Bullismo
e
Cyberbullying
Annalisa Palermiti
Università della Calabria
Coordinatore del gruppo di ricerca:
Prof.ssa Angela Costabile
L’aggressività
La maggior parte degli studiosi definiscono l’aggressività come l’insieme di azioni dirette a
colpire uno o più individui tale da provocare loro sofferenze di natura fisica e/o morale.
La parola deriva dal termine aggredior, che può significare sia assalire sia andare verso, intraprendere.
Spesso il termine aggressione viene usato per intendere comportamenti diversi: conflitto, competizione, coercizione, violenza e bullismo.
Storr (1968) la definisce una parola “valigia”
L’approccio psicoanalitico
a) aggressività come impulso primario;
b) aggressività come reazione alla frustrazione;
c) aggressività come estroflessione della pulsione di morte.
.
L’approccio etologico
L’approccio etologico accorda all’aggressività una funzione al servizio della specie.
L’approccio comportamentista
L’ipotesi più nota è quella definita frustrazione-aggressività (Dollard, 1939)
Bandura
Ipotizza che il comportamento aggressivo venga acquisito attraverso l’imitazione di modelli parentali, dei coetanei, della televisione.
Disimpegno moraleProcesso che mira a dissociare l’azione
dalla propria valutazione morale rendendo così possibili e giustificati comportamenti che normalmente una persona non considera accettabili.
Secondo questo processo, individuo, comportamento ed ambiente sono reciprocamente dipendenti. Maggiore è il disimpegno morale, minore è il senso di colpa e il bisogno di riparare al male causato dalla condotta lesiva.
.
Bandura ha elaborato 8 processi capaci di disimpegnare il controllo interno dissociandolo dalla condotta immorale e cancellando le autocensure.
Tali processi cognitivi, secondo Bandura, operano nelle manifestazioni violente le quali possono trovare forme di giustificazione che riducono l’autocensura morale senza minare l’autostima personale.
Meccanismi di disimpegno moraleGiustificazione morale:“se lo è meritato:è un ladro”
Etichettamento eufemistico“non l’ho picchiato, gli ho dato uno spintone”
Confronto vantaggioso“gli ho dato solo uno spintone, mica un pugno”
Diffusione di responsabilità“non sono stato solo io, hanno partecipato anche altri”
Dislocamento di responsabilità“Marco mi ha detto di colpirlo”
Distorsione delle conseguenze “non si è fatto niente”
Disumanizzazione della vittima“E’inferiore a ma, potevo farlo”
Attribuzione della colpa “E’ stato Luigi ad iniziare offendendomi”
Ridefinizione della condotta riprovevole
Ridefinizione della responsabilità personale
Ridefinizione delle Conseguenze dell’azione
riprovevole
Ridefinizione del ruolo di vittima
Il Social Skills Deficit Model
Secondo questo modello (Dodge,1986-92) i bambini aggressivi presentano uno o più deficit ad elaborare l’informazione sociale.
I bambini aggressivi sono meno abili nell’interpretare il contesto, valutano meno le possibili conseguenze delle loro azioni che tendono a considerare come unica alternativa possibile.
I bambini hanno scarse capacità di role taking e perspective-taking e difficoltà nel riconoscere le emozioni.
Tali difficoltà possono dipendere sia da un deficit nello sviluppo di capacità emotive, cognitive e sociali che dalle esperienze fatte in precedenza in famiglia e/o scuola
Il modello di Dodge suppone che il comportamento aggressivo sia il risultato di uno o più deficit a livello cognitivo che possono avere importanti conseguenze anche sul piano cognitivo.
Le forme dell’aggressivitàBerkowitz negli anni ‘70 ha distinto i comportamenti aggressivi che si accompagnano ad un’eccitazione motoria (come nel caso della rabbia o dolore) dalle aggressioni strumentali, attuate per perseguire un fine diverso.
Una differenziazione simile è stata effettuata da Feshbach (1964, 1970) nel distinguere l’aggressione accidentale ed intenzionale:
accidentale
Aggressività ostile
intenzionale
strumentale
Le tipologie di aggressività
OSTILEVolontà a procurare un danno fisico o materiale, o un danno psicologico
STRUMENTALEMirato al raggiungimento di un obiettivo
REATTIVA Quando si restituisce una risposta violenta all’aggressione di un altro
LUDICA“giochi turbolenti”, bambini e ragazzi che condividono una finalità ludica nonostante siano presenti atti violenti
I giochi turbolenti
I giochi turbolenti presentano caratteristiche che le distinguono dalle reali aggressioni (Blurton Jones,1972) e alcuni indicatori che consentono all’adulto di identificarli come comportamenti ludici:
-rapidità di esecuzione
-presenza di play face
-coinvolgimento di amici
-scambio di ruolo
E’ BULLISMO? F. ruba tutti i giorni la merenda di T. L. è convinta di essere molto bella e guarda tutti dall’alto in
basso Quando O. litiga con qualcuno non è capace di spiegarsi a
parole e passa subito alle mani A. viene dalla Tunisia. C’è un compagno che lo prende sempre in
giro M. vuole sempre avere ragione. Quando qualcuno non è
d’accordo con lui, M. lo minaccia e gli dice di tacere S. tutti i giorni viene picchiato da T. e P. in bagnoIn classe
nessuno va bene a scuola, solo V. che viene preso in giro perché il pomeriggio sta sempre in casa a studiare
P. ha un handicap lieve e C. la prende in giro perché parla molto lentamente
All’intervallo R. non ha mai voglia di andare alle macchinette, allora chiede al suo compagno di banco di portargli la merenda
PREPOTENZA/BULLISMO
PREPOTENZA UN PARTICOLARE TIPO DI AGGRESSIVITA' CARATTERIZZATO DA: INTENZIONALITA' SISTEMATICITA' DISEQUILIBRIO
Aggressività fisica Aggressività verbale
Esclusione sociale
Il prepotente
C'era un prepotente nella classe di Peter: si chiamava Barry Tamerlane. Non aveva l'aria da prepotente. Non era di quelli sempre
tutti sporchi; non aveva la faccia brutta e neppure lo sguardo da far paura o le croste sopra le dita, e non girava armato. Non era poi tanto grosso. Ma nemmeno di quei tipi piccoli, ossuti e nervosi che quando fanno la lotta possono diventare cattivi. A casa non lo picchiavano, come spesso succede ai prepotenti, e neanche lo viziavano.
Aveva genitori gentili ma fermi, che non sospettavano nulla. La voce non ce l'aveva ne' acuta ne' rauca; gli occhi, non particolarmente piccoli e cattivi e, non era neppure troppo cretino. Anzi, a guardarlo era bello morbido e tondo, senza essere grasso; portava gli occhiali e sulla sua faccia soffice e rosa luccicava l'argento dell'apparecchio dei denti. Spesso metteva su un'aria triste e innocente che a certi grandi piaceva e che gli tornava comoda quando doveva togliersi dai guai.
Ian Mc Ewan “Il prepotente” (1994)
COSA SIGNIFICA BULLYING?
‘Bullying’ si riferisce ad un atto aggressivo ripetuto contro qualcuno che non può facilmente difendersi
(Olweus, 1999) Un “sistematico abuso di potere’
(Smith & Sharp 1994) Può prendere diverse forme:fisiche,
verbale, relazionale, indiretto; e ora cyber.
FENOMENO SOCIALE
INSEGNANTE
GRUPPO
BULLO VITTIMA
FENOMENO MULTIFATTORIALE
Individuali:temperamento,deficit di attenzione e iperattività
Famiglia: qualità del clima familiare: carenza di affetto e comprensione,conflittualità relazionale, iper-protettivo
Gruppo dei pari: il bullismo costituisce anche un fenomeno di gruppo
Stile docente:eccessi di permissivismo ed eccessi di autoritarismo
Caratteristiche psicologiche di bullo e vittima
1- Bullo dominante – forza psicologia e spesso fisica
2- Bullo gregario – non ha un suo ruolo ben definito e per questo si allea con il bullo dominante
3- Bullo/Vittima - possono provocare l’aggressione e allo stesso tempo avere comportamenti di tipo aggressivo.
1- Vittima passiva - caratterizzate da ansietà, non popolarità, assenza o bassi livelli di autostima.
2- Vittima provocatrice - più forte fisicamente e più attiva rispetto le vittime passive, provoca gli altri bambini causando tensione e irritazione nel gruppo, ha difficoltà di concentrazione.
FATTORI DI RISCHIO
•NASCITA DI UN NUOVO NATO IN FAMIGLIA
•DIVORZIO
•MORTE DI UNA PERSONA CARA
•DISTACCO DA UN GENITORE
•TRASFERITO DA ALTRA SCUOLA O CITTA’
FATTORI DI RISCHIO
TEMPERAMENTO
Impulsivo, aggressivo BULLI
Timido, debole VITTIMA
ATMOSFERA FAMILIARE, STILI EDUCATIVI
IN ATTO DAI GENITORI
EFFETTI A LUNGO TERMINE
DIFFICILI RELAZIONI
ADULTE
INFELICITA’PERDITA
AUTOSTIMA
AUMENTO STRESSAPPRENDIMENTOCONCENTRAZIONE
AUMENTO STRESSAPPRENDIMENTOCONCENTRAZIONE
CHE COS’È IL CYBERBULLYING? Forma di vittimizzazione che si realizza
mediante l’utilizzo di forme elettroniche
‘Atto aggressivo ed intenzionale esibito da un individuo o da un gruppo, mediante l’utilizzo di forme elettroniche, ripetuto nel tempo nei confronti di una vittima che non è in grado di difendersi facilmente’
TIPI DI CYBERBULLYING
Messaggi di testo (SMS) Telefonate di bullismo Foto/video clip di bullismo E-mail di bullismo Chat room di bullismo Bullismo attraverso gli Instant Messaging
(MNS) Bullismo attraverso siti web
ASPETTI PARTICOLARI DEL CYBERBULLYING Nessun posto dove nascondersi `Tu non puoi
allontanarti o nasconderti dal cyberbullying'. La vittima non può uscirne se ripetutamente qualcuno le invia messaggi sul cellulare o sul computer.
Ampiezza di pubblico Il Cyberbullying può raggiungere un vasto pubblico rispetto ai gruppi normalmente piccoli che il bullismo tradizionale coinvolge (per esempio quando brutte azioni sono inviate su un sito web).
Invisibilità di quelli che fanno bullismo Il cyberbullying non è un'esperienza face-to-face e fornisce al bullo una certa “invisibilità”
(per esempio con pseudonimi quando sono online)
RICERCA IN CALABRIA
STRUMENTI
Questionario sulle prepotenze (Olweus;Smith)
Questionario Nomina dei Pari (auto-eteovalutazione)(Smith)
Questionario sulla partecipazione dei ruoli(Salmivalli)
Questionario Cyberbullying (Russell;Smith)
LIVELLI DI INTERVENTO
POLITICA ANTIBULLISMO
INTERVENTO IN: SOTTO GRUPPO
INDIVIDUALI
PRESIDE, COLLEGIO DOCENTIE AMMINISTRAZIONE
BIDELLI,ASSISTENTIE ALTRO PERSONALE
SINGOLI ALUNNI GRUPPI
ATTIVITA'DIDATTICHE IN
AULA
INSEGNANTIFAMIGLIE
ASSEMBLEE EMOMENTI DIINCONTRO
COLLETTIVI
INTERVALLI EPAUSE PER
PRANZOCORTILE ETOILETTE
DINTORNIDELLA
SCUOLA;CORRIDOI
AI CANCELLIDELLA
SCUOLA
SCHEMA POLITICA ANTIBULLISMO
SCOPO INTERVENTO
COOPERAZIONE E SOCIALIZZAZIONE IN GRUPPO
NON SU SOGGETTO TARGET(BULLO O VITTIMA)
INTERVENTI
PREVENZIONE PRIMARIA MODELLO ECOLOGICO (USA LE RISORSE ALL’INTERNO DELLA SCUOLA)
ALFABETIZZAZIONE EMOTIVA STIMOLI LETTERARI DRAMMATIZZAZIONE, ROLE-PLAY CIRCOLO DI QUALITA’
STIMOLI LETTERARI
Per scuole elementari e mediePer scuole elementari e medie
L'inventore dei sogni, McEwan.Enaudi
Ugo e carolina, M.Ende, Piemme Junior
Il nostro eroe decaduto, Y.Munyol
Il signore delle mosche, W.Golding
Alle sette del mattino il mondo non è ancora in ordine, E.Malpass
Io non ho paura, N. Ammaniti
La via di truccasia, R. Hoban
L’anitra e la luna. In I quattro libri di lettura, L.Tolstoj
Corri, Zan,corri. C.MacPhail
STIMOLI AUDIO VISIVI
Scuole elementari e medie
TARZAN DI GOMMA, Soeren Kragh-JacobsenIL SIGNORE DELLE MOSCHE, Harry HookRITORNO AL FUTURO, Robert ZemeckisFUGA DALLA TERZA MEDIA, Todd SolondzLE DUE AMICHE, CJane CampionSTAND BY ME. RICORDO DI UN' ESTATE, R.Reiner
CIRCOLO DI QUALITA’
ANALISI DEL PROBLEMA
SVILUPPO SOLUZIONI
PREVISIONE ATTUAZIONE
PRESENTAZIONESOLUZIONE
IDENTIFICAZIONEDI UN PROBLEMA
DIAGRAMMA 1: PERCHE’
P E R C H E '
P E R C H E ' P E R C H E ' P E R C H E '
P E R C H E ' P E R C H E '
P E R C H E '
L 'IN S E G N A N TE V AA G U A R D A R E A L TR O V E
E 'L U N IC O P O S TOP E R S C R IV E R E S U I M U R I
N E I B A G N I H A I L AP R IV A C Y
P E R C H E 'N E S S U N OP U O 'V E D E R E
P U O I D IR E Q U E L L O C H E P E N S I
E 'L IB E R O
E 'U N L A V O R O S G R A D E V O L E
E N TR A N O S O L O G L IA D D E TTI A L L E P U L IZ IE
N E S S U N O C O N TR O L L A
IL V A N D A L IS M ON E I B A G N I
DIAGRAMMA 2: COME
C O M E
C O M E C O M E C O M E
C O M E C O M E
C O M E
C O M E
C O M E
C O M E
C O M EC O M E
C O M E C O M E
C O M E
C O M E
P R E N D E R E U NA P P U N TA M E N TO C O N IL
P R E S ID E E C H IE D E R E
M E TTE R EU N G IA R D IN O
A N D A R E A D E S S OD A LL 'IN S E G N A N TE
C H IE D E R EA LL 'IN S E G N A N TE
TR O V A R E U N A S TA N Z A
A V E R E U N P O S TO P E R C H IA C C H IE R A R E
F O N D A R N E U N O
F A R E U N C LU BD I G IO C H I
D A R E L O R OQ U A L C O S A D A F A R E
TE N E R E LE P E R S O N EO C C U P A TE A R IC R E A Z IO N E
PEER SUPPORTSUPPORTO ALLA PARI
PROGRAMMI DI SUPPORTO TRA COETANEI OBIETTIVO È FAVORIRE UNA CULTURA DI SOLIDARIETÀ ED AIUTO NELLA COMUNITÀ SOCIALE A PARTIRE DAL GRUPPO DI PARI SI BASA SULL’AIUTO RECIPROCO TRA STESSI COMPAGNI IL PRINCIPIO È “CURARE ED ESSERE CURATO” 1. OPERATORE AMICO:- SOSTEGNO A RAGAZZI IN DIFFICOLTA'OBIETTIVIPROMUOVERE LO SVILUPPO PERSONALE DI CHI ASSUME IL RUOLO DI OPERATORE: AIUTARE I DESTINATARI IN DIFFICOLTA'ESERCITARE UN'INFLUENZA POSITIVA SUL CLIMA DELLA SCUOLASELEZIONE - SOLLECITAZIONE DA PARTE DI INSEGNANTI, NOMINA COMPAGNI,FORMAZIONE-SUPERVISIONE
CONSULENZA ALLA PARI (SPORTELLO AMICO)
-ASCOLTO IN GRUPPO -ATTIVAZIONE DI LINEA TELEFONICA GESTITA DA RAGAZZI -CREAZIONE DI UNO SPAZIO DOVE SIA POSSIBILE ACCOGLIERE LA RICHIESTA DI AIUTO DEGLI ALTRI OBIETTIVI: -AUMENTARE I SERVIZI DI SUPPORTO NELLA COMUNITÀ SCOLASTICA-FORNIRE AI RAGAZZI ABILITÀ PER FRONTEGGIARE I PROBLEMI DEI COETANEI E PERSONALI-CREARE UN CONTESTO SOCIALE POSITIVO
Cari compagni….
…I migliori tra voi ritengo siano proprio quelli che mi hanno inferto più male. A parte il fatto che non si sono mai assunti le responsabilità, ritengo che abbiano avuto il pregio di prendere una posizione. E’stato solo grazie a voi che hanno potuto infierire su di me con il vero male. Grazie!
Mi chiedete di dimenticare, ma non si può!Io non dimentico … se voi lo avete già fatto, ritengo che si debba
dire grazie ai vostri professori e alle vostre famiglie che vi hanno insegnato che il mondo finisce dove voi, con la vostra frivola presenza, lo fate iniziare.
Marco Cappelletti
www.bullismo.com
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