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IlCammino 67, Anno VIII – Febbraio 2018
Mensile di informazione della Provincia Italiana della Società Divine Vocazioni (Vocazionisti)
Curia Provinciale – via Manzoni 225, Napoli. E-mail sdvprovinciaitaliana@gmail.com tel. 3383630024 / 081 7690623
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“…La vita consacrata è un dono per la chiesa e per il mondo ….” (Papa Francesco)
Durante il viaggio apostolico in Repubblica di
Corea Papa Francesco ha incontrato i
rappresentanti e componenti delle Comunità
Religiose di quella piccola, giovane e promettente
Chiesa: in tale occasione il Pontefice ha
focalizzato la sua ri-
flessione sull’importan-
za della vita consacrata,
sulle gioie di questa e
anche sulle difficoltà,
giungendo a spiegare il
significato dei tre voti
di castità, povertà e
obbedienza in ottica
cristiana. In occasione
della giornata della vita
consacrata che si cele-
bra proprio all’inizio di
questo mese di febbra-
io, vorrei riflettere con
voi, carissimi confratel-
li della Provincia Itali-
ana, sui punti trattati
dal Papa, esperto di vita
religiosa, in quanto egli
stesso religioso e già
superiore provinciale
dei Gesuiti argentin ,i in
quel viaggi apostolico. Papa Francesco, dun-
que, parla di ciò che
conosce e vive.
“La ferma certezza di essere amati da Dio è al
centro” della vocazione di chi sceglie di entrare
in una comunità di vita religiosa: questa certezza
permette di “essere per gli altri un segno
tangibile della presenza del Regno di Dio, un
anticipo delle gioie eterne del cielo“.
Leggendo queste parole forti e chiare, non
posso non notare la discrepanza tra la profondità
spirituale della dichiarazione papale... e la piatta
ferialità in cui per lo più si svolge l’ordinario della
nostra vita. La tentazione di scivolare sul mora-
lismo è forte. Grazie a Dio la consapevolezza di
me e dei miei limiti personali me lo impedisce:
non mi soffermo perciò a parlare di scelta di vita
comunitaria religiosa,
talvolta, come un mez-
zo per vedere realizzato
un proprio progetto di
vita altrimenti irrag-
giungibile; e nemmeno
di scelta alla luce di
“comunità come como-
dità”; e nemmeno, per
restare nello specifico,
di scelta di consacra-
zione nella nostra Fa-
miglia, come “ultima
spiaggia”. Anzi, mi
sforzo di vedere la ma-
no di Dio proprio nella
contraddizione di una
vita vissuta tra la “fer-
ma certezza di essere
amati da Dio” e la
quotidiana contraddizi-
one di vivere come se
l’amore di Dio non fos-
se il fondamento di ogni giorno, ogni ora,
ogni minuto della vita
consacrata. Quanto poi
all’ “essere per gli altri
un segno tangibile della presenza del Regno di
Dio, un anticipo delle gioie eterne del cielo“,
sarebbe facile e scontato dire che il più delle volte
i nostri volti, le nostre parole, le nostre azioni, più
che un segno tangibile della presenza del Regno e
anticipo della Gioia celeste, appaiono come una
forte anti testimonianza, dentro e fuori della
comunità. Eppure, ne sono certo, anche l’ultimo
dei consacrati, quello dal volto più buio e triste,
dalle parole più dure e scostanti, dall’
Gioia della consacrazione il sorriso di giovani religiosi
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atteggiamento più solipsistico, e forse persino
egoistico, se solo per un istante fa memoria del
senso della sua vita, della parola forte di Dio che
lo ha chiamato, rompe la scorza che lo tiene
prigioniero e fa trasparire l’amore di Dio, per sé,
per la Chiesa, per il Mondo. E’ infatti la gioia di
cui parla il Signore, e di cui fa memoria il Papa,
non è la gioia di cui parla il mondo, e che talvolta
nemmeno noi consacrati sappiamo pienamente
individuare. Quella Gioia di cui il Signore dice
“avrete la mia gioia, che nessuno vi toglierà”, né
la persecuzione del mondo, né i limiti comunitari,
le difficoltà della convivenza, ed anche del cibo,
del lecito conforto, e persino della incapacità di
accettare i propri limiti…, giusto per restare nel
piccolo del vissuto quotidiano. Così prosegue il
Papa:
“La gioia, del resto, è un elemento che
caratterizza in ogni momento la vita di ogni
persona anche se “tutti sappiamo che, …la gioia
non si esprime allo stesso modo in tutti i momenti
della vita“: così nei momenti “di grande
difficoltà“, quando tutto sembra perduto, ci
accorgiamo che la gioia «sempre rimane almeno
come uno spiraglio di luce che nasce dalla
certezza personale di essere infinitamente
amato».
La gioia, inoltre, ha chiarito il Papa, è anche
l’elemento che permette alla testimonianza di
“attrarre uomini e donne a Cristo“.
Mi sembra di potere dire della vocazione alla vita
consacrata quello che Papa Benedetto XVI disse
della vocazione alla fede in Cristo: non cresce per
proselitismo, ma per attrazione. E d’altra parte è
sotto gli occhi di tutti che, salvo interventi diretti
del Signore, che ci precede e sorprende sempre, le
vocazioni sono attratte più dalla testimonianza
gioiosa di una comunità, di un consacrato, di un
parroco, che da simposi, convegni, tavole rotonde,
conferenze, ecc. Tempo fa, facendo come di prassi un primo colloquio con un giovane in
discernimento nella nostra comunità di prima
accoglienza di Posillipo, proveniente da un mese
di discernimento in una altra fraternità religiosa,
ilg chiesi perché non avesse proseguito il
discernimento in quell’Istituto. Il giovane mi
rispose “Padre, ero sempre solo, mi trovavo in
una comunità di fratelli che vedevo solo a tavola e
in cappella, ed alcuni erano scontenti di tutto… La
gioia della consacrazione, oserei dire, è la
testimonianza e attrazione vocazionale più forte
che un religioso e una comunità possono offrire ad
un giovane. Ma la gioia della consacrazione è
dono di Dio, che però deve essere custodito,
nutrito, manifestato. Come si ”nutre” la gioia?
Così ci indica il Papa:
La “gioia è un dono che si nutre di una vita di
preghiera, di meditazione della Parola di Dio,
della celebrazione dei Sacramenti e della vita
comunitaria. Quando queste mancano,
emergeranno le debolezze e le difficoltà che
oscureranno la gioia conosciuta così intimamente
all’inizio del nostro cammino“.
Questo perché la gioia “è radicata nel mistero
della misericordia del Padre rivelata nel
sacrificio di Cristo sulla croce“: “castità, povertà
e obbedienza“, che sono i tre voti che compiono i
membri delle comunità religiose, “diventeranno
una testimonianza gioiosa dell’amore di Dio“.
La gioia della consacrazione per ogni vocazione
Noto che il Papa non parla solo di preghiera, di
meditazione della Parola di Dio e di celebrazione
dei Sacramenti. Egli conclude l’elenco con
l’elemento che tutti informa e impreziosisce: la
vita comunitaria. Tutti preghiamo. Tutti
meditiamo la Parola di Dio. Tutti celebriamo i
sacramenti, per noi e per gli altri. Ma troppo
spesso questo lo facciamo fuori della comunità.
Certo può persino apparire più gratificante e
persino più “spirituale” pregare da soli la liturgia
La gioia della consacrazione a tutte le età
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delle ore, il rosario; fare da soli la meditazione,
nella comodità e intimità della camera, e nel
tempo che piace.
La gioia della consacrazione illumina il volto
Ma, forse senza volerlo, rinunciamo proprio allo
specifico della vita consacrata: pregare insieme,
condividere il cibo, il lavoro, il frutto del lavoro,
le ansie, le gioie, i malanni, gli acciacchi della
vecchiaia; vedere un film o una partita insieme
agli altri. Tutto ciò è certamente più faticoso che
restare da soli. Ma se ci priviamo di queste piccole
cose perdiamo la ricchezza della vita comune in
fraternità. E poi non dobbiamo meravigliarci
troppo se la gioia della nostra consacrazione non
risplende come lampada che arde (amore) e attira
(testimonianza).
Concludo con le parole con cui il Papa esorta e
conforta i consacrati della Corea, che non
richiedono altro commento, tanto sono chiare e
incisive, e sicuramente valide per tutti noi:
“La castità esprime la vostra donazione esclusiva
all’amore di Dio, mentre essere poveri significa
trovare un tesoro, poiché è proprio nei momenti
in cui ci sentiamo più fragili, che possiamo
incontrare Cristo, che si fece povero affinché noi
diventassimo ricchi. L’obbedienza, infine, ricorda
Cristo, il quale, assumendo la forma di servo,
imparò l’obbedienza mediante la sofferenza:
infatti pur sapendo quale sarebbe stato il suo
destino, Gesù accettò la volontà del Padre, fino
alla morte in croce. La vita consacrata è un dono
prezioso per la Chiesa e per il mondo: non
trattenetelo solo per voi stessi; condividetelo,
portando Cristo in ogni angolo di questo amato
Paese“.
Don Claudio De Caro SDV
Cose di Casa nostra…
Da Napoli, studentato provinciale….
Ritiro di inizio anno e ordinazione dei primi tre diaconi che hanno iniziato il cammino in Provincia
Per iniziare il nuovo anno sotto l’azione dello
Spirito Santo, e per la immediata preparazione
spirituale alla solenne celebrazione delle
ordinazioni diaconali, i professi dei Vocazionisti
di Posillipo, per disposizione del P. Provinciale,
hanno vissuto una giornata di ritiro spirituale il
giorno 4 gennaio 2018, animato da don Giuseppe
Pugliese, che ha ricordato a tutti i presenti la
necessità di un momento periodico di ritiro, utile a
ricaricare le batterie dell’anima, in vista degli
impegni successivi.
È proprio degli uomini veramente spirituali
cercare e trovare questi momenti, perché, quando
sono immersi profondamente nelle attività
giornaliere, corrono il rischio di smarrire la retta
via che conduce a Dio. Il pericolo è di essere
assorbiti completamente dalle attività materiali,
ritrovarsi svuotati di ogni carica spirituale e
diventare dei managers vestiti dell’abito religioso.
Don Giuseppe ha ricordato che il nostro Beato
fondatore, don Giustino, nonostante avesse la
responsabilità di curare tanti confratelli e
parrocchiani, periodicamente, saliva sulla collina
dei Camaldoli per far riposare lo spirito
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.
Anche per noi è necessario fare lo stesso,
altrimenti potremmo cadere in un torpore che
ricorda quello che colse Pietro, Giacomo e
Giovanni nel Getsemani e gli impedì di vegliare
un’ora sola con Gesù, proprio nell’imminenza
della passione. Anche per noi è necessario
riscoprire continuamente l’importanza di questi
momenti, che sono fondamentali per riprendere
consa-pevolezza di un fatto importantissimo per la
nostra vita e la nostra vocazione alla vita religiosa
e sacerdotale: siamo tempio dello Spirito Santo.
Don Giustino è stato sempre molto attento alla
gestione del tempo, perché anche il tempo è di Dio
e noi dobbiamo amministrarlo bene. Pensiamo al
tempo che sprechiamo e che potremmo dedicare
alla preghiera. Don Giuseppe ha osservato che
Gesù si è trasfigurato dopo essersi messo in
preghiera. È un messaggio chiaro anche per noi:
possiamo trasfigurarci solo se preghiamo. Chi
prega attira gli altri anche senza parlare. Chi prega
si trasforma.
È necessario chiedersi perché ci nutriamo tutti i
giorni della Santissima Eucarestia, ma non
riusciamo a compiere passi in avanti nel cammino
di conversione ed emerge sempre il nostro io.
Forse perché per pregare veramente è necessario il
silenzio. Don Giustino, in Ascensione, (Op. Vol. I,
n. 348), dice che i momenti di silenzio sono
appuntamenti con Cristo; colloqui a tu per Tu con
Lui. Per questo è necessario il silenzio, perché da
quel talamo che è il dialogo intimo dell’anima col
Signore, è necessario escludere ogni altra creatura.
Un esempio di come questi dialoghi con Cristo
trasformano gli uomini, è nella vita di S. Filippo
Neri, che in modo istantaneo ha sentito il suo
cuore dilatarsi a dismisura, fino a rompergli due
costole. Il fatto è avvenuto durante una novena
allo Spirito Santo recitata in una catacomba.
Al centro del ritiro abbiamo avuto il tempo
dedicato alla meditazione personale. E’ seguito un
tempo di adorazione comunitaria in cui tutti hanno
potuto ringraziare il Signore per quanto hanno
ricevuto durante il
Ringraziamo il Signore e don Giuseppe
Pugliese per averci concesso questo momento
spiritualmente fecondo.
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Nel celebrazione dell’ordinazione diaconale dei
nostri amati Confratelli nella vigilia dell’Epifania
del 2 10 8, la chiesa, e in essa la nostra amata
famiglia religiosa, ha rivissuto quanto narrato in
Atti degli Apostoli, al capitolo 6.
Agli inizi della vita della Chiesa il servizio di
assistere fratelli e sorelle bisognosi era svolto dai
medesimi apostoli, che realizzavano in quel modo
il mandato e l’esempio ricevuto da Cristo,
soprattutto nell’ultima cena, quando Gesù stesso
lavò i piedi ai discepoli. Poiché il numero dei
fedeli aumentava, si crearono momenti difficili e,
così, gli apostoli compresero che non potevano
continuare in quel modo. Decisero di affidare il
servizio di assistenza materiale ad un numero
preciso di discepoli, di buona reputazione e pieni
di Spirito e di sapienza. Dopo aver pregato
imposero le mani e li istituirono diaconi della
Chiesa di Cristo. In questo modo gli apostoli
poterono dedicarsi al servizio della Parola di Dio e
i diaconi si occuparono dell’assistenza ai
bisognosi.
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La Provincia Italiana della Società Divine
Vocazioni il giorno 5 gennaio 2018, alle ore
18,00, ha rivissuto quella pagina biblica, perché,
nella Chiesa di San Giorgio Martire in Pianura, il
Vescovo di Pozzuoli, Sua Ecc.za Rev.ma Mons.
Gennaro Pascarella, successore degli Apostoli, ha
ordinato diaconi tre figli di Don Giustino: Felix
Nkiene Mbanza, Leonce Bonaventure Bonga-
Bongo e Luigi Rea.
La bellissima giornata tutta dedicata alla
preparazione immediata dei tre ordinandi, è
iniziata a Posillipo, ove l’intera comunità ha
accolto i te giovani ordinandi, partecipando con
loro ad un momento di preghiera, al termine del
qual ,àtinumoc alla iznanid ,e il Padre Provinciale,
Ordinario della Provincia Italiana, ha accolto la
prescritta professione di fede e il giuramento di
fedeltà alla Chiesa ed all’integralità del suo
Magistero.
Molto festoso il pranzo comunitario.
Nel pomeriggio tutta la comunità ha raggiunto
Pianura, per l’ordinazione diaconale dei tre
confratelli che fanno un ulteriore passo nella
risopsta all’invito del Signore: “Seguimi” (Mc
2,14) nella Chiesa e a servizio del Carisma della
famiglia dei Vocazionisti, che li spinge ad essere
innanzitutto servi delle vocazoni. Il servizio alle
vocazioni rappresenta il proprium della diaconia
vocazionista e qualifica in modo decisivo la
spiritualità della nostra Congregazione.
Insieme a parenti ed amici dei tre neodiaconi,
erano presenti anche i fedeli delle parrocchie dove
svolgono il loro servizio pastorale e tutti si sono
ritrovati per un momento di splendida e ricca
agape fraterna presso i locali della parrocchia,
preparato ed offerto dalla stessa comunità
parrocchiale di San Giorgio.
Ringraziamo il Signore per il dono ricevuto
attraverso questi tre fratelli e ringraziamo loro per
aver detto: “Sì” al Signore, proprio come Maria.
Daniele Florio SDV
PROSSIMI APPUNTAMENTI IN PROVINCIA
2 Febbraio, Giornata della vita Consacrata
5-6 Febbraio, ASSEMBLEA PROVINCIALE
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Continua nella Casa Provinciale di Posillipo l’esperienza dei “sabato
vocazionali”.
Il Padre Provinciale ha voluto che questa iniziativa fosse curata da alcuni giovani professi, Antonio Capuano, Enrico Paolinelli, Felix
Nkiene, Gennaro Russolillo e Pietro Salvatore Patricelli, sotto la guida del Consigliere Provinciale per le
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vocazioni don Giuseppe Ferrara, che da anni guida i Campi vocazionali, i quali stanno riportando la nostra Provincia ad una bella primavera
vocazionale.
I sabati vocazionali, sono incontri a larga
scala: ragazze e ragazzi che chiedono di
essere aiutati a fare chiarezza sul disegno
che il Signore sta loro proponendo.
A Posillipo presso la comunità di studentato dei
vocazionisti il giorno 20 si è svolto il IV incontro
dei sabati vocazionali, teso ad aiutare i giovani
alla scoperta della propria vocazione. I giovani
partecipanti sono aiutati non solo a porsi le giuste
domande, ma anche a trovare la giusta risposta al
senso della propria vita guardando a Cristo. Come
sempre ad illuminare la giornata nelle sue
dinamiche è stata la parola di Dio, in particolare in
questo incontro ci è stata proposta la figura di
Mosè. La sua è una storia che per essere capita
non può essere letta e interpretata con i criteri
umani, ma con la fede, disposti cioè ad
interrogarsi per rispondere generosamente,
fidandosi. Mosè vede nel suo cuore chi è
veramente: credeva di essere un uomo giusto e
potente, invece è un pauroso, un debole, uno che
si pone tanti interrogativi. Agli occhi di Dio però
diventa l’amato perché sarà l’uomo svuotato di se
stesso, della sua superbia. Nelle dinamiche
vocazionali proposte è emerso come Mosè ha
trovato tante e diverse scuse per non seguire Dio.
Anche se c’è una distanza spazio-temporale che ci
divide dal suo personaggio, oggi usiamo le sue
stesse scuse, non per mancanza di creatività, ma
perché di base ci sono delle resistenze personali e
anche perché la fretta quotidiana non ci permette
di sostare e riflettere, anzi non ci permette di
ascoltare quella “voce” che continua a parlare. Dio
rivela sé stesso per un preciso motivo: per amare
l’uomo e questo amore salvifico costituisce il
contenuto proprio della missione che Egli affida ai
suoi inviati, come Mosè. Mosè, nonostante le sue
paure, risponde con l’eccomi, che risuona in tutta
la Bibbia e connota la risposta tipo del credente.
Questo quarto incontro vocazionale chiude anche
la prima parte di questo percorso: dopo aver preso
coscienza di chi siamo e in che modo farci trovare
nella nostra vita, ora tocca a noi imboccare la
strada verso ciò che ci rende felici agli occhi del
Signore e di noi stessi. La gioia è stata anche
quella di aver visto crescere il numero di noi
partecipanti; aumentano coloro che avvertono la
necessità di interrogarsi, di cercare risposte. Le
dinamiche vocazionali che ci sono state proposte e
svolte durante gli incontri hanno messo a proprio
agio anche coloro che hanno iniziato da poco
questo percorso. In un modo o nell’altro, tutti noi
abbiamo superato quell’imbarazzo iniziale per poi
esternare i nostri sentimenti, dubbi, ansie, persino
le nostre paure: chi non l’ha fatto ha lasciato
parlare il suo sguardo, proprio come in una delle
dinamiche proposte in questa giornata di
orientamento vocazionale: disposti in coppia uno
di fronte all’altro, ci si guardava per capire se la
persona di fronte vuole venirmi incontro o se
invece vuole stare ferma, non aprirsi all’incontro e
alla novità. È necessario superare quella paura che
non permette di aprirsi alla vita, che impedisce di
rispondere, che ti blocca nell’interrogarti.
Torniamo alle nostre case ma ora ci aspetta un
compito: leggere tutto quanto vissuto in questo
sabato vocazionale nel modo giusto e provare ad
avvicinarci ed avvicinarsi all'altro, a guardare noi
stessi e gli altri. Alla prossima!
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Lo scorso 18 gennaio abbiamo ricordato il giorno della nascita del nostro Beato Padre don Giustino.
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Alle 18.30 il reverendissimo Padre
Vicario Generale ha presieduto la santa Messa Solenne, durante la quale ha ricevuto la professione perpetua del
giovane Edwin, dello studentato internazionale di Pianura.
In mattinata, come di consueto,
“Piccoli gruppi di preghiera don Giustino”, animati da don Giuseppe
Pugliese, hanno organizzato il pellegrinaggio a piedi, dalla “rotonda don Giustino” alla Cripta, fermandosi in preghiera nella Parrocchia di San
Giorgio.
Poi, nella funzione di parroco titolare di San Giorgio, il Padre Provinciale ha
presieduto la Messa nella Cripta di don Giustino, attorniato dai confratelli e da
moltissimi fedeli di San Giorgio.
Nella stessa messa il Padre Provinciale ha ricordato il XXIV° anno della sua
ordinazione presbiterale.
La comunità di Posillipo poi gli ha preparato una graditissima festa “a
sorpresa” per ricordare il felice evento.
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LA PROVINCIA ITALIANA in vista del XV capitolo generale della SDV celebra la sua
II ASSEMBLEA PROVINCIALE
Come tuti sapete, il Reverendissimo Padre
Generale ha indetto per il prossimo 26
agosto il XV Capitolo Generale della
Società Divine Vocazioni. Su sua preziosa
indicazione ci stiamo ormai preparando da
tempo, con la preghiera innanzitutto.
Siamo poi chiamati a preparare la
celebrazione capitolare portando il
contributo dei singoli e delle comunità, in
modo speciale attraverso lo studio e la
riflessione sulle piste offerte dalla
Segreteria Generale nei “questionari” di
rito. Ma anche come Provincia dovremo
dare il nostro apporto, secondo le
indicazioni che ci vengono date dalle
stesse Costituzioni, all’art. 163:
“Un’assemblea provinciale deve essere
convocata prima del capitolo generale,
ordinario e straordinario”.
Pertanto con la presente convoco la
seconda Assemblea della Provincia Italiana
della Società Divine Vocazioni, a Napoli
Pianura, “Vocazionario Deus Caritas”, in
due sessioni paritetiche, nei giorni 6-7
febbraio e 3-4 aprile pv, secondo il
programma di seguito riportato. Essendo le
due sessioni perfettamente paritetiche, si
potrà optare nelle comunità per l’una o
l’altra data, secondo gli impegni e le
preferenze personali e comunitarie. I
novizi e i giovani religiosi non studenti,
possibilmente, partecipino a Febbraio. I
religiosi studenti partecipino ad aprile, in
tempo di vacanza scolastica.
Prego il segretario provinciale di
consultare personalmente i direttori locali
nei prossimi giorni per raccogliere le
prenotazioni. Naturalmente, salvo gli
impediti per malattia o forza maggiore,
chiedo a tutti di non dispensarsi in alcun
modo dalla partecipazione all’Assemblea,
che, dopo il Capitolo, è la massima
espressione di comunione tra i confratelli,
le comunità locali e la stessa Provincia.
Nessuno pensi di non potere o dovere dire
nulla. Ognuno porti la ricchezza della sua
persona e quanto nel Signore riterrà giusto
dire e dare. Prego il Reverendissimo Padre
Generale, ove possa, di onorarci della sua
presenza, almeno per qualche tempo, se
non possa per tutto.
Questo il programma:
“La Provincia Italiana in
cammino verso il XV capitolo
generale SDV”
Prima sessione 6-7 febbraio
/Seconda sessione 3-4 aprle / 2018
Coordinatore e moderatore: d. C. Liberti
Primo giorno
ore 12.00: Concelebrazione
Eucaristica di apertura (se
possibile, presieduta dal
Reverendissimo Padre Generale)
ore 13.00: Pranzo
ore 16.00: Relazione “Lo stato
della Provincia italiana tra
identità e missione” a cura di
don Claudio De Caro
ore 17.00: break
ore 17.30: Relazione “ La
Provincia nelle Costituzioni nel
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Direttorio - possibili proposte al
XV Capitolo Generale”, a cura
di don Salvatore Russolillo
18.30: Vespri e Preghiera per il
XV Capitolo Generale
19.30: Cena
Secondo giorno
ore 08.00: Lodi e
Concelebrazione Eucaristica (se
possibile, presieduta dal
Reverendissimo Padre Generale)
a seguire colazione
ore 09.45: Preparazione in aula
dei lavori di gruppo, a cura del
moderatore
ore 10.15 -12.15: Lavori di
gruppo
ore 12.30: Offertorio
13.00: Pranzo
15.30: Conclusioni, a cura dei
segretari dei gruppi e del
Coordinatore
16.30: Vespro e Preghiera per il
capitolo (in aula) – saluto del
Provinciale
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ESERCIZI SPIRITUALI 2018 1° Corso, Perdifumo,
25-29 giugno
2° Corso, Perdifumo, 24-28 settembre
3°Corso, Pianura Casa Madre,
11-15 novembre
Atti del Reverendissimo P. Generale riguardanti la Provincia Italiana
Il reverendissimo Padre Generale
in data 18 gennaio 2018, con lettera del Segretario Generale, ha assegnato alla Provincia
Italiana il reverendo don Francis OBASI.
Diario ed atti del P. Provinciale
Il Padre Provinciale, nel mese di Gennaio
Lunedì 1, accompagnato dallo studentato provinciale, ha presieduto la santa messa in San
Giorgio a Pianura e poi si è fermato con i giovani
e la comunità di san Giorgio a cena nella Casa
Canonica.
In pari data ha indirizzato una lettera ai novizi
sul cammino fatto e alcuni punti di formazione.
Martedì 2 ha indirizzato al Rev.mo Vicario Generale SDV la prescritta relazione sullo stato
della Provincia, evidenziando alcune questioni
emergenti a livello disciplinare e circa la
composizione della lista dei vocali in vista della
elezione dei delegati al XV° capitolo Generale
della SDV.
Mercoledì 3 ha ricevuto a colloquio personale a Posillipo don Paulin Mama.
Giovedì 4 ha presenziato a ritiro di inizio anno
per la comunità e lo studentato di Posillipo,
animato da don Giuseppe Pugliese. Alle ore 12 in
cappella ha ricevuto la professione di fede e il
giuramento di fedeltà alla chiesa la itadidnac ied
8 nac led amron a ,otanocaiD 33 co. 6, .
Venerdì 5, con il Reverendissimo Vicario
Generale SDV, ha concelebrato con
l’Eccellentissimo Vescovo di Pozzuoli nella
Chiesa Madre di san Giorgio Martire a Pianura in
occasione dell’ordinazione diaconale dei religiosi
Leonce Bonga-Mbongo, Felix Nkiene-Mbanza e
Luigi Rea.
Sabato 6 e Domenica 7 ha celebrato le sante messe del mattino nella parrocchia dei Sacri Cuori
a Napoli Cavalleggeri, in sostituzione del vicario
parrocchiale assente.
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In pari data ha comunicato all’eccellentissimo Ordinario di Pozzuoli l’assegnazione del diacono
Felix Nkiene Mbanza e del diacono Luigi Rea in
servizio rispettivamente alle parrocchie di Pianura
San Giorgio e Cavalleggeri Sacri Cuori. Ha poi
comunicato all’eccellentissimo Ordinario di Vallo
della Lucania l’assegnazione del diacono Leonce
Bonaventura Bonngo-Mbonga alle Parrocchie
affidate alle comunità di Perdifumo e Paestum
Lunedì 8 ha celebrato la santa Messa di
Comunità nello Studentato Provinciale in
suffragio del signor Severino, genitore del
Reverendissimo Padre Generale.
Mercoledì 10 ha incontrato a Posillipo don Florent Hounkponou venuto in visita.
Venerdì 12 si è recato in visita al noviziato per un incontro di formazione.
Sabato 13 ha incontrato don Cesare Quinde Calderon, in vista del reinserimento in Provincia.
In pari data ha incontrato l’ing. Nicola Petracca in
vista di un progetto generale di recupero della
Casa Provinciale di Napoli Posillipo.
Lunedì 15 ha ricevuto a colloquio personale
don Sebastien Apete. Alle ore 10 ha presieduto la
preghiera prescritta dal Reverendissimo Padre
Generale, prima delle operazioni di voto dei
delegati al XV° capitolo Generale della SDV.
Alle ore 11, in qualità di presidente designato dal
Reverendissimo Padre Generale, ha presieduto le
operazioni di voto e di scrutinio dei delegati al
XV° capitolo Generale della SDV.
Martedì 16 ha ricevuto due nuovi aspiranti nella comunità di primo discernimento di Napoli
Posillipo.
Giovedì 18, alle ore 10, ha presieduto la santa
Messa nella Chiesa del Beato Giustino al
Vocazionario Deus Charitas, in occasione
dell’anniversario della nascita del Beato don
Giustino, e del 24° anniversario della sua
ordinazione presbiterale. In serata ha conce-
lebrato con il Reverendissimo Vicario Generale in
occasione della professione perpetua del giovane
Edwin dello studentato internazionale di Napoli
Pianura.
Venerdì 19 ha accompagnato altri due aspiranti nel riaperto Vocazionario Santissima Trinità di
Mola di Bari. Si è poi fermato a Bovino, in visita
alla Fondazione Valleverde onlus. In serata ha
ricevuto a colloqui don Matteo Mpampanye.
Lunedì 22 si è recato a colloquio con il Reverendissimo Vicario Generale SDV in
riferimento alle richieste scritte già prece-
dentemente formulate circa alcune situazioni
disciplinari e perplessità sulla composizione della
lista dei vocali di voce attiva e passiva della
Provincia Italiana.
In pari data, consultato il Consiglio
Provinciale, con propria lettera, ha assegnato
temporaneamente alla comunità di Altavilla don
Cesar Quinde Calderon per un graduale
reinserimento in comunità.
Giovedì 25, consultato il Consiglio Provinciale, con propria lettera, ha assegnato alla comunità di
Bibbiena (AR) il sacerdote don Francis Obasi, a
datare dal 1 febbraio 2017,presentandolo in pari
data all’eccellentissimo Ordinario di Arezzo come
vicario parrocchiale dell’Unità Pastorale di
Bibbiena.
Lunedì 29, ascoltato il Maestro dei Novizi, e dopo avere dato incarico al Consigliere
Provinciale per la formazione di dialogare con il
novizio Giuseppe Lagnena, e, costata la
insuperabile difficoltà del giovane di inserirsi nel
dinamismo della vita comunitaria, lo ha dimesso
dal noviziato, invitandolo ad orientarsi verso la
vita diocesana.
Mercoledì 31, in qualità di teste, ha deposto presso il tribunale ecclesiastico diocesano di
Pozzuoli per il processo di canonizzazione del
Beato don Giustino.
I nostri defunti:
il 7 gennaio è tornato alla Casa del Padre il nostro fratello Severino, papà del Rev.mo Padre Generale.