Dinamica Aleatoria (Cenni)

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cenni di dinamica aleatoria

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    A.2 RICHIAMI DI DINAMICA ALEATORIA

    Giuliano AUGUSTI e Marcello CIAMPOLI

    Universit di Roma "La Sapienza"Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica

    Via Eudossiana 18 - 00184 Roma

    A.2.1 AZIONI DINAMICHE

    Le azioni dinamiche sulle costruzioni sono caratterizzate da intensit, distribuzione spa-ziale e variazione nel tempo. Con riferimento a questo parametro, possono essere distintein due categorie:- azioni impulsive(urti, esplosioni, ecc.);- azioni prolungate (sismi, vento, ecc.)

    Il primo caso si verifica se la durata t0dellazione (molto) breve rispetto al periodoproprio T della struttura:

    Tt 0 (A.2.1)Leffetto dinamico dipende allora essenzialmente dallimpulso W, che determina una

    variazione della quantit di motodella struttura. Analogamente, leffetto dinamico di unaforza applicata rapidamente e poi mantenuta costante, equivale a quello di unazione im-

    pulsiva.Nel secondo caso la struttura subisce delle oscillazioni forzate.Le azioni dinamiche possono essere rappresentate mediante funzioni deterministiche o

    modelli stocastici. Nel Par. A.2.3 sono riportate alcune informazioni sui processi stocasticiusualmente adottati per modellare le azioni.

    A.2.1.1. Decomposizione dellazione in somma di impulsiUnazione prolungata F(t), come qualsiasi funzione del tempo, pu essere rappresentata

    come il susseguirsi di impulsi elementaridW di durata infinitesima dt (Fig. A.2.1):

    dWdttF (A.2.2)

    La corrispondente azione impulsiva G(t), applicata allistante t = , si pu descrivere come:

    ttFtG (A.2.3)

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    dove (t - ) la funzione impulsiva(detta delta di Dirac), definita da:

    tper0t (A.2.4a)

    01dtt

    (A.2.4b)

    Questa decomposizione particolarmente utile per i sistemi lineari, in cui gli effetti di suc-cessivi impulsi si possono sommare.

    Fig. A.2.1. - Identificazione dellimpulso elementare come componente di una funzioneF(t).

    A.2.1.2. Analisi spettrale

    Unazione le cui caratteristiche fondamentali sono costanti nel tempo dettastazionariae pu essere rappresentata come sovrapposizione di azioni armoniche (analisi spettrale).

    A.2.1.2.1.Sviluppo in serie reale o complessa di Fourier

    Una funzione F(t) periodica di periodo TF pu essere rappresentata attraverso le suecomponenti armoniche (Fig. A.2.2a), mediante uno sviluppo in serie reale o complessa diFourier.

    Lo sviluppo in serie reale di Fourier ha l'espressione:

    1n1n1

    1nn0 tncosbtnsenaatF (A.2.5)

    dove:

    dt

    F(t)

    t

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    3

    (a)

    (b)

    Fig. A.2.2. - Esempio di funzione periodica discontinua F(t): (a) sua approssimazione F32(t)mediante la somma di 32 componenti armoniche; (b) spettro della funzione F32(t) F(t).

    F1

    T

    2 (A.2.6a)

    e la pulsazione delln-ma armonica

    1n n (A.2.6b)

    a0 il valore medio della funzione:

    dttFT

    1a F

    T0

    F0 (A.2.7)

    ed i coefficienti an, bnsono forniti dalle relazioni:

    F(t)

    TF

    F32(t)

    F(t)

    t

    1

    nn

    Cn

    8 16 24 32

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    dttnsentFT

    2a 1

    T0

    Fn

    F (A.2.8a)

    dtncostFT

    2b 1

    T0

    Fn

    F (A.2.8b)

    L'utilit di questa rappresentazione risiede nel fatto che, in virt della assoluta ed uni-forme convergenza dello sviluppo in serie (A.2.5), qualsiasi funzione periodica F(t) puessere espressa con sufficiente accuratezza considerando solo un numero ridotto di terminidello sviluppo in serie, ovvero mediante un numero ridotto di componenti armoniche.

    In maniera del tutto equivalente, lo sviluppo in serie pu essere espresso nella forma:

    n11n

    n0 tnsenCatF

    (A.2.9)

    dove 2n2nn baC e n sono rispettivamente lampiezza e langolo di fase della n-

    esima armonica.Si definiscespettrodella funzione F(t) il diagramma delle ampiezze Cnin funzione del-

    le corrispondenti pulsazioni n= n1(Fig. A.2.2b).Una rappresentazione equivalente alle (A.2.5) e (A.2.9) fornita dallo sviluppo in serie

    complessa di Fourier:

    tnexpctF 1n

    n

    i (A.2.10)

    dove 1i lunit immaginaria e

    ...,1,0n,dttnexp)t(FT

    1c 1

    2

    T

    2

    TF

    n

    F

    F

    F

    i (A.2.11a)

    una costante complessa. Usando il simbolo *per rappresentare il complesso coniugato, siha:

    c cn n *

    (A.2.11b)

    mentre:

    00 ac (A.2.11c)

    il valore medio di F(t), e

    n

    _

    n cR2a (A.2.11d)

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    5

    n

    _

    n cI2b (A.2.11e)

    avendo indicato rispettivamente con R() ed I() la parte reale e la parte immaginaria di unnumero complesso.

    A.2.1.2.2.Trasformata di Fourier

    La decomposizione in serie di Fourier pu essere generalizzata al caso di funzioni F(t)non periodiche mediante la trasformata di Fourier, che si ottiene dallo sviluppo in serie diFourier per TF.

    (a)

    (b)

    Fig. A.2.3. - Esempio di (a) funzione non periodica e (b) suo spettro di frequenza.

    Con le notazioni:

    1 (A.2.12a)

    n1 nn (A.2.12b)

    1

    0- a a

    F(t)

    t

    c

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    6

    nnnFn c2

    cTc

    (A.2.12c)

    le (A.2.10) e (A.2.11a) diventano

    texpc

    2

    1tF n

    nn i (A.2.13)

    dttexptFc n2

    T

    2

    Tn

    F

    F

    i (A.2.14)

    Al limite, se il periodo TF tende ad infinito, 1= diventa la quantit infinitesimade nuna quantit continua, il cui differenziale appunto d. Pertanto, l'espressionedello sviluppo in serie si trasforma in un integrale:

    dtexpc

    2

    1tF i (A.2.15)

    essendo l'ampiezza della generica armonica di pulsazione espressa da:

    dttexp)t(Fc

    i (A.2.16)

    Le (A.2.15) e (A.2.16) costituiscono una coppia di trasformate di Fourier._c () detta

    trasformata di Fourier della F(t) e ne esprime le componenti in frequenza: il diagrammacorrispondente detto spettro di frequenza (Fig. A.2.3b), ed una funzione continua, adifferenza dellanalogo spettro di una funzione periodica, che si presenta come un isto-gramma (Fig. A.2.2b).

    F(t) detta trasformata inversa di Fourierdella_

    c ().

    A.2.2.ALCUNEPROPRIET DELLA TRASFORMATA DI FOURIER

    La trasformata di Fourierdi una funzione h(t) definita dalla relazione [cfr. (A.2.16)]:

    H

    h t e dti t (A.2.17)

    se questo integrale esiste per ogni reale. H() una funzione complessa del parametroreale .

    Una condizione sufficiente per l'esistenza della funzione H() che h(t) sia assoluta-mente integrabile, ovvero che sia:

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    7

    h t dt

    (A.2.18)

    La trasformata inversa fornita dalla relazione [cfr. (A.2.15)]:

    deH

    2

    1)t(h ti (A.2.19)

    dove h(t) una funzione continua.Le due funzioni h(t) ed H() costituiscono una coppia di trasformate di Fourier.In corrispondenza di un punto di discontinuit, l'integrale (A.2.17) tende al valore:

    h t h t

    2

    (A.2.20)

    Per definire la trasformata di Fourier di funzioni periodiche, costanti o impulsive, possibile introdurre condizioni meno restrittive.

    Nell'applicazione della teoria delle trasformate di Fourier, sono utili i seguenti teoremi erisultati.

    a) teorema di derivazione

    Se le funzioni h(t) e H() sono una coppia di trasformate di Fourier, anche le funzioni:

    d h t

    dti H

    n

    n

    n (A.2.21)

    costituiscono una coppia di trasformate di Fourier.

    b) teorema di traslazione

    Se le funzioni h(t) e H() sono una coppia di trasformate di Fourier, anche le funzioni:

    h t t H e i t 0 0 (A.2.22)

    h t e Hi t 0 0 (A.2.23)

    costituiscono una coppia di trasformate di Fourier.

    c) teorema di Parseval

    Questo teorema stabilisce l'identit tra le distribuzioni dell'energia nei domini del tempoe delle frequenze attraverso la relazione seguente:

    E h t dt H d

    2 21

    2 (A.2.24)

    Di conseguenza possibile stabilire una dualit tra il dominio del tempo ed il dominio del-

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    le frequenze, nel senso che quanto pi un segnale corto in un dominio, tanto pi lungonel dominio duale.

    d)simmetria, variazione di scala, dualit

    Se le funzioni h(t) e H() sono una coppia di trasformate di Fourier, anche le funzioni:

    H t h 2 (A.2.25)

    h ata

    Ha

    1 (A.2.26)

    costituiscono una coppia di trasformate di Fourier (essendo a una costante reale).

    e)funzioni armonicheE' possibile stabilire le seguenti coppie di trasformate di Fourier:

    e i t 0 2 0 (A.2.27)

    cos 0 0 0t (A.2.28)

    sin t i 0 0 0 (A.2.29)

    f) integrale di convoluzione

    Se la risposta v(t) di un sistema all'eccitazione P(t) ottenuta attraverso l'integrale diconvoluzione:

    dtPhdthPtv (A.2.30)

    possibile ricavare la relazione seguente:

    V P H (A.2.31)

    essendo V(), P() e H() le trasformate di Fourier di v(t), P(t) ed h(t).Pertanto una convoluzione nel dominio del tempo corrisponde ad un prodotto nel do-

    minio delle frequenze. Al contrario, un prodotto nel dominio del tempo corrisponde ad unaconvoluzione nel dominio delle frequenze:

    g) integrale di correlazione

    L'integrale di correlazione definito dalla relazione

    z t x h t d (A.2.32)

    La sua trasformata di Fourier espressa dalla relazione

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    Z X H * (A.2.33)

    dove * indica il complesso coniugato di X().

    A.2.3. PROCESSI STOCASTICI

    A.2.3.1. Definizioni e descrizione di un processo stocastico

    Unprocesso stocasticoX(t) pu essere definito come una famiglia di funzioni x r(t) diun parametro t (nei casi di interesse per la dinamica strutturale, il tempo) che rappresenta-no possibili realizzazioni di uno stesso fenomeno fisico e sono quindi correlabili in senso

    probabilistico, ovvero descrivono la variazione rispetto al parametro di una grandezza ale-

    atoria. Alternativamente, per ogni valore del parametro, il processo stocastico corrispondead una distribuzione di una variabile aleatoria.Come per le variabili aleatorie, il modo pi naturale per caratterizzare e descrivere un

    processo stocastico consiste nellassegnare le funzioni di distribuzione congiunta di ordine

    crescente o le corrispondenti funzioni di densit di probabilit congiunta.La densit di probabilitdel primo ordine

    dxx)t(XxobPrt,xfX (A.2.34)

    misura la probabilit che il valore di X(t) allistante t sia compreso tra x ed x + dx, e quindi

    definisce la struttura probabilistica della variabile aleatoria X per ogni fissato valore delparametro t.

    Le densit di probabilit di ordine superiore 2211 t,x;t,xfX

    .. (A.2.35)

    nn11 t,x;.....;t,xfX

    sono le densit di probabilit congiunte dei valori di X(t) in n (= 2, 3, ) istanti e descri-vono la correlazione tra i valori del processo nei valori fissati del parametro.

    Per caratterizzare un processo stocastico quindi necessario definire una serie di fun-zioni del tipo (A.2.34) e (A.2.35) che rappresentano le densit di probabilit congiunta diogni ordine. Tali funzioni devono essere: non negative; invarianti per una qualsiasi permu-

    tazione degli argomenti; tali che sia possibile derivare le densit di ordine inferiore daquelle di ordine superiore attraverso operazioni di convoluzione. Devono inoltre soddisfa-re la condizione di normalizzazione

    1dx...dxt,x;.....;t,xf... n1nn11

    X

    (A.2.36)

    Una descrizione pi semplice, anche se meno completa, di un processo stocastico for-nita dalla successione dei momenti delle densit di probabilit dei diversi ordini.

    Si definiscono momenti di ordine nle entit:

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    dxt,xfxt Xnn

    X (A.2.37)

    essendo lintegrale esteso al dominio di definizione di X(t).

    Di particolare interesse (anche perch sono in genere le uniche grandezze determinabilistatisticamente) sono i momenti del primo e del secondo ordine, detti rispettivamente valo-re medioe valore quadratico medio, definiti dalle relazioni:

    dxt,xfxtXEt XX (A.2.38)

    dxt,xfx)t(XEt X222

    X (A.2.39)

    Si definiscono momenti centrali di ordine nle entit:

    dxt,xftXExtm Xnn

    X (A.2.40)

    che rappresentano i momenti di ordine n degli scarti rispetto al valore medio.Di particolare interesse il momento centrale di ordine 2o varianza:

    dxt,xftXExt X22

    X (A.2.41)

    la cui radice quadrata fornisce loscarto quadratico medioo deviazione standard.Si definiscefunzione di auto-correlazione del processo il momento congiunto:

    212211X212121xx dxdxt,x;t,xfxxtXtXEt,t (A.2.42)Tale funzione soddisfa alle seguenti propriet:

    - simmetrica;- semidefinita positiva;- soddisfa alla diseguaglianza:

    22xx11xx2

    21xx t,tt,tt,t

    Se t1 = t2, la (A.2.42) fornisce il valore quadratico medio(A.2.39) del processo al tem-po t.

    In generale, per caratterizzare un processo stocastico sono necessari i momenti di ogni

    ordine: solo in alcuni casi (il pi significativo quello dei processi gaussiani; cfr. Par.A.2.3.7.5) sono sufficienti solo i momenti del primo e del secondo ordine (e quindi le cor-rispondenti densit di probabilit).

    Assegnati due processi stocastici distinti X(t) ed Y(t) (ad esempio, le velocit del ventoin due punti di una struttura), possibile esprimere, attraverso le funzioni di densit di

    probabilit congiunta, la correlazione tra i valori assunti dai processi in valori assegnati delparametro.

    Ci richiede la definizione delle funzioni di densit di probabilit congiunta, che alprimo ordine sono del tipo:

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    dxdss,y;t,xfXY (A.2.43)

    e rappresentano la probabilit che X(t) assuma valori nellintervallo (x, x + dx] al tempo te contemporaneamente Y(t) assuma valori nellintervallo (y, y + dy] al tempo s.Per due processi stocastici X(t) ed Y(t) distinti, si definisce funzione di cross-

    correlazione(o correlazione incrociata) lespressione:

    2121xy tYtXEt,t (A.2.44)

    Analogamente alle funzioni di auto- e cross-correlazione, possibile definire lefunzio-ni di auto- e cross-covarianza, che sono date dalle relazioni:

    2x1x21xx2x21x1

    21221xx

    ttt,t

    ttXttXE

    tX,tXmt,tk

    (A.2.45)

    2y1x21xy

    2y21x1

    21221xy

    ttt,t

    ttYttXE

    tY,tXmt,tk

    (A.2.46)

    In generale i processi stocastici possono essere suddivisi in due classi: stazionaried e-volutivi. Un processo stazionario se le sue propriet rimangono le stesse al variare del pa-rametro, evolutivo in caso contrario.

    A.2.3.2. Stazionariet

    Un processo stocastico dettostazionario (in senso stretto) se la sua struttura probabili-stica indipendente da una traslazione del parametro (in dinamica, dellorigine dei tempi),

    ovvero se:

    t,xft,xf XX

    . (A.2.47)

    nn11Xnn11X t,x;....;t,xft,x;....;t,xf Come si pu notare dalle (A.2.47), la densit di probabilit del primo ordine indipen-

    dente dal tempo, e quelle degli ordini successivi dipendono soltanto dalle differenze tra gliargomenti ti.

    Di conseguenza un processo stocastico stazionario ha valore medio costante:

    Costantedxt,xfx Xx (A.2.48)

    mentre le funzioni di auto-correlazione ed auto-covarianza, denotate in tal caso con i sim-

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    boli R() e (), dipendono solo dallintervallo di tempo tra gli istanti considerati:

    xx21xx

    211221X2121xx

    RttR

    dxdx)tt,x;x(fxxt,t (A.2.49)

    21xx2

    xxx

    2x1x21xx21xx

    ttR

    ttt,tt,tk (A.2.50)

    Nel caso dei processi stazionari la funzione di auto-correlazione soddisfa le seguenticondizioni:

    2

    xx 0R (A.2.51a)

    xx RR (A.2.51b)

    0RR xx (A.2.51c)

    ovvero massima per t = 0 ed una funzione pari.Il processo detto stazionario in senso debolese la condizione di invarianza riguarda

    solo le densit di probabilit del primo e del secondo ordine.

    A.2.3.3.Ergodicit (in media ed in autocorrelazione)La forma pi generale di ergodicit riguarda tutte le statistiche del processo. Nel segui-

    to si considerano solo lergodicit in media ed in auto-correlazione.Un processo stazionario si dice ergodico in mediase la sua media temporale coincide

    con quella dinsieme; quindi possibile scambiare le medie sullinsieme con le medie

    temporali di una singola realizzazione del processo. Sia quindi xr(t) una qualunque realiz-zazione del processo X(t). La propriet di ergodicit in media implica che:

    tXEdttxT2

    1lim X

    T

    Tr

    T

    (A.2.52)

    Un processo si dice ergodico in auto-correlazionese verificata la relazione:

    tXtXERdttxtxT2

    1limR xx

    T

    Trr

    T

    (A.2.53)

    A.2.3.4.Densit di potenza spettrale (o densit spettrale) di processi stazionari

    Una qualsiasi realizzazione xr(t) di un processo stocastico stazionario pu essere e-spressa nel dominio delle frequenze attraverso la sua trasformata di Fourier X r() (Parr.

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    13

    A.2.1.2.2 e A.2.2). Le due funzioni sono legate dalle relazioni:

    dtetxXdeX

    21tx tirrtirr (A.2.54)

    Il valore quadratico medio della xr(t) espresso dalla:

    2

    T

    2

    T

    2r

    T

    2r dttx

    T

    1limtxE (A.2.55)

    Applicando il teorema di Parsevalsi ottiene che:

    dXT

    1

    2

    1limdXX

    T

    1

    2

    1lim

    dttxT

    1limtxE

    2r

    Trr

    T

    2

    T

    2

    T

    2r

    T

    2r

    (A.2.56)

    Si definisce densit di potenza spettraleo densit spettrale della xr(t) la funzione:

    T

    X

    2

    1limS

    2r

    T

    x r

    (A.2.57)

    Dalla (A.2.56), invertendo gli operatori di limite ed integrale, si ottiene:

    dStxE

    rx2

    r (A.2.58)

    La densit di potenza spettrale di un processo stazionario si ottiene mediandosullinsieme le densit di potenza spettrale di tutte lerealizzazioni.

    n

    1rxnx rSn

    1

    limS (A.2.59)

    Se il processo anche ergodico, ogni realizzazione del processo ha la stessa densit di po-tenza spettrale, che quindi anche la densit di potenza spettrale del processo.

    A.2.3.5.Relazione tra densit di potenza spettrale e funzione di auto-correlazione

    Sia:

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    14

    2

    T

    2

    T rrTxx dttxtxT

    1

    limR (A.2.60)

    la media nel tempo del prodotto [xr(t) xr(t+)] e rrxx

    F la sua trasformata di Fourier:

    deRF i

    xxxx rr (A.2.61)

    La (A.2.61) pu esprimersi nella forma equivalente

    2

    T

    2

    T

    i

    rrTxx dtdetxtxT2

    1

    limF2

    1

    rr (A.2.62)

    e, con il cambiamento di variabile

    t (A.2.63)

    tale che:

    titii eee (A.2.64)

    nella forma:

    2Tt

    2

    Tt

    ir

    2T

    2

    T

    tir

    Txx dexdtetx

    T2

    1limF

    2

    1rr

    (A.2.65)

    Poich ammesso cambiare i limiti del secondo integrale e porre:

    2

    T

    2

    T

    ir

    2

    T

    2

    T

    tir

    Txx dexdtetx

    T2

    1limF

    2

    1rr

    (A.2.66)

    si ottiene

    T2

    Xlim

    T2

    dtetx

    limF2

    1 2

    r

    T

    2

    2

    T

    2

    T

    tir

    Txx rr

    (A.2.67)

    dalla quale risulta che

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    15

    rrr xxx

    SF2

    1 (A.2.68)

    Se il processo, oltre ad essere stazionario, anche ergodico, la funzione Fxrxr() la

    trasformata di Fourier della funzione di auto-correlazione Rxx(t), e la densit di potenzaspettrale Sxr() uguale alla densit di potenza spettrale del processo. Di conseguenza, la

    funzione di auto-correlazione e la densit di potenza spettrale sono una coppia di trasfor-mate di Fourier:

    deR2

    1S ixxx (A.2.69)

    deSR ixxx (A.2.70)

    Le principali caratteristiche e propriet delle funzioni di auto-correlazione e densit dipotenza spettrale, con riferimento a due processi stocastici X(t) ed Y(t) stazionari ed a me-dia nulla sono riportate nella Tabella A.2.1.

    Tabella A.2.1. - Propriet delle principali funzioni relative a due processi stocastici X(t) edY(t) a media nulla (E[X(t)] = E[Y(t)] = 0).

    Funzione di auto-correlazione

    Rxx() = E[x(t) x(t+)]

    - funzione reale definita su tutto lasse rea-le

    - Rxx() = Rxx(-)- Rxx(0) = X2- -X2Rxx() +X2- Rxx() Rxx(0)- 0Rlim xx

    Funzione di auto-correlazione normalizzata

    2X

    xx

    XX

    XX

    RtxtxE

    - funzione reale definita su tutto lasse rea-le

    - XX() = XX(-)-

    XX(0) = 1

    - - 1 XX() + 1- XX() XX(0)- 0lim XX

    Funzione di cross-correlazione

    Rxy() = E[x(t) y(t+)]

    - funzione reale definita su tutto lasse rea-le

    - Rxy() = Ryx(-)- - XYRxy() + XY- 0Rlim xy

  • 5/22/2018 Dinamica Aleatoria (Cenni)

    16/29

    16

    Funzione di cross-correlazione normalizzata

    YX

    xy

    YXXY

    RtytxE

    - funzione reale definita su tutto lasse rea-le

    - XY() = YX(-)- 1 XY() + 1- 0lim XY

    Funzione di (auto) densit di potenza spettrale(o spettro di potenza)

    Sx() = F[Rxx()]1

    - funzione reale definita su tutto lasse rea-le

    - Sx() = Sx(-)- Sx() 0-

    0RdS xxx

    Funzione di densit di potenza spettrale incrociata

    (o spettro incrociato di potenza)

    Sxy() = F[Rxy()]1

    - funzione complessa definita su tuttolasse reale- Sxy() = SxyC() + i SxyQ(); essendoSxy

    C() il co-spettro, ed SxyQ() lo spet-

    tro in quadratura

    -

    0RdS xyxy

    Funzione di coerenza

    yx

    2

    xy2XY

    SS

    SCoh

    - funzione reale definita su tutto lasse rea-le

    -

    yx

    2Qxy

    2Cxy2

    XYSS

    SSCoh

    A.2.3.6. Fattore di picco

    E possibile stimare in modo approssimato il valore massimo atteso di un processo sto-castico stazionario, a partire dalle caratteristiche spettrali del processo stesso. (Tale deter-minazione particolarmente significativa per lazione eolica, oltre che per la risposta di un

    sistema strutturale.)Sia X(t) un processo stocastico stazionario a valore medio nullo. Si definisce fattore di

    piccoil rapporto tra il valore massimo (assoluto) del processo in un intervallo T e la devia-zione standard:

    X

    T,0in)t(Xmax

    (A.2.71)

    Si dimostra che la distribuzione di probabilit del valore massimo (assoluto) normaliz-zato (A.2.71) in un intervallo di tempo [0, T] la seguente:

    1F denotaloperatore trasformata di Fourier.

  • 5/22/2018 Dinamica Aleatoria (Cenni)

    17/29

    17

    20

    20

    2

    1expTexp

    2

    1expTf (A.2.72)

    dove 0 la frequenza attesa del processo, definita dalla:

    2X

    0x

    2

    0

    dffSf

    (A.2.73)

    La distribuzione (A.2.72) ha come media e deviazione standard i valori:

    Tln2

    Tln2

    0

    0

    (A.2.74)

    Tln2

    1

    6 0M

    (A.2.75)

    dove = 0.5772 detta costante di Eulero-Mascheroni.

    A.2.3.7.Esempi di processi stocastici

    A.2.3.7.1.Processo costante nel tempo (variabile aleatoria)

    Se ogni realizzazione di X(t) identicamente uguale ad un parametro aleatorio X co-stante nel tempo, la densit di probabilit di X determina in modo univoco il processo sto-castico stazionario (ma non ergodico) X(t). Se E[X2] esiste ed limitato, si ha:

    XtX (A.2.76)

    2X2

    xx XEtR (A.2.77)

    A.2.3.7.2.Processo periodico

    Un processo periodico un processo stocastico definito dalla serie di Fourier

    1k0k20k10 tksinctkcoscctX (A.2.78)

    con coefficienti c0, c1k, c2kreali ed aleatori, a condizione che la serie converga in valorequadratico medio ad un valore finito, ovvero che:

  • 5/22/2018 Dinamica Aleatoria (Cenni)

    18/29

    18

    0x)t(XElim

    2_

    k

    (A.2.79)

    La (A.2.78) definisce un processo stazionario in senso debole se e solo se:

    0cEcE k2k1 (A.2.80a)

    2k2

    2k1

    cEcE (A.2.80b)

    0ccEccEccE k2k1k20k10 (A.2.80c)

    kiccEccE k2i2k1i1 (A.2.80d)

    Le (A.2.80) implicano che:

    0cE)t(XE (A.2.81)

    0

    1k

    2k2

    2k1

    20XX

    kcosccE2

    1cER (A.2.82)

    Una espressione particolare della (A.2.78) rappresentata dal processo periodico confase aleatoria, definito dalla

    1k0k20k10 tksinctkcoscctX (A.2.83)

    dove una variabile aleatoria con distribuzione uniforme tra 0 e 2. Il processo stazio-nario ed ergodico con

    0cE)t(XE (A.2.84)

    0

    1k

    2k2

    2k1xx

    kcoscc2

    1R (A.2.85)

    A.2.3.7.3.Rumore bianco

    Il rumore bianco un processo stocastico stazionario con densit di potenza spettraleuniforme su tutto lasse reale:

    ,SS 0x (A.2.86)

    e funzione di auto-correlazione

  • 5/22/2018 Dinamica Aleatoria (Cenni)

    19/29

    19

    0xx S2R (A.2.87)

    dove () la funzione di Dirac. Pertanto, in un rumore bianco la correlazione tra due i-stanti diversi nulla, mentre la varianza infinita, essendo:

    dS0R 0xx (A.2.88)

    Si pu osservare che questo processo non fisicamente realizzabile perch larea sottesa

    dalla densit di potenza spettrale infinita. Tuttavia il rumore bianco pu fornire buoneapprossimazioni nella analisi della risposta di sistemi e per questo, oltre che per la suasemplicit, trova molte applicazioni nella pratica.

    (a)

    (b)

    Fig. A.2.4. - Densit di potenza spettrale e funzione di autocorrelazione di un rumore bian-co a banda limitata.

    A.2.3.7.4.Rumore bianco a banda limitata

    Il rumore bianco a banda limitata definito dalle seguenti funzioni

    c0x SS (A.2.89)

    S0Sx()

    S0

    Rxx()

  • 5/22/2018 Dinamica Aleatoria (Cenni)

    20/29

    20

    c0xx

    senS2R (A.2.90)

    Larea al di sotto dello spettro finita ed il processo diventa un rumore bia nco al limite perc .

    A.2.3.7.5.Processi stocastici Gaussiani

    La densit di probabilit di una variabile aleatoria X Gaussiana fornita dalla:

    x

    2

    xexp

    2

    1xf

    2

    2

    X (A.2.91)

    nella quale il valore medio e lo scarto quadratico medio o deviazione standard, defi-niti dalle relazioni:

    dxxfxXE X (A.2.92)

    2X22 dxxfxXE

    (A.2.93)

    La distribuzione Gaussiana unitaria o standard (Fig. A.2.5) quella che corrisponde a

    = 1 e = 0:

    2

    xexp

    2

    1xf

    2

    X (A.2.94)

    Per una variabile gaussiana sussiste limportante propriet che qualsiasi funzione lineare

    di variabili aleatorie Gaussiane e anche essa Gaussiana.Due variabili X e Y sono Gaussiane congiunte se la loro funzione densit di probabilit

    congiunta risulta (A.2.95):

    2y

    2y

    yx

    yxxy

    2x

    2x

    2xy

    2xyyx

    XY

    yyx2x

    12

    1exp

    12

    1y,xf

    dove i parametri:

    yx YEXE

  • 5/22/2018 Dinamica Aleatoria (Cenni)

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    21

    2y2y2x2x YEXE

    xyyxyx YXE

    definiscono completamente la densit di probabilit congiunta. xy il coefficiente di cor-relazione Se xy = 0, X e Y sono due variabili non correlate, e:

    yfxfy,xf YXXY (A.2.96)

    Un processo detto gaussiano se i valori del processo in n istanti arbitrari sono variabiligaussiane, per ogni valore di n. Un processo gaussiano completamente definito dal valoremedio e dalla funzione di auto-covarianza (o da quella di auto-correlazione). Conseguenza

    diretta di questa propriet che un processo gaussiano debolmente stazionario anche sta-zionario in senso stretto.Limportanza pratica delle variabili aleatorie gaussiane e dei processi gaussiani discen-

    de dal teorema del limite centraleche pu essere formulato in modi diversi, ma sostan-zialmente stabilisce che la distribuzione di una variabile aleatoria somma di n variabili ale-atorie indipendenti ed egualmente distribuite tende ad essere gaussiana quando il numerodelle variabili tende ad infinito, indipendentemente da quella che la distribuzione di pro-

    babilit delle singole variabili. Il significato fisico di questo teorema quindi evidente; i-noltre, molti fenomeni fisici in natura sono influenzati da un numero elevato di variabiliche concorrono in maniera paritetica al loro manifestarsi. Ogni operatore lineare trasformaun processo gaussiano in un altro processo gaussiano. La risposta di un sistema lineare ad

    un eccitazione gaussiana ancora gaussiana (cfr. Par. A.2.4).

    Fig. A.2.5. - Distribuzione gaussiana standard.

    A.2.3.7.6.Processi Markoviani

    Un processo a parametro discreto X(t), t = 0, 1, 2, o continuo X(t), t 0 detto

    0 1

    0.1

    0.2

    0.3

    0.4

    -3 -2 -1 2 3

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    22

    processo di Markov, se, per ogni insieme di n valori del parametro, le densit condizionatedi X(tn) per valori assegnati di X(t1), , X(tn-1) dipendono solo da X(tn-1) , ovvero se:

    1n1nnn11n11nnn t,xt,xft,....,t;x,....,xt,xf (A.2.97)

    Ci significa che, assegnato lo stato attuale del processo, la sua evoluzione futura in-dipendente dal passato.

    Un processo di Markov descritto quindi da una funzione di probabilit di transizioneche rappresenta la probabilit che il sistema sia in uno stato i al tempo tndato che era nellostato j al tempo tn-1. Un processo di Markov detto omogeneose le probabilit di transi-zione dipendono solo dalle differenze tntn-1 e non dai valori di tne tn-1.

    A.2.4. RISPOSTA DINAMICA ALEATORIA (CENNI)

    Levoluzione temporale delle azioni agenti su di una struttura non pu essere sempredescritta mediante funzioni deterministiche, poich spesso presenta elementi di aleatoriet:tale considerazione valida per la maggior parte delle azioni naturali, quali lazione del

    vento e quella sismica, ma anche per molte altre azioni, quali il traffico o i carichi eccezio-nali (urti, esplosioni, ecc.). Tali azioni dovrebbero essere quindi sempre rappresentate me-diante processi stocastici (scalari o vettoriali): e stocastici sono di conseguenza anche i

    processi di risposta, cio le storie delle quantit (ad esempio, tensioni, spostamenti, defor-mazioni) che si manifestano nella struttura e ne caratterizzano la risposta.

    Di solito laleatoriet delle azioni prevale su quella delle caratteristiche della struttura

    (resistenze, geometria, ), che quindi abituale descrivere mediante un modello determi-nistico.

    Si assuma che il processo di carico sia stazionario(cio che le sue propriet non varinonel tempo): ci raramente vero (a rigore, mai) nella realt fisica (infatti ogni azione dura,e con intensit variabile, per un tempo limitato, che per una tempesta di vento pu esseredellordine di ore e per un sisma dellordine di secondi), ma molto spesso introdotto co-me ipotesi semplificativa nella pratica tecnica, almeno per azioni la cui durata molto su-

    periore al periodo fondamentale della struttura (azioni prolungate).Sotto tale ipotesi, le propriet significative della risposta sono quelle che si manifestano

    a regime, e che sono anchesse stazionarie, se le caratteristiche della struttura non varianonel tempo.

    A.2.4.1. Sistemi lineari ad un grado di libert soggetti ad una forzante aleatoria

    Si consideri un sistema ad un grado di libert, di caratteristiche costanti nel tempo, defi-nite in senso deterministico. Tale sistema sia soggetto ad una forzante aleatoria, descrittada un processo stocastico P(t) che si assume stazionario. Lequazione del moto del sistema

    :

    tPkvvcvm...

    (A.2.98)

  • 5/22/2018 Dinamica Aleatoria (Cenni)

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    23

    La risposta a regime vr(t) del sistema ad una generica realizzazione pr(t) del processoP(t) pu essere ottenuta neldominio del tempoattraverso lintegrale di convoluzione:

    ,,2,1rdthptv t

    rr (A.2.99)

    essendo h() lafunzione di risposta ad impulso, e lintegrale esteso a t = - , in virt dellastazionariet del processo.

    Il valore medio E[v(t)] del processo che rappresenta la risposta a regime del sistema puessere ottenuto prendendo la media sullinsieme delle vr(t) ed invertendo gli operatori dimedia ed integrale, ovvero dalla relazione:

    dthPEdthpEtvE tt

    r (A.2.100)

    Il valore medio della risposta quindi la risposta al valore medio della forzante. Se il

    processo di input ha valore medio nullo, ovvero se:

    0tPE (A.2.101)

    anche la risposta del sistema ha valore medio nullo.Lauto-correlazione del processo di risposta E[v(t)v(t+)] espressa dalla relazione

    (A.2.102):

    t t

    222111 dthPdthPEtvtvE

    che, effettuando il cambiamento di variabili

    2211 tutu (A.2.103)diviene (A.2.104):

    0t

    0t 222111 duuhutPduuhutPEtvtvE

    Invertendo i limiti di integrazione di entrambi gli integrali e raggruppando si ottiene larelazione (A.2.105a):

    0 0 212121 duduuhuhutPutPEtvtvE

    Invertendo gli operatori di media ed integrale, si ottiene infine la relazione (A.2.105b):

    0 0 212121 duduuhuhutPutPEtvtvE

    La media al secondo membro della (A.2.105b) la funzione di auto-correlazione dellaforzante ed quindi indipendente dal tempo, perch la forzante stazionaria; pertanto an-che il termine a primo membro, che la funzione di auto-correlazione della risposta, in-dipendente dal tempo. Di conseguenza, se linput stazionario anche loutput stazionario

    e la sua funzione di auto-correlazione data da

    0 0 212112pv duduuhuhuuRR (A.2.106)

  • 5/22/2018 Dinamica Aleatoria (Cenni)

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    24

    Se il processo di input Gaussiano, anche il processo di output Gaussiano: pertanto lafunzione di auto-correlazione (A.2.106) caratterizza completamente il processo di risposta.

    La densit di potenza spettrale Sv() del processo di risposta v(t) la trasformata diFourier della funzione di auto-correlazione

    deR

    2

    1S ivv (A.2.107)

    Sostituendo la (A.2.106) nella (A.2.107) si ottiene la (A.2.108)

    deduduuhuhuuR

    2

    1S i0 0 212112pv

    Scambiando gli ordini di integrazione ed estendendo i limiti degli integrali, si ottiene la

    (A.2.109):

    TT

    i12p

    T0 22

    T0 11

    Tv deuuRduuhduuhlim

    2

    1S

    Effettuando il cambiamento di variabile

    12 uu (A.2.110)

    la (A.2.109) assume la forma (A.2.111):

    21

    21

    21 uuT

    uuT

    ip

    T0 2

    ui2

    T0 1

    ui1

    Tv deRdueuhdueuhlim

    2

    1S

    Poich la funzione di risposta ad impulso h(u i) nulla quando ui< 0, il limite inferioredei primi due integrali pu essere variato da 0 a T. Poich inoltre, per sistemi smorzati, lafunzione di risposta ad impulso decresce rapidamente allaumentare dellargomento (u 1ou2), tali argomenti possono essere trascurati nei limiti di integrazione del terzo integrale.

    Sulla base delle relazioni tra densit di potenza spettrale e auto-correlazione e tra rispo-sta dimpulso e risposta in frequenza si verifica pertanto che:

    p2

    pv SHSiHiHS (A.2.112)

    Se il processo di input un rumore bianco a valore medio nullo, caratterizzato dalladensit di potenza spettrale SP() = S0(Fig. A.2.6a), e dalla funzione di autocorrelazione

    (Fig. A.2.6b)

    0p S2R (A.2.113)

    essendo () la funzione di Dirac (A.2.4a), la densit di potenza spettrale (Fig. A.2.6c) del-la risposta di un sistema debolmente smorzato (< 1) con pulsazione espressa dalla re-lazione:

  • 5/22/2018 Dinamica Aleatoria (Cenni)

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    25

    (a)

    (b)

    (c)

    (d)

    Fig. A.2.6. - (a) Densit di potenza spettrale e (b) funzione di auto-correlazione di un ru-more bianco; (c) densit di potenza spettrale e (d) funzione di auto-correlazione della ri-sposta di un sistema ad un grado di libert con coefficiente di smorzamento < 1.

    0

    S0

    Sp()

    0

    2S0 ()

    Rp( )

    Sv()

    < 1

    0

    Area =

    2

    0

    k2

    S

    < 1

    Rv()

    d

    2

    e- r

    20

    vk2

    S)0(R

    2

    0

    k

    S

    2

    0

    k4

    S

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    26

    02

    22

    2v S

    21

    1

    k

    1S

    (A.2.114)

    La funzione di autocorrelazione della risposta (Fig. A.2.6d) espressa dalla relazione(A.2.115):

    esensign

    1

    cosk2

    S)(R d

    2d2

    0v

    La (A.2.114) presenta un forte picco in corrispondenza della pulsazione propria

    delloscillatore, ovvero nella zona in cui loscillatore, agendo come un filtro, amplificalazione.

    La varianza della risposta fornita dalla (A.2.115) e vale:

    32

    0

    2

    0v

    2

    m2

    S

    k2

    S)0(R

    (A.2.116)

    E immediato rilevare dalla (A.2.116) che, anche se la varianza dellazione illimitata,

    quella della risposta limitata. Tale risultato giustifica limpiego in molte applicazioni delrumore bianco come modello stocastico dellazione: infatti tale modello fornisce risultati

    ragionevoli purch si adotti come densit di potenza spettrale S0 il valore assunto dalla

    densit di potenza spettrale dellazione effettiva in corrispondenza della pulsazione propriadelloscillatore.

    Se lazione un processo stocastico stazionario (almeno in senso debole; cfr. Par.

    A.2.3.2), ma applicato solo a partire dallistante t = 0 al si stema in quiete, la risposta delsistema non stazionaria. Se il sistema smorzato, si pu tuttavia ammettere che la rispo-sta a regime del sistema sia stazionaria (almeno in senso debole).

    Se lazione un rumore bianco ed il sistema debolmente smorzato, il valore quadrati-co medio della risposta fornito dalla relazione (A.2.117):

    t2sentsen2e

    1

    k2

    S)t(vE dd

    2d

    2d2

    d

    t2

    2

    02

    che rappresentata in Fig. A.2.7 per diversi valori di . Si rileva che, maggiore lo smor-zamento, pi rapido il raggiungimento dello stato di regime. In particolare, se la durata diapplicazione tddellazione elevata in confronto allintervallo caratteristico del sistema

    02t 1d (A.2.118)

    la risposta dello stesso pu essere assunta (debolmente) stazionaria.

  • 5/22/2018 Dinamica Aleatoria (Cenni)

    27/29

    27

    Fig. A.2.7. - Valore quadratico medio della risposta non stazionaria, risultante dalla appli-cazione dellazione al tempo t = 0.

    Se invece = 0, il valore quadratico medio della risposta cresce indefinitamente al cre-scere di t, secondo la relazione:

    0t2sint2k2

    S)t(vElim

    2

    02

    0

    (A.2.119)

    A.2.4.2. Sistemi lineari a n gradi di libert.

    La risposta dinamica di sistemi lineari ad n gradi di libert con smorzamento proporzio-nale, pu essere ricavata applicando lanalisi modale, ovvero risolvendo n equazioni diffe-renziali disaccoppiate:

    .n,...,2,1iM

    tPtqtq2tq

    *

    *

    i2ii

    .

    iii

    ..

    i

    i (A.2.120)

    dove tP*i

    e *i

    M sono le azioni e le massegeneralizzateo modali.

    Qualsiasi parametro di risposta Y(t) linearmente dipendente dalle coordinate normalipu essere trovato impiegando la relazione

    n

    1iii tqBtY (A.2.121)

    essendo i coefficienti Biottenuti da metodi standard di analisi.Di solito peraltro possibile troncare la sommatoria ai primi termini.Se il sistema soggetto ad un insieme di azioni modellate come processi stocastici,

    necessario considerare ciascuna azione generalizzata come un processo stocastico a se

    0

    5

    10

    15

    20

    25

    0 2 4 6 8 10

    t

    0

    22

    S

    )t(vEk

    Asintoto per= 0.10

    Asintoto per= 0.05

    Asintoto per= 0.025

    = 0.10

    = 0.05

    = 0.025

    = 0

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    stante.Ad esempio, per un carico p(z, t) distribuito:

    dz)t,z(p)z()t(P i

    *

    i (A.2.122)

    essendo i(z) lespressione al continuo della i-esima forma modale.Se p(z, t) un processo stazionario gaussiano, con densit di potenza spettrale SP(z, ,

    ) e funzione di auto-correlazione RP(z, , ) si hanno le funzioni di cross-spettro e cross-

    correlazione delle funzioni aleatorie tP*i

    e tP*j

    ddz),,z(S)()z()(S PjiPP *j

    *i

    (A.2.123)

    ddz),,z(R)()z()(R PjiPP *j

    *i

    (A.2.124)

    Nel caso di azioni stazionarie, anche la risposta pu essere considerata stazionaria. Diconseguenza, la funzione di auto-correlazione del parametro di risposta fornitadallespressione:

    m n

    YYY nmRtYtYER (A.2.125)

    dove

    0 212n1m12ppnmYY duduuhuhuuRBBR nmnm la funzione di cross-correlazione delle risposte modali Ym(t) e Yn(t).

    Per sistemi debolmente smorzati, situazione usuale nel caso dellingegneria strutturale,la risposta Ym(t) prodotta dal modo m pu essere considerata, ai fini pratici, stocasticamen-te indipendente dalla risposta Yn(t) prodotta dal modo n; ci implica che i termini incrociatidella precedente sommatoria siano nulli e che la funzione di autocorrelazione della rispostasia esprimibile nella forma approssimata:

    m

    YYY mmRR (A.2.126)

    Per la densit e la cross-densit di potenza spettrale, ancora in analogia con i sistemi adun grado di libert, valgono le seguenti relazioni:

    m n

    YYY nmSS (A.2.127)

    nmnm ppnmnmYY

    SHHBBS (A.2.128)

    Per sistemi debolmente smorzati (

  • 5/22/2018 Dinamica Aleatoria (Cenni)

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    BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

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    A.A. Balkema/Rotterdam/Brookfield, 1996: ISBN 90 5410 624 7.

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    AA Dordrecht, The Netherlands, 1994: ISBN 0 7923 3036 6.