CAP 5 FORMAZIONE E VARIAZIONE DELL’ASSORTIMENTO CLAM MARKETING DISTRIBUTIVO.
-
Upload
jacopo-melis -
Category
Documents
-
view
218 -
download
1
Transcript of CAP 5 FORMAZIONE E VARIAZIONE DELL’ASSORTIMENTO CLAM MARKETING DISTRIBUTIVO.
CAP 5FORMAZIONE E VARIAZIONE
DELL’ASSORTIMENTO
CLAM
MARKETING DISTRIBUTIVO
SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA E POLITICHE ASSORTIMENTALI
CREAZIONE DELLA DOMANDA IN PUNTO VENDITA NATURA, INCIDENZA DEGLI ACQUISTI D’IMPULSO ( TAB
5.1/1 )ESPANDIBILITA’ DEGLI ACQUISTI D’IMPULSO AUMEN -TANDO LA
VISIBILITA’ DEI PRODOTTI GESTENDO : LA SEGMENTAZIONE ESPOSITIVA LA LOCALIZZAZIONE DEI PRODOTTI ( LAYOUT MERCEOLOGICO) LA CONTESTUALIZZAZIONE IL DISPLAY MERCEOLOGICO LA QUANTITA’ E LA QUALITA’ DELL’ESPOSIZIONE
I DIVERSI RUOLI NELLA COMUNICAZIONE DEL PRODOTTO / CATEGORIA E DEL BRAND
IMPORTANZA DEL MERCHANDISING A SEGUITO DELLA CRESCITA DELL’INFEDELTA’
ALLINEAMENTO DI INTERESSI NEL SOSTEGNO DELLA DOMANDA ATTRAVERSO GLI ACQUISTI D’IMPULSO
SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA E POLITICHE ASSORTIMENTALI
IL CONCETTO DI SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA DEFINIZIONE DELLA CATEGORIA ATTRAVERSO
L’INTERSEZIONE DI INSIEMI OMOGENEI RISPETTO AD UN DATO CARATTERE ( F5.1/1 )
I CONFINI PIU’ O MENO STRETTI DEL CLUSTER DETERMINANO LA NATURA DELLA RIVALITA’ IDM : DIRETTA / EFFETTIVA O INDIRETTA / POTENZIALE
NECESSITA’ DEL DISTRIBUTORE DI CONTENERE I LIVELLI DI SEGMENTAZIONE:
• LA VISIBILITA’ E’ LEGATA AL DISPLAY VERTICALE/ORIZZONTALE• LA RICONCILIAZIONE DI DOMANDA E OFFERTA DI VARIETA’ RICHIEDE UN
TRADE OFF PREZZO/ROTAZIONE IN RELAZIONE AL FORMATO E AL RUOLO ASSEGNATO
LA DISTONIA TRA LA SEGMENTAZIONE INDUSTRIALE BASATA SUL COMPORTAMENTO DI CONSUMO E LA SEGMENTAZIONE COMMERCIALE BASATA SUL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO
SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA E POLITICHE ASSORTIMENTALI
LA SEGMENTAZIONE DEL MERCATO SECONDO IL MODELLO A CLESSIDRA
1) SCOPERTA DELLA DENOMINAZIONE DELLA CATEGORIA NEL VISSUTO DEL CONSUMATORE
2) SCOPERTA DELLA DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO ( T5.1/2 ) 3) VENTILAZIONE DELLA CATEGORIA IN SEGMENTI ESPOSITIVI E
POSIZIONAMENTO DEI SEGMENTI DI CONSUMO / FORMATI DI PRODOTTO ( T5.1/3-F5.1/2 )
4) VENTILAZIONE DELLA CATEGORIA IN FUNZIONI D’USO / OCCASIONI DI CONSUMO ( F5.1/3)
5) IL MERCHANDISING HA IL COMPITO DI EDUCARE IL CONSUMATORE A :
• RICONOSCERE LE ALTERNATIVE • STIMOLARE ACQUISTI NON PREVISTI• RENDERE PIACEVOLE L’ESPERIENZA D’ACQUISTO
LE OPPORTUNITA’ DI MARKETING DELLA PARNERSHIP NELLA SEGMENTAZIONE ( T5.1/4)
SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA E POLITICHE ASSORTIMENTALI
CONCENTRAZIONE / DISPERSIONE ESPOSITIVA DELLA CATEGORIA NELLE FUNZIONI D’USO : VARIANZA DELLA DOMANDA IN RAPPORTO ALLE FUNZIONI
D’USO / OCCASIONI DI CONSUMO SENSIBILITA’ DELLA DOMANDA ALLA AGGREGAZIONE
ESPOSITIVA DI PRODOTTI COMPLEMENTARI LIVELLO DI DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO , DEL
FORMATO E DEL PAKAGINGLA DISPERSIONE DELLA CATEGORIA PUO’ ESSERE
REALIZZATA SIA CON ESPOSIZIONE SINGOLA CHE CON ESPOSIZIONE MULTIPLA
OMOGENEITA’ O DIFFERENZIAZIONE DELLA SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA INDUSTRIALE ??
SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA E POLITICHE ASSORTIMENTALI
LA SCUOLA DI PENSIERO DELL’OMOGENEITA’ DELLA SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA NON ESISTONO CRITERI OGGETTIVI CONDIVISIONE DI LINGUAGGIO E SINTASSI PER :
• COMUNICARE NEL CANALE • NEGOZIARE CONDIZIONI E CONTRIBUTI • VALORIZZARE IL PATRIMONIO INFORMATIVO DEL TRADE • ALLINEARE I CONFINI DI CATEGORIA PER SVILUPPARE INIZIATIVE DI
MARKETING INTEGRATO
I LIMITI DI UN “ESPERANTO” NEL MARKETING : INTESA LIMITATA E “VISTA LIBERA” INSTABILITA’ DI UN ALBERO ECR CHE SI FONDA SU POCHE
RADICI E SVILUPPA TROPPI RAMI ( F5.1/4 ) NON CONIUGA SEGMENTAZIONE E VISIBILITA’
SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA E POLITICHE ASSORTIMENTALI
LA SCUOLA DI PENSIERO DELL’ETEROGENITA’ LA SEGMENTAZIONE NON PUO’ ESSERE UNIFORME :
• MANCANDO L’INTERESSE ALLA TRASPARENZA • ESSENDO UNO STRUMENTO COMPETITIVO
UNA SEGMENTAZIONE COMPETITIVA IMPLICA :• LA DEFINIZIONE DELLA CATEGORIA INDIVIDUANDO I SEGMENTI DI
CONSUMO DA ESPORRE A PUNTOVENDITA• LA DECISIONE DI CONCENTRARE / VENTILARE I SEGMENTI DI CONSUMO PER
FUNZIONE D’USO• L’INDIVIDUAZIONE DI UN PARTNER DI CATEGORIA
BILATERALITA’ DELLA COLLABORAZIONE NELLA SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA
LA VISIONE DEL MERCATO ( confini di marketing ): RISTRETTA – MIOPE PER L’INDUSTRIA AMPIA PER LA DISTRIBUZIONE
• VALENZA ESPOSITIVA DELLA SEGMENTAZIONE• AUMENTO DEL POTERE CONTRATTUALE
SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA E POLITICHE ASSORTIMENTALI
LA DIVERSA VISIONE DEL MERCATO OSTACOLA LA VISIBILITA’ DELL’INNOVAZIONE INDUSTRIALE
LA NECESSITA’ DI UNA CONVERGENZA NELLA VISIONE DEL MERCATO PER CREARE NUOVO VALORE I SINGOLI BENI PRODUCONO UTILITA’ SOLO INSERENDOLI IN FUNZIONI D’USO
/OCCASIONI DI CONSUMO LO STRETTO LEGAME TRA SEGMENTAZIONE E ESPOSIZIONE
LA VISIONE DISTRIBUTIVA DEL MERCATO FINIRA’ PER AMPLIARE I CONFINI DEL MARKETING IDM IL CONSUMATORE E’ EDUCATO IN PUNTO VENDITA NUOVE OPPORTUNITA’ PER L’INDUSTRIA A SEGUITO DELLO SVILUPPO DI UN
LAYOUT PER FUNZIONE D’USOALTRI FATTORI DI AMPLIAMENTO DEI CONFINI IDM :
CONCENTRAZIONE INDUSTRIALE E CONNESSA :• RIDUZIONE DELLA SENSIBILITA’ DEI TRATTANTI • PROPENSIONE DEI DISTRIBUTORI A RIDURRE LA DIPENDENZA CON LE POLITICHE
ASSORTIMENTALI PROMOZIONE E MOBILITA’ INTERCATEGORIA
SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA E POLITICHE ASSORTIMENTALI
E’ IN ATTO UNA CONVERGENZA DELLE VISIONI DI MARKETING DI INDUSTRIA E DISTRIBUZIONE SOSTENUTA DALLA POSSIBILITA’ DI CREARE VALORE
SINTONIZZANDO IL MKTG DEI DUE ATTORI DECLINATA A SECONDA DEL TARGET DI RIFERIMENTO
VARIANZA DEI CONFINI IN BASE AL TARGET: CONSUMATORE / CONSUMER MARKETING
( SEGMENTI DI CONSUMO ) DISTRIBUTORE / TRADE MARKETING ( CATEGORIA E FUNZIONE
D’USO ) ACQUIRENTE / RETAIL MARKETING (SEGMENTO DI CONSUMO,
CATEGORIA, FUNZIONE D’USO )
SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA E POLITICHE ASSORTIMENTALI
VARIANZA DEI CONFINI IN BASE ALLE LEVE :
DISTRIBUZIONE MERCATO RILEVANTE INDUSTRIA DI MARCA
Layout merceologico Funzione d’uso Politica di prodotto
Negoziazione Categoria Comunicazione ,TMKTG
Retail mix Segmento di consumo Politica di prezzo
QUESITI PER LA VERIFICA DELL’APPRENDIMENTO
La programmazione degli acquisti è specificata per categoria o per marca / referenza ?
Come sceglie il consumatore tra le alternative offerte in punto vendita ? Specificare il percorso mentale dell’acquisto , vale a dire l’ordine con cui il consumatore articola la ricerca in punto vendita per quanto attiene alla marca , al segmento di consumo espresso dal gusto e al formato di prodotto.
Il consumer decision tree è lo stesso per tutte le categorie merceologiche ?
Vi è coerenza tra la segmentazione dell’offerta dal punto di vista industriale e dal punto di vista commerciale ?
Qual è la differenza tra i segmenti di consumo ed i segmenti espositivi ?
QUESITI PER LA VERIFICA DELL’APPRENDIMENTO
Che cosa si intende per varietà dell’assortimento ? Che rapporto esiste tra offerta di varietà e offerta di
convenienza ? Quali opportunità di marketing nascono
dall’organizzazione del layout merceologico per funzioni d’uso ?
Quando conviene concentrare sul piano espositivo una categoria merceologica e, viceversa, quando conviene disperdere l’esposizione di una categoria merceologica in diverse funzioni d’uso / occasioni di consumo ?
Per quali motivi ci si aspetta un ampliamento dei confini del marketing industriale?
I confini del marketing industriale e commerciale sono uniformi o variabili in relazione alle diverse leve ?
TAB 5.1/1 - LA DOMANDA D’IMPULSO
V A L O RE D EL L 'IM PUL SO D I C A T EG O RIA - M A RC A
53 ,1%
INST A BIL IT A ' D EG L IA C Q UIST I PRO G RA M M A T I
64 ,5%
QUOTA DI CONSUMATORICON LISTA DELLA SPESA
21,1%
F5.1/1 - CATEGORIZZAZIONE ATTRAVERSO L’INTERSEZIONE DI UN NUMERO VARIABILE DI INSIEMI OMOGENEI
1- Occasione di consumo 2 - Funzione d’uso 3 - Tecnologia 4 - Materiali 5 - Gusti 6 - Formati di prodotto 7 - Tipo di confezione
T5.1/2 - LA DIFFERENZIAZIONE DELL’OFFERTA INDUSTRIALE
> L U P P O L A TO> F R U TTA TO> M A L TA TO> E R B A C E O> F L O R E A L E
S PEC IA L EA NA L C O L IC A
L EG G ERA , A L L A F RUT T ANO RM A L E D O PPIO M A L T O
G RA D A Z IO NEA L C O L IC A
T IPO D IF E RM E NT A Z IO NE
A L T A BA SS AS PO NT A NE A
SC O Z Z E SE - ING L ES E T ED E SC A
BE L G A -F RA NC E SE IRL A ND ES E-A M ERIC A NA
T E C NO L O G IAD I PRO C ES SO
PA G L IERINO C HIA RO D O RA T O
A M BRA T O BRUNO -NERO
C O L O RE
PERSIS T ENZ A D IM ENS IO NE BO L L IC INE
C REM O S IT A 'C O M PA T T E Z Z A
S PUM A PRO F UM O
B IR R A
T5.1/3 - LE CHIAVI DI LETTURA DEL MERCATO DELLA BIRRA
V E NT IL A Z IO NE D E L L A C A T E G O RIAA RT IC O L A ND O I S E G M E NT I D I C O NS UM O
T RA T T A T I IN S E G M E NT I E S PO S IT IV I
VEN T ILAZIO N E D ELLA C AT EG O R IAAR T IC O LAN D O I SEG MEN T I ESPO SIT IV IN ELLE FU N ZIO N I D 'U SO D EL LAYO U T
D I PU N T O VEN D IT A
SEG MEN T I D I C O N SU MOC H E D ISC EN D O N O D ALLA
D IFFER EN ZIAZIO N E D I PR O D O T T O ( 56 )
BISOGNISODDISFATTI DALSUPERMERCATO
MangiarePulizia della
personaPulizia dei
capiPulizia della
casa
MOMENTI DICONSUMO /FUNZIONI D'USODEL LAYOUT DIPUNTO VENDITA
CATEGORIA BIRRA
SEGMENTI DICONSUMOESPOSTI A PUNTOVENDITA
Standard Premium Superpremium Specialty Analcoliche/Light Saving
Fig. 5.1/2 - IL MODELLO A CLESSIDRA
bere
MangiarePulizia della
personaPulizia dei
capiPulizia della
casa
Standard Premium Superpremium Specialty Analcoliche/Light Saving
Fig. 5.1/3 - IL MODELLO A CLESSIDRA
bere
Prima Primo Secondo Contorni Pane e Fine Fuori Piaceri Feste e Ospitalitàcolazione piatto piatto sostituti pasto pasto di gola ricorrenze
BIRRA
Merende Snack Prodotti morbidi >>>>> prodotti croccanti Prodotti per bambini >>>>>>> prodotti per adulti Prodotti per la nutrizione >>>>>> prodotti per la golaAcquisto programmato >>>>> acquisto d’impulsoAcquisto multiplo >>>>> acquisto singoloComunicazione rivolta comunicazione rivoltaal responsabile d’acquisto >>>> al consumatore
T 5.1/4 - DOVE INSERIRE RINGO ?
F5.1/4 L’ALBERO ECR HA TROPPI RAMI E POCHE RADICI
FRESCO
Yogurt
Da Bere
BiancoMinipasto
FRESCO
Ai Gusti
L’ALBERO ECR HA TROPPI RAMI E POCHE RADICI
FRESCO
Yogurt
Bianco
Da BereAi Gusti
Minipasto
Magro Intero
L’ALBERO ECR HA TROPPI RAMI E POCHE RADICI
FRESCO
Yogurt
Bianco
Da Bere
Minipasto
BambinoCompatto
Brassé BifidusGreco
Pezzi di FruttaGoloso
Ai Gusti
Magro Intero
F5.1/4 - L’ALBERO ECR HA TROPPI RAMI E POCHE RADICI
BambinoCompatto
Brassé BifidusGreco
Pezzi di FruttaGolosoBambino
CompattoBrassé Bifidus
GrecoPezzi di Frutta
GolosoBambino
CompattoBrassé Bifidus
GrecoPezzi di Frutta
GolosoBambinoCompatto
Brassé BifidusGreco
Pezzi di FruttaGoloso
BambinoCompatto
Brassé BifidusGreco
Pezzi di Frutta
Goloso
BambinoCompatto
Brassé BifidusGreco
Pezzi di FruttaGoloso
BambinoCompatto
Brassé BifidusGreco
Pezzi di FruttaGoloso
BambinoCompatto
Brassé BifidusGreco
Pezzi di FruttaGoloso
BambinoCompatto
Brassé BifidusGreco
Pezzi di FruttaGoloso
FRESCO
Yogurt
La manovra dell’ ampiezza , varietà e profondità dell’assortimento
Le leve della politica assortimentale possono essere declinate a livello di punto vendita e di singola categoria
LE DECISIONI SULL’AMPIEZZA, LA VARIETA’ E LA PROFONDITA’ DELL’ASSORTIMENTO SONO ASSUNTE SULLA BASE DI UNA CAPACITA’ DI VENDITA CHE E’ DATA E DEFINITA A LIVELLI GERARCHICI SUPERIORI
UN ASSORTIMENTO DI P.V. RELATIVAMENTE AMPIO : CONCENTRAZIONE ACQUISTI COME ALTERNATIVA AL SERVIZIO DI
PROSSIMITA’ INTERDIPENDENZA DELLE DOMANDE PARZIALI PER LA PROMOZIONE
DELLE VENDITEUN ASSORTIMENTO DI P.V. RELATIVAMENTE VARIO /
PROFONDO : PIU’ ALTERNATIVE ANCHE A SCAPITO DEL TEMPO DI ACQUISTO E DEI
MAGGIORI PREZZI CREAZIONE DI TRAFFICO PER CLIENTI FEDELI A MARCHE MINORI E
PER LE NICCHIE DELLA DOMANDA
La manovra dell’ ampiezza , varietà e profondità dell’assortimento
IL TRADE OFF TRA AMPIEZZA ( despecializzazione ) E VARIETA’ / PROFONDITA’ DELL’ASSORTIMENTO DI P.V. ( specializzazione ) : LIMITE DELLA CAPACITA’ DI VENDITA L’ORIENTAMENTO DEL CONSUMATORE LA POSSIBILITA’ DI DECLINARE LE DUE LEVE PER CATEGORIA
COME DIFFERENZIAZIONE DEL P.V. ( multispecializzazione ) LE DIVERSE CONSEGUENZA SUI PREZZI E SUL TEMPO DI ACQUISTO
DEL CONSUMATORE DELL’ORIENTAMENTO ALLA DESPECIALIZZAZIONE E ALLA SPECIALIZZAZIONE
NELLE CATEGORIE DEL FRESCO DEPERIBILE DOVE IL TRADE SVOLGE UN MAGGIOR RUOLO DI GARANZIA, L’ASSORTIMENTO HA UNA MAGGIOR VALENZA MKTG
LA COMPOSIZIONE ( tipo di marca e fasce prezzo ) SI AGGIUNGE ALLE ALTRE TRE LEVE ASSORTIMENTALI
La manovra dell’ ampiezza , varietà e profondità dell’assortimento
LA MANOVRA DELL’ASSORTIMENTO DI PUNTO VENDITA PER DIFFERENZIARE L’OFFERTA DI FORMA DISTRIBUTIVA, FORMATO, INSEGNA (T.5.2/1-2-3-4 ) AREA TERRITORIALE
LA MANOVRA DELLE LEVE ASSORTIMENTALI A LIVELLO DI SINGOLA CATEGORIA DEVE COMBINARE OBIETTIVI CONTRASTANTI : AUMENTARE L’AMPIEZZA PER SODDIFARE IL CONSUMATORE E RIDURRE LA
DIPENDENZA IDM SENZA AUMENTARE IL PREZZO ORIENTARE LA COMPOSIZIONE ASSORTIMENTALE ALLA RIDUZIONE DELLA
SOVRAPPOSIZIONE COI RIVALI D’AREA, SENZA RINUNCIARE ALLA SODDISFAZIONE DEL CONSUMATORE LOCALE
DEFINIRE IL MIX DI MARCHE MODO DA MASSIMIZZARE IL CAMPO DI VARIAZIONE DELLA MARGINALITA’ UNITARIA SENZA ABUSARE DELLA DISCREZIONALITA’ DI MARKETING
PER SODDISFARE IL CONSUMATORE OCCORRE GARANTIRE UNA FORTE DINAMICA DELL’ASSORTI -MENTO NEL TEMPO ( rotazione, domanda di convenienza )
La manovra dell’ ampiezza , varietà e profondità dell’assortimento
PER SODDISFARE IL CONSUMATORE OCCORRE GARANTIRE UNA FORTE DINAMICA DELL’ASSORTI -MENTO NELLO SPAZIO
LE INSEGNE COLGONO IN DIVERSA MISURA L’OPPORTUNITA’ DI DIFFERENZIARE L’ASSORTIMENTO DI CATEGORIA IN FUNZIONE DELL’AREA TERRITORIALE DEL FORMATO DI PUNTO VENDITA
LE DIFFICOLTA’ DI ADATTAMENTO DELLO ASSORTIMENTO DI CATEGORIA AL FORMATO / MERCATO DERIVANO DA : RESITENZE DEI BUYERS ACCENTRAMENTO ORGANIZZATIVO DIFICOLTA’ E ONEROSITA’ DEL DATAWARERHOUSE TRADE OFF TRA EFFICIENZA ED EFFICACIA
I quesiti per verificare l’apprendimento
L’orientamento alla despecializzazione e alla specializzazione dell’assortimento di punto vendita sono tra loro incompatibili ?
Quali sono i principali ostacoli interni che si frappongono alla differenziazione dell’assortimento per formato / mercato per realizzare una piena soddisfazione del consumatore ?
Quali sono i tre obiettivi della politica assortimentale ? I tre obiettivi della politica assortimentale sono tra loro pienamente
compatibili, o esiste in qualche misura un trade off che impone al distributore una difficile scelta?
Quali sono i limiti della discrezionalità del distributore nella composizione dell’assortimento di categoria ?
Quali sono i fattori che determinano il cambiamento del ruolo di una data marca nell’assortimento di categoria di diverse insegne e diversi formati di punto vendita?
Esiste un legame tra politica assortimentale e immagine di convenienza ?
Indicatori Hard discount Soft discount Superette Super Miniper Iper
MQ 400 450 350 900 2500 500
Profonditàn° referenze
500 700 2000 7600 17000 25000
Ampiezzan° linee
160 180 220 250 350 550
N° ref. per linea 3,1 3,9 9 30,4 48,6 45,4
Peso fresco 20 40 60 50 40 40
Peso non food 10 10 5 5 30 35
Peso marche industriali
20 70 65 60 55
Peso generics 90 70 5 7 8 8
Peso promozioni 5 10 13 16 25 30
Costo del lavoro 5 6,5 10,5 8 7 7
Margine lordo (%) 13 16,5 21 19 17 15
Fatturato (miliardi) 4 4,5 3,5 9 20 60
TAB 5.2/ 1 Differenziazione dei prodotti commerciali in Italia (Media mercato)
REPARTIPICCOLO SUPER (600mq)
SUPER GRANDE (1.000mq)
SUPER GRANDE
(2.000 mq)
SUPERSTORE
(2.500 mq)
IPER PICCOLO (4.000 mq)
IPER GRANDE
(7.500 mq)
Salumi latticini e uova 421 522 578 558 736 965
Altro deperibile trasformato
159 202 216 212 267 333
Bevande 692 862 959 1.048 956 1.038
Drogheria alimentare 2.225 2.766 3.181 3.483 3.363 3.603
Freddo 253 328 365 396 375 459
Cura casa 515 649 784 884 867 1.041
Cura persona 696 1.078 1.263 1.991 1.627 2.548
Bazar 516 822 2.109 2.864 5.477 9.969
Elettrodomestici 123 170 256 534 1.004 3.235
Tessile 192 270 795 1.052 2.342 4.322
TOTALE * 5.792 7.669 10.506 13.022 17.014 27.513
TAB 5.2/2 Profondità degli assortimenti nei formati distributivi (n. di ref. 2000) *
Prodotti Sma Standa Pam Esselunga Gs Coop Media
Biscotti 39 22 27 27 22 32 28
Caffè 15 23 17 13 20 12 17
Merendine 14 15 11 9 9 14 12
Cioccolato 16 16 13 16 11 14 14
Dentifrici 17 9 15 14 15 18 15
Det. pol. lav. 16 15 18 17 13 13 15
Olio oliva 22 19 26 19 21 17 21
Pasta semola 14 13 12 12 10 10 12
Pom./deriv. 15 11 12 16 12 15 13
Petfood 20 21 15 16 15 19 18
Pesce surg. 10 9 4 16 13 6 10
Verdura surg. 11 5 7 7 11 8 8
Yogurt 20 11 15 15 20 23 17
Succhi 11 8 10 7 8 9 9
Crackers 11 9 10 8 10 9 9
Shampoo 22 9 23 21 17 26 20
Acqua 14 18 13 20 13 16 16
Det. liq. piatti 10 11 10 10 10 9 10
Fusi in fette 8 9 8 7 7 7 8
TAB 5.2/3 Ampiezza degli assortimenti nei supermercati della GD (numero di marche per categoria
Prodotti Sma Standa Pam Esselunga Gs Coop Media
Biscotti 132 111 118 77 88 127 109
Caffè 48 60 61 30 50 41 48
Merendine 66 70 62 38 34 68 56
Cioccolato 57 58 52 56 32 52 51
Dentifrici 34 18 29 34 30 38 30
Det. pol. lav. 39 36 40 38 29 32 36
Olio oliva 51 38 53 35 47 31 42
Pasta semola 148 171 112 124 123 149 138
Pom./deriv. 32 33 24 28 33 33 30
Petfood 95 99 68 48 76 78 77
Pesce surg. 61 48 47 71 69 75 62
Verdura surg. 51 40 48 41 61 62 50
Yogurt 107 91 102 80 109 128 103
Succhi 69 65 61 45 56 59 59
Crackers 26 28 24 19 19 22 23
Shampoo 57 19 31 49 37 64 43
TAB 5.2/4 La profondità degli assortimenti nei supermercati della GD (Numero di referenze per categoria )
La gestione del condizionamento industriale delle politiche assortimentali
IL RUOLO DI SELEZIONE DELL’OFFERTA : IL CAMPO DI SCELTA AUMENTA PIU’ RAPIDAMENTE DELLE
DIMENSIONI ASSORTIMENTALI LE BARRIERE DISTRIBUTIVE ALL’INNOVAZIONE INDUSTRIALE
CONTRIBUISCONO ALLA EFFICIENTE ALLOCAZIONE DELLE RISORSE IL TOURNOVER DEI PRODOTTI GARANTISCE L’EQUILIBRIO TRA
DOMANDA E OFFERTA ( T5.3/1 ) INADEGUATEZZA DELL’ATTUALE GESTIONE DELLE
BARRIERE DISTRIBUTIVE ALL’ENTRATA PREMI DI REFERENZIAMENTO SCOLLEGAMENTO DELLE RESPONSABILITA’ DI ACQUISTO E DI
VENDITA LA CONVENIENZA DELL’INSERIMENTO NEL CASO DI :
COMPLETO CANNIBALISMO ASSENZA DI CANNIBALISMO PARZIALE CANNIBALISMO
La gestione del condizionamento industriale delle politiche assortimentali
La decisione di inserire un prodotto dev’essere assunta sulla base degli obiettivi della politica assortimentale , vale a dire: soddisfare il consumatore fissando il più opportuno equilibrio tra varietà, ampiezza e
profondità, da un lato, e convenienza dall’altro; differenziare l’offerta rispetto ai competitors ; cogliere le opportunità di investimento dell’industria che vuole aumentare la
penetrazione dei clienti e le referenze trattate per cliente. Per soddisfare il consumatore, il top management deve :
Fissare la copertura della categoria per limitare la discrezionalità del buyer nel cogliere le opportunità offerte dall’industria
Tarare la copertura di categoria in funzione del ruolo di marketing e del posizionamento dell’insegna sul piano della convenienza
Per differenziare l’offerta rispetto ai rivali , occorre : Offrire prodotti specifici nelle categorie del fresco Sviluppare la marca commerciale e marche esclusive d’area Evitare di trattare marche / referenze trattate dai competitors , a condizione che la loro
quota si collochi al di sotto di una predefinita soglia ( tab 5.3/2 )
La gestione del condizionamento industriale delle politiche assortimentali
Per cogliere le opportunità di investimento dell’industria senza compromettere gli altri due obiettivi , occorre : Assumere come obiettivo la performance di categoria Legare il momento dell’entrata al momento dell’uscita con la seguente procedura di
negoziazione del referenziamento:• Il buyer comunica il sell out e il margine netto complessivo realizzato in media
dalle referenze trattate nella categoria scelta dal fornitore• Il buyer chiede al fornitore di fissare il prezzo di vendita al pubblico e di prevedere
il sell out mensile • Il buyer negozia le condizioni commerciali e le prestazioni di marketing• Il buyer valorizza tutti gli istituti negoziali che vengono inseriti nel sistema
informativo per determinare in tempo reale il costo di acquisto l’inserimento e la permanenza in assortimento del nuovo prodotto sono
legati alla realizzazione di un margine complessivo mensile netto-netto superiore al 90% del margine medio
Il buyer , allertato in automatico dal sistema informativo ,chiede il reintegro del margine e decide l’estromissione in caso di mancato raggiunfgimento dell’obiettivo di performance
La gestione del condizionamento industriale delle politiche assortimentali
Passando da una negoziazione degli inserimenti per fornitore ad una negoziazione per categoria : si velocizza l’inserimento dei nuovi prodotti ; si limitano i contributi dell’industria ai prodotti che non ruotano si crea una relazione stretta tra referenziamento e
dereferenziamento limitando la permanenza in assortimento delle referenze che non ruotano a sufficienza.
La gestione del condizionamento industriale delle politiche assortimentali
I contrapposti interessi di industria e distribuzione in matria di ampiezza e varietà /profondità dell’assortimento di categoria
La politica di portafoglio dell’industria di marca: Contratti leganti Sconti assortimento Premi di fine anno Sconti canvass e multibuy
L’autonomia di marketing del distributore nella formazione dell’assortimento e nel servizio ai brand si misura in base allo scostamento tra prezzo in fattura e prezzo di acquisto netto-netto: il posizionamento dei diversi gruppi strategici La varianza delle quote di vendita
I limiti della organizzazione funzionale nello sviluppo della trattativa e di relazioni di marketing coi fornitori Il rimedio delle sovrastrutture Il rimedio dell’evoluzione del ruolo del buyer verso il category management
QUESITI PER LA VERIFICA DELL’APPRENDIMENTO
La barriere distributive che rallentano e rendono più costosa la
penetrazione del mercato da parte dei nuovi prodotti sono da valutare positivamente o negativamente ai fini della performance del sistema economico ?
I premi di referenziamento sono un adeguato strumento per trasferire sul fornitore il rischio di mercato dei nuovi prodotti ?
Come si misura l’autonomia di marketing della distribuzione nella gestione dell’assortimento ?
L’organizzazione funzionale degli acquisti favorisce l’industria o la distribuzione nell’esercizio del potere contrattuale nei rapporti di canale ?
Come si posizionano i gruppi strategici della distribuzione in rapporto all’ampiezza e alla profondità dell’assortimento di categoria ?
Marca nazionale Marca commerciale Primi prezzi
N. % N. % N. %
Inseriti 393 10,4 34 13,7 16 5,7
Eliminati 592 15,6 8 3,2 32 11,5
Turnover 985 25,97 42 16,9 48 17,2
Totale 3773 100 249 100 279 100
TAB 5.3/1 TOURNOVER ASSORTIMENTALE IN UNA INSEGNA DELLA G.D. NEL 1995
Insegna A Insegna B Insegna C Insegna D Insegna E Insegna F
Caffè46,2 37,5 54,5 40,0 33,3 33,3
Dentifrici40,0 42,9 54,5 46,2 75,0 54,5
Detersivi lavatrice43,8 38,9 41,2 36,8 53,8 58,3
Olio di oliva26,1 23,1 24,0 25,0 35,3 30,0
Pasta semola20,0 13,3 13,3 12,5 22,2 28,6
Pomodori pelati30,8 30,8 33,3 44,4 57,1 44,4
Fonte: Cescom, Commercio n. 54 pag. 21 e seguenti
Tab 5.3/2 Sovrapposizione assortimenti nella città di Milano (marche sempre presenti / marche trattate dall'insegna - valori percentuali)
LA PROPENSIONE ALLA DIVERSIFICAZIONE ASSORTIMENTALE
LOGICA ECONOMICA DELL’INSERTIMENTO DI NUOVE CATEGORIE IN UNA DATA CAPACITA’ RIDUZIONE DELL’ESPOSIZIONE DELLE CATEGORIE CORRENTI
SOVRASTOCCATE IL DIFFERENZIALE DI CONTRIBUZIONE AL MARGINE
• Elasticità della domanda delle nuove categorie • Rendimenti decrescenti dello spazio espositivo • Effetti sul sell out dell’ampliamento dell’assortimento di punto vendita
LA DIVERSA LOGICA DELLA DIVERSIFICAZIONE INDUSTRIALE E COMMERCIALE : UTILIZZO DELLA CAPACITA’ ELASTICITA’ DELLA DOMANDA E COSTO MARGINALE DELLE
NUOVE CATEGORIE INTERDIPENDENZA DELLE DOMANDE PARZIALI
LA PROPENSIONE ALLA DIVERSIFICAZIONE ASSORTIMENTALE
GLI EFFETTI DELLA DIVERSIFICAZIONE DELL’ASSORTIMENTO : NESSUN FINANZIAMENTO DELLA COMPETITIVITA’
DELLE LINEE / PRODOTTI CORRENTI CHE, AL CONTRARIO SUBISCONO UN AUMENTO DI PREZZO
ATTIVAZIONE DI UNA FORTE CONCORRENZA DI PREZZO NEI CONFRONTI DEI DISTRIBUTORI SPECIALIZZATI
QUESITI PER LA VERIFICA DELL’APPRENDIMENTO
Come mai la propensione alla diversificazione assortimentale di punto vendita non si manifesta nel caso del discount?
Perché i margini unitari delle nuove categorie sono più alti dei margini unitari delle categorie correnti ?
I più alti margini delle nuove categorie / marche possono essere utilizzati per finanziare la riduzione dei margini delle categorie / marche correnti ?
Da cosa dipende l’incremento delle vendite generato con la diversificazione assortimentale?
In cosa differisce la diversificazione dell’industria rispetto alla diversificazione della distribuzione ?
Come si può definire l’equilibrio dell’assortimento di categoria ?