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ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE E PER GEOMETRI
“Contardo Ferrini” - Verbania Corso di Studi in Liceo Tecnico delle Costruzioni
DISPENSA DI IMPIANTI
Impianti elettrici nei cantieri edili
FONTE BIBLIOGRAFICA Tutto Normel – Impianti a norme CEI Prof. Vito Carrescia et altri Marzo 1998
DISPENSA A CURA DI
Simone Lugli
Marzo 2005
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI GENERALITA’
1. GENERALITA’
Per cantiere edile (cantiere d’ora in avanti) si intende il luogo dove si svolgono:
lavori di costruzione di nuovi edifici;
lavori di riparazione, trasformazione, ampliamento o demolizione di edifici
esistenti;
opere pubbliche;
lavori di movimentazione terra.
Se negli ambienti ordinari l’impianto elettrico termina con le prese a spina, così non è per
l’impianto dei cantieri edili nei quali nella maggior parte dei casi si ha la presenza di cavi
mobili flessibili che collegano gli apparecchi utilizzatori al quadro prese.
Parlando di impianti elettrici da cantiere non si possono non considerare le varie baracche
dedite ad ufficio, mensa e dormitorio per i quali però si applica la normativa CEI relativa
agli edifici civili.
Gli impianti elettrici nei cantieri, a differenza di altri, non sono soggetti a progettazione
obbligatoria (legge 46/90), anche se il progetto è consigliabile.
In ogni caso l’installatore dovrà rilasciare obbligatoriamente la dichiarazione di conformità
corredata dai relativi allegati.
Nei cantieri che verranno considerati nel seguito l’energia elettrica è fornita direttamente
in bassa tensione dal distributore nella seguenti modalità:
fase-neutro o fase-fase con tensione di 230 V e frequenza di 50 Hz;
trifase con neutro con tensione di 230/400 V oppure trifase con tensione di 230 V e
frequenza di 50 Hz.
Si deve però anche distinguere fra due gruppi di potenza fornita:
fino a 30 kW;
oltre 30 kW.
Nei cantieri di limitata potenza si ricorre a forniture contrattuali monofasi da 3 o 6
kW e raramente da 10 kW. La potenza prelevabile non può superare del 10% quella
contrattuale (potenza impegnata).
La consegna viene effettuata, in genere, attraverso un gruppo di misura monofase
integrato (GMI) che comprende un contatore di energia attiva ed un interruttore
automatico (limitatore di potenza contrattuale) integrati in un unico apparecchio.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI GENERALITA’
La fornitura trifase, fino a 15 kW avviene invece per mezzo di un gruppo trifase
integrato (GTI) costituito da un contatore di energia attiva ed un interruttore
limitatore quadripolare assemblati in un unico blocco.
Figura 1. Gruppi integrati GMI e GTI utilizzati nei cantieri edili
Per le forniture trifase da 20 kW a 30 kW la consegna avviene invece tramite un
contatore di energia attiva, un contatore di energia reattiva ed un interruttore
limitatore.
Per le forniture oltre 30 kW, la consegna avviene per mezzo di un contatore di
energia attiva con indice di massima potenza (potenza media misurata in 15 minuti)
ed un contatore di energia reattiva. Per questo tipo di fornitura non è quindi
presente l’interruttore limitatore. Per questo tipo di impianto la potenza massima
disponibile è superiore del 25% rispetto alla potenza contrattuale impegnata. Ad
esempio con una potenza contrattuale impegnata di 70 kW si può ottenere una
potenza massima disponibile di 87,5 kW. Prelievi di potenza compresi fra la potenza
contrattuale e quella massima implicano però una maggiorazione tariffaria, mentre
prelievi di potenza che superano il valore massimo consentito implicano
un’ulteriore maggiorazione tariffaria ed il richiamo da parte del distributore.
Quanto sinora esposto, sottolinea quindi l’importanza di una corretta valutazione
del valore di potenza impegnato in modo da non incorrere in inutili sanzioni.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI GENERALITA’
Figura 2. Gruppi di misura trifase per potenze comprese fra 20 e 30
kW e per potenze superiori a 30 kW.
Tutti i cantieri trattati nel seguito sono alimentati con sistema di distribuzione di
tipo TT, tipico della distribuzione di energia elettrica con prelievo da linea di bassa
tensione.
Il sistema TT è caratterizzato dal fatto di avere un punto collegato direttamente a
terra, mentre le masse dell’impianto vengono a loro volta collegate ad una terra
locale.
Figura 3. Sistema TT. Il neutro del distributore e le masse
dell’utilizzatore sono collegati ad impianti di terra separati.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI CAVI E LORO SCELTA
Tutto il materiale elettrico impiegato deve essere conforme alla normativa vigente e
potrà essere riutilizzato in altro cantiere dopo opportuna verifica del suo stato di
manutenzione.
2. Cavi e loro scelta
Per la realizzazione di impianti da cantiere possono essere utilizzati i seguenti tipi di
cavo (conduttori in rame):
FROR 450/750 V – cavo multipolare, con isolamento e guaina in pvc,
per posa fissa;
N1VV-K cavo unipolare o multipolare, con isolamento e guaina in pvc,
per posa fissa, adatto all’interramento;
FG7OR 0,6-1 kV – cavo unipolare o multipolare isolato in gomma con
guaina in pvc, per posa fissa, adatto anche all’interramento:
H07RN-F cavo unipolare o multipolare, isolato in gomma sotto guaina
esterna in neoprene resistente all’acqua ed all’abrasione, per posa mobile.
I cavi per posa fissa sono quei cavi destinati a non essere spostati durante la vita del
cantiere, mentre i cavi a posa mobile sono utilizzati laddove vi sia un elemento
mobile (es. collegano un trapano al quadro prese); questi ultimi sono in gergo
denominati cavi flessibili.
Tutti i cavi che hanno rivestimenti in pvc non sono adatti alla posa mobile per via
del fatto che tale materiale è infatti molto sensibile alle variazioni di temperatura.
Figura 4. Schema di utilizzo dei cavi nei cantieri secondo il loro
rivestimento.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI CAVI E LORO SCELTA
Per i conduttori di terra, di protezione ed equipotenziali, se isolati, si deve utilizzare
il bicolore giallo-verde, mentre per il conduttore di neutro, laddove esista, il colore
utilizzato è il blu chiaro. In assenza del conduttore di neutro, l’anima di colore blu
chiaro dei conduttori multipolari può essere utilizzata come conduttore di fase. Per i
conduttori di fase, invece, la norma non prevede l’utilizzo di colori particolari.
2.1 Sezione dei cavi Per scegliere la sezione del conduttore di un cavo bisogna conoscere la portata del
cavo (corrente Iz), la corrente di impiego (IB) e la sua lunghezza per limitare la
caduta di tensione sulla base della legge SlR ρ= dove con R si è indicata la
resistenza, con l la lunghezza, con S la sezione del cavo e con ρ la resistività del
materiale conduttore.
La portata di un cavo è il più elevato valore di corrente che il cavo è in grado di
condurre a regime in condizioni di installazione determinate senza che venga
superata la massima temperatura di servizio del materiale isolante.
La portata di un cavo dipende quindi dalla sezione, dal tipo di conduttore ed
isolante, dalla temperatura ambiente e dalle altre condizioni di posa.
La corrente di impiego di un circuito è la corrente che fluisce nel circuito durante il
servizio ordinario.
La corrente di impiego della linea che collega il contatore al quadro generale è la
corrente nominale (In) del distributore. Nel caso di forniture senza interruttore di
protezione il valore della corrente nominale è quello dell’interruttore posto a
protezione della linea.
Un quadro secondario è alimentato dal quadro generale tramite una presa a spina, o
da un circuito protetto con un interruttore automatico. Come corrente di impiego si
può pertanto assumere la corrente nominale della presa o dell’interruttore. Le stesse
regole valgono nel caso di collegamento fra quadri secondari.
Resta da esaminare ancora il caso delle prolunghe. E’ però prima importante
definire cosa si intende per prolunga.
Una prolunga è il cavo flessibile che collega una presa ad uno o più apparecchi
utilizzatori.
Nel caso delle prolunghe la corrente di impiego può essere assunta semplicemente
pari alla corrente nominale della presa a spina o attraverso calcoli più complessi che
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI INTERRUTTORI AUTOMATICI
tengono conto di potenza, tensione ed angolo di fase. Tali parametri dipendono dal
tipo di circuito.
Essendo la caduta di tensione un parametro di scelta del cavo, le linee devono essere
dimensionate in modo tale che la caduta di tensione fra il punto di consegna
dell’energia (contatore) ed un qualsiasi punto dell’impianto non superi il 4% della
tensione nominale di alimentazione. Tale valore di caduta di tensione è da
intendersi misurata a regime e quindi in condizioni di alimentazione del circuito con
corrente di impiego.
La sezione del cavo è scelta in base ad apposite tabelle. Tali tabelle, forniscono
anche, in base alla scelta della sezione, del tipo di cavo e degli altri parametri finora
descritti, la lunghezza teorica del cavo.
3. Interruttori automatici
Gli interruttori automatici maggiormente utilizzati nei cantieri hanno caratteristiche
di intervento di tipo “C” la cui sogli d’intervento magnetica è compresa fra 5 e 10
volte la corrente nominale.
Per consentire l’avviamento di motori con correnti di spunto elevate è consigliabile
utilizzare conduttori con caratteristica di tipo “D” (soglia di intervento
). nn III 2010 ≤≤
Secondo la norma CEI 64-8 nei cantieri non è consentito utilizzare l’interruttore
limitatore del distributore per la protezione contro il cortocircuito della linea che
collega il contatore al quadro generale, cosa che invece è consentita negli impianti
degli edifici civili dove esistano gruppi di misura centralizzati.
Occorre quindi un interruttore automatico generale di cantiere, la cui corrente
nominale scelta secondo criteri descritti nel seguito e con un potere di corto circuito
adeguato. In genere tale interruttore sarà anche di tipo differenziale.
Anche se ammesso dalla norma, nei cantieri l’utilizzo di fusibili per la protezione
contro le sovracorrenti è sconsigliato per via del fatto che la sostituzione di tali
elementi da parte di personale inesperto potrebbe causare danni. I fusibili sono
invece utilizzati per la protezione di prese a spina interbloccate.
Per assicurare una corretta protezione contro i sovraccarichi l’interruttore
automatico deve avere una corrente nominale o una corrente di regolazione
superiore o uguale alla corrente di impiego del circuito ed inferiore o al massimo
identica alla portata del cavo, in formule: IB ≤ In ≤ IZ.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI INTERRUTTORI AUTOMATICI
Corrente nominale del fusibile
In [A]
Condizione da soddisfare per
la protezione contro sovraccarico
4 ≤ In ≤ 10 In ≤ 0,76 IZ
10 ≤ In ≤ 25 In ≤ 0,83 IZ
In >25 In ≤ 0,91 IZ
Tabella 1. Caratteristiche fusibili per la protezione contro sovraccarico
Qualora si dovessero utilizzare fusibili di tipo generale (gG) per la protezione contro
sovraccarico, oltre a soddisfare la condizione IB ≤ In, la corrente nominale deve
essere scelta in relazione alla portata del cavo in base alle indicazioni fornite in
tabella 1. La massima corrente nominale del fusibile adatto alla protezione contro
sovraccarico è invece determinabile mediante l’utilizzo di altre tabelle nelle quali
sono fornite sezione del cavo in mm2, il numero di conduttori1 che compone il cavo,
la portata del cavo.
Un interruttore automatico idoneo per la protezione contro il sovraccarico è
generalmente idoneo per la protezione contro il cortocircuito nel caso in cui il suo
potere di cortocircuito sia tale da eguagliare almeno la corrente di cortocircuito
presunta nel punto di installazione.
Tuttavia, quando il valore di tale corrente superi i 10kA, per garantire la protezione
contro le sollecitazioni termiche del cavo per un cortocircuito all’inizio della linea, è
necessario adottare cavi che abbiano una sezione minima di 2,5 mm2.
Il potere di cortocircuito degli interruttori automatici da installare in prossimità del
contatore di energia deve essere almeno pari a quello del limitatore del distributore.
Proprio per questo motivo l’ENEL ha normalizzato i seguenti poteri di cortocircuito:
limitatore bipolare: 4,5 kA;
limitatore quadripolare: 6 kA.
Per le forniture senza limitatore occorre chiedere al distributore il valore della
corrente di cortocircuito presunta nel punto di consegna dell’energia elettrica ed
installare un interruttore con potere di interruzione almeno uguale a tale valore.
Bisogna osservare, che a causa dell’impedenza del circuito, la corrente di
cortocircuito diminuisce allontanandosi dal punto di consegna dell’energia.
1 Sono considerati i conduttori di fase e neutro, non il conduttore di protezione.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI INTERRUTTORI DIFFERENZIALI
Per questo motivo, se il quadro generale è lontano dal contatore, si possono
installare sul quadro stesso interruttori con poter di cortocircuito minore.
Esistono tabelle che permettono di valutare la corrente di cortocircuito sul quadro
generale quando questo è posto ad una data distanza dal contatore, in base al valore
della corrente di cortocircuito presunta nel punto di consegna.
E’ consigliabile non ridurre il poter di cortocircuito nei quadri secondari in modo
che questi possano essere liberamente spostati all’interno del cantiere secondo
esigenza.
Nei circuiti fase-neutro l’interruttore automatico può avere un solo polo protetto
contro le sovracorrenti, ma in tal caso il polo protetto deve essere inserito sul
conduttore di fase e ciò vale anche per gli interruttori differenziali posti a protezione
di circuiti fase-fase.
Nei sistemi trifase, quando il conduttore di neutro è di sezione identica a quella
delle fasi o quando il carico è sostanzialmente equilibrato, il polo di neutro
dell’interruttore quadripolare può non essere protetto.
Il carico si intende sostanzialmente equilibrato quando la corrente che può
percorrere il conduttore di neutro non supera mai la sua portata.
Questo è proprio il caso di quanto accade nei cantieri.
Non essendo il neutro protetto contro il sovraccarico occorrerebbe considerare la lunghezza
massima protetta in condizioni di cortocircuito in fondo alla linea. Si è tuttavia verificato
che le lunghezze massime imposte dalla caduta di tensione sono inferiori alla lunghezza
massima protetta dal cortocircuito.
4. Interruttori differenziali
Un interruttore differenziale può proteggere più circuiti: aumentando il numero di
circuiti protetti si ha il vantaggio di non perdere in sicurezza, ma lo svantaggio di
perdere in selettività ponendo fuori servizio tutti i circuiti protetti dall’interruttore
in caso di guasto su uno dei circuiti.
Due interruttori in serie sono selettivi se l’interruttore differenziale a monte è
ritardato (tipo S) ed ha una soglia di intervento (Idn) pari almeno al triplo di quella
dell’interruttore differenziale di valle.
In alternativa all’interruttore differenziale di tipo S, si può utilizzare un interruttore
differenziale di tipo industriale ritardabile, ma l’organo di regolazione dovrebbe
essere inaccessibile al personale non qualificato.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI INTERRUTTORI DIFFERENZIALI
A C
B
D
Figura 5. Interruttori differenziali. Con le lettere A e B sono
contraddistinti circuiti a selettività orizzontale. Il circuito A in caso di
guasto pone fuori servizio l’intero impianto, mentre ciò non avviene nel
circuito B. I circuiti di cui alle lettere C e D assicurano selettività
verticale. Il circuito contraddistinto dalla lettera C è dotato di un
interruttore differenziale non ritardato, quindi una corrente di guasto a
terra superiore ad 1 A può porre fuori servizio l’intero impianto. Ciò
non accade se, come nel caso del circuito D, l’interruttore di monte è
differenziale ritardato.
Salvo casi particolari è opportuno che l’interruttore generale di cantiere sia
differenziale.
Naturalmente tale interruttore deve essere di tipo S per garantire la selettività degli
interruttori di valle e va installato in un contenitore in materiale isolante. La
chiusura a chiave del contenitore evita azionamenti intempestivi dell’interruttore
generale.
I contatti diretti nei cantieri avvengono prevalentemente sui cavi flessibili di
alimentazione degli apparecchi, pertanto è opportuno proteggere le prese a spina
con interruttori differenziali aventi corrente Idn ≤ 30 mA, i quali costituiscono anche
una protezione addizionale contro i contatti diretti. Per ragioni legate alla selettività
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI INTERRUTTORI DIFFERENZIALI
orizzontale in un quadro elettrico, un interruttore di questo tipo può proteggere fino
ad un massimo di sei prese.
Figura 6. Schema di montaggio di un interruttore differenziale.
Gli interruttori differenziali non dotati di sganciatori di sovracorrente sono
comunemente denominati interruttori differenziali puri.
Tali interruttori sono sensibili solo alle correnti verso terra: non hanno il compito di
intervenire in caso di cortocircuito.
Se utilizzati devono essere accoppiati ad un dispositivo di protezione contro il
cortocircuito.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI SEZIONAMENTO E COMANDO
5. Sezionamento e comando
Per sezionamento si intende l’apertura di un circuito atta a garantire la sicurezza del
personale che esegue lavori elettrici su, o in vicinanza, di parti attive.
Per eseguire il sezionamento vengono utilizzati apparecchi conformi alle norme CEI
23-3 e 23-18, mentre per apparecchi conformi alla norma CEI 17-5 la conformità al
sezionamento deve essere dichiarata dal costruttore.
Il sezionamento deve comprendere tutti i conduttori attivi: nei cantieri alimentati
direttamente in bassa tensione dalla ditta distributrice il conduttore di neutro è da
ritenersi parte attiva.
Nei circuiti monofase gli interruttori automatici devono sezionare quindi sia la fase
sia il neutro o entrambe le fasi.
Nei circuiti trifase con neutro deve essere quadripolare ed interrompere sia le fasi,
sia il neutro.
A
B
Figura 7. Sezionamento negli impianti monofase (A) e trifase (B).
I dispositivi di sezionamento devono essere chiaramente identificati, ad esempio
mediante apposizione di apposita etichetta che indichi il circuito su cui sono
installati.
Per evitare intempestivi razionamenti, gli interruttori di sezionamento debbono
essere dotati di dispositivo di bloccaggio nella posizione di aperto oppure debbono
essere posti entro un quadro richiudibile a chiave. Tali interruttori debbono essere
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI SEZIONAMENTO E COMANDO
posti nella posizione di circuito aperto anche in coincidenza con lavori di
manutenzione meccanici delle apparecchiature al fine di evitarne azionamenti
accidentali che possano creare pericolo per gli addetti alla manutenzione.
In un cantiere, il comando di emergenza ha lo scopo di interrompere rapidamente
l’alimentazione all’intero impianto elettrico, o ad una sua parte, in caso di pericoli
imprevisti. La sua dislocazione deve essere pertanto ben nota, raggiungibile ed
individuabile per tutte le maestranze.
E’ opportuno predisporre comandi di emergenza sul quadro generale e sui
secondari.
Tutti i macchinari debbono inoltre essere dotati di pulsante a fungo per l’arresto di
emergenza. Tale comando deve essere posto nel quadro comandi a bordo macchina.
Tutte le macchine debbono inoltre essere dotate di un comando funzionale che ha lo
scopo di aprire o chiudere un circuito per arrestare od avviare il funzionamento
dell’impianto.
Figura 8. Schema elettrico di comando di un motore tramite
contattore e pulsanti di marcia ed arresto. Tale sistema impedisce il
riavviamento intempestivo del motore dopo una mancanza, o un
abbassamento di tensione.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI PRESE A SPINA
6. Prese a spina
Le prese a spina costituiscono, dal punto di vista della sicurezza elettrica, uno dei
punti critici dell’impianto elettrico di cantiere.
Si pensi al fatto che le statistiche dimostrano che più del 10% degli infortuni elettrici
nei cantieri edili sono provocati dalle prese a spina.
Le prese a spina mobili da utilizzarsi in cantiere sono di tipo industriale conforme
alla norma CEI 23-12.
Figura 9. Presa mobile conforme alla norma CEI 23-12.
La presa a spina deve a vere grado di protezione almeno IP47, anche se, in genere, il
grado di protezione utilizzato è IP67: protezione contro l’immersione. Sulla presa
saranno in genere indicate due gocce affiancate, secondo la vecchia simbologia.
In genere le prese a spina non sono del tipo di quelle per uso domestico, in quanto
queste ultime non possiedono il necessario grado di protezione.
Sembra tuttavia esser tollerabile l’utilizzo di presa a spina per uso domestico se
installate in quadri da cantiere forniti delle necessarie protezioni in quanto i comuni
strumenti da lavoro in commercio (trapani, ecc) sono forniti di prese di tipo
domestico.
In genere le prese a spina da cantiere sono fornite di interblocco con l’interruttore
per evitare che l’operatore possa inserire spine nel quadro in condizioni di
cortocircuito a valle della spina stessa.
Le prese a spina sono inoltre protette da interruttore automatico contro le
sovracorrenti.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI POSA DEI CAVI
7. Posa dei cavi
I cavi a posa mobile, che alimentano apparecchiature trasportabili all’interno del
cantiere, devono essere possibilmente sollevati da terra e seguire percorsi brevi.
I cavi debbono essere posati in modo da rispettare raggi di curvatura minimi
secondo quanto indicato dalle norme.
Qualora i cavi debbano attraversare le vie di transito interne al cantiere, andranno
protetti contro il danneggiamento.
Le linee elettriche principali all’interno del cantiere possono anche essere interrate,
quindi i cavi debbono esser idonei al tipo di posa e protetti meccanicamente.
I cavi su palificazione (posa aerea) all’interno del cantiere debbono possibilmente
essere disposti lungo la recinzione, in modo da non intralciare il traffico e da non
essere sottoposti ad urti meccanici.
Nei cantieri le connessioni debbono essere eseguite in apposite cassette con grado di
protezione almeno IP44. Sono preferibili cassette di giunzione/derivazione in
materiale plastico, coperchio con viti e pareti lisce non preforate.
Le connessioni sulle linee aeree devono essere ridotte al minimo indispensabile e
realizzate in cassette di derivazione fissate ai pali di sostegno della linea stessa.
L’ingresso dei cavi nelle cassette di derivazione e negli apparecchi utilizzatori deve
essere realizzato mediante apposito pressacavo, per non compromettere il grado di
protezione e per evitare che tirando il cavo siano sollecitate a trazione le connessioni
dei conduttori.
Quando si appronta il cantiere occorre accertare la presenza di eventuali cavi o
tubazioni interrate nell’area di pertinenza. Notizie in merito sono di pertinenza del
capocantiere o del direttore dei lavori. Cavi e condotte interrati devono essere
segnalati , affinché non vengano danneggiati durante lavori di scavo.
Figura 10. Sistema di protezione linee aeree esterne all’area del
cantiere.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI IMPIANTO DI TERRA
Particolare attenzione deve essere posta per evitare il contatto diretto con linee
elettriche aeree esterne ubicate nelle vicinanze del cantiere. In questo senso è
necessaria l’installazione di delimitazioni atte a prevenire il contatto di elementi di
mezzi da cantiere con le linee.
Sono proibiti lavori a meno di cinque metri di distanza dalle linee elettriche aeree
esterne. Tale distanza è da riferirsi sia alle parti in costruzione, sia agli eventuali
ponteggi.
Qualora non fosse possibile rispettare tale distanza bisognerà informare l’azienda
distributrice dell’energia elettrica e concordare le misure di protezione delle linee.
8. Impianto di terra
L’impianto di terra è costituito da:
dispersore;
nodo (o collettore) principale di terra;
conduttori di protezione;
conduttori di terra;
conduttori equipotenziali principali.
Il dispersore è costituito dagli elementi disperdenti, che possono essere dispersori
intenzionali (o artificiali) e dispersori di fatto (o naturali).
I primi sono costituiti da tubi o altri elementi metallici di varie forme per i quali le
norme fissano le dimensioni minime al fine di garantirne la necessaria resistenza a
sollecitazioni meccaniche e corrosione.
I secondi sono invece costituiti dai ferri delle fondazioni in cemento armato o dalle
camicie metalliche di pozzi, mentre non sono utilizzabili le tubazioni metalliche
dell’acquedotto pubblico, in quanto inaffidabili. Il migliore fra questi tipi di
dispersore permangono i ferri delle costruzioni in cemento armato, perché sono
dotati di grande superficie disperdente e con bassa resistenza verso terra, oltre ad
essere di basso costo.
Il nodo (o collettore) principale di terra è costituito da una barra alla quale fanno
capo i conduttori di protezione che collegano a terra le masse, il conduttore di
terra che proviene dai dispersori e i conduttori equipotenziali che collegano le
masse estranee.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI IMPIANTO DI TERRA
Sezione S dei conduttori di fase
[mm2]
Sezione minima Sp dei conduttori di
protezione [mm2]
16≤S SS p = 2
3516 ≤< S 16
35>S
2SS p =
Tabella 2. Sezione minima del conduttore di protezione
Il conduttore di protezione può far parte della stessa conduttura di alimentazione
o essere separato. La sezione minima del conduttore di protezione, in relazione a
quella del conduttore di fase, è indicata in tabella 2. Il fatto che l’impianto sia
protetto con interruttori differenziali non autorizza l’utilizzo di sezioni minori per il
conduttore di protezione. L’interruttore differenziale non limita infatti la corrente di
guasto, ma il solo tempo per cui permane.
Il morsetto di terra non deve avere funzioni meccaniche (es. fissaggio di un motore
al suolo); inoltre il conduttore di protezione deve sempre essere fissato con un
capocorda.
Il conduttore di terra è il conduttore che collega al sistema disperdente e i
dispersori fra loro.
Il conduttore di terra deve essere in grado di resistere alla corrosione e di
sopportare eventuali sforzi meccanici.
Figura 11. Sezioni minime del conduttore di terra.
2 Se il conduttore di protezione non fa parte dello stesso cavo, o non è infilato nello stesso tubo, dei conduttori di fase valgono le seguenti sezioni minime:
2,5 mm2 se è presente una protezione meccanica; 4 mm2 se non è presente una protezione meccanica.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI IMPIANTO DI TERRA
In figura 11 sono indicati i valori minimi della sezione del conduttore di terra. Si noti
come un conduttore nudo ed interrato svolga anche le funzioni di dispersore e
debba quindi sottostare alle condizioni di sezione previste per i dispersori. In ogni
caso il conduttore di terra deve avere una sezione almeno pari a quella richiesta per
il conduttore di protezione.
I conduttori equipotenziali principali sono i conduttori che collegano il nodo di
terra alle masse estranee.
Per massa estranea si intende una parte metallica, non facente parte dell’impianto
elettrico, che presenta una bassa resistenza verso terra (es. tubazione idrica).
Se una persona entra in contatto con una massa in tensione per un guasto di
isolamento e, contemporaneamente, con una massa estranea non collegata
all’impianto di terra, è sottoposta ad una differenza di potenziale pericolosa, da
questo l’obbligo normativo di collegare a terra le masse estranee.3
Nei cantieri dove la tensione che può permanere sulle masse per un tempo
indefinito non può superare i 25 V, una parte metallica (non facente parte
dell’impianto elettrico) è da considerarsi massa estranea quando ha una resistenza
verso terra inferiore a 200 Ω. In definitiva, la struttura metallica deve essere
collegata al nodo equipotenziale solo se Ω< 200TR . Per ottenere il collegamento è
sufficiente collegare alla rete equipotenziale un solo punto della struttura.
Figura 12. Esempi di utilizzo di collegamento equipotenziale su
struttura metallica.
3 Ciò soddisfa anche quanto disposto dall’art. 271 del DPR 27/04/55 n. 547 a proposito di grandi masse metalliche.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI IMPIANTO DI TERRA
I cantieri edili sono alimentati direttamente in bassa tensione dalla rete di
distribuzione pubblica di energia elettrica, salvo casi eccezionali di cantieri che qui
non vengono considerati.
Figura 13. Chiusura del circuito attraverso i dispersori di terra in caso
di guasto a terra.
In caso di guasto a terra, la corrente si chiude attraverso il terreno sul neutro messo
a terra della cabina MT/BT dell’ente distributore. In questa situazione le masse una
tensione verso terra pari alla resistenza di terra moltiplicata per la corrente di
guasto.
Nei cantieri, essendo il rischio elettrico particolarmente elevato la norma impone a
25 V il valore di tensione che può permanere sulle masse a seguito di guasto
d’isolamento.
Per la protezione contro i contatti indiretti con interruzione automatica
dell’alimentazione, deve essere pertanto soddisfatta la condizione: dn
T IR 25
≤ .
L’impianto di terra deve essere eseguito all’atto dell’installazione degli apparecchi
elettrici di cantiere.
In genere, durante la fase di allestimento del cantiere, non sono ancora stati eseguiti
gli scavi e non sono conseguentemente disponibili i dispersori di fatto.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI IMPIANTO DI TERRA
In genere non interrata. Se interrata è preferibile sia nuda in modo che costituisca un dispersore;
in tal caso la sezione richiesta è pari a 35 mm2.
Figura 14. Rete di terra in fase di installazione di un cantiere.
Si predispongono pertanto in prossimità dei principali apparecchi fissi alcuni
picchetti.
I picchetti devono essere posti a distanza almeno uguale alla somma delle loro
lunghezze: la resistenza complessiva RT può essere allora calcolata, in prima
approssimazione e per difetto, come parallelo fra le resistenze Ri dei singoli
dispersori.
Non è necessario che i picchetti vengano posti entro pozzetti ispezionabili in quanto,
successivamente, i veri dispersori diverranno i ferri delle fondazioni in cemento
armato.
Un dispersore disposto ad anello nello scavo di fondazione può essere utile non solo
come impianto di terra di cantiere, ma anche come impianto di terra dell’edificio in
costruzione.
20
IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI IMPIANTO DI TERRA
Figura 15. Impianto di terra in una fondazione.
Le giunzioni sui dispersori devono essere ridotte al minimo indispensabile; se
posate a contatto con il terreno devono essere protette dalla corrosione mediante
verniciatura, catramatura o lastratura. I morsetti devono permettere di collegare
conduttori di sezione differente e preferibilmente evitare il taglio del conduttore
principale.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI GRUPPI ELETTROGENI
Il contatto in ambiente umido, quale il terreno, di due metalli diversi da luogo a
corrosione perché fra i materiali viene a stabilirsi una differenza di potenziale che
provoca una circolazione di corrente per il tramite dell’elettrolita (terreno).
L’elettrolisi corrode il metallo con potenziale minore che funziona come anodo.
E’ quindi bene collegare conduttori dello stesso materiale con morsetti dello stesso
metallo, mentre se si devono collegare conduttori di differente materiale, occorre
evitarne il contatto diretto interponendo morsetti o capocorda di materiale con
potenziale intermedio.
9. Gruppi elettrogeni
Per alimentare cantieri in zone remote, oppure quando la fornitura di energia
elettrica non sia disponibile in tempi brevi, si ricorre all’utilizzo di gruppi
elettrogeni.
Si collegano le masse ed il neutro allo stesso impianto di terra (sistema TN), senza
però rinunciare agli interruttori differenziali.
Figura 16. Impianto di un cantiere alimentato da gruppo elettrogeno.
In questo caso la sicurezza non dipende più dalla resistenza di terra: gli interruttori
differenziali aprono il circuito in caso di guasto franco a terra entro il tempo
prescritto dalla norma CEI 64-8.
Se il sistema elettrico è isolato da terra ed il gruppo elettrogeno è piccolo (poca
potenza, non dimensioni ridotte), questo risulta già protetto contro i contatti diretti
per separazione elettrica, quindi è proibito collegarlo a terra. L’apparecchio
alimentato da questo tipo di gruppo elettrogeno deve esser collegato
equipotenzialmente alla carcassa del gruppo elettrogeno.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI ILLUMINAZIONE
10. Illuminazione
Gli apparecchi di illuminazione possono essere soggetti a spruzzi o essere investiti
da getti d’acqua. E’ quindi opportuno che abbiano un grado di protezione pari ad
almeno IP55.
L’illuminazione ordinaria del cantiere può essere attuata con apparecchi fissi,
trasportabili, o portatili.
Figura 17. Esempio di installazione di apparecchio di illuminazione
fisso per il cantiere.
Gli apparecchi di illuminazione fissi possono essere installati su pali o in altre
posizioni elevate.
Nei cantieri di notevoli dimensioni anche i posti di lavoro ed i passaggi interni
debbono essere opportunamente illuminati.
Figura 18. Esempio di illuminazione di una parte di cantiere con
apparecchio trasportabile.
Si utilizzano apparecchi trasportabili quando ad esempio si devono illuminare parti
della costruzione in fase di finitura.
Gli apparecchi di illuminazione trasportabili possono essere alimentati con tensione
monofase di 230 V oppure a 24 V tramite trasformatore di sicurezza (SELV).
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI ILLUMINAZIONE
Figura 19. Lampada portatile a norma.
Le lampade portatili devono avere l’impugnatura in materiale isolante non
igroscopico, avere le parti in tensione (o che possono essere messe in tensione in
seguito a guasti) completamente protette in modo da evitare ogni possibilità di
contatto accidentale, avere involucro di materiale traslucido a protezione della
lampada, essere munite di gabbia di protezione fissata tramite collare esterno
all’impugnatura isolante, garantire il perfetto isolamento delle parti in tensione
dalle parti metalliche eventualmente fissate all’impugnatura.
Figura 20. Lampada di illuminazione di sicurezza per luogo ove
consistano situazioni di pericolo.
Quando al mancare dell’illuminazione ordinaria possono determinarsi situazioni di
pericolo per le persone, occorre predisporre un’ulteriore illuminazione, denominata
illuminazione di sicurezza.
L’illuminazione di sicurezza è necessaria nei cantieri di dimensioni rilevanti, dove il
lavoro si svolge con illuminazione artificiale.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI PROTEZIONE CONTRO I FULMINI
Nei cantieri l’illuminazione di sicurezza è in genere assicurata con apparecchi di
illuminazione autonomi.
Molto utile risulta l’illuminazione di sicurezza nel locale dove è installato il quadro
elettrico principale quando, in caso di guasto o intervento delle protezioni generali,
occorre operare sul quadro stesso.
La funzionalità degli apparecchi di illuminazione autonomi deve essere verificata
periodicamente.
Durante i lavori potrebbero crearsi situazioni di pericolo sulle vie di transito
adiacenti al cantiere a causa della presenza di scavi, pozzetti, ponteggi sovrastanti i
marciapiedi o ingombri di macchine.
Le situazioni di pericolo devono essere segnalate, generalmente con apparecchi di
illuminazione di colore rosso. Se tali apparecchi, facilmente osservabili tutti i giorni
camminando per strada, sono posti a portata di mano (altezza inferiore a 2,5 m) è
opportuno alimentarli a bassissima tensione.
11. Protezione contro i fulmini
In base alle vigenti disposizioni legislative, le strutture metalliche installate
all’aperto, quali gru, ponteggi metallici e silos, di notevoli dimensioni, devono essere
protette contro i fulmini.
La protezione contro i fulmini comporta l’applicazione della norma CEI 81-1, con
complicazioni tecniche e pratiche. Proprio per questo motivo è consigliabile
effettuare la protezione solamente nel caso in cui la struttura sia effettivamente di
notevoli dimensioni.
Per stabilire se la struttura sia di notevoli dimensioni occorre confrontare il numero
di fulmini che statisticamente può colpire la struttura in un anno (frequenza di
fulminazione Nd) con il numero di fulmini all’anno (frequenza di fulminazione Na)
che la norma CEI 81-1 tollera.
Se Nd≤Na la struttura non deve esser considerata di notevoli dimensioni (struttura
autoprotetta). Quando invece ciò non è valido, la struttura andrà protetta contro i
fulmini rispettando i requisiti di norma.
Per stabilire se la struttura metallica debba essere protetta contro i fulmini si può
fare riferimento alla procedura semplificata di cui all’appendice G della norma CEI
81-1 che risulta a favore della sicurezza.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI PROTEZIONE CONTRO I FULMINI
Il rischio relativo al fulmine che colpisce una struttura metallica è di tipo 1: perdita
di vite umane causata dalle tensioni di contatto e di passo.
La norma prende in considerazione tale rischio solo se nei pressi della struttura
(convenzionalmente in un raggio di 5 m) siano presenti persone in numero elevato o
per un notevole periodo di tempo.
La norma non precisa il significato di elevato numero di persone o notevole periodo
di tempo, e dunque ammettiamo che in un cantiere edile vicino al ponteggio o alla
gru ci siano persone per un elevato periodo di tempo.
Tuttavia, se il terreno presenta un’elevata resistività superficiale, le tensioni di
contatto o di passo, diventano trascurabili. La norma ha assunto come limite di
resistività un valore di 5kΩm, al di sopra del quale non occorre alcun collegamento a
terra della struttura. Un terreno asfaltato (5 cm) o ricoperto di ghiaia (10 cm) si
trova in questa condizioni.
Se il terreno presenta una resistività inferiore al valore limite bisogna confrontare la
frequenza di fulminazione della struttura (Nd) con la frequenza tollerabile (Na).
La norma ha stabilito per le strutture metalliche all’aperto i seguenti valori del
parametro Na:
Na=0,1 per ρ<0,5 kΩm (es. terreno vegetale, cemento)
Na=1 per 0,5≤ρ≤5 kΩm (es. marmo, grès rosso)
dove la lettera ρ sta ad indicare il valore della resistività superficiale del suolo in un
raggio di 5m dalla struttura.
La frequenza di fulminazione Nd dipende dall’ubicazione della struttura, secondo il
coefficiente ambientale C e dalla geometria della struttura ed è quindi differente per
una gru od un ponteggio.
Figura 21. Tabella per la determinazione del coefficiente ambientale.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI PROTEZIONE CONTRO I FULMINI
Si consideri ora un ponteggio lineare di larghezza 2 m, larghezza “a” ed altezza “h”,
addossato ad un edificio di altezza uguale o minore (C=0,5).
Dai grafici che seguono si può dedurre l’altezza oltre la quale è necessaria protezione
contro i fulmini per differenti valori di resistività del terreno.
Se il ponteggio è messo su più lati dell’edificio, l’altezza oltre la quale occorre la
messa a terra aumenta e i grafici seguenti possono essere utilizzati a favore della
sicurezza, intendendo con “a” lo sviluppo totale del ponteggio.
Figura 22. Grafico per la determinazione dell’altezza limite oltre la
quale è necessaria la protezione contro i fulmini per un ponteggio
appoggiato su un terreno con resistività minore di 0,5 kΩm.
Figura 23. Grafico per la determinazione dell’altezza limite oltre la
quale è necessaria la protezione contro i fulmini per un ponteggio
appoggiato su un terreno con resistività compresa fra 0,5 e 5 kΩm.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI PROTEZIONE CONTRO I FULMINI
Se invece si considera una gru con braccio largo di 2 m. In questo caso si
utilizzeranno dei grafici analoghi ai precedenti nei quali però i dati in ingresso
saranno la lunghezza della gru e il valore di Nt. Verrà inoltre operato un distinguo a
seconda che la gru si trovi o meno in cima ad una montagna.
Figura 24. Grafico per determinare l’altezza limite altre la quale è
necessaria la protezione contro i fulmini di una gru di lunghezza “a”,
con resistività del terreno inferiore a 0,5 kΩm e nel caso in cui la gru sia
isolata, ma non in cima ad una collina od una montagna.
Figura 25. Grafico per determinare l’altezza limite altre la quale è
necessaria la protezione contro i fulmini di una gru di lunghezza “a”,
con resistività del terreno compresa fra 0,5 e 5 kΩm e nel caso in cui la
gru sia isolata, ma non in cima ad una collina od una montagna.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI PROTEZIONE CONTRO I FULMINI
Figura 26. Grafico per determinare l’altezza limite altre la quale è
necessaria la protezione contro i fulmini di una gru di lunghezza “a”,
con resistività del terreno inferiore a 0,5 kΩm e nel caso in cui la gru sia
isolata, ma in cima ad una collina od una montagna.
Figura 27. Grafico per determinare l’altezza limite altre la quale è
necessaria la protezione contro i fulmini di una gru di lunghezza “a”,
con resistività del terreno compresa fra 0,5 e 5 kΩm e nel caso in cui la
gru sia isolata, ma in cima ad una collina od una montagna.
Qualora quindi sia necessaria una protezione contro i fulmini e si abbia una
resistività del terreno fino a 500 Ωm non è necessario consultare alcun esperto in
materia e si potrà procedere con la protezione.
I dispersori di protezione contro i fulmini dovranno essere collegati all’impianto di
terra per garantire la protezione contro i contatti indiretti solo nel caso di seguito
indicato.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI PROTEZIONE CONTRO I FULMINI
Nel caso di un ponteggio, questo dovrà essere collegato a terra almeno in due punti
(calate), meglio se ogni 25 m di lunghezza.
Figura 28. Esempio di collegamento a terra di un ponteggio. Caso di
protezione contro i fulmini.
I dispersori devono essere in totale almeno due, ciascuno costituito da un picchetto
di 2,5 m di lunghezza oppure un conduttore interrato orizzontale lungo almeno 5 m.
Il collegamento al dispersore può essere realizzato con corda in rame da 35 mm2 o
con corda in acciaio zincato da 50 mm2. I dispersori si considerano collegati fra loro
per mezzo della struttura metallica del ponteggio.
Non è necessario ponticellare fra loro i diversi elementi metallici che costituiscono il
ponteggio in quanro in caso di fulminazione la continuità elettrica si stabilisce
attraverso la capacità fra le parti metalliche che si interfacciano.
Eventuali tubazioni poste in vicinanza del ponteggio devono esser collegate
equipotenzialmente alla base ed alla cima del ponteggio, con un conduttore in rame
o acciaio zincato.
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IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI EDILI PROTEZIONE CONTRO I FULMINI
La messa a terra di una gru, ai fini della protezione delle persone contro i fulmini,
può essere realizzata agli estremi opposti del basamento, mentre per le gru mobili, il
collegamento avviene mettendo a terra le rotaie.
I conduttori ed i dispersori hanno caratteristiche identiche a quelle utilizzate nel
caso dei ponteggi.
Figura 29. Collegamento a terra di una gru fissa nel caso di protezione
contro i fulmini.
Figura 30. Collegamento a terra di una gru su rotaia nel caso di
protezione contro i fulmini.
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