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Introduzione alla problematica dell'incendio Definizione di incendio: Combustione sufficientemente rapida che si sviluppa senza controllo nel tempo e nello spazio Sviluppo di calore e luce (fuoco) Combustione: reazione chimica esotermica di ossidazione che avviene tra sostanze ossidabili (combustibili) e sostanze ossidanti (comburenti) in presenza di una determinata temperatura.

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Introduzione alla problematica dell'incendio

Definizione di incendio:Combustione sufficientemente rapida che si sviluppa senza controllo nel tempo e nello spazio

Sviluppo di calore e luce (fuoco)Combustione:reazione chimica esotermica di ossidazione che avviene tra sostanze ossidabili (combustibili) e sostanze ossidanti (comburenti) in presenza di una determinata temperatura.

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Esempio di combustione: fiamma di una candela

FIAMMA VIVA (1) = La fiamma è determinata dall'accensione dei vapori che si sviluppano acausa del caloreFIAMMA VIVA (2) = IDEM come sopra però relativamente ai gas che si sprigionano dal corpo solido

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ALTRE IMPORTANTI CARATTERISTICHE DEI VAPORI E GAS INFIAMMABILI

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L'INCENDIO

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La curva di svolgimento di un incendio dipende da:

Caratteristiche del combustibile Afflusso di O2 Modalità di accensione Condizioni ambientali

(tipo di costruzione, caratteristiche dei locali, Lay-out ecc..)

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Sistemi di rivelazione incendioConsiderando che l’assorbimento dei rivelatori in condizione di riposo è estremamente basso (dell’ordine dipochi μA), si può dire che la corrente di riposo del circuito in questione è determinata dal valore della resistenzadi fine linea (RFL).

Sistema di rivelazione incendio a zone collettive

Considerando che l’assorbimento dei rivelatori in condizione di riposo è estremamente basso (dell’ordine dipochi μA), si può dire che la corrente di riposo del circuito in questione è determinata dal valore della resistenzadi fine linea (RFL).Esempio:Tensione di alimentazione del circuito: 24 Vcc (V)Resistenza di fine linea: 4,7 K(R)______________________________________________________Corrente di riposo del circuito (V/R): 5,106 mA (I)

In caso di allarme di un rivelatore automatico, lo stesso cambierà il proprio assorbimento in corrente, portandosi da pochi μA ad alcuni mA (es. 12 μA ⇒9 mA), vale a dire c.a. 9000 volte più alto; lo sbilanciamento di corrente che si viene a creare, determinerà la condizione di allarme; il superamento di una determinata soglia di corrente,determinerà la condizione di guasto per cortocircuito della linea di rivelazione, mentre l’abbattimento della corrente di circolo nella condizione di riposo, determinerà la condizione di guasto per interruzione della linea di rivelazione.

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Il sistema fin qui descritto, è indicato per la realizzazione di impianti di piccole dimensioni e non eccessivamentecomplessi, infatti questo sistema offre il vantaggio di essere molto affidabile in quanto non presenta soluzionitecniche particolarmente raffinate, ma al tempo stesso non consente l’identificazione del singolo rivelatore cheha causato l’allarme, (da qui appunto la definizione di sistema ad indirizzamento collettivo).

Sistema ad indirizzamento singoloQuesto sistema ricalca in gran parte quello sopra descritto, (per quanto riguarda il principio difunzionamento), con una piccola ma sostanziale differenza, è in grado di identificare il sensore che hadato origine all’allarme. Infatti in caso di allarme oltre a provocare lo sbilanciamento in corrente dellazona di appartenenza, il sensore per mezzo di una opportuna interfaccia alloggiata nella base dellostesso, trasmette alla centrale un codice che lo identifica in modo inequivocabile. il codice vieneimpostato manualmente per mezzo di un banco di Dip swich posto sull’interfaccia.E’ possibile quindi coprire ampie superfici con un gran numero di rivelatori, ed essere in grado diidentificare immediatamente la zona in pericolo.Questo sistema si rivela particolarmente utile quando si deve proteggere un edificio composto damolti locali piccoli (es. Hotel, Ospedali, Case di riposo, ecc.), in caso di allarme si riesce adidentificare immediatamente il locale in cui ha avuto origine l’allarme.

Sistema analogico/digitale autoindirizzanteQuesto sistema è il sistema più raffinato e tecnologicamente avanzato esistente oggi sul mercato.Utilizzando la tecnologia a microprocessore direttamente nei rivelatori, si realizza un sistema dettoanche ad “intelligenza distribuita”.I sensori vengono collegati su una linea chiusa ad anello con la centrale di gestione, permettendo cosìla semplificazione del cablaggio di un impianto. I sensori sono in grado di eseguire l’autodiagnosicomunicando alla centrale il loro stato di pulizia e l’eventuale richiesta di manutenzione. L’allarmepuò essere gestito a più livelli (esempio preallarme ed allarme), mentre la codifica del sensore è ditipo automatico, cioè il rivelatore è in grado di fornire alla centrale un proprio codice diidentificazione senza nessun intervento manuale sul sensore.Questo sistema di rivelazione incendio è particolarmente indicato in medie e grandi superfici, e laddove il rischiodi incendio oltre ad essere particolarmente elevato, può produrre gravi danni a persone e cose.

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Considerando l’alta tecnologia residente in questa tipologia di sistema occorre spendere qualcheparola in più per meglio descrivere il sistema.

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Esempio di distribuzione a loop chiuso di un sistema di rivelazione incendio analogico

Prima di iniziare ad illustrare le caratteristiche di queste moderne centrali di rivelazione incendio, è necessario al fine di meglio comprendere le potenzialità delle stesse, fare il punto sull’attuale stato dell’arte dei sistemi analogici di rivelazione incendi di vecchia generazione.Nella maggioranza dei casi quando si parla di un sistema analogico, si parla di un sistema composto da una centrale molto potente dal punto di vista hardware e software e di rivelatori di tipo analogico “semplice”.

Con questa premessa prendiamo in esame il principio di funzionamento di tali sistemi.I rivelatori collocati in campo vengono influenzati dai cambiamenti che interessano l’ambiente in cui si trovano, ovvero rilevano la presenza di fumo e/o temperatura nelle loro vicinanze e trasmettono immediatamente alla centrale di

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gestione queste informazioni sotto forma di un segnale variabile nel tempo (analogico), la centrale si trova quindi nelle condizioni di:

1. Valutare il tipo di segnale in arrivo2. Stabilire di che tipo di segnale si tratti (fumo, calore, guasto, ecc.)3. Identificare il sensore che ha fornito l’informazione4. Mettere in atto tutte le procedure stabilite in base al programma di funzionamento richiesto.5. Continuare ad interrogare i vari loop di collegamento per assicurarsi sempre la presenza dei rivelatori.

Da questa semplice valutazione possiamo trarre alcune conclusioni, i rivelatori sono dei semplici trasduttori ovvero trasmettono alla centrale delle informazioni ma non prendono parte in alcun modo alla gestione delle stesse; la centrale è oberata da un carico di lavoro continuo ed incessante.Questo spiega perché le centrali di rivelazione incendio analogiche della vecchia generazione siano così complesse.E noi partiamo da questo punto, il lavoro fatto dalla ESSER nasce proprio da una attenta valutazione dei carichi di lavoro per giungere ad una ridistribuzione dello stesso tra centrale e rivelatori in campo, al fine di migliorare la qualità del servizio velocizzare sempre più i processi di analisi e gestione delle informazioni, garantire sempre ed in ogni caso la continuità del servizio.Le centrali della serie 8000 sono il risultato di una ricerca sempre più spinta nel campo dellarivelazione incendio, esse sono interamente costruite in SMD per cui anche gli ingombri fisici sono ridotti, la semplificazione dei processi di analisi svolti dalla centrale, permette alla stessa di gestire un elevatissimo numero di punti, rendendole così le più potenti centrali oggi sul mercato.Il punto di forza principale di questo moderno sistema è costituito dal rivelatore analogico della serie9200, in esso risiede gran parte della tecnologia che fa si che questo sistema si differenzi dai sistemi della precedente generazione.Esaminiamo questo rivelatore, innanzitutto occorre specificare che si tratta di un rivelatore di tipo “intelligente”, ovvero non trasmette alla centrale informazioni che necessitano di essere elaborate, ma trasmette informazioni finite: allarme fumo, allarme calore, guasto del rivelatore, richiesta di manutenzione, ecc.L’analisi quindi delle variazioni di stato che interessano l’ambiente in cui si trova il rivelatore, non viene effettuata dalla centrale di gestione ma dal rivelatore stesso interessato al fenomeno.Questa prestazione è resa possibile grazie alla presenza in ogni rivelatore di un microprocessore molto potente e di una memoria non volatile in grado di registrare sia parte del programma di funzionamento della centrale, sia gli eventi in ordine cronologico che lo hanno direttamente interessato.La presenza di un microprocessore fa si che si possano ottenere dal rivelatore prestazioni superiori ai rivelatori standard:

· Rivelatori combinati · Gestione delle uscite · Autoindirizzamento · Memoria eventi

E’ possibile integrare in un unico sensore, un rivelatore ottico di fumo ad effetto Tyndall, un rivelatore di calore di tipo termostatico ed un rivelatore di calore di tipo termovelocimetrico, (rivelatore 9200/3D), oppure oltre a questi primi 3 aggiungere anche un rivelatore a doppia camera di ionizzazione, (rivelatore 9200/4D).

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L’integrazione di queste diverse tipologie di rivelazione fa si che il rivelatore possa essere installato in quegli ambienti dove in caso di incendio si possano creare fenomeni di combustione diversi che obblighino il progettista a prevedere più rivelatori rispondenti a principi di rivelazione diversi tra loro.Comunque l’utilizzo di rivelatori a diverse tecnologie combinate tra loro fa si che si possa ottenere la rivelazione del principio di incendio in tempi brevissimi e l’assoluta certezza che l’evento rilevato sia vero, (totale assenza di falsi allarmi).I rivelatori della serie 9200 sono del tipo detti autoindirizzanti, cioè non occorre nessun tipo dioperazione manuale di codifica da parte dell’installatore sul singolo rivelatore ne tantomeno sulla sua base, infatti quando vengono costruiti, ai rivelatori viene assegnato un codice di fabbrica diverso per ogni rivelatore, quindi non verranno mai prodotti due rivelatori con lo stesso codice. In fase di configurazione la centrale memorizzerà tutti i codici presenti sul loop ed in seguito si procederà via software all’assegnazione del numero logico progressivo.Questa particolare caratteristica dei rivelatori pone l’installatore al riparo dall’eventualità non così remota di assegnare in fase di installazione a due o più rivelatori codici identici.Per i rivelatori della serie 9200 sono inoltre disponibili diverse basi, standard, con relè, con isolatore di linea. I relè ospitati nelle basi dei rivelatori sono relè liberamente programmabili, ovvero il rivelatore che li ospita comanderà l’attuazione del relè solo se verranno soddisfatte tutte le condizioni predefinite in fase di programmazione.Le basi con isolatori di linea permettono in caso di cortocircuito sul loop di collegamento deirivelatori, di aprire fisicamente la linea nel tratto comprendente il cortocircuito, permettendo così alla centrale di mantenere attivi i rivelatori collegati sui due rami rimasti. Anche in condizioni di anomalia come nel caso di un cortocircuito, la particolare tecnologia del sistema permette di garantire la continuità di servizio.I rivelatori della serie 9200 sono conformi alle seguenti normative:DIN/VDE 0100 DIN/VDE 0165DIN/VDE 0833 DIN/VDE 0108DIN/VDE 0845 DIN/EN 54DIN 14675 Vds 2095I rivelatori serie 9200 hanno ottenuto anche l'omologazione Russa.DIN 14675VdS 2095I rivelatori serie 9200 hanno ottenuto anche l’omologazione Russa.

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Il collegamento dei rivelatori sul loop è completamente libero, su di uno stesso loop possono essere inseriti rivelatori, pulsanti, moduli di allarme tecnico, transponder (12 relè, 4 in 2 out, 32 O.C.).Dal loop principale è possibile eseguire tutte le diramazioni che si vuole fare, non è possibile fare diramazioni secondarie, il primo elemento della diramazione deve avere un circuito di isolamento linea, il numero massimo di elementi per loop è 127, il numero massimo di zone logiche per loop è 127.Su di un loop possono essere inseriti elementi di comando (relè) o di segnalazione (uscite open collector) in numero diverso, tenendo conto che il limite massimo di uscite gestibili da una centrale è di 600.Gli ingressi e le uscite sono tutti liberamente programmabili, possono interagire tra loro anche se posizionati su loop diversi e/o su centrali diverse (ovviamente se queste ultime sono collegate tra loro attraverso la rete essernet®).

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A questo punto possiamo parlare delle caratteristiche delle centrali 8007 ed 8008.La centrale 8007 ha una architettura in grado di gestire fino a 7 micromoduli (schede) che possono essere di vario tipo:

· Micromodulo a loop analogico · Micromodulo a 4 zone standard · Micromodulo a 4 relè liberamente programmabili · Micromodulo a 3 relè monitorati · Micromodulo a 7 uscite o/c

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· Micromodulo RS232/TTY · Micromodulo essernet®

Micromodulo a loop analogico

Questo modulo permette di gestire fino a 127 rivelatori automatici, manuali, moduli di allarmetecnico e moduli a 12 relè tutti collegati su un semplice doppino telefonico schermato chiuso ad anello in centrale. Utilizzando un cavo schermato da 0,8 mm di Ø è possibile arrivare fino a 2 Km di lunghezza totale del loop. I 127 punti potranno essere suddivisi in 127 gruppi logici diversi utilizzando più isolatori, ed ogni gruppo potrà contenere un massimo di 32 punti. In ogni loop potranno essere gestite fino a 127 uscite a relè connesse a 30 differenti logiche liberamente programmabili, i relè sono alloggiati nelle basi dei rivelatori, od un massimo di 32 moduli a 12 relè liberamente programmabili, od infinite combinazioni tra moduli a 12 relè e basi a relè.

Dati tecniciContatti: 2 relè (con funzione di isolamento linea in cortocircuito)Corrente assorbita: 25 mALimitazione di cortocircuito: 60 mACaratteristica d’emergenza: Processore con funzione “watch-dog”Funzionamento d’emergenza: +12 V e + 27,5 Vcc

Micromodulo a 4 zone standard

Questo modulo permette di gestire 4 zone di rivelazione incendio utilizzando rivelatori tradizionali (serie 9000) o rivelatori diagnostici indirizzati (serie 9100).Dati tecnici

Corrente assorbita: 25 mAFunzionamento: 4 zone collettive o diagnostiche indirizzateRivelatori per zona: max 30Alimentazione: interna 12 VccLimitazione corrente: 100 mA per zona

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Micromodulo a 4 relè liberamente programmabiliQuesto modulo permette di gestire 4 relè liberamente programmabili, tramite un selettore è possibile selezionare un contatto NC o NA, la potenza massima ammessa del contatto è di 30 Vcc 1A (carico resistivo).

Dati tecniciCorrente assorbita: 7 mAContatti: 4 contatti programmabili NC / NACorrente sui contatti: max 1ATensione sui contatti: max 30 VccDispositivo sicurezza: multifuse 1,1 A per relè

Micromodulo a 3 relè monitoratiQuesto modulo permette di gestire 3 relè liberamente programmabili, tramite un selettore è possibile selezionare la funzione di monitoraggio dei relè, la potenza massima ammessa del contatto è di 30 Vcc 1A.

Dati tecniciCorrente assorbita: 4 mAContatti: 3 contatti programmabili NC / NA sorvegliatiCorrente sui contatti: max 1ATensione sui contatti: max 30 VccDispositivo sicurezza: multifuse 1,1 A per relè

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Micromodulo a 7 uscite o/c (open collector)Questo modulo contiene 7 uscite open collector (positive o negative), il carico massimo ammesso per ogni uscita è di 30V 300 mA, la corrente massima ammessa per l’intera scheda è di 1A.

Dati tecniciTensione alimentazione: 4V - 35 VccAssorbimento corrente: circa 13 mA (tutti e 7 i canali collegati)Corrente di uscita: max 300 mA per uscita (carico resistivo)Max corrente: 1APolarità: positiva o negativa

Micromodulo RS232/TTYQuesto modulo fornisce una uscita seriale di comunicazione dati, può essere usato sia in modo RS232 (distanza massima 15 mt), che in modo TTY (distanza massima 1000 mt con cavo schermato 2 x 2 x 0,8 mm Ø).

Dati tecniciCorrente assorbita (TTY): circa 55 mACorrente assorbita (RS232): circa 32 mAVelocità di trasmissione: massimo 19200 bit/sec.Alimentazione: da centraleUscita di tensione: 27,5 Vcc / 500 mA

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Esistono due moduli essernet®:Modulo essernet® tipo 1Totale corrente assorbita: circa 150 mAVelocità di trasmissione: 62,5 KBdTipo di cavo: linea telefonica a 2 fili schermata 0,8 mm ØTerminali: massimo 31 terminali in reteTrasmissione: procedimento “Token passing”Protocollo: simile a DIN 19245 Parte 1 (Profibus)Topologia: struttura ad anello tolleranza all’interruzione ed

al cortocircuito

Modulo essernet® tipo 2Totale corrente assorbita: circa 150 mAVelocità di trasmissione: 500 KBdTipo di cavo: IBM tipo 1 massimo 1000 mt tra 2 terminali

IBM tipo 2 massimo 1000 mt tra 2 terminaliIBM tipo 6 massimo 200 mt tra 2 terminali

Terminali: massimo 31 terminali in reteTrasmissione: procedimento “Token passing”Protocollo: simile a DIN 19245 Parte 1 (Profibus)Topologia: struttura ad anello - tolleranza all’interruzione ed al

cortocircuito

La centrale può essere fornita in 3 diversi armadi metallici od in configurazione rack 19".Armadio compatto S 0 (L x H x P): 485 x 350 x 182 mmArmadio standard S 1 (L x H x P): 485 x 619 x 283 mm

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Scheda perifericaRelè: 4 relè liberamente programmabili

Modo operativo positivo, sorvegliato o a potenziale zero

Carico di contatto 30 Vcc 1A (carico resistivo).Funzionamento d’emergenza: alimentazione oltre +5 Vcc internamenteInterfaccia FwFB: 8 ingressi digitali

8 uscite 12 Vcc massimo 25 mAIngresso linea primaria: sorvegliato 10 K/ 1 K(normale / allarme)

per controllo funzionamento d’emergenza essernet®

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Come si può notare dall’esempio sopra esposto le configurazioni delle centrali sono molteplici, ed in funzione di ciò sono disponibili diversi armadi, oltre a questo è possibile realizzare delle centrali su specifiche dei clienti in configurazione rack 19”.La centrale è dotata di un microprocessore molto potente ed è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza di programmazione. Si possono programmare per esempio uscite di preallarme incendio, allarme incendio ed allarme tecnico a seguito di attivazioni in “AND” o in “OR” di determinati rivelatori, zone o moduli

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di allarme tecnico. Le attivazioni possono essere temporizzate, ritardate o immediate a seconda delle varie esigenze d’uso, la flessibilità di programmazione rende la centrale molto simile ad un PLC.

Nella sua massima configurazione la centrale 8007 è in grado di gestire 7 loop da 127 rivelatori per un totale di 889 rivelatori, mentre per quanto riguarda le uscite si può arrivare a 600 relè liberamente programmabili per mezzo di moduli a 12 relè, oltre ai relè gestibili tramite le basi dei rivelatori stessi.

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La grande potenzialità della centrale può essere ulteriormente accresciuta grazie alla possibilità di collegare più centrali 8007 e 8008 in rete tra di loro utilizzando i moduli essernet®.Il numero massimo di centrali collegabili in rete è di 31, ovviamente le potenzialità di gestione del sistema diventano enormi, fino ad arrivare con l’utilizzo di un personal computer e di un opportuno software grafico alla gestione in dettaglio di tutto un complesso di edifici.Ogni centrale può essere programmata come Master (riceve tutti gli allarmi dalle altre centrali e può inviare comandi alle stesse), o come Slave (invia gli allarmi alle centrali Master ma non opera sulle altre centrali), la distanza massima ammessa tra ogni centrale è di 1 Km, ma utilizzando opportuni ripetitori (amplificatori di segnale) 1 ogni Km, la distanza diventa illimitata.

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Il sistema diventa ulteriormente ampliabile se come già detto si mettono più centrali in reteutilizzando i moduli essernet®.Le informazioni fornite dalla centrale sono visualizzate su un display alfanumerico retroilluminato su 8 righe da 40 caratteri ognuna (risoluzione 64 x 240 punti), mentre le operazioni di routine sono eseguite per mezzo di una tastiera protetta da uno sportello munito di chiave e di una password di accesso.Sono inoltre disponibili dei leds di segnalazione generali di alimentazione, guasti ed allarmi, mentre le operazioni più comuni vengono eseguite per mezzo di tasti funzionali. La centrale dispone di un buffer di memoria circolare (First In Last Out) di 200 eventi, tutte le programmazioni sono su EEprom quindi non volatili.

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La centrale 8008 si differenzia dalla 8007 per la maggiore espandibilità e per la possibilità di montare una seconda CPU ridondante detta “in riserva calda”.L’espandibilità della centrale è notevole, infatti può arrivare a gestire fino a 40 diversi tipi di micromoduli (gli stessi della centrale 8007 sopra descritti), ed in caso di utilizzo di micromoduli a loop analogico le prestazioni diventano le seguenti: 40 loop di collegamento (ogni loop 2 Km di lunghezza totale), 5.080 rivelatori automatici, pulsanti, moduli di allarme tecnico, transponder, 600 relè liberamente programmabili.

La seconda CPU “in riserva calda”, è composta da un microprocessore, che in caso di guasto al microprocessore principale, entrerà automaticamente in funzione senza interrompere la procedura in atto. I due microprocessori, controllano sia il processore operativo (OIP) che i moduli di ingresso e uscita del sistema. Una centrale equipaggiata con questo sistema di controllo è in grado di garantire la massima affidabilità aumentando la sicurezza operativa del sistema e la massima continuità di servizio.

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Oltre ai normali rivelatori, su un loop analogico possono anche essere inseriti degli elementi chiamati “Transponder”.Questi Transponder possono essere di diverso tipo:

· Transponder ad 1 ingresso · Transponder a 4 ingressi e 2 uscite a relè · Transponder a 12 relè · Transponder a 32 uscite open collector

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Transponder ad 1 ingressoPermette di interfacciare sul loop rivelatori non analogici e contatti ON/OFF, il numero massimo di rivelatori convenzionali (ad assorbimento) per ogni ingresso è di 30 elementi. Il transponder è autoindirizzante e viene identificato con un unico indirizzo. Adatto per l’acquisizione di dati quali: chiusura serrande tagliafuoco, apertura evacuatori di fumo, funzionamento ventole di aspirazione, stato dei gruppi elettrogeni, ecc, ma anche per l’indirizzamento di rivelatori con uscita ON/OFF o ad assorbimento quali: rivelatori tradizionali, rivelatori di gas, barriere lineari, cavo termosensibile, ecc.Detta interfaccia viene collegata sulla stessa linea ad anello dei rivelatori analogici e possiede un codice di fabbrica proprio che ne identifica indirizzo e modello. Il microprocessore installato a bordo, oltre ad occuparsi della trasmissione dei segnali di allarme, guasto e richiesta manutenzione, autoindirizzerà l’unità stessa secondo logiche standard o programmazioni personalizzate. L’ingresso è del tipo optoisolato.

Caratteristiche tecnicheIngressi: 1 Optoisolato 2,4...24 V - 4...20 mATipo di connessione: Morsetti a viteTensione di alimentazione: 19 V da loopAssorbimento a riposo: (24V) 45 mAAssorbimento in allarme: (24V) 9 mAIdentificazione allarme: Led rossoTemperatura di funzionamento: - 30..+ 70° CUmidità relativa: 95%

Transponder a 4 ingressi e 2 uscite a relèPermette di interfacciare sul loop rivelatori non analogici e contatti ON/OFF, il numero massimo di rivelatori convenzionali (ad assorbimento) per ogni ingresso è di 30 elementi; inoltre mette a disposizione 2 relè liberamente programmabili. Il transponder è autoindirizzante e viene identificato con un unico indirizzo, vengono comunque identificati i singoli ingressi e le singole uscite per mezzo di sottoindirizzi logici.Adatto per l’acquisizione di dati quali: chiusura serrande tagliafuoco, apertura evacuatori di fumo, funzionamento ventole di aspirazione, stato dei gruppi elettrogeni, ecc, ma anche perl’indirizzamento di rivelatori con uscita ON/OFF o ad assorbimento quali: rivelatori tradizionali, rivelatori di gas, barriere lineari, cavo termosensibile, ecc.Detta interfaccia viene collegata sulla stessa linea ad anello dei rivelatori analogici e possiede un codice di fabbrica proprio che ne identifica indirizzo e modello.

Il microprocessore installato a bordo, oltre ad occuparsi della trasmissione dei segnali di allarme, guasto e richiesta manutenzione, autoindirizzerà l’unità stessa secondo logiche standard o programmazioni personalizzate. L’ingresso è del tipo optoisolato.E’ completo di contenitore plastico IP 50, di Led di allarme, di due relè liberamente programmabili e monitorati (ad uno scambio libero da tensione) e, a richiesta, di isolatore di loop.

Caratteristiche tecnicheIngressi: 4 Optoisolati 2,4...24 V - 4...20 mATipo di connessione: Morsetti a viteTensione di alimentazione: 19 V da loop

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Assorbimento a riposo: (24V) 45 mAAssorbimento in allarme: (24V) 9 mAIdentificazione allarme: Led rossoTemp. di funzionamento: - 30..+ 70° CUmidità relativa: 95%Materiale: ABSColore del box plastico: GrigioPeso: 360 grGrado di protezione: IP 50Dimensioni (HxLxP): 189x131x47 mm.AutoindirizzanteCaratt. relè 1 A 30 V

Transponder 12 relè programmabiliConcentratore a 12 uscite relè liberamente programmabili, da collegare sulla stessa linea ad anello dei rivelatori. Adatto per qualunque attuazione da comandare direttamente in campo, possiede un codice di fabbrica proprio che ne identifica indirizzo e modello.Il microprocessore installato a bordo, oltre ad occuparsi della ricezione degli input di attuazione, autoindirizzerà l’unità stessa secondo logiche standard o programmazioni personalizzate.Le uscite sono a relè NC o NA. E’ completo di contenitore plastico IP 50 e, a richiesta, di isolatore di loop.

Caratteristiche tecnicheUscite: 12 Relè programmabiliTensione di alimentazione: 19 V da loopAssorbimento a riposo: 50 mATipo di connessione: Morsetti a viteTemp. di funzionamento: - 20..+ 72° CUmidità relativa: 95%Materiale: ABSColore box plastico: GrigioPeso: 480 grGrado di protezione: IP 50Dimensioni (HxLxP): 189x131x47 mm.AutoindirizzantePortata dei contatti: 1 A 30 V

Transponder a 32 uscite programmabiliConcentratore a 32 uscite elettroniche liberamente programmabili, da collegare sulla stessa linea ad anello dei rivelatori.Adatto per qualunque attuazione da comandare direttamente in campo, o come matrice per un piccolo sinottico. Possiede un codice di fabbrica proprio che ne identifica indirizzo e modello; il microprocessore installato a bordo, oltre ad occuparsi della ricezione degli input di attuazione, autoindirizzerà l’unità stessa secondo logiche standard o programmazioni personalizzate. Le uscite sono open-collector settabili come positive o negative.E’ completo di contenitore plastico IP 50 e, a richiesta, di isolatore di loop.Caratteristiche tecnicheUscite: 32 open collector liberamente programmabiliportata uscita: Max. 10 mATensione di alimentazione: 19 V da loop

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Assorbimento a riposo: (24V) 50 mATipo di connessione: Morsetti a viteTemp. di funzionamento: - 20..+ 72° CUmidità relativa: 95%Materiale: ABSColore box plastico: GrigioPeso: 260 grGrado di protezione: IP 50Dimensioni (HxLxP): 189x131x47 mm.Autoindirizzante

Le centrali serie 8000 possono avvalersi anche della possibilità di collegarsi ad un pannello remoto LCD retroilluminato in grado di riassumere tutte le informazioni e gli eventi che si verificano sulla centrale ad esso collegata tramite una interfaccia seriale TTY.In caso di evento, il messaggio con più alta priorità verrà mostrato sul display ed il buzzer interno si attiverà. La linea seriale è monitorizzata e quindi in caso di interruzione della stessa si attiverà un relè di allarme posto all’interno del pannello.

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Caratteristiche tecniche del pannello remoto LCD modello 4750

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Rivelatori automaticiMetodi di rilevazione realizzati in vari rilevatori d’incendioAllo scopo di limitare i danni non si deve perdere tempo nel rilevare in modo affidabile e quindi segnalare la presenza di un incendio. L’incendio può essere segnalato alla centrale di gestione allarmi dai rilevatori di incendio, e/o dai punti di chiamata manuale. Nella maggior parte dei casi, questo compito è meglio svolto da rilevatori che sfruttano le leggi della fisica per identificare un incendio. In questo campo è stata scoperta una varietà di principi fisici il cui impiego è regolato dalle condizioni ambientali e dai materiali combustibili. La sempre maggior diffusione della tecnologia dei microprocessori ha, nello stesso tempo, portato ad incorporare un livello sempre maggiore di intelligenza nei rilevatori di incendio in modo datenere conto sempre meglio delle condizioni ambientali, come il calore dovuto alla luce del sole intensa o il fumo di sigarette in una mensa durante l’intervallo per il pranzo. I vantaggi di ciascuno di questi metodi vengono descritti qui di seguito per i vari tipi di incendio.Prodotti di combustione e metodi di rilevazioneUn incendio genera vari prodotti di combustione che possono essere classificati in due gruppi principali, cioè il gruppo energetico e quello delle sostanze prodotte nella combustione. Le radiazioni ultraviolette e infrarosse, che rientrano nel gruppo dell’energia generata nella combustione, vengono rilevate dai rilevatori di fiamma. I rilevatori di calore, con funzioni a temperatura fissa o differenziale, vengono utilizzati per rilevare il calore sprigionato in caso di incendio.I prodotti della combustione rilevabili, presenti in pratica nella maggior parte degli incendi, appartenenti al gruppo delle sostanze, possono essere suddivisi in aerosol visibili, come fumo o fumo denso, e aerosol invisibili, cioè i gas di combustione. I primi vengono meglio rilevati con i rilevatori di fumo puntiformi dotati di sensori ottici. Gli aerosol invisibili possono essere rilevati soltanto da rilevatori di fumo puntiformi a ionizzazione. A ricordarci della necessità di rilevatori di fumo efficaci abbiamo il recente disastroso incendio all’aeroporto di Düsseldorf in cui il denso fumo sviluppatosi si rivelò la causa principale di decessi e lesioni.Rilevatori di incendio con capacità ancora migliori sono quelli che utilizzano più principi fisici e analizzano quindi, con l’ausilio di un microprocessore, la correlazione tra i dati analogici acquisiti sull’incendio. I segnali, dopo essere stati elaborati con l’uso di speciali algoritmi, generano la decisione finale di allarme.Con questi rilevatori a più sensori o a più criteri, i principi di rilevazione si sovrappongono e questo riduce al minimo i disturbi. I rilevatori di questo tipo

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sono in grado di identificare un incendio in maniera più tempestiva, accurata e con un più elevato grado di affidabilità.Principio di funzionamento e vantaggi del rilevatori di fumo a ionizzazioneQuesto tipo di rilevatore è dotato di una camera di ionizzazione. Al centro di essa è montata una sorgente leggermente radioattiva costituita da Americio 241, emettitore di particelle !, con un livello di attività inferiore a 5 kBq. La sorgente radioattiva viene usata per ionizzare l’aria nella camera di misura.Applicando una tensione all’elettrodo a spina, si crea un flusso di corrente ben definito. Anche le più piccole particelle di aerosol che si diffondono durante un incendio, come particelle scure o molecole di gas di combustione, vengono attratte dagli ioni con conseguente diminuzione del flusso di corrente.Questa variazione del segnale viene elaborata dall’intelligenza dei rilevatori, valutata e quindi usata per segnalare un incendio. Una seconda camera, la camera di riferimento, serve per compensare i disturbi ambientali. Un sensore configurato ad operare su questo principio fisico è l’unico in grado di rilevare gli aerosol invisibili prodotti in un incendio. I rilevatori di fumo a ionizzazione hanno un largo spettro di rilevazione. Si va dalla rilevazione di fumo visibile alla rilevazione dei semplici gas di combustione. Questo metodo è particolarmente adatto per fuochi aperti, per esempio incendi di legname e plastica, e incendi di liquidi con componenti fuligginose. Tuttavia, i rilevatori a ionizzazione si sono dimostrati efficienti anche nel caso di incendi senza fiamma, come ad esempio la pirolisi del legno, l’incendio di cotone senza fiamma o durante le fasi iniziali di incendi di carta.Caratteristiche dei rilevatori di fumo otticiUn sensore di fumo ottico consiste in un LED trasmittente e un fotodiodo ricevente. I due diodi sono disposti l’uno rispetto all’altro in modo da formare un determinato angolo e sono separati otticamente da un otturatore che impedisce qualsiasi contatto visivo diretto tra loro.Il LED trasmittente invia un raggio infrarosso nella camera di misurazione. Se, in caso di incendio, questa camera viene interessata da particelle visibili di aerosol, parte del raggio di luce proveniente dal LED trasmittente viene diffuso e deflesso nel ricevitore. La luce diffusa fa aumentare il segnale nel ricevitore. Questo segnale è elaborato dall’intelligenza del rilevatore ed utilizzato per valutare la probabilità che sia in atto un incendio. I sensori che funzionano in base a questo principio fisico sono in grado di rilevare soltanto le particelle visibili di aerosol prodotti in un incendio; gli aerosol invisibilinon possono essere rilevati con questo metodo.Combinazione di differenti principi di rilevazioneQuesti due principi insieme, cioè rilevazione di fumo tramite ionizzazione e rilevazione di fumo ottica, sono in grado di rilevare vari prodotti di combustione. Con un’iniziativa tesa ad offrire un maggior grado di affidabilità nella rilevazione degli incendi, la Caradon Esser ha combinato le capacità del rilevatore di fumo a ionizzazione con quelle del rilevatore di fumo ottico aggiungendo infine anche un sensore di calore. Questo rilevatore a più sensori, detto rilevatore OTI, venne lanciato nel 1992. Grazie ai vari metodi di rilevazione combinati nel rilevatore a più sensori, il fumo ed i gas di combustione possono essere rilevati in maniera tempestiva ed esauriente. Da allora, altri produttori hanno ripetutamente tentato di fabbricare rilevatori antincendio analoghi. Tuttavia, questi sono spesso basati soltanto sul principio del sensore ottico abbinato ad un sensore di calore omettendo, in generale, il rilevatore a ionizzazione che costituisce la parte necessaria per la rilevazione degli aerosol invisibili.Differenze tra diffusione diretta e diffusione indiretta

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Nel tentativo di supplire il sensore a ionizzazione mancante, almeno per quanto riguarda larilevazione di aerosol scuri, la Caradon Esser ha modificato la disposizione geometrica dei diodi trasmittente e ricevente nell’alloggiamento del rilevatore ottico. Formando un angolo acuto tra il LED trasmittente e il LED ricevente si fa aumentare il rapporto tra diffusione indiretta e diffusione diretta.Per gli aerosol (visibili) di fumo scuro, la componente indiretta è più intensa della componente diretta in conseguenza dell’elevato grado di attenuazione del raggio. Per gli aerosol di fumo chiari (invisibili), la componente diretta è significativamente più intensa della componente indiretta.

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Inoltre, a risultato del fatto che i due diodi formano un angolo acuto, il segnale indiretto è molto più debole del segnale diretto. In conseguenza del significativo deterioramento del rapporto segnale-rumore, la soglia d’intervento del sensore viene raggiunta prima e quindi il rilevatore è più sensibile alle radiazioni ad alta frequenza e ai disturbi elettromagnetici. Quindi, il principio basato sulla diffusione diretta con il suo segnale più forte fornisce un maggior livello di affidabilità rispetto alle condizioni ambientali.La Caradon Esser ha preso la decisione di optare per la diffusione diretta perché questa fornisce un metodo estremamente efficace per la rilevazione degli aerosol chiari che vengono rilasciati in grandi quantità specialmente nelle fasi iniziali di un incendio, quando, ad esempio, vengono incendiati cavi con rivestimento di PVC. Per questo motivo, un sensore ottimizzato per la diffusione diretta è più idoneo, nel caso di questi prodotti di combustione, a rilevare la presenza di un incendio ed allertare i pompieri.

I rilevatori a luce trasmessaRecentemente si sono resi disponibili sul mercato i rilevatori puntiformi a luce trasmessa. Il principio di funzionamento di questi rilevatori, che è simile a quello dei rilevatori di fumo lineari, è stato integrato nel rilevatore puntiforme con grande sforzo meccanico. Sebbene il rilevatore a luce trasmessa si basi sullo stesso principio del rilevatore di fumo ottico, il ricevitore ed il trasmettitore sono disposti ad un angolo aumentato fino a 180° in modo che ricevitore e trasmettitore si trovano direttamente l’uno di fronte all’altro. Se particelle di aerosol visibile (fumo) prodotte da un incendio penetrano nella camera di misura, l’intensità del raggio tra i due diodi si indebolisce dando origine ad una attenuazione del segnale nel ricevitore. Questa variazione nel segnale viene analizzata ai fini dell’allarme. Questo metodo non fornisce alcuna capacità di rilevare aerosol invisibili prodotti in un incendio.Incendi di prova per definire il corso di un incendioSpecifici incendi di prova forniscono un buon modo per studiare le differenti composizioni di aerosol generate in un incendio. Il corso di un incendio non può mai essere predetto anche quando sono interessati materiali identici. Per esempio, del legno di faggio secco è stato incendiato nei laboratori della Caradon Esser in differenti condizioni. Una pila di legno è stata incendiata nel solito modo mentre un’altra è stata scaldata lentamente su un bruciatore. Questo ha portato a prodotti di combustione differenti. Nessuno sviluppo di fumo è stato rilevato nel caso di incendio aperto di legno. Quindi aerosol invisibili, cioè gas di combustione, costituiscono il prodotto predominante e questo impedisce la rilevazione dell’incendio mediante un rilevatore antincendio ottico. Questo significa che per la rilevazione di questo incendio si deve ricorrere ad un sensore a ionizzazione che, come dimostrato, è idoneo alla rilevazione degli aerosol invisibili.L’incendio di legname senza fiamma, che presenta identici rischi, genera fumo o fumo denso analogo a quello di sigaretta. Questo fumo visibile, prevalentemente chiaro, viene rilevato molto bene da qualsiasi rilevatore ottico. Tuttavia, in termini di rilevazione di incendio, non è possibile distinguere il fumo di sigaretta dal fumo normale. Promesse in questo senso sono fuori dalla realtà. I rilevatori proposti con questa capacità sono una combinazione di un sensore ottico con un sensore di calore.Per sopprimere l’attivazione del rilevatore da parte del fumo di sigarette, si usa un software per dare al sensore di calore un’importanza maggiore rispetto alla componente del rilevatore ottico nella valutazione del segnale. Ad esempio, con un rapporto di 70:30, un rilevatore a più criteri si comporta in realtà più come un rilevatore di calore.

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Rilevazione di incendio nella fase iniziale col metodo a più sensoriIl confronto dei sei incendi di prova in laboratorio ha chiaramente dimostrato il comportamento dei vari rilevatori in opera.Materiali differenti generano prodotti di combustione differenti, come gas, aerosol scuri e aerosol chiari.Gli effetti dei vari principi di rilevazione per gli incendi delle prove di laboratorio sono stati messi a confronto nella Tabella “A”.Tale confronto mostra che soltanto un rilevatore a più sensori che combina i principi dei sensori ottici, di calore e a ionizzazione, cioè un rilevatore OTI, è in grado di rilevare in maniera affidabile tutti i tipi di incendio e di farlo nelle fasi iniziali dell’incendio in maniera esauriente.È anche interessante notare che in cinque delle sei prove, il rilevatore a ionizzazione ha svolto una parte decisiva nell’analisi dell’allarme.In conclusione, i rilevatori basati su più criteri offrono il più elevato grado di affidabilità, nella rilevazione di sostanze prodotte nella combustione

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Obblighi e normative di riferimentoNormative di riferimento ed obblighi di legge1. D.P.R. 447 del 6.12.1991 e cenno sulla Legge 46/902. Cenni di Progettazione di un sistema di rivelazione incendi3. UNI 97954. D.M. 9 Aprile 1994 (Le nuove norme antincendio per gli alberghi)5. Parcheggi interrati

1. D.P.R. 447 e Legge 46/90Il Presidente della Repubblica con il decreto in oggetto ha emanato un regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990, n. 46 in materia di sicurezza degli impianti, tale decreto esplicita all’articolo 1 comma 6 cosa si intende per impianti di protezione antincendio.“Per impianti di protezione antincendio si intendono gli idranti, gli impianti di spegnimento di tipo automatico e manuale nonché gli impianti di rilevamento di gas, fumo ed incendio”.All’articolo 4 dello stesso DPR 447, si fa esplicito riferimento alla Progettazione degli impianti come disposto anche dall’articolo 6 della legge 46/90, che prevede l’obbligatorietà del progetto per l’installazione, la trasformazione e l’ampliamento degli impianti di cui alle lettere a)-b)-c)-d)-e)-f)-g).In particolare per quanto riguarda la lettera g), essa recita:“per gli impianti di cui all’art. 1, comma 1, lettera g) della legge 46/90, qualora siano inseriti inun’attività soggetta al rilascio del certificato di prevenzione incendi e comunque quando gli idranti sono in numero pari o superiore a 4 o gli apparecchi di rilevamento sono in numero pari o superiore a 10.”Sempre all’art. 4, comma 2, del DPR 447, si impone che i progetti debbono contenere gli schemi dell’impianto e i disegni planimetrici, nonché una relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell’installazione, della trasformazione o dell’ampliamento dell’impianto stesso, con particolare riguardo all’individuazione dei materiali e dei componenti da utilizzare ed alle misure di prevenzione e di sicurezza da adottare. Si considerano redatti secondo la buona tecnica professionale i progetti elaborati in conformità alle indicazioni delle guide dell’Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del CEI.All’articolo 5 dello stesso DPR 447, si fa esplicito riferimento alla Installazione degli impianti, in particolare al comma 2 e 3 si evidenzia quanto segue:2. Si intendono altresì costruiti a regola d’arte i materiali ed i componenti elettrici dotati di certificati od attestati di conformità alle norme armonizzate previste dalla legge del 18 ottobre 1977 n. 791, o dotati altresì di marchi di cui all’allegato IV del Decreto del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato del 13 giugno 1989, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n.171 del 24 luglio 19893. Gli impianti realizzati in conformità alle norme tecniche dell’UNI e del CEI, nonché alla legislazione tecnica vigente si intendono costruiti a regola d’arte.Possiamo affermare quindi che contrariamente a quanto molti tendono a credere, anche in Italia esiste una regolamentazione sul modo in cui i sistemi di rilevazione incendio devono essere eseguiti, e tale regolamentazione risulta essere anche piuttosto severa e restrittiva anche se per certi aspetti risulta un po’ antiquata, comunque sono in corso dei lavori di aggiornamento della normativa UNI 9795.

2. Cenni di Progettazione di un sistema di rivelazione incendi

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E’ interessante notare come la base di partenza per la progettazione di un sistema di rilevazione incendi sia lo studio dell’ambiente preso in esame, unito alle variazioni ambientali dovute a fattori climatici e/o processi di lavorazione che lo accompagnano. Si evidenzia che le esigenze e le caratteristiche di un impianto possano variare notevolmente in funzione dello studio anzidetto, le esigenze di un’industria chimica sono diverse da un hotel, da una scuola o da un edificio adibito ad uffici.L’analisi del rischio, riveste carattere di particolare importanza nello studio di un sistema dirilevazione incendi, ove il rischio maggiore è rappresentato dalla perdita di vite umane.La diversa reazione dei materiali in presenza di combustione, il carico d’incendio e le misure da adottare in caso reale di incendio, sono tutti fattori che influenzano in modo determinantel’elaborazione di un progetto, il cui scopo rimane la velocità di rilevazione unita alla rapiditàdell’intervento, il fattore tempo risulta sempre determinante negli impianti antincendio.

3. UNI 9795La progettazione e la realizzazione di sistemi di rivelazione incendio devono tenere conto di quanto prescrivono le norme UNI che regolamentano i sistemi di rivelazione incendio.In particolare le norme che regolamentano tale settore sono le UNI 9795 “Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione manuale d’incendio”.Scopo della norma è di fornire i criteri per la realizzazione e l’esercizio dei sistemi fissi automatici di rivelazione incendio e dei sistemi fissi di segnalazione manuale d’incendio.La norma UNI 9795 prende in riferimento le indicazioni contenute nelle norme Europee EN 54 per i componenti dei sistemi, la norma CEI 20-36 per quanto riguarda la resistenza al fuoco dei cavi elettrici, le norma CEI 64-8 per gli impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua. All’interno della norma UNI 9795 si esplicita come eseguire il dimensionamento di un sistema tenendo in considerazione molteplici parametri quali: geometria dei locali, fattori ambientali a carattere variabile come ad esempio la presenza nei locali interessati di impianti per il trattamento dell’aria.Il dimensionamento in particolare deve tenere conto delle diverse tipologie di materiali che possono essere stoccati negli ambienti presi in esame, al fine di valutare con sicurezza la tipologia di rivelazione più adatta al caso. Tuttavia questa norma non stabilisce solo gli obblighi del progettista e dell’installatore, ma prevede anche una serie di azioni e provvedimenti a carico dell’utilizzatore.Infatti l’utente viene ritenuto responsabile del mantenimento delle condizioni di efficienza delsistema, pertanto deve provvedere alla continua sorveglianza del sistema, alla sua manutenzione, richiedendo dove è necessario le opportune istruzioni al fornitore e a fare eseguire come minimo le ispezioni periodiche.L’utente deve altresì tenere un apposito registro aggiornato e firmato dai responsabili, su cui devono essere annotati tutti i lavori svolti, le prove eseguite, i guasti e gli interventi tecnici.E’ comunque ovvio che anche un ottimo sistema di rilevazione incendio, risulta perfettamente inutile se non è accompagnato da un corretto piano di evacuazione delle persone, e laddove il rischio di incendio risulti essere particolarmente elevato, o dove le perdite materiali in caso di incendio risultino

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particolarmente onerose, il sistema di rilevazione incendio deve essere accompagnato da un sistema di spegnimento automatico.

4. D.M. 9 Aprile 1994 (Le nuove norme antincendio per gli alberghi)Con questo Decreto si è voluto dare una regolamentazione ancora più efficace sulla normalizzazione del settore alberghiero nella prevenzione degli incendi.Il Decreto prende in esame tutti quegli accorgimenti tesi a prevenire il rischio di incendio e qualora esso dovesse ugualmente presentarsi, limitare fortemente i danni a persone e cose.In particolare il Decreto si rivolge a tutte le attività alberghiere con una ricettività superiore a 25 posti letto, come ad esempio: Alberghi, Motel, Villaggi albergo, Villaggi turistici, Esercizi di affittacamere, Case ed appartamenti per vacanze, Alloggi agroturistici, Ostelli per la gioventù, Residenze turistico alberghiere, Rifugi alpini.Oltre ad una attenta valutazione della protezione passiva contro gli incendi, come ad esempio la compartimentazione delle aree, il Decreto prevede anche l’obbligo in alcuni casi dell’installazione di mezzi di difesa attiva contro gli incendi, (vedi paragrafo 12 del D.M.), come appunto i sistemi di rivelazione automatica d’incendio.Come già abbiamo avuto modo di dire, è previsto anche per questi specifici ambienti, dei piani di evacuazione che devono essere curati direttamente dal personale dell’attività ricettiva.Ugualmente il titolare dell’attività dovrà come prescritto anche dalle norme UNI 9795, tenere un registro aggiornato con l’annotazione di tutti quegli eventi che hanno interessato i sistemi di illuminazione, di sicurezza, di antincendio ecc.

5. Parcheggi interratiDecreto Ministeriale del 1° Febbraio 1986: Norme di Sicurezza per la costruzione e l’esercizio delle autorimesse e simili. (Gazzetta ufficiale n. 38 del 15.02.86)Applicabilità Autorimesse di capacità superiore a 500 autoveicoli dove il Decreto Ministeriale prescrive la ventilazione meccanica e più precisamente:a) nelle autorimesse sotterranee aventi numero di autoveicoli per ogni piano superiore a quelloriportato nella seguente tabella:

b) nelle autorimesse fuori terra di tipo chiuso nei piani aventi numero di autoveicoli superiore a 250.

Manutenzione degli impianti

Strumenti software per ridurre i costi di esercizioLe spese per la messa in servizio di un impianto devono esser in gran parte sostenute

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dall’installatore. Lo stesso vale anche per i sistemi di allarme antincendio discussi qui. Sebbene i costi sostenuti in pratica per la manutenzione ed eventuali ampliamenti siano fattori di costo importanti, per quanto riguarda risparmi sui costi nelle fasi successive all’installazione, essi non ricevono in molti casi nessuna attenzione o ricevono un’attenzione inadeguata. Questa è l’area in cui gli strumenti software offrono un aiuto prezioso al fine di risparmiare tempo e, in ultima analisi, denaro.Costi sostenuti nelle varie fasi della vita di un prodottoPer il calcolo dei benefici economici relativi ai sistemi o agli impianti tecnici è necessario determinare le spese sostenute durante l’intera vita del prodotto. Per i sistemi di allarme antincendio, questa include la fase di progettazione, produzione, installazione, assistenza tecnica e manutenzione, nonché la fase di esercizio, ivi incluse possibili espansioni. I costi complessivi dipenderanno naturalmente da una varietà di fattori diversi, come il prezzo dell’apparecchiatura, la dimensione del sistema o la natura di una specifica applicazione. E’ quindi il rapporto tra le componenti dei costi a dover essere confrontato e non le cifre assolute.Se nel raffrontare vari sistemi di allarme antincendio si confronta soltanto il prezzo dell’apparecchiatura il quale è determinato principalmente da produzione, costi di vendita e marketing, costi fissi e margine di profitto, si deve tenere presente che nell’industria elettronica il costo del personale costituisce soltanto il 5-10% del prezzo netto di vendita. Anche i costi dei materiali sono più o meno gli stessi per tutti i produttori.Di conseguenza, le variazioni nel costo di un’apparecchiatura, nella maggior parte dei casi, possono essere il risultato di un differente livello di prestazione. Non è quindi il solo prezzo dell’apparecchiatura che costituisce un idoneo criterio di scelta. Le spese per la messa in esercizio e successivamente per l’assistenza tecnica durante l’intera vita del prodotto sono di frequente più alte del costo della stessa apparecchiatura. Sebbene le spese relative rappresentino un fattore di costo per l’installatore nella fase di progettazione e proposta d’offerta, solo molto di rado possono essere quantificate con apprezzabile precisione. Nuovi standard, direttive e norme comportano adeguamenti che rendono necessario aggiungere apparecchiature al vecchio impianto, ampliare e aggiornare le vecchie apparecchiature. E’difficile indicare delle cifre anche per questi costi.Con l’uso di strumenti software è possibile risparmiare in aree a cui, tipicamente, si prestaattenzione solo raramente o soltanto nel limitato lasso di tempo in cui si conclude il contratto.Queste spese riguardano l’intera vita dell’impianto e devono essere sostenute per la messa in esercizio, l’assistenza tecnica e gli ampliamenti. Tenendo conto che la spesa media mensile per l’assistenza tecnica per un sistema di allarme antincendio è pari circa all’1% del costo delle apparecchiature, il costo per l’assistenza tecnica supererà il costo originale delle apparecchiature dopo circa otto anni. Tuttavia, la durata tipica di questi sistemi è significativamente più lunga di otto anni. Questo pone chiaramente in evidenza l’importanza di questo criterio nella fase di scelta di un sistema e delle apparecchiature.Di conseguenza, è cruciale che questi fattori vengano inclusi nella stima dei costi. Allo scopo di effettuare la messa in esercizio, operare ed ampliare un sistema in modo efficiente dal punto di vista dei costi, è importante fornire ai tecnici gli strumenti adeguati per la diagnostica e una rapida analisi dei guasti.

Strumenti per la messa in servizio e l’assistenza tecnica

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Durante la messa in servizio, la maggior parte dei problemi si verifica nel cablaggio del bus. Il pacchetto software “92tool” è stato sviluppato per identificare i problemi sorgenti in questa fase. Questo software, basato su PC, è adatto ad una rapida localizzazione dei guasti di installazione e della loro analisi.Per le operazione diagnostiche il personal computer (PC) - in molti casi un portatile - vienesolitamente collegato alla centrale di controllo del sistema di allarme antincendio, del quale è in corso la messa in servizio. Tuttavia, in una rete essernet è anche possibile analizzare i loop di rivelazione di tutte le centrali di controllo allarmi antincendio da un solo punto. Una volta localizzato con precisione il guasto - ad esempio un cortocircuito o una messa a terra difettosa, esso verrà riparato direttamente sul posto.Questo metodo offre vantaggi considerevoli rispetto ai metodi diagnostici convenzionali che, nella maggior parte dei casi, richiedono di misurare l’intero anello sezione per sezione con scala e multimetro: una procedura laboriosa.Il pacchetto “92tool” offre una vasta gamma di funzionalità e capacità. Per la fase di messa inservizio, le tre principali funzioni sono:

- identificazione di rottura cavo o cortocircuito tra due rilevatori- rilevazione e localizzazione difetto di messa a terra- rilevazione errore nel percorso dell’anello

Una volta completata l’analisi, il sistema fornisce una descrizione del tipo di problema. L’apparecchiatura per l’identificazione della rottura di cavi e di cortocircuito tra due rilevatori indica esattamente il segmento dell’anello in cui il problema è sorto. Lo stesso vale anche per la localizzazione di un difetto nella messa a terra. Il pacchetto “92tool” è utile anche per identificare errori nell’installazione dei loop; per esempio, può indicare se due fili o due collegamenti sono stati scambiati. Questo software è anche in grado di localizzare le diramazioni del loop non ammesse. In conclusione, questo software rende molto più velocela messa in servizio di un anello del bus.Benefici derivanti da questo tipo di strumento nella messa in servizioE’ difficile, per esempio, localizzare con mezzi convenzionali problemi di cablaggio in un piano intermedio. Questo è un caso in cui gli strumenti software forniscono un’assistenza completa. Diventa anche possibile rilevare i guasti di installazione più rapidamente e localizzarli in modo più preciso. I benefici derivano anche dalla spiegazione del guasto. La conseguente semplificazione della procedura di rimozione del guasto durante la messa in servizio e l’assistenza tecnica riduce direttamente i tempi e quindi porta ad una riduzione dei costi.Considerati i grandi benefici forniti dal pacchetto “92tool” per la fase di messa in servizio el’assistenza tecnica, le sue funzionalità verranno estese alla diagnosi a distanza. Questo aiuterà ulteriormente gli installatori a ridurre le loro spese per il montaggio di apparecchiature antincendio e antintrusione.Prima che un sistema di sicurezza, cioè un sistema antincendio o antintrusione, diventi operativo, è necessario introdurre i dati specifici del cliente. Anche questa procedura risulta spesso complicata e laboriosa. Questa è la ragione per cui la Caradon Esser ha ideato un software di supporto anche in quest’area, precisamente un editor per l’immissione dei dati del cliente.

Uno strumento per facilitare l’immissione dati

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Questo strumento per l’immissione dei dati del cliente ha la funzione di semplificare il più possibile il processo di immissione dei dati specifici di un cliente e di effettuare la programmazione necessaria per la messa in esercizio di un pannello di controllo allarme antincendio. Questo editor fornisce la possibilità di generare, programmare, reperire, estendere e archiviare i dati del cliente.Nello sviluppare l’editor dati cliente, la Caradon Esser ha prestato particolare attenzione al fine di evitare le difficoltà che si incontrano spesso nell’uso di pacchetti software con interfacce complicate.La configurazione aveva come obiettivo il raggiungimento di una modalità veloce e semplice di programmazione affinché i dati del cliente e l’editor - ugualmente comprensibili - fossero in grado di reperire i dati del cliente residenti in una centrale di controllo e visualizzarli in una forma strutturata in maniera chiara.L’editor dei dati cliente della Caradon Esser ha il menu strutturato in modo chiaro, con sottomenu dove occorre. I dati sono immessi con testo in chiaro in lingua inglese e anche la visualizzazione è con testo in chiaro. I dati comprendono il luogo dell’installazione, l’assegnazione della zona rilevatore, l’assegnazione del rilevatore e testo addizionale. Questo garantisce un’interfaccia utente strutturata in modo chiaro per assicurare facilità d’impiego e quindi una rapida procedura di immissione dati cliente.L’immissione dei dati del cliente strutturata e guidata da un menu riduce il tempo necessario per questa fase di elaborazione. Tuttavia, questa è un’area dove si commettono spesso errori. Si può, per esempio, digitare un testo là dove sono richiesti dei numeri, o i numeri digitati formano una cifra eccedente i limiti imposti. Per questi casi l’editor offre, come ulteriore vantaggio, la capacità di eseguire verifiche di accettabilità integrate. Rende possibile rilevare ed evitare errori fin dalla fase di immissione. Per esempio, l’editor verifica se tutte le immissioni possono essere combinate per assicurare un’operazione logica per l’intero sistema e fornisce informazioni sulle correzioni del guasto.Dopo aver passato con successo la verifica di accettabilità, i dati del cliente immessi possono essere trasferiti al sistema allarme antincendio. Naturalmente, l’editor dati cliente fornisce anche la capacità di visualizzare questi dati sotto forma di testo, di richiamare i dati dal sistema, di stamparli per un controllo o di archiviarli in un supporto per memorizzazione dati. I dati del cliente possono essere salvati anche in formato ASCII e possono quindi essere trasferiti su altri programmi come “Microsoft Excel”, dove possono essere ulteriormente elaborati. Esempi di tale ulteriore elaborazione potrebbero essere i calcoli delle misure o la preparazione di documentazione per l’installazione, operazioni che possono essere eseguite in questo modo con facilità e più economicamente in termini di costi.Questo significa che l’uso dell’editor dati cliente riduce in primo luogo i tempi di messa in esercizio e di conseguenza anche i costi connessi.Riduzione dei costi dovuta all’ampliamento dei sistemiLa struttura dell’esserbus, configurato a forma di anello, rende possibile adeguare ed ampliare con facilità un sistema già esistente. Poiché fino a 127 utilizzatori possono venire collegati ad un bus, è possibile, fino al raggiungimento di questo tetto, aggiungere in maniera facile e rapida delle nuove diramazioni del loop con transponder o rilevatori addizionali montati tra i rilevatori installati precedentemente.Adeguamenti ed ampliamenti di questo tipo sono naturalmente accompagnati da cambiamenti rilevanti nei dati del cliente. Per apportare le necessarie modifiche, è necessario reperire i dati, integrarli e riprogrammare i dati del sistema. Tuttavia, esiste un’alternativa se questi dati sono stati salvati su un dischetto. In questo caso i dati possono essere integrati come richiesto in ufficio.

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Successivamente, nel luogo dove il sistema è installato, si tratterà soltanto di trasferire il file dei dati.L’editor dati cliente, con la sua interfaccia utente strutturata in maniera chiara, fa risparmiare tempo e facilita il lavoro necessario anche per quanto riguarda le operazioni di ampliamento del sistema.Nuove funzionalitàDopo aver completato i passi descritti in precedenza, cioè dopo aver messo in esercizio gli anelli del bus e aver immesso i dati del cliente, il sistema di allarme antincendio può considerarsi operativo. A questo punto inizia la fase in cui si devono sostenere le spese d’esercizio, ad esempio per l’assistenza tecnica. Allo scopo di venire incontro alle necessità degli operatori anche in questa fase, la Caradon Esser si appresta, come già menzionato precedentemente, ad aggiungere al pacchetto “92tool” le funzionalità relative alla diagnosi a distanza. Questa opzione è già prevista nei piani.La denominazione “92tool” è stata scelta perché il programma supporta i rilevatori della serie 9200.Questi rilevatori speciali sono dotati di un piccolo microprocessore e di una memoria, detta intelligenza decentralizzata. Questa memoria viene usata per archiviare i valori rilevati dai vari sensori. Il pacchetto “92tool” può essere utilizzato per richiamare i dati relativi a qualsiasi utilizzatore sugli anelli del bus dell’intero sistema. Questi dati riflettono le condizioni ambientali dei vari rilevatori.Nel pacchetto “92tool” è stato incorporato un piccolo sistema che permette di acquisire questi dati ed elaborarli fornendo un quadro dello stato dei rilevatori selezionati, rendendo in tal modo possibile identificare immediatamente i componenti guasti.Nell’esempio che segue si prende in considerazione il problema dell’inquinamento di un rilevatore.L’accumulo di sporcizia in un rilevatore non è un processo istantaneo, ma un processo che si sviluppa costantemente lungo un certo periodo di tempo. Il valore quiescente del rilevatore, cioè il valore corrispondente allo stato in cui il rilevatore è pulito, viene archiviato in memoria. Il programma “92tool” richiama questo valore, lo confronta con il valore corrente e lo analizza. Il risultato fornisce una chiara indicazione sul livello di inquinamento del rilevatore e indica se è necessario pulirlo. Viene visualizzato anche il grado di inquinamento. Tutto questo significa che un tecnico è in grado, ancor prima della chiamata d’intervento, di stabilire le prestazioni di tutti i rilevatori speciali e degli anelli di un sistema. La funzione di “diagnosi a distanza” fornita dal pacchetto “92tool” permette di accertare il campo e il tipo di operazione ancor prima della chiamata di intervento. Inoltre, ogni controllo delle configurazioni dell’anello genera una documentazione che può essere usata come una lista di controllo (check-list) nel corso della manutenzione consentendo in tal modo di pianificare meglio l’intervento.Questo fornisce anche la possibilità di ricorrere a mano d’opera meno cara per la manutenzione ed i lavori di riparazione perché non è più necessaria un’ulteriore diagnosi sul posto. Talvolta, è perfino possibile evitare un inutile viaggio sul luogo dell’installazione del sistema perché il guasto può essere spesso riparato dal personale sul posto.Quando la funzione di “diagnosi a distanza” verrà inclusa nel pacchetto “92tool”, disponibile nei primi mesi del 1998, diventerà possibile usarla direttamente dall’ufficio. Le funzioni di controllo che saranno allora disponibili per tutti i punti di rilevazione permetteranno di pianificare in modo più efficiente le operazioni di assistenza e porteranno anche ad una significativa riduzione dei costi.

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Cenni di Progettazione

Standard e norme per l’installazione e l’esercizio di un sistema dirivelazione incendi.La fabbricazione, il montaggio e l’esercizio di impianti di sicurezza sono regolati da una serie di norme. Questi standard e direttive riflettono sempre le tecnologie più avanzate. Il presente articolo presenta un sommario dei principali supplementi a queste norme per i progettisti e montatori di speciali sistemi di allarme antincendio.Importanti norme per i sistemi di allarme antincendioTutte le apparecchiature tecniche vengono costruite dai fabbricanti, collaudate e usate in conformità agli standard specifici del settore. In accordo con la definizione dei compiti svolti, i sistemi di allarme antincendio in Italia sono regolati principalmente dalle norme UNI 9795. Queste norme riguardano la verifica di aspetti rilevanti per la sicurezza e forniscono dei valori limite riguardanti, per esempio, aree di copertura dei sensori, dimensionamento e come

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mantenere in esercizio un sistema. Altre norme, come le VdS regolano i criteri di omologazione ai quali attenersi, per la costruzione dei componenti di un sistema di rivelazione incendio. Ovviamente le VdS omologano i prodotti in conformità a quantoesplicitato nelle norme europee UNI - EN 54 “Componenti di sistemi d’allarme antincendio speciali”.Tutti gli standard sono costantemente sottoposti a revisione ed aggiornati in modo da riflettere le tecnologie più avanzate. Tuttavia, a causa della rapidità del ciclo delle innovazioni in molti dispositivi e sistemi tecnici, le direttive e gli standard rimangono indietro. L’obiettivo di queste norme è quello di garantire un funzionamento affidabile di questi sistemi e di proteggere le persone e le proprietà. Il montaggio dei sistemi di allarme incendi è spesso regolato anche da istruzioni e norme specifiche del costruttore.Gli standard VdSLe norme rilasciate dalla Associazione Tedesca delle Compagnie d’Assicurazione di Immobili (VdS), Colonia, valgono per tutti i sistemi di allarme antincendio e antintrusione. In questo contesto si rendono necessari dei regolari aggiornamenti allo scopo di tenere conto delle condizioni in continuo mutamento.Per esempio, soltanto poco tempo fa, lo Standard VdS 2110 prescriveva misurazioni solo fino a 500 Mhz per verificare la resistenza dei sistemi d’allarme all’interferenza. In considerazione dell’impiego ormai diffuso dei telefoni cellulari che usano segnali radio in una gamma di frequenze fino a 1 GHz, questa norma è stata modificata di conseguenza e ora prescrive dei test più restrittivi.Definizione dei termini

- Rilevatori lineari- Rilevatori a più sensori o a più criteri- Loop primario multifunzionale,- Sistema d’allarme antincendio collegato in rete.

I rilevatori lineari sono sensibili alla variazione nei parametri d’incendio in un sensore lineare o a raggio. Per esempio, è possibile monitorare una stanza con un

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cavo sensore “Alarmline”. In questo contesto è necessario seguire soltanto le specifiche del costruttore relative a progetto e montaggio. Il monitoraggio con questa tecnologia è limitato a stanze con soffitti alti fino a h = 6,0 m, la distanza dalla parete non deve superare d = 2-3 m e i cavi sensori devono essere distanti tra loro non più di D = 6 m. E’ permesso collegare fino ad un massimo di 300 m di cavi sensori ad un’unica unità di elaborazione.Questo tipo di cavo funge da rilevatore di temperatura. Se, per esempio, il cavo è tarato per 50° C, l’allarme scatterà se una temperatura di 58° C sarà il valore prevalente sull’intera lunghezza del cavo o se si avrà una temperatura significativamente più alta in qualsiasi punto del cavo.

I rilevatori a più sensori o a più criteri o misurano un parametro d’incendio usando differentitecnologie di rilevazione d’incendio o analizzano almeno due diversi parametri d’incendio con lo stesso metodo. Fra questi ci sono, ad esempio, i rilevatori a più sensori OT con rilevatore ottico e di calore, o il rilevatore OTI corredato di rilevatore ottico, di calore e a ionizzazione. In questi rilevatori d’incendio a più sensori i parametri d’incendio analogici vengono correlati da un microprocessore che elabora i segnali usando certi algoritmi per raggiungere una decisione d’allarme.Questo processore è anche in grado di filtrare le variazioni di segnali non tipici di un incendio, realizzando in tal modo un’operazione più affidabile e veloce di identificazione e avviso d’incendio.Loop primario multifunzionale. Insieme ai rilevatori d’incendio, come i rilevatori di fumo, di calore e di fiamma e/o ai punti di chiamata manuale come i rilevatori a pulsante, un loop primario multifunzionale può essere usato per collegare altre apparecchiature, come dispositivi di comando, apparecchiature di visualizzazione o moduli d’interfaccia impiegati esclusivamente al fine di fornire la protezione antincendio. Fino a 127 punti di rilevazione possono essere collegati a questo loop primario multifunzionale che può coprire un’area fino a 6.000 m2.Va sottolineato che il loop di collegamento, dovrebbe avere un percorso separato tra l’andata ed il ritorno dalla centrale di gestione. Per quanto riguarda il funzionamento, bisogna far si che in caso di cortocircuito sul loop, non si perdano più di 32 rivelatori automatici e non più di 10 punti di chiamata manuale. Il loop primario multifunzionale può essere utilizzato per collegare le zone funzionali di allarme, comando, visualizzazione e ricezione.Sistema d’allarme antincendio collegato in rete è un termine impiegato per descrivere unaconfigurazione in cui si impieghino in un sistema più di una centrale di controllo allarmeantincendio, e quando una delle centrali di gestione o parti di essa, svolga funzioni di supervisione nel sistema. L’esempio illustrato in Figura 2 mostra un sistema di allarme antincendio collegato in rete con un loop primario multifunzionale e un rilevatore lineare. Il quadro di controllo allarme antincendio contrassegnato con il numero 1 svolge le funzioni di supervisione 800x.Benefici per fornitori e operatoriLe definizioni riportate sopra garantiscono che non possa esistere ambiguità nelle proposte di offerta e nei progetti di sistemi di allarme antincendio, consentendo così una migliore valutazione della portata delle caratteristiche riportate dai diversi costruttori.Questo punto è di estrema importanza alla luce di uno stile sempre più aspro usato nellaconcorrenza, conseguente alla recessione in corso e alla diminuzione degli investimenti nell’industria edile.

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Qualsiasi confronto fra differenti sistemi di allarme antincendio deve tenere conto delle fasi diprogettazione, produzione, montaggio, manutenzione ed esercizio, ivi incluso qualsiasi ampliamento, cioè, l’intera vita del sistema. I costi complessivi dipendono naturalmente da una varietà di fattori diversi, come il prezzo dell’apparecchiatura, la dimensione del sistema o la natura di una specifica applicazione. Ciò rende necessario confrontare il rapporto tra i fattori dei costi e non tra le cifre assolute.Se nel raffrontare vari sistemi d’allarme si confronta soltanto il prezzo dell’apparecchiatura il quale è determinato principalmente dai costi di produzione, costi di vendita e marketing, costi fissi e margine di profitto, si deve tenere presente che nell’industria elettronica il costo del personale costituisce soltanto il 5-10% del prezzo netto di vendita. Anche i costi dei materiali sono più o meno gli stessi per tutti i produttori. Di conseguenza, le variazioni nel costo di un’apparecchiatura possono, nella maggior parte dei casi, essere il risultato di un differente livello di prestazioni. Non è quindi il prezzo dell’apparecchiatura che costituisce un idoneo criterio di scelta ma esclusivamente lo spettro complessivo delle prestazioni di un sistema.Le definizioni fornite, costituiscono la base per un confronto oggettivo sia in termini dei singoli dispositivi che in termini di interi sistemi.

Dimensionamento dei rivelatori puntiformi (Norma UNI 9795)Che cos’è un sistema automatico di rivelazione incendi?E’ un insieme di apparecchiature elettroniche atte a rilevare i fenomeni fisici tipici della combustione, elaborarli e dare luogo ad una serie di procedure ed attuazioni, aventi lo scopo di bloccare l’evento incendio sul nascere, limitando i danni a persone e cose. Usando un luogo comune, potremmo dire che la lotta contro il fuoco è in sostanza una lotta contro il tempo. Il grafico illustrerà meglio di tante parole il concetto legato a queste azioni.

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Per procedere al dimensionamento di un sistema secondo le norme attualmente in vigore in Italia, occorre procedere con metodo e secondo la normativa UNI 9795.Innanzitutto bisogna valutare il rischio d’incendio (alto, medio o basso), in funzione di questo tipo di valutazione ed in funzione dei valori stoccati nei locali da proteggere, si sceglie la tipologia del sistema da adottare, (sistema analogico, ad indirizzamento singolo o collettivo). Bisogna considerare che il principale valore da proteggere in caso d’incendio è la vita umana, quindi occorre prestare molta attenzione alla valutazione dei rischi, che sono spesso correlati all’attività svolta negli edifici interessati al progetto.

Criteri di scelta dei rivelatoriIl passo successivo, è quello di scegliere il tipo di rivelatore più idoneo per ogni ambiente, la scelta, deve essere subordinata all’analisi preventiva degli effetti che una combustione può generare in ogni locale, in funzione dei materiali presenti o stoccati negli stessi. Una buona analisi preventiva, consente di posizionare il rivelatore più adatto ad intervenire tempestivamente in caso d’incendio, limitando fortemente i danni che una combustione incontrollata può produrre.La scelta del tipo di rivelatore più adatto per la protezione di un locale deve tenere conto dei seguenti parametri:1. Tipo di incendio ipotizzato, (fuoco covante e/o fuoco aperto)2. Tipo di protezione da realizzare, (protezione di tutto l’ambiente oppure la protezione di un singolooggetto in particolare3. Geometria del locale da proteggere4. Rischi presenti all’interno del locale5. Caratteristiche ambientali

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Una volta scelto il rivelatore più idoneo, la domanda da porsi è: quanti di questi rivelatori devo mettere nell’ambiente in esame, ed in quale posizione?La risposta a queste domande ci viene dall’esame delle norme UNI 9795, in esse infatti sonocontenuti tutti quegli aspetti operativi e di gestione, che il progettista deve tenere in evidenza al fine di produrre un progetto secondo la regola di buona tecnica. Di seguito, illustriamo con l’ausilio di 2 disegni, il diverso posizionamento ed il diverso numero di rivelatori, che la norma ci impone prevedere per uno stesso locale in funzione del fatto che si utilizzino rivelatori di fumo o di calore.AttuazioniEseguire una buona analisi relativa alla rivelazione incendi, è solo il primo passo fatto nel tentativo di limitare i danni a persone e cose. Bisogna attribuire la stessa importanza alle azioni automatiche o manuali che siano, conseguenti alla segnalazione di un incendio.Tutte le attuazioni conseguenti saranno tese a:1. Circoscrivere l’evento incendio2. Segnalare la presenza di un incendio in ogni ambiente dell’edificio3. Evacuare l’edificio4. Spegnere (se previsto) in maniera automatica l’incendio.

Circoscrizione dell’incendioIn caso si verifichi un incendio, occorre fare in modo che lo stesso non possa propagarsi in tutto l’edificio prima che intervengano i soccorsi. In generale le azioni da intraprendere in questo caso sono le seguenti:

- Chiudere tutte le porte tagliafuoco (REI) che possano isolare la zona in pericolo.

- Chiudere le serrande tagliafuoco sui canali di ventilazione, (fondamentalmente per 2 motivi essenziali: evitare che il fumo possa essere aspirato dall’impianto di ventilazione e riversato in locali non interessati all’incendio, con conseguente danni alle persone, e inoltre, cosa non da poco, evitare di far intervenire i rivelatori di fumo posti negli altri

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locali non interessati dall’incendio dato che creerebbero confusione nel tentativo di identificare con esattezza la zona in pericolo).

- Fermare gli impianti di ventilazione dei locali per gli stessi motivi di cui sopra, ed inoltre per evitare di apportare nuovo ossigeno che possa favorire la combustione (con questa azione si può pensare che l’incendio possa talvolta estinguersi in modo autonomo).

- Togliere l’energia elettrica alla zona in pericolo, in modo che eventuali cavi bruciati non possano provocare cortocircuiti, innescando così incendi altrove. (Prevedere sempre illuminazione di emergenza autoalimentata).

2. Segnalazione di allarme incendioA seguito del riconoscimento di una situazione di allarme incendio, occorre far si che tutte le persone all’interno dell’edificio possano essere informate dell’evento. In generale questo si ottiene utilizzando opportuni avvisatori ottico-acustici il cui suono possa essere associato senza esitazioni all’evento in questione. Perché si possa avere la certezza che tutte le persone possano essere allertate, bisogna calcolare un adeguato numero di avvisatoriottico-acustici, il cui suono possa essere udito in ogni luogo dell’edificio.

3. Evacuazione dell’edificioQuesta azione deve essere prevista ed effettuata in concerto con il responsabile della sicurezza dell’edificio, il quale dovrà fornire tutti quegli elementi (squadre di soccorso) che concorrono a far si che l’evacuazione possa essere effettuata in maniera ordinata e senza pericolo per le persone.

4. Spegnimento automatico o manualeTalvolta alcuni edifici devono essere forniti su richiesta dei Vigili del Fuoco, di un sistema di spegnimento automatico d’incendio. I sistemi di spegnimento disponibili oggi sul mercato sono diversi, non indagheremo in questo capitolo su quale debba essere il miglior sistema da adottare, ma tratteremo come effettuare un comando di spegnimento se il sistema di estinzione è asservito al sistema di rivelazione. In generale prima di effettuare un comando di spegnimento, bisogna essere sicuri che l’incendio sia reale, perciò il comando verrà dato se avremo una condizione di allarme confermata da almeno due rivelatori appartenenti alla stessa zona o locale. Prima di dare luogo allo spegnimento, dobbiamo verificare che tutte le precedenti attuazioni siano state espletate con esito positivo (soprattutto per quanto riguarda la circoscrizione dell’incendio, quando il sistema di spegnimento è del tipo a gas Halogenati e/o CO2).

ConclusioniCome si è potuto notare, la progettazione e la conseguente realizzazione di un sistema antincendio, non è una cosa da prendere alla leggera, in considerazione del fatto che si ha a che fare con la sicurezza delle persone oltre che ai danni materiali conseguenti ad un incendio. L’obiettivo finale che è quello appunto di limitare i danni e soffocare un incendio prima che lo stesso raggiunga proporzioni incontrollabili, viene raggiunto attraverso una serie di analisi ed operazioni (talvolta integrate da sistemi diversi) eseguite in tempi rapidi. Mai come in questi casi, gioca un ruolo importantissimo la manutenzione degli impianti, che vale la pena ancora di ricordarlo, è obbligatoria e prevista dalle normative in vigore.

ProgettazioneLe norme UNI 9795, trattano argomenti rilevanti per la fase di progettazione di sistemi di allarme antincendio. Questi includono:

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- informazioni generali, sui componenti dei sistemi- limiti di applicazione dei sistemi d’allarme antincendio;- aree di rilevazione e zone rilevatori,- scelta della modalità di rilevazione;- numero e disposizione dei rilevatori d’incendio;- prevenzione falsi allarmi;- limitazione degli effetti di malfunzionamenti;- manutenzione degli impianti

Sistemi di allarme antincendio per edifici, stanze ed impianti di tipo e usospecialiI capannoni a campata alta con rastrelliere appartengono alla categoria di edifici di tipo e uso speciali.Nel contesto di questo standard, un magazzino a campata alta è un capannone con rastrelliere in cui l’altezza delle merci immagazzinate, misurata dal livello del pavimento alla sommità della merce immagazzinata, supera i 7,50 m. Questo tipo di magazzino necessita di una configurazione di rilevatori a più livelli. Il primo livello deve essere posizionato ad un’altezza non superiore a 6 m. La distanza in orizzontale tra i rilevatori non deve superare i 6 m. Idealmente, i rilevatori d’incendio dovrebbero essere installati nei corridoi sulla parte frontale delle rastrelliere.Se ciò non fosse possibile ed i rilevatori fossero alloggiati nelle rastrelliere, si dovrà installare un indicatore a distanza in una posizione facilmente visibile.In installazioni a campata alta con rastrelliere, è necessario raggruppare fino a 20 rilevatori d’incendio in zone di rilevatori in direzione dei corridoi e in direzione verticale. I rilevatori installati sul soffitto formano una zona a parte.Sistema d’allarme antincendio collegato in reteIn generale, è permesso collegare in rete soltanto sistemi d’allarme antincendio di uno stesso sistema. Per collegare in rete le centrali di controllo allarme antincendio si deve adottare un loop conforme alle specifiche del costruttore. La rete deve essere configurata in modalità non interattiva.In assenza di anello chiuso, la rete può connettere non più di 512 rilevatori d’incendio e/o coprire un’area superiore ai 12.000 m2. Con anello chiuso è possibile estendere l’area controllata fino a 48.000 m2. Per questo tipo di ridondanza è sufficiente collegare una stampante.Lo stato operativo dei vari sistemi d’allarme antincendio deve poter essere visualizzato chiaramente sulle centrali di controllo allarme antincendio che fungono da centrali di supervisione o, sotto forma di un segnale di gruppo, sui quadri di strumentazione e comando.

ProgettazioneLe norme UNI 9795, trattano argomenti rilevanti per la fase di progettazione di sistemi di allarme antincendio. Questi includono:

- informazioni generali, sui componenti dei sistemi- limiti di applicazione dei sistemi d’allarme antincendio;- aree di rilevazione e zone rilevatori,- scelta della modalità di rilevazione;- numero e disposizione dei rilevatori d’incendio;- prevenzione falsi allarmi;- limitazione degli effetti di malfunzionamenti;- manutenzione degli impianti

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Sistemi di allarme antincendio per edifici, stanze ed impianti di tipo e usospecialiI capannoni a campata alta con rastrelliere appartengono alla categoria di edifici di tipo e uso speciali.Nel contesto di questo standard, un magazzino a campata alta è un capannone con rastrelliere in cui l’altezza delle merci immagazzinate, misurata dal livello del pavimento alla sommità della merce immagazzinata, supera i 7,50 m. Questo tipo di magazzino necessita di una configurazione di rilevatori a più livelli. Il primo livello deve essere posizionato ad un’altezza non superiore a 6 m. La distanza in orizzontale tra i rilevatori non deve superare i 6 m. Idealmente, i rilevatori d’incendio dovrebbero essere installati nei corridoi sulla parte frontale delle rastrelliere.Se ciò non fosse possibile ed i rilevatori fossero alloggiati nelle rastrelliere, si dovrà installare un indicatore a distanza in una posizione facilmente visibile.In installazioni a campata alta con rastrelliere, è necessario raggruppare fino a 20 rilevatori d’incendio in zone di rilevatori in direzione dei corridoi e in direzione verticale. I rilevatori installati sul soffitto formano una zona a parte.Sistema d’allarme antincendio collegato in reteIn generale, è permesso collegare in rete soltanto sistemi d’allarme antincendio di uno stesso sistema. Per collegare in rete le centrali di controllo allarme antincendio si deve adottare un loop conforme alle specifiche del costruttore. La rete deve essere configurata in modalità non interattiva.In assenza di anello chiuso, la rete può connettere non più di 512 rilevatori d’incendio e/o coprire un’area superiore ai 12.000 m2. Con anello chiuso è possibile estendere l’area controllata fino a 48.000 m2. Per questo tipo di ridondanza è sufficiente collegare una stampante.Lo stato operativo dei vari sistemi d’allarme antincendio deve poter essere visualizzato chiaramente sulle centrali di controllo allarme antincendio che fungono da centrali di supervisione o, sotto forma di un segnale di gruppo, sui quadri di strumentazione e comando.

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Parametri di Progetto

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Benefici economici derivanti dal miglioramento delle infrastrutture e dell’integrazionePer valutare i benefici economici di sistemi o apparecchiature tecniche è necessario considerare l’intero ciclo del prodotto. Questo include progettazione, produzione, installazione, riparazione e manutenzione e infine costi di esercizio, incluse possibili espansioni. In questo contesto, si deve tenere presente che per apparecchiature elettroniche i costi possono essere spesso ridotti soltanto riducendo la portata delle prestazioni. Ciò significa che potenziali risparmi possono essere cercati in fasi successive dell’applicazionedel prodotto. Ad esempio, il lavoro di installazione può essere ridotto ottimizzando l’infrastruttura, ad esempio usando la configurazione ad anello (ring configuration) dei vari sistemi bus a livello di campo e di automazione, l’intelligenza decentralizzata per quanto riguarda le apparecchiature e l’uso di

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differenti mezzi di trasmissione. L’integrazione fornisce significativi vantaggi economici aggiuntivi nonché effetti sinergetici prodotti dall’uso da parte di più utilizzatori di dati acquisiti con conseguente risparmio in apparecchiature nonché dalla possibilità di diagnosi e manutenzione a distanza.Importanza dell’integrazione e dell’infrastrutturaIl calcolo dei benefici economici di sistemi o impianti tecnici richiede la determinazione delle spese sostenute durante l’intero ciclo del prodotto. Per i sistemi di allarme antincendio, questo include la fase di progettazione, produzione, installazione, riparazione e manutenzione nonché la fase di esercizio, incluse possibili espansioni. I costi complessivi dipenderanno naturalmente da una varietà di fattori differenti, come il prezzo dell’apparecchiatura, la dimensione del sistema o la natura di una specifica applicazione. E’ quindi il rapporto tra le componenti dei costi che deve essere messo a confronto e non le cifre assolute. Se nell’effettuare il confronto tra vari sistemi di allarme antincendio si confronta soltanto il prezzo dell’apparecchiatura, che è determinato principalmente daproduzione, costi di vendita e marketing, costi fissi e margine di profitto, va tenuto presente che nell’industria elettronica il costo del personale costituisce soltanto il 5-10% del prezzo netto di vendita. Anche i costi dei materiali sono più o meno gli stessi per tutti i produttori. Di conseguenza, le variazioni nel costo di un’apparecchiatura possono, nella maggior parte dei casi, essere il risultato di una differente portata delle prestazioni. Non è quindi il prezzo dell’apparecchiatura che rappresenta il criterio qualificante per la scelta ma la gamma complessiva delle prestazioni di un impianto.I vantaggi economici devono quindi essere ottenuti in altri modi. Le opzioni includonol’ottimizzazione delle infrastrutture e l’integrazione di più applicazioni.La Caradon Esser ha tre linee di prodotti costituite da sistemi per la gestione di edifici e sistemi di sicurezza (a loro volta suddivisi in sistemi di allarme antintrusione e sistemi di allarme antincendio).Un confronto tra queste tre differenti applicazioni rivela delle analogie. Sia la gestione edifici che i sistemi di allarme antincendio e di allarme antintrusione presentano un livello, il livello di attivazione in campo, nel quale i sensori e gli attuatori comunicano tra loro. In impianti di sicurezza, ad esempio, i sensori sono costituiti da rilevatori di incendio o rilevatori di spostamento, mentre in impianti di gestione di edifici si tratta di sensori di temperatura.Sopra questo livello esiste il livello di automazione con i quadri di controllo, cioè i quadri di controllo allarme antincendio o i controllori DDC (Direct Digital Control). Il livello più elevato è costituito dal livello di gestione che nei sistemi di sicurezza è un video terminale intelligente Edwin, mentre per sistemi di gestione edifici è un terminale master 945.La complessità delle parti e la portata delle loro funzioni aumentano rapidamente nel passaggio dal livello campo al livello gestione, mentre il numero dei dispositivi diminuisce. Questo determina i differenti costi per le apparecchiature, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione ai vari livelli. I vantaggi economici possono essere ottenuti tramite sinergie realizzate al livello rilevante intervenendo sulle infrastrutture, come connessioni elettriche e reti, nonché integrando i sistemi.Il livello di campo nei sistemi di allarme antincendioAlla Esser questo livello è realizzato nella forma di un esserbus. Questo bus consente di connettere fino a 127 utilizzatori con funzioni differenti - rilevatori di incendio, punti di chiamata manuale o transponder. Di conseguenza, in configurazione piena, su questo anello ci possono essere un massimo di 127 indirizzi di allarme antincendio. I transponder sono dei moduli che forniscono

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input e output sull’anello e quindi costituiscono, ad esempio, una soluzione a prezzo allettante per interfacciare con il sistema rivelatori e/o attuatori non compatibili con il sistema analogico EsserAd esempio, un transponder a 4 ingressi / 2 relè fornisce 4 input ai quali si possono connettere le zone dei rilevatori standard, e 2 output di relè. A titolo di confronto, un transponder a zona singola fornisce una sola uscita per la zona dei rilevatori standard. Un transponder a 12 relè ha 12 uscite.Questo tipo di bus può raggiungere la lunghezza di 2000 m. Un cavo telefonico convenzionale di 0,8 mm di diametro può essere usato come mezzo di trasmissione. Grazie al basso consumo energetico dei singoli rilevatori, questo vale, al contrario di quanto indicato da altri produttori, sia per i tratti brevi che per i tratti di massima lunghezza.La configurazione ad anello del bus permette di connettere 63 diramazioni del loop diverse.Questa libertà nella scelta della topologia consente di ottimizzare il percorso della configurazione adattandolo alle condizioni dell’edificio. Questo riduce i costi di installazione, da una parte usando meno cavi e, dall’altra, riducendo il tempo necessario per la posa dei cavi.L’Associazione delle Compagnie Tedesche di Assicurazione di Immobili (VdS), Colonia, richiede una certa tolleranza su cortocircuiti e rottura di cavi nelle sue norme relative ai sistemi di sicurezza.Esser soddisfa questa norma con la configurazione ad anello del suo esserbus. Così, nel caso della rottura di un cavo, il bus, e quindi tutti gli utilizzatori (componenti) del bus, vengono alimentati dal secondo lato. Nel caso di un cortocircuito, i sezionatori dei singoli utilizzatori del bus isolano il segmento guasto al fine di preservare il corretto funzionamento dell’intero sistema.Un aspetto fondamentale nella progettazione dell’esserbus è stato il concetto di intelligenzadecentralizzata. Questo termine è usato da Esser principalmente per indicare due aspetti.Primo, la decisione circa l’allarme di incendio deve essere presa sul posto a livello del rilevatore o transponder interessato e non a livello del quadro di controllo allarme di pericolo.Secondo, l’attivazione, inclusa l’attivazione del relè, avviene al transponder, cioè sempre localmente.Di conseguenza, è possibile installare un transponder (unità di controllo) dove è realmentenecessario, cioè vicino all’unità che deve essere attivata, come un elettromagnete per portetagliafuoco, ad esempio. Questo produce anche una riduzione del lavoro di installazione in termini di consumo cavi e tempo lavorativo.Nei transponder usati da Esser, provvisti di un gran numero di output, a prescindere dal fatto che siano transponder a 12 relè con 12 output o transponder con 32 output, l’utente può programmare l’assegnazione delle operazioni tra input e output. In altre parole, un output specifico può essere assegnato a qualsiasi evento. Ad esempio, un output viene settato quando un rilevatore di incendio identifica un incendio. Questo costituisce un modo molto semplice di fornire localmente la funzione da un quadro di indicazione a distanza.Tuttavia, nei casi in cui un output di relè è assegnato ad un rilevatore, questo rilevatore può essere programmato ad inviare il segnale di “incendio” al quadro di controllo dal quale poi il rilevatore riceverà il comando di commutare il suo relè.In combinazione con l’intelligenza decentralizzata dei sistemi esserbus, la possibilità di programmazione da parte dell’utente permette di coprire una vasta

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gamma di applicazioni. In futuro, le funzioni di questo bus di campo verranno ampliate in modo che esso potrà essere impiegato per le operazioni di componenti del sistema di allarme antintrusione. Ciò significa che invece di due cavi per due differenti applicazioni - antincendio e antintrusione - a livello di campo sarà sufficiente un solo cavo con conseguente significativa riduzione del lavoro di installazione. Si sta anche considerando la possibilità di analizzare su un unico quadro di controllo i segnali provenienti da ambedue le aree.Idee per migliorare i benefici dell’utenteLe caratteristiche dell’esserbus descritte sopra offrono benefici considerevoli all’utente. In questo contesto, l’aspetto principale da sottolineare è la riduzione del lavoro di installazione grazie all’adattamento ottimale della topologia del bus alla situazione ambientale e, in futuro, alla utilizzazione congiunta dei cavi installati per i sistemi di allarme antincendio e allarme antintrusione. E’ anche possibile ampliare con facilità i sistemi di allarme antincendio esistenti. Come descritto sopra, gli input del transponder possono essere utilizzati per includere i rilevatori standard (anche di produzione diversa) nel sistema bus. Un utilizzatore addizionale può essere connesso a qualsiasi punto oppure nuovi utilizzatori possono essere aggiunti tramite diramazioni del loop. Questo permette di aggiungere nuovi elementi adun sistema già esistente.L’esserbus fornisce ampie funzionalità operative. Questo include diagnosi e manutenzione a distanza grazie al fatto che tutti i dati rilevanti immagazzinati in un rilevatore o in un transponder possono essere trasmessi tramite questo bus al quadro di controllo dove questa informazione sarà quindi disponibile per ulteriori analisi. E’ questo lo scopo per cui il “92tool” è stato sviluppato. Questo strumento software sarà utile nella fase di messa in servizio nonché come aiuto durante l’esercizio e le operazioni di riparazione e manutenzione. Questo strumento può essere usato dal personale tecnico per:

- acquisire informazioni sullo stato del sistema,- operare presso il cliente secondo piani prestabiliti,- evitare viaggi inutili al luogo di installazione.

La tecnologia degli allarmi antincendio basata sull’esserbus offre soluzioni a prezzi allettanti per dispositivi di input e output che, in un sistema integrato, possono essere utilizzati anche dalle apparecchiature di sistemi di gestione edifici. Poiché questo è un campo in cui dotare di input e output è relativamente costoso, questo approccio porta a risparmi in termini di apparecchiature.Il bus a livello di sistemaPer le comunicazioni a livello di sistema, Esser utilizza l’essernet. Basato sul Profibus secondo DIN 19245, questo bus può essere usato per connettere tra loro fino a 31 utilizzatori. Tra due utilizzatori è ammessa una distanza di loop fino a 1000 m. Per distanze maggiori sono necessari i cosiddetti moduli ripetitori. Come già a livello di campo, gli utilizzatori possono svolgere differenti funzioni.In Figura 4 sono rappresentati due quadri di controllo (del tipo 8008 e 8007) di un allarmeantincendio comunicanti tra loro, due nuovi quadri 5008 per allarme antintrusione, il video terminale intelligente “Edwin” nonché i “gateways” tramite i quali si possono incorporare i vecchi sistemi Esser, come il quadro di controllo allarme antincendio 3008. Connesso alla rete c’è anche un “gateway” per applicazioni speciali che serve da interfaccia per altri applicazioni. A livello di sistema, il bus deve offrire una tolleranza su rottura cavi e cortocircuiti. Questo viene garantito, da una parte, dalla configurazione ad anello, e dall’altra, da uno speciale processo di trasmissione.Questa duplicazione (one-fault redundancy) può essere estesa impiegando un secondo cavo con delle scatole interruttori. Questo produce una doppia

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ridondanza, già richiesta, ad esempio, dalle norme austriache. Questo metodo fornisce considerevoli vantaggi in aree rilevanti per la sicurezza.In caso di guasto, la posizione del guasto viene indicata a ciascun utilizzatore.Quindi, la localizzazione e rimozione del guasto possono essere ristrette al solo specifico segmento interessato. Anche a livello di sistema è stata fornita un’intelligenza decentralizzata, permettendo in tal modo l’installazione di dispositivi là dove sono richiesti. Poiché il bus di automazione essernet è stato progettato come un sistema che opera in tempo reale, i segnali d’allarme vengono inviati da un quadro di controllo all’altro entro 100 ms., dopo di che viene attivata l’unità di monitoraggio.E’ possibile programmare in modo esteso la gerarchia della rete. Si va da sistemi in cui tutti gli utilizzatori sono allo stesso livello e tutti ricevono e inviano gli stessi dati e danno il consenso a tutte le operazioni di controllo, a sistemi dove esiste un quadro principale e più sottoquadri. A seconda dell’applicazione, è possibile avere un gran numero di combinazioni. Sebbene in questo contesto le sezioni allarme incendio e allarme antintrusione utilizzino uno stesso cavo per la comunicazione, non c’è scambio di dati tra loro e quindi la parte logica rimane ancora separata. Questo bus può essere installato usando una varietà di mezzi di trasmissione, come il cavo telefonico convenzionale, i cavi standard per la trasmissione dati o anche fibre ottiche. Queste ultime offrono il vantaggio di permettere una distanza significativamente superiore a 1000 m tra due utilizzatori. Tuttavia, il tipo di cavo utilizzato non influisce sul modo in cui il sistema funziona, cioè le prestazioni della essernet rimangono invariate.Paragonata alla topologia a stella, la configurazione ad anello adottata porta ad una riduzione del lavoro di installazione poiché si usa meno cavo. Questa è anche la conseguenza del fatto che uno stesso cavo viene usato per più applicazioni. Inoltre, espandere un sistema di allarme antincendio a livello di sistema non potrebbe essere più semplice. Un nuovo utilizzatore può essere inserito in qualsiasi punto della rete. I vecchi quadri di controllo o sistemi di produzione diversa possono essere integrati con le appropriate funzioni tramite interfacce note anche come “gateways”.Tutti i dati rilevanti per la manutenzione possono essere trasmessi da qualunque dei vari quadri di controllo al quadro di controllo presso il quale, per esempio, il personale tecnico si trova pronto con i sui attrezzi. Questo significa che è possibile fare una diagnosi dell’intero sistema da un singolo punto.Il bus per i sistemi di gestione edificiIl terzo sistema bus, la rete essertrend, è stato progettato per sistemi di gestione di edifici che costituisce un altro campo in cui opera Esser. Il nucleo principale di questa rete è costituito dai controllori DDC (DDC: Direct Digital Control). Questi sono delle unità autonome che svolgono attività di controllo in impianti di aria condizionata, riscaldamento e ventilazione.Tuttavia, questi controllori DDC possono anche trasmettere dati tramite la rete essertrend ad un quadro di comando o ad un terminale principale. Questa rete corrisponde ad una rete locale “Local Area Network” (LAN) tramite la quale possono comunicare tra loro fino a 116 utenti.Questo numero di dispositivi è sufficiente per tutte le applicazioni convenzionali.Tuttavia, se questo numero dovesse risultare insufficiente, c’è la possibilità di connettere più LAN (fino a 116) tramite un internetwork. La rete essertrend fornisce, in aggiunta, la possibilità di usare reti standard, come Ethernet o LON. La configurazione della rete non è legata ad una gerarchia specifica ed è stata progettata per garantire un altro grado di flessibilità.Cavi telefonici convenzionali e fibre ottiche possono essere usati come mezzi di trasmissione che rendono possibile l’adattamento all’infrastruttura preesistente.

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Dal momento che apparecchiature supplementari possono essere adattate in qualsiasi punto, l’estensione del sistema non presenta alcuna difficoltà.Nel campo della tecnologia per la gestione di edifici, gli strumenti basati su Windows sono stati all’avanguardia per molto tempo. Tali strumenti offrono la documentazione e l’assistenza durante la messa in esercizio e possono anche essere usati per la manutenzione a distanza. Di conseguenza, il tecnico addetto alla manutenzione è in grado di connettersi con tale sistema direttamente dal suo ufficio ed acquisire i dati di cui ha bisogno. Questo permette un’analisi più dettagliata e la possibilità di localizzare un guasto in modo da ottimizzare il lavoro di preparazione per l’identificazione e rimozione del guasto. Questa soluzione elimina inutili viaggi al luogo di installazione e tutto il lavoro connesso.Integrazione di sistemi di gestione edifici e sistemi di sicurezzaRecentemente, il termine “intelligent building” (edificio intelligente) è apparso ripetutamente nella stampa specializzata. Con questo termine non s’intende altro che l’integrazione di sistemi di sicurezza con la tecnologia della gestione di edifici, cioè un ulteriore passo nell’integrazione fin qui descritta dei sistemi di allarme antincendio e antintrusione. A seconda delle necessità, è possibile chiudere le porte antincendio, spegnere gli impianti di ventilazione e aria condizionata, controllare gli ascensori ed eseguire qualsiasi altra operazione di controllo. Tale uso congiunto delle risorse del sistema, come rilevatori antincendio, allarme antintrusione, contatti montati sulle finestre o moduli di allarme, produce effetti sinergetici.Esser GmbH ha sviluppato l’interfaccia “Tonic” per permettere a questi due sistemi di operare insieme. Tale connessione viene monitorata così che ogni guasto nella comunicazione viene rilevato immediatamente e segnalato in ambedue i sistemi. Come conseguenza del modo non-interattivo in cui Tonic lavora, i segnali di allarme di problemi vengono trasmessi soltanto dal sistema di sicurezza al sistema gestione edificio e non viceversa. Ciò significa che il reparto sicurezza continua a lavorare autonomamente, cioè in conformità alla normativa VdS.Si prevede che questa tendenza verso l’integrazione delle apparecchiature di sicurezza con i sistemi antincendio e antintrusione e i sistemi gestione edifici continuerà a rafforzarsi nei prossimi anni.Nella maggior parte dei casi, soluzioni ottimali potranno essere ottenute solo quando tutti i sistemi verranno forniti da una singola fonte. In Germania, questo è possibile solo con Esser.L’integrazione offre anche la possibilità di usare i dati dei sistemi di sicurezza per altri scopi. Per esempio, un sistema di allarme antintrusione opera normalmente usando contatti montati sulle finestre che indicano se le finestre sono aperte o chiuse. Quando il sistema allarme antintrusione viene disattivato, questi segnali possono essere utilizzati anche nella gestione dell’edificio per regolare l’impianto dell’aria condizionata che, come è generalmente noto, non funziona correttamente con le finestre aperte. L’impianto dell’aria condizionata può quindi essere spento per risparmiare energia. Quando il sistema è attivato, tale informazione avrà significato solo per il quadro di allarme antintrusione. Analogamente, i segnali provenienti dal rilevatore di movimento possono essere usati anche per gestire l’illuminazione o il riscaldamento.Tutto questo significa che là dove un sistema di sicurezza viene integrato con un sistema gestione edificio, i sensori non devono essere duplicati se devono fornire uno stesso segnale poiché la stessa informazione può essere usata per più scopi. Questo produce un grosso potenziale risparmio.L’interfaccia Tonic è efficiente in termine di costi ed è flessibile perché l’analisi si basa su un

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protocollo e non su una soluzione relè - evento fissa; un output di un relè può essere collegato a qualsiasi evento. Questa interfaccia è idonea anche per connettere sistemi gestione edifici di produzione diversa.Questi sistemi parzialmente integrati, cioè sistemi di sicurezza e di gestione edifici che operano autonomamente anche se interconnessi tramite il “Tonic”, offrono agli installatori di sistemi di sicurezza un’interfaccia ideale per lavorare con altri operatori nel campo dei sistemi di gestione di edifici. Lo stesso vale anche per i lavori di manutenzione e che implicano delle responsabilità.ConclusioniI lavori d’installazione possono essere ridotti ottimizzando l’infrastruttura, come adottando laconfigurazione ad anello per i vari sistemi di bus a livello di campo e di automazione, tramitel’intelligenza decentralizzata per quanto riguarda le apparecchiature e infine usando differenti mezzi di trasmissione. L’integrazione offre inoltre benefici significativi grazie all’uso multiplo che può essere fatto dei dati acquisiti e conseguenti risparmi in apparecchiature nonché grazie alla possibilità di effettuare diagnosi e manutenzione a distanza.

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Dimensionamento d'impianto secondo le

Norme UNI 9795

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Esempi

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