CONCETTI E DOCUMENTI Le missioni di peacekeeping

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oceano Atlantico oceano Pacifico oceano Pacifico oceano Indiano Con le missioni di peacekeeping, in italiano “mantenimento della pace”, l’Onu interviene in ogni parte del mondo dove sorgono conflitti. Lo scopo di questi interventi, che si susseguono ormai dalla fine della Seconda guerra mondiale, è quello di frapporsi tra i contendenti per creare condizioni di sicurezza e relativa tranquillità al fine di poter giungere a una soluzione politica del conflitto. Per ottenere questo risultato, le Nazioni Unite inviano sul luogo del conflitto delle missioni militari neutrali. È sempre il Consiglio di sicurezza dell’Onu che autorizza, attraverso l’approvazione di una risoluzione, l’invio delle forze armate, però con il necessario consenso degli Stati in cui saranno dispiegati i militari. Le missioni sono composte da vari Paesi che non abbiano legami con le parti in conflitto e che possano agire in modo imparziale per operare un efficace controllo del territorio e separare i contendenti. L’Onu utilizza direttamente i contingenti, i famosi “caschi blu”, espressamente forniti dai vari Stati aderenti delle Nazioni Unite. Gli Stati, infatti, decidono in modo autonomo se partecipare alla missione e quanti militari e mezzi inviare. Il comandante della missione è nominato sempre dal Segretario generale dell’Onu, dal quale dipende di fatto. Le missioni di peacekeeping fonte Onu Siria, Alture del Golan Libano Medio Oriente Ciad e Repubblica Centrafricana Sudan Costa d’Avorio Liberia Sahara Occidentale Repubblica Democratica del Congo Africa Haiti America Cipro Georgia Kosovo Timor Est Pakistan e India (Kashmir) Asia e Pacifico CONCETTI E DOCUMENTI Europa e Caucaso © Pearson Italia S.p.A. Monaci, Della Valentina, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori

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Con le missioni di peacekeeping, in italiano “mantenimento della pace”, l’Onu interviene in ogni parte del mondo dove sorgono conflitti. Lo scopo di questi interventi, che si susseguono ormai dalla fine della Seconda guerra mondiale, è quello di frapporsi tra i contendenti per creare condizioni di sicurezza e relativa tranquillità al fine di poter giungere a una soluzione politica del conflitto. Per ottenere questo risultato, le Nazioni Unite inviano sul luogo del conflitto delle missioni militari neutrali. È sempre il Consiglio di sicurezza dell’Onu che autorizza, attraverso l’approvazione di una risoluzione, l’invio delle forze armate, però con il necessario consenso degli Stati in cui saranno dispiegati i militari. Le missioni sono composte da vari Paesi che non abbiano legami con le parti in conflitto e che possano agire in modo imparziale per operare un efficace controllo del territorio e separare i contendenti. L’Onu utilizza direttamente i contingenti, i famosi “caschi blu”, espressamente forniti dai vari Stati aderenti delle Nazioni Unite. Gli Stati, infatti, decidono in modo autonomo se partecipare alla missione e quanti militari e mezzi inviare. Il comandante della missione è nominato sempre dal Segretario generale dell’Onu, dal quale dipende di fatto.

Le missioni di peacekeeping

fonte Onu

Siria, Alture del GolanLibano

Medio Oriente

Ciad e Repubblica CentrafricanaSudanCosta d’AvorioLiberiaSahara OccidentaleRepubblica Democratica del Congo

Africa

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