Casan News #7

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Un’iniziativa di Sicrea srl all’interno della organizzata da Firenze Fiera Dal 23 aprile al 1º maggio 2016 Fortezza da Basso, Firenze #7 aprile 16 NEWS Da Ibsen al collezionismo sfrenato: c’era una volta la casa delle bambole Non sono più un oggetto di massa, ingombrante ma lieta presenza nelle case dei genitori. Un tempo erano il piccolo re- gno delle figlie femmine, e non poteva esserci bimba che non avesse la sua. Le case delle bambole stavano alle femmine come macchinine e soldatini al mondo dei maschi. Ma anco- ra oggi non sono del tutto scomparse, e se ne vedono parec- chie nelle camere dei piccoli. Sono oggetti in qualche modo intramontabili. In ogni epoca, ed an- che in questa che pure é dominata dai video e dall’e- lettronica, le case per le bambole hanno sempre in- carnato un mondo magico di fantasia, rappresentando non solo un’attività ludica ma anche una tappa impor- tante nei processi dell’apprendimento. Davanti alle loro architetture in minia- tura, con dettagli e tocchi personali tante piccole storie di bambini hanno preso vita, passando di stanza in stanza, muovendo oggetti e personaggi, accompagnando dialoghi e movimenti capaci di ricreare ritratti di vita di famiglia. Una proiezione dell’immaginazione e della creatività. O anche un mondo che qualcuno, come il drammaturgo Henry Ibsen, ha visto come una me- tafora della condi- zione della donna nel matrimonio e nella società, e l’ha portato in scena nel 1879 col titolo di “Casa di bam- bola”, suscitando grande dibattito e scandalo rispetto ai costumi morali dell’e- poca. Ma non solo giocattoli. Le case per bambole hanno dato vita, ad esempio, ad una vena di collezionismo dedicato, con pic- chi che arrivano ad annoverare oggetti di autentico pregio e perfino cifre da capogiro. La Astolat Dollhouse Castle, per dire, ha richiesto tredici anni di lavoro per la sua realizzazione, ed é oggi stimata quasi 8 milioni di euro. Tra 1974 e 1987, la miniaturista Elaine Diehl, ispirata ai poemi romantici otto- centeschi, ha coordinato una squadra di lavoro composta da falegnami, orafi, vetrai e argentieri, che hanno realizzato a mano ogni singolo oggetto della Astolat. Le mini-bottiglie con- tengono ciascuna il liquore riportato nell’etichetta, le posate sono manufatti artigianali in vero argento, i quadri sono veri dipinti ad olio e tutti i libri sono stampati e possono essere letti attraverso una lente d’ingrandimento. Un’impresa. Oggetti meno costosi ma altrettanto pregiati, quelli che si possono vedere esposti al Victoria and Albert Museum, a Londra, nella sezione dedicata all’infanzia. Vere e proprie opere d’arte, con arredi coordinati in stile per ogni camera. Ogni ambiente, raccontando come si é evoluta la vita all’interno del- le mura domestiche nel corso del tempo, ripercorre la storia dell’ar- redamento inglese dal Settecento fino ad oggi. La cultura britannica é evidentemente molto le- gata alla tradizione delle case per le bambole, tanto da farne oggetto anche di iniziative benefiche all’insegna della creativi- tà e del design. Nel 2013, grazie al progetto “A doll’s house”, il Cathedral Group e la casa d’aste londinese Bonhams han- no raccolto fondi per fini benefici per oltre 100.000 sterline. All’appello hanno risposto grandi fir- me dell’architettura e del design inter- nazionale, tra cui Zaha Hadid, Guy Hollaway, Glenn Howells, Adjaye Ar- chitects and Fat Ar- chitecture. #IERI/OGGI

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Ieri e Oggi - c'era una volta la casa delle bambole ...

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Un’iniziativa diSicrea srl

all’interno della

organizzata daFirenze Fiera

Dal 23 aprile al1º maggio 2016

Fortezza da Basso, Firenze #

7 a

pri

le 1

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NEWS

Da Ibsen al collezionismo sfrenato:c’era una volta la casa delle bambole

Non sono più un oggetto di massa, ingombrante ma lieta presenza nelle case dei genitori. Un tempo erano il piccolo re-gno delle figlie femmine, e non poteva esserci bimba che non avesse la sua. Le case delle bambole stavano alle femmine come macchinine e soldatini al mondo dei maschi. Ma anco-ra oggi non sono del tutto scomparse, e se ne vedono parec-chie nelle camere dei piccoli. Sono oggetti in qualche modo

intramontabili. In ogni epoca, ed an-che in questa che pure é dominata dai video e dall’e-lettronica, le case per le bambole hanno sempre in-carnato un mondo magico di fantasia, rappresen tando non solo un’attività ludica ma anche una tappa impor-tante nei processi

dell’apprendimento. Davanti alle loro architetture in minia-tura, con dettagli e tocchi personali tante piccole storie di bambini hanno preso vita, passando di stanza in stanza, muovendo oggetti e personaggi, accompagnando dialoghi e movimenti capaci di ricreare ritratti di vita di famiglia. Una proiezione dell’immaginazione e della creatività. O anche un mondo che qualcuno, come il drammaturgo Henry Ibsen, ha

visto come una me-tafora della condi-zione della donna nel matrimonio e nella società, e l’ha portato in scena nel 1879 col titolo di “Casa di bam-bola”, suscitando

grande dibattito e scandalo rispetto ai costumi morali dell’e-poca. Ma non solo giocattoli. Le case per bambole hanno dato vita,

ad esempio, ad una vena di collezionismo dedicato, con pic-chi che arrivano ad annoverare oggetti di autentico pregio e perfino cifre da capogiro. La Astolat Dollhouse Castle, per dire, ha richiesto tredici anni di lavoro per la sua realizzazione, ed é oggi stimata quasi 8 milioni di euro. Tra 1974 e 1987, la miniaturista Elaine Diehl, ispirata ai poemi romantici otto-centeschi, ha coordinato una squadra di lavoro composta da falegnami, orafi, vetrai e argentieri, che hanno realizzato a mano ogni singolo oggetto della Astolat. Le mini-bottiglie con-tengono ciascuna il liquore riportato nell’etichetta, le posate sono manufatti artigianali in vero argento, i quadri sono veri dipinti ad olio e tutti i libri sono stampati e possono essere letti attraverso una lente d’ingrandimento. Un’impresa. Oggetti meno costosi ma altrettanto pregiati, quelli che si possono vedere esposti al Victoria and Albert Museum, a Londra, nella sezione dedicata all’infanzia. Vere e proprie opere d’arte, con arredi coordinati in stile per ogni camera. Ogni ambiente, raccontando come si é evoluta la vita all’interno del-le mura domestiche nel corso del tempo, ripercorre la storia dell’ar-redamento inglese dal Settecento fino ad oggi. La cultura britannica é evidentemente molto le-gata alla tradizione delle case per le bambole, tanto da farne oggetto anche di iniziative benefiche all’insegna della creativi-tà e del design. Nel 2013, grazie al progetto “A doll’s house”, il Cathedral Group e la casa d’aste londinese Bonhams han-no raccolto fondi per fini benefici per oltre 100.000 sterline. All’appello hanno risposto grandi fir-me dell’architettura e del design inter-nazionale, tra cui Zaha Hadid, Guy Hollaway, Glenn Howells, Adjaye Ar-chitects and Fat Ar-chitecture.

#IERI/OGGI

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In tema di immaginazione, fantasia e creatività, é facile arrivare a parlare di Ask Cucine srl e del designer fiorentino Sandro Berni, che presenta alla Fortezza da Basso Aerodinamica Connect®, la prima cucina connessa ad internet con elettrodomestici Bosch ed utilizzabile dallo smartphone grazie all’App Home Con-nect®. Si potrà controllare in remoto la macchina del caffé, personalizzandolo, ed attivare la lavastoviglie, che sceglierà il programma di lavaggio più efficiente in base al tipo di carico. Si potrà accendere il forno dall’ufficio o dalla macchina, nel traffico, e si potrà anche vedere il contenuto del frigorifero. Inoltre, grazie al contatto diretto degli elettrodomestici con i centri assistenza, l’attivazione delle procedure d’intervento sarà automatica. Un servizio unico nel suo genere. Berni, che già nel 2013 aveva presentato la Orto Cucina - un vero e proprio spazio dedicato alle piante, munito di impianto d’irrigazione, temporizzatore e luci cangianti, posto al di sotto del piano cottura a induzione - ha voluto superare se stesso.Nel progetto è stato utilizzato persino il titanio in forma liquida, spruzzato con effetto nuvolato e poi graffiato per ottenere un’anta uni-

ca, diversa l’una dall’altra. Il tutto abbinato a noce massello di recupero. Inoltre, grazie al brevetto Carbon.Zeo®, l’aria della cucina viene purificata senza dover montare il tubo esterno. Ma le novità non si fermano qui, perché all’interno delle colonne dispensa si trova un vano apribile elettricamente a distanza per nascondere i piccoli elettrodomestici, risparmiando spazio sul piano di lavoro Lapitec® in ceramica antigraffio, e resistente persino al calore delle pentole. I vetri che supportano il bancone in noce massello di recupero sono in finitura fumè, e le parti interne dei mobili sono state personalizzate appositamente in finitura antracite, esclusivamente per questa cucina.

Il suo nome é Barbara Millicent Roberts. Ma é più nota come Barbie, star mondiale, ed é la creatura di Ruth Handler. La biondissima regina delle bambole, la più imitata, la più perfetta, é titolare di molti primati. Il segreto di questo successo é attribuito a miriadi di fattori e analisi disparate, ma nessuna spiegazione razionale può condensare l’incredibile diffusione senza tempo e senza confini di quest’oggetto. La Barbie é un fenomeno planeta-rio irripetibile, di quelli che restano scolpiti nella storia del commercio e che non potranno mai avere una spiegazione unica per il loro successo. Ma qualcosa di certo lo sappiamo. Ad esempio, che in quel 9 marzo 1959 quando esordì sugli scaffali della fiera del gio-cattolo di New York, la Barbie era la prima e fino ad allora unica bambola dalle fattezze adulte. Tutte le altre rappresentavano dei bebé, e invitavano a una forma d’intrattenimento collegata all’imitazione della maternità. Lei invece, iridi azzurre, 29 centimetri d’altezza, pluri-accessoriata, le fattezze della bellezza ameri-cana, i vestiti intercambiabili, fidanzata con Ken dal 1961, 351.000 pezzi venduti solo nel primo anno al prezzo di 3 dollari l’una, sbarcata in Italia nel

1964 alla non modica cifra di 1950 lire, lei rappresentava tutta un’altra storia e un altro modello femminile: la novità. Questo il coraggio dell’azienda produttrice, la Mattel. Ac-canto al successo, la Barbie ha subito anche numerosi attacchi, da quello di incarnare una bellezza irrealistica ed eurocentrica, o di rappresentare un cliché negativo in termini di comportamenti ambientali e animalistici, fino all’accusa di omologare le fantasie dell’infanzia. Nel 1986 il talento di Andy Warhol, che andava immortalando le icone del

consumismo, dedicò alla bambola il suo ‘Barbie, portrait of Billy boy’.Col tempo, la Barbie é però diventata sensibile alle giuste cause e alla promozione di modelli etici virtuosi, ed ha recentemente avviato una fase di rebranding proprio su questi elementi. Ad esempio, il concorso per la casa ecologica di Barbie lanciato dalla Mattel, che ha visto la vitto-ria del progetto Aia Barbie Dream House, con tanto di fotovoltaico sul tetto e tutte le caratteri-stiche della dimora ecosostenibile, dai sistemi di recupero acque ai materiali a chilometro zero.

Le novità della a cura di Sicrea srl #7 - aprile 2016

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ASK Cucine srl

BARBIE L’intramontabile - Miss “Casa di bambola di tutti i tempi”, la più famosa delle compagne di giochi

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CasaNews è il settimanale di Casa In&Out, la mostra dei prodotti e servizi per la casa all’interno dell’80ª Mostra dell’Artigianato

Organizzazione generaleFirenze Fiera SpAPiazza Adua 1 50123 FITel. [email protected]

Organizzazione tecnico/commercialeSicrea srlCampi Bisenzio FITel. [email protected]

Le novità della a cura di Sicrea srl #7 - aprile 2016

EUROINFISSI SRL: i perfezionisti dei serramenti

La casa ideale ha bisogno anche di dettagli ide-ali. Se per le bambole si spende di più in arredi e bottiglie, come nel caso della Astolat Dollhouse qui sopra, nelle case vere abitate dalle persone vere é più importante guardare ad altri particola-ri e finiture quali finestre, persiane, portoni, porte blindate, avvolgibili ed altro. Lo sa bene Euroin-fissi, l’azienda di Sansepolcro (AR), nata nel 1975 e specializzatasi dal 1981 nella lavorazione dei profilati in PVC. Personale giovane e formato, ma-teriali resistenti e tecnologie al passo con i tempi, competenza ed esperienza: queste le credenziali che consentono a Euroinfissi di essere presente sul mercato dei serramenti in tutta Italia, grazie ai 2.000 metri quadrati di spazi produttivi ed ai 600 mq di showroom ed esposizione.

www.euroinfissisrl.it

La cultura della casa non si riduce alla scelta degli arredi ed al gusto estetico. Altrettanto importanti sono il comfort, la funzionalità, la sicurezza dei materiali, la cura dei det-tagli, il design e le soluzioni ad hoc che solo un occhio esperto può pensare e realizzare. L’azienda empolese DOMO 25 é proprio questo, un consulente specializzato in percorsi progettuali di costruzione, restauro e rinnova-mento degli ambienti, sempre pronto a muoversi incon-tro alle esigenze del cliente, proponendo piani dettagliati d’intervento e tutti i preventivi legati alle differenti soluzioni d’arredo prospettate, così da fornire un quadro completo e, soprattutto, poche sorprese sui costi finali. DOMO 25, fin dal 2009, ha sviluppato una significativa specializzazione sulle camere per bambini e ragazzi, men-tre il centro cucine é diventato rivenditore ufficiale Scavo-lini. Dall’esperienza nel campo delle camerette, l’azienda ha tratto alcune regole fondamentali:1) Tenere sempre conto dell’ambiente intero, nelle sue mi-

sure d’insieme, anche qualora si voglia acquistare solo un letto o un armadio.2) Più delle misure, conta sapere che tipo di bambino abi-terà la stanza: quanti anni ha, quale sport pratica, quali le passioni, i giochi preferiti e via dicendo. Altrimenti, la ca-mera potrà anche essere carina e piacevole per i genitori, ma non farà mai la felicità dei figli.3) Risolti il “cosa” e il “come”, restano da scegliere mate-riali e colori. Punti fermi: evitare il più possibile vetro (pe-ricoloso) e laccati lucidi (si graffiano facilmente), mentre é caldamente consigliata l’ecopelle (si pulisce facilmente e non trattiene gli acari). Quanto ai colori, DOMO 25 suggerisce tinte bianche (opache o venate) da abbinare con dettagli colorati, a tinte vivide (rosso, giallo, arancio o verde) per i più piccoli, a tinte più scure per i teen-ager.4) Valorizzare la luce, non ingombrando gli ambienti e, se necessario, abbondare con vernici bianche e legni chiari.

www.domo25.com

La Tecnologia V-Perfect, la prima ed unica che elimina completamente l’effetto antiestetico del cordolo di saldatura, consentendo di avere finestre in PVC perfette dal punto di vista estetico e funzionale. Il V-Perfect é il risultato di una lavorazione caratterizzata da macchinari costosi ed altamente specializzati, di ultima generazione, con cui Euroinfissi ha recentemente sostituito le vecchie dotazioni all’insegna dell’innovazione del processo produttivo

DOMO 25Segni particolari: camerette per bambini e per ragazzi

Con V-Perfect Senza V-Perfect