Catalogo maschere l&d
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MASCHERELIGHT&DARK
CATALOGO 2011
V O L T I E V I S I O N I I N P U N T A D I C H I N A
Icselle Edizioni
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aschere, volti , espressioni in bianco e nero. In queste immagini c’è una ricerca che va al di là del colore e che si concentra nella dualità della forma
protesa ad evidenziare la relazione che esiste tra il positivo ed il negativo.
Il bianco come luce ed il nero come il buio, il non colore. L’equilibrio.
I vari ruoli ricoperti quotidianamente dall’uomo nel contesto
in cui vive, da quello lavorativo a quello familiare
impongono il cambiamento del proprio volto (espressione) e del proprio
comportamento. Ogni giorno indossiamo la nostra maschera.
Da quì la mia ricerca, che parte dal segno, dalla forma, fino alla
creazione di artefatti grafici ispirati a forme etniche ed a volte tribali.
A tal proposito vorrei ricordare una poesia di Pablo Neruda che
a mio parere bene si accosta a questa produzione artistica:
“Se ogni giorno cade dentro a ogni notte / c’è un pozzo
dove la chiarità è racchiusa. / Bisogna sedersi sulla riva
del pozzo dell’ombra / e pescare la luce caduta, con pazienza”.
Sergio Giantomassi
M MA
SCH
EREL
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ARKA Catia, mamma e Bea.
3M
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KMovimento a sinistra - 33x48 cm - China su carta FabrianoMovimento
a sinistra Particolari
4Movimento in discesa - 33x48 cm - China su carta Fabriano
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Movimento in discesaParticolari
8La maschera del guerriero - 33x48 cm - China su carta Fabriano
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ARK
La mascheradel guerrieroParticolari
12/13Totem. Elogio al quadrato33x96 cm - China su carta Fabriano
Totem. Elogio al triangolo33x96 cm - China su carta Fabriano
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14Venere in estasi - 33x48 cm - China su carta FabrianoVenere in estasi
ParticolariM
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K
Ecco l’articolo con cui un caro amico ha “accolto” la mia mostra nella Galleria Puccini di Ancona:
Quello che serviva a Sergio era un contenitore espositivo; penso che lo abbia trovato, no perchè si chiama “Associazione Culturale Galleria Puccini” ma perché la pianta è di forma lungitudinale, dove le sue opere si integrano perfettamente con questa forma.Partendo da destra le opere si susseguono una dopo l’altra costruendo involontariamente la striscia di un negativo analogico in bianco & nero. E’ qui che incomincia a svelarsi il segreto della sua esperienza artistica: quando attentamente osserviamo queste immagini, il rapporto visivo è di stampo ortografico. La massima cura delle forme necessariamente bidi-mesionali ci riportano a frammenti storico-culturali dell’uso della camera oscura. La grana visiva è testimone di una forma che lascia il bidimesio-nale e riconquista di diritto la tridimensionalità. Nelle figure totemiche Sergio intensifica e compatta una grana più vicina al negativo analogico, come se questo fosse esposto ai limiti dei tremiladuecento ISO. E’ ovvio che l’opera richiede una esperienza manualistica di alto livello. Come si può vedere, la macchina è volutamente lontana dal suo lavoro. La sua neonata esperienza nella mostra personale, rivolta speriamo a un pubblico attento e competente, esprime un vagito che ci fa capire che qualcosa è nato dal suo lavoro. Qualcosa che lo conferma artista di diritto non solo nella grafica pubblicitaria, ma anche all’interno dell’indipendenza dell’arte, perché l’arte - tra virgolette - esige una sua propria libertà che si svincola dagli schemi pubblicitari. Le forme geometriche combinate da linee curve che si incastrano e passano l’una sopra l’altra fanno pensare alla ricerca dei musicalisti russi. Come è proprio dell’arte legata spiritualmente al simbolismo, conserva sempre un carattere evocativo e la tendenza al recondito. La cultura delle maschere Negre risalgono in Europa tra il XIX e il XX secolo e erano viste come simbolo di purezza e incorrotte dal veleno della tecnologia.Speriamo che tutto questo sia di buon auspicio per il nostro futuro. Cosi voglio chiudere questo piacevole viaggio attraverso le opere di Sergio, facendo un passo indietro e uno avanti, per meglio mettere a fuoco le sue immagini.
Dall’osservatorio della periferia dell’arte.un saluto da Roberto Bonfigli, detto anche Bonf & Bonfino Firma autenticata dal millenovecentoquarantasei in poi. © 2011venerdì 4 marzo 2011