Dalla decadenza della Grecia periclea allo sviluppo della filosofia platonica

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 Lucia Senes 30 Aprile 2012 Unità 3 PLATONE 1 P - Dalla decadenza della Grecia periclea allo sviluppo della filosofia platonica   A cura di : Lucia Senes III F Liceo scientifico “G.Brotzu”  Anno scolastico 2011/2012  Platone e Socrate

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Grazie agli insegnamenti ricevuti da Socrate, Platone riesce a far conoscere le sue teorie e le sue dottrine attraverso i dialoghi e i miti.

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Lucia Senes 30 Aprile 2012

Unità 3 PLATONE 1

-  Dalla decadenza della Grecia periclea allo sviluppo della filosofia platonica – A cura di : 

Lucia Senes III F 

Liceo scientifico “G.Brotzu”  Anno scolastico 2011/2012

 

Platone e Socrate

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Unità 3 PLATONE 2

Indice generale 

Capitolo 1 

I rapporti con Socrate e con i sofisti 

1.  Il platonismo come risposta filosofica a una società e a una cultura in crisi 

2.  I caratteri della filosofia platonica 

Socrate e Platone 

Mito e filosofia 

Capitolo 2 

La dottrina delle idee e la teoria dello Stato 

1.  La dottrina delle idee 

La teoria delle idee e la sua importanza 

La genesi della teoria delle idee 

Quali sono le idee 

Il rapporto tra le idee e le cose 

Come e dove esistono le cose 

La conoscenza delle idee 

Reminiscenza, verità ed eristica 

L’immortalità dell’anima e il mito di Er 

La dottrina delle idee come salvezza dal relativismo sofistico 

La finalità politica della teoria delle idee 

2.  La dottrina dell’amore e dell’anima 

Il Simposio 

Il Fedro 3.  Lo Stato e il compito del filosofo 

Lo Stato ideale 

La giustizia 

Caratteri e motivazioni delle classi sociali 

Il “comunismo” platonico 

I guardiani sono felici ? 

Le degenerazioni dello Stato 

Platone e la democrazia 

Chi custodirà i custodi? L’importanza dell’educazione nella città platonica 

I gradi della conoscenza e l’educazione 

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Unità 3 PLATONE 3

Il mito della caverna 

La condanna dell’arte imitativa 

Capitolo 3 

Approfondimenti e nuove prospettive 

1.  I problemi dell’ “Ultimo Platone” 

Il confronto con Parmenide 

I generi dell’essere e il problema del nulla 

La nozione generale di “essere” 

2.La dialettica 

3. Il bene per l’uomo: il Filebo 

4.  Il Timeo e la dottrina delle idee-numeri 

Il mito del demiurgo 

La visione matematica delle cose 

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Unità 3 PLATONE 4

Capitolo 1 :

I rapporti con Socrate e con i sofisti 

1.  Il platonismo come risposta filosofica a una società e a una cultura in crisi

Il platonismo nacque in un periodo in cui la crisi politico-culturale stava invadendo il mondo storico. Dal

punto di vista politico, infatti la Grecia stava attraversando un periodo di massima decadenza nella quale,

bisogna ricordare l’avvenuta dei Tiranni (404 a.C.) e lo stabilirsi di una nuova democrazia che ben presto

portò alla morte di Socrate. Proprio la morte di quest’ultimo, considerato l’uomo più giusto di tutti, era

sintomo di una crisi culturale e dell’uomo. La figura di Socrate divenne un simbolo della crisi e una

speranza di superamento di essa.

Per superare questa crisi, c’era il bisogno di una riforma globale dell’uomo che avrebbe portato a una

rinnovata filosofia e a una rivoluzione culturale e politica alla luce del sapere.

L’attività letteraria di Platone, può essere suddivisa in :

2.  I caratteri della filosofia platonica

Socrate e Platone

La filosofia di Platone si basa principalmente sugli insegnamenti di Socrate. Anche Platone utilizza il

dialogo come un mezzo attraverso il quale si possa esprimere un indagine filosofica.

L’utilizzo del dialogo, inoltre, ha fatto si vivesse la filosofia come una ricerca inesauribile e mai

conclusa, quindi come un continuo sforza verso la verità che l’uomo non possiederà mai

completamente. 

Mito e filosofia

Una delle caratteristiche principali della filosofia di Platone, è l’utilizzo dei miti, ovvero di racconti

fantastici attraverso i quali vengono esposte dottrine o concetti filosofici.

Il filosofo utilizza il mito come:

-  un strumento più accessibile per comunicare

-  un mezzo attraverso cui parlare di realtà che vanno al di là del limite imposto dalla ragione.

Infine, il mito è una teoria che pur essendo indimostrabile viene concepita come vera.

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Unità 3 PLATONE 5 

Capitolo 2 :

La dottrina delle idee e la teoria dello Stato

1.  La dottrina delle idee 

La teoria delle idee e la sua importanza

La seconda fase del pensiero platonico è costituita dalla formulazione della “teoria delle idee” attraverso le

quali si spinge oltre le dottrine insegnate da Socrate, elaborandone delle nuove.

La genesi della teoria delle idee

Secondo Platone, la genesi della teoria delle idee è da ricercare nella scienza che lui chiama “episteme”. In

antitesi ai sofisti, Platone si domanda quale sia l’oggetto della scienza e arriva a definirla come immutabile

e perfetta che rispecchia le idee immutabile e perfette anch’esse. 

A differenza dell’opinione, che lui chiama “doxa” che identifica come un’entità mutevole e imperfetta che

si rispecchia nelle idee mutabile e imperfette.

Per il filosofo, l’idea è il modello unico e perfetto delle cose del mondo.

Inoltre in Platone esistono due gradi fondamentali di conoscenza:

  Dualismo gnoseologico, costituito dall’opinione e dalla scienza 

  Dualismo ontologico, costituito dalle cose e dalle idee

Quali sono le idee

Nella fase della maturità del pensiero platonico, le idee vengono suddivise in due categorie fondamentale:

  le idee – valori : i supremi valori come la Bellezza, il Bene, la Giustizia.

  le idee matematiche corrispondenti alle entità matematiche e geometriche.Inoltre Platone parla di “idee di cose artificiali” e di “idee di cose naturali”. 

Essendo molteplici, le idee sono organizzate seguendo un ordine gerarchico- piramidale con le idee-valori

in cima e l’idea del Bene al vertice. 

Dialoghi della maturità Dialoghi della vecchiaia 

IdeeForme uniche eperfette di classi di

cose designate con

un unico nome

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Unità 3 PLATONE 6 

Il rapporto tra le idee e le cose

Secondo Platone le idee sono:

  criteri di giudizio delle cose, in quando per giudicare un oggetto non possiamo fare a meno di riferirci

ad esso.  Causa delle cose; due individui sono uomini sulla base dell’umanità, quindi questa è la causa che li

rende tali.

Il rapporto tra le idee e le cose è dato dalla mimesi ( imitazione delle idee), dalla metessi ( partecipazione

delle idee) e la parusia ( presenza delle idee nelle cose).

Come e dove esistono le cose

Il filosofo utilizza un termine latino per dir che le idee esistono in quanto vanno oltre le mente e le cose.

Alcuni studiosi ritengono che il mondo platonico delle idee assomigli all’empireo dantesco oppure al

paradiso cristiano. Altri intellettuali invece hanno considerato le idee platoniche come dei modelli di

classificazione delle cose.

La conoscenza delle idee

Partendo dal presupposto che le idee siano l’oggetto di una visione intellettuale, Platone ricorre alla teoria

della reminiscenza ovvero del ricordo, per spiegare che l’anima, prima di entrare nel nostro corpo, è

vissuta nel mondo delle idee. La gnoseologia di Platone presenta un forma di innatismo poiché valuta la

conoscenza come un giudizio già esistente nel nostro intelletto.

Reminiscenza, verità ed eristica

Per Platone la teoria della reminiscenza costituisce la vittoria sul relativismo sofistico. Il filosofo sostiene

che l’uomo non conosca tutta la verità ma anche che non la ignori completamente attraverso il “ricordo”. 

L’immortalità dell’anima e il mito di Er 

La reminiscenza rappresenta una delle prove dell’immortalità dell’anima che diventa l’oggetto di uno dei

dialoghi più ricchi di  pathos1, il Fedone. Oltre ad essa, Platone elenca altre prove dell’immortalità

dell’anima: 

  Dei “contrari” in cui afferma che una cosa si genera dal suo contrario 

  Della “somiglianza” in cui sostiene che l’anima, essendo come le idee, sia eterna 

  Della “vitalità” poiché l’anima, essendo vita partecipa all’idea di vita stessa. 

La teoria dell’immortalità, viene utilizzata da Platone per chiarire il problema del destino attraverso il mito

di Er, con il quale Platone conclude la Repubblica. Morto in battaglia, dopo essere risuscitato dopo dodicigiorni, racconta la sorte che attende gli uomini dopo la morte; infatti la vicenda è incentrata sulla scelta del

proprio destino. La scelta è guidata soprattutto dalle esperienze vissute, per questo Platone crede che

l’uomo sia artefice del proprio destino nonostante sia condizionato da ciò che è stato in vita.

La dottrina delle idee come salvezza dal relativismo sofistico

Il punto saliente della dottrina delle idee è il rifiuto del relativismo sofistico. Secondo Platone, il relativismo

sofistico tende a rappresentare una filosofia negatrice di un stabile punto di vista sulle cose. Platone prese

le distanze dall’assolutismo tradizionale e il relativismo estremo. Platone vede nell’assolutismo l’unica

strada percorribile. In questo modo l’umanismo dei sofisti e di Socrate viene messo da parte; infatti non è

più l’uomo a misurare la verità, ma viceversa. 

1 Forte sentimento e commozione profonda che viene espressa o suscitata da una creazione artistica.  

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Unità 3 PLATONE 7 

La finalità politica della teoria delle idee

Platone vuole offrire, attraverso la dottrina delle idee, uno strumento che consenta agli uomini di uscire

dal disordine. Per questo, fa delle idee il principale strumento contro il relativismo sofistico.

2.  La dottrina dell’amore e dell’anima

Il sapere stabilisce tra l’uomo e le cose, non solo un

rapporto intellettuale da anche d’amore, che

Platone chiamerà eros. 

Platone dedica due dialoghi alla teoria dell’amore,

ovvero il Fedro  che considera l’amore nella sua

soggettività, mentre il Simposio  considera labellezza come l’oggetto dell’amore e associa ad

essa quattro diversi tipi di amore. (vedi figura 1)

Il Simposio

I filosofi che partecipano in questo dialogo, sono riuniti in un banchetto; ognuno di loro esprime le proprie

idee riguardanti l’eros.

  Pausania suddivide l’eros in: eros volgare (i piaceri) e eros celeste , rivolto alle anime.

  Erissimaco vedo l’amore come una forza cosmica

  Aristofane, attraverso il mito degli androgeni rivela l’insufficienza del l’uomo nei confronti dell’amore 

  Socrate identifica l’amore come un bisogno per l’uomo. 

La bellezza è l’oggetto dell’amore e la bellezza per eccellenza corrisponde all’amore filosofico. 

Il Fedro

Il problema del Fedro è quello della considerazione dell’anima. Per spiegarne la natura dell’anima, Platone

utilizza il mito della biga alata, in cui una coppia di cavalli, uno bianco, più agile e scaltro, mentre l’altro 

nero, lento e pigro. Mentre vengono guidati da un auriga verso il cielo, il compito del cavallo bianco è

quello di sorreggere quello nero affinché arrivino nel mondo della bellezza. Questo non succede perché i

cavalli cadono prima. La bellezza è il tramite tra l’uomo caduto e il mondo delle idee. A questo punto l’eros

diventa un processo di dialettica.

 

Figura 1 

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Unità 3 PLATONE 8 

3.  Lo Stato e il compito del filosofo

Lo Stato ideale

La Repubblica è l’opera più importante di Platone, nella quale, attraverso il riassunto dei dialoghiprecedenti viene data la definizione di comunità perfetta; che per Platone doveva essere presieduta dai

filosofi.

Si pone due domande :

1) Qual è lo scopo di tale comunità

2) Chi sono i filosofi

La giustizia

Alla prima domanda da come risposta la Giustizia; dicendo che nessuna comunità può sussistere senza di

essa.

Inoltre la giustizia è condizione fondamentale della nascita e della vita dello Stato. Lo Stato deve esserecostituito da tre classi a ciascuna delle quali collega una virtù:

1.  Governanti i quali devono avere la virtù della saggezza

2.  Guerrieri i quali devono avere la virtù del coraggio

3.  Cittadini i quali devono avere la virtù della temperanza

La temperanza però è una virtù che si addice a tutte e tre le classi.

La giustizia comprende tutte e tre queste virtù, e si realizza quando ciascun cittadino adempie al proprio

compito; ogni individuo è quindi portato a scegliere quello per cui è più adatto e dedicarsi solo ad esso. La

giustizia garantisce pertanto l’unità e con essa la forza dello stato, garantisce inoltre l’unità e l’efficienza

dell’individuo.

Nell’Anima Individuale Platone stabilisce tre parti :  

1.  Razionale che è quella dell’anima che ragiona

2.  Concupiscibile dalla quale derivano gli impulsi corporei

3.  Irascibile che lotta per ciò che la ragione ritiene giusto.

Da qui attribuisce di nuovo le virtù in questo modo :del principio razionale sarà tipica la saggezza,del

principio irascibile il coraggio,e l’accordo delle tre parti sarà la temperanza.Da qui Platone passa dalla

giustizia dello Stato a quella dell’individuo, e questa si avrà quando ciascuna parte dell’anima osserverà

solo la sua funzione. Quindi la giustizia non sarà solo l’unità dello stato o del singolo individuo, ma bensì

anche dell’unione di entrambe queste parti. 

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Unità 3 PLATONE 9

Caratteri e motivazioni delle classi sociali

1.  Da dove Platone prende la distinzione in classi?

2.  Che cosa fa si che un individuo appartenga ad una classe piuttosto che ad un’altra? 

Per la prima questione il filosofo dice che in uno Stato ci sono dei compiti diversi che devono essereattribuiti a persone diverse.Per la seconda invece dice che la destinazione sociale dipende da quale parte

dell’anima prevale sull’altra.Abbiamo così gli individui che sono prevalentemente razionali, individui

prevalentemente impulsivi e prevalentemente soggetti al corpo suoi desideri. Per Platone la divisione in

classe non dipende da un fattore ereditario ma da un attitudine naturale. Tutto ciò trova esempio nel mito

delle stirpi nel quale secondo un’antica leggenda fenicia alcuni nascono con una natura aurea, argentea,

ferrea o bronzea. Nell’immaginaria società platonica si possono, a differenza dei ceti indiani, passare da

una classe all’altra, sia dalla più bassa alla più alta che viceversa, e quindi avere una certa mobilità sociale. 

Il “comunismo” platonico 

Per fare funzionare bene lo Stato, Platone , suggerisce l’eliminazione della proprietà privata e lacomunanza dei bene per le classi superiori. I custodi dovranno avere solo le cose necessarie per vivere, e

saranno proibiti oro e argento in quanto lo scopo della città è il bene di tutti non la felicità di una classe.

Sia la povertà che la ricchezza, sono nocive per cui nella città ideale non dovrà esistere nessuna delle due.

La classe al potere non avrà famiglia, e inoltre si dovranno avere in comune anche le donne. Le unioni

matrimoniali saranno temporanee e stabilite dallo stato in modo tale che nascano figli sani. I figli però

appena nati, verranno tolti hai genitori in modo tale che non si conoscano e possano crescere come in una

grande e solidale famiglia. 

I guardiani sono felici ?

Platone alla domanda se i guardiani sono felici risponde che la felicità risiede nella giustizia, quindi

nell’aver compiuto i propri compiti, in vista dell’armonia e della felicità complessiva dello Stato. I filosofi,

inoltre sono felici già di per sé in quanto godono della beatitudine della conoscenza e non hanno bisogno

di cercare la loro realizzazione nei beni materiali.

Le degenerazioni dello Stato

Platone vede quindi nell’aristocrazia dei filosofi la forma di stato fisiologica. Mentre distingue quatt ro

forme di stato patologiche: la Timocrazia, nella quale la proprietà dei beni è nelle mani dei governanti al

quale corrisponde l’ uomo ambizioso e amante del comando e degli onori; l’Oligarchia  in cui il potere è

nelle mani dei ricchi al quale si associa l’uomo avido di ricchezze, parsimonioso e laborioso; la Democrazia, 

nella quale prevale la libertà dei cittadini, che si caratterizzano dal lasciarsi andare facilmente a desideri

smodati; la Tirannide, la peggiore forma di stato in cui il tiranno per gua rdarsi dall’ odio dei cittadini,

tenderà a circondarsi da persone peggiori di lui; a questa forma di stato corrisponde l’uomo schiavo delle

proprie passioni e sempre infelice.

Platone e la democrazia

Platone critica non soltanto i sofisti, ma anche gli uomini politici che avevano attuato riforme della città in

senso democratico.

Con la concezione aristocratica a reggere le sorti della cosa pubblica devono essere i migliori, ossia una

minoranza che eccelle su molti, non solo per ricchezze ma anche per virtù. Secondo la concezione

democratica invece il governo della polis deve essere in funzione di tutti e quindi un affare di popolo.

La più vicina alle concezioni di Platone è la prima.

Infatti attraverso l’”aristocrazia platonica” si raggiunge una funzionale divisione dei poteri che attraverso la

sua rigidità e permanenza nel tempo arrivi ad una forma di stato ideale, che nasce da una naturale

inclinazione del singolo che volontariamente adempierà ai propri compiti. Mentre con la democrazia i

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Unità 3 PLATONE 10

soggetti si sentiranno del tutto liberi e non ci sarà coincidenza tra inclinazione naturale e compito assolto

e ci sarà una rottura dell’ equilibrio ideale, in quanto per Platone solo   la parte “aurea” della società è

destinata a governare.

La visione di Platone non solo si distacca da una società democratica, ma giustifica e appoggia un’aristocrazia in cui,non di raro chi governa, dovrà organizzare la società fin nei minimi particolari, come

l’organizzazione di matrimoni di stato volti a creare degli accoppiamenti ideali. Tuttavia se questa visione

statalista non può essere minimizzata, non si può non puntualizzare sul fatto che questa visione trova

giustificazione nell’ uso della ragione da parte di chi governa, e del sapere che prescinderà quindi da

ricchezza o casato e sarà un metro di giudizio assoluto.

Chi custodirà i custodi? L’importanza dell’educazione nella città platonica 

Come si può essere sicuri che i governanti realizzeranno il bene comune e non quello personale? Platone

dice che i custodi, prima di custodire gli altri, devono sapere custodire se stessi, e quindi c’è una forte

importanza del sistema educativo. Nella Repubblica l’ordinamento educativo e politico r isultano talmentetanto uniti che lo stato tende a configurarsi come una grande accademia che ha come scopo la formazione

permanente di ineccepibili custodi. Cioè chi fin dalla nascita viene portato a pensare al bene collettivo,

continuerà a farlo anche se diventerà reggitore. Per Platone il sapere è una prerogativa delle classe

superiori.

I gradi della conoscenza e l’educazione 

La parte principale della repubblica è dedicata alla delineazione al compito del filosofo. Filosofo e’ colui

che ama la conoscenza nella sua totalità. Ciò che assolutamente è, è assolutamente conoscibile, ciò che in

nessun modo è, in nessun modo è conoscibile; perciò all’essere e quindi alle idee corrisponde la scienza

che è vista come la conoscenza vera, al non essere l’ignoranza,   e al divenire corrisponde l’opinione e

stanno nel mezzo.

Platone paragona la conoscenza a una linea che viene divisa in due segmenti che a sua volta viene divisa in

altri due segmenti; ci saranno così 4 gradi del sapere ai quali corrispondono 4 gradi della realtà :

La conoscenza sensibile ( opinione ), rispecchi al nostro mondo mutevole e comprende :

  la congettura o immaginazione che ha come oggetto le ombre o le immagini degli oggetti 

  la credenza che ha come oggetto le cose sensibili nei loro rapporti scambievoli ( percezione chiara degli

oggetti ) 

La conoscenza razionale o scientifica, che comprende il mondo immutabile delle cose, comprende :

  la ragione matematica o discorsiva, ha per oggetto le idee matematiche

  l’intelligenza filosofica o noetica, ha per oggetto le idee-valori.

Platone ritiene che la filosofia sia superiore alla ragione matematica, in quanto crede che questa si appigli

ancora al mondo sensibile e partano da ipotesi indimostrate.

Ciò nonostante la matematica nel sistema di Platone riveste una grande importanza. Secondo i metodi di

misura, l’uomo può avere diverse impressioni su un oggetto in momenti diversi, o diversi uomini posso

avere impressioni diverse sullo stesso oggetto; ma se si misurano per esempio la distanza o la grandezza di

quell’oggetto si raggiungono delle conoscenze non più mutevoli e soggettive ma stabili e oggettive. 

Le discipline matematiche fondamentali sono l’aritmetica come arte del calcolo, la geometria come scienza

degli enti immutabili, l’astronomia come scienza del movimento ordinato e perfetto e la musica come

scienze dell’armonia; queste discipline costituiscono la propedeutica della filosofia, ossia che preparano il

filosofo alla scienza suprema.

Platone descrive in modo molto minuzioso l’educazione dei giovani. Per prima cosa tutti i filosofi dovranno

studiare musica e ginnastica, poi le discipline propedeutiche. Fra i 30 e i 35 anni i migliori si cimentano

nella filosofia o dialettica, fra i 35 e i 50 coloro che hanno seguito bene il corso di filosofia dovranno fare un

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Unità 3 PLATONE 11

tirocinio pratico nelle cariche militari e civili. Solo a 50 anni, superate con esito favorevole tutte queste

prove, gli “ottimi” potranno avere il governo dello Stato. 

Il mito della caverna

La teoria della conoscenza e dell’educazione trova spiegazione nel mito della caverna. 

Immaginiamo che ci siano degli schiavi incatenati in una caverna e siano costretti a guardare solo davanti a

se. Sul fondo della caverna si riflettono immagini di alcune statuette che sporgono al di sopra del muro che

sta alle spalle dei prigionieri. Dietro il muro si muovono senza essere visti, i portatori delle statue, e si trova

un fuoco che permette la proiezione delle immagini. I prigionieri allora scambiano le ombre per la realtà.

Se però uno di loro riuscisse a liberarsi, voltandosi capirebbe che le ombre non sono la realtà in quanto

proiettate dalle statuette, che a loro volta sono imitazioni di cose reali rese visibili solo ed esclusivamente

dalla luce. Non riuscirà quindi, abbagliato dalla luce, a vedere le cose negli occhi ma riuscirà a vederle solo

attraverso l’acqua, solo in un secondo tempo ci riuscirà. Ma ancora incapace di guardare il sole, guarderà

le costellazioni e il firmamento per tutta la notte. Sarà così in grado di guardare il solo di giorno e di

ammirare lo spettacolo delle cose reali. Lo schiavo a questo punto vorrebbe restare sempre là. Ma se

facesse partecipi i suoi compagni schiavi di ciò che ha visto, tornando nella caverna,lui non saprebbe più

distinguere le ombre, perciò verrebbe deriso dai compagni che lo accuserebbero di non vedere bene, e

infastiditi dal suo atteggiamento, lo ucciderebbero.

Prendiamo ora parte per parte il mito e cerchiamo gli elementi essenziali paragonandoli al nostro mondo :

Platone vede il nostro mondo come il mondo delle tenebre, contrapposto al regno della luce

rappresentato dalle idee. Ma c’è soprattutto il concetto della finalità politica della filosofia, ossia le idee

che tutte le conoscenze acquisite devono essere usate per la fondazione di una comunità giusta e felice.

Solo con il ritorno alla caverna, l’uomo avrà compiuto la propria educazione e sarà veramente un filosofo. 

La condanna dell’arte imitativa 

La Repubblica è importante anche per la storia dell’estetica che studia i problemi della bellezza e dell’arte. 

Platone condanna l’arte e la esclude da ciò che i futuri reggitori dello stato devono saper fare perché

ritiene che l’arte sia l’imitazione di un’imitazione di tre gradi lontani dal vero; in quanto si limita a

riprodurre l’immagine delle cose che sono a loro volta riproduzione delle idee. Inoltre rifacendosi alle

immagini possiede il valore conoscitivo più basso e risulta non fare riferimento alla misurazione

matematica. Ritiene che la commedia e l’arte in generale sia negativa per il potere corruttore sugli animi,infatti i futuri filosofi dovrebbero essere distaccati dalle emozioni. L’arte invece incatena l’animo a lle

passioni rappresentate e porta le persone ad abbandonarsi a se stesse. Nella tragedia l’arte raffigura il

mondo dominato dal fatto facendo si che l’individuo sia solo un passivo esecutore della realtà. 

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Unità 3 PLATONE 12

La condanna dell’arte non riguarda però i miti, che lui utilizza in quanto si configurano come nobili tentativi

di rappresentare alla mente cose che vanno al di là di ciò che è materiale e terreno. Questo ci spiega che

per Platone l’arte può esistere solo se assoggettata alla filosofia, in caso contrario sarebbe falsa.

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Unità 3 PLATONE 13

Capitolo 3 :

 Approfondimenti e nuove prospettive

1.  I problemi dell’ “Ultimo Platone” N e i d i a l o g h i d e l l a v e c c h i a i a P l a t o n e a p p r o f o n d i s c e u l t e r i o r m e n t e l e s u e i d e e . I l

Platone di questo periodo, definito come l’  “ultimo Platone”, si pone principalmente due problemi: 

1.Come deve essere il mondo delle idee?

2.Come va concepito il rapporto tra le idee e le realtà naturali?

Queste due questioni vengono esaminate rispettivamente nel Sofista e nel Timeo. 

Il confronto con Parmenide

Platone si interroga sulla consistenza della teoria delle idee mettendosi a confronto con Parmenide.Se l’unità è l’idea mentre i molti sono gli oggetti che costituiscono un’idea, non si capacita di come un’idea

possa essere partecipata da più oggetti senza essere molteplice. La tesi secondo cui “solo l’essere è mentre

il non essere non è” potrebbe mettere in dubbio la teoria delle idee.

Dato che rinunciare alle idee risulta una cosa impossibile, Platone rinuncia al principio eleatico.

I generi dell’essere e il problema del nulla 

Platone elaborò la teoria dei generi sommi attraverso la quale, il filosofo spiegava come le idee potessero

esistere e comunicare tra loro. I “generi sommi” sono delle determinazioni supreme delle idee e sono

cinque : l’essere, l’identico,il diverso, la quiete e il movimento.

Seguendo questo schema è possibile comprendere come i generi sommi sono collegati tra loro :-Ogni idea esiste, quindi appartiene alla categoria dell’essere.

-Ogni idea è identica a se stessa e quindi rientra nella categoria dell’identico

-Ogni idea è identica a se stessa ma diversa alle altre, quindi rientra nel genere del diverso

-Ogni idea può stare in sé, quindi quiete oppure può comunicare con le altre, quindi movimento.

L’errore di fondo compiuto da Parmenide, secondo Platone è stato quello di confon dere il diverso con il

nulla. 

In poche parole, Platone intende dire che l’unico modo per non essere, è quello dell’ essere diverso.

Platone inoltre ribatte il concetto secondo cui l’errore non consiste nel pronunciare il nulla ma nel dire le

cose diversamente da come stanno nella realtà.

La nozione generale di “essere” 

Con l’utilizzo dei cinque generi sommi, Platone intende ridefinire il concetto di essere e arriva alla tesi

secondo cui l’essere è possibilità. Con questo, Platone intende dire che esistono tutte quelle cose che sono

in grado di entrare in diversi campi di relazione.

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Lucia Senes 30 Aprile 2012

Unità 3 PLATONE 14

2.  La dialettica

Platone definisce dialettica la suprema scienza delle idee la quale consisterà nel determinare quali idee

sono collegate tra loro e quali no.

Nel Fedro, la dialettica viene definita attraverso due momenti: la definizione di una certa idea e la divisionedella stessa, nelle sue articolazioni interne.

La tecnica dialettica consiste nel definire un’idea mediante le diversificazioni attraverso un processo

“dicotomico”: in relazione all’idea di caccia, secondo Platone è possibile arrivare a definire i sofisti

procedendo con metodo binario.

La dialettica platonica si differenzia da quella di Aristotele poiché si costruisce su base ipotetica e tende a

strutturarsi come una ricerca inesauribile aperta a nuove acquisizioni.

3.  Il bene per l’uomo: il Filebo 

Nel terzo periodo della sua attività, Platone scrisse il Filebo, nel quale si occupava principalmente di dareuna risposta alla domanda: che cos’è il bene per l’uomo ? 

L’unico modo per arrivare al bene, per l’uomo, è riuscire a stabilire una forma di vita mista di piacere e

ragione: esso deve essere costituito dal piacere guidato e ordinato dall’intelligenza che da ad esso un

limite.

La gerarchia dei valori viene stabilita da Platone in :

  L’ordine, la misura 

  La proporzione, il bello e il compiuto

  L’intelligenza 

  La scienza e l’opinione 

  I piaceri puri

4.  Il Timeo e la dottrina delle idee-numeri

Il mito del demiurgo

Attraverso il Timeo, Platone, intende dare una

risposta alla domanda: da dove origina l’universo? 

La scienza non può rispondere perché la ragione èlimitata; perciò possiamo creare un’ipotesi, attraverso

il racconto del mito del Demiurgo2. La figura del

demiurgo viene presentata come un mediatore tra il

mito e la filosofia. All’inizio regnava il caos e il

Demiurgo, amando l’ordine voleva riordinare le cose a

immagine e somiglianza delle idee. Identificato come

un divino artefice, il Demiurgo ha fornito le cose di

un’anima del mondo, ossia la forza che il Demiurgo

conferisce al mondo naturale. Inoltre, il divino ha

generato il tempo che viene definito da Platone comeun’immagine dell’eternità. Il tempo è misurato in

base ai movimenti degli astri. Nonostante la sua

2Creatore

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Unità 3 PLATONE 15 

buona volontà, il Demiurgo non riesce nel suo intento. Nel Timeo infatti, tutto ciò che è bene è dovuto al

Demiurgo e all’intelligenze mentre il male è dovuto alla materia e alla necessità. 

La visione matematica delle coseIl platonismo dei Timeo interpreta i numeri come uno strumento di tutto ciò che esiste. Inoltre si dice che

Platone, nelle “dottrine non scritte”, avrebbe interpretato il mondo delle idee come il mondo dei numeri

spiegando tutto attraverso i concetti di Uno e Diade.