche lo ami. L’amore è attivo, propositivo, va verso gli altri. Tu sei semplicemente neutrale, e questo non è amore.”

Ho capito la verità delle Sue parole, e mi sono pentito per non avere onorato i miei genitori come ero giusto che facessi. Ho condiviso con il gruppo di studio biblico quanto mi stava accadendo interiormente, e ci siamo accordati in preghiera di modo che questa relazione potesse essere ristabilita.

Non mi sono messo immediatamente in contatto con mia madre e mio padre, ma due giorni dopo ho ricevuto da loro una lettera, la prima dopo oltre quattro mesi. Oltre a questa sorpresa, il contenuto della lettera mi ha letteralmente sbalordito. I miei genitori erano titolari di una parte del credito per la casa di mia proprietà. Il

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tasso di interesse al tempo in cui abbiamo stipulato l’accordo era ragionevole, ed era stato mantenuto costante anche negli anni successivi, nonostante gli aumenti sul mercato immobiliare. Per questo motivo, le rate pagate ai miei genitori erano maggiormente motivo di benedizione. Tuttavia, mio padre mi ha scritto una lettera per dirmi che il Signore lo aveva convinto sul fatto di non chiedere interessi a un fratello cristiano. Di conseguenza, mio padre non mi avrebbe più applicato interessi. Inoltre, tutti gli interessi fino a quel momento percepiti li ha indirizzati a beneficio dell’estinzione del mutuo.

Non potevo credere ai miei occhi! La potenza del perdono aveva viaggiato 1500 miglia per toccare i miei genitori, senza che io dicessi una parola, e li ha messi in grado di riaffermare l’amore per il loro figlio. Sono felice nel dire che la nostra famiglia è stata ristabilita e che oggi abbiamo una relazione meravigliosa.

Non credo che corriamo il rischio di enfatizzare troppo la potenza del perdono. Un cuore sincero, libero dal risentimento e dall’amarezza, è uno strumento attraverso cui la potenza di Dio può essere manifestata nella preghiera.

La Preghiera IntensaSarebbe sbagliato se dessi l’impressione che sedersi tranquillamente dietro ad una scrivania sia l’unico modo

per pregare. Condividere una comunione amorevole con Gesù è assolutamente vitale, ma non rappresenta la totalità della nostra relazione con Lui. Ci sono momenti in cui è necessaria una preghiera intensa e fervente.

Elia era un uomo come noi, ma quando ha pregato intensamente, non è piovuto per tre anni (Gm. 5:17). Al termine di questi tre anni, Elia ha pregato che iniziasse di nuovo a piovere. Si è rannicchiato con la testa tra le gambe e ha cercato Dio intensamente. Ha poi mandato sei volte il suo servo ad avvistare una nuvola, e per sei volte il cielo è rimasto limpido. Elia ha continuato nella sua richiesta intensa, e la settima volta che ha guardato al cielo c’era una piccola nuvola. A quel punto, Elia aveva capito che la sua preghiera era stata esaudita, e si è messo a correre con il servo prima dell’arrivo della tempesta (1 Re 18: 42-45).

Il salmista chiedeva con perseveranza il favore da parte del Signore, con tutto il suo cuore (Sl. 119:58). Tutta la tribù di Giuda si era impegnata ad ubbidire al Signore, con tutto il loro cuore e la loro anima (2 Cr. 15:15). Come risultato del loro fervore, il Signore ha dato a loro modo di avvicinarsi alla Sua presenza.

Nella preghiera c’è anche il momento in cui si esprimono sofferenza, compassione, preoccupazioni, lacrime, invocazioni, e angoscia. Gesù stesso è stato mosso a compassione per guarire (Mt. 20:34). Ha offerto preghiere e invocazioni con grida e lacrime (Eb. 5:7). In agonia, nel giardino del Getsemani, ha pregato intensamente, e ha sudato grumi di sangue (Lu. 22:44).

Il salmista ci invita a effondere il nostro cuore davanti a Dio, perché è Lui il nostro rifugio (Sl. 62:8). Potete vedere cosa il salmista vuole significare? Potete visualizzare l’intensità di chi effonde il proprio cuore davanti a Dio? “L’Eterno è vicino a quelli che hanno il cuore rotto e salva quelli che hanno lo spirito affranto” (Sl. 34:18). Lo Spirito Santo stesso “intercede per noi con sospiri ineffabili” (Ro. 8:26).

Anni fa ho partecipato a “Washington per Gesù”, una manifestazione con lo scopo di chiamare la nostra nazione al pentimento e ad intercedere per i suoi peccati. Sono andato con l’intenzione di trascorrere del tempo nella preghiera intensa davanti al Signore. Sentivo un peso da parte del Signore per la nostra nazione, e mi aspettavo di ritrovarmi insieme ad altre persone che condividevano la mia stessa motivazione.

La prima sera, ci siamo riuniti per il programma, e mi aspettavo un momento di preghiera comunitaria per il nostro governo e la nostra nazione. Al contrario, abbiamo ascoltato un oratore dopo oratore, e siamo stati intrattenuti da un cantante dopo l’altro. L’ambiente somigliava più a un festival che a un momento di cordoglio e pentimento.

Alla fine, Keith Green è venuto al microfono e, ovviamente, provava quello che provavo io, perché il suo messaggio è stato conciso e preciso: “Dove sono le vostre lacrime?”, ha chiesto. “Dov’è il vostro cordoglio? Perché non invocate Dio per ricevere misericordia invece che battere le meni e intrattenervi? Questo è il tempo del lutto, non della gioia, il tempo delle lacrime, non del sorriso. Pieghiamo le ginocchia e preghiamo affinché Dio faccia grazia alla nostra nazione e la purifichi dal proprio peccato!”

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Ci sono momenti in cui devo mettermi faccia a terra davanti al Signore. Altre volte, devo rallentare i miei studi e letteralmente implorare Dio. Momenti in cui, se Dio non interviene, non ce la posso fare. Dio vuole che ci avviciniamo onestamente e di tutto cuore a Lui.

Parlare alla MontagnaQuando Gesù ha maledetto il fico, i Suoi discepoli sono rimasti meravigliati nel vederlo morire in un solo

giorno. Nel vedere il loro stupore, Gesù ha parlato a loro della potenza della preghiera: che se loro avessero con fede comandato a un monte di spostarsi e gettarsi nel mare, questo si sarebbe realizzato (Mr. 11:23).

Ci sono momenti in cui le nostre preghiera non dovrebbero essere formulate a Dio come richieste, ma rivolte alle circostanze come comandi. Quando Gesù si è trovato davanti alla tempesta, non ha detto: “Oh, Signore, ti prego, ferma questa tempesta. Fa in modo che il vento non soffi così forte.” No! Si è rivolto direttamente alla tempesta e ha detto: “Calmati.” E questa ha ubbidito.

Dopo che Mosè ha condotto il popolo fuori dall’Egitto, il popolo si è subito messo in gravi problemi. Davanti a loro c’era il Mar Rosso. A sinistra e a destra c’erano le montagne. E dietro di loro c’era un esercito di Egiziani arrabbiati. Il popolo piagnucolava e Mosè pregava. Alla fine, Dio ha detto: “Perché gridi a me? Di' ai figli d'Israele di andare avanti. E tu alza il tuo bastone, stendi la tua mano sul mare e dividilo, affinché i figli d'Israele possano passare in mezzo al mare all'asciutto” (Es.14:15,16). Non avevano bisogno di aspettare che Dio agisse. Era Lui che aspettava che si muovessero.

A noi è stata data autorità per governare e regnare in questa vita. Non abbiamo quindi sempre necessità di chiedere a Dio di attuare la Sua volontà sulla terra così come è fatta in Cielo. Questa frase nella Preghiera del Signore non è una supplica ma un comando; non un comando verso Dio, ma piuttosto alle situazioni per farle allineare alla volontà di Dio. Abbiamo male interpretato questa affermazione e l’abbiamo resa un complemento alle nostre preghiere. Se non conosciamo la voce di Dio, non possiamo neanche conoscere la Sua volontà prima che preghiamo. Di conseguenza, dopo avere presentato le nostre idee su quello che Lui dovrebbe fare in una determinata situazione, ci aggiungiamo le parole “se è la Tua volontà”.

Ma questo non è affatto l'insegnamento di Gesù riguardo alla preghiera. L’affermazione è in pratica: “Venga il Tuo regno! La Tua volontà sia fatta!” Noi siamo quelli che odono la voce di Dio e vedono le Sue visioni. Non compiamo nulla di nostra iniziativa, ma solo ciò che vediamo fare dal Padre. Pronunciamo solo quello che abbiamo già udito dal Padre. Abbiamo visto la volontà di Dio e il Suo piano, e quindi lo affermiamo in esistenza. Lo Spirito Santo opera con la stessa potenza dinamica con cui ha portato i mondi all’esistenza quando non c’era nulla, e la volontà di Dio è realizzata!

Ad esempio, se sto pregando per la guarigione di una gamba fratturata, non metto l’attenzione sull’arto nel gesso e le conseguenti limitazioni. Al contrario, guardo come Gesù ha fatto, al di là della infermità verso le realtà profonde della salute divina. Vedo il paziente che corre, salta, e loda Dio. Affermo quindi il regno di Dio come ha fatto Gesù, e comando all’osso di ricomporsi così come è stato creato.

Per l’autorità che abbiamo ricevuto, come figli del Re, alle volte dobbiamo parlare al monte e vederlo muoversi. Dobbiamo poi rimanere stabili sull’affermazione della nostra speranza senza vacillare, sapendo che Colui che ha fatto le promesse è fedele. Dio vive nel tempo infinito, e alle volte dobbiamo attendere per vedere la realizzazione della nostra affermazione. Durante questo periodo, dobbiamo fare attenzione a non lasciarci prendere dal dubbio ma a proseguire fermamente nella nostra affermazione.

Pregare Fino a LodareUna necessità non è completamente considerata in preghiera fino a che non è sottoposta alla potenza e alle

promesse di Dio, al punto da entrare nella pace. Filippesi 4:6,7 ci esorta: “Non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento. E la pace di Dio, che sopravanza ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.”

Notate la progressione. Iniziamo con la preghiera e presentiamo le nostre richieste al Signore. Poi ci muoviamo verso la supplica, una forma più intensa di preghiera. Ma come passiamo dalla richiesta al ringraziamento? Come ci muoviamo dall’implorazione al ricevere? Solo trascorrendo del tempo nella

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tranquillità e nel percepire il movimento di Dio. Egli può darci indicazioni attraverso la visione, o parlarci attraverso la rhema, sul modo in cui Lui vuole che preghiamo. Potrebbe mostrarci o dirci che la nostra richiesta è stata accolta. Potremmo percepire che ci è stato tolto un peso o semplicemente sentire un senso di pace nella quale ci rilassiamo con la consapevolezza che Lui è in controllo e che tutto contribuirà al bene. Quando sappiamo che Dio ha udito e ha risposto, lo adoriamo e ringraziamo per la Sua bontà verso di noi.

Alle volte non ho sentito pace il primo giorno che ho pregato per una situazione. È stato solo dopo giorni di onesta supplica che ho avvertito una liberazione nel mio spirito che mi testimoniava che la mia preghiera aveva trovato risposta. In altre circostanze, ho dovuto pregare una sola volta e subito è arrivata la certezza che mi ha condotto al ringraziamento e alla pace. Permettiamo quindi alla pace di Dio di regnare nei nostri cuori, con la consapevolezza che la nostra problematica è stata da Lui accolta, e la lode potrà manifestarsi.

Pregare per Avere Forza da DioNel Salmo 50:15, il Signore ci incoraggia a invocarlo nel giorno della difficoltà e Lui ci libererà. Lo scrittore

agli Ebrei ci invita ad accostarci con fiducia al trono di Dio per ricevere grazia e aiuto nel tempo della necessità (Eb. 4:16).

Spesso siamo tentati a fare proprio l’opposto. In tempo di necessità, quando abbiamo peccato e ci sentiamo sporchi e indegni, siamo tentati a fuggire e nasconderci dalla presenza del Signore. Vogliamo toglierci lo sporco di dosso e purificarci da soli prima di andare al trono di Dio. Ma se facciamo questo, rifiutiamo la grazia di Dio e ci affidiamo solo alla nostra moralità. Soltanto Dio può purificarci, e Lui desidera farlo. Dio desidera rivestirci con la Sua potenza e giustizia, ma lo può fare solo se andiamo a Lui nei momenti di necessità.

Quando la tentazione è forte, e sentiamo di non avere forza per resistere, possiamo invocare Dio. Non abbiamo bisogno di lottare contro satana con le nostre forze - infatti, non siamo in grado - perché Colui che vive in noi lo ha già sconfitto! Quando invochiamo il Signore, Lui ci libera dalla tentazione.

La Bibbia ci ricorda continuamente di non cercare di lottare contro questo nemico con la nostra forza, ma piuttosto di porre la nostra fiducia nel Signore. Giacomo ci ha detto di sottometterci a Dio e di resistere al diavolo (Gm. 4:7), e possiamo essere certi che questo fuggirà da noi. In 2 Corinzi ci è ricordato che le armi del nostro combattimento non sono carnali ma potenti in Dio (2 Co. 10:4,5). Con queste siamo in grado di distruggere quello che si eleva contro la conoscenza di Dio. Siamo forti nel Signore e nella forza della Sua potenza. Indossando tutta l’armatura di Dio, possiamo rimanere fermi contro tutti i complotti del diavolo (Ef. 6:10,11).

Il Movimento di Dio in PreghieraC’è la tendenza a considerare la preghiera come un’attività del credente. Decidiamo noi per cosa pregare,

come pregare, e quale risposta ricevere. Ci presentiamo a Dio e avanziamo le nostre richieste. Ma questa opinione rappresenta solo in minima parte la vera realtà della preghiera.

In Romani 8:26, il Signore ci ricorda che non sappiamo pregare come dovremmo. La nostra comprensione è limitata. Tendiamo a vedere solo dalla nostra prospettiva. La nostra mente non sempre percepisce gli scopi divini. Tuttavia, molto spesso dimentichiamo i nostri limiti e pensiamo di saperne abbastanza per dire a Dio cosa deve fare e come deve farlo. E se non è l’arroganza a motivarci, lo è l’ignoranza. È dunque necessaria una rivelazione per riconoscere che le nostra debolezza nella preghiera è costante, in modo da imparare ad affidarci completamente allo Spirito Santo.

Dato che non sappiamo pregare come dovremmo, lo Spirito Santo opera nella nostra debolezza. Non dobbiamo perciò pretendere di nascondere la nostra debolezza, o sforzarci di risolverla, ma imparare ad affidarci al Signore che opera nella nostra fragilità. Proprio perché non sappiamo come pregare, Dio stesso si fa carico della nostra esperienza di preghiera, e la Sua forza si dimostra perfetta nella nostra debolezza. Se ci affidiamo a Lui, Dio interverrà con la Sua Pienezza nella nostra vita di preghiera.

In questo modo, Dio stesso sarà il promotore delle nostre preghiere. Quando avremo una necessità, se attenderemo tranquillamente davanti a Lui, lo Spirito Santo formerà per noi le parole opportune. “Bada ai tuoi passi quando vai alla casa di DIO: avvicinati per ascoltare …Non essere precipitoso con la tua bocca, e il tuo

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DIO

Lo SPIRITO SANTO

INIZIA E FORMA LA

PREGHIERA

GESU’ INTERCEDE

LA PREGHIERA NASCE INTERIORMENTE

cuore non si affretti a proferire alcuna parola davanti a DIO, perché DIO è in cielo e tu sulla terra, perciò le tue parole siano poche” (Ec. 5:2). Se tranquillizzeremo i nostri cuori attraverso l’adorazione, ed entreremo in contatto con lo Spirito Santo che dimora in noi, Lui ci rivelerà modi in cui pregare. Potrebbe comunicarci una parola, una visione, o metterci in grado di provare le Sue emozioni.

Non:

Ma:

PADRE

La preghiera è muoversi nel flusso di Dio

Quando lo Spirito Santo prende in noi il controllo, e ci comunica sapienza su come pregare, possiamo pronunciare quello che ci ha rivelato. Se preghiamo continuamente nello Spirito, la nostra preghiera sarà guidata, energizzata, e sostenuta dallo Spirito Santo. “Questa è la sicurezza che abbiamo davanti a lui: se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. E se sappiamo che egli ci esaudisce in qualunque cosa gli chiediamo, noi sappiamo di avere le cose che gli abbiamo chiesto” (1Gv. 5:15). Se preghiamo sollecitati dallo Spirito Santo in noi, sappiamo di pregare secondo la Sua volontà.

A volte ci sentiamo pressati a pregare senza prima entrare nella tranquillità e armonizzare con la voce dello Spirito Santo. Questo è specialmente vero per me quando sono invitato a pregare nei gruppi.

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Sento che dovrei dire immediatamente qualcosa, qualsiasi, anche se non è esattamente quello che lo Spirito Santo vuole che sia detto. Ci vuole coraggio per aspettare in silenzio fino a percepire il movimento di Dio. Ammetto che alle volte, spinto da questa sollecitazione, pronuncio frasi esclusivamente soggettive dal mio cuore. Ma che beneficio si ha nel pregare se questo serve solo per riempire un silenzio scomodo? È quindi meglio un imbarazzo momentaneo per poi sapere che Dio ha ascoltato e che risponderà.

Lo Spirito Santo non è la sola persona coinvolta nelle nostre preghiere. Gesù stesso è seduto alla destra del Padre, presenta a Lui le nostre preghiere e intercede per noi. La preghiera è un’attività di Dio Trino, e io sono immerso nel flusso del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo.

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9Il Signore Risponde

Vi incoraggio vivamente a scrivere ogni giorno il diario di preghiera. Per aiutarvi a vedere le cose meravigliose che il Signore ha preparato per voi, voglio parlarvi di alcune guarigioni e delle cose splendide che il Signore ha detto a persone come voi. I seguenti sono esempi di normali diari di preghiera che ascolto in ogni seminario e che ricevo per posta. Queste sono parole che provengono da uomini e donne, da giovani cristiani e da cristiani maturi, da pastori e membri di chiesa in tutto il mondo. Ringrazio tutti quelli che ci hanno condiviso la loro esperienza e aperto il loro cuore nel renderci partecipi di questi estratti dal loro diario di preghiera.

Voglio sperare che queste annotazioni vi trasmettano fiducia mentre vi preparate a iniziare il vostro diario di preghiera. In un certo modo, queste testimonianze possono farvi da cassa di risonanza da cui iniziare le vostre esperienze. Questi scritti vanno certamente considerati alla luce della Sacra Scrittura, e nella prospettiva di condividere il vostro diario di preghiera con i vostri consiglieri spirituali.

Questi esempi mostrano distinte verità meravigliose. Per prima cosa, ci giungono da svariate culture a conferma che tutti possono udire la voce di Dio, e che questa non è riservata a poche persone selezionate. Secondariamente, questi dimostrano che i metodi esposti in questo libro sono efficaci nel condurre le persone a un reciproco dialogo con Dio Onnipotente. E per ultimo, trovo eccezionale la somiglianza dei diari di queste persone al mio diario. Questa è una prova efficace del fatto che tutti noi siamo in contatto con lo stesso Dio, il SIGNORE, il Grande IO SONO.

(Per chiarezza, tutti i pronomi riferiti a Dio sono riportati in maiuscolo, anche se non sempre sono scritti in questo modo nei diari originali. Abbiamo inoltre scritto in corsivo le parole ricevute dal Signore. Questo non indica in alcun modo che le consideriamo identiche o da aggiungere alla Bibbia. Lo scopo è rendere semplicemente riconoscibile il flusso delle conversazioni.)

Non Temere la Tempesta “Cosa vuoi dirmi?”“Sei una figlia bellissima con occhi innocenti. Vedi le nuvole che si formano all’orizzonte? Le Mie braccia ti

terranno al sicuro. Le tempeste sono momenti eccezionali. Tuoni e fulmini non sono da temere, perché le Mie braccia sono attorno a te e non ti abbandonerò.”

Possiamo danzare con la musica delle tempeste, i tuoi piedi sui Miei; le Mie mani che stringono le tue.Danziamo lasciandoci trasportare. Il cuore batte non di paura ma di gioia e aspettativa. Il vento avvolge le

Mie vesti attorno a te. Guarda con meraviglia quello che sto facendo. Tu troverai pace in mezzo al caos.”Carole

Io Non Commetterò un Errore “Mio piccolo, Io ti conosco molto bene. Non ti colpevolizzo per questi dubbi. Conosco il desiderio del tuo

cuore, è buono e puro, e questi dubbi svaniranno quando farai un passo di fede. Dato che sei ancóra umano, commetterai degli errori, ma Io sono perfino in controllo di questi. Non permetterò al disastro di colpirti, semplicemente perché nel periodo di crescita potresti percepire in modo errato quello che ti dico. Fidati di me, non commetterò errori nel farti crescere. Ti sto per dare quello che mi hai chiesto. Non temere di commettere un errore.

Avvicinati interiormente a Me. Io rimango sempre fedele. Ti amo. Un padre non risparmia sempre i figli dagli errori, perché è così che i figli imparano. Ma egli non permetterà che loro commettano un errore che produca un disastro, un grave danno o dolore, a sé stessi e ad altri. Ti fidi di Me, che conosco il futuro e che sono in grado di proteggerti da errori improduttivi e dannosi? Amo il tuo cuore. Fidati di Me.” Anonimo

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Guarito dall’Inferiorità“Mentre guardavo per ricevere una visione, ho visto Gesù e me che camminavamo insieme, e ho chiesto allo

Spirito Santo di condurmi in questa visione. Improvvisamente, mi sono visto restringermi fino a scomparire completamente. Nel guardare la visione, mi sono chiesto: ‘Ma dove sono andato?’

All'improvviso, l'immagine è cambiata. Ho visto il volto del Padre, il suo profilo da sinistra, che guardava verso l’alto. Sapevo all’istante che Lui pensava a me, ma questo accadeva miliardi di anni fa, prima della fondazione del mondo. Mi stava pianificando nei Suoi pensieri.

L’immagine è di nuovo cambiato all’improvviso. Come prima, ho rivisto il Suo profilo da sinistra, ma questa volta, Egli guardava qualcosa verso il basso. Ho guardato sopra la Sua spalla sinistra e ho visto lo sperma e l’ovulo unirsi. Il Padre mostrava un viso entusiasta, mentre osservava la creazione di me. L’ho sentito dire a Sé stesso: ‘Ecco che arriva Buck!’

L’immagine è nuovamente cambiata, ma questa volta Lui guardava in alto verso un embrione informe nel grembo di mia madre. Guardava me e parlava del Suo amore per me, e dei Suoi progetti e propositi per la mia vita. Sapevo che il il Padre Celeste era il mio vero padre. Era il mio Papà. I miei genitori terreni non sapevano ancóra che io c’ero.

Egli mi aveva voluto miliardi di anni prima, ed ero emozionato nel vedere il mio concepimento. Egli quindi mi ha chiamato all’esistenza prima che mia madre fosse consapevole della mia presenza.

Questa visione mi ha dato un senso del mio valore nei confronti di Dio che prima non conoscevo. Sono cresciuto con problemi di auto-stima, ma questa mia sensazione è cambiata completamente quando il mio Padre Celeste mi ha mostrato come mi aveva visto prima che io facessi il mio primo respiro sulla terra, ancóra prima che provassi qualsiasi rifiuto. Egli mi aveva voluto, mi aveva protetto e approvato, e aveva pronunciato la vita in me. Egli era il mio vero Padre che mi conosceva prima che qualsiasi altro sapesse della mia esistenza.”

Buck

L’Ascolto della Voce di Dio Trasforma le Vite Dietro le Mura della Prigione

“Non ero mai riuscito a capire se il Signore ascoltasse realmente le mie preghiere, e non avrei neanche pensato che Egli mi volesse addirittura parlare nel modo che ho sperimentato in questi ultimi mesi. Come risultato di questa nuova relazione, e della sapienza da parte dello Spirito Santo, la mia vita è molto cambiata. Ogni giorno è ora gradevole, invece di quelle ore buie e vuote alle quali mi ero abituato qui in questo luogo freddo e solitario. Oggi, so di camminare con Gesù al mio fianco, parlo con Lui e gioisco della Sua compagnia. Non mi sento più solo. Ho una sensazione di pace mai conosciuta in passato. Perfino in questo luogo, uno tra i più oscuri della terra, Lui mi illumina il cammino e mi conduce, e io metto la mia completa fiducia nella Sua divina potenza.”

Steven

Il Diario di Preghiera Favorisce una Unzione per l’Imprenditoria“Mio marito Leo era stato inserito in un gruppo di lavoro per completare un progetto molto impegnativo. Per

settimane ogni componente del gruppo aveva cercato di dare il proprio meglio per completare il progetto specifico, ma non era stato compiuto alcun progresso. Le ore trascorrevano in riunioni, ogni idea dopo l’altra era stata esaminata e poi messa in disparte, e nulla sembrava somigliare all’obiettivo prefissato.

Nel frattempo Leo aveva iniziato un’altra settimana di intensa progettazione creativa a casa, e chiedeva le mie opinioni sul progetto. Gli ho quindi detto che questo argomento poteva essere oggetto del suo diario di preghiera. (In realtà, gli ho detto che avrebbe dovuto farlo già molto tempo prima). Leo ha quindi chiesto a Dio il Suo parere su quello che andava fatto, e lo ha scritto. Quelle erano idee brillanti, ovviamente!

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Leo ha poi sistematizzato la rivelazione ricevuta, assicurandosi che la presentazione fosse adeguata. Il lunedì successivo, l’ha portata al lavoro e ha aspettato il suo turno per esporla. La riunione ha avuto inizio come al solito, con alcuni altri associati che davano le loro opinioni sul progetto, che sono poi risultate tutte inadeguate.

Poi mio marito ha presentato le idee che Dio gli aveva dato, e sono piaciute a tutti!! È stato quindi deciso all’unanimità che questa era la soluzione migliore, esattamente quella che tutti cercavano! Alla fine, un’idea originale su cui tutti erano d’accordo: un miracolo!!

Il punto è che Dio ha la prospettiva migliore su tutto. Per questo, invece di aspettare che tutto il resto fallisca, dovremmo probabilmente iniziare chiedendo a Lui cosa ne pensa. Attingiamo perciò alla creatività divina che risiede in noi, e manifestiamo l’unzione di Dio nel nostro posto di lavoro. Dopotutto, non è per questo che Lui ci ha messi li?”

Charity

Matematica in un Sogno?“Era il 1995, e mio marito Roger stava lavorando a una tesi di dottorato in ingegneria spaziale, nel campo

specifico della robotica, e il titolo della sua tesi era “Cinematica e Disegno di una Classe di Manipolatori Paralleli”. Ovviamente, nel controllo dei manipolatori paralleli è contenuta molta matematica; l’unico problema era che i calcoli matematici non producevano i risultati utili a Roger.

È stato durante un sogno, una notte, che Roger ha ricevuto l’equazione necessaria al controllo del robot. Si è alzato e ha iniziato a scrivere quello che riceveva. Il calcolo matematico, da lui ricevuto in sogno, lo ha condotto ad una equazione di 33 pagine a conclusione della sua tesi. Nell’introduzione alla sua tesi, Roger ha scritto: 'Voglio ringraziare Dio per avermi dato costantemente sapienza, guida e sostegno.' La sua affermazione ha trovato forte opposizione, ma lui non si è tirato indietro.”

Susan

Ulteriori Soluzioni negli AffariÈ dal 1992 che scrivo il mio diario di preghiera, facendo uso del tuo materiale. Ho spesso scritto riguardo a

situazioni e problemi nella mia attività lavorativa. Dio mi dato la sapienza per risolverli, e anche la direzione nelle relazioni, nella promozione dei prodotti e nell’approccio alle soluzioni.

A questo proposito, riporto due situazioni che credo possano interessare. La prima riguarda una riunione di marketing in cui cercavamo di sviluppare un testo che potesse comunicare il valore di una innovazione che stavamo introducendo nella linea commerciale. Il team era indeciso, quindi ho dialogato con il Signore e ho riportato sul diario di preghiera la Sua indicazione per il testo. Ne ho parlato con il team. I membri ne sono stati entusiasti e hanno detto che era una grande idea. Questa ha aperto al team una nuova prospettiva verso cui dirigere il lavoro.

In un’altra occasione, ero in grande difficoltà nel cercare di scrivere un volantino commerciale per un seminario in cui mia moglie e io eravamo i relatori. Cercavo di scriverlo, ma non riuscivo. Ho dialogato con il Signore, attraverso il diario di preghiera, e il Signore mi ha illustrato tutto il lavoro. L’ho semplicemente scritto.”

Bill

('Business Solution Manager' per una ditta internazionale, Canada)

Incoraggiamento Attraverso un Sogno “Una notte ho sognato che facevo parte di una squadra di baseball che aveva molto successo. Ero un

membro molto stimato del team e non volevo assolutamente che questo perdesse. Era il mio turno per ricevere. Il lanciatore mi ha lanciato la sua palla migliore. L’ho colpita e l’ho mandata fuori del campo di gioco! Non ho dovuto neanche correre per completare tutte le basi. Ho atteso un altro lancio. Il lanciatore ha provato ogni lancio nel suo repertorio. Ho pensato che fosse tutto troppo facile. Ogni palla da lui lanciata verso di me, la colpivo, e questa finiva fuori del campo di gioco; finivano fuori anche le più temibili palle a traiettoria curva

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che pensavo di non riuscire a colpire. Poi la scena del sogno è cambiata: io ero dalla parte del lanciatore, e la squadra avversaria schierava i battitori migliori. Ho lanciato al meglio delle mie possibilità, e nessuno riusciva a intercettare i mie lanci. Tutti i ricevitori andavano a vuoto!

Questo sogno mi entusiasmava. Sono un nativo sudafricano, e non sono cresciuto giocando a baseball. Ho una conoscenza teorica del baseball, e non mi troverei a mio agio nel giocare a livelli competitivi. Quando il Signore ci ha chiamati ad essere missionari in America, abbiamo lasciato la familiarità del ministero in Sud Africa, e abbiamo abbracciato il ‘sapore straniero’ del ministero negli Stati Uniti. Ero come un giocatore di cricket (un gioco che abbiamo in Sud Africa) in un campo di baseball. Sapevo che eravamo parte del team del Signore, perché Lui ci aveva chiamati qui. Tuttavia ero insicuro delle mie capacità. Potevo svolgere il ministero in Sud Africa, ma cosa sarebbe accaduto in America?

Attraverso il sogno, il Signore mi riassicurava che sarei stato in grado di fronteggiare ogni palla! Di fronte a qualsiasi sfida, circostanza o attacco, li avrei colpiti e mandati fuori dal campo di gioco! Perfino quelle situazioni (palle curve) in cui normalmente trovavo difficoltà. Il Signore mi ha anche riassicurato che tutti miei sforzi (lanci) centreranno il segno: non andranno sprecati ma andranno a buon fine.

Questo sogno ha rinforzato enormemente la mia fiducia. Sono rimasto sorpreso che il Signore mi avesse messo in un gioco che mi interessava poco o nulla, ma la Sua valutazione aveva molto senso. Ora, tutto il timore è svanito, e colpisco ogni palla che il ministero, le circostanze o il nemico, mi tirano addosso. Ho grande fiducia nelle capacità che il Signore mi ha dato, semplicemente come risultato della riassicurazione che Lui mi ha dato sotto forma di sogno.”

Rudolf (Senior Pastor of a church in Ohio)

Insieme Siamo una Combinazione Unica!“Signore, cosa vuoi dirmi?”“Sei troppo severo con te stesso: Non mi aspetto che tu sia perfetto. Ti ho chiamato per vivere in te di modo

che entrambi possiamo sperimentare il risultato della combinazione dei due di noi, quando esprimiamo le nostre personalità attraverso un corpo 'solo'. Quando siamo separati, io sono come la cioccolata e tu come il burro di arachidi. Ma uniti insieme produciamo una miscela gustosa. All’infuori di questo c’è solo uno di noi due in tutto il mondo. Insieme siamo una combinazione UNICA.

Voglio che tu sia contento di te in Me, e che smetti di lamentarti per quello che non sei. Io rafforzerò le tue aree deboli. Domina e allontana i pensieri di insufficienza nella tua area di capacità. Ricorda di rivolgerti a Me, di affidati a Me, di avere fiducia in Me, e ti darò tutto quello che ti necessita per poter servire nel Regno.”

Anonimo

Ama Come Io Amo Te“Padre, so che mi devo concentrare ad essere più amabile e romantico con Jeanie, e mostrare a lei amore

ogni giorno in modi pratici. Ho tanto timore di essere strumentalizzato. Cosa mi vuoi dire a questo riguardo?”“Chiudere il tuo cuore, per la paura di essere ferito o sfruttato, priva te e Jeanie della gioia e della

completezza dell’amore. L’amore dona. L’amore apre e dà. L’egoismo trattiene. So che non è questo che vuoi. Hai udito che ciò che semini è ciò che raccogli, e che quando semini, raccogli molto di più di quanto ha seminato. Sempre. Amare Jeanie, essere sensibile verso di lei e le sue necessità, è seminare in un terreno buono e fertile in cui ci sarà grande messe e raccolto.

Come ho amato voi, così voi amatevi gli uni gli altri! Dimentica come sei stato sfruttato e perfino la tua percezione di essere stato sfruttato da Jeanie e da altri. Mostrare amore non dovrebbe mai essere basato su quello che gli altri hanno o non hanno fatto. Deve essere fondato solo su quello che Io ho fatto. Come Io ho amato voi…è lì che deve essere il tuo centro, e dalla consapevolezza e dall’accoglienza del Mio amore potrà fluire amore verso gli altri. Non permettere che la tua visione e attenzione siano rivolte all’essere umano, ma mantienile su DIO CHE HA TANTO AMATO, CHE HA DATO!

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Di nuovo, guarda Jeanie come a un tenero fiore. Quando è annaffiato e curato con tenerezza, sboccia ed emana un raro e meraviglioso odore e aroma. Quando doni a lei, stai annaffiando questo fiore; e quando metti lei per prima, e dai a lei attingendo dal Mio amore e dalle Mie risorse, è come il sole che manda i suoi raggi su quel fiore e gli dà forza per essere meraviglioso e splendente.

La tua paura di essere sfruttato da Janie è infondata. Lei ti ama e ti è fedele. Investi in lei. Ti aspettano grandi risultati. Lei è il migliore investimento che potrai mai fare. Lei vale tutto le tue risorse e i tuoi investimenti. Sii sensibile verso di lei, oggi. Aiutala con i bambini. Trova modi per benedirla.

Non te ne pentirai. Non mi sono mai pentito di avere dato il Mio meglio, di aver messo tutta la Mia vita per te e per tutto il mondo. Tu vali bene tutto questo. Lo rifarei di nuovo, se fosse necessario. Nessuno ha amore più grande che dare la propria vita per i suoi amici. Dona la tua vita a Jeanie. Non c’è amore più grande. Osserva e ricevi il mio amore per te e donalo. Questo è il mio comandamento, di amarvi gli uni gli altri. E nel fare questo sarete completi. Ti voglio bene, Mike, con amore tenero e con amore eterno!”

Mike (Canada)

Quello che Metto nella Tua Mano…“Ho visto il Signore accanto al mare. Gli sono andato vicino e ho iniziato a gettare i sassi lisci sul pelo

dell’acqua, che hanno fatto tre rimbalzi. Il Signore ha fatto lo stesso ed è arrivato a lanciare fino all’orizzonte. Ha sorriso. Ho provato di nuovo, e stavolta ho fatto meglio: cinque rimbalzi. Il Signore ha lanciato di nuovo e il sasso è rimbalzato fino all’orizzonte. Mentre mi sono chinato per prendere un altro sasso, Lui mi ha fermato e mi ha dato un sasso. Non sembrava un sasso buono da fare rimbalzare, ma l’ho preso comunque. L’ho lanciato ed è rimbalzato FINO ALL’ORIZZONTE. Il Signore mi ha guardato con un sorriso e mi ha detto: ‘Paul, quello che metto nella tue mano arriva più lontano delle cose che prendi tu.’ Meraviglioso! Questa Sua frase mi ha condotto a pormi la domanda: le cose che mi sono proposte e gli inviti che mi arrivo sono opportunità che il Signore mette nelle mie mani o sono solo qualcosa che io decido di raccogliere!”

Paul (Inghilterra)

Tu Sei la Mia Gioia “Signore, mi sono lasciato andare così facilmente in questi ultimi giorni, e tu sai i perché. Ho bisogno di Te.

Devo avere intimità con Te sopra ogni altra cosa. La mia vita dipende da questo. Parlami stamattina” “E’ difficile per te vedermi quando danzo con gioia pensando a te. Io non ti vedo come tu vedi te stesso. Non sono impantanato dal passato e dai fallimenti. Tu sei la mia gioia. Tu sei per me una gioia.”

“Ma cosa dire di tutti i miei fallimenti, anche quelli più recenti?”“Sono scomparsi. Lavati via. Dimenticati. Tu li hai riconosciuti. Vedo il tuo cuore, e il Mio cuore in te. Ci

sono due scelte davanti a te, oggi. Dimorare in me o dimorare in te stesso, nei tuoi peccati, nei tuoi fallimenti o nei tuoi sforzi. Scegli il meglio. Siedi ai Miei piedi e impara da Me. Troverai riposo alla tua anime travagliata. Vieni e siedi. Dimora. Riposa. Rilassati nella Mia presenza.”

Anonimo

Voglio che Tu Abbia Successo!“Stavo uscendo per fare allenamento (dopo tre mesi di pausa), e stavo decidendo quale distanza correre…

Invece che allenarmi per costrizione, ho dato ascoltato a quello che proveniva dal mio interiore. Alla fine, ho potuto correre tutta la distanza, e ho capito che non ce l’avrei fatta solo per obbligo. Ripensandoci (quasi alla fine del mio allenamento) ho sentito Dio che mi diceva: ‘Lynda, voglio che tu abbia successo!’ ”

Lynda

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Arrenditi al Tuo Destino“Dimmi di nuovo perché dovrei arrendermi?” “Non hai abbastanza memoria nel disco per contenere tutta la Mia risposta, né inchiostro per stamparla!

Ma, sì, capisco che ti serve una ragione. Arrenditi a Me perché così potrai essere quello che sei stata creata per essere: figlia di Tuo Padre. Ci sono persone che non arrivano a realizzare il loro scopo nella vita, perché non vogliono rinunciare al potere e alla posizione che hanno acquisito. Non essere una di queste, Jess!”

Jessie

Io Sono Colui che Ti ha Portato Qui “Ieri, il Signore mi ha insegnato una lezione preziosa: la differenza tra il vivere per dovere e il vivere

seguendo il flusso del Suo Spirito.Sono un missionario inviato dalla mia chiesa. Ero nelle Filippine ma, a causa di un grave incidente con la

motocicletta, sono dovuto tornare in Canada per ricevere cure mediche. Mi era stato detto che, una volta ristabilito, sarei potuto tornare nelle Filippine. In seguito, mi è stato chiesto di pregare per la possibilità di andare a Taiwan. Nel mio cuore non volevo andare. Mi piaceva stare nelle Filippine e volevo tornare. Il giorno seguente, ho ricevuto una chiamata dal nostro direttore di missione: ero stato assegnato a Taiwan. Credo assolutamente nel principio della sottomissione alle autorità, sono andato quindi a Taiwan.

Questo è accaduto un anno e mezzo fa, e per me è stato come essere in un deserto. Riuscivo solo a pensare alle Filippine e alle persone a cui volevo bene. Mi sentivo deluso. Poi, mi è venuto in mente un pensiero: 'Perché non mettere in pratica il metodo del corso Dialogo con Dio, e vedere quello che il Signore ha da dirmi?'

Quindi, dopo essermi liberato degli idoli nel mio cuore, ed avere rivolto il mio sguardo verso Gesù invece che alle Filippine, ho chiesto al Signore cosa volesse dirmi riguardo a questa situazione. Non ho dovuto neanche iniziare a visualizzare una scena. Nel momento in cui ho formulato la mia domanda, il Signore mi ha portato alla mente la scena dei discepoli nella barca in mezzo alla tempesta, e Gesù che camminava sull’acqua verso di loro.

Nel guardare più attentamente alla visione, mi sono visto nella barca, impegnato nello sforzo di portala al sicuro a riva. Poi ho visto Gesù entrare nella barca, e non solo ha calmato le acque ma ha preso Lui stesso i remi e si è messo a remare. La barca è finalmente arrivata sana e salva al porto. Ho osservato ed era il porto di Taichung Harbor, la città dove abito ora.

Il Signore quindi mi ha parlato e mi ha detto: ‘Sono stato con te, ho condotto e indirizzato tutto quello che è accaduto nella tua vita. Sono Io che ti ho condotto qui, e non è stato uno sbaglio.’ Questa visione e queste parole hanno dato una grande fiducia e sicurezza al mio spirito. Mi hanno rianimato.

Avrei potuto trascorrere i prossimi due anni e mezzo in modo miserabile, mettendo in pratica solo un’obbedienza formale e forzata ai comandamenti. L’obbedienza è biblica e va certamente praticata. In passato, avrei vissuto esclusivamente su questo fondamento, sapendo che era giusto. Tuttavia, mi sarei privato della vita esuberante che la visione e il flusso dello Spirito Santo hanno prodotto nella mia situazione. Voglio che questa vita continui a scorrere in me.”

Cindy (Taiwan)

Ti Conosco Per Nome “Nella mia vita mi sono impegnato rigorosamente a non avere rapporti prematrimoniali, e ora sono pronto a

cercare la mia futura moglie, per formare una famiglia e condividere con lei il resto della mia vita nell’amore di Dio.

Caro Signore, come posso sapere quale donna avvicinare, e di quale tribù e famiglia dovrebbe essere? Quali sono il colore e i tratti somatici che devo vedere per essere sicuro che questa è la donna giusta?

Il Signore mi ha risposto: ‘Prima che tu nascessi, ti ho conosciuto e ti ho formato nel grembo di tua madre. Non pensi che io posso avere un piano per la tua vita? Ti ho sostenuto da quando sei nato in questo mondo, e

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senza dubbio ti ho condotto nel giusto cammino di vita. Tutto quello che hai visto e vissuto non è per caso. Le tue capacità sono il risultato delle Mie capacità. La mia grazia e il mio riguardo ti hanno sostenuto in tutta la tua vita.

Ora stai per entrare in una nuova fase della tua vita e scegliere la compagna della tua vita. Non credi che sono ancóra con te? O hai dimenticato che nella Mia Parola ho detto che non ti avrei mai abbandonato o dimenticato? Ripensa a Isacco, Mio servitore. Al momento opportuno, gli ho provveduto una moglie. Io sono ancóra il Dio di Abrahamo, di Isacco, e di Giacobbe. Io non cambio. Riponi in Me la Tua fiducia e speranza, e abbi fede nelle Mie parole. Portami ogni tua preoccupazione perché Io mi prendo profondamente cura di Te. Il mondo è corrotto, ma per i Miei figli c’è ancóra una via. Io so come progettare la tua vita per il successo. Non ti preoccupare troppo per questa situazione, perché tu sei Mio e Io sarò sempre con te. Concentrati su tutto quello che ti chiamo a fare e a comportarti nei modi che Io ti indico.

A te darò le ossa delle tue ossa e renderò la vita per te entusiasmante. Akintayo Ebenezer, ti conosco per nome e ho preparato per te un grande successo nella vita. Guarda a me. L’Autore e il Compitore della tua fede.’

Oh, Caro Signore, benedico il Tuo nome per avermi aperto gli occhi in modo da conoscerti ed essere chiamato Tuo figlio. Metterò per sempre la mia fiducia in Te, e non permettere a questa ricerca di una moglie di ritardare il mio progresso nella vita. Signore, mi affido a Te e ti sarò per sempre grato per quello che hai fatto per me. Signore, non mi lamenterò e non sarò confuso, perché sono certo che Tu mi sei vicino. Grazie, Signore Gesù, per le parole che mi ha rivolto oggi, e so che Tu sarai sempre pronto ad ascoltarmi. Mi affido a te, Signore.”

Pastor Akintayo (Nigeria)

Protetto dalla Sua Voce“Ho constatato che la voce di Dio è molto cordiale e tuttavia molto distinta dai miei pensieri. Il testo insegna

che tutti noi abbiamo a volte pensieri spontanei, idee, sensazioni o impressioni, e, se vi prestiamo attenzione, ci accorgiamo che Dio ci sta parlando. Ad esempio, mia sorella e io guidavamo in superstrada per andare a vedere un film. Durante il percorso, ho avuto un pensiero ricorrente che mi diceva di uscire al prossimo svincolo. L’ho ignorato per un pò ma questo non se ne andava.

Alla fine, ho detto a mia sorella che avremmo preso una strada diversa e che saremmo uscite dalla superstrada. Una volta tornate a casa, mia mamma è uscita dalla porta e ha esclamato: “Ragazze, state bene?” “Sì”, le abbiamo risposto, e le abbiamo chiesto cos’è che non andava. Lei ci ha risposto che, subito dopo che siamo uscite di casa, ci ha viste coinvolte in un terribile incidente d’auto, e che ha iniziato a pregare e a pregare, e non si è fermata fino a che non ci ha viste che eravamo al sicuro. Le ho parlato della sensazione che avevo avuto di dovere uscire dalla superstrada, e le ho anche indicato l’ora in cui abbiamo lasciato la superstrada. Insieme abbiano verificato che quella era l'ora esatta in cui lei aveva smesso di pregare. Coincidenza? Non credo.”

Anonimo

Ho Gioito alla Tua Nascita!“Buon Compleanno, figlio! Ho gioito nel giorni della tua nascita. Ho benedetto le mani che ti hanno tirato

fuori, le ho osservate con tenera soddisfazione, e ho vegliato su di te tutti i giorni della tua vita. Ti ho benedetto e ti ho dato il benvenuto in questo mondo e, come hai udito [dai miei profeti], ti metterò in mostra. Tu sei un trofeo della Mia grazia.

Michael

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Fidati del Mio Amore per Te Notate: nel prossimo diario di preghiera, Dio ha aiutato questa persona ad affrontare problemi personali

molto seri, dovuti a precedenti ferite interiori e al rifiuto. Questa donna aveva evitato amicizie troppo vicine per paura di essere di nuovo ferita.

Ha iniziato il diario di preghiera parlando a Dio, e Dio le ha risposto. Nel Salmo 95:7-9, vediamo che il salmista inizia la frase in prima persona e poi, in mezzo alla frase, si accorge che è Dio che parla; quindi cambia e lascia che sia Dio a parlare in prima persona. Allo stesso modo, dopo la prima riga di questo prossimo diario di preghiera, troviamo Dio che parla, e questa conversazione potrebbe essere intitolata: “Tu sei una nuova creazione in Cristo.”

“Sono una nuova creazione in Cristo. Le cose vecchie sono passate; ecco, io faccio ogni cosa nuova! Il mio amore per te è più grande e più forte delle tue paure. Il mio amore vincerà le tue debolezze. Il mio amore rinnoverà il tuo cuore e la tua anima, e ti renderò completo in me. Abbi fede, credi, metti la tua fiducia nel Mio amore per te. Non dubitare, perché sono morto per te di modo che tu mi possa appartenere.

Ho grandi cose in progetto per te. Non dubitare, credi soltanto. Insieme conquisteremo il mondo, perché Tu sei il mio braccio destro e il mio dolce profumo su questa terra. Attraverso di te, gli altri mi conosceranno.

La pace sia con te. Ti dò la Mia pace, non come la dà il mondo. Ma, dato che il Mio Spirito abita in te, tu conoscerai la Mia pace.2

Anonimo

Nella Stanza del Trono “Durante la mia adorazione di primo mattino, la mia giornata ha inizio alla “Scuola del Leader”… Ho detto

al Signore che volevo entrare nella Stanza del Trono e cantare a Lui. Non sono un cantante, ma sapevo che il Signore dimora nella mia lode, quindi sapevo cosa fare.

Ho chiesto allo Spirito Santo di portarmi nella Stanza del Trono. Ho cercato di nuovo una visione e all’istante ho visto una porta aperta. Sono entrato e ho potuto vedere il Trono, ma c’era un foschia che copriva il mio Padre, e potevo solo vedere il profilo delle Sue gambe. Ma ho visto Gesù in piedi accanto al Trono: era appoggiava molto naturalmente con il Suo gomito sinistro al braccio destro del Trono stesso.

Gesù incrociava i piedi, completamente rilassato e appoggiato al trono del Padre Suo. Nel guardare la scena, ho notato Gesù che aveva il colorito di una persona. Ho cercato attraverso la Gloria di vedere il mio Padre Celeste, come in visioni precedenti, ma non sono riuscito a vederLo. Ho quindi fissato il mio sguardo in quello di Gesù e ho iniziato a cantare a Lui. Non ho mai tolto il mio sguardo da quello di Gesù.

Dopo qualche momento, improvvisamente, il nostro Padre è saltato giù dal Trono e, con entrambi i piedi in terra e le Sue braccia allargate, ha detto: “Voglio prendere parte a tutto questo!” E’ stata per me una grande sorpresa. Per un attimo sono rimasto senza parole, poi sono rientrato in me e ho detto: ‘Bene, canterò per tutti e due Voi.’

Gesù e il nostro Padre erano in piedi fianco a fianco, e io ho iniziato a lodare e adorare verso di Loro. Ho notato che il Padre non aveva lo stesso colorito di Gesù, il quale aveva sembianze di uomo. Il Padre era completamente splendente, ‘bianco come la neve’, così come Matteo 17:2 descrive la trasfigurazione di Gesù. L’unico paragone con qualcosa che ho già visto è quello di una luce sprigionata da un fulmine. Anche in questa visione, entrambi erano della stessa altezza.

Dopo avere cantato a Loro per alcuni minuti, Gesù ha allungato la Sua mano destra sulla parte superiore del mio braccio sinistro e mi ha avvicinato a un abbraccio con il Padre. Mentre ci abbracciavamo, potevo sentire il Suo amore che mi avvolgeva e mi attraversava. Ho pensato che non avrei voluto mai lasciare quel luogo. Ero immerso nell’abbraccio del Padre. Può esserci un luogo migliore al mondo? Ma, dopo un po’, Gesù ha di nuovo allungato la sua mano, mi ha accomiatato mostrandomi la porta, e mi ha detto: ‘Ora porta questo amore e condividilo con il Mio popolo.’

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Nell’allontanarmi, e mentre udivo Gesù pronunciare queste parole, ho notato che ogni parte di me che era stata in contatto con il Padre, dalla cintura fino al mio volto, era diventata ‘bianca come la luce’ che illuminava il Padre nostro.

Mi sono detto: ‘Questo sarà facile’, riferendomi alle parole che Gesù mi aveva comandato di diffondere. Ero sempre stato nervoso e timoroso nel compiere l’opera del ministero, ma questa esperienza mi aveva liberato completamente da questa paura. Con il tocco del Padre mio su di me, sapevo che Lui mi aveva messo in grado di seguire la Sua chiamata, e la paura mi ha lasciato all’istante. Ora potevo realizzare il Suoi progetti per la mia vita assolutamente senza timore. Grazie, Gesù!!”

Buck

La Promozione Procede da Me Questo uomo aveva appena ricevuto una valutazione scarsa su alcuni test attitudinali e si sentiva depresso.“Ricorda, figlio Mio, ho scelto Pietro, Giacomo e Giovanni, e molti altri in base ai doni che Io ho dato a

loro, e non a come gli altri li consideravano. La delusione del tuo cuore non è imprevista, ma ricorda che ho detto, a te e alla Mia chiesa, che ho scelto le cose sconsiderate di questo mondo per confondere i sapienti.

Ripensa a quello che i sapienti ai tempi di Pietro hanno detto di lui e degli altri che sono andati a predicare il Mio vangelo. Neanche mio figlio è stato considerato come uomo istruito da quelli della sua generazione; tuttavia ha dato al mondo il dono più grande che l’umanità potesse immaginare, la vita eterna.

La scarsa valutazione dei tuoi test non significa nulla per Me; distogli la tua mente da questi e torna al sogno che ho messo nel tuo cuore. Continua con l’obiettivo della laurea e Io aprirò le porte dove desidero che Tu vada. Il tuo avanzamento e la tua promozione si realizzeranno perché Io ho stabilito che avvengano, e non per la tua capacità o la tua forza.

Ricevi questa come una lezione di umiltà e gioisci di non dovere dipendere dalle tue capacità ma dal mio Spirito.”

Anonimo

Perfino un Bambino...Questa è l’introduzione del diario di preghiera di una bambina di sette anni: “Perché ci ami così tanto?”“Perché sei Mia figlia..”“Signore, c’è qualcosa che vuoi dirmi?” “Sì, qualcosa di molto, molto importante: che ti voglio tanto bene.” “Mi vuoi dire qualche altra cosa?”“No.”“Grazie, Signore, per tutto quello che mi hai detto. Buonanotte.”Questa stessa bambina ha scritto il diario di preghiera per la seconda volta la mattina seguente. “Caro Signore, grazie tanto per avermi aiutato con il diario di preghiera l’altra sera. Ho un’altra domanda da

farti. Perché hai detto: ‘Lasciate i bambini venire da me e non ostacolateli, perché di loro è il Regno dei Cieli’?“Perché sono il Salvatore e li amo.”Il padre della bambina ha poi letto insieme a lei Matteo 19:13-15. Lei ha cercato di visualizzare la scena di

Gesù con i bambini e vedersi in qualche modo presente nella scena. Ecco quello che lei ha scritto.“Sono seduta sulle ginocchia di Gesù. Lui ha una mano sulla mia spalla e l’altra intorno al mio fianco, e mi

dice: ‘Dio ti benedica.’ ” “Mi sono sentita molto, molto bene.”Charity

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Sii Riempito di Me Il diario di preghiera produce spesso pace in chi ha un ritmo di vita molto intenso e trova difficile sedersi

tranquillamente davanti al Signore:“Abbiamo camminato insieme sulla spiaggia. Siamo saliti su una piccola barca e Lui ha remato a largo, il

lago era calmo. Ho passato una mano nell’acqua, era calma. Il sole stava sorgendo. Era una giornata perfetta. Ho comunicato a Lui il mio amore e Lui lo ha ricevuto con affetto. Siamo tornati a riva, abbiamo ormeggiato la barca e camminato con le braccia l’uno sull’altra. Lui mi ha parlato e mi ha detto che abbiamo tempo per camminare insieme, correre insieme, e gioire della compagnia reciproca. È sempre tempo trascorso bene.”

“Chi trascorre del tempo per essere riempito di Me non sarà mai vuoto quando gli altri saranno in necessità. E quando cercheranno aiuto da te, troveranno Me.

Carol

Condividere la Mia Vita “Meditavo sul Signore, quando mi è apparsa una figura di Lui sulla croce.Lui mi ha detto: “Qui è dove la morte è venuta sui tuoi peccati e sulla tua vecchia natura.”Poi ho visto una tomba. Lui era lì accanto nel Suo corpo risorto.“Qui è dove la vita è venuta su di te e hai ricevuto la nuova natura.”Poi ho visto Lui seduto sul Suo trono. C’era una stanza accanto a Lui. Sapevo che questa era per me.Ha allungato la Sua mano verso di me e ha mi ha detto: “Vieni qui accanto a Me. Qui è dove la potenza

arriva a te. Tu sei un figlio del Re, e condivido con te il potere e l’autorità per regnare. Alcuni dei miei figli non riescono ad arrivare al trono. Ho per loro un posto qui, ma loro non danno ascolto alla Mia voce, non cercano il Mio cenno. Loro hanno la vita, la Mia vita, ma non l’hanno nella misura abbondante che ho promesso. Per riceverla, devono venire al Mio trono e prendere su di loro l’autorità e la potenza che ho conferito a loro. Condividere la Mia vita significa condividere la Mia croce, la Mia risurrezione e il Mio trono.

Continua a venire con fiducia al mio Trono, piccolo mio.’”Anonimo

La Parola Profetica Conferma la Visione“Lo Spirito Santo ha portato profondamente alla mia attenzione Apocalisse 1:6: 'E ci ha fatti re e sacerdoti

per Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e il dominio nei secoli dei secoli. Amen.'Ho visto Gesù sulla riva opposta di un fiume che scorreva violentemente in piena. Lui era alto e forte, e nella

Sua mano destra stringeva due chiavi che ha allungato verso di me. Sapevo che Lui voleva che prendessi queste due chiavi. Con la Sua mano destra mi ha raggiunto per aiutarmi ad attraversare il fiume. Ho guardato il fiume, all’improvviso si è sollevato un torrente talmente in alto da impedirmi di vedere Gesù. Ho guardato in alto per cercare Lui, ho guardato lontano dall’acqua. L’acqua è scesa e Lui era sempre lì.

Ho fissato i miei occhi su di Lui, ho messo un piede nella corrente e sono affondato. Ho cercato la Sua mano e, anche se ero troppo lontano per afferrarla, la Sua mano ha preso la mia e l’ha afferrata con fermezza. Potevo vedere la Sua lunga mano. Mi ha tirato fuori dall’acqua sull’altra riva, e mentre piangevo, Lui mi teneva vicino. Sapevo che voleva che prendessi le chiavi e che le usassi. Queste rappresentavano la Sua potenza e autorità sopra la morte e le azioni del nemico.

Ho chiesto a Lui di parlarmi riguardo a quanto stavo vedendo. Ha allungato la mano destra verso di me, con la palma della mano rivolta verso l’alto, con le due chiavi nella Sua mano. Le ho guardate e ho visto una ferita profonda nella Sua mano. Sapevo che Lui mi stava ricordando che la Sua morte sulla croce aveva conquistato queste chiavi e, che se ne volevo fare uso, avrei dovuto rinunciare a me stesso, totalmente. Ho baciato la ferita sulla Sua mano e ho pianto per quello che Lui mi stava chiedendo. Nei Suoi occhi potevo vedere il Suo invito. Lui desiderava profondamente questo per me.

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Poi mi ha mostrato che non mi avrebbe lasciato le chiavi in mano, ma che dovevo essere io a mettere la mia mano nella Sua, e la Sua mano mi avrebbe guidato nell’uso delle chiavi. Queste sarebbe state a mia disposizione, ma sarebbero state usate solo sotto la Sua direzione.”

Il pomeriggio successivo, nella riunione di preghiera in chiesa, un'altra donna ha parlato in profezia a questa donna che aveva scritto queste parole nel diario di preghiera, dicendole che le chiavi erano disponibili per lei e che ne avrebbe dovuto fare uso con coraggio. La profezia era servita per confermare quello che lei aveva ricevuto nel suo diario di preghiera.

Anonimo

Piccoli Escrementi di una Mosca sul Mio CamminoQuesto scrittore aveva l’impressione che il Signore lo stesse indirizzano su un cammino verso un obiettivo

preciso. Tuttavia sembravano esserci ostacoli insormontabili lungo il cammino. Il Signore ha risposto: “Sono Io il Signore? Sono Io quindi che stabilisco le circostanze, e sarò anche il Signore sopra di queste. Nessuno può ostacolare quello che Io ho determinato di compiere. Quello che tu vedi come grandi ostacoli sul tuo cammino sono come escrementi di mosca sul Mio cammino. Puoi fidarti di Me in tutto ciò che ti riguarda?

Anonimo

Ti Mostrerò Cose Buone Questa donna aveva chiesto al Signore di rivelarle le caratteristiche, gli atteggiamenti e le motivazioni del

suo spirito, specialmente quelli che non erano a Lui graditi. Il Signore le ha detto:“Vorrei mostrarti cose buone, ma tu non le riceveresti. Sei troppo concentrata sulle cose in te che credi mi

rechino dispiacere. Io mi concentro sulle cose che Mi danno soddisfazione. Dato che il Tuo cuore è rivolto verso di Me, queste cose spiacevoli si allontaneranno. Preferisco che ti concentri sulle cose buone e che ricevi la gioia che Io provo in queste.

Il tuo cuore è puro verso di Me. Nel tuo cuore c’è il Mio amore. Questa è la tua motivazione, questa è la tua caratteristica fondamentale, come è anche la Mia. Le volte che senti qualcos’altro crescere in te, è spesso satana che cerca di aprirsi un varco in te. Ma il fatto che tu metti la tua fiducia in Me, e chiedi il mio consiglio, è segno della tua sincerità; e ne sarò certo fino a che vedrò che nel tuo cuore cercherai si ricevere e conservare solo motivazioni che sono in sintonia con il Mio amore.

Joanna

I Tuoi Problemi Non Strariperanno “Vieni, figlio Mio, e cammina con Me. Vedi le acque che giungono a riva? Queste non supereranno i limiti

che Io ho stabilito. E neanche i problemi potranno superare i limiti che ho imposto loro. Il risultato di tutto questo sarà il bene. Non temere di ciò che dovrai dire o fare. Continuerò a darti in base alle tue necessità, così come ho dato la manna al popolo di Israele quando ne avevano necessità. Che bisogno avresti di fede e fiducia in Me se tutte le risposte fossero ordinatamente disponibili lì dove le puoi vedere e prendere a tuo piacimento? Io provvederò, Io sosterrò, Io darò energia. Tu devi solo guardare a me e affidarti a Me.

Prendi coraggio, figlio Mio, prosegui nella Mia pace, in questo giorno.”Anonimo

Io Sono il Tuo Successo“Signore, ti amo così tanto e apprezzo il Tuo amore e la Tua cura per me. Come potrò mai ringraziarTi per

avermi mostrato che mi serve tempo per ascoltare. Mi parlerai veramente?!”“Ti voglio bene, figlio Mio, e questo amore è molto più forte e profondo di quello che puoi comprendere. È

questo amore che ti sosterrà nei giorni a venire. Quando ti sentirai scoraggiato, perplesso e stanco, il Mio amore sarà sempre lì per avvolgere il tuo cuore ferito. Rallegrati di questa consapevolezza!

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Vedo la tua ansietà quando le cose non accadono nella vita degli altri così rapidamente come vorresti ma, ti dico, rimani in pace, riposa in Me. Queste sono cose che riguardano Me, tu sei solo il Mio strumento. È Colui che fa uso dello strumento ad essere responsabile del lavoro svolto dallo strumento. Non ti devi sentire pressato ad avere ‘successo’. Sono Io il tuo successo. Riposa semplicemente in Me e abbi fiducia in Me che compio l’opera nella vita di altri.”

“Signore, Tu sei così buono con me! Ricevo ogni cosa da Te!”“Allora ricevi il Mio amore. È versato come una fonte per sempre. Non vedi ancóra quanto mi sei caro?

Figlio Mio, credi quello che Io ti dico. Ti ho portato in Me, ti ho sostenuto e protetto. Nulla in questo mondo può farti del male o toglierti quello che Io ti ho dato: l’amore, la gioia, la pace, il riposo in Me. Ti insegnerò. Non affannarti. Attendi semplicemente Me. Metti la tua fiducia in Me in tutto quello che ti riguarda. È con gioia che vedo il tuo cuore. Sono attento alle tu richieste. Considerale esaudite.”

Anonimo

Sei Vincitore Attraverso di Me! “Ti vedi come un fallito, come un caso senza speranza e perciò hai già rinunciato e lasciato il posto alla

sconfitta e al fallimento. Ti sei convinto, ancóra prima di lottare, e hai già deciso di avere fallito e perso. Quando si affronta il combattimento pensando di avere già perso, allora non c’è speranza e forza per vincere. La sconfitta è inevitabile.

Ma Io non ti vedo così! Non sono convinto o persuaso da queste menzogne e idee distorte. Tu sei Mio figlio. Comprato con il Mio sangue prezioso. Se più che conquistatore! Sei un Vincitore! Sei la soddisfazione del Padre. Stai trasformando molte generazioni di convinzioni e strutture inique che hanno ostacolato la conoscenza di Dio. Io ti aiuterà a identificare e abbattere gli schemi di incredulità nella tua vita. Ti condurrò in una posizione di grande confidenza e le tue azioni raggiungeranno la nazione. FISSA i tuoi occhi su di Me! Io sono in grado di farlo. Io Sono il Grande Io Sono.

Non sei diverso da come erano i Miei discepoli. Erano anche loro immersi in una grande incredulità mentre camminavano con Me. Nonostante vedessero tutto quello che facevo, erano lo stesso limitati dall'incredulità e da schemi iniqui di pensiero. Eppure li ho condotti ad una posizione di grande fede e relazione con Me. Io sono fedele. Grande è la Mia fedeltà verso di te.

Tu sei Mio. Tu sei Mio così come gli apostoli erano Miei. Non erano più figli o più favoriti di te. Sei mio come lo sono stati loro. Continua a riconoscere il peccato dell’incredulità e a pentirti, e sposta la tuo attenzione e il tuo centro verso di Me, alla Mia parola. In questo modo, sperimenterai una trasformazione nella tua vita, che cambierà radicalmente il tuo mondo, e a sua volta questa cambierà completamente tutti coloro a quali sarai chiamato.

Fidati di Me come un piccolo bambino farebbe con suo padre. Ricorda Giosia: come da piccolo gli hai detto più volte di fidarsi di te, quando era pronto a saltare in acqua tra le tue braccia. Aveva tanta paura di saltare ma tu lo hai convinto a fidarsi, a saltare, perché sapevi che non lo avresti lasciato. E non lo hai fatto. Lui ha saltato, e poi di nuovo, e ancóra, fino a che la sua paura dell’acqua è stata vinta. La fiducia è stata costruita e consolidata. Ora, fidati di Me e salta! Io ti prenderò. Puoi farlo. Salta! Non posso fallire. Non fallirò. Ti prenderò. Tu sei per sempre al sicuro tra le Mie braccia. Non annegherai. Non ti deluderò. La fiducia sarà costruita e consolidata.”

Michael (Canada)

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10Yada – L’Amore Condiviso

Petty era cresciuta nella zona ovest dello stato di New York. Da adolescente ascoltava quasi ogni sera in radio un disc jockey di nome Danny, molto conosciuto tra i giovani. E dovunque i ragazzi si radunavano, le radio facevano subito chiasso e la sua voce riempiva l’aria.

Dopo avere frequentato il college, e avere abitato per un periodo in un’altra parte dello stato, è tornato nella stessa zona ovest. Una sera, mentre ascoltava le notizie dalla televisione, Patti ha riconosciuto con sorpresa la voce che aveva ascoltato da adolescente. Danny aveva continuato la sua attività di disc jockey ma era anche diventato un personaggio televisivo locale. Patty aveva potuto associare una figura ad una voce. Ogni volta che voleva ascoltare quello che Danny aveva da dire, lei poteva facilmente sintonizzare il televisore sul canale giusto, dove poteva udirlo e vederlo distintamente.

Tutte i metodi, i fondamenti e le storie in questo libro sono stati presentati per aiutarvi a udire e riconoscere la voce del Signore nel vostro spirito. Spero che abbiate potuto aggiungere alla vostra vita anche la visione, per vedere - attraverso gli occhi del vostro cuore - Dio muoversi; e che inoltre abbiate imparato a sintonizzare il vostro cuore per aumentare la vostra percettibilità. Ma se vi fermaste qui, avreste semplicemente un tipo di connessione con Gesù simile a quella che Patti aveva con il disc jockey.

Patti conosceva la voce di Danny, e perfino il suo viso, ma non lo conosceva di persona. Entrambi non avevano mai condiviso i loro pensieri o le loro emozioni. Non c’era amore e neanche amicizia tra loro. Si può perciò individuare la voce di qualcuno senza necessariamente conoscere la persona stessa.

Torniamo quindi all’inizio. La relazione con i Suoi Figli è il desiderio più profondo del cuore di Dio. È vitale dunque per noi sapere riconoscere la Sua voce, perché questo aumenta enormemente la nostra capacità di avere comunione con Lui. Ma il nostro obiettivo non è solo riconoscere la voce di Dio, è conoscere Dio stesso.Gesù ha detto che “questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che tu hai mandato” (Gv. 17:3). La nostra salvezza non è una proprietà ma una relazione. La vita eterna è semplicemente vivere per sempre, e dobbiamo anche crescere nell’amore.

La parola greca tradotta “conoscere” è ginosko. Questa è riferita non a una semplice e casuale “conoscenza” di una amicizia occasionale o di un amico stretto. Ginosko ha il significato di essere coinvolti in una relazione intima che si sviluppa. E’ la parola usata nella Septuaginta in Genesi 4:1, dove è detto che Adamo “conobbe” Eva e lei partorì un figlio. Ginosko è riferito alla relazione più intima e personale tra marito e moglie. È questa la vita eterna, la ragione per cui siamo stati redenti: per avere un profonda e intima relazione d’amore con il Padre e il Figlio, che cresce dolcemente nel tempo e nell’eternità.

L’espressione ebraica equivalente a ginosko è la parola yada, che mi piace usare per descrivere i nostri momenti di comunione amorevole in preghiera. La preghiera non è un azione, è stare con Lui. Se non andiamo al di là della nostra idea di preghiera, come richiesta, supplica, lode e ringraziamento, non arriveremo mai a una intima e amorevole relazione per la quale siamo stati creati. Queste caratteristiche della preghiera sono importanti, per favore, intendetemi bene! Ma se queste stesse non fluiscono da yada, dal conoscere Dio intimamente, c’è il rischio che diventino semplici attività religiose.

Egli Desidera AmarviNel momento in cui riceviamo Gesù come Signore della nostra vita, siamo impegnati con Lui. Il tempo che

rimaniamo sulla terra dopo la nostra conversione, fino al ritorno del Signore, è il nostro periodo di fidanzamento. È la nostra opportunità di trascorrere molto tempo insieme a Lui, e approfondire la nostra relazione, condividere le nostre aspettative, le gioie e i dispiaceri, i successi e le sfide. Paolo ha detto alla chiesa in Corinto: “Vi ho fidanzati a uno sposo, per presentarvi a Cristo come una casta vergine” (2 Co. 11:29).

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Quando il Signore ritornerà, saremo parte della Chiesa unita con il Suo Signore alla grande cena nuziale dell’Agnello.

Durante il nostro fidanzamento, il nostro Fidanzato desidera la nostra compagnia. Vuole condividere con noi tutto quello che è nel nostro cuore, ed essere a suo agio nel sedersi semplicemente insieme a noi nel silenzio, godendo dell’amore reciproco. Lui ha pronunciato queste parole a Patti nel suo diario di preghiera:

“Ti amo. Desidero che tu ritorni a Me, tanto quanto tu desideri condividere il tuo cuore con qualcuno. Ho bisogno del tuo amore. Desidero esprimerti il Mio amore. Per favore, non rifiutarmi. Ti amo. Per favore, ricevi tutte le benedizioni che ho effuse su di te, come doni di amore. Ti amo, figlia Mia, Mia cara. Tu sei per me preziosa. Sei un tesoro che conservo caramente nel Mio cuore. Vieni e condividi la tua vita con Me.”

Quando Gesù ha guardato su Gerusalemme, la città che Lui ha così amato tanto, è rimasto dispiaciuto del rifiuto da parte della gente. Tuttavia, ha continuato ad amarla senza misura. Ha esclamato:“Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati! Quante volte ho voluto a raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, ma voi non avete voluto!” (Lu. 13.34). Gesù desidera nuovamente attirarci a Sé, per darci sicurezza e identità, per farci ascoltare il Suo cuore che batte d’amore per noi! Quanto Lo feriamo quando siamo troppo occupati per poter trascorrere del tempo con Lui! Come il Suo cuore è ferito quando scegliamo le regole invece che la relazione, il servizio invece che l’amore!

Uno studente ha ricevuto questo dal Signore nel diario di preghiera:“Figlio Mio, senti di avere un problema con la preghiera? Perché? È semplicemente una conversazione con

un amico vicino e intimo, Me. Vieni a me e parla, ascolta, apprezza tutte le cose che faresti con un padre terreno, benché I posso essere di più: Io sono il tuo tutto. Permettimi di fluire attraverso di te, da dentro di te in tutto quello che pensi, dici e sei. Parla di più. Ascolta di più. Osserva di più. È semplice se cerchi la guida da Me, la mia indicazione. Ti amo. Vieni. Riposa nel mio riposo. Permettimi di fluire.”

Quanto è felice Gesù quando scegliamo yada! “Come lo sposo gioisce per la sposa così il tuo DIO gioirà per te” (Is. 62:5). Mi chiedo se riusciamo realmente a comprendere questo amore che il nostro Salvatore ha per noi! Ascoltate: “Tu mi hai rapito il cuore, o mia sorella, sposa mia; tu mi hai rapito il cuore con un solo sguardo dei tuoi occhi, con uno solo dei monili del tuo collo. Quanto è piacevole il tuo amore, o mia sorella, sposa mia! Quanto migliore del vino è il tuo amore e la fragranza dei tuoi oli profumati è più soave di tutti gli aromi!O sposa mia, le tue labbra stillano come un favo di miele, miele e latte sono sotto la tua lingua, e la fragranza delle tue vesti è come la fragranza del Libano” (Ca. 4:9-11).

Queste sono le parole di un uomo innamorato! Nonostante il Cantico dei Cantici parli dell'amore tra marito e moglie, è anche una meravigliosa descrizione dell’amore tra Cristo e la Sua sposa, la Chiesa. Lui ci ama con un amore insondabile, e desidera esprimerci questo amore.

Il Signore non vuole che andiamo a Lui solo quando abbiamo una necessità o una domanda. Non vuole che abbiamo una motivazione ulteriore per cercarLo. Anche se la comunione con Lui ci rende produttivi, Lui non vuole che Lo cerchiamo solo per aumentare la nostra produttività. Vuole che andiamo a Lui perché Lo amiamo talmente tanto da non potere stargli lontano.

Il Signore mi ha detto: “Amo il solo fatto di essere con te, senza fare qualcosa di particolare insieme, solo stare insieme. I momenti di solitudine sono tranquilli, sono come un ruscello tranquillo che esce dal cuore della montagna. Desidero la tua presenza: mi ristora. È la realizzazione dei Miei propositi quando tu scegli di essere con Me. Mi dà grande soddisfazione. Rimani più spesso. Non pensare che ogni volta che ci incontriamo debba servire per realizzare qualcosa. Essere semplicemente insieme è la più grande realizzazione, solo incontrarsi. Vieni, gustiamo la gioia di ritrovarci insieme.”

Trascorre del Tempo ad Amare “Amore a prima vista”, è una fantasia romantica. La presenza del Signore non germoglia all’improvviso nei

nostri cuori. Ha inizio come un piccolo seme che cresce fino a sbocciare meravigliosamente, se lo curiamo con attenzione. L’amore è il risultato di una condivisione del tempo, del ridere insieme, piangere, lavorare e

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divertirsi insieme. Non c’è una scorciatoia all’amore autentico che dura, malgrado quello che Hollywood vorrebbe farci credere.

Quando il Signore ha chiamato i dodici discepoli, la Sua prima e più importante motivazione è stata che loro potessero stare con Lui (Mr. 3.149. Non voleva per prima cosa il loro servizio, anche se questo sarebbe certamente venuto.. Prima di tutto, Lui voleva che fossero con Lui, per essere Suoi amici, per condividere la Sua gioia e i Suoi dolori.

Quando Patti e io ci siamo corteggiati, abbiamo trascorso la maggior parte del nostro tempo insieme, tranne che quando il nostro orario di classe non ce lo permetteva. Eravamo quasi inseparabili. Ci alzavamo presto la mattina e avevamo la nostra meditazione mattutina. Quando il tempo e le finanze lo permettevano, viaggiavamo. Parlavamo di tutto, e nessuna parte della nostra vita era nascosta all’altro.

Perché, potreste chiedervi, abbiamo agito così? Ci siamo imposti una regola di dovere trascorrere insieme ogni momento possibile? C’era una legge che ci costringeva a scriverci ogni giorno durante le vacanze? Ubbidivo forse a qualche strano ordine esterno che mi faceva fare cose assurde, come guidare tutta la notte solo per trascorrere alcuni brevi giorni con lei? Certamente no! Quando eravamo distanti, qualcosa in noi era incompleta. Più tempo trascorrevamo insieme, più volevamo essere insieme, fino a che abbiamo capito che volevamo trascorrere il resto delle nostre vite nel condividerci il nostro amore.

La mia relazione con il Signore è allo stesso modo. Non c’è alcuna legge che mi costringa a condividere la mia vita con Lui. Non abbiamo stabilito una regola che mi imponga di trascorrere una parte del tempo con Lui, a scrivere il mio diario di preghiera ogni settimana. Ma è il Suo amore che mi attira a Lui stesso. Quando sono preso dalle faccende della vita, dentro di me posso udirLo che mi chiama ad andare a riposare alla Sua presenza.

Un giorno, Lui mi ha detto: “Io sono l’Alfa e l’Omega, l’inizio e la fine. Io sono in grado di fare abbondantemente al si là di quello che sei in grado di pensare e di chiedere. Vieni semplicemente a Me e Io sarò la Tua forza. Io sarò la fonte del tuo amore. Devi solo venire a Me. Tutto questo non può essere realizzato senza trascorrere del tempo insieme. Allora, viene a Me spesso, continuamente. Io sono sempre qui. Io sono sempre pronto ad ascoltare e rispondere. Io sono un Dio Grande e Amorevole, lento all’ira e grande in benignità. Devi solo cercarmi con tutto il tuo cuore e venire a Me. Lo farai?”

Ripetutamente, Egli chiama quelli che lo vogliono ascoltare, per andare a trascorrere del tempo con Lui. A Patti, ha detto: “Voglio che impari a vivere secondo il mio cuore. Tu sai quello che rende Mark felice e cerchi di vivere secondo questo. Ti invito allora a conoscere anche quello che a Me è gradito. Conoscimi e amami. Non puoi dimorare in Me se non mi conosci e non mi ami. E non mi puoi conoscere e amare se non trascorri del tempo con Me. Vieni a Me. Prendi del tempo per conoscermi.”Come “l’abisso chiama un altro abisso” così il nostro spirito risponde al desiderio di conoscere il Signore: “Come la cerva anela ai rivi delle acque, così l'anima mia anela a te o DIO. L'anima mia è assetata di DIO, del Dio vivente. Quando verrò e comparirò davanti a DIO? (Sl. 42:2).

Coloro che si amano usano ogni opportunità per essere insieme, allo stesso modo il mio cuore usa ogni opportunità per trascorre del tempo con Colui che la mia anima ama. Nella Sua dolce presenza, trovo pace, completezza e gioia. “Il tuo amore è migliore del vino. Per la fragranza dei tuoi gradevoli oli profumati il tuo nome è un olio profumato versato; per questo ti amano le fanciulle. Attirami a te! Noi ti correremo dietro. Il re mi ha portato nelle sue camere. Noi gioiremo e ci rallegreremo in te; noi ricorderemo il tuo amore più del vino” (Ca. 1:2-4).

Vivere in Relazione

La comunione con Dio non è qualcosa che pratichiamo in uno momento speciale della settimana. La comunione è uno stile di vita che riguarda ogni parte del nostro essere. La nostra relazione con Gesù ha risonanza su ogni nostra azione.

Ad esempio: quanti di noi credono nella necessità che ogni credente sia un testimone del Vangelo? Quanti di noi hanno letto libri e frequentato classi per aumentare la nostra capacità di essere testimoni efficaci? Allo

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stesso tempo, quanti di noi sentono che spesso disattendiamo il Signore nel non essere quei testimoni che dovremmo invece essere? Troppo spesso, noi pastori abbiamo indotto i credenti a sentirsi insufficienti perché non abbiamo pienamente compreso il vero significato della testimonianza. Dobbiamo andare fuori ed essere “testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria.” Quando Gesù ha pronunciato l'affermazione “testimone”, questa non era un verbo ma un sostantivo, non qualcosa che si fa ma qualcosa che si è. “Mi sarete testimoni” (At. 1.8; vedi anche Giovanni 15:26,27).

Chi è un testimone? Supponete di essere andati in negozio a comprare del latte. È notte fonda. Improvvisamente, sentite una confusione alla cassa. Vi affacciate a guardare da in fondo alla corsia: un uomo con un fucile sta costringendo il proprietario a dargli tutti i soldi della cassa. Mentre il ladro si gira per andare via, riuscite a vederlo bene in viso. La polizia arriva più tardi e voi vi fate avanti e dite al poliziotto: “Sono un testimone. Ho visto tutto.” Al processo ci si aspetta che voi testimoniate di tutto quello che avete visto e udito. Il giudice non permetterà nulla di più o di meno.

Gesù ha detto che dopo che lo Spirito sarebbe venuto su di noi saremmo stati testimoni di Gesù. In altre parole, avremmo raccontato agli altri quello che abbiamo visto fare da Lui e quello che abbiamo da Lui udito. Pietro e Giovanni capivano quello che Gesù voleva dire. Hanno visto un uomo mendicare ai gradini del Tempio. Ma hanno anche visto nello spirito Gesù che guariva questo uomo. Hanno quindi parlato mossi dall’iniziativa del Padre, e l’uomo ha iniziato a camminare, a saltare e lodare Dio. Poi Pietro e Giovanni hanno iniziato a testimoniare di quello che sapevano riguardo a Gesù. Come risultato, sono stati messi in prigione e portati in giudizio. I membri del Consiglio si sono meravigliati davanti alla loro testimonianza, e hanno iniziato a riconoscere che erano stati con Gesù.

È questa la vera testimonianza: è vedere quello che Gesù compie, ascoltare quello che Lui dice, e poi presentarsi come testimoni al mondo per testimoniare di quello che Lui ha detto e fatto. Se siamo stati con Gesù, la nostra testimonianza convincerà gli altri, e molti saranno salvati dalla punizione eterna.

L’adorazione ha per me avuto un nuovo significato quando ho iniziato a vederla come parte della mia esperienza di comunione con Colui che io amo. Nell’aprire gli occhi del mio cuore, e nel vedere la realtà di quello che stavo cantando, l’adorazione è diventata un incontro spirituale. Ho iniziato a vedere Gesù seduto alla destra del Padre, innalzato sulla lode del Suo popolo. Ho iniziato a vedere la Sua soddisfazione con la nostra lode e i modi in cui Lui ci dimostrava, come risposta, il Suo amore. Nel permettere a Lui di operare, lo Spirito Santo ha preso l’iniziativa e mi ha mostrato le realtà spirituali dietro le parole dei nostri canti.

Una domenica mattina, Patti ha offerto al Signore gli occhi del proprio cuore durante un tempo di adorazione, e Lui le ha dato una visione meravigliosa che è continuata per tutta la riunione. Ho chiesto poi a lei di parlarmene, perché questa evidenzia molti dei fondamenti insegnati in questo libro. Questa esperienza ci fa vedere che, quando ci mettiamo tranquillamente alla presenza di Dio, armonizzandoci alla visione e alla espressività spontanea, il flusso attivo dello Spirito Santo può elevarsi in noi, e Dio può comunicarci cose meravigliose. In questo caso, Patti si è tranquillizzata usando la musica, in modo molto simile a quanto Elia ha fatto (2 Re 3:15). Lascio che sia lei a raccontare questa esperienza:

“Quella domenica era iniziata come molte altre domeniche. Ero stanca per essere stata ripetutamente svegliata da nostro figlio Joshua. Il nostro figlio adottivo non era in casa e sua sorella non si vedeva in giro per casa. Mark era andato in chiesa subito dopo che mi ero svegliata. Quindi ho preparato da sola i piccoli. Gli ospiti sarebbero venuti a cena, quindi dovevo preparare anche questa, e la casa non era eccezionalmente pulita. Non ho avuto tempo per aggiustarmi i capelli, e quando mi sono vestita sembravo più grassa del solito; così, ho cambiato con qualcosa che lo rendesse meno evidente.

Sono arrivata in chiesa, la lode era già iniziata, e mi sono sentita terribilmente a disagio come di solito mi capitava le domeniche. Quando Mark mi ha chiesto come stavo, la mia risposta è stata: ‘Odio le domeniche!’ Ho comunque iniziato a battere le mani e a cantare, offrendo un sacrificio di lode.

Dopo un pò è venuto un momento di calma nella riunione, e un’atmosfera di tranquillità è scesa sulla congregazione. Una voce ha continuato a ripetere dentro di me:‘Ecco! Il Tuo Amato viene, su un cavallo bianco, conquistando e per conquistare!’ Non sapendo se questo fosse un messaggio solo per me o per tutti,

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sono rimasta in silenzio. Alla luce di quello che è seguito, posso ora vedere che questo era il precursore del Signore, che andava avanti a prepararmi per l’arrivo del Signore.

Si è mostrato presto a me; cavalcava un cavallo bianco e aveva una veste bianca. Appena Lui è sceso da cavallo, gli sono corsa incontro. Mi ha sorretta mentre piangevo dalla frustrazione, dalla irritazione e dalla depressione. Poi, con le Sue braccia intorno a me, ci siamo girati e abbiamo camminato verso il mio mattino. Egli mi ha mostrato che le circostanze non avevano avuto un carattere così negativo come invece lo era il mio stato mentale, e mi ha aiutato a vedere cosa poteva essere fatto per prevenire questo tipo di mattine in futuro.

Il mio mattino era stato guarito e siamo tornati nella verde prateria dove Lui aveva lasciato il cavallo. La congregazione era nel frattempo tornata all’adorazione e mi sono unita a loro nel canto.

Ho cantato del Suo amore costante che si estende fino ai cieli, della Sua fedeltà, giustizia e sapienza. Ho anche cantato del trovare pace all’ombra delle Sue ali, e del bere dai ruscelli della gioia.

Questo era il mio canto d’amore per il mio Re e, nel guardare il Suo viso, ho sentito un amore profondo per Lui e il Suo amore che tornava a me.

Poi abbiamo cantato ‘La Mia Gloria e Colui che mi rialza il Capo’, un canto gioioso di lode per la gioia che Lui dona e che prende il posto della nostra tristezza. Mentre cantavo e battevo le mani, ho guardato Gesù e Lui danzava! E allora mi sono unita al Suo ridere per pura gioia e celebrazione.

Gli uomini hanno iniziato a cantare ‘Adoriamo’, Gesù si è unito a loro e mi ha invitato ad adorare insieme a Lui il Padre Suo. Abbiamo iniziato a camminare mano nella mano, cantando insieme le nostre lodi a Dio.

All’improvviso, Lui era di nuovo sul suo cavallo mentre siamo arrivati nella larga e verde arena. Una grande folla era radunata intorno al campo vuoto. Ho trovato il mio posto in prima fila, mentre Gesù marciava vittorioso nell’arena. Sentivo di esultare piena di gioia e di soddisfazione mentre cantavamo ‘Il Signore è grande, grandemente lodato!’

Stavamo ovviamente celebrando una grande vittoria e onorando Colui che l’aveva ottenuta. Lui ci ha sorriso mentre cavalcava. Il Suo volto esprimeva amore e nobiltà. Abbiamo cantato a Lui: ‘Il Leone di Giuda, il Re dei re.’

Gesù è salito su una tribuna coperta, in alto alla fine dell’arena, con bandiere colorate ai lati. Non potevo vedere chi stava celebrando la cerimonia, ma ho percepito che fosse il Padre Suo che Lo incoronava con una meravigliosa ma semplice corona d’oro. Mentre cantavamo, il Signore ha camminato nell’arena verso di me.

Io ero vestita come una signora medioevale, con un lungo vestito e un cappello alto con dei lunghi nastri. Percepivo che nonostante mi sentissi già valorizzata in me stessa, ero diventata il simbolo della Chiesa. Egli mi ha condotta come Sua sposa sulla tribuna per regnare con Lui, mentre la congregazione cantava ‘Maranatha! Che il Tuo regno venga!’

Improvvisamente, è stato elevato il canto ‘Questo è il Giorno’. Con delusione, ho pensato: ‘Questo canto è fuori luogo. La mia visione è finita.’ Ma Gesù aveva pensato altrimenti. Mi sono ritrovata all’improvviso a danzare insieme a Lui. Mi ha voluto fare sapere che stavamo celebrando l’opera del Padre Suo. Gesù aveva riportato la vittoria, e questa era stata ottenuta e resa possibile per la potenza del Padre Suo. Certamente, il Signore giubilava e anche noi potevamo esultare e rallegrarci in Lui.

Il canto finale della riunione di lode è stato ‘Rallegrati Continuamente nel Signore.’ Siamo tornati sulla tribuna e la folla si è riversata sul campo, danzando un tipo di minuetto di celebrazione.

Prima della celebrazione della Cena del Signore, ho visto che la folla si era spostata verso una grande tavola di banchetto. Gesù sedeva al centro come ospite d’onore. Io ero alla Sua sinistra, come Sua sposa, e Roger, il nostro anziano di chiesa, alla Sua destra come Maestro di Cerimonia. Roger ha parlato di un nemico che presto avremmo affrontato e della vittoria che il Signore aveva già ottenuto su di questo. Nel prendere la Cena del Signore, mi sono dovuta frenare dall’alzare la coppa e fare un brindisi a Gesù, ma era questo che il mio spirito stava facendo. Il rimanente del tempo è stato trascorso nel dare altre testimonianze per onorare il nostro vittorioso Sovrano e Amico.”

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FedeLa fede è il risultato naturale della relazione con Dio. Romani 10:17 afferma che la fede viene dall’udire la

rhema di Cristo. Quando Gesù ci parla, la fede non è un compito difficile, si manifesta naturalmente. Mel Tari ha detto, nel "The Gentle Breeze of Jesus" (La leggera Brezza di Gesù), che la fede semplice non è nient'altro che il risultato naturale del conoscere Gesù, dell'essere essere abbastanza vicino a Gesù da conoscere ciò che Lui vuole fare in una determinata situazione. Quindi, in semplice ubbidienza, facciamo quello che Lui ci dice.

Avete avuto mai il privilegio di testimoniare la relazione di una coppia che ha condiviso insieme cinquanta anni di amore matrimoniale? Si conosco talmente bene che non devono quasi neanche chiedere cosa l’altro pensa o desidera. Lei sa come preparare a lui le uova e il caffè del mattino. Lui sa quale colore di vestito piace a lei e in quale ristorante invitarla. Se lui muore senza lasciare un testamento, lei sa esattamente a chi dare il suo orologio d’oro e i libri. Dato che hanno trascorso talmente tanto tempo insieme, condividendo sinceramente le loro vite, sanno istintivamente quello che l’altro vorrebbe fare in una determinata situazione e come dovrebbero darsi aiuto reciproco.

È questa la vita di fede edificata su yada. Nel condividere il nostro amore con Gesù, la Sua rhema crea fede nei nostri cuori e siamo quindi in grado di vivere in ubbidienza alla Sua Parola.

Uno dei più grandi desideri che motiva i Cristiani ad imparare a riconoscere la voce del Signore è il desiderio di conoscere la volontà di Dio. Desideriamo avere la Sua guida in ogni passo della nostra vita, così come dovrebbe essere. Conoscere la volontà del Signore è il risultato naturale dell’essere con Lui. Nel Salmo 32:8,9, il Signore ci dice: “Ti ammaestrerò e ti insegnerò la via per la quale devi camminare; io ti consiglierò e avrò il mio occhio su di te. Non siate come il cavallo e come il mulo che non hanno intelletto, e la cui bocca bisogna frenare con morso e con briglia…”

Il re Davide aveva molti servitori intorno a lui che osservavano attentamente ogni suo movimento in modo da anticipare le sue intenzioni. Quando si appoggiava alla tavola per mangiare, i servitori erano vicino. Se voleva torte di fichi, doveva solo dare uno sguardo verso di loro e uno dei servitori era pronto a servirle. Quando voleva più vino, bastava uno sguardo per segnalare a loro di riempire la sua coppa. I suoi servitori lo osservavano così da vicino al punto che Davide non doveva neanche pronunciare i suoi desideri. Poteva dirigere i suoi servitori con il solo sguardo.

Il Signore dice che vuole guidare anche noi in questo modo. Vuole che siamo talmente vicino a Lui da conoscere immediatamente i Suoi desideri. Vuole che la nostra concentrazione sia intensamente su di Lui, al punto che basta un movimento dei Suoi occhi per guidarci. Egli non ci vuole condurre come si fa con un cavallo, con un morso nella bocca che rende dolorosa la disubbidienza, o con una briglia che impedisce ogni altro movimento. Egli ci vuole condurre con i Suoi occhi.

Quando mia moglie ed io abbiamo iniziato a udire la voce di Dio, ci è stato difficile trovare un equilibrio nel lasciarci condurre. Il Signore ha parlato a Patti: “La tua vita è piena di decisioni. Ogni singola cosa che fai e dici implica una scelta, una decisione. Io voglio prendere queste decisioni per te. Rivolgiti a Me prima di fare qualsiasi scelta. Permetti ai miei desideri di riempirti.” Lei ha ubbidito alla Sua parola, immaginando che questa indicasse un dialogo continuo da risultare molto impegnativo.

Lui ha replicato: “Il mio scopo non è che tu mi rivolga continuamente domande, piuttosto che tu sia continuamente consapevole della Mia presenza e dei Miei desideri. Più che conversazione mentale, voglio consapevolezza spirituale, consapevolezza del fatto che vivo in te, che sono una Persona, che sono sapiente e amorevole, che voglio e posso orientarti meglio di quanto tu possa orientarti da te stessa. Hai percepito spesso il mio indirizzamento e spesso hai detto: ‘E allora!’, e te ne sei andata avanti per tuo conto a realizzare i tuoi propri desideri. Voglio che dici ‘E allora!’ ai tuoi desideri e frenesie, e che dici ‘Sì, Signore’ a Me.”

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SommarioYada è il centro della vita, il fulcro del Cristianesimo. Tutto quello che facciamo deve trovare motivazione e

realizzazione nel nostro amore verso Gesù. Tutto quello che facciamo deve essere il risultato dell’amore per il nostro Signore. Ogni pensiero, ogni parola e azione fluiscono dalla nostra conoscenza profonda e intima di Lui. E tutto ciò che facciamo ci conduce a un sempre più grande amore per Lui. Cresciamo giornalmente nella conoscenza yada di Gesù. Cresciamo giornalmente in un amore sempre più profondo per l’Amato della nostra anima.

Gesù attende di condividere il Suo amore con voi! Attende che andiate a Lui per condividere il vostro amore. Ricordate quindi e usate le chiavi che vi aiuteranno ad aprire la porta alla dolce intimità che avete desiderato:

Chiave Uno: Armonizza il tuo cuore per ricevere la voce spontanea dello Spirito Santo dentro di te.Chiave Due: Tranquillizzati interiormente in modo da percepire il movimento interiore di Dio.Chiave Tre: Apri gli occhi del tuo cuore, e chiedi al Padre di riempirli con i Suoi sogni e le sue visioni.Chiave Quattro: Il Diario di Preghiera. Scrivi il dialogo spontaneo che si manifesta nel tuo cuore.Se incontri delle difficoltà che sembrano bloccarti il cammino, ritorna al Tabernacolo o esamina la tua vita

alla luce di Ebrei 10:22. È importante che tu mantenga uno spirito umile che si sottomette con gioia alla verifica da parte della Parola di Dio e del Corpo di Cristo, la Chiesa.

Vieni ora a incontrarti con il tuo migliore Amico. Permettimi di disporre la scena. Attivati nella immagine che raffigurerò per te. Leggi lentamente, guarda, ascolta e percepisci la descrizione. Quando arrivi alla fine delle mie parole, permetti allo Spirito Santo di condurre la visione dovunque Lui vuole. Dì a Gesù tutto quello che vuoi e ascolta quello che Lui ti vuole dire.

Ora Siedi e Rilassati...Vieni con me nel tuo spirito su un lato del monte, nella provincia della Galilea. È una meravigliosa mattina

di estate. L’aria è calda ma qui sul versante del collina soffia una lieve brezza che ti rinfresca. Trovi una posizione confortevole per sederti sull’erba alta. Guardi ogni tanto verso l’alto mentre ascolti la voce di un uccello che vola sopra di te. Sotto di te, a distanza sul Lago di Galilea, intravedi il riflesso del sole che scintilla e ondeggia sull’acqua.

Non fai molto caso alla folla radunata intorno. Hai scelto un posto davanti, proprio tra Pietro, Giacomo, Giovanni,e Andrea, che sono sempre con Lui. Sei qui per vedere Gesù. Egli è seduto davanti, un pò in disparte dagli altri; è appoggiato a una grande roccia e la Sua testa è chinata. Dalla pace sul Suo viso, ti accorgi che sta parlando con il Suo Padre Celeste.

Nel guardarlo, aspettando che Lui parli, ripensi agli ultimi giorni trascorsi. Per settimane hai udito parlare del figlio del falegname da Nazareth, che va per tutto il paese a predicare e guarire. Inizialmente, non hai prestato molta attenzione, supponendo che fosse solo un altro “messia” autoproclamato, come molti prima di lui. Ma la notizia si è sparsa, e presto hai capito che questo uomo non è come gli altri. Questo Gesù parla con tale autorità che perfino i Farisei rimangono senza parole. La gente è guarita, e gli indemoniati liberati dalla potenza della Sua parola. Il tuo interesse è cresciuto nell’udire le notizie da Gerusalemme, Tiro, Sidone, e dalla Decapoli.

Appena alcuni giorni fa, Lui è arrivato in città. Gli altri commerciati hanno cercato freneticamente di attirare la grande folla dietro a Gesù, ma tu hai chiuso il tuo negozio per unirti alla folla. Distrattamente, porti un filo d’erba tra le labbra, e ripensi…

La prima volta che lo hai sentito parlare è stato in sinagoga. Lo avevano invitato a leggere le Scritture. Nella stanza si era fatto un silenzio, mentre Lui veniva avanti. La sua voce era decisa e distinta, mentre leggeva dalla pergamena. Dopo avere letto la Scrittura giornaliera, ha iniziato a insegnare. Che sapienza usciva dalle Sue labbra! I presenti si sono tesi verso di Lui, desiderosi di ascoltare ancóra, e le donne erano attente a non perdere una parola.

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“Il regno di Dio è tra di voi,” ha affermato Lui. “Non aspettate più il vostro Liberatore, perché Dio vi ha oggi fatto visita.” Dopo che Lui ha finito di parlare, c’è stato un momento di silenzio. Nessuno osava intromettersi nella presenza Santa che tutti percepivano. Poi un bambino ha pianto e il silenzio è stato rotto. La stanza è tornata viva con discussioni infervorate. Alcuni dei presenti erano ovviamente indignati e scettici, ma anche avversi e arroganti, e questo non ti ha sorpreso. Molte delle persone erano entusiaste e volevano saperne di più…

Ora odi la risatina di una bambina dietro di te, e i tuoi pensieri tornano alla piccola Rachele. I suoi genitori sono stati tuoi amici dall’infanzia. Hai conosciuto il loro dispiacere quando passava anno dopo anno senza che Dio desse loro un figlio. Tutto il villaggio ha esultato quando questa coppia ha annunciato che la madre era incinta. Ma la loro gioia si è trasformata in dolore quando è nata la piccola Rachele, perché era cieca. L’hai vista crescere, e il tuo cuore soffriva per lei e per i suoi genitori, quando la vedevi seduta alla porta ad ascoltare gli altri bambini che correvano e giocavano. Era una bambina dolce e gioiosa che cercava sempre, con la sua piccola risata, di fare che gli altri dimenticassero i loro dispiaceri.

Dietro tuo suggerimento, i suoi genitori l’hanno portata a Gesù. Come sempre c’era folla intorno a Lui, ma quando i tuoi vicini hanno visto Rachele e i suoi genitori, si sono fatti da parte e li hanno incoraggiati a venire più vicino. Finalmente, voi quattro siete arrivati lì dove Gesù stava guarendo. Appena vi siete fatti largo tra la folla, avete visto un uomo gettare via le sue stampelle e saltare intorno, lodando Dio e abbracciando chi gli capitava vicino. Gesù sorrideva con gioia, e poi il Suoi sguardo si è posato su Rachele. L’espressione del Suo viso è cambiata in amore e compassione indefinibili. Si è avvicinato al vostro piccolo gruppo e si è inginocchiato di fronte a Rachele. Le ha parlato dolcemente. Non si potevano sentire le parole, ma hai visto il volto di lei allargarsi in un sorriso meraviglioso mentre lei diceva di sì con la testa. Con estrema gentilezza, Gesù ha avvolto con il palmo delle Sue mani il viso della bambina. Le ha parlato di nuovo gentilmente, poi si è chinato verso di lei e l’ha baciata sulla fronte.

In quell’attimo, hai visto la luce entrare nei grandi occhi scuri della bambina. Il suo viso si è riempito di emozione, da sorpresa seguita da meraviglia e da gioia. La prima cosa che lei ha visto è stato il volto di Gesù. Lui le ha sorriso e lei le ha gettato le braccia al collo e lo ha stretto con forza. Nell’entusiasmo, gli ha fatto perdere l’equilibrio e tutti e due sono caduti, ridendo forte di gioia pura. Lui l’ha ritirata su e l’ha riconsegnata ai genitori, che erano così emozionati da non riuscire a parlare. Ma ti sei accorta che, in qualche modo, Lui ha capito…

Gesù è ora di nuovo in piedi e la situazione è cambiata. Vorresti parlare con Lui! C’è così tanto che vorresti dire, tante domande da fare. Lui ti guarda direttamente e sorride. Automaticamente, tu rispondi al Suo sorriso, e il desiderio di parlare con Lui cresce.

La folla è improvvisamente silenziosa mentre Lui inizia a parlare. Le Sue parole sono come pioggia leggera che si posa sul terreno arido del tuo cuore: ne bevi ogni parola e senti che il tuo spirito riprende vita. Ogni tanto, il Suo sguardo incontra il tuo e tu comprendi che le Sue parole sono rivolte a te. Se solo gli potessi parlare da solo! Lui capirebbe quel dolore nel tuo cuore. Lui capirebbe quel sogno che conservi profondamente dentro di te. Se soltanto…Ma, ovviamente, sarebbe impossibile. Perfino se la folla se ne andasse, Lui sarebbe sempre circondato dai Suoi discepoli. Non avrebbe tempo per te…

Quindi, stai lì ad osservarlo, estasiato, e non ti accorgi che le ore passano. Le Sue parole sono per te vita e vuoi ascoltarle tutte. Ti sembra che Lui abbia quasi terminato di parlare, e il tuo cuore è preso da una strana tristezza. Ha finito di parlare. Tu devi tornare a casa, da solo, con tutti qui sentimenti ancóra confinati dentro di te, e hai paura di questo. Non vuoi abbandonare la Sua presenza.

Lui ora ha finito. La gente inizia a riprendere le proprie cose per tornare al villaggio per la notte. Ti accorgi che il sole è basso all’orizzonte, ma non ti muovi. Non ancóra. Questo è suolo santo, e vuoi conservare questo momento da assaporare per sempre.

Vedi che Gesù sta parlando tranquillamente con i Suoi discepoli. Questi danno uno sguardo dalla tua parte, ma tu a malapena li noti mentre si allontanano.

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All’improvviso, ti accorgi che tutti sono andati via, tutti tranne Gesù e te. Ti guardi attorno sbalordito. È mai possibile? Sei veramente solo con Lui? Lui ti sorride e fa cenno con il capo. È in piedi, e i Suoi occhi ti fanno segno di seguirLo. Stenti a credere a quanto sta accadendo. Ti rialzi in fretta. Insieme camminate verso la collina. All’inizio, sei un pò timido, ma Lui ti incoraggia con gentilezza. Il tuo cuore esplode di gioia, e senti che non c’è mai stato un giorno così meraviglioso. Le tue parole iniziano a uscire fuori, scavalcandosi a vicenda, nella tua impazienza di dire tutto quello che hai dentro. Lui ascolta e comprende. Tu sapevi che lo avrebbe fatto.

Ora ti lascio camminare lungo il sentiero con Gesù. Rivolgiti ai pensieri spontanei e alle impressioni che iniziano a sgorgare da dentro di te. Questi sono la voce di Dio. Dalla tua tranquillità interiore, questa visione si attiva e si muove con una sua vita propria che nasce dall’iniziativa del Padre. Prendi nota di questo flusso spontaneo in un foglio del tuo diario di preghiera. Questa è l’alba di in giorno tutto nuovo nel tuo cammino spirituale. Lasciamolo ora iniziare.

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Appendice ALogos e Rhema nel Greco del Nuovo Testamento

La prima persona a farmi rendere conto della differenza tra logos e rhema, due vocaboli greci tradotti come “parola” nel Nuovo Testamento, è stata David (Paul Yonggi) Cho. Ho sentito parlare il Dr. Cho al “Niagara Falls Convention Center”, dove ha affermato che la rhema è relazione con lo Spirito Santo, è la parola pronunciata di Dio nei nostri cuori. Ha inoltre aggiunto che dobbiamo imparare a vivere in base alla parola rhema e non solo alla Parola scritta.

Questa prospettiva mi ha entusiasmato. Mi sembrava appropriato il fatto di vivere sulla base della relazione con lo Spirito Santo, la voce di Dio nei nostri cuori. Una volta arrivato a casa, ho preso subito la mia concordanza biblica per vedere se potevo dare fondamento a questa distinzione. Con mio rammarico, ho constatato che sembrava esserci una sovrapposizione tra logos e rhema, e non sembravo in grado di comprovare la distinzione operata dal Dr. Cho. Ho messo quindi da parte tutta la questione.

Trascorsi un paio d’anni, il Signore mi ha riportato a riconsiderare l’argomento. Quello che mi ha interessato maggiormente è stato lo studio dei settanta versetti biblici nel Nuovo Testamento in cui si fa uso della rhema (vedi Appendice B). Vi raccomando di fare lo stesso. Sono rimasto sorpreso nello scoprire qualcosa che mi era sfuggito in precedenza: in ognuno di questi riferimenti biblici, la rhema sembrava indicare la parola pronunciata e mai la parola scritta. Ho pensato che dopotutto questa parola potesse avere un proprio significato specifico, e che forse potevo farne uso come il Dr. Cho aveva indicato, per descrivere la voce di Dio nel nostro cuore.

Con questo fatto in mente, ho consultato altri dizionari biblici e ho scoperto che il vocabolo logos è utilizzato 331 volte nel Nuovo Testamento, e che il termine rhema è utilizzato 70 volte. Il “Dictionary of New Testament Theology” (Dizionario di Teologia del Nuovo Testamento) attribuisce a logos il significato di “spiegazione, calcolo, argomentazione, ragionamento, misura, logica.” Rhema è “ciò che è pronunciato intenzionalmente, una parola, una espressione, una questione, un evento, una situazione.” Il “Vine’s Expository Dictionary of New Testament Words” (Dizionario Espositivo delle Parole del Nuovo Testamento) definisce logos come: “ (a) L’espressione del pensiero. Non il semplice nome di un oggetto; (b) un detto o una dichiarazione.” Rhema denota ciò che è pronunciato attraverso la parola o lo scritto.”

Le differenze tra logos e rhema, secondo Il “Dictionary of New Testament Theology” (Dizionario di Teologia del Nuovo Testamento), sono così individuate: “Laddove logos indica spesso l’annuncio cristiano nel Nuovo Testamento, rhema è di solito in relazione a parole ed espressioni individuali: l’uomo renderà conto di ogni ingiusta rhema (Mt. 12:36); Gesù non rivolse a Pilato alcuna rhema (Mt. 27:14); rhema ineffabili in Cielo (2 Co. 12:4). Il significato di rhema (distinto da logos), secondo il “Vine’s Expository Dictionary of New Testament Words” (Dizionario Espositivo delle Parole del Nuovo Testamento), “è esemplificato nell’indicazione del prendere la spada dello Spirito, che è la Parola (rhema) di Dio (Ef. 6:17). In questo caso, il riferimento non è a tutta la Bibbia in quanto tale, ma alle Scritture particolari che regolarmente memorizziamo e verso cui lo Spirito Santo indirizza la nostra attenzione, in modo da essere utilizzate nel momento di necessità.”

Ho accostato queste definizioni alla mia esperienza personale, maturata con l’osservazione di ogni riferimento alla rhema nel Nuovo Testamento, e sono arrivato alla conclusione che la voce di Dio che udivo nel mio cuore era la rhema. Ho scoperto che la rhema, la voce interiore di Dio, mi forniva la parola specifica di cui avevo bisogno nelle sessioni di counseling.

Un membro della nostra chiesa, un giorno ha telefonato per chiedermi se poteva inviarmi dal lavoro il suo supervisore per un colloquio. Non avevo mai visto quest’uomo prima. Avevo trascorso quindici anni a studiare la Logos, e in due ore avrei potuto dirgli tutto quello che sapevo, ma avevo necessità della rhema. Sono quindi andato davanti al Signore e ho chiesto a Lui una parola per questo uomo. Il Signore mi ha detto tre cose: “Quest’uomo è robusto, indosserà una camicia a righe rosse, e ha bisogno di essere riassicurato del mio amore incondizionato per lui.”

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Quando l’uomo è arrivato, era appunto robusto e indossava una camicia a righe rosse! Mi ha parlato della sua storia. Molti anni prima aveva accolto Gesù nella sua vita, ma presto era ricaduto nel peccato. Si era pentito, era tornato al Signore, ma era di nuovo ricaduto. Questo era stato il suo stile di vita di quegli ultimi anni: seguire il Signore, allontanarsi da Lui, e poi pentirsi.

Convinto di avere esaurito la sua quota di perdono, era sfiduciato e depresso. Sono rimasto meravigliato dalla bontà di Dio, mentre questo uomo si convinceva dell’amore e del perdono incondizionati e senza limiti da parte del Signore. Dio mi aveva dato la sapienza e la parola giusta per quel momento. Il Signore non doveva necessariamente mostrarmi i dettagli sulla fisionomia di questo uomo. Lo ha fatto, credo, per darmi fiducia e incoraggiarmi, dato che ero alle mie prime esperienze nella ricerca della voce del Signore in questo modo.

Giovanni Battista diceva che Gesù pronunciava la parola (rhema) di Dio. Gesù ha dichiarato: “Dico queste cose come il Padre mi ha insegnato… Io parlo di ciò che ho visto presso [o in the presenza del] il Padre mio” (Gv. 8:28, 38). Quando Gesù pronunciava le parole rhema, attraversava il superficiale e toccava lo spirito, il cuore dell'uomo. Quando parlo in base al ragionamento della mia mente, potrei riuscire a rivolgermi al cuore oppure no. Ma quando parlo in base a quello che ricevo interiormente, il mio ministero è efficace.

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Appendice BI Settanta Riferimenti alla Rhema nel Nuovo Testamento

Rhema è tradotta “parola” nei seguenti cinquantaquattro riferimenti biblici:Mt. 4:4 Lu. 24:11 At. 2:14 Ro. 10:8 (2)Mt. 12:36 Gv. 3:34 At. 5:20 Ro. 10:17Mt. 18:16 Gv. 5:47 At. 6:11 Ro. 10:18Mt. 26:75 Gv. 6:63 At. 6:13 2 Co. 12:4Mt. 27:14 Gv. 6:68 At. 10:22 2 Co. 13:1Mr. 14:72 Gv. 8:20 At. 10:37 Ef.5:26Lu. 1:38 Gv. 8:47 At. 10:44 Ef. 6:17Lu. 2:29 Gv. 10:21 At. 11:14 Eb. 1:3Lu. 3:2 Gv. 12:47 At. 11:16 Eb. 6:5Lu. 4:4 Gv. 12:48 At. 13:42 Eb. 11:3Lu. 5:5 Gv. 14:10 At. 16:38 Eb. 12:19Lu. 20:26 Gv. 15:7 At. 26:25 1 Pi.1:25 (2)Lu. 24:8 Gv. 17:8 At. 28:25 2 Pi.3:2Gd. 17 Ap. 17:17

Rhema è tradotta “parlare” negli otto brani seguenti:

Mr. 9:32 Lu. 2:17 Lu. 2:51 Lu. 9:45 (2)Lu. 1:65 Lu. 2:50 Lu. 7:1 Lu. 18:34

Rhema è tradotta “cosa” nei tre brani seguenti:

Lu. 2:15 Lu. 2:19 At. 5:32

Altri Versetti:Mt. 5:11: “…e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male [let., ogni malerhema] ….”

Lu. 1:37: “Poiché nulla[let., nessuna rhema] è impossibile con Dio.”

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Appendice CComprendere la Potenza della Rhema,

“La Parola Pronunciata”

Tipi di Rhema ed Esempi Biblici

Molto costruttiva: Pronuncio quello che Dio mi sta dicendo nel mio interiore(es. La mia rhema è il risultato della Sua rhema).

“...Le parole [rhema] che io vi dico, non le dico da me stesso. Il Padre che dimora in me è colui che fa le opere ” (Gv.14:10).

“...perché ho dato loro le parole [rhema] che tu hai dato a me ” (Gv. 17:8).

(Vedi anche Luca 1:38, 5:5; Giovanni 5:19,20,30; 8:26,28,38; 3:34; 6:63; Atti 10:13; 2 Corinzi 12:4; Efesini 6:17; Ebrei 11:3; 12:19).

Possibilmente costruttiva: Pronuncio la Parola scritta di Dio.“...Andate, presentatevi nel tempio e annunziate al popolo tutte le parole [rhema] di questa vita” (At. 5:20).

Neutrale: Parlo di mia iniziativa.“...affinché ogni parola [rhema] sia confermata per la bocca di due o tre testimoni” (Mt. 18:16).

Piuttosto Distruttiva: Pronuncio la parola generica di satana, che ho udita in passato.

“ ... nel giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola [rhema] oziosa che avranno detta” (Mt. 12:36).

Molto distruttiva: Pronuncio quello che satana sta comunicando nel mio interiore.“...gli uomini renderanno conto di ogni parola [rhema] oziosa che avranno detta” (Atti 6:11).

“Anche la lingua è un fuoco…ed è infiammata dalla Geenna” (Gm. 3:6)

Il Nostro Obiettivo:

Esprimere il massimo della vita pronunciando le parole che il nostro Padre Celeste comunica in noi attraverso la comunione con lo Spirito Santo (Gv. 14:10.16).

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Appendice DParole Greche nel Nuovo Testamento

Usate per Descrivere Esperienze Rivelatrici

Parole che Descrivono il Sogno e la VisioneNella lingua greca del Nuovo Testamento, si fa uso di molte parole e frasi diverse per descrivere l’incontro

con Dio attraverso il sogno, la visione, e l'esperienza della rivelazione. Queste sono le seguenti:Onar — Parola comune per “sogno”. Più precisamente è una visione durante il sonno, a differenza del

sogno a occhi aperti. È usata in Matteo 1:20; 2:12,13,19,22 e 27:19.Enupniom — Una visione durante il sonno. Qui è rimarcata la sorprendente immediatezza della visione

comunicata e ricevuta durante il sonno. È usata in Atti 2:17 e Giuda 8.Horama — Tradotto “visione”. Può essere riferita a visioni della notte o esperienze nel sonno, come anche a

visioni a occhi aperti. È usata in Matteo17:9; At. 7:31; 9:10,12; 10:3,17,19; 11:5; 12:9; 16:9,10 e 18:9.Opasis — Può essere riferita agli occhi come organo della vista, un apparizione di qualsiasi tipo, anche una

scena. Ma in alcune situazioni ha il significato di una visione soprannaturale: Atti 2:17 e Apocalisse 9:17. In Greco non c’è la distinzione tra la percezione fisica e quella non fisica. Entrambi i modi di “vedere” sono percezioni autentiche.

Optasia — Tradotto “visione”. Ha il significato di “mostrare la propria visione”. È usata nei seguenti quattro brani: Luca 1:22; 24:23; Atti 26:19 e 2 Corinzi 12:1.

Ekstasis — La parola da cui deriva la parola italiana “estasi”. Ha il significato di “guardare dal di fuori di se stessi, essere dislocati al di fuori o al di sopra di se stessi”. Generalmente si avverte una sensazione di meraviglia, confusione, e perfino di terrore estremo, riferita a una esperienza nel sonno o da svegli. Psicologicamente, sia i sogni nel sonno che le immaginazioni presenti al confine del dormiveglia - le allucinazioni ipnagogiche (esperienze molto intense e vivide di immagini, sensazioni, rumori che si presentano nella fase di addormentamento, n.d.t.) o ipnopompiche (allucinazioni visive, auditive durante il risveglio, n.d.t.) - rientrano nella condizione di estasi descritta. La parola estasi, tradotta impropriamente “trance” è usata in Marco 5:42; 16:8; Luca 5:26; Atti 3:10; 10:10; 11:5 e 22:17.

Ginomai en pneumati — Tradotto come “essere nello Spirito” (Ap. 1:10). Questa è una condizione in cui si possono vedere visioni ed essere informati direttamente dallo Spirito Santo. Troviamo riferimenti in Matteo 4:1; Marco 1:12; Luca1:41 e 4:1.

Epistemi, sparitemi — Termine riferito semplicemente al fatto che alcune realtà si manifestano nella notte o di giorno. È usato in Luca 1:11; Atti 10:30; 16:9; 23:11 e 27:23.

Angelos o angelo — Un inviato fisico, un messaggero o essere divino inviato da Dio; e daimon, diabolos o demone, diavolo e satana, in riferimento a entità o potenze non fisiche provenienti da satana. Entrambi angeli e demoni possono essere incontrati in sogni e visioni, come indicato nei seguenti riferimenti: Atti 10:3; Giuda 8; e molte circostanze nel libro dell'Apocalisse.

Blepo e eido — Con il significato di “vedere”, “percepire”. Queste parole sono usate con il significato di “vedere esteriormente” in senso fisico, ma sono anche usate in riferimento al vedere in senso spirituale, come evidenziato nei versetti seguenti: Apocalisse 1:2,11; Marco 9:9 e Luca 9:36. Ovviamente, dato il duplice uso di queste parole per descrivere sia la vista interiore che esteriore, la Chiesa alle origini considerava le esperienze visionarie come facili da percepire e osservare, ricorrenti, e ugualmente valide alle percezioni del mondo esterno.

Blepo significa semplicemente “vedere fisicamente” ma eido ha l'ulteriore significato di “vedere tutto quello che è presente”, l'essenza delle cose, una percezione.

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Apokalupsis — Tradotto con “rivelazione”, significa letteralmente “svelare”, “manifestazione o rivelazione divina”. Troviamo questo termine in Romani 16:25: 1 Corinzi 14:6,26; 2 Corinzi 12:1,7 e Galati 2:2.

Nel considerare la grande varietà di parole che i cristiani del Nuovo Testamento avevano a disposizione per descrivere le loro esperienze visionarie, è evidente che questi erano in grado di definire precisamente ogni tipo di loro incontro visionario. Probabilmente, la nostra povertà di vocabolario, nel trovare una o più parole adatte per descrivere esattamente le nostre esperienze visionarie, dimostra la scarsità di incontri spirituali diretti che sperimentiamo nella nostra cultura occidentale. Sarebbe opportuno quindi recuperare nel nostro vocabolario un numero maggiore di parole che definiscano chiaramente la varietà dei nostri incontri spirituali!

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Appendice ECome Dio Fa Uso di Visione e Immagine *

L'approccio migliore per scoprire le affermazioni di Dio su un particolare argomento è raggruppare tutti i riferimenti biblici da Genesi ad Apocalisse in riferimento a quell'argomento, meditarli per un periodo, chiedendo allo Spirito Santo di parlarvi, e scrivere poi le intuizioni che ricevete. Facendo uso della ricerca di CompuBIBLE, abbiamo raccolto nelle prossime pagine i versetti sui vocaboli: sogno, visione, profeta, guardare, e occhio, oltre ad altri versetti che aggiungono una più chiara spiegazione.

Chiedete al Signore di darvi uno spirito di rivelazione (Ef.1:17,18), meditate su questi versetti, e lasciate che Dio vi riveli come vuole fare uso del sogno e della visione nella vostra vita. Le seguenti sono alcune domande che potete porvi:

1. Come Dio desidera che faccio uso dei sogni e delle visioni nella mia vita? a. Come parla Dio attraverso di questi?b. Quanto comune dovrebbe essere questa esperienza?c. Parla satana attraverso il sogno e la visione?d. Come posso verificare il sogno e la visione?e. Cosa posso fare per sviluppare il flusso della visione divina in me?

2. Dio fa uso di immagini come parte del mio incontro con Lui? a. Se è così, come può l'immagine essere usata in modo appropriato? Indica alcuni esempi. b. Qual'è un uso negativo di un'immagine? Indica alcuni esempi.

3. Possiamo esercitarci all'uso degli occhi del nostro cuore? Riporta versetti biblici a sostegno della tua risposta. 4. Elenca altre domande su cui vuoi fare una ricerca. Esempio:Indice: VisioneTitolo: Il posto del sogno e della visione nella propria vita spirituale.Spazio della ricerca: Da Genesi 1:1 ad Apocalisse 22:21.Argomento: 1. sogno; 2. visione; 3. veggente; 4. guardare; 5. occhi

Nota: L’uso del corsivo indica espressioni, parole, preposizioni e articoli non contenuti nel testo originale in lingua greca ed ebraica, ma ritenuti utili per rendere più chiaro ed esplicito il significato del testo.

InviatiGe. 3:5 …ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno e sarete come DIO, conoscendo il bene e il male.Ge. 3:6 E la donna vide che l'albero era buono da mangiare, che era piacevole agli occhi e che l'albero era desiderabile per rendere uno intelligente; ed ella prese del suo frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò.Ge. 3:7 Allora si apersero gli occhi di ambedue e si accorsero di essere nudi; così cucirono delle foglie di fico e fecero delle cinture per coprirsi.Nu. 12:6 L'Eterno quindi disse: «Ascoltate ora le mie parole! Se vi è tra di voi un profeta, io, l'Eterno, mi faccio conoscere a lui in visione, parlo con lui in sogno».1 Sa. 28:6 Così Saul consultò l'Eterno, ma l'Eterno non gli rispose né attraverso sogni né mediante l'Urim né per mezzo dei profeti.

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1 Sa. 28:15 Samuele disse a Saul: «Perché mi hai tu disturbato, facendomi salire?». Saul rispose: «Mi trovo in una grande angustia, perché i Filistei mi fanno guerra e DIO si è allontanato da me, e non mi risponde più né mediante i profeti né attraverso i sogni; perciò, ti ho chiamato perché tu mi faccia sapere cosa devo fare».Sl. 89:19 Tu parlasti allora in visione al tuo diletto e dicesti: «Ho dato aiuto a uno che è potente, ho esaltato un eletto tra il popolo».Os. 12:11 Ho parlato ai profeti, ho moltiplicato le visioni e per mezzo dei profeti ho usato similitudini.Gl. 2:28 Dopo questo avverrà che io spanderò il mio Spirito sopra ogni carne, i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni….At. 2:17 "E avverrà negli ultimi giorni, dice Dio, che spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni e i vostri vecchi sogneranno dei sogni…Gv. 5:19 Allora Gesù rispose e disse loro: «In verità, in verità vi dico che il Figlio non può far nulla da se stesso, se non quello che vede fare dal Padre; le cose infatti che fa il Padre, le fa ugualmente anche il Figlio.Gv. 5:20 Poiché il Padre ama il Figlio e gli mostra tutte le cose che egli fa; e gli mostrerà opere più grandi di queste, affinché voi ne siate meravigliati.Gv. 8:38 Io parlo di ciò che ho visto presso il Padre mio, e anche voi fate le cose che avete visto presso il padre vostro.

Occhi ApertiC'è un luogo e una necessità che richiedono che gli occhi del nostro cuore siano aperti dallo Spirito Santo, così da vedere le visioni di Dio. Dobbiamo riconoscere che ne abbiamo necessità, e cercare Dio affinché apra gli occhi del nostro cuore. Ge. 21:19 Allora DIO le aperse gli occhi ed ella vide un pozzo d'acqua; così andò a riempire d'acqua l'otre e diede da bere al ragazzo.Nu. 22:31 Allora l'Eterno aperse gli occhi a Balaam, ed egli vide l'Angelo dell'Eterno che stava sulla strada con la sua spada sguainata in mano. E Balaam si inchinò e si prostrò con la faccia a terra.Nu. 24:2 E, alzati gli occhi, Balaam vide Israele accampato tribù per tribù, e lo Spirito di DIO venne su di lui.Nu. 24:3 Allora pronunciò il suo oracolo e disse: «Così dice Balaam, figlio di Beor, così dice l'uomo i cui occhi sono stati aperti,Nu. 24:4 così dice colui che ode le parole di Dio, colui che mira la visione dell'Onnipotente, colui che cade (in stato di estasi), ma ha gli occhi aperti...Nu. 24:15 Allora pronunciò il suo oracolo e disse: «Così dice Balaam figlio di Beor, così dice l'uomo i cui occhi sono stati aperti,Nu. 24:16 così dice colui che ode le parole di Dio, che conosce la scienza dell'Altissimo che mira la visione dell'Onnipotente, colui che cade ( in estasi), ma ha gli occhi aperti...De. 29:2 Mosè convocò dunque tutto Israele e disse loro: «Voi avete visto tutto ciò che l'Eterno ha fatto sotto i vostri occhi nel paese d'Egitto al Faraone, a tutti i suoi servitori e a tutto il suo paese;De. 29:3 i tuoi occhi hanno visto le grandi calamità, i segni e quei grandi prodigi;De. 29:4 ma fino a questo giorno l'Eterno non vi ha dato un cuore per comprendere, occhi per vedere e orecchi per udire.1 Sa. 3:1 Or il giovane Samuele serviva l'Eterno alla presenza di Eli. La parola dell'Eterno era rara in quei giorni, e non c'era alcuna estesa rivelazione.1 Sa. 3:2 In quel tempo, Eli era coricato nel suo solito posto (ora la sua vista aveva cominciato ad offuscarsi ed egli non poteva vedere).1 Sa. 3:3 La lampada di DIO non era ancóra spenta e Samuele era coricato nel Tabernacolo dell'Eterno dove si trovava l'arca di DIO.1 Sa. 3:4 Allora l'Eterno chiamò Samuele che rispose: «Eccomi!».1 Sa. 3:5 Così corse da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Egli rispose: «Io non ti ho chiamato, torna a coricarti». Così egli andò a coricarsi.

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1 Sa. 3:6 L'Eterno chiamò di nuovo Samuele. E Samuele si alzò, andò da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Ma quegli rispose: «Figlio mio, io non ti ho chiamato; torna a coricarti».1 Sa. 3:7 (Or Samuele non conosceva ancóra l'Eterno e la parola dell'Eterno non gli era stata ancóra rivelata).1 Sa. 3:8 L'Eterno chiamò nuovamente Samuele per la terza volta. Così egli si alzò, andò da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Allora Eli comprese che l'Eterno chiamava il giovane.1 Sa. 3:9 Perciò Eli disse a Samuele: «Va' a coricarti e, se ti chiamerà ancóra, dirai: "Parla, o Eterno, perché il tuo servo ascolta"». Così Samuele andò a coricarsi al suo posto.1 Sa. 3:10 Quindi l'Eterno venne, si pose lì vicino e chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose: «Parla, perché il tuo servo ascolta».1 Sa. 3:15 Samuele rimase coricato fino al mattino, poi aprì le porte della casa dell'Eterno. Samuele temeva di raccontare ad Eli la visione.2 Re 6:15 L'indomani il servo dell'uomo di DIO si alzò al mattino presto e uscì, ed ecco, la città era circondata da un esercito con cavalli e cavalieri. Allora il suo servo gli disse: «Ah, cosa faremo, mio signore?».2 Re 6:16 Egli rispose: «Non temere, perché quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro».2 Re 6:17 Poi Eliseo pregò e disse: «O Eterno, ti prego, apri i suoi occhi, perché possa vedere». L'Eterno allora aperse gli occhi del giovane e questi vide; ed ecco il monte era pieno di cavalli e di carri di fuoco, tutt'intorno ad Eliseo...Gb. 33:15 In un sogno, in una visione notturna, quando un sonno profondo cade sui mortali, quando stanno assopiti sui loro letti.Gb. 33:16 Allora egli apre le orecchie degli uomini e sigilla gli ammonimenti che dà loro,Sl. 119:18 Apri i miei occhi, e contemplerò le meraviglie della tua legge.Is. 42:18 Sordi, ascoltate; ciechi, guardate e vedete!Is. 42:19 Chi è cieco, se non il mio servo, o sordo come il mio messaggero che invio? Chi è cieco come colui che è in pace con me, cieco come il servo dell'Eterno?Is. 42:20 Hai visto molte cose, ma senza prestarvi attenzione; le tue orecchie erano aperte, ma non hai udito nulla.Is. 44:18 Non sanno e non comprendono nulla, perché hanno impiastrato i loro occhi affinché non vedano, e i loro cuori perché non comprendano.Gr. 5:21 Ascoltate ora questo, o popolo stolto e senza cuore, che ha occhi ma non vede, che ha orecchi ma non ode...Lam. 2:9 Le sue porte sono affondate nella terra; egli ha distrutto e spezzato le sue sbarre; il suo re e i suoi capi si trovano fra le nazioni; non c'è più legge, e i suoi profeti non ricevono alcuna visione dall'Eterno.Mt. 13:15 Perché il cuore di questo popolo è divenuto insensibile, essi sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore e non si convertano, e io li guarisca.Mt. 13:16 Ma, beati i vostri occhi perché vedono, e i vostri orecchi perché odono.Mr. 8:18 Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate?Gv. 12:40 Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi, non intendano col cuore, non si convertano e io non li guarisca.At. 28:27 Infatti il cuore di questo popolo si è indurito, e sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, affinché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore e non si convertano, ed io non li guarisca.Ro. 11:8 Come sta scritto: «Dio ha dato loro uno spirito di stordimento, occhi per non vedere e orecchi per non udire».Ro. 11:10 Siano oscurati i loro occhi da non vedere, e piega loro la schiena del continuo.

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2 Co. 4:18 Mentre abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.

Guardare per VedereLe Scritture pongono una grande enfasi sull'alzare gli occhi e guardare per vedere. Ge. 18:1 L'Eterno apparve ad Abrahamo alle querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda durante il caldo del giorno.Ge. 18:2 Abrahamo alzò gli occhi ed ecco, tre uomini stavano in piedi accanto a lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda, si prostrò fino a terra...Ge. 31:10 Una volta, al tempo che le greggi entravano in calore, io alzai gli occhi e vidi in sogno che i capri che montavano le femmine erano striati, chiazzati e screziati.Ge. 31:11 E l'angelo di DIO mi disse in sogno: "Giacobbe!". Io risposi: "Eccomi!".Ge. 31:12 Egli allora disse: "Alza ora gli occhi e guarda; tutti i montoni che montano le femmine sono striati, chiazzati e screziati, perché ho veduto tutto quello che Labano ti fa.Es. 3:1 Or Mosè pascolava il gregge di Jethro suo suocero, sacerdote di Madian; egli portò il gregge oltre il deserto e giunse alla montagna di DIO, all'Horeb.Es. 3:2 E l'Angelo dell'Eterno gli apparve in una fiamma di fuoco, di mezzo a un roveto. Mosè guardò ed ecco il roveto bruciava col fuoco, ma il roveto non si consumava.Es. 3:3 Allora Mosè disse: «Ora mi sposterò per vedere questo grandioso spettacolo: perché mai il roveto non si consuma!».Es. 3:4 Or l'Eterno vide che egli si era spostato per vedere, e DIO lo chiamò di mezzo al roveto e disse: «Mosè, Mosè!». Egli rispose: «Eccomi».Es. 3:5 Dio disse: «Non avvicinarti qui; togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo santo».Es. 3:6 Poi aggiunse: «Io sono il DIO di tuo padre, il DIO di Abrahamo, il DIO di Isacco e il DIO di Giacobbe». E Mosè si nascose la faccia, perché aveva paura di guardare DIO.Es. 16:9 Poi Mosè disse ad Aaronne: «Di' a tutta l'assemblea dei figli d'Israele: "Avvicinatevi davanti all'Eterno, perché egli ha udito le vostre mormorazioni"».Es. 16:10 Come Aaronne parlava a tutta l'assemblea dei figli d'Israele, essi si voltarono verso il deserto; ed ecco che la gloria dell'Eterno apparve nella nuvola.Es. 16:11 E l'Eterno parlò a Mosè, dicendo...Gs. 5:13 Or avvenne che, mentre Giosuè era presso Gerico, alzò gli occhi e guardò, ed ecco un uomo gli stava davanti, con in mano la sua spada sguainata. Giosuè gli andò incontro e gli disse: «Sei tu per noi o per i nostri nemici?».Gs. 5:14 Egli rispose: «No, io sono il capo dell'esercito dell'Eterno; arrivo in questo momento». Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: «Che cosa vuol dire il mio Signore al suo servo?».Gs. 5:15 Il capo dell'esercito dell'Eterno disse a Giosuè: «Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo dove stai è santo». E Giosuè fece così.1 Cr. 21:16 Davide, alzati gli occhi, vide l'angelo dell'Eterno che stava fra terra e cielo con in mano una spada sguainata, tesa sopra Gerusalemme. Allora Davide e gli anziani, vestiti di sacco, caddero con la faccia a terra.Da. 10:1 Nel terzo anno di Ciro, re di Persia, una parola fu rivelata a Daniele, che si chiamava Beltshatsar. La parola è verace e il conflitto lungo. Egli comprese la parola ed ebbe intendimento della visione.Da. 10:5 alzai gli occhi e guardai, ed ecco un uomo vestito di lino, con ai lombi, una cintura d'oro di Ufaz.Da. 10:6 Il suo corpo era simile al topazio, la sua faccia aveva l'aspetto della folgore, i suoi occhi erano come torce fiammeggianti, le sue braccia e i suoi piedi parevano bronzo lucidato e il suono delle sue parole era come il rumore di una moltitudine.Da. 10:7 Soltanto io, Daniele, vidi la visione, mentre gli uomini che erano con me non videro la visione, ma un gran terrore piombò su di loro e fuggirono a nascondersi.Da. 10:8 Così rimasi solo a osservare questa grande visione. In me non rimase più forza; il bel colorito cambiò in un pallore e le forze mi vennero meno.

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Da. 10:9 Tuttavia udii il suono delle sue parole; all'udire però il suono delle sue parole, caddi in un profondo sonno con la faccia a terra.Da. 10:10 Ma ecco, una mano mi toccò e mi fece stare tutto tremante sulle ginocchia e sulle palme delle mani.Da. 10:11 Poi mi disse: «Daniele, uomo grandemente amato intendi le parole che ti dico e alzati in piedi, perché ora sono stato mandato da te». Quando mi ebbe detto questa parola, io mi alzai in piedi tutto tremante.Da. 10:12 Egli allora mi disse: «Non temere, Daniele, perché dal primo giorno che ti mettesti in cuore di intendere e di umiliarti davanti al tuo DIO, le tue parole sono state ascoltate e io sono venuto in risposta alle tue parole.Da. 10:13 Ma il principe del regno di Persia mi ha resistito ventun giorni, però ecco, Mikael, uno dei primi principi, mi è venuto in aiuto, perché ero rimasto là con il re di Persia.Da. 10:14 E ora sono venuto per farti intendere ciò che avverrà al tuo popolo negli ultimi giorni; perché la visione riguarda un tempo futuro.Da. 10:15 Mentre mi parlava in questa maniera, abbassai la faccia a terra e ammutolii.Da. 10:16 Ed ecco uno con le sembianze di un figlio d'uomo mi toccò le labbra. Allora io apersi la bocca, parlai e dissi a colui che mi stava davanti: «Signor mio, per questa visione mi hanno colto gli spasimi e le forze mi son venute meno.Sl. 5:3 O Eterno, al mattino tu dai ascolto alla mia voce, al mattino eleverò la mia preghiera a te e aspetterò,Sl. 25:15 I miei occhi sono rivolti del continuo all'Eterno perché egli trarrà i miei piedi dalla rete.Sl. 123:1 A te alzo i miei occhi a te che siedi nei cieli.Sl. 123:2 Ecco, come gli occhi dei servi sono rivolti alla mano dei loro padroni e gli occhi della serva alla mano della sua padrona, così i nostri occhi, sono rivolti all'Eterno, DIO nostro, finché egli abbia pietà di noi.Sl. 141:8 Ma i miei occhi sono rivolti a te, o Eterno, mio Signore; io mi rifugio in te, non lasciarmi indifeso.Is. 8:17 Io aspetto l'Eterno, che nasconde la sua faccia alla casa di Giacobbe, e spero in lui.Is. 17:7 In quel giorno l'uomo volgerà lo sguardo al suo Creatore e i suoi occhi guarderanno al Santo d'Israele.Is. 17:8 Non si volgerà più agli altari, opera delle sue mani e non guarderà più a quel che le sue dita hanno fatto, agli Ascerim, e agli altari per l'incenso.Is. 40:26 Levate in alto i vostri occhi e guardate: Chi ha creato queste cose? Colui che fa uscire il loro esercito in numero e le chiama tutte per nome; per la grandezza del suo vigore e la potenza della sua forza, nessuna manca.Ez. 1:1 Nel trentesimo anno, il cinque del quarto mese, avvenne che, mentre mi trovavo tra i deportati presso il fiume Kebar, i cieli si aprirono ed ebbi visioni da parte di DIO.Ez. 1:4 Mentre guardavo, ecco venire dal nord un vento di tempesta, una grossa nuvola con un fuoco che si avvolgeva su se stesso; intorno ad esso e dal mezzo di esso emanava un grande splendore come il colore di bronzo incandescente in mezzo al fuoco.Ez. 2:9 Io guardai, ed ecco una mano tesa verso di me; ed ecco in essa vi era il rotolo di un libro.Ez. 8:3 Egli stese una forma di mano e mi afferrò per una ciocca dei miei capelli, e lo Spirito mi sollevò fra terra e cielo e mi trasportò in visioni di DIO a Gerusalemme, all'ingresso della porta interna che guarda a nord, dove era posto l'idolo della gelosia, che provoca a gelosia.Ez. 8:4 Ed ecco, là era la gloria del DIO d'Israele, simile alla visione che avevo visto nella pianura.Ez. 8:5 Quindi egli mi disse: “Figlio d'uomo, alza ora i tuoi occhi verso il nord». Così alzai i miei occhi verso il nord, ed ecco, a nord della porta dell'altare, proprio all'ingresso, c'era l'idolo della gelosia”.Ez. 8:7 Così egli mi condusse all'ingresso del cortile. Io guardai, ed ecco un buco nella parete.Ez. 10:1 Io guardavo ed ecco, sul firmamento che stava sopra il capo dei cherubini, appariva sopra di essi come una pietra di zaffiro che somigliava nella forma a un trono.Ez. 10:9 Guardai ancóra ed ecco, a fianco dei cherubini vi erano quattro ruote, una ruota a fianco di ogni cherubino e un'altra ruota per ogni altro cherubino; le ruote avevano l'aspetto di una pietra di topazio.Ez. 44:1 Poi egli mi condusse verso la porta esterna del santuario che guarda a est ma era chiusa.

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Ez. 44:4 Poi, per la porta a nord, mi condusse davanti al tempio. Guardai, ed ecco, la gloria dell'Eterno riempiva la casa dell'Eterno; e io caddi sulla mia faccia.Ez. 44:5 L'Eterno mi disse: «Figlio d'uomo, sta' attento, guarda con i tuoi occhi e ascolta con i tuoi orecchi tutto ciò che ti dirò circa tutti gli statuti della casa dell'Eterno e tutte le sue leggi; sta' attento all'ingresso del tempio e a tutte le uscite del santuario.Da. 12:5 Poi io, Daniele, guardai, ed ecco altri due in piedi, uno su questa sponda del fiume, e l'altro sull'altra sponda del fiume.Za. 1:18 Poi alzai gli occhi, guardai ed ecco quattro corna.Za. 2:1 Quindi alzai gli occhi e guardai, ed ecco un uomo che aveva in mano una corda per misurare.Za. 4:2 E mi domandò: «Che cosa vedi?». Risposi: «Ecco, vedo un candelabro tutto d'oro che ha in cima un vaso, su cui ci sono sette lampade con sette tubi per le sette lampade che stanno in cima.Za. 5:1 Poi alzai nuovamente gli occhi e guardai, ed ecco un rotolo che volava.Za. 5:5 Quindi l'angelo che parlava con me uscì e mi disse: «Alza gli occhi e guarda che cosa è ciò che sta uscendo».Za. 5:9 Poi alzai gli occhi e guardai, ed ecco avanzarsi due donne con il vento nelle loro ali, perché esse avevano ali come le ali di una cicogna, e sollevarono l'efa tra terra e cielo.Za. 6:1 Alzai ancóra gli occhi e guardai, ed ecco, quattro carri che uscivano in mezzo a due monti; e i monti erano monti di bronzo.At. 7:55 Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra.Ap. 4:1 Dopo queste cose, io vidi, ed ecco, una porta aperta nel cielo, e la prima voce che avevo udito parlare con me come una tromba disse: «Sali quassù e ti mostrerò le cose che devono avvenire dopo queste».Ap. 6:8 E io vidi, ed ecco un cavallo giallastro; e colui che lo cavalcava aveva nome la Morte, e dietro ad essa veniva l'Ades. E fu loro data potestà sulla quarta parte della terra, per uccidere con la spada, con la fame, con la morte e mediante le fiere della terra.Ap. 14:1 Poi vidi l'Agnello che stava in piedi sul monte di Sion, e con lui erano centoquarantaquattromila persone che avevano il suo nome e il nome di suo Padre scritto sulle loro fronti.Ap. 14:14 Poi vidi una nuvola bianca, ed ecco sulla nuvola stava seduto uno simile a un Figlio d'uomo, il quale aveva sul capo una corona d'oro e in mano una falce tagliente.Ap. 15:5 E dopo queste cose, io vidi, ed ecco aprirsi nel cielo il tempio del Tabernacolo, della testimonianza.

I VeggentiI profeti erano anche definiti “veggenti”; persone che nel mondo spirituale vedevano la visione di Dio Onnipotente. Questo era un titolo e ufficio comune nella Scrittura, e ha bisogno di essere ristabilito nella vita della chiesa. Per questo, abbiamo necessità di formare profeti che siano veggenti. Nel Nuovo Patto, il velo è stato rotto e ora possiamo avere accesso diretto alla stanza del trono di Dio Altissimo. Tutti noi possiamo profetizzare (1 Co. 14:31).2 Sa. 15:27 …Tsadok…il veggente…2 Sa. 24:11 …Gad, il veggente di Davide…1 Cr. 25:5 …Heman, veggente del re…1 Cr. 29:29 …il veggente Samuele…2 Cr. 9:29 …Iddo il veggente…2 Cr. 19:2 …il veggente Jehu, figlio di Hanani…2 Cr. 29:30 …del veggente Asaf…2 Cr. 35:15 …Jeduthun, il veggente del re...Am.7:12 … Amatsiah disse ad Amos: «Veggente,…

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1 Sa. 9:9 (In passato in Israele, quando uno andava a consultare DIO, diceva: «Su, andiamo dal veggente», perché il profeta di oggi in passato era chiamato veggente).1 Sa. 9:10 Allora Saul disse al suo servo: «Hai detto bene. Su, andiamo!». E si diressero alla città dov'era l'uomo di DIO.1 Sa. 9:11 Mentre salivano lungo il pendio che porta alla città, incontrarono alcune ragazze che uscivano ad attingere acqua e chiesero loro: «È qui il veggente?».

Responsibilità dei VeggentiLa responsabilità dei veggenti includeva la consultazione e il consiglio presso il re, l'esortazione al popolo, l'annuncio e la scrittura della Parola di Dio. 2 Sa. 24:11 Quando al mattino Davide si alzò, la parola dell'Eterno fu rivolta al profeta Gad, il veggente di Davide, dicendo:2 Sa. 24:12 «Va' a dire a Davide: Così dice l'Eterno: "Io ti propongo tre cose: scegline per te una e quella ti farò"».2 Re 17:13 Eppure l'Eterno aveva avvertito Israele e Giuda per mezzo di tutti i profeti e di tutti i veggenti, dicendo: «Tornate indietro dalle vostre vie malvagie e osservate i miei comandamenti e i miei statuti, secondo tutta la legge che io prescrissi ai vostri padri e che ho mandato a voi per mezzo dei miei servi i profeti».1 Cr. 9:22 Tutti quelli scelti come portinai erano in numero di duecentododici; essi erano registrati secondo le genealogie nei loro villaggi. Davide e Samuele, il veggente li avevano stabiliti nel loro ufficio.1 Cr. 17:3 Ma quella stessa notte la parola di DIO fu rivolta a Nathan, dicendo:1 Cr. 17:4 «Va' a dire al mio servo Davide "Così dice l'Eterno: Non sarai tu a costruirmi una casa in cui possa dimorare».1 Cr. 17:15 Nathan parlò a Davide, secondo tutte queste parole e secondo tutta questa visione.1 Cr. 21:9 Allora l'Eterno parlò a Gad, il veggente di Davide, dicendo:1 Cr. 21:10 «Va' a dire a Davide: "Così dice l'Eterno: Io ti propongo tre cose: scegliti una di queste, e io la eseguirò per te"».1 Cr. 26:28 Inoltre tutto ciò che era stato consacrato da Samuele il veggente, da Saul figlio di Kish, da Abner figlio di Ner e da Joab figlio di Tseruiah, e qualunque cosa consacrata da qualsiasi altro era sotto la responsabilità di Scelomith e dei suoi fratelli.1 Cr. 29:29 Ora le gesta del re Davide, le prime come le ultime, sono scritte nel libro del veggente Samuele, nel libro del profeta Nathan e nel libro del veggente Gad...2 Cr. 9:29 Ora il resto delle gesta di Salomone, dalle prime alle ultime, non sono forse scritte nel libro di Nathan, il profeta, nella profezia di Ahijah di Sciloh e nelle visioni di Iddo il veggente, riguardanti Geroboamo, figlio di Nebat?2 Cr. 12:15 Le gesta di Roboamo, dalle prime alle ultime, non sono forse scritte negli annali del profeta Scemaiah e del veggente Iddo, secondo le genealogie? Vi furono guerre in continuazione fra Roboamo e Geroboamo.2 Cr. 16:7 In quel tempo il veggente Hanani si recò da Asa, re di Giuda, e gli disse: «Poiché ti sei appoggiato sul re di Siria e non ti sei appoggiato sull'Eterno, il tuo DIO, l'esercito del re di Siria ti è sfuggito dalle mani.2 Cr.16:8 Non erano forse gli Etiopi e i Libici un esercito smisurato con numerosissimi carri e cavalieri? Tuttavia poiché ti eri appoggiato sull'Eterno, egli li diede nelle tue mani.2 Cr. 16:9 L'Eterno infatti con i suoi occhi scorre avanti e indietro per tutta la terra per mostrare la sua forza verso quelli che hanno il cuore integro verso di lui. In questo tu hai agito da stolto; perciò d'ora in avanti avrai delle guerre».2 Cr. 16:10 Asa si indignò contro il veggente e lo fece gettare in carcere, perché si era adirato con lui per queste cose. In quel tempo Asa infierì anche contro alcuni del popolo.

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2 Cr. 29:25 Il re stabilì inoltre i Leviti, nella casa dell'Eterno con cembali, con arpe e con cetre, secondo l'ordine di Davide, di Gad, il veggente del re, e del profeta Nathan, perché l'ordine era dato dall'Eterno per mezzo dei suoi profeti.2 Cr. 32:32 Il resto delle gesta di Ezechia e le sue opere di bene sono scritte nella visione del profeta Isaia, figlio di Amots, e nel libro dei re di Giuda e d'Israele.2Cr. 33:18 Il resto delle gesta di Manasse, la preghiera che rivolse al suo DIO e le parole dei veggenti che gli parlarono in nome dell'Eterno, il DIO d'Israele, sono scritte nel libro dei re d'Israele.2Cr. 33:19 Invece la sua preghiera e come DIO gli diede ascolto, tutti i suoi peccati e tutte le sue infedeltà, i luoghi dove costruì gli alti luoghi e vi eresse gli Ascerim, e le immagini scolpite, prima di essere umiliato, ecco, sono scritti nel libro di Hozai.2 Cr. 35:15 I cantori, figli di Asaf, erano al loro posto, secondo il comando di Davide, di Asaf, di Heman e di Jeduthun, il veggente del re. Ad ogni porta c'erano i portinai; essi non ebbero bisogno di allontanarsi dal loro servizio, perché i Leviti, loro fratelli, preparavano porzioni per loro.Ez. 40:2 In visioni di DIO mi trasportò nel paese d'Israele e mi posò su un monte altissimo, sul quale c'era dal lato sud una costruzione che sembrava una città.Ez. 40:4 Quell'uomo mi disse: «Figlio d'uomo, guarda con i tuoi occhi, ascolta con i tuoi orecchi e fa' attenzione a tutte le cose che ti mostrerò, poiché tu sei stato condotto qui perché io te le mostri. Riferisci alla casa d'Israele tutto ciò che vedrai».Ez. 40:6 Poi venne alla porta che guarda a est, salì i suoi gradini e misurò la soglia della porta: era una canna di larghezza; anche l'altra soglia era una canna di larghezza.Hb. 2:2 Quindi l'Eterno mi rispose e disse: «Scrivi la visione e incidila su tavole, perché si possa leggere speditamente».Hb. 2:3 Poiché la visione è per un tempo già fissato, ma alla fine parlerà e non mentirà; se tarda, aspettala, perché certamente verrà e non tarderà».Ap. 1:10 Mi trovai nello Spirito nel giorno del Signore e udii dietro a me una forte voce, come di una tromba,Ap. 1:11 che diceva: «Io sono l'Alfa e l'Omega, il primo e l'ultimo, e ciò che tu vedi scrivilo in un libro...».Ap. 1:14 Il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come bianca lana, come neve, e i suoi occhi somigliavano ad una fiamma di fuoco...

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Appendice FSogni e Visioni nella Storia della Chiesa

I sogni e le visioni sono non solo ricorrenti in ogni dispensazione della Bibbia, ma hanno anche costituito una parte consistente della storia della Chiesa. In modo da dare una chiara prospettiva dell'esperienza della Chiesa con i sogni e le visioni negli ultimi 2000 anni, offro di seguito alcuni esempi.

AgostinoPiuttosto che ignorare i sogni, come invece ha fatto la Chiesa contemporanea, Agostino ha dedicato l'intero

libro dodicesimo, De Genesi ad Litteram (La Genesi alla Lettera), per esporre la sua comprensione dei sogni e delle visioni.

PolicarpoNel libro Il Martirio di Policarpo è indicato che, poco prima del suo martirio, Policarpo è stato informato in

preghiera da una visione simbolica riguardo a quello che gli sarebbe accaduto. Egli ha visto un cuscino sotto il suo capo prendere fuoco, e ha compreso che questa immagine di distruzione significava la sua imminente cattura e morte.

Giustino MartireNei suoi scritti, Giustino ha affermato che i sogni provengono da spiriti. Egli credeva che i sogni

provenissero sia da spiriti malvagi che da Dio.

IreneoIreneo nei suoi scritti rifiuta speculazioni gnostiche. Egli indica la sua chiara opinione sui sogni e la vita del

cristiano. Nella sua opera principale, Contro le Eresie, Ireneo commenta con apprezzamento e in modo intelligente il sogno di Pietro, nel capitolo dieci degli Atti. Egli credeva che il sogno stesso fosse una prova dell'autenticità dell'esperienza di Pietro. Egli sottolinea nuovamente l'autenticità del sogno di Paolo a Troas. Deduce inoltre che i sogni di Giuseppe, nel Vangelo di Matteo, mostrino quanto vicino fosse Matteo al Dio vero. Di nuovo, in un altro brano, Ireneo spiega che, sebbene Dio sia invisibile agli occhi, Egli dà visioni e sogni attraverso cui comunica la somiglianza con la Sua natura e gloria.

ClementeRiguardo alla natura e al significato del sonno, Clemente raccomanda: “Noi, quindi, che siamo figli della

luce, facciamo in modo da non chiudere la porta a questa luce; ma, rivolgendoci a noi stessi, diamo luce agli occhi dell'uomo interiore; e, fissando lo sguardo alla verità stessa, e ricevendone i suoi raggi, consideriamo chiaramente e intelligentemente questi sogni nella loro realtà...Per colui che considera con riflessione, questi sogni sono nella loro realtà l'espressione del pensiero di un'anima moderata, non distratta in quel momento dagli affetti del corpo, che si consiglia con se stessa nel modo migliore....Nella contemplazione continua di Dio, attraverso il colloquio costante con Lui, il sonno mantiene il corpo in vigilanza ed eleva l'uomo alla grazia angelica; e, attraverso la pratica della vigilanza, giunge alla comprensione dell'eternità della vita” (Stromata, o Scritti Vari).

OrigeneNella sua grande risposta ai pagani, Contro Celso, Origene difende le visioni della Bibbia, dicendo: “Noi,

nondimeno, faremo tutto il possibile per sostenere la nostra opinione nel credere che nel sogno molti hanno ricevuto impressioni nella loro mente, alcune relative a cose divine, altre a eventi futuri di questa vita. E questo è un fatto che, sia con chiarezza che in modo enigmatico, è manifesto a tutti coloro che accettano la dottrina della provvidenza. È quindi assurdo affermare che la mente, che potrebbe ricevere impressioni in un sogno, dovrebbe necessariamente ricevere le stesse impressioni in visione da sveglia, a beneficio di chi le ha ricevute oppure di chi ascolta le ascolta.”

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Dopo avere esposto il suo paragone tra sogni e visioni, Origene argomenta la natura dei sogni. In Contro Celso, Origene afferma inoltre che molti cristiani sono stati convertiti dal paganesimo da questo intervento diretto di visioni da svegli e in sogni notturni. Egli ha chiarito che molti di questi tipi di conversione erano ben noti.

TertullianoTertulliano ha dedicato otto capitoli della sua opera Trattato sull'Anima o De Anima allo studio del sonno e

dei sogni. Egli credeva che tutti sognano, e lo ha evidenziato dal movimento dei bambini durante il sonno. Egli credeva che i sogni provenissero da quattro fonti: demoni, Dio, sogni naturali creati dall'anima, e, in ultimo, “lo stato estatico e le sue particolari condizioni” o, in altre parole, l'inconscio. Egli inoltre afferma: “E quindi noi riconosciamo e rispettiamo le visioni attuali, come anche facciamo per le profezie, come egualmente promesse a noi, e stimiamo gli altri poteri dello Spirito Santo come strumenti per la Chiesa. A questo scopo Egli è stato mandato, per amministrare tutti i doni in tutti, secondo come il Signore li distribuisce a ciascuno...”

Tascio Cecilio Cipriano, Vescovo di Cartagine nel 250 D.C. In una lettera a Fiorenzo Papiano, egli ha scritto: “Sebbene io sappia che alcuni fanno sogni ridicoli e hanno

visioni strane, tuttavia è a questi che conviene credere, in opposizione al prete, piuttosto che credere al prete stesso.” In un'altra lettera egli ha scritto che Dio guida i concili della Chiesa attraverso “molte e manifeste visioni.” Egli encomia il lettore, Celerino, perché la sua conversione alla Chiesa è giunta attraverso una visione notturna.

Lattanzio, scelto dall'imperatore Costantino il Grande come precettore per il figlio.Nella sua opera Istituzioni Divine, Lattanzio include un capitolo “L'uso della Ragione nella Religione, e di

Sogni, Predizioni, Oracoli, e Simili Portenti”, in cui cita esempi per mostrare che attraverso i sogni è occasionalmente data un conoscenza del futuro ai pagani come anche ai cristiani. Il suo esempio di un credere logicamente errato è nei riguardi un uomo che avrebbe sognato di non dovere credere ai sogni.

CostantinoLattanzio scrive della visione divina che ha dato a Costantino la sua grande vittoria nel 300 D.C. La storia ha

inizio con Costantino che si trova in grande necessità e chiede aiuto a Dio: “Egli Lo invocò, con preghiera fervente e supplicazioni, di rivelarsi e stendere la Sua mano per venirgli in aiuto nella sua difficoltà presente. E, mentre egli pregava con così tanto fervore, un segno meraviglioso gli è apparso dal cielo: un racconto difficile da credere se avesse riguardato qualsiasi altra persona. Ma dato che l'imperatore vittorioso stesso lo ha dichiarato allo scrittore di questa narrazione, quando quest'ultimo è stato onorato dalla conoscenza e presenza dell'imperatore, chi avrebbe potuto esitare nel credere alla narrazione, dato che la veridicità della testimonianza stessa è stata poi confermata dai fatti? Egli ha affermato che verso mezzogiorno, quando il giorno volgeva verso il declino, ha visto con i suoi occhi il segno di una croce di luce nel cielo, sopra il sole, che portava l'iscrizione: 'CON QUESTO SEGNO VINCI!' A questa visione, l'imperatore ne è rimasto meravigliato, come anche il suo esercito che lo seguiva e che è stato testimone del miracolo.

L'imperatore ha inoltre detto di avere dubitato sul significato stesso di questa apparizione. E, mentre lui continuava a riflettere, è improvvisamente arrivata la notte. Poi, nel sonno, gli è apparso il Cristo di Dio, con lo stesso segno che lui aveva visto nel cielo, e gli ha comandato di fare una copia di questo stesso segno e di usarla come protezione in tutti i confronti con i suoi nemici.

All'alba del giorno successivo, l'imperatore ha comunicato il fatto straordinario ai suoi amici. Poi ha chiamato gli artigiani, si è seduto tra di loro e ha descritto loro la forma del segno che aveva visto, e ha ordinato loro di riprodurlo in oro e pietre preziose. E io ho avuto l'opportunità di vederlo (La Vita di Costantino I, 28-30).

SocrateSocrate cita un sogno di Ignazio di Antiochia. Ignazio ebbe una visione di angeli che cantavano inni in modo

alternato, e così introdusse l'antifona nel canto (Historia Ecclesiastica, Vol. 35 e 36, Teodoreto di Ciro).

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Atanasio, Vescovo di Alessandria dal 328 al 373.Nella sua grane opera di apologetica cristiana, Contro i Pagani, Atanasio ha scritto: “Spesso, quando il

corpo è quieto, in riposo e addormentato, l'uomo si rivolge all'interiore, e contempla quello che è al di fuori di sé, viaggia in altri paesi, si incammina, fa conoscenza di altre persone, e spesso attraverso queste esperienze percepisce e anticipa le azioni del giorno. Ma a cosa è dovuto questo se non all'anima razionale attraverso cui l'uomo pensa e percepisce le cose al di là di se stesso?...”

“…Perché perfino quando è unita al corpo, l'anima non è limitata o proporzionata alle piccole dimensioni del corpo stesso ma, spesso, quando il corpo è disteso sul letto, non in movimento ma in sonno simile a morte, l'anima rimane sveglia in virtù del suo stesso potere; e, viaggiando fuori del corpo, mentre rimane in esso

, immagina e osserva le cose sopra la terra...A maggior ragione, non avrà l'anima stessa una maggiore e più chiara conoscenza dell'immortalità quando sarà separata dal corpo al tempo stabilito da Dio che li ha uniti insieme?” (II.31.5 e 33.3).

Gregorio di NissaNella sua maggiore opera filosofica, Sulla Creazione dell'Uomo, Gregorio espone direttamente il significato

e la collocazione del sonno e dei sogni nella vita dell'uomo. Egli credeva che durante il sonno i sensi e la ragione riposano e che la parte meno razionale dell'anima sembra prendere il controllo. La ragione non è tuttavia eliminata ma fuma come un fuoco “ricoperto di paglia”, e si manifesta poi con percezioni che i moderni ricercatori del sonno definiscono come “attività mentale secondaria”.

Egli ha inoltre affermato che “mentre tutti gli esseri umani sono guidati dalle loro stesse menti, ce ne sono alcuni ritenuti degni di evidenti comunicazioni Divine. Per cui, mentre l'immaginazione del sonno si verifica in egual modo per tutti, alcuni, non tutti, attraverso i loro sogni sono partecipi della manifestazione Divina...” Egli ha dedotto che c'è una naturale preconoscenza che perviene in modo sconosciuto attraverso la parte non razionale dell'anima — l'“inconscio”, secondo la moderna psicologia del profondo — ed è attraverso questa parte dell'anima che Dio comunica Sé stesso direttamente.

Gregorio ha poi esposto gli altri significati che i sogni possono avere, offrendo così una descrizione abbastanza completa dell'argomento. Egli avanza l'idea che i sogni possono provvedere semplici memorie delle occupazioni giornaliere e degli eventi; oppure possono riflettere le condizioni del corpo, la sua fame o sete, o le condizioni emotive della personalità. I sogni possono anche essere compresi nella pratica medica come indicazioni di malattie nel corpo. Infatti, lontano dall'affermare un credenza basata sulla superstizione, Gregorio ha esposto abbastanza bene il principio sul quale al giorno d'oggi è basato lo studio analitico dei sogni.

Gregorio ha anche raccontato, in un sermone intitolato “ In Lode dei Quaranta Martiri”, un suo sogno in occasione di una sua partecipazione alla celebrazione in onore dei soldati martirizzati. Nel sogno, i martiri rimproveravano Gregorio del suo letargo cristiano, e questo fatto ha prodotto un effetto profondo sulla sua vita.

È evidente, filosoficamente, praticamente e personalmente, che Gregorio di Nissa considerava il sogno come una possibilità di rivelazione profonda al di là dell'ego umano.

Basilio Magno, "il Grande"Nel suo commentario su Isaia, Basilio scrive: “Gli enigmi nei sogni hanno una stretta affinità con quelle cose

contenute in una allegoria o in significati nascosti nelle Scritture. In questo modo, Giuseppe e Daniele, attraverso il dono della profezia, interpretavano i sogni, dato che la forza della ragione non è in sé stessa abbastanza potente per arrivare alla verità” (Basilio Magno, Commentarium in Isaiam Prophetam, Prooemium 6f., J.-P. Migne, Patrologiae Graecae, Paris, l880, Vol. 30, Col. 127-30).

Il fatto che Basilio continuasse a considerare i sogni è indicato dalla lettera da lui scritta a una donna, dove lui interpreta un sogno di cui lei lo rende partecipe in una lettera precedente. Egli le consigliò che il suo sogno indicava che lei doveva trascorrere più tempo in “contemplazione spirituale e nel coltivare quella visione mentale per la quale Dio vuole essere visto.”

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Gregorio NazianzenoNel suo secondo libro di poemi, Gregorio scrive: “E Dio mi ha chiamato dalla mia giovinezza nei miei sogni

notturni, e io sono arrivato alla mèta della sapienza (S. Gregorii Theologi,Carminum, Liber II, 994-95O). In un'altra parte, egli dice che questa visione notturna è stata la scintilla nascosta che ha infiammato tutta la sua vita verso Dio. In uno dei suoi poemi, egli ha parlato dell'abilità dei demoni di parlare anche attraverso i sogni: “Non mettetevi a schernire i sogni, e non lasciatevi neanche impressionare da questi; non lasciatevi entusiasmare da visioni gioiose, perché spesso è un demone a preparare queste trappole per voi” (Carminum, Liber I, 608-9, lines 209-12).

Giovanni CrisostomoNel suo commentario sugli Atti, volume uno, egli afferma: “A qualcuno la grazia è stata impartita attraverso

sogni, ad altri è stata comunicata apertamente, perché infatti attraverso i sogni i profeti hanno visto e ricevuto rivelazioni.” Secondo Crisostomo, i sogni sono mandati a coloro le cui volontà sono sottomesse a Dio, perché questi non hanno bisogno di visioni divine sensazionali; e ha citato Giuseppe, il padre di Gesù, e Pietro e Paolo, come esempio di questa verità (Omelie su Matteo, IV. 10f., 18; v. 5).

Sinesio di CireneSinesio ha scritto un libro intero sui sogni. Egli ha detto: “Un uomo apprende...mentre è sveglio; un altro,

mentre dorme. Da sveglio, l'uomo è l'insegnante, mentre è Dio che rende fruttuoso il sogno con il Suo coraggio, di modo che imparare e ottenere sono una sola e stessa cosa. Rendere fruttuosi dunque è perfino più che insegnare” [Augustine Fitzgerald, The Essays and Hymns of Synesius of Cyrene (I Saggi e gli Inni di Sinesio di Cirene), London, Oxford University Press, 1930, p. 332 da Concerning Dreams (Riguardo ai Sogni)].

Sinesio ha disposto un criterio equilibrato di ragionamento per la trattazione dei sogni, enumerando poi le benedizioni derivate dal loro studio. All'anima sincera che riceve chiaramente le impressioni, uno studio appropriato dei sogni trasmette conoscenza del futuro con tutto ciò che questa implica. Sono anche fornite informazioni importanti sulle disfunzioni del corpo e come queste possono essere corrette. Ancóra più importante, questa opera conduce l'anima alla considerazione delle cose immateriali. Nonostante fosse stata inizialmente pensata per comunicare semplicemente una conoscenza del futuro, conduce nondimeno l'anima a Dio e sviluppa un'amore per Lui. Sinesio ha anche parlato di come i sogni lo hanno aiutato nei suoi scritti e nelle sue altre attività, e di come questi abbiano dato spesso speranza agli oppressi dalle difficoltà della vita.

Egli non prendeva sul serio le persone che si affidavano ai libri popolari sui sogni, insistendo che solo con la verifica attraverso l'esperienza, i sogni potevano essere compresi. La natura dei sogni è essenzialmente personale, e questi devono essere quindi compresi e applicati individualmente da chi li sogna. Alcuni di questi sogni sembrano essere una rivelazione diretta da Dio, ma ce ne sono molti altri indefiniti e difficili da interpretare. Sinesio suggerisce alle persone seriamente impegnate nello studio dei sogni di tenere un diario, in modo da conoscere la loro vita nel sonno e da svegli.

Egli ha perfino identificato una connessione tra mitologia e sogni, e spiega la sua convinzione sul fatto che il mito è basato sul sogno, e che un sano interesse nella mitologia aiuta a trovare ulteriore significato vitale ai propri sogni. Per ultimo, Senesio ha illustrato i motivi della sua convinzione sul fatto che i sogni danno accenni alla vita eterna. Come la condizione del sonno è nei confronti della condizione da svegli, così la vita dell'anima dopo la morte è nei confronti della vita nel sogno. Per cui la vita nel sogno ci dà qualche idea della vita dell'anima dopo la morte.

Ambrogio Nella sua famosa lettera a Teodosio, per richiamarlo al pentimento, Ambrogio afferma che Dio in un sogno

gli avesse proibito di dare la comunione all'imperatore, a meno che questo si fosse pentito. Ecco le sue drastiche parole: “Scrivo di mio pugno quello che tu solo puoi leggere...sono stato avvertito, non da un uomo, né per mezzo di un uomo, ma direttamente da Colui che me lo ha proibito. Perché quando sono stato preoccupato, la stessa notte della mia partenza, mi sei apparso in segno, che entravi in Chiesa, e non mi è stato permesso di presentare l'offerta...Il nostro Dio ci avverte in molti modi, con segni celesti, con esortazioni da parte dei profeti, e perfino con visioni dai peccatori. Egli desidera che comprendiamo, che Lo invochiamo, affinché Egli

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rimuova ogni confusione...di modo che la fede e la pace della Chiesa...possano continuare (Ambrogio, Lettera LI 14).

Augustine narra come Dio in un sogno abbia rivelato ad Ambrogio la località nascosta dei corpi di due credenti martirizzati, poi recuperati e a cui è stata data degna sepoltura (Ambrogio, Lettera XXII; Agostino, Le Confessioni, IX [VII] 16; La Città di Dio, XXII 8).

In altri suoi scritti più teologici, Ambrogio mostra che un angelo che parla in sogno, opera sotto la direzione dello Spirito Santo, dato che le potenze angeliche sono soggette allo Spirito Santo, e da Lui mosse.

AgostinoCome già menzionato al numero uno di questa serie, Agostino ha scritto estensivamente riguardo al luogo e

alla comprensione dei sogni nella vita del cristiano. Il suo studio della percezione era elaborato al pari di qualsiasi altro nel mondo antico. Egli considerava la realtà come costituita da oggetti esteriori verso i quali reagiamo con i nostri corpi; in tale modo, queste esperienza sensoriale si traduce in immagine di natura “mentale”. Abbiamo quindi la percezione interiore di questa esperienza sensoriale, che dà luogo a una categoria mentale in forma di ricordo. È l'azione dell'ego che poi unisce queste percezioni all'oggetto.

Ad un certo punto, egli definisce la facoltà dell'immaginazione come il ponte che raccorda l'oggetto alla consapevolezza, presentando in questo modo quasi lo stesso pensiero espresso da Sinesio di Cirene. Secondo Agostino, l'uomo è dotato di un occhio esteriore che riceve ed elabora le impressioni sensoriali, e di un occhio interiore che osserva ed elabora la raccolta di queste realtà “mentali” immagazzinate, definite “memoria”.

Oltre alle realtà che pervengono dalla percezione esteriore e dalla percezione interiore delle “memorie”, realtà spirituali autonome (angeli e demoni) possono presentarsi direttamente all'occhio interiore. Queste realtà spirituali sono della stessa natura delle realtà “mentali” immagazzinate o delle realtà fisiche percepite interiormente. Agostino scrive che l'uomo nel sonno o in trance può sperimentare contenuti provenienti dalla memoria “o qualche altra forza nascosta attraverso determinate combinazioni di sostanze spirituali simili” (Agostino, Sulla Trinità, XI. 4.7).

Queste realtà autonome sono non fisiche; tuttavia possono assumere un aspetto corporeo, ed essere sperimentate attraverso l'occhio esteriore, oppure essere presentate direttamente alla coscienza attraverso l'occhio interiore, in sogni, visioni e trance. In questo modo, attraverso i sogni, l'uomo ha davanti a sé una raccolta intera di memorie inconsce e di contenuti spontanei, ed ha quindi accesso a un mondo che i padri definiscono “la dimensione dello spirito”.

Così come gli angeli hanno contatto diretto con la psiche umana, e presentano il loro messaggio all'occhio interiore, allo stesso modo fanno i demoni. “Tuttavia quest'ultimi persuadono [l'uomo] in modi affascinanti e occulti. Attraverso queste astuzie, entrano con i loro corpi nei corpi degli uomini che sono inconsapevoli, e attraverso visioni illusorie si mescolano con i pensieri degli uomini, sia che gli uomini siano svegli o che dormano [The Divination of Demons (La Divinazione dei Demoni), V. 9, N.Y., Fathers of the Church (Padri della Chiesa), Inc., 1955, Vol. 27, p. 430].

Oltre a presentare una teoria sui sogni e sulle visioni, Agostino ha anche esposto molti esempi di sogni provvidenziali nel corso dei suoi scritti. Uno dei più importanti è il noto sogno di sua madre Monica, in cui lei si vede davanti a uno strumento di misura mentre un giovane con un sorriso sul volto le si avvicina. Lei stava piangendo, e quando lui le chiede il motivo, lei parla del suo dolore nel sapere che suo figlio si è allontanato da Cristo. Il giovane le dice di guardare, e improvvisamente lei vede Agostino in piedi sullo stesso fondamento con lei e ne è confortata. Avendo compreso il significato del simbolismo, lei potè pregare per lui con pazienza e speranza. I sogni di lei e le sue visoni sono anche menzionati in diversi altri brani nelle “Confessioni” (Le confessioni, III. 19; V. 17; VI. 23; VIII. 30).

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Girolamo Durante la sua giovinezza, Gerolamo era diviso tra la lettura dei classici e la Bibbia, fino a che poi ha avuto

un sogno: «All'improvviso, sono stato stato rapito nello spirito e portato in tribunale davanti al Giudice. Lì la luce era talmente brillante, e le persone così splendenti, che mi sono gettato con la faccia a terra senza provare a guardare in alto.

Alla domanda chi fossi e cosa facessi, ho risposto: “Sono un cristiano.” Ma colui che presiedeva ha replicato: “Tu menti. Sei un seguace di Cicerone e non di Cristo. Perché dove è il tuo tesoro, lì è il tuo cuore.” Sono rimasto ammutolito all'istante, e tra i colpi di frusta – perché ero stato sentenziato alla fustigazione – ero torturato più severamente dal fuoco della mia coscienza, mentre consideravo quel versetto “nella tomba chi ti darà lode?”

Tuttavia, le mie invocazioni e il mio lamento “abbi pietà di me, o Signore, fammi misericordia” si sono fatte sentire tra il suono delle frustate. Alla fine, i presenti sono caduti sulle ginocchia davanti a Colui che presiedeva, e hanno pregato che Egli mostrasse pietà per la mia giovinezza, e che mi concedesse tempo per pentirmi dal mio errore. Egli avrebbe potuto ancóra - essi reclamavano - infliggermi una tortura, se avessi mai ripreso a leggere le opere dei pagani...

Di conseguenza, ho giurato davanti al Suo nome, dicendo: “Signore, se dovessi mai possedere di nuovo libri mondani, o se mai dovessi ancóra leggerli, allora ti avrò rinnegato.” Al termine di questo giuramento, sono tornato nel mondo visibile e, con la sorpresa di tutti, ho riaperto gli occhi, bagnati talmente di lacrime al punto che la mia angoscia è servita a convincere perfino gli increduli. Questo non è stato un sogno frivolo durante il sonno, come quelli per cui spesso siamo derisi. Ho giurato davanti a un tribunale, e ho affrontato un giudizio terribile e temibile. Affermo che le mie spalle erano realmente livide, che ho sentito il dolore delle ferite ancóra dopo molto tempo dopo essermi svegliato, e che per questo mi sono messo a leggere i libri di Dio con maggiore zelo di quello con cui mi ero dedicato ai libri degli uomini” (Girolamo, Lettera XXII, A Eustachio, 30).

Gli studi di Girolamo gli hanno inoltre dato una buona motivazione per dare valore ai sogni e alle visioni. Nel suo commento a Geremia 23:25, egli condivide l'interesse di Geremia, indicando che il sognare è un tipo di profezia che Dio usa come strumento di rivelazione all'anima: “Il sogno può essere quindi considerato come uno strumento significativo da parte di Dio, se si rivela un mezzo per condurre la vita di una persona a Lui. Ma i sogni possono diventare oggetto di idolatria quando sono consultati e interpretati per interesse personale invece che per quello di Dio. Il valore del sogno è in relazione alla persona che lo sperimenta e a quella che lo interpreta. A volte, Dio manda i sogni agli empi, come nel caso di Nebukadnetsar e del Faraone, di modo che i servitori di Dio possano manifestare la loro sapienza. Per questo, è compito di chi amministra la parola del Signore spiegare i sogni (Sofronio Eusebio Girolamo, Commentario sul Profeta Geremia, IV. 23).

Questa parola non può essere comunque ricercata attraverso pratiche pagane. Nel commento di Isaia 65:4, Girolamo ha seguito la linea del profeta e ha condannato coloro che “stanno tra i sepolcri e nei templi degli idoli, che scuoiano la pelle di animali sacrificali, per predire il futuro attraverso sogni e abominazioni ancóra oggi praticate nei templi di Esculapio”(Commentario sul Profeta Isaia). In seguito, tuttavia, nel commento ai Galati, egli fa riferimento in modo specifico al sogno nel sedicesimo capitolo degli Atti, in cui a Paolo “è stata data la vera luce (lucam vero)” (Commentario sull'Epistola ai Galati, 11).

Girolamo non ha assolutamente fatto distinzione tra visione e sogno. Tuttavia, alla fine, egli ha fermamente stabilito il presupposto che avrebbe poi giustificato una crescente paura di queste esperienze. Nel tradurre Levitico 19:26 e Deuteronomio 18:10, con una parola usata fuori contesto e forzando il testo, Girolamo ha trasformato la legge “Non si trovi in mezzo a te...chi pratichi la divinazione, né indovino”, nella proibizione “Non praticate la divinazione, non date retta ai sogni.” In questo modo, per l'autorità della Vulgata, i sogni sono stati classificati come pratica di predizione del futuro, e l'ascolto dei sogni come pratica superstiziosa1.

Da qui entriamo nel periodo di mille anni conosciuto come Medio Evo, i “secoli bui”, e dovremo attendere gli scritti di Tommaso D'Aquino.

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Tommaso D'AquinoTommaso D'Aquino è stato molto influenzato da Aristotele e ha cercato di ridurre il Cristianesimo alla

prospettiva aristotelica che non ha lasciato spazio a incontri spirituali diretti. Di conseguenza, i sogni e le visioni sono stati screditati insieme alla realtà di angeli e demoni, delle guarigioni, del parlare in altra lingua e dei miracoli. Alla fine, la vita di Tommaso D'aquino ha contraddetto i suoi stessi scritti. Egli è entrato in rapporto diretto con Dio attraverso l'esperienza di un triplice sogno, e quindi ha smesso di scrivervi contro. Quando gli è stata fatta pressione per mantenere la sua opinione originaria, ha risposto: “Non posso più continuare; queste cose mi sono state rivelate e tutto quello che ho scritto fin'ora sembra paglia, e ora attendo la fine della mia vita” [Great Books of the Western World (Grandi Libri del Mondo Occidentale), Vol. 19, Tommaso D'Aquino, Chicago, Enciclopedia Britannica, Inc., 1952, p. vi].

Questo è stato il punto di svolta nella prospettiva della Chiesa riguardo ai sogni e alla loro capacità di trasmettere una rivelazione da Dio Onnipotente nella vita del credente. Sebbene la Chiesa abbia cambiato spesso la propria opinione sul valore dei sogni, la convinzione prevalente attuale è molto in linea con il razionalismo dei nostri giorni, e molto fuori dagli insegnamenti della Scrittura e dei primi padri della Chiesa. Oggi appare strana la persona che crede che Dio possa realmente comunicare con i Suoi figli attraverso sogni e visioni.

Abramo LincolnAbramo Lincoln ha sognato la sua morte imminente appena alcuni giorni prima del suo assassinio.

Potremmo citare molti altri esempi attuali, ma non è questo ora il nostro scopo. Sono oggi disponibili libri interi che offrono una base filosofica e teologica cristiana per l'interpretazione dei sogni. Sono anche disponibili libri di testimonianza sulla varietà dei sogni e delle visioni sperimentati ai nostri giorni nella Chiesa.

Come abbiamo ripetutamente visto, sogni e visioni sono considerati intercambiabili. Per cui, sebbene la maggior parte di questa ricerca tratti principalmente dei sogni, dovrebbe essere tuttavia vista in una prospettiva più ampia che includa anche le visioni. È tempo che la Chiesa torni alla comprensione biblica dei sogni, delle visioni e della rivelazione. Note

1 La parola annan è contenuta dieci volte nell'Antico Testamento. In molti casi, nella versione corrente è tradotta semplicemente con “indovino” o “divinazione”.

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