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E ' nel sacrificio che l ' uomo conosce la gioia. Proprio quandola vita si fa più spoglia e più nascosta si può realizzare quellasantità che il Signore ci aveva fatto desiderare fin dall ' iniziodel nostro cammino.

(D.Barsotti, Circolari 1 V vol., pag 29)

CalendarioDal padre 2Dall'assistente generale 3Inserto biblico 4Scuola di preghiera 5Luci sul mio cammino 6Storia delle origini 7Cronaca di un pellegrinaggio 9La Comunità internazionale I IVita delle famiglie 12Comitato cultura 22Comitato famiglia 26Dal Benin 28Voti 29Corrispondenza 32Istruzione musicale 34Necrologio 37Avvisi 40

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1 V C. de Foucauld: preghiamo per il Gruppo di Milano2

S

B. Giovanni Ruysbroek: preghiamo per il Gruppo di PalermoP. Paolo a Palermo, p. Benedetto a Modena, Roberta Grandi a Napoli, Pa-olo Canal in Puglia Centrale, Graziella Muoio in Calabria

3

D

PRIMA DOMENICA DI AVVENTOP. Paolo a Palermo, p. Benedetto a Modena, p. Bernardo a Livorno, Rober-ta Grandi a Napoli, Paolo Canal in Puglia Centrale, Graziella Muoio inCalabria

4

L

B. Giovanni N. de Tschiderer: preghiamo per il Gruppo di Appiano (BZ)5

M

B. Nicolo ' Stenone: preghiamo per il Gruppo di Livorno6

M

S. Nicola: preghiamo per i Gruppi di S. Spirito (BA) e Bomporto (MO)7

G

S. Ambrogio: preghiamo per il Gruppo di Milano8

V

I mmacolata Concezione di Maria. Si recita I'Acathistos.PROFESSIONE PERPETUA SORELLE DEL IV RAMO. (Vedi rubrica Avvisi)

9 S10

D

P. Silvano a Roma11 L12 M13

M

S. Lucia: preghiamo per il Gruppo di Siracusa14

G

S. Giovanni della Croce: preghiamo per il Gruppo di Viareggio (LU)15

V

P. Serafino a Pavia16

S

P. Serafino a Milano1 7

D

S. Lazzaro di Betania: preghiamo per il Gruppo di Bologna.P. Serafino a Cantù

18 L19 M20 M TEMPORA D'AVVENTO21 G22 V TEMPORA D'AVVENTO23 S TEMPORA D'AVVENTO24

D

S. Charbel MakhIuf: preghiamo per il Gruppo di Sommatino (CL)25

L

Natale del Signore. Si recita il Mattutino della Resurrezione26

M

S. Stefano: preghiamo per il Gruppo di Milano27

M

S. Giovanni Apostolo: preghiamo per il Gruppo di Firenze28 G29

V

Re Davide: preghiamo per il Gruppo di Pontassieve (FI)30 S31 D

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Le parole del titolo di questa cir-colare sono le parole con le qualisi conclude e si riassume in uncerto modo la preghiera disant'Efrem, che da sempre è sta-ta riconosciuta come la preghie-ra che esprime in modo partico-larmente felice la spiritualità mo-nastica.La vita cristiana in san Paolo èl'amore del prossimo. Sant'Efremdice lo stesso, ma ci insegna inche cosa consista questo amore.Ci dice infatti chi può veramentevivere l'amore. Colui che ama, alcontrario di proporsi come mo-dello, prima di tutto accusa sestesso. Di fatto, quanto più l'uo-mo si avvicina a Dio, tanto piùconosce l'infinita distanza che losepara dalla santità alla quale sisente chiamato. Possiamo dire cheè questa accusa che meglio ditutto ci dice la disposizione delcuore, l'accusa di sé infatti impli-ca un sentimento vivo della pro-pria povertà e della propria man-canza di amore.Condizione necessaria all'amoreè l'umiltà, e non vi è umiltà veraladdove non c'è il sentimento vivodei propri peccati. Solo l'umiltà,che ci spoglia di ogni orgoglio, cimette nella disposizione di strap-parci al nostro egoismo e di ordi-narci agli altri. Quanto spesso èostacolo all'amore un sentimen-to segreto e inconfessato di invi-dia, di gelosia, sentimento che cichiude all'amore! Così, solo chisa accusare se stesso - non conle labbra, ma essendone intima-mente e dolorosamente convinto- si strappa all'amore di sé ordi-nandosi ai fratelli. Amando, l'uo -

mo non vive la presunzione diessere lui a donarsi; è piuttostoil contrario: gode del bene al-trui, e sente che amando vive ilprivilegio di poter riconoscere glialtri migliori di sé. E' questo unmettersi all'ultimo posto, comedice la formula dei voti per ilquarto ramo. Non chi ama, machi è amato è termine ultimodella vita spirituale; chi ama di-mentica sé nell'amore, e prefe-risce colui che egli ama.E' proprio dell'umiltà dimenti-carsi così, ma è proprio nel ri-conoscimento degli altri chel'anima vive l'amore. Di qui laconseguenza di questa umiltà,che esclude per sé il giudizio el'accusa. Chi ama non può faredi sé il centro cui tutto si deveordinare. Di più: non basta ladimenticanza di sé, per amarebisogna che sia attratto dal benedell'amato; l'uomo si ordina aglialtri nella misura che gli altrihanno per lui un valore, sonoi mmagine più o meno coscien-te di Dio.Non è forse vero che il cristianodeve amare in ogni fratello Cri-sto Signore? Al contrario di giu-dicare i fratelli, al contrario diosare di condannarli, i fratellisono per lui l'immagine viva diDio. L'uomo condanna sé stes-so e ha sempre per gli altri unsentimento vivo di rispetto, distima, di amore.E ' per questo che la preghieradi sant'Efrem unisce all'accusadi sé un amore per i fratelli cheegli non osa mai condannare,che non vorrà mai nemmenogiudicare, come non potrebbe

giudicare il Signore.Questa preghiera suppone il nostropeccato, ma ci dice come l'uomosia portato a non vederlo e a nonriconoscerlo, come nel suo egoismoegli si chiuda in un sentimento vivodi una sua presunta perfezione; edè per questo che l'uomo deve chie-dere prima a Dio la conoscenzavera del suo peccato, perché soloavendo questa coscienza l'uomoi mparerà ad non giudicare gli altri,dal momento che egli sente invecedi dover giudicare e condannare sestesso. Troppo spesso invece l ' uo-mo cerca piuttosto di giustificare sestesso e condannare i fratelli.Siamo cristiani non perché siamosenza peccato, ma perché sentia-mo di essere perdonati gratuitamen-te, e nel sentimento del nostro pec-cato noi ci apriamo allora con mag-giore semplicità e direi quasi istinti-vamente all'amore.Se Dio è stato così buono con noida non condannarci, come potre-mo noi condannare gli altri anchese all'apparenza potrebbe disturbar-ci qualcosa nella loro condotta ?Sempre ritorna il primato della ca-rità, e sempre al primato dell'amo-re rimane la condizione dell'umil-tà.

il padre

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Carissimi,vi scrivo con emozione, quella che provo quandomi sembra di capire che la Parola di Dio ci sta in-terpellando personalmente; sempre mi stupiscoquando succede, ma è sbagliato perché la SacraScrittura per noi cristiani dovrebbe esser più realedi tante altre parole; il difetto sta in noi che ascol-tiamo frettolosamente ed è proprio vero che dob-biamo imparare a "leggera la Sacra Scrittura inmodo diverso" (Notiz. Settembre 2000).Ero alla S. Messa lunedì 4 settembre e la primalettura (1 Cor. 2, 1-5) recitava così: "Anch'io fra-telli, quando sono venuto tra voi, non mi sono pre-sentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio consublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infattidi non sapere altro se non Gesù Cristo. Io venni inmezzo a voi in debolezza e con molto timore, e lamia parola e il mio messaggio non si basarono sudiscorsi persuasivi, ma sulla manifestazione delloSpirito e della sua potenza".E fin troppo ovvio il riferimento alla mia persona,Assistente Generale novellina che non può fare al-tro che fidarsi di Dio, ma quello che mi ha colpitoè l'accento sull'assoluta gratuità della fede.Mi sono chiesta infatti perché credo e l'unica ri-sposta possibile è stata: credo perché Dio mi hadonato la fede e con essa la Chiesa, i sacramenti,la Sacra Scrittura.Visto poi che il mio essere cristiana è imprescindi-bile dalla CFD dato che mi sono consacrata, alladomanda: perché sono nella CFD la risposta è stataesattamente la stessa. Il Signore mi ha chiamataqui, senza meriti, mi ha donato la Comunità e conessa la preghiera, gli incontri, i superiori, gli scrittidel padre, lo Statuto e le Regole.Il discorso riguarda tutti ,cosicché invito ciascuno ameditare su questo aspetto di gratuità, di dono. E

evidente che da ciò consegue una serie di com-portamenti esteriori e moti interiori che forse si de-vono rispolverare soprattutto dopo qualche annodalla consacrazione. L'entusiasmo e la gratitudineiniziali col tempo possono perdere un po ' di fre-schezza, ma il dono che il Signore ci ha fatto èsempre lo stesso, di una preziosità che speriamo dinon vedere solo quando sarà troppo tardi. E sem -

pre così: quando le cose le hai non ti sembranotanto importanti come quando le perdi; è la stessacondizione dell'uomo di essere ingrato, di dimen-ticare." Israele se tu mi ascoltassi! " Cerchiamo di nonabituarci mai, cerchiamo di costruire ogni giornola nostra fede, la nostra vocazione e quindi la CFD.La Comunità siamo noi e non è la CFD ad essereli mitata e imperfetta, ancora poco santa! Noi pos-siamo renderla bella e sempre più monastica cioèpiena di spirito di preghiera, la nostra, riscoprendoogni giorno la Liturgia delle ore, il Mattutino dellaResurrezione e l'Inno Acathistos, nei giorni prescritti;piena di amore fraterno sia verso chi ci è vicino,rinunciando un poco a noi stessi, sia verso chi nonconosciamo nemmeno, ecco il significato e l'im-portanza della preghiera litanica. Tutto senza trop-pa fatica però, perché riconoscenti al Signore deldono appunto gratuito che ci ha fatto. In pratica sitratta di vivere con molta semplicità pregando, par-tecipando alla vita di Comunità (incontri di grup-po, adunanze, ritiro..) nel rispetto della nostra siapur breve tradizione, cercando così di essere mo-naci nel mondo immersi nelle nostre realtà. E se sivive l'apatia, l'aridità, la stanchezza, la sofferen-za? Non fingere di non sentirne il peso, ma co-munque grati al Signore perché c 'è sempre chi inComunità continua a pregare anche per noi che inquel momento abbiamole braccia fiacche.Sono sicura che sentiamo tutti allo stesso modo, avolte però se qualcuno ci sprona apriamo gli occhie diciamo: è proprio vero!E appena cominciato il nuovo anno comunitario;facciamo qualche buon proposito, non come quan-do eravamo bambini, ma con la ferma decisionedi adempirlo." Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto ilsuo popolo".Saluto tutti con affetto e che il Signore ci benedicatutti.

Roberta Grandi

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umana, a tal punto che il Cristia-no vede già all ' orizzonte l'ultimagloriosa apparizione di Gesù.Questo testo è anche una prezio-sa testimonianza della fede dei pri-mi Cristiani (v. 14).

Prima e seconda lettera ai

TessalonicesiLa I e la II Tes. Risalgono al tempo dellamissione di Paolo in Macedonia e costi-tuiscono una fase intermedia nell'attivitàapostolica paolina, durante la quale eglisi spinge per la prima volta nel continen-te europeo. La tappa più importante delviaggio è Tessalonica, (l'odiernaSalonicco), capitale della Macedonia diorigine recente (315 a.C.), che raggiun-ge il massimo splendore in epoca roma-na nel 146 a. C. e dopo la battaglia di Filippi del 42a. C. ottiene una relativa libertà.L'apostolo scrive le due lettere tra il 51 e il 52 d. C.alla comunità macedonica, perseguitata dai Giudei,intenti a distruggere l'opera di Paolo, denigrare il suoinsegnamento ed accusarlo di orgoglio e viltà, ed in-debolita dalle attrattive pagane.Nella I Tes. senza dubbio autentica, Paolo si preoccu-pa di salvaguardare la propria vocazione apostolicae l'elezione divina dei Tessalonicesi di fronte a moltepersecuzioni. I passi più belli riguardano lasantificazione (4, 3-8), la carità (4, 9-12), la sorte deidefunti (4, 13-18) e il tempo della venuta del Signore(5, 1-1 1), Chiude la lettera un 'esortazione comunita-ria (5, 1 2-22). La Il Tes. Di dubbia autenticità, mettele persecuzioni in relazione con il giudizio di Dio e ilregno (l, 5-11), annunciati dalla manifestazionedell ' anticristo, al cui dominio pone fine l'apparizionedi Cristo. Il capitolo più interessante è il III, in cui Pa-olo si scaglia contro gli oziosi, che vivono dell'altruicarità, perché si ravvedano. Le due lettere non tratta-no sistematicamente problemi dottrinali, ci si limitaad esporre i dati elementari della fede e la polemicaantigiudaica vi compare in forma ancora primitiva.

Lettera a TitoLa lettera è indirizzata a Tito, delegato personale diPaolo a Creta, e rientra per affinità di contenuto tra lecosiddette "Lettere pastorali" insieme alle due letterea Timoteo. La lettera, scritta tra il 63 e il 67 d. C., è didubbia autenticità per differenze stilistiche e per unavisione gerarchica della chiesa assente nelle altre let-tere. AI centro della lettera si trova il cap. II, inerentealla manifestazione di Dio, capace di cambiare la vita

Lettera a FilemoneQuesta lettera rientra tra quelledella prigionia ed è un breve bi-glietto, senza dubbio autentico edi poco anteriore al 61- 63 d. C.,

che Paolo scrive a Filemone, un ricco cristianodi Colossi in Asia Minore. Rimandandogli loschiavo Onesimo da lui fuggito e pregandolo diaccoglierlo bene in quanto divenuto cristiano.La lettera inizia con la formula di saluto, cui se-gue un elogio della generosità di Filemone. Lapetizione a favore di Onesimo occupa la partecentrale dello scritto. Paolo parla dei titoli ne-cessari a chiedere la grazia, dell'età avanzata edella condizione di prigioniero, infine dell'amo-re paterno per Onesimo, nato in carcere. L 'apo-stolo non vuole imporre il suo pensiero aFilemone, ma a quest'ultimo non rimane cheaccogliere Onesimo, figlio spirituale di Paolo,come fosse Paolo stesso. L'autore tratta il pro-blema dell'accoglienza di uno schiavo nellaChiesa e dà indicazioni che riguardano la suapersonalità e capacità di associazione, la possi-bilità che un terzo si indebiti per suo conto el'affinità spirituale che elimina ogni discrimina-zione. Anche se Paolo stabilisce il principio diuguaglianza di tutti gli uomini, nel rimandare loschiavo al suo padrone si mostra leale nei con-fronti dell'impero e disposta ad accettarne lestrutture. La parte più importante della lettera èdata dalle parole con cui Paolo, mentre scrive aFilemone, si riferisce ad Onesimo: "fratello ca-rissimo in primo luogo a me, ma quanto più ate, sia come uomo, che come fratello nel Signo-re". Con questa parole infatti l'apostolo fa capi-re l'idea delle comunità cristiane sulla schiavitù.

a cura di Gabriele Dini

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- L'incontro tra Dio e noi nell'orazione parte dal si-lenzio. Dobbiamo imparare a distinguere due generidi silenzio: il silenzio di Dio e il nostro silenzio interio-re. Anzitutto il silenzio di Dio, più difficile da soppor-tare del suo rifiuto, poi il silenzio dell'uomo, in unacomunione più stretta con Dio di quella mediata daqualsiasi parola.

- Il silenzio di Dio di fronte alla nostra preghiera puòdurare solo per un attimo, o può sembrare che vadaavanti all'infinito. Il Signore rimase in silenzio di frontealle suppliche della donna cananea, e può fare lostesso nei nostri riguardi, con silenzi di maggiore ominore durata, che chiamano a raccolta le nostreforze e la nostra fedeltà, e ci conducono ad un rap-porto più profondo con Lui rispetto a quello che sisarebbe potuto realizzare se la via fosse stata facile.

- Vi è anche un silenzio dell 'uomo. Un incontro nonacquista spessore e pienezza finché le due parti checonvergono non diventano capaci di tacere l'una conl' altra. Il silenzio avvolge due persone che condivi-dono una certa intimità.

- Dio deve restare sempre al centro della nostra at-tenzione, perché il nostro raccoglimento può esserefalsificato in molti modi; quando preghiamo per qual-cosa che ci preoccupa profondamente... Pensiamodi essere in uno stato di raccoglimento autentico eprofondo, ma non è vero: al centro dell'attenzionenon c'era Dio, ma l'oggetto della nostra preghiera.

- Quando siamo coinvolti emotivamente, nessun pen-siero estraneo si intromette, perché siamo completa-mente dediti all'oggetto della nostra preghiera. Lanostra attenzione si dissolve repentinamente quandoci mettiamo a pregare per qualche persona o esi-genza; questo indica che nonera il pensiero di Dio a pro-vocare la nostra concentra-zione, bensì le nostre preoc-cupazioni umane.

- Questo non vuole dire chela sollecitudine per ciò che èumano sia senza importan-za, ma è indice del fatto che

il pensiero di un amico può ben di più che il pensa-re al Signore, e questo è un fatto significativo.

- Per poter pregare, dobbiamo trovarci in quella si-tuazione che definiamo "Regno di Dio". Dobbiamoriconoscere che Lui è Dio, dobbiamo arrenderci aLui. Dobbiamo preoccuparci della sua volontà, an-che se non siamo ancora in grado di compierla.

- Il più delle volte quel che perseguiamo attraversola preghiera, mediante quel profondo rapporto conDio che tanto desideriamo, non è altro che un nuo-vo periodo di felicità; ma non siamo preparati a ven-dere tutti i nostri averi per comprare la perla di gran-de valore.

- Come procurarci questa perla di grande valore? E'ad essa che si rivolgono le nostre attese? Avviene lostesso nei rapporti umani: quando un uomo e unadonna provano amore l'uno per l'altra, gli altri nonhanno più la stessa importanza di prima. Quandoun uomo ha una donna al suo fianco, non è piùcircondato da uomini e donne, ma dalla gente.

L'amore e l'amicizia non crescono se non siamodisposti a sacrificare alcune cose per coltivarli, e allostesso modo dobbiamo essere pronti a mettere daparte tante realtà per assegnare a Dio il primo po-sto.

-

"Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, contutta l'anima, con tutte le tue forze". Non è facile.Possiamo amare Dio con tutte le forze solo se cidisfiamo deliberatamente di tutto ciò che non appar-tiene a Dio in noi; dobbiamo volgere costantementelo sguardo verso Dio sia nella preghiera - il che è piùsemplice perché in essa già siamo posti in Dio - che

nell'azione, cosa che richie-de un certo allenamento,poiché nel nostro agire sia-mo concentrati su obiettivimateriali e dobbiamo orien-tarli a Dio con uno sforzospeciale.

(tratto da: "La preghieragiorno dopo giorno ", di

Anthony Bloom)

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"Non mi toccare, perchénon sono ancora salito alPadre mio" (Gv. 20,1 7).Parole pronunciate peressere eternamente il tor-mento del suo amore.Non mi toccare ora chesono fra le tue mani;aspetta a toccarmi quan-do sarò salito al cielo.Strappati da me mentre ti sono presente; aspetta atoccarmi quando non sarò più sulla terra; allora tislancerai con tutta la tua forza. E come se dicesse:Consumati, spezzati il cuore con sforzi inutili.Ma non è forse come prendersi gioco dell'amoreparlare così?Ella non vede che Gesù se ne va e che propriodurante il tempo di questa assenza Egli vuole su-scitare nei cuori la sete più ardente. Si sente direche il tempo di correre a Lui e di cercar di toccarlosarà dopo il suo ritorno al Padre."Cercate - dice l 'apostolo- le cose dell'alto, doveè Gesù Cristo, seduto alla destra del Padre" (Col3,1). Ella corre, cerca, si consuma, si sfinisce, sistrazia il cuore nella violenza del desiderio. E allo-ra che l'amore privato di ciò che desidera, diventafolle e non può sopportare la vita. Maddalena, spin-ta e attirata, non può abbracciare Gesù che attra-verso le oscurità della fede, cioè può abbracciarepiuttosto la sua ombra che il suo corpo. Che fare?Ove rivolgersi? Non può fare nient'altro che gri-dare continuamente con la sposa: Revertere,revertere (Cant.2,17). Ritorna, o mio diletto, ritor-na! Ohimè non ti ho veduto che un istante, ritorna,ritorna ancora. Ah! Che io baci i tuoi piedi ancorauna volta! E tuttavia Gesù non ritorna; è sordo ailamenti e alla disperazione di un'amante così ap-passionata.Il Revertere della Sposa è il vero Cantico dellaChiesa, così come queste altre parole: Vieni avvi-cinati, mostrati, squarcia le nubi, sono il canticodella Sinagoga. Questa non l'ha ancora veduto;ma la Chiesa l'ha veduto, l'ha udito, lo ha toccatoe improvvisamente se ne è andato.

Ella aveva lasciato tuttoper lui. "Ecco - dicel'apostolo san Pietro -noi abbiamo lasciato tut-to per seguirti" (Lc.1 8,28). Gesù in seguitol'aveva sposata, accet-tando come dote la suapovertà e il suospogliamento. Subito

dopo averla sposata muore; e se risuscita è perritornare là da dove era venuto. Lascia la sua castasposa sulla terra, giovane vedova desolata, senzasostegno. Può forse ella far altro se non gridaresenza posa: Revertere, revertere? Ritorna, ritorna,o Sposo divino; affretta questo ritorno che hai pro-messo. Ecco perché il cuore della Sposa non cessadi sospirare il secondo avvento di Gesù Cristo, main attesa di rivederlo, ella si abbandona ai rimpian-ti.......Perché tutto questo mistero, se non perché Egli sicompiace nell'udire la voce e i sospiri di un amoreche geme? Così, l'intento di quel santo Sposo è ditenerci sempre desti nell'attesa, e, nell'attesa, sem-pre nel gemito di un continuo desiderio. La solaconsolazione che vuol darci, è di ripeterci conti-nuamente: "Ancora un poco - diceva alla Sinago-ga - e scuoterò il cielo e la terra e verrà il deside-rio dalle genti" (Aggeo 2, 6-7). "Ancora un poco -dice alla Chiesa - e non mi vedrete più, e ancoraun poco e mi vedrete" (Gv. 16,16). Quanto è dol-ce questa frase! Ma piuttosto, quanto è crudele! Achi parli, o Gesù Cristo? Pensi che parli a cuoriche amano? Tu conti per niente interi secoli di pri-vazione, mentre, quando ci si ama, gli istanti stessisono altrettante eternità. Poiché tu sei l'Eternità stes-sa, e non si contano più gli istanti quando si sa chein ogni istante si perde l'eternità intera...Tale è la condizione dell'amore dei viatori, ai qualiDio non si comunica che nascondendosi; non perappagare, ma per stimolare l'amore.

Bossuet(tratto da: "L'amore di Maddalena")

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Nel 1953 avevamo cominciatoa fare relazione al Centro, dellaloro vita comunitaria, le quattronuove sorelle di Viareggio. Lo sti-le sintetico dei loro scritti dà ilsenso vivo dell'inizio della vita delpiccolo gruppo: " Il padre si è re-cato all ' incontro del Gruppoviareggino ed ha detto ancoradelle cose belle e dolcissime: noivogliamo realizzare una comu-nione con Dio nella comunionefraterna, aprirci ad un amore so-prannaturale, stare insieme edaiutarci nella nostra vita spiritua-le e materiale. L'essere così inpochi ci fa gustare di più l'intimi-tà, la freschezza di questi incon-tri, che ogni volta si basano sullasemplicità, sull'apertura d 'anime.Essi non saranno mai in forza diuna legge che viene imposta eche soffoca lo spirito. Però il no-stro contatto deve avvenire nellapreghiera, la preghiera chiamaDio in mezzo a noi".Viareggio diviene luogo di ripo-so, d'intimità, anche per gli annia venire, anche per il padre...Nell'Ottava dell'Ascensione, fe-steggiando solennemente la con-sacrazione delle tre giovani (ledue Anne e Rosaria) il padre dis-se che è lo Spirito Santo la viache ci porta in Cielo, davanti allafaccia del Padre Celeste; il Con-solatore è la Luce, la via di uncammino a Dio che sarebbe pernoi impossibile se lo Spirito nonci parlasse nel cuore, non ci muo-vesse e spingesse. Dobbiamoessergli docilissimi. "Mossi dalloSpirito Santo" saremo davvero "Figli di Dio" (Rom. 8,14). E poi..." Si va al mare – scrive Vittoria –

sul molo per poterci inoltrare di.più fra i due azzurri: cielo e mare.Il sole splende riempiendo tuttodi luce–giusto complemento allagioia interiore!"E in occasione delle celebrazionidell ' estate del 1953 che Vittoriaannota per la prima volta unagrazia che in seguito molti altridella Comunità sperimentano:"Come rispondono bene a que-sti concetti le Lodi di Dio che noiabbiamo scelto... Veramente fe-li ce questa coincidenza della fe-sta della consacrazione con la li-turgia odierna..."Grazia liturgica, è questa coinci-denza fra la liturgia e l'esperien-za viva di coloro che vi parteci-pano. Grazia di cui la CFD èmolto ricca, così come è ricca digrazie bibliche individuali e co-munitarie. Le sorelle delle origininon ne erano consapevoli, mahanno trasmesso a noi il dono diuna testimonianza che confermaciò che spesso anche noi speri-mentiamo.Il 1 953 fu anche l'anno in cui

entrò fra le pratiche di preghieradella CFD il Mattutino della Re-surrezione: esso fu solennemen-te pregato a Lucca, davanti al-l'urna di S. Gemma Galgani, il1 7 maggio, a conclusione dellagloriosa giornata viareggina delletre consacrazioni.Dall'1 al 3 giugno il padre pre-dicò gli Esercizi a Venezia com-mentando il versetto di Giovanni"Dio è carità". Parlò dell'amoredi Dio: "Il messaggio cristianonon è altro che il messaggio del-l'amore di Dio per gli uomini –un amore infinito. L'amore di Dioè la gioia degli uomini – per noidella Comunità la gioia è la piùgrande virtù appunto perché vo-gliamo vincere il mondo con lagioia dell'amore....Se Dio ci haamato tanto noi pure dobbiamoamarci l'un l'altro. Il Suo amorelo porta nel cuore dell'uomo,dunque Dio vive in noi e noi vi-viamo con Lui una sola vita....Se riceviamo l'amore di Dio, Diocrea in noi l'amore per tutti gliuomini, l'unità con tuffi..."Gli esercizi predicati dal padrediventavano sempre più completi,più belli. Non c 'era l'abitudine dipubblicarli e divulgarli integral-mente alle sorelle, ma proprio apartire dal 1953 con gli Esercizipredicati dal 30 agosto al 2 set-tembre, la Libreria Editrice Fioren-tina cominciò a pubblicarli nellacollana "Documenti di Vita spiri-tuale". Il primo libro uscì nel gen-naio 1954 con il titolo: "LoquereDomine".Ma nel fecondissimo anno 1953un'altra importante meditazioneorientò i "figli di Dio" alla devo-

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zione del S. Cuore di Gesù. Il pa-dre disse che: "anche se la Co-munità non segue particolari de-vozioni, non può certo rifiutare ladevozione al S. Cuore, perchédevozione cattolica, e anche per-ché il nostro rapporto di figli alPadre non può essere vissuto chein rapporto di fraternità conl'Umanità del Cristo Figlio di Dio.Nella nostra devozione al S. Cuo-re noi vogliamo vedere il mezzoper giungere al Verbo. L'Umanitàdi Gesù è lo strumento per il qua-le la Divinità si mette in contattocon l'uomo e viceversa. II cuoredi Gesù fu un cuore umano che

fece giungere a noi l'amore diDio, amore che, divino in parten-za per il mistero dell'Incarnazio-ne diviene umano nel raggiun-gere l'uomo (per questo il padrepoté scrivere più tardi in Dallagrazia alla gloria: "Gesù è un Dioche ama con un cuore di carne "(p.86). " Dopo il peccato diAdamo l ' uomo si inclina alle cosesensibili, ama la carne, perciòl ' uomo ama Gesù, il Dio fattocarne. I cristiani fanno...del loroamore sensibile un mezzo di ele-vazione a Dio ...amore che bru-cia, che consuma... Anche la ver-ginità è potenza d 'amore...anche

umano – ne è anzi la glorifica-zione. Amore nuziale! E anchel'amore degli sposi, nel matrimo-nio, termina in Cristo. Se termi-na nella creatura non è santo.Solo l 'estasi può dare all 'amoreun 'espressione divina, ma l'esta-si dura poco. II nostro amore ver-so Dio è costante e si esprimesoltanto nella nostra vita conGesù, nella comunione col Cri-sto – ed è il rapporto con unuomo, con l'Uomo – Gesù.Amiamo dunque Dio, Gesù, colnostro povero cuore di carne!"

a cura di Bona Betti

Leggerete in questo Notiziario avvisi di fratelliaspiranti o consacrati di fuori Italia che vengonoda noi per conoscere sempre meglio la Comunità(in questi mesi: Valerie e Antony Dale, Brian eCaroline dall'Australia, poi padre Jude e Kingsleydallo Sri-Lanka). Ma non ci sono solo loro: cisono anche fratelli italiani che stanno andandoda loro.Benin - A fine novembre andranno in BeninLeopoldoeLina Nutini, della Famiglia di Firen-ze. Staranno a Parakou presso la casa delle no-stre sorelle circa un mese e mezzo. Passeranno làil Natale e il capodanno. Leopoldo e Lina sonouna coppia di sposi cinquantenni che si sono residisponibili per questa presenza in Africa. Cono-sceranno così la realtà locale dove sono inseritele nostre sorelle, conosceranno gli aspiranti cheda tempo camminano con noi, e saranno anzi conogni probabilità testimoni della loro consacrazio-ne, le prime storiche consacrazioni in terra afri-cana.

Australia- In gennaio partiranno per la lontanaAustralia quattro della Comunità: due di Bolo-gna e due di Palermo. Da Bologna sono Paolo e

Giovanna Andalò, da Palermo sono Maria Violae Caterina Margiotta. Sono i primi italiani dellaComunità che vanno in Australia. Si tratterrannolà un paio di settimane. Anche loro conosceran-no i nostri consacrati e aspiranti, entreranno incontatto con loro e con la realtà australiana.

Seguiamo con grande simpatia e preghiera que-ste visite dei nostri consacrati italiani nelle pri-me comunità all'estero. Vogliamo dire ai Nutini,agli Andalò, a Maria e Caterina che è come setutta la Comunità partisse con loro. Fateci farebella figura!L'uscita, la visita, l'incontro, sono momenti im-portanti. Non devono essere vissuti come vacan-za, ma come incontro di fratelli nel Cristo.Chi vuole dunque segnarsi per future visite, com-preso lo Sri-Lanka, si metta in nota.

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le, dura tre ore, tutti i giorni, tutto l'anno. E' infattipreceduta da due corone del rosario ed è seguitada un'ora di adorazione. Durante il giorno poi,mentre i locali lavorano, come è giusto che sia inogni famiglia e paese normale, i pellegrini prega-no. Si dicono rosari in continuazione e dappertut-to. Anche noi siamo entrati in questo clima: siamoandati sul monte dove la Madonna è apparsa laprima volta, siamo andati sul monte della croce,siamo andati nella Comunità di suor Elvira (doveabbiamo ascoltato la sconvolgente testimonianzadi ragazzi drogati che sono usciti dallatossicodipendenza grazie al rosario e alla riscopertadell'amore di Dio...) e sempre con il rosario in manoe sulle labbra. Abbiamo anche ascoltato le paroledella veggente Ivanka, gentilmente convocata pernoi da Adriana Lorè , ma anch 'essa pareva inseritain quel contesto di preghiera continua, e senza al-cuna parvenza o atteggiamento da persona di al-tro pianeta, e ci ha confermato nella necessità diascoltare l'unica voce che da quel luogo parla. LaMadonna chiede che tutti si conformino a quellavita, perché il resto lo fa Lei. E ce ne siamo accortiquando siamo andati da padre Jozo per la Messadel mio decimo anniversario: tutti i sacerdoti con-

Medjugorie, 7 ottobre 2000. Una delle veggenti di Medjugorie, Ivanka, mentresi incontra con il nostro gruppo (a destra: Adriana Loré)

I primi giorni di ottobre siamo andati in 32 aMedjugorie. I motivi erano diversi: l'inizio del grup-po CFD croato, il mio decimo anniversario di ordi-nazione sacerdotale, il pellegrinaggio in uno deiluoghi mariani più significativi di questo tempo, l'in-contro con Adriana Lorè. Tanti temi e tante impres-sioni, difficili da sintetizzare in poche righe.Tutto era partito come una visita di calendario ordi-naria: come vado in Sardegna, come vado inTrentino o dovunque si trovino i gruppi per le visitedella Comunità, così avevo segnato una visita aMedjugorie, dal momento che Adriana da tempoinvocava un incontro con i simpatizzanti presenti.Ma sotto vi era anche il misterioso richiamo perquel luogo e quella terra. Quando vi andai per laprima volta, quando ancora il luogo non era cono-sciuto e quando io sentivo che si stava formando inme la decisione di entrare nella vita religiosa, ri-masi fortemente colpito dallo spirito di preghierache animava tutta quella gente semplice e povera.Vidi che la loro ricchezza era il Signore e la pre-ghiera. Tornato a casa, capii in modo inequivocabileche la mia vita era già segnata: fu allora che co-municai in casa la mia decisione di entrare nellavita comune della Comunità. Così sentivo il desi-derio di tornare lì per ringraziareMaria della spinta decisiva avu-ta in quel luogo. Medjugorie in-fatti ha questo di bello: non c'èfanatismo, non c'è"fenomenologia" da curiosi, mac 'è una parrocchia piantata inmezzo ad un campo in cui daquasi vent'anni la Madonna dàistruzioni di vita cristiana. Iveggenti non ci sono quasi più:sono in giro per il mondo a testi-moniare quello che hanno vistoe sentito, ma c'è la gente del luo-go, cui si uniscono i vari pelle-grini da tutto il mondo, che fan-no catechesi continua. E che fan-no? Pregano. La Messa è il cen-tro. E la Messa, normale, feria -

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Le nuove aspiranti croate Josipha (a sinistra) e Ana (tra p.Serafino e Adriana Lorè).In basso a sinistra, Bona Betti

celebranti han-no sentito laspinta di pren-dere il microfo-no in mano edire che la sto-ria della lorovocazione èstata seguire lavoce di Maria,che in modi di-versi aveva toc-cato i loro cuo-ri; poi il restoper loro è ve-nuto di conse-guenza.Il Signore poiha condotto a noi Ana, Josepha, Marina,Mirijanae Blagica, cinque aspiranti croate che con AdrianaLorè formano il primo gruppo della CFD croata.Ho parlato con loro a più riprese, hanno conosciu-to i nostri, e abbiamo dedicato il gruppo alla Ma-donna " Regina della Pace". D'ora in poi chi dellaComunità andrà a Medjugorie farà i conti anchecon questo gruppo, che accoglierà i nostri comu-nitari. Anzi, la casa stessa di Adriano, dove cele-brai la mia seconda Messa, è ora un po' anche laCasa della Comunità. Adriano ospita le persone ei pellegrini (è anche la sua forma di sostentamen-to), ma porta il suo cuore di Comunità a coloroche vanno da lei.Abbiamo ricevuto anche la visita di padre Vito, unfrate del luogo (é stato in passato ospite per qual-che tempo a Casa San Gregorio) che ha tradottoin croato i libri del padre "Una madre tra noi","Questo è il mio testamento", "Meditazioni suAbacuc" e "Il mistero della chiesa nella liturgia " , eora sta iniziando la traduzione di "Meditazione sulli bro dell'Esodo " . Mi ha invitato ufficialmente apresentare in gennaio i testi del padre alla sua gentea Kotor, dove lui vive, in Montenegro. Sarò cosìmatto da andare in Montenegro a presentare i libridel padre in croato? Non so.... aspetto l'obbedienzadel padre, ma se mi dice di sì, io non mi tiro indie-tro. Tra i frutti di questo incontro, di questo sogno,

ci sono stati i votiperpetui nel Ilramo di Stefanoe Annalisa Colzidi Montemurlo,giovane coppiadi sposi, l'ingres-so in aspirantatodi Franco Nonese la moglie Inger,e l'inizio dellapreparazione aivoti di FrancoCarlino, eConcetto diSommatino.Giovani coppieche si orienta-

tono, a Dio piacendo, ai voti.... sono doni grandi.A Medjugorie si vive qualcosa di grande, che toc-ca nell'intimo. Sentivo e sento il desiderio di grida-re a tutti i miei fratelli della Comunità, a voi, chequi bisogna venire. Non so neanche io perché, masento che è così. Che occorre fare questo bagno dipreghiera, per dare alla Madonna di parlare e agi-re nei nostri cuori. Pregare tanto, come qui, non èche arare il terreno, renderlo friabile (la quantità dipreghiera conta assai di più di quanto non possia-mo pensare), poi è il Signore che deposita la Paro-la nel terreno arato, e questo attecchisce immedia-tamente e dà grandi frutti.Per questo motivo alla fine ho chiesto a tutti di ri-spondere a questa domanda: che legame c'è trala Comunità e Medjugorie? A turno hanno rispo-sto, e ho capito che il legame è profondo. E tra noic ' era la Bona, c'era Luciano Palandri, personemature, di quarant'anni di Comunità e non inclinia facili entusiasmi giovanili...Tuffi hanno capito che il legame è la preghiera.Ma non occorre parlare della preghiera o dire chesiamo una Comunità di preghiera: occorre prega-re. Pregare molto.Vivere Medjugorie è vivere una immersione vitale,per chi si lascia guidare docilmente è un 'esperien-za che tocca nel profondo. Provare per credere.

P. Serafino

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Annunciamo con gioia l'uscitadel Manuale in inglese, che haavuto un itinerario piuttosto lun-go di realizzazione, ma ora èuscito in piena regola. Tutti i no-stri aspiranti australiani e delloSri-Lanka lo possiedono già. IlManuale in francese è stato stam-pato già da tempo, e anche inostri del Benin lo possiedono.E' un dato di fatto: la Comunitàsi è aperta al mondo fuori dal-l ' Italia. Oltre i tre continenti (Au-stralia, Sri-Lanka e Benin) deiquali già da un paio d'anni siparla, altri fatti si aggiungono, enoi li riceviamo meravigliati e stu-piti, perché non facciamo nullaper crearci nuovi spazi: viviamosecondo quello che succede.In questi ultimi due mesi cosa èsuccesso di nuovo? In ottobresono stati a Casa San Sergio JoséArturo e Luz Marina, una coppiadi fidanzati (prossimi sposi in di-cembre) della Colombia. Sono inItalia anche per altri motivi, masono venuti alla Casa Madre conil preciso intento di conosceretutto della Comunità. Arturo ave-va incontrato in passato un mem-bro della Comunità, che gli ave-va dato informazioni di massima,aveva poi tradotto un depliant inspagnolo e ne aveva parlato conil proprio vescovo in Colombia.Sono entrati in aspirantato aCasa San Sergio il 17 ottobre,giorno di Sant'Ignazio diAntiochia. José Arturo ha studia-to teologia, mentre Luz Marina(che vuol dire "Luce del mare") èingegnere. José Arturo ha scrittotre anni fa un libro sulla preghie-ra biblica, e Io ha dedicato al

padre Divo Barsotti, che conosce-va e stimava attraverso i libri. Oraha iniziato la traduzione in spa-gnolo del Manuale.Sempre dall'America latina è ri-tornata fuori la nostra ValeriaPires, brasiliana, che ci mandalettere per dirci che sta creandomovimento a Riberao Preto (SanPaolo). Anche lei sta venendo inItalia, dove si tratterrà per qual-che tempo per prendere accordimigliori al fine di avere un grup-po della CFD in Brasile. Sta tra-ducendo il libro "Dalla grazia allagloria" in portoghese, che verràpubblicato da una casa editrice.cattolica brasiliana. In BosniaHerzegovina vi è già un gruppo,formato da una consacrata e cin-que aspiranti, tutte croate (comeleggerete altrove in questo Noti-ziario). Si ritrovano regolarmen-te, e fanno l'incontro un po' inli ngua italiana e un po ' in croato.Pure lì c'è un traduttore, padreVito, francescano, che di suaspontanea volontà ha già tradot-to in croato quattro libri del pa-dre, che si possono acquistarenelle librerie religiose croate.In ultimo vi è stato l ' ingresso inaspirantato di Inger Nones, laquale vive in Italia da trent'anni,dopo il matrimonio, ma è svede-se. E' la seconda svedese dellaComunità, dopo Siv di Roma, ein loro sentiamo di essere parte-cipi dell'eredità di questa terra,un tempo assai vicina alla Chie-sa e culla di grandi santi (bastipensare a santa Brigida).Non è questo il luogo per affron-tare il discorso della loro forma-zione e conoscenza della Comu -

nità. Coloro che sono andati inAfrica, Sri-Lanka e Australia e chehanno visitato queste giovanissi-me Comunità ci raccontano coseveramente mirabili, di come loSpirito agisca e lavori, anche coni nostri poverissimi mezzi umani.Ciò che preme dire ora è la con-statazione di questi fatti, che dob-biamo non solo conoscere, maanche constatare come "storia"che il Signore scrive nella nostraFamiglia. Sta succedendo questo.Questo è ciò che anche noi dob-biamo vivere. Come? Nella pre-ghiera, nella lode, nel ringrazia-mento, nella piena accoglienza.La nostra disponibilità e collabo-razione deve essere piena a tutti ilivelli, dal primo al quarto ramo,con la preghiera e, appunto, lagioiosa accoglienza.

Copertina del manuale della CFD ininglese.

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Nella Famiglia della Sicilia Orientale ci sono bentre croniste (una è chi scrive), che però non hannola... penna facile. Strapazzate benevolmente (manon troppo) dalla neo-Assistente, Fernanda Spena,Cettina, Cristina ed io abbiamo deciso di svolgereil nostro incarico con maggiore impegno.Per la Famiglia si apre quest 'anno una nuova pa-gina; tuttavia prima di cominciare, sento di espri-mere il pensiero di tutti nel ringraziare GiuseppeItalia, Assistente uscente, per il lavoro svolto negliultimi sei anni. Ci ha guidati con amore e fraternadolcezza ed è stato un fermo punto di riferimento.Ringrazio Alessandra, sua moglie, e i piccoli (natinel corso di questi sei anni) a cui l 'abbiamo "ruba-to" un po'.L'anno 2000-2001 si apre con la nuova Assisten-te, Fernanda, che era stata la valida Vice di Giu-seppe. A lei rivolgo questo mio augurio. Buon cam-mino, Fernanda!II 1 6 settembre, all 'apertura dell'anno comunita-rio, è stato importante ricordare ciò che significa

essere consacrati nella Comunità, quali sono gliimpegni comunitari, lo spirito di sacrificio e di ob-bedienza che ciascuno di noi è chiamato ad incar-nare.Il Signore ha chiamato a sé negli ultimi anni tantifratelli e sorelle della nostra Famiglia e tutti sentia-mo il vuoto da loro lasciato. Abbiamo bisogno dicrescere nella fede e di adoperarci per riempiretale vuoto, per risvegliarci dal torpore e dall'indo-lenza che ci contraddistinguono.Hai detto bene Fernanda, la Comunità non è nél'Assistente di Famiglia, né il Responsabile dellaFormazione o il Piccolo Consiglio. Siamo tutti noi,uniti in Dio Padre, e se le cose non vanno bene è acausa dei nostri egoismi, delle chiusure e delle re-sistenze ad una piena conversione. Cara Fernanda,assolvere il tuo ruolo fra noi non sarà facile, ma ilSignore saprà guidarti. Grazie sin d'ora per la tuadisponibilità.

Angela e tutta la Famiglia della Sicilia Orient.

II 1 7 settembre ci siamo riuniti incasa di Vinicio Mini, nuovo Assi-stente di Famiglia, per dare ini-zio al nuovo anno comunitario.Oltre ai membri dei Gruppi di Li-vorno erano presenti alcune so-relle di Ripa, di Pisa ed ilgruppetto di Cecina. Da Lucca èvenuta Mariella, l'Assistente diFamiglia uscente, che nello scor-so triennio ha ben guidato la Fa-miglia della Toscana Occidenta-le, coadiuvata dalla nostra Pao-la Bulciolu.Anzitutto abbiamo rivolto un pen-siero grato al Signore per la na-scita della piccola Annachiara ed

abbiamo applaudito l'emozionotissimo nonno Vinicio (nonnaAnna Maria era ancora a Mode-na accanto a Mimma).

Vinicio ha poi comunicato l'ar-gomento delle adunanze dell'an-no (il monachesimo) ed ha letto ititoli proposti per le Adunanze. Inli nea di massima sono state fis-sate le date e comunicati i nomidei relatori (tutti volontari).Dopo le iniziali perplessità, è statodeciso di partecipare, il giorno 7ottobre, come CFD al Giubileodelle varie aggregazioni laicalipresenti in diocesi, in quanto sia-mo stati esplicitamente sollecita-ti dal Vescovo il giorno 14 set-tembre, dopo la S. Messa da luicelebrata per l'inizio del nostroanno comunitario.Saremo presenti portando cometestimonianza alcuni scritti del pa-dre, nei quali, come ha sottoli-neato il nostro Vescovo, trovano

prezioso nutrimento tanti cristia-ni anche al di fuori della CFD.Sarà il modo miglioreper far conoscere il nostro carisma di es-sere monaci nel mondo, stretta-mente uniti ai fratelli della vitacomune.Nella preghiera litanica abbiamoricordato i fratelli che non hannopotuto essere presenti all'incon-tro, gli aspiranti ed in particolareSusanna, che sabato 16, ha ce-lebrato il suo matrimonio conAlberto.

Bruna Moretti

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Tutti noi della Famiglia Emilia Orientale ci siamoritrovati in pellegrinaggio giubilare al Santuariodella Celletta di Argenta per iniziare il nuovo annocomunitario ed ottenere l'indulgenza.All'arrivo del pulmino di p.Serafino, stracarico disuore, c'erano i bimbi del gruppo S.Curato d ' Ars afare festa.Durante la meditazione, p. Serafino ha introdotto iltema della formazione di quest'anno – IImonachesimo – tracciando la via per raggiungereil Paradiso, nostra patria. Su questa terra infatti sia-mo in esilio ed ogni giorno dobbiamo distaccarcidalle cose superflue e modellare la nostra vita suquella di Gesù.Alle ore l l tutti in chiesa per la S. Messa, Giaco-mo ed Enrico, vestiti da chierichetti, hanno rappre-sentato all'altare tutti i nostri bimbi; di bimbi neerano presenti una dozzina. Chi in carrozzina, chinel passeggino e chi, più grandicello, a fianco deipropri genitori con il breviario in mano per la reci-ta delle lodi. Durante l'omelia p.Serafino ci ha par-lato della spiritualità monastica per coloro che vi-vono nel mondo, indicandoci cosa fare per resiste-re alle tentazioni che vogliono distrarci dal nostrocammino di santità.

Il 30 settembre la Famiglia Napoletana ha avuto ilprimo ritiro iniziando il nuovo anno comunitarioassistita e guidata da p.Paolo. Premurosa comesempre la presenza dell'Assistente di Famiglia Pla-cido Pucino, che pressoché onnipresente di è cura-to di ogni dettaglio, egregiamente collaborato dal-la consorte Maria Rosa e dalla Vice-Assistente Pa-ola Persico, che nell'occasione ha rinnovato i voti.P.Paolo, dopo averci aggiornato sullo stato di salu-te del padre, ci ha fatto una riflessione sul "Canticodi San Sergio " , richiamando la nostra attenzionesulla necessità da parte nostra della conoscenzadell ' azione trinitaria nella storia del Regno di Dio,in quanto battezzati e in quanto consacrati.Il dì seguente la riflessione di p.Paolo, ancora piùprofonda, è stata sulle categorie trinitarie, sul volo -

Ha citato diversi detti dei padri del deserto tra cuiquello di Doroteo di Gaza: "Nel nome di GesùCristo, figlio di Dio, sopporto " . Padre Serafino ciha invitati ancora ad un esame sul nostro giudiziointeriore "per poter vedere sempre il fratello congli occhi di Gesù; il monaco non giudica mai, pro-va immenso dolore per il fratello che pecca".Quattro le consacrazioni e precisamente due cop-pie di sposi. Claudia e Davide del gruppo S.Curatod'Ars, Lucia e Mauro del gruppo i S.Apollinare diRavenna; a loro si è unita Cecilia che ha fatto l'in-gresso in aspirantato.Conclusa la S.Messa ci siamo recati in una sala afianco della chiesa dove il nostro bravo Pietro ave-va fatto preparare il pranzo per tutti. Un interventodi suor Giacinta, ritornata nella sua terra dopo cir-ca due anni di assenza, ha commosso le consacra-te del Gruppo di Argenta alle quali ha rivolto il suograzie. Dopo la recita dei vespri p.Serafino ci hainvitati a vivere fraternamente nella nostra Comu-nità, ringraziando il Signore per il dono delle voca-zioni.L'affidamento a Maria e le preghiere per l'indul-genza hanno concluso la nostra giornata.

Alfonsina Albertazzi

re dell'Eucarestia che diventa vera comunione conil Cristo ed il Padre per l'azione dello Spirito Santo.Con la sua preparazione, p.Paolo ha chiarito an-che alcune perplessità ai presenti, sottolineando laduplice natura di Cristo e le sue due volontà, con-cludendo perciò sulla umana, perfetta e completasofferenza di Cristo nella passione.Il ritiro si è concluso con la Messa domenicale,durante la quale p.Paolo ha distribuito l'Eucarestiasotto le due specie, per la gioia di tutta l'assem-blea. Alla fine abbracci, saluti e promesse di rive-derci presto, ringraziandolo e ringraziando il pa-dre per avercelo inviato.II nostro ringraziamento e la lode a Dio Padre, Unoe Trino che tanto vuole e tanto permette.

Federico e Giovanna La Rana

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Aggiungo, a completamento della cronaca, le visi-te di p.Paolo a Ugo Frigerio a Lina Cuomo e aigenitori di suor Angela (che è in Benin). In questomomento in cui scrivo il pensiero va proprio al papàdi suor Angela, che si trova in ospedale aBenevento. Era nella casa di campagna e, non socome, è caduto nel suo giardino spappolandosi lamilza. Quella domenica mattina la figlia Maria eracon noi al ritiro di p.Paolo e, avvertita della cadu-ta, è dovuta andare via. Operato d'urgenza, Ora-zio ha avuto problemi a riprendersi (...) Ora è fuoripericolo e si avvia alla guarigione.Approfitto per completare la cronaca del mese. E'stato costituito il Piccolo Consiglio che si riunirà ilgiorno 23 del mese. Fruttuoso è stato l'incontrocon tutti i nuovi Assistenti di gruppo e sono già ini-ziate le mie visite nei gruppi. IL 14 ottobre si è te-nuta la prima adunanza sul monachesimo. Anto -

nio Luiso è stato un bravo relatore. Senza leggere,a braccio, se non per prendere periodi dal librodei Detti dei Padri del deserto, Antonio si èsoffermato sul significato di "creazione" e "mon-do". La creazione è buona, ma il mondo è sotto ilsegno del Maligno. Da ciò l'impegno dell'uomodi "fuggire" dal mondo per essere re della crea-zione, gustarla e offrirla a Dio stesso. "Fuge - tace- quiesce" è il programma dei monaci del deserto,e tale programma deve essere il programma an-che dell'uomo di oggi, della Comunità dei figli diDio, che ci diciamo monaci.Al mio ritorno dall'incontro degli Assistenti di Fa-miglia mi aspetta il pellegrinaggio della Famigliaall'abbazia di Cava dei Tirreni. Saremo una cin-quantina e ascolteremo l'esperienza dell'abate edel modo in cui vivono i monaci benedettini.

Placido Pucino

II mese di ottobre si apre con il duplice spettacolareincidente, per grazia di Dio senza conseguenze, deinostri prodi autisti: il primo è Serafino che tenta diraddrizzare una curva scendendo dal Sasso; aven -

do però lui - si sa - quattro angeli custodi, la "gika-ne" si conclude con un cerchione della ruota rovi-nato dall'urto contro la sponda opposta della stra-da. Poche ore dopo, sulla stessa curva, è la volta

di Shumi-Silverio a tentare la stessa operazio-ne; purtroppo per lui dall'altra parte stava ve-nendo su tranquilla una macchina in gita do-menicale: inevitabile il "crash" e la paura. Ri-sultato: la gloriosa Panda da gettare via. Unacosa s'è capita: il nostro agronomo e il nostroingegnere non erano forti in matematica, per-ché confondono ancora le rette con le curve,ma in compenso sono ben protetti in altre ealte... sfere (tanto per rimanere in tema).La Comunità si va internazionalizzando. Al rien-tro da Medjugorie ci raccontano che è entratain aspirantato una svedese e che sei sorellecroate hanno iniziato il gruppo CFD proprio lìa Medjugorie, e intanto al loro arrivo trovanoqui a Casa San Sergio Antony e Vai Dale diMelbourne. Lei è la Responsabile degli aspi-ranti della Delegazione Australiana, ed è ve-nuta in Italia per fare il punto della situazioneCasa San Sergio, ottobre 2000. L'ingresso in aspirantato dei

colombiani Josè Arturo Sierra e Luz Marina Fernandez

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dello Sri-Lanka, che concelebrava e si face-va tradurre l 'omelia del padre in inglese...incredibile... a colazione si parlava indiffe-rentemente inglese, singalese e spagnolo epadovano (che non è una vera e propriali ngua, ma dato che erano tra noi Cristian eMaria Elena di Monselice, hanno avuto gu-sto a confondere un po ' le acque con i loro"i go dito", "mi andarìa " , eccetera).L'avvenimento comunque centrale e più im-portante del mese sono stati senza dubbio ivoti perpetui di alcuni nostri fratelli: Stefanoed Efrem, per quanto riguarda noi di CasaSan Sergio, più Daniele e Antonio di CasaSan Gregorio. Giornata davvero grande, dicui leggerete cronaca a parte.I voti dei fratelli hanno portato anche deglispostamenti: Agostino è tornato alla Madon-na del Sasso, portandosi dietro Efrem; aCasa San Sergio arriva Martino - che ha lafama di sergente di ferro.... poveri noi! -mentre Stefano, il nostro maestro di musica,si trasferisce alla Trasfigurazione, dove aiu-terà Bernardo con i novizi. E così ora noi diCasa San Sergio siamo diventati in cinque:il padre, Serafino, Martino, Doroteo eSilverio. Ma, c'è da scommetterci, dureràpoco... Presto qualcun altro si aggiungerà.Chissà da dove... dalla Lapponia? dalTonkino? Dalle Isole Figi? E che lingua par-lerà? Vedremo gli sviluppi...

I fratelli di Casa San Sergio

Valerle Dale, (qui con il padre e il marito Antony) è venuta inottobre a Casa San Sergio per relazionare con il padre sull'an-damento degli aspiranti australiani. Valerle, che vive aMelbourne, è la Responsabile della Formazione degli aspirantiin Australia.

degli aspiranti australiani. Non c 'è che dire: dav-vero questi fanno le cose sul serio, se per questarelazione una si sciroppa un viaggio di diciottomilachilometri.... Dopo di lei è la volta di Josè e Mari-na, della Colombia: vogliono conoscere il padre ela Comunità. Alla Messa della mattina del 1 7 otto-bre fanno l'ingresso in aspirantato, leggendo laformula in spagnolo. In più c 'era anche padre Jude,

La consacrazione di Tatiana Donati a Cecina

- Con Tatiana abbiamo alle spalle cinquant'anni diamicizia: si può dire che abbiamo fatto le nozzed'oro dell'amicizia. Proprio per questa amicizia,quando io sono entrata in Comunità, desideravoentrasse anche lei: infatti cominciò a frequentare ilgruppo ed entrò in aspirantato, ma quando si trat-tò di consacrarsi ebbe delle perplessità perché eratimorosa di non essere costante, e rinunciò.

Quando io le comunicai che sarei andata al Giu-bileo a Roma con la Comunità, manifestò di volervenire anche lei, e fu possibile inserirla nel gruppodei partenti. Tatiana a Roma, conoscendo un cosìbel gruppo e i nostri fratelli-padri, manifestò il de-siderio di consacrarsi. Fu poi deciso che la consa-crazione sarebbe avvenuta con la venuta dip.Serafino a Cecina il 1 ottobre.Quel giorno, per la mia ansia di non svegliarmi,

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non mi svegliai, e così, avendo io il biglietto ferro-viario cumulativo , prendemmo il treno un'ora dopo,e dovemmo aspettare a Pisa un'altra ora per lacoincidenza. Arrivammo così a Cecina a mezzogior-

no invece che alla mattina. AI nostro arrivo, laS.Messa era già a metà, per cui non era più possi-bile procedere alla consacrazione. Potete immagi-nare la mia mortificazione, ma le altre e Tatiana

stessa mi confortarono. Dopo pran-zo, p.Serafino mi chiamò è mi dis-se che avremmo fatto la consacra-zione di Tatiana al pomeriggio du-rante i Vespri, in via del tutto ecce-zionale fuori dalla Messa per que-sta volta. Annarosa di Livorno ave-va portato la pergamena, e cosìpotemmo procedere alla consacra-zione.Tatiana ora è molto contenta delpasso compiuto e di far parte del-la Comunità e s ' i mpegna molto.Grazie Signore di averci fatto vive-re una così bella giornata.

Maria Vittoria Giannotti

Cecina (Livorno), 1 ottobre 2000. La consacrazione di Tatiana Barsanti, diSeravezza (avvenuta al pomeriggio fuori dalla Messa per scioperi di treniimprevisti...)

"Grandi cose ha fatto in me l'On-nipotente e santo è il suo nome".Mi vado ripetendo queste paroledella Vergine Maria che esaltanola grandezza del Signore. Senzaalcun merito, sono stata chiama-ta a servire il mio Creatore in "san-tità e giustizia". Durante il ritiro diottobre a Foggia ho emesso i pri-mi voti di secondo ramo nellaComunità; il Signore ha volutofarmi questo dono attraverso il suotenerissimo ministro padreSilvano, in occasione della suavisita in ottobre a San Severo eFoggia. Era il 7 ottobre, e non èstata trascurata una riflessionesulla preghiera mariana del Rosa -

rio. La soavità del nostro sacer-dote che ci parlava di realtà su-blimi (la Trasfigurazione delTabor), ci hanno indotti in un cli-ma di presenza di Gesù. Duran-te la S.Messa una nostra sorella,Lina di Muzio, ha iniziato il cam-mino di preparazione ai voti. Dalcanto mio, al momento di pro-nunziare la formula dei voti, sonostata sopraffatta dalla commozio-ne e non sono più riuscita a trat-tenere le lacrime. In quel momen-to ho ripensato alla chiamata delSignore, mi sono venuti in mentetutte le incertezze che hanno pre-ceduto il gran giorno, ho avutoti more delle difficoltà future... Al

termine della Messa ho ricevutoincoraggiamento da parte di tut-te le care sorelle presenti. Mettola mia vita nelle tue mani, Signo-re, tu che hai detto "lo sono lavita, la verità e la via".Ringrazio padre Silvano e la nuo-va Assitente di Famiglia LuciaD'anzeo, che con entusiasmohanno arricchito la nostra gior-nata facendoci crescere nel-l'amore.

Laura Ricci de Leo (Foggia)

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L'esordio di Paolo Canal come AssistenteGenerale.Nel mese di ottobre (11-15) la nostra Famiglia haricevuto la visita del nuovo Assistente Generale Pa-olo Canal, che ha potuto ricevere a Palermo un'ac-coglienza " calorosa " ... da ogni punto di vista! Ilnostro caro fratello veneto ha infatti qui trovato lecalde giornate di scirocco che ci riportano anchein autunno il clima più estivo; ma credo proprioche anche in ogni gruppo, che lui di volta in voltaha conosciuto, la temperatura sia salita decisamen-te; quella, intendo, del nostro amore per la Comu-nità e per la sua spiritualità monastica. Paolo si èmostrato infatti testimone convinto ed entusiastadello spirito della nostra famiglia religiosa, facen-doci riflettere sulla nostra identità e su quelli chedevono essere i punti fermi del nostro cammino,quali, tra gli altri, la preghiera del giorno, l'eserci-zio quotidiano del silenzio e dell ' ascolto, l'obbe-dienza, la conoscenza-meditazione degli scritti delpadre e dello Statuto, l'amore fraterno tra i com-ponenti del gruppo che deve perdurare e crescereanche al di fuori dell'incontro stesso. Ci ha invitatoincisivamente a considerare il grande privilegio cheabbiamo avuto nel poter conoscere il padre, nelfare parte di questa Comunità: preghiamo per sa-pere attingere sempre di più a questo "tesoro " cheil Signore ci ha fatto trovare! Sollecito e affettuoso,disponibile e aperto ai rapporti personali, Paolo ciha "tonificato" con le sue parole e il suo atteggia-mento; e sono contenta che anche lui abbia dettodi essersi sentito come a casa, di aver trovato innoi non un' osservanza passiva di ciò che compor-ta la nostra vocazione, ma una personale e spon-tanea volontà d'amare.Sabato sera, dopo l' incontro con alcuni gruppi, cisi è trovati insieme per un'agape fraterna nella "sto-rica" casa di Baida, dove Paolo è stato ospitato. E

infine la domenica ci siamo riuniti per l'adunanza,durante la quale Domenico lentile ci ha parlato inmodo efficace della contrapposizione tra le esigenzedel mondo secolarizzato e quelle del monachesimoche ci deve portare a vivere la radicalizzazione delnostro essere cristiani in un contesto "terreno " cheper tanti aspetti ignora o contrasta quella vocazio-ne escatologica dell' uomo che pure è avvertita damolte altre religioni. E la lotta non è solo fuori, maanche dentro di noi e vissuta da ciascuno in modopersonale, come abbiamo constatato grazie aglistimolanti interventi che sono seguiti alla relazionedi Domenico. In queste occasioni è davvero bellocondividere la propria esperienza di fede e riviverequella sincera dimensione "apostolica" della Chiesanascente, così come ci chiede il carisma"barsottiano " a cui dobbiamo essere fedeli. Ancheil momento del pranzo con la sua mega-tavolatadiventa un segno di questa unione comunitaria,nello spezzare il pane e nella preghiera".

Nel pomeriggio il Piccolo Consiglio e gli Assistentidi gruppo si sono riuniti intorno a Paolo per farealcune riflessioni sui nostri esercizi-spirituali, pren-dendo spunto dall'intervento di p. Serafino nell'ul-ti mo notiziario. Abbiamo quindi sottolineato l'im-portanza del silenzio, impegnandoci fin da ora auna partecipazione sempre più numerosa agli eser-cizi e a viverli nel modo più adeguato e fruttuoso.Purtroppo, poi, c ' è stato anche il momento deisaluti, soprattutto con il nostro Paolo che dovevapur tornare a casa propria. Ma sono fiduciosa, in-sieme a lui, del frutto che porteranno i semi chequesta esperienza di incontro ha lasciato nei cuorisia di chi parte che di chi resta. Grazie a Paolo,dunque, e anche a Colui che nella sua misericor-dia ci conduce per queste strade.

Rosa Maria Simeti

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Un lieto evento ha aperto il nuovo anno comunita-rio, nella famiglia di Palermo, un fiocco rosa è sta-to appeso a casa di Maria Concetta e Salvo Molara:finalmente è nata Martina!Ma non è stata questa l'unica novità per il nuovoinizio. La prima occasione per incontrarci è venutadalla ricorrenza delle nozze d'argento di Domenicoe Margherita lentile, che hanno voluto condividerequesta gioia con tutta la famiglia di Palermo: lafamosa casetta di Baida ha accolto tutti, prima percelebrare la Santa Messa e poi per festeggiare conloro fino a sera.II giorno dopo, domenica 17 settembre, ecco laprima attesa adunanza: una emozionata Lina Spil-la ha aperto l'incontro, iniziando così ufficialmenteil suo mandato di nuova Assistente di Famiglia. Ri-cordando le parole sentite dal padre a San Sergio,ha chiesto di essere una figura materna per noi, evista la sua esperienza di mamma di quattro figli,c'è da andare sul sicuro!Formati i nuovi gruppi, la parola è passata aDomenico, nuovo coordinatore delle adunanze, cheha tenuto lui stesso una meditazione che molto devefare pensare, ad inizio anno: è partito dalmonachesimo, dalle sue origini, dal significato dimonaco come unico e indiviso, per farci compren-dere come sia importante vivere la nostra vocazio-ne di monaci interiorizzando lo spirito delmonachesimo, avendo come unica disposizionefondamentale quella di aprirci a Dio, indivisi dallecose del mondo, nel mondo.

Celebrare un matrimonio alla Madonna del Sassotra un "lui" di Bologna e una "lei" di Oristano (Sar-degna) non è una novità assoluta (c'è già un pre-cedente), ma è comunque un evento che scuotesempre gli animi. Soprattutto se si considera che il"lui" non conosceva la "lei" fino a pochi mesi fa,ma ebbe la ventura di conoscerla in occasione del-l'incontro di preghiera di Capodanno. Come nellestorie che si raccontano, fu un colpo di fulmine, edopo poche ore si dichiararono e decisero che sisarebbero sposati. Alla faccia del colpo di fulmine.

Prima della Santa Messa c'è stato il tempo per unnuovo ingresso in aspirantato di Silvana Amato chegià da un po' desiderava entrare: preghiamo perlei.L'adunanza è continuata poi secondo i canoni, con" collatio" pomeridiana e con regali per EnzaArcoleo e Salvo Anselmo, che hanno terminato illoro incarico di Assistente e vice Assistente, e perDomenico e Margherita lentile. Lo Spirito Santo peropera di Vincenzo Scalia (lui stesso si definisce co-autore) ha confezionato tre bellissime icone: chi èinteressato è avvisato...Una grande armonia c ' è stata in questa due giornidi Baida, condita dalla allegria di una schiera dibambini: veramente preghiamo e affidiamoci alSignore perché sia sempre lui a guidarci.C'è stato un momento di incontro e scambio diopinioni che ha raccolto le diverse esperienze spi-rituali e comunitarie vissute dai consacrati duranteil periodo estivo (esercizi di Lecceto, di Siracusa,pellegrinaggio giubilare, Papa-boys, incontri concomunitari appartenenti alle famiglie delle varieresidenze estive, etc.). Infine la Comunità ha volu-to ringraziare i festeggiati con delle icone realizza-te grazie alla collaborazione dello Spirito Santo edi Vincenzo Scalia. Quest'ultimo per completarela bella giornata ha donato alla Comunità un di-pinto ad olio raffigurante il volto sofferente di Gesùcrocifisso.

Francesco Serina

Nove mesi dopo i due erano già davanti all'altare.La garanzia? Nessuna, naturalmente. O per me-glio dire, tutta: il Signore. Il quale non è un mitoarcaico o un qualcuno cui appoggiarsi solo nelmomento del bisogno, ma una Persona sulla qualecostruire, perché Egli è la Roccia.AI momento delle nozze, l ' unico ritardo della no-stra storia. Il matrimonio è alle ore 1 1.00, ma amezzogiorno la "lei" non è ancora arrivata. " lui"nel panico completo. Quando finalmente la sposain bianco arriva, i contorni spariscono e diventa

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Federico Ferrari e Alessandra Cannas, felicemente sposialla Madonna del Sasso (30 settembre)

festa in Cristo. Sì, in Cristo, e insistiamo su questo,perché i matrimoni o sono così, in Cristo, o sonocapanne senza fondamenta. II "lui" (dal punto divista della Comunità, aspirante) e la "lei" (consa-crata) finalmente dichiarano che fin dall'inizio han-no puntato tutto, ma veramente tutto, sull'Autoredella vita, sul Salvatore, sul Redentore, e voglionocontinuare a farlo. Anche le famiglie che li accom-pagnano hanno questo "background": sono duefamiglie della Comunità, con vari consacrati daambo le parti. Anzi, addirittura, Annamaria, la so-rella di "lei" si è consacrata alla Madonna del Sas-so il giorno precedente, con il marito Andrea. E'stato un regalo, un 'anticipazione, un momentogrande di grazia: consacrazione e nozze di duesorelle.La via Bologna-Oristano a questo punto rimaneaperta. AI Sasso Io sanno, e Martino ha già l'agen-da pronta per il prossimo matrimonio. Nessuno simeraviglia più. La cosa veramente bella è che au-mentano le coppie che si conoscono in ambitocomunitario e si sposano. Certo, questi hanno bat-tuto ogni record. Ma è un record che noi chiamia-mo record di fiducia. Auguri in Cristo, Federico eAlessandra I!

S.A.

L'Eucaristia centro della vita Canicattini Bagni,Esercizi spirituali

- Dal 23 al 27 agosto si sono svolti, presso il Semi-nario Arcivescovile di Canicattini Bagni (SR), gli eser-cizi spirituali in Sicilia (forse i più " caldi" nella storiadella Comunità), spiritualmente guidati da padrePaolo e logisticamente organizzati da Salvatore Ita-li a di Siracusa (che ringrazio a nome di tutti i parte-cipanti per essersi "prodigato" fino alla fine percercare di risolvere ogni tipo di "difficoltà" che viavia andava presentandosi). Oltre a Paolo, della vitacomune erano presenti padre Bernardo edEfrem. All'arrivo abbiamo trovato fratelli e sorelledella famiglia di Palermo, Caltanissetta, Sommatino,Firenze, Milano e, naturalmente, Siracusa. Dopoesserci sistemati (con un po' di difficoltà) nelle stan-ze ed aver cenato, ci siamo riuniti in un saloncino

dove Paolo ha "ufficialmente" aperto gli esercizicon la lettura di un brano della "Vita e detti deiPadri del deserto", da dove traspariva la necessitàdi fare silenzio in noi, per ascoltare la Parola diDio, per attuare una vera conversione di vita. E'importante sottolineare il programma di tipo "giu-bilare" di questi esercizi: alle meditazioni di Paolo,sul tema dell'Eucaristia, si è affiancato il lavoropersonale di ognuno per una revisione di vita checonducesse ad una conversione consapevole.Questo lavoro era costituito da personali medita-zioni quotidiane che si incentravano su diversi temi,a seconda del giorno: giovedì, i benefici ricevutida Dio (confessio laudis); venerdì, le nostre infe-deltà (confessio culpae) e le nostre croci; sabato,la nostra vocazione: come vivo la Comunità? Esa-me e propositi. Queste meditazioni erano aiutate

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da brani della Sacra Scrittura e trovavano la loro"sintesi" nel rosario serale, guidato da Efrem, cheogni giorno, dopo Compieta, recitavamo all 'aper-to. Efrem, infatti, attraverso la lettura di brani e ri-flessioni sul tema dei misteri gaudiosi, dolorosi egloriosi ci ha invitato a "confrontarci" con la vita diMaria e di Gesù e, quindi, a riconoscere maggior-mente i doni ricevuti da Dio, le nostre infedeltà, ilmodo di affrontare la sofferenza e il modo di vive-re la vocazione di figli di Dio. Oltre che il temadegli esercizi, l'Eucaristia è stata al centro dellanostra giornata, strutturata attorno a due momenti"fondamentali": la S.Messa (prima del pranzo) el'adorazione eucaristica (prima della cena). Il Tem-po, da santificare col silenzio, l'ascolto e la medi-tazione personale, era dedicato all'Offerta, (nellaprima parte della giornata, fino al momentodell'Offertorio durante la S.Messa, in cui ognunodonava consapevolmente ciò che era scaturito dalleproprie meditazioni), ed il Ringraziamento (che ini-ziava con la partecipazione alla Santa Comunionee che impegnava ognuno al rendimento di Grazie,cioè a ri-donare il Figlio al Padre attraverso tutti inostri pensieri, tutte le nostre parole e tutte le no-stre azioni, nel medesimo atteggiamento di cuoredel Cristo che si dona totalmente al Padre per i

fratelli). E' da segnalare la presenza di un gruppettodi bambini che hanno "accompagnato" i genitoriagli esercizi e che hanno, anche loro, avuto, tra ungioco e una passeggiata, la possibilità di vivere deimini-esercizi sotto la "pedagogica" guida di padreBernardo. I "fratellini" sono stati perfettamente al-l'altezza della situazione rispettando anche a tavo-la il "famigerato" silenzio. I momenti di ricreazio-ne, tra la cena e la completa, hanno visto riunitigrandi e piccoli in giochi impegnativi come "Ai-cichiciai-cichiciai-pof-pof " e palla prigioniera (cheha visto affrontarsi la squadra dei "senza occhiali"e quella dei "con gli occhiali"). La sera del venerdìabbiamo potuto festeggiare, con una azione "a sor-presa", il compleanno di Maria Giovanna (dettaMary Jo), di cui abbiamo appreso il giorno dellanascita la mattina alla S.Messa (dedicata, tra l'al-tro, a suo marito Giuseppe e che ha visto anchequalche momento di commozione). Oltre al tradi-zionale "tanti auguri a te", in italiano e in inglese, i

ragazzi presenti hanno realizzato un "balletto",preparato nel pomeriggio, costruito sulle notedella famosa canzone "Diana" il cui testo è statoriveduto e corretto per l'occasione.Nel pomeriggio del sabato è arrivata la lieta no-tizia della nascita di Martina, figlia di Salvo e MariaConcetto Molara di Palermo. La notizia è stata"resa pubblica" da Paolo subito prima di iniziarela meditazione pomeridiana. A cena abbiamoanche fatto gli auguri ad Alessandra D'Angelo,poiché faceva l'onomastico. Dopo la Compieta,al posto del Rosario (spostato all'indomani), ab-biamo fatto una " collatio" per mettere in comuneesperienze, dubbi, risposte e fare una sintesi deitre giorni passati. Mentre si parlava è arrivatoGiuseppe Costanzo, vescovo di Siracusa, chesarebbe rimasto lì qualche giorno per organizza-re la festa di tre giorni della Madonna delle Lacri-me a Siracusa. Appena giunto tra noi si è interes-sato di chi eravamo, da dove venivamo e di quel-lo che stavamo facendo e dicendo. Poi ha chiestoa Paolo e Bernardo notizie del Padre e di Serafinoe li ha incaricati di portare loro i suoi saluti. Dopoaver recitato insieme un'Ave Maria, ci ha lasciati,scusandosi dicendo che doveva ancora "sistemar-si", mentre noi abbiamo continuato la collatioconcludendo poi con la recita dell'Angelo di Dio.[indomani, domenica, dopo aver fatto colazioneci siamo sistemati nelle macchine e siamo partitialla volta di Siracusa. II pellegrinaggio giubilareha visto come prima tappa la Casa "dellalacrimazione", dove è avvenuta, appunto, lalacrimazione del quadro della Madonna. Qui ab-biamo incontrato il signor lannuso, padrone dicasa, che ha passato quasi tutta la sua vita fa-cendo servizio al santuario, che ci ha raccontatola sua storia e quella del miracolo. Siamo staticolpiti dalla semplicità e dall'umiltà di quest'uo-mo (che riteneva di essere una persona normalis-si ma come tutti, ma consapevole che il Signore ela Madonna avevano chiesto la sua totale dispo-nibilità), nonché dalla sua fedeltà. Abbiamo così,davanti il quadro della Madonna (una copia, poi-ché l'originale si trova dentro il Santuario), fattol'Atto di affidamento a Maria, dopodiché, reci-tando il Rosario guidato da Efrem, ci siamo reca

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ti, a piedi, al Santuario, dove abbiamo partecipatoalla S.Messa celebrata da Bernardo e concelebratada Paolo e da un sacerdote locale. Subito dopo cisiamo recati in una delle cappelle laterali dove unaguida ci ha mostrato il reliquiario contenente deipezzi del fazzoletto con cui sono state asciugate lelacrime fuoriuscite dal quadro ed alcune lacrimecristallizzate. Davanti a questa preziosa reliquia,Concetto di Palermo ha fatto il proprio ingresso inaspirantato, tra lacrime di commozione (per resta-re in tema).

Ringraziamo il Signore per questi " intensi " giornidi grazia e invochiamo la Misericordia di Dio e l'in-tercessione del cuore Immacolato di Maria perchéciò che abbiamo appreso e vissuto durante gli eser-cizi possa alimentare realmente il nostro rapportod'amore con Dio e con gli uomini in una dipen-denza sempre maggiore dalla Santa Eucaristia pervivere sempre più intensamente il mistero dell'ado-zione filiale nella quotidianità della vita di tutti igiorni per essere per Cristo, con Cristo e in Cristolode del Padre. Amen.

Marco Valenti

P.Thomas Spidlik a Casa San Sergio. Incontro veramente interessante a fine novembre a CasaSan Sergio con il grande conoscitore della spiritualità dei padri orientali p.Spidlik . Ha parlato di" La preghiera del cuore " (il suo intervento sarà sbobinato e diffuso).

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"Novecento anni fa siamo stati battezzati da SanVladimir nel nome della Trinità feconda e non dal-l'unità sterile e l'idea russa non può consistere nelnegare il nostro battesimo" (V.S. Solov'èv, Il pro-blema dell'ecumenismo). Allo stesso modo possia-mo dire che tutta quanta la realtà è stata creatadalla Trinità feconda e di essa porta l'impronta.Ogni cosa procede dalle relazioni divine e dallemissioni divine, anche la liturgia che rimane un attodelle tre Persone Divine. Il Verbo loda eternamentenello Spirito il Padre che eternamente lo genera; ilCristo loda e si dona al Padre nello Spirito Santocome risposta al suo eterno amore. Solo nel cultoliturgico il cristianesimo possiede e conosce la suacomplessa unità; nel culto possiede la sua dottrinae la sua vita. lnsegnamento teologico, azione apo-stolica della gerarchia e vita mistica dei credenticonvergono verso la liturgia che è l'espressionemassima della vita della Chiesa. Il Mistero cristianonon è solo trascendenza di una verità, ma anchetrascendenza dell'azione di Dio nel mondo. Il Mi-stero prima di essere segreto come verità, è segre-to nella sua attuazione. Dio si rivela e si dona nelCristo. Ma si rivela nella sua incomprensibilità e sicomunica come essere incomunicabile. Scrive ilpadre: "Se l'Eucarestia realizza quest'immanenzadi Dio nell'uomo (" lo in voi, voi in Me", parentesimia) dona a noi anche l'esperienza più viva e dram-matica dell'Alterità di Dio... s'impone all'uomo intutta la sua grandezza, in tutta la sua maestà inuna presenza reale che distrugge la stessa sostan-za del pane e del vino, sotto i cui segni Egli rimane.Nulla come l'Eucarestia per l'uomo è vocazione aun infinito trascen-dersi, nulla piùdell'Eucarestia è perl'uomo esperienza diuna sua povertà es-senziale. Dio è al dilà ed è qui, Dio ti tra-scende, è Altro datutto ed è anche pre-sente. L'Eucarestia èPresenza ed èAlterità " (D. Barsotti,"Il Mistero della

Chiesa nella liturgia" pp. 110-111). Per questo ilMistero si può conoscere in modo sperimentalenella misura in cui il Mistero ci afferra, ci abbrac-cia, ci chiude e ci sommerge nella sua profonditàsenza fine. II Mistero è Cristo, il Mistero di una co-munione intima e assoluta fra Dio e l ' uomo che siopera nel Cristo, solo in Lui Dio e l'uomo sonoeternamente uno. La comunione si estende a tuttal'umanità, anzi verso tutto il mondo creato. La litur-gia è il realizzarsi del Mistero unico, immenso chefa ed è l'unità di tutte le cose, per questo la liturgiaè un atto di Dio , ma anche un atto dell'uomo,consapevole e libero (cfr. i primi capitoli diD.Barsotti, "Il mistero cristiano e l'anno liturgico " ,cit. ).La creazione, la storia, terminano nella litur-gia che rimane l'atto supremo del Cristo, l'azionepiù alta e più efficace che la Chiesa compie. Conla liturgia c 'è un cominciamento di una nuova cre-azione ( cieli nuovi e terra nuova ) che trova il suocompimento nella manifestazione definitiva di Cri-sto nella gloriaLa liturgia è essenziale alla vitamonastica in quanto la vocazione del monaco adessere uno col Cristo e con tutti gli uomini si realiz-za pienamente nel mistero liturgico. La liturgia èCristo che prega e che fa presente il suo atto dimorte e di gloria per la vita del mondo; la liturgia è'la Chiesa che in Cristo prega e in Lui offre al Pa-dre il sacrificio unico del Christus Totus, il capo e lemembra. Nell'articolo precedente ho scritto che laspiritualità del monaco è la spiritualità dell'ascol-to, in quanto nella parola di Dio ha il suo fonda-mento la comunione dell'uomo con Dio; infatti laParola nel V.T. è profetica, prepara la venuta del

Messia; nel N.T. re-alizza la sua pre-

senza, infine l'Apo-calisse rivelandoquesta presenza re-alizza la fine di tut-to. Scrive il padre:"La rivelazione su-prema comunquetrascende la paroladei libri ispirati: èCristo medesimo, ilVerbo fatto carne: La

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mistica nei monaci è sempre un contatto vivo con ilCristo nella sacra liturgia, in un modo sovrano nel-la Santa Messa. Nella celebrazione eucaristica nonsi fa presente Gesù senza la presenza del monaco,sacerdote e unica vittima con Cristo Signore" (D.Barsotti, "Monachesimo e mistica", pp. 48-49).Proprio perché la liturgia è atto di Dio e atto del-l ' uomo si compie la missione profetica, regale esacerdotale del Cristo e del suo mistico corpo. Gesùè la suprema rivelazione del Padre, nella liturgiaassumendo ogni uomo e gli elementi del modo conil suo amore prende possesso di ogni cosa e tuttooffre al Padre associando la Chiesa in questa of-ferta del sacrificium laudis. "La chiesa terrestre ècome il misterioso ingresso del mondo visibile nelmondo invisibile...è il passaggio, è laPasqua... Nell'atto liturgico si fa presente tutta laChiesa del cielo: Dio, la Vergine, gli Angeli, i santi,gli apostoli...nella liturgia l'uomo supera la suasolitudine, vince l'inerzia dello spazio e del tempo,rompe gli stretti confini nei quali è chiuso, entra incomunione con Dio...solo la liturgia ci libera, solola liturgia ci salva. Ci salva infatti il mistero dellacroce che è la suprema liturgia " (Vademecum, pp.39-40). La liturgia compie tutto ciò nella misura incui partecipiamo al Mistero: "non soltanto perchérispondiamo al sacerdote ma perché entriamo ve-ramente in una azione che è l'azione della Chiesa,l 'azione del Cristo. Ecco perché Gesù ci esorta astabilire la comunione con il fratello che è statooffeso prima di fare la nostra offerta all'altare eS.Paolo ci esorta alla riconciliazione con i fratelliper evitare che la partecipazione alla liturgia si cam-bi in una nostra condanna. Scrive il padre: "Senzala partecipazione al Mistero e perciò senza la Mes-sa non c 'è l ' uomo e non c'è neppure Dio. Da unaparte l'inferno: il vuoto spaventoso di una eternitàsenza Dio. Dall'altra la Trascendenza infinita di unDio che non ha alcun rapporto con il mondo"; orainvece, "tutto in Lui è già stato scontato e reden-to... Tutta la malvagità dell'Inferno non può piùnulla contro Gesù: proprio perché tutta si è aggra-vata, si è rovesciata sopra di Lui, tutta Egli l'ha di-strutta nella sua morte" ("Il Mistero cristiano e l'an-no liturgico" pp. 24-25 ).Che rapporto ha la litur-gia

con noi che siamo monaci nel mondo? L'operadell ' uomo è in ordine al sacrificio. Al dono di Cri-sto che il Padre ci ha fatto deve corrispondere ildono che il mondo fa del Cristo al Padre. Attraver-so l'uomo il Cristo entra in possesso di tutta la cre-azione per riconsacrarla, per associarla alla sualode e portarla al Padre. Ogni atto dell'uomo èatto sacerdotale, atto liturgico, prolungamento dellamissione del Cristo. Nella partecipazione alla litur-gia trova il contenuto suo ultimo l'attività del medi-co che cura i malati, l'attività dell'insegnante, l'at-tività dell'artista che crea, l'attività degli sposi chesi amano e danno la vita, l'attività di chi studiacercando la verità, l'attività di chi soffre, di chi spe-ra e di chi ama, la mano aperta del povero e di chidona con gioia, il sofferente e il malato terminaleche viene associato alla pazienza e al grido di Cri-sto sulla Croce. Si può riassumere dicendo che laliturgia è una eterna lode di Cristo e della Chiesaal Padre per la creazione e per la redenzione e unmemoriale che fa presente all'uomo di oggi che vipartecipa le grandi opere di Dio.

Pino Guarnieri

Bibliografia: Costituzione sulla Sacra Liturgia"Sacrosantum Concilium"; Catechismo della Chie-sa Cattolica; D . Barsotti, "Il Mistero cristiano e l'an-no liturgico " , Ed. LEF (reperibile alla Fondazione)ld,Teologia e liturgia, Libr. Ed. Fiorentina; ld , Il Miste-ro della Chiesa nella liturgia; Libr. Ed.Fiorentina; Vademecum , pp. 33-42; Circolari , IV°vol. pp. 181-3;S. Caprini, Il contributo di d.DivoBarsotti al movimento liturgico, in (a cura di)S.Tognetti, G.Guarnieri, L.Russo, "Cerco Dio solo",ed. Dehoniane, BO.

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Quando nasce san Benedetto (a Norcia verso il480), il monachesimo è già molto diffuso in Occi-dente; ma con questo santo il monachesimo ac-quista una forma precisa, una forza nuova che poténon solo salvare l'Occidente dalla distruzione deibarbari, ma anche conferire ad esso una ripresaed una vita dalla quale sono derivati i valori chesussistono ancora oggi. Ci furono, certo, all'iniziotentativi, crisi, fallimenti, lotte, ma poi a poco apoco si affermò la personalità di questo monacoche con l'equilibrio e la tempra latina attrasse a séla maggioranza viva e sana del suo tempo. Eglicominciò con la vita eremitica, ma ben presto furicercato da coloro che vedevano in lui una guidasicura e si cominciò a costruire e ricostruire quelloche i barbari avevano distrutto, rivalutando la fati-ca manuale che dal mondo romano, per secoli,era stata spregiativamente considerata opera daschiavi.Nel 529 i monaci di san Benedetto di stabilisconoa Montecassino dove nasce il primo grande mona-stero. Pur essendoci in Italia la guerra tra reTeodorico e l'Impero d'Oriente, lassù c'è una gran-de pace e tanta fraternità. I monaci costruisconogradualmente l'oratorio, la biblioteca, il dormito-rio, il refettorio, la foresteria, il forno, il mulino, lamensa, le officine, l'orto e il cimitero. La grandenovità, la vera e duratura rivoluzione non sta nelmonastero, ma nella Regola data da Benedetto eche molto rapidamente governerà la vita e l'attivi-tà di-migliaia di monaci in tutta l'Europa.Il "nuovo modo di essere monaci " , indicato da sanBenedetto, si basa su tre principi fondamentali eduguali per tutti. II primo è la "stabilitas" contro imonaci girovaghi: chi sceglie liberamente di en-trare in una comunità monastica, dovrà vivere sta-bilmente lì, nel lavoro e nella vita fraterna; il cenobiosarà la sua famiglia per sempre. II secondo princi-pio riguarda "l'orario". Benedetto rivaluta il tempoche è parte della vita, dono di Dio e perciò non vadisprezzato né dissipato, ma tutto utilizzato al ser-vizio del Signore. E dunque ci sono disposizioniprecise, scadenze puntuali in ogni momento dellagiornata per la preghiera, la lettura sacra, il lavo-ro, il riposo. II terzo principio riguarda l'assoluta"uguaglianza " per tutti nei diritti e doveri, in una

situazione di guerre e di odio e più largamente inuna Chiesa lacerata da scismi e minacciata dal-l'individualismo spirituale; egli domanda di segui-re Cristo, rinunciando alla propria volontà per co-stituire una famiglia concorde che non anteponenulla all'adorazione del suo Signore. Benedetto ri-chiama non solo i suoi monaci, ma tutti gli europeial lavoro, all'impegno; egli invita a rifare, a rico-struire nel clima di disfacimento generale di quelloche fu l'Impero d'Occidente.II principio di autorità è rappresentato dall'abate,ma accompagnato dalla fraternità e dalla dolcez-za, che rendono l'obbedienza più leggera ed an-che lieta.Infine il monastero non deve essere un luogo diautorelegazione per pochi, ma un centro di acco-glienza in cui trovano aiuto e asilo i pellegrini, gliaffamati, i ricercati politici, i contadini fuggiaschidavanti agli eserciti e ai predoni. La preghiera ce-lebrata coralmente negli uffici cantati più volte algiorno attira i cristiani che vi partecipano con fer-vore, mentre i monaci sostengono la vita dellaChiesa con il loro realismo evangelico.Fra i quattro santi che la nostra Comunità ha sceltocome guida spirituale c 'è anche un monaco: sanBenedetto al quale il padre fa continuamente rife-ri mento nel suo insegnamento ed il libro "Ascolta ofiglio", pubblicato nel 1965, è il commento al pro-logo della Regola benedettina. Inoltre fra i reso-conti è facile notare quanto spesso il padre abbiamesso in risalto la nostra spiritualità monastico-contemplativa in rapporto con quella benedettina.Infatti non è necessario vivere in un monastero perrealizzare quanto san Benedetto ha insegnato.

a cura di Iolanda Pifferi

Bibliografia:San Benedetto – La Regola, a cura di G. Penco(con testo latino a fronte), La Nuova Italia ed. Fi-renze

Divo Barsotti: "Ascolta o figlio" -L.E.F. ed 1965 e Fondazione - Paccagnella, 1999Resoconti dai libroni: Ascolta Israele - 3-4/ XINapoli

I santi ai quali si ispira la nostradottrina spirituale – 1-1 0/VIII/1976

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Presso l'Abbazia san Benedetto di Seregno posso-no trovarsi i seguenti volumetti:S. Avanzo: San Mauro abate, discepolo di san Be-nedettoA. M. Canopi: Monachesimo benedettino femmi-nileJ. Leclercq: Monachesimo occidentale oggiG. Penco: II monaco e il mondo contemporaneoP. Visentin: II monaco e la liturgia

Altri titoli: Il monaco e la Bibbia – Monaci per l ' Eu-ropa: l'Alto Medioevo –Nel nostro Manuale sono riportati cinque capitolidella Regola benedettina che dobbiamo leggere emeditare ogni tanto (pag. 155-162)" Ut sitis filii Patris vestri" (Circolari) vol. IV - "Siamomonaci" pagg.1 15-1 1 7"Ut sitis filii Patris vestri" (Circolari) vol. IV - "I nostriquattro Santi" pagg. 130-132

DA A £

Gruppi MeranoTempora settembre Cassa suffragi 372.000

Toscana OccidentaleTempora viaggi membri della Comunità 625.000

N.N. Sicilia Centrale Benin 25.000

Gruppi BresciaTempora autunno Cassa Suffragi 365.000

Gruppi Brescia Per il Benin in memoria diAdele Ogna 500.000

Gruppi di ModenaTempora di autunno Cassa suffragi 390.000

Gruppi Toscana Occ.Tempora di autunno Monastero carmelitane Livorno 370.000

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Iniziamo con questo numero una serie di testimo-nianze da parte di coppie di consacrati della Co-munità su alcuni temi che riguardano la vita dellafamiglia, il matrimonio, i figli, eccetera, in vari aspet-ti. Gli articoli saranno a forma di testimonianza.Iniziamo con questo, che parla del ruolo dei geni-tori come primi evangelizzatori dei propri figli.

L'educazione, nella nostra società, viene spessoconsiderata secondo compartimenti stagni (scuo-la, parrocchia, famiglia) e non svolgono un ruolounitario tale da favorire la formazione all'armoni-co sviluppo della persona.Come genitori ci siamo da sempre impegnati a nondelegare le istituzioni, per quanto possibile, anchenell'evangelizzazione dei nostri figli, ci siamo sfor-zati di trasmettere una "vita comunicata". Comu -

nemente si delega la parrocchia, avendo cura dicontinuare in casa l'esperienza religiosa, che hacostituito una "crescita di famiglia nella fede".La CFD offre ai genitori consacrati molteplici stru-menti di formazione per curare il cammino di fededei propri figli (la lectio divina, la liturgia delle ore,la preghiera) e noi ne ab-biamo fatta esperienza.Non è facile contrapporre ilsenso religioso, il primatodei valori umani e cristiani,il comportamento corretto,lo stile sobrio, l'apertura allavita (bambini, anziani, po-veri) ai modelli irreali eproblematici che la societàcontemporanea proponeattraverso i mezzi di comu-nicazione.Abbiamo cercato di con-frontarci come coppia edinsieme ad altre coppie, giàprima di generare la vita,convinti che il compito digenitori non sì inventa. Nonè semplice essere i " primimaestri della fede" dei figli.

Riferimento importante, ove si sono consolidati ivalori umani e cristiani e i rapporti sociali fra i ra-gazzi e tra i genitori è stato per noi lo scoutismo.Dunque non solo maestri, ma anche compagninell'itinerario di fede che ha avuto come sfondo legioie e i dolori della vita, i cambiamenti dell'ado-lescenza, il senso dell'esistere, le scelte di vita.Abbiamo imparato a saperci mettere in discussio-ne, maturando assieme ai nostri figli l ' appartenen-za alla Chiesa, in questo nostro tempo di profondetrasformazioni.Ci siamo "spesi" per non creare il vuoto del dopo-cresima, suscitando in loro il desiderio di nuoveconquiste spirituali, sollecitando e promuovendoincontri convenienti alla loro età.Oltre alla esperienza scolastica, sono state impor-tanti le "esperienze di fede " che li hanno molto ar-ricchiti. Ci siamo preoccupati della crescita biolo-gica e psicologica, culturale e sportiva, dando ilprimato alle "attività dello spirito".Fin dal concepimento abbiamo avuto attenzionealla persona che si stava formando: "la vita dellepersone è il "luogo teologico" dove Dio si rivela eparla, cogliendo tutto il positivo che c'è in un oriz-

zonte di misericordia e spe-ranza".Nel dialogo genitori-figliabbiamo sempre trovato il"luogo" ove fare esperienzadella crescita umana e cri-stiana, consapevoli che lafamiglia è risorsa e valoreper la società civile e per laChiesa. Ci impegniamo, ad"accompagnare la loro li-bertà senza avere la pretesadi sostituirla, dal momentoche la libertà umana è per-sonale ed inalienabile " .

Una coppia di genitori

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Presentiamo un nuovo gruppo, davvero un po ' spe-ciale. Il gruppo è sorto a Medjugorie, ed è il primogruppo della Comunità in territorio e lingua croata.L'iniziativa è tutta di Adriana Lorè, una sorella croatache ha conosciuto la Comunità a Bologna, dove siè consacrata. Adriana era sposata con MassimoLorè, poi quando il marito è morto (ancora piutto-sto giovane), Adriano è tornata in patria, e ha co-struito una casa a Medjugorie, nella quale ha ri-servato una quindicina di posti letto per i pellegri-ni.Le altre cinque sono tutte aspiranti. Ci sono le so-relle Marina e Marjiana Soldo, che vivono in unpaese non distante da Medjugorie e sono com-messe in due negozi. Sono ragazze giovani, checonoscono l'italiano per aver trascorso un periodoin Italia, in Val Gardena. Terza aspirante è BlagicaMilicevic, che pure parla un ottimo italiano perchétuttora si divide tra il suo paese e Selva di ValGardena, dove si reca a lavorare nei periodi dialta stagione. Queste tre già conoscevano dunquela Comunità perché a Selva di Val Gardena vi è ungruppo CFD attivo e funzionante.La quarta e la quinta sono pure due sorelle: Ano eJosipha Sego. Sono di Sarajevo, ma vivono da

qualche tempo a Medjugorie. Ana ha trentanoveanni, parla cinque-sei lingue, è diplomata in violi-no e lavora come guida di pellegrinaggi di varienazionalità. La sorella Josipha ha sedici anni, è stu-dentessa al ginnasio ed è una assidua frequenta-trice della parrocchia di Medjugorie. Entrambeparlano bene l'italiano per essere state un paiod'anni in Italia, a Cagliari. Sono di carattere dav-vero allegro .Sono cinque ragazze che hanno lasciato un segnoprofondo in coloro che le hanno, seppur breve-mente, conosciute. Il gruppo è dedicato alla Ma-donna "Regina della pace". Come segno di affettoe vicinanza il gruppo italiano, in visita in ottobre,ha regalato loro il Breviario in lingua croata, chenessuna di loro possedeva.Assistente di gruppo è Adriano Lorè.Raccomandiamo alla preghiera di tutta la Comu-nità italiana, cui il neo-gruppetto si affida, il grup-po croato Madonna "Regina della pace". La Ma-donna, Madre di tutti, ci prenda sotto il suo mantoe faccia di noi una sola famiglia, un solo cuore,come vuole il suo figlio Gesù.

da sinistra: le aspiranti Blagica, Marina,Mirjiana. L' ultima a sinistra è AdrianaLorè

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- 1 644-1648: Primi tentativi da parte dei Cappuc-cini francesi e spagnoli, e poi dei domenicani.- 1 860: Padre Planque, della neo-costituita Socie-tà delle Missioni Africane di Lione S.M.A) viene no-minato provicario del Vicariato apostolico dellaCosta del Benin.- 1861: Inizia la fase decisiva dell'evangelizzazionead opera del padre Francesco Borghero (italiano)e padre Francesco Fernandez (spagnolo), entram-bi dell'S.M.A. Essi ricevono una buona accoglien-za nei regni di Danxomé e di Porto Nuovo. Benpresto le scuole cattoliche impiantate si popolanodi alunni, tanto che per il livello di cultura intellet-tuale raggiunto il Benin viene definito "il quartierelatino dell'Africa". Molti sono i missionari e le reli-giose che hanno contribuito all'annuncio e alradicamento del Vangelo, dedicando vita ed ener-gie a favore della crescita della Chiesa locale. Larisposta della popolazione al lavoro invisibile delloSpirito è evidenziata dal rapido susseguirsi deglieventi:- 1 883: Viene eretta la prefettura apostolica delDahomey (attuale Benin) alla cui guida si succede-ranno sei padri missionari fino alla nomina del pri-mo vescovo beninese.- 1 928: Prima ordinazione sacerdotale beninese:padre T.Moulero.- 1 955: La Santa Sede costituisce I'Arcidiocesi diCotonou e la Diocesi di Porto Nuovo.- 1 956: Mons. Bernardin Gantin è il primo vesco-vo beninese. Guiderà il "gregge " di Cotonou dal1 960 al 1971; verrà nominato sottosegretario dellaCongregazione per l'evangelizzazione dei popolia Roma, dove del 1977 sarà creato cardinale (oraè decano del Sacro Collegio).- 1 964: Le Diocesi aumentano: con Abomey,Parakou e Natitangou arriviamo a cinque.- 1 968: Diocesi di Lokossa.- 1983: L'episcopato è totalmente autonomo.- 1972-1990: Periodo molto difficile perla Chiesaa causa delle persecuzioni inflitte dal nuovo regi-me.- 1 990: Mons. Isidore De Souza viene chiamato apresiedere l'assise per la costituzione della Repub-blica del Benin e conquista tuffo il paese per il suobrio ed equilibrio nella direzione dei lavori.

- 1 995: Altro anno di grazia: vengono costituitetre nuove Diocesi: Dassa-Zoumé, Kandi, Djougu.- 6 giugno 2000: Consacrazione di tre nuovi ve-scovi: Mons. Agbachi, Arcivescovo di Parakou,mons. Cleto Feliho, secondo vescovo di Kandy;mons. M.Adjou, primo vescovo della neo-costitui-ta diocesi di N'Dali.Oggi il Benin conta 10 diocesi, più di 300 preti, 5ordini religiosi locali e una trentina di congrega-zioni straniere.

A cura di suor Veronica,Casa Santa Teresa

cartina Benin

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Professione dei voti perpetui diDaniele, Antonio, Stefano edEfrem nel IV ramo della Comuni-tà - Nella nostra vita religiosa ri-schiamo sempre di adagiarci, diandare avanti anche ora, comeabbiamo fatto fino a ieri, per abi-tudine. Non c'è più quel bel sen-so di novità che sentivamo all'ini-zio del nostro cammino, quando,appena udita la chiamata del Si-gnore, ci siamo buttati a capofittonelle Sue braccia, senza fare trop-pi calcoli... Sembra che tutto at-torno a noi proceda con delle leg-gi fisse, immutabili, indipendentida tutto quello che noi possiamofare. Il tentatore ti dice " Fai quel-lo che vuoi, tanto è Io stesso..." ;la fede nella Chiesa invece ci as-sicura : "Da ciò che fai ora, di-pende la tua salvezza eterna equella di tutte le anime che ti sonoaffidate."I voti perpetui dei fratelli giungo-no come una salutare provocazio-ne contro il senso di sicurezza fon-dato non sulla fedeltà di Dio, masull ' apparente monotonia dellanostra vita. Se tutto va avanticome prima, che bisogno c'è difare i voti perpetui? Se li fai, in-tendi legarti per sempre, con unasolenne promessa, a Cristo e allaSua Chiesa, dunque ammetti findall'inizio di non credere nella tuacapacità di perseverare da solo inquesta strada: hai bisogno del-l'aiuto di Dio, della preghiera edello stimolo dei fratelli, del pun-golo costante di ciò che hai pro-messo con la tua bocca. Se que-sto è vero, allora è importante lapreparazione ai voti, non solo daparte di chi deve farli, ma anchedi tutta la Comunità, che deve

sostenere questi fratelli con lapreghiera ed ottenere per loro ildono della fedeltà.Sabato 14 ottobre, nella Pieve diBorgo San Lorenzo, gli eletti, glistrumenti che Dio ha scelto findall'eternità per rivelarsi agli uo-mini, erano i nostri carifratelli Antonio, Daniele, Efreme Stefano. Non erano lì per caso,ma, come le mura di quella chie-sa imponente, che per mille annihanno assorbito la preghiera, lafede, la vita di innumerevoli ani-me, così ognuno di loro portavacon sé la propria storia, anzi unafetta della storia del mondo, cheora si riassume e deve compiersi.in loro. Era questo il significatodella presenza dei loro genitori,dei parenti e degli amici, dei fra-telli e sorelle della Comunità,accorsi da ogni parte per parte-cipare a questo avvenimento: etale generosa partecipazione ha

aiutato anche noi, fratelli e so-relle della vita comune, a render-ci conto che i voti non sono unaspecie di "gioco " , un gesto pri-vato che riguarda solo chi locompie, ma riguardano tutta laChiesa, che viene ora affidatasolennemente a questi nostri fra-telli. È una responsabilità terribi-le, che certo supera le nostre for-ze: proprio per questo alle primedifficoltà si è tentati di non cre-dere più, mentre in realtà do-vremmo giungere proprio ad ab-bandonarci all'amore di Dio, nonfidandoci più di noi stessi. Que-sto Amore, poi, non è un fattoastratto, intellettuale, ma è la for-za concreta che ci mantiene nel-l ' esistenza, che ci dà ogni giornoil necessario per vivere, provve-dendo ad ogni nostra necessità,anche quando non lo vediamo:è Lui dunque che ci dà anche laforza di perseverare nella nostra

Uno dei momenti più solenni della professione dei voti: la preghiera di be-nedizione sui professi

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missione e per raggiungerci siserve di persone concrete, in car-ne ed ossa, che hanno per noiun volto e un nome e ci paionoperfettamente "normali": Stefa-no, Efrem, Daniele, Antonio.Al momento più solenne, quellodella professione dei voti, tuttocambia: prima infatti la Chiesavisibile e invisibile pregava insi-stentemente il Signore per loro;ora invece sono loro stessi, checon piena libertà accettano diprendere sulle proprie spalle il

"giogo soave" del Signore Gesù:il peso e la responsabilità di tuttala Sua amata Chiesa... E qui hosentito proprio che la cosa mi ri-guardava in prima persona: nonera solo una bella cerimonia este-riore, ma, come prima avevo pre-gato per loro, accettando di es-sere responsabile della loro rispo-sta al Signore, così da ora in poidovevo accettare di essere por-tato sulle spalle generose di que-sti miei fratelli che si sono posti"a servizio di tutti, per amore di

Dio." Le nostre storie passate, lenostre vite, qui si incontranodefinitivamente davanti al Signo-re, e non potranno più dividersi,qualunque cosa accada. II Si-gnore stesso ha voluto e realiz-zato questa unione: significa chenon possiamo e non dobbiamofarne a meno. Questo è vero, inmodo più o meno evidente, perogni anima che ha partecipato aquell'evento.

Doroteo

Il pellegrinaggio CFD ' in Terrasanta il prossimo anno (22-29 maggio) èconfermato. E' vero che si leggono di disordini in Palestina, ma le autoritàhanno assicurato anche per questi tempi il regolare svolgimento dei pelle-grinaggi; da qui a maggio può essere che la situazione oltretutto si ristabi-lisca. Procediamo dunque con le iscrizioni, che avvengono secondo le in-dicazioni date anche nello scorso Notiziario. In ogni caso, i coniugi Paoloe Giovanna Andalò avvertono che se proprio il pellegrinaggio in Terrasantadovesse essere sospeso, ne prepareranno un altro alternativo che possasostituire quello programmato.Per le iscrizioni si procede dunque in questa maniera: si telefona all'Agen-zia "Fratesole" di Bologna (tel 051.369630) dando il proprio nominativo.Poi si invia la caparra di £ 300.000 entro il 31 dicembre 2000 (rimborsabiliin ogni caso) a: Agenzia "Fratesole", Banca Popolare Emilia Romagna,agenzia n.9, Bologna; c/c n.779284, ABI 5387, CAB 02403, indicandocome riferimento "Gruppo Terrasanta Giovanna e Paolo Andalò 22-29maggio 2001".

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te molta devozione.Padre Jude Peries ha 36 anni, ènato in un paese non lontanodalla capitale Colombo. E' entra-to in seminario da ragazzino, ver-so i 13 anni. Ha percorso tutte letappe ed è stato ordinato sacer-dote a 27 anni. Poco prima del-l ' ordinazione la sua mamma halasciato questa terra, per cui nonha avuto la soddisfazione di ve-dere il figlio all'altare.... ma l'avràbene anche dal Cielo...!Come primo incarico, padre Judeè stato mandato come cappella-no in un ospedale. Poi è passatoin una parrocchia e ora è parro-co a Kaluaggala, un paese purenon lontano da Colombo. La suaparrocchia è dedicata all'Addo-lorata.Circa tre anni fa egli sentì parla-re della Comunità da un sacer-dote suo amico, e successiva-mente venne in contatto con suorAnusha (orasuor Maria Ama-ta) durante unasua breve per -

manenza in Sri-Lanka. Tra loronacque un ' ami-cizia e una cor-rispondenza, epoi nacquero icontatti con glialtri due aspiran-ti del luogo,K i n g s l e yMunaweera(quello che è sta-to in Italia) eAnura Perera, ilfratello di suorMaria Amata.Infine la decisio-

In ottobre abbiamo avuto a CasaSan Sergio una presenza impor-tante. E' venuto da noi il sacerdo-te dello Sri-Lanka che da circa unanno celebra la S.Messa per ilgruppo degli aspiranti locali. E'venuto apposta per conoscere laComunità alla fonte, a Casa SanSergio, ed è andato anche a ve-dere come funzionano i gruppi aBologna e a Firenze. Ha parlato alungo con p.Serafino, si è incon-trato con il padre e con tutti glialtri, e prima di partire haufficializzato il tutto facendo l'in-gresso in aspirantato utilizzandoil nuovo Manuale in inglese.Padre Jude Peries è dunque nonsoltanto un sacerdote aspirante,ma anche uno di coloro che se-guirà il cammino della Comunitàin Sri-Lanka, continuando egli acelebrare la Messa mensile, chefa da ritiro, ora con le idee moltopiù chiare riguardo la Comunitàstessa.E' giusto dunque che tutti voi loconosciate meglio, anche per ri-cordarlo nella preghiera, e conlui tuffo il gruppo degli aspirantisrilonesi, che ormai conta diver-se decine di persone. E' vero cheall'inizio occorre tanta buonavolontà e fede, ma lo Spirito San-to aiuta e spinge, come leggia-mo negli Atti degli Apostoli.Il nome Jude certo per noi èinusuale: trovare da noi una per-sona che si chiami Giuda è pres-soché impossibile. Che poiGiuda entri in seminario e si fac-cia prete.... Là invece il nome èmolto comune, e il riferimento ènaturalmente a Giuda Taddeo,apostolo e cugino del Signore,santo che da quelle parti riscuo -

ne di venire in Italia.Nei giorni in cui è stato con noi èstato esempio di serenità, di dol-cezza e di pace. E' stata una pre-senza come di un angelo.Vogliamo dire un grazie grandea padre Jude per il coraggio cheha avuto nell'accettare questocompito (quello di andare per unanno a celebrare la Messa per ilgruppo) senza in pratica conosce-re la Comunità, e gli auguriamotanto entusiasmo per questa ope-ra di Dio. Noi vogliamo assicu-rargli tutta la nostra preghiera, ilnostro aiuto, il nostro ricordo, ilnostro affetto, per essere davve-ro un cuore solo e un'anima solain Cristo.L'indirizzo di padre Jude, per chivolesse scrivergli, è il seguente:

Rev. Fr Jude PeriesOur Lady of Sorrow ' s ChurchKaluaggala Hanwela

Padre Jude Peries

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Sento il bisogno di sottolineare lapresenza di quanto hanno subitola tortura e la morte per il nomedi Gesù Cristo. Il monachesimo,al dire di molti, un tempo sostituìil martirio, e oggi credo di poterdire, di fronte a quello che avvie-ne di fronte alla Chiesa persegui-tata, che la croce di Cristo, la per-secuzione che Egli per primo subìsulla propria pelle, non può esse-re sostituita da nessuna forma ditestimonianza. La solitudine deldeserto dei primi monaci è statoun andare incontro al tentatore,al distruttore. Antonio il grande ètestimone davanti a Dio della fu-ria di Satana, ma il martire è testi-mone davanti a Dio della furia cie-ca degli uomini istigati da Sata -

na. Il martire beve il calice diCristo, e se il monaco si rifiuta dicombattere contro il demonio, èmeglio che vada a zappare la ter-ra.II portare uomini di ogni estra-zione sociale alla gloria degli al-tari mi sembra che voglia dire che"molti sono i chiamati"; con ciònon preoccupiamoci di esseretutti al contempo "gli eletti " , per-ché saranno comunque pochi.Accontentiamoci di risponderealla chiamata e sentiremo Gesù,un giorno, che ci dirà, facendoeco alla voce della Vergine Ma-ria: "Grazie per avere rispostoalla mia chiamata". Armiamoci,non per "sbranarci gli uni gli al-tri", bensì per fermare il "fumo

di Satana" con l'arma della pre-ghiera incessante, con l'invoca-zione di quel Gesù che fa trema-re l'Inferno, con l'eredità dellospirito di Divo Barsotti.Questo mi dice la mia esperien-za, questo mi sembra il compitodi ogni consacrato della santaChiesa di Cristo. Scompaia danoi ogni asprezza, sdegno, ira,maldicenza e divisione. Ci con-soli perciò il Cristo stesso con lasua parola: "non temete, io hovinto il mondo", e ancora: "iosono con voi fino alla fine delmondo". Il Cristo risorto sia perla sua grazia nei nostri cuori e citrasfiguri fino al sangue dellanostra morte di croce. Amen.

un consacrato della CFD

Nel Notiziario di ottobre ho letto con molto interes-se le riflessioni sugli esercizi spirituali. Personalmenteanch'io ho trovato adatte alle nostre esigenze di si-lenzio e fraternità la proposta del silenzio lungo lagiornata e della fraternità tra la cena e la compieta.E' importante giungere ad una linea unitaria chedia uno stile preciso a questo atto fondamentaledella nostra vita di consacrati.

Chiedo perdono se io per prima non sono stataattenta in passato a questo aspetto.... mi lascio fa-cil mente travolgere dalla gioia dell'incontro frater-no, pur sentendo in me l'esigenza del silenzio perincontrare il Signore. (...)

Silvia Costa (Trento)

Caro p.Serafino, siccome mi sono sentita chiama-ta in causa dal tuo scritto sugli esercizi spirituali nelNotiziario di ottobre, vorrei potermi chiarire. Cre-do che nessuno desideri partecipare agli esercizicon lo scopo di "non voler fare silenzio", come èstato scritto. Se la Comunità è chiamata ad unmonachesimo interiorizzato, la maggior parte di noilo vive nel mondo, ed è attraverso l'incontro con lepersone, con ogni uomo, che dobbiamo vivere ilnostro rapporto di amore con Dio. Ecco allora che

gli esercizi spirituali dovrebbero aiutarci a vivere,oltre che un rapporto diretto con Dio, anche unacomunione con Lui attraverso i fratelli e le sorelleche con noi vivono la stessa vocazione, senza di-scorsi inutili, ma solo comunione tra noi e conDio.E' dalla solitudine e dal silenzio di lunghe giorna-te che nasce il bisogno, sia pure per pochi giorni(quanti rimpianti per gli otto o dieci giorni vissutiinsieme nei luoghi più belli e silenziosi d ' Italia!) di

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incontrarci e di fraternizzare, pre-gando insieme e lodando Dio.La nostra Comunità ha quattrorami, tutti da vivere con la stessadignità e massimo impegno, siapure in modi diversi, ed è forsequesto che può creare qualchedifficoltà a coloro che sono nelquarto ramo, sebbene vivendotutto l'anno in maggior silenziodi quelli che vivono nel mondo,credo che possa giovare anchea loro qualche momento difraternità durante gli esercizi, perconoscere più da vicino i fratellie sorelle degli altri rami, e viceversa.E' vero che il silenzio autogestito può essere sog-getto a qualche defezione, ma quante volta abbia-

Ho ricevuto qualche giorno fa da Margherita diNapoli la pubblicazione del Necrologio della Fa-miglia Napoletana, e mi è sembrata una cosa bel-la e molto utile. Oggi, per esempio, ricorrendo l'an-niversario della morte di Anna Curcio di Napoli,l'abbiamo ricordata leggendo il necrologio nel li-bretto che mi è arrivato, ed allora il ricordo è di-ventato vivo e non si è più limitato ad un nome, adun luogo, ad una Famiglia della Comunità. Mi sonovenuti quindi in mente questi pensieri: ora che ab-biamo a disposizione una Casa editrice(Paccagnella e Fondazione), non potrebbe essa pub-blicare tuffi i nostri necrologi? Il primo che ho nellamia libreria è quello di Vittoria Pacchioni , ma poitempo fa raccogliemmo tutti gli altri, che sono ben110, fino a Margherita Giampaglia, morta nel1 988. Questi sono già sistemati, anche se andreb-bero un po' rivisti. Si dovrebbero aggiungere i de-funti di dodici anni, dal 1988 fino ad oggi, pren-dendoli dai Notiziari di questi anni. Forse quandoli raccogliemmo si pensava di stamparli, ma alloranon avevamo una Casa editrice, e non fu fatto nien-te.

mo sentito il desiderio di rima-nere silenziosi dopo avere ascol-tato le meditazioni del padre... ecome da questi ascolti abbiamopotuto trarre la forza e la fedeltàper vivere in un contesto a voltescabroso, ma sempre difficile enon protetto da regole.Con questo non voglio assolu-tamente dare consigli. Conoscobene i miei limiti, e per questochiedo al Signore che mi dia laforza di confidare in ogni mo-mento nella sua misericordia in-finita. Comunque, la soluzione

della fraternità al termine della giornata mi sembrabuona.Con grande affetto,

Anna Ferrari (Viareggio)

Certo, è ben diverso ricordare o pregare un defun-to leggendo i suoi tratti di vita; altrimenti, special-mente per i giovani, queste persone che ci hannopreceduto e donato parte della loro vita rimango-no solo dei nomi che non dicono niente, che non ciinsegnano nulla, che non ci hanno lasciato nientein eredità. Certo, è un lavoro che richiede un certoimpegno ed io non so fino a che punto le forze miassistono. Ho 82 anni e vado declinando, e in certigiorni sento di non poter fare niente...Preghiamo per capire se si deve fare questa stam-pa, se è utile, se è a sua gloria e perché ci indichile persone e i mezzi necessari.Con devozione e affetto,

lolanda PifferiII padre desidera da tempo che questo lavoro ven-ga fatto, e coglie l'occasione di questa lettera diIolanda per chiedere se in Comunità vi fosse qual-che anima buona che possa fare questo lavoro. Inpratica i necrologi esistono già, occorre soloriscriverli - sistemandoli un po ' - e magariimpaginarli. C 'è qualcuno che accoglie questoappello della Iolanda e del padre?

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In questa seconda istruzione concentria-mo la nostra attenzione sul cantogregoriano: canto di cui tanto sentiamoparlare in Comunità, ma che la maggiorparte di noi ancora conosce in manierasuperficiale."Canto gregoriano è il termine con cui or-mai da secoli si designa un particolarerepertorio di musica vocale in lingua lati-na eseguito durante le celebrazioni liturgiche delrito romano. Questo repertorio si distingue dallealtre musiche vocali (ad esempio la polifonia, lemesse con o senza orchestra) per il fatto che oggisolitamente è cantato a una sola voce" (B.Baroffio).La sintetica e precisa definizione di Baroffio, da moltianni uno dei maggiori e affermati esperti italiani,ci invita a scavare in profondità per andare in cer-ca delle radici più profonde che sono all'origine diquesto vasto e prezioso patrimonio di testi e melo-die. Tramandato da migliaia di codici liturgico-musicali a partire dal IX secolo, il canto gregorianopone una serie di problemi storici finora irrisolti,molti dei quali probabilmente non potranno avereuna risposta esauriente e certa: il tempo di com-posizione e redazione, la scala musicale dei suonicon cui venivano composte le melodie, il ritmo e letante particolarità espressive, il modo di emissionedella voce... In tutti questi aspetti del cantogregoriano gli studiosi hanno solo potuto formula-re ipotesi, lasciando ancora aperti diversi interro-gativi. Molte delle ricerche fatte finora concordanocomunque su alcuni punti-chiave: i maestri com-positori del canto gregoriano, probabilmente nellaseconda metà del secolo VII, giunsero al terminedi una prima radicale opera di revisione del cantoromano antico (il canto della Chiesa di Roma neiprimi secoli) per redigere l'attuale tesoro delle me-lodie gregoriane. Queste si può pensare che ab-biano avuto la loro ultima e definitiva elaborazio-ne redazionale in terra franca verso la metà delsecolo Vlll, poco prima del regno di Carlo Magno.II termine "gregoriano " secondo l 'opinione comu-ne è in riferimento alla grande riforma liturgica dipapa Gregorio Magno (590-604), passato allastoria come il riformatore della musica sacra. Inrealtà, questo grande papa per molti aspetti è an-cora un mistero: la prima testimonianza sulle sue

competenze in campo musicale risale in-fatti al biografo Giovanni Diacono (882),quasi trecento anni dopo la sua morte. Peril canto gregoriano gli studiosi preferisco-no così utilizzare a volte l'appellativo "ro-mano-franco " , per sottolineare l'ambitogeografico in cui si formò e si consolidòquesto repertorio di melodie liturgiche: fuinfatti l'imperatore Carlo Magno a contri-

buire in modo determinante alla diffusione del can-to, invitando Roma a mandare in Francia parecchimaestri di coro affinché istruissero i monacitransalpini.

Il canto gregoriano nei primi secoli venivatrasmesso esclusivamente per via orale e dovevaquindi essere imparato a memoria. Solo intornoall'850 si cominciarono a segnare i primi libri litur-gici con il sistema della scrittura "neumatica", conpunti che, posti sopra le parole, ne sottolineavanorit mo ed espressione, senza però indicare l'inter-vallo fra le varie note. Nella trasmissione scritta fudecisiva la svolta introdotta da Guido d'Arezzo,monaco benedettino vissuto nella prima metà delsecolo XI: egli riformò il sistema di insegnamentodella musica e "battezzò" le sette note in base alleprime sillabe della strofa iniziale dell'inno a sanGiovanni Battista (che ancora oggi cantiamo neiPrimi Vespri del 24 giugno): "Ut queant laxisresonare fibris mira gestorum famuli tuorum, solvepolluti labii reatum, Sancte lohannes" (traduzioneconoscitiva :"Perché i tuoi servi possano a pienavoce far risuonare le meraviglie delle tue gesta,dissolvi la colpa che contamina il labbro, o sanGiovanni"). Guido prese come punto di partenzail testo della prima strofa dell'inno, scritto aMontecassino probabilmente nel secolo Vlll, e com-pose una nuova melodia in modo tale che sullasillaba che inizia ogni stico si trovasse una nota inprogressione ascendente (Ut, la prima sillaba del-la strofa, è l'antico nome dell'attuale Do).

Ciò che merita particolare considerazione nel va-sto repertorio gregoriano è la ricca tipologia di for-me musicali: esse mostrano come le melodie sia-no pensate in vista del linguaggio della celebra-zione liturgica. Ogni momento dell'azione liturgi-

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ca presenta i testi che le sono propri, e i testi trova-no una loro specifica espressione musicale che èdiversa a seconda del momento in cui ci si trova. Sidistinguono così l'antifona, l'introito, il graduale, ilpost-communio, ecc...

Nella nostra Comunità abbiamo scelto di privile-giare il canto gregoriano, da secoli patrimonio pre-zioso di tuffo il monachesimo occidentale, così comeci esorta a fare il Concilio Vaticano Il (SC 116).Cantiamo le melodie gregoriane negli inni delleLiturgia delle ore, nelle parti proprie della SantaMessa, nei canti,... Questo vale soprattutto per laliturgia delle Case di vita comune, ma in modominore anche per i momenti di preghiera comuni-taria di tuffi gli altri consacrati.

Per come è costituita la nostra Comunità, lascelta del canto gregoriano non può però essereesclusiva: esso richiede una preparazione e unaddestramento che per la massima parte di noiconsacrati è impossibile praticare. Per questo alrepertorio gregoriano abbiamo affiancato da di-verso tempo altri generi musicali, attingendo dasvariati repertori, sia recenti che più antichi: i toniper il canto dei salmi sono ad esempio "prestati"da alcune comunità monastiche italiane, i canti dellaSanta Messa provengono da varie fonti (tra cui,per esempio, Rinnovamento nello Spirito, Comu-nità di Taizé, Movimento dei Focolari, compositoriitaliani come Frisina, Parisi, ecc..., con un attenzio-ne particolare ai canti della nostra tradizione po-polare). In questi ultimi anni è poi iniziata una pro-duzione interna di canti e melodie proprie dellaComunità (per fare un esempio, il Cantico di sanSergio) che deve essere valorizzata e continuataanche in futuro.

Alcuni anni fa il padre, all'inizio di un corsodi esercizi a Muzzano, spiazzò tuffi i presenti tuo-nando con queste parole: "Chi non sa il gregorianopuò andarsene dalla Comunità!". E il linguaggioparadossale del padre che, come sempre, ci vuolescuotere dal nostro "spirito di oziosità": pur essen-do vero che il gregoriano richiede necessariamen-te la presenza di qualcuno che ci faccia da mae-stro e ci insegni a cantarlo correttamente, sin

dall'istante della nostra consacrazione inComunità dobbiamo sentire la nostra responsabi-lità di essere monaci e perciò, in quanto tali, eredie custodi del tesoro che ci hanno consegnato i fra-telli che ci hanno preceduto in questo cammino,pienamente inseriti nel grande fiume della tradi-zione monastica occidentale che sin dai primi se-coli ha voluto pregare con le melodie del cantogregoriano.

Non turbiamoci se il gregoriano ci apparespesso noioso, pesante, incomprensibile: moltodipende purtroppo anche da noi e dal nostro mododi cantarlo, ancora approssimativo e superficiale.In attesa di poter imparare a cantare e a gustaredavvero la bellezza di queste melodie, non sareb-be male se cominciassimo ad ascoltare qualchecoro di monaci esperti in materia: in questi ultimianni escono in continuazione registrazioni che sonoalla portata di tuffi (Solesmes, Sant'Antimo, Praglia,per fare qualche esempio). Anche noi fratelli dellavita comune abbiamo da poco messo a disposizio-ne dell'intera Comunità una cassetta con la mag-gior parte degli inni gregoriani che cantiamo nellaliturgia delle ore: presto incideremo una secondacassetta con tutte le 18 messe gregoriane. Sonoentrambi strumenti preziosi che hanno lo scopo diaiutare ogni consacrato ad entrare sempre più pro-fondamente nella conoscenza teorica e pratica delcanto gregoriano.

Stefano (Casa san Sergio)

BIBLIOGRAFIA

B. Baroffio, Musicus et cantor, Abbazia san Bene-detto, Seregno, 1996F.Calloni - L.Lain, Monasteri e monaci, Ed.VelarM.Augé, Liturgia, San Paolo (Mi), 1992D.Sartore, A.M.Triacca (a cura di), Nuovo dizio-nario di liturgia, Paoline (Roma), 1984

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Ecco l'elenco dei corsi di Esercizi spirituali prossi-mi:-Desenzano sul Garda (Brescia): 28 marzo -1 aprile-Lecceto (Firenze): 12-16 giugno- Montecalvo Irpino (Avellino): 4-8 luglio-Oristano (Sardegna): 18-22 luglio-La Spezia: 1-5 agosto-Lamezia Terme (Calabria): 16-20 agosto-Lecceto (Firenze): 5-9 settembre

Alcune annotazioni- Anche quest'anno riusciamo ad essere fedeli aisette corsi di esercizi spirituali. Ciò è per dare lapossibilità a tutti di segnarsi per i corsi di esercizi,che sono e rimangono momento essenziale per lanostra Comunità. Chiediamo pertanto a tutti i con-sacrati di poter valutare periodi e luoghi e di se-gnarsi ad un Corso di esercizi spirituali.Quest'anno, come luoghi, ci sono due novità: laCalabria e La Spezia. La Calabria sostituisce prati-camente il corso in Sicilia; ciò è stato fatto pervalorizzare i nostri fratelli calabresi e per favorire ilnostro scambio con loro. A La Spezia saremo pres-so il nuovo monastero benedettino di Marinascodove ci sono tre monache che furono anni addie-tro, prima di farsi monache, per qualche tempopresso la Comunità a Firenze. Conoscono pertan-to benissimo il padre e la Comunità. Da poco han -

no costruito un monastero con un ' ampiaforesteria, dove ci ospiteranno. Sono letteralmentefuori di sé dalla gioia al sapere che un gruppodella CFD andrà da loro per gli esercizi spirituali.Sono previsti momenti comunitari con le mona-che (liturgia in coro e santa Messa).

Altri incontri o ritiri- Pellegrinaggio in Terra Santa (vedi informazionia parte)- Incontro giovani di preghiera. Si terrà presso ilConvento dell'Incontro, vicino a Firenze, nel mesedi luglio (dal 17 al 22, oppure dal 24 al 29, ver-rà precisato nel prossimo Notiziario. Cominciarea prenotarsi presso Casa San Sergio, viaCrocifissalto 2, 50135 Settignano Firenze, tel055.697778- Incontro dei sacerdoti : 20-23 agosto a Firenze- Incontro per coppie (fidanzati e sposi) e coppiecon figli, verso la fine di agosto (daremo dettaglinel prossimo Notiziario). E' un progetto un incon-tro di 7-8 giorni per famiglie e coppie in collina-montagna dell'Appennino, che abbini momentidi spiritualità con altri più distensivi. Vi daremonotizie nei prossimi Notiziari se la cosa può esse-re realizzata.- Incontro II - III ramo: 29 ottobre - 1 novembre(Lecceto Firenze)

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ADELE OGNA

di BresciaAssistente generale

nata: 29 novembre 1913consacrata: 6 agosto 1963voti perpetui: 23 maggio 1968morta: 1 ottobre 2000

Adele Ogna è una delle nostre sorelle che mag-giormente è stata a servizio della Comunità. Perdue volte nominata Assistente generale, dal 1974al 1980, poi presidente del Comitato della forma-zione dal 1980 al 1982, e finalmente Assistente diFamiglia per la Famiglia Lombardo-Piemontese,prima dal 1969 al 1975, poi dal 1982 al 1988.Un servizio ininterrotto, dunque, che va dal 1969al 1988, un ventennio.Dobbiamo molto ad Adele. Ella stessa diceva chela sua vita era la Comunità.Bresciana, era un po ' dura nei modi, amava laComunità e si sacrificava ogni giorno non vivendopiù che il suo servizio alla Comunità intera. Di unagrande rettitudine, aveva il culto della giustizia; ilsuo temperamento la portava ad una certa fermez-za e a una certa incapacità a comprendere gli altrie saperli accettare nella differenza del carattere edella formazione spirituale. Nessuno tuttavia ha maidubitato del suo amore alla Comunità, e tutti colo-ro che l'hanno conosciuta hanno avuto sempre perlei sentimenti di gratitudine nel riconoscimento del-lo spirito di sacrificio che l'animava al servizio ditutti.Aveva insegnato matematica alle scuole superiori,e si diceva che i suoi scolari avevano quasi un sa-cro terrore per il suo insegnamento... e tuttavia eraamata da coloro che, superando il primo impatto,

potevano riconoscere la rettitudine con la qualeoperava, il suo senso di responsabilità, nella scuo-la come nella Comunità.Adele è morta il 1 ottobre, giorno di santa Teresadi Gesù Bambino, e proprio pochi mesi dopo chel'urna della santa è stata da noi alla Madonna delSasso... Vogliamo pensare che santa Teresa, unadelle nostre quattro patrone, sia venuta a prender-la per accompagnarla nella Casa del Padre.

il padre

Cara Adele, ti rivediamo ancora giovane quando,ricca di entusiasmo, e non senza preoccupazioni,cercavi di formare a Brescia la Comunità. Ci seiriuscita, e sia come Assistente di Famiglia che comeAssistente Generale ci hai sempre coinvolte convivo interesse. Da te abbiamo acquistato maggiorconoscenza della Scrittura, fino ad allora pratica-mente sconosciuta, con le meditazioni e le paroledel padre. E' merito tuo se abbiamo formato unafamiglia desiderosa di sentire parlare di Colui acui tutto dobbiamo. Ora solo il Padre Celeste puòdarti la ricompensa di ciò che hai fatto per noi:preghiere silenziose, preoccupazioni, desideri di il-luminarci sulla parola di Dio e di guidarci sul giu-sto cammino.Grazie Adele!

Le tue sorelle di Brescia

A metà di settembre chiesi notizie di Adele a Bicedi Brescia. Mi rispose che probabilmente non ave-va molto da vivere; decisi allora di andare a salu-tarla, nella speranza che fosse ancora cosciente.Bice fu molto gentile, mi accompagnò nella Casadi riposo dove Adele stava chiudendo la sua vitaterrena. E' stato un incontro brevissimo, perchéAdele non poteva parlare, ma di grande intensità:ad un certo punto, mentre chinata su di lei le dice-vo alcune parole, ha alzato una mano per sfiorar-mi il viso in una piccola carezza. Bice ha commen-tato: "Per Adele è il massimo!... " Sì, perché lei nonsi è mai lasciata andare a gesti o a parole affettuo-se.

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Era la professoressa di matematica vecchio stam-po, autorevole, dignitosa, un po ' burbera, ma dalcuore sensibile. Io l'ho conosciuta nel pieno dellasua maturità, elegante, sicura, piena di entusiasmoper la Comunità. Poi, da Assistente generale, permolti anni ha percorso l'Italia aiutando efficace-mente il padre nel governo.Sento di doverle riconoscenza perché, pur senzarisparmiarmi rimbrotti, in diverse occasioni mi hadato l'aiuto giusto al momento giusto. Quando,da Assistente di Famiglia, incontravo qualche gran-de difficoltà, mi rivolgevo a lei ed ero sicura di ve-derla arrivare subito, per fare chiarezza e mettere

le cose a posto. Alla morte di mia madre, avvenutain pieno luglio quando parenti e amici erano as-senti da Modena, in vacanza, la mattina del fune-rale Adele era a casa mia, la prima ad arrivare - earrivava da Brescia.lo la ricordo così: senza fronzoli, pronta, non aparole, ma con grande realismo a correre dovec 'era bisogno di lei.Cara Adele, spero che il Signore ti abbia accoltadicendoti "Vieni, serva buona e fedele" e se, quan-do mi chiamerà mi userà misericordia, desidero ri-trovare anche te con le persone più care che mihanno preceduto, per goderlo insieme per sempre.

BIANCA BRESCHI

di Siracusa

nata: 14 aprile 1931consacrata: 27 maggio 1979morta: 10 ottobre 2000

Barbara Breschi, che sempre ci aveva tenuti ag-giornati sullo stato della mamma, che ormai sol-tanto biologicamente era viva, ma richiedeva un ' as-sistenza continua dei suoi figli, ci ha telefonato aCasa San Sergio dicendo che la mamma era mor-ta. Alla distanza di pochi mesi, così, i fratelli per-devano prima il papà, che è stato il nostro primoAssistente generale degli uomini, poi anche lamamma. Poche volte mi sono sentito così parteci-pe del loro dolore. Di fatto, Bianca per me erastata più che

una sorella della Comunità. Sempre disponibile,sempre aperta nel servizio della carità, creatura dol-cissima e viva nella pietà e nell'amore del prossi-mo. Sempre, quando andavo a Siracusa, il miorecapito era la sua casa. Mi sentivo veramente infamiglia; non mi sono mai sentito semplicementeun ospite, ero un fratello, come Maurizio, comeMarco, e soprattutto come Barbara. La morte diMario mi aveva in qualche modo comunicato qual-cosa della sua paternità nei confronti dei figli, masoprattutto mi aveva legato ancora di più a Bian-ca. Dapprima ho sperato di poter ritornare in quel-la casa, poi dopo che Bianca fu colpita dal male,ho perduto ogni speranza di ritornare anche in Si-cilia. Ho seguito si può dire giorno per giorno ilcorso doloroso della sua malattia.Ho conosciuto in lei un'anima sempre disponibileal bene, semplice e buona, fedele a Dio nellaComunità. Essa ora certamente veglia su di noi econoscendo ancora di più i bisogni che abbiamodell 'aiuto divino, sono certo che farà di tutto perottenerlo per noi. Certo, prego per la sua anima,che possa quanto prima giungere alla visione diDio, ma sono certo che anche lei prega per me,prega per tutti noi.

il padre

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ALBERTINA BISCOSSI

di Napoli

nata: 4 febbraio 1910consacrata: 4 ottobre 1981

morta: 23 agosto 2000

C'era il presentimento che fosse successo qualco-sa data la sua veneranda età (90 anni); bisognavaperò accertarsi come stessero le cose anche se ave-vo lasciato alla signora Viola (la polacca che l'ac-cudiva) il mio recapito telefonico e l'avessi pregatadi essere informato qualsiasi cosa le potesse capi-tare.Albertina è invece deceduta il 23 agosto, senzache io ne fossi messo a conoscenza. La polaccaaveva cercato di informarmi della sua morte, manon era riuscita a rintracciarmi, e così solo il 18ottobre mia moglie ed io abbiamo appreso la noti-zia.Albertina aveva vissuto 26 anni presso il conventodelle suore di santa Maria Francesca delle CinquePiaghe, trascorrendo la sua giornata tra la preghierae le opere di carità fraterna. Era sola a Napoli, nonaveva parenti, un solo figlioccio a Roma al qualeera molto legata.

Conosciuta la Comunità nel 1970, faceva l'ingres-so in aspirantato nell'anno successivo, e quindi laconsacrazione il 4 ottobre 1981. Era allora già inpensione, e precedentemente aveva lavorato comecommessa in un negozio di giocattoli. Era amatada tante persone per il suo carattere dolce e gio-ioso, e perché era generosa. Si prendeva cura dichi si trovasse nel bisogno. Un po' fuori mano dalquartiere Vomero ove maggiormente era presentela Comunità, legata al suo ambiente religioso,particolarmente alle suore, Albertina fu dopo po-chi anni considerata "isolata " anche perché nonpoteva frequentare il gruppo né partecipare ad al-tri incontri comunitari. Col passare degli anni, conla mode di Ida lervolino, di Virginia Giordano, epoi di Valentina Frigerio sua madrina, i suoi rap-porti con la Comunità cominciarono a diradarsisempre più, e solo ogni tanto qualche sorella an-dava a trovarla.Poco più di un anno fa l'ho conosciuta anch'io. Daallora l'ho rivista altre volte, e porto negli occhi unvolto gioioso anche se sofferente. Una forma acu-ta di artrosi le impediva di camminare, e il cuoreincominciava a cedere. Recitava le quattro preghie-re e conservava gelosamente il Manuale.All'indomani della notizia della morte sono ritor-nato al convento per parlare con le suore che me-glio la conoscevano, e grande è stata la sorpresasapere che le suore avevano conosciuto il padre eche il padre aveva celebrato una volta la S.Messada loro per la Comunità. Ci hanno assicurato cheAlbertina è morta serena e con tutti i conforti reli-giosi.

Placido Pucino

Bimbi arrivati - A Modena è nata Maria Teresa Arletti, figlia secondogenita di Giovanna Zacchi Arletti.Auguriamo ai giovani genitori di Maria Teresa ogni bene e per la piccola, di crescere in grazia, salute esapienza.

Bimbi in cantiere - AI momento in cui andiamo in stampa apprendiamo che Vanni Tortelli e Lucia, dellaComunità di Firenze (risiedono a Settignano) sono in attesa del loro primo bimbo. Alleluia!

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LETTURA BIBLICANel mese di dicembre si leggono: I e Il Lettera ai Tessalonicesi, Lettera e Tito e Lettera a Filemone

CAMBIO BREVIARIODomenica 3 dicembre è la prima domenica di Avvento. Chi ha i quattro volumi cambia libro: volume I.

ERRATA CORRIGECi sono stati ancora degli errori nella segnalazione dei defunti nel Notiziario di ottobre. La cosa è a direil vero poco spiegabile, dal momento che i dati partono corretti da Firenze. Comunque sia, ora la cosanon dovrebbe più accadere, perché l'impaginazione viene fatta di nuovo a Firenze, dal Notiziario scor-so. E speriamo di non dover dire: " le ultime parole famose...."

VOTI PERPETUI SORELLEL' 8 dicembre, solennità dell'Immacolata Concezione, due sorelle emetteranno i voti perpetui nel quartoramo della Comunità. La funzione avverrà a Impruneta, nella parrocchia-santuario del paese. Imprunetasi trova a una dozzina di chilometri da Firenze. Per chi viene in macchina, uscire dall'autostrada aFirenze-Certosa, seguire per Tavernuzze e Impruneta.

Orario della giornata:ore 9.15 ritrovoore 9.30 Lodiore 10.00 Meditazione del padre (o di un altro dei nostri sacerdoti), seguita dalla pre-

ghieraore 11.30 Santa Messaore 13.30 pranzoore 15.30 Vespri e conclusione

Per il pranzo: chi viene da vicino o comunque senza segnalazioni particolari, prenda con sé ilpranzo al sacco. Se uno vuole mangiare con un pasto preparato a Firenze, lo deve segnalare telefonan-do a Casa San Sergio.

I NCONTRO A CASA SAN GIUSEPPEMercoledì 6 dicembre, a Casa San Giuseppe, via Toscana 174, Bologna, si terrà un incontro per laComunità, ma aperto a tutti, dal tema: "II risveglio della ragione, Cristo e la razionalità " . Relatore saràdon Giorgio Sgubbi, teologo di grande preparazione. E' questa una iniziativa di cinque conferenze dicarattere teologico, spirituale e culturale, che si tengono a Casa San Giuseppe, organizzate dalla Co-munità per chiunque voglia parteciparvi. Tutti i consacrati della Comunità emiliana sono invitati, e chie-diamo loro di invitare anche qualcuno per fare modo che l'incontro sia partecipato.

TEMPORA D'AVVENTORicorrono i giorni mercoledì 20, venerdì 22 e sabato 23 dicembre. L'offerta della colletta che si raccogliein quei giorni è per le missioni, la preghiera è per le religioni non cristiane. Se non ci sono altre missioniconosciute dalle Famiglie e particolarmente bisognose, suggeriamo di dirigere le offerte per la nostraCasa in Benin.

MESSA DI NATALE A CASA SAN SERGIOLa sera di Natale (24 dicembre) verrà celebrata come ogni anno la S.Messa a Casa San Sergio. Inizioore 21.30. Alla Madonna del Sasso verrà celebrata alle ore 24.00, con momento di preghiera prece-dente con inizio alle ore 23.00

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Libreria della FondazioneAscolta o figlio 22.000 La parola è silenzio 9.500Itinerario dell'anima a Dio 14.500 Benché sia notte 9.500Nello Spirito Santo 21.000 Nel cuore di Dio 24.500La fede nell'amore 22.000 Relazione del pellegrino 9.500Pensieri per ogni giorno 13.000 Introduzione al cantico dei cantici 9.500Trinità vissuta (Russo-Rocca) 15.500 II lavoro del cristiano 9.500Poesie. Oltre la parola 15.500 Mistero cristiano e parola di Dio 24.500Verso la visione 18.500 Cento pensieri sull'amore 9.500La legge e l'amore 20.000 Nella comunione dei santi 13.000La vita in Cristo 20.500 Cerco Dio solo (Tognetti-Russo-Guarnieri) 21.000La Presenza del Cristo 21.000 Monaci (Righetto) 21.000La donna nel Vangelo 7.000 Incantesimo della visione (Furlanetto ) 13.000La lotta con l'angelo 7.000 Alla vigilia dell'evento cristiano 9.500La mia giornata con Cristo 10.500 La parola e lo Spirito 9.500Iniziazione biblica 9.500 Le lodi di Dio altissimo 9.500Cento pensieri sulla conoscenza di Dio 9.500 Fede speranza carità nella vita cristiana 9.500Cento pensieri sull'unità del Cristo 9.500 Dio è misericordia 12.000Diario giapponese 9.500 Dimensione della carità 25.000L'acqua e la pietra 9.500 Dio solo e Gesù crocifisso 15.500Chiedere Dio a Dio 9.500 Battesimo di fuoco 15.500La presenza donata 16.500 Teologia spirituale di S. Giovanni della croce 23.500Miracolo della vita 9.500 Ebbi a cuore l'eterno 15.500

N.B. In grassetto i libri editi dalla Fondazione Divo Barsotti. Sui prezzi indicati sono stati riportati sconti.

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