8 Settembre 1943 - Un Esercito Di Dispersi Grecia

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DISPERSI ...... 8 SETTEMBRE 1943 - GRECIA ED EGEO - L’8 settembre 1943 si trovavano in Grecia circa 80.000 tedeschi del gruppo armate sudest, in nuclei di massicci distaccamenti motorizzati e gli italiani inquadrati nella XI armata italiana gen. Vecchiarelli III CdA a Tebe div. Forli, Pinerolo, truppe Eubea (Bersaglieri) VIII CdA Cefalonia div. Acqui, Corfù Div. Casale Sett.Corinto, Argolide Pelopponeso Div. Piemonte, Cagliari distaccate a unità tedesche XXVI CdA a Giannina div. Modena, Brigata Lecce Comando Egeo div. Cuneo (a Samo), Regina (Rodi e Castelrosso), Siena (a Creta) Da Dodecaneso.org: Una missione inglese fu paracadutata nella notte tra il 9 ed il 10 settembre per poter stabilire contatti col Governatore Inigo Campioni e concordare gli aiuti militari alleati (ma si dice che gruppi di commandos fossero già nell'isola da giorni). Dopo varie peripezie Dolbey arrivò al Palazzo del Governatore alle ore 1.15 del 10 settembre e conferì con Campioni ed alti ufficiali. Gli inglesi chiesero di resistere sino al 15 tenendo sgombro il porto per lo sbarco alleato. L’incertezza, l’incapacità e la passività dei più diretti collaboratori militari del Governatore, condizionarono negativamente l’uomo amplificandone le esitazioni e le angosce, già palesate in mare. La mattina del 10 si tenne una riunione al Castello in cui Campioni decise di chiedere l’ armistizio. Egli si era mosso cercando disperatamente spazi di negoziazione o rispetto di regole formali da parte di un avversario che aveva un’unica spietata regola, uccidere o essere ucciso. XI armata composta da circa 7.000 ufficiali e 175.000 militari di truppa disseminati in innumerevoli e statici presidi sia nel continente che nelle centinaia di isole. Se in Italia dopo l'annuncio dell'armistizio la sera dell'8 la situazione era confusa, senza ordini precisi se non quello di sparare se attaccati; nelle isole esistevano solo due situazioni o con o contro i tedeschi. Con gli Angloamericani a Salerno e il resto dell'Italia ancora agibile, con le dovute precauzioni (retate, bombardamenti) si poteva raggiungere casa o nascondersi da qualche parte. Nelle isole ciò non lo era già più da molto tempo perché il controllo delle acque e del cielo era in mano Inglese. Si tentò a questo riguardo di collegare la madrepatria alle isole con sottomarini, ma il carico utile era poco o nullo, giusto per corrispondenza, medicinali e poco altro. Vi era quindi scarsità di risorse e mezzi, con carenze alimentari, già magre per la popolazione civile, a cui si aggiungevano 50.000 italiani e 25.000 tedeschi. Creta Creta non è soggetta agli italiani, ma dal maggio 41 (dai giorni dell’operazione Merkur) abbiamo un piccolo presidio stabile estratto dalla divisione Siena, dal 312° btg misto motocorazzato e il CXLI btg ccnn. (che molti autori qualificano come M) Dopo gli attimi di indecisione alla notizia dell’armistizio la formazione consegna le armi. Non si hanno notizia di scontri rilevanti. Susseguente al disarmo e alle reali intenzioni di collaborazione espresse dagli italiani Il T.Col Carlo Gianoli procede alla raccolta di tutto il personale dell’isola o qui piovuto per costituire una Legione italiana volontari “Kreta” che inquadra tre battaglioni (due secondo Pisanò) più il CXLI btg ccnn. dislocato a Retymno. Il 25 aprile 1945 i reparti italiani vengono lasciati liberi, mentre i tedeschi idealmente o virtualmente continuano la guerra. Inquadrati coi tedeschi (in divisa) vi erano molti Italiani che non potevano scegliere. Il 6 maggio la legione depone le armi nelle mani degli Americani. 2 giorni dopo tocca ai tedeschi. Il 20 maggio con la nave francese “Ville d’Oran”, finiscono nel campo sportivo di Brindisi (erano 1400) poi trasferiti in parte a Taranto, il resto ad Algeri al Campo 211. Quelli di Taranto una notte scapparono cantando Giovinezza. Dopo la firma della resa, non una delle condizioni concordate venne rispettata. Campioni venne custodito da uomini delle SS nel suo appartamento al Castello. I tedeschi iniziarono immediatamente l’evacuazione degli ufficiali italiani perché temevano che questi scatenassero una rivolta dei militari italiani. L’ammiraglio fu trasportato in aereo ad Atene e quindi inviato al Lager di Schokken in Polonia dove vennero concentrati tutti gli alti ufficiali italiani catturati. Nel gennaio 1944 fu prima internato al carcere degli Scalzi a Verona e quindi nell’aprile 1944 in quello di Parma. La loro sorte (con Mascherpa) era segnata. RODI COMPAGNIA DEL GIARDINO DI GUERRA Rodi A Rodi come a Creta è presente una formazione tedesca, la divisione meccanizzata Rhodos al comando del gen. Kleemann che controlla per ora gli aeroporti dell’interno. Falliti i tentativi di resistenza (l’ultimo si protrae fino al 15) e di negoziazione ai più non resta che aderire al nuovo ordine. Il vice governatore Faralli accetta con diversi personaggi del regime di aderire alla neonata R.S.I. Vengono costituiti diversi reparti, compreso uomini della neonata GNR, Genio e volontari dalla disciolta div. Regina. I volontari si erano divisi in 2 grandi famiglie: quelli che erano entrati direttamente nei reparti tedeschi (e non obbedivano più agli italiani) i Kawi (Kampfwillige soldati alleati volontari) o gli Hiwi (Hilfswillge operai volontari di varie nazionalità, molti russi). Dei circa 32.000 italiani che stazionavano solo a Rodi, in alcuni mesi ne aderirono circa 4.000 divisi fra costruttori e combattenti riuniti sotto un reggimento agli ordini del Col. Cerullo. Entrambe le categorie dovevano prestare la formula di giuramento ad Hitler che diceva "In nome di Dio presto sacro giuramento di obbedire senza riserve ad Adolf Hitler, comandante supremo delle Forze armate tedesche, nella lotta per la mia patria ..." Il 17 ottobre a Campochiaro i primi reparti prestano il giuramento di fedeltà e vengono riarmati dai tedeschi. Si formano così vari reparti di cui il maggiore è quello degli zappatori del genio con 2 battaglioni. Il resto era diviso in sussistenza (servizio sanitario), guardia, comunicazioni, ma anche GNR e combattenti. A Nauplia e a Zante l’artiglieria della Div. Piemonte passò senza discontinuità alla R.S.I. Lo stesso per le altre isole di Samo (24ª Legione GNR "Carroccio'') e Syra (Fucilieri della Cuneo). Altri: Compagnia compl. fascisti n.1, 201ª Legione CC.NN-GNR Egea "Conte Verde", ANR - LXVII° Btg. CC.NN. (a Salonicco) http://www.dodecaneso.org /StoMilsett43.htm A Cefalonia e Corfù la resistenza italiana ad opera della div. ACQUI è aspra. Si combatte dal 13 al 25 settembre con oltre 2000 morti. (per Cefalonia vedi capitolo a parte). A Corfù dove staziona l'altra parte della divisione, si riesce a ricevere rinforzi dall'Albania (a sinistra). Qui aiutati dai Partigiani greci le sorti sembrano volgere a favore degli italiani, ma solo per poco. Il giorno 15 giungono a Corfù due cacciatorpediniere italiane, lo Stocco e il Sirtori, ma non serve a niente. Gli Stukas (aerei bombardieri da picchiata) affondano il primo e danneggiano il secondo. Il 24 i tedeschi sbarcano in forze e il giorno dopo è battaglia piena con l’attacco ai passi di Stavros, Coriza, e Garuna. L’appoggio aereo scompagina le difese e il colonnello Lusignani dà l’ordine di resa. Alle 14,30 il Col. Lusignani ed i suoi vengono fucilati. Tutti gli italiani prigionieri vengono imbarcati su piroscafi che rischiano prima le mine poi gli attacchi inglesi. Si calcola che almeno 13.000 italiani moriranno nell'affondamento del naviglio, che gli Inglesi ignari o coscienti continuano a colpire da sopra e da sotto il mare. Le difficoltà alimentari in Grecia e nelle isole non erano indifferenti. Se con le loro piccole attività e con la piccola pesca gli autoctoni vivevano, con tutti quei soldati e l'impossibilità di pescare al largo la situazione era diversa. La razione del pane era scesa, ma era pur sempre superiore a quella ufficiale in Italia. Ogni possibile mezzo fu impiegato per procurarsi cibo. Il metropolita arrivò a lanciare, alla fine del 1944, un appello alla Croce Rossa Internazionale che riuscì a far pervenire nel gennaio 45 alcuni piccoli carichi. SGOMBERO DEGLI ITALIANI PRIGIONIERI O COLLABORATORI DALLE ISOLE DELL’EGEO. La massa dei prigionieri (10.000 solo a Rodi ma ce ne erano molti di più sulle altre isole a cui si aggiungevano i civili stanziali di origine italiana e i funzionari pubblici non militari) e l’impossibilità su così tante isole di effettuare una costante sorveglianza e a rifornirle regolarmente (non c’era vitto per gli indigeni essendo gli uomini lontani e ferma la pesca d’altura) spinse i tedeschi da subito a trasferire sul continente i prigionieri anche per avviarli ad attività di difesa sia qui che in Germania (in Germania poi diventavano Imi e gli si offriva da agosto del 1944 la possibilità di lavorare fuori dai campi in regime di semilibertà). Molti di questi trasporti come accennato affondarono sia per ragioni militari (siluramento) che meteoriche trattandosi di carrette del mare super affollate. Riepilogo qui sotto solo i più grossi disastri con le relative perdite riservandomi per la più disastrosa quella della Oria o Orion un trafiletto speciale. Gli affondamenti si concentrarono fra settembre 1943 e la prima vera del 1944. Si cominciò il 23 Settembre quando avvenne il primo disastro. I piroscafi "Donizetti" e "Dithmarschen" e la Torpediniera "TA 10" vennero affondate. Si ebbero 1.584 morti fra gli internati in massima parte dovute alle inosservanze alle norme di sicurezza. Miglior sorte ebbero i trasporti aerei. Nel Gennaio 44 la situazione peggiora. Viene ordinato il trasferimento anche su mezzi di trasporto non idonei al trasferimento di truppe come chiatte, pontoni o altri mezzi civili non in grado di reggere il mare forte. 28/9 da Cefalonia M/n Ardena 720 morti su 840 imbarcati 11/10 Corfù Rosselli 1300 5500 13/10 Cefalonia Marguerita 544 900

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L’8 settembre 1943 si trovavano in Grecia circa 80.000 tedeschi del gruppo armate sudest, in nuclei di massicci distaccamenti motorizzati e gli italiani inquadrati nellaXI armata italiana gen. VecchiarelliIII CdA a Tebe div. Forli, Pinerolo, truppe Eubea (Bersaglieri)VIII CdA Cefalonia div. Acqui, Corfù Div. CasaleSett.Corinto, Argolide Pelopponeso Div. Piemonte, Cagliari distaccate a unità tedescheXXVI CdA a Giannina div. Modena, Brigata LecceComando Egeo div. Cuneo (a Samo), Regina (Rodi e Castelrosso), Siena (a Creta)

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DISPERSI ...... 8 SETTEMBRE 1943 - GRECIA ED EGEO -L8 settembre 1943 si trovavano in Grecia circa 80.000 tedeschi del gruppo armate sudest, in nuclei di massiccidistaccamenti motorizzati e gli italiani inquadrati nellaXI armata italiana gen. VecchiarelliIII CdA a Tebe div. Forli, Pinerolo, truppe Eubea (Bersaglieri)VIII CdA Cefalonia div. Acqui, Corf Div. CasaleSett.Corinto, Argolide Pelopponeso Div. Piemonte, Cagliari distaccate a unit tedescheXXVI CdA a Giannina div. Modena, Brigata LecceComando Egeo div. Cuneo (a Samo), Regina (Rodi e Castelrosso), Siena (a Creta)Da Dodecaneso.org: Una missione inglese fu paracadutatanella notte tra il 9 ed il 10 settembre per poter stabilire contatticol Governatore Inigo Campioni e concordare gli aiuti militarialleati (ma si dice che gruppi di commandos fossero ginell'isola da giorni). Dopo varie peripezie Dolbey arriv alPalazzo del Governatore alle ore 1.15 del 10 settembre econfer con Campioni ed alti ufficiali. Gli inglesi chiesero diresistere sino al 15 tenendo sgombro il porto per lo sbarcoalleato. Lincertezza, lincapacit e la passivit dei pi diretticollaboratori militari del Governatore, condizionarononegativamente luomo amplificandone le esitazioni e leangosce, gi palesate in mare. La mattina del 10 si tenne unariunione al Castello in cui Campioni decise di chiedere larmistizio. Egli si era mosso cercando disperatamente spazi dinegoziazione o rispetto di regole formali da parte di unavversario che aveva ununica spietata regola, uccidere oessere ucciso.XI armata composta da circa 7.000 ufficiali e 175.000 militari di truppa disseminati in innumerevoli e statici presidi sia nelcontinente che nelle centinaia di isole. Se in Italia dopo l'annuncio dell'armistizio la sera dell'8 la situazione era confusa, senzaordini precisi se non quello di sparare se attaccati; nelle isole esistevano solo due situazioni o con o contro i tedeschi. Con gliAngloamericani a Salerno e il resto dell'Italia ancora agibile, con le dovute precauzioni (retate, bombardamenti) si potevaraggiungere casa o nascondersi da qualche parte. Nelle isole ci non lo eragi pi da molto tempo perch il controllo delle acque e del cielo era inmano Inglese. Si tent a questo riguardo di collegare la madrepatria alleisole con sottomarini, ma il carico utile era poco o nullo, giusto percorrispondenza, medicinali e poco altro. Vi era quindi scarsit di risorse emezzi, con carenze alimentari, gi magre per la popolazione civile, a cui siaggiungevano 50.000 italiani e 25.000 tedeschi.CretaCreta non soggetta agli italiani, ma dal maggio 41 (dai giorni delloperazione Merkur) abbiamo un piccolo presidio stabileestratto dalla divisione Siena, dal 312 btg misto motocorazzato e il CXLI btg ccnn. (che molti autori qualificano come M) Dopogli attimi di indecisione alla notizia dellarmistizio la formazione consegna le armi. Non si hanno notizia di scontri rilevanti.Susseguente al disarmo e alle reali intenzioni di collaborazione espresse dagli italiani Il T.Col Carlo Gianoli procede alla raccoltadi tutto il personale dellisola o qui piovuto per costituire una Legione italiana volontari Kreta che inquadra tre battaglioni(due secondo Pisan) pi il CXLI btg ccnn. dislocato a Retymno. Il 25 aprile 1945 i reparti italiani vengono lasciati liberi, mentrei tedeschi idealmente o virtualmente continuano la guerra. Inquadrati coi tedeschi (in divisa) vi erano molti Italiani che nonpotevano scegliere. Il 6 maggio la legione depone le armi nelle mani degli Americani. 2 giorni dopo tocca ai tedeschi. Il 20 maggiocon la nave francese Ville dOran, finiscono nel campo sportivo di Brindisi (erano 1400) poi trasferiti in parte a Taranto, ilresto ad Algeri al Campo 211. Quelli di Taranto una notte scapparono cantando Giovinezza.Dopo la firma della resa, non una delle condizioni concordatevenne rispettata. Campioni venne custodito da uomini delle SSnel suo appartamento al Castello. I tedeschi iniziaronoimmediatamente levacuazione degli ufficiali italiani perchtemevano che questi scatenassero una rivolta dei militariitaliani. Lammiraglio fu trasportato in aereo ad Atene e quindiinviato al Lager di Schokken in Polonia dove venneroconcentrati tutti gli alti ufficiali italiani catturati. Nel gennaio 1944fu prima internato al carcere degli Scalzi a Verona e quindinellaprile 1944 in quello di Parma. La loro sorte (conMascherpa) era segnata.RODICOMPAGNIA DEL GIARDINO DI GUERRARodiA Rodi come a Creta presente una formazione tedesca, la divisione meccanizzata Rhodos al comando del gen. Kleemann checontrolla per ora gli aeroporti dellinterno. Falliti i tentativi di resistenza (lultimo si protrae fino al 15) e di negoziazione ai pinon resta che aderire al nuovo ordine. Il vice governatore Faralli accetta con diversi personaggi del regime di aderire alla neonataR.S.I. Vengono costituiti diversi reparti, compreso uomini della neonata GNR, Genio e volontari dalla disciolta div. Regina. Ivolontari si erano divisi in 2 grandi famiglie: quelli che erano entrati direttamente nei reparti tedeschi (e non obbedivano pi agliitaliani) i Kawi (Kampfwillige soldati alleati volontari) o gliHiwi (Hilfswillge operai volontari di varie nazionalit, molti russi).Dei circa 32.000 italiani che stazionavano solo aRodi, in alcuni mesi ne aderirono circa 4.000 divisi fra costruttori e combattentiriuniti sotto un reggimento agli ordini del Col. Cerullo. Entrambe le categoriedovevano prestare la formula di giuramento ad Hitler che diceva "In nome di Diopresto sacro giuramento di obbedire senza riserve ad Adolf Hitler, comandante supremo delle Forzearmate tedesche, nella lotta per la mia patria ..." Il 17 ottobre a Campochiaro i primireparti prestano il giuramento difedelt e vengono riarmati dai tedeschi. Siformano cos vari reparti di cui il maggiore quello degli zappatori del geniocon 2 battaglioni. Il resto era diviso in sussistenza (servizio sanitario), guardia,comunicazioni, ma anche GNR e combattenti. A Nauplia e a Zante lartiglieriadella Div. Piemonte pass senza discontinuit alla R.S.I. Lo stesso per le altreisole di Samo (24 Legione GNR "Carroccio'') e Syra (Fucilieri della Cuneo).Altri: Compagnia compl. fascisti n.1, 201 Legione CC.NN-GNR Egea "ConteVerde", ANR - LXVII Btg. CC.NN. (a Salonicco) http://www.dodecaneso.org/StoMilsett43.htmA Cefalonia e Corf la resistenza italiana ad opera della div. ACQUI aspra. Si combatte dal 13 al 25 settembre con oltre 2000 morti. (per Cefaloniavedi capitolo a parte). A Corf dove staziona l'altra parte della divisione, siriesce a ricevere rinforzi dall'Albania (a sinistra). Qui aiutati dai Partigiani grecile sorti sembrano volgere a favore degli italiani, ma solo per poco. Il giorno 15giungono a Corf due cacciatorpediniere italiane, lo Stocco e il Sirtori, ma nonserve a niente. Gli Stukas (aerei bombardieri da picchiata) affondano il primo edanneggiano il secondo. Il 24 i tedeschi sbarcano in forze e il giorno dopo battaglia piena con lattacco ai passi di Stavros, Coriza, e Garuna. Lappoggioaereo scompagina le difese e il colonnello Lusignani d lordine di resa. Alle14,30 il Col. Lusignani ed i suoi vengono fucilati. Tutti gli italiani prigionierivengono imbarcati su piroscafi che rischiano prima le mine poi gli attacchi inglesi. Si calcola che almeno 13.000 italianimoriranno nell'affondamento del naviglio, che gli Inglesi ignari o coscienti continuano a colpire da sopra e da sotto il mare.Le difficolt alimentari in Grecia e nelle isole nonerano indifferenti. Se con le loro piccole attivit econ la piccola pesca gli autoctonivivevano, contutti quei soldati e l'impossibilit di pescare al largola situazione era diversa. La razione del pane erascesa, ma era pur sempre superiore a quella ufficialein Italia. Ogni possibile mezzo fu impiegato perprocurarsi cibo.Il metropolita arriv a lanciare,alla fine del 1944, un appello alla Croce RossaInternazionale che riusc a far pervenire nel gennaio45 alcuni piccoli carichi.SGOMBERO DEGLI ITALIANI PRIGIONIERI O COLLABORATORI DALLE ISOLE DELLEGEO.La massa dei prigionieri (10.000 solo a Rodi ma ce ne erano molti di pi sulle altre isole a cui si aggiungevano i civili stanziali di origine italiana e i funzionaripubblici non militari) e limpossibilit su cos tante isole di effettuare una costante sorveglianza e a rifornirle regolarmente (non cera vitto per gli indigeni essendogli uomini lontani e ferma la pesca daltura) spinse i tedeschi da subito a trasferire sul continente i prigionieri anche per avviarli ad attivit di difesa sia qui che inGermania (in Germania poi diventavano Imi e gli si offriva da agosto del 1944 la possibilit di lavorare fuori dai campi in regime di semilibert). Molti di questitrasporti come accennato affondarono sia per ragioni militari (siluramento) che meteoriche trattandosi di carrette del mare super affollate. Riepilogo qui sottosolo i pi grossi disastri con le relative perdite riservandomi per la pi disastrosa quella della Oria o Orion un trafiletto speciale. Gli affondamenti si concentraronofra settembre 1943 e la prima vera del 1944. Si cominci il 23 Settembre quando avvenne il primo disastro. I piroscafi "Donizetti" e "Dithmarschen" e laTorpediniera "TA 10" vennero affondate. Si ebbero 1.584 morti fra gli internati in massima parte dovute alle inosservanze alle norme di sicurezza. Miglior sorteebbero i trasporti aerei. Nel Gennaio 44 la situazione peggiora. Viene ordinato il trasferimento anche su mezzi di trasporto non idonei al trasferimento di truppecome chiatte, pontoni o altri mezzi civili non in grado di reggere il mare forte.28/9 da Cefalonia M/n Ardena720 morti su 840 imbarcati11/10CorfRosselli1300 550013/10 Cefalonia Marguerita54490013/10 Cefalonia Marguerita54490018/10 CretaSinfra1850 23908/2/44 CretaPetrella 2646 3173LOria era una nave Norvegese di 2127 tsl. Allinizio della guerra faceva servizi verso il Nord Africa e fu l, a Casablanca, che fu internata nel giugnodel 1940dalla Francia di Vichy. Ribattezzata Sainte Julienne e data in gestione alla Socit NationaledAffrtements di Rouen; pass poi in Mediterraneo a Marsiglia. Nel novembre del 1942 fuformalmente restituita al proprietario e perci ribattezzata Oria; ma subito dopo fu affidata allacompagnia tedesca Mittelmeer Reederei GmbH di Amburgo. LOria fu tra le navi scelte per iltrasporto dei prigionieri italiani. L 11 febbraio del 1944 part da Rodi alle 17,40 diretta al Pireo, cona bordo 4046 prigionieri (43 ufficiali, 118 sottufficiali, 3885 soldati), 90 tedeschi di guardia o dipassaggio e lequipaggio, ma lindomani, colto da una tempesta, affond presso Capo Sounion -37 39 latitudine nord, 23 59 longitudine est . Alcuni rimorchiatori, accorsi il giorno seguente, nonpoterono salvare che 37 italiani, 6 tedeschi, un greco, 5 uomini dellequipaggio, incluso ilcomandante (capitano Bearne Rasmussen) e il primo ufficiale di macchina.Castelrosso cosera e cosCitazioni tratte dal libro "Avvenimenti in Egeo dopolArmistizio" edito nel 1972 dallUfficio Storico dellaMarina Militare e pubblicate su http://castelrosso.150m.com/index.htmche consigliamo di leggere non solo per motivibellici. Integriamo il racconto con la versione inglesetratta da Long road to Leros" di Leonard MarslandGander qui citata.Gander ..I had a friendly reception from the O.G, troops,Lieutenant-Colonel M. E. RufFer, a gunner, who told me thestory of the occupation of Castelrosso. On September lO(1943) two motor launches containing sixty men approachedthe island at about 2 a.m. ltalian sentries fired a few rifle shots,slightly wounding a navallieutenant but two men who wentashore in a small boat were able to secure the formaIsurrender of the island. The Union Jack was run up on the oldRed Castle, situated on a 150 foot eminence, from which theisland is named.Though willing to submit to the British, theItalians did not relish the French, and when a French slooparrived off the island some days later, the ltalian Commandantthreatened to fire on it. An "incident" was averted by the BritishAdjutant, who promptly cut the telephone wire between theCommandants headquarters and bis coastal battery thusmaking it impossible for him to give the order to fire. When theBritish invaders arrived they found that the populationnumbered about a thousand, though there were houses fourtimes that number plus a mosque, a cathedral, four churchesand about six monasteries, mostly half-ruined. This curious,decaying, forgotten little island, though ltalian owned, stood inthe same relationship to Greece as one of the Channel Islandsto Great Britain. It was considered an admirable place ofretirement, and the inhabitants included many remittance mensupported by successful fish-shop keepers in Australia Only asmall area lent itself to cultivation, and there wereseventy-eight agricultural holdings on terraced slopes, greenwith vines and olive-trees. There were only two ltalian civilianson the island, one the postmaster and the other theschoolmaster.Dopo il fallimento dello sbarco del 1941 loccupazione di questa remota isola continu da parte degli Italiani.Vi era un reparto dellEsercitocomposto dalla 12a compagnia mitraglieri del 9 rgt. Fanteria e da un distaccamento di Artiglieria che disponeva di due mortai da 81, unabatteria su 4 pezzi da 75/27 e 4 mitragliere da 20 mm. Il reparto era al comando del Cap. Fanteria Augusto Rossi che era anche Delegato diGoverno.Giunse quindi anche il giorno dellArmistizio appreso sia per radio che per i collegamenti r.t. con Rodi. Alle 23.45 del 9 vengono avvistatedue unit che si avvicinano allisola. Il personale del posto di osservazione di Punta Santo Stefano spara qualche raffica di mitragliatriceferendo leggermente un T.V. inglese alla testa ed un soldato ad una spalla.Le due unit si fermano e si inizia un dialogo per megafono.Accertato che si tratta di unit inglesi, ne viene data notizia per r.t. a Rodi e viene autorizzato un ufficiale inglese a scendere a terra perconcordare le modalit dello sbarco. Si conviene cos che lo sbarco abbia luogo allalba. Alle 04.00 le due unit entrano in porto e sbarcano50 "commandos" e 21 ufficiali.- riassumo alcuni passi: I rapporti fra italiani e inglesi non erano proprio idilliaci. Gli inglesi sbarcano poi si rimangiano qualsiasiparola o accordo dato. Non c nulla di strano in questo i patti fra gentiluomini per gli inglesi valgono fra gentiluomini e noi alloracome adesso non facciamo parte di quella categoria. Ergo ci fregano la stazione radio per poi ridarcela Gli Inglesi prendono accordicol Comando italiano circa la difesa dell'isola ed installano loro nuclei presso tutti i nostri servizi, intervenendo anche nel serviziodegli affari civili.Alle 08.30 giunge con un motoscafo inglese il Colonnello Turnbull con altri tre Colonnelli della Missione ed un Tenente. Scendono a terraverso mezzogiorno. Noi contiamo per ora come mezzo di scambio per le altre isole (Rodi in primis ma la base navale era a Lero) che gliinglesi vorrebbero controllare usando Castelrosso come ponte di lancio, ed per questo che qualche volta ci trattano alla pari. Naturalmentefaranno di testa loro e andranno incontro al peggior disastro militare che si ricordi. Dimenticate i film dove vinconoperch non li fanno itedeschi.Il mattino del 12 giungono a Castelrosso molte unit navali italiane che si erano allontanate da Rodi nellimminenza della resa ed una parte diesse riparte la sera stessa. Il Comando italiano dellisola collabora come meglio pu con quello inglese per le necessit della difesa, e gliufficiali inglesi della missione si dislocano nelle varie isole dellEgeo pieni di speranze. Il giorno 13 un Ct. greco sbarca circa 200 uomini dicui 60 indiani e molta benzina. Essi rimpiazzano gli Inglesi, partiti la notte precedente per altre isole. Verso il 14 la nostra stazione r.t. vienemessa fuori servizio col ritiro di alcuni organi essenziali e le comunicazioni proseguono esclusivamente attraverso la stazione inglese.- Non bastavano gli inglesi ci si mettono ora anche i francesi che nellarea(come in altre) contavano zero ma avevano una piccolaruggine con noi legata proprio a questa isola. Un Ct francese entra in porto il giorno 15 e un marinaio buttatosi a nuoto ammaina labandiera italiana a terra e se la porta via. Posto di combattimento per gli italiani pronti a rispondere al fuoco e ad affondare il Ct.Sentiamo la versione inglese sia dello sbarco del 10 che del fatto dei francesi a sx- Il 27 settembre, avendo il presidio inglese raggiunto la cifra di 400 uomini, il Comando inglese decise il trasferimento degli Italianiin Turchia:non gli servivanopi. Abbiamo qui la conferma che, pur non entrata in guerra a fianco degli inglesi la Turchia,corteggiata dai tedeschi, chiudeva un occhio sul concentramento di molti italiani fuggiaschi che venivano poi internati e passati allavicina Palestina dove,se erano fortunati, diventavano cooperanti.Il Generale Wilson nella sua relazione parla spesso di Castelrosso, l dove espone i provvedimenti presi per i rifornimenti in Egeo e ricordala funzione di Castelrosso come deposito avanzato. I rifornimenti erano effettuati con ogni mezzo a disposizione, alla fine anche coi caicchigreci, che per erano riluttanti a spingersi oltre Castelrosso verso le altre isole, a causa dei rischi di guerra. Quasi tutta la popolazione civileaveva lasciato lisola e quindi gli Inglesi vi si erano potuti installare facilmente. I feriti provenienti dalle isole venivano smistati viaCastelrosso ed i meno gravi vi si fermavano approfittando di improvvisate installazioni ospedaliere. Negli ultimi giorni del mese dinovembre, quando erano ormai occupate dai Tedeschi tutte le isole maggiori, fu deciso di alleggerire Castelrosso di quanto superava lanecessit di un modesto avamposto pronto ad essere eventualmente sgomberato in pochissimo tempo. Ma and diversamente e quindiquesta da considerarsi la loro unica vittoria contro un esercito che aveva ricevuto lordine di non sparare. La Marina cooperante italianasvolgeva qui molti compiti negli anni 44/45.Elio Bettini, giArgento al V.M. nellagrande guerra e dal 1gennaio 1943 comandantedel 49 Rgt. FanteriaParma", di stanza a SantiQuaranta in Albania, sitrovava a decidere da solo eper il meglio della sorte deisuoi uomini in quell'8settembre del 43.Da Dodecanneso Orion. Il vecchio catorcio gli resistette (alla tempesta) fino a sera, ma nelloscurit che raddoppiava le incombenti tenebre notturne, senza ilconforto di un faro cui riferirsi e non pi in grado di compensare le straorzate, and a dare di cozzo sullo scoglio Medina a sole 25 miglia per sud - est dal Pireo, e visischiant affondando rapidamente. Poich in quel punto i fondali vanno da 5 a 30 metri, lOrion cal di poppa nei flutti lasciando fuor dacqua la parte prodieraincastrata nei massi. Per linfuriare degli elementi, i soccorsi tardarono. Il giorno successivo, 13 febbraio, tre rimorchiatori italiani e due greci uscirono dal Pireo etentarono di avvicinarsi al relitto emergente. Le proibitive condizioni del mare impedirono per qualsiasi efficace manovra, e solo i Vulcano pot portarsi vicino alrottame e salvare uno sventurato che ancora si reggeva ai cavi dei bighi di prora. Mentre glia altri rimorchiatori raccoglievano qualche naufrago ancora vivo e alcunicadaveri - altri corpi sarebbero stati trascinati dal fortunale sulla costa dellAttica - il personale del Vulcano avvert che dentro le lamiere dellOrion cerano dei vivi, econ grande rischio, portatosi presso la tragica prora, mise in opera le fiamme ossidriche per aprire un varco. Possiamo soltanto immaginare come si sia svoltolimprobo, eroico lavoro di quelli ignoti marinai decisi a strappare alla morte i naufraghi che invocavano soccorso dal chiuso di stive e gavoni. Tanta abnegazione andsulle prime frustrata per un colpo di mare che strapp lapparato autogeno del Vulcano. Soltanto il giorno dopo il Titano, subentrato allunit gemella con nuovebombole e cannelli e operando finalmente in condizioni di minor violenza marina, riusc a liberare cinque uomini che sembravano impazziti.cos descrive il difficile momento un sottotenente testimone :Alle 5 del 12 settembre mi fece chiamare nella sua camera:era pallido e triste i tedeschi stanno per arrivare: cosafare? Ma, aggiunse, Resistiamo a tutti e quando non ce lafaremo pi ci imbarcheremo per Corf, e chi vuole le nostrearmi verr a prendercele . La scelta del Colonnello di noncedere le armi ai tedeschi, ma di unirsi a chi ancoracombatteva (la Divisione Acqui di stanza nellarcipelago delleisole Joniche di Cefalonia, Corf, Zante, Itaca e S. Maura(Leucade)), risvegli in altri reparti il sentimento diobbedienza alla legge dellonore. Un reparto motorizzato dellaDivisione da montagna Brennero, elementi della Guardia diFinanza e della Capitaneria di Porto, nonch un gruppo diartiglieri ed altri tre battaglioni, per totale di 3500 uomini, simisero sotto il suo comando. Costituito cos un reggimento, ilColonnello Elio Bettini il 12 notte partiva da Santi Quarantaed il 13 sbarcava a Corf (Grecia) ove partecipava alla catturadella guarnigione tedesca dellIsola. Dahttp://www.memoria.provincia.arezzo.it/biografie/elio_bettini.aspSamoSamo, da non confondersi con Symi molto pi a Sud vicino a Rodi, non faceva parte dei possedimenti italiani in Egeo. Era stataoccupata per la sua vicinanza alle nostre isole ma non c'erano tedeschi durante il conflitto. L'8 settembre '43 quando arrivaronogli Inglesi per appoggiare loccupazione di Lero gli italiani non frapposero problemi. Nell'Isola era di stanza la DivisioneCuneo (7, 8 Rgt. fanteria e 27 artiglieria) e la 24a Legione ccnn. per un totale di circa 9.000 uomini al comando dei quali erail Generale di Divisione Soldarelli. Potendo gli italiani collaboravano, anche perch la cosa sembrava andare per le lunghe.Quando il 17 novembre cadde Lero, lisola divenne il nuovo obiettivo dei tedeschi. Gli alleati sembravano forti in mare nellaria,sul fronte italiano come su quello Russo, ma in Grecia e nelle isole non si batteva chiodo. Il 18 si decise di lasciare l'isola pertempo prima che in cielo si addensassero troppe nubi. I mezzi per sgomberare una tal massa di gente vennero trovati (carrette) ela breve distanza con la Turchia facilit la cosa. L'evacuazione delle truppe continu fino al giorno 23 in condizioni a voltedrammatiche. Lo stesso giorno i tedeschi entrarono a Samo. Sembra che la Turchia non spingesse per fermare battelli nelle sueacque territoriali e richiedesse come paese neutrale linternamento dei belligeranti, in alternativa a una consegna ai tedeschi o agliinglesi. I campi di prigionia della Palestina accolsero in maniera soft questi nuovi ospiti collaborativi al seguito delle unit chevenivano allestite per i fronti. La divisione venne sciolta ufficialmente molti mesi dopo.Elio Bettini: Motivazione della Medaglia doro al V.M. alla memoria: Comandante di valore, per non cedere learmi e mantenere integro lonore della Bandiera, si rifugiava dallAlbania a Corf con parte dei suoi reparti, earmi e mantenere integro lonore della Bandiera, si rifugiava dallAlbania a Corf con parte dei suoi reparti, enellisola, in unione alle altre forze del Presidio, resisteva strenuamente ai continui bombardamenti e agli attacchitedeschi, pur conoscendo che nessun aiuto poteva essergli inviato. Dopo 12 giorni di strenua, impari lotta sostenutastoicamente con reparti decimati, veniva catturato dai tedeschi e passato per le armi. Esempio eroico nelle tristigiornate di quanto possa il sentimento del dovere e lamore verso la patria. Corf 30 settembre 1943DAL SITO ANPI: La Divisione Pinerolo comandata dal generale Adolfo Infante, era dislocata (8/9/43) in Tessaglia e poteva contare su 23.000 uomini,con i reggimenti di supporto Lancieri di Aosta e Milano. All'indomani dell'8 settembrerifiut di consegnarsi ai tedeschi e rispose con il fuoco allintimazione dicedere laeroporto di Larissa. Resosi per conto del disfacimento delle altre divisioni italiane, il generale Infante si avvi con circa 8.000 uomini verso laregione montuosa del Pindo, dove stipul un patto di cooperazione con i partigiani greci su avallo della missione inglese. Seguirono diversi cruenti scontri con itedeschi, ma i rapporti con le formazioni comuniste dellElas purtroppo si incrinarono presto. Fu cos che le truppe italiane della montagna vennero primafrazionate e poi disarmate dallElas e, dopo uninutile resistenza, internate in tre campi di concentramento: a Greven, nella Macedonia greca, a Neraida inTessaglia, a Karpenision nel Pindo. In questi campi alcune migliaia di militari italiani persero la vita per malattie, e stenti e in seguito ai rastrellamenti deitedeschi, che non risparmiarono neppure i malati e i feriti trovati nei loro giacigli. Anche Il 3 reggimento granatieri, fu rapidamente disarmato ed i suoi uominiavviati ai lager tedeschi. Alcuni, per, si ribellarono a quella sorte e tentarono di unirsi ai partigiani greci o di raggiungere quelle poche unit italiane, facenticapo alla divisione "Pinerolo", che resistevano in armi ai tedeschi. Tragico destino anche per il battaglione Complementi che vide i suoi uomini divisi tra i lagernazisti e le esecuzioni sommarie perpetrate dai partigiani comunisti di Tito.PINEROLO - Nota sito: Nella zona di competenza dellaPinerolo i rapporti coi partigiani non erano mai statiidilliacida quando nel febbraio di quell'anno (43), una rappresaglia perla morte di 9 soldati italiani uccisi in un agguato port allafucilazione di 150 greci nel villaggio di Domenikon.Domenikon il nome di una cittadina della Tessaglia dove unattacco partigiano aveva provocato la morte di 9 soldatiitaliani. Il generale della divisione Pinerolo Cesare Benelli,ordin la repressione: centinaia di uomini circondarono ilvillaggio, rastrellarono la popolazione e catturarono pi di 150uomini dai 14 agli 80 anni. Li tennero in ostaggio fino a che,nel cuore della notte, procedettero alla fucilazione. Secondoalcuni storici fu il primo di una serie di episodi repressivi dellaprimavera-estate '43 conseguenti a una circolare del generaleCarlo Geloso, comandante delle forze italiane di occupazione,per la lotta ai partigiani. Allo stato per non se ne conoscealtri di simile entit.I LANCIERI D'AOSTANel settembre 1942 i lancieri d Aosta (2 Gruppi a cavallo, 5 mitraglieri, XXXI Gr. appiedato e una batteria del XVIIIArtiglieria: in totale 48 ufficiali, 1.718 fra sottufficiali e truppa, 800 cavalli e un centinaio di mezzi) erano dislocati fra il Canale diCorinto ed il Peloponneso. In quel periodo stava organizzandosi il movimento partigiano nazionalista greco (generale Zervas,E.A.M.), fortemente sostenuto dagli Inglesi. Gli Alleati costituiranno e raggrupperanno tali partigiani in vere e proprie grandiunit, sotto le bandiere dell'E.D.E.S. (filo-monarchico) e dell'E.L.A.S. (filocomunista). Nella prima met del 1943 si intensificlattivit partigiana, in particolar modo nel settore di Aosta (zona Trikkala Karditsa), sempre pi duramente impegnato nellaconseguente attivit repressiva. Il 10 settembre respinta la richiesta di resa rivolta dai tedeschi, vennero stipulati dal comandanteCol. Berti precisi accordi di cobelligeranza con gli Alleati e con i partigiani. Si trattava di uno dei pochi accordi similaristipulati dalle forze armate italiane dopo larmistizio con il quale veniva mantenuta lautonomia del reparto e la pari dignit.Dopo laccordo il Reggimento si trasferiva alle falde della catena montuosa del Pindo. Nel periodo settembre - ottobre 1943contribu notevolmente ad arrestare le forze tedesche nel loro tentativo di riconquistare larea (scontri di Kalabaka e di PortaPsari) e svolse alcune azioni di controffensiva, come a Larissa, dove venne attaccato un campo di aviazione). In tale momento Aostacontava su un organico ancora di cospicue dimensioni (suddiviso in squadrone comando; I Gruppo su 1 squadrone e 2 squadrone; II Gruppo su 3 squadronee 4 squadrone, 5 mitraglieri, XXXI Gruppo appiedato e una batteria del XVIII Artiglieria: in totale 48 ufficiali, 1.718 fra sottufficiali e truppa, 1.628moschetti, 52 fucili mitragliatori, 38 mitragliatrici, 800 cavalli). Per la parte logistica Aosta riceveva dagli Alleati una sterlina doro al mese per lanciere eper cavallo, unico sostegno per la sopravvivenza. Nonostante questi indubbi meriti (o, forse, proprio per aver dimostrato tenace spiritocombattivo), il 14 ottobre 1944 due battaglioni partigiani dellE.L.A.S. comunista attaccarono in forze il Reggimento, uccidendoil tenente cappellano don Marino Pilati, medaglia d'argento alla memoria, e 19 lancieri (49 feriti). Nonostante la strenua difesa,Aosta, a sera inoltrata, dovette sospendere la resistenza. A Pirgos il I Gruppo, comandato dal maggiore Tognozzi, resistette pia lungo, finch il comando divisione diede, anche ad esso, ordine di cessare linutile resistenza. Gli ufficiali furono divisi dailancieri, si imped loro di vedere i morti e di assistere i feriti, molti furono brutalmente percossi. Saranno rimpatriati dopo unadura prigionia fra montagne inaccessibili solo nel1945 sempre fieri e dignitosi, come ebbero a riconoscere gli stessi partigianigreci.