Babilonia. La Torre di Babele, Mito e realtà. · popolazione in Babilonia. La cattività ebraica...

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Babilonia.

La Torre di Babele,

Mito e realtà.

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Profilo del Relatore: Prof. Paolo Brusasco

Il Prof. PAOLO BRUSASCO insegna “Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico” presso la Scuola di Scienze Umanistiche dell’Università di Genova.

Laureatosi nel 1988 in Archeologia e Storia dell'Arte del Vicino Oriente Antico col Prof. A. Invernizzi all'Università di Torino, ha successivamente conseguito il Ph D in Archeologia del Vicino Oriente Antico all'Università di Cambridge (UK) sotto la supervisione della Prof.ssa J. Oates e del Prof. I. Hodder. Già Research Fellow in Archeologia dell'Università di Cambridge e di Malta, ha tenuto lezioni e seminari in diverse università.

Il suo campo di ricerca e le sue pubblicazioni comprendono l'archeologia e la storia dell'arte della Mesopotamia, del Vicino Oriente antico e del Mediterraneo, con particolare attenzione alla studio sociologico e simbolico dello spazio urbano e domestico, e del rapporto semiotico tra dati materiali e testuali.

E’ supervisore di importanti scavi in Iraq, Siria e nel Mediterraneo. In particolare, sta sviluppando un progetto scientifico di scavo e scambio interculturale nel Kurdistan iracheno al fine di indagare il cuore dell’impero assiro. Tra le sue pubblicazioni:

• The Archaeology of Verbal and Nonverbal Meaning. Mesopotamian Domestic

• Architecture and its textual Dimension (Archaeopress, Oxford, 2007), La Mesopotamia prima dell’Islam (Bruno Mondadori, Milano 2008) e Babilonia. All’Origine del mito (Cortina, Milano 2012). Ha recentemente pubblicato:

• Looting the Past: Syria’s Cultural Heritage under Attack; Another Iraq? (Padova: Libreriauniversitaria.it Edizioni, 2012).

Nella presentazione del relatore il Presidente ha ricordato che il nostro Club già nel 1998 ebbe una serata dedicata alla Torre di Babele, relazione tenuta dal nostro socio Gian Maria Capuani (“Riflessioni attuali sulla mancata costruzione della biblica torre”) e ringrazia il relatore per la nuove chiavi di lettura degli eventi storici, passati e più recenti che egli ci vorrà fornire.

La torre di Babele ha assunto nella nostra cultura il ruolo di un simbolo, simbolo di confusione, causata dall’impossibilità di comunicare tra genti con diversa cultura e diversi linguaggi. In realtà questa straordinaria costruzione fu realmente edificata per volere del grande re Nabucodonosor. Il progetto prevedeva l’edificazione di una Zigurat (torre) alta sino al cielo, a simboleggiare la grandezza della città di Babilonia e del suo re e la perizia delle maestranze del regno. Si trattava, come testimoniano gli scavi nel sito archeologico di Babilonia ed un antico testo babilonese, di una costruzione a pianta quadrata di 91 metri di lato. La fragilità del progetto non fu causata da caos interculturale ne’ la costruzione fu ostacolata dagli dei, oltraggiati dall’orgogliosa grandiosità del progetto. La torre ebbe fondamenta di mattoni e bitume: furono dunque meramente strutturali le cause della sua rovina.

Ma quali sono le origini del mito? Il relatore, professor Paolo Brusasco, con il suo appassionato racconto supportato da evidenze storiche ed archeologiche, ha ricostruito e contestualizzato gli accadimenti relativi alla torre con altri importanti eventi storici. All’inizio del VI secolo a.C. Nabucodonosor per due volte invase il territorio di Gerusalemme, distrusse i simboli religiosi della città, razziò le ricchezze e deportò la popolazione in Babilonia. La cattività ebraica in Babilonia si prolungò per 60 anni e l’epoca coincise con quella dello sviluppo del progetto e l’inizio della costruzione della Zigurat.

L’origine del mito della Torre di Babilonia trova le sue più probabili radici nella interpretazione che gli ebrei, fedeli al loro unico Dio, deportati e ridotti in schiavitù, diedero ad un progetto grandioso, colmo di significati celebrativi della grandezza di una città posta al crocevia del mondo, piena di ricchezza e di abitanti appartenenti a diverse etnie, nella quale si parlavano diversi linguaggi e si confrontavano creativamente diverse culture.

Gli ebrei del tempo, popolo di pastori, poco inclini al confronto culturale, attribuirono al progetto significati diversi: l’interculturalità fu tradotta in Caos, la grandiosità del progetto venne interpretata come una sfida a Dio ed il crollo della torre come la giusta, divina punizione. Ma la vera distruzione di Babilonia e’ di epoca molto più recente. Nel 2003 sul sito archeologico Babilonese, già sfregiato dalle grossolane ed incompetenti ricostruzioni volute da Saddam Hussein, e’ stata installata la base Americana/polacca Camp Alpha. Su quest’ ultima parte, molto recente, della storia di Babilonia si è particolarmente soffermata l’attenzione del pubblico e ci sono stati diversi interventi.

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Sintesi della relazione (1/2)

Nella presentazione del relatore il Presidente ha ricordato che il nostro Club già nel 1998 ebbe una serata dedicata alla Torre di Babele, relazione tenuta dal nostro socio Gian Maria Capuani (“Riflessioni attuali sulla mancata costruzione della biblica torre”) e ringrazia il relatore per la nuove chiavi di lettura degli eventi storici, passati e più recenti che egli ci vorrà fornire.

La torre di Babele ha assunto nella nostra cultura il ruolo di un simbolo, simbolo di confusione, causata dall’impossibilità di comunicare tra genti con diversa cultura e diversi linguaggi. In realtà questa straordinaria costruzione fu realmente edificata per volere del grande re Nabucodonosor. Il progetto prevedeva l’edificazione di una Zigurat (torre) alta sino al cielo, a simboleggiare la grandezza della città di Babilonia e del suo re e la perizia delle maestranze del regno. Si trattava, come testimoniano gli scavi nel sito archeologico di Babilonia ed un antico testo babilonese, di una costruzione a pianta quadrata di 91 metri di lato. La fragilità del progetto non fu causata da caos interculturale ne’ la costruzione fu ostacolata dagli dei, oltraggiati dall’orgogliosa grandiosità del progetto. La torre ebbe fondamenta di mattoni e bitume: furono dunque meramente strutturali le cause della sua rovina.

Ma quali sono le origini del mito? Il relatore, professor Paolo Brusasco, con il suo appassionato racconto supportato da evidenze storiche ed archeologiche, ha ricostruito e contestualizzato gli accadimenti relativi alla torre con altri importanti eventi storici.

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Sintesi della relazione (2/2)

All’inizio del VI secolo a.C. Nabucodonosor per due volte invase il territorio di Gerusalemme, distrusse i simboli religiosi della città, razziò le ricchezze e deportò la popolazione in Babilonia. La cattività ebraica in Babilonia si prolungò per 60 anni e l’epoca coincise con quella dello sviluppo del progetto e l’inizio della costruzione della Zigurat.

L’origine del mito della Torre di Babilonia trova le sue più probabili radici nella interpretazione che gli ebrei, fedeli al loro unico Dio, deportati e ridotti in schiavitù, diedero ad un progetto grandioso, colmo di significati celebrativi della grandezza di una città posta al crocevia del mondo, piena di ricchezza e di abitanti appartenenti a diverse etnie, nella quale si parlavano diversi linguaggi e si confrontavano creativamente diverse culture.

Gli ebrei del tempo, popolo di pastori, poco inclini al confronto culturale, attribuirono al progetto significati diversi: l’interculturalità fu tradotta in Caos, la grandiosità del progetto venne interpretata come una sfida a Dio ed il crollo della torre come la giusta, divina punizione. Ma la vera distruzione di Babilonia é di epoca molto più recente. Nel 2003 sul sito archeologico Babilonese, già sfregiato dalle grossolane ed incompetenti ricostruzioni volute da Saddam Hussein, e’ stata installata la base Americana/polacca Camp Alpha. Su quest’ ultima parte, molto recente, della storia di Babilonia si è particolarmente soffermata l’attenzione del pubblico e ci sono stati diversi interventi.

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Cartina geografica dell’Iraq e paesi confinanti. La Mesopotamia e Babilonia. Bab-ilu o Bab-ilim, la “porta del dio/degli dei”.

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Il mito della torre di Babele. - Pieter Bruegel il Vecchio, Torre di Babele, c. 1563 (olio su tavola, 60,5 × 74,5 cm). Museum Boijmans van Beuningen, Rotterdam. - Julee Holcombe, Babel Revisited, 2004 (stampa digitale Iris, 107,5 × 112,5 cm). Conner Contemporary Art, Washington (DC).

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Oltre il mito: la tragedia delle recenti distruzioni di

Babilonia.

Suad al-Attar, Cry of Mesopotamia, 2004 (acquarello).

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Babilonia, la base Camp Alpha (2003-2004): Rapporto finale UNESCO, giugno 2009.

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Base Camp Alpha: 150 ettari, 2000 soldati USA e polacchi, nella città interna di Babilonia (2.99 km q.).

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Danni alla Porta di Ishtar (VI sec. a.C.).

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Danni alla Via delle Processioni (VI sec. a.C.).

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1. Danni 2003 alla ziqqurrat Etemenanki: trincea anti-carro-armato; 2. Danni 2003 per HESCO containers. 3. Danni alle mura interne; 4. Danni 2012: oleodotto.

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1978-1987: restauro saddamiano di Babilonia; Saddam Hussein e il Festival di Babilonia (dal 1987 al 2002).

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Alla ricerca di Babele e della torre.

Pietro della Valle (1586-1652): il tell Babil.

“Turris Babel” di Atanasio Kircher, Amstelodami 1679,

(disegno ripreso da quelli di Pietro della Valle).

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John Eldred (1552-1632): la ziqqurrat cassita di Dur-Kurigalzu (Aqar Quf, presso Baghdad). Claudius Rich (1787-1821): Birs Nimrud (antica Borsippa).

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La Babilonia di Hammurabi (1792-1750).

Testa regale di Hammurabi

(o un sovrano di Eshnunna)

da Susa (Elam, Iran), ma

originaria della Mesopotamia

(h 15 cm, diorite).

Museo del Louvre, Parigi.

“L’orante di Larsa” (forse

Hammurabi) (19,5 x 14,8

cm, bronzo, foglia d’oro per

viso e mani), Larsa. Museo

del Louvre, Parigi.

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Il Codice di Hammurabi (h 2,25 m, diorite), XVIII secolo a.C. Museo del Louvre, Parigi. Colloquio tra Hammurabi orante e il dio Shamash assiso.

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Rilievo Burney di terracotta, “La regina della notte”, (49,5 x 37 cm), 1800-1750 a.C. Iraq del sud. British Museum, Londra.

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Gli scavi tedeschi di Robert Koldewey (1899-1917): la Babilonia di Nabucodonosor II (604-562 a.C.).

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La mura della città interna (lato nord). Una delle 7 meraviglie del mondo antico.

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Pianta della città interna di Babilonia di c 1,6 x 2,6 km (con 10 quartieri, 8 porte e 43 templi). In rosso, la Via delle Processioni.

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La Via delle Processioni: Aibur-shabu (“il nemico non passerà mai”), la strada lastricata (larga 20-24 m, in calcare bianco tra due strisce di breccia rossa) di accesso alla porta di Ishtar di Babilonia.

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Fregio continuo di mattoni smaltati policromi a rilievo raffiguranti 120 leoni gradienti (tra due cornici a rosette) sul muro della Via della Processioni, nel tratto a nord fuori dalla porta di Ishtar (Vorderasiatisches Museum, Berlino; h 1,05 m, Metropolitan Museum, New York).

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La porta di Ishtar, ultima fase: ricostruzione al Vorderasiatisches Museum di Berlino. I fase in situ.

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La fase più antica della porta (passaggio interno di 48 m) di Ishtar di Nabucodonosor II a Babilonia (in situ), decorata da draghi e tori in mattoni a rilievo non smaltati (h 12 m).

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- Il palazzo sud coi giardini pensili. Pianta trapezoidale di 345 x 155 m divisa da un corridoio in due settori. La sala del trono (larga come una cella) di 52 x 17 m non sfigurerebbe con la galleria degli specchi di Versailles di 73 x 10,4 m.

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I cosiddetti “giardini pensili” del palazzo sud di Nabucodonosor II a Babilonia. Per lo storico Berosso il re babilonese li avrebbe fatti costruire per la sposa meda Amyitis, per ricordarle la sua patria montuosa. In realtà si tratta di magazzini.

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- IL SANTUARIO DEL DIO MARDUK A BABILONIA (età di Nabopolassar e Nabucodonosor II): l’Esagila (77,30 x 79 m), il tempio basso del dio Marduk, e la ziqqurrat Etemenanki (nel recinto a concamerazioni di 400 x 400 m), la biblica Torre di Babele.

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La ziqqurrat (torre di Babele):

scavi del 1913.

F. Wetzel, Robert Koldewey.