Post on 04-Nov-2015
Caratteristiche esclusive:
Isoglosse che accomunano tutte le lingue germaniche e le distinguono
dalle altre lingue indeuropee
1. Trasformazione dellaccento ie.;2. Riduzione del sistema vocalico;
3. Evoluzione delle sonanti (liquide e nasali) m n l r in um, un, ul, ur;
4. Prima Mutazione Consonantica (o Legge di Grimm) e la Legge di
Verner;
5. Riduzione dei tempi a due (presente e preterito) e tre modi;
6. Il sistema apofonico dei verbi forti;
7. Formazione della categoria dei verbi deboli;
8. Semplificazione delle declinazioni con riduzione dei casi a 4:
nominativo, genitivo, accusativo, dativo;
9. Sviluppo di una flessione debole in n per i sostantivi; doppia
flessione forte e debole per gli aggettivi;
10. Lessico innovativo rispetto al lessico di tutte le altre lingue ie.
Laccento
Laccento indeuropeo era libero e musicale nelle linguegermaniche laccento tende a fissarsi sulla sillaba radicale,diventando fisso e intensivo (rizotonia tonicit della sillabaradicale)
in ie. laccento era prevalentemente musicale (elevazione eabbassamento di tono) ed aveva una posizione libera, nel sensoche poteva trovarsi tanto sulla radice che su prefissi, suffissi edesinenze, di conseguenza poteva avere una funzionemorfologica:it. amo-am, parlo-parl, mangio-mangi
ed anche una semantica:it. meta-met, pero-per.
Laccento
In germ. laccento intensivo e fisso sulla sillaba radicale, intal modo laccento in germ. diventato un elemento demarcativo,segnale dinizio di parola.
Solo in epoca recente le lingue germaniche stanno facendoriacquisire allaccento una funzione oppositiva:ing. the sbject / to subjct,prsent /to presnt,
ted. berstzen tradurre / bersetzen traghettare(laccento sul prefisso sottolinea la divisibilit del verbo trennbar)
Conseguenze della fissazione dellaccento sulla sillaba radicale
Indebolimento delle vocali non accentate e sincope di vocali e sillabefinali: run. gastir; got. gasts, ata. gast; ingl.a. giest;
Processi assimilatori e dittongazioni delle vocali radicali (metafonie efratture) per effetto delle sillabe atone seguenti;
Mutamenti che coinvolgono la fonologia e la morfosintassi con ilpassaggio da strutture sintetiche ad analitiche (creazione di sintagmipreposizionali):
Fonologia fonemizzazione degli esiti della metafonia, ad es.:atm. wren erano wren fosseroata. wrun erano wrin fosseroingl.a. mann menn uomo uomini (< gm. *manniz)
Morfosintassi sviluppo dellarticolo e dei sintagmi preposizionali chesostituiscono nelle loro funzioni le desinenze, ad es.: dativo in ingl.a.hlaforde/ to hlaforde ingl.m. to the lord al signore;
indicazione del pronome soggetto
Puntualizzazione
Per Fonemizzazione si intende il processo che porta ad attribuire valoredistintivo ad un tratto fonetico che prima non aveva tale valore.Rivediamo lesempio:
ata. wrun erano wrin fossero
in ata., il compito di distinguere tra indicativo preterito e ottativo preterito assegnato alla desinenza -in;nel tempo la vocale -i- della desinenza influenza larticolazione dellavocale radicale -a- portandola verso una pronuncia pi alta, verso [e] (siricordi il trapezio vocalico)Ad un certo stadio della storia della lingua tedesca, dunque, lottativopreterito deve essere stato caratterizzato da due elementi:1.la pronuncia [e] della vocale radicale (che era ancora solo unapronuncia, un suono privo di capacit distintiva sul piano morfologico);2.la desinenza in
*wrin;
in atm., per effetto dellaccento intensivo sulla sillaba radicale,la desinenza in dellottativo preterito ha sviluppato unapronuncia neutra, cio non cera pi la forza articolatoriaper pronunciare una -i- in modo chiaro;
in altre parole, la desinenza ha assunto una pronunciaindistinta, resa graficamente con
en,una forma identica alla desinenza dellindicativo preterito (ladesinenza ata un si indebolita passando a en in atm). Aquesto punto, dal momento che la resa palatalizzata della -a-originaria era diventato lunico elemento che distinguevalindicativo dallottativo preterito, quel tratto fonetico haassunto valore distintivo sul piano morfologico (un suono diventato fonema), segnalando la differenza tra lindicativopreterito e lottativo preterito:
atm. wren erano wren fossero
Riduzione del sistema vocalico
Dalle 10/11 vocali (5 brevi e 5 lunghe, pi una vocale centrale) dellie.si passa alle 8 vocali del germanico per effetto della confluenza di:
ie. * * * in gm. *: ie. *gros > gm *kraz; lat. ager : got. akrs; ingl.ant. cer, ata
ackar, campoie. *nkt- > gm. *nht; lat. nox, noctis noctem : got. nahts,
ata. naht notteie. *ptr > gm. *fer; lat. pater : got. fadar; sass.a. fader;
ie. * * in gm. *:ie *bhg > gm *bk; lat. fagus : ingl.a. bc, sass.a. bk
libroie *pd- > gm *ft; lat. pedem : ingl.a. ft, ata fuoz piede;
Si tratta di mutamenti vocalici spontanei, non indotti dal contestofonetico in cui ricorrono le vocali in esame
Le singole lingue germaniche tenderanno a ricostituire unsistema vocalico completo attraverso la fonemizzazionedegli esisti delle metafonie il gotico non sfrutter talepossibilit, poich in gotico non si riscontra la metafonia:per questo motivo gli esiti metafonetici non vengonocollocati nella fase unitaria essi non riguardano tuttele lingue germaniche.
Voocali ie.
brevi
lunghe
Vocali gm.
brevi
lunghe
Tutte le lingue germaniche, invece, mettono in atto un particolareallungamento delle vocali, legato ad un contesto particolare.
In germanico, le radici che presentano vocale breve seguita dalnesso nasale + h subiscono lallungamento di compenso dellavocale in seguito alla caduta della nasale davanti a spirante velaresorda:
gm *-anh- > gm *-h-
gm *-inh- > gm *-h-
gm *-unh- > gm *-h-
In seguito allevoluzione *-anh- > *-h- nel sistema vocalico delgermanico comune si ricostituisce un fonema /a:/, scomparso nelpassaggio da ie. e a gm, e si ritorna, cos, ad un sistema con cinquevocali lunghe.
Esempi:
ie. TONG-,
lat. tongre conosceregot. hta pensai (il suff. in dentale del pret. causa k>h)
isl.a. tta (per assimilazione di -ht-),
ingl.a. hte ( effetto della nasalizzazione di a prodotta dallanasale n prima della sua caduta; ingl. mod. thought),
ata. dhta (ted. mod. dachte);
ie. TG- (grado zero della radice *TONG)
got. hta (il suff. in dentale pret. causa k>h) sembrai
isl.a. tta; inl.a. hte; ata. dhta
(ted. dnken; ingl. methinks)
ie. TENK-,
gm *inh-, prosperaregot. eihan [i:]
ingl.a. on (con caduta di /x/ o /h/ intervocalica),
ata. gidhan (ted. mod. gedeihen);
Consonantismo:
La Legge di Grimm o Prima Mutazione Consonantica (1822)
Si sono conservate in germ. le serie delle occlusive ie. (labiali, dentali,
velari, labiovelari) che hanno subito delle modificazioni riguardo al
modo di articolazione per cui:
alle occlusive sorde ie. P, T, K, Kw corrispondono le spiranti sordegerm. rispettivamente /f/ scritto , // scritto , /x/ scritto ,/xw/ scritto ; con alcune eccezioni
alle occlusive sonore aspirate ie. BH, DH, GH, GwH corrispondono lespiranti sonore germ. rispettivamente // scritto , // scritto , //scritto , /w/ scritto ; tali spiranti gm. tendono a mutarsi inoccl. sonore b, d, g, specialmente se la consonante ricorre allinizio diparola o dopo nasale;
alle occlusive sonore ie. B, D, G corrispondono le occlusive sordegerm. rispettivamente /p/ scritto , /t/ scritto , /k/ scritto .
alle liquide e alle nasali sonanti dellie. m n l r corrispondono ingerm. *ul, ur, um, un le lingue germaniche sviluppano un appoggiovocalico in u che precede le consonanti in questione (sviluppo internoal consonantismo germanico, ma non rientra nella Legge di Grimm).
A. alle occlusive sorde p, t, k, dellIE corrispondono in germanico spiranti sorde /f/, //, /x/
ie *p > gm */f/:
ie. *peku > gm *fehu si noti anche il mutamento della velare
lat. pecu : got. faihu (in got. la grafia corrisponde a //quando segue /r,h,hw/), ingl.ant. feoh (lingl. ant. mostra gli esitidella frattura), ata fihu (in ata la vocale /i/ esito di innalzamentovocalico da gm */e/) bestiame
ie *t > gm *//:
ie. *tu > gm *u;
lat. tu (forma ereditata dallie) : got., ingl.ant. u, ata thu tuie *k > gm */x/ :
ie *kuon > gm *hunda;
lat. canis : got. hunds, isl.a. hundr, ingl.a. hund, ata hunt cane
ie *kerd/kord > gm *hert; si noti anche il mutamento di ie /d/
lat. cor, cordis : got. hairto, ingl.a. heorte, ata herza cuoreie *kw > gm */xw/ :
ie *kwod > gm *hwat; (si noti anche il cambiamento della vocale)
got. hva, ingl.a. hwt, ata hwaz, isl.a. hvat che cosa
B. Alle occlusive sonore aspirate bh, dh, gh dellIE corrispondono in germanico spiranti sonore //, //, //
Queste spiranti tendono a mutarsi in occlusive sonore b, d, g, se sitrovano allinizio di parola o dopo nasale (si tratta di varianti allofoniche oposizionali delle spiranti in seguito, nelle singole lingue germaniche, levarianti occlusive tenderanno ad affermarsi a danno delle spiranti):
ie *bh > gm *// (/b/):ie *leubh- > gm *leub-; got. liuba [], ingl.a. lufu, ata liub/liob (// nel germ. occ. passa a/b/ in ted., /v/ in ingl.a.; conservata in sass.ant., islandeseantico e gotico in ambiente sonoro) amore, carit
ie *dh > gm *// (/d/):ie *kerdha > germ. *hero; isl.a. hjor, got. haira, ingl.a. heord (ing.mod. herd gregge)ata herta (// nel germ. occ. passa a /d/; si conserva in islandeseantico e gotico in contesto sonoro) gregge
ie *gh > gm *// (/g/):ie *steigh- > germ. *stan;got. steigan [], isl.a. stiga [], ingl.a. stgan, ata stigan [] (/passa a occl. sonora /g/ in ingl.a.; si conserva nelle altre linguegerm.in ambiente sonoro) camminare, salire
Le varianti allofoniche
ie *bh > gm */b/:
ie *bhendh- > gm *bind- con mutamento di /b/ e di /d/;
isl.a. binda, ingl.a. bindan, ata bintan legareie *bhrtr > gm *brar;
lat. frter : got. brar, ingl.a. bror, ata bruoder fratelloie *dh > gm */d/:
ie *dheg- radice che significa ardere > gm *daga-;got. dags, isl.a. dagr, ingl.ant. dg, ing. day, ata tac, ted. Taggiorno
ie *gh > gm */g/:
ie *ghost- straniero/ospite > gm *gastiz ospite;lat. hostis ospite, nemico : got. gasts, ingl.a. giest, sass.a., ata gast
ie *gwh > gm */gw/:
ie *sengwh- > gm *singw-;
got. siggwan ( = []), isl.a. syngva (islandese a. e gotico
conservano la labiovelare), ingl.a. singan, ata singan cantare (ininglese a. e in ata la labiovelare si delabializza e si conserva comeocclusiva velare semplice)
C. Alle occlusive sonore b, d, g dellIE corrispondono in germanico occlusive sonore
ie *b > gm */p/:
ie *leb-/lab- > gm *lepjan/lepin;
lat. labium : ingl.a. lippa labbraie *d > gm */p/:
ie *ed- > gm *etan (protogm etanan);
lat. edo (edere) : isl.a. eta, ingl.a. etan mangiareie. pd-/pd- > gm ft-;
lat. ps, pedis : got. ftus, ingl.a. ft, ata. fuoz piedeie *g > gm */k/:
ie *eg(om) > gm *ek(an);
lat. ego : got., sass.ant. ik, isl.a. ek, ingl.a. ic, ata. ih ioie *gw > gm */kw/:
ie *gwem- > gm *kwem-;
lat. venire : got. qiman, ingl.a. cuman, ata. queman venire
Due eccezioni alla prima serie di corrispondenze:
i nessi ie. spirante + occlusiva e le spiranti sonore gm. (LV)
Le occlusive sorde non mutano se precedute da una spirante, sia che si trattidi una spirante ereditata dallie (s nei nessi sp, st, sk) sia che si tratti di unaspirante sviluppatasi dalla stessa mutazione (gm f < ie *p, gm h < ie *k , neinessi ft, ht):
ie *sper- > gm */sp/:lat. spernere : ingl.a. spurnan, ata spurnan disprezzare
ie *st > gm */st/:ie *ster- > gm *sternn > gm *sterrn;lat. stella :, got. stairn, ingl.a. steorra, ata sterro;
ie *sk > gm */sk/:lat. scindo : got. skaidan, ingl.a. scadan, ata skeidan dividere,separare
gm /ft/ (< ie *pt):lat. captus : got. hafts ingl.ant. hft (hfta prigioniero, agg. db.)ata haft prigioniero, preso
gm /ht/ (< ie *kt):lat. octo : got. ahtau, ingl.a. eahta, ata. ahto ottoie *nokt > gm *naht;lat. nox, noctis : got. nahts, ingl.a. neaht, ata. naht notte
La Legge di Verner
Karl Verner (1877):
un numero di occlusive sorde ie, nel passaggio al germanico, non
corrispondevano a fricative sorde gm, ma a fricative sonore.
Egli osserv che le occl. sorde ie passavano a fricative sonore (e non
sorde, come ci si aspetterebbe secondo la LG) quando esse si trovavano
allinterno di parola, in ambito sonoro e laccento non cadeva sullasillaba immediatamente precedente locclusiva stessa (locclusiva sottoosservazione).
Egli not, inoltre, che anche la spirante sorda ie /s/, se ricorreva nello
stesso contesto, subiva un mutamento: invece di conservarsi inalterata
nelle lingue gm, aveva una realizzazione di tipo sonoro in /z/.
Secondo Verner, si tratta di fenomeni che si sono verificati in una fase di
evoluzione del germanico in cui laccento, pur tendendo a fissarsi sullasillaba radicale contribuendo alla creazione delle lingue germaniche come
gruppo distinto allinterno della famiglia linguistica ie, era ancora mobile(cio, non si era ancora fissato sulla sillaba radicale).
La Legge di Verner
Riassumendo, se loriginaria occlusiva sorda indoeuropea
a)si trova in contesto sonoro (tra vocali o sonore), e
b)laccento ie. originario non cade sulla sillaba immediatamente
precedente,
lesito della rotazione non sar di spirante sorda ma sonora:
labiali dentali velari labiovelari spirante
p > [] t > [d] k > [] kw > [w] s > [z]
Si tratta di un processo di lenizione a cui partecipa anche la spirante sorda ie. s, che, alle medesime condizioni > germ. *z.
I mutamenti secondo la LV:
ie *-p_- > germ. *//:
ie *sept (> ind.ant. sapt) > germ. *seun;
lat. septem : got. sibun, sass.a. sibun, ingl.a. seofon, ata
sibun (la spirante bilabiale sonora passa a /b/ in ted., /v/
in ingl.a. con grafia , si conserva in sass.a., isl.a. e
gotico) ingl.mod. seven setteie * -t_- > germ. *:
ie *kart > germ. *haruz;
isl.a. harr, ingl.a. heard, ata., ted. hart duro (laspirante interdentale sonora // passa ad occlusiva sonora
/d/ nel germ. occ. si despirantizza; si conserva in isl.a. e
gotico in contesto sonoro)
ie *ptr > gm *far;
gr. patr : got. fadar, ingl.a. fder, ata fatar padre
ie * -k_- > germ. *//:ie *sekw-/sokei- (soq_) > germ. sajan;itt. shakiya- dichiarare : isl.a. segja, ingl.a. secgan( gm *sweur;ital. suocera : ingl.a. sweger, ata swigar
Questi esiti vengono a coincidere con quelli delle occlusive sonoreaspirate indoeuropee
Nella coppia ie. *bhrter ie. *ptr si osservino gli sviluppidiversi della dentale sorda ie. *t:
ie. *bhrter > ind.a. ie. *bhrtar, gr. phrtor, lat. frtergot. broar [broar], con passaggio regolare da occl. sorda a fric.sorda; isl.a. broir; ingl.a. broor [successivo processo disonorizzazione] ata. bruoder;ie. *ptr > ind.a. pitr, gr. patr, lat. pater;
got. fadar [faar]; isl.a. fair; ingl.a. fder; ata. fater
La sibilante ie. *s, che in genere le lingue germanicheconservano inalterata (cio, non rientra nei mutamentidescritti dalla Legge di Grimm), va incontro ad unamodificazione se si trova nel contesto fonetico descrittoda Verner (in contesto sonoro):
ie *-s_- > germ. */z/:ie *kas > germ. *hazan;isl.a. heri, ingl.a. hara, ingl. hare, ata haso, ted. Haselepre (in ingl.a. e isl.a. la spirante sonora /z/ > /r/ perrotacismo, nel gotico torna ad essere sorda /s/)ie *meis-/mois- > gm *maiz;lat. maius : got. maiza, ingl.a. mra, ata mro piie *snus > gm *snuzo; ing.a. snoru, ata snur(a) nuora
Un caso particolare dellevoluzione di ie. *s rappresentatodalla radice che le lingue germaniche usano per esprimere ilpassato di essere, un verbo anomalo, perch a suppletismoradicale. Esso, cio, completa la propria coniugazione facendoricorso a tre diverse radici verbali:
ie. ES-/S-: essere, esistere (radice atematico-radicale in mi): per il presente (azione durativa)
ie. WES-: stare, abitare: per il preterito singolare eplurale (azione stativa)
ie. BHEU-/BHU-: per il presente e il participio (azionemomentanea).
IL VERBO ESSERE
Verbo con suppletivismo radicale, che supplisce alla mancanza di
alcune forme con varie radici verbali.
TRE RADICI INDOEUROPEE:
IE * es-/s-
IE *bheu
IE * wes (germ. *wesan)
Presente indicativo : utilizzo di due radici (da cui si formano anche
lottativo, limperativo, il participio)
Da IE * es-/s- Da IE *bheu
Sing.1 eom 1 beo Sg.
2 eart 2 bist
3 is 3 bi
Plur. sint/sindon beo, bio
earun, aron (dial. anglici) bium, bioum (dial. anglici)
per esprimere il preterito di essere, linglese antico (come lealtre lingue germaniche) usa il verbo forte di V classe wesan,che aveva il seguente paradigma:
inf. wesan pret.sing. ws pret.plur. wron(verbo privo di participio preterito)
originariamente il preterito doveva avere le forme:ws - *wsn (con il pret.plur. accentato sulla desinenza,creando il contesto fonetico descritto da Verner)
*wsn > *wzn > wron
con la fissazione dellaccento sulla sillaba radicale e non pisulla desinenza
LAlternanza grammaticale(Grammatischer Wechsel)
Nellambito dei verbi forti del germ. osservabile unfenomeno noto come alternanza grammaticale che
rappresenta il riflesso morfologico della Legge di
Verner; tale fenomeno riguarda le consonanti dei
paradigmi verbali.
L alternanza grammaticale , in generale,lavvicendarsi di spiranti sorde e sonore in parole
etimologicamente affini in quanto derivate dalla
stessa radice.
In particolare, in alcuni paradigmi dei verbi forti la diversa posizione
dellaccento ie. ha prodotto, in corrispondenza di una occlusiva sordaie. o della spirante sorda s, una spirante sorda al presente e al
preterito singolare, poich tali forme verbali recavano laccento sullasillaba radicale, cio immediatamente prima della consonante in
questione, mentre ha prodotto una spirante sonora (corrispondente
della sorda) al preterito plurale e al participio preterito, poich tali
forme verbali recavano laccento sulla desinenza, quindi dopo laconsonante della radice, ad es.:
ingl.a. wsan, ws, wron (rotacismo
Cronologia della Prima Mutazione Consonantica
I fenomeni della PMC (o LG) e della LV sono stati datati ad un
periodo compreso tra il V-III secolo a.C. (inizio) e il II-I secolo a.C.
(fine). Tale limite cronologico stato stabilito in base ai prestiti
stranieri in germanico.
I prestiti dal celtico intorno al V secolo si sarebbero avuti contatti
tra Celti e Germani.
Tali prestiti presentano in germanico gli esiti della PMC, come si
pu vedere da:
gall. ambaktos,
gm *ambaht, got. andbahts, ingl.a. ambeht, ata ambaht servo
si pu ipotizzare che il primo passaggio della PMC sia stato quello
delle occl. sorde ie a fric. sorde gm.
Un altro prestito celtico rappresentato dalla radice:
ie RG-, celt. rg-,
got. reiks re, got. reiki, isl.a. rki, ingl.a. rce, ata rhhe regnoche si tratti di un prestito celtico si vede dal fatto che la vocale
radicale in gm /i:/ e non lie ;si ha, inoltre, il passaggio da occlusiva velare sonora a occlusiva
sorda in germanico.
Il fatto che tali prestiti mostrino gli effetti della PMC permette di
considerare il V secolo a.C. come il termine dopo il quale si deve essere
verificato il mutamento. I termini introdotti nel lessico germanico dal
celtico, cio, devono aver avuto il tempo di entrare in germanico
(intorno al V secolo) e di mutare (successivamente a tale data) il
proprio consonantismo.
I prestiti dal greco e dal latino:
solo i pi antichi presentano dei mutamenti
consonantici, mentre i pi recenti, successivi al III
secolo a.C., risultano immutati perch i fenomeni non
erano pi produttivi
i mutamenti erano diventati ormai elementi fissi nelle
lingue germaniche, ma non erano pi attivi sui termini
stranieri;i prestiti celtici, invece, entrarono in gm prima che il
fenomeno si attivasse e, una volta attivatosi, i prestiti
furono trattati come termini gm e perci furono inseriti
nei normali processi evolutivi del sistema fonetico-
fonologico del gm.
Si veda ad esempio:
ata kellri < lat. cellrium cantina(anche la conservata, non stata trasformata in )
got. aiposkaupus < gr. episcopos vescovo
due termini che non presentano gli esiti della PMC.
I diversi esiti di una stessa consonante (o vocale) in
prestiti diversi, andrebbero spiegati tenendo conto del
momento di ingresso dei prestiti nelle lingue
germaniche;
i prestiti rappresentano uno strumento utile per stabilire
almeno una cronologia relativa dei fenomeni della
PMC.
Legge di Verner (LV): le teorie pi recenti portano a
considerare questo mutamento fonetico come
contemporaneo alla prima isoglossa della PMC e, a
livello delle cause, come condizionato dal contesto
sonoro e dalla posizione dellaccento lenizione delleocclusive sorde e loro successiva sonorizzazione in
ambito sonoro; laccento radicale e intensivo, cadendosulla sillaba precedente locclusiva e intensificando lapronuncia della sillaba radicale impediva la lenizione.
Laccento, dunque, doveva essere ancora mobile, magi intensivo e non pi musicale, legato al tono da dare
alle varie sillabe delle parole.
Poich laccento in germanico si fissato sulla sillaba
radicale intorno al II-I sec. a.C., la LV viene fatta
risalire a unepoca precedente, a un periodo in cuilaccento non era ancora fisso sulla sillaba radicale,
quindi nello stesso periodo in cui era ancora attiva la
LG (V-III sec. a.C.).
(Verner, originariamente, riteneva che il fenomeno da
lui individuato fosse successivo alla PMC, ma la
cronologia della PMC e della fissazione dellaccento elesito della spirante sorda ie. /s/ hanno indotto varistudiosi a rivedere la cronologia dei due fenomeni).
Mentre per il consonantismo ie. vi era un correlazione di sonorit Psordo vs B, BH sonoro e una correlazione di aspirazione BH aspirato vsB non aspirato, nel consonantismo germ. si osserva una correlazione dicontinuit germ. f continuo vs p occl., e una correlazione di sonorit psordo vs b sonoro.
Riduzione delle categorie verbali
I modi si riducono a tre:
Indicativo, Imperativo e Ottativo
(oggi ottativo e congiuntivo sono confluiti nel congiuntivo:
lottativo indicava desiderio e possibilit; il congiuntivo
indicava volont, possibilit, la proiezione nel futuro
dellazione pensata dal parlante poi il congiuntivo ha
assunto le funzioni desiderativa e potenziale, invadendo il
campo funzionale dellantico ottativo)
in indoeuropeo esistevano lindicativo, il congiuntivo,
lottativo, limperativo (e lingiuntivo, ordini e proibizioni, ma
ben presto scompare confluendo nellimperativo e nellindic.
Futuro)
Riduzione delle categorie verbali
I tempi si riducono a due:
presente e preterito (o passato)
contro il presente, futuro, imperfetto, perfetto, piuccheperfetto,
aoristo (tempo indefinito che indica unazione temporalmente non
determinata, concepita nella sua globalit; indica lazione pura e
semplice; aspetto momentaneo, indica unazione colta nel
momento in cui ha avuto inizio o fine nel passato: nel corso del
tempo, per il suo carattere narrativo, laoristo si avvicinato ai
tempi del passato, in particolare al perfetto).
Le singole lingue germaniche esprimeranno i tempi diversi dal
presente e dal preterito in vari modi, a volte facendo ricorso a forme
perifrastiche, ossia a formazioni verbali analitiche (non sintetiche)
formate da pi di una forma verbale.
Riduzione dei casi
Dagli otto casi dellie. (nominativo, vocativo, accusativo,
genitivo, dativo, ablativo, locativo e strumentale) ai quattro del
germanico (nominativo, genitivo, dativo, accusativo)
Sviluppo della declinazione in n dei sostantivi: tale
declinazione verr usata per la flessione debole degli aggettivi,
in contrasto con la flessione forte, di tipo vocalico e con
terminazioni di tipo pronominale