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Secondo rapporto di ricerca sulla valutazione degli effetti occupazionali del Programma Operativo della Calabria Introduzione 1. Obiettivo e struttura del rapporto di ricerca L’obiettivo della ricerca è la valutazione degli effetti di alcune politiche attivate in Calabria dai fondi comunitari nel ciclo di programmazione 1994-1999. I livelli di analisi sono due. Il primo è finalizzato a valutare l’efficacia della misura del POP Calabria 1994-1999 relativa alla qualificazione dell’offerta turistica. Tale scelta è dipesa dal fatto che lo sviluppo del settore turistico è considerato dalla Regione Calabria uno dei fattori trainanti dello sviluppo territoriale e ad esso è destinata la quota più rilevante dell’intero programma operativo. Più in dettaglio, l’obiettivo è di verificare se questo strumento di politica settoriale abbia determinato un miglioramento dell’offerta ricettiva e un incremento dell’occupazione 1 . La valutazione dell’efficacia della Misura 3.1 è basata sulla realizzazione di un’indagine diretta attraverso la somministrazione di un questionario semi-strutturato ad un campione di 265 imprese, composto da un sottoinsieme di 119 imprese beneficiarie dei finanziamenti della Misura 3.1 e da un altro di146 imprese rappresentativo 1 La valutazione degli effetti sull’occupazione degli interventi è un’attività complessa a cui è relativamente difficile dare risposta, poiché è necessario individuare una relazione tra quanto accade in un mercato molto articolato, come quello del lavoro, e l’analisi di uno specifico intervento operante in un ambiente mutevole e oggetto di altri interventi. L’analisi può essere basata sul confronto fra quanto osservato e quanto si sarebbe comunque verificato in assenza dell’intervento, oppure si può focalizzare l’attenzione sull’individuazione delle catene causali dei fenomeni osservati, in modo da poterli collegare all’intervento e alla sua relazione con il contesto. Per quanto circoscritto all’analisi degli effetti occupazionali, il quesito si presenta dunque non solo difficile nelle risposte, ma anche complesso nell’articolazione. Implica, infatti, non solo chiedersi quanto è cambiata l’occupazione dell’area o del gruppo target, ma come e attraverso quali catene causali l’intervento ha influito sul livello di occupazione, come l’intervento ricade sui vari gruppi, come si articola nelle diverse aree, come (e non solo quanto) ha inciso, ad esempio, sul ricorso al lavoro sommerso, sul tipo di occupazione, sull’integrazione femminile. Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) III

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Secondo rapporto di ricerca sulla valutazione degli effetti occupazionali del Programma Operativo della Calabria

Introduzione

1. Obiettivo e struttura del rapporto di ricercaL’obiettivo della ricerca è la valutazione degli effetti di alcune politiche attivate in Calabria dai fondi comunitari nel ciclo di programmazione 1994-1999. I livelli di analisi sono due.

Il primo è finalizzato a valutare l’efficacia della misura del POP Calabria 1994-1999 relativa alla qualificazione dell’offerta turistica. Tale scelta è dipesa dal fatto che lo sviluppo del settore turistico è considerato dalla Regione Calabria uno dei fattori trainanti dello sviluppo territoriale e ad esso è destinata la quota più rilevante dell’intero programma operativo. Più in dettaglio, l’obiettivo è di verificare se questo strumento di politica settoriale abbia determinato un miglioramento dell’offerta ricettiva e un incremento dell’occupazione1. La valutazione dell’efficacia della Misura 3.1 è basata sulla realizzazione di un’indagine diretta attraverso la somministrazione di un questionario semi-strutturato ad un campione di 265 imprese, composto da un sottoinsieme di 119 imprese beneficiarie dei finanziamenti della Misura 3.1 e da un altro di146 imprese rappresentativo delle imprese appartenenti al settore turistico che non hanno ricevuto aiuti finanziari con la Misura 3.1.

Il secondo livello di analisi è più ampio e comprende, oltre alla misura 3.1, tutto il programma operativo. L’obiettivo è di valutare l’impatto dell’intero programma su alcune variabili macroeconomiche di interesse, quali occupazione, produzione e valore aggiunto. La valutazione macroeconomica è realizzata attraverso l’utilizzazione di un modello input-output uniregionale.

Il rapporto di ricerca è strutturato in quattro sezioni.

La prima sezione fornisce il quadro di riferimento generale sul ruolo del turismo in Calabria e comprende quattro capitoli. Il capitolo 1 presenta un’analisi di alcuni aspetti dell’evoluzione dell’economia della Calabria nell’ultimo decennio, in un quadro comparativo che include le altre regioni italiane e gli altri paesi dell’Unione Europea. Il capitolo 2 presenta un’analisi aggiornata della domanda e dell’offerta turistica in Calabria. L’utilizzazione di statistiche di fonte ufficiale fornisce sia una rappresentazione dei cambiamenti intervenuti negli ultimi 15 anni nel settore sia una schematizzazione del contesto economico settoriale in cui ha operato la misura 3.1. Un ulteriore aspetto di carattere generale preso in esame riguarda l’analisi delle politiche settoriali di matrice regionale, nazionale e comunitaria attive in Calabria (capitolo 3). Inoltre, l’analisi del ciclo di vita della Misura 3.1, presentata nel capitolo 4, permette di esprimere alcune valutazioni qualitative sulle modalità attuative dell’intervento.

La seconda sezione del rapporto presenta i risultati dell’indagine diretta.

1 La valutazione degli effetti sull’occupazione degli interventi è un’attività complessa a cui è relativamente difficile dare risposta, poiché è necessario individuare una relazione tra quanto accade in un mercato molto articolato, come quello del lavoro, e l’analisi di uno specifico intervento operante in un ambiente mutevole e oggetto di altri interventi. L’analisi può essere basata sul confronto fra quanto osservato e quanto si sarebbe comunque verificato in assenza dell’intervento, oppure si può focalizzare l’attenzione sull’individuazione delle catene causali dei fenomeni osservati, in modo da poterli collegare all’intervento e alla sua relazione con il contesto. Per quanto circoscritto all’analisi degli effetti occupazionali, il quesito si presenta dunque non solo difficile nelle risposte, ma anche complesso nell’articolazione. Implica, infatti, non solo chiedersi quanto è cambiata l’occupazione dell’area o del gruppo target, ma come e attraverso quali catene causali l’intervento ha influito sul livello di occupazione, come l’intervento ricade sui vari gruppi, come si articola nelle diverse aree, come (e non solo quanto) ha inciso, ad esempio, sul ricorso al lavoro sommerso, sul tipo di occupazione, sull’integrazione femminile.

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) III

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Il capitolo 5 descrive le caratteristiche del campione di imprese intervistate ed alcuni risultati di statistica descrittiva. Il capitolo 6 analizza il ruolo degli intermediari ed esamina le principali caratteristiche della domanda di mercato considerando la tipologia, la provenienza e la permanenza della clientela. Il capitolo 7 indaga sulla forza lavoro, tenendo conto delle caratteristiche del mercato del lavoro regionale e di quelle osservate nel settore turistico. Il capitolo 8 ha l’obiettivo di valutare l’efficacia della politica attraverso l’analisi dei seguenti aspetti: grado di diffusione e di pubblicità del bando; timing di erogazione dei finanziamenti; tipologia di intervento; effetti prodotti dal contributo regionale; valutazione dei beneficiari; interventi realizzati senza ricorrere al contributo regionale.

Nella parte terza del rapporto si affronta il tema della valutazione degli effetti dei fondi strutturali programmati, impegnati e spesi in Calabria nel periodo 1994-1999. L’approccio metodologico utilizzato si basa su un modello Input-Output. Gli scenari considerano l’impatto sull’occupazione e sulla produzione regionale determinato dalle somme programmate e di quelle spese in applicazione della misura 3.1 e dell’intero “Asse Turismo” del POP Calabria 94-99.

Il rapporto di ricerca si conclude con la parte quarta che comprende le appendici.

2 Il ruolo del turismo nell’economia calabreseLa causa fondamentale della disoccupazione in Calabria può essere identificata nella mancanza di competitività del nostro sistema produttivo. Infatti, in Calabria è scarsa la presenza di attività produttive mobili, vale a dire quelle la cui localizzazione non è determinata né dalla prossimità della domanda né da quella di specifiche risorse naturali. Attualmente gli occupati in attività produttive mobili sono stimabili in circa 100 mila unità, corrispondenti a 5 occupati per ogni 100 residenti. Ipotizzando un tasso di occupazione del 60 per cento, per ogni 100 abitanti dovremmo avere, invece, circa 20 persone occupate in attività produttive mobili. Il rapporto 20/5 dà un’idea indicativa della distanza che separa la Calabria da una situazione di equilibrio competitivo.

Se questo è lo scenario di riferimento dell’economia regionale allora è opportuno interrogarsi sul contributo che il POR Calabria può dare alla crescita dell’occupazione. L’idea di base, è che i fondi strutturali possono avere un impatto duraturo sull’occupazione in Calabria solo se riescono ad aumentare in modo permanente la competitività del sistema produttivo calabrese e ciò accade se gli interventi pubblici sostengono le attività produttive a mercato nazionale o internazionale. Solo in questo caso, infatti, si innesca un circolo virtuoso e si evitano fenomeni di spiazzamento tipici quando si stimolano attività a mercato locale. I Fondi Strutturali dovrebbero rafforzare le specializzazioni nelle produzioni in cui la nostra regione ha un vantaggio comparato, concentrando gli interventi sui punti critici della catena di determinazione del livello di competitività. Le produzioni manifatturiere leggere, i servizi del terziario avanzato e i servizi turistici rivolti ai non residenti rappresentano alcuni degli anelli di questa catena in cui gli interventi a sostegno della competitività potrebbero avere maggiore efficacia2.

Relativamente al turismo, secondo i dati SVIMEZ nel 2003 soltanto il 20,7 per cento delle presenze turistiche in Italia ha interessato il Mezzogiorno; la quota del Mezzogiorno sul totale dell’Italia è ancora più bassa (14,1% nel 2003) se si considerano soltanto i turisti stranieri. La situazione relativa del Mezzogiorno è, tuttavia, migliorata con continuità, anche se lentamente, nell’ultimo decennio. Nel 2003, in particolare, le presenze turistiche complessive

2 Si rimanda al capitolo “Politiche strutturali per l’occupazione in Calabria” del Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria , Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Maggio 2003 (www.ecostat.unical.it/por).

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) IV

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sono diminuite in Italia dell’un per cento rispetto al 2002, per effetto di una diminuzione del 5 per cento delle presenze straniere, compensata soltanto in parte da un aumento dell’1,8% delle presenze nazionali; nel Mezzogiorno, invece, la crescita più forte delle presenze nazionali (+ 3,7%) ha più che compensato la diminuzione ancora più forte delle presenze straniere (-5,5%), determinando un aumento complessivo di presenze dell’1%; ciò perché la quota delle presenze straniere nel Mezzogiorno è molto bassa.

Particolarmente significativa è stata negli ultimi anni la crescita delle presenze turistiche in Calabria. Secondo i dati ISTAT, nel 2003 le presenze turistiche complessive in Calabria sono aumentate del 40 per cento fra il 1995 e il 2000, dopo una riduzione di circa il 6 per cento nel 2001, la crescita è ripresa a un ritmo superiore all’11 per cento all’anno nel 2002 e nel 2003. Molto importante è il fatto che la crescita è stata più forte per i turisti provenienti dall’estero che per quelli italiani.

Secondo la rilevazione ISTAT sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, nel 2003 sono arrivati in Calabria 170 mila turisti stranieri, la cui permanenza media è stata di quasi una settimana, con una spesa media per turista di 1.380 euro (nel 2002 la spesa media dei turisti stranieri era stata di 1.640 euro, il 19% più elevata che nel 2003) (Banca d’Italia, 2004b, pp. 13-15 e 48). La spesa dei turisti stranieri in Calabria è ancora relativamente bassa; come quota della spesa dei turisti stranieri nel Mezzogiorno essa è, tuttavia, aumentata dal 4 per cento nel 1998 a quasi il 7 per cento nel 2002-2003 (Banca d’Italia, 2004b, pp. 14-15). (La popolazione calabrese è circa il 10 per cento di quella del Mezzogiorno). Ipotizzando una propensione marginale a spendere in beni prodotti in Calabria di 2/3, il turismo straniero in Calabria genererebbe una domanda diretta e indiretta di prodotti calabresi dell’ordine di 500 milioni di euro. Supponendo che una spesa in prodotti calabresi di 50.000 euro generi una unità annua di lavoro, si può stimare in circa 10.000 unità annue di lavoro l’occupazione diretta e indiretta generata dal turismo straniero in Calabria.

Nel 2003 sono arrivati in Calabria 1.145.000 turisti italiani, con una presenza media di 5/6 giorni, per un totale di 6.395.000 presenze. Ipotizzando una spesa media per i turisti italiani pari alla metà di quella degli stranieri, si arriverebbe a una stima dell’occupazione diretta e indiretta generata dal turismo italiano in Calabria dell’ordine di 28.000 unità annue di lavoro. Complessivamente, quindi, il turismo extra-regionale ed estero genererebbe in Calabria circa 38.000 unità annue di lavoro, un numero dello stesso ordine di grandezza degli occupati diretti in attività manifatturiere.

Queste stime danno una prima idea del potenziale ruolo che il settore turistico può svolgere in Calabria e, quindi, dell’importanza di implementare politiche di sostegno idonee a rendere effettive queste potenzialità. Lo spirito della ricerca presentata in questo lavoro è quello di verificare empiricamente l’impatto di una specifica politica a sostegno del settore turistico calabrese.

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3. Le politiche a sostegno del settore turistico: la misura 3.1 Prima della riforma della legislazione nazionale del turismo del 20013, il settore era regolamentato dalla legge n. 217/83 - Legge quadro per il turismo e interventi per il potenziamento e la qualificazione dell’offerta turistica. La Regione Calabria, in attuazione della legge quadro del 1983, ha approvato la legge n. 13 del 1985 - Organizzazione e sviluppo del turismo in Calabria - che prevede, tra le finalità, il potenziamento e la riqualificazione dell’organizzazione turistica regionale, la valorizzazione delle potenzialità del territorio, l’utilizzo programmato delle risorse mediante la formulazione di piani triennali di sviluppo turistico e il riequilibrio dell’attività sul territorio.

Tra gli strumenti che consentono l’applicazione della l. n. 13/85 e che prevedono il sostegno al settore turistico calabrese, rientrano i programmi operativi: il POP 1989-19934, il POP 1994-1999 e il POR 2000-20065.

Relativamente al ciclo di programmazione 1994-1999, lo sviluppo del settore turistico è prioritario nell’agenda degli interventi di politica regionale, essendo destinata a tale obiettivo la quota più rilevante dell’intero programma operativo, pari a 492,442 Meuro. L’ importo destinato al settore turistico (sottoprogramma 3) rappresenta circa il 37% delle risorse totali del POP , contro il 7% del sottoprogramma Comunicazioni, il 17% del PMI e artigianato (sottoprogramma 2), il 18% del sottoprogramma Infrastrutture (sottoprogramma 4) e il 19% del sottoprogramma Valorizzazione risorse umane (sottoprogramma 5) e lo 0,7% del sottoprogramma Assistenza tecnica (sottoprogramma 6).

L’obiettivo generale del sottoprogramma 3 è la qualificazione dell’offerta turistica regionale, poiché il settore turistico è considerato “…uno dei fattori trainanti dello sviluppo regionale …” a causa della “forte e spontanea vocazione turistica della Calabria” (POP Calabria pag. 79).

Le misure, che identificano gli obiettivi specifici del sottoprogramma 3 sono le seguenti:

3 Alla fine degli anni Novanta, dopo quasi venti anni dalla sua emanazione, la legge quadro per il turismo è stata sostituita dalla L. n. 135/2001 - Riforma della legislazione nazionale del turismo - nata con l’esigenza di riformulare una serie di “linee guida” allo scopo di eliminare le disomogeneità, che caratterizzavano l’offerta turistica nazionale. In seguito alla riforma del titolo V della Costituzione, il turismo è divenuto espressamente materia di competenza regionale con l’unico limite dei vincoli derivanti dalla Costituzione, dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Secondo lo spirito della legge, la capacità di crescita del settore è legata sostanzialmente allo sviluppo di "reti" imprenditoriali, di attività promozionali e assistenza turistica che dovrebbero facilitare l'integrazione orizzontale delle differenti attività produttive nel distretto turistico. Inoltre, il ruolo di coordinamento regionale dovrebbe favorire lo sviluppo di sinergie trasversali anche con altri settori, quali quello dei trasporti, del commercio, delle attività artigianali e industriali.

4 Il POP 89-93, individua lo sviluppo del turismo quale Sottoprogramma prioritario dello sviluppo economico della Regione, da attuarsi attraverso il miglioramento dell’apparato ricettivo, la predisposizione di infrastrutture primarie, la valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico della Calabria e il recupero di professionalità dei singoli addetti e degli operatori. L’obiettivo prioritario del Sottoprogramma 3 del POP 89-93 consiste nella destagionalizzazione dei flussi turistici, nella qualificazione e diversificazione dell’offerta attraverso un investimento pari a 131,831 milioni di euro. La misura 3.1- Aiuti agli investimenti turistici- è costata 44 milioni di euro.

5 La strategia d’intervento del POR Calabria 2000-2006 relativa al comparto turistico, è orientata a: i) aumentare le presenze turistiche nella regione attraverso azioni di marketing e di distribuzione del prodotto; ii) aumentare la competitività dell’offerta turistica; iii) migliorare le condizioni logistiche di accesso alla fruibilità dei territori e la politica di accoglienza del turista; iv) aumentare la fruibilità del territorio naturalistico, artistico e culturale regionale; v) favorire l’innovazione tecnologica di processo, di prodotto e organizzativa delle attività di front e back office delle imprese turistiche regionali. Lo strumento operativo di attuazione del POR Calabria 2000-2006 è rappresentato dalla Misura 4.3 – Promozione e fruizione dell’offerta turistica- e dalla Misura 4.4 – Reti e sistemi locali di offerta turistica.

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Misura 3.1 Aiuti agli investimenti turistici;

Misura 3.2 Infrastrutture produttive;

Misura 3.3 Termalismo;

Misura 3.4 Beni culturali;

Misura 3.5 Infrastrutture ricreative e sportive;

Misura 3.6 interventi a sostegno della promozione e commercializzazione dell’offerta turistica;

Misura 3.7 servizi a sostegno.

La misura 3.1 - Aiuti agli investimenti turistici - ha un peso determinante all’interno dell’intero sottoprogramma 3, dal momento che gli investimenti previsti nel settore turistico riguardano prevalentemente la costruzione e la ristrutturazione di strutture alberghiere. Infatti, alla misura 3.1 sono destinati circa 266 Milioni di euro che rappresentano il 54% delle risorse totali dedicate al sottoprogramma 3.

L’obiettivo della misura 3.1, relativa agli aiuti agli investimenti turistici, è di aumentare la dotazione ricettiva delle strutture alberghiere medio-alte e di migliorare l’offerta turistica attraverso la ristrutturazione e la riorganizzazione (anche in termini di servizi complementari, sportivi e ricreativi) dell’attuale sistema di accoglienza del territorio calabrese.

Le strategie di intervento e gli obiettivi specifici, specificati nel paragrafo 2 della Misura in esame, determinano come obiettivo prioritario della misura la creazione di nuove strutture ricettive e/o l’ammodernamento dell’offerta turistica attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto a favore dell’industria alberghiera rivolti a qualificare, migliorare, potenziare l’offerta turistica attraverso opere di costruzione, ampliamento, trasformazione, ammodernamento, arredamento e rinnovo di strutture ricettive (escluso esercizi di affittacamere, case, appartamenti per vacanza); aziende termali, impianti congressuali, nautici, sportivi, ricreativi (art. 1 della LR 26/84).

La prevista copertura delle spese è pari al 45% della spesa riconosciuta ammissibile. Per le tipologie di spesa ammissibili i contributi sono cumulabili con altro aiuto pubblico. L’erogazione del contributo può avvenire sia in corso d’opera (in proporzione alle opere eseguite) sia ad intervento completamente realizzato. Il restante 55% è a carico dei privati.

I risultati che la Regione Calabria si proponeva di conseguire attraverso la misura 3.1 sono i seguenti6:

incremento di circa 7000 posti letto che dovrebbe comportare a regime un aumento occupazionale di circa 700 unità di mano d’opera;

incremento dei livelli occupazionali sia a tempo determinato nella fase di realizzazione dell’intervento, sia a regime. L’incremento previsto di occupazione qualificata nel settore Turismo è di 200 unità;

incremento della produzione e commercializzazione dei prodotti complementari al turismo;

prolungamento della stagione turistica con l’incremento delle presenze turistiche che dovrebbe influire sul tasso di crescita del PIL.

6 La specificazione dei risultati attesi è indicata nei paragrafi 3.2 (indicatori fisici) e 4.1 (indicatori di risultati) del paragrafo 2 e nel paragrafo 6.3 della Misura 3.1.

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4. La Misura 3.1 nella documentazione ufficialeCome più volte ricordato, uno degli obiettivi principali della programmazione regionale relativa al POP 94-99 è lo sviluppo del settore turistico. Infatti, se si considera la distribuzione finanziaria del programma originario si osserva che il sottoprogramma 3, quello relativo al Turismo, assorbe poco meno del 40% dell'intera dotazione finanziaria. L’attivazione di così consistenti politiche settoriali è giustificata dalla considerazione che gli elementi di debolezza del settore sono il basso standard qualitativo delle imprese e la bassa diversificazione dell'offerta7.

Nelle fasi attuative del programma operativo, la priorità strategica del turismo è stata ridimensionata, a causa delle successive riprogrammazioni che hanno spostato risorse finanziarie verso progetti immediatamente cantierabili e a favore di misure a maggiore capacità di spesa. Ciò nonostante, si può affermare che il POP Calabria 1994-99 ha assegnato un ruolo importante al turismo puntando al miglioramento della qualità dell’offerta turistica e alla sua diversificazione, quali efficaci strumenti per superare i limiti della stagionalità dei flussi turistici che interessano la Regione.

L’analisi qualitativa della documentazione ufficiale della misura 3.1 pone alcuni interrogativi utili ai fini della valutazione dell’intervento.

Un primo aspetto riguarda l’analisi dell’attuazione finanziaria della misura, poiché la valutazione dell’efficacia di un intervento deve considerare se l’erogazione dei contributi previsti dalla misura è coerente con gli obiettivi previsti nel programma. Se si confronta la tempistica attuativa della misura con il piano finanziario programmato per anno, emerge come, in fase di programmazione, la maggior parte della spesa dovesse essere concentrata negli anni 1995 e 1996, mentre se si considera la fase attuativa si nota che solo nell’agosto del 1996 viene pubblicata la graduatoria definitiva relativa al primo bando. Ciò ha influito negativamente sull’andamento della spesa. Infatti, la maggior parte della spesa (47,37%) è stata realizzata nel 2001 che è l’ultimo anno utile, mentre a fine 1999 i pagamenti non raggiungevano la metà della spesa totale riprogrammata. Si consideri, inoltre, che la bassa capacità di spesa è in realtà sottovalutata, poiché si deve tener conto della riprogrammazione che ha ridotto le risorse per questa misura e, anche se in misura minore, del ricorso ai cosiddetti progetti “sponda” che hanno artificialmente aumentato la capacità di spesa e dell’uso del metodo dell'overbooking. Ciò ha sicuramente inciso negativamente sull’efficacia della misura, solo in parte mitigata dall’adozione di graduatorie “a scorrimento” che ha consentito l’attenuazione di alcuni inconvenienti delle procedure concorsuali. È verosimile pensare che i piani di investimento delle imprese, che di per sé sono attività ad esito incerto, siano stati ulteriormente condizionati dall’incertezza del momento previsto di effettiva erogazione dei fondi da parte della Regione. Occorre tener presente anche del fatto che gli effetti degli investimenti realizzati nella fase finale del ciclo di negoziazione possono ancora non essersi manifestati. Inoltre, se i contributi sono stati erogati con ritardo, allora è utile interrogarsi sul grado di sostituibilità tra alternative fonti di finanziamento. Infatti, qualora si osservi che nonostante i ritardi i progetti siano comunque realizzati, allora il contributo finanziario della 3.1 potrebbe non essere integrativo. D’altra parte, un’interpretazione in direzione opposta deriva dal possibile utilizzo della condizione di essere in attesa del contributo per ottenere finanziamento presso istituti di credito, altrimenti non ottenibile.

7 A conferma della rilevanza strategica del settore turistico nella programmazione regionale, si osservi che lo sviluppo turistico è, altresì, sostenuto da un insieme di misure, collocate nel sottoprogramma 4, finalizzate a migliorare il contesto ambientale e la qualità della vita negli ambiti dello smaltimento dei rifiuti, della produzione e consumo di energia pulita e della gestione delle risorse idriche. L'analisi dell'allocazione finanziaria mostra, quindi, una strategia di sviluppo fondata sulla sinergia tra turismo, ambiente e cultura.

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Un secondo aspetto riguarda la distribuzione territoriale degli interventi. Ci si chiede se essa risponda alla strategia prevista dalla misura in esame. L’attrattività di alcune località tradizionalmente vocate al turismo è indicato nel POP quale fattore potenzialmente trainante per uno sviluppo più diffuso sul territorio regionale; a tal fine, sono stati individuati gli “Ambiti turistici” entro cui concentrare gli investimenti. Se si considera la distribuzione geografica della spesa, emerge, infatti, la tendenza a localizzare gli interventi lungo la linea di distribuzione del patrimonio ricettivo preesistente. Ciò, evidentemente, sarebbe coerente con un’idea di sviluppo regionale basato sulla valorizzazione dei poli di eccellenza. Infatti, la distribuzione territoriale degli interventi potrebbe far desumere che siano rimaste inalterate le condizioni di sottodotazione infrastrutturale di settore e di ritardo di sviluppo che caratterizzano alcune zone dell’entroterra.

Un terzo elemento di analisi riguarda il grado di integrazione della misura con le altre previste nel sottoprogramma in esame. Tale aspetto è di interesse, dal momento che gli effetti indotti del turismo non dipendono solo dalla sua intensità, ma anche dalla lunghezza della stagione. Per tale motivo sembra rilevante considerare le diversificazioni proposte alla domanda e, quindi, dare importanza non solo all’entità degli interventi, ma anche all’integrazione tra i singoli interventi. Dall’analisi dei documenti, non emerge una strategia finalizzata ad un utilizzo coordinato delle opportunità offerte dai Fondi Strutturali, in quanto gli interventi privilegiano gli incentivi a singole esperienze imprenditoriali, mentre sottodimensionano i progetti integrati. Ciò non implica che, in alcune realtà locali, non si siano prodotte esperienze di complementarità tra misure; tuttavia, sarebbe utile verificare se tale fenomeno non sia dovuto in via esclusiva alla capacità attrattiva delle zone più dinamiche.

5 L’indagine direttaIl punto di partenza dell’analisi è la constatazione che gli obiettivi delle politiche regionali a favore del settore turistico non sono di immediata verificabilità, a causa dell’assenza di dettagliate informazioni sulla struttura del mercato in esame. Pertanto, si è ritenuto necessario colmare tale vuoto informativo realizzando un’indagine di campo finalizzata ad esaminare le caratteristiche delle imprese turistiche regionali. L’indagine diretta, condotta somministrando a 265 imprese un questionario semi-strutturato, è stata realizzata nel periodo gennaio-marzo 2004. Il campione è composto da 119 imprese beneficiarie dei contributi previsti dalla misura 3.18 e da 146 imprese non finanziate da questa misura. L’insieme delle imprese non finanziate con la misura 3.1 è stato stratificato per localizzazione, per tipologia, e per dimensione della struttura ricettiva. Esso funge da gruppo di controllo al fine di misurare le dinamiche d’impresa di unità simili a quelle beneficiarie dei contributi9.

8 Le imprese che hanno usufruito della misura 3.1 sono 214. Il campione incluso nell’indagine è composto da un numero inferiore di imprese, poiché molte imprese hanno cessato l’attività, altre l’hanno sospesa nel periodo di rilevazione e altri imprenditori non hanno mostrato disponibilità ad essere intervistati (cfr. cap. 5). Alcuni di questi problemi si sono registrati anche nel caso delle imprese non finanziate. Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che l’analisi potrebbe essere influenzata dalla selezione del campione, poiché include le strutture che svolgono la propria attività durante tutto l’arco dell’anno e, quindi, presumibilmente, quelle che presentano strutture organizzative e gestionali più solide.

9 L’utilizzo di un gruppo di controllo riduce il problema delle “variabili omesse”, poiché è ragionevole supporre che entrambi i gruppi siano esposti all’influenza delle congiunture economiche e degli stessi fattori esogeni al programma. Più problematico appare, invece, eliminare il problema di selezione del campione (selection bias), poiché il gruppo dei beneficiari non è un gruppo estratto casualmente da una popolazione. Nel nostro caso, infatti, la composizione del gruppo delle imprese finanziate dipenda dalle loro specifiche caratteristiche che ne hanno determinato il successo nel processo di attribuzione del contributo. In conseguenza di ciò, può accadere che differenze sistematiche, non osservabili dal valutatore, nella composizione dei due gruppi analizzati possono essere la causa di alcuni dei cambiamenti attribuiti, invece, all’impatto della misura. Perciò, si è cercato di limitare i problemi derivanti dall’utilizzo di questa metodologia utilizzando, in alcuni casi, i dati rilevati

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5.1 Analisi delle relazioni di mercatoL’analisi delle relazioni di mercato delle imprese intervistate evidenzia tre risultati di particolare interesse, riguardanti il ruolo degli intermediari, l’outsourcing ed alcuni aspetti relativi alla domanda di servizi turistici.

Ruolo degli intermediari. L’idea di indagare la presenza degli intermediari (tour operators, agenzie di viaggio) nasce dal fatto che essi possono svolgere un ruolo importante in termini di prolungamento della stagione turistica e, quindi, di consolidamento delle posizioni lavorative10.

Tuttavia, i risultati dell’indagine diretta, mostrano che la vendita diretta rappresenta ancora il principale canale di vendita dei servizi turistici. Infatti, ben il 96,2% delle imprese ha risposto di utilizzare la vendita diretta e il 24,9% lo usa in modo esclusivo. La presenza dei tour operators sul territorio regionale, seppur in crescita negli ultimi anni11 e con forti differenze tra le diverse zone della Calabria, sembra ancora limitata: il 43,4% degli intervistati ricorre all’intermediazione per la distribuzione e vendita del servizio turistico e, di questo, solo l’11% gli attribuisce un peso, rispetto alle altre modalità di vendita, superiore al 50%12.

Risultati simili si ottengono per le agenzie di viaggio, poiché solo il 40% delle imprese ricorre all’intermediazione degli agenti di viaggio e, tra queste, solo il 5,6% attribuisce un peso superiore al 50% rispetto agli altri canali di vendita.

Sebbene il ruolo degli intermediari sia ancora residuale rispetto alla vendita diretta, è utile soffermarsi su alcuni elementi che ne caratterizzano l’azione, poiché essi rappresentano gli interlocutori naturali per liberare il settore dai vincoli di domanda interna. L’attenzione è posta sulle tipologie di accordi commerciali e sulla presenza degli intermediari nel territorio regionale.

Relativamente alle agenzie di viaggio, la tipologia di contratto più frequentemente sottoscritto con le imprese ricettive è il contratto con provvigione: questo contratto interessa il 48,6% degli intervistati, mentre il 19% indica l’allotment, il 3,8% la chiamata diretta, il 3,8% accordi

unicamente sul gruppo assoggettato al trattamento dell’intervento, in altri casi ricorrendo all’autovalutazione, ossia chiedendo ai beneficiari della misura di quantificare il grado con cui gli incentivi hanno prodotto cambiamenti nelle decisioni di investimento e assunzione di personale. I principali problemi di questo approccio sono da ricercare nella difficoltà degli intervistati di stimare l’impatto degli incentivi sulla probabilità di effettuare un certo investimento o assumere nuovo personale. Un altro problema è che le imprese possono essere incentivate a sovrastimare gli effetti dell’intervento, pensando che un apprezzamento dell’impatto degli incentivi sulle decisioni di espansione dell’impresa possa favorire la continuazione del programma di incentivi. Tuttavia, si tenga conto che il problema della selezione del campione è limitato dal fatto che i due diversi gruppi di imprese presentano molte caratteristiche comuni, quali, per esempio, la dimensione, la localizzazione geografica, la composizione e la provenienza della forza lavoro e l’utilizzo dei canali di vendita.

10 I contratti tra le imprese turistiche e gli intermediari permettono al prodotto turistico regionale di entrare nei circuiti di consumo internazionali, che svincolano la domanda di servizi turistici dalla stagionalità tipica dei movimenti turistici nazionali. Il principale vantaggio del prolungamento della stagione turistica è legato all’aumento del coefficiente di utilizzazione delle strutture ricettive che, in ultima analisi, è l’elemento più importante per valutare l’impatto sul mercato del lavoro (estensione della durata dei contratti di lavoro a tempo determinato, aumento degli occupati, qualificazione della forza lavoro, nuove figure professionali, ecc..).

11 30 imprese su 115 hanno risposto che, pur non avendo operato in passatoattraverso tour operators hanno deciso di ricorrere all’intermediazione negli ultimi anni.

12 Delle imprese che affermano di non ricorrere ai tour operators, 56 sostengono di non avvertirne la necessità, 24 preferiscono il contatto diretto con la clientela, 15 ritengono che lo sconto richiesto dagli intermediari sia eccessivo, 18 hanno dubbi sui reali vantaggi derivanti dall’intermediazione e 41 affermano che siano altri i motivi che giustificano il non utilizzo di intermediari (per esempio, la quasi totalità degli intervistati spiega che le modeste dimensioni della struttura ricettiva limitano l’interesse da parte degli stessi tour operators e agenti di viaggio).

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promozionali e l’1,9% il vuoto per pieno. Il rimanente 20% del campione di imprese collabora con agenzie di viaggio, ma le condizioni dei contratti sono stabilite di volta in volta.

Per quanto riguarda i tour operators, dall’analisi emerge che la destinazione “Regione Calabria” è un prodotto relativamente recente: nel periodo 2000-2003 le imprese che hanno dichiarato di aver usufruito dell’intermediazione sono solo il 32% del totale.

I contratti utilizzati, in generale, dai tour operators sono il vuoto per pieno per le destinazioni turistiche classiche e, a causa della maggiore rischiosità, l’allotment per le aree turistiche emergenti. L’indagine indica che, in Calabria, il vuoto per pieno ha, in media, un utilizzo inferiore rispetto agli altri contratti, e questo potrebbe essere interpretato come un segnale di mercato sulla rischiosità della destinazione Calabria. Tuttavia, se si considera la distribuzione territoriale delle diverse tipologie contrattuali emerge che le aree a turismo più consolidato (Tropea-Costa degli Dei, Riviera dei Cedri, Riviera degli Oleandri) sono quelle in cui risulta più frequente la sottoscrizione di contratti vuoti per pieno, mentre in altre aree (Costa Viola, Isola Capo Rizzuto, Golfo di Squillace) si utilizza l’allotment con diritto d’opzione. Questo dato è un indicatore della forte differenziazione territoriale del turismo calabrese, con aree in cui sono presenti modelli organizzativi dell’offerta turistica caratterizzati da un elevato grado di modernità, ed altre ad alta potenzialità, ma soggette ai vincoli tipici di aree a ritardo di sviluppo.

Un altro aspetto analizzato nell’indagine è il giudizio sul ruolo dell’intermediazione espresso dalla imprese intervistate. Circa l’80% delle imprese che operano con i tour operators attribuisce all’aumento della reputazione il principale vantaggio derivante dalle relazioni con gli intermediari. Inoltre, significativo è il peso assegnato alla riduzione del rischio di invenduto, mentre più articolato è il giudizio sul ruolo dell’intermediazione in termini di aumento del margine di profitto.

Outsorcing. Le imprese turistiche calabresi mostrano un basso grado di outsourcing dei servizi complementari a quelli di pernottamento e ristorazione. Dall’indagine risulta che le imprese turistiche calabresi continuano ad essere entità produttive chiuse, con limitata capacità di relazionarsi con operatori economici che offrono servizi complementari: infatti, solo il 27% delle imprese ricorre all’esterno per i servizi di animazione, il 14% per il servizio di trasporto, il 7,5% per il marketing e l’1,8% per il catering.

Domanda di mercato. L’analisi di contesto del mercato turistico calabrese interessa anche la verifica della tipologia di clientela che domanda servizi turistici. A conferma dell’elevato grado di stagionalità, i dati suggeriscono che il segmento di clienti più importante è rappresentato dalle famiglie in vacanza, seguito dalle coppie. Gruppi turistici e il turista singolo hanno un peso inferiore, mentre, per quanto riguarda il segmento affari emerge che sono poche le imprese (circa il 4% del totale delle imprese intervistate) che attribuiscono a questa nicchia di mercato un peso rilevante. Infine, è trascurabile il segmento del turismo culturale (gite scolastiche, congressi).

Relativamente alle presenze turistiche, le imprese che hanno fornito queste informazioni per gli anni 1994 e 2003 sono 81. Il risultato più evidente è l’aumento delle presenze turistiche sia per l’alta che per la bassa stagione ed interessa il servizio pernottamento e quello di ristorazione, anche se gli incrementi più consistenti riguardano il servizio di pernottamento.

Per quanto riguarda la permanenza media dei turisti, il tradizionale weekend (soggiorno di 1-3 giorni) è quello più venduto in bassa stagione; i soggiorni di durata superiore a quattro giorni si osservano maggiormente in alta stagione; infine, marginale è la frequenza dei soggiorni di durata superiore a quindici giorni.

Il principale mercato di riferimento delle imprese censite è quello nazionale che assorbe il 67% della domanda orientata ai servizi turistici calabresi, con prevalenza dei turisti

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provenienti dal regioni del Centro d’Italia. I flussi turistici intra-regionali rappresentano il 20% della clientela presente nelle strutture ricettive della regione, mentre l’Europa assorbe il 14% dell’offerta turistica calabrese e solo l’1,2% dei clienti proviene da paesi extraeuropei.

La limitata presenza di stranieri in Calabria può dipendere sia dal limitato ruolo dei intermediari sia dalle difficoltà di collegamento. Infatti, laddove almeno uno di questi vincoli sia meno stringenti, per esempio per l’area di Tropea-Costa degli Dei, la percentuale di stranieri aumenta sensibilmente.

5.2 Il mercato del lavoro Questo paragrafo analizza le caratteristiche della forza lavoro delle imprese considerate nell’indagine diretta. Prima di analizzare i principali risultati dell’indagine diretta è utile presentare alcuni dati sul mercato del lavoro in Calabria.

I dati sul mercato del lavoro in Calabria mostrano che nel 2003 l’occupazione è cresciuta per il quarto anno consecutivo, anche se l’aumento del numero di occupati è stato inferiore rispetto agli anni precedenti. L’analisi per settori evidenzia che nel 2003 in Calabria il 67,30% dei lavoratori risulta impiegato nel terziario, il 12,80% nel settore primario e il 19,90% nel secondario. Rispetto alla media nazionale, permane elevata la quota dei lavoratori agricoli e sottodimensionata quella dei lavoratori industriali. Una disaggregazione più puntuale rileva che nel 2003 il 7,96% dei lavoratori è occupato in attività di trasformazione industriale e una percentuale più alta (11.76%) nelle costruzioni; il 50.52% è impiegato nei servizi, (il 16,78% nei servizi commerciali). Nel terziario un contributo alla crescita dell’occupazione è stato dato dal settore turistico, che ha fatto registrare un incremento di presenze del 14%.

Gli aspetti considerati in questa ricerca riguardano la struttura delle imprese, le tipologie contrattuali utilizzate, le modalità di reperimento del personale, le figure professionali presenti, il livello di istruzione e la provenienza geografica degli addetti.

Dimensione aziendale. L’indagine diretta sulle imprese turistiche calabresi conferma il dato nazionale secondo cui il settore è caratterizzato dalla presenza di imprese di piccole dimensioni. Misurando la dimensione in termini di addetti, la quota di imprese con un numero di addetti inferiore a 20 unità è pari al 67,3% nel caso delle imprese finanziate e all’80,1% nel gruppo delle imprese non finanziate. Inoltre, anche i settori direttamente o indirettamente collegati al comparto ricettivo, quali agenzie di viaggio e imprese specializzate nell’intrattenimento, presentano un’offerta molto frammentata e un numero di addetti ridotto.

Tipologia di addetti. Le figure professionali più diffuse nelle strutture ricettive calabresi sono il cameriere di sala (con una frequenza pari a circa il 21% degli addetti), il cameriere ai piani (18,81% per le finanziate e 14,14% per le non finanziate) e il personale di cucina (12% in entrambi i gruppi di imprese). Buona è anche la percentuale di presenze di animatori nelle strutture considerate, con quote del 10,98% nel caso delle imprese finanziate e del 7,42% di quelle non finanziate. Un minore peso si registra per figure come responsabili amministrativi e contabili; questi ruoli vengono svolti in alcuni casi da consulenti esterni, in altri è lo stesso direttore che svolge più mansioni all’interno dell’impresa. Ridottissima è, infine, la presenza di facchini sul totale degli addetti. Gli operatori intervistati hanno fatto presente che in molte strutture a conduzione familiare la suddivisione dei ruoli è, come atteso, più formale che sostanziale essendo presente un’elevata flessibilità funzionale.

I contratti di lavoro. L’elevata stagionalità del settore turistico calabrese condiziona le relazioni contrattuali: il 65,5% delle imprese finanziate stipula contratti di lavoro stagionale. Nel 37% dei casi questa tipologia contrattuale interessa più della metà della forza lavoro assorbita dall’azienda. Rilevante è anche la presenza di contratti part-time (24,3%), mentre minore è l’incidenza del lavoro interinale (2,5%). Analoghi dati si hanno nel caso delle imprese non finanziate.

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Le relazioni sul mercato del lavoro risentono della forma giuridica delle imprese. A differenza delle imprese finanziate, la cui la forma giuridica prevalente è la società di persone (35,3%), nel caso delle imprese non finanziate la ditta individuale è la configurazione societaria più ricorrente (52,7%). Ciò si traduce in un maggior ricorso, per le imprese non finanziate, a una struttura a conduzione familiare: il 17,1% delle aziende del campione è “a completa gestione familiare”, mentre per il 31,2% delle strutture ricettive più della metà della forza lavoro è costituita dal titolare e dai suoi familiari.

I risultati rispecchiano le caratteristiche del mercato del lavoro turistico nazionale per quanto riguarda il ricorso a contratti stagionali. Al contrario, relativamente all’utilizzo di lavoro part-time ed interinale, il settore ricettivo calabrese manifesta una controtendenza rispetto alla situazione del mercato turistico nazionale, poiché l’utilizzo di questa tipologia di contratti è pressoché assente1 3 .

Modalità di reperimento della forza lavoro. Le modalità utilizzate per il reperimento di nuovo personale sono per il 43% degli intervistati le conoscenze personali; il 33,6% affianca al canale precedente la ricerca tramite scuole alberghiere, mentre residuale è la presenza di imprese che si avvalgono di agenzie esterne specializzate nella selezione del personale (5,7%).

La ricerca di addetti qualificati rappresenta un vincolo per il 58,5% delle imprese intervistate. Le figure professionali difficili da reperire hanno un carattere eminentemente operativo: camerieri di sala (per il 49% delle imprese turistiche) e cuochi (54,8%) sono i profili per cui sembra esserci un vincolo di offerta sul mercato del lavoro, oppure un mismatch tra chi domanda e chi offre lavoro. Le imprese dichiarano, inoltre, di avere difficoltà nella ricerca di camerieri ai piani (29,7%) e di personale di cucina (37,4%). Non sono emerse, invece, particolari difficoltà relativamente al reperimento di personale nei ruoli di carattere più propriamente gestionale.

Un risultato atteso, dato che le persone intervistate operano dal lato della domanda di lavoro, è che il 63% riconduce la difficoltà a reperire lavoratori qualificati alla mancanza sul mercato locale delle figure professionali richieste e solo il 5,8% degli intervistati indica come causa della difficoltà l’alta retribuzione richiesta dai lavoratori14.

Livello di istruzione. Dall’analisi del livello di istruzione degli addetti si registra, coerentemente con la prevalenza dei ruoli operativi, una maggior presenza del diploma di scuola media superiore e del diploma di scuola media inferiore, mentre marginale è la presenza sia di addetti con laurea e sia di quelli con licenza elementare.

Le imprese calabresi domandano più professionalità ma, allo stesso tempo, investono relativamente poco in capitale umano rispetto agli altri settori. Solo nel 13,6% delle imprese intervistate i lavoratori hanno partecipato, nell’ultimo anno, a corsi di formazione organizzati all’interno della stessa impresa turistica (19,2%) o da altre aziende (70,8%).

Il livello d’istruzione delle persone che lavorano nel turismo è, comunque, mediamente basso, anche se esiste una forte differenziazione all’interno del comparto. In particolare, gli alberghi e i ristoranti occupano la più alta percentuale di forza lavoro con basso titolo di studio, mentre le persone impiegate nelle agenzie di viaggio e, ancora di più, gli addetti dei grandi tour

13 È possibile che il numero dei part-time rilevati dall’indagine diretta sia sottostimato, perché gli intervistati potrebbero aver accorpato i lavoratori part-time o a tempo determinato di 3-4 mesi con quelli stagionali.

14 Tali risultati contraddicono quanto registrato dalle fonti ufficiali (European Foundation on the Improvement of Working and Living Conditions, 2002; OECD, 2001), che individuano proprio nei bassi salari pagati dagli imprenditori il problema principale, assieme agli orari di lavoro e all’insicurezza, del mercato del lavoro turistico.

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operators o delle grandi imprese di trasporto, raggiungono in genere un più elevato livello d’istruzione (laurea e, in alcuni casi, specializzazioni post laurea).

Per quanto riguarda le dinamiche occupazionali, dall’indagine emerge che esiste un’alta mobilità: circa il 70% degli occupati cambia posizione lavorativa all’interno dello stesso settore. Il risultato è in linea con le dinamiche registrate in altri paesi dal momento che si tratta di lavoratori molto spesso alle prime esperienze di lavoro. Elevata è anche la mobilità dal settore turistico verso altri settori; è invece ridotta quella in senso contrario.

Provenienza geografica. La forza lavoro impiegata nel settore ricettivo calabrese è prevalentemente locale, il 77% degli occupati nelle imprese turistiche intervistate proviene, infatti, da una delle province calabresi. Cosenza è la più rappresentata con il 35,8% degli addetti, seguita da Vibo Valentia con il 15,3%, da Catanzaro con il 10,9%, da Reggio Calabria con il 9,2% ed, infine, da Crotone con il 6,5%. Per quanto riguarda le aree extra-regionali, l’8,4% degli occupati proviene da altre regioni italiane e il 2,3% dall’Europa dell’Est.

In generale, nel settore turistico la percentuale di lavoratori stranieri è molto alta a causa dell’assenza di forti barriere all’entrata o all’uscita nel mercato del lavoro turistico e alla natura stessa delle prestazioni, solitamente occasionali o a tempo determinato che, pertanto, rendono il sistema di recruitment molto flessibile. Il fatto che dall’indagine condotta sia risultata una percentuale di lavoratori stranieri sul totale degli occupati relativamente bassa, può essere ricondotta a due motivi. Il primo, è legato all’elevato tasso di disoccupazione che caratterizza il mercato del lavoro calabrese che lo rende meno attraente per la forza lavoro proveniente da altri paesi; il secondo motivo è legato alla forte presenza del lavoro sommerso che caratterizza il settore turistico in generale e, ancora di più, se si tratta di lavoratori stranieri.

Per quanto riguarda i flussi inter-provinciali, dalla survey risulta che nella provincia di Catanzaro più dell’85% degli occupati proviene da comuni appartenenti alla stessa provincia. Nella provincia di Crotone il 14,4% della forza lavoro proviene dalla provincia di Vibo Valentia, il 5,5% dalla provincia di Cosenza. Le strutture ricettive della provincia di Vibo Valentia impiegano, al contrario, manodopera extra-regionale; il 7,8% proviene, infatti, dalle regioni del Nord Italia, e il 6,6% dall’Europa dell’Est.

5.3 Efficacia della politicaIn questo paragrafo si presentano i risultati relativi all’efficacia della politica, proponendo due diversi approcci. Il primo è un’analisi qualitativa basata sull’opinione dei beneficiari della misura e finalizzata a porre in evidenza le indicazioni di politica economica espressi da chi opera nel settore. Il secondo è un approccio quali-quantitativo che utilizza i risultati dell’indagine diretta per valutare alcuni aspetti rilevanti per la determinazione degli effetti della politica.

5.3.1 L’opinione dei beneficiari Un sintetico quadro d’insieme. Per formulare una valutazione generale sull’efficacia del sostegno erogato dalla Regione Calabria a favore del settore turistico calabrese, uno strumento utilizzato nell’indagine diretta è quello di chiedere agli intervistati il loro giudizio (a) sul processo di attivazione della misura 3.1, (b) sulle proposte da apportare in sede di attuazione di altre politiche a sostegno del settore e (c) sull’impatto della misura 3.1.

Il giudizio di metà dei destinatari del sostegno è negativo, il 40% esprime una valutazione positiva, mentre il restante 10% si colloca tra le due posizione estreme. I punti di debolezza della politica maggiormente ricorrenti nel giudizio degli intervistati riguardano le difficoltà burocratiche e i notevoli ritardi nell’erogazione dei contributi che, a parere dei beneficiari,

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hanno aumentato l’onerosità dell’investimento a causa dei vincoli di accesso al mercato del credito.

Rilevante è il parere dei beneficiari della misura in termini di proposte per migliorare l’attuazione di politiche a sostegno del settore turistico. Tre sembrano essere gli aspetti di maggior rilievo. Innanzitutto, le imprese richiedono più chiarezza e trasparenza nell’iter procedurale ed una maggiore assistenza e consulenza da parte dell’ente erogatore del contributo. Inoltre, ritengono opportuna la predisposizione di convenzioni tra la Regione e gli istituti finanziari per la concessione di credito a tassi agevolati, in attesa dell’erogazione dei contributi. Infine, l’opinione ricorrente tra gli intervistati è la necessità di prevedere interventi integrati di sostegno al settore, in cui, accanto a politiche di qualificazione del settore, si considerino strumenti di politica fiscale, quali la fiscalizzazione degli oneri sociali e la detassazione degli utili reinvestiti.

Vincoli ed opportunità del settore. In questo paragrafo si presentano i risultati relativi ai giudizi espressi dalle imprese sui principali fattori che potrebbero contribuire alla crescita del settore turistico in Calabria. Dal punto di vista delle singole unità produttive, l’opinione prevalente è che il fattore principale su cui far leva è rappresentato dall’aumento della domanda di servizi turistici. Entrambi i gruppi di imprese, condividendo questo giudizio, assumono che il settore sia soggetto a vincoli di domanda.

Il secondo elemento in ordine di importanza che viene indicato dagli operatori è la disponibilità di capitali. In questo caso, il giudizio tra i due gruppi di imprese si differenzia, poiché le imprese non finanziate con la 3.1 attribuiscono ad esso un’importanza relativa simile a quella assegnata alla domanda15. Questo giudizio è in linea con i risultati relativi all’importanza attribuita all’accesso ai fondi pubblici: in media tre imprese su quattro considerano importante poter disporre di contributi pubblici per determinare la crescita dell’impresa e nella valutazione comparata con le altre determinanti dell’offerta turistica, la variabile contributi pubblici si colloca al terzo posto.

Interessanti sono i risultati relativi al ruolo del progresso tecnologico: l’utilizzo delle nuove tecnologie, quali il booking-on-line, rappresenta per il 62,18% del campione finanziato e per il 62,33% di quello non finanziato un fattore cruciale per essere competitivi. Rimane, tuttavia, alta la percentuale di chi attribuisce poca importanza allo sviluppo telematico (rispettivamente il 27,73% per le finanziate e il 21,23% per le non finanziate). Nella valutazione comparata, le imprese non finanziate collocano al quarto posto della scala di importanza la variabile innovazione, quelle finanziate la inseriscono al quinto posto.

Una migliore distribuzione di vendita del prodotto vacanza costituirebbe per il 70.59% degli imprenditori finanziati e per il 58.90% dei non finanziati, un importante fattore di crescita. Questi dati sono in linea con i precedenti risultati sul ruolo della domanda e, nelle intenzioni degli operatori del settore, sembrerebbero indicare che il ricorso al sistema di intermediazione è una leva importante per destagionalizzare i flussi turistici. Tuttavia, essi sono in contrasto con lo scarso utilizzo dell’intermediazione rilevata da questa indagine diretta (cfr § 5.1).

15 Dato l’elevato ammontare degli investimenti richiesti nelle strutture ricettive, questo settore si caratterizza per un elevato rapporto capitale/fatturato e per lunghi periodi di rimborso dei finanziamenti dei nuovi progetti. Le strutture ricettive, infatti, sopportano rilevanti costi fissi d’impianto per la costruzione e l’arredo dei locali, costi fissi di esercizio, quali interessi sui finanziamenti ottenuti, spese di direzione e amministrazione, ammortamenti, spese di pubblicità, manutenzione e sorveglianza, costi legati al volume delle attività produttive, quali riscaldamento, illuminazione, comunicazione e costi variabili in rapporto al numero di clienti. Questi ultimi riguardano principalmente l’acquisto pasti e bevande e il costo del personale addetto alle camere e alla ristorazione. L’accesso al credito, e soprattutto la disponibilità di capitale proprio, costituiscono la condicio sine qua non per operare nel settore ricettivo.

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Inoltre, gli imprenditori ritengono importante la riduzione della criminalità organizzata, anche se vi assegnano un peso relativamente inferiore agli altri fattori citati. Infatti, nella valutazione comparata, le imprese collocano al penultimo posto della scala di importanza la variabile criminalità.

Infine, la concorrenza tra le strutture ricettive non sembra essere un ostacolo per la crescita della propria azienda, anzi, rappresenterebbe un incentivo per garantire una maggiore qualità dei servizi erogati.

In sintesi, secondo il parere degli intervistati, a livello di impresa, i fattori di crescita più rilevanti sono l’aumento della domanda e la disponibilità di capitali privati. Nella scala di priorità, è indicata di seguito la disponibilità ad accedere a contributi pubblici. Seguono il miglioramento della distribuzione di vendita, l’innovazione, la riduzione della criminalità e, a distanza, il livello di concorrenza nel settore.

A livello di settore, la tabella 1 riporta l’elenco dei fattori di crescita e le risposte degli intervistati, ai quali è stato chiesto di esprimere al massimo quattro preferenze. Quello che emerge è che i fattori chiave per lo sviluppo del turismo in Calabria sono un’efficiente rete di trasporti, la formazione professionale degli addetti, la promozione dell’immagine della Calabria e l’efficienza nella Pubblica Amministrazione.

L’impatto della Misura 3.1. In sede di valutazione dell’impatto della misura, è sembrato rilevante considerare il giudizio dei beneficiari sugli effetti diretti ed indiretti della misura. Le domande sono state poste assumendo che l’intervento abbia comunque positivamente influito su alcune variabili di interesse, quali la qualità e la dotazione delle camere, l’offerta dei servizi, il numero di addetti, le presenze turistiche e la tipologia di clientela. L’idea è di ottenere un ordinamento dei possibili impatti. La scala con cui sono graduate le auto-valutazioni degli intervistati è di tipo qualitativo (“alto, medio, basso”).Tabella 1 Fattori di sviluppo del settore turistico.

  Valori assoluti valori %

Rete di trasporto 96 19,63Formazione addetti 56 11,45Immagine Calabria 53 10,84Efficienza delle PP.AA. 51 10,43Tutela ambiente 46 9,41Attività promozionali regione 45 9,2Offerta di eventi turistici 41 8,38Migliori strutture ricettive 32 6,54Accesso al credito 31 6,34Sicurezza/ordine pubb. 18 3,68Fiere 10 2,04Altro (lingue e professionalità) 7 1,43Abbattimento barriere architettoniche 3 0,61Totale 489 100

Fonte: nostre elaborazioni su dati dell’indagine diretta.

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Tabella 2 Autovalutazione delle imprese rispetto all’impatto positivodella Misura 3.1. Distribuzione percentuale.

 

Aumento della qualità e dotazione

dei posti letto

Aumento dei servizi

offerti

Aumento del

personale impiegato

Aumento delle

presenze turistiche

Variazione della

tipologia di clienti

Alto 58.11 57.33 34.72 52.78 23.19

Medio 21.62 28.00 34.72 27.78 28.99

Basso 20.27 14.67 30.56 19.44 47.83

Tot 100 100 100 100 100

Fonte: nostre elaborazioni su dati dell’indagine diretta

Più del cinquanta per cento delle imprese intervistate considera altamente positivo l’impatto della Misura 3.1 quando si considera l’aumento della qualità e della dotazione dei posti letto, l’aumento dei servizi offerti e l’aumento delle presenze turistiche. Se si tiene conto di chi considera “medio” l’effetto della politica, si ottiene che circa l’80% degli intervistati esprime un giudizio molto positivo sugli effetti della misura 3.1. Più uniforme è, invece, la distribuzione dei giudizi sulla capacità della politica di incrementare la consistenza degli occupati nelle strutture ricettive: gli intervistati attribuiscono ai tre livelli di valutazione (basso, medio, alto) un 30% di importanza relativa16. Infine, a parere delle imprese intervistate, la misura 3.1 ha generato effetti meno marcati sulla tipologia della clientela: in questo ambito poco meno del 50% degli intervistati considera basso, sebbene positivo, l’impatto dei fondi comunitari.

Accanto al giudizio sull’efficacia della Misura 3.1, è utile completare l’analisi considerando gli effetti che vengono attribuiti dagli intervistati agli interventi finanziati da contributi pubblici diversi dalla Misura 3.1 e da capitali privati.

Per quanto riguarda il giudizio sull’efficacia dei fondi pubblici diversi dalla 3.1, in base alle risposte del gruppo di imprese beneficiarie della 3.1, si rileva che le altre forme di finanziamento pubblico hanno contribuito ad aumentare le presenze turistiche e l’occupazione, mentre non hanno inciso sulla tipologia della clientela. Per le imprese non beneficiarie della Misura 3.1, i contributi pubblici hanno permesso di incrementare le presenze turistiche, mentre per la larga maggioranza delle imprese essi non hanno avuto alcun effetto sulla tipologia di clientela e sui livelli occupazionali (Tabella 3).

16 La limitata importanza attribuita dagli intervistati all’impatto sull’occupazione della Misura 3.1 può dipendere dal fatto che l’incremento occupazionale non rientra tra gli obiettivi diretti della politica, che, al contrario, è specificamente orientata alla riqualificazione dell’offerta ricettiva.

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Tabella 3 L’opinione delle imprese sull’efficacia dei contributi pubblici diversi dalla Misura 3.1.

Aumento di

presenze

Variazione della tipologia di clientela

Aumento del personale impiegato

Imprese finanziate dalla 3.1

si 68,96 44,83 62,06

no 31,04 55,17 37,94

Imprese non finanziate dalla 3.1      

si 71,87 15,62 34,37

no 28,13 84,38 65,63

Fonte: nostre elaborazioni su dati dell’indagine diretta

Relativamente agli effetti degli interventi finanziati con fondi privati, meno della metà delle imprese turistiche calabresi sostiene che gli investimenti hanno contribuito a incrementare il numero di presenze turistiche nelle proprie strutture. Per una quota largamente maggioritaria degli intervistati gli investimenti non hanno contribuito a cambiare la tipologia di clientela né hanno stimolato l’occupazione17.Tabella 4 L’opinione delle imprese sull’efficacia dei fondi privati.

Imprese finanziate Imprese non finanziate

 

aumento delle

presenze

variazione della tipologia di

clientelaaumento del

personale  

aumento delle

presenze

variazione della tipologia di

clientelaaumento del

personale

si 45.38 21.85 31.09 si 45.89 21.23 28.77

no 54.62 78.15 68.91 no 54.11 78.77 71.23

Fonte: nostre elaborazioni su dati dell’indagine diretta

5.3.2 Analisi degli interventi e ruolo del capitale privatoQuesto paragrafo presenta i dati relativi agli interventi realizzati dal campione di imprese intervistate per qualificare l’offerta turistica regionale, individuando come possibili fonti di finanziamento gli aiuti della Misura 3.1, fondi pubblici diversi dalla politica in esame e i fondi privati.

Relativamente ai contributi della Misura 3.1, le imprese incluse nel campione hanno realizzato 158 interventi, pari in media a circa 1,33 progetti per impresa. Gli interventi hanno riguardato la costruzione di 21 nuove strutture ricettive, 30 strutture sono state ampliate, 6 hanno trasformato la propria impresa, 56 l’hanno ammodernata e 45 hanno arredato la struttura o rinnovato l’arredo. La trasformazione di categoria ha interessato un quarto delle imprese intervistate. Inoltre, 41 imprese hanno realizzato più di un intervento, e tra queste, il

17 E’ ragionevole pensare che il giudizio relativamente poco positivo espresso dalle imprese sull’impatto degli investimenti finanziati con fondi privati dipenda da due motivi. In primo luogo, gli intervistati dovendo giudicare l’efficacia di una politica di sostegno al settore possono essere indotti ad esprimere un giudizio coerente con gli obiettivi della politica stessa; implicitamente, così facendo, attribuiscono una relativa minore importanza all’efficacia dei fondi privati. In secondo luogo, è possibile che gli investimenti privati siano orientati a conseguire obiettivi diversi da quelli indicati. Un altro elemento che sarebbe utile considerare è l’ammontare degli investimenti realizzati, poiché si potrebbe attribuire ad una ridotta disponibilità di fondi privati il limitato effetto sulle variabili obiettivo considerate in questo lavoro.

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) XVIII

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Secondo rapporto di ricerca sulla valutazione degli effetti occupazionali del Programma Operativo della Calabria

68,29% ha fatto 2 interventi, il 26,83% ne ha portato a termine 3 e il 2,44% ne ha attuato 4 o 5.

L’analisi evidenzia che molte imprese hanno fatto richiesta di contributi pubblici differenti dalla Misura 3.1. In particolare, la domanda per altre sovvenzioni pubbliche ha riguardato il 49,58% del campione già beneficiario dei finanziamenti legati alla misura 3.1 ed il 56,85% delle imprese non finanziate con lo stesso strumento. Gli altri più importanti canali di finanziamento pubblico sono la legge 488, che ha interessato il 30% del campione, i patti territoriali (17%) e, da ultimo, il POR Calabria 2000-2006 (24% delle imprese finanziate con la Misura 3.1 e il 5% delle imprese non finanziate).

Nel caso dei beneficiari della Misura 3.1, i finanziamenti sono stati utilizzati per ammodernare (26,1%) e ampliare la struttura ricettiva esistente (24,6%), mentre nel caso delle non finanziate dalle 3.1 si è prevalentemente provveduto a rinnovare l’arredo (17%) ed a costruire nuove strutture (16%).

Se si considera l’utilizzo di fondi privati da parte delle imprese turistiche, emerge che, nel periodo 1994-2003, ben il 70,59% delle 119 imprese beneficiarie dei fondi della 3.1 ha dichiarato di aver realizzato investimenti non finanziati con contributi pubblici, un’impresa su cinque ha dichiarato il contrario, mentre circa il 9,2% non ha fornito alcuna risposta.

Comparativamente, delle 146 imprese non ammesse al contributo della 3.1, un significativo 90.41% ha realizzato investimenti ricorrendo esclusivamente a fondi propri. Da un punto di vista della consistenza numerica dei progetti realizzati, le imprese intervistate hanno realizzato in totale 371 interventi, equivalenti in media ad 1,4 progetti per impresa. Da notare che le strutture nuove realizzate con risorse private sono ben 55 e che la distribuzione della tipologia degli interventi è analoga tra il gruppo delle imprese finanziate e quello delle non finanziate.

Tabella 5 Tipologia di interventi realizzati con finanziamenti privati dalle imprese turistiche calabresi.

Fonte: nostre elaborazioni su dati dell’indagine diretta

Un dato di sintesi che emerge da questa analisi è che la Misura 3.1 sembra aver individuato i punti di debolezza del settore, poiché gli investimenti finanziati con capitale privato hanno riguardato la stessa tipologia di interventi. Si tratta di un numero consistente di nuove costruzioni e di un diffuso processo di ammodernamento delle strutture e dell’arredo. In considerazione di ciò, si deduce che in questi anni si è proceduto a qualificare l’offerta turistica calabrese e, pertanto, si dovrebbe valutare l’opportunità di formulare nuove politiche orientate ancora alla riqualificazione del settore. Politiche di questo tipo sono auspicabili solo dopo aver valutato se l’attuale capacità ricettiva della regione soddisfa qualitativamente e quantitativamente la domanda di servizi turistici.

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) XIX

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Inoltre, sarebbe utile considerare in sede di programmazione regionale il grado di complementarietà delle politiche a sostegno del settore turistico, poiché emerge che diversi contributi pubblici sono finalizzati alla qualificazione dell’offerta turistica.

Infine, sarebbe utile comprendere se il settore è soggetto a vincoli finanziari. Un prima valutazione di questo aspetto tiene conto del ricorso al capitale privato in presenza di ritardi nell’erogazione dei contributi pubblici. Infatti, il rispetto dei tempi nell’erogazione dei fondi assume un ruolo importante per un’efficace realizzazione dell’intervento, poiché in presenza di ritardi si pone il problema di verificarne l’impatto sui piani di investimento delle imprese. In tali circostanze l’impresa deve essere in grado di anticipare l’intera somma dell’investimento programmato, in condizioni di incertezza sulla ammissibilità delle spese e sui tempi dei rimborsi.

Come già accennato la maggior parte delle imprese finanziate ha richiesto il contributo nel 1995 e, un gran numero di queste, lo ha ottenuto solo nel 1999. Questi ritardi sono stati considerati non tollerabili per 47,12% delle imprese finanziate, accettabili per 22,99% del campione e trascurabili per il restante 30%.

Il dato sui ritardi suggerisce che gli imprenditori possono essere stati soggetti al vincolo di ottenere finanziamenti in attesa del contributo regionale. In questi casi, le forme di finanziamento utilizzate sono state per il 52% delle imprese fondi propri, per il 36,51% il credito bancario a tasso di mercato, per il 9,52% il credito bancario a tasso agevolato, mentre il restante 1,58% del campione ha dichiarato di essere ricorso ad altre forme di finanziamento.

Il dato sull’utilizzo dei fondi propri e il fatto che nessuna impresa ha rinunciato a realizzare l’investimento, sembrerebbero suggerire che le imprese non hanno avuto rilevanti difficoltà a reperire alternative forme di finanziamento in attesa dell’erogazione del contributo della Misura 3.1, nonostante il rischio di veder considerato non ammissibile, in sede di collaudo del progetto, l’investimento realizzato. Evidentemente, tale rischio è stato percepito minimo e, comunque, non tale da impedire di realizzare gli investimenti in attesa del contributo, oppure si tratta di un insieme di investimenti che sarebbero stati realizzati anche in assenza di aiuti pubblici.

6. L’impatto della misura 3.1 sull’occupazione e sulle presenze turistiche I precedenti paragrafi evidenziano l’esistenza di comportamenti diversi tra i due gruppi di imprese considerati. L’analisi presentata in questa parte della ricerca si pone come obiettivo quello di verificare se alcune di queste differenze sono statisticamente significative. In particolare, tenendo in considerazione gli obiettivi della politica in esame, si valuta se la Misura 3.1 ha contributo ad incrementare l’occupazione e le presenze turistiche delle imprese che ne hanno beneficiato. Nel primo caso, la verifica è condotta stimando una regressione multipla in cui la variazione dell’occupazione della struttura ricettiva è posta in relazione con l’appartenenza all’insieme delle imprese beneficiarie dei finanziamenti della 3.1 e con un gruppo di variabili di controllo, mentre nel secondo caso si è utilizzata una regressione logistica in grado di determinare la probabilità che il contributo della 3.1 si traduca in un incremento di presenze turistiche.

Stima dell’incremento dell’occupazione attraverso l’analisi della regressione multipla. Dai dati dell’indagine diretta è possibile calcolare la differenza rapporto ( ) tra l’occupazione del 2003, anno successivo al periodo di implementazione della misura 3.1, e l’occupazione del 1994, anno antecedente l’attivazione della politica. Il campione considerato è composto da 119 imprese beneficiarie dei contributi della misura 3.1. e da 146 imprese che non hanno goduto dei trasferimenti previsti da questa politica settoriale.

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L’equazione cross-section stimata è la seguente: , in cuiindica la variazione dell’occupazione tra il 1994 e il 2003; è una matrice a k

dimensioni di variabili di controllo; è una variabile dicotomica pari a uno se l’i-esima impresa ha beneficiato dei fondi della misura 3.1 ed a zero in caso contrario; è un errore stocastico; i=1…..256 è l’indice d’impresa. Considerati gli obiettivi specifici dell’analisi, il parametro di maggiore interesse è quello associato alla variabile , in quanto la sua stima indica l’impatto dei fondi comunitari sulla variazione dell’occupazione al netto del ruolo esercitato dalle altre variabili strutturali incluse nella matrice . Data la costruzione della variabile ci si attende che il parametro assuma un valore positivo. Le variabili di controllo incluse nella specificazione finale del modello sono le seguenti18:

- livello di occupazione nel 1994 (OCC94). Questa variabile di scala è inserita nell’analisi per tener conto della diversa dimensione delle imprese incluse nel campione;

- appartenenza dell’impresa alla categoria delle strutture alberghiere o ad altre strutture ricettive (DALB). Si tratta di una variabile dicotomica che assume il valore uno quando l’impresa è un albergo e zero in caso contrario;

- utilizzo dell’intermediazione dei tour operators (DTOUR). Si tratta di una variabile dicotomica che assume il valore uno quando l’impresa acquista i servizi forniti dai tour operators e zero in caso contrario.

Le stime sono state effettuate con il metodo GLS ed i relativi risultati sono riportati nella tabella 6. Accanto alla stima dei singoli parametri, si riporta il valore della statistica t-Student corretta con il metodo di White e il valore del coefficiente di determinazione.

Interessanti sono i risultati relativi alle variabili di controllo. Dalle stime ottenute emerge che la variazione dell’occupazione è stata relativamente maggiore nelle imprese di grandi dimensioni, cosi come indica il valore positivo e statisticamente significativo della variabile OCC94. In altri termini, ciò significa che nel periodo in esame si è assistito mediamente ad un irrobustimento delle imprese turistiche calabresi che ad inizio periodo erano di dimensione maggiore. Inoltre, il segno negativo e statisticamente significativo della variabile DALB

suggerisce che durante il periodo osservato l’incremento di occupazione è stato maggiore, ceteris paribus, nel caso delle strutture ricettive diverse dagli alberghi (camping, agriturismo, villaggi residence, ecc..). Infine, il ricorso ai servizi di intermediazione dei tour operators si è tradotto in un incremento dell’occupazione più elevato rispetto a quello delle imprese che hanno utilizzato altri canali di vendita dei propri servizi turistici.

Per quanto riguarda il ruolo sull’occupazione turistica dei fondi comunitari erogati in applicazione della misura 3.1 si ricava che essi hanno esercitato un impatto positivo. Ovvero, a parità di altre condizioni, un’impresa turistica appartenente al gruppo dei beneficiari della Misura 3.1 ha registrato, in media, un incremento della propria occupazione maggiore di circa 4 addetti rispetto a quello delle altre imprese19; ciò presumibilmente perché queste imprese,

18 Oltre alle variabili indicate nella tabella 6, in una fase preliminare di analisi delle informazioni dell’indagine diretta si è proceduto a considerare altri regressori potenzialmente in grado di spiegare la variazione dell’occupazione delle strutture ricettive calabresi, quali, per esempio, la localizzazione geografica e l’utilizzo di contributi pubblici diversi da quelli regolamenti dalla Misura 3.1. I risultati ottenuti dimostrano che queste variabili non risultano essere statisticamente significative ai fini dell’analisi condotta in questo lavoro.

19 Questo risultato appare essere robusto rispetto alla specificazione del modello utilizzato. Infatti, inserendo come variabili esplicative della variazione dell’occupazione delle imprese solo una costante e la variabile dicotomica F31 si ottiene un segno positivo e statisticamente significativo del parametro associato alla variabile qualitativa. Ciò significa che in media l’incremento di occupazione è stato maggiore per le imprese beneficiarie dei fondi comunitari.

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principalmente strutture ricettive, sono diventate più competitive e sono, quindi, riuscite ad attrarre più turisti e quindi ad assumere più personale. In generale, le 200 imprese beneficiarie dei contributi della Misura 3.1. hanno, pertanto, fatto registrare un incremento di occupazione di circa 800 unità lavorative rispetto alla variazione dell’occupazione delle altre imprese20.

Tabella 6 Relazione tra la variazione dell’occupazione e gli aiuti finanziari della Misura 3.1. Stime econometriche GLS.

Coefficienti

B Errore std. t Sig.

Costante 3,21 1,21 2,65 0,12

F31 4,936 1,695 2,912 ,004

DALB -2,986 1,730 -1,726 ,088

DTOUR

OCC94

2,258

1,32

0,975

0,64

2,316

2,041

,019

,044

R2= 0.41

N=265

Stima dell’incremento delle presenze turistiche attraverso l’analisi della regressione logistica. In questo paragrafo si descrivono i risultati relativi alla verifica econometrica dell’impatto della misura 3.1 sulla variazione delle presenze turistiche nelle strutture ricettive beneficiarie dell’intervento. In altri termini, si tenta di valutare se il sostegno finanziario erogato a favore delle imprese calabresi abbia determinato un incremento della domanda di servizi turistici. A tal fine, nel questionario utilizzato nell’indagine diretta è stato chiesto alle imprese se, in seguito agli investimenti attuati con i fondi della misura 3.1, la domanda turistica sia aumentata (quest’ultima misurata in termini di presenze turistiche). La metodologia utilizzata è la stima di una regressione logistica, la cui variabile dipendente è una variabile binaria con valore pari a uno se l’impresa ha dichiarato di aver osservato, tra il 1994 e il 2003, un incremento nella propria struttura di presenze turistiche e zero in caso contrario. La variabile dicotomica F31, definita nel precedente paragrafo, è una delle variabili esplicative inserite nell’analisi. Gli altri regressori sono i seguenti:

- una variabile dicotomica (DFONDI) pari a uno se l’impresa ha utilizzato altri fondi in attesa dell’erogazione del contributo regionale (cfr par. 5.2.5) e pari a zero in caso contrario;

- una variabile dicotomica (DCAT) pari a uno se l’impresa durante il periodo in esame é passata ad una categoria superiore rispetto alla categoria di inizio periodo e pari a zero in caso contrario;

- il numero di addetti con istruzione medio alta (SCOL);

20 A questo risultato si perviene considerando tutti i 200 beneficiari dei contributi della Misura 3.1. Assumiamo, cioè, che le 119 imprese della Misura 3.1 incluse nell’indagine diretta siano un campione rappresentativo dell’intero gruppo. In realtà per avere una valutazione complessiva dell’impatto della Misura 3.1., a questo dato sarebbe necessario aggiungere l’occupazione generata direttamente dall’acquisto di altri servizi turistici, e quella generata indirettamente. D’altronde è anche possibile che le imprese che hanno ottenuto i contributi pubblici hanno aumentato l’occupazione sottraendo addetti alle imprese che non li hanno ottenuti. Ciò annullerebbe l’impatto della Misua 3.1 sull’occupazione della Calabria nel suo complesso.

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) XXII

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- livello di occupazione nel 1994 (OCC94). Questa variabile di scala è inserita nell’analisi per tener conto della diversa dimensione delle imprese incluse nel campione.

Di seguito si riportano le stime dei parametri della regressione logistica, gli errori standard, la statistica di Wald, il p-value e il valore esponenziale dei parametri stimati21.

Tabella 7 Relazione tra la variazione delle presenze turistiche e gli aiuti finanziari della Misura 3.1. Stime econometriche (regressione logistica).

B E.S. Wald Sig. Exp(B)

F31 2,229 ,875 6.489 ,010 9,29

DFONDI -1.657 .544 9,277 .012 0,19

DCAT .765 .559 1.872 .038 2.129

SCOL .0258 .075 11.83 .025 1.026

OCC94 1.452 .984 2.177 .019 4.27

Di particolare rilevanza è la stima del coefficiente associato alla variabile F31: il relativo parametro è positivo e significativamente diverso da zero (con un p-value pari a 0,01). Il valore stimato di questo coefficiente è pari a 2,2 ed indica, di conseguenza, che la probabilità di osservare un aumento di presenze turistiche grazie alla Misura 3.1 è di circa 9 volte superiore rispetto al caso in cui non si percepisca tale contributo22.

Questo risultato rappresenta un’ulteriore evidenza a favore del ruolo positivo che la Misura 3.1 ha esercitato sul settore turistico calabrese. Infatti, una politica tipicamente di offerta, il cui obiettivo principale è la riqualificazione dell’offerta turistica, ha determinato un incremento della domanda rivolta alle strutture ricettive che ne hanno beneficiato23.

In modo analogo si commenta la stima degli altri parametri. Ad esempio, l’incidenza di un aumento nella domanda turistica si avverte 2.129 volte in più dalle aziende che dichiarano un passaggio ad una categoria superiore rispetto a quelle che, malgrado gli investimenti, restano classificate con lo stesso numero di stelle che avevano in precedenza. L’analisi logistica fornisce evidenze sulla relativa importanza della dimensione: in questo caso, la probabilità che le imprese con un livello occupazionale maggiore nel 1994 abbiano registrato un aumento delle presenza turistiche nelle proprie strutture è circa 4 volte superiore rispetto alla probabilità osservabile per le imprese inizialmente con un minore numero di addetti.

21 Il modello si adatta bene ai dati. Infatti, l’ipotesi che tutti i coefficienti siano nulli è rigettata, poiché la statistica G2, pari a –2ln del rapporto tra le verosimiglianze del modello con la sola costante e con tutte le variabili esplicative, ricade nella regione di rifiuto.

22 A tale risultato si giunge considerando la seguente espressione exp(β4) =

= 9.29 nota come odds ratio. L’interpretazione è che l’odd della

probabilità di successo rispetto a quella di insuccesso è 9 volte più elevato se la variabile esplicativa F 31 assume valore 1 piuttosto che zero.

23 Questo risultato rende più robusta l’analisi dell’efficacia della politica presentata nel paragrafo 5.3.6 basata sull’auto-valutazione che i beneficiari della misura 3.1 esprimono riguardo alla variazione delle presenze turistiche.

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7 Il modello Input-Output7.1 Analisi della struttura produttiva dell’economia calabrese nel 1999I modelli input-output si basano sulle tavole delle interdipendenze settoriali che rappresentano, sotto forma di matrice, i flussi dei beni e servizi tra i diversi settori di un’economia. Un primo importante risultato conseguito in questo lavoro è la regionalizzazione per la Calabria della tavola delle interdipendenze settoriali del 199924. Si tratta di una valida base conoscitiva della struttura produttiva dell’economia calabrese, i cui tratti essenziali sono sintetizzati nella tabella 725.

Le risorse disponibili in Calabria nel 1999 ammontavano a circa 56000 MLN di Euro, di cui circa il 72% è rappresentato da impieghi finali, mentre il restante 28% in impieghi intermedi. La componente della domanda aggregata che assorbe la quota rilevante delle risorse regionali è la spesa delle famiglie residenti, seguita dalle esportazioni verso le altre regioni italiane e dalle spese della pubblica amministrazione. Dal lato del contributo settoriale nella formazione della ricchezza regionale, il 57% (circa 32138 MLN di Euro) è da attribuire ai servizi, il 32% all’industria, il 7% circa al settore delle costruzioni e il 6% all’agricoltura. Rilevante (circa il 58%) è il peso delle importazioni nella determinazione delle risorse disponibili nel settore industriale.

Dettagli sulla dipendenza dell’economia calabrese dai mercati extra-regionali si ricavano anche dalla matrice dei coefficienti di scambio intra-regionale, la quale permette di determinare la quota della domanda finale regionale soddisfatta da produzioni regionali. L’analisi condotta per la Calabria indica che nel 1999 solo il 17%, della domanda finale di beni industriali è soddisfatto dalle produzioni locali. Nel caso del settore agricolo questa quota è del 52%, mentre i settori che esercitano un maggiore impatto sono quelli a domanda tipicamente locale, ovvero le costruzioni e i servizi. In questi casi, la quota di domanda soddisfatta all’interno del territorio regionale è pari al 92% nel caso delle costruzioni e al 79% nel settore dei servizi.

Classificando i settori in base alla quota della domanda finale interna che esercita un impatto sul sistema economico calabrese si ricava che la produzione calabrese soddisfa quasi totalmente la domanda di istruzione (99.7%), di servizi sanitari e altri servizi sociali (99.5%),la domanda di servizi della pubblica amministrazione (98.7%) e delle attività immobiliari e noleggio (98.5%). Alta è la quota nel caso degli alberghi e ristoranti (94.4%) e altri servizi pubblici, sociali e personali (81.4%). La domanda di intermediazione monetaria e finanziaria e di servizi di informatica e ricerca viene soddisfatta, rispettivamente, per il 76.7% e il 74.8% dalla produzione locale. Un dato che conferma il ridotto livello di industrializzazione della nostra regione è che in tutti i settori industriali, la domanda dei residenti è soddisfatta al massimo per il 40% da produzioni localizzate nel

24 L’Appendice A del capitolo 9 del Rapporto di Ricerca descrive gli aspetti metodologici legati alla derivazione su base regionale di una matrice delle interdipendente settoriali.

25 La tavola input-output è costituita dalla sezione degli impieghi intermedi, dalla sezione degli impieghi finali, dalla sezione dei fattori primari e da quella relativa alle risorse disponibili. La sezione degli impieghi intermedi presenta le transazioni interindustriali riguardanti i beni e servizi intermedi affluiti dal settore di origine (riga i) ai settori di impiego (colonna j) e da questi utilizzati come input del loro processo produttivo. Nella sezione degli impieghi finali sono riportati i flussi di beni e servizi che dai settori di origine affluiscono agli utilizzatori finali per essere destinati al consumo, alla formazione del capitale ed alle esportazioni. La somma per riga degli impieghi intermedi e di quelli finali rappresenta il totale degli impieghi di beni e servizi dell’i-esimo settore. Nella sezione dei fattori primari si registrano i flussi dei redditi primari erogati ai fattori della produzione come remunerazione dei servizi resi nei diversi processi produttivi. La somma di queste remunerazioni fornisce il valore aggiunto al costo dei fattori. Infine, la sezione delle risorse disponibili mostra, per ogni settore, la disponibilità totale di risorse, distinguendo tra produzione interna ed importazioni.

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territorio regionale. Le branche del settore industriale con una più elevata quota di domanda soddisfatta all’interno della regione sono quella relativa ai prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (39.1%), del legno e dei prodotti del legno (33.8%), le altre industrie manifatturiere (22.7%) e l’industria alimentare (16.9%). Irrisoria, invece, risulta la quota di domanda soddisfatta dalla produzione calabrese nel caso dei mezzi di trasporto (1.8%), del coke e delle raffinerie di petrolio (1.9%), della concia, di prodotti di cuoio, della pelle e delle calzature (3.9%).

Un utile approfondimento delle caratteristiche strutturali dell’economia calabrese è la distribuzione per settori di provenienza dei beni e servizi utilizzati nella produzione in un particolare processo produttivo. Queste informazioni sono sintetizzate nella cosiddetta matrice dei coefficienti di spesa, di cui la tabella 8 riporta per la Calabria una rappresentazione a quattro settori. Si noti che per produrre un euro di prodotti agricoli sono necessari 5,8 centesimi di prodotti dello stesso settore, 11,3 centesimi di prodotti industriali e 8,5 centesimi di servizi, mentre nullo è il contributo del settore delle costruzioni. La produzione di un euro di beni industriali richiede principalmente l’utilizzo di prodotti dello stesso settore (37,4 centesimi) e servizi (21,3 centesimi) e solo 5,3 centesimi di prodotti agricoli. I beni intermedi necessari per attivare un euro di produzione nelle costruzioni ammontano a 30 centesimi di prodotti industriali, 14,8 centesimi di servizi e 13 centesimi dallo stesso settore. La produzione di un euro di servizi richiede 27,2 centesimi di attività provenienti dallo stesso settore, 7,8 centesimi dall’industria e 1 centesimo dalle costruzioni26.

26 La matrice dei coefficienti di spesa A disaggregata a 30 settori (tabella 4, capitolo 9 del Rapporto di Ricerca) mostra che dei beni intermedi utilizzati nelle costruzioni provenienti dal settore industriale, 11,7 centesimi provengono dai prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, 8,7 centesimi dal comparto della produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo, 2,7 centesimi dal settore delle macchine elettriche e di apparecchiature elettriche e ottiche e 1,5 centesimi dal settore del legno e dei prodotti in legno. Per quanto riguarda il comparto agro-alimentare, che rappresenta la quota maggiore della produzione industriale calabrese (29%), si ricava che la produzione di un euro di beni alimentari richiede l’utilizzo di 19,4 centesimi di beni agricoli, di 15,5

entesimi di beni provenienti dallo stesso settore agro-industriale, di 14,4 centesimi di beni provenienti dal commercio e di 5 centesimi legati ai servizi di trasporto e telecomunicazione.

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) XXV

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Secondo rapporto di ricerca sulla valutazione degli effetti occupazionali del Programma Operativo della Calabria

Tabella 7 - La tavola input-output della Calabria nel 1999. Disaggregazione a quattro settori. (dati in MLN di Euro) (1)

IMPIEGHI INTERMEDI IMPIEGHI FINALIOrigine/destinazione AGRICOL-

TURAINDUSTRIA COSTRU-

ZIONISERVIZI TOTALE

IMPIEGHI INTERMEDI

(dint)

SPESA DELLE FAMIGLIE

NEL TERRITORIO REGIONALE

(c )

SPESA DELLE AA.PP. ED ISP

(g)

INVESTIMENTI FISSI LORDI

(i)

VARIAZIONE DELLE

SCORTE(vs)

ESPORTAZIONI INTERREGION

AL(exr)

ESPORTAZIONI ESTERE

(exw)

TOTALE IMPIEGHI

FINALI(df)

TOTALE IMPIEGHI

(IMP)

AGRICOLTURA 111,5(x11)

306,3(x12)

0,5(x13)

35,6(x14)

453,9 569,3 0,3 4,5 98,0 1047,7 20,5 1740,4 2194,3

INDUSTRIA 215,9(x21)

2182,2(x22)

1077,6(x23)

2051,0(x24)

5526,7 6944,8 8,6 1738,6 178,2 3255,5 148,1 12273,8 17800,5

COSTRUZIONI 0,5(x31)

30,4(x32)

470,5(x33)

285,4(x34)

786,8 27,6 0,0 3032,0 0,0 29,7 1,3 3090,6 3877,3

SERVIZI 161,7(x41)

1244,9(x42)

530,1(x43)

7147,9(x44)

9084,6 10599,3 7549,7 846,1 0,9 3765,6 292,6 23054,2 32138,8

Totale costi intermedi 489,6 3763,7 2078,8 9519,9 15852,0 18141,1 7558,6 5621,2 277,0 8098,5 462,5 40158,9 56010,9FATTORI PRIMARI

Retribuzioni 0,0 0,0 0,0 0,0contributi sociali 0,0 0,0 0,0 0,0altri redditi 0,0 0,0 0,0 0,0servizi bancari imputati (SIFIM) -20,3 -28,6 -33,2 -469,8Valore aggiunto a prezzi base 1438,1 2098,9 1538,2 17249,5

RISORSE DISPONIBILIProduzione a prezzi base (x) 1907,4 5834,1 3583,7 26299,6Imposte indirette sui prodotti(taxn)

1,2 891,2 22,7 345,4

Contributi alla produzione(cp)

-157,1 -59,0 0,0 -168,2

IVA gravante(iva)

19,5 788,3 226,7 843,1

Trasferimenti di produzione(trasf)

-98,4 63,0 -0,6 36,0

Importazioni dalle altre regioni (mr )

351,5 7580,5 30,1 4022,6

Importazioni dall'estero (mw ) 166,2 2681,6 14,6 760,3Imposte su importazioni estere (taxw)

4,0 20,8 0,0 0,0

TOTALE RISORSE (RIS) 2194,3 17800,5 3877,3 32138,8

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) XXVI

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Secondo rapporto di ricerca sulla valutazione degli effetti occupazionali del Programma Operativo della Calabria

Tabella 8 - Matrice A dei coefficienti di spesa a quattro

settori in Calabria nel 1999AGRICOLTURA INDUSTRIA COSTRUZIONI SERVIZI

AGRICOLTURA 0,058 0,053 0,000 0,001INDUSTRIA 0,113 0,374 0,301 0,078COSTRUZIONI 0,000 0,005 0,131 0,011SERVIZI 0,085 0,213 0,148 0,272

7.2 Analisi di impatto: la matrice inversa.All’interno della modellistica input-output, un valido strumento di analisi è la matrice inversa., poiché essa misura l’effetto moltiplicativo (diretto ed indiretto) determinato da una variazione della produzione o della domanda finale. In particolare, la somma per colonna degli elementi di questa matrice indica di quanto aumenta la produzione totale del sistema in seguito all’incremento della domanda finale di un particolare settore. In tal caso, si parla di moltiplicatori della produzione. Invece, la somma per riga degli elementi della matrice inversa, costituisce il moltiplicatore di domanda e indica di quanto aumenta la produzione totale di un settore in seguito all’incremento di un euro della domanda finale per i prodotti di ciascun settore produttivo. Dalla rappresentazione a quattro settori (agricoltura, industria, costruzioni e servizi) dell’economia regionale emerge che i moltiplicatori della produzione sono compresi tra 1,32 (servizi) e 1,39 (costruzioni). Ciò significa che per soddisfare una domanda aggiuntiva di un euro di servizi calabresi è necessario aumentare di 1,287 euro la produzione calabrese di servizi, di 0,019 euro la produzione calabrese di prodotti industriali, di 0,0015 euro la produzione calabrese di costruzioni, di 0,002 euro la produzione calabrese di prodotti agricoli, per un totale di 1,39 euro. di Per quanto riguarda i moltiplicatori di domanda, i macro-settori che ricevono maggiore attivazione dal sistema sono i servizi e l’agricoltura: i corrispondenti moltiplicatori sono pari a 1,814 e 1,236. Ciò significa che se aumenta di un euro la domanda di prodotti agricoli calabresi, di un altro euro la domanda di prodotti industriali calabresi, di un altro euro la domanda di costruzioni calabresi, di un altro euro la domanda di servizi calabresi, la produzione complessiva di servizi calabresi aumenta di 1,814 euro. Gli elementi interni della matrice inversa mostrano che l’impatto moltiplicativo rilevante rimane quello interno al settore, mentre risulta essere trascurabile l’impatto da settore a settore. In tre casi, (costruzioni-agricoltura, servizi-agricoltura, agricoltura-costruzioni) il coefficiente di attivazione è appena 0,002, mentre moltiplicatori relativamente più elevati si hanno nella produzione attivata nel settore dei servizi quando l’incremento di produzione è originato nell’industria (0,23) e nel settore delle costruzioni (0,18) (tabella 9).

Tabella 9 - Matrice inversa della Calabria a quattro settori nel 1999. AGRICOLTURA INDUSTRIA COSTRUZIONI SERVIZI Moltiplicatori della

domandaAGRICOLTURA 1,197 0,035 0,002 0,002 1,236INDUSTRIA 0,026 1,071 0,065 0,019 1,181COSTRUZIONI 0,002 0,009 1,141 0,015 1,167SERVIZI 0,108 0,235 0,184 1,287 1,814

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) XXVII

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Moltiplicatori della produzione 1,333 1,350 1,392 1,322 5.398

Dalla matrice inversa disaggregata per i trenta settori Ateco (cfr. Tabella 10, capitolo 9 del Rapporto di Ricerca), si ricava che i moltiplicatori di produzione più elevati si hanno nel caso della sanità e degli altri servizi sociali (1,45) e nel settore dell’intermediazione monetaria e finanziaria (1,44). Seguono il comparto alimentare, bevande e tabacco (1,4), il settore delle costruzioni (1,39) e quello dei prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (1,394). I cinque settori con valori più bassi dei moltiplicatori di domanda sono i seguenti: istruzione (1,08) estrazione di minerali energetici (1,09), coke, raffinerie di petrolio, trattamento di combustibili nucleari (1,13), attività immobiliari e noleggio (1,17) e mezzi di trasporto (1,19).

Per quanto riguarda i moltiplicatori di domanda, l’analisi settoriale evidenzia che nel 1999 in Calabria i settori maggiormente sensibili all’attivazione moltiplicativa della domanda finale sono il settore informatica e ricerca (2,67) il commercio (2,519) e il settore intermediazione monetaria e finanziaria (2,007). I settori che ricevono una minore attivazione dal sistema sono quelli dell’istruzione, pubblica amministrazione, estrazione di minerali energetici e concia e prodotti in cuoio, con un valore del moltiplicatore circa pari a 1. Inoltre, un incremento unitario della domanda di tutti i settori provoca un aumento della produzione di 1.819 euro per il settore attività immobiliari e noleggio, 1.577 euro per la produzione e distribuzione di energia elettrica, acqua e gas, 1.457 euro per il settore dei trasporti, mentre più basso è il valore assunto dal moltiplicatore relativo al settore alberghi e ristoranti (1.177).

Dalla disaggregazione a trenta settori della matrice inversa si può osservare come l’economia calabrese sia rappresentata da un sistema di relazioni intersettoriali molto debole: in molti casi i moltiplicatori di produzione indiretti sono nulli o assumono valori prossimi allo zero. Ciò significa che la variazione della domanda finale in un settore non esercita alcun effetto in molti altri comparti o, quando lo esercita, è di trascurabili dimensioni. Per avere un ordine di grandezza sui legami intersettoriali si noti che il valore più elevato dei moltiplicatori di produzione indiretti è pari a 0,073 e si riferisce all’aumento di produzione osservabile nel settore informatico a seguito della variazione di domanda di beni e servizi originata nel settore delle macchine ed apparecchiature elettriche.

Pertanto, i maggiori effetti moltiplicativi rimangono quelli interni al settore. Questo impatto è rappresentato dai valori della diagonale principale: il valore più elevato, pari a 1,2, si ha nel caso del settore dell’agricoltura-caccia-silvicoltura, seguito dal settore dell’intermediazione monetaria e finanziaria (1,19) e della sanità (1,18), mentre i valori più bassi si hanno nel caso delle attività immobiliari (1) dell’istruzione (1) e della pubblica amministrazione (1,003).

L’analisi per colonna dei dati della matrice inversa permette di individuare i settori produttivi che registrano la maggiore (o la minore) variazione della produzione a seguito della variazione della domanda di un particolare comparto produttivo. Per esempio, se ipotizziamo una variazione unitaria della domanda aggregata nel settore della sanità, che è il settore con il più elevato moltiplicatore della produzione, si ricava che i settori che maggiormente ne beneficiano, in termini di produzione indotta, sono la stessa sanità (1,17 Euro), il comparto informatico (7,3 centesimi di Euro) e il settore del commercio all’ingrosso (4, 1 centesimi di Euro).

Di interesse per gli obiettivi specifici di questo lavoro è la descrizione dell’impatto sul sistema economico regionale determinato da un aumento della spesa in servizi turistici. Per esempio, nel 2003 le presenze di turisti stranieri in Calabria ammontavano a 170 mila turisti, con una spesa media di 1380 Euro. Ipotizzando che la metà del totale della spesa dei turisti stranieri, circa 117 MLN di Euro, sia stata indirizzata al settore dei servizi alberghieri e di ristorazione, si ottiene che la produzione regionale nel 2003 è aumentata di circa 147 Mln di Euro. A

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) XXVIII

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questo risultato contribuisce in larga misura lo stesso settore, la cui produzione è aumentata di 118 Mln di Euro. Gli altri settori che osservano un incremento della produzione sono il comporto del commercio all’ingrosso (6,9 Mln di Euro), il settore informatico (5,1 Miln di Euro) e il settore alimentari, bevande e tabacco (3,7 Mln di Euro). Anche nel caso del settore Alberghi e Ristoranti si nota che l’effetto indotto dovuto ad una variazione esogena della domanda è nullo o del tutto marginale in molti altri settori economici.

7.3 Analisi di impatto: le simulazioni sui fondi strutturali I dati utilizzati per simulare l’impatto dei Fondi Strutturali sull’economia calabrese sono stati forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e dalla Regione Calabria. Nel caso dei dati del MEF, le informazioni statistiche sono disaggregate per sottoasse, sottoprogramma e misura, mentre, nel secondo caso, l’informazione è spinta a livello di singolo progetto finanziato con la misura 3.1 “aiuti agli investimenti turistici” del POP Calabria 1994-1999.

Per poter simulare l’impatto dei Fondi Strutturali è necessario individuare una corrispondenza tra i settori beneficiari dei trasferimenti pubblici e i settori considerati nella matrice intersettoriale della Calabria. Per quanto riguarda i dati forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’associazione è stata definita tenendo conto della descrizione del sottoasse, del sottoprogramma e della misura, ovvero dell’unica informazione disponibile utile per poter formulare delle congetture sulla natura della spesa effettuata. Rispetto ai dati del MEF, quelli forniti dalla Regione Calabria includono una breve descrizione dei singoli progetti finanziati e, quindi, consentono di avere informazioni più precise sui settori economici primi beneficiari degli interventi.

Il primo effetto dei fondi erogati ai diversi settori consiste in un aumento degli investimenti e, quindi, della domanda finale regionale, mentre gli effetti sulla produzione e su altre variabili macroeconomiche di interesse (unità di lavoro, valore aggiunto, importazioni) sono determinati dall’implementazione del modello uniregionale. Gli scenari di politiche di intervento considerati in questo lavoro sono tre:

Scenario 1

E’ lo scenario che descrive l’impatto degli interventi previsti e realizzati in applicazione degli interventi dell’Asse Turismo del POP Calabria 1994-1999. Le componenti della domanda aggregata regionale subiscono uno shock esogenamente determinato dal totale delle somme programmate e spese nel periodo 1994-99. Dall’associazione tra i dati del POP Calabria e i settori Ateco 91 risulta che i settori beneficiari delle risorse dell’Asse Turismo sono i seguenti: (a) costruzioni, (b) commercio, (c) trasporti e comunicazioni, (d) industria del legno ed (e) istruzione. La somma programmata è di circa 400 Mln di Euro, mentre i pagamenti ammontano a 224,4 Mln di Euro.

Scenario 2

In questo caso, le componenti della domanda aggregata regionale subiscono uno shock esogenemente determinato dal totale delle somme programmate e spese in applicazione di tutte le azioni ricadenti nell’asse Turismo limitatamente al 1999. I settori interessati dalla politica sono uguali a quelli riportati nel primo scenario. In questo caso la somma programmata è di 192,5 Mln di Euro e i pagamenti sono uguali a 31,6 Mln di Euro27

27 Il settore delle costruzioni, con un incremento della domanda di investimenti pari a 244 mln di euro, assorbe la quota (61%) più significativa dei fondi programmati per il quinquennio 1994-1999 per riqualificare il settore turistico, mentre la quota attribuita al commercio è pari al 14%. Il 12% e l’11% del totale delle somme programmate affluiscono, rispettivamente, al settore dei trasporti e comunicazioni e dell’industria del legno, mentre residuale è l’incremento di domanda del settore dell’istruzione (6 mln di euro, equivalente a circa il 2% del budget totale). Per

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) XXIX

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Scenario 3

Si tratta dello scenario che simula il ruolo di una specifica politica del POP Calabria 1994-1999: la misura 3.1 “Aiuti agli investimenti turistici”. I periodi analizzati sono l’intero quinquennio 1994-1999 e il 1999. Secondo l’associazione ipotizzata tra i dati della misura 3.1 i settori Ateco, le risorse comunitarie affluiscono ai comparti delle costruzioni, del commercio e dell’industria del legno. Per il 1999, la somma spesa ammonta a 33,9 Mln di Euro, mentre per l’intero ciclo di programmazione la spesa effettiva della Misura 3.1 è di 142,3 Mln di euro.

Risultati La somma programmata per il periodo 1994-1999 a favore del settore turistico è pari a circa 400 MLN di Euro. Se la programmazione fosse stata rispettata, la produzione sarebbe aumentata di 549 MLN di Euro e la nuova occupazione sarebbe stata di 7730 unità lavorative. Inoltre, l’incremento del valore aggiunto sarebbe stato di 266 MLN di euro (circa 34.500 euro di valore aggiunto per occupato), mentre le importazioni dal resto d’Italia e dal resto del mondo avrebbero registrato un incremento di circa 99 e 25 mln di euro, rispettivamente28. Tuttavia, nel ciclo di programmazione 1994-1999, le somme effettivamente erogate sono state minori di quelle programmate e pari a circa 224 MLN di euro. In base alla nostra simulazione, nel quinquennio 1994-1999 i pagamenti ricadenti nell’Asse Turismo hanno generato un incremento della produzione pari a 307 MLN di euro e dell’occupazione di 4306 nuovi addetti. L’incremento del valore aggiunto sarebbe stato circa 150 Mln di euro, mentre le importazioni dal resto d’Italia e dal resto del mondo sarebbero aumentate di 56 e 14 Mln di euro, rispettivamente.

Nel 1999, la somma programmata per l’Asse Turismo era pari a 192 MLN di euro, il cui impatto sull’economia calabrese avrebbe determinato un aumento 265 MLN di euro e un incremento dell’occupazione di 3735 addetti. La minore spesa effettuata nel 1999 rispetto all’iniziale programmazione, ha avuto effetti macroeconomici di minore entità: la produzione regionale è aumentata di 43 MLN di euro, mentre l’aumento dell’occupazione è stato di 603 addetti.

Considerando i dati della Misura 3.1 forniti dalla Regione Calabria, si ottiene che gli investimenti nel settore turistico nel 1999, pari a 33,9 MLN di euro, hanno determinato una variazione della produzione di 46,7 MLN di euro e un incremento dell’occupazione di 664

quanto riguarda le somme effettivamente erogate, emerge che nell’intero periodo in esame i trasferimenti effettivi di risorse sono pari a 141 mln di euro a favore delle costruzioni, 37 mln di euro nel settore trasporti e comunicazioni, 25 mln di euro nel commercio, 16 mln di euro nell’industria del legno e, infine, a 3 mln di euro nell’istruzione. I valori annuali medi risultano essere pari a 23, 6, 4, 2 e 0,6 mln di euro, rispettivamente.

28 Entrando più nel dettaglio, si nota come l’effetto sia mediamente più alto nei settori in cui aumenta la domanda finale; in particolare, l’incremento di produzione è pari a circa 55 mln di euro nell’industria del legno, a 281 mln di euro nelle costruzioni, a 73 mln di euro nel commercio e a 55 e 7 mln di euro nei settori trasporti e comunicazioni e istruzione, rispettivamente. L’occupazione risulta aumentare, rispettivamente, di 3740 unità nel settore delle costruzioni, di 1283 unità nel commercio, di 809 unità del settore dei trasporti, di 742 e 172 unità nell’industria del legno e nell’istruzione, mentre il valore aggiunto aumenta di 120 e 44 mln di euro circa nelle costruzioni e nel commercio, rispettivamente, di 32 e 20 mln di euro circa nei trasporti e nel settore del legno, rispettivamente, e di 6 mln di euro circa nell’istruzione. Bisogna, altresì, osservare come gli effetti indotti sulla produzione, l’occupazione ed il valore aggiunto siano significativi nei settori dei prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (pari a 14 mln di euro, 166 unità e 5 mln di euro, rispettivamente), dell’intermediazione monetaria (pari a 12 mln di euro, 97 unità e 7 mln di euro, rispettivamente), dell’informatica (pari a 24 mln di euro, ben 436 unità e 13 mln di euro, rispettivamente) e delle attività immobiliari (pari a 11 mln di euro, 23 unità e 10 mln di euro, rispettivamente); inoltre, si registra un numero maggiore di unità di lavoro in più rispetto alle altre industrie nel settore alberghi e ristoranti (pari a 59) e “altri servizi pubblici, sociali e personali” (pari a 73). In aggiunta, le importazioni dal resto d’Italia e dal resto del mondo aumentano maggiormente nell’industria del metallo (di 21 e 4 mln di euro, rispettivamente), delle macchine elettriche (di circa 5 e 4 mln di euro, rispettivamente) e nel settore dei trasporti (di 13 e 4 mln di euro, rispettivamente), mentre un incremento maggiore delle importazioni dal resto d’Italia rispetto agli altri settori si ha anche nell’industria del legno (pari a 9 mln di euro), dei prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (pari a 19 mln di euro) e del commercio (pari a 7 mln di euro).

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) XXX

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addetti. La variazione della produzione osservata nel quinquennio 1994-1999 e determinata dai nuovi investimenti finanziati con la misura 3.1 è stata pari a 203 MLN di euro, mentre l’incremento di occupazione è stato di 2871 unità lavorative29.

Tabella 10 Valutazione dell'impatto dei fondi strutturali attraverso un modello I/O. Sintesi dei risultati relativi all'asse turismo del POP Calabria 94-99.

 

Variazione esogena

della Domanda Aggregata (in MLN di

euro) A

Variazione indotta della Produzione (in MLN di

euro) B

Variazione indotta

dell'occupa-zione

(Valore Assoluto)

C

B/A

Costo unitario nuova

occupazione (in euro)

A/C

Asse turismo 1999Spesa Programmata 192,5 265,32 3735 1,38 51552Spesa Effettiva 31,6 43,03 603 1,36 52393

Asse Turismo 1994-1999

Spesa Programmata 399,1 549,5 7730 1,38 51631Spesa Effettiva 224,4 307,15 4306 1,37 52103

Misura 3.1 1999Spesa Effettiva 33,9 46,77 664 1,38 51014Misura 3.1 1994-1999Spesa Effettiva 142,3 203,85 2871 1,43 49547Fonte: nostre elaborazioni

Infine, si noti che ogni nuovo occupato costa mediamente circa 50 mila euro e che il moltiplicatore della produzione è compreso tra 1,36 e 1,43. Quest’ultimo risultato è utile per fare previsioni sull’impatto dei fondi strutturali programmati per gli anni successivi a quelli considerati in questa ricerca. Infatti, a parità di altre condizioni, e se è nota la variazione esogena della domanda aggregata indotta dalla programmazione 2000-2006, i dati della tabella 10 forniscono indicazioni sulla probabile variazione della produzione determinata dagli interventi di politica economica previsti nel corrente ciclo di programmazione.

8. Indicazioni di policyUn importante risultato dell’analisi è che le politiche di intervento nel settore turistico regionale hanno perseguito con successo l’obiettivo di riqualificazione dell’offerta ricettiva. Questo dato si ritrova sia nelle auto-valutazioni degli intervistati sull’efficacia della Misura 3.1 e di altre politiche, sia nell’analisi delle informazioni quantitative relative alla costruzione di nuove strutture o nell’ammodernamento delle esistenti. L’implicazione di questa evidenza è che il vincolo di offerta

29 I pagamenti della misura 3.1 dovrebbero essere minori o uguali di quelli relativi all’Asse turismo. Dall’analisi dei dati si ricava il contrario, poiché le informazioni statistiche sull’Asse Turismo fornite dal MEF, diversamente da quelle della misura 3.1 fornite dalla Regione Calabria, includono i rimborsi che la pubblica amministrazione ha ricevuto dai privati a seguito della non ammissibilità di alcuni progetti o come risultato di contenziosi giudiziari. La scelta di utilizzare due diverse fonti deriva dal fatto che i dati sulla Misura 3.1 includono qualche informazione sulla natura del progetto realizzato e, quindi, permettono di effettuare diverse congetture sulle componenti e sui settori della domanda aggregata interessati dalla politica.

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) XXXI

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relativo alla disponibilità di strutture ricettive non dovrebbe più essere un freno allo sviluppo e al consolidamento del settore turistico calabrese. Al contrario, si può argomentare che per lunghi periodi dell’anno, in Calabria esiste una significativa sottoutilizzazione degli spazi adibiti alla fornitura di servizi turistici.

Pertanto, in prospettiva, gli strumenti di politica economica a sostegno dell’offerta settoriale non dovrebbero essere orientati esclusivamente ad incentivare la creazione di nuove strutture, mentre dovrebbero essere indirizzati anche alla rimozione di altri eventuali vincoli che rendono poco competitivi i servizi turistici calabresi. L’idea di base è che l’attuale struttura del turismo calabrese suggerisce di non puntare all’economia delle grandi strutture ricettive, ma alla creazione di un sistema integrato di offerta di servizi turistici. A tal fine, sarebbe necessario concentrare l’attenzione sulla valorizzazione delle imprese e sull’inserimento delle seconde case in un organico sistema di gestione degli alloggi turistici.

Tenendo conto di queste osservazioni, è utile presentare alcune le proposte di intervento, alcune delle quali sono finalizzate a rimuovere i vincoli interni al settore, altre agiscono sui vincoli esterni.

Vincoli interni alle imprese. Il risultato dell’indagine relativo alle dimensioni delle imprese, suggerisce che il settore è caratterizzato dalla presenza di operatori che non sono in grado di far fronte da soli ai frequenti cambiamenti che si osservano nel settore turistico. Oggi, la competitività di un’impresa dipende dalla capacità di soddisfare le preferenze di consumatori, la cui domanda di servizi turistici è molto più articolata che in passato.

Inoltre, bisogna anche considerare che la diversificazione dell’offerta dei servizi turistici richiede che le imprese dispongano di una maggiore varietà di forza lavoro a tutti i livelli. L’indagine diretta evidenzia come in Calabria sia bassa la qualità del capitale umano del settore turistico. Ciò rappresenta un ostacolo, in presenza di un settore che domanda sempre di più servizi specifici ed individualizzati.

Da non trascurare è il ruolo che le nuove tecnologie possono svolgere per aumentare l’efficienza e la competitività delle imprese presenti in questo settore. Dall’indagine diretta risulta che le imprese che utilizzano Internet sono poche. In generale, sfruttando il potenziale della rete telematica, i piccoli alberghi, ad esempio, potrebbero competere con gli operatori di maggiori dimensioni e acquistare la visibilità delle grandi catene, pur continuando ad offrire ai clienti quanto desiderano ad un prezzo accettabile per i piccoli operatori. Tramite internet, infatti, questi potrebbero spingere i consumatori a prenotarsi direttamente, evitando di servirsi degli intermediari riducendo, in tal modo, i costi di distribuzione. Gli effetti degli investimenti in nuova tecnologia non si limitano ad influenzare la visibilità delle imprese e le modalità di vendita dei prodotti turistici, ma riguardano anche la possibilità per le imprese di comunicare e condividere le conoscenze e le esperienze. Questa condivisione delle conoscenze ha un ruolo essenziale nello stimolare l’innovazione, particolarmente importante per le imprese che operano nel settore delle attrazioni turistiche.

Finora si è fatto riferimento ad alcuni dei più importanti punti di debolezza delle singole imprese. Lo scenario non varia quando si guarda al sistema di imprese. Anche in questo caso, l’indagine evidenzia la presenza di vincoli che impediscono al settore di confluire verso nuove forme di organizzazione della produzione. Uno dei maggiori ostacoli sembra essere quello relativo alla totale assenza di relazioni durature tra imprese. I rapporti cooperativi, se esistono, sono occasionali, marginali ed informali. L’accentuazione della cultura del fai da te deriva da comportamenti imprenditoriali che oscurano la percezione dei vantaggi dell’essere parte di una rete di imprese al cui interno spontaneamente si producono, per il sistema, economie positive, quali, per esempio, quelle derivanti dall’azione collettiva di promozione dello stesso prodotto turistico con specifiche connotazioni territoriali, oppure quelle relative all’adozione delle pratiche ottimali e all’offerta di sevizi congiunti. Il superamento di questi ostacoli non può essere affidato alle singole imprese, ma è materia di intervento dell’azione pubblica che dovrebbe favorire la creazione di istituzioni

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) XXXII

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intermedie (per es. associazioni consortili) capaci di offrire servizi comuni e aumentare la competitività del settore.

Questa analisi permette di individuare alcune priorità delle politiche di sostegno del settore che dovrebbero essere incluse nell’agenda della politica economia regionale. La competitività delle imprese turistiche calabresi sarà tanto più elevata quanto maggiore sarà lo sforzo della Regione Calabria per:

- aumentare la qualità e la varietà del capitale umano occupato nel settore in esame- promuovere attività formative di manager turistici in grado di tener conto delle dinamiche di

un mercato in continua evoluzione - promuovere la creazione di istituzioni intermedie- favorire la diffusione della cultura della cooperazione- incentivare l’adozione delle nuove tecnologie informatiche- finanziare micro-investimenti per diversificare all’interno delle strutture ricettive già

esistenti i servizi offerti ai turisti

Vincoli esterni. Al fine di individuare i vincoli esterni all’impresa o al settore che influenzano la competitività del turismo calabrese, è utile considerare le opinioni fornite dagli operatori intervistati sui principali fattori di sviluppo del settore turistico in Calabria (Tabella 1). Ai primi posti in ordine d’importanza, sono indicati la rete di trasporto, la formazione degli addetti, l’immagine della Calabria, l’efficienza della pubblica amministrazione, la tutela ambientale, e le attività promozionali della Regione. Si tratta prevalentemente di beni pubblici, che quindi possono essere prodotti in quantità sufficiente soltanto se il loro costo di produzione è sostenuto in gran parte collettivamente. Le attività della Regione a sostegno dello sviluppo del turismo in Calabria dovrebbero, quindi, esser principalmente indirizzate al miglioramento dei collegamenti della Calabria sia con le altre regioni italiane sia con gli altri paesi, a una più attenta tutela ambientale, a promuovere in modo più efficace la conoscenza dell’offerta turistica calabrese, a ridurre gli oneri per le imprese degli adempimenti burocratici, a promuovere la formazione delle professionalità più importanti per lo sviluppo delle attività turistiche. Seppure sia un elemento non indicato dalle imprese come vincolo allo sviluppo del settore, la sicurezza sul territorio regionale è certamente la pre-condizone da soddisfare affinché in Calabria nascano e si consolidino attività imprenditoriali in grado di creare occupazione permanente.

Infine, per quel che riguarda il sostegno diretto alle imprese, le imprese chiedono soprattutto tempi più rapidi nell’erogazione dei contributi, maggiore chiarezza e trasparenza delle procedure, attività di assistenza e consulenza più efficaci da parte delle amministrazioni pubbliche. Esse ritengono utile anche la predisposizione di convenzioni tra la Regione e gli istituti finanziari per la concessione di crediti a tassi agevolati, in attesa dell’erogazione dei contributi. Ciò è particolarmente importante, poiché l’indagine ha messo in evidenza che la maggior parte delle imprese ha il contributo diversi anni dopo la presentazione della domanda. Molti degli imprenditori intervistati ritengono che le attività turistiche potrebbero essere stimolate più efficacemente mediante incentivi di natura fiscale, quali la fiscalizzazione degli oneri sociali e la detassazione degli utili reinvestiti.

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) XXXIII