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RAVENNA Salute Dieci Piu’ DERMATITE SEBORROICA LA VITAMINA DEL SOLE DISTURBI ALIMENTARI MANTENERE IN SALUTE I CANI ANZIANI MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 2 - FEBBRAIO 2019 SI CHIAMA “STILE DI VITA” PAG.12 SILVIO GARATTINI ...IL MIGLIOR FARMACO A 107 ANNI SE N’È ANDATO ELIO MIGNANI “IL NONNINO DI SOLAROLO”. PAG.21 SALUTE_10piu_cover_n.2.2019_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 06/02/19 14:37 Pagina 1

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RAVENNASalute Dieci Piu’

DERMATITE SEBORROICA

LA VITAMINA DEL SOLE

DISTURBI ALIMENTARI

MANTENERE IN SALUTEI CANI ANZIANI

MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 2 - FEBBRAIO 2019

SI CHIAMA “STILE DI VITA”

PAG.12

SILVIO GARATTINI...IL MIGLIOR FARMACO

A 107 ANNI SE N’È ANDATO ELIO MIGNANI“IL NONNINO DI SOLAROLO”. PAG.21

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SALUTE

2 LA VITAMINA DEL SOLEDott.ssa Daniela Verduci

SANITÀ

10 VACCINO PEDIATRICO CONTRO L’HIV Dott. Paolo Palma

L’INTERVISTA

12 SILVIO GARATTINIdi Tiziano Zaccaria

UROLOGIA

16 ONDE D’URTO e DISFUNZIONE ERETTILEDott. Pier Andrea Della Camera

OCULISTICA

4 TUMORI alle PALPEBREDott. Ugo Cimberle

Nr. 2 - FEBBRAIO 2019 - www.salute10piu.it

SALUTE 10+ - Anno 9 - N. 2.2019 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011 - www.salute10piu.itProprietà, redazione e realizzazione - Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48124 RavennaTel. 0544.501950 - [email protected] - Direttore responsabile: Spada Gabriele

Stampa: Modulgrafica Forlivese Spa - Forlì (FC) - www.modulforlivese.it

Salute Dieci Più

ALIMENTAZIONE

7 DISTURBI ALIMENTARIDott.ssa Michela Mancinelli

SANITÀ

18 TORCICOLLODott.ssa Lara Castagnetti

PEDIATRIA

26 LA TOSSEProf. Alberto G. Ugazio

DERMATOLOGIA

29 DERMATITE SEBORROICADott. Sam Jalbout

I NOSTRI AMICI ANIMALI

30 SALUTE dei CANI ANZIANIDott.ssa Marta Avanzi

LONGEVITÀ

20 ANTONINA SPINELLOdi Tiziano Zaccaria

SANITÀ

23 TUMORE AL POLMONE Dott.ssa Stefania Gori

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SALUTE

DEL SOLELA VITAMINA

sono risultati essere maggiormente arischio di carenze, in quanto categorieche hanno minore possibilità di stareall’aria aperta trascorrendo buona partedella giornata in ambienti chiusi.

Dott.ssa Daniela VerduciFarmacista, consulente alimentare e ricercatriceindipendente di sani percorsi alimentari.E-Mail: [email protected]: OfficinaAlimentare

La vitamina D fu isolata per la primavolta come fattore antirachitico nel1919 quando il rachitismo era unadeformazione delle ossa che si verifica-va nei bambini sotto il peso del lorocorpo, dovuta all’insufficienza di saliminerali, in particolare Calcio, neltessuto osseo.

Comunque sia una vita all’aria apertain generale, anche di inverno, aiuta agarantire dei buoni livelli di questavitamina nel corpo. Ai nostri giorni ibambini piccoli e le persone più anziane

La vitamina DLa vitamina D appartiene al gruppodelle vitamine liposolubili e nell’orga-nismo espleta diverse funzioni tra cuifissare il calcio sulle ossa e svolgerealcuni compiti importanti dal punto divista ormonale. Può essere introdottacon l’alimentazione, ma principalmen-te è sintetizzata dal nostro corpo conl’esposizione solare. Circa il 90% della vitamina D vieneottenuto attraverso l’esposizione airaggi UV, la cui azione consente la tra-sformazione del colesterolo in colecal-ciferolo o vitamina D3 che viene suc-cessivamente assimilata sotto forma divitamina completa. La sua importanza è determinata moltoda quanto riusciamo ad esporci al soledurante la stagione estiva, con le dovu-te precauzioni per la nostra pelle.

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FINE

Questo ha portato a evin-cere che la prevenzione abase di vitamina D ha valo-re solo in persone allettatee degenti in case di riposoa lungo termine, in tutticasi cioè dove non è possi-bile trascorre del tempofuori all’aria aperta. Alla luce di quanto detto,onde evitare di gravareinutilmente sulle spalle delnostro sistema sanitario,che alla fine altro non è che il nostro stes-so portafoglio, sarebbe importante subi-to capire come evitare le carenze di vita-mina D e le problematiche conseguentisenza ricorrere a rimedi ulteriori. La dieta moderna può creare condizioni chepossono indurre ad una perdita di saliminerali nel tessuto osseo e ciò può portaread avere vari problemi di salute, ma è altret-tanto vero che lo stile di vita associato allanostra dieta fatto di stress, inquinamento epoco contatto con la natura, aumenta note-volmente il rischio di diventare carenti diquesta preziosa vitamina.

Questo problema ultimamente ha coinvoltotante persone dell’epoca moderna, laddoveil posto di lavoro, l’abitacolo dell’auto e lecase, sono diventati gli unici luoghi in cuisvolgiamo le nostre attività. Ciò ha indotto apensare che la carenza di vitamina D e il suoconseguente uso in prevenzione aiutasse arisolvere l’insorgere di questi disturbi, attra-verso l’assunzione di farmaci che la potesse-ro contenere.

Tante problematiche riferite alla fragilitàdelle ossa ma anche relative al rafforza-mento del sistema immunitario hannovisto crescere le prescrizioni a base divitamina D, senza però avere risultati signi-ficativi dal punto di vista scientifico sulla pre-venzione di fratture ossee, osteoporosi edensità ossea.

Per risolvere questo problema la via èsemplice; occorre mangiare il piùpossibile in maniera sana, facendociconsigliare dal nostro medico o da unesperto in nutrizione. E poi primo fra tutti ritrovare la gioia ed ilpiacere di passare più tempo possibi-le all’aria aperta assorbendo inutrienti raggi del sole. Questo è unmodo sicuramente più piacevole e menodispendioso per rimanere in buona salute.

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OCULISTICA

TUMORIALLE PALPEBRE

Dott. Ugo CimberleStudio OculisticoDal Fiume-Cimberle - RavennaE-mail: [email protected]

QUANDO PREOCCUPARCI?

Con una discreta frequenza troviamo dellecisti dovute alla chiusura di una ghiando-la tra quelle menzionate prima o di un fol-licolo pilo sebaceo della cute. Sono beni-gne e di facile asportazione chirurgica.

Le nostre palpebre sono delle strutture par-ticolari e complesse, formate da diversi tipi ditessuto. Abbiamo all’esterno tessuto cuta-neo, la pelle di rivestimento che termina pro-prio sul bordo da cui parte verso l’interno lacongiuntiva che invece è una mucosa, simi-le a quella della bocca.

Sul margine esterno del bordo palpebralesi innestano le ciglia che hanno annesse alloro follicolo delle ghiandole di tipo sudori-paro. Sempre sul bordo ci sono gli sbocchidi altre ghiandole, le ghiandole diMeibomio, situate nello spessore della pal-pebra e deputate alla formazione di unaparte del film lacrimale.

Altre ghiandole, di Moll e di Zeiss si tro-vano sempre nella zona del bordo palpe-brale. Infine all’interno della palpebra tro-viamo tessuto muscolare e di sostegno.

Dalle cellule di tutti questi tessuti pos-sono generarsi delle neoplasie, la mag-gior parte delle quali sono benigne mauna certa percentuale ha delle caratteristi-che di malignità, alcune anche decisa-mente aggressive.

Il fatto di essere facilmente esplorabilifacilita per fortuna la diagnosi anche pre-coce con la conseguente terapia.

CISTE OCULARE

Congiuntiva

Bordo palpebrale

Cornea

Ghiandole di Meibomio

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le variabile di casi possono trasformarsiin tumori maligni. La più frequente alivello palpebrale è la cheratosi attinicache ha un rischio di trasformazione fino

al 20% deicasi. È spessolegata adesposizione alsole in sog-getti di pellechiara e si

presenta come un nocciolino pianeg-giante e rotondo, squamoso, con unabase eritematosa. Queste sono lesioni che se piccole e sta-

PAPILLOMA ALL’OCCHIO

La lesione benigna più frequente è ilpapilloma squamoso che cresce sulbordo palpebrale ingrossandolo e a voltecreando delle escrescenze peduncolate.

Anche questo siasporta facilmenteanche se può lascia-re delle alterazionicicatriziali condeformazione delbordo della palpe-bra. Ci sono diversealtre lesioni beni-

gne, alcune di aspetto verrucoso di pro-babile origine virale, altre ombelicate opigmentate. Tutte possono essere tolte chi-rurgicamente, spesso anche per sicurezzaper un’analisi istologica.

Tra le lesioni benigne e quelle maligne sicollocano quelle che noi chiamiamo“precancerose” perché in una percentua-

PAPILLOMA SQUAMOSO

CHERATOSI ATTINICA

LESIONI BENIGNE

LESIONI PRECANCEROSE

TUMORI MALIGNI ALLE PALPEBRE

bili si possono lasciare tranquille, segrandi e soprattutto se tendono a cresce-re conviene toglierle eventualmentefacendo precedere l’escissione da unabiopsia.

Le palpebre purtroppo possono essereanche colpite da tumori maligni.

Il più frequente, 85% delle neoplasie dellaregione perioculare, é il carcinoma a cel-lule basali o basalioma, derivato dallecellule basali dell’epidermide. »SEGUE

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» Il basalioma si localizza di preferenza vicino albordo della palpebra e si presenta il più dellevolte come un nodulo duro ed indolente conulcerazione centrale a volte pigmentato.

Si forma più frequentemente in sog-getti attorno ai 70 anni con carna-gione chiara e con storia di frequentiesposizioni al sole. La malignità si esprime più che altro alivello locale con possibile infiltrazionedei tessuti contigui, occhio, orbita, seniparanasali ed encefalo con rare metasta-si a distanza. La terapia è chirurgica conampia resezione dei tessuti circostantisotto controllo istologico. Alternativemeno efficaci la radioterapia, la criotera-pia o la fotodinamica. Meno frequente èil carcinoma a cellule squamose,anch’esso più frequente in soggettianziani e dopo esposizione cronica allaluce solare, derivando più frequente-mente da una lesione attinica precance-rosa della cute di cui ricorda l’aspettocon però frequenti ulcerazioni centrali emargini irregolari. Questa neoplasiatende a diffondersi per via metastaticasia all’orbita che ai linfonodi e di qui alleossa ed ai tessuti molli.

BASALIOMA

TUMORI PIGMENTATI

MELANOMA OCULARE

LA PREVENZIONE

A volte ci può essere una regressionespontanea ma la soluzione è la chirur-gia precoce, vista l’alta probabilità dimetastasi a distanza che andrannnoaccuratamente ricercate.

In definitiva anche le palpebre possonoessere sede di tumori, specie in pazientisopra i 70 anni e con storia di esposizio-ne cronica al sole. La prevenzione in questi casi è moltoimportante, creme protettive sullacute ed occhiali da sole sono fon-damentali specie in soggetti dallacarnagionechiara e confamiliaritàper neopla-sie cutanee. Tutte le lesionidi nuova insorgenza specie se ci sia unatendenza alla crescita o all’ulcerazionevanno accuratamente valutate dallo spe-cialista.

Si dovranno fare esami approfonditiper ricercare metastasi ed il trattamen-to dovrà essere radicale con eventualeradio o chemioterapia di supporto. Anche le varie ghiandole che sonosituate nello spessore palpebrale posso-no sviluppare tumori seppur più rari diquelli derivati dalle cellule cutanee. Più spesso benigni ma alcuni possonoessere invece piuttosto aggressivi comeil carcinoma sebaceo delle ghiandoledi meibomio ed il rischio è di confon-derli con semplici cisti o calazi.

Un ultimo ed importante capitolo è quel-lo dei tumori pigmentati. Anche quidistinguiamo le forme benigne, derivatedai melanociti migrati alla nascita daun”serbatoio “ di cellule situato nella cre-sta neurale, le efelidi, lentiggini e nevi; leforme precancerose rappresentate da nevicon caratteristiche morfologiche ed isto-logiche irregolari e suscettibili di evoluzio-ne maligna specie in persone con familia-rità per melanomi; forme maligne mela-nomatose per fortuna piuttosto rari a livel-lo palpebrale.

Ricordiamo che il melanoma è unodei tumori più aggressivi e con altotasso di mortalità. I più pericolosisono quelli che si approfondisconocon uno spessore di oltre i 3 mm.

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CIBO

DISTURBIDEL COMPORTAMENTOALIMENTAREASPETTI PSICOLOGICI E NUTRIZIONALI

I disturbi del comportamento alimentare(DCA) o disturbi dell’alimentazione sonopatologie caratterizzate da un’alterazionedelle abitudini alimentari e da un’eccessi-va preoccupazione per il peso. Sonodisturbi alimentari che insorgono preva-lentemente durante l’adolescenza e col-piscono soprattutto il sesso femminile.

no a vedersi con forme non appropriatee quindi risultano terrorizzati dall’au-mento di peso.

I disturbi alimentariChi soffre di un DA generalmente intro-duce meno cibo ed effettua periodi didigiuno prolunganti oppure incorre incrisi bulimiche dove si ingerisce unanotevole quantità di cibo in un brevelasso di tempo, per poi provocare cona-ti di vomito per riequilibrare il peso. Alcune persone fanno inoltre utilizzo difarmaci lassativi o diuretici in modoossessivo compulsivo allo scopo di con-trollare il peso attraverso fattori esterni.

I principali disturbi dell’alimentazioneconosciuti sono:- L’anoressia nervosa- La bulimia nervosa

L’Anoressia Nervosa è caratterizzata dauna restrizione dell’alimentazione dacausare una significativa perdita ponde-rale. Nonostante i pazienti affetti daanoressia siano fortemente sottopeso,dal punto di vista psicologico continua-

Dott.ssa. Michela MancinelliBiologa Nutrizionista - Ravenna

ANORESSIA NERVOSA

In merito all’utilizzo dei cellulari e del wi-fi, dagli studi scientifici eseguiti è emerso che:• Provocano un elevato aumento dell’ormone dello stress;• Vanno a sregolare la mortalità programmata delle cellule del sistema immunitario provocando, nel tempo, infiammazioni;• Riducono la produzione neuronale, quindi minore capacità di apprendimento e memoria breve;• Alterano la funzionalità dello ione calcio, essenziale per numerose reazioni biochimiche;• Riducono la produzione di melatonina, ormone che regola il sonno e stimola il sistema immunitario.

In pratica, quando utilizziamo il nostro cellulare o viviamo e/o lavoriamo in un ambiente conil wi-fi sottoponiamo il nostro organismo ad un continuo stress. Stress che può manifestarsi inproblemi di sonno irregolare, ansia, mal di testa, problemi di concentrazione, ecc…Considerato, tuttavia, che le nuove tecnologie sono utili, l’ideale è avere la possibilità diconviverci e grazie alla Tecnologia CMO, adesso è possibile (Ottima idea regalo).

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Il wi-fi ed i cellulari possonoinfluire sulla tua salute?Innanzitutto è doveroso precisare che ci sono ondeelettromagnetiche che ci fanno bene e quelle che cifanno male. Dipende dalle frequenze che emettonoe da come interagiscono con il nostro corpo.

»SEGUE

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BULIMIA NERVOSA

LA RICERCA SCIENTIFICA

La Bulimia Nervosa è più difficile daidentificare, perchè chi ne soffre ènormopeso. Alcune caratteristiche chesi possono notare in chi si provoca ilvomito sono dei tagli alle nocche dellemani (causate dallo sfregamento con-tro i denti), l’erosione dello smalto den-tale ulcerazioni di bocca e gola.

Possono essere tanti i fattori scatenanti deiDA, soprattutto fattori psicologici comeuna bassa autostima, conflitti familiari,traumi infantili. Recenti studi effettuati inItalia, negli Stati Uniti e in Inghilterrahanno dimostrato che una delle cause disviluppo di disturbi alimentari è il sovrap-peso durante l’infanzia (al momentol’Italia risulta tra i paesi con piu elevatotasso di sovrappeso infantile).

La Bulimia Nervosa invece è caratterizzatada episodi di abbuffate seguite da atticompensatori per prevenire l’aumento dipeso (es. vomito autoindotto, uso di diu-retici e di lassativi, digiuno, attività fisicaeccessiva).

Come si identificanoi due disturbi alimentariNell’Anoressia, il segno clinico più eviden-te è l’eccessiva magrezza. Il paziente risul-ta scheletrico. Inoltre può esserci una sotti-le peluria che ricopre il corpo (chiamatalanugo), la perdita e la fragilità dei capelli(spesso vengono acconciati in maniera taleda sembrare comunque voluminosi), lapelle secca e squamosa e con un coloritogiallognolo/grigiastro, e bassa temperaturacorporea (chi ne è affetto spesso si vestecon più strati di abiti).

I bambini in sovrappeso sono spessovittime di bullismo e tendono ad intra-prendere diete auto diagnosticate chenon funzionano, aumentando il rischio diabbuffate e successivi comportamenticompensatori. Capire come e perché sisviluppa un disturbo alimentare è moltodifficile. È sempre meglio affidarsi aspecialisti in un team multi disciplinareche comprende medico, nutrizionista epsicologo che collaborano insieme, per-ché le cause sono molteplici e probabil-mente diverse da persona a persona.

Tuttavia la ricerca scientifica ha fatto deci-sivi progressi negli ultimi anni e sono staticreati dei modelli per capire attraversoquali percorsi si arriva alla malattia e qualifattori aumentano il rischio di ammalarsi.L’utilizzo di un modello multifattoriale è ilpercorso piu adatto a spiegare l’insorgen-za dei disturbi dell’alimentazione. Questomodello spiega l’insorgenza del disturboattraverso tre tipi di fattori di rischio cheagiscono in modo consecutivo.

1 - Fattori predisponenti, fattori chepossono essere genetici, psicologici oambientali, che aumentano la vulnerabi-lità di una persona a sviluppare il distur-bo dell’alimentazione.

2 - Fattori precipitanti, eventi o situa-zioni che scatenano l’insorgenza deldisturbo.

3 - Fattori di mantenimento, fattoriche impediscono il ritorno alla normalità.

4 - Fattori di predisposizione gene-tica, la presenza di familiari che soffronoo hanno sofferto di un disturbo alimenta-re. Il modello multi fattoriale porta di con-seguenza a una collaborazione tra medi-ci, psicologi e nutrizionisti per cercare diaiutare le persone affette da DA.

»

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Le tappe fondamentali per il tratta-mento del paziente sono:

• Diagnosticare complicanze mediche chela malattia comporta;

• Aumentare la motivazione e la collabo-razione al trattamento;

• Aumentare il peso corporeo (nell’ano-ressia);

• Ristabilire un’alimentazione adeguata;

• Affrontare gli aspetti sintomatologici(dieta, digiuno, vomito, abuso di lassativi,diuretici, iperattività);

• Correggere i pensieri e gli atteggiamen-ti patologici riguardo al cibo e al peso;

• Prevenire le ricadute.

Domande frequentiIl ruolo del nutrizionista è fondamentalenella cura da questo tipo di patologie, ilregime alimentare non è finalizzato allaguarigione del disturbo mentale, ma si trat-ta comunque di un aspetto necessario allasopravvivenza del soggetto. In particolare,la dieta svolge un ruolo essenziale in quan-to supporta l’organismo cercando di evita-re l'insorgenza delle complicanze metaboli-che ed aiuta il paziente verso una ri-educa-zione alimentare riallaciandolo verso unrapporto sano con il cibo.L’aspetto psicologico va comunque consi-derato in quanto coloro che soffrono di

TRATTAMENTO DEL PAZIENTE disturbi alimenatari sono convinti di potervivere meglio escludendo il cibo dalla loroesistenza e non si rendono conto delle con-seguenze di un comportamento simile.La dieta inteso come regime alimentareper l’aumento dell’introito calorico èsempre caratterizzata da alimenti sempli-ci, non elaborati, quasi sempre sconditi emai il junk food (cibo spazzatura adesempio fast food). Il nutrizionista devetener conto che l’apporto calorico deveessere il piu vicino possibile a quello gior-naliero (metabolismo basale) e cercare diinvogliare il soggetto a consumare ilpasto in compagnia e mai da solo.

Il frazionamento dei pasti giornalieri, datre a cinque, in porzioni piccole e dige-ribili in quanto lo stomaco del paziente èmolto ridotto ma frazionando i pasti si rie-sce a garantire alla persona un apporto dinutrienti essenziali (vitamine, sali minerali,amminoacidi, glucidi e grassi) senza dimen-ticare la varietà, aspetto fondamentale, inquanto la varietà riesce a lungo termine acoprire tutti i bisogni nutrizionali.

Ricordo comunque che non esistono deipiani alimentari standard per chi soffre diDA ma è compito del nutrizionista perso-nalizzare il regime alimentare del paziente.

IL RUOLO DEL NUTRIZIONISTA È FONDAMENTALE

PER AFFRONTARE E RISOLVERE I DISTURBI ALIMENTARI

FINE

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SANITÀ

SPERIMENTAZIONE

TERAPEUTICO PEDIATRICOVACCINOSi farà in Italia, Sudafrica e Thailandia. Il progetto di ricerca internazio-nale è coordinato dall’Ospedale Bambino Gesù. Altri due studi avviati nelcontinente africano.

CONTRO L’HIV

Dott. Paolo Palma Immunoinfettivologo Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - Roma

Non esiste purtroppo al momento unvaccino profilattico contro l'HIV.La nuova sperimentazione segue quellaeffettuata la prima volta nel 2013dall’Unità Operativa di Infettivologia delBambino Gesù, all’interno delDipartimento Pediatrico UniversitarioOspedaliero diretto dal professor PaoloRossi, in collaborazione con la cattedra diPediatria dell'Università di Roma "TorVergata". Nel bambino viene somministrato ilDNA di una specifica proteina delvirus dell'HIV.

Queste informazioni genetiche introdottenelle cellule del paziente stimolano larisposta immunologica dell'organismo.La cellula umana che riceve il DNAdell'HIV inizia a sintetizzarla, migliorandola risposta immunitaria verso il virus.

Partirà nel 2019, in tre diversi conti-nenti, la seconda sperimentazione delprimo vaccino terapeutico pediatricocontro l'HIV, sviluppato dall’OspedalePediatrico Bambino Gesù in collaborazionecon il Karolinska Instituet di Stoccolma.L’Ospedale della Santa Sede, capofila delprogetto internazionale di ricerca EPIICAL,ha ottenuto un finanziamento dal NationalInstitute of Health americano che consentiràdi testare il vaccino terapeutico su un’ampiacoorte di bambini, distribuita in tre Paesi:Italia, Thailandia e Sud Africa.

Il vaccino terapeuticoLa vaccinazione terapeutica rappresentauna strategia di cura mirata a "educare" ilsistema immunitario di una persona conHIV, per aiutarlo a reagire contro il virusche lo ha infettato. I vaccini “terapeuti-ci” si distinguono da quelli “profilatti-ci” in quanto i primi servono a curarepersone già infette, mentre i secondihanno una funzione preventiva (siprendono da sani per evitare i contagi).

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La somministrazione del vaccino, abbina-ta alla terapia antiretrovirale classica,aveva ottenuto risultati positivi determi-nando il significativo aumento di risposteimmunologiche potenzialmente in gradodi consentire il controllo della replicazio-ne del virus dell'HIV. L’avvio della nuova fase della sperimentazio-ne sarà possibile grazie al lavoro di EPIICAL,

il consorzio nato nel 2015 che coinvol-ge 27 partner accademici, i più presti-giosi al mondo nell'ambito della ricer-ca su HIV pediatrico. Il consorzio, coor-dinato dal Bambino Gesù, ha lo scopo dimettere a sistema la ricerca di nuoveimmunoterapie che permettano un con-trollo della malattia (remissione virologi-ca) senza utilizzare i farmaci antiretroviraliattualmente disponibili.

La sfidaLa sfida è quella di riuscire ottenere,grazie al vaccino terapeutico, un con-trollo della malattia tale da ridurre alminimo nei bambini il ricorso alle tera-pie antiretrovirali, che sono certamentemolto efficaci ma gravate di tossicitànel lungo termine.

Un bambino che nasce con HIV,infatti, inizierà le cure già nelprimo anno e dovrà proseguirleper tutta la vita senza interruzioni.

Il successo di questo vaccino potrebberidurre il rischio dei fallimenti tera-peutici legati alla ridotta aderenza neltempo alle cure antiretrovirali e diminui-re sensibilmente i costi per i sistemisanitari nazionali, che spesso costituisco-no un impedimento all'accesso alle tera-pie, specie nei Paesi più poveri.

L’arruolamento dei primi pazienti per laseconda sperimentazione è previsto apartire da quest’anno e coinvolgerà ini-zialmente i bambini seguiti in Italiadall’Ospedale della Santa Sede e succes-sivamente i bambini con HIV inSudafrica e Thailandia, due tra i Paesicon la più alta percentuale di bambininati infetti per via materna. C’è fiducia che dalla ricerca pediatricapossano arrivare le nuove risposte tera-peutiche alle esigenze dei pazienti ditutte le fasce di età.

Le altre sperimentazioniAltri due studi, intanto, sono partiti sem-pre grazie all’attività del consorzio EPII-CAL. Lo studio CARMA, che includebambini con infezione materno-infantileda HIV trattati sin dai primi giorni di vitacon terapie antiretrovirali, in diversi centriEuropei. Il Bambino Gesù ha partecipatoallo studio arruolando 15 bambini. I dati preliminari hanno permesso di iden-tificare nuovi marcatori di malattia chepotranno essere utilizzati in studi futuri diimmunoterapia.

In parallelo allo studio CARMA è iniziatoanche lo studio denominato EARTH,dedicato ai bambini con infezionematerna da HIV in diversi centri delSudafrica (Johannesburg e Capetown)e del Mozambico. Attualmente sonostati arruolati 40 neonati con infezione daHIV (con una previsione di arrivare a100) che verranno seguiti per i prossimi2 anni. Questi bambini rappresentano icandidati ideali per nuove strategie diremissione virologica.

L'infezione da HIV in età pediatrica rappre-senta oggi una realtà in regressione neiPaesi industrializzati come l'Italia.L'infezione madre-bambino risulta unevento sempre più raro confinato a realtàsociali che sfuggono alle maglie di preven-zione ormai piuttosto consolidate. Nuovicasi d'infezioni, tuttavia, sono descritti negliadolescenti che rappresentano una popola-zione particolarmente a rischio. In base alleultime stime UNAIDS, nel mondo vi sonocirca 180.000 nuove infezioni pediatricheogni anno. Circa 1.800.000 bambinihanno l’infezione da HIV.

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Dott. Gabriele Pelloni

FINE

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L’INTERVISTA

SILVIOGARATTINI

Nel 1961 lei fondò l'istitutoMario Negri, cambiando ilmodo di fare ricerca in Italia.Come nacque quell’intuizione?Nel 1957, a 29 anni, quando ero pro-fessore di Medicina, feci un viaggio diqualche mese negli Stati Uniti per capi-re come funzionavano la ricerca e lasanità oltreoceano. Mi accorsi delladistanza abissale rispetto al nostro Paese.Negli Usa il ricercatore è un professioni-sta a tutto tondo e spesso i finanziamen-ti vengono erogati dalle fondazioni,strutture senza scopo di lucro che uni-

scono la libertà d’azione al persegui-mento di un interesse pubblico. Questaformula mi affascinò perché, non essen-do pubblica, non doveva sottostare atroppa burocrazia, e non avendo scopodi lucro, poteva operare per l'interessecollettivo.

Come fu l’incontro con Mario Negri?Una volta rientrato in Italia, assieme aimiei collaboratori decisi di dar vita aduna fondazione sul modello osservatonegli Stati Uniti.

Nato a Bergamo il 12 novembre 1928, ilprofessor Silvio Garattini è il più noto far-macologo italiano. Ricercatore scientifico, medico edocente in chemioterapia e farma-cologia, attualmente è presidentedell'Istituto di ricerche farmacolo-giche "Mario Negri", del quale nel1961 fu il fondatore e il primodirettore. Oggi l'istituto si è sviluppatofino a raggiungere un organico di circa850 ricercatori localizzati nelle sedi diMilano, Bergamo e Ranica. Garattini è autore di centinaia di pubbli-cazioni su riviste del settore a livello inter-nazionale e autore di numerosi trattatisulla farmacologia. Fra le altre cariche, è stato consulentedell'Organizzazione Mondiale dellaSanità, vicepresidente dell'IstitutoSuperiore di Sanità, membro dell'Agenziaeuropea per i medicinali, membro delComitato Scientifico della Lega Italianaper la Lotta Contro i Tumori, presidentedell'Organizzazione europea di ricerchesul cancro, presidente della CommissioneRicerca e Sviluppo dell'Agenzia italianadel farmaco (Aifa). Ha ricevuto diverse lauree “honoriscausa” da varie università europee.

di Tiziano ZaccariaE-Mail: [email protected]

È considerato il "numero uno" dei farmacologi italiani. A novant'an-ni presiede l'Istituto di ricerche "Mario Negri". Ecco il suo pensierofra presente e futuro.

LA MEDICINA MIGLIORE SI CHIAMA “STILE DI VITA”

MARIO NEGRI

Primo finanziatore dell’istituto di RicercheFarmacologiche.

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Ma servivano parecchi soldi. Per casoincontrai il signor Mario Negri, un gioiel-liere di via Montenapoleone a Milano cheaveva accumulato una discreta ricchezza,creando anche una piccola industria far-maceutica. Gli chiesi se mi aiutava a met-tere in piedi una fondazione. L’idea glipiacque e mi garantì il suo contributo.Purtroppo, però, nel 1960 gli fu diagno-sticato un tumore. Quindici giorni primadi morire, Negri mi telefonò per dirmi cheavrebbe mantenuto la sua promessa.Infatti, nel testamento destinò cento milio-ni di lire ed un nutrito pacchetto azionarioalla creazione della fondazione, disponen-do che io ne fossi il direttore.

Nel 1963 l’Istituto aprì i battenti con una squadra di ventidue persone. In tutti questi anni, il MarioNegri ha consolidato la propria reputazione internazionale grazie adun’attività di ricerca di prim’ordine. Oggi contacirca 850 ricercatori.All’inizio fu dura. L’università premevaaffinché incorporassi al suo interno l’orga-nizzazione appena nata, mentre attorno anoi trovavamo scetticismo e diffidenza.Per fortuna ci aiutò una fondazione ingle-se fornendoci delle apparecchiaturemoderne. E negli anni Sessanta ci sosten-ne anche il governo statunitense, procu-randoci contratti di ricerca importanti.

Lei ha detto che un farmacosu due è di troppo. Ci spiega perché?Non sono in discussione la sicurezza el'efficacia di molti farmaci, ma l'even-tuale superiorità rispetto ad altri già incommercio. E questo è un aspetto chenessuno verifica. Il discorso vale ancheper le procedure diagnostiche. L'Italia ètra i Paesi in cui si eseguono più Tace risonanze magnetiche. Così il medi-co dimostra di aver fatto tutto quanto gliera possibile per inquadrare il paziente,ma i risultati spesso sono parziali, o nonin grado di determinare un precisoapproccio terapeutico. E lo Stato ha sprecato fondi, sottratto lapossibilità di garantire cure necessarie aipiù bisognosi.

In Italia esiste un problema di fondi per la ricerca?Sì, esiste una grande carenza di fondi per laricerca, sia pubblici che privati. Siamo unodei fanalini di coda in Europa, dove inmedia ci sono cinque ricercatori ognimille occupati; il dato italiano è fermo a2,7. Se i politici rifiutano l’idea che la ricer-ca è un investimento, e non una spesa, ilPaese non ha futuro. Nelle classifiche inter-nazionali sull’innovazione perdiamo posi-zioni. Siamo l’unico Paese europeo privo diun’interfaccia permanente tra il mondodella politica e quello della ricerca.

I vaccini, insieme agli antibiotici, hannorivoluzionato il metodo delle cure. Sono ifarmaci più efficaci in termini di prevenzione ehanno costi accessibili. Ma se la copertura vac-cinale diminuisce, i virus ricompaiono. Moltigenitori di oggi non hanno mai visto un bam-bino con la poliomielite ed è nostro compitoinformarli e dimostrare con i fatti che i vaccinisono i farmaci più sicuri in circolazione. Quantoagli antibiotici, essi hanno ridotto a zero la mor-talità per malattie infettive. Vanno usati corretta-mente: l’impiego sconsiderato nel caso dimalattie virali o sugli animali da allevamentorischia di sviluppare la resistenza dei batteri. Invece, spesso si assume un antibioticoal primo sintomo d’influenza. E pur-troppo nella lotta all’analfabetismoscientifico lo Stato latita.

QUALI SONO I FARMACI CHE CI HANNO CAMBIATO VERAMENTE LA VITA?

»SEGUE

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Quale sarà la prossima bufala anti-scientifica?Le mode alimentari. Passata la fase del“senza olio di palma”, oggi nel mirinoc'è il glutine. Va di moda il “glutenfree”. Ma bisogna spiegare chedevono farne a meno soltanto i celia-ci, non il resto degli italiani. Oggi funzionano le battaglie nel campoalimentare perché ci sono grandi inte-ressi ed è importante far figurare chedeterminati alimenti o sono troppo dan-nosi o rappresentano la soluzione. È inatto una corsa alla salute che fa capoalle logiche del mercato.

Lei se l’è presa anche con l'omeopatia, definendola “acqua fresca”.Sì, l’omeopatia è inutile. Acqua fresca.Non c’è una sola evidenza scientifica cheporti benefici terapeutici. Eppure i prodotti omeopatici sonoammessi in commercio per il princi-pio che non nuocciono alla salute.Ma i farmaci devono curare le malat-tie, altro che “non nuocere”.

Qual è la scoperta certificatafra le mura del Mario Negripiù significativa?Una delle più importanti è la terapiatrombolitica per la cura dell’infartoacuto, che ha salvato tante migliaia divite nel mondo.

Negli ultimi decenni le suggestioni irrazionali hannoavuto più “appeal” sugli italiani rispetto alla scienzaufficiale. Prima le terapiealternative contro i tumoricome la cura Di Bella, poi la parentesi di Stamina, oggi l'avversione ai vaccini...Nel nostro Paese manca la cultura scien-tifica ed i ciarlatani prendono il soprav-vento, illudendo migliaia di malati. Lagente dovrebbe imparare a diffidare dachi garantisce in partenza risultati sututti i tumori.

Quando lei faceva parte delConsiglio superiore di Sanità,prese una posizione precisasul metodo Di Bella. Nel 1999 il ministero della Salute deci-se di condurre una sperimentazione adhoc, che poi portò a sancirne l'ineffica-cia terapeutica. Mi fu chiesto di entrare a far parte delcomitato etico che avrebbe dovuto valu-tare lo pseudo-trattamento Di Bellaapplicabile per tutti i tumori, indistinta-mente. Mi rifiutai. Si trattava evidentemente di una ciarla-taneria. All’estero i colleghi ci osservava-no increduli. Purtroppo, però, nonimpariamo dai nostri errori. Il copione siè ripetuto pressoché identico qualcheanno dopo con il metodo Stamina.

» Nel 1993, dopo l’arresto diPoggiolini per aver favoritol'ingresso di alcuni farmacinel prontuario sanitario dietroregalie, lei prese il suo postoalla commissione farmaci.Facemmo una bella pulizia del pron-tuario da tutti i farmaci inutili, checostavano un sacco di soldi. Passammo da un bilancio che neglianni precedenti era di 13mila miliardidi lire, a 9mila miliardi nel 1994,facendo risparmiare allo Stato 4000miliardi di lire, ovvero due miliardi dieuro di oggi. Una cifra estremamenteimportante.

Da allora non si è più fatta una revi-sione del prontuario. Sarebbe neces-sario. Nelle farmacie ci sono circanovemila prodotti. Ne bastereb-be la metà.Si potrebbero eliminare molti farmaci efare in modo che quelli con la stessaindicazione abbiano lo stesso prezzo. A meno che non sia dimostrato cheuno è meglio dell'altro. L’Unione europea dovrebbe limitarel’approvazione di nuovi farmaci eammettere in commercio solo quelliche portano un valore aggiunto tera-peutico rispetto a quelli che sono giàsul mercato.

É ORA DI FARE UN'ALTRA PULIZIA DI FARMACI INUTILI?

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Se lei fosse ministro dellaSanità, quale altro provvedimento adotterebbe?La politica me l’hanno proposta, ma horifiutato. Il mio mestiere è un altro.Comunque, se fossi ministro, vieterei difumare nei ristoranti all'aperto, al parcoe allo stadio. E cercherei di aumentare ilprezzo delle sigarette.

Qual è il miglior farmaco che conosce?Lo stile di vita: non fumare, mangiarebene, non eccedere nell'alcol, evitare lasedentarietà, dormire regolarmente,esercitare attività intellettuali e sociali.Oggi invece si fuma, si beve, perché si èconvinti che esiste una medicina pertutto. “Tanto poi guarisco con un farma-co”, pensa la gente. La pubblicità edinternet hanno diffuso questo messag-gio distorto, ma caro alle case farma-ceutiche.

L’uomo potrà arrivare a vivere fino a 120 anni, comesostengono alcuni studiosi?Non esistono dati scientifici per ritenereche il limite dell’età dell’uomo sia fissa-to a 120 anni. Solo il tempo e lo svilup-po delle conoscenze potranno dare unarisposta. Allo stato attuale la longevitàdipende soprattutto dalla genetica, sullaquale non possiamo avere un’influenzadiretta, e dalle abitudini di vita, sullequali invece possiamo agire concreta-mente. Fumo, eccesso di alcol, obesità,sedentarietà, sono i principali freni alraggiungimento della vecchiaia inbuone condizioni fisiche e psichiche.

Lei intanto è arrivato a 90anni in splendida forma.Complimenti.Finché va, continuo ad andare al lavoroogni giorno, da mattina a sera. Non honessun elisir, credo solo nello stile divita. È uno dei fattori chiave della nostravita assieme alla genetica e al caso. Dal punto di vista alimentare sono unsostenitore della restrizione calorica:mangio una volta al giorno, e preferiscoalzarmi da tavola con una sensazione difame inappagata.

La dieta mediterranea è la più azzeccata:verdure, cereali e poca carne. Quand’erogiovane, mi immaginavo vecchio a ses-sant’anni. Invece, a novanta riesco anco-ra a lavorare e a muovermi.

L’unico campo nel quale avverto unadistanza incolmabile con le nuove gene-razioni è il digitale. A parte la posta elet-tronica, sul resto sono negato.

SILVIO GARATTINI

FINE

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UROLOGIA

ONDE D’URTOA BASSA INTENSITA’

Che cos’èLa disfunzione erettile è la mancatacapacità dell’uomo ad avere e a mante-nere un’erezione del proprio pene suffi-ciente per completare un rapporto ses-suale. Tale disfunzione è solitamentedovuta ad un ridotto afflusso o svuota-mento precoce di sangue nel pene, conconseguente mancanza di rigidità del-l’organo stesso.

Se da un punto di vista puramente fisio-logico la disfunzione erettile - che inItalia colpisce tre milioni di uomini - èuna patologia che interessa l’apparatourogenitale maschile, guardando la pro-blematica con un campo più allargato sipuò comprendere come i protagonistiin questo caso siano due: lui e lei. Ed èproprio grazie alla collaborazione dientrambi i partner che la coppia puòriuscire a superare vecchi tabù e a tro-vare la soluzione, non solo farmacologi-ca, a questo delicato problema.

Dott. Pier Andrea Della CameraUrologo - Ospedale Careggi di FirenzeE-mail: [email protected]

L’erezione avviene infatti grazie a due mec-canismi tra loro collegati: uno psichico,derivante dal desiderio sessuale, l’altrodi natura neuro-vascolare, con vasodila-tazione arteriosa e conseguente aumentodi volume dei corpi cavernosi associata aveno-occlusione per bloccare la fuoriuscitadi sangue dai corpi cavernosi stessi.

La curaSebbene fino a qualche anno fa la pre-senza di un’accertata disfunzione erettileinduceva i medici a trattare il paziente far-macologicamente con inibitori delle fosfo-diesterasi (Viagra, Cialis, Levitra) e, nelcaso in cui la risposta a questa terapiafosse stata scarsa, si decideva di passare ametodi più invasivi fino alla protesi penie-na; attualmente, esiste una nuova opzioneterapeutica per i pazienti con disfunzioneerettile di grado lieve e moderato: leonde d’urto a bassa intensità.

PER LA DISFUNZIONE ERETTILE

“Il trattamento – spiega il dott. Pier AndreaDella Camera - non provoca effetti collatera-li, non è invasivo ed è rapido e indolore. Lo dimostrano i risultati del primo stu-dio multicentrico italiano coordinatodalla Società Italiana di Andrologia

(SIA), condotto su circa 100pazienti, con risultati positivi nel70% dei pazienti di grado

lieve/medio, che ha smesso di utilizzare far-maci per tornare ad una sessualità spontanea,mentre nei pazienti più gravi la risposta allaterapia orale è migliorata nel 40% dei casi”.

LA RAMIFICAZIONE ARTERIOSA

- PRIMA - - DOPO -

TERAPIA CON ONDE D’URTO A BASSA INTENSITÀ

Con questa terapia si é dimostrato la capacità delle onde d’urto di determinare nei tessuti trattati una neoangiogenesi, cioè la produzione di nuovi vasi sanguigni.

IL TRATTAMENTO

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Sono degli impulsi pressori della dura-ta di una frazione di tempo brevissimache generano una forza meccanicadiretta avente come obiettivo principalela stimolazione dei processi riparativi alivello osseo, muscolare e tendineo, e lacreazione di meccanismi con effetto antin-fiammatorio-rigenerativo ed analgesicodei tessuti molli con aumento del flusso disangue a livello locale, il che determina asua volta la rimozione di alcune sostanzeproinfiammatorie e l’arrivo di nuove cel-lule che favoriscono i processi di ripara-zione e guarigione del tessuto. L’effettoantidolorifico, invece, è dato dalla libera-zione di sostanze endorfiniche e dal bloc-co di alcuni recettori specifici coinvolti neisistemi neurologici che portano al dolore.

Specifiche per la disfunzione erettileArrivato alla soglia dei 60 anni con la spe-ranza di godere ancora per alcuni decen-ni dei piaceri della vita sessuale, l’uomopuò rendersi conto di non essere più ingrado di aver un rapporto sessuale pene-trativo. Fortunatamente oggi sono dispo-nibili molti rimedi a quello che, di fatto,rappresenta un vero e proprio disagio.

“Da qualche anno, infatti, - spiega il dott.Della Camera - si è dimostrata l’efficacia diun sistema terapeutico basato sulle applica-zioni di onde d’urto a basso voltaggio al tes-suto cavernoso del pene con risoluzione deldeficit erettile: una terapia assolutamente

indolore, senza alcun effetto collaterale checonsente la ricomparsa di erezioni spontaneesenza più la necessità del rimedio farmacolo-gico. Senza dubbio una soluzione a lungotermine per migliaia di pazienti che finoral’hanno utilizzata. In particolare le onde d’ur-to, onde acustiche ad alta energia, vengonoapplicate sul pene con specifici dispositivi.

Le sedute durano non più di 20 minu-ti e vanno ripetute per un totale di seitrattamenti. La terapia fisica viene così por-tata esattamente dove serve e agisce stimolan-do la circolazione peniena, attraverso la cresci-ta graduale di nuovi vasi sanguigni (neo-angiogenesi), restituendo al paziente l’erezio-ne spontanea, perché la circolazione nel penetorna normale e può garantire un’erezioneefficiente. Il trattamento non comportarischi, dolore o effetti collaterali e haeffetti positivi anche sul dolore cronico dellepatologie del pavimento pelvico, il che apresviluppi futuri per patologie della prostataestremamente invalidanti. Le onde d’urtoinfatti sono ideali anche per trattare pazientiche hanno subito interventi di asportazionetotale di prostata, affinché possano tornare adavere una vita sessuale soddisfacente e preser-vare l’armonia di coppia”.

Successo significa in questo caso possi-bile guarigione: i farmaci contro ladisfunzione erettile hanno rivoluziona-to le abitudini sessuali ma restano cure“on demand”, incapaci se non in raricasi di ripristinare la funzione erettiva.Le onde d’urto invece riescono aristabilire il meccanismo dell’erezio-ne, consentendo il ritorno ad unasessualità naturale senza necessitàdi programmazione dei rapporti.

Si tratta però di una tecnica ancora emer-gente e la ricerca ha il compito diapprofondire i meccanismi di azione dellametodica. Per questo occorrono dati deri-vanti da studi multicentrici per definire glieffetti del trattamento nel lungo periodo.

Le onde d’urtoImpiegate a partire dal 1980 per il tratta-mento della calcolosi renale, le onde d'ur-to, verso la metà degli anni ottanta sonostate applicate anche in campo ortopedi-co, dermatologico e andrologico.

Si tratta di unaterapia esegui-ta da un medi-co che agiscelocalmente inmaniera foca-

le e precisa nel punto da trattare tra-mite l’applicazione di un puntatoreesterno appoggiato alla cute attraverso ilquale si propagano le onde d’urto. FINE

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SANITÀ

LE CAUSE PIU COMUNITORCICOLLO

Il torcicollo è un disturbo di naturamuscolo-scheletrica piuttosto comune,dall’esordio improvviso, che in generescompare spontaneamente nel giro diqualche giorno. Si manifesta con un dolore acuto all’al-tezza del collo e in sua presenza è diffi-cile compiere movimenti di flessione,estensione e rotazione del capo. A cosaè dovuto e quando è il caso di rivolger-si al medico? Vediamo di spiegarlo.

Dott.ssa Lara CastagnettiOsteopata e Specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa di Humanitas

E COME ALLEVIARE IL DOLORE

effettua una sorta di massaggio suimuscoli del collo e li rilassa; assumerefarmaci antinfiammatori; dopo aver con-sultato il medico, si può ricorrere even-tualmente al “kinesio taping” con l’ap-plicazione di appositi cerotti che aiutanoad attenuare il dolore.

Le cause più comuniContratture muscolari e disturbi a caricodella colonna vertebrale sono due dellecause principali alla base del torcicollo.La contrattura muscolare può esseredovuta, per esempio, a uno sbalzo ditemperatura, dall’assunzione di posi-zioni scorrette prolungate, ma ancheda movimenti bruschi della testa e trau-mi: si pensi per esempio a un colpo difrusta in caso di incidente.

In questi casi, il torcicollo dura qualchegiorno e poi passa. Se il disturbo per-siste, potrebbe celare problemi allacolonna cervicale, come per esempiouna condizione di sofferenza dei dischiintervertebrali magari legata a un’erniadel disco o più raramente a spondiloar-triti, patologie reumatiche autoimmuniresponsabili di un’infiammazione croni-ca alla colonna vertebrale.

Come alleviare il doloreIn fase acuta possono essere di aiuto:fare una doccia tiepida, perché l’acqua

KINESIO TAPING

A COSA SERVE IL KINESIO TAPING? Il kinesio taping è un cerotto elastico in cotone, cuisi ricorre per esempio in caso di piccoli edemi ed ematomi sottocutanei, tendiniti, artrosi cervi-cali, ma anche per alleviare il dolore da contratture e tensioni muscolari. Non rilascia principi attivie se applicato correttamente può essere un valido aiuto nella riabilitazione mantenen-do in posizione corretta le articolazioni, proteggendo tendini e legamenti.

COME FUNZIONA IL KINESIO TAPING?Il kinesio taping viene applicato sulla pelle e in base allaposizione, alla direzione e alla tensione può inibire un musco-lo sovraccaricato e contratto o stimolarne uno ipotonico.Sull’epidermide infatti sono presenti recettori nervosi, ingrado di comunicare con i muscoli sottostanti in seguito a sti-moli esterni. L’azione di questo cerotto allevia il dolore (iniben-do i muscoli contratti che premono sui recettori del dolore) e

contribuisce alla ripresa motoria. Questo cerotto unisce la libertà di movimento (graziealla sua elasticità) alla funzione protettiva. La sua composizione in puro cotone riduce alminimo il rischio di allergia o di irritazioni cutanee. Affinché sia davvero efficace, è bene che siaposizionato da terapisti esperti ed è dunque sconsigliato il fai da te.

KINESIO TAPINGIL CEROTTO CHE AIUTA LA RIABILITAZIONE

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Quando si soffre di torcicollo si tende amuovere il capo il meno possibile: que-sto in realtà è controproducente, quindi èpreferibile provare a compiere piccolimovimenti controllati. Stare fermi, infatti,riduce il dolore nell’immediato, maaumenta di fatto la rigidità muscolare edunque il dolore. In questo senso posso-no essere di aiuto esercizi di stretchingche allunghino il collo.

Quando rivolgersi al medicoSe il dolore dura più di una settimana, èconsigliabile rivolgersi al medico per gliopportuni accertamenti.

si associa a difficoltà a respirare, a parlare, acamminare o a deglutire o in presenza didebolezza o intorpidimento agli arti, èbene recarsi in pronto soccorso per verifi-care non vi siano lesioni a carico delle strut-ture del sistema nervoso centrale.

UN CONSIGLIO

Da non sottovalutare anche la presenza disintomi quali mal di testa, mal di schienae dolore alle spalle. Il medico potrebbeprescrivere esami quali radiografia erisonanza magnetica (RMN) per verifi-care l’origine del disturbo. Se il torcicollo FINE

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LONGEVITÀ

ANTONINA

di Tiziano ZaccariaE-Mail: [email protected]

Il matrimonio e il lavoroAntonina si sposò negli anni Quarantacon un suo concittadino, IaconoCarmelo, dal quale ha avuto due figli:Salvatore nato nel 1947 e Milena natanel 1954. «Mio marito era impiegato nelle Ferroviedello Stato. Negli anni Settanta ci trasferim-mo a Ravenna perche c'era già mia sorellacon suo marito, che nel dopoguerra eranovenuti qui in cerca di lavoro. Mio marito fece domanda di trasferimentoa Bologna. Le Ferrovie accettarono la suadomanda e così venimmo in Romagna. Daallora, ho sempre abitato a Ravenna».

I 100 ANNI DI

LA SARTINA SICILIANA

Per una ventina d'anni Antonina ha fattola capo sarta in un centro civico delComune, dove si aggiustavano capi d'ab-bigliamento ed altre cose a chi non pote-va permettersi di acquistarli nuovi.

L'8 gennaio scorso, nella sua casadi Ravenna, Antonina Spinello hacompiuto il secolo di vita festeg-giata da amici e parenti. La neo cen-tenaria è nata ad Ispica, paese costierosituato sulla punta sud della Sicilia, in pro-vincia di Ragusa, pochi mesi dopo la finedella prima guerra mondiale.

«Mio padre era un commerciante - raccon-ta Antonina, che ha raggiunto i cent'an-ni in buono stato di salute - Eravamoquattro figli: tre femmine e un maschio. Iovolevo fare la maestra, ma a quei tempi,finita la prima media, c'era da sostenere l'e-same di ammissione per frequentare lescuole magistrali, scuole che al mio paesenon c'erano.

Mio padre, che era un uomo gelo-so, siccome girava per paesi e cittàcome commerciante, vedendo lestudentesse camminare assieme airagazzi, si convinse a non mandar-mi a scuola. Mi disse: "tu impara a farela sarta che fa lo stesso". Così, a quattor-dici anni, mi ha mandato dalla sarta dimia madre ad imparare questo mestiere».

Originaria di Ispica, da mezzo secolo la neo-centenaria vive a Ravenna.

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«Se avessi gli occhi buoni, ancorami metterei a cucire», dice la cente-naria, che oggi vive assieme alla figliaMilena.

La salute non le manca e a tavola man-gia ancora di tutto, come ha semprefatto. Quand'era giovane, in Sicilia, hasempre seguito una sorta di "dietaMediterranea" povera ma genuina.

I ricordi della guerraFra i suoi ricordi più forti, vi sono quellilegati alla seconda guerra mondiale. Inparticolare nel luglio 1943 gli ispicesivissero sotto l'incubo dei continui bom-bardamenti degli alleati. «Quando sentivamo la sirena cheannunciava i bombardamenti aerei,uomini, donne e bambini lasciavanofrettolosamente le loro case e si cata-pultavano nella "Cava Grande", perrifugiarsi nelle millenarie grotte che unavolta erano le abitazioni dell'anticaSpaccaforno (oggi Ispica), distrutta dal ter-remoto del 1693.

Terminato l'allarme, ogni famiglia tornavanelle proprie abitazioni, che a volte trovava-no dilaniate dalle bombe o dai proiettilidelle mitragliatrici degli aerei».

Lunghe file di persone in preda al terrore,con in braccio i bambini più piccoli, quasiquotidianamente, ad ogni allarme, si incam-minavano velocemente verso la "Cava", cheoffriva riparo e protezione alla popolazione. FINE

Nella mattinata del 28 gennaio 2019, è scomparso all’età di 107 anni Elio Mignani. Era il piùanziano cittadino solarolese. Da quattro anni viveva alla casa residenza Bennoli, ma fino a Natale lasalute non lo aveva ancora abbandonato ed era ancora molto lucido. Secondo le statistiche ufficiosedisponibili sul sito supercentenariditalia.it, attualmente era il nono uomo più anziano d’Italia(la 153ª persona più anziana, se consideriamo tutte le donne, che sono la grandemaggioranza dei centenari). Nato il 5 giugno 1911, nonno Elio ha vissuto per l’esattezza 107anni e 238 giorni. Era arrivato ad un passo dal record assoluto di longevità cittadina: Agnese Bassanisi era spenta tre anni fa a 107 anni e 256 giorni. Ma la famiglia Mignani non è nuova in fatto di longevità. Anche la sorella maggiore di Elio,Domenica, aveva raggiunto un'età del tutto ragguardevole, 106 anni e 126 giorni, a conferma di una genetica straordinaria che forse andrebbestudiata. Elio Mignani ha sempre vissuto a Solarolo. Da giovane ha svolto diversi lavori: dal contadino al muratore, fino al barista. Aprì un caffèin paese prima della Seconda Guerra Mondiale, gestendolo per oltre vent’anni. Negli anni Cinquanta comprò una licenza per la compraven-

dita di mangimi, che poi iniziò a produrre in proprio, acquistando cereali e lavo-randoli con un mulinetto ed un miscelatore. Elio non ha fermato la sua vogliadi fare e la sua creatività nemmeno quando è andato in pensione, realizzandofino ai cento anni delle artistiche specchiere in legno, da regalare ad amici e par-enti. “A nome dell'intera Comunità di Solarolo porgo le più sentitecondoglianze alla famiglia di Elio Mignani, scomparso alla venerandaetà di 107 anni. E' stato testimone attento di molti momenti impor-tanti della storia recente di Solarolo e con lui scompare un'altro puntodi riferimento di questa Comunità. Ci mancherà”. Questo il telegrammache, in giornata, il sindaco Fabio Anconelli ha inviato ai suoi familiari.

CIAO ELIO. A 107 ANNI SE N’È ANDATO IL NONNINO DI SOLAROLO

Nel numero di ottobre2012 Elio Mignani è statointervistato dalla redazionedi “SALUTE 10+”, al com-pimento di 101 anni.

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SANITÀ

IL TUMORE ALPOLMONETerza parte di un viaggio nell'oncologia di precisione.

Dott.ssa Stefania GoriPresidente Nazionale AIOMAssociazione Italiana di Oncologia Medica

Il carcinoma del polmone "non a piccolecellule" rappresenta un esempio di neo-plasia per la quale sono oggi disponibilispecifici approcci terapeutici, in grado dimodificare in maniera significativa ildecorso della malattia in fase avanzata ometastatica.

Anche se il numero di marcatori e relati-vi farmaci approvati finora è relativamen-te limitato, è possibile prevedere un note-vole incremento nei prossimi anni delleopzioni terapeutiche, perché numerosifarmaci in grado di agire su specifichealterazioni genetico-molecolari sono incorso di sperimentazione.

Si distinguono due tipi principali di tumori al polmone,a seconda dell’aspetto dellecellule all’esame microscopico.

NON A PICCOLE CELLULE

• CARCINOMA A CELLULE SQUAMOSE:origina dalle cellule che rivestono le vierespiratorie. Rappresenta il 25-30% deitumori del polmone.

• ADENOCARCINOMA (non squamoso): èil tipo più diffuso (45%) e negli anni la suafrequenza è aumentata. È il tumore polmo-nare più frequente tra chi non ha mai fuma-to, ma è purtroppo frequente anche neifumatori.

• CARCINOMA A CELLULE GRANDI: èmeno frequente (10-15%), il nome derivadalle grandi cellule tondeggianti che si evi-denziano quando si esamina un campionebioptico al microscopio.

E' così definito per la caratteristica forma dellecellule. E' meno frequente, ma molto aggres-sivo e con elevatissime probabilità di diffon-dersi velocemente ad altri organi.

A PICCOLE CELLULE O“A CHICCO D’AVENA”

CARCINOMA POLMONAREA PICCOLE CELLULE

»SEGUE

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I sintomiAnche se fortunatamente non sono sem-pre indicativi di un tumore polmonare,sarebbe opportuno che soprattutto le per-sone a rischio tenessero sotto controllo isintomi. Tra questi, tosse secca o con catarro(talvolta striato di sangue), piccole per-dite di sangue con i colpi di tosse, dif-ficoltà respiratorie, dolore al torace,perdita di peso.Il tumore del polmone è una malattia sub-dola: molte volte non presenta sintomialmeno fino ad uno stadio avanzato.

La diagnosiA causa della presenza di pochi e non spe-cifici sintomi, la diagnosi delle neoplasiepolmonari è spesso tardiva. Ad esem-pio, la tosse e la raucedine sono sintomicomuni nel fumatore e, proprio per que-sto, vengono spesso trascurati. La radiografia del torace rappresentadi solito il primo esame effettuato, cheperò non consente di giungere ad una dia-gnosi di natura e non è comunque un’in-dagine precisa. Sicuramente più accurata èla TAC (Tomografia Assiale Computerizzata)che permette di localizzare la malattia, isuoi rapporti con altri organi, oltre chedefinire lo stadio del tumore quandovenga estesa anche al cranio e all’addome.

I NON FUMATORI

La PET (Positron Emission Tomography)può essere utile in alcuni casi, a giudiziodel medico, dopo l’esecuzione della TAC econsente, tra l’altro, anche di valutare l’ap-parato scheletrico e il suo eventuale coin-volgimento nella malattia.

Solo il 15% delle diagnosi di tumo-re del polmone riguarda i nonfumatori. Tali casi, spesso, presentanospecifiche mutazioni o alterazioni geneti-che, che possono essere trattate con far-maci a bersaglio molecolare. L’85% delle diagnosi interessa invece itabagisti, nei quali queste alterazioni sonomolto più rare. I casi in cui non sono presenti alterazionimolecolari trattabili con farmaci a bersa-glio molecolare, possono essere affrontaticon la chemioterapia oppure con l’immu-no-oncologia, che negli ultimi anni si èaggiunta agli strumenti terapeutici dispo-nibili per questa patologia.

I biomarcatoriAttualmente i biomarcatori utilizzati neltrattamento del tumore del polmone,per i quali si abbinano trattamenti giàconsiderati “standard” e disponibili pres-so tutte le strutture italiane, sono la

mutazione del gene di EGFR (recettoreper il fattore di crescita dell’epidermide)e il riarrangiamento del gene di ALK(recettore tirosin-chinasico del linfomaanaplastico, un recettore di membranache produce uno stimolo di crescita per lecellule). La loro presenza nei pazienti affet-ti da tumore polmonare permette di ricor-rere a un trattamento mirato.

La mutazione di EGFR si ritrova nel 10-15%dei pazienti con adenocarcinoma polmo-nare. Quasi il 50% dei tumori polmonaricon questa mutazione viene diagnosticatoin persone che non hanno mai fumato.L’alterazione di ALK è presente nel 5% deipazienti affetti da tumore polmonare,soprattutto nell’adenocarcinoma.

Anche l’alterazione di ROS1 è presentenell’1% dei pazienti affetti da tumore pol-monare, soprattutto nell’adenocarcinoma. Vi sono altre mutazioni nel tumore pol-monare, ma in questi casi non vi sonoancora terapie a bersaglio molecolare incommercio, ma solo all’interno di studiclinici. Alcuni esempi sono costituiti daKRAS (gene mutato in circa il 25% deipazienti con tumore polmonare, indipen-dentemente dall’esposizione al fumo disigaretta), BRAF (mutazione presente nel3% dei pazienti), MET (questo segnaledella cellula può essere iperespresso o pos-sono esservi mutazioni specifiche), HER2(nota alterazione molecolare che graziealla disponibilità di farmaci specifici haavuto grande impatto nella cura del tumo-re mammario, si ritrova nell’1-2% deitumori polmonari).

Le terapie mirateLe terapie mirate vengono utilizzate neltrattamento del carcinoma polmonare nona piccole cellule avanzato. Tra i tanti tipi di terapie biologicheattualmente disponibili, sono duequelle efficaci in questa neoplasia: gliinibitori della crescita tumorale e glianticorpi monoclonali. Le terapie biolo-giche sono utilizzate da sole o in associa-zione ai farmaci chemioterapici. Alcune terapie target agiscono sull’angio-genesi, cioè sulla formazione di nuovi vasisanguigni che alimentano il tumore: que-

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Altre terapie sono specifiche per una par-ticolare alterazione genetica, il riarran-giamento del gene chiamato ALK, cheviene spesso osservata nei tumori di

LA RICERCA

sti agenti (anticorpi monoclonali) sonochiamati anti-VEGF (fattore di crescitavascolare-endoteliale che stimola l’angio-genesi, meccanismo con cui il tumore sinutre e si accresce).

Man mano che la ricerca ha approfonditola genetica del tumore del polmone, sonostate identificate alterazioni cromosomicheche hanno portato alla sintesi di nuovi far-maci. Alcuni hanno come bersaglio ilrecettore del fattore di crescita epidermico(EGFR) e impediscono l’attivazione dellavia intracellulare che stimola la crescita eproliferazione delle cellule tumorali. Gli antagonisti di EGFR possono esse-re molecole molto piccole, assunteper bocca, oppure complesse, som-ministrate per via endovenosa. Al momento, nella pratica clinica, sonodisponibili per i pazienti con tumore del pol-mone caratterizzato dalla presenza di muta-zione del gene EGFR solo farmaci dellaprima categoria (inibitori tirosin-chinasici).

pazienti non fumatori. Questa alterazio-ne del gene ALK porta alla formazione diuna proteina diversa che causa la cresci-ta del tumore. FINE

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PEDIATRIA

La tosse non è una malattia, maun riflesso protettivo che serve aripulire le vie aeree dalle secre-zioni o da materiale inalato inmodo involontario. Il suo ripetersi comporta ansia, disturbidel sonno, stanchezza e scarsa capacitàdi concentrazione durante il giorno. Può essere acuta o cronica. La prima si risolve entro tre settimaneed è causata da una continua esposi-zione ai microbi, in particolare neibambini dai 2 ai 4 anni. Episodi ditosse acuta sono in gran parte legatiall’insorgenza di malattie come laringi-te e pertosse. La tosse cronica invecedura più di otto settimane e le suecause principali possono essere l’asmabronchiale o la tosse somatica. La tera-pia per la tosse varia a seconda dellacausa scatenante. Ecco di seguito le malattie che hannocome sintomo la tosse...

LATOSSECosa c’è da sapere sul riflesso protettivo che ripulisce le vie aereenei bambini e ragazzi. Quanto dura e quando rivolgersi al pediatra.

La laringite è una patologia respiratoriaprevalente in inverno, è causata dainfezioni virali e uno dei sintomi tipicidi questa malattia è la tosse che somi-glia a un verso della foca o a quello diun cane che abbaia.

La pertosse è una malattia battericacontagiosa, si manifesta con unaserie di colpi di tosse ravvicinati finoa lasciare senza respiro. Nei lattanti isuoi segni caratteristici sono l’apnea ela cianosi. Non esistono terapie specifiche se nonquella antibiotica, che se iniziata preco-cemente avrà maggiori probabilità diabbreviare i sintomi della malattia. Con la vaccinazione contenuta nel-l’esavalente le manifestazioni clini-che sono più lievi.

Prof. Alberto G. UgazioDirettore Istituto Bambino Gesù di Romaper la Salute del Bambino e dell’Adolescente

Laringe(scatola della voce)

Trachea

Polmone

Corde vocali infiammate

Corde vocali normali(vista attraverso laringoscopio)

LA LARINGITE È UN INFIAMMAZIONEDELLA SCATOLA DELLA VOCE (LARINGE) DA IRRITAZIONE, USO ECCESSIVO O INFEZIONE

PERTOSSE

LARINGITE

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La tosse somatica, o psicogena, è la secon-da causa di tosse cronica. Non ha originiorganiche e insorge nei bambini a par-tire dall’età di 6 anni. Tra le sue caratte-ristiche troviamo una lunga durata, ilcarattere ‘stizzoso’, quasi si trattasse di untic, oppure ‘abbaiante ‘, con un suonocaratteristico che spesso somiglia a quellodi un clacson. Nella maggior parte deicasi il sintomo si attenua rassicurandoil bambino.

Nei casi particolarmente resistenti puòrendersi necessario il ricorso allo psicolo-go o allo psichiatra infantile.

La prima cosa da fare è tranquillizzare ilbambino e preferire la posizione sedutaper migliorare la ventilazione. In caso dirisposta parziale alla terapia o se la larin-gite è associata a una difficoltà respirato-ria va eseguita una visita medica. Il primofarmaco da scegliere è lo steroide, die-tro prescrizione del medico, sommini-strato per via orale o respiratoria.

L’asma bronchiale ha espressioni clinichevariabili che vanno dalla tosse o sibiloall’affanno respiratorio, fino alla manife-stazione più grave: il broncospasmo. Si tratta di un meccanismo di contrazio-ne delle pareti bronchiali che può neces-sitare anche di cure in pronto soccorso o,nei casi gravi, in centri specialistici cheforniranno un piano di cura personaliz-zato con i farmaci e le dosi più appro-priate.

Quando la tosse cronica è provocata daasma bronchiale, gli esperti del BambinoGesù consigliano una terapia a base diaerosol, se occorre insieme ad altrifarmaci per via orale.

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» QUANDO RIVOLGERSI AL PEDIATRA

In generale, se gli episodi di tosse nondisturbano la vita quotidiana del bambinoe scompaiono dopo 3/4 giorni, la tossesarà da considerarsi del tutto benigna enon sarà necessario ricorrere al pediatra.Al contrario, la visita sarà opportuna incaso di tosse persistente e per molti gior-ni, tanto da ostacolare le normali attivitàquotidiane, oppure in caso di febbre,soprattutto se superiore a 39°C.

I rimediIl tipo di farmaco da utilizzare dipendedalla malattia a cui è legata la tosse. Incommercio esiste una grande varietà distrumenti e rimedi per trattare o preve-nire la tosse, ma gli interventi utili edefficaci sono davvero pochi.

Gli antibiotici, ad esempio, sono utilisolo se il medico sospetta un’infezio-ne batterica. Il riflesso della tosse, in realtà, è genera-to da uno scolo di muco dal naso ingola, provocato dal raffreddore.

INALAZIONE DIUN CORPO ESTRANEO

Rimuovere il muco tramite lavagginasali è quindi il metodo più efficace.

C’è anche un altro tipo di tosse:quella che compare all’improvviso

e in modovigoroso. Inquesto casopot rebbetrattarsi diinalazionedi un corpo

estraneo e il bambino non andràtoccato, ma incoraggiato a tossireancora più energicamente perassecondare il riflesso di espulsionedel corpo. OCCORRERÀ AVVISARE SUBI-TO IL SISTEMA SANITARIODI EMERGENZA ATTRAVER-SO IL NUMERO 112. FINEParafarmacia-Erboristeria-Obiettivo-Salute

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DERMATOLOGIA

SEBORROICA

Come simanifesta?La dermatite seborroicapuò manifestari in diver-si modi a seconda dellazona interessata. A livello dei capelli edel cuoio capellutopotrebbe dare un qua-dro di capelli unti,forfora e prurito intesta.

Quando colpsice il viso, spesso nella suaparte centrale, si manifesta con arrossa-menti, squame croste e prurito. Talvoltainteressa la zona toracica e le orecchie.

A causa del prurito la persona colpitatende a grattarsi stimolando in questo

modo l’infiamma-zione e peggioran-do la situazionecreando un circolovizioso.

DERMATITEE' una malattia della pelle dovuta ad un'infiammazione delleghiandole sebacee.

Dott. Sam JalboutMedico chirurgo specialista in Dermatologia - Venereologia - Medicina Estetica

Cell. 329.4083785www.dermatologodrsam.com

Con l’arrivo del periodo invernale, inizia afarsi risentire una delle patologie cutaneespesso stagionali: la dermatite seborroica.

Che cos’è?La dermatite seborroica è una patologiadella cute dovuta ad un'infiammazionespesso cronico-recidivante interessante leghiandole sebacee della pelle responsabi-li della produzione di sebo.

Perchè si presenta?Nelle aree cutanee interessate dalla malat-tia, si riscontra un’alterazione del sebo,ovvero della secrezione grassa delleghiandole sebacee che ha la funzione diammorbidire e di difendere la pelle dal-l’aggressione degli agenti esterni. Questa alterazione del sebo permette adun fungo cutaneo microscopico di prolife-rare determinando un’infiammazionedella pelle.

Il trattamento della dermatite seborroicainizia con l’accurata detersione della zonainteressata con dei detergenti medica-ti. Alla detersione viene abbinata unaterapia spesso soltanto topica da applicaresulla cute irritata, ma talvolta anche siste-mica per via orale a base principalmentedi antimicotici. Ad ogni modo è sempregiusto rivolgersi al suo dermatologodi fiducia che condurrà una diagnosicorretta, escludendo altre patologieinfiammatorie della pelle ed indicando laterapia adeguata caso per caso.

COME SI CURA

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I NOSTRI AMICI ANIMALI

Alimentazione adatta all’etàI cani anziani beneficiano di una dietaspecifica per la loro età. Poiché in genere sono meno attivi,hanno bisogno di una dieta con livel-li di calorie più contenuti, ma necessi-tano di una maggior quantità di antios-sidanti. Il fabbisogno di proteine nondiminuisce, a causa di una ridotta capa-cità di sintesi. Le marche migliori hanno linee di ali-menti formulate per i cani “senior”.

Curare i dentiL’igiene dentale è molto importante. Laregolare pulizia fatta a casa aiuta a man-tenere sana la dentatura e a preveniredolorose infiammazioni delle gengive e laperdita dei denti.

I cani invecchiano più rapidamente di noie anche loro possono soffrire per i distur-bi della vecchiaia. La longevità di ognunodipende da fattori genetici, dalla dieta edall’ambiente. Anche se non possiamo influire sullagenetica, possiamo fare molto per aiutar-lo a mantenersi sano fisicamente e men-talmente, perché possa tenerci compa-gnia più a lungo possibile. Ecco sei utiliconsigli.

I CANI ANZIANI

COME MANTENEREIN SALUTE

Tuttavia, non tutti i cani invecchiano nellostesso modo e ognuno può aver bisognodi consigli dietetici specifici. L’integrazione con antiossidanti, acidigrassi e altre sostanze può aiutare con-dizioni specifiche come l’invecchia-mento cerebrale, l’insufficienza epaticao l’artrosi.

I cani anziani inoltre possono gra-dire maggiormente una dieta piùmorbida, con maggiori quantitàdi acqua. Ammorbidire le croc-chette con acqua o brodo, omescolarle a cibi umidi, può sti-molare l’assunzione di cibo.

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dolori articolari. I risultati migliori si otten-gono se si agisce ai primi segni che il canesi muove meno ed è meno agile. In casocontrario si instaura una perdita di musco-latura che è poi difficilmente reversibile.Oggi sono a disposizioni molti prodotti,farmaci e integratori, che aiutano a com-battere dolore e infiammazione. Unamoderata attività fisica, costante e perso-nalizzata in base alle condizioni del cane,aiuta a mantenere la mobilità articolare eprevenire degenerazioni.

Portate quotidianamente il cane afare una passeggiata al guinzaglio,monitorando il suo respiro e il passo per evi-tare di stancarlo troppo. Durante la stagionecalda fatelo uscire solo nelle ore più fresche.

Attenzione alla salute mentaleI cani anziani possono sviluppare problemicerebrali degenerativi analoghi al morbodi Alzheimer delle persone, dovuti all’in-vecchiamento cerebrale. Le loro capacitàcognitive declinano, appaiono menointeressati all’attività della famiglia,disorientati, con disturbi del sonno edifficoltà a rispondere ai comandi.Anche in questo caso è possibile aiutare ilcane con uno specifico trattamento e primasi inizia, migliori sono i risultati.

Mantenere i controlli veterinariI cani anziani vanno visitati dal veterinariopiù di frequente e con regolarità, per indi-viduare e trattare prontamente i problemidi salute che possono presentarsi. Ancheesami del sangue e delle urine sono utiliper individuare eventuali alterazioni primache si manifestino clinicamente. Potete aiu-tarli a vivere meglio e più a lungo dedi-cando loro molta attenzione, per rilevareogni cambiamento nel loro stato fisico enel loro comportamento che rappresentiun campanello d’allarme.

Se il cane non accetta di farsi pulire identi provate i bastoncini e i giochi perl’igiene dentale. In caso di tartaro e gen-givite occorre effettuare la pulizia dal vete-rinario. I denti che presentano le radici sco-perte vanno estratti per eliminare il dolorecronico associato a questa condizione.

Controllare il pesoÈ importante che i cani anziani non sianoné sottopeso né in sovrappeso. La perditadi peso è un campanello di allarme cherichiede sempre una valutazione veterina-

ria. Può esseredovuta a unscarso apportoenergetico o aspecifiche con-dizioni, come

ad esempio insufficienza renale, problemiepatici o tumori. Il sovrappeso è deleterioper la salute, causa problemi di vario tipoe accorcia l’aspettativa di vita. Portare ilcane anziano a un peso forma ne aumen-terà sicuramente salute e vitalità.

Mantenere la mobilitàL’infiammazione e la degenerazione dellearticolazioni (artrite) è un problema comu-ne nei cani anziani. Il dolore causa unadiminuzione dell’attività che a sua voltapeggiora lo stato delle articolazioni. Non ènecessario che i cani anziani soffrano per i

FINE

Il counseling relazionale tra

l’animale e l’uomo aiuta a conoscere

meglio se stessi. La presa di coscienza

e la risoluzione a livello personale

porterà di riflesso un cambiamento

anche sull’animale.E’ di sostegno alla persona

nell’accompagnamentodell’animale

alla sua dipartita e al lutto...

Per ritrovare vitalità e benessere dellapersona e del proprio animale.

Stefania Scarabelliè professionista disciplinata ai

sensi della legge n.4/2013,laureata in Scienze Naturali,

Naturopata Heilpraktiker,Operatore Olistico Trainer,

Counselor Olistico.

Tel. [email protected] naturopatiaolisticaecounseling

www.stefaniascarabelli.com

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Dott.ssa Marta AvanziVeterinaria

www.avanzimorivet.it

Dott. Ugo CimberleStudio OculisticoDal Fiume-Cimberle - RavennaE-mail: [email protected]

Salute Dieci PiuHANNO COLLABORATO al numero 2_FEBBRAIO_2019 di SALUTE 10+

I COLLABORATORI DI SALUTE 10+

Dott. José Aguayo Ph.D. - Psicologo - Psicoterapeuta Email: [email protected]

Dott. Antonio Ascari RaccagniResponsabile U.O. - Dermatologia AUSL di Forlì

Dott.ssa Marta Avanzi - Veterinaria - www.avanzimorivet.it

Prof. Giorgio Walter CanonicaResponsabile Centro Medicina Personalizzata:

Asma e Allergologia in Humanitas - Presidente SIAAC

Dott. Andrea Costa - Laurea in tecniche audioprotesiche

Dott. Ugo Cimberle - Studio Oculistico Dal Fiume-CimberleRavenna - E-mail: [email protected]

Dott.ssa Ludovica De Fazio - Psicologa PsicoterapeutaSudio in via Bozzi, 83 - Ravenna - Cell. 329.5886662

E-mail: [email protected]

Stefania De Fazio - Consigliere nazionale della Società Italiana diChirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE

Dott. Andrea DreiPronto Soccorso Medicina d’Urgenza

Ospedale di Faenza - E-mail: [email protected]

Paola Ferrari - Medico Veterinario della Società ScientificaItaliana di Medicina Veterinaria PreventivaEmail: [email protected]

Dott.ssa Alice Finazzer - www.ambulatoriozama.it

Dott. Maurizio FontanaDirettore U.O.C. Ortopedia Traumatologia - Presidio Ospedaliero di Faenza

Dott. Andrea Flamigni - Specialista Idrologia MedicaDirezione Sanitaria Terme di RIOLO

Dott. Francesco Giuseppe FoschiAmbulatorio Interdipartimentale Malattie Epatiche Complesse

Presidio Ospedaliero di Faenza - Azienda USL di Ravenna

Dott.ssa Alessia FronteMedico Veterinario - E-mail: [email protected]

Dott. Battista Galli - Medico Veterinariowww.clinicaveterinariacmv.it

Dott. Raffaello FurlanResponsabile di Unità Operativa Clinica Medica c/o Humanitas

- Milano - www.humanitas.it

Dott. Emanuele GiordanoDirettore Sanitario Centro Veterinario Riminese

Valentina Giorgi - D.O.D.O.P. - Specialista in riabilitazioneneurologica infantile c/o Madicina Ravenna, via Porto Coriandro, 7

Dott. Marco Ioni - Dirigente Medico 1° Livello Medicina d’Urgenzae Pronto Soccorso Ospedale Civile di Faenza AUSL di Ravenna

Dott. Marcello Lanari - Consiglio Direttico SIN,Società Italiana di Neonatologia

Prof. Massimo Massetti - Ordinario di cardiochirurgiaall’Università Cattolica del Sacro Cuore

Dott. Fabio Meneghini - Medico Chirurgo Specialista in ChirurgiaMaxillo-Facciale - Maria Cecilia Hospital

Dott. Valerio Nobili - Responsabile di Malattie Epato-MetabolicheOspedale Pediatrico Bambino Gesù - RomaDott. Roberto Nonni - Direttore Sanitario

San Pier Damiano Hospital - Faenza - E-mail: [email protected]

Dott. Gianfranco NieddaOtorinolaringoiatra

E-mail: [email protected]

Dott. Aladar Bruno IanesDirettore medico di Korian Italia (Leader europeo per assistenza

e cura anziani) - www.korian.it

Dott. Stefano Palo - Medico Chirurgo Specialistain Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica

Cell: 393.4825681 - E-mail: [email protected]

Dott. Massimiliano Perrone - Medico Chirurgo Oculista DirettoreSanitario Poliambulatorio Privato DSC - Bologna - Tel. 051.242588

E-mail: [email protected]

Dott.ssa Anna Pasi - Medico Specialista in ginecologiae ostetricia c/o Studio Medico DonnaSiCura

Ravenna - Tel. 0544.1825803 - [email protected]

Dott. Andrea Sagona - Senologo - Itituto Clinico Humanitas

Dott.ssa Simonetta SantisiFisioterapista c/o Studio Medico DonnaSiCura

Ravenna - Tel. 0544.1825803 - [email protected]

Dott. Ernesto SarracinoCoordinatore pedagogico Comune di Russi e FaenzaPedagogista al centro per le famiglie del Comune

di Forlì Consulente per i genitori - Tel. 335.5238668

Dott.ssa Paola StefanelliDipartimento Malattie Infettive,

Parassitarie ed Immuno-mediateIstituto Superiore di Sanità - Roma

Dott. Francesco GiambelliSpecialista in Ginecologia e Ostetricia

Unità Operativa di Ginecologia e OstetriciaPresidio Ospedaliero di Ravenna

Dott. Mauro StronatiPresidente S.I.N. - Società Italiana Neonatologia

Dott.ssa Sara Vignoli - Fisioterapista - Studio MedicoVia Anastagi, 2 - Ravenna - Cell. 333.3537612 - [email protected]

Dott. Giovanni Lughezzani - Urologo - Humanitas

Dott.ssa Daniela Verduci - Farmacista, consulente alimentare e ricercatrice indipendente di sani

percorsi alimentari. E-Mail: [email protected]

Dott.ssa Maria Nives VisaniFarmacista - Naturopata - E-mail: [email protected]

Dott. Massimo Vincenzi - Dietologo e gastroenterologo - Faenza

Dott. Massimo Vincenzi - Dietologo e gastroenterologo - Faenza

Dott. Alfonso Zaccaria - Ex Direttore Dipartimento Oncologiaed Ematologia Azienda USL di Ravenna

Prof. Silvio Danese - Responsabile Centro Malattie InfiammatorieCroniche Intestinali di Humanitas - Milano

Dott. Nicola GaffuriResponsabile dell’Unità operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia

digestiva all’Ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo

Dott. Emanuele MicheliResponsabile Unità Operativa di Urologia

c/o Humanitas Gavazzeni - BergamoProf. Franco Locatelli

Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia, Terapia Cellulare e Genica

Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma

Prof. Carlo SelmiResponsabile di Reumatologia e Immunologia Clinica in Humanitas

Viola TofaniAssociazione Luca Coscioni - www.associazionelucacoscioni.it

Prof. Antonio CostanzoResponsabile di Dermatologia di Humanitas

Dott.ssa Giselle Cavallari -Psicologa e psicoterapeuta RogersianaPsicoterapia del benessere Emozionale

Dott.ssa Patrizia BenvenutiMedico di Base - Ravenna - Via Berlinguer, 36

Dott. Roberto CerianiResponsabile della Sezione Day Hospital Epatologico ed Epatologia

Interventistica in Humanitas

Nando TessitoreEducatore cinofilo comportamentalista

Allevamento “Delle Code Allegre” Fossalto - Campobasso

Dott. Renato CuteraResponsabile Unità di Bronco-Pneumologia

Ospedale Bambino Gesù - Roma

Prof. Antonino Di PietroMedico-Dermatologo - Presidente fondatore Isplad,

società internazionale di dermatologia plastica, rigenerativa e oncologica. Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis - Milano

Dott. Flaviano JacopiSpecialista in cardiologia e medicina dello sport

Direttore sanitario Astrea Medical Center - FaenzaE-mail: [email protected]

Prof. Nicola SpecchioResponsabile di Epilessie rare e complesse

del Bambino Gesù di Roma

Dott.ssa Beatrice SalvioliGastroenterologa di Humanitas - Milano

Dott. Filippo OngaroProfessore presso l’Università di Bologna Medico Chirurgo -

Direttore scientifico di Medicina Rigenerativa e Antiaging (Ismerian) - Treviso

Prof. Giuseppe BarillaroDipartimento di Ingegneria dell’Informazione

dell’Università di Pisa

Dott. Alessandro RepiciResponsabile Endoscopia Digestiva

Humanitas Milano

Prof. Riccardo PolosaDirettore Centro di Ricerca del Danno da FumoDipartimento Medicina Clinica e Sperimentale

dell’Università di Catania [email protected]

Davide AcitoFondatore di Action Project Animal

Dott.ssa. Laide AntonioniPsicologa scpecializzata in terapia psicomotoriae Psicoterapeuta a orientamento psicodinamico

Dott. Giuliano MontaltoClinica Veterinaria S. Gaetanino

Circ. San Gaetanino, 203/205 - Ravenna Tel. 0544.456328

Dott.ssa Lara CastagnettiOsteopata e Specialista in Medicina Fisica

e Riabilitativa di Humanitas

Dott. Pier Andrea Della CameraUrologo - Ospedale Careggi di Firenze

E-mail: [email protected]

Dott.ssa. Michela MancinelliBiologa Nutrizionista - Ravenna

Dott. Sam JalboutMedico chirurgo specialista in

Dermatologia - Venereologia - Medicina EsteticaCell. 329.4083785 - www.dermatologodrsam.com

Prof. Alberto G. UgazioDirettore Istituto Bambino Gesùper la Salute del Bambino e dell’Adolescente

Dott.ssa Daniela VerduciFarmacista, consulente alimentare e ricercatriceindipendente di sani percorsi alimentari.E-Mail: [email protected]

Dott.ssa Stefania GoriPresidente Nazionale AIOMAssociazione Italiana di Oncologia Medica

Dott. Sam JalboutMedico chirurgo specialista in Dermatologia - Venereologia - Medicina EsteticaCell. 329.4083785 - www.dermatologodrsam.com Dott.ssa. Michela MancinelliBiologa Nutrizionista - Ravenna

Dott. Pier Andrea Della CameraUrologo - Ospedale Careggi di FirenzeE-mail: [email protected]

Dott.ssa Lara CastagnettiOsteopata e Specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa di Humanitas

Dott. Paolo Palma Immunoinfettivologo Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - Roma

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