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ASTROFILO

il mensile dell’astronomo dilettante numero 6 - maggio 2009

WEBZINE DISTRIBUITO

TRAMITE INTERNET

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Pulsar doppia:l’apoteosi dellaRelatività

Anticheosservazionidella Luna

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anno II - numero 6 - maggio 2009

editoriale di Michele Ferrara

IN COPERTINAIl castello-osservatorio Blackrock di Cork (Irlanda) apre l’articolodi Rodolfo Calanca sulle antiche osservazioni della Luna e sui disegni prodotti nelle epoche pre e post telescopiche. Il Blackrock fu costruito proprio nel periodo in cui in Europa appar-vero e si diffusero i primi rudimentali cannocchiali astronomici.

mondo astrofiloAA.VV.

Pulsar doppia: l’apoteosidella Relativitàdi Andrea Simoncelli

Antiche osservazionidella Lunadi Rodolfo Calanca

software - CELESTIA di Mario Dho

astronauticadi Paolo Laquale

direttore onorarioProf. Mario Cavedon

direttore responsabileMichele Ferrara

direttore scientificoEnrico Maria Corsini

editore, redazione, diffusionee pubblicitàAstro Publishing di Pirlo L.Via Bonomelli, 10625049 Iseo (BS)[email protected]

servizi internetAruba S.p.A.P.zza Garibaldi, 852010 Soci (AR)

registrazioneTribunale di Brescian. 51 del 19/11/2008

abbonamento annuale12 numeri telematicieuro ZERO. La rivista vienedistribuita gratuitamente.Per abbonarsi è sufficienteregistrarsi sul nostro sitowww.astropublishing.com

copyrightTutti i diritti sono riservati.Né parte della rivista nél’intera rivista può esserecopiata, riprodotta, rielabo-rata e diffusa senza il per-messo scritto dell’editore.Qualunque violazione delcopyright sarà perseguita atermini di legge.

assistenza legaleStudio Legale d'Ammassa &Associati. Milano - Via Al-berto Mario, 26Bologna - Via degli Orti, 44

nota/noteL’editore si rende disponi-bile con gli aventi diritto pereventuali fonti iconografichei cui titolari non siano statiindividuati.The publisher makes availa-ble itself with having rightsfor possible not characteri-zed iconographic sources.

collaborazioniPer collaborare con questarivista, gli autori possonoinviare proposte dettagliatea: [email protected]. Non si garantiscela pubblicazione del mate-riale fornito.

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ASTROFILOil mensile di scienza e tecnica

dedicato all'astronomo dilettante

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l ’ASTROFILO

editoriale

numero 6 - maggio 2009

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Quando ci siamo lanciati inquesta nuova avventura edito-riale era davvero difficile pre-vedere, anche nel brevissimotermine, quali sarebbero statigli sviluppi. Proporre un nuovoprodotto in un settore in crisi,in un periodo di crisi generaliz-zata può certamente apparireun’idea malsana, farlo poi re-galando il prodotto, può la-sciare a dir poco perplessi. Seperò si considera che gli astro-fili da edicola sono calati pau-rosamente di numero nell’ul-timo decennio e continuanocostantemente a calare, chec’è comunque molta informa-zione astronomica gratuita(benché non sempre di qua-lità), che la cronica riduzionedegli introiti pubblicitari in que-sto settore rende a dir pocoproblematica la vita di una ri-vista cartacea, beh, non è checi siano molte alternative: o silascia perdere, oppure, vo-lendo creare qualcosa di di-verso, più al passo coi tempi,non si può che finire con l’of-frire un servizio gratuito, sup-portato da chi può trarrevantaggi dal risultare comefornitore di quel servizio.Niente di nuovo, ormai sul webè una pratica diffusa: io ti re-galo qualcosa di valido, ti fac-

cio presente che se puoi go-dere liberamente di quel pro-dotto o di quel servizio ègrazie a quei determinati in-serzionisti, e tu, se sei abba-stanza intelligente (o quantomeno furbo) capisci che an-dando quella volta che ti capitaad acquistare qualcosa daquesto o da quell’inserzionista,altro non fai che assicurarti nelfuturo il prodotto o il servizioche ti viene regalato.Non solo: più riscontro hannogli inserzionisti, più incremen-tano la loro pubblicità, e piùentrate ha, nella fattispecie, larivista, più servizi possono es-sere offerti gratuitamente allettore.Dopo un’iniziale titubanza (pernon dire diffidenza) da partedel pubblico, sembra che que-sta semplice formula sia stataben recepita, e a soli 6 mesidal lancio possiamo dirci sod-disfatti di come l’Astrofilo èstato accolto nel panoramadelle riviste di astronomia. Madi ciò credo si debba ringra-ziare essenzialmente tutti que-gli autori che hanno volutoscommettere al buio su questainiziativa (e continuano a farlo).Come ovvio per una rivistagratuita, i nostri lettori aumen-tano costantemente e proprioa loro vorremmo rivolgere unbreve appello, più precisa-mente vorremmo chiedere a

tutti coloro che scaricano la ri-vista utilizzando i nomi utentiassegnati ai gruppi astrofili diregistrarsi, se possibile, anchecome singoli utenti.Per noi sarebbe utile sapereesattamente quanti lettori ab-biamo, ma purtroppo sono inparecchi a scaricare i numeridella rivista attraverso loginnon individuali, per non par-lare di chi utilizza il nome del-l’amico o di chi semplicementedistribuisce la rivista a più let-tori dopo un singolo download.In realtà non che cambi molto,poiché alla fine ciò che conta èil riscontro dei nostri inserzio-nisti, ma avere un’incertezzadi almeno un migliaio di lettoriin più o in meno non è poco inun settore dove quel quantita-tivo può rappresentare quasi lametà delle vendite effettive diuna rivista media.Nel concludere non possiamonascondere una certa soddi-sfazione che nasce dal saperedi essere arrivati anche pressoil pubblico delle scuole, dovespesso l’astronomia è bistrat-tata, almeno fin quando nongiungono iniziative come lanostra o come quelle dei nu-merosi e validi conferenzieriitineranti, fortunatamentesempre più presenti sul territo-rio nazionale.

Michele Ferrara

Un primo bilancio sul’Astrofilo

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mondo astrofilo

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Programmaincontri AAAVmaggio 2009.La AAAV, Ass.ne

Astrofili Alta Valdera di Peccioli(PI) comunica il calendario deiprossimi incontri a tema che sisvolgeranno presso l’Osservato-rio Astronomico di Libbiano diPeccioli (PI) con inizio alle ore21:15 (ingresso libero).Chiunque fosse interessato alleattività del gruppo può contat-tare la AAAV ai numeri 340 5915239 e 347 468 2035.

Giovedì 7 maggioDA HUBBLE AD HUBBLE: 80ANNI PER SCOPRIRE L’UNI-VERSOEdwin Hubble scopre le primegalassie nel 1924. Dal 1990 ad oggi, il telescopiospaziale Hubble (a lui dedicato)allarga ogni giorno i confinidell’universo.(a cura di Alberto Villa)

Giovedì 21 maggioI MOTI DEL NOSTRO PIANETA...LA TERRA GIRA!Il relatore ripropone l’esperi-mento del pendolo di Focaultcon un suo artefizio checonsente di apprezzare in pochisecondi la rotazione della Terra.(a cura di Enzo Rossi)

NOVITà:Nell’ambito delle proprie atti-vità didattiche e culturali, econ lo scopo di favorire loscambio di informazioni edeventuale documentazione, laAAAV - Ass.ne Astrofili AltaValdera di Peccioli (PI) ha isti-tuito al proprio interno una se-

Ass. Astrofili AltaValdera - conferenze

zione dedicata alla Astro Fila-telia, creando un apposito spa-zio sul proprio sitowww.astrofilialtavaldera.com.Referente in argomento è ilsocio Fabio Marzioli che è pos-sibile contattare direttamente

al seguente indirizzo e-mail: [email protected] ulteriori informazioni sulleattività della nostra associa-zione potete visitare isiti:www.valdera.org e www.progettopeccioli.org

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è nato l’Extrasolar Planets Research Group

stelle che si trovano nella re-gione MS (sequenza principale:regione in cui una stella è nelpieno del suo ciclo di vita).

Il nostro processo di ricerca ècomposto dai seguenti punti:- identificazione della stella dastudiare con relative coordi-nate in AR e DEC;- creazione di una lunga se-quenza di immagini della du-rata di almeno 60 secondi, perottenere più di un centinaio dipose;- elaborazione dei dati con po-tenti software; - calcolo della deviazione stan-dard e del Rapporto Segnale-Rumore (SNR) perl’individuazione di eventualivariazioni della luce rilevata;- ripetizione dei punti 1, 2, 3 e4 nel tempo, se necessario,anche per mesi.

Tutti i dati, i grafici e le consi-derazioni che verranno creatisaranno pubblicati sul sitowww.eprgweb.com, al fine didocumentare tutti i nostri pro-gressi e i nostri calcoli per unaricerca approfondita e monito-rata nel tempo.

Il progetto E.P.R.G. nascedal nostro desiderio di farescienza e di fare ricerca inastronomia. Oggi la ricerca,soprattutto in questo settore, èun elemento chiave per la sco-perta della struttura fisica eteorica dell‘universo. Oggi inostri occhi già superano digran lunga i confini di “casanostra” (sistema solare) e si èalla costante ricerca di rispostealle domande ancora irrisolte.

Il nostro studio ha come obiet-tivo principale la ricerca dipianeti extrasolari, vale adire quei pianeti che orbitanoattorno a stelle diverse dallanostra, il Sole, anche se an-cora rappresenta solo il puntodi partenza della nostra ri-cerca. Per identificare le stelleda studiare, è necessario sele-zionare quelle che hanno più omeno la stessa età e caratteri-stiche fisiche del Sole, in modoche la probabilità che si possaindividuare un pianeta in or-bita nei pressi di stelle del ge-nere cresca esponenzialmente.

Per individuare gli oggetti ciserviamo del famoso “Dia-gramma HR” e di un elenco di

Centro Civico Rosario Livatino diTavernerio. Sabato 23 maggio: OSSERVA-ZIONE PUBBLICA presso l’osservatorio “Monte Calbiga”(Lenno).

Prima apertura ufficiale, per lastagione 2009, interamente de-dicata all’osservazione degli og-getti del profondo cieloprimaverile, mentre quelli estivici terranno compagnia fino altermine dell’osservazione. Inizioosservazioni ore 21:00, appenabuio.Venerdì 29 maggio: OSSERVA-ZIONE PUBBLICA “Telescopi Vs. spotting scope”.Osservazione della Luna e“sfida” fra telescopi e spottingscope, i cannocchiali per l’osser-vazione della natura che sempre più spesso vengono uti-lizzati in campo astronomico.Soci e simpatizzanti sono invi-tati a partecipare con i lorostrumenti.Inizio alle ore 21:30 c/o il Cen-tro Civico Rosario Livatino di Ta-vernerio. Per tutte le iniziative,in caso di maltempo proiezionedi diapositive.Gruppo Astrofili LarianiSede: Via Risorgimento 21, c/oCentro Civico Rosario Livatino,22038 Tavernerio (CO). Tel: 328 097 6491 (dal lunedì alvenerdì dalle 9 alle 21), e-mail: [email protected]:www.astrofililariani.org

Gruppo Astrofili Lariani - conferenze

MAGGIO 2009Venerdì 8 maggio: CONFE-RENZA “LE NUOVE FRONTIEREDEL SISTEMA SOLARE” Conferenza, accompagnata daimmagini computerizzate, a cura di Mauro Broggi, FabioMarchi e Walter Scarpone sullenuove foto del Sistema Solareinviateci dalle sonde automati-che negli ultimi anni.Inizio alle ore 21:15 presso il

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Premio nazionale diastronomia FOAM13edizione 2009

In occasione dell’IYA2009, laFOAM13, con il patrociniodell’UNESCO, bandisce unPremio Nazionale di Astro-nomia sulla storia dell’astro-nomia.

RegolamentoL’argomento è libero e puòriguardare un personaggio oun evento o un’idea o unascoperta o un fenomeno rela-tivi alla storia dell’astrono-mia, dalle origini sino adoggi. Il concorso è diviso inquattro Sezioni:A) Scuole Primarie (ScuoleElementari)B) Scuole Secondarie diPrimo Grado (Scuole MedieInferiori) C) Scuole Secondarie di Se-condo Grado (Scuole MedieSuperiori)D) Singoli.Per le Sezioni a), b) e c) sipartecipa al concorso come“classe” e l’elaborato deveessere firmato da almeno undocente della classe che par-tecipa al concorso e dal Diri-gente Scolastico dell’Istitutoa cui la classe appartiene. Gli elaborati devono essereredatti in lingua italiana epossono essere inviati ocome “ricerche scritte” sufogli formato A4 oppure susupporti CD o DVD o pendrive, con file PowerPoint delpacchetto Office. Tutti glielaborati devono essere in-viati in tre copie (3 elaboratiscritti o 3 CD o 3 DVD o 3pen drive).

Su un foglio a parte dovràessere indicato il recapito(indirizzo, telefono, e-mail)del concorrente; inoltredovrà essere indicato che illavoro partecipante al con-corso è inedito e non ha con-seguito premi in altriconcorsi.

La data di scadenza perpartecipare al concorso èfissata al 31 ottobre 2009(fa fede il timbro postale).Non è prevista alcuna tassadi partecipazione al concorso.I lavori partecipanti al con-corso non saranno restituiti.Il giudizio della giuria è inap-pellabile e i componenti lagiuria saranno resi noti in oc-casione della premiazione.Saranno nominati vincitori epremiati i primi tre classifi-cati di ogni Sezione.

Premi: per i primi classificatidi ogni Sezione una borsa distudio di 500 euro + unatarga con medaglia; per i se-condi e terzi classificati diogni Sezione una targa conmedaglia; la giuria si riservadi premiare anche lavori nonclassificati al primo, secondoe terzo posto di ogni Se-zione. A tutti i partecipanti (classi esingoli) sarà rilasciato in oc-casione della premiazione unattestato di partecipazione alconcorso.

La premiazione avverràdomenica 13 dicembre2009, alle ore 10:30, in Tra-date, presso la sede della“FOAM13”; tutti i partecipantiriceveranno una comunica-zione sull’esito del concorso.Le opere partecipanti al con-corso devono essere inviate a:Segreteria del Premio Nazio-nale di Astronomia –“FOAM13” - 2009, c/o Osser-vatorio Astronomico“FOAM13” via Ai Ronchi -21049 Tradate (VA).I premi e gli attestati do-vranno essere ritirati perso-nalmente dai vincitori e daipartecipanti (o da personemunite di specifica delega);in caso di impossibilità a par-tecipare alla premiazione ipremi e gli attestati sarannospediti tramite posta, conspedizione a carico del desti-natario.Il giorno della premiazionegli intervenuti alla cerimoniaavranno l’opportunità di visi-tare il moderno OsservatorioAstronomico “FOAM13”; inol-tre sarà servito un rinfresco. La partecipazione al Premioimplica l’accettazione delpresente regolamento. La partecipazione al Premio,inoltre, costituisce espressaautorizzazione all’utilizzo,senza fini di lucro, dei lavoriinviati e all’uso dei dati ana-grafici unicamente ai finidelle comunicazioni inerenti ilPremio stesso.Per ulteriori informazioni sulconcorso si può telefonare alnumero 0331 841 900 o in-viare un’e-mail all’[email protected]. Per rag-giungere l’Osservatorio“FOAM13” di Tradate si puòconsultare il sitowww.foam13.it.

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Per tutto il 2009, proclamato dal-l’UNESCO come anno internazio-nale dell’Astronomia, si svolgeràin Veneto, a Montebelluna, lagrande mostra didattica di Astro-nomia Cosmos 2009. Essa saràospitata dal Museo di Storia Na-turale e Archeologia di Montebel-luna, tra le cento miglioriistituzioni pubbliche italiane, ci-tata dal Ministero per la pubblicaamministrazione e l’innovazione(prima per il Veneto) comeesempio di innovazione e moder-nizzazione.La mostra illustra le conoscenzeattuali sulla struttura, l’origine el’evoluzione del cosmo, grazie aitesti del nastro grafico, ai modellitridimensionali con piccoli esperi-menti, all’uso di elettronica e ditecniche multimediali, alla sug-gestione di luci e immagini dellanostra Via Lattea. Il visitatoreche ama le esperienze interattivetroverà gli esperimenti “quantopesi sugli altri pianeti?”, “quantoè calda una stella”, “come vedo ilcielo stanotte?” o si perderà nellarealtà virtuale con occhiali-videocon cui navigare nella galassia in3D, muovendo un joystick o pe-dalando su una cyclette per imi-tare il viaggio del fotone dal Solealla Terra. Chi ama la sugge-stione si troverà nello spazio al-l’interno “sala delle domande edei numeri”, vedrà sé stessopieno di luci in “siamo fatti distelle” o camminerà su un pavi-mento con stampato il cielo au-strale, sotto una grande cupolaluminosa con l’immagine delcielo boreale. Chi ama gli appro-fondimenti troverà i dettagli neipannelli e nel libro/catalogo.Nella sala dell’astronomia ed

esplorazione spaziale ci sarannomodelli di sonde spaziali e tele-scopi, inclusa una tuta spazialeindossabile.La mostra Cosmos 2009 saràinaugurata sabato 22 novembre2008 e durerà fino al 31 dicem-bre 2009 restando aperta tutti igiorni della settimana per il pub-blico e le scuole.

Informazioni varieMuseo di Storia Naturale e Ar-cheologia di Montebelluna - ViaPiave 51, 31044 Montebelluna(TV) tel. 0423 300 465 - fax0423 602 284. Orario d’aper-tura: tutti i giorni ore 9:00-12:00 e 14:30-18:00.Chiuso lunedì e nei giorni di Na-tale, Capodanno e Pasqua, del 1°maggio, del 2 giugno, del 15agosto e del 1° novembre.BIGLIETTO D’INGRESSOIntero: 5,00 € - Ridotto: 3,00 €Pacchetto famiglia (2 adulti e 3ragazzi al di sotto dei 18 anni):12,00 € - Speciale offerta

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COSMOS 2009Viaggio alla scopertadell’Universo

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DVD ASTRONOMIA

Collana “ALLA SCOPERTA DELL’UNIVERSO”Audio e sottotitoli: italiano e inglese

IL SISTEMA SOLARE 1 - CDV 6133 - Durata: 70’

oenciclopedia. Il Sole, Mercurio, Venere, Terra, Luna, Eclissi e aurore, Marte.

IL SISTEMA SOLARE 2 - CDV 6134 - Durata: 60’Gli asteroidi, Giove,

Saturno, Urano e Nettuno, Plutone, Le comete e la fascia di Oort.

L’ESPLORAZIONE SPAZIALE - CDV 6135 Durata: 60’ Il DVD è suddiviso in 6 capitoli: Le costellazioni, Seimila anni di scoperte, L’uomo nello spazio,

Satelliti all’opera, Navette e stazioni orbitanti, L’origine della vita sulla Terra.

NASCITA ED EVOLUZIONE DEL COSMO - CDV 6136 - Durata: 70’Il DVD è suddiviso in 7 capitoli: il Big Bang e l’espansione dell’universo, La nascita e la morte del-le stelle, Galassie e buchi neri, La radioastronomia e i telescopi spaziali, Il futuro dell’universo.

IL SOLE come non l’avete mai visto CDV 6539 Durata: 50’ Audio e sottotitoli:

italiano e inglese

LA LUNA come non l’avete mai vista CDV 6540 Durata: 60’ Audio e sottotitoli:

italiano e inglese

L’UNIVERSOELEGANTE

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ha vinto numerosi premi internazionali.

L’OSSERVAZIONE DEL CIELO

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destinata non soltanto agli

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IL DESTINO DELLO SPAZIOCDV 6277 Durata: 150’

Audio e sottotitoli: italiano e inglese

pianeti.

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Corsi e conferenzea Barzago (Lecco)

tica: 2a lezione”. Giovedì 11 giugno Confe-renza: “Le comete”. RelatoreMarco Beretta. Giovedì 25 giugno Corso diformazione. “Astronomia Pra-tica: 3a lezione”. Giovedì 9 luglio Conferenza“Combustibili fossili”. RelatriceSilvia Candido. Giovedì 23 luglio Riunione li-bera. Presentazione attività pe-riodo settembre-dicembre.

Eventuali cambiamenti sarannoprontamente comunicati alleriunioni, in mailing-list e pub-blicati sulla bacheca presso lasede e sul sito Internet:www.amicidelcielo.it.

Il Gruppo Amici del Cielopresenta il suo calendario dicorsi e conferenze di astrono-mia. Tutte le riunioni, ove non diver-samente indicato, avrannoluogo alle ore 21:00 in sede,via G. Leopardi, 1 – Barzago(LC). Ingresso libero.Giovedì 14 maggio Confe-renza: “Il cielo degli dèi, i ca-lendari Maya”. RelatorePierangelo Trezzi. Giovedì 28 maggio Corso diformazione. “Astronomia Pra-

Gruppo Astrofili W. Herschel - AttiVitA’ 2009

12 maggio - Conferenza: “Astrobiologia - alla ricerca della vitanell’Universo” Giuseppe Murante26 maggio - Conferenza: “La radioattività in astronomia”Paul Van Schalkwyk9 giugno - Conferenza: “Presentazione del campo estivo 2009”Giancarlo Forno19/20/21 giugno - CAMPO ESTIVO 2009 (vedere programma spe-cifico sul sito www.gawh.net)7 luglio - Conferenza: “Presentazione dell’eclissi totale di Sole del22 luglio 2009” Giancarlo Forno22 luglio - ECLISSI TOTALE DI SOLE (CINA e OCEANO PACIFICO)15 settembre - Conferenza: “Come scegliere il telescopio”Paul Van Schalkwyk22 settembre - Conferenza: “Come montare e stazionare il tele-scopio” Stefano Lazzaro6 ottobre - Conferenza: “L’occhio come strumento di osserva-zione” Giacomo Barattia13 ottobre - Conferenza: “L’osservazione degli oggetti deboli”Giancarlo Forno20 ottobre - Conferenza: “L’osservazione visuale dei pianeti”Stefano Lazzaro3 novembre - Conferenza: “L’osservazione delle stelle doppie edelle variabili” Sandro Bertoglio17 novembre - Conferenza: “L’osservazione visuale della Luna”P.G. Barbero1 dicembre - Conferenza: “Dallo star-hopping al go-to” G. Forno

Il Gruppo Astrofili dei Monti Le-pini (GAML) annuncia le se-guenti conferenze nei mesi dimaggio e giugno che si terrannodi sabato alle ore 18:00 pressol’Osservatorio Astronomico diGorga (Roma). Come contributoall’Anno Internazionale del-l’Astronomia, il GAML ha incorso un programma di inizia-tive consistente in seminari diformazione specifica, confe-renze e incontri che affrontanoargomenti di frontiera, serateosservative sia pubbliche sia suprenotazione, senza tralasciarela didattica e la divulgazione,utilizzando a pieno la strutturadell’Osservatorio Astronomico diGorga allestita lo scorso anno.

MAGGIOSabato 16, ore 18:00.ANALISI DEI PUNTI DI FORZA EDI DEBOLEZZA DELLA TEORIADEL BIG BANG (a cura di DanieleCarosati e Giuseppe Torti).Dopo la proiezione di un docu-mentario sul tema, sarannoanalizzati i punti di forza e didebolezza del Modello Standarddel Big Bang, nonché le sueconnessioni con l’attuale fisicadelle particelle elementari.

GIUGNOSabato 20, ore 18:00.APPROFONDIMENTO SULLENUOVE ACqUISIZIONI DI ASTRO-NOMIA E COSMOLOGIA (a cura di

Conferenze all’osserva-torio di Gorga (Roma)

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mondo astrofilo

ASTROFILOl ’

Astrofili! questo spazio è a vostra disposi-zione, inviateci i calendari delle vostre inizia-

tive, i vostri programmi osservativi edidattici, le foto dei vostri osservatori, plane-

tari, strumenti vari, pubblicheremo tuttosu queste pagine.

Inviate a: [email protected]

Giuseppe Torti).Dopo la proiezione di un docu-mentario “Le osservazioni con IlTelescopio Spaziale Hubble” sa-ranno descritte le più recentiacquisizioni scientifiche sulcomportamento dei corpi celestie del tessuto spaziotemporaledell’universo.Recapiti: [email protected]. 3771072855 dalle 15 alle 20.

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mondo astrofilo

ASTROFILOl ’

Si concluderà il prossimo 31maggio l’iniziativa didattica “Ilplanetario di Roma per tutte lescuole dall’infanzia all’univer-sità” l’astronomia raccontataagli studenti, dai 3 anni in su,come un evento indimentica-bile e formativo. Il Planetario di Roma ha apertoalle classi i suoi 300 m2 avvoltida una grandecupola-schermoove si succedonostelle, costella-zioni, nebulose egalassie, interca-late con spettaco-lari immaginirealizzate in gra-fica 3D ed in riso-luzione all sky,accompagnate dauna curatissimafonia. L’annesso MuseoAstronomico,fuori da ogni ca-none classico, siconcede allescuole come unvero e proprioTeatro astrono-mico che con im-magini, modelli ericostruzioni pla-netarie accompa-gnerà i più piccolie i più grandiverso la cono-scenza dell’immensità dell’Uni-verso. Gli incontri seguono sistemi co-municativi diversificati perfasce di età e scelta di indi-rizzo: alle scuole dell’infanziaviene offerta una narrazione eun’interazione giocosa e ricca

d’improvvisazioni; ai bambinidelle elementari ci si rivolgecon morbido rigore per solle-vare la loro curiosità verso lemeraviglie del cielo; agli stu-denti, dalle superiori all’univer-sità, è presentato un usointensivo del proiettore dellestelle, delle tecnologie d’avan-guardia in ambienti sonori pre-parati con musica rock, jazz,classica ed elettronica, fino araggiungere argomenti diastrofisica e cosmologia con ri-ferimenti interdisciplinari alla

storia, alla letteratura e alla fi-losofia. Dal moto diurno del Sole allefasi lunari, dalla rivoluzioneterrestre ai mutamenti dellavolta celeste, dal sistema tole-maico a quello copernicano, daimiti delle costellazioni alla

struttura della Galassia, dalloZodiaco al moto di precessionedegli equinozi, dall’evoluzionedelle stelle alla moderna co-smologia. Al termine dello spettacolo lavisita didattica al museo astro-nomico (con prenotazione ob-bligatoria) è gratuita. InfoBiglietto iniziativa spetta- colo al Planetario + MuseoAstronomico € 4,50. Gratuitoper i bimbi fino a 6 anni. Informazioni e prenotazioni dal

lunedì al venerdì (dalle 9:00alle 18:00) e il sabato (dalle9:00 alle 13:00) al numero te-lefonico 06 42 88 88 88 E-mail [email protected]: Zètema Pro-getto Cultura, in affidamentodal Comune di Roma.

tutte le scuole alplanetario di Roma

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ASTROFILOl ’

ATLANTE DELLE MERAVI-GLIE DEL CIELOFenomeni della natura, meteo-rologici, atmosferici ed astrono-mici, visibili ad occhio nudoAutore: Paolo CandyPagg. 192 Euro 29,00 Stampa: marzo 2009Prefazione: Prof. Giovanni P. GregoriEditore: Travel Factory srlwww.travelfactory.it

questo libro vuole essere unostrumento utile per il riconosci-mento e la fotografia dei vari fe-nomeni che accadono nel cielo.Sia di giorno, sia di notte, lavolta celeste offre continui spet-tacoli naturali. Il “Raggio Verde“, con la suafama leggendaria, è il “vessillo”delle “meraviglie del cielo”. Pro-prio con lo studio di tale feno-meno è iniziata la raccolta difotografie, testimonianze e os-servazioni che compongonoquesto libro. Le nubi (tra gli oggetti più bellie interessanti per il continuomovimento e le perenni trasfor-mazioni), sono inserite nel con-testo del cielo diurno epreludono ad un’altra categoria

di fenomeni, costel-lata di ulteriori ele-menti attivi: gliarcobaleni, le corone,gli aloni. Colori saturi, archiampi fino a ricoprire ilcielo intero, si svilup-pano attraverso i cri-stalli di ghiaccio,come l’Arco della Tu-scia, un piccolo arcobrillante, affasci-nante, che ha coin-volto diversitestimoni. Con l’at-mosfera pura e tersa,si evidenziano coloricrepuscolari stupendie dopo il tramonto delSole, nubi nottilucentie madreperlacee (trale più alte osservabilida terra) si svelano ainostri occhi. Col buio della notte,poi, stelle e pianeti,Luna e altri oggetticosmici si rendono accessibilianche ad occhio nudo, come lameravigliosa “Via Lattea“, visi-bile però dai luoghi bui, in cam-pagna o in montagna, lontanidalle luci cittadine.

Lavorare a questo libro è statauna ricerca appassionata, tal-volta emozionante, ma anchedifficile, durata 15 anni. La bi-bliografia è quasi esclusiva-mente di autori stranieri,mentre i fenomeni sono spessorari e difficoltosi da fotografare. Le immagini selezionate, oltre800, sono state realizzate quasiesclusivamente da Viterbo e daimonti Cimini, e testimonianoche la Tuscia gode di una spe-ciale ubicazione privilegiata perosservazioni di questo tipo. Spero che questo libro suscitinel lettore ancor più amore perla natura, amore che può na-scere dallo stupore e dalla me-raviglia, ma che si alimenta ecresce in una più profonda co-noscenza.

Paolo Candy

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Planetario delle Foreste Casentinesi

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Serate divulgative Gli incontri hanno una durata di 2 ore circa e possono prevedere momenti di osservazione diretta del cielo con telescopi nel piazzale esterno.

Dato il limitato numero di posti la prenotazione è sempre obbligatoria.

Telefonare a:Cv. Badia Prataglia 0575 559477Coop Oros 335 798744Casentino Sviluppo e turismo 0575 520511

Ulteriori informazioni sul sito:www.parcoforestecasentinesi.it

Serate divulgative: costo ingresso 4,00 € adulti, 2,00 € ragazzi 7 – 14 anni, bambini gratuito.Le iniziative promosse a carattere nazionale e le conferenze sono gratuite.

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Planetario del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Via Montegrappa, 252017 Stia (AR)

Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,Monte Falterona e CampignaSede Ente Parco tel. 0575 50301info@parcoforestecasentinesi.itwww.parcoforestecasentinesi.it

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ASTROFILOl ’

Le conoscenzedi fisica stel-

lare sono, ora-mai, abbastan-za consolida-te. È noto chele stelle conuna massa dicirca 5-10 mas-se solari, esau-rito il loro combu-stibile nucleare, ter-minano la loro vitaespellendo gli strati piùesterni nello spazio, origi-nando una gigantesca esplo-sione detta supernova, che lasciacome residuo una stella di neutroni, unoggetto compatto con una massa pari acirca una volta e mezza quella solare, con-centrata però in un raggio di soli 10-20km. Una stella di neutroni rappresentaquello che resta quando una stella digrossa massa collassa su sé stessa; laforza di gravità prevale su quella elettro-nica che tiene separati gli atomi gli unidagli altri e li comprime al punto tale chegli elettroni si trovano così vicini ai protonida fondersi con essi originando neutroni. A

Pulsar doppia:l’apoteosi dellaRelativitàdi Andrea Simoncelli

questopunto la stel-la, costituita da solineutroni, ha una densità dicirca un miliardo di tonnellate percentimetro cubo, un valore paragonabile aquello dei nuclei degli atomi. Per il principiodi conservazione del momento angolare, lostesso che consente ad un pattinatore di

articoli

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articoli

ASTROFILOl ’

sate, e solo in seguito furono rilevateanche nell’ottico, nei raggi X e gamma.L’emissione periodica viene ben spiegatada quello che gli astronomi chiamano “ef-fetto faro”. Essi ritengono che l’emissione,confinata entro un piccolo cono, sia origi-nata come radiazione di sincrotrone, do-vuta agli elettroni proiettati via dall’astrolungo le direzioni dei poli magnetici. Se le

direzioni degli assi di rotazione e ma-gnetico sono tali per cui, nel corso

della rotazione, il fascio conicopunta nella direzione della

Terra, un osservatore vie-ne investito periodica-mente, per una brevefrazione del periodo,da un flusso di radia-zione, che subitodopo si attenua finoa sparire. In talmodo si genera unsegnale periodico,

proprio come quelloemesso da un faro e

osservato da una nave inmare. Dalla scoperta della

prima pulsar, avvenuta nel1967, gli astrofisici ne hanno ri-

velate oltre un migliaio, la maggiorparte delle quali sono localizzate nella

nostra galassia, e solo alcune in altre ga-lassie.Di pulsar ve ne sono di molto veloci (un

Scoperta nel 2003, la PSR J0737-3039, meglio conosciutacome pulsar doppia, sta permettendo agli astrofisici di

ottenere straordinarie conferme della teoria dellaRelatività Generale di Einstein. Vediamo lo stato dell’arte

della ricerca su questo affascinante oggetto celeste.

Il radiotelescopio di Parkes si trova nelNuovo Galles del Sud, in Australia, a circa400 km da Sydney. Si tratta di un parabo-loide di 64 m di diametro e viene utilizzatosia da un gruppo di ricerca italiano sia daipartner internazionali. [ATNF/CSIRO]

accelerare la sua piroetta avvicinando lebraccia al corpo, la stella collassata,

avendo ridotto il proprio raggio,possiede un periodo di ro-

tazione velocissi-mo. Le stel-

le di

neutro-ni in rapida

rotazione e dotatedi un intenso campo ma-

gnetico sono denominate pulsar(acronimo di pulsating radio sources, ov-vero radiosorgenti pulsanti).Le pulsar vennero inizialmente scoperteproprio come sorgenti di onde radio pul-

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impulso ogni pochi millesimi di secondo),ma anche di “molto lente” (un impulsoogni 5-10 s), alcune sono isolate e altreappartengono a sistemi binari.

Nel 2003, un team internazionale di astro-fisici, tra i quali Marta Burgay, Nichi D’Ami-co e Andrea Possenti, del Gruppo Pulsardell’INAF-Osservatorio di Cagliari, firma-rono la scoperta, riportata sulla rivista in-ternazionale Nature (M. Burgay et al.,426, 531; 2003), dell’oggetto PSR J0737-3039, meglio conosciuto come la “pulsardoppia”, poiché è l’unico sistema noto for-mato da due pulsar. In realtà, all’inizio i ri-cercatori stessi presentarono la scopertacome un sistema doppio degenere formatoda una stella di neutroni pulsante e da uncompagno silente, ma dopo qualche mesesi resero conto che si trattava in realtà didue pulsar, presentando la scoperta allacomunità scientifica con un secondo arti-colo apparso sulla rivista Science (A.G.Lyne et al., 303, 1153L; 2004). La sco-perta del primo sistema formato da duepulsar in mutua rivoluzione è stata possi-bile grazie alle osservazioni effettuate colradiotelescopio australiano (di 64 m) diParkes, e in seguito confermate con ilGreen Bank Telescope (di 100 m) uno deipiù grandi radiotelescopi al mondo.

Realizzato dal National Radio AstronomyObservatory (NRAO), il GBT è situato nelWest Virginia (USA), in una zona denomi-nata Quiet Zone, nella quale le interfe-

renze radio, che ri-sulterebbero dan-nose per il parabo-loide, sono mini-mizzate.Per aver contri-buito alla scopertadella pulsar dop-pia, la giovane ri-cercatrice Burgay,insieme ai membridel gruppo inter-nazionale PulSE(da Pulsar Science

in Europe), ot-tenne nel gen-naio 2006 ilprestigioso Pre-mio Descartes 2005, il massimo riconosci-mento europeo per la ricerca scientifica.La pulsar doppia è situata nella costella-zione australe della Poppa, ad una distanzadi circa 1800 anni luce da noi. La primadelle due pulsar scoperte nel sistema,detta pulsar A, possiede un periodo di ro-tazione di 23 millisecondi, mentre l’altra,denominata pulsar B, ha un periodo sen-sibilmente più lungo, pari a 2,7 s; la di-stanza tra le due pulsar è di circa 850 000km ed esse orbitano una attorno all’altrain 2,4 h. Sin dalla scoperta, la comunitàscientifica internazionale si è mostratamolto interessata all’oggetto, e ne è te-stimonianza il fatto che il primo articolo èstato in assoluto il più citato della lette-ratura scientifica nel 2004. Il grande interesse degli astrofisici puòessere spiegato facilmente: nelle condi-zioni estreme presenti nel sistema dop-pio, gli effetti previsti dalla teoria della

l ’ASTROFILO

articoli

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Una rappresentazione grafica del sistema dellapulsar doppia, l’unico sistema binario formato dadue pulsar in orbita una attorno all’altra, entrambevisibili dai radiotelescopi grazie al fascio di onderadio che emettono con estrema regolarità. Lapulsar A è rappresentata come un pallino giallo,mentre la pulsar B è identificata dal pallino rossocircondato da un’ampia struttura bluastra, a formadi ciambella, che rappresenta la sua magneto-sfera. [Rene Breton, McGill University]

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Grazie all’estrema regolarità del loro pe-riodo di pulsazione, le pulsar possono es-sere considerate dei veri e propri orologicosmici e la scoperta della pulsar doppiaha permesso agli scienziati di disporre diun eccezionale laboratorio cosmico chepermette di effettuare misure su diversiparametri previsti dalla Relatività Gene-rale, grazie ai migliori ricevitori esistenti.In effetti, per diversi anni, i più grandi ra-diotelescopi del mondo, quali quello diParkes, di Lovell (nel Regno Unito) e ilGreen Bank Telescope, hanno tenuto leloro parabole orientate verso il sistemaPSR J0737-3039. Ad ogni “battito” delle due pulsar, è statopossibile restringere sempre di più il mar-gine d’errore che permette di stabilire sele variazioni di orbita e periodo seguanoo meno la teoria di Einstein anche in pre-senza di un campo gravitazionale straor-dinariamente intenso. Con queste osservazioni, i ricercatorihanno potuto misurare alcuni parametri

chiamati “post-kepleriani” re-lativi alla pulsar doppia, ov-vero:• l’avanzamento del peria-stro;• il redshift gravitazionale;• il “ritardo temporale diShapiro”; • il decadimento dell’orbita.

L’avanzamento del periastro rappre-senta il progressivo spostamento delpunto di minore distanza fra le orbite el-littiche delle due pulsar; questo valoreè stato misurato dopo soli sei giorni diosservazioni, grazie all’entità del feno-meno: nel caso di Mercurio, l’avanza-mento del periastro corrisponde a 43secondi d’arco al secolo, mentre nelcaso della pulsar doppia risulta di circa17 gradi all’anno!

Relatività Generale di Albert Einstein di-ventano molto marcati e si possono ve-dere in pochi anni. Quando si vuolepredire il moto di due stelle appartenentia un sistema doppio è solitamente suffi-ciente ricorrere alle leggi classiche dellagravità sviluppate da Isaac Newton. Talileggi però si dimostrano inadeguatequando le stelle in esame sono corpi eso-tici, come le stelle di neutroni, che hannoraggi dell’ordine delle decine di km e den-sità simili a quelle di un nucleo atomico.In questi casi è necessario ricorrere allaRelatività Generale, che certamente hauna formulazione matematica ben piùcomplessa rispetto alla teoria classica eche solo in pochi casi, tra i quali quellorappresentato da due stelle di neutroni inun sistema binario, presenta equazionidel moto risolvibili. Considerate le ridottedimensioni delle stelle, gli astronomi sonoin grado di modellizzare il sistema binariocon alta precisione come una coppia dicorpi puntiformi.

Le due stelle, inoltre, sono abbastanza vi-cine (la distanza è circa due volte quellache separa la Terra dalla Luna), le velocitàorbitali sono alte (maggiori di 300 km/s,ovvero 1/1000 della velocità della luce) el’azione dei campi gravitazionali è moltointensa.La combinazione di tutti questi fattori fasì che gli effetti relativistici, oltre a esserefacilmente calcolabili, diventano ancheparticolarmente intensi e quindi più facilida misurare.

l ’ASTROFILO

articoli

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Immagine di fantasia delle due pulsar orbi-tanti attorno al comune centro di massa. Gliastri viaggiano attraverso lo spazio-tempo(qui rappresentato dalla griglia verde) resocurvo dalle loro stesse masse.[Michael Kramer, Jodrell Bank Observatory]

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Gli astronomi hanno misurato anche ilredshift gravitazionale, ovvero la dilata-zione della lunghezza d’onda degli im-pulsi; si tratta di un effetto previsto dallaRelatività Ristretta, che predice come iltempo segnato da un orologio in moto adalta velocità appaia scorrere più lenta-mente rispetto a quello segnato da un

orologio in quiete rispetto all’osservatore.Al periastro, le due pulsar si muovono piùrapidamente che non in altri punti dell’or-bita; un ipotetico osservatore solidale suuna delle pulsar-orologio, vedrebbe sem-pre lo stesso ritmo di emissione dei se-gnali. Un osservatore lontano, invece,osserverebbe il ritmo di emissione rallen-tato quando le due stelle sono più vicine. Un altro parametro che è stato misuratoè il “ritardo temporale di Shapiro” causatodalla deformazione dello spazio-temponei dintorni delle pulsar. Quando una delledue pulsar si trova lungo la linea di vistache congiunge il nostro pianeta con l’altrapulsar, la traiettoria delle onde radio pro-dotte da quest’ultima viene fortementedeflessa dal campo gravitazionale dellacompagna interposta. In pratica, la tra-iettoria si allunga e gli impulsi giungonoa Terra con un certo ritardo, detto ap-punto “di Shapiro” in omaggio allo scien-ziato Irwin Shapiro, che lo propose nel1964. Infine, è stato misurato il decadimento

dell’orbita, ovvero la progressiva diminu-zione della distanza tra le due pulsar, do-vuta all’emissione di onde gravitazionali.Il restringimento dell’orbita misurato neimesi successivi alla scoperta è pari a circa2,5 m/anno, un valore in linea con quantoprevisto dalla Relatività Generale. Graziealle equazioni di Einstein è possibile pre-

vedere che le duepulsar arriveranno,tra circa 85 milioni dianni, a contatto e sifonderanno in un bu-co nero. In un eventocosì catastrofico siavrà l’emissione dionde gravitazionaliestremamente ener-

getiche e del tipo rivelabile dai principalirivelatori attuali: l’italiano VIRGO, lo sta-tunitense LIGO e l’europeo GEO.I ricercatori hanno effettuato in tal modoquattro differenti test alla teoria della Re-latività Generale: senza ombra di dubbiosia Einstein sia la sua teoria ne sono uscitivittoriosi. Gli scienziati però, non ancoradel tutto soddisfatti, hanno continuato aosservare la pulsar doppia e ad analizzarei dati, convinti di poter ottenere ulterioriscoperte sensazionali. Ciascuna pulsaremette fasci di onde radio che sono regi-strati dai radiotelescopi presenti sul nostropianeta. Grazie al fortunato allineamentodel piano orbitale del sistema con la nostralinea di vista, a ogni orbita si osservaun’eclisse causata dal passaggio della pul-sar A dietro alla pulsar B; il fenomeno sideve alla magnetosfera della pulsar B, unaregione nella quale una nube di plasma èintrappolata dal campo magnetico dellapulsar stessa. L’eclisse permette di deter-minare l’orientamento della pulsar B, inquanto i cambiamenti nella geometria del

Da sinistra, il dott.Andrea Possenti, ilprof. Nichi D’Amicoe la dott.ssa MartaBurgay del gruppoPulsar di Cagliari.[INAF]

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radioastro-nomi cagliari-

tani perraccogliere

preziosi datisulla pulsar

doppia. Que-sto radiotele-

scopio è ilsecondo più

grande almondo dopoquello di Are-cibo. [NRAO]

sistema cambiano il modo in cui la radia-zione emessa dall’altra pulsar giunge a unosservatore terrestre durante l’eclisse.Grazie all’analisi della scomparsa dell’im-pulso della pulsar A, i ricercatori hanno mi-surato la precessione geodetica, meglionota come il “moto a trottola relativistico”,della pulsar B. Anche le leggi che descri-vono questo moto sono una conseguenzadella Relatività Generale; recentementeera stato osservato nei giroscopi, speciali“trottole” poste in orbita attorno alla Terra.Nell’estate del 2008, un gruppo internazio-nale di astrofisici, tra i quali i già citati ra-dioastronomi del Gruppo Pulsar, lo hanotato nella pulsar doppia, dove l’effetto ècirca 2800 volte più ampio di quello misu-rato vicino al nostro pianeta. Il lavoro rappresenta la prima confermasperimentale che la precessione geodeticasi manifesta esattamente al ritmo previstodalla Relatività Generale anchenelle vicinanze di og-getti celesti

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articoli

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La scoperta delle pulsar

La prima pulsar fu scoperta da Jocelyn Bell Burnell, dottoranda presso l’Universitàdi Cambridge, e dal suo supervisore di tesi Anthony Hewish nel 1967, durante unesperimento sulla scintillazione prodotta dal mezzo interplanetario sulle radiosor-genti extragalattiche. Questo oggetto mostrava impulsi regolari con un periododi circa 1,377 s e una durata di qualche centesimo di secondo. A causa del-l’estrema regolarità del segnale, all’inizio fu ipotizzato che il segnale rappresen-tasse il tentativo di comunicazione di una civiltà aliena e l’oggetto fu chiamatoLGM1 (Little Green Men 1). Ben presto, però, Hewish e la Bell abbandonarono l’ipo-tesi del segnale artificiale perché registrarono altri segnali simili in zone diverse delcielo e perché non trovarono un’evidenza di un moto orbitale dell’oggetto emit-tente, che invece ci si aspetterebbe se si fosse trattato di un messaggio inviato daun pianeta extraterrestre che orbita attorno alla sua stella.La scoperta mise in subbuglio la comunità scientifica, che si divise fra quanti cre-devano potesse trattarsi di un nuovo fenomeno legato alle nane bianche e chipensava che l’origine delle pulsar fosse da ricercare nelle stelle di neutroni, la cuiesistenza era stata prevista su basi teoriche fin dal 1932, ma non era mai stata con-fermata con le osservazioni. L’evidenza definitiva che le pulsar sono proprio stelledi neutroni si ebbe con la scoperta della pulsar nella Nebulosa Granchio (M1), unresiduo di supernova che Franco Pacini aveva teorizzato potesse essere alimen-tato dalla presenza di una stella di neutroni dotata di un intenso campo magne-tico e in rapida rotazione. Inoltre, il breve periodo di ripetizione (33 millesimi disecondo) della pulsar di M1 escludeva che potesse trattarsi di una nana bianca:a tali regimi rotazionali, infatti, l’astro sarebbe distrutto dalla forza centrifuga cheverrebbe a prevalere su quella di gravità. L’annuncio della scoperta della primapulsar, da allora denominata con la sigla PSR 1919+21, fu dato da Hewish nel feb-braio 1968 in un articolo apparso su Nature, incui venivano descritte le caratteristiche fisichedella pulsar. La scoperta di questi astri fu cosìimportante che valse a Hewish e al radioastro-nomo Martin Ryle (che mise a punto il radiote-lescopio utilizzato per identificarli) il premioNobel per la Fisica nel 1974. Jocelyn Bell non funé insignita del premio (ricevette invece, in-sieme ad Hewish, la medaglia Michelson nel1973) né citata durante il discorso di assegna-zione, cosa che suscitò molte polemiche all’in-terno della comunità scientifica.

Una straordinaria immagine della NebulosaGranchio (M1) ottenuta con il VLT. È il residuo

della supernova del 1054, registrata dagli astro-nomi cinesi e arabi dell’epoca. Al centro della

nebulosa si trova la pulsar PSR B0531+21 sco-perta nel 1968: fu la prima osservazione di

un’associazione tra pulsar e residuo di super-nova, una scoperta importante per l’interpreta-

zione delle pulsar come stelle di neutroni. [ESO]

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dotati di grande massa: le due pulsarhanno, infatti, una massa totale di circa900 000 volte quella della Terra. Anche inquesto caso una grande vittoria delloscienziato tedesco.La scoperta è apparsa sulla rivista Science(R.P. Breton et al., 321, 5885, 104; 2008)e si basa su quattro anni di osservazionicondotte utilizzando il GBT.Secondo la fisica newtoniana, l’inclinazionedell’asse di rotazione di una stella che or-bita attorno a una compagna dovrebbe ri-manere immutata rispetto alle stelle disfondo. Per poter spiegare il moto osser-vato bisogna invece considerare che lospazio-tempo non è piatto, bensì resocurvo dalla massa dei corpi celesti. In que-sto modo, l’asse di rotazione della pulsarB, mentre è in rotazione attorno alla pulsarA, subisce un lieve e ciclico cambiamentod’inclinazione, con un periodo di circa 70anni. La conseguenza è un’oscillazione “atrottola” simile al movimento che coinvolgel’asse di rotazione del nostro pianeta e chedescrive un moto conico con un periodo diquasi 26000 anni; fra le conseguenze cisono lo spostamento del Polo Nord Celestee la precessione degli equinozi.Nel caso della pulsar doppia però, la causaè completamente differente: mentre per laTerra la fisica di Newton è sufficiente perspiegare il fenomeno, per la pulsar doppiaè necessario considerare la curvatura dellospazio-tempo. La PSR J0737-3039 continua ad attirarel’attenzione della comunità scientifica e a

far sognare gli astrofisici. Nel giro di pochianni, infatti, ha permesso di ottenere ot-timi risultati, superiori a quelli di qualsiasialtra pulsar nota (compresa la PSR1913+16, che nel 1993 permise a R.A.Hulse e a J.H. Taylor di vincere il premioNobel per la fisica – si veda l’Astrofilo 4

19), e le aspettative per i prossimi annisono alte. Quella più grande è che l’osser-vazione prolungata di questo sistema bi-nario permetta di comprendere il com-portamento della materia nelle stelle dineutroni. Gli scienziati, infatti, non dispon-gono di nessun laboratorio terrestre ingrado di riprodurre condizioni di densitàcosì estreme. La pulsar doppia potrebbequindi in futuro riservarci ancora delle pia-cevoli sorprese e prestigiosi riconoscimen-ti per i radioastronomi italiani, attivissiminello studio di questo affascinante oggettocosmico.

L’autore ringrazia Marta Burgay per la disponibilitàdimostrata durante la stesura dell’articolo.

La dott.ssa Marta Bur-gay durante una visita al

radiotelescopio di Are-cibo, Puerto Rico. La

giovane ricercatrice havinto diversi premi, tra iquali il Premio Tacchini

2005 per la tesi di dotto-rato e nel 2006 la primaedizione del premio in-

ternazionale “YoungScientists Prize in Astro-

physics” per il suo con-tributo alla scopertadella pulsar doppia.

Andrea Simoncelli, nato a Ortona nel 1978, abitaa Vasto. Nel 2002 ha conseguito la laurea inastronomia presso l’Università degli Studi di Bo-logna, occupandosi della controparte ottica e in-frarossa del GRB020405. In seguito ha trascorsoun periodo di ricerca presso l’OsservatorioAstronomico di Brera-Merate. Nel 2007 ha otte-nuto l’abilitazione all’insegnamento presso l’Uni-versità di Modena. Attualmente insegna scienzematematiche nella scuola secondaria di primogrado e si occupa di divulgazione scientifica.

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ipotesi spesso contrastanti. Parmenideriteneva che il Sole e la Luna fossero dinatura ignea e che entrambi si fosseroformati da materia staccatasi dalla ViaLattea. Anassagora sottostimava le di-mensioni della Luna, che paragonava alPeloponneso ed era convinto chel’aspetto della sua “faccia” derivava dallamescolanza di diverse sostanze.Aristotele, fondatore della scuola peripa-tetica, sosteneva invece l’idea di una

In epoca classica, gli autori greci e la-tini si interrogarono a lungo sulla

natura del nostro satellite, formulando

Anticheosservazionidella Luna di Rodolfo Calanca

L’osservazione della Luna dall’antichità classica all’in-venzione del cannocchiale, ei limiti dell’osservazione visuale.

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Luna lucida e levigata, composta dietere ma, come la Terra, priva di lucepropria. Al contrario, Plutarco, nel fa-moso dialogo “Intorno al volto che ap-pare nel cerchio della Luna”, vedeva nelnostro satellite un’altra Terra, con av-vallamenti e depressioni piene d’acquae d’aria, dove la luce solare si riflette ir-regolarmente, dando luogo alle grandimacchie scure. Prima di Plutarco altri fi-losofi avevano espresso convinzionianaloghe: uno di questi, Eraclide, de-scrisse la Luna circondata da nubi. Plinio esclude che il nostro satellite brillidi luce propria: “[la Luna] come tutte lealtre stelle, è dominata dallo splendoredel Sole, poiché in effetti essa risplendedi una luminosità completamente mu-tuata da quest’ultimo, simile al riflessooscillante che scorgiamo sullo specchiodell’acqua” e le macchie visibili sulla suasuperficie “non sono altro che impuritàdi terra aspirate insieme all’umidità”. Nel medioevo, fino al XIII secolo, glistudiosi di filosofia naturale seguironoprevalentemente Platone, secondo ilquale i corpi celesti, e tra questi la Luna,non sono costituiti da sostanze diverseda quelle terrestri, fornendo un’inter-pretazione sostanzialmente corretta. Alberto Magno, uno dei primi peripate-tici medievali, si oppone a chi sostieneche le macchie lunari sono un’immaginedelle montagne e dei mari terrestri ri-flesse sul nostro satellite; egli va oltrequando dichiara che la Luna è di naturaterrestre, affermazione che però poco siconcilia con la sua adesione all’aristote-lismo. In tutto il medioevo trovarono creditostravaganti idee sulla natura delle mac-chie lunari: Bernardo di Verdun, adesempio, credeva che la Luna fosse uncorpo sferico lattiginoso, con all’internoun altro corpo oscuro le cui macchie fil-trano attraverso esso. Non deve eccessivamente stupire l’ab-bondanza di fantasiose credenze sullacostituzione della Luna prima dell’inven-zione del telescopio: l’osservazione adocchio nudo del nostro satellite è, in-

fatti, assai povera di informazioni, con-dizionata com’è dal limitato potere di ri-soluzione del nostro sistema visivo.

Il potere risolutivo dell’occhio

umano

Il potere risolutivo, sia esso visuale ostrumentale, è la maggior limitazioneall’osservazione astronomica, in modoparticolare in quella lunare e planetaria.Diamo quindi un accenno agli aspettisalienti del problema, ponendoci in unaprospettiva prevalentemente storica eprendendo lo spunto per la nostra trat-tazione dalle ricerche sull’acutezza vi-siva condotte da Geminiano Montanari,grande studioso modenese del Sei-cento, abile osservatore del cielo (e rea-lizzatore di una pregevole tavolaselenografica), soffrì per tutta la vitaadulta di gravi disturbi visivi. È quindicon un profondo interesse personaleche si dedicò allo studio dei meccanismie alla fisiologia della visione. Con la lu-cidità che lo contraddistingueva, avevaanalizzato il problema de “la sottigliezzade gli organi della vista” e aveva mira-bilmente descritto “qual sia il minimoangolo sotto il quale siano visibili [glioggetti] ad occhio nudo e sano”. In un bell’esperimento di classica scuolagalileiana, concepito per fornire un va-lore numerico certo a quest’angolo,ebbe come soggetti dell’esperienza i“giovani miei scuolari”. L’esperimento fucondotto nel modo seguente: “Posti inun foglio bianco varj punti neri di gran-dezze diverse et in siti differenti, etesposto il foglio a un lume chiaro delgiorno, e disposti in distanza giovanimiei scuolari, che avevano secondo ilconcetto loro ottima vista, faceva che apoco a poco accostandosi procurasserodi determinare il luogo da dove comin-ciavano a vedere il punto più grande.Quindi accostandoli successivamente, enotando i luoghi da dove cominciavanoa sorgere ad uno ad uno i punti minori.Paragonava di poi trigonometricamentele grandezze di que’ punti con la di-stanza da dove l’incominciavano a ve-

Il BlackrockCastle (pressoCork, Irlanda)immerso inuna cupa at-mosfera domi-nata dallaLuna. La suacostruzione ri-sale esatta-mente aglianni in cuientrò in uso ilcannocchialee ci si accorsedella vera na-tura superfi-ciale del no-stro satellite. Il BlackrockCastle èun’eccellentemeta astroturi-stica ed èanche un veroe proprio os-servatorio al-l’avanguardia,(con tanto dicupola, quinascosta die-tro la torre piùelevata), ge-stito dal CorkInstitute of Te-chnology.La struttura èattivamenteimpegnata,oltre che nellaricerca, anchenella divulga-zione, e nu-merose sonole iniziativeinerenti al-l’IYA2009. Per maggioriinformazioni:www.bco.ie

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risoluzione polistigmatica. Quando osserviamo la Luna piena adocchio nudo da una località non inqui-nata da altre fonti luminose, l’illumina-mento prodotto dal nostro satellite èpari a circa 0,3 lux e la nostra pupilla sidilata fino a 7 millimetri. In queste con-dizioni la risoluzione polistigmatica è di2’30”, ne consegue che la capacità del-l’occhio umano medio di percepire par-ticolari sulla Luna è limitata ad oggettitra loro separati di 300 km e con dimen-sioni analoghe. Questo limite fisiologico ha profonda-

dere per dedurne l’angolo, che sotten-devano all’occhio”. Egli giunse alla corretta conclusione che“il minimo angolo sensibile a vista sananon è minore di un minuto né maggioredi due”. Montanari aveva esattamente determi-nato il valore del potere risolutivo bi-stigmatico dell’occhio nelle condizioni dimiglior visione diurna, che si raggiungequando la luminosità ambientale è paria 2000÷3000 lux e la pupilla si dilata di3 mm. In queste condizioni il sistemavisivo umano ha la sua massima acu-tezza. Se invece l’osservatore si ponedirettamente al telescopio oppure,molto più semplicemente, guarda ilcielo senza l’ausilio di strumenti ottici, èsicuramente più corretto riferirsi al co-siddetto potere risolutivo polistigmatico,definito come la capacità dell’occhio diseparare gruppi di punti distribuiti su diuna superficie. A differenza della bistigmatica, la riso-luzione polistigmatica è meno soggettaa condizionamenti di tipo psicologicoche, ad esempio, potrebbero indurrel’osservatore a veder disgiunte duestelle anche quando le loro macchie didiffrazione sono ancora, in parte, so-vrapposte. A seguito delle ricerche diAndré Danjon e Vincenzo Cerulli, con-dotte ai primi del Novecento, si è giuntia stabilire che l’occhio umano ha un po-tere risolutivo bistigmatico doppio della

Immagini della Luna in alcuni bellissimi ac-querelli eseguiti da Galilei tra il 30 novem-bre e il 18 dicembre 1609. Oltre a esserestati realizzati in giorni diversi, non sono

ordinati temporalmente: la prima immaginea sinistra fu eseguita il 30 novembre 1609(alle 17:00 TU); la successiva il 1° dicem-bre (alle 16:30 TU); il primo della seconda

fila fu quasi sicuramente la prima raffigura-zione del nostro satellite, risale anch’esso

al 30 novembre (alle 15:00 TU); quello afianco è del 17 dicembre (alle 4:00 TU);

nell’ultima riga, il primo a sinistra è del 18dicembre (alle 6:00 TU); infine, l’ultimo è

del 2 dicembre (alle 16:00 TU).

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mente condizionato lo sviluppo non solodella cartografia lunare, ma anche del-l’astronomia planetaria e stellare finoagli inizi del XVII secolo, quando cioèl’introduzione del telescopio, insieme adaltri successivi progressi tecnici nellosviluppo della strumentazione accesso-ria (reticoli, micrometri etc.), miglioròenormemente la qualità delle osserva-zioni e la precisione delle misure cele-sti.

Le raffigurazioni pretelescopiche

della Luna

La più antica raffigurazione nota del no-stro satellite, vecchia di oltre 5000 anni,fu scoperta da PhilipStooke, della Uni-versity of WesternOntario, in un miste-rioso sito neolitico aKnowth, nella Conteadi Meath, in Irlanda.L’incisione, eseguitasu di una roccia, mo-stra alcune caratte-ristiche della super-ficie lunare: il MareCrisium e il Mare Hu-morum. Millenni dopo, Leonardo da Vinci, in unodei suoi codici, l’Arundel, conservato alBritish Museum, aveva tracciato un’im-magine della Luna che poco si disco-stava, per numero di particolari ri-conoscibili, da quella neolitica irlan-dese. Nello stesso codice il grande arti-

sta afferma che la Luna brilla di luce ri-flessa e che la sua composizione è si-mile a quella della Terra, essendoricoperta anch’essa, in larga misura, damari. Evidentemente, le idee di Leonardosulla natura “terrestre” della Luna di-scendono dalla visione di Plutarco. La prima rudimentale vista d’insiemedella Luna conosciuta, tracciata alloscopo di registrare le eventuali varia-zioni di dimensione o luminosità dellemacchie, riporta, per la prima volta, inomi di tali configurazioni. Realizzata inun periodo che precede di poco l’inven-zione del telescopio dal celebre medicoe fisico inglese William Gilbert, autoredel De Magnete, morto di peste nel1603, fu pubblicata, postuma, sola-mente nel 1651. Per Gilbert, le macchie scure lunari sono“terre”, invece, le zone più luminosesono enormi oceani. Il Mare Imbrium, laconfigurazione meglio rappresentata, èchiamata Regio Magna Orientalis. Anord di questa formazione disegna unaInsula Borealis in corrispondenza delMare Frigoris. È sorprendente il fatto che Gilbert mettain comunicazione la parte occidentale

della Regio Magna Orientalis con laRegio Magna Occidentalis (regione checomprende i Mari Serenitatis, Tranquil-litatis, Fecunditatis e Nectaris), attra-verso uno stretto che ha una effettivacorrispondenza nella zona pianeggianteche separa la catena montuosa del Cau-

Thomas Har-riot, filosofonaturale in-glese, dise-

gnò per primola Luna il 26luglio 1609

del calendariogiuliano (5agosto del

nuovo calen-dario grego-

riano, entratoin vigore nel

1582 neipaesi cat-

tolici), qualchemese prima di

Galilei.

è di grande interesse il confronto tra i disegni lunari di Galilei e diHarriot. Galilei ha già intuito che sulla Luna vi sono avvallamenti ecatene montuose,mentre lo schizzodi Harriot è asso-lutamente amorfoe non dimostraalcuna consape-volezza dellareale topografiadel nostro satellite. In una lettera, a commento di questo schizzo,Harriot scrive che la Luna appare come un formaggio con i buchi!

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però non pubblicò nessuno dei suoi im-portanti contributi scientifici in nume-rosi campi, dall’astronomia all’ottica allamatematica (tra l’altro, trovò per primola legge della rifrazione, precedendo dialcuni anni Snell). Le sue carte, ritro-vate solamente nel XX secolo, compren-devano anche gli schizzi astronomicieseguiti al cannocchiale tra il 1609 e il1613. La sera del 5 agosto 1609 (il 26luglio del calendario giuliano), nell’os-servare la Luna crescente di cinquegiorni, Harriot utilizzò un cannocchialea sei ingrandimenti, forse di qualità in-feriore a quello che Galilei impiegò qual-che tempo dopo. L’unica immaginelunare che delineò, fu un frettolososchizzo dove si riconosce il Mar Crisiume un accenno, malriuscito, del Mar Fe-cunditatis, a riprova delle sue scadentidoti di disegnatore. Il suo interesse perla Luna, che si era affievolito nel corsodei mesi successivi, si riaccese dopoaver letto il Sidereus Nuncius di Galilei,spronandolo ad eseguire, durantel’estate del 1610, altri 15 disegni dellevarie fasi. L’immagine della Luna piena fu invecerealizzata l’anno successivo, forse conl’ausilio di un cannocchiale da 10 in-

caso dagli Appennini, esegna il passaggio dal MareImbrium al Mare Serenita-tis. La percezione di questaminuscola struttura è pros-sima al potere risolutivo po-listigmatico dell’occhio, ilche testimonia la notevoleacutezza visiva di Gilbert. IlMar Crisium, che non è benproporzionato, è chiamatoBritannia. Nella parte cen-trale della Luna, egli intra-vede un Mare Medilunarium,corrispondente all’estremitàmeridionale degli Appen-nini, mare che lambisce lecoste boreali del ContinensMeridionalis, l’Oceanus Pro-cellarum è invece l’InsulaLonga. Nel complesso, lo schizzo di Gilbert ri-produce, con discreta precisione, lemacchie del nostro satellite così come sipresentano ad occhio nudo: in assenzadel cannocchiale non è sicuramentepossibile far di meglio.

La Luna nelle prime osservazioni

telescopiche

La selenografia risale all’epoca dell’in-troduzione del cannocchiale nell’osser-vazione astronomica, cioè al momentoin cui la risoluzione dei dettagli percepi-bili sulla superficie lunare passò improv-visamente dai 2’30” dell’osservazionead occhio nudo ai 10” dei cannocchialidi Galilei nel 1609. Koestler, in un affa-scinante saggio sui fondatori dell’astro-nomia moderna (I sonnambuli), scriveche con il cannocchiale “la potenza e laportata del principale organo sensorialedell’homo sapiens presero improvvisa-mente a crescere, moltiplicando a balzisuccessivi, trenta, cento, mille volte lesue capacità naturali”. La prima raffigurazione conosciuta di unafase lunare vista al telescopio, che pre-cede di qualche mese i disegni galileliani,fu eseguita dal geniale matematico eastronomo inglese Thomas Harriot, che

Due incisionidella Luna nelSidereus Nun-cius di Galilei.

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grandimenti. Anche in questo caso, laqualità grafica del disegno lascia al-quanto a desiderare: Harriot si limita adelineare, in modo approssimativo, ilprofilo dei mari, che non sempre sonoriconoscibili e, forse disorientato dal-l’enorme quantità di strutture lunari vi-sibili attraverso il cannocchiale, registrapochi crateri, che dissemina a caso sullacarta (ne inserisce, infatti, raffigurandolicon semplici cerchi, solo una quindi-cina). Harriot fu il primo ad osservare lalibrazione in latitudine della Luna, manon riconobbe la reale natura del feno-meno che è di origine prospettica. Pro-babilmente consapevole dei propri limitiartistici, egli ritenne invece di aver com-messo degli errori non trascurabili nelposizionamento delle macchie in prossi-mità del limbo lunare.

La Luna di Galilei

L’osservazione al cannocchiale dellaLuna e degli altri pianeti diede il via adinfinite dispute scientifiche e teologichequando Galilei, nel tardo autunno del1609, si mostrò determinato a passare“la maggior parte delle notti… più al se-reno et al discoperto, che in camera oal fuoco”. E i risultati di quelle intermi-nabili, gelide notti invernali segnaronouna svolta epocale nella cultura e nellascienza. L’attenta esplorazione della superficielunare con il suo primo cannocchiale aotto ingrandimenti, presto seguito da unaltro a venti ingrandimenti, gli riserva laprima incredibile sorpresa quando si ac-

corge “…non es-sere affatto laLuna rivestita disuperficie liscia elevigata, ma sca-bra e ineguale, eallo stesso mododella faccia dellaTerra, presen-tarsi ricoperta inogni parte digrandi promi-nenze, di pro-

fonde valli e di anfratti”. Questa prima eccezionale osservazionefu il preludio alla scoperta di una seriedi fondamentali novità celesti, tra cui laVia Lattea popolata da una miriade distelle e “l’aver noi scoperto quattrostelle erranti … le quali hanno lor propriperiodi intorno a una certa stella princi-pale” [Giove], nel corso della notte del7 gennaio 1610. Si accinse quindi a redigere e stampare,in tempi strettissimi, il Sidereus Nun-cius, “che contiene e chiarisce recentiosservazioni fatte per mezzo di unnuovo occhiale”.Galilei, timoroso di essere preceduto inquesto straordinario “scoop astrale”, at-tese forsennatamente al suo libello dal7 gennaio ai primi giorni di marzo. Il la-voro, uscito dai torchi il 13 marzo 1610in 550 esemplari, si rivelò un successoeditoriale senza precedenti tanto che,dopo una sola settimana, l’intera tira-tura andò esaurita. Le sue prime osservazioni della Luna ri-salgono al periodo tra luglio e dicembre1609 e i sette disegni autografi, acque-rellati, che ne ricavò sono immagini pit-toriche di rara efficacia impressionistica.Nel Sidereus la qualità grafica dei dise-gni lunari è, invece, piuttosto scadente,di molto inferiore alle illustrazioni ma-noscritte conservate alla Biblioteca Na-zionale Centrale di Firenze. Ciò si po-trebbe giustificare con il tempo straor-dinariamente breve intercorso tra la re-dazione e la stampa, che non permisedi curare a dovere le incisioni a corredo

L’immagine asinistra, dove si

riconosconoperfettamente,in prospettiva,

una catenamontuosa del

tutto simile agliAppennini lu-nari e un cra-tere simile adEratostene, è

la chiara dimo-strazione cheGalilei aveva

perfettamenteintuito la natura

del suolo lu-nare, fin dalle

sue primissimeosservazioni

del novembre1609. I disegnia sinistra sonotratti dai mano-scritti di Galilei

che l’Autoredell’articolo

confronta conimmagini foto-

grafiche mo-derne: le

somiglianzesono impres-sionanti (nota

importante:questo genere

di confrontonon è mai statoproposto primada nessun altro

studioso diGalilei).

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un’ampia spiegazione della luce cinereaed espose un metodo per determinarel’altezza dei monti lunari, ripreso e per-fezionato alcuni decenni dopo da Gemi-niano Montanari, che a questo scopofece uso del suo reticolo.È indubbio che Galilei, quando punta ilcannocchiale sulla Luna, aveva già inmente un “modello” d’interpretazione

delle osservazioni alternativo a quelloaristotelico (di cui abbiamo parlato al-l’inizio dell’articolo) e largamente sug-gerito dal dialogo di Plutarco, e il suomodello è, ovviamente, di matrice co-pernicana e antiaristotelica.

dell’opera. Le immagini della Luna infase contenute nel Sidereus sono sola-mente cinque, delle quali una ripetutadue volte. Una di queste ritrae la Lunaal primo quarto e presenta un estesocratere (forse Albategnius) sul termina-tore nella zona australe, del tutto inesi-stente almeno con queste dimensioniapparenti. Si è sempre dibattuto sul

perché Galilei amplificò le dimensioni diAlbategnius e la giusta spiegazione èforse stata suggerita da S. Drake che,evidenziando le piccole dimensioni com-plessive dell’immagine lunare, appena 7cm, ipotizzò che per far risaltare l’illu-minazione del bordo del cratere e lezone in ombra l’incisore fosse stato ob-bligato ad esagerarne l’estensione. Galilei così illustra i fenomeni ai quali lafigura si riferisce: “Questa macchia me-desima si vede, avanti la seconda qua-dratura, circondata da contorni piùoscuri che, come catene altissime dimonti, si mostrano più scuri dalla parteopposta al Sole, più luminosa in quellarivolta al Sole: accade l’opposto invecenelle cavità, delle quali appare splen-dente la parte opposta al Sole, oscuraed ombrosa quella situata dalla partedel Sole”. Inoltre, nel Sidereus, Galilei diede

Rodolfo Calanca si occupa da anni di comunica-zione scientifica e divulgazione astronomica. Hascritto decine di articoli per numerose testate edè autore di un libro sui transiti di Venere. Tra isuoi principali interessi, la storia dell’astronomia(in particolare il periodo fra il XVI e il XVIII se-colo) e il coordinamento, in ambito nazionale, diprogetti di ricerca scientifica rivolti agli astrofili.È stato il primo in Italia a proporre con suc-cesso, nel 2007, l’osservazione dei transiti dipianeti extrasolari con strumentazione amato-riale. Dirige il portale di informazione astrono-mica EANweb.

I disegni galileiani, di alcuni particolari della Luna, non furono superati, in qualità, per decenni. Il primo “selenografo” chegraficamente li eguagliò fu il modenese Geminiano Montanari, professore all’Università di Bologna, in una sua carta lu-nare del 1662. Rinomati cartografi come il polacco Joannes Hevelius (Selenographia, 1647) oppure i gesuiti FrancescoMaria Grimaldi e Giovanni Battista Riccioli (Almagestum Novum, 1651), diedero delle raffigurazioni di scarsa qualità dellecatene montuose, come si vede nelle immagini a fianco.

Galilei - 1609 Montanari - 1662 Hevelius - 1647 Grimaldi - 1651

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software

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Celestia è un programma di si-mulazione spaziale che con-

sente l’esplorazione e l’osser-vazione dinamica dell’universo intre dimensioni. Si diversifica no-tevolmente da altre applicazioniappartenenti allo stesso genere.Concepito e realizzato, nella suaprimeva versione, da Chris Lau-rel, un programmatore informa-tico di Seattle, trasporta l’uti-lizzatore in un viaggio virtuale neltempo e nello spazio con effettidi simulazione grafica davveroemozionanti, precisi e meticolo-samente curati. A bordo di unaastronave “hyperdrive” si pos-sono sorvolare i pianeti del si-stema solare, la Galassia e ci sipuò inoltrare negli spazi interga-lattici a una qualunque velocità.È possibile porsi in prossimità diun pianeta gigante, come Gioveo Saturno, ammirare il girova-gare dei loro satelliti naturali e leloro ombre proiettate sulle super-fici planetarie; sorvolare la Terradi giorno attraverso le nubi, assi-stere all’accendersi delle lucinell’emisfero non illuminato dalSole, intercettare il telescopioHubble o la stazione spaziale in-ternazionale; librarsi oltre i pia-neti, al di là di Plutone, e scrutarela superficie di un asteroide, di unpianeta nano, di una cometa; vo-lare a decine e decine di anni lucedi distanza dal pianeta base,scrutando le stelle più vicine;viaggiare ai bordi di un buco nero

o in prossimità di una pulsar; as-sistere alla formazione della Terrae della Luna, esplorare pianetiesotici, partecipare ad ipotetichefuture missioni spaziali volte alla

conquista di nuove terre abitabili,nuovi mondi, nuove frontiere emolto altro ancora.L’eseguibile per i sistemi operativiWindows, denominato “celestia-win32-1.5.1.exe”, ha una dimen-sione di circa 23 megabyte e si

scarica direttamente dal sitowww.shatters.net/celestia/download.html.Celestia è anche disponibile perutenti Macintosh (OS X) e Linux(x86); le dimensioni dei file dascaricare per queste piattafor-me informatiche sono rispettiva-mente di 26,1 e 14,5 megabyte.La natura complessa e sofisticatadel programma prevede la trac-ciatura e la visualizzazione intempo reale di centinaia, migliaiao anche milioni di stelle; questorichiede l’utilizzo di computerequipaggiati con processori ope-ranti a velocità di almeno 800 mi-

CelestiaConcepito e sviluppato secondo il classico modello di

software libero, conta migliaia di appassionati ecollaboratori in ogni parte del mondo, che dal 2001

contribuiscono alla sua crescita e diffusione.

Home page del software Celestia,un programma freeware di simula-zione spaziale che guida nel-l’esplorazione tridimensionaledell’universo.

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a cura di Mario Dho

ASTROFILOl ’

lioni di cicli al secondo, con me-moria RAM uguale o superiore ai512 MB e dotati di un accelera-tore di grafica video 3D.Con sistemi operativi Windows95, 98, ME, 2000, NT e XP, unavolta concluso il download del-l’eseguibile, si lancia il processo diinstallazione del software sempli-cemente con un doppio click deltasto sinistro del mouse, quandoil puntatore è posizionato sul-l’icona relativa. Di default, Cele-stia si installa automaticamentein una omonima directory autogenerata e dislocata nella cartelladei programmi nel disco C. È con-sigliabile mantenere le opzioni diinstallazione predefinite anche se,all’occorrenza, è possibile ese-guire scelte e/o seguire percorsidiversi da quelli indicati nelle fine-stre di dialogo che si susseguonosullo schermo del PC durante ilprocesso di installazione.

L’icona di lancio si crea automa-ticamente sul desktop del com-puter ed è sufficiente cliccaresulla stessa per aprire Celestia laprima volta.Il caricamento del programma,se non si utilizzano PC prestanti,potrebbe richiedere alcune man-ciate di secondi.Quanto appare sullo schermo èuna fedele rappresentazione diciò che un ipotetico osservatorevedrebbe se fosse posizionato inun preciso punto nello spazio. Molti file di struttura del simula-tore spaziale 3D contengono im-magini a risoluzione variabile,questo si traduce nella possibilitàdi visualizzare le schermate a ri-soluzioni elevate oppure basse. Ilpassaggio da una modalità fun-zionale all’altra avviene rapida-mente: agendo sulla coppia ditasti ‘Shift’ e ‘R’ si incrementa larisoluzione grafica, mentre la si

diminuisce interve-nendo sul solo tasto‘R’. Se azionando i tastidi riferimento non sinotano cambiamentinella grafica delle im-magini visualizzatesullo schermo, signi-fica semplicementeche nel database nonsono presenti ulteriorifile di immagine. Ridurre la risoluzioneconsente, in molti ca-si, di sfruttare al me-glio le potenzialità dicomputer non partico-larmente prestanti e

di poter contare su una velocitàdi funzionamento e di calcolo piùelevata.Celestia è un programma scrittoin linguaggio C++ il cui codicesorgente, essendo di tipo free, equindi liberamente scaricabile dalsito www.SourceForge.net, puòessere manipolato e modificatodall’utilizzatore (nei termini pre-visti della Licenza di PubblicoGNU), il quale può includere filedi tipo add-on.L’interfaccia utente è essenziale epulita, in pratica si presentacome una vera e propria finestradalla quale affacciarsi sull’uni-verso. Una sola barra dei menu,posta nella parte superiore, e unaserie di informazioni e riferimentidistribuiti ai quattro angoli. Nellaparte alta a destra sono indicatil’ora cui fa riferimento la simula-zione in corso e la velocità discorrimento della stessa; in bas-

La finestra di aperturadi Celestia, al primolancio dell’applicativo,è centrata sulla vistadella Terra.

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pratica nell’uso di Celestia. Fra imaggiori disagi segnaliamo l’im-possibilità di accedere diretta-mente alla barra dei menu e unconsiderevole tempo morto nelmomento in cui la stessa vogliaessere visualizzata portando lafreccia del puntatore del mousenella parte superiore della vi-deata. Molti utenti segnalano ad-dirittura annerimenti, crash echiusure del programma durantel’utilizzo del software in modalitàfull screen e con alcune risolu-zioni grafiche.Durante le fasi di impostazione eselezione iniziale è pertanto con-veniente, eseguire dei veri e pro-pri test funzionali per valutareeffetti grafici indesiderati, ritardidi risposta, malfunzionamenti etrovare la modalità operativa piùconfacente al sistema hardwareposseduto. Per commutare velo-cemente la modalità a tuttoschermo in modalità finestra è

numero di colori e la dimensionedello schermo, da definire soprat-tutto in base alle caratteristichetecniche del monitor impiegato.È possibile optare, indifferente-mente, per la modalità di visua-lizzazione a tutto schermo oppu-re per quella a finestra.La prima garantisce vedute alta-mente realistiche e spettacolari,dando all’utilizzatore la sensa-zione di trovarsi per davvero af-facciato alla finestra di un’astro-nave: tutte le barre degli stru-menti e di scorrimento si dissol-vono lasciando lo schermo com-pletamente sgombro da elementidi interazione e di supporto.La modalità di funzionamento atutto schermo, attivabile dal co-mando ‘Commuta Modalità TuttoSchermo’ oppure direttamenteda tastiera, intervenendo simul-taneamente sui tasti ‘Alt + Enter’,pur offrendo visioni mozzafiato,non sempre è la più comoda e

so a destra sono ripor-tati il campo visivo(espresso in gradi, mi-nuti e secondi d’arco) el’azione corrente; all’e-stremità superiore sini-stra sono visualizzatediverse informazioniinerenti all’oggetto cor-rentemente visualiz-zato sullo schermo,

come ad esempio la di-stanza che lo separadal punto di osserva-zione prescelto; nell’a-ngolo in basso a sini-stra, infine, è mostratala velocità dell’astro-nave virtuale che ospi-ta l’utilizzatore nel suo tour spa-ziale.La configurazione delle opzionidel programma consente di defi-nire le impostazioni personaliz-zate che saranno usate comepreferite ai successivi lanci. Granparte dei setup configurativi sonoraggruppati nelle finestre che siabilitano attraverso la selezionedel menu ‘Render’ strutturato nelmodo seguente:- Seleziona la modalità video- Commuta modalità tuttoschermo- Opzioni di visualizzazione- Luoghi- Visualizza più stelle- Visualizza meno stelle- Magnitudine automatica- Stile delle stelle- Luce ambientale- Antialiasing.Le prime indicazioni di base dainserire negli appositi spazi con-figurativi sono la risoluzione, il

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Screen shot catturatodurante la fase di confi-

gurazione iniziale delprogramma.

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anelli dei pianeti, dei marcatori,delle luci notturne e molto altroancora. L’estensione dei testi in-formativi è strutturata su tre li-velli base:- Nessuno- Conciso- Dettagliato.L’utente ha quindi modo di ge-stire il tipo e il numero di infor-mazioni relative agli oggettiselezionati e visualizzati a se-conda di specifiche necessità.Spuntando la checkbox con la di-

citura ‘Nessuno’ noncomparirà sullo scher-mo alcun testo di com-mento, mentre selezio-nando la voce ‘Detta-gliato’ si potrà usu-fruire di tutte le infor-mazioni contenute neldatabase del program-ma.Celestia può essereconfigurato in modotale da restituire visua-lizzazioni altamenterealistiche e suggestivedell’emisfero terrestrenon illuminato dal Sole.È sufficiente attivare lafunzione ‘Luci Nottur-ne’ per ammirare dallospazio gli agglomeratiurbani in tutto il loro“splendore”. L’utilizza-tore, a bordo della suaastronave virtuale, sirende conto di come lasuperficie del nostro

pianeta appaia visibile da centi-naia e centinaia di chilometri didistanza anche quando non è di-rettamente colpita dalla luce so-lare. Migliaia di città si evidenzianosullo sfondo scuro, dando unachiara idea di dove siano concen-trati sviluppo e progresso (se cosìvogliamo dire…).Il sottomenu ‘Luoghi’ consente di

pra tutti i pianeti o le lune che laposseggono. A bordo della nostraastronave virtuale potremo ve-derla dal di fuori, sorvolarla, en-trarci dentro, esaminarla inprossimità del terminatore, am-mirandone i cambiamenti di in-tensità luminosa e di colore. Laselezione di questa casella è con-sigliabile in quanto conferisce allerappresentazioni un realismo euna dinamica eccezionali, ulte-riormente valorizzati se sonocontemporaneamente selezio-

nate le opzioni ‘Nubi’ e ‘Ombredelle nubi’.Le sovraimpressioni grafiche pre-vedono la rappresentazione dellagriglia celeste, delle costellazionie/o dei relativi confini, delle ga-lassie, delle nebulose, dei pianeti,delle comete, degli asteroidi,delle stelle, dei satelliti, dei vei-coli spaziali, degli ammassi aper-ti, delle orbite, delle ombre degli

consigliabile servirsi del tasto ascelta rapida ‘Alt + Tab’.Attivando la voce ‘Opzioni di vi-sualizzazione’ si accede a unacompleta finestra di dialogo cheracchiude quasi quaranta check-box e un comando a cursore. Levoci contemplate sono davveronumerose e consentono di predi-sporre una visualizzazione al-quanto personalizzata e mirata.Più caselle si spuntano e più sa-ranno le indicazioni, le etichetta-ture, le rappresentazioni reali-

stiche e le opzioni funzionali vi-sualizzate sullo schermo. Spuntando il check sulla voce ‘At-mosfere’ si abilita Celestia alla vi-sualizzazione dell’atmosfera so-

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Fase di avvicinamento alla città diMosca, precedentemente selezio-nata in un sottoschermo attivabilecol tasto ‘Enter’.

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pratica l’operazione di cambio diveduta richiede il contemporaneoutilizzo dei tasti ‘Shift’ e ‘*’.Una delle particolarità più inte-ressanti di Celestia è costituitadal movimento. I comandi per li-brarsi sopra un pianeta o un sa-tellite, per avvicinarsi e scenderesu una superficie di un corpo ce-leste, per entrare in una determi-nata orbita, per volare e di-stricarsi fra i bracci e ai bordidella Galassia e altro ancora,sono facili da impartire e suffi-cientemente versatili: basta ac-

quisire una minimaesperienza pratica perintraprendere viaggispaziali cambiando li-beramente direzione,distanza e orienta-mento. Partendo dall’immaginedi default della Terra,che si visualizza al lan-cio del programma,possiamo classificareben 16 comandi di mo-vimento attivabili attra-verso il mouse e latastiera del computer.Dal momento che èproprio per mezzo diqueste funzionalità cheil software esprimetutto il suo realismo, ri-teniamo opportuno ad-dentrarci nell’argomen-to, andando a cono-scere da vicino le variecombinazioni di tastiche impartiscono input

cinematici all’astronave virtuale,a bordo della quale si trova l’uti-lizzatore di Celestia:- Rotazione a destra o a sinistraintorno all’asse dell’oggetto in-quadrato. Centrare l’oggetto dagirare su sé stesso col puntatore,cliccare e tenere premuto il pul-sante destro del mouse muoven-dolo in una delle quattro direzioni.

giunta semplicemente immetten-done l’etichetta identificativa nel-l’apposito sottoschermo che simaterializza cliccando sul tasto‘Enter’.Se ci si trova all’esterno del si-stema solare, ad esempio, e sidesidera raggiungere la città diMosca occorre digitare la riga dicomando ‘Sole/Terra/Moscow’nell’area etichettata come ‘Nomedell’obiettivo’ attivando successi-vamente il GoTo dell’astronaveattraverso i tasti ‘Enter’ e ‘G’.Una piccola nota: Celestia segue

sempre il percorso più breve perraggiungere la località stabilitadal viaggiatore. Dipendendo dallesituazioni geometriche e spaziali,l’astronave potrebbe fermarsisulla località ma in direzione dellospazio. Se questo accade è indi-spensabile ruotare la prospettivadi veduta per osservare corretta-mente il luogo desiderato. Nella

etichettare una qualsiasi località,città, paese, valle, mare, monta-gna, sito di atterraggio o cratereposti su un pianeta o su una luna,visitati o da visitare nel corso deiviaggi spaziali a bordo dell’astro-nave virtuale. I caratteri alfanumerici di riferi-mento possono essere inseriti oeliminati per mezzo del comandorapido ‘Shift+&’. Celestia, di default, raggruppauna nutrita lista di etichettatureche possono essere incrementateimportando i relativi file dai siti

www.shatters.net/~claurel/cele-stia/files/locations e www.cele-stiamotherlode.net/index.html.Ogni località può essere rag-

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Un giro intorno al Sole da una di-stanza di quasi 5 milioni di chilo-metri, dove la stella ha un diametroapparente di circa 16°.

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- Rotazione in senso orario. Pre-mere il tasto ‘Freccia sinistra’sulla tastiera oppure ‘4’ sul ta-stierino numerico.- Rotazione in senso antiorario.Premere il tasto ‘Freccia destra’sulla tastiera oppure ‘9’ del ta-stierino numerico.- Oscillazione verso sinistra. Pre-mere ‘4’ sul tastierino numerico.- Oscillazione verso destra. Pre-mere ‘6’ sul tastierino numerico.- Interruzione rapida dei movi-menti di beccheggio, rotazione eoscillazione. Premere ‘5’ sul ta-stierino numerico.- Messa in orbita intorno a uncorpo celeste. Premere e tenerepremuto il tasto ‘Shift’ interve-nendo simultaneamente su unadelle quattro frecce direzionaliper orbitare nel senso desiderato.- Allontanamento e avvicina-mento a un oggetto. Tenere con-temporaneamente premuti i ta-

- Traslazione dell’immagine intutte le direzioni. Centrare ilcorpo da traslare col puntatore,cliccare e tenere premuto il tastosinistro del mouse spostandosinella direzione desiderata.- Beccheggio verso l’alto. Pre-mere il tasto ‘Freccia su’ sulla ta-stiera oppure il tasto ‘8’ posto sultastierino numerico (da abilitareattraverso ‘Bloc Num’).- Beccheggio verso il basso. Pre-mere il tasto ‘Freccia giù’ sulla ta-stiera oppure ‘2’ sul tastierinonumerico.

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Abilitando la funzione ‘Luci Not-turne’ si può ammirare dallo spa-zio la Terra nella parte nonilluminata dal Sole. Sono visibili leluci notturne dei grandi centri abi-tati che contrastano fortementecon lo scuro delle aree meno den-samente popolate.

Glossario

Acceleratore di grafica video 3DIn informatica un acceleratore digrafica 3D è un sistema hardwaree/o software che velocizza la visua-lizzazione delle rappresentazionigrafiche tridimensionali. In ambitosoftware questi sistemi sono costi-tuiti da algoritmi in grado di ottimiz-zare il calcolo delle successioni discene e la loro visualizzazione sulloschermo. Gli hardware di accelera-zione sono quasi sempre costituitida pipeline grafiche.

PALAcronimo di Phase Alternating Line.Standard video sviluppato da Wal-ter Bruch per la Telefunken tedescatra il finire degli anni ’50 e l’iniziodegli anni ’60. Utilizza una bandapiù larga rispetto ad altri sistemivideo e consente una codifica di to-nalità più stabile. È un sistema a 25fotogrammi per secondo.

RAMAcronimo di Random Access Me-mory. È una memoria elettronica,ad accesso casuale, composta diun elevato numero di parole conte-nenti lo stesso numero di bit. Ognisingola parola può essere letta omodificata separatamente da tuttele altre. Gli indirizzi delle parole pos-sono essere casuali e non devononecessariamente presentarsi se-condo un ordine stabilito, come in-vece avviene nelle memorie adaccesso sequenziale.

Risoluzione graficaDefinisce, sostanzialmente, la qua-lità di un’immagine digitale o non.Riferita a un monitor, definisce ladensità dei pixel in un’unità di mi-sura standard, oppure il numerodegli stessi nei due assi x e y.Nei normali computer, con sistemioperativi Windows, per modificarlaè sufficiente attivare la finestra ‘Pro-prietà>Schermo>Impostazioni’ clic-cando col tasto destro del mousesu un’area vuota del desktop e se-lezionando, successivamente, lavoce ‘Proprietà’.

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- ‘F4’. Velocità della luce- ‘F5’. Velocità 10 volte superiorea quella della luce- ‘F6’. Velocità di 1 Unità Astrono-mica al secondo- ‘F7’. Velocità di 1 anno luce alsecondo.Durante ogni viaggio, è possibilecongelare le schermate più inte-ressanti salvandole come file gra-fici in formato JPG o PNG, eanche realizzare veri e propri fil-mati “Microsoft AVI” da salvare eriprodurre in tempi successivi. Lefunzioni ‘Cattura Immagine’ e‘Cattura Video’ sono attivabili sfo-gliando la voce di menu princi-pale ‘File’. Per catturare unaschermata in modo ancor più ve-loce si può utilizzare il tasto ra-pido ‘F10’. La finestra di dialogoattraverso la quale si registra e sisalva un filmato permette di spe-cificare la dimensione video e ilframe rate, ovvero la frequenzadi acquisizione delle immagini. Li-

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sti destro e sinistro del mousemuovendo lo stesso, avanti e in-dietro, per allontanare o avvici-nare l’oggetto. Questa tipologiadi movimento si ottiene anche te-nendo premuti simultaneamenteil tasto ‘Ctrl’ e il tasto sinistro delmouse spostando quest’ultimoavanti o indietro, oppure interve-nendo, ove presente, sulla rotel-lina centrale. - Solo allontanamento di un og-getto. Premere ripetutamente iltasto ‘Fine’.- Solo avvicinamento. Premereripetutamente il tasto ‘Home’.- Visione posteriore. Interveniresimultaneamente sui tasti ‘Shift’e ‘*’ per impartire una sorta dicomando lookback, che consentedi invertire il punto di vista del-l’osservatore che, in questo mo-do, si può ruotare di 180 gradi.Chi possiede un joystick può ge-stire in modo ancor più intuitivoe pratico le fasi di navigazionespaziale. Per abilitare o disabili-tare questo hardware supple-mentare è sufficiente interveniresul tasto ‘F8’ da tastiera.L’avanzamento dell’astronave vir-tuale di Celestia, a bordo dellaquale si trova idealmente l’utiliz-zatore del software, è controllatodal tasto ‘A’ che possiamo consi-derare come una vera e proprialeva–manetta. Può essere azio-nato a impulsi oppure in modocontinuo per aumentare espo-nenzialmente la velocità di avan-zamento, che può variare dapochi metri al secondo fino a va-lori paragonabili o superiori aquelle che caratterizzano le navispaziali più veloci realizzate dal-l’uomo. La velocità di crociera è

indicata nell’estremità sinistra inbasso dello schermo e, volendo,può assumere valori migliaia divolte superiori a quella della luce.Raggiunto il valore desiderato, siutilizzano le combinazioni di tastiche abbiamo indicato in prece-denza per districarsi fra i pianeti,i satelliti, le stelle e gli immensispazi interstellari. Per rallentarein modo graduale occorre inter-venire sul tasto ‘Z’ che funge davero e proprio freno, mentre peruna “frenata di emergenza” biso-gna premere il tasto ‘S’.Premendo il tasto ‘Q’ si ottieneun’immediata inversione della di-rezione del moto. Ecco i tasti ve-loci per impostare una specificavelocità della navicella spaziale diCelestia:- ‘F1’. Arresto- ‘F2’. Velocità di 1 chilometro alsecondo- ‘F3’. Velocità di 1000 chilometrial secondo

Il sorvolo del pianeta Giove in unaposizione che consente l’osserva-zione della Grande Macchia Rossa.

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mitando la frequenza delle imma-gini si contengono, a parità diestensione del tempo di registra-zione, le dimensioni dei file risul-tanti; formati video più piccolirichiedono meno RAM su disco.In genere si selezionano dimen-sioni video di 640x480 pixel eframe rate di 24 o 25 fotogrammiper secondo (le fre-quenze rispettivamenteutilizzate nei film e peril formato PAL).Dal sito www.celestia-motherlode.net/index.html, seguendo il per-corso ‘Resources>Scripts’, si accede auna sottopagina cheraggruppa un nutritonumero di script che sipossono liberamentescaricare e salvarenella sottocartella eti-chettata ‘Scripts’ pre-sente all’interno dellacartella principale di in-stallazione del soft-ware. Gli stessi scriptpossono essere in se-guito attivati e lanciatispuntando il comando‘Apri Script’ implemen-tato nel menu ‘File’.Celestia può, inoltre,includere molti file di dati e digrafica aggiuntivi che, all’occor-renza, utilizza per migliorare levisualizzazioni e le rappresenta-zioni su schermo e per comple-tare il database originario.L’intera biblioteca di file add-on(sono oltre 500) occupa uno spa-zio su disco di parecchi gigabytee contempla varie tematiche ingrado di soddisfare le richieste diogni utilizzatore.Il software Celestia può mostrarecontemporaneamente schermateche ritraggono oggetti visti dadifferenti posizioni. Questa parti-colare modalità funzionale si ri-

vela assai utile quando si osser-vano fenomeni che coinvolgonodiversi corpi celesti, come nelcaso delle eclissi, dove si possonocontemporaneamente osservareil corpo eclissato e quello eclis-sante. Durante il funzionamentomultifinestra è sempre e solo unala windows attiva in grado di vi-

sualizzare i movimenti impartitidai comandi da tastiera, mousee/o joystick.Un apposito forum, http://shat-ters.net/forum, offre possibilità discambio di esperienze fra utiliz-zatori, nonché l’opportunità di se-gnalare eventuali bug e di pro-porre nuove migliorie a un pro-gramma che, nel suo genere, puòessere davvero considerato unico.Un’ampia documentazione, di-

Celestia permette di realizzare verie propri filmati AVI da salvare e ri-vedere sul computer.

sponibile in diverse lingue, com-prensiva di guide, manuali, file dicomplemento, plug-in e file add-on si può scaricare dalla paginaweb www.celestiamotherlode.net/catalog/documentation.html.Sia il forum sia la documenta-zione online possono essere utiliagli utenti Mac per conoscere le

varie scorciatoie da tastiera.Celestia ha dimostrato di essereun simulatore spaziale 3D moltoben strutturato; l’essenzialitàdell’interfaccia non deve ingan-nare, in quanto dietro a questaapparente “magrezza” vi sonotecnologie informatiche e grafi-che molto avanzate, in grado direstituire effetti realistici im-pressionanti. L’uso dei comandidi bordo della navicella spazialeè relativamente semplice e nonrichiede lunghi tempi di appren-dimento. In complesso il giudiziofinale non può che essere moltopositivo.

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Festival dello spazio:un evento esemplare

Lo scorso 29 marzo si è tenuto presso loSheraton Nicolaus Hotel & Conference Cen-ter di Bari il Festival dello Spazio. L’evento,tra scienza e fantascienza, è stato organiz-zato dal Centro Astronomico “SIDEREUS”di Salve (LE), dall’associazione CulturaleGiulio Verne di Bari e dalla associazione Le-vantecon, sempre di Bari. Tutta la manife-stazione è stata patrocinata dalla Città diBari, dalla Provincia di Bari, dalla RegionePuglia, dall’Agenzia Spaziale Italiana, dal-l’Anno Internazionale dell’Astronomia,dall’Unione Astronomica Internazionale edall’Istituto Nazionale di Astrofisica. Il pro-gramma della manifestazione è stato moltovario; vi erano in esposizione modelli inscala del sistema solare, dei razzi chehanno fatto la storia del volo umano nello spazio, dellaISS, un diorama del primo allunaggio e due fantasticimodelli dello Sputnik e del Saturno 5. Quest’ultimo fa-ceva bella mostra di se al centro della sala espositiva.L’ASI, invece, ha fattopervenire per l’occa-sione un modello inscala con spaccato delMulti Purpose LogisticModule (MPLM), co-struito dall’Italia per lastazione spaziale in-ternazionale. L’altraattrazione che potevapassare inosservata,data la sua colloca-zione, è stato unframmento di una co-perta isolante dellacargo bay dello SpaceShuttle OV-103 Di-scovery, che ha volatodurante la missioneSTS-70 dal 13 al 25luglio del 1995. Dopola missione tutte le

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astronautica

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protezioni termiche della na-vetta furono sostituite poi-ché giunte a fine vita ope-rativa. La parte fantascienti-

fica in e-sposizione, invece, era relativa almondo di Star Trek. Vi erano, in-fatti, modelli dei personaggi e dellenavi spaziali delle varie serie televi-sive, gadget vari con possibilità diacquisto, filmografia e in ultimo dueattrazioni particolari: una lambrettamodificata Star Trek con le gondoledei motori a curvatura e un esem-plare in scala reale di un sistema peril teletrasporto. Tutta la manifestazione, però, sisvolgeva anche in altre sale adibitea scopi specifici: in una sala vi eraun planetario gonfiabile con la pos-sibilità di ospitare gruppi di 25 per-sone, a cui il Dott. Vito Lecci spiega-va il cielo; in un’altra vi erano pre-sentazioni con esperimenti di fisica,magistralmente tenute dal Dott. Do-menico Licchelli, rivolte a grandi epiccini; la stessa sala aveva in mo-stra una serie di meridiane e orologisolari, una serie di foto astronomi-che amatoriali e una stupenda ba-checa con in esposizione varie classidi meteoriti ritrovate sulla Terra. Vi

Modello del Saturno 5

in esposizione al

Festival dello Spazio.

[P. Laquale]

Modello dello Sput-

nik in esposizione al

Festival dello Spa-

zio. [P. Laquale]

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a cura di Paolo Laquale

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era poi una salaadibita a proiezionicinematografichedelle serie Spazio1999, Ufo, Star-gate SG-1 e StarTrek. Infine, nell’ultima sala, si sono tenutealcune relazioni a carattere scientifico sullaLuna e sullo spazio. A quest’ultima rela-zione ha partecipato il professor LucianoGuerriero, ex-direttore del Dipartimento diFisica dell’Università di Bari, direttore delCSATA e direttore dell’Istituto per l’Elabo-razione di Segnali e Immagini del CNR; egliha anche ricoperto responsabilità a livellonazionale in enti di ricerca quali l’INFN e ilCNR. Dal 1980 al 1993 ha avuto la respon-sabilità delle attività spaziali italiane, primacome direttore del Piano Spaziale Nazionaledel CNR e poi, dal 1988 al 1993, comeprimo presidente dell’Agenzia Spaziale Ita-liana. Sotto la sua responsabilità sono stati realizzati im-portanti progetti spaziali nazionali (Italsat 1 e 2, IRIS,

Tethered, Lageos, X-SAR, e SAX) e sono stati avviatianche i programmi di collaborazione italiana con laNASA per la realizzazione della stazione spaziale inter-nazionale e per la missione Cassini verso Saturno. At-tualmente il prof. Guerriero è anche membro dell’Acca-demia Astronautica Internazionale e proprio a lui è statoassegnato il “Premio Nazionale Divulghiamo la ScienzaGalileo Galilei”.Alle relazioni a carattere scientifico ne è seguita una acarattere fantascientifico dal titolo: “Star Trek: dalla fan-tascienza alla scienza” alla quale è seguita l’assegna-zione del “Premio Nazionale Divulghiamo la Fanta-scienza Gene Roddenberry” allo Star Trek Italian Club.Nell’ambito della manifestazione vi è stata anche l’inte-razione del pubblico con alcuni scrittori di fantascienzache hanno presentato i loro lavori.Le persone che hanno partecipato al Festival dello Spa-zio sono state 1251, distribuitesi tra le ore 9:00 e le ore21:00 con forte provenienza dalla regione Puglia maanche dalle regioni limitrofe.Il “Progetto Scuola-School Pass”, del Festival delloSpazio, si è rivelato un grande successo che è andatooltre le più rosee aspettative. Vi sono state, infatti,molte prenotazioni provenienti dagli istituti scolasticicon larga partecipazione di bambini e ragazzi. Molti diloro sono stati accompagnati dai genitori e questo ha

fatto sì che tutto l’evento sisvolgesse in un’atmosfera moltofamiliare, dove cultura, diverti-mento, passione e amicizia sonostati i punti cardine dell’interoFestival.

Modello dello modulo

MPLM in esposizione

al Festival dello Spa-

zio. [P. Laquale]

Modello del Teletra-

sporto in esposizione

al Festival dello Spa-

zio. [P. Laquale]

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astronautica

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Le origini di una meteorite

Lo scorso ottobre, l’asteroide denominato 2008 TC3impattò l’atmosfera terrestre sopra una zona de-sertica situata nel nord del Sudan. Scoperto sola-mente il giorno precedente, l’a-steroide, delle dimensioni di unaautomobile, suscitò subito gran-de interesse proprio per la suatraiettoria di collisione con il no-stro pianeta. Nel giro di pocheore molti astronomi colleziona-rono una serie di dati sulla suacomposizione, riprendendo spet-tri e misure varie. Anche il satel-lite dell’ESA Meteosat 8, in orbitageostazionaria, riprese il flashdell’impatto con l’atmosfera ter-restre mediante i suoi sensorinella banda dell’infrarosso. Re-centemente alcuni ricercatorihanno ritrovato nella stessa zona dell’impatto 47frammenti che si ritiene appartengano a 2008 TC3.Per la prima volta è possibile collegare due tipi distudi: le misure prima dell’impatto con i dati delle

Il Pentagono cancella TSAT

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti haannunciato, ai primi di aprile, la decisione dicancellare il programma per satelliti di teleco-municazioni militari di nuova generazione de-nominato TSAT (Transformation SATellite). Ilprogramma TSAT era stato ideato per miglio-rare e incrementare la larghezza di banda perle comunicazioni a scopo militare, e nei pianioriginali vi era anche la capacità di collega-menti via laser tra satelliti della stessa costel-lazione. Anche dopo aver ridotto i requisititecnologici per lo sviluppo di questa famigliadi satelliti, il Pentagono ha preferito cancellareil programma, ritenendolo troppo dispendioso,a favore dei satelliti denominati Advanced EHF,già in via di sviluppo e dei quali ha ordinatodue unità. Il Pentagono aveva già speso la bel-lezza di 1,5 miliardi di dollari per il TSAT e giàquest’anno aveva pianificato di assegnare ilcontratto per la realizzazione delle unità ope-rative a Boeing o a Lockheed Martin.

analisi sui frammenti. Secondo gli spettri ripresiquando l’asteroide si approssimava alla Terra, pareche appartenesse alla classe F, abbastanza miste-riosa in quanto osservata solo nello spazio e mai ri-trovata sotto forma di meteorite sulla superficie

terrestre. Quando i ricercatorihanno analizzato i frammenti,studiando le abbondanze degliisotopi dell’ossigeno, si sono ri-trovati ad osservare la rara cate-goria delle ureiliti. “Questa è laprima volta che le ureiliti ven-gono associate ad un asteroide diclasse F” ha dichiarato David Ne-svorny, del Southwest ResearchInstitute di Boulder in Colorado.Precedentemente la categoriadelle ureiliti era unicamente as-sociata agli asteroidi di classe S.Ulteriori analisi sui campioni ri-trovati serviranno per meglio

confrontare e collegare gli spettri dell’asteroide conle sue proprietà fisiche. A causa della dualità dellemisure e delle nuove scoperte, sicuramente senti-remo parlare ancora di 2008 TC3.

Uno dei frammenti dell’asteroide 2008

TC3 dopo il ritrovamento. [Nature]

Rappresentazione grafica

del satellite TSAT in

orbita. [Boeing]

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Andirivieni dall’orbita

Il 26 marzo, alle 11:49:18 GMT è stata lanciata dalcosmodromo di Baykonour la capsula Soyuz TMA-14con a bordo il comandante Gennady Padalka(Russia), l’ingegnere di bordo Michael Barrat(USA) e il turista spaziale (co-fondatoredella Microsoft) Charles Simonyi, al suo se-condo volo sulla ISS come turista. Secondoquanto riportato dall’agenzia Russa questosarà l’ultimo volo, almeno per il momento,di un turista spaziale. Correttamente, dopo9 minuti, la capsula Soyuz è entrata in or-bita terrestre con una inclinazione di 51,6°.Padalka e Barrat si uniranno all’astronautanipponico Koichi Wakata per costituirel’equipaggio della Expedition 19 a bordodella stazione spaziale internazionale. “Sonoonorato di ritornare sulla ISS e di poter con-durre alcuni esperimenti per l’agenzia spa-ziale europea. Spero che la mia missioneispiri i giovani a intraprendere una carrierain ambito scientifico” ha dichiarato Simonyi.Due giorni dopo, in prossimità della sta-zione, vi sono stati attimi di tensione quandodurante la fase di docking, un sensore delpilota automatico ha segnalato un malfun-zionamento in uno dei motori per il controllodell’assetto della navicella. I tecnici a terra hannoconsigliato l’equipaggio di passare ai comandi ma-nuali. Il comandante Padalka ha osservato che il tuttofunzionava regolarmente e ha proceduto ad un ag-gancio in modalità manuale con il modulo russoZvezda anticipan-do di 9 minuti lamanovra riportatasul tabellino di

marcia. Fincke eLonchakov insie-me a Simonyi so-no poi rientrati aterra regolarmente l’8 aprile scorso con la SoyuzTMA-13, con un giorno di ritardo a causa del mal-tempo sul sito previsto per l’atterraggio. La partico-larità di questa missione è che i membri della

Expedition 19 saranno raddoppiati, passando per laprima volta da 3 a 6, quando, verso la fine di maggio,la Soyuz TMA-15 li raggiungerà con tre nuovi com-ponenti. Si tratta degli astronauti Roman Roma-

nenko, Frank DeWinne e RobertThirsk. Per la pri-ma volta la ISSsarà al completo.Nel frattempo, loShuttle Discovery,

sganciatosi dallaISS tre giorniprima, è rientratoal Kennedy SpaceCenter dopo unamissione alquantoimpegnativa (ul-timo set di pannellisolari e un sistemaper il riciclo dell’ac-

qua riparato con tre attività extraveicolari sulle quat-tro programmate). La manovra di deorbiting, ossiaquella manovra che serve a rallentare la velocità or-bitale e permette a una navicella di rientrare sulla su-perficie terrestre, è stata effettuata con un’orbita di

ritardo a causa delle nubi basse e deiforti venti in quota presenti sulla zonadel Kennedy Space Center. L’impor-tanza di questa missione è stata fon-damentale in quanto grazie ai nuovipannelli solari e al sistema di riciclodell’acqua si è reso possibile non solo,come già detto, l’ampliamento delnumero dei componenti dell’equipag-gio, ma anche un ampliamento dellepossibilità di ricerche scientifiche dasvolgere a bordo della stazione spa-ziale.Il Discovery ha anche riportato aTerra dei campioni biologici da analiz-

zare nei laboratori terrestri, come seguito di ricerchenel campo della medicina spaziale realizzate a bordodella ISS.In ultimo, ma non meno importante, il Discovery,

Lancio della Soyuz

TMA-14 dal cosmo-

dromo di Baykonour.

[NASA/Bill Ingalls]

Attimo del touch-

down dello Shuttle

Discovery.

[NASA]

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durante la fase di rientro, ha condotto un esperi-mento di aerodinamica avanzata. Infatti, i tecnici aterra hanno installato, prima del lancio, una pia-strella modificata sotto l’ala sinistra. La piastrellaaveva un bordo più alto delle altredi 0,25 pollici (1 pollice = 2,54cm, pertanto 0,25 pollici = 0,63cm). Lo scopo dell’esperimento èstato quello di acquisire dati sulflusso “laminare”. In fluidodina-mica si parla di flusso laminare odi regime laminare quando ilmoto del fluido avviene con scor-rimento di strati infinitesimi gli unisugli altri senza alcun tipo di ri-mescolamento di fluido, neanchesu scala microscopica. Il flusso ègovernato dalle forze viscose ed ècostante nel tempo. In un rientroatmosferico di veicoli alati come loShuttle, il flusso laminare è un sottilissimo strato diaria che funge da strato isolante, che pertanto pro-tegge il veicolo dalle elevate temperature del rien-tro. L’esperimento era rivolto alla verifica dellanascita di turbolenze aerodinamiche che, provo-cando un aumento della temperatura, avrebbero po-tuto produrre eventuali danni alla navetta. La

transizione dal flusso laminare a quello turbolentoviene chiamato in gergo tecnico BLT (BoundaryLayer Transition) e ha luogo a una velocità di Mach8 (8 volte la velocità del suono) e dopo 20 minuti

dall’ingresso in atmosfera. Durante il rientro, il Discovery hasperimentato il BLT ad una velo-cità di Mach 14 e i sensori di tem-peratura a bordo hanno registratoun valore di 1093,33°C rispetto aitipici 871,11°C; rimanendo co-munque in un ampio margine disicurezza. Durante questa fase unaereo della US-Navy ha ripresol’orbiter con sensori all’infrarossoche hanno rilevato la presenza diuna turbolenza sotto l’ala sinistrae di una diversa turbolenza, nonprevista, sotto l’intera navetta.Secondo quanto dichiarato dai

tecnici, il tutto era nella normalità e non ha destatopreoccupazioni di sorta. Questo esperimento, puressendo lo Shuttle alla fine della vita operativa,potrà portare a notevoli conseguenze e sviluppi perla ricerca aerospaziale sia sul comportamento deiveicoli al rientro sia su questioni più importanti cheriguardano la sicurezza degli equipaggi.

Ripresa infrarossa della fase del rien-

tro dello Shuttle Discovery che mostra

il flusso turbolento sotto le ali. [NASA]

Nessun satellite per la

Corea del Nord

Secondo lo U.S. Northern Command, il tanto discusso lancio nordcoreano del4 aprile scorso non ha avuto successo. Anche il ministro della difesa sudco-reano Lee Sang-hee ha parlato all’Assemblea Nazionale asserendo che ilrazzo nordcoreano Taepo Dong 2 ha fallito l’immissione in orbita del suo ca-rico. Tutto ciò in contrasto con quanto dichiarato dai funzionari nordcoreani,e cioè sul successo pieno del lancio con l’immissione in orbita del satellite per

telecomunicazioni Kwangmyongsong-2. Secondole analisi post-lancio effettuate dai militari USA conl’ausilio del Giappone, pare che il primo stadio delrazzo abbia funzionato correttamente arrivandonel punto prestabilito della sua traiettoria e ca-

dendo successivamente nel Mar del Giappone dopo aver superato la nazionenipponica, mentre il secondo e il terzo stadio non funzionando correttamentesono caduti nell’Oceano Pacifico insieme al loro carico. Nessun detrito è ca-duto sul territorio giapponese e non c’è stata alcuna minaccia per il NordAmerica o le isole Hawaii. Ma il lancio è stato considerato una copertura perun test di un missile balistico intercontinentale e pertanto considerato co-munque una minaccia da Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti. Di conse-guenza, sembra che i tre paesi abbiano deciso sanzioni alla Corea del Nord.

Immagine del sito, della ram-

pa e del razzo nordcoreano.

[DigitalGlobe/ISIS]

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ASTROFILOl ’

Eutelsat W2A va in orbita...

Lo scorso 3 aprile un razzo Proton M-Breeze M partitoalle 16:24 GMT dal cosmodromo di Baykonour ha im-messo in un’orbita iniziale di 5010 km x 35596 km econ una inclinazione di 20,7° il satellite per telecomu-nicazioni europeo Eutelsat W2A. Dopo nove ore dal lan-cio il satellite si è immesso nella sua posizione operativageosincrona a 10° est. Da questa posizione fornirà ser-vizi di telecomunicazioni per Europa, Africa e la parteest degli Stati Uniti. Il satellite è stato costruito dallaThales Alenia Space impiegando lo Spacebus 4000 C4.Con un peso di 5900 kg al lancio, il satellite è dotato di47 transponder in banda Ku, 10 in banda C e uno inbanda S. Quest’ultimo transponder verrà utilizzato perservizi televisivi in Europa. Il lancio, il primo quest’annoper la società russo-americana ILS (InternationalLaunch Services), è stato il 50° del razzo russo Protona scopi commerciali.

...seguito a ruota dal WGS2

Il Wideband Global SATCOM-2 (WGS2) è un satellite pertelecomunicazioni militari di nuova generazione lanciato

per sopperire alleridotte capacità dicomunicazione perle forze armate di-slocate in Afghani-stan e Iraq. Il lancio è avvenuto con alcuni ritardi dal Launch Complex41 di Cape Canaveral il 4 aprile alle 00:31 GMT, mediante un Atlas 5 inconfigurazione 421 (ogiva di 4 metri di diametro, 2 boosters laterali e 1motore Centaur come upper-stage), con la possibilità di portare in un’or-bita di trasferimento geosincrono 6832 kg di payload. Dopo appena 31minuti, il WGS2 si trovava nella sua posizione operativa a 60° est sul-l’Asia Centrale. Il lancio, in programma per il 17 marzo scorso, è statoritardato a causa di una perdita di ossigeno liquido da una valvola postasu una terminazione del serbatoio del combustibile. La sostituzione dellavalvola si è resa necessaria, e pertanto il razzo è dovuto ritornare nellaVehicle Integration Facility(VIF), dove il pezzo danneg-giato e stato sostituito. Tuttociò ha ritardato il lancio delsatellite e le successive ope-razioni. Nella prossima estatedovrebbe raggiungerlo il ter-zo esemplare della serie (ilprimo è stato lanciato nell’ot-tobre 2007), con una vitaoperativa prevista tra i 10 e i15 anni.

Paolo Laquale, nato nel 1971 ad Altamura, hainiziato a interessarsi all’astronautica all’età di10 anni vedendo in TV il primo lancio delloShuttle. Si è laureato in Ingegneria Elettronicapresso il Politecnico di Bari, con una tesi svoltapresso il Centro di Geodesia Spaziale dell’ASI aMatera. Ha frequentato il Master in Astronauticae Scienze da Satellite presso il CISAS dell’Uni-versità di Padova e un Master in Tecnologie peril Telerilevamento Spaziale presso il Diparti-mento di Fisica dell’Università di Bari. Ha lavo-rato per la Galileo Avionica sullo strumento LIper i futuri satelliti Meteosat di terza generazione.

Lancio del satellite

Eutelsat W2A.

[ILS]

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