Post on 15-Apr-2017
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Martina Ondei | UX e storytelling
Personalita’ da scrivania
-istruzioni per l’uso-
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Appendice: le personalità da scrivania.
Le considerazioni emerse dalla fase di ricerca condotta per l’esame di Ergonomia
Cognitiva, sono state aggregate in forma di storytelling in 7 personalità da scrivania.
Per ognuna di esse è stata fornita una descrizione sintetica ed una breve lista di
suggerimenti rivolti al settore marketing. Per conferire alla presentazione delle
personalità da scrivania una veste narrativa ed espressiva, ad ogni personalità è
stato associato un font specifico.
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Io lavoro così.
Queste personalità dicono di conoscersi e di aver ormai consolidato un metodo di
lavoro standard. La disposizione della loro scrivania è infatti stabile nel tempo, fissa
al punto che essi credono di massima efficienza ed in cui essi si ritrovano.
Suggerimenti
Re-design: il ri-lancio periodico di oggetti tradizionali (o standard) con vesti
estetiche nuove (le nuove collezioni). Ma il mutamento deve essere solo
estetico e mai estremo!
Essendo persone abitudinarie, tenderanno a rinnovare la propria scrivania
con non troppa frequenza e sempre negli stessi periodi. Campagne marketing
periodicizzate;
Oggetti
disposti con
ordine
standard
Spazi vuoti
Organizer
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… Ma è solo per questo periodo.
Queste persone tendono a ritenere la situazione attuale temporanea, a prescindere
da quanto essa sia effettivamente limitata nel tempo. Questi individui, pertanto,
potrebbero trarre vantaggio da oggettistica non troppo impegnativa, richiudibile o
agilmente intercambiabile.
Suggerimenti:
Evitare slogan che facciano riferimento alla resistenza degli oggetti, alla loro
longevità o potenziale irrinunciabilità, tipo «Non potrai più farne a meno»,
«L’investimento della vita», ecc;
Sottolineare la temporaneità degli oggetti, il fatto che siano poco
impegnativi (calendari mensili, contenitori a matrioska, ogg in materiali molli,
pieghevoli, ecc…);
Possono aver presa su questi clienti oggetti usa e getta, apri e chiudi,
richiudibili con poco ingombro
Oggetti
disposti a
caso
nella
zona di
lavoro
Oggetti
«temporaneamente»
accatastati
Disordine instabile
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Io nel mio disordine mi ci ritrovo
Individui che rifuggono l’ordine canonico o imposto da altri. Questi soggetti stanno
bene nella situazione in cui si ritrovano e non perderebbero mai tempo ed energia per
tenere in ordine più di quanto non facciano già. Disordinati ma magari non
disordinatissimi.
Suggerimenti:
Evitare richiami espliciti all’ordine della scrivania;
Puntare sulla valorizzazione personale del metodo di lavoro: « Tu lavori così?
Bene, con questi prodotti io ti aiuto a continuare così»;
Il disordine è effettivo oggetti che implicitamente facilitino le cose
potrebbero essere graditi all’utente: es color code dell’oggettistica; forme /
colori che saltino immediatamente all’occhio;
Disordine stabile
Macchie di caffe’
Oggetti di tutti i tipi
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Le inadempienze passate non scalfiscono le imperiture speranze d’ordine di queste
persone. Puntualmente soffocati dal caos, rimettono ordine con la promessa di
impegnarsi a mantenere stabilmente quell’ordine. Non smettono mai di crederci.
Suggerimenti:
Oggetti che si presentano come intrinsecamente portatori d’ordine
potrebbero conquistare questi individui;
Però, dopo uno o due acquisti si renderanno conto che non basta possedere
quell’oggetto ordinato;
Perciò ciclicamente bisogna rinnovare l’offerta con oggetti sempre nuovi: il
calendario, l’organizer, l’agenda,… tutti sempre strutturati in modo diverso,
per una nuova occasione d’ordine;
7
Questi individui tendono a circondarsi di cose gradevoli a prescindere dalla loro
effettiva funzionalità. Creativi, lontani dall’ovvio, non temono il superfluo in quanto
tale.
Suggerimenti:
¤ Oggettistica che trasmette valori che sappiano andare al di là del mero uso
da scrivania. Che sappiano incarnare uno status;
¤ Creatività, innovazione, alternanza;
¤ Collezioni di ampia portata, corredi 2.0. Oggettistica in serie, da collezione,
rara ma modaiola;
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Sono disordinato… ma non è vero
Queste personalità si definiscono disordinatissime pur non essendolo. Il loro
disordine, difatti, è molto contenuto e bastano pochissimi oggetti fuori posto per
gridare al caos. Sanno sempre dove si trova ogni elemento. Vogliono appartenere
alla categoria dei disordinati.
Suggerimenti:
Rivolgersi a loro riconoscendoli come disordinati ma proporgli oggetti al di
fuori della declinazione dell’ordine/disordine;
Presentare degli oggetti dichiarando che i disordinati ne trarranno beneficio
(ma non perché diventeranno ordinati);
Inclini a seguire le mode, gli oggetti mainstream sortiranno effetti positivi;
Disordine
localizzato
Disposizione
metodica
Spazio
vuoto
Disposizione metodica
Spazio
vuoto
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Vorrei ma non posso
Colui che non compra perché sa che poi non userà l’acquisto, non avrà spazio in cui
metterlo, l’ha già, o è comunque totalmente disinteressato all’argomento. Questi
individui sono compratori solo per necessità e pertanto non rigettano per principio
l’idea di pagare di più per avere oggetti più duraturi.
Suggerimenti:
Puntare sulla versatilità di alcuni oggetti;
Puntare sull’indispensabilità di alcuni oggetti, essere un brand che mantiene
una produzione della cancelleria di base, con un catalogo dotato di molti
oggetti standard;
Puntare sulla resistenza di alcuni oggetti: slogan del tipo «La matita
resistente», «Le cartellette indistruttibili» potrebbero essere efficaci;
Assenza del
superfluo
Solo gli
oggetti
d’uso
corrente
occupano lo
spazio di
lavoro
Ordine funzionale