C. Louis Kervran - Alla Scoperta Delle Trasmutazioni Biologiche

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Riassunto delle spiegazioni a fenomeni biologici aberranti

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PRESENTAZIONE

Il nome del Dott. Prof. KERVRAN è talmente conosciuto che la presentazione è superflua. L'argomento « Trasmutazioni » è però ostico a molta gente: l'agricoltore pratico difficilmente comprende l'importanza di queste nuove scoperte aberranti, mentre lo scienziato dif-fida di concezioni che sono in contrasto con norme che sembravano immutabili ed eterne.

L'autore del nuovo volume « A la découverte des transmutations biologiques » è stato interessato a scrivere un libro di volgarizzazione, in quanto i precedenti tre libri non erano comprensibili a tutti.

Il nostro I.B.I.N. ha ritenuto utile di rendere la presente « Introduzione » alla portata generale, semplificando ancora qualche argomento.

Gli interessati a più scientifici chiarimenti possono leggere l in francese i quattro libri del Kervran.

Per contro la classe medica e il mondo dei chimici richiedono un'opera a livello anche più elevato e il Dott. KERVRAN sta studiando questo più scientifico lavoro, che verrà pubblicato al più presto.

Purtroppo in. Italia le scoperte del KERVRAN, troppo poco conosciute, hanno creato un clima di perplessità, mentre sarebbe necessario studiare e approfondire gli argomenti per arrivare alle più ampie applicazioni pratiche.

Chiudere gli occhi per non vedere è la peggiore soluzione!

Il nostro I.B.I.N. è comunque a disposizione per dare informazioni e favorire esperimentazioni controllate.

Per I.B.I.N.

Ing. ALFREDO GHIOTTI

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INTRODUZIONE

« È stato prematuro l'avere voluto ridurre

i processi vitali alle insufficienti concezioni

della fisico-chimica del secolo XIX e di quello XX».

L. DE BROGLIE

Occorre molta presunzione per credere di spiegare tutti i fenomeni vitali con la sola chimica, o con il concorso delle leggi della fisica, quali sono finora conosciute. La stessa bio-chimica, e la bio-fisica, sono semplicemente aspetti particolari delle manifestazioni di ciò che vive, siano animali o vegetali.

Chi si ostina a credere nella sola fisio-chimica, porta la scienza ufficiale ad un vicolo cieco o ad un ginepraio.

In principio dell'estate 1959, e dopo molti anni di ricerche arrivai alla conclusione. La mia convinzione divenne certezza: una proprietà della materia, prima sconosciuta ed inconsciamente utilizzata, mi permise di dimostrare attraverso gliaia di analisi convergenti, che esiste la possibilità di trasformare gli atomi e non solamente le molecole e questo con deboli energie.

In breve, avvengono trasmutazioni cioè pasdggio da un atomo ad un altro e di conseguenza passaggio da un corpo semplice ad un altro.

Le prove che ho portato sono numerose, ma lasciarono scettiche certe persone, che per principio, non possono ammettere che altri abbiano trovato cose che essi, nel loro dogmatismo, non hanno potuto vedere.

La maggioranza delle personalità scientifiche, per contro, si felicitò con me e accolse con evidente soddisfazione queste prove che riuscivano, finalmente, a spiegare molti punti rimasti oscuri.

Furono così degli spiriti aperti ad indurmi a pubblicare un primo articolo sulla rivista del «Comitato di Lettura» sul numero di luglio-agosto del 1960.

Fatto il primo passo, il grande pubblico ne fu presto informato ed ebbi pressioni per ulteriori informazioni. Fin dal dicembre 1960 Aimé Michel ne scrisse su «Science et Vie» (e altro articolo seguì nel 1963 in gennaio).

Poi la televisione belga, la radio diffusione di Francia, quella di Europa N° 1 e di nuovo le televisioni del Belgio, della Svizzera e dell'Italia. Centinaia di migliaia di lettori furono edotti di questa vera scoperta, su riviste e giornali (in Italia sul « Corriere della Sera »).

Impossibile ricordare tutto quanto fu scritto anche da eminenti scienziati.

Il Prof. Tanon della Facoltà di Medicina di Parigi, presidente del Consiglio Superiore di Igiene pubblica francese, scrisse la prefazione al mio primo volume pubblicato nel 1962.

Seguirono altri tre volumi e l'ultimo è stato scritto per la volgarizzazione degli argomenti che non erano alla portata di tutti(1).

Altro volume a più elevato livello scientifico è in preparazione(2).

Mi auguro che queste pubblicazioni rispondano alle speranze.

(1) - La presente traduzione rappresenta un riassunto ulteriormente semplificato. Rimandiamo ai libri originali quanti

desiderano chiarimenti scientifici.

(2) - Nel frattempo è stato pubblicato un nuovo volume: Prove relative all'esistenza delle trasmutazioni biologiche,

edizione Maloine, Paris.

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PRELIMINARI

«Siamo abituati agli uomini che scherzano e si fanno beffa di ciò che non comprendono».

GOETHE

a) IN BREVE UN PO' DI STORIA

Lavoisier, alla fine del XVIII secolo, fu un grande scienziato e fu il creatore della chimica moderna. I suoi emuli diedero una estensione generale alle sue leggi e le considerarono valevoli sempre e ovunque.

Principio dogmatico era: Nulla si perde, nulla si crea, tutto si trasforma.

L'atomo essendo la più piccola particella della materia, era una costante in natura.

Un atomo di calcio per esempio, non poteva perdersi o sparire. Il calcio, parte di una molecola, doveva necessariamente ritrovarsi in altre molecole per trasformazione chimica.

Questo il Credo ufficiale della scienza ufficiale del XIX secolo.

Milioni di esperienze in tutto il mondo confermarono la validità di questi principi. In alcuni casi sorsero contestazioni, ma la Scienza con una alzata di spalla, scartava con un silenzio sdegnoso le prove in contrario.

Solo il XX secolo fece breccia e ufficialmente si dovette riconoscere che certi corpi potevano trasmutarsi fra loro. Lo atomo di radio (radioattivo) si trasmutò in piombo non radioattivo ed altri elementi semplici dimostrarono di possedere analoghe proprietà.

Successivamente si scoprì che molti elementi possedevano la proprietà di trasmutarsi tra di loro. Si tratta frequentemente di elementi a vita breve e destinati a scomparire.

Per questo sono elementi rari.

In linguaggio corrente gli elementi si chiamano corpi semplici. Si è scoperto che in realtà sono tutt'altro che semplici. Un elemento è composto di atomi e questi atomi contengono tutti lo stesso numero di protoni particelle pesanti cariche di elettricità positiva; inoltre nel nucleo dell'atomo esistono anche i neutroni e gli elettroni questi ultimi caricati in elettricità negativa.

Protoni ed elettroni si neutralizzano cosicché l'atomo risulta neutro.

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La figura numero 2 è lo schema di un atomo di Litio ed è uno dei più semplici. A sinistra con tre protoni e tre neutroni è lo schema dell'elemento normale, a destra un isotopo che ha un protone in più.

Come si vede l'isotopo è composto di 4 neutroni e 3 protoni – totale 7 – mentre gli elettroni di norma in numero eguale ai protoni sono appunto tre.

Si scrive allora 7/3. Tutti gli atomi con la sola eccezione dell'atomo di idrogeno (H) hanno due elettroni sull'orbita più prossima al nucleo. II, il più semplice, ne ha uno. Si scrive 111 e possiede un solo protone positivo.

b) LE COMBINAZIONI CHIMICHE

Gli elementi cosiddetti semplici sono presenti in natura in numero di 92.

Il numero è stato stabilito per deduzione dal ,Mendéléev a metà del XIX secolo, classificando ogni elemento in determinate caselle. Criterio scientifico che ha permesso di scoprire nuovi corpi semplici, atti a riempire caselle altrimenti vuote.

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Però non tutte le caselle furono completate ed i vuoti risultarono corrispondenti ad elementi molto rari, non ancora isolati, ma anche qualche volta ad elementi esauriti e che non esistono più sulla terra. Si tratta in genere di elementi radioattivi da molto tempo trasmutati in altri elementi. Caratteristico l'atomo di radium (radioattivo) che si trasmuta in piombo non radioattivo e sparisce per il 50 % in 1.620 anni. La metà che rimane, sparisce nuovamente per il 50 % in altri 1.620 anni, e questo spiega come sia diventato molto raro. A sua volta il radio proviene dall'uranio 238 per il quale il 50 % della durata è di 4,5 miliardi di anni.

Come abbiamo detto, alcune caselle rimasero vuote, sia perché gli elementi corrispondenti, rarissimi, non sono ancora stati isolati, sia ancora perché altri non esistevano più sulla terra. Applicando i metodi della fisica nucleare a un materiale da Laboratorio si riesce a riprodurre artificialmente gli elementi spariti.

Questa è una prima breccia alle leggi del Lavoisier e dimostra che tali leggi non concernono i corpi radioattivi.

Malgrado questo si continua ad insegnare che nulla si crea e nulla si distrugge, concetto che ha valore solo nelle reazioni chimiche.

Per questo è necessario ben definire la chimica e i suoi limiti.

Siamo di. fronte a concetti errati e l'errore consiste nell'affermare che le reazioni che avvengono in ciò che vive, sono tutte ed esclusivamente reazioni chimiche e che la chimica può e deve spiegare anche la vita così da fare nascere le scienze della biochimica o chimica biologica.

Nessun dubbio che moltissime manifestazioni della vita dipendano da reazioni chimiche, ma è falso che tutto sia reazione chimica o possa essere spiegato chimicamente.

L'oggetto dei miei studi e della presente opera è di dimostrare che esistono proprietà della materia che non sono state considerate e che esorbitano non solo dalla chimica ma anche dalla fisica naturale, come è oggi conosciuta.

Annoterò le differenze man mano se ne presenteranno le occasioni. Sia ben chiaro che le leggi della chimica non sono messe in causa. L'errore incombe su coloro, chimici o biochimici, che hanno voluto applicare a qualunque costo, e in base ad affermazioni non controllate, le leggi della chimica in un campo ove queste leggi non sono valevoli. È di questo fenomeno che io faccio questione.

La chimica è conosciuta da tutti, e i primi rudimenti si apprendono nelle scuole primarie. Facile farsi comprendere in questo campo.

Per contro la fisica nucleare, scienza giovane, è meno conosciuta. Sotto certi aspetti è ancora incerta. La nuova scienza delle trasmutazioni è totalmente differente dalla chimica e dalla fisica nucleare e le leggi, chimiche o nucleari, non sono valevoli nei casi che esaminiamo nelle pagine seguenti.

c ) BREVI RICORDI DEI SIMBOLI CHIMICI

Cercherò di evitare di ricorrere a formule chimiche, ma è utile ricordare i simboli internazionali che rappresentano i diversi corpi:

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O = Ossigeno

Br = Bromo

Cu = Rame

Ag = Argento

N = Azoto

H = Idrogeno

F = Fluoro

Cl = Cloro

Al = Alluminio

Na = Sodio

P = Fosforo

Fe = Ferro

Mg = Magnesio

As = Arsenico

K = Potassio

S = Zolfo

C = Carbonio

Mn = Manganese

Si = Silicio

Au = Oro

B = Boro

Ca = Calcio

A = Argon

Hg = Mercurio

Be = Berillio

Fig. 3. - A) Due atomi di idrogeno si avvicinano ad un atomo di ossigeno: 1) Elettroni; 2) Nucleo; 3) Nuclei degli atomi di Idrogeno. B) Formazione della molecola d'acqua H2O.

d) I SIMBOLI NELLA FISICA NUCLEARE

Quando si è condotti a parlare di fisica nucleare, il simbolo chimico non è sempre sufficiente. Sovente viene precisato il numero totale delle particelle del nucleo sommando protoni più neutroni. Sono in effetti degli elementi differenti fra loro, tanto che i protoni sono nello stesso numero degli elettroni e a carica opposta. I neutroni sono neutri come dice lo stesso nome, e i protoni bilanciano gli elettroni tanto che l'atomo è neutro.

Però si presentano dei casi nei quali i neutroni sono in numero anormale. Da un punto di vista semplificato si può dire, per intenderci, che può accadere di atomi dello stesso corpo semplice con un numero di neutroni differenti.

Come esempio 24Mg, 25Mg, 26Mg. Siccome Mg ha 12 elettroni e quindi 12 protoni (il numero è sempre uguale) risulta per differenza che i neutroni rispettivmaente sono 12-13-14.

Questi diversi corpi caratterizzati da diverso numero di neutroni si dicono « isotopi » e molti corpi semplici si presentano con isotopi:

Per esempio il Boro può essere 10B e 11B

il Carbonio 12C e 13C

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il Silicio 28Si, 29Si e 30Si

Importante è l'Ossigeno che può essere 16O, 17O, 18O e siccome gli elettroni sono 8 e sono 8 i protoni, neutroni variano da 8 a 9 e a 10.

Volendo precisare meglio, si scrive come abbiamo visto 168O oppure 178O oppure 188O.

e) LE COMBINAZIONI CHIMICHE

Tutti i 92 elementi possono trasmutarsi biologicamente, ma sono soprattutto 20 elementi, i primi della tabella sottoriportata, a presentare frequentemente tali trasmutazioni: un po' meno i successivi 10. Nella tabella questi elementi seguono un ordine che corrisponde al numero dei protoni (ed elettroni). Il primo è l'idrogeno, il secondo è l'elio, ma quest'ultimo è un gas raro e non si sono riscontrate le reazioni che ci interessano, come non interessano il neon, l'argon, tutti nell'ultima colonna.

Nemmeno si sono riscontrate finora trasmutazioni sul Berillio che è 94Be. I corpi semplici sono così inquadrati:

Le colonne sono otto e precisamente dall'uno all'otto stanno ad indicare il numero degli elettroni che ruotano nelle orbite esterne; già sappiamo che in quella interna notano sempre solo due elettroni (eccetto per H che ne ha uno). Perciò gli elementi della prima colonna hanno un elettrone nell'orbita esterna e quelli della ottava colonna ne hanno otto distribuiti in diverse orbite concentriche.

Nella tabella non sempre i numeri caratteristici d'ogni elemento sono il doppio degli elettroni. Questo significa che sono stati indicati gli isotopi più abbondanti in natura.

Nelle reazioni chimiche ogni elemento tende àd arrivare alla stabilità 8 (non si sa perché, è una semplice constatazione di fatto) quindi tutte le volte che giunge a contatto con altri elementi, si aggancia ad essi così da costituire una molecola che nell'orbita periferica abbia 8 elettroni.

Così il fluoro della colonna 7, si può unire all'idrogeno della colonna 1 e formare HF (acido fluoridrico) con 8 elettroni.

Il fluoro ne riceve uno, l'idrogeno ne cede uno, entrambi sono monovalenti. Lo stesso avviene per il cloro e il sodio (prima e sesta colonna) che danno Na Cl con reazioni monovalenti. Ma se invece l'idrogeno uno si combina con l'ossigeno sei, per fare il totale di otto occorrono due di idrogeno e si ottiene l'acqua H2O.

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Fig. 4. - Rappresentazione schematica dei 4 elementi della I colonna della tavola di Mendeléev (sono tutti monovalenti: non hanno che un solo elettrone sullo strato – l'orbita – esterno):

1) Elettrone; 2) Nucleo; 3) Orbite K; 4> Nucleo +; 5) e- (Elettrone); 6) Orbite L; 7) Orbite M; 8) Orbita N.

La seconda e la sesta colonna sona bivalenti mentre la terza e la quinta sono trivalenti. Così si ottiene l'ammoniaca H3N dato che l'azoto ha cinque elettroni periferici.

Due atomi di ossigeno (sei) si combinano con uno di carbonio per ottenere CO2 = gas carbonico; uno di Calcio (due) si unisce a uno di ossigeno (sei) e si ottiene l'ossido di Calcio CaO.

In posizione tutta particolare sono il carbonio ed il silicio della colonna n. 4.

Essi sono in condizione di cedere uno, due, tre e quattro elettroni oppure di riceverne altrettanti e questo spiega le molteplici combinazioni del carbonio.

Altrettanto può succedere anche per gli elementi delle colonne tre e cinque che possono essere donatori o ricevitori di elettroni e si comportano da riduttori o da ossidanti. Questi accenni sono forse utili a quanti hanno perso di vista i rudimenti elementari di chimica, per questo ho ritenuto di farne menzione per evitare di ritornare in argomento anche se il mio scopo non è di arrivare a spiegazioni tecniche, ma essenzialmente constatare fatti.

Quelli che riporterò sono fatti che non trovano spiegazioni nelle reazioni ed è per rendere evidente tale divergenza che è utile fare dei confronti.

NOZIONE DEL pH

Il pH è considerato come una indicazione comoda per definire l'acidità o l'alcalinità. A livello biologico il pH appare una figurazione troppo semplicistica e a volte non utilizzabile. Si tratta con il numero pH di fare confronti fra acidi é basi che si presentano in soluzione

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nell'acqua. Ora esistono acidi forti come l'acido cloridrico che non sono che parzialmente dissociati in presenza di altri acidi (esempio l'acido formica) e vi sono acidi deboli come il monocloroacetico che si omportano come acidi forti in solvente ammoniacale.

La nozione acido-basica è così totalmente sconvolta e sono state pubblicate intere opere per riferire acidi e basi al mezzo nel quale agiscono.

È nata così la teoria di Brensted perfezionata dal Lowry secondo la quale è da considerarsi acido ogni edifizio molecolare suscettibile di cedere un protone e basico l'edifizio ricevente capace di captarlo.

L'acqua H2O, a volte è acida diventando H3O che cede un protone di H ad una base idrossile OH e la fa diventare anfitropico perché può cedere o captare un protone cambiando così segno elettrico positivo e negativo.

Ricordiamo perciò, sempre che la realtà è molto complessa ed è difficile da valutare non solo da chi è in possesso di nozioni elementari di chimica ma perfino dagli studiosi.

Ancora non è stato spiegato come nella elettrolisi sia l'idrogeno che l'ossigeno arrivino agli elettrodi sotto forma gassosa mentre gli ioni sono liquidi e non è stata provocata evaporazione.

f) L'ACQUA ATTIVA - ESEMPIO DI INSUFFICIENZA DELLA CHIMICA

La chimica non basta a determinare le proprietà biologiche di un prodotto.

Tutti gli specialisti di cure idrominerali sanno che è pericoloso bere 'senza controllo le acque delle stazioni di cura. Bisogna abituare l'organismo progressivamente ad evitare un choc violento all'organismo. La stessa acqua messa in bottiglie può essere consumata senza inconvenienti anche poche settimane dopo e in grandi quantità.

Indubbiamente le acque che attraversano vari strati di terreno acquisiscono proprietà speciali e apporti elettromagnetici che sono rilevati da magnetometri ultra sensibili.

Sono le stesse proprietà captate dai rabdomanti. La scoperta è dovuta al capo del laboratorio fisico della scuola Normale Superiore di Parigi, Signor Yves Rocard.

L'acqua possiede delle molecole a carica elettrica dissimmetrica, cioè bipolare che si orientano quasi fossero grani di limatura di ferro in campo magnetico. Non sembra invece che l'acqua attiva abbia molecole orientabili.

Si può attivare l'acqua artificialmente sottoponendola a campi elettromagnetici a bassa o alta frequenza.

Si devono a due scienziati italiani gli studi sugli effetti cli questa acqua. Sono il Prof. Beccari e il Prof. Piccardi direttore dell'Istituto di fisico-chimica di Firenze.

Nelle caldaie incrostate, il calcare depositato è precipitato (quindi staccato dalla parete) sotto forma colloidale, dall'acqua attivata. La Chara foetida, un'alga a membrana calcarea, vive

normalmente nell'acqua ordinaria, ma perde l'involucro calcareo quando l'acqua è attivata.

Si comprende come essendo gli organismi, anche quelli umani, composti di colloidi, l'acqua attivata possa avere importanti effetti.

Il caso dell'acqua attivata non è che un caso particolare. Altri corpi sono stati studiati e sono incompletamente conosciuti.

Malgrado gli studi di altri italiani (Valfrè e Maletto) e di studiosi del Belgio, Svizzera e Germania i fattori e gli effetti sono complessi e a volte sconcertanti.

Nell'opera dello stesso Piccardi in inglese « The Chemical Basis of. Medical Climatology », l'autore arriva a domandarsi se effettivamente non siano queste qualità

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fluttuanti dell'acqua la fonte stessa della vita che è impossibile senza la stessa acqua.

La sua energia si manifesta in modo variabile e a volte con entropia positiva altre volte negativa. Alcune sue proprietà fisiche, chimiche e biologiche subiscono un cambiamento verso la temperatura di 35° C.

Viene fatto di chiederci se non sia appunto l'acqua che manifesta una entropia negativa che fornisce l'energia necessaria alle trasmutazioni biologiche. (Dott. de Lareheyrette).

Malgrado i diligenti studi, le nostre vedute non sono ancora ben chiare, ma in ogni modo il comportamento dell'acqua, il corpo più comune in natura, è una bella dimostrazione che l'analisi chimica è incapace di precisare quali sono le proprietà totali di un corpo. La formula stessa dell'acqua H2O appare come una semplificazione, forse esatta allo stato di vapore, ma certamente falsa allo stato liquido. Si dovrebbe parlare non di acqua, ma delle acque, ed una prova che vi sono strutture molecolari differenti tra loro è data dalle svariate forme dei cristalli di ghiaccio. Esistono delle (H3O)+ e perfino delle (H3O2)+ e delle (H3O3)+ etc.

Citiamo ancora il caso dell'acqua pesante (un neutrone in più come idrogeno) che rende la vita impossibile se la sua proporzione rispetto all'acqua ordinaria supera il 50 % (solo qualche bacterio come il Pseudomonas resiste).

Le soluzioni organo-metalliche come quella del reattivo Grignard (etile-magnesio-bromide) sono stabili con il magnesio 25 e non con il magnesio 28 che è un isotopo.

L'analisi chimica non trova differenze e bisogna rinunciare a fare ricorso alle leggi chimiche, quando sono in giuoco le forze sviluppate dagli enzimi.

Lo stesso Pasteur ha dimostrato che la materia viva è differente da quella morta (e lo ha dimostrato polarizzando la luce) anche quando la composizione chimica appare identica.

Solo la presunzione ci fa credere che noi conosciamo il comportamento dell'atomo.

La porta che io apro mostra una parte di questo comportamento, ed è ben chiaro che non si tratta di un aspetto chimico, ma di una scienza nuova infra-atomica che si riferisce ai nuclei atomici. Il comportamento dei colloidi nell'acqua eccitata è oggetto di studi nel mondo intero.

I lavori in Francia di A. Bérard assieme al Dott. J. de Larebeyrette, hanno dimostrato la possibilità di creare un complesso artificiale organometallico, che servisse come modello di tessuto biologico più semplice e quindi più facile da controllare dei tessuti viventi.

Questi accorgimenti riescono a sostituire i fenomeni naturali complicati, con altri più semplici basati su parametri conosciuti. Questo è un aspetto nuovo della « biologia fisico-chimica ».

Tali esperienze hanno dimostrato che i colloidi organometallici eccitati con il calore o con la luce provocano degli effetti registrabili su apparecchi di misura ed è interessante constatare che anche una eccitazione di pochi secondi può mantenersi a lungo e perdersi in 200 ore!

Curioso notare che la energia restituita è superiore a quella fornita.

Segnaliamo questo fatto perché questa energia così liberata che si sviluppa in un mezzo colloidale vivente e in presenza di metalli e di coenzimi, potrebbe essere all'origine delle trasmutazioni biologiche (dichiarazione del Dott. Larebeyrette e dimostrazione sperimentale al Circolo di fisica A. Dufour, maggio 1965).

Esempi di fattori fisici non adattabili in campo biologico:

1°) Abbiamo visto che la biologia non è tutta spiegabile con la chimica ma è anche un

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errore credere che le leggi fisiche siano identiche sia riferite a quanto è vivo come alla materia inanimata.

Ho pubblicato fin dal 1936 i risultati sulle mie ricerche relative alle prevenzioni degli incidenti dovuti alla elettricità e ho dimostrato che il corpo umano non segue la legge di Ohm.

Le applicazioni matematiche di questa legge alla resistività dei corpi attraversati da corrente elettrica e i calcoli sull'uomo sono assurdi e hanno a volte conseguenze mortali. Per i corpi umani e quelli degli animali, la legge di Ohm si è dimostrata falsa e quindi non biologicamente applicabile.

Le mie esperienze pubblicate dal 1936 al 1940 sono oramai classiche, e sono insegnate nelle facoltà di medicina (Prof. Simonin - Précis de Médicine du Travail - Maloin.e - Paris).

2°) Allo stesso modo ci si è accorti che le leggi della fisica nucleare, non erano tutte valevoli in biologia. Così l'energia delle radiazioni che si misura con gli apparecchi di fisica (Alfa, Beta, Gamma, neutroni) non tiene conto degli effetti biologici, tanto che si è dovuto ricorrere al « Rem » unità di misura alquanto soggettiva differente dal rtientgen. Si valutano lo stesso i rbentgen con gli apparecchi, ma i roentgen del radio, del cobalto, del cobalto 60, del tullium o dei raggi X non hanno l'equivalente in biologia.

3°) Si fanno anche analoghe osservazioni sulle interpretazioni da dare alle misurazioni ottenute sulla luce e sul suono, dato che l'occhio e l'orecchio non hanno reazioni in comune con gli apparecchi di misura.

4°) Molti fisici trovano difficoltà ad ammettere che le loro leggi non sono applicabili alla biologia, in dipendenza dal fatto che hanno perso di vista le basi sulle quali sono state formulate le leggi in questione.

Secondo il principio termodinamico Carnot-Clausius, l'energia degrada e non si dovrebbe ammettere una produzione endogena di energia che farebbe rimontare il livello di energia, contrariamente alle leggi, mentre questa è destinata ad esaurirsi.

Questi fisici, costretti a constatare che esiste una energia che mantiene la vita, sostengono che questa energia è prelevata dal mondo esteriore.

Questo è un ragionamento scientificamente sacrilego perché il principio di Carnot-Clausius è stabilito solo per i sistemi chiusi e i concetti di entropia positiva o negativa, rimangono senza significato se vi sono scambi con l'esterno.

5°) E che dire della energia mentale e della forza eli volontà (o di carattere)? Può darsi che un giorno anche l'intelligenza si esprima in formule fisiche e chimiche. Ricordiamo la prudente posizione di L. de Broglie messa in testa alla presente opera e non cerchiamo di spiegare tutto in funzione di quello che riteniamo di sapere.

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OSSERVAZIONI PRATICHE PERSONALI

«Quando noi decidiamo di non più credere

a quello a cui abbiama lino ad allora creduto,

noi ci accorgiamo che non solo esistono

valide ragioni contro, ma ancora che

queste stesse ragioni ci balzavano agli occhi».

BERNARD SHAW

1) NELLA MIA GIOVINEZZA

Le osservazioni aberranti sono innumerevoli – Branfield ne ha fatta un'opera completa « Ininterrotta Creazione » e lo stesso hanno fatto Czapeck, Hauschka e altri.

La citazione dello Shaw rimane vera e, quando nasce il dubbio, ci si accorge di avere prima guardato, senza vedere, molti fatti anormali che appaiono improvvisamente alla nostra attenzione.

Personalmente nella mia gioventù avevo fatto sdi queste osservazioni che non avevano spiegazioni. Eccone alcune :

a) sulle galline

I miei genitori avevano qualche gallina, in un Oliai° comunicante con il cortile.

Noi abitavamo in Bretagna, all'interno, in una regione di schisti e di graniti con assoluta assenza di calcare. Le galline non ricevevano mai calcare eppure producevano, nella buona stagione, abbondanti uova a normale guscio calcareo. Nessuno si era posta la questione di dove provenisse tutto il calcio indispensabile per il guscio e per le ossa dello scheletro del pollame stesso.

Fin da allora mi aveva colpito un'osservazione : le galline, lasciate in libertà, beccavano avidamente, e senza riposo, le pagliette di mica che trovavano sul suolo, e ingerivano così molta silice. Allievo di scuola primaria, chiesi delle spiegazioni che nessuno mi seppe dare, nemmeno quando in occasione dell'uccisione di qualche gallina mia madre ne apriva il gozzo o le interiora e constatavamo che contenevano materiale eterogeneo, ma la mica era sparita!

Dove andava la mica? Questa domanda che interessava il mio subcosciente, rimaneva senza risposta mentre il mio perché, il perché di tutti i ragazzi, attendeva spiegazioni logiche e solide.

b) sulle stufe incandescenti

Nella scuola elementare del borgo ove io abitavo, si usava una rustica stufa di ghisa, priva di isolamenti refrattari. Il tiraggio veniva regolato azionando una chiave del tubo, oppure smuovendo le ceneri del cassetto. Si usava legna di quercia e presto la stufa diventava rovente. In quel momento tutti eravamo colpiti dal mal di testa e, ad evitare questo inconveniente, uno degli allievi aveva incarico di diminuire il tiraggio per mezzo della chiave.

Il nostro Istitutore asseriva che si sviluppava ossido di carbonio. Però alla lezione di scienze ci avevano insegnato che questo ossido si sviluppa a seguito di combustione lenta

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e mai se la combustione è viva, perché in questo caso si produce del gas carbonico poco nocivo.

Così io non riuscivo a comprendere: il problema mi rimase sulla coscienza.

2) DISCUSSIONE SULLA PRODUZIONE DI OSSIDO DI CARBONIO

La spiegazione verrà data più avanti. Al momento, per spiegare tale situazione aberrante, mi dicevano che, essendo la stufa arrivata al rosso, le pareti divenivano porose e l'ossido di carbonio risultava dal gas carbonico che attraversandole perdeva ossigeno.

Spiegazione assurda perché quando la stufa arriva al rosso, è in depressione perché il camino tira bene: l'aria esterna entra nella stufa e non escono gas.

Però il fatto rimane ed è indubbia l'intossicazione con ossido di carbonio, intossicazione che, nel tempo, può essere mortale.

3) PRESSO GLI OPERAI SALDATORI

Per le mie funzioni presso il Ministero francese per l'Igiene industriale, ho incaricato di controllare e preparare le disposizioni sull'igiene del lavoro. Nel 1935 fui chiamato a constatare la morte per intossicazione da ossido di carbonio, di un operaio addetto alle saldature, mentre non esistevano spiegazioni sul come l'ossido di carbonio fosse stato prodotto.

Le morti purtroppo si ripeterono e dovetti ammettere la mia ignoranza sulle cause esatte di questi incidenti.

Solo nel 1955 giunse la « luce » che mi portò alla spiegazione. In quell'anno morirono a Parigi tre saldatori al cannello ossidrico e il mio collaboratore E. P. incaricato dell'ispezione, mi fece un rapporto dettagliato.

All'autopsia risultò evidente che la morte era dovuta a intossicazioni da ossido di carbonio.

Analisi accurate furono fatte nell'aria ambiente, ma in nessun caso furono riscontrati quantitativi mortali di ossido di carbonio.

Furono allora effettuati prelievi del sangue pressi; i compagni di lavoro degli operai deceduti, e si trovarono dosi di ossido di carbonio a tassi molto vicini a quelli mortali.

Seguì un'inchiesta che durò quattro anni.

Mettemmo degli apparecchi di prelevamento d'aria sotto il naso degli operai e sempre l'aria risultò priva di ossido di carbonio e invece gli operai ne erano egualmente intossicati.

Il mio collaboratore non sapeva come compilare i rapporti: asserire la esistenza di intossicazione da ossido di carbonio ingerito da aria che non ne conteneva, avrebbe fatto sorridere i competenti e al compilatore considerato fuori senno avrebbe pregiudicato la carriera.

Gli consigliai di continuare regolarmente la sua inchiesta e i suoi rapporti di eccezionale importanza. Procedemmo ai controlli ulteriori fino a constatare che l'ossido di carbonio, non veniva ingerito ma si formava nell'organismo umano.

Ma su quali basi?

Mi ero convinto che l'ossido di carbonio veniva prodotto a livello polmonare e riversato così nel sangue.

Gli esperimenti continuarono e si estesero alle saldature elettriche con identici risultati.

Gli operai furono muniti di maschere che permettevano di aspirare l'aria dietro le 14

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spalle a mezzo di un tubo e le intossicazioni cessarono.

Sorse così in me l'idea rivoluzionaria di una trasmutazione e naturalmente mi si disse « è impossibile ».

Chimicamente l'aria è ossigeno più azoto; bisognava ammettere che l'azoto si trasformasse in carbonio.

Le mie ricerche si estesero agli studi che in merito erano stati fatti in Inghilterra e in Germania con esperimenti in cassoni metallici e la Comunità Europea Carboni Acciaio (CECA) riprese le esperienze con larghi mezzi finanziari.

Fu ancora uno scacco tanto che i medici conclusero il loro rapporto affermando :

«I chimici sono stati incapaci di scoprire tracce di ossido di carbonio nell'aria, mentre noi lo abbiamo scoperto nel sangue».

I medici implicitamente incolparono i chimici, tanto lontani essi erano dall'intuire la verità.

Questa conclusione era viziata in partenza in quanto partiva da un postulato puramente chimico e non teneva conto delle possibilità biologiche.

4) UNA SPIEGAZIONE

Confermate così dalle numerose osservazioni (in diversi paesi e con potenti mezzi finanziari di ricerche) le nostre constatazioni, io riuscii ad appurare che la produzione dell'ossido di carbonio è endogena e avviene quando viene respirata dall'aria che ha leccato un metallo ferroso incandescente.

Preciso che le esperienze sono state fatte su conigli e anche sull'uomo e hanno dimostrato che la reazione non avviene se il materiale ferroso è a temperatura inferiore ai 400°.

Sono a conoscenza che sono state tentate diverse spiegazioni, a seguito del mio esposto al Consiglio di Igiene della Senna.

Si è parlato di pressigne dell'ossigeno, ma le metodiche prove del prof. Desoille hanno convinto che il fenomeno è indipendente dalla pressione.

Resta dunque in causa solo l'azoto, ed è stato anche comprovato che, sostituendo l'azoto con altri gas, il fenomeno non avviene più.

Si sa che l'azoto non è mai in forma atomica quando è libero. Nell'aria entra con due atomi collegati fra loro in forma molecolare. I due nuclei sono distanti fra loro 1,12 angström (si scrive Å) e corrisponde a 1/10.000 di micron. A sua volta il micron è un millesimo di millimetro quindi Å corrisponde ad un diecimilionesimo di millimetro.

Gli elettroni, che formano la seconda orbita di ogni atomo considerato come isolato, nella molecola si dispongono attorno ai due nuclei.

Non entro in dettagli su questo fenomeno che ho spiegato in altre mie precedenti opere, indicherò solo che sotto l'azione di un'energia che non è solo calorifica, e dipende invece da un effetto catalitico dei metalli ferrosi incandescenti, i due atomi di azoto si avvicinano, ed il doppio nucleo ciascuno di 14 nucleoni comprende 28 nucleoni che hanno tendenza a raggrupparsi in due grappoli rispettivamente di 16, che è l'ossigeno, e di 12 che è carbonio:

12C + 16O : = : 2 14N

Può anche avvenire, sotto l'azione di potenti energie, che Si arrivi ad un blocco dei 28 nucleoni. In questo caso invece di azoto si produce il silicio che ha 14 protoni. (Questo apre nuovi orizzonti anche sulla genesi della crosta terrestre).

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È utile fare presente che fra la molecola di Carbonio CO e quella dell'Azoto N2, che hanno lo stesso numero di elettroni, corrono analogie anche in altri campi. Per esempio il punto di fusione è quasi eguale come pure il punto di ebollizione; la densità allo stato liquido è praticamente eguale.

Fig. 5. - Altra rappresentazione schematica di una molecola. In effetti « l'attacco degli elettroni periferici » in una reazione chimica è un'immagine di comodo che spiega le valenze, ma la realtà è più complessa: i 2 nuclei degli atomi C ed O si avvicinano, conservano ognuno il loro strato elettronico K, mentre gli altri elettroni (10 per la molecola CO) si dispongono intorno a questo nucleo in una « orbitale molecolare ». In una reazione di trasmutazione biologica, i 2 nuclei si avvicinano ancora di più; la loro distanza diminuisce di oltre 100 volte, e probabilmente meno di 1000 volte (qui si avrebbe il Silicio 2814Si); l'elettrone di ogni orbita viene trasferito sull'orbitale che si trasforma negli strati L ed M.

Il metodo spettroscopico dimostra che la struttura è molto vicina e la stessa distanza fra i nuclei è quasi eguale. Sono sufficienti quindi deboli energie per fare avvicinare i nuclei e, poiché nelle molecole isolate i nuclei di CO sono più vicini di quelli di N2 si è dovuta fornire energia a N2 per creare il CO.

Reazioni inframolecolari con scambio di un protone in seno alle molecole isostere :

1) Nello schema n. 5 sono figurati solo i protoni degli atomi di N nella molecola N.

2) Sotto i raggi infrarossi, e in campo elettromagnetico appropriato, i protoni interni vibrano e, più liberi di quelli esterni, possono uscire dall'orbita.

Più vicini alla seconda orbita un protone può essere attirato e captato mentre un altro

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protone è respinto al centro. Nella figura, a trasmutazione avvenuta, a sinistra è l'ossigeno e a destra è il carbonio. Assieme formano il CO.

OSSERVAZIONI ANORMALI SULLE PIANTE

«Il nuovo è sempre sospetto. Ma quando si vede brillare una luce non abbiamo il diritto di spegnerla. Il nostro dovere è la

ricerca».

P. COURRIER Segretario perpetuo della Accademia delle

Scienze

1) IL TERRENO IN RIPOSO

In tutti i tempi gli agricoltori avevano constatato che una terra vergine, mai coltivata, era capace di dare ottimi raccolti senza letame o concime chimico.

In seguito a poco a poco la stessa terra si esauriva perché subentravano carenze. Certi elementi asportati dai raccolti venivano a mancare.

Però gli stessi agricoltori scoprirono che la medesima terra esaurita, lasciata in riposo, si ricostituiva da sola. Gli elementi mancanti tornavano ad apparire.

Per questo le vecchie agricolture prevedevano il periodo di riposo, e, per renderlo meno lungo, si scoperse l'utilità di seminare delle leguminose onde fissare l'azoto e magari usare il terreno a pascolo.

L'agronomia tentò di spiegare la ricostituzione con la polvere atmosferica, gli animali, la migrazione attraverso il suolo coltivo. Affermazioni semplici non comprovate.

Anche si avanzò, e non corrisponde alla realtà, il concetto della solubilizzazione che renderebbe progressivamente solubili sostanze prima inutilizzabili. Noi stessi abbiamo dato dei valori totali considerando la nozione della solubilità come troppo arbitraria.

Un composto insolubile può essere reso solubile dalle secrezioni radicali e dai microorganismi, e commette un errore chi differenzia solubili da insolubili con criteri da laboratorio. Quando noi parliamo di carenze intendiamo assenza sotto ogni forma molecolare.

2) L'AZIONE DEI VEGETALI

Il processo immaginato dagli agronomi fu del resto messo in dubbio da molto tempo.

Fin dal 1600 un chimico fiammingo il Signor Jean-Baptiste Helmont aveva piantato un albero in un vaso contenente 200 libbre di terra e per cinque anni si limitò a bagnare il vaso con acqua pura senz'altra concimazione.

In cinque anni il peso dell'albero aumentò di 164 libbre e perfino la terra aumentò di peso di due once.

Il chimico (eravamo nel 1600) intendeva così dimostrare che l'acqua era diventata materia solida. A noi l'esperienza sommaria non insegna molto ma ci dimostra che fino dal 1600 ci si preoccupava dell'origine della materia.

In seguito le ricerche si precisarono.

Grandeau a Nantes verso il 1850, dimostrò che la terra in riposo tendeva a riequilibrarsi.

Terre acide e basiche si avvicinavano alla neutralità e Garola verso il 1900 confermava questa constatazione.

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Fu lo Steiner a fondare in Germania e Svizzera nel 1925 una scuola di agricoltura equilibrata e il suo discepolo Pfeiffer ne fu il continuatore. Diverse opere furono pubblicate e tra quelle « Fecondità della terra » da cui ricaviamo qualche istruttivo esempio di osservazioni e studi che continuano al Goetheanum di Dornach (Svizzera) sotto la direzione scientifica del Dott. Schmidt.

3) TAPPETI VERDI E MARGHERITE

Per avere un buon tappeto verde (prato all'inglese) è indispensabile che il terreno sia calcareo. Indice di esaurimento della calce è l'apparizione delle margherite. Il giardiniere avveduto al segno delle margherite corregge il terreno aggiungendo la calce. Si direbbe che le margherite siano nemiche della calce ma Pfeiffer che analizzò le ceneri delle margherite le trovò invece ricche di calce.

Donde proviene questa calce visto che le margherite prosperano solo quando nel suolo non esiste calce? Il Pfeiffer non seppe dare risposta e nemmeno si può considerare la calce come immigrata, pervenuta cioè da altri terreni vicini perché anche il prato verde ne avrebbe avuto la sua parte.

In realtà succede che sul terreno carente in calce nascono piante che hanno bisogno di silice e queste piante crescono bene e producono la calce che ritorna cosi al terreno riequilibrandolo.

Esempio di associazione frequente in natura, che però non risolve il mistero : donde proviene la calce che non esiste nel terreno ed esiste nelle margherite?

Diamo risposta nei prossimi capitoli.

4) OSSERVAZIONI DIVERSE

Il Pfeiffer si pone altre domande: « Il grano saraceno ha un'affinità pronunciata per la silice eppure si distingue per la sua ricchezza in calce, perché? Per contro il frumento che ama il terreno relativamente ricca di calcio, produce una paglia che incenerita dà il 6 % di ceneri con un contenuto del 67,5 % di silice contro il 5,8 % di calcio.

Ma se assieme al grano si semina trifoglio amante dei terreni silicei, questo trifoglio ha oltre il 35 % di calcio contro il 2,4 % di silice.

Si verifica, si direbbe, una specie di compenso e comunque il tenore in silicio e calcio è indipendente dal contenuto del terreno!

Nelle grandi linee ogni vegetale ha qualità proprie (ed è proprio solo quando è coltivato che perde le sue caratteristiche). Esistono per esempio colture di digitale che non contengono digitalina, come esiste del prezzemolo privo di vitamina D, ecc. La quercia, albero delle regioni granitiche e schistose, ricche di silice, prive di calcio, ha nelle sue ceneri il 60 % di calcio.

L'Ing. Simoneton ha fatto esperienze su germogli di geranio che si sviluppavano bene sulla sabbia di silice pura senza altro apporto che acqua distillata. Ha trovato all'analisi che le piante avevano fabbricato a nuovo calcio e altri elementi (naturalmente occorre sabbia completa di bacteri e non una sabbia sterilizzata).

La sabbia cosiddetta pura contiene solo tracce di elementi diversi e non si presta a queste fabbricazioni trasmutative.

Altra analisi: esiste una pianta detta Tilandsia (Mousse espagnole) che vive sui fili elettrici di rame e non ha mai contatto con il suolo; ebbene le sue ceneri contengono 17 % di ossido di ferro di inspiegabile provenienza.

Sono tutte osservazioni aberranti che oggi si capiscono con i concetti delle

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trasmutazioni biologiche. Del resto, quelle che oggi sembrano novità erano state previste fin dal 1886 da Von Herzeele nella sua opera « Origine della materia ».

ANOMALIE NEI MINERALI

«Il nostro spirito tende a ripudiare quello che non rientra nel quadro delle previsioni scientifiche della nostra epoca. I sapienti sono anch'essi uomini e sono imbevuti dei pregiudizi del loro tempo. Essi credono volentieri che quanto non è spiegabile con le teorie correnti, non esiste ».

A. CAREEL

GENERALITÀ

Nelle pietre e nelle rocce sono stati constatati, da 'molto tempo, fenomeni inspiegabili rilevati da eminenti geologi come Jean Lombard, i fratelli Choubert, i Prof. Renè Furon e Andrà Cailleux e altri che ci hanno comunicato le loro osservazioni aberranti.

Si sa che la dolomite è carbonato di magnesio e si forma a detrimento delle rocce calcaree. Senza spiegare il fatto, per coprire l'ignoranza di ciò che si riscontrava, venne creato un nome: metasomatosi, che vuol dire cambiamento di corpo (un corpo semplice, il calcio, si è cambiato in altro corpo semplice, il magnesio). Dare un nome ad un fenomeno, non significa spiegarlo.

In certe ardesie compatte e assolutamente impermeabili, si formano dei « rognoni » calcarei grossi come un pugno e anche più. La spiegazione pronta era che questo calcare proveniva da altre parti per migrazione! Ma come, se per decine di km attorno non esiste calcare?

1) MALATTIE DELLE PIETRE

Le pietre silicee dei monumenti ad un certo punto si gonfiano e ci si accorge che si formano degli strati di gesso pronti ad esplodere rovinando le sculture. A volte si formano carbonati di calcio.

La spiegazione classica è sempre la stessa: lo zolfo del solfato di calcio arriva dalla terra, dall'aria, dagli escrementi degli uccelli, ecc. Il calcio, lo stesso, arriva dal di fuori o magari dalla pietra stessa. Tutte supposizioni non controllate da opportuni dosaggi.

L'inconveniente di questa supposizione sta nel fatto che, fatte le analisi, le dosi di calcio raccolto in superficie sono molto superiori a quelle risultanti nell'interno delle pietre non ammalate e corrose.

Si può ancora ricordare che le operazioni di ripristino nella cattedrale di Natre-Dame di Parigi sono state differite quando ci si è accorti che, sotto lo strato nero superficiale si era formata una crosta silicea a protezione delle rimanenti sottostanti zone.

Aggiungo che non è per nulla accertato che lo strato nero ricoprente le pietre calcaree delle costruzioni di Parigi, sia dovuto unicamente alla sporcizia e al grassume dello smog. invece più probabile che, data la presenza di microrganismi aerobici e l'accertata crosta di silice, sia avvenuta la reazione: calcio meno carbone equivale a silicio e a partire dal calcio della pietra si sia formata la silice più il nero del carbone, questo sarebbe confermato dal fatto che lo stesso annerimento dei monumenti avviene anche in campagna e che i mànumenti di Parigi costruiti in granito come quelli di Piazza Fontenoy, non hanno la

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crosta nera e si mantengono puliti.

Solo in determinate circostanze anche il granito può diventare «ammalato» come lo dimostra il porticato della Chiesa di Sizun, Finistère (vedi fotografia nel libro «Transmutations Naturelles» ).

Queste malattie della pietra sono, senza alcun dubbio, dovute a microrganismi e cioè a funghi della famiglia degli aspergilli o muffe; oppure ad alghe microscopiche, a batteri, o actinomiceti, che vivono come i bacteri e si riproducono come i funghi e gli streptomiceti. Vi è quindi l'intervento di agenti vivi ai quali fanno seguito reazioni chimiche fra elementi biologicamente trasmutati.

Non si vuole con questo dire che solo i microrganismi, esseri viventi, sono capaci di trasformare la Terra. Indubbiamente, e lo leggerete su « Transmutations Naturelles », le trasformazioni sono avvenute ed avvengono sotto l'azione di forze fisiche (pressione e temperature combinate) ancora male conosciute; ma costantemente esiste una scala energetica, diversa, costituita dalle forze biologiche che anche a bassa temperatura e pressione, sotto l'azione catalitica degli enzimi, sono capaci di produrre le stesse trasmutazioni. Un esempio è dato dalle combinazioni chimiche fra l'azoto e l'ossigeno che in laboratorio richiedono alte temperature e forti pressioni, mentre la cellula vivente ottiene a freddo e a pressione normale identico risultato.

Molte reazioni, noi non le abbiamo potute mettere a punto con metodi puramente fisici e incontestabilmente abbiamo potuto ottenerle in laboratorio solo attraverso l'intermediario biologico e anche sui minerali, sui metalli, sui metalloidi abbiamo prodotto le trasmutazioni.

Per questo nella presente opera parleremo solo delle trasmutazioni biologiche.

2) LEGAMI TRA SILICE E CARBONIO

Il lettore è così portato a modificare i concetti delle scienze classiche quali mineralogia, geologia, pedologia e agronomia.

La reazione proposta:

Silice carbonio + ossigeno

dimostra la possibilità di ricavare carbonio dalla silice (con azione energetica da precisare) rigettando il postulato che il carbonio deriva solo dalle sostanze organiche.

Si trova della grafite nelle rocce silicee tanto antiche da essere anteriori ad ogni vita vegetale terrestre, e in questo caso non si è mai potuto trovare un qualsiasi legame fra grafite e vegetazione. Invece esiste un legame fra la struttura lamellare della grafite e quella di alcune argille. Le lamelle della grafite sono più avvicinate, circa 3,35 Å. contro 9,5 Å dell'argilla. Non si deve arguire che si tratta di argilla compressa perché l'argilla contiene alluminio che non si trova nella grafite. Non dimentichiamo che l'alluminio è silice che ha perduto un atomo di idrogeno.

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Fig. 6. - Il passaggio dell'Azoto N2 al Silicio Si avviene mediante la cattura di un protone col suo neutrone = idrogeno pesante, o deuterone, par. tendoda un nucleo N, da parte dell'altro nucleo N; il »donatore » diventa carbonio C, il »ricevente » diventa ossigeno O; (non è certo che vi sia un passaggio diretto da N2 ad Si; potrebbe esserci prima: N2 = C + O, poi C + O: = Si, ma il nucleo Si sarebbe C + O). 1) Molecola N2 (N + N); 2) Nucleo Si : = : C + O.

3) ORIGINE DEL CALCARE - CONTRADDIZIONI

È necessario mettere in chiaro le contraddizioni di coloro che hanno preteso che il calcare apparso sulla terra nel periodo Secondario sia stato generato da conchiglie fissando il calcare marino.

Indubbiamente ci sono delle conchiglie nei banchi di calcare le quali lasciano le loro impronte nella massa calcarea cementante, che è amorfa e cristallina e difficilmente può considerarsi come residuo di conchiglie. Il fatto stesso che vi siano impronte sta a dimostrare che la massa cementante preesisteva.

Dunque il calcare anche se contiene conchiglie non è tutto conchiglie. Ma un'altra osservazione si deve fare : esistono banchi di calcare spessi 1.000 metri e anche da 2 a 3.000 metri. Ora l'acqua del mare contiene solo lo 0,042 % di calcio. Lo spessore medio del mare è di 3.606 metri di acqua. Tutti i sali contenuti se fossero depositati sulla terra, darebbero uno strato di 153 metri e il calcare rappresenta solo uno su novanta di questi sali. Impossibile quindi arrivare alle migliaia di metri di solo calcare dei depositi oggi risultanti.

Noi sosteniamo che questi calcari si sono formati dai fanghi silicei depositati sugli immensi bacini e trasmutati in depositi calcarei sotto l'azione dei diversi microrganismi delle forze fisiche che facilmente immaginiamo. Le stesse conchiglie calcaree sarebbero state costruite trasmutando il magnesio dell'acqua marina.

Nel suo volume « Trenta milioni di secoli di vita » il Prof. Cayeux fa rilevare che dal

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precambriano ad oggi, il magnesio è diminuito nelle proporzioni da 12 a 1. Che cosa è diventato? Noi vedremo che tutti i crostacei, le conchiglie, i coralli, le ossature degli animali marini, provengono da magnesio e sono a base di calcio. Le stesse alghe Lithotanme, fabbricano il loro calcare nelle acque agitate e quindi molto ossigenate.

Una logica spiegazione è che tali sedimenti composti necessariamente di silice e di silicati di allumina, sottoposti, in fondo ai bacini, ad azioni energetiche diverse, abbiano dato origine a miscele di calcio ed argille o marne. A poco a poco le trasmutazioni si completarono e, con il calcare, il carbonio e l'ossigeno necessari a costituire il carbonato (CO3Ca) e il silicio (C + O) nasceva carbonio e ossigeno.

Intanto una parte del carbonio si ancorava in frittage al silicio per dare calcio.

Tutti questi elementi si trovano così riuniti e si formano i. carbonati in fondo all'acqua senza intervento del gas carbonico dell'aria.

4) SU UN'ORIGINE DELLO ZOLFO - FORMAZIONE DEL GESSO

In altri casi non troviamo il carbonato di calcio ma solfato di calcio (il gesso).

Io spiego questa formazione a base di zolfo con le reazioni che avvengono quando dal carbonio + ossigeno ricavato dal silicio (mentre una parte del carbonio è impiegato con il silicio per formare il calcio), viene liberato il corrispondente ossigeno.

Ora abbiamo visto che sotto l'azione microrganica l'ossigeno + ossigeno può dare

zolfo :

168O + 168O : = 3216S

tutti gli elementi costitutivi del solfato di calcio (SO4 Ca) sono così riuniti. Non sono ancora

in grado di precisare se la formazione del gesso possa avvenire con le sole forze

geofisiche, ma posso essere certo che la fabbricazione del solfato di calcio a mezzo dei

microrganismi è dimostrata.

I responsabili della reazione dello zolfo sono stati isolati e studiati.

Sono le diverse specie di thiobacilli che hanno necessità di zolfo per vivere. Chiunque può fare una semplice esperienza che dimostra come i thiobacilli fabbricano lo zolfo.

Si prende una provetta e nella parte interna si passa con un tampone di cotone una leggerissima traccia di iposolfito di sodio.

Si apporta così una infinitesima traccia di zolfo, .'quella che nutre all'inizio i badili. Si riempie la provetta con Una cultura appropriata e si seminano i thiobacilli. I bacilli si moltiplicano e contemporaneamente la soluzione si arricchisce di zolfo.

Analoghe reazioni avvengono sul calcare dei monumenti, essi pure sono attaccati dai thiobacilli, dai funghi, dagli 'actinomiceti, dai silico-bacteri e a volte dalle alghe. Evidentemente non bastano i thiobacilli specialisti dello zolfo a disgregare anche la silice. 2 probabile che siano gli streptomiceti alleati ai silico-bacteri a trasmutare la silice in calcio.

I silico-bacteri « mangiano » la S1 O2, ne prendono l'ossigeno e ne scartano i cristalli di silice. Queste reazioni facilitano la penetrazione enzimatica degli streptomiceti di cui si conoscono più di 400 specie, molto tossiche per l'uomo.

Tutto questo illustra quanto siano fragili le affermazioni di troppi manuali di istruzione scolastica, anche a volte a livello di insegnamento superiore sulle questioni del « regno Minerale ».

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Fig. 7. - Schema di un nucleo di Silicio 2814Si : = : 612 C + 16

8 O.

La rappresentazione delle orbite di ogni parte del nucleo mette in evidenza che vi sono 2 correnti parallele che corrono nello stesso senso, una legge d'elettrodinamica dice che queste correnti si attraggono; vi è quindi una forza di attrazione che si oppone alla forza di repulsione elettrostatica, detta legge di Coulomb. Le particelle sull'orbita sono dei nuclei di Idrogeno pesante — o Deuterone — e sono disposte in forma di pentagono. Per semplificare gli schemi si possono raffigurare solo i pentagoni con la loro parte centrale 21I per il Carbonio 12, Li per l'ossigeno 16. 1) Forza elettrodinamica di attrazione.

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PROVE DI COME AVVENGONO LE TRASMUTAZIONI E LORO MECCANISMO

«Prima di condannare,

verificare di persona i risultati ».

P. COURRIER

Segretario all'Accademia delle Scienze.

1) PROVA GLOBALE

Cominciamo con una prova molto semplice e che non necessita di analisi chimiche.

Si prendono dei semi e si dividono in due lotti di eguale peso.

Uno lo si fa germogliare su carta da filtro imbevuta con acqua distillata.

Dopo tre o quattro settimane si prendono i semi dei due lotti e si riducono in cenere. Al controllo risulta che la cenere dei grani germogliati pesa di più dell'altra: di norma l'aumento di peso è dell'ordine di 4 o 5 per cento a volte anche di più.

Uno studio approfondito ha permesso di constatare che si sono formati più elementi pesanti per trasmutazioni /con l'ossigeno e l'idrogeno dell'acqua.

Per esempio il magnesio è diminuito mentre il calcio è aumentato, questo perché una parte del magnesio è diventata calcio. Il nucleo dell'atomo di magnesio che ha 24 nucleoni, unito a quello di ossigeno che ne ha 16 ha prodotto i 40 nucleoni che costituiscono l'atomo del calcio.

Da notare che il magnesio possiede 12 protoni e l'ossigeno ne contiene 8 e sono appunto 8 + 12 a formare i 20 protoni che caratterizzano il calcio.

Esistono anche degli isotopi del calcio con più di 40 nucleoni, ma sempre sono fissi i 20 protoni e variano solo i neutroni.

2) MECCANISMO DELLE TRASMUTAZIONI NELLA SCRITTURA

Stabilita la condizione che il totale dei protoni non può variare, come non variano i nucleoni (salvo che negli isotopi) e questo nelle reazioni biologiche (altre reazioni avvengono in campi elettrici), il meccanismo trasmutatore vale anche per gli isotopi. Nelle reazioni che alcuni autori hanno chiamato « Effetto Kervran »; effetto K o anche reazione tipo Kervran non ci sono espulsioni di particelle, come avviene nella fisica nucleare, che è basata sui fenomeni radioattivi.

Nelle nostre reazioni biologiche risulterà invece che da determinati isotopi è possibile arrivare ad altri isotopi.

Come esempio partendo dal sodio, il solo stabile (è cioè senza isotopi), si possono

ottenere le seguenti trasmutazioni: utilizzando gli isotopi dell'ossigeno si arriva agli isotopi

del potassio:

Sodio 23 + Ossigeno 16 = potassio 39

Sodio 23 + Ossigeno 17 = potassio 40

Sodio 23 + Ossigeno 18 = potassio 41

e non ci sono possibilità di altri isotopi naturali del potassio.

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Da notare che il potassio 40 è il più stabile ed è pochissimo radioattivo; perde la metà della sua massa in 1,3 miliardi di anni. In natura ne esiste pochissimo; circa lo 0,01 % del potassio totale.

Invece l'isotopo 41 rappresenta il 6,89% e l'isotopo 39 è addirittura preponderante con il 93,10%. Nel potassio marino, quello preso come referenza in chimica, la proporzione può essere diversa a seguito di reazioni biologiche. Il K 41 può essere anche del 15 % superiore in talune piante.

Comunque è necessario tener presente che i protoni nel sodio sono sempre solo undici e nell'ossigeno 8: in totale 19 protoni, caratteristica del potassio, quasi la sua carta d'identità.

Questo esempio fa comprendere certe reazioni e come, addizionando protoni e nucleoni è possibile, sulla carta, fabbricare molti elementi, anche non esistenti in natura.

In pratica non è così perché la condizione di questa addizione, se è sempre necessaria, non è sempre sufficiente.

Quest'addizione ,che in simboli si scrive come qui sotto, si avvale del segno : = : facile ad essere scritto a macchina. In chimica si scriverebbe � ad indicare che la reazione è reversibile.

Così nel caso del Sodio, e Ossigeno che si trasmutano in potassio scriveremo :

23Na + 16O : = : 39K 23Na + 17O : = : 40K 23Na + 18O : = : 41K

Quando indichiamo le reazioni nucleiche-biologiche con il segno eguale preceduto o seguito dai due puntini si deve intendere che sono eguali i nucleoni ed i protoni sia a destra che a sinistra della formula.

Attenzione alla differenza rispetto alle analoghe forme chimiche ove si arriva ad un equilibrio fra gli atomi di destra e quelli di sinistra raggruppati in molecole e la reazione inversa non è sempre possibile.

Noi indicando : == : intendiamo dire che la reazione è bensì reversibile, ma non con gli stessi agenti. Certe reazioni sono possibili in un senso attraverso gli animali e in senso inverso attraverso i vegetali.

DIPENDE DAGLI ENZIMI!

Evidentemente le reazioni possono anche rappresentare sottrazioni: per esempio nel nitrato di potassio che si forma sui muri, il potassio proviene dal calcio al quale i bacteri hanno prelevato l'idrogeno.

La formula è:

40Ca – 1H : = : 39K

e porta il segno reversibile perché è anche vero che

39K + 1H : = : 40Ca

Come si vede il potassio può avere due origini: sodio più ossigeno, oppure calcio meno idrogeno. In biologia però non ci sono reazioni chimiche quali quelle che con l'ossigeno danno ossidazioni e con l'idrogeno riduzioni.

Si tratta di fenomeni più profondi e mentre in chimica le reazioni molecolari comportano degli agganciamenti di elettroni periferici, in biologia si arriva agli elementi

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atomici interni.

In teoria il potassio potrebbe anche derivare dall'alluminio carbonio secondo la

formula.

2713Al + 126C : = : 3919K

Reazione che non si può rigettare a priori ma che solo ricerche sperimentali potranno confermare.

È utile a questo punto un'altra osservazione. Sovente per semplificare la scrittura si scrive solo il numero dei nucleoni in alto e a sinistra del simbolo.

Si sottointende che il lettore conosce il numero dei protoni che sono quelli che bastano a classificare l'elemento secondo la classificazione di Mendéléev.

Sufficienti quindi i protoni a fare prevedere quale elemento possa essere ottenuto da due o più elementi, esempio : sodio + ossigeno sono protoni 11 + 8 = 19 ed il numero 19 corrisponde al numero atomico del potassio.

A volte i prodotti sono una mischia di isotopi, per esempio cloro con 35 e 36, e allora si avrebbe un numero decimale. Ma i decimali non si usano e invece si adotta il numero intero più vicino.

3) UNA SPIEGAZIONE « MOLECOLARE »

Il concetto di grappoli di nueleoni che costituiscono il nucleo di un atomo in un numero limitato di corpi semplici (nucleo che non cambia), si è presentato al mio spirito per molte ragioni e anche per la semplicità schematica con la quale si possono graficamente esprimere.

Questi nuclei di base sono i veri mattoni che non spezzano la costruzione atomica. Non c'è da preoccuparsi della energia che influisce sui neutroni e protoni perché non cambia mai. Interessa invece l'energia che influisce su l'avvicinamento di due nuclei (quello che ho chiamato frittage) o sulla loro separazione (che ho chiamato clivage).

Queste energie sono sempre deboli.

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Fig. 8. - Reazione inframolecolare: scambio di un proto. ne in seno a molecole isostere. 1) I 2 atomi N della molecola N

2, dove i

nuclei so. no rappresentati solo dai protoni. 2) Sotto l'effetto di un campo elettromagnetico di frequenza adeguata, nell'infrarosso, si avrebbe una risonanza con la vibrazione propria della molecola N

2

che agisce soprattutto sui 2 protoni interni (gli altri, legati alla forza elettrodinamica., vibrano all'unisono); l'ampiezza di vibrazione dei protoni interni, più liberi, fa sì che al momento della risonanza i protoni possano uscire dalle orbite protoniche a-b, in modo tale che, ad esempio, il protone d sia più vicino all'orbita b che all'orbita a; allora si viene a trovare nei campo d'attrazione elettrodinamica di b e viene captato (sono rappresentati solo i nuclei e lo strato K). 3)

Una legge di esclusione per cui non vi possono essere più di 5 protoni in orbita, fa si che elettrostaticamente d venga respinto al centro ; allora si ha O a sinistra, C a destra e la molecola che era N

2 è diventata

CO, senza che gli strati elettronici siano stati modificati (nel nuovo equilibrio i nuclei sono un poco più vicini).

In regime biologico queste energie sono fornite da determinati enzimi e per esempio uno degli atomi N della molecola N2 salta sull'altro che diventa C, a sua volta il secondo atomo diventa O ed il complesso CO.

Tutto questo richiede energia ed i nuovi due nuclei sono più vicini di quanto non fossero i nuclei N d'origine e sono anche più stabili.

Segnaliamo per gli interessati che il potenziale totale di ionizzazione per la reazione N+N e C+0 misurata in elettroni – volts é:

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N = 1473 C = 1025

O = 2033

-----------

2N = 2946 C + O = 3058

Questo significa che per trasmutare 2N in CO abbiamo dovuto fornire : 3058 – 2946 = 112 elettroni-volts.

4) QUALCHE DETTAGLIO SU ESPERIENZE DI PASSAGGIO DAL SODIO AL POTASSIO

Si ottiene potassio dal sodio più l'ossigeno dell'aria.

L'esperienza è stata realizzata da un allievo della mia scuola e precisamente dal Prof. S. Komaki della facoltà di scienze, capo di un laboratorio di Microbiologia applicata, giapponese.

Il primo volume « Trasmutazioni biologiche » era stato tradotto in giapponese nel dicembre 1962 dal Sig. Sakurazawa.

Il Komaki mi scrisse subito in gennaio 1963 per dire che le reazioni di passaggio dal sodio (yang) al potassio (yin) (seguendo le espressioni tradizionali filosofiche, dell'Estremo Oriente), lo interessavano molto per l'importanza economica.

Il Giappone non possiede potassio e ha molto sale marino. Quando possono avere potassio, in Giappone, ottengono due raccolti di riso ogni anno e quattro volte di più in materia secca.

Nel contempo mi segnalava che stava verificando queste reazioni con i suoi collaboratori e studenti per trovare una soluzione su scala industriale.

Nel novembre 1964 mi comunicava i risultati che riassumo in seguito e mi diceva che si stava concretando una grande officina e che, su piano industriale per la trasmutazione dal sodio al potassio, veniva ricavato anche lievito di birra, perché la materia secca contiene il 50 % di proteine alimentari; quanto dire « Due colombi con una fava ».

A) METODI SPERIMENTALI

a) Le prove sistematiche hanno condotto a utilizzare due differenti specie di muffe : Aspergillus niger e Penicillium Chrysogenum; e due specie di lievito : Saccharomyces cerevisiae (sporulante) e Torulopsis utilis (non sporulante).

b) La determinazione del potassio fu ricavata con il metodo spettroscopico abituale.

c) Le colture si fecero in flaconi contenenti 200 millilitri di soluzione nutritiva, flaconi sterilizzati a due atmosfere e per dieci minuti per uccidere ogni germe preesistente nella soluzione.

d) La misura del potassio fu fatta anche sui flaconi sterilizzati per controllare quanto potassio contenesse la soluzione, come impurità. Infatti non è trascurabile che in un autolavaggio con sali ammoniaci, esca potassio dal vetro per scambio di ioni. La prova fu ripetuta dopo che gli stessi flaconi furono portati alla temperatura 30 gradi centigradi ed agitati per settantadue ore. Questo trattamento non rilevò un aumento dosatile delle tracce di potassio che risultavano inferiori ai 0,4 milligrammi.

e) Il mezzo di coltura utilizzato per le muffe è stato quello Czapeck e per il lievito quello Mayer, (tutti prodotti puri rispondenti alle norme della Japanese Industrial Standards).

f) Fu deciso, per controllo delle colture classiche, di prendere anche dei flaconi ove i

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sali di potassio della soluzione Czapeck per le muffe erano sostituiti con sali di sodio. In questi flaconi non era dunque alcun apporto di potassio. Lo stesso per i lieviti delle soluzioni Mayer ove il sodio sostituì il potassio.

B) RISULTATI

In tutti questi flaconi con o senza potassio e dopo sterilizzazione fu introdotta la coltura pura dei microrganismi provenienti dall'Istituto di Fermentazione di Osaka e l'inoculato di un milligrammo conteneva meno di mg 0,01 di potassio.

a) il potassio accresce il rendimento.

Dopo 72 ore a 30 gradi (flaconi agitati) i tenori della materia secca centrifugata sono stati i seguenti calcolati in milligrammi e per flacone:

Flaconi con K senza K

557,4 161,1 Asperg. niger

906,6 189,6 Pen. Chrysogenum

1.361,6 299,3 Sacchar. cerevisiae (lievito di bir.)

2.634,9 460,0 Torul. utilis (falso lievito)

Come si vede le differenze sono considerevoli: la materia vegetale che dispone di potassio produce un peso a secco che è da quattro a cinque volte quello dei vegetali senza potassio.

b) Risultato comparativo di contenuto potassico.

I valori controllati sono la media per flacone su serie di tre flaconi per le culture a base di K e di cinque a dieci flaconi per le culture senza K.

con K senza K

Con Asperg. niger 5,35 0,901

Con P. Chrysogenum 10,27 1,049

Con S. cerevisiae 15,84 1,749

Con T. utilis 22,37 2,017

e) Una controprova è stata fatta con una soluzione nutritiva senza potassio né sodio sia nelle prove con muffe che con quelle a lievito.

Nessuna vegetazione si è sviluppata confermando che, senza potassio e senza sodio, non è possibile coltivare.

CONCLUSIONI

I dati sperimentali hanno dimostrato che con il solo sodio questi vegetali producono 4 o 5 volte meno di materia secca.

A sua volta la materia secca prodotta contiene meno della metà di potassio.

La produzione totale in potassio è perciò appena 1/10 di quello delle culture ottenute con potassio.

Comunque sia è importante notare che anche con un minimo di K in partenza, quello costituito da 0,01 milligrammi inoculati, si ottengono in tre giorni da uno a due milligrammi di potassio quanto dire cento o duecento volte il potassio originale e che questo proviene

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dal sodio.

OSSERVAZIONI

La conclusione non deve stupire quanti seguono i miei studi dato che fin dal 1962 nel mio libro « Trasmutazioni biologiche » ho spiegato che ogni reazione creativa di nuovi elementi va iniziata con un piccolo quantitativo dell'elemento stesso.

Dicevo allora come esempio che i Thiobacillus hanno bisogno di un poco di zolfo per proliferare e allora producono molto più zolfo di quanto è loro stato conferito. La spiegazione è stata data da Monod e Jacob premi Nobel 1965.

Schematicamente si può dire che ogni enzima è sintetizzato da un « Gene specifico » ed esiste un gene che produce il potassio a partire dal sodio. Ma questo gene è annientato da agenti che ne reprimono l'azione e ne bloccano la efficacia. Un piccolo apporto di potassio è sufficiente a sbloccare il gene e a renderlo attivo.

Questo spiega come, a volte, non riescano le esperienze di trasmutazioni biologiche; succede quando si adoperano prodotti troppo puri!

Le esperienze devono essere condotte tenendo conto 'di questo fenomeno e sempre bisogna pensare ad un considerevole accrescimento di un elemento preesistente e non partire con una completa assenza dell'elemento stesso.

Noi abbiamo visto che i risultati sono allora spettacolari.

Citiamo come esempio l'aumento di ferro riscontrato durante la germogliazione delle leguminose, aumento che è contemporaneo alla diminuzione del manganese.

Pubblicherò in altra mia opera i dettagli operativi e i risultati, in cifra, di esperienze che vengono eseguite in Francia secondo i procedimenti giapponesi.

Fin d'ora abbiamo la conferma di notevoli accrescimenti del potassio (con lievito di birra).

Le esperienze sopra riferite non sono isolate, anzi ci sono precedenti importanti e riguardano la produzione del potassio con i funghi.

Le condizioni sono molto variabili. Esempi:

a) 5 funghi del genere Lactarius, si sviluppano sulla scorza secca del pruno. All'analisi su cento grammi di scorza si sono riscontrati:

7 grammi di CO3Ca; 0,1 grammi di MgO; 0,08 grammi di P2O5; 0,133 grammi di ossido di ferro; 0,133 grammi di SiO2; tracce non dosabili di K2O.

Nei funghi su solo 25 grammi di materia secca si sono trovati:

0,025 grammi di CO3Ca; 0,041 di MgO; 1,187 grammi di K2O; quanto dire 49 volte più di potassio rispetto alla calce, mentre la scorza ove si è sviluppato il fungo non conteneva potassio.

b) Altra esperienza, funghi del genere Lepiota - Coltura su sabbia leggermente argillosa e contenuto 0,006 di K2O su 100 grammi.

I funghi raccolti danno 36 grammi di materia secca che contiene 1,570 grammi di K2O e cioè 300 volte di più dei 100 grammi di sabbia sui quali si sono sviluppati.

c) Un'altra specie di Lepiota, sulla stessa sabbia, ha dato 16 grammi di materia secca e 1,210 grammi di K2O.

S. Komaki ha dimostrato che, con i lieviti, si può ottenere in tre giorni almeno 150 volte di più di potassio.

Si deve presumere che certi funghi ottengono questo po-tassio a partire dal calcio, ma necessita conferma.

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ECCO UN'ALTRA ESPERIENZA IMPORTANTE

Abbiamo preso una cassa di legno 25 x 20 cm internamente paraffinata. Versatf 300 cm cubi di soluzione di glucosio all'8% con assenza di potassio. Aggiunto un grammo di nitrato di calcio. La cassetta sotto campana di vetro poggiata su ovatta per filtrare l'aria.

La temperatura mantenuta a 20 gradi centigradi. Dopo qualche giorno sono comparsi veli di muffe.

Preparate egualmente altre due casse, dopo tre settimane il contenuto delle tre casse è stato incenerito. Le nostre prove sulla cenere delle tre casse hanno dato :

Contenuto in Solfato di potassio grammi 0,059 - 0,064 - 0,095.

Per contro in altre tre casse-testimonio, nelle identiche condizioni ma senza aggiunta di nitrato di calcio, non si svilupparono muffe.

Nelle prime tre casse, senza potassio iniziale, si trovano dunque da 59 a 95 milligrammi di solfato di potassio (precipitato per poterlo dosare) che corrisponde a una produzione da 30 a 40 milligrammi di potassio ogni cassa.

Queste esperienze non hanno la precisione di quelle giapponesi del Komaki ma bastano a dimostrare che funghi, muffe e lieviti possono produrre potassio mentre non proliferano senza sodio o calcio. In altre prove più precise sui grani in germinazione siamo arrivati al dosaggio completo di otto elementi trovandone di quelli che spariscono ed altri che compaiono a nuovo.

5) I PASSAGGI DALLA SILICE ALLA CALCE

La proprietà è conosciuta da molto tempo e nelle antichità si usava l'equisetum ricco di silice per ricalcificare i polmoni. In un volume precedente ho mostrato delle « radio-foto » ho fatto vedere come si saldano meglio e più rapidamente le fratture delle ossa trattate con la silice.

Il calcare minerale è un residuo millenario e ha caratteristiche non utilizzabili dall'uomo e dall'animale; è invece nel tempo utilmente sfruttato dai microrganismi e dai vegetali. Per esempio, i silicobacteri sono capaci di trasformare le molecole di silice nella formula SiO2 e ne prelevano l'ossigeno. Sono bacteri autotrofi che vivono solo di materie organiche.

Altri microrganismi della famiglia aspergilli, soprattutto del genere Penicillium (che ha dato la penicillina) e gli actinomiceti, prelevano carbonio e lo accollano al silicio.

Il risultato è Calcio come dalla formula:

2814Si + 126C : = : 4020Ca

Questi studi sono riportati nella edizione 1965 del volume « Trasmutazioni biologiche » e la ricerca è stata oggetto di una comunicazione all'Accademia delle Scienze di Parigi in data 29 giugno 1964 (il testo integrale è al torno 258, volume n. 26, gruppo 13, pagine 6573 a 6575).

Lo studio fa riferimento al gres dei monumenti della Cambogia e particolarmente a quelli del parco di Angkor (nono a tredicesimo secolo); questo gres che è composto di quarzo e di feldspato argillo-ferruginoso si altera nel tempo: le analisi hanno rilevato :

gres sano SiO2 = 63,0 % CaO = 1,40 %

gres alterato SiO2 = 35,8 % CaO = 17,34 %

Dunque 12 volte è aumentata la calce e non può essere dovuta all'acqua di pioggia che fu controllata prima e dopo aver dilavato il monumento.

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Sta il fatto che furono riscontrati, e solo sulle parti alterate, 7 specie di actinomiceti del genere Streptomyces (stesso genere di quello della streptomicina) e sono questi microrgani. smi a svolgere un ruolo nel ciclo dell'alterazione.

Riportiamo alcune serie di trasmutazioni:

Boro 5 protoni + Calcio 6 protoni dà il Sodio.

Il Boro + idrogeno dà Calcio e Calcio + Calcio dà Magnesio.

Il Boro + Calcio con ossigeno crea il potassio; a sua volta, Boro + ossigeno produce alluminio e il potassio si ottiene anche da alluminio + Calcio; però Calcio + ossigeno rappresenta la Silice e così la Silice + Boro produce potassio.

Abbiamo anche visto che Boro + Calcio dà il sodio quindi il potassio è anche la somma di sodio + ossigeno.

ALTRE TRASMUTAZIONI INTERESSANTI:

Il Boro è carbonio + idrogeno mentre il Boro + ossigeno dà alluminio; allora ci sono 2 possibilità:

(C — H) + O = Al oppure (C + O) — H = Al

ma C + O = Silice e allora Si — H = Al

e ancora:

C + O = Si

(C + O) + C = Si + C = Calcio

o anche:

(C + C) + O = Mg + O = Calcio

Se ne deduce che la natura con un piccolo numero di mattoni modello, può edificare numerosi elementi considerati semplici.

Beninteso le reazioni di cui sopra sono un esempio, un gioco di scrittura esplicativa, ma non impegnano le altre reazioni intermediarie.

Nei prossimi capitoli studieremo particolarmente alcune di queste trasmutazioni.

Intanto la figura schematica che segue graficamente esprime le reazioni sopraesaminate:

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Fig. 9. • Schema che sintetizza le principali trasmutazioni biologiche. Ogni poligono rappresenta un nucleo di un numero di protoni corrispondenti: 5 per il Bora E; 6 per il Carbonio C; 8 per l'Ossigeno O.

Nota: È evidente che la Natura, semplicemente con un piccolo numero di « modelli di terracotta » può ricostruire numerosi elementi; le reazioni raffigurate qui sopra ne sono degli esempi, con dei simboli conosciuti, ma non implicano assolutamente tutti gli intermediari; non è che un gioco di scritture esplicativo.

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PRINCIPALI TRASMUTAZIONI STUDIATE

«Per trovare bisogna saper dubitare».

PASTEUR

1) LEGAMI SODIO-POTASSIO

Il potassio si può produrre dal sodio : lo abbiamo visto in precedenza e la reazione è stata descritta lungamente nelle mie precedenti opere.

Ho potuto confermare tale reazione al seguito di una missione ufficiale nel Sahara durata sei mesi dall'aprile 1959. Studiai le condizioni di vita degli operai occupati nei pozzi di petrolio. Sembrava infatti inspiegabile come, in un ambiente pericoloso per il clima rovente, esseri umani potessero lavorare su piattaforme metalliche in pieno sole estivo. Ricerche sistematiche furono condotte e ripetute.

Il controllo fu effettuato su gruppi di volontari e tutto quanto essi ingerivano od emettevano fu esattamente controllato e dosato.

Le analisi degli escreta venivano fatte a Parigi, pedite per aereo in casse refrigerate. Il bilancio dimostrò che con il sudore gli operai emettevano aumentate dosi di potassio. Per contro essi ingerivano forti dosi di sale marino, mangiavano salato e disponevano di confetti di sale da succhiare. Però questosale non veniva emesso dall'organismo nelle proporzioni in cui entrava.

La differenza fra entrata e uscita avrebbe dovuto costituirsi a stock nell'organismo e invece non risultava nessuna differenza.

Che cosa diveniva il sale eccedente?

Altro grande mistero si riferiva al bilancio termico.

Questi uomini con la loro alimentazione, il loro lavoro, e il calore solare (perfino all'ombra i corpi ricevevano calore, perché la temperatura esterna era superiore a quella del corpo umano), continuavano ad accumulare calore.

Totalizzavano durante 6 mesi 4.085 chilocalorie al giorno e d'estate più di 7.000. Il sudore evaporato rappresentava in media 4,12 litri al giorno e subito si evaporava. Per questa evaporazione occorrono 2.225 chilocalorie, e siccome il sudore era l'unico mezzo di consumare calore, la differenza fra calore apportato e quello consumato era tale che gli operai avrebbero dovuto morire per ipertermia (colpi di calore).

Fui costretto a concludere che dovevano esistere altri prelievi di calore e ne dedussi che era il soffio il quale, per diventare potassio, realizzava una reazione endotermica (che assorbe calorie).

Solo così si riuscì a spiegare come nei paesi secchi e caldi, per istinto la popolazione consumi molto sale e come in Africa nel Medio Evo le carovane percorressero anche 1.000 km per andare a cercare il sale.

A Taoudeni, a Timbouctou, in pieno Sahara, l'unità monetaria è la barra di sale.

Nel Medio Evo, il piatto di sale appare come una imposta molto applicata.

Il passaggio sodio-potassio fu confermato da altre esperienze, in località anche più aride del Sahara e prolungatesi 8 mesi sotto controllo della Marina Militare Francese.

Altre ricerche sistematiche sono state fatte in laboratorio di fisiologia e ne dò qui solo le conclusioni.

L'uomo che effettua un grosso sforzo fisico durante 3 ore a 39° C ed a umidità 60% vede il rapporto del potassio rispetto al sodio, aumentare nelle orine 3 volte tanto.

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Questa reazione è biologicamente importante. Si sapeva da molto tempo che le persone colpite da lesioni alle ghiandole surrenali, emettevano molto potassio anche quando il potassio non entrava nell'organismo.

Fu anche constatato che il sale di sodio spariva in certe malattie (come quella di Addison).

Un'alimentazione normale comprende cloruro di sodio ed il sangue ne deve contenere 7 grammi per litro. La sua sparizione veniva in passato classificata come fenomeno sconosciuto e misterioso come tanti altri nella vita.

L'eccesso di potassio nel sangue è dannoso perché arresta la eccitabilità dei nervi; la cellula nervosa premuta all'esterno da ricchezza in sodio e all'interno ricca in potassio aumenta il potenziale elettrico della membrana divisoria e allora i nervi del cuore e dei polmoni sono inibiti a funzionare ciò che vuol dire sincope e morte.

Non rimedia a questa conseguenza la iniezione di cloruro di sodio; l'organismo si affretta a trasmutarlo in potassio.

È stato scoperto che è l'aldosterone a provocare questa trasmutazione che assorbe molto calore e l'organismo dispone così di un regolatore termico non previsto.

Ne viene una deduzione logica, ed è quella che i bilanci termici degli alimenti hanno solo un valore relativo basato unicamente sulla energia chimica sviluppata per combustione del carbone alimentare, e non tengono conto delle energie sviluppate e sottratte dalle reazioni trasmutative.

Sono state fatte esperienze sugli iguana terrestri e marini che secernono da una ghiandola nasale un liquido che contiene 190 volte tanto il potassio contenuto nel sangue. Soluzioni di cloruro di sodio iniettate nella cloaca, stimolano l'aumento della secrezione nasale di potassio, e non aumdnta il sodio.

Ci si rende così conto che queste ghiandole nasali sono il mezzo di regolazione termica e l'iguana, sulla roccia al sole tropicale, può avere la pelle anche a 70° C ed il sangue a temperatura normale perché mantenuta dal calore assorbito nella trasmutazione sodio-potassio.

Tutte queste ricerche mi sono state possibili per le mie funzioni d'ufficio che mi davano modo di utilizzare diversi laboratori essi pure ufficiali. Altre verifiche furono possibili a titolo privato ed ebbi così modo di interpretare risultati che la chimica non era riuscita a spiegare.

Ricerche sui pesci

Alcuni pesci d'acqua dolce possono vivere qualche ora nell'acqua salata.

Una tinca messa nell'acqua con 1'8 960 di sale ha il sangue con il seguente tenore:

NaCl KCl CaCl2prima dell'immersione in acqua salata 5,10 3,95 0,300

dopo 72 ore 6,40 5,39 0,300

e nell'acqua al 14 % di sale rispettivamente 6,80 5,40 0,300

Così si vede che il calcio non cambia, il cloruro sodico aumenta un po' ma è il potassio ad aumentare del 60 % mentre nel liquido di immersione potassio non ce n'era!

I biologi si sono sempre preoccupati del metabolismo del potassio.

Woton ha dimostrato che i reni producono ancora potassio in regime deficitario di potassio. Lèhmann direttore del laboratorio di fisiologia di Dortmund dichiara: « L'escrezione del potassio durante il lavoro ad alte temperature non può essere dovuta a

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un maggior apporto di potassio ».

Ma l'origine vera nessuno l'aveva indovinata.

2) LEGAMI FRA SODIO E MAGNESIO

Anche su questi legami i bilanci sahariani diedero conferma di importanti trasmutazioni.

Dal sodio + idrogeno si ottiene magnesio: in simboli: 2311Na + 11H = 2412Mg

Ecco alcune cifre sui valori in milligrammi riferiti a uomo-giorno. Media da aprile a settembre:

Ingerito magnesio in media . . . . 258,4

Emesso magnesio in media . . . . 375,6

Differenza emessa in più . . . . . . 117,2

Con punte, nei mesi caldi, di 180 e 222.

Il fenomeno apparve così anormale che si ripresero le esperienze tre anni dopo, su altri uomini, con altri medici, altri laboratori di analisi, e risultò in otto mesi come media :

Ingerito . . . . . 314

Emesso . . . . . 570

Eccedenza . . . 256

Il medico incaricato dei prelievi stupito di questo sbilancia temette una carenza di magnesio e fece aumentare gli apporti magnesiaci. Con grande sorpresa aumentato il magnesio ingerito aumentò anche più quello emesso. A calcoli fatti tutte le riserve di magnesio dell'organismo e delle ossa sarebbero bastate al massimo otto giorni, e invece hanno resistito 8 mesi.

Questo conferma che c'è stata una fabbricazione di magnesio nell'organismo umano specialmente nei lavori pesanti e con molto calore; non rimane nessun dubbio che, in questi casi, sodio + idrogeno diano magnesio.

La spiegazione, anche qui è basata sulla reazione dei microrganismi. Si tratta ancora una volta di bacteri (anche se lo studio completo non è ancora stato fatto).

Nei giacimenti potassici si trovano delle sacche piene di cloruro di sodio (non ancora trasmutato e, più i giacimenti sono recenti, più contengono sodio non trasformato.

La silvinite, giacimento giovane, contiene sali di sodio al 55 % contro magnesio 25 % e potassio 20 %. Invece la icainite più vecchia contiene solo il 35 % di cloruro di sodio e la carnalite il 23,2%.

Evidentemente nel suolo e nei giacimenti le trasmutazioni sono molto lente, il cloruro di sodio si trova senz'acqúa (altrimenti si sarebbe sciolto). In queste condizioni i bacteri non dispongono né di idrogeno né di ossigeno, come possono creare il potassio? Inoltre la temperatura è poco favorevole alla proliferazione microrganica.

Viene logico di domandarsi se le miniere di potassio di Alsazia e di Germania non avrebbero interesse a fare incubare il loro materiale arricchito in microrganismi ed a temperatura di 30 gradi. Il sodio si trasformerebbe così in potassio e abbiamo visto che con certi funghi le reazioni avvengono in tre giorni. Sono adatti anche muffe, lieviti e gli ascomiceti.

Abbiamo detto 30 gradi, senza escludere che la selezione bacterica possa avvenire anche a temperature superiori vicino ai 40 gradi. Con temperatura sotto ai 30 gradi c'è tendenza a produrre magnesio invece di potassio.

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Non va dimenticato che la reazione dominante è:

Sodio + idrogeno : = : magnesio

mentre la più utile

Sodio + ossigeno : = : potassio.

I tessuti vivi resistono meglio al freddo se la soluzione nutritiva è arricchita con magnesio.

L'ultima reazione è ossidante e dipende dai microrganismi. L' sufficiente isolarli prima e coltivarli poi per ottenere il cloruro di potassio dal cloruro di sodio.

Con un accurato studio delle condizioni ottimali nelle quali si svolgono selezioni e prolificazioni si otterrebbero produzioni interessanti anche in campi industriali. Nell'uomo, quando fa freddo, sono utili per gli apporti di magnesio : ma ancora occorrono studi sistematici al riguardo ed è da augurarsi vengano compiuti al più presto.

Ricordiamo che quando i laghi si formano dal mare troncando le comunicazioni (o come in Scandinavia e Canadà a seguito di sopra elevazione del terreno), il tenore in sale cambia. Certi depositi residui di antichi mari come nel cuore del Sahara, i giacimenti di Taoudeni sono molto più ricchi di magnesio del sale marino, anzi le acque del Sahara sono tutte magnesiache.

3) I LEGAMI POTASSIO-CALCIO E QUELLI MAGNESIO-CALCIO

Una delle osservazioni che più sembravano riguardare fatti inspiegabili e hanno contribuito alla mia evoluzione scientifica, è stata la presenza del cosiddetto salnitro sulla calce dei muri. La umanità conosce questo prodotto che veniva utilizzato per la polvere nera da sparo. Solo alla fine del secolo passato si imparò a fabbricare il salnitro (nitrato di potassio) a partire dal cloruro di potassio.

Il salnitro lo si raccoglieva non solo sulla calce dei muri, ma anche scopando il terreno delle regioni calcaree a clima umido e caldo alternato con stagioni secche.

Si formava nella stagione secca e di solito si riusciva a fare un secondo raccolto poco dopo il primo.

Osservando il muro di una casa che posseggo in riva al mare, constatai che, malgrado le mie raschiature, il salnitro si riproduceva senza limiti.

Certamente la calce non poteva contenere tutta la quantità di potassio che io, da undici anni, toglievo varie volte all'anno. Fu così che pensai che solo la calce fosse l'origine del potassio secondo la formula:

4020Ca – 11H : = : 3919K

Avvicinai questo concetto a quello delle galline, che anche senza calcare formano il guscio dell'uovo che è calcareo. In questo caso però la reazione è inversa:

K+ H : = : Ca

a sua volta reversibile.

Questa è stata la formula di trasmutazione che mi apri la via ad altre ricerche sui prodotti che differiscono fra loro di un solo protone, e poi di prodotti con maggiori differenze. Per esempio:

4020Ca – 2412Mg : = : 168O

che vuole anche dire che togliendo ossigeno dalla calce i bacteri riescono a produrre il magnesio. Questo chiarisce anche di colpo la metasomatosi della dolomite e spiega come il carbonato di calcio possa diventare carbonato di magnesio.

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Altri fenomeni e questa volta agricoli trovano spiegazione.

Il magnesio si trova nelle piante, anzi la molecola della clorofilla è costruita attorno ad un nucleo del magnesio. Il magnesio è dunque indispensabile. Però da noi non si dà Mai magnesio come concime, malgrado che le piante ne asportino da 20 a 50 kg per ettaro ogni anno.

Quando si rifletta che una buona terra vergine contiene da 30 a 120 kg di magnesio per ettaro, se ne deve dedurre che in due anni il migliore terreno sarebbe esaurito di magnesio, anche senza tenere conto che molto magnesio è in forma insolubile e quindi inutilizzabile.

Ma allora da dove viene tutto questo magnesio?

Evidentemente dalla calce contenuta nel terreno o portata come ammendamento e questo spiega la sorpresa degli agricoltori quando portano calcio alle piante, e se le ritrovano ricche in magnesio.

Galline

Mi sono preoccupato di verificare se fosse esatta la ipotesi sulle trasmutazioni del potassio in calcio. In un pollaio a suolo in argilla battuta, le galline furono lasciate senza calcio. Dopo qualche giorno, esaurite le riserve calcaree, esse deposero uova a guscio pellicolare, molle. Allora apportai della mica pura, analizzata, proveniente dai giacimenti di caolino di Ploemeur che è il più importante della Francia. La mica è costituente del granito, ed è il suo feldspato che si trasforma in caolino ed elimina silice e mica.

Le galline non avevano mai visto prima la mica eppure spinte dall'istinto vi si gettarono sopra con estrema voluttà ingozzandosi ripetutamente.

L'indomani le uova erano a guscio normale.

L'esperienza fu ripetuta e prolungata per 40 giorni, con lo stesso risultato, però appena sospesa la distribuzione di mica, il giorno dopo il guscio ritornava molle, a dimostrare che il potassio della mica non costituiva stock di riserva.

Una strana constatazione è stata fatta nella serie di uova in formazione nella ovaia di una gallina; tutte hanno un contenuto che corrisponde all'alimentazione della settimana precedente. Il guscio no, è una secrezione rapida che utilizza i materiali dell'ultimo momento; sempre un uovo solo costruisce il suo guscio come è ovvio trattandosi di materiale solido che non può ingrandirsi gradatamente.

Crostacei

Nella formazione dell'involucro calcareo dei crostacei ci sono parecchi misteri. Si insegna che l'animale fissa il calcare dell'acqua marina. Sono sempre le stesse gratuite informazioni senza fondamento.

Gli specialisti che studiano seriamente il fenomeno restano perplessi! Un giorno i miei bambini mi portarono un granchio che faceva la muta, era quindi una massa molle.

Lo misi in una bacinella con poca acqua di mare. L'indomani l'involucro era già più consistente e in 30 ore era completamente duro e normale.

Ora l'acqua del mare contiene calcio per solo lo 0,042 % troppo poco per formare il guscio di un animale che pesa 350 gr. Evidentemente in questo caso sono utilizzati sali di magnesio e potassio molto più abbondanti. Fino a che le ricerche si limitarono al calcare, la formazione dell'involucro rimase un enigma.

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Salnitro

Le esperienze scrupolose sotto indicate sono state fatte in laboratorio per controllare l'azione dei bacteri nitrificanti per la formazione dei nitrati e l'azione trasmutativa calcio-potassio. I microrganismi prelevano idrogeno dal calcio e producono potassio oppure prelevano ossigeno e ottengono magnesio.

I controlli in laboratorio sono stati fatti su soluzipne azotata (sali di ammonio) con una miscela di bacteri. Metà dei flaconi sono stati messi in stufe a 28 centigradi e per 21 giorni.

Subito furono fatti gli esami.

L'aumento netto di potassio è stato del 2,73 % apportando carbonato di calcio e del 5,71 % apportando alghe Lithothamne.

Molta attenzione si è dovuta fare predisponendo esperimenti comparativi perché il vetro stesso del flacone, anche in materia plastica, può scambiare il potassio che entra nelle loro composizioni e alterare i risultati.

4) CALCARE E SILICE

Abbiamo visto che la natura ha tre strade per arrivare al calcio, esse sono : Potassio + Idrogeno; Magnesio + Ossigeno; Silicio + Carbonio.

Idrogeno, ossigeno, carbonio sono anche elementi della chimica organica, ma la chimica non ha visto se non una parte dei fenomeni organici.

Studi approfonditi furono fatti sulle uova da incubazione. Il pulcino che nasce ha delle ossa, quindi del calcio. Dove lo prende?

Il giallo e il bianco dell'uovo contengono appena un quarto del quantitativo indispensabile. Si disse che il calcio proviene dal guscio; altra affermazione gratuita; nessun ricercatore è riuscito a provarla.

Doveroso rilevare che lo stesso avviene per le uova dei rettili (delle tartarughe e perfino dei dinosauri), che dalle uova dei batraci e dei pesci, nascono ugualmente dei piccoli con le ossa mentre le uova non hanno guscio e l'acqua dolce non è calcarea.

Nel mio volume (Trasmutazioni a debole energia) ho riferito che nell'uovo il peso del calcare non varia fino al 100 giorno di incubazione. Dopo il 100 giorno la membrana si stacca dal guscio, si forma la camera d'aria e i passaggi dal guscio all'interno sono interrotti.

La membrana sotto guscio contiene però silicio-organico che col carbonio crea la calce.

Così proseguendo la incubazione il calcare nel pulcino continua ad aumentare e nei quattro ultimi giorni si moltiplica per tre.

Ho riservato un lungo capitolo della mia opera sopra indicata a dettagliare questo fenomeno che ha rappresentato una incognita per 150 anni (Lavori di Prout in Inghilterra, 1822).

Le più recenti ricerche degli specialisti hanno dimostrato che il guscio calcareo dell'uovo, nasce a contatto esterno della membrana dell'uovo. Cominciano a formarsi delle punte di cristalli sparse sulla superficie della membrana poi le punte si riuniscono a formare una unica volta calcarea.

Evidentemente il materiale nasce attraverso la membrana; ma meraviglia il fatto che la membrana all'esterno contiene calcare e all'interno no. La faccia interna della membrana ha contatto con la materia organica e contiene silice e non calcio.

Si vede dunque che la silice, con il carbonio organico, attraversa la membrana e la

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trasmutazione avviene secondo la formula:

Silicio + Carbonio = Calcio

Di tempo in tempo vengo a conoscenza di citazioni curiose.

A molti è sfuggita quella di Flaubert che in « Bouvard et Pécuchet » dell'edizione Garnier a pag. 82 scriveva:

« Vauquelin, avendo calcolato la calce contenuta nell'avena data ad una gallina, ne ha trovato di più nel guscio delle uova deposte. Dunque c'è stata creazione di sostanze; in quale modo nessuno lo sa ».

È interessante precisare che il Vauquelin fu un celebre chimico francese e mori a 66 anni nel 1829. Era contemporaneo di Prout e di Lavoisier e come si vede non ne accettava le teorie. Vauquelin fu professore alla Scuola delle Miniere e al Politecnico nel 1795 poi fu al Collegio di Francia, direttore della Scuola di Farmacia, al Museo e alla Facoltà di Medicina.

Ha lasciato sessanta memorie scientifiche.

La questione della utilizzazione del calcare da parte della gallina continua ad interessare gli allevatori e la industria mangimistica addiziona carbonato di calcio nei mangimi per rendere i gusci dell'uovo più resistenti.

Però il Dott. Horwitz, dell'Istituto di ricerche agronomiche di Israele, ha constatato (nel 1965) che se pure il calcare minerale è in parte utilizzato, esso si fissa nei tessuti e specialmente nell'appendice delle galline frenando l'azione degli ormoni di crescita. L'appendice nei polli ha il ruolo, di fabbricare anticorpi, perciò la sua calcificazione predispone il pollame alle malattie.

Può essere utile avere presente Io schema delle principali trasmutazioni studiate in questo capitolo.

Non parlerò in questa sede dello studio dettagliato sulle energie messe in gioco dalle reazioni di cui alle precedenti constatazioni. Le ricerche non sono ancora abbastanza avanzate e precise per potersi pronunciare.

Ho potuto valutare l'ordine di grandezza della energia necessaria per passare dal sodio al potassio. In questa reazione bisogna fornire energia (l'organismo la prende dal calore del corpo). Molti lavori interessanti si sono svolti ad opera di L. C. Vincent, R. Lautié, A. Bérard e J. de Larebeyrette. Questi ultimi hanno scoperto che Na e K sono eccitanti (forniscono energia) e Mg è deprimente (assorbe energia).

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RICERCHE SULLE PIANTE

«Occorre conservare la libertà di spiritoe credere che in natura l'assurdo non è

sempre impossibile».

CLAUDE BERNARD

Le numerose ricerche sulle piante precedentemente effettuate, si sono riferite quasi esclusivamente a lavori di laboratorio sulla modificazione di peso degli elementi durante la germinazione.

Io cominciai a fare conoscere i miei risultati nel 1959 e documenti vari furono portati a mia conoscenza. Evidentemente molti ricercatori avevano presentito queste « trasmutazioni » e avevano ricercato sistematicamente, al fine di scoprire le regole di questo fenomeno.

Mi limiterò qui a ricordare brevemente queste ricerche che ho citato nelle altre mie opere.

VOGEL nel 1849 fa germogliare dei grani di crescipne in un mezzo riconosciuto senza zolfo. Ora nelle piantine scopre più zolfo che nei grani. Ne deduce che forse lo zolfo non sarebbe un corpo semplice, dato che può formarsi a nuovo (in effetti è una trasmutaziane ma Vogel non lo poteva sapere).

LAUWES e GILBERT in Inghilterra (1856-1873) fanno delle ricerche sulle variazioni inesplicabili del magnesio del suolo e nel contempo variazioni del peso delle ceneri nella germinazione dell'erba. Constatano ma non commentano.

VON HERZEELE dal 1875 al 1881 riprende le precedenti esperienze e le completa, con sistematiche da laboratorio molto precise e su culture idroponiche, cioè nell'acqua senza terra.

Dimostra che aggiungendo un solfato all'acqua distillata, aumenta il fosforo nelle piantine. (Io segnalo Zolfo – Idrogeno = Fosforo).

Dimostra ancora che aggiungendo differenti sali di potassio, aumenta il calcio. Sono a decine le tabelle sperimentali che caddero dimenticate.

Si diceva, in quell'epoca, che il Von Herzeele si era evidentemente sbagliato ed era inutile riprendere esperienze ridicole.

Nel 1950 il suo compatriota HAUSCHKA, pubblica i lavori dimenticati assieme a un suo studio e segnala un gran numero di fenomeni aberranti nelle piante, senza cercare di spiegarle.

Spindler, anche prima del 1950 e cioè nel 1946-47, fece conoscere in Francia gli studi di Von Herzeele, perché aveva pensato a produrre Io jodio a partire dalle alghe.

Fu così che questi studi arrivarono al ben noto prof. Baranger, capo del Laboratorio di chimica organica della scuola Politecnica di Parigi. Il Baranger volle verificare le precedenti ricerche e mise a punto una tecnica nuova che utilizza l'acqua distillata addizionata a un po' di cloruro di calcio (questo perché nell'acqua distillata la germinazione si arresta appena esaurite le riserve del seme e anche perché le radicelle hanno una secrezione acida e conviene mantenere il pH in limiti favorevoli).

I lavori del Baranger furono pubblicati in India nel 1960 e in inglese.

Egli dimostrò con una serie di esperienze minuziose che durante la germogliazione delle vecce, sotto la luce artificiale il fosforo diminuiva; al contrario aumentava nella oscurità.

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Analogamente furono condotte esperienze sul calcio constatandone l'aumento. Però non furono allora controllate le variazioni simultanee dei diversi elementi e non si potè stabilire se e quali altri elementi aumentavano o diminuivano in relazione alle diminuzioni ed aumenti dell'elemento sotto controllo.

Successivamente e fino all'inizio del 1966 il prof. Baranger (secondo quanto mi ha comunicato), ha effettuato molte altre prove facendo i dosaggi simultanei.

Io ho dimostrato che nelle pietre ferruginose il ferro sotto l'azione microrganica poteva trasmutarsi in manganese. Egli ha dimostrato che nei semi che germinano avviene la reazione inversa. Il manganese contenuto nei grani sparisce e il ferro aumenta sotto l'effetto enzimatico (però l'enzima non è stato ricercato).

La reazione :

5525Mn + 11H : = : 5626Fe

e la sua reversibilità è stata così confermata.

Quanto alla produzione di jodio di cui si occupò lo Spindler nel 1946 essa era già stata presa in considerazione dal Prof. Freundler nel 1928.

Ho l'impressione che avesse previsto che lo jodio poteva derivare dallo stagno del granito sul quale sono abbondanti le alghe. Infatti, anche se non lo dice apertamente, le sue ricerche sono simultanee considerazioni sulle variazioni fra stagno e jodio.

Evidentemente mancavano in quei tempi le nozioni sugli atomi, dato che i neutroni sono stati scoperti nel 1932. Si parlava allora di combinazioni molecolari.

Oggi la soluzione è stata trovata in senso teorico ed ha molta importanza.

Si sente dire che le alghe fissano lo jodio del mare, ed è vero precisamente il contrario perché sono le alghe a fabbricare lo jodio ed a cederlo al mare con i detriti morti della propria vegetazione.

Le specie di radici che tengono ancorate le alghe alle rocce, succhiano lo stagno dalla roccia, lo trasmutano e lo passano alla pianta.

Altre alghe come i fucus vivono sugli schisti silicei e fabbricano bromo invece di jodio. Bromo e jodio sono molto vicini come composizione atomica.

Da segnalare che esistono alghe microscopiche, le clorelle, di grandissima attività enzimatica, potentissimi agenti di trasmutazioni.

Apportando loro del sodio producono potassio ed in pochi giorni addirittura 30-40 volte il proprio peso in materia secca.

Operano anche altre trasmutazioni ma le ricerche non sono ancora concluse.

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APPLICAZIONI E SVILUPPI

«Il nostro più grande progresso scientifico, probabilmente è nelle mani di

uomini che sono propensi e atti a ignorare le classificazioni artificiali che abbiamo costruito».

MELVLN CALVIN Premio Nobel - Chimica, 1961

1) GEOLOGIA

Non svilupperò qui certe applicazioni che sono in corso su scala semindustriale per arrivare ad arricchire i minerali come il rame ed altri per via biologica(1).

L'origine dei metalli è stata sempre in geologia un mistero. Si sente dire che provengono dal magma centrale della terra e che si trovano nelle screpolature della crosta terrestre. Queste teorie, disgraziatamente per i teorici, non dimostrano nulla perché i minerali sono sempre superficiali, da poche centinaia a mille, due, tre mila metri di profondità, piccola cosa in confronto ai 6.000 km del raggio terrestre.

L'eminente geologo Jean Lombard nella sua prefazione al mio libro « Trasmutazioni Naturali (1963) dice:

«I geologi fanno ricorso alle ipotesi più complicate e inverosimili per trovare una via di uscita nel quadro della chimica e della termodinamica e vi si impegnano fino a perderne coscienza.

L. Kervran trova l'uscita e apre la porta, spalancandola. Il numero dei fenomeni che può spiegare sotto la visuale delle trasmutazioni possibili è tale che ci si domanda se le altre ipotesi resisteranno ancora molto. Io credo di no».

Successivamente il prof. in geologia R.. Furon della Facoltà di Scienze cli Parigi, presentando il mio libro « Trasmutazioni a deboli energie » (1965) scrive:

« Si sa che il Sig. Kervran ha pubblicato il risultato di stupefacenti esperienze dimostrando che le trasmutazioni di elementi si verificavano sugli animali e i vegetali e anche nei minerali. Si tratta di una scoperta di importanza eccezionale anche se, ben inteso, deve essere corredata da successive osservazioni e conferme.

Per questo i lavori del Kervran hanno avuto una risonanza mondiale.

Oggi non è più possibile negare o ignorare che la Natura fabbrica il magnesio a partire dal calcio (o viceversa), il potassio dal sodio, e che è possibile essere intossicati da ossido di carbonio senza averlo respirato.

In argomento metallogenia il ruolo dei bacteri assume una importanza imprevista e in materia di biologia si possono osservare trasmutazioni benefiche e altre dannose contro le quali solo ora è possibile lottare.

Tutto il problema delle carenze deve essere riesaminato.

La scoperta del Kervran comporta un assieme di nuove concezioni che interessano sia i medici che i farmacisti, sia ancora i biologi, i dietisti, gli allevatori, gli agronomi e gli agricoltori, per arrivare ai geologi e agli sfruttatori di miniere.

È dunque da augurare che sempre più numerosi sorgano i ricercatori che si interessino a problemi così importanti ».

Come si vede anche i geologi riconoscono nuove strade, orizzonti nuovi. Esistono i

(1)Su questo capitolo «Geologia» la traduzione è stata molto riassuntiva e rimandiamo il lettore al testo originale.

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problemi del ferro, dl rame, del manganese e molti altri anche negli organismi. Nel sangue noi abbiamo ferro e rame, se l'uno aumenta l'altro diminuisce; il ferro è il pigmento respiratorio della emoglobina, in certi animali è il rame, in altri il vanadio.

Il problema dei metalli che interessa poco sul piano economico, è invece molto importante in biologia e negli oligoelementi. Ho dimostrato che il ferro + idrogeno diventa manganese non solo nella cosiddetta malattia nera delle pietre ma anche nelle piante.

Nella germinazione avviene il contrario e il manganese diventa ferro, addirittura 25 volte in peso del manganese originario.

« Qualunque sia la resistenza degli spiriti forti ad ammettere queste nuove scoperte, è necessario farsi una ragione e ammettere che in natura il sodio diventa potassio, il ferro manganese ecc. e che nessuno ha il diritto di fissare a priori i limiti di questo eccetera! ».

Ecco quanto scrisse il citato prof. Lombard come prefazione ad un'opera del prof. Derrey : « La terra questa sconosciuta » (1964), ed ancora Gerolamo Cardan asserisce:

« Le esperienze dimostrano che trasformazioni atomiche si producono nella materia vivente. È un fatto impossibile!, eppure è vero anche se contrario alle leggi naturali, perché confermato da esperienze estremamente precise che non ammettono serie confutazioni ».

Per questo magari dopo qualche esitazione aprioristica la adesione di tutti gli spiriti veramente scientifici rimane acquisita.

2) MEDICINA

In medicina queste proprietà trasmutative della materia trovano svariate applicazioni.

In certe malattie si verifica una esagerata produzione di potassio; questo potassio nell'uomo viene dal sodio e allora conviene ridurre il sale marino nell'alimentazione.

D'altra parte il sale è necessario a produrre il magnesio e il magnesio si trasmuta in calcio e in fosforo; a ridurre il sale si rischia la demineralizzazione. E allora il medico in questi casi può dare direttamente magnesio in forma digeribile, silice-organica e non più potassio.

Le artrosi sono state guarite con silice-organica addizionata a pochissimo bicarbonato di potassio, e lo stesso per l'arterio-sclerosi.

Nella arteriosclerosi si forma nelle arterie del calcare porosa che può anche depositarsi nel cuore e nei muscoli e si tratta in generale di calcare proveniente dagli alimenti cioè calcare organico.

Il calcare minerale non è assimilabile, al contrario, come ho dimostrato nel mio esposto in «Trasmutazioni a deboli energie», la silice organica riesce a fare sparire il calcare parassita. Sono tecniche nuove e il loro studio appena iniziato merita di essere approfondito.

Nelle malattie dovute al calore e nei casi di febbre si dovrà bere salato (un buon brodo salato) perché il sodio trasmutandosi in potassio assorbe calorie.

Il mistero del processo di decalcificazione e ricalcificazione è completamente da rivedere, perché oggi noi sappiamo che le fratture delle ossa si possono saldare più rapidamente sotto l'effetto della silice organica (con un po' di magnesio e potassio).

Eppure ancora è d'uso mascherare la propria ignoranza con dei giochi di parole, dicendo per esempio che il calcio nelle ossa è di origine biochimica ed è prodotto da cellule sotto il nome proteine fosfocarbonate.

Un autore americano, il Selye, studiando il problema in un volume di 583 pagine nel 1962, ignorando i miei lavori ha dovuto concludere :

« La natura del meccanismo locale di calcificazione è uno dei più importanti problemi

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di biochimica rimasti senza soluzione ».

Bisogna revisionare gli stessi concetti di dietetica perché non serve a nulla calcolare il calcare minerale esistente in un alimento. Questo calcare è in massima parte rigettato e la parte trattenuta si fissa male in organi che non ne hanno necessità.

In tempo caldo l'organismo naturale elimina addirittura più calcio di quanto ne riceva.

Calcio e fosforo sono fabbricati dal corpo ed il bilancio entrata ed uscita d'ognuno di questi elementi è sempre nello stesso senso di quello del magnesio.

Un'altra nozione non considerata nella dietetica classica è quella calorifica considerata semplicemente come una reazione chimica di ossidazione del carbonio mentre invece in certe condizioni fisiologiche e sotto l'effetto enzimatico possono verificarsi trasmutazioni che assorbono o emettono energia.

La determinazione del bilancio energetico è complesso ed incompatibile con il semplicismo accettato fino ad oggi anche quando spiriti illuminati hanno segnalato margini di incertezza e apposte riserve.

La dietetica diventa così una scienza anche più complessa e devono, come in Giappone, essere create nuove facoltà per i nuovi studi per fare uscire i problemi alimentari dalle incongruenze attuali.

Non posso purtroppo dilungarmi sulla applicazione delle trasmutazioni alla medicina.

Molte osservazioni sono state esposte nei precedenti libri e si riferiscono anche all'uomo e considerano alcuni elementi come calcio, sodio, potassio e silicio.

Nell'ultimo mio volume ho anche spiegato i legami fra il ferro e il rame, così da chiarire come in certe malattie come quella di Wilson non si riesca a impedire l'accumulo del rame che conduce alla paralisi e alla morte.

I legami fra fluoro e fosforo sono anche stati esaminati per dimostrare che non si ha mai del fosfato di calcio (minerale o di ossa) senza fluoro.

Infatti:

199F + 126C : = : 3115P

o meglio, dato che la reazione è reversibile:

15P – 6C : = : 9F

Oggi è di moda usare il fluoro, ma non è necessario, dato che con alimenti che contengono equilibrate dosi di fosforo e calcio il fluoro si crea come trasmutazione nelle dosi indispensabili. É una reazione talmente attiva che interessa le ossa fossili e lo si constata perfino in quelle dei nostri musei.

Accurati studi dovrebbero essere fatti sulla carie dentaria che con tutta probabilità dipende da questo fenomeno e dalla distruzione dei microorganismi.

In ogni caso non è dubbio che il fluoro può condurre al fosforo e che in casi gravi di demineralizzazione ossea o di gravi reumatismi articolari il Dott. Charnot ha ottenuto ottimi risultati con silice organica e potassio addizionati a leggere dosi di fluoro.

Silice e potassio diventavano calcio mentre il fluoro rinforzava il fosforo prodotto in parte anche da magnesio trasmutato.

Il problema dell'acqua potabile addizionata al fluoro è anche stato considerato, ma la dose benefica è troppo vicina a quella nociva per poter essere utilmente adottata.

Meglio lasciare il controllo del fluoro al medico e in base al fabbisogno personale.

Conviene ricordare che le ossa contengono un terzo di sostanza organica (ossia organoazotate) e due terzi di una armatura in sali minerali.

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La composizione dei sali minerali varia con l'età e la salute, come media abbiamo :

fosfato tricalcico . . . . . . . . 85%

fosfato di magnesio . . . . . . 2%

carbonato di calcio . . . . . . 9%

fluoruro di calcio . . . . . . . . 4%

Come si vede la quantità di fluoro è tutt'altro che insignificante e non bisogna dimenticarlo.

Non bisogna assolutamente fidarsi della chimica e molti medici hanno constatato che per esempio un'alimentazione ricca in calcio non rimedia come dovrebbe alle carenze di calcio negli organismi.

Nell'opera « Salvate la salute » il belga dott. E. PLISMER, ha fatto osservazioni diverse in campo delle trasmutazioni biologiche.

Il ritardo dentario riscontrato su bambini riceventi il classico normale apporto di calcare, sottoposti a un regime senza latte e formaggio (considerati grandi apportatori di calcio) sostituiti con solo frutta e legumi, in poche settimane è stato recuperato.

In altri casi fratture di ossa non ridotte con un regime calcico (particolarmente interessante la frattura del collo femore in una persona di sessant'anni) sono guarite con un regime particolarmente studiato povero in calcio.

Il Dott. M. MONTASSUT nella Gazzetta Medica di Francia 1-4-1965, rende note le sue osservazioni sui legami che esistono fra depressione, astenia, iperemotività e alcalosi e riferisce sull'importanza del rapporto KiCa, quando il potassio aumenta nel plasma l'organismo ne risente, ma il rapporto può essere riportato nei giusti limiti aumentando il calcio e ciò si può ottenere apportando il magnesio che si trasmuta in calcio.

Questo finora non è stato compreso e si vede quali nuovi orizzonti si aprono alla nuova medicina.

Praticamente tutte le pubblicazioni mediche segnalano la decalcificazione di ammalati immobilizzati; il bilancio calcico è fortemente negativo e la fuga del calcio si trova moltiplicata per tre o quattro volte il normale.

Un esempio di affermazione gratuita della medicina classica: i bacteri fanno volatilizzare il mercurio radioattivo(1)

Nella medicina del lavoro si è portati a ricercare, soprattutto nelle urine, il tasso di mercurio per evitare le intossicazioni agli operai che preparano o utilizzano il mercurio.

Per evitare errori di dosaggio si affidano sovente i campioni a laboratori diversi, con la sorprendente constatazione di differenze fra le differenti analisi.

Aggiungendo del toluene al prodotto da esaminare, il mercurio non evapora più (senza toluene il mercurio spariva, si disse, per evaporazione).

Il problema fu approfondito da ricercatori del Laboratorio di Carshalton nel Surrey in Inghilterra che ebbero il merito di pensare che la perdita di mercurio fosse in dipendenza di una azione microbica. L'idea venne dal fatto che la perdita diventava sempre più importante ogni 16 ore, periodo che corrisponde appunto a quello di incubazione delle colonie bacteriche.

A priori la ipotesi sembrava azzardata perché era generalmente ammesso che i metalli pesanti come il mercurio fossero inattaccabili dai microbi.

(1)L'argomento molto scientifico è stato tradotto in riassunto e rimandiamo il lettore interessato al testo originale.

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Contrariamente alle previsioni si individuarono i baciai nei diversi generi: Klebsiella aerogenes, Proteus, Pseudomonas pyocyanea.

Commento

L'evaporazione del mercurio avviene a 360 gradi e la tensione di vapore è insignificante ai 20 gradi, temperatura degli esperimenti, per questo la evaporazione non è ammissibile.

Le trasmutazioni sembravano non ammissibili su organismi superiori e con elementi radioattivi, dato che la radioattività uccide le cellule complesse.

Ma il comportamento dei bacteri è pieno di sorprese e ve ne sono che prolificano nell'acido solforico puro e altri che vivono nel cuore di una pila atomica e ricevono a migliaia di volte la dose mortale per il tessuto umano. Nel caso del mercurio è stato trovato lo Pseudomonas che digerisce il mercurio radioattivo e lo trasmuta in altri elementi probabilmente radioattivi, che sono ancora da studiare. Probabilmente sarà da considerare una conversione di neutroni in protoni.

Molti problemi rimangono insoluti e le constatazioni non spiegano come un microbo possa reagire contro un atomo radioattivo, per « digestione » o per secrezione talmente grande da compensare e riparare rapidamente le lesioni delle cellule colpite dalla radioattività.

3) AGRICOLTURA - AGRONOMIA

Oggi si vedono più chiare le questioni che erano rimaste senza spiegazioni. Per esempio il ciclo del potassio. La stima fatta in Francia, valutava in 1.500.000 tonnellate il potassio (espresso come K20) utilizzato dalle piante in un anno (1955) e si valutava in 300.000 tonnellate il potassio apportato con il letame e 450.000 tonnellate quelle dei concimi chimici.

Evidentemente mancherebbero 750.000 tonnellate a colmare il fabbisogno.

Ora nel terreno non esistono importanti riserve di potassio e d'altra parte gli apporti chimici si riferiscono solo all'ultimo cinquantennio. Nel 1900 si consumarono solo 60.000 tonnellate invece di 450.000.

E allora come è possibile prelevare almeno 750.000 tonnellate ogni anno?

Donde viene?

Si comprende oggi che le piante hanno altri mezzi di fabbricare quel potassio che nessuno conferisce eppure si trova nei loro tessuti.

Infatti essi possono utilizzare il sodio e con l'ossigeno arrivare al potassio oppure dal calcio togliendo idrogeno ottenere egualmente il potassio.

Le nuove scoperte spiegano come si possa utilizzare il nitrato di soda e trovare del potassio nelle ceneri delle piante, mentre nemmeno il terreno diventa sodico.

Quando però la pianta non ha necessità di nitrato si può usare altro sale di sodio come il carbonato. Solo il cloruro di sodio è nocivo a causa del doro e occorrono tecniche speciali per utilizzarlo.

Con questo non voglio dire che gli apporti potassici siano inutili, sotto qualsiasi forma, sono anzi consigliabili, ma l'esperienza insegna che in presenza di muffe e lieviti il rendimento in materia secca è molto più alto che non quando le cellule devono fabbricare da sole il potassio indispensabile.

Non per nulla le tradizioni dell'Estremo Oriente basate sul concetto favorevole alla vita

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e contrario alla vita, consigliano di evitare gli eccessi potassici.

Posso segnalare ricerche recenti della stazione sperimentale agricola dell'Ohio per opera di J. Benton (rivista « Scienza » del 2-4-65 a pag. 94) che pure ignorando le trasmutazioni biologiche, arriva ad analoghe constatazioni senza poterle spiegare.

Gli oligoelementi sono indispensabili perché entrano nella struttura dei coenzimi e la mancanza anche di un solo metallo nei coenzimi lascia senza effetto lo stesso enzima.

Fra gli oligoelementi importanti è il molibdeno (Mo).

Il Benton ha analizzato foglie di mais ibrido, visibilmente carenti in potassio e ha trovato che nelle piante carenti di potassio il Molibdeno è abbondante. Nelle piante normali succede il contrario.

Fece allora effettive ricerche sistematiche aumentando gradatamente gli apporti di potassio indicati nella tabella in kg per ettaro.

Ecco i risultati:

Con apporti di Potassio in kg/ettaro

Carenza

in Potassio

Composizione delle foglie

K % (parti per milione)Mo

0

36

72

108

Totale

leggera

nulla

nulla

0,57

1,79

2,28

2,49

4

1,2

0,9

0,9

È evidente che con potassio sufficiente il Molibdeno si mantiene nei limiti minimi, però ove manca il potassio si moltiplica quattro volte tanto.

La conclusione particolare che se ne può trarre è quella che una pianta ricca di potassio è povera in molibdeno, oligo-elemento importantissimo.

Interessante sarebbe sapere quali sono le quantità ottimali dei due prodotti e studi accurati dovrebbero essere fatti al riguardo. Non ci sarà una risposta unica perché i valori variano da una coltivazione all'altra, ma saranno utili indicazioni generiche che interessano anche i dietetici.

Chi ha seguito la nostra esposizione, si rende c9nto che se anche un giorno non esistessero più i concimi potassici, non sarebbe una catastrofe perché chi dispone di calcio, di magnesio e di sodio può costruirli a volontà anche direttamente nel terreno a mezzo di alghe, di muffe, di lieviti.

Viene anzi segnalato che l'eminente studioso Dott. Keilling ha messo a punto per la vendita un prodotto a base di bacteri selezionati.

La legge francese dovrà essere modificata(1) perché la potassa è legalmente un concime e la calce è considerata un ammendamento. Differenza assurda dato che per una reazione bacterica o enzimatica i due prodotti si trasmutano a vicenda.

Lo stesso problema delle carenze organiche nell'uomo negli animali, nei vegetali, è da riesaminare; gli allevatori e gli agricoltori intuiscono le insufficienze chimiche, ma solo le trasmutazioni riescono a spiegare alcuni fenomeni.

(1)Lo stesso quella italiana.

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Gruppi di dirigenti che preconizzano e applicano la cultura biologica stanno affermandosi in tutta Europa e sono soprattutto gli eccessi chimici la causa di disastrose situazioni. In ogni campo gli eccessi si pagano un giorno o l'altro(2).

(Si consiglia sovente in agricoltura chimica di utilizzare 250 kg per ettaro di concimi potassici, praticamente oltre 100 kg di K2O mentre i cereali ne prelevano in media solo 40 kg. In gran parte è potassio perduto!).

È tutta una nuova sezione della Agronomia che deve essere creata per studiare il senso delle reazioni trasmutative, le condizioni fisiche e chimiche nelle quali si svolgono e tutto questo in funzione delle esigenze di ogni specie di pianta alle varie temperature, al pii e alla presenza dei microrganismi specifici.

Vediamo per esempio come a livello delle radici una pianta che dispone di calcio può trasformarlo in magnesio; nei semi è il magnesio che viene immagazzinato ma alle prime reazioni occorre calcio. In seguito la piantina nata dal seme, fa sparire il magnesio che ridiventa calcio, questo però solo alla luce solare. (Alla luce artificiale e con i raggi infrarossi la reazione non avviene perché è il prodotto della reazione Mg + O e lo sfruttamento dell'atomo di ossigeno esige energia solare elevata).

Problemi complessi, ma ora gli agricoltori hanno degli elementi sicuri per comprendere che le colture sono prima di tutto un affare biologico e che ogni coltivazione condotta al di fuori dei concetti biologici è destinata a fare morire il terreno più o meno rapidamente.

Le colture basate unicamente sulla chimica, durano un tempo, quello nel quale ancora sopravvivono i microrganismi, essi sono destinati alla degenerazione perché ingozzati e sovreccitati a produrre anormali ed esagerati dosi di enzimi. Verissimo che i microrganismi hanno meravigliosa facoltà di adattamento, ma arriva presto il momento che le condizioni fisico-chimiche avverse hanno il sopravvento, la terra muore e rimane sterile.

Larghissime superfici furono così perdute in America. In Francia e nell'Europa Ovest, il male è meno apprezzabile per il buon senso contadino che ha evitato certi abusi e il dosaggio degli apporti chimici non ha prevalso sui biologici. Ovunque però sono seguite conseguenze spiacevoli con l'apparizione di vegetazione incapace di resistere ai parassiti. Indubbiamente lo sviluppo dei parassiti è un'altra conseguenza degli squilibri biologici e l'agricoltore ha il dovere, ora che ha elementi di giudizio e guida sicura, di rendersi conto della strada che percorre e della meta da raggiungere.

Oramai l'agricoltore sa che le trasmutazioni biologiche rappresentano nuovi concetti validi e praticamente efficaci, a condizione che il suolo coltivo sia vivo, ricco di microrganismi capaci di proliferare.

Un suolo alterato per gli abusi chimici deve essere ricostruito secondo le modalità agro-biologiche.

Il pedologi classici e gli agronomi legati al dogma bio-chimico non possono concepire di trovare nelle piante quello che non è stato apportato al terreno. Non sono quindi in grado di consigliare utilmente l'agricoltore.

Il divorzio fra l'agricoltura chimica e quella biologica è oramai in atto e noi non chiediamo la conversione e il riconoscimento degli errori passati. Ci accontentiamo che si agisca e si esperimentino le nuove direttive.

Sul piano pratico l'agricoltore deve ricordare che i concimi molto di rado sono assimilati dalle piante direttamente.

La utilizzazione avviene di norma attraverso gli intermediari microrganici che sono funghi, alghe microscopiche, bacteri e actinomiceti (che vivono come i bacteri e si

(2)In Italia la situazione è addirittura allarmante perché manca quasi ovunque la base Humus.

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riproducono come i funghi). Nel suolo a fertilità biologica ne esistono centinaia di milioni (e a volte miliardi) per centimetro cubo, senza contare gli organismi più evoluti come i lombrichi che sono meno resistenti alle avversità chimiche e scompaiono per primi quando il suolo è alterato chimicamente. Questi macrorganismi come la maggior parte dei microrganismi sono aerobi, cioè vivono all'aria. Inoltre si nutrono di materiale organico.

Esistono però anche i bacteri che vivono di minerali e senza aria; sono meno frequenti ma il loro compito è importante.

Senza questi intermediari nessuna coltivazione normale è possibile.

Per questo le arature devono essere superficiali o di sousolage (che non sotterra l'Humus pure dando aria in profondità). Con questi mezzi è possibile moltiplicare per tre, quattro, e perfino per dieci, la microflora. Ma nemmeno le arature sono sufficienti se il pii è eccessivo oppure insufficiente. Molti bacteri hanno necessità di un'acidità di circa pii 6,3.

Sopra il 7 l'attività rallenta o cessa.

L'analisi del terreno non è sufficiente per giudicare la fertilità. Ci sono carenze che risultano nelle piante e non nel terreno e viceversa. Il manganese contenuto nel terreno calcareo può rimanere senza effetto sulle piante che restano carenti.

Manca ancora in agricoltura un ente simile a quello dell'Istituto Pasteur che si occupa di medicina. Analogamente questo nuovo ente dovrebbe fornire le basi microrganiche selezionate destinate agli sviluppi commerciali.

Diluite in un mezzo nutritivo, sparse nei campi o iniettate alle basi delle piante, queste colture ristabilirebbero l'equilibrio vitale sempre che ben inteso anche il PII e la materia organica del terreno siano a componenti sufficienti.

Necessario predisporre un organismo scientifico agricolo capace di stabilire se e quali siano i componenti del terreno utili e quali debbano essere attivati per diventare assimilabili. È noto che i produttori di concimi chimici sono disposti a vendere qualsiasi prodotto sia richiesto dal mercato senza preoccuparsi del modo di sfruttamento.

Le indagini condurranno anche a paragonare le forme minerali e organiche dell'Urea per apportare gli Urobacilli e altri bacteri necessari a decomporla. Anche l'apporto del calcio deve essere controllato perché è tutt'altro che indifferente apportare calcare minerale morto da lungo tempo oppure calcare vivo e recente.

Il calcare delle alghe Lithothamne di recentissima raccolta, con i suoi pori e canali è invece perfettamente adatto alla vegetazione e alle trasmutazioni. Insomma non solo questi accenni presi ad esempio, ma tutta la parte biologica va riesaminata ed è da augurarsi che le istituzioni che ovunque in Europa si interessano alla cultura biologica, riescano ad indurre gli organismi ufficiali alle revisioni di concetti oramai sorpassati.

Fra le tante pubblicazioni che si occupano di questi problemi scelgo un esempio che traggo dalla rivista « Nature et Progrès » (settembre 1965).

Sono stati scelti due appezzamenti identici ed il primo ha ricevuto solo un « compost » fermentato; il secondo invece ha ricevuto letame e di conseguenza anche fosforo (assente invece nel compost).

Ogni mese sono stati prelevati e analizzati campioni.

Trascriviamo il risultato sul contenuto, in milligrammi, di fosforo per ogni analisi.

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Senza apporto di fosforo Con apporti di fosforo nel letame

Gennaio . . . . .

Febbraio . . . . . .

Marzo . . . . . . . .

Aprile . . . . . . . .

Maggio . . . . . . .

Giugno . . . . . . .

Luglio . . . . . . . .

Agosto . . . . . . .

Settembre . . . . .

Ottobre . . . . . . .

Novembre . . . .

Dicembre . . . . .

Totali

14

35

40

30

20

27

23

20

15

30

27

32

313

17

16

18

27

17

16

20

14

16

17

15

13

205

In totale 313 milligrammi ove non è stato aggiunto fosforo contro i 205 dell'appezzamento letamato e quindi fosfatato.

L'esperimentatore, il Sig. Cussonneau, ammira il « Miracolo della terra vivente » ed è giudizio da competente in quanto il Cussonneau è agricoltore e allevatore.

Altra constatazione è stata fatta dal Prof. Dahiez del Laboratorio del Suolo di Redon (Bretagna) che ha ottenuto incremento di fosforo con l'apporto di calcio.

L'Ing. Tavera in una sua proprietà in Linguadoca (Francia) ha constatato un aumento di potassio, senza apporto esterno, semplicemente per il fatto che il sottofondo conteneva il sodio del sale marino.

Citiamo ancora il Prof. Grashuis in Olanda, Direttore dell'Istituto di ricerche sull'alimentazione animale: egli ha controllato che l'abuso di concimi alcalini ha dato il 50 % di terre a pH troppo alto che hanno determinato carenze di manganese nel 30 % dei campioni di foraggi nonché carenze di rame nell'85,5 dei casi; così il siero del latte nel 57,3 % dei casi conteneva meno di 0,30 milligrammi per litro. Tali carenze determinavano la sterilità degli animali.

Il deficit in manganese e rame (e noi sappiamo che l'attività dei microrganismi è collegata anche al ferro) ha fatto concludere al Prof. Grashuis : « l'eccesso di calce provoca carenze di manganese, rame e ferro ».

Da questi accenni il lettore si sarà persuaso come certe risultanze o osservazioni siano aberranti viste secondo la chimica classica anche biologica e comprende anche meglio le spiegazioni del prof. Pochon che nel suo « Trattato di microbiologia del Suolo » scrive:

« I vermi della terra attraverso certe ghiandole, escretano CO3 e facendo confronti fra terreni identici con e senza lombrichi si è riscontrato che il terreno con i vermi era più ricco di calcio, magnesio e fosforo ».

Noi sappiamo quali collegamenti esistano fra questi tre elementi e sapendo anche che i vermi utilizzano la silice e l'argilla silicata, vediamo una prova di più della trasmutazione della silice in calce attraverso gli anelli del lombrico.

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Gli agronomi classici sono stupiti di come possano sparire ingentissime quantità di azoto e come non si riesca a ritrovarlo in nessun modo.

Nessuno ha pensato che l'azoto diventa carbonio e ossigeno:

N2 : = : C + O

La confusione è grande per la incapacità di questi agronomi classici di prevedere i risultati di apporti intensivi di concimi chimici.

Il fatto è che certi prodotti minerali non possono entrare in composizione nelle molecole organiche. Occorre una azione biologica che parte dal suolo e si vale dei microrganismi in esso contenuti.

Dare solamente concimi chimici è ingannare la pianta quasi come stimolare con aperitivi dimenticando la sostanza del pasto. Necessario è permettere ai microrganismi di vivere cioè preparare l'ambiente adatto ad un lauto pasto. Vivere è respirare cioè emettere gas carbonico CO2. Questo gas non va considerato come una sorgente di carbonio; al contrario è un scarto dannoso. I microrganismi devono prelevare il loro carbonio e il loro ossigeno dal suolo.

Si tenga presente che esistono, ed è vero, bacteri autotrofi che prelevano l'ossigeno e il carbonio dalle molecole' minerali (carbonati) ma questi bacteri sono poco numerosi (tiobacilli ecc.).

La maggior parte, e sono a miliardi in ogni grammo di terra, utilizzano solo il carbonio e l'ossigeno delle materie organiche.

L'apporto chimico deve quindi essere contemporaneo ad un adeguato apporto organico che mantenga in vita i micro-organismi. Caso contrario il terreno muore esaurito.

L'America ne ha avuto disastrose conseguenze(1).

Nella Francia tradizionalista la saggezza ha evitato di arrivare a questi estremi.

La necessità degli apporti organici è stata persa di vista dai troppo teorici della agronomia. Essi hanno dimenticato (o addirittura voluto ignorare) che occorre carbonio per vivere sia per i bacteri come per i funghi, gli actinomiceti, gli anellidi, i protozoi, ecc. costituenti la microfauna del suolo, tutti fattori indispensabili al fabbisogno radicale di materiale elaborato e dosato.

È a prevedere che le fabbriche di concimi chimici, per uniformarsi a questi principi, saranno condotte a produrre materie organiche per via sintetica. Ma la identità chimica non è sufficiente ed è dubbio che i prodotti sintetici siano biologicamente validi ed economicamente utilizzabili.

Comunque sia, fin d'ora, è compito degli agricoltori di impedire che continui la slittata verso la catastrofe, curando che i preziosi ausiliari della fertilizzazione abbiano sufficiente carbonio e materia organica per alimentarsi.

Inutile illudersi: la fatica dell'esaurimento viene prima o poi e ne deriva la morte.

La morte organica significa la sterilità della terra.

Malgrado queste premesse è necessario diffidare da ogni semplicismo e da ogni posizione dottrinale e assoluta! La vita è un fenomeno complesso e non si lascia racchiudere in principi elementari e universali. Un esempio può chiarire le idee, e, se pure non riguarda direttamente l'agricoltura, completa la visuale sui piccoli animali del suolo.

Il Centro Nazionale di Ricerche Scientifiche installato nella grotta di Moulis (Ariège) ha studiato la microfauna e la fauna cavernicola. Certi granchiolini, i Niphargus vivono nell'argilla delle grotte; lasciati senza nutrimento cessano di svilupparsi e muoiono in pochi

(1) E l'Italia ancora di più!

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mesi. Nutriti con pezzetti di carne si sviluppano ma muoiono dopo un anno.

Per contro messi in recipienti contenenti argilla, senza alimentazione esterna si sviluppano e vivono normalmente.

L'argilla sembra dunque indispensabile a rappresentare un alimento esclusivo.

Senza argilla la vita nelle caverne è impossibile. Sembra che siano i bacteri a vitalizzare l'argilla, comunque è sempre l'argilla che costituisce la materia prima indispensabile ed evidentemente qiiesti bacteri vivono senza materia organica; sono anaerobici (non hanno bisogno di aria). Senz'altro rimangono anche privi del carbonio dei gas organici, e non possono nemmeno ricavare il carbonio dalla argilla che non ne contiene.

Nemmeno possono trovare carbonio nel materiale organico o minerale che non esiste.

Anzi, come abbiamo visto, se si aggiunge nutrimento organico i granchiolini anche se riescono a vegetare muoiono presto.

D'altra parte indubbiamente questi granchiolini respirano, e respirare vuoi dire emettere gas carbonico.

Nel CO2 l'ossigeno può venire dall'acqua, ma il carbonio donde viene?

Comunque si studi il problema, non esiste soluzione, secondo la chimica classica.

L'unica soluzione è in sede di trasmutarioni con l'ammettere che i silicobacteri siano capaci di dissociare la silice della argilla C + O ricavandone ossigeno e carbonio.

Ma non solo carbonio e ossigeno necessita ai granchiolini; sono assolutamente indispensabili: sodio, magnesio., fosforo, zolfo, potassio, e specialmente calcio, tutti elementi 'di norma assenti nell'argilla e che si creano con successive trasmutazioni.

Prima di passare ad altri argomenti la nostra attenzione deve rivolgersi ancora al bilancio del potassio in agricoltura. Le norme ufficiali oggi in vigore fanno una distinzione fra K scambiabile e K fisso.

Questa distinzione non ha ragione di essere fanto è vero che molte volte il potassio utilizzato ed "esportato" dalla vegetazione è doppio del quantitativo di K scambiabile.

Il dato K scambiabile che si prescrive solubile in acido ossalico non ha nessun significato perché i bacteri del suolo sono capaci di utilizzare anche il potassio fisso non solubile.

Una comunicazione del 12 gennaio 1966 alla Accademia di Agricoltura ha constatato che le piante "esportano" in media il 10 % in più del potassio totale disponibile, cioè non solo utilizzano anche il cosidetto potassio fisso ma ancora ne creano dell'altro!

Quest'aumento non può avvenire che in funzione trasmutativa biologica.

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VISIONI D'AVVENIRE

«Non è buon segno negare qualcosa che si constata, semplicemente perché non sciamo a comprenderla».

Prof. PICCARDI

Non è possibile, in una piccola trattazione quale la presente, che vuole essere semplice e di iniziazione, passare in rivista tutte le conseguenze che si intravvedono come trasmutazioni. Cercheremo di riassumerle.

1) GENESI DELLA TERRA: (e può darsi di altri pianeti). Silice - Alluminio

Per ammissione generale i pianeti molto lontani dal sole hanno una atmosfera di ammoniaca (io direi piuttosto di azoto). L'attività solare, probabilmente per la grande distanza. è minore e le trasmutazioni non biologiche si farebbero molto lentamente. Per questo, tali pianeti si trovano in uno stato di minore evoluzione rispetto alla Terra.

Logica la supposizione che quattro miliardi di anni fa, questo nostro pianeta, ancora in formazione, fosse ancora una massa gassosa ricca di azoto. In seguito l'azione dei raggi solari e cosmici, avrebbe provocato una condensazione secondo la formula:

2 147N : = : 2814Si

dato che l'azoto è normalmente a due atomi.

Questa produzione di silice, converge con altre provenienze nei tempi successivi e le alghe microscopiche si contornano di una membrana silicea anche quando l'ambiente, nel quale si sviluppano, cioè l'acqua, non contiene silice. E quand'anche la silice fosse fissata da quella contenuta nell'acqua, è sciocco asserire che tutta proviene dall'acqua, dato che la produzione in silice sorpassa in peso e in volume l'acqua nella quale vive. Costituisce anzi immensi banchi che di volta in volta si chiamano: diatomee, kieselghur, terra di infusorii... ecc.

Il silicio può perdere un protone: silicio meno idrogeno eguale alluminio. Con questo si costituisce il terreno ricco di silice, alluminio, argille silicate, cioè il terreno primario.

Questo legame siliceo con alluminio non è una semplice congettura teorica. Ho dimostrato nel mio libro « Trasmutazione a debole energia » che aggiungendo alluminio in polvere ai mangimi dei conigli, si trova nei loro corpi inceneriti più silicio che non negli animali rimasti senza alluminio.

Un'altra osservazione si è presentata alla nostra mente(1). Dato che siamo arrivati a riconoscere che silice è carbonio più ossigeno si intravede una spiegazione delle proprietà dei siliconi. I composti organici del silicio hanno molte analogie con i composti organici del carbonio. Si può pensare che tali analogie nascano dal fatto che il silicio è in fondo un complesso carbonato. Per di più i siliconi non si formano in un ambiente ricco di ossigeno forse appunto perché l'ossigeno è già legato al carbonio come costituente del silicio.

2) CARBON FOSSILE - PETROLIO:

Le reazioni trasmutative fanno sorgere nuove ipotesi sulla origine del carbone e della nafta. Esistono rocce che possono contenere anche il 20 oppure il 30 % di grafite e sono rocce anteriori alla apparizione dei vegetali sulla terra. L'origine non è quindi organica e lo

(1)Il Dott. Kervran nella sua qualità di medico alle malattie del lavoro, è specializzato nella silicosi.

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stesso potrebbe essere per la nafta.

3) ZOLFO:

Lo zolfo è legato al fosforo (più idrogeno). Però la struttura che io propongo ha lo stesso risultato che un doppio atomo di ossigeno, cioè:

2 168O : = : 3216S

Così l'origine dello zolfo fin qui misterioso, potrebbe anche essere un « condensato » di ossigeno. Del resto ogni chimico sa quanta affinità vi sia fra ossigeno e zolfo. Lo zolfo dei vulcani avrebbe questa origine.

Negli aminoacidi fra le catene di proteine, esistono ponti sia di zolfo che di fosforo; la natura passa facilmente da uno all'altro elemento.

4) OSSIGENO :

Si presume che all'origine della terra non esistesse e io faccio la ipotesi che provenga dall'azoto:

2N : = : C + O

Secondo questa ipotesi, sotto incidenza delle radiazioni solari, l'azoto avrebbe prodotto silice oppure carbonio e ossigeno. E man mano che la terra si consolidava, l'atmosfera si arricchiva di ossigeno, l'evoluzione si accentuava e la vita diventava prima possibile poi attiva. Le stesse atmosfere di Venere e di Marte, si spiegano con i nostri studi.

5) MAGNESIO :

Il carbonio può dare magnesio perché:

2 126C : = : 2412Mg

Non è nemmeno questa una semplice formula teorica. Proiettando con l'acceleratore delle particelle, un nucleo di carbonio su di uno schermo di carbonio, si è riusciti a ottenere il magnesio.

Praticamente in natura, può prodursi Silice oppure Azoto oppure Magnesio e questo in dipendenza dei fasci di raggi che investono la terra e variano con la sua rotazione.

6) FILOSOFIA E METAFISICA:

A questo modo tutta la genesi del nostro pianeta e la sua evoluzione, sono da riconsiderare; si aprono nuovi orizzonti non solamente ai geologi, ma anche ai filosofi e ai metafisici. Nuovi oggetti di meditazione per il fatto che, contrariamente alle affermazioni classiche, il fenomeno vitale non è solo chimico o fisico. Anche se è indubbia l'importanza della chimica e della fisica esistono altri fenomeni che si chiamano trasmutazioni biologiche.

Con questo non si vuoi dire di avere fatto un nuovo passo per comprendere che cosa

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è la vita. Al contrario, alla nuova luce, essa appare anche più complessa di quanto si riteneva.

Guardiamoci dal generalizzare, restiamo modesti, misuriamo la nostra ignoranza!

« Quando noi enunciamo una teoria generale (sono parole di Claude Bernard) la sola cosa di cui siamo certi, è che tutte le teorie sono false, parlando in modo assolutistico, perché esse dovranno modificarsi con l'accrescere della scienza, e tanto più quando la evoluzione scientifica è agli inizi. Quello che distingue il vero scienziato non è fare nuove scoperte, a volte dovute al caso, ma trovare le leggi che regolano i fenomeni ».

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MEDICINA E BIOLOGIA

«Che un novizio osi contraddire i Maestri, o anche solo tenti, il che è più sciocco ancora, di convincerli,

testimonia in effetti una singolare inesperienza del mondo e una ostinazione giovanile».

GOETHE

Questa citazione di Goethe ricorda quanto sia difficile fare ammettere ai Maestri ciò che non hanno essi stessi trovato. È una pusillanimità dell'animo umano purtroppo vera in molti uomini anche della scienza; il sapere non cambia l'animo e non porta l'intelligenza. Sono cose del tutto differenti e non è detto che i nostri contemporanei siano più intelligenti degli antichi Ateniesi e Romani.

La specializzazione a oltranza condanna troppi scienziati a non vedere nulla al di fuori della loro disciplina, e pochissimi conservano intatta la facoltà di giudizio così da non seguire ciecamente determinati dogmi o dogmatismi. Troppe volte oggi anche la Scienza è diventata un mestiere e il vero spirito scientifico, il solo che deve contare, è prerogativa di una esigua minoranza.

Ho citato grandi nomi della Scienza, che dominano il lotto anonimo di specialisti fabbricati in serie nelle nostre scuole. Sono nomi illustri, che mi hanno dato appoggio e incoraggiamenti facendo conoscere i miei lavori nelle foro lezioni, nei loro libri, nelle loro visite da un capo all'altro del mondo. Per essi solo i fatti contano e siccome sono fatti che si possono riprodurre da chiunque, non possono essere contestati che dalle persone in mala fede.

Si può discutere sul meccanismo, data la impossibilità di esplorare quello che succede a livello degli atomi; dobbiamo basarci su ipotesi; ma tutte le scienze sono basate su ipotesi. Non siamo in biologia fra le scienze esatte, perché semplici. In biologia i parametri sono numerosi e interferiscono fra di loro.

La medicina è chiamata arte e in teoria è una scienza semplice. La biologia la sorpassa in complicazioni, anche se la medicina moderna ha fatto enormi progressi che nessuno vuole contestare.

Io spero che il lettore che mi ha seguito, si sia convinto che esistono fenomeni di trasmutazioni, che nessuno può seguire; i quali danno origine a una serie di nuove osservazioni coerenti ai fatti, spiegabili biologicamente mentre rimangono inaccessibili alla scienza classica.

Mi auguro che i lettori del presente libro siano invogliati ad approfondire le loro conoscenze sui tre libri recentemente pubblicati e specialmente su: «Trasmutazioni a deboli energie» che costituisce, in sintesi, anche se non riproduce in dettaglio, gli altri due.

La conclusione generale da ricordare dalle precedenti pagine, è che il fenomeno della vita è strettamente legato a quello delle trasrnutazioni. (Con questo non si escludono altre possibilità sotto l'effetto di forze fisiche potenti).

Evitiamo però il semplicismo di credere che le reazioni trasmutative siano automatiche e avvengano sempre e dappertutto. Appunto perché sono biologiche si realizzano in condizioni ambientali favorevoli, sotto l'effetto di enzimi specifici e a volte a determinate temperature.

Per questo il compito del medico, del biologo, del veterinario, dell'agronomo, dell'allevatore, del coltivatore, diventa anche più complesso; non si tratta più di reazioni

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chimiche e bisogna valersi della presenza di un catalizzatore enzimatico che deve trovarsi nelle cellule o essere contenuto nei microrganismi.

La presenza di questi enzimi dei microrganismi, e beninteso degli elementi da trasmutare, a volte non basta. Nel terreno, per esempio, bisogna che i microrganismi si trovino in condizione da proliferare e cioè anche il pH sia contenuto entro limiti molto ristretti (fra 6 e 7)(1).

La abbondanza di bacteri addormentati in terreno troppo acido o troppo basica, può dimostrarsi inutile e provocare carenze nella vegetazione anche quando il suolo non è affatto carente.

Ogni caso va studiato a parte, la biologia è troppo complicata per gli amatori delle cose semplici e delle scienze esatte!

(1)La temperatura migliore è sempre quella fra i 30 e 40 gradi, quale si sviluppa nei letamai e nei terricciati ben

condotti.

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ANNESSI (1)

«Ci sono dei fatti eretici. Sono considerati tali perché comportano interrogativi che disturbano

la tranquillità intellettuale di molte persone; per questo è necessario spiegarli più completamente».

F. BRUNO

Nei miei studi ho configurato schematicamente i nuclei degli atomi, per rendere più evidente come siano possibili i passaggi fra l'uno e l'altro elemento.

Trattandosi di energie relativamente deboli, sono stato costretto a supporre che i nuclei non siano degli ammassi di nucleoni indifferenti fra loro, ma che siano collegati a grappoli che si spostano in blocco. Per questo i nuclei vanno considerati come un insieme ed è un errore studiarne le particelle singolarmente.

Come primo interessante elemento ho considerato il Litio, 3Li, che ha due isotopi stabili, il 6 e il 7. Il 7 che è l'isotopo più abbondante (4 neutroni, 3 protoni) ha un ruolo importante. Anche se non esiste libero negli organismi, che in minime proporzioni; sta di fatto che il Litio spiega molte importanti trasmutazioni a dimostrare che la Natura se ne serve come parte costituente di alcuni nuclei atomici.

I miei studi mi hanno portato a immaginare che gli elementi inferiori atomici si spostino globalmente cioè assieme quasi elementi prefabbricati e sotto l'azione di deboli energie riescano ad affiancarsi ed agganciarsi ad altri nuclei senza rottura dei nuclei reciprocamente interessati.

Non ne deriva, secondo questo concetto né una fissione atomica, né una vera fusione fisiconucleare e nemmeno le energie che collegano i nuclei risultano molto alterate.

Risulta d'altra parte evidente che nell'interno della nuova costruzione atomica, non si deve più parlare di medie energie. Non esiste una media fra nucleoni di atomi che si affiancano o si agganciano elementi non omogenei. La media del peso fra un elefante e nove pulci non ha significato.

(1)A questo punto l'autore entra in argomento scientifico e in figurazioni meno elementari. D'accordo con l'autore stesso

che ritiene inutili trattazioni complesse nella edizione italiana di volgarizzazione, omettiamo di tradurre alcuni capitoli e

rimandiamo gli interessati alle pagine 160 e seguenti della edizione francese. Nel capitolo seguente riporteremo solo le

conclusioni.

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DISCUSSIONI TEORICHE (1)

«Con che diritto ordinate Voi a un fatto: Vattene?».

VICTOR HUGO

«In nessun caso è possibile opporre ad un fatto dei ragionamenti».

LACARDAIRE

«Occorre una singolare testardaggine per pretendere di avere ragione contro i fatti».

Prof. DELBET

Il presente capitolo prepara gli spiriti alla confutazione degli oppositori.

Ci sono oppositori per sistema e non c'è nulla da fare, ma ci sono anche quelli che non hanno il partito preso, e hanno il diritto di possedere tutti gli elementi di giudizio per studiare seriamente la questione.

E così si deve fare, come disse anche il Prof. Furon della Sorbona nella « Rivista Generale delle Scienze » (aprile 1963).

« Lo sviluppo rapido delle conoscenze scientifiche esclude tutte le ortodossie e ogni conformismo ».

Noi non dobbiamo più stupirci di nulla di fronte ai risultati poiché sono quelli che contano e non le teorie.

La chimica è la scienza del trasferimento degli elettroni fra gli strati periferici degli atomi, quindi scienza di molecole, non di nuclpi atomici. I fenomeni trasmutativi che ho messo in evidenza si riferiscono alla ristrutturazione degli atomi per mezzo delle energie enzimatiche e a livello dei nuclei atomici.

Si tratta perciò di una scienza nuova e la vera chimica che si mantiene nei suoi limiti non è per nulla in causa.

Non lo stesso si può dire per gli scienziati della fisica atomica. Questa scienza giovane, presuntuosa, studia appunto il nucleo atomico ed è a diretto contatto con il dominio dei miei studi.

Anche questi ultimi sono in errore. Si basano su calcoli che essi applicano perentoriamente.

Purtroppo nessuno di questi calcoli è valevole perché sono falsi i postulati di base quando si riferiscono alle trasmutazioni biologiche. Si sono infatti voluti applicare in campo biologico delle leggi di fisica che non si basano su osservazioni biologiche.

Il fisico Brillouin ha scritto: « Molti sapienti pensano che le leggi attuali della fisica e della chimica non siano suf. ficienti a spiegare tanto strani fenomeni ».

Le stesse teorie di Einstein non sono mai state considerate nel quadro biologico. Non mi si faccia dire che io mi oppongo a Einstein e alle leggi sue di cui lo stesso

Einstein ha circoscritto la portata. Queste leggi sono valide per i fenomeni conformi ai postulati di partenza; applicate in altri campi conducono all'assurdo.

(1) N. d. T. - Gli interessati potranno leggere nella edizione francese più dettagliate spiegazioni.

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AGGIUNTA ALLA EDIZIONE ITALIANA (1)

CHIARIMENTI SULLA TABELLA A (pag. precedente)

I nuclei degli atomi di Carbonio, di Azoto e di Ossigeno possono essere schematizzati come indicato nella linea superiore.

Il « cuore » del nucleo segnato B con un circolo in realtà è composto di 5 protoni e 5 neutroni e corrisponde ad un nucleo di Bora.

Noi sappiamo che il nucleo dell'Idrogeno H, ha un solo protone. Se lo affianchiamo all'esterno di B otteniamo 6 protoni e cioè il Carbonio. Se invece aggiungiamo due volte H arriviamo a 7 protoni cioè all'Azoto.

Per ottenere l'Ossigeno che ha 8 protoni si aggiungono 3 H. Queste aggiunte sono e rimangono esterne al nucleo V e si muovono su un'orbita più lontana dal centro di quanto siano i protoni del Boro.

Più lontani significa più debolmente collegati, ,e possono così passare da un «cuore» ad un altro, il totale dei protoni però non cambia.

Nella seconda fila della tabella, i nuclei sono composti da due « sottonuclei » cioè di due complessi é ci siamo limitati a collegare i nuclei di Boro, di Carbonio, di Azoto e di Ossigeno, quelli cioè della prima fila.

Abbiamo chiamato questi nuclei composti « Nuclèaron » (il suffisso AR stà ad indicare in esperanto appunto gruppo od assieme).

Come si rileva dalla figura, il Sodio (Boro + Carbonio) ha 11 protoni ed è composto da due nuclèaron che girano uno attorno all'altro. In trasmutazione biologica non è possibile dislocare un nuclèaron, occorrerebbe troppa energia, è sempre possibile invece separare fra loro i nuclèaron e sostituirli accollandone un altro.

Come si vede dalla figura, nella seconda linea, il Magnesio ha un protone in più del nucleo del Sodio : si presenta cioè come Sodio + Idrogeno ma è anche due volte il Carbonio.

Il nucleo di Silicio, sempre nella seconda linea, può essere costituito da due nuclèaron di azoto. Ma se uno dei protoni periferici abbandona uno dei nuclèaron dell'Azoto, questo diventa Carbonio.

A sua volta il secondo nuclèaron con protone in più diventa Ossigeno.

Dunque il Silicio può essere benissimo 7N + 7N oppure 6Ci + 6O.

Risulta comunque che il Boro è al centro delle trasmutazioni (prima linea) e si può ammettere che i protoni aggiunti mentre girano attorno al cuore di Baro possono passare da un nuclèaron all'altro. Non fa differenza che si ritrovino due protoni satelliti attorno ad un Boro che diventa Azoto oppure un satellite solo attorno ad un Boro (e allora è Carbonio) e tre protoni attorno all'altro Boro che diventa Ossigeno.

Se osserviamo la figurazione a destra della seconda fila troviamo molte semplici trasmutazioni.

Infatti se al Silicio aggiungiamo un protone sul nuclèaron Carbonio, otteniamo l'Azoto,

(1) N. d. T. - Il libro del Dott. Kervran svolge sotto questo titolo considerazioni scientifiche che noi ricorderemo molto

brevemente. Lo stesso Dott. Kervran ci ha autorizzati a pubblicare invece la tabella A e ne fornisce i chiarimenti.

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ma allora si arriva ai 15 protoni e cioè al Fosforo che può quindi derivare da:

14Si + H1 : = : 15P

oppure da

15P := : 7N + 8O

ma può anche essere

15P : = : 7N + 7N + 1H

Non risulta dal disegno ma è evidente che essendo l'Azoto 7N + 1H equivalente a Ossigeno, si arriva alla creazione dello Zolfo:

15P + 1H : =: 8O + 8O : = : 16S

La conclusione è che lo Zolfo è composto da due Ossigeni e che se perde un Idrogeno diventa Fosforo.

Questo vuoi dire che portando Azoto ai bacteri (per esempio con una leguminosa) i bacteri stessi, con l'ossigeno dell'aria apponano Fosforo.

Si può anche prevedere un'altra scomposizione perché il Fosforo è anche Magnesio + Litio che corrisponde a 2 di carbonio più 3 protoni.

15P : = : 12Mg + 3Li

Esaminiamo ora il Potassio che ha un nucleo composto di 3 nuclèaron. Il Potassio è 19K. figurato nella terza linea ed è composto di

6C + 6C + 7N : = : 19K

Però sappiamo che C + C è Magnesio quindi è anche vero:

12Mg + 7N : = : 19K

Se però uno dei protoni di C passa sull'Azoto il Carbonio si trasmuta in Boro e l'Azoto diventa Ossigeno. Se ne deduce che si può ottenere il Potassio da Baro più Carbonio più Ossigeno. Siccome ancora Boro più Carbonio è Sridio, si arriva a concludere che il

Potassio è Sodio più Ossigeno (o anche Magnesio più Azoto)

Questo spiega teoricamente l'azione delle alghe lithothamne.

Esse apportano Magnesio e se il suolo è ricco in bacteri e in Azoto (leguminose) l'apporta delle alghe equivale a Magnesio più Azoto che diventa Potassio, operazione equivalente a quella dell'apporto della potassa organica.

E veniamo al Calcio che ha un protone in più del Potassio.

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Fig. 10. - Esempio del Fosforo. I linea: il Carbonio 6C è raffigurato da un esagono: 6 angoli = 6 protoni. Il Litio 3Li è raffigurato da un triangolo: 3 angoli = 3 protoni. Il Fluoro 9F si ottiene mediante l'inserzione del Litio al centro del Carbonio. Il Magnesio, 12Mg risulta dalla giustapposizione di 2 nuclei di Carbonio. II linea: Aggiungendo 1 Carbonio ad 1 Fluoro si ha 1 Fosforo 15P. Ma come si vede, lo schema del P è anche Mg + Li. (Non sono da escludere altri schemi, perché la Natura spesso dispone di molte possibilità; ad esempio il ravvicinamento dei nuclei della molecola NO con 15N e 16O; ma per ora nessun esperimento ha confermato questa ipotesi).

Il Calcio meno Idrogeno diventa Potassio. Se aggiungiamo 1H all'Azoto del Potassio mentre i 2 C del Potassio corrispondono al Magnesio, il 2 C più O del Calcio equivale a Mg + O.

Vediamo ancora il secondo schema del Potassio che rappresenta E + C + O (e B + C = Sodio) e aggiungiamo 1H al Boro. Questo diventa Carbonio e allora si ha due C + Magnesio che può anche scriversi C + (C + O) che vuol dire C + Silicio. Dunque il Calcio è sempre ottenibile con Potassio + Idrogeno oppure Magnesio + Ossigeno anche con Silicio Carbonio e sono tutte trasmutazioni reversibili.

Conviene rivedere la tabella della pag. 8 per precisare che finora non ho mai constatato che né il Neon, né l'Helio siano utilizzati dalla Natura nelle trasmutazioni.

Solo sei elementi che rimangono nella seconda linea, più naturalmente l'Idrogeno, della prima linea, in totale 7 elementi, sono da considerare agli effetti trasmutativi.

Essi sono: Idrogeno, Litio, Boro, Carbonio, Azoto, Ossigeno e Fluoro. Naturalmente anche altri elementi delle linee successive intervengono nelle più complesse trasmutazioni avvalendosi dei primi sette e il disegno diventa complicato e interessa proprio gli elementi nella fertilizzazione: Boro, Sodio, Potassio, Zolfo, Fosforo, Calcio. Magnesio.

Interessantissimo il sistema di produzione del Fosforo, una delle molte trasmutazioni relative al Fosforo riportato dalla fig. 10.

Il Fosforo si può quindi ottenere anche trasmutando il Magnesio, il Litio, e il Fluoro, con il Carbonio o anche solo da Carbone più Litio.

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INDICE

PRESENTAZIONE ............................................................................................................................. 2

INTRODUZIONE ............................................................................................................................... 3

PRELIMINARI ................................................................................................................................... 4

OSSERVAZIONI PRATICHE PERSONALI ....................................................................................13

OSSERVAZIONI ANORMALI SULLE PIANTE ............................................................................17

ANOMALIE NEI MINERALI ..........................................................................................................19

PROVE DI COME AVVENGONO LE TRASMUTAZIONI E LORO MECCANISMO ................24

PRINCIPALI TRASMUTAZIONI STUDIATE ................................................................................34

RICERCHE SULLE PIANTE ...........................................................................................................41

APPLICAZIONI E SVILUPPI ..........................................................................................................43

VISIONI D'AVVENIRE ....................................................................................................................54

MEDICINA E BIOLOGIA ................................................................................................................57

ANNESSI .......................................................................................................................................... 59

DISCUSSIONI TEORICHE ..............................................................................................................60

AGGIUNTA ALLA EDIZIONE ITALIANA .................................................................................... 62

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