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Impianti di Climatizzazione e Condizionamento
CLASSIFICAZIONE DEGLI IMPIANTI
Prof. Cinzia Buratti
GENERALITA’
Gli impianti sono realizzati con lo scopo di mantenere all’interno degliambienti confinati condizioni termoigrometriche adeguate alla loroambienti confinati condizioni termoigrometriche adeguate alla lorodestinazione d’uso
Possono essere classificati in:
−- impianti di riscaldamento (controllo della temperatura dell’aria inimpianti di riscaldamento (controllo della temperatura dell aria in
condizioni invernali);
impianti di climatizzazione (controllo della temperatura dell’aria in−- impianti di climatizzazione (controllo della temperatura dell aria in
condizioni sia invernali che estive);
−- impianti di condizionamento (controllo di temperatura, umidità relativa,
velocità e purezza dell’aria in condizioni sia invernali che estive);
−- apparecchi autonomi (controllo della temperatura dell’aria in un numero
limitato di locali, in condizioni sia invernali che estive)., )
Impianti di riscaldamento e climatizzazione
Gli impianti di riscaldamento e climatizzazione hanno la stessaconfigurazione di impianto ma nel secondo caso si invia nelle tubazioni enegli elementi terminali alternativamente acqua calda o acqua refrigerata,a seconda delle stagioni.
Il fluido termovettore è acqua, riscaldata o raffreddata in centrale e quindi distribuita mediante pompe di circolazione e attraverso una rete di tubazioni.Gli elementi terminali nei singoli ambienti possono essere ventilconvettori (fan - coils) o mobiletti ad induzione (nel caso di impianti di riscaldamento possono essere impiegati anche i radiatori).
Impianti di climatizzazioneAUTONOMI
CENTRALIZZATI
CENTRALIZZATI
1. Impianti centralizzati in condominiali: la caldaia è collocata in un locale dedicato, chiamato centrale termica, da cui si snoda la rete;
2. Impianti per quartiere o comprensorio: teleriscaldamento con
acqua surriscaldata o vapore come fluido termovettore e scambiatori di
calore.
Vantaggi: rendimento globale più elevato rispetto a quelli autonomi;Vantaggi: rendimento globale più elevato rispetto a quelli autonomi;
Svantaggi: la regolazione non può essere modellata secondo leSvantaggi: la regolazione non può essere modellata secondo le
esigenze specifiche di ciascuna singola utenza
1. Impianti centralizzati in condominialiSi h t di l h d ld d t tSi ha un generatore di calore che produce acqua calda ad una temperatura
inferiore a 100°C; la rete di distribuzione dell’acqua, pertanto, non è in pressione.I primi impianti realizzati erano quasi tutti a circolazione naturale; veniva sfruttataI primi impianti realizzati erano quasi tutti a circolazione naturale; veniva sfruttata
la differenza di densità fra l'acqua dell'andata e l'acqua del ritorno ai corpi scaldanti dovuta alla differenza di temperatura che si produceva per la cessionescaldanti, dovuta alla differenza di temperatura che si produceva per la cessione
di calore nei corpi scaldanti stessi (radiatori).
Grazie alla silenziosità e affidabilità dei motori e delle pompe, la circolazione
dell’acqua avviene per mezzo di esse si parla dunque di circolazione forzata; l'acqua
circola fra la caldaia ed i corpi scaldanti mediante reti di tubazioni in acciaio nero, in
rame o in materiale plastico.
Le caratteristiche dimensionali e costruttive della centrale termica, sono regolate da
norme volte soprattutto a garantire la sicurezzanorme volte soprattutto a garantire la sicurezza.
Impianti centralizzati
Schema di impianto centralizzato a colonne montanti a sorgente.
Impianti centralizzati
Schema di impianto centralizzato a colonne montanti a cascata.
Impianti ad anello monotubo: si tratta di una distribuzione sul perimetro della
superficie da scaldare, in cui i corpi scaldanti sono posti in serie;
Caratteristiche
- la lunghezza delle tubazioni è ridotta e si ha una maggiore garanzia sulla tenuta;
- l’ultimo radiatore di ciascuna zona è il più sfavorito in quanto la differenza tra la
temperatura media dell’acqua e quella dell’aria è più bassa;
- per avere la stessa resa, occorre aumentare la superficie di scambio termico.
Se si chiude un radiatore, si blocca il flusso anche agli altri (risolto con un by-pass).
1.Per la regolazione si impiegano valvole a quattro vie, questo sistema viene
utilizzato dove gli altri risultano troppo costosi, ad esempio per riscaldare locali
molto ampimolto ampi.
Dalla caldaia si
Impianti ad anello monotubo
Dalla caldaia si dipartono
verticalmente le tubazioni di
mandata e di ritorno dalleritorno, dalle
quali, in corrispondenza di ogni piano e per ogni zona
termica sitermica, si dirama una tubazione di
mandata che si chiude ad anello
su tutti glisu tutti gli utilizzatori
Schema di impianto complanare monotubo con terminali in serie.
Impianti ad anello a due tubi: consente un minor impiego di tubazioni senza precludere la possibilità di regolare il singolo terminale; consiste nel servire in serie e parallelo conla possibilità di regolare il singolo terminale; consiste nel servire in serie e parallelo con due tubi i diversi terminali, che prendono il fluido dal tubo di mandata e lo scaricano su quello di ritorno. qIl ritorno di un terminale non va quindi a quelli successivi.
: Schema di impianto a due tubi a ritorno semplice.
−Le portate sono diverse nelle diverse zone di distribuzione; ad ogni uscita versoun terminale, la portata diminuisce nel tubo di mandata, che verrà quindidimensionato con diametri decrescenti, in modo da avere perdite di carico costantiper unità di lunghezza.L’ultimo terminale sarà soggetto a perdite molto più alte del primo per la maggior−L ultimo terminale sarà soggetto a perdite molto più alte del primo, per la maggior
lunghezza dei tubi di mandata e ritorno.
−Se l’impianto è molto lungo, con il ritorno inverso tutti i terminali sono soggetti a
perdite di carico simili, anche se a livello impiantistico occorre utilizzare una
tubazione di ritorno più lunga.
Schema di impianto a due tubi a ritorno inverso.
Impianti a collettori complanari
I terminali sono dimensionati in base alla ripartizione del carico termico nei
diversi ambienti e la distribuzione dell’acqua calda avvienediversi ambienti e la distribuzione dell acqua calda avviene
indipendentemente per ciascun radiatore.
Dal collettore partono tanti tubi quanti sono gli elementi terminali (uno per
la mandata e uno per il ritorno); si tratta di tubi di diametro molto piccolo, in
genere <16 mm, in rame, senza pezzi speciali; sono installati stendendolig p p
sul massetto e proteggendoli dallo schiacciamento.
Per limitare lo sviluppo dei circuiti interni, è solitamente consigliabile
disporre i collettori in zona baricentrica rispetto ai terminali da servire.
Impianti a collettori complanari
: Schema di impianto a collettori complanari.
Gli impianti a sorgente e a cascata tendono oggi ad essere abbandonati;Gli impianti a sorgente e a cascata, tendono oggi ad essere abbandonati;
ciò è dovuto al fatto che, per molti aspetti, non rispondono alle nuove
normative.
Infatti esse richiedono che la tariffazione sia individuale, valutata in
relazione alle calorie effettivamente consumate dal singolo utente; occorre
pertanto individuare relativamente a ciascuna unità immobiliare la portatapertanto individuare, relativamente a ciascuna unità immobiliare, la portata
d’acqua e le temperature di ingresso e di uscita.
In un impianto a sorgente o a cascata tutto ciò risulta complesso, in quanto
occorrerebbe inserire un contacalorie per ciascun radiatore ed un
totalizzatore; nei sistemi ad anello o a collettori complanari invece ètotalizzatore; nei sistemi ad anello o a collettori complanari, invece, è
sufficiente un contacalorie per ogni anello o collettore, cioè per ogni unità
immobiliare.
Impianti di teleriscaldamento
Gli impianti di teleriscaldamento sono costituiti da una centrale diGli impianti di teleriscaldamento sono costituiti da una centrale di produzione del calore, con il fluido termovettore immesso in una rete di
distribuzione in grado di servire uno o più quartieri cittadinidistribuzione in grado di servire uno o più quartieri cittadini. Il fluido può essere vapore o acqua surriscaldata, in fase liquida, alla
temperatura di circa 130 °C.temperatura di circa 130 C. In corrispondenza dei singoli edifici serviti la rete si immette nella centrale
termica, dove uno scambiatore di calore alimenta l’impianto dell’edificio, con , p ,un sistema di distribuzione simile a quelli descritti in precedenza.
Un impianto di teleriscaldamento può servire anche edifici esistenti, sostituendo il generatore di calore con uno scambiatore di calore.
Vantaggi: possibilità di allontanare dall’interno degli agglomerati urbani le emissioni dei prodotti della combustione;
ottenere un consistente risparmio energetico, grazie agli elevati valori del rendimento dei generatori di calore di grandi dimensioni.
IMPIANTI AUTONOMI
Ogni utenza è servita da un generatore di calore, con una taglia media di circa 35kW termici. La grande diffusione degli impianti autonomi è stata determinata dallapossibilità di farli funzionare secondo le esigenze dell’utente; il rendimento globale èpossibilità di farli funzionare secondo le esigenze dell’utente; il rendimento globale èpiù basso rispetto agli impianti centralizzati con maggiori costi di esercizio.
La distribuzione dell'acqua calda avviene con le stesse modalità viste per gli impianti centralizzati.
Nell’ambito degli impianti autonomi si possono citare i radiatori a gas, elementi che hanno la forma di un ventilconvettore ed ognuno dei quali possiede un g q p
bruciatore. I vantaggi di questi impianti sono il fatto che il collegamento tra gli elementi terminali è costituito da un tubo di piccolissime dimensioni, non esistono
problemi di congelamento e l’impianto può essere parzializzato.problemi di congelamento e l impianto può essere parzializzato. Si tratta di impianti a convezione forzata tra i fumi della combustione del gas e
l’aria, che presentano un fattore di scambio molto elevato, pertanto il tempo di messa a regime è ridottomessa a regime è ridotto.
Tra gli svantaggi dei radiatori a gas occorre ricordare che si ha la presenza di numerose fiamme ed altrettanti scarichi in un appartamento; si hanno inoltre molte
b bilità di ti ’ d t t i tt tt l t llprobabilità di guasti e occorre un’adeguata manutenzione, soprattutto nel controllare gli scarichi.
Classificazione degli impianti di condizionamento.
IMPIANTIDI CONDIZIONAMENTODI CONDIZIONAMENTO
A TUTT’ARIAMISTI
ARIA/ACQUAARIA/ACQUA
a portatat t
a portatai bil
aentilcon ettori
aind ionecostante variabile ventilconvettori induzione
monocondotto monocondotto a due tubi a due tubimonocondotto
multizone
monocondotto
multizone
a due tubi
a tre tubi
a due tubi
a tre tubimultizone
a doppio
multizone a tre tubi
tt t bi
a tre tubi
tt t bia doppioa doppiocondotto a quattro tubi a quattro tubia doppio
condotto
Impianti di condizionamentoImpianti tutt’aria
Il controllo di tutte le grandezze microclimatiche è effettuato mediante
l’impiego di aria; la regolazione può avvenire con una variazione dellap g ; g p
temperatura di immissione (impianti a portata costante) oppure con una
variazione della portata dell’aria (impianti a portata variabile)variazione della portata dell aria (impianti a portata variabile).
La potenza termica Q fornita e/o sottratta da una data portata d’aria G è:La potenza termica Q fornita e/o sottratta da una data portata d aria G è:
)TT(GQ aI −ργ= aI
in cui ρ e γ sono densità e calore specifico dell’aria e TI e Ta sono
rispettivamente la temperatura dell’aria di immissione e dell’aria ambiente
Per variare Q, nella regolazione dell’impianto si possono variare:
TI (impianti a portata costante);TI (impianti a portata costante);
G (impianti a portata variabile).
Impianti tutt’aria
Schema di principio di un impianto a tutt’aria.
Sono utilizzati in edifici dove il volume da condizionare è costituito da grandi ambientiSono utilizzati in edifici dove il volume da condizionare è costituito da grandi ambienticon condizioni termoigrometriche di progetto uniformi (teatri, cinema, auditorium, ecc.),che pertanto possono essere garantite mediante l’introduzione di aria in condizioni diche pertanto possono essere garantite mediante l introduzione di aria in condizioni ditemperatura e umidità relativa prefissate.
Impianti misti aria-acqua
L’aria ha lo scopo di assicurare il giusto grado di purezza dell’aria
ambiente, l’adeguato tasso di umidità e di controllare la velocità;
la temperatura è controllata mediante la presenza di terminali disposti inla temperatura è controllata mediante la presenza di terminali disposti in
ambiente, costituiti essenzialmente da una batteria di scambio termico
alimentata ad acqua;
la regolazione della temperatura avviene localmente intervenendo suglila regolazione della temperatura avviene localmente intervenendo sugli
elementi terminali.
Per quanto riguarda il trattamento e la distribuzione in ambiente dell’aria ilsistema è perfettamente analogo a quello relativo agli impianti a tutt’aria.
Impianti misti aria-acqua
Schema di principio di un impianto misto aria/acqua.
Gli impianti misti sono realizzati in edifici dove il volume da condizionare è frazionato
in un numero elevato di ambienti come edifici residenziali uffici scuole eccin un numero elevato di ambienti come edifici residenziali, uffici, scuole, ecc.
Impianti a portata costante
L’aria è inviata agli ambienti mediante un sistema di distribuzione costituitoda una rete di canali di mandata e dai relativi terminali di immissione(bocchette, anemostati, diffusori lineari).
Dove è possibile il ricircolo, è presente anche un sistema di bocchette ecanalizzazioni di ripresa, che convogliano parte dell’aria ambiente di nuovonell’unità di trattamento aria, per essere poi ricircolata.
un’unità di trattamento (UTA) è composta dalle seguenti sezioni:( ) p g−- serrande;−- sistema di filtrazione;s ste a d t a o e;−- batteria di pre-riscaldamento;−- sezione di umidificazione;sezione di umidificazione;−- batteria di raffreddamento e deumidificazione;−- batteria di post-riscaldamento;−- batteria di post-riscaldamento;−- ventilatore di mandata.
Impianti a portata costante
La regolazione è generalmente del tipo a punto fissoLa regolazione è generalmente del tipo a punto fisso.
Gli impianti a portata costante hanno il vantaggio di essere sistemi
semplici, dal punto di vista sia dell’installazione sia della distribuzione.p p
Consentono inoltre di utilizzare direttamente aria esterna per ilConsentono inoltre di utilizzare direttamente aria esterna per il
raffreddamento, quando le condizioni termoigrometriche della stessa lo
consentono (free cooling), e di controllare la qualità dell’aria ambiente
mediante adeguata ventilazione.g
Impianti a portata variabile
L’ i è i i t li bi ti di t i t di di t ib iL’aria è inviata negli ambienti mediante un sistema di distribuzione e,laddove presente, di ripresa, analogo a quello degli impianti a portatacostante.
La regolazione della potenza termica ceduta o sottratta all’ambiente avviene mediante variazione della portata d’aria immessa.
Vantaggi: il trattamento di una portata d’aria ridotta può consentire unsignificativo risparmio energetico e questo spiega la diffusione di taletipologia di impianto negli ultimi anni.
Svantaggi: la riduzione di portata è al massimo del 25 – 30 % del valore
nominale, pertanto a volte non è possibile controbilanciare variazioni
maggiori del carico termico; tali impianti sono quindi realizzati generalmente
in locali caratterizzati da variazioni contenute del carico termico.
Impianti a portata variabile
L’UTA è costituita dagli stessi elementi di quella impiegata negli impianti a
portata costanteportata costante.
Il ventilatore di mandata è a numero di giri variabile, per consentire la
variazione della portata d’aria; tale variazione, in passato, avveniva mediante
serrande sulla mandata e alette direzionali sull’aspirazione, oggi si impiegano
degli inverter per la variazione della velocità del ventilatore.
Particolare attenzione va posta nella scelta del ventilatore e dei terminali diParticolare attenzione va posta nella scelta del ventilatore e dei terminali di
immissione, nonché nella progettazione della rete di distribuzione dell’aria,
all’interno della quale si hanno delle variazioni di pressione conseguenti alleall’interno della quale si hanno delle variazioni di pressione conseguenti alle
variazioni di portata, che devono essere opportunamente assorbite.
Sistemi monocondotto e a doppio condotto
Sia gli impianti a portata costante che quelli a portata variabile possonopresentare due diverse tipologie di sistemi di distribuzione dell’aria:presentare due diverse tipologie di sistemi di distribuzione dell aria:−- monocondotto;
a doppio condotto−- a doppio condotto.
Negli impianti monocondotto l’aria, trattata centralmente, è inviata negli
ambienti mediante un’unica canalizzazione; pertanto consente il
controllo delle condizioni termoigrometriche di ambienti singoli, più o
meno ampi o comunque con caratteristiche omogenee del caricomeno ampi, o comunque con caratteristiche omogenee del carico
termico.
Impianto a tutt’aria monocondotto.
Qualora l’edificio non sia costituito da un singolo ambiente o da zone cong
carichi termici omogenei e sincronizzati (es. edifici con zone a differente
esposizione con valori del carico termico massimo contemporaneoesposizione, con valori del carico termico massimo contemporaneo
possono verificarsi in ore diverse della giornata, soprattutto nelle stagioni
intermedie) possono adottarsi impianti a doppio condotto.
Impiegano due canali di distribuzione dell’aria: uno per l’aria calda e unop g p
per l’aria fredda, prodotte contemporaneamente nell’unità di trattamento
dell’ariadell aria.
I i ll i i i di l l i i i l iIn inverno e nelle stagioni intermedie la portata totale, trattata inizialmente in
un canale unico (pre-riscaldamento e umidificazione), è suddivisa in due(p ),
canali, in uno dei quali è raffreddata (canale freddo) mentre nell’altro è
riscaldata (canale caldo).
L’aria immessa in ambiente è costituita da una miscela delle due correnti
d’aria, effettuata in una scatola di miscelazione collocata in prossimità di
ciascun ambiente.
L d’ i è i ll l d ll d li i iLa portata d’aria è immessa nella scatola dalle due canalizzazioni
mediante serrande coniugate comandate da un termostato ambiente, che
regola la portata d’aria proveniente dai due canali in funzione della
variazione di temperatura nell’ambiente da condizionarevariazione di temperatura nell ambiente da condizionare.
In questo modo l’impianto è in grado di compensare contemporaneamente
f fcarichi termici e frigoriferi.
In estate i pre-trattamenti nel canale unico non sono effettuati.
I sistemi a doppio condotto hanno lo svantaggio di essere più costosiI sistemi a doppio condotto hanno lo svantaggio di essere più costosi.
Impianto a tutt’aria a doppio condotto.
Sistemi multizone
Un sistema che costituisce un compromesso tra gli impianti monocondotto
e quelli a doppio condotto è costituito dai sistemi multizone.
Possono essere impiegati nel caso di edifici molto grandi, in cui è possibile
individuare zone termoigrometriche con diversità d’impiego o diindividuare zone termoigrometriche con diversità d impiego o di
esposizione.
L’aria è trattata centralmente e distribuita con la stessa umidità specifica,
ma ad una temperatura diversa a seconda delle zone.
Tutti i trattamenti dell’aria, tranne il post-riscaldamento, sono effettuati
centralmente; a valle dell’umidificatore adiabatico la portata d’aria è
suddivisa in funzione delle esigenze delle diverse zone individuate
all’interno dell’edificio ed è trattata in altrettante batterie di post-
riscaldamento di zona.
Impianto a tutt’aria a portata costante multizone.
Impianti di condizionamento misti aria-acqua
L’immissione di aria (detta aria primaria) consente il controllo dell’umiditàrelativa della velocità e della purezza dell’aria ambiente; la circolazione direlativa, della velocità e della purezza dell’aria ambiente; la circolazione diacqua all’interno di opportuni elementi terminali consente il controllol li t d ll t t d ll’ i bi tlocalizzato della temperatura dell’aria ambiente.
L’ingombro dei canali per la distribuzione dell’aria è minore rispetto agli impianti a tutt’aria, essendo la portata necessaria al controllo di umidità relativa e purezza generalmente inferiore rispetto a quella necessaria al controllo della temperatura.
Il controllo locale della temperatura influenza il valore dell’umidità relativa d ll’ i h d t ll t t l t ò l i l di f i didell’aria che, essendo controllato centralmente, può assumere valori al di fuori di quelli ottimali quindi occorre che i carichi latenti non risultino eccessivi, al fine di
consentire un miglior controllo dell’umidità relativaconsentire un miglior controllo dell umidità relativa.L’elevata portata d’aria primaria che si renderebbe necessaria vanificherebbe il
vantaggio delle dimensioni contenute dei canali di distribuzione tipico di questevantaggio delle dimensioni contenute dei canali di distribuzione, tipico di queste soluzioni.
Impianti di condizionamento misti aria-acqua
Negli impianti misti non viene effettuato il ricircolo; l’aria è pertanto estratta
mediante torrini di estrazione collocati in corrispondenza dei servizi che,
trovandosi in depressione, richiamano aria da tutti gli ambienti.
L’aria è generalmente fatta fluire attraverso i corridoi, nei quali transita
attraverso opportune griglie di transito installate nelle porte dei singoliattraverso opportune griglie di transito installate nelle porte dei singoli
ambienti.
In base alle caratteristiche degli elementi terminali, possono essere
classificati in:classificati in:
−- impianti con ventilconvettori;
impianti a induzione−- impianti a induzione.
VENTILCONVETTORI
Sono elementi terminali che cedono osottraggono calore all’ambiente perconvezione forzata.
L’aria ambiente è fatta circolare dal
ventilatore attraverso la batteria di
scambio termico alimentata ad acqua
calda o refrigerata (inverno/estate),
con la quale scambia calore per
convezione forzata.
L’ i i i è di t ib it bElementi terminali di un impianto misto aria/acqua: venticonvettore
L’aria primaria è distribuita a bassavelocità e a portata costante.
VENTILCONVETTORI
La regolazione avviene imponendo all’aria in uscita valori costanti di temperatura eumidità relativa al variare delle condizioni esterne.I i i i i i t t 20 22 °C t i t t t l lIn inverno si invia aria a temperatura a 20-22 °C, mentre in estate tale valorediventa 25 °C se è presente il postriscaldamento, oppure circa 16 °C.
Svantaggi:−- la deumidificazione incontrollata sulla batteria fredda, da cui consegue
’i t l i d ll’ idità l ti tt l’ i i i Pun’inaccurata regolazione dell’umidità relativa attraverso l’aria primaria. Perlimitare questo inconveniente conviene dimensionare le batterie del freddo deiventilconvettori per una temperatura d’alimentazione dell’acqua pari a 11 13 °C inventilconvettori per una temperatura d alimentazione dell acqua pari a 11-13 °C, inmodo da limitare la condensazione nei terminali e affidare completamente ilcontrollo dell’umidità all’aria primaria;controllo dell umidità all aria primaria;−- la rumorosità dei ventilconvettori, che contengono parti in movimento;−- la necessità di manutenzione dovuta alla presenza di una linea elettrica, unla necessità di manutenzione dovuta alla presenza di una linea elettrica, unelettroventilatore con commutatore di velocità, una o due batterie di scambiotermico e una o due valvole a più vie soggette a perdite, un filtro da pulirep gg p pperiodicamente, uno scarico per l’acqua di condensazione, un’apparecchiaturalocale di regolazione.
MOBILETTI A INDUZIONE
I mobiletti ad induzione impiegano ungetto d’aria primaria ad alta velocità epressione per trascinare l’ariaambiente.Oltre a fornire ai locali l’aria esterna diventilazione (aria primaria), vienegenerato un moto indotto dall’ariaambiente (aria secondaria) che vienei ld t ff dd t d b tt iriscaldata o raffreddata da una batteria
di scambio termico posta nell’induttore.
Possono presentare problemi dirumorosità dovuti al transito dell’aria Elementi terminali di un impianto
misto aria/acqua: mobiletto a induzione (b).
rumorosità dovuti al transito dell ariaprimaria attraverso gli ugelli, a velocitàrelativamente elevata. ( )relativamente elevata.
MOBILETTI A INDUZIONE
L’aria è immessa attraverso bocchette posizionate all’ingresso dei locali, al di
sopra delle porte, nel caso degli impianti a induzione l’aria primaria deve essere
addotta all’elemento terminale mediante un canale che, nella maggior parte dei
casi deve attraversare il locale per giungere al mobiletto a induzione, di solito
posizionato dal lato opposto rispetto alle porte e alle dorsali del sistema diposizionato dal lato opposto rispetto alle porte e alle dorsali del sistema di
distribuzione (sotto-finestra).
Maggiore ingombro da parte dell’impianto, con la necessità di realizzare
controsoffitti all’interno dei locali e con incrementi nei costi di installazione.
Impianti a due, a tre o quattro tubi
Si li i i ti til tt i i i lli i d i l di t ib iSia negli impianti a ventilconvettori sia in quelli a induzione la distribuzionedell’acqua può avvenire con un sistema a due, tre o quattro tubi.
Sistemi a due tubi
I singoli elementi terminali sono collegati alla centrale di trattamento dell'acquacon un circuito a due tubi del tutto analogo a quello utilizzato per gli impianti dig q p g priscaldamento.In figura si nota il collegamento degli elementi terminali al circuito dell’acquacalda o a quello dell’acqua refrigerata; tutti gli elementi terminali sonocontemporaneamente o riscaldati o raffreddati, mentre potrebbe esserenecessario un contemporaneo raffreddamento in alcune zone e unriscaldamento in altre.Quando si passa dal funzionamento invernale a quello estivo o viceversa sieffettua la commutazione del circuito.
I i t til tt i d t bi li t t d l i it ld ( ) d l i it
b)a)
Impianto a ventilconvettori a due tubi alimentato dal circuito caldo (a) e dal circuito freddo (b).
Per evitare la commutazione e consentire il contemporaneo riscaldamento e
raffrescamento di ambienti diversi (che potrebbe rendersi necessario in locali con
diversa esposizione, soprattutto nelle stagioni intermedie), si adottano sistemi a tre
o quattro tubi.
Sistemi a tre tubi
Gli elementi terminali, tramite una valvola deviatrice a tre vie, sono collegati a, , g
entrambi i circuiti dell’acqua calda e refrigerata; è così possibile che alcuni terminali
siano riscaldati mentre altri contemporaneamente sono raffreddati, realizzando unasiano riscaldati mentre altri contemporaneamente sono raffreddati, realizzando una
regolazione a più zone.
Tutte le uscite dei ventilconvettori, sia caldi sia freddi, possono confluire in un unicoTutte le uscite dei ventilconvettori, sia caldi sia freddi, possono confluire in un unico
condotto di ritorno che porta alla caldaia e e alla macchina frigorifera.
Si ha un notevole dispendio di energia in quanto l’acqua di ritorno si porta ad unaSi ha un notevole dispendio di energia in quanto l acqua di ritorno si porta ad una
temperatura intermedia tra quella calda e quella refrigerata e deve essere poi
trattata in centrale, con un considerevole salto termico.trattata in centrale, con un considerevole salto termico.
Sistemi a quattro tubiOltre a mantenere completamente separati i circuiti dell’acqua calda e
refrigerata, questi sistemi hanno elementi terminali che presentano due batterie, una per l’acqua calda e una per quella refrigerata, collegate ai rispettivi circuiti. Delle due batterie entra in funzione di volta in volta quella in grado di soddisfare
le richieste termiche di ciascun ambiente.
T li i t i i lt lt iù t i di lli d t bi i t tTali sistemi risultano molto più costosi di quelli a due tubi in quanto presentano un doppio circuito e degli elementi terminali molto più complessi, essendo dotati
di due batteriedi due batterie. (Sono l’equivalente degli impianti a tutt’aria a doppio condotto).
Inserendo sulle uscite una valvola a tre vie deviatrice, azionata in parallelo a quella in ingresso, si possono tenere separati il circuito caldo da quello freddo in q g , p p q
tutto lo sviluppo della rete. Il termostato ambiente che agisce sulle valvole d’ingresso e d’uscita le commuterà contemporaneamente, inviando tutte le uscite
fredde alla rete fredda e tutte quelle calde alla rete calda.
I i t til tt i tt t bi M1 M2 li t ti d l i itImpianto a ventilconvettori a quattro tubi: M1 e M2 sono alimentati dal circuito freddo, M3 da quello caldo.