Voltana on line n.11-2013

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11 2013 Voltana On Line www.voltanaonline.it TARES o non TARES ? Per Voltana non è questo il dilemma. di Mario Paganini senza rappresentanza”. Il popolo elegge il Parlamento ed il Parlamen- to fa anche le Leggi che regolamen- tano il sistema tributario. L’articolo 53 della Costituzione Italiana, ad es., recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di pro- gressività”. Intuendo il rischio e le conseguenze di iniziative popolari, mosse da emotività od opportunismo, i padri costituenti, con l’articolo 75, pensarono bene di mettere qualche limite ai possibili eccessi. È dato leg- gere: “Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali”. Di certo una discarica non è un van- taggio per il territorio in cui si trova. Anzi. La questione, però, non può essere semplificata oltre misura. Non è sufficiente dire sempre e solo dei “No!” Similmente è pericoloso pat- teggiare la monetizzazione del dànno (presunto o patito), sull’esempio dei padroni delle acciaierie di Taranto, ossia: “o lavori e forse ti ammali di cancro, oppure non lavori e muori di fame”. La questione deve, invece, essere risolta con un coinvolgimento collettivo. Riconosciuto che una di- scarica è un vantaggio per tutti meno che per i … suoi vicini, allora tutti quelli che hanno un vantaggio deb- bono collaborare nel trovare una so- luzione “compensativa” verso chi ne riceve soprattutto degli svantaggi. A Napoli la camorra brucia i cassonetti. Non è una soluzione, sono, invece, costi e diossina per tutti. Occorre, allora, andare oltre la logica “ci pen- sa lo Stato”. Oppure “Ci sistemiamo tra di noi … ”. Occorre andare oltre. E le raccolte di firme possono essere poca cosa o diventare una pessima cosa quando ingenerano confusione e sfiducia nella cittadinanza. Quando nel gioco del pallone un giocatore subisce un fallo deve fare attenzione alla reazione. Deve, in qualche modo, controllarsi. A nessuno piace pagare le tasse. Anche nei “mitici” Paesi nordici o in quelli anglosassoni i cittadini fanno il loro dovere, ma senza entusiasmo. In tempi recenti, nel territorio vol- tanese, sono state promosse alcune iniziative che, però, mi lasciano al- quanto perplesso. È un dato di fatto che, nella società dei consumi, ci sia - dopo qualche tempo - la necessità di smaltire quello che è stato … consumato. Potendo farebbe comodo che qualcuno passasse, con frequenza, a raccogliere i rifiuti sull’uscio di casa e li portasse in un luogo lontano. Infine vorremmo che il costo del servizio fosse prossimo allo zero. Un disoccupato od un pensionato con la minima può non trovare equo e/o giusto pagare, su tutti gli acqui- sti fatti, l’IVA come chi ha un reddito elevato. Sarebbe un impazzimento per il fornaio, l’ortolano, il macel- laio, ecc. ma, dal punto di vista di chi ha disponibilità economiche scarse o nulle, farebbe comodo uno sconto, ad hoc, del 20% ed oltre, su ogni spesa effettuata. Esistono alcuno capisaldi nelle legislazioni di tutti i Paesi civili. Il primo è che “non c’è tassazione La Festa dell’ARGININO 2013 attraverso alcune immagini proposte da Roberto Ghiselli.

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2013 Voltana On Line www.voltanaonline.it

TARES o non TARES ? Per Voltana non è questo il dilemma. di Mario Paganini

senza rappresentanza”. Il popolo

elegge il Parlamento ed il Parlamen-

to fa anche le Leggi che regolamen-

tano il sistema tributario. L’articolo 53

della Costituzione Italiana, ad es.,

recita: “Tutti sono tenuti a concorrere

alle spese pubbliche in ragione della

loro capacità contributiva. Il sistema

tributario è informato a criteri di pro-

gressività”. Intuendo il rischio e le

conseguenze di iniziative popolari,

mosse da emotività od opportunismo,

i padri costituenti, con l’articolo 75,

pensarono bene di mettere qualche

limite ai possibili eccessi. È dato leg-

gere: “Non è ammesso il referendum

per le leggi tributarie e di bilancio, di

amnistia e di indulto, di autorizzazione

a ratificare trattati internazionali”.

Di certo una discarica non è un van-

taggio per il territorio in cui si trova.

Anzi. La questione, però, non può

essere semplificata oltre misura. Non

è sufficiente dire sempre e solo dei

“No!” Similmente è pericoloso pat-

teggiare la monetizzazione del dànno

(presunto o patito), sull’esempio dei

padroni delle acciaierie di Taranto,

ossia: “o lavori e forse ti ammali di

cancro, oppure non lavori e muori di

fame”. La questione deve, invece,

essere risolta con un coinvolgimento

collettivo. Riconosciuto che una di-

scarica è un vantaggio per tutti meno

che per i … suoi vicini, allora tutti

quelli che hanno un vantaggio deb-

bono collaborare nel trovare una so-

luzione “compensativa” verso chi ne

riceve soprattutto degli svantaggi. A

Napoli la camorra brucia i cassonetti.

Non è una soluzione, sono, invece,

costi e diossina per tutti. Occorre,

allora, andare oltre la logica “ci pen-

sa lo Stato”. Oppure “Ci sistemiamo

tra di noi … ”. Occorre andare oltre.

E le raccolte di firme possono essere

poca cosa o diventare una pessima

cosa quando ingenerano confusione

e sfiducia nella cittadinanza.

Quando nel gioco del pallone un

giocatore subisce un fallo deve fare

attenzione alla reazione. Deve, in

qualche modo, controllarsi.

A nessuno piace pagare le tasse.

Anche nei “mitici” Paesi nordici o in

quelli anglosassoni i cittadini fanno

il loro dovere, ma senza entusiasmo.

In tempi recenti, nel territorio vol-

tanese, sono state promosse alcune

iniziative che, però, mi lasciano al-

quanto perplesso.

È un dato di fatto che, nella società

dei consumi, ci sia - dopo qualche

tempo - la necessità di smaltire

quello che è stato … consumato.

Potendo farebbe comodo che

qualcuno passasse, con frequenza, a

raccogliere i rifiuti sull’uscio di casa

e li portasse in un luogo lontano.

Infine vorremmo che il costo del

servizio fosse prossimo allo zero.

Un disoccupato od un pensionato

con la minima può non trovare equo

e/o giusto pagare, su tutti gli acqui-

sti fatti, l’IVA come chi ha un reddito

elevato. Sarebbe un impazzimento

per il fornaio, l’ortolano, il macel-

laio, ecc. ma, dal punto di vista di

chi ha disponibilità economiche

scarse o nulle, farebbe comodo uno

sconto, ad hoc, del 20% ed oltre, su

ogni spesa effettuata.

Esistono alcuno capisaldi nelle

legislazioni di tutti i Paesi civili. Il

primo è che “non c’è tassazione

La Festa dell’ARGININO 2013 attraverso alcune immagini

proposte da Roberto Ghiselli.

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La Festa dell’ARGININO 2013 attraverso alcune immagini proposte da Roberto Ghiselli.

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mons o non coperto da copyright.

Uomini che non si arrendono, mai. Intervista di Luigi Scardovi a Mario Paganini.

co della suola dal resto della tomaia,

avviene in prossimità dell’arrivo …

Pare ci sia un altro runner che

ha saputo ben superare problemi

di salute di un certo livello. Che

cosa si è lasciato alle spalle?

Beh, c’è la cosiddetta “privacy”

che sta rendendo tutto molto più

complicato. Confermo che c’è un

altro competitor interessante. Alle

sue spalle ci sono non solo dei chilo-

metri, ma anche l’aver superato una

seria cardiopatia. È più giovane, è

più allenato di me. Con il suo pace-

maker ha già superato, in più occa-

sioni, i quaranta chilometri. Ripeto:

non sono iniziative per differente-

mente abili. Non sarà una gara. Ma

questo non impedirà ai diversi par-

tecipanti di dare il meglio di loro

stessi, con giudizio e spirito sportivo.

Una nota di colore … Ma a che

cosa pensa o che cosa passa per

la testa durante tutte quelle ore di

fatica?

Effettivamente occorre tenere la

mente occupata. Ognuno ha saputo

trovato la sua personale soluzione.

Posso rispondere per me. Capisco

possa sembrare strano, ma io pre-

go oppure converto numeri dal si-

stema decimale a quello binario od

anche a quello esadecimale. Sono tutte cose che, se fatte bene, richie-

dono notevole impegno mentale.

Da Voltana al mare di corsa. Per-

ché, con questo caldo, cimentar-

si in una specie di maratona?

Anzi su una distanza maggiore

dei canonici 42.195 metri? Una

distanza notevole, specie per una

persona di 56 anni, che lavora

ferma e seduta per ore ed ore in

un ambiente climatizzato…

Mi sto allenando da alcune setti-

mane, caldo e tempo libero permet-

tendo. Sono già prossimo ai 25 chi-

lometri. Nella seconda metà di set-

tembre, su percorsi diversi, ci sarà

chi percorrerà distanze importanti,

per diletto o quale testimonial vo-

lontario di aziende sanitarie locali.

Io debbo ringraziare l’azienda sa-

nitaria di Ravenna. In particolare, in

questi anni, sono stato seguito da

Otorinolaringoiatria, Oncologia,

Radiologia Terapica, Pneumologia,

Ortopedia, Neurologia e, recente-

mente, da Cardiologia. Dunque è un

grazie, un poco originale, al perso-

nale medico e paramedico che in

oltre trent’anni ho incontrato. Ed è

anche un forte biasimo ed una ferma

protesta per le scelte che si stanno

facendo. Scelte che porteranno allo

smantellamento e centralizzazione di

tanta buona sanità e sevizi di eccel-

lenza.

Evidenzio come siano tanti coloro

che possono vedere, ogni giorno,

come le strutture sanitarie private si

stiano espandendo, mentre la sanità

pubblica annaspa, arretra e si ridu-

ce. Però i soldi per l’acquisto dei

famosi, quanto inutili, cacciabom-

bardieri F35 oppure per mantenere i

“vizi ed i privilegi della casta”, e non

mi riferisco solamente ad un mi-

gliaio di parlamentari, quei soldi

invece non vengono mai tagliati !

Quindi è una protesta

“politica”?

È anche un protesta politica, ma

non sono solamente un grazie ed

una protesta politica. È anche una

scelta personale. L’occasione per

dimostrare a se stessi qualche cosa.

Tutti i “runner” corrono “per” qual-

che cosa, non “contro” qualche co-

sa. Essere propositivi e costruttivi

diventa una necessità. Inoltre più la

distanza è impegnativa, più occorre

essere ben presenti. Occorre dosare

la razionalità e l’emotività. Oltre che

una questione di allenamento e di

fisico, sono necessari volontà e buon

senso. Il correre, da pratica sportiva,

diventa presto uno stile ed una scel-

ta di vita. Diversamente sarebbe un

correre allo stremo, rischiando l’e-

stremo. Per fare tanta fatica è neces-

sario essere motivati ed entusiasti

della vita. Poi, nel mio caso, più che

un correre, sarà un camminare spe-

dito alternato ad un frequente …

andare al trotto. Con una battuta di

spirito: più che alla runner sarebbe

andare alla walker. Ma suonerebbe

male, soprattutto al femminile, poi-

ché da camminatrice a passeggiatri-

ce il passo - sarebbe proprio il caso

di dirlo - finisce con l’essere breve:

Bene. Temevo qualche cosa

alla Forrest Gump … Allora sof-

fermiamoci sulla filosofia che fa

muovere sia i “runner” autentici

che i simpatizzanti ...

Penso non ci sia migliore metafora

della vita e del vivere che il viaggio

ed il viaggiare. C’è chi spende tutta

la vita muovendosi all’interno di una

provincia e chi ha la fortuna di vive-

re viaggiando molto, magari per

turismo e non per lavoro. Conosco

poche persone che nella vita hanno

fatto sempre ciò che hanno voluto. I

più hanno invece accettato quanto è

loro capitato, alcuni serenamente

altri meno. Fortunatamente i mo-

menti di gioia si ricordano, mentre

quelli di infelicità vengono rimossi

dallo scorrere del tempo. I runner,

ossia coloro che corrono mossi da

una grande passione e non perché

l’atletica sia il loro lavoro, devono

programma seriamente i molti

aspetti che questo genere di pratica

sportiva richiede. Considerate le

distanze percorse è un viaggio ed un

viaggiare che diventano utili anche

per la vita ed il vivere. Dalla vita allo

sport e dallo sport alla vita. Si impa-

ra anche ad accettare tutto quello

che accade. Infatti ciò che va oltre

ogni pluri-collaudata previsione è

sempre in agguato. È noto che “se la

fortuna è cieca, la sfiga ci vede be-

nissimo” ed è sempre pronta a sco-

varti, magari impreparato. È un’altra

caratteristica che differenzia un run-

ner da un altro, da un non-runner.

Come reagire di fronte alle avversi-

tà. Di solito c’è sportività, pacata

rassegnazione, ira contenuta. Se il

padre della sposa “esplode” se gli si

rompe un laccetto mentre accompa-

gna la figlia all’altare, il runner “sa

controllarsi” anche quando il distac-

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Pagina 4 www.voltanaonline.it n. 11 - 2013

Un calendario, aggiornato, de-

gli eventi pubblici a Voltana ?

Lo trovi nel sito www.voltanaonline.it facendo

click in AGENDA !

info: [email protected]

Perché lo difendono ?

mico non avrebbero condannato i

vertici Thyssen: e a fronte dell'in-negabile complessità della situa-

zione di Taranto, non avrebbero

osato interrompere l'attività della

fabbrica dei tumori. E questi sono

solo i casi più eclatanti. Non è un

segreto che l'impresa italiana si

regge prevalentemente sulla viola-

zione di leggi, siano esse quelle a

tutela del lavoro, dell'ambiente,

della fedeltà fiscale, del buon an-

damento della pubblica ammini-

strazione... È una delle intuizioni

delle 28 tesi di Badiale e Bontem-

pelli (tesi 17 e 18) che il capitali-smo, raggiunta una certa fase, per

riprodursi è costretto a liberarsi

dei "lacci e lacciuoli" di berlusco-

niana memoria, ossia delle norme

a tutela di quei beni (come la salu-

te, l'ambiente e il lavoro) che dallo

sviluppo capitalistico sono irrime-

diabilmente sviliti. La legalità, e gli

istituti che la preservano (come

l'indipendenza della magistratura),

assumono oggi un ruolo oggettiva-

mente anti-capitalistico. Non stupi-

sce dunque che il capitalismo ita-

liano, per bocca dei suoi mezzi di

informazione, difenda il personag-

gio che incarna la maggiore minac-

cia ai principi di legalità e separa-

zione dei poteri. I "padroni" italia-

ni, difendendo B., difendono loro

stessi. E questo spiega anche per-

ché le forze politiche a diretto ser-

vizio del grande capitale, come il

PD, abbiano sempre avuto un at-

teggiamento conciliante e collabo-

rativo con il Caimano, fino a gover-

narci insieme.

Fonte:

http://il-main-stream.blogspot.it

Chi ha letto il Corriere della Sera

in questi giorni ha avuto l'impres-

sione di trovarsi di fronte una ver-

sione appena più moderata de Il

Giornale. Tra interventi critici della

sentenza che condanna Berlusconi

e di chi l'ha emessa, commenti affi-

dati all'Avvocato Coppi e a espo-

nenti del PdL, pelosissimi inviti alla

"pacificazione" (leggi: salvacondot-

to per B.), il quotidiano della gran-

de borghesia italiana ha ormai scel-

to con chiarezza da che parte stare.

Ma perché cresce il partito dell'im-

punità, come correttamente segna-

lato dal Fatto Quotidiano? Perché

l'establishment finanziario di

questo paese, che nell'autunno

del 2011 ha tramato per rovescia-

re B. e alle elezioni gli ha con-

trapposto il blocco di Mario Mon-

ti, adesso tenta di proteggerlo

dalle conseguenze penali dei

suoi stessi atti? Cosa spiega que-

sto berlusconismo di ritorno?

Certo, non bisogna sottovalutare

il potere di ricatto in mano al duce

del PdL. Se questi decidesse di gio-

care il tutto per tutto, organizzando

una campagna elettorale in grande

stile centrata sull'uscita dall'euro,

provocherebbe sconquassi tali da

far crollare il già pericolante edifi-

cio di Bruxelles. Dunque l'establish-

ment ha un ottimo motivo per "tener

buono" B.

Forse però oltre alle motivazioni

per così dire tattiche ve ne sono

anche di strategiche. L'articolo di

Angelo Panebianco è illuminan-

te in tal senso. Ricordiamo che

stiamo parlando di uno dei Sag-

gi chiamati da Napolitano a mo-

dificare la Costituzione.

Il politologo denuncia uno

"squilibrio di potenza" tra politi-

ca e ordine giudiziario. Se alcu-

ni politici vengono inquisiti e

talvolta persino condannati non

è perché questi delinquino (ciò

è dato in qualche modo per

scontato), ma per l'eccessivo

potere detenuto dalla magistra-

tura. Per rimediare occorre una

riforma della politica, che ac-

cresca di molto i poteri dell'ese-

cutivo, e una riforma della giu-

stizia, che a quell'esecutivo de-

ve essere finalmente subordina-

ta.

Fin qui nulla di particolarmen-

te nuovo: sono le posizioni del

"riformismo" giudiziario che il Cor-

riere appoggia da ormai diversi

anni. È il prosieguo del ragiomento

a rivelare che la borghesia italiana,

difendendo Berlusconi, difende sé

stessa.

Panebianco propone niente meno

di rivoluzionare i corsi di giurispru-

denza, di incidere sulla mentalità

dei futuri operatori giuridici, iniet-

tando forti dosi di "sapere empiri-

co" nei corsi. Insomma:

“Si addestrino i futuri funzionari,

magistrati e amministratori, a

fare i conti con la complessità del-

la realtà. È ormai inaccettabile, ad

esempio, che un magistrato, o un

amministratore, possano intervenire

su delicate questioni finanziarie o

industriali senza conoscenze appro-

fondite di finanza o di economia in-

dustriale. È inaccettabile che gli

interventi amministrativi o giudi-

ziari siano fatti da persone non

addestrate a valutare l'impatto

sociale ed economico delle norme

e delle loro applicazioni.”

Balzano subito alla mente di casi

dell'ILVA, della FIAT, della Eternit,

della Thyssen Krupp. È facile im-

maginare che magistrati dotati del

"sapere empirico" di cui parla Pa-

nebianco non si sarebbero arri-

schiati a far inviperire Marchionne,

applicando la legge per come è

scritta; se avessero accuratamente

valutato l'impatto sociale ed econo-

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APPUNTI agosto 2013 di Mario Paganini di assenze per tutti gli onorevoli che

sono pagati dallo Stato per fare un

mestiere e ne fanno un altro, in que-

sto caso pagato sempre da noi

(Vezzali prende lo stipendio da poli-

ziotta)”.

Poi Massimo Sabatini aggiunge: “La

Vezzali ... fa parte del centro sporti-

vo fiamme oro della Polizia, ma co-

me dicevo non e solo per lei che ho

scritto, ma per tutti quegli onorevoli

che come lei fanno un altro lavoro e

non danno la possibilità ad un altro

di fare ciò che lei dovrebbe fare.”

Un aspetto positivo, in una vicenda

tutt’altro che felice: qualcuno ha ini-

ziato a parlare ed a porre il problema

del doppio stipendio, uno per un la-

voro e l’altro per dell’assenteismo!

Al Circolo tre parlano di Ber-

lusconi; due parlano di Renzi.

Io faccio finta di leggere il

giornale, perché per la politi-

ca oggi proprio non ci sono.

Il giorno dopo, di buon mattino, in

direzione mare, ferme al semaforo ci

sono cinque auto in fila… Sono le

nostre (il sesto che si sia addormen-

tato?). Le nostre chiacchiere non

cambiano Roma! Ed il gasolio non è

troppo caro. Forse sarebbe più op-

portuno cambiare modo di pensare

e di comportarsi. Lo stile di vita in-

fluenza le scelte e le scelte portano a

perpetuare uno stile di vita.

No, non disturba, ma se vuo-

le lo mando a casa sua…

Concitato il gestore del Bagno sta

esponendo, per telefono, le sue ra-

gioni alle Forze dell’Ordine. Un “vù

cumprà” ha usato la toilette del Ba-

gno, si è lavato sotto la doccia del

Bagno ed ora dorme su di una pan-

china del Bagno. Dall’altro capo fan-

no qualche domanda. Il bagnino

paonazzo: “No, non disturba e non è

molesto! Ma che cosa c’entra? Per

favore mi dia il suo indirizzo che glie-

lo mando a casa sua. Io pago fior di

tasse per la concessione e quello là

usa i miei servizi, mi fa perdere clienti

e non mi paga nulla”. Due ore dopo

sopraggiungono le Forze dell’Ordi-

ne. Il “vù cumprà” se ne è andato da

tempo. Ma come farà a (sopra) vive-

re vendendo borse e borsette a due

euro o poco più?

È nel Palazzo da sessant’an-

ni... In quante altre democra-

zie è dato osservare qualche

cosa di simile?

Giorgio Napolitano (Napoli, 29 giugno 1925) è un politico italiano,

undicesimo e attuale Presidente

della Repubblica Italiana, in carica

dal 15 maggio 2006.

In precedenza era stato presiden-

te della Camera dei deputati nell'XI

Legislatura (subentrando nel 1992

a Oscar Luigi Scalfaro, salito al Qui-

rinale) e ministro dell'Interno nel

Governo Prodi I, nonché deputato

dal 1953 [1], al 1996, europarla-mentare dal 1999 al 2004 e senato-

re a vita dal 2005 (nominato da Car-

lo Azeglio Ciampi) fino alla sua ele-

zione alla prima carica della Re-

pubblica.

È il primo e finora unico Capo

dello Stato a essere stato membro

del Partito Comunista Italiano. È il

terzo presidente a essere eletto, al

primo mandato, alla quarta chiama-

ta (dopo Luigi Einaudi e Giovanni

Gronchi), il sesto ex Presidente

della Camera eletto Capo dello

Stato (dopo Enrico De Nicola,

Gronchi, Giovanni Leone, Sandro

Pertini e Scalfaro), il secondo a es-

sere eletto da senatore a vita

(prima di lui Leone), il terzo prove-

niente dai ranghi della sinistra

(dopo Giuseppe Saragat e Sandro

Pertini) e il terzo presidente napo-

letano (dopo De Nicola e Leone).

Il 20 aprile 2013 è stato rieletto,

divenendo il primo Presidente

della Repubblica ad essere chia-mato ad un secondo mandato, oltre

che il più anziano al momento

dell'elezione nella storia repubbli-

cana.

[1] 7-8 giugno 1953 – Elezioni politiche in

Italia: la coalizione di centro (Democrazia

Cristiana, PSDI, PLI e PRI) non riesce ad

ottenere la maggioranza assoluta, si ferma al

49,85%, non scatta quindi il premio di mag-

gioranza assicurato dalla legge truffa.

Fonte WIKIPEDIA

Siamo alle solite: in Agosto

vengono approvati i provve-

dimenti più odiosi e impopo-

lari; i mass-media di regime

non riferiscono nulla o quasi

e gli italiani sono in spiag-

gia...

Il Senato ha approvato il cosiddet-

to dl "svuota-carceri" con 195 sì e

57 no. Il disegno di legge di con-

versione è ora definitivo. La seduta

- dove il decreto è stato votato in

seconda lettura dopo essere stato

approvato e modificato alla Came-

ra lunedì scorso - è stata caratteriz-

zata dalla bagarre dei senatori del-

la Lega. Armati di fischietto, i parla-

mentari del Carroccio hanno sven-

tolato verso i banchi del governo il

cartellino rosso e uno striscione:

"Basta inganni e illusioni, governo

Letta a casa subito!". Alla protesta

si ricollegano le parole pronunciate

dal segretario leghista e presidente

della Regione Lombardia Roberto

Maroni: "Il problema del sovraffol-

lamento delle carceri non si risolve

con il decreto svuota-carceri né

con l'amnistia: se si pensa di pro-

porre l'amnistia si sappia che ci

sarà altro che Vietnam o Afghani-

stan da parte della Lega Nord" ha

affermato Maroni in conferenza

stampa a Montecitorio, annuncian-

do l'adesione a quattro quesiti refe-

rendari dei radicali e per settem-

bre un pacchetto del Carroccio di

tre proposte di legge sulla giusti-

zia, di cui una proprio sul sovraffol-

lamento delle prigioni. Sintetizzata

così da Maroni: "Il modo molto più

efficiente per svuotare le carceri,

l'unica vera soluzione è quella che i

cittadini extracomunitari scontino

la pena nelle carceri di casa loro,

nel paese di origine".

Una banale considerazione: perché

la nostra classe politica è così tra-

sversalmente comprensiva con i de-

linquenti e così poco solidale con le

vittime di una delinquenza che non

ha saputo prevenire e reprimere?

Fonte www.repubblica.it

dell’ 8 agosto 2013

C’è chi più permetterselo…

C’è chi dà un esempio pessi-

mo...

Onorevole mio, ma quanto ci co-

sti? Massimo Sabatini, del Movi-

mento 5 Stelle ha posto il proble-

ma, partendo da un caso reale:

“Dimissioni dopo un certo numero

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APPUNTI agosto 2013 di Mario Paganini

Le liberalizzazioni danneg-

giano anche te. Digli di smet-

terla…

Avevo promesso alla nonnina che

mi sarei interessato alla sua vicen-

da. Sono al Patronato con una car-

tellina piena di copie di lettere e

ricevute di raccomandate inviate.

Ma c’è una fila incredibile.

Mi sorge il dubbio di essere nel

posto sbagliato.

Niente affatto. La tutela dei diritti

dei consumatori viene fatta in quel

luogo.

Sento in giro. Sono tutti indignati:

per le pratiche aggressive di que-

sta o quella compagnia telefonica;

oppure per la poca serietà com-merciale del tale fornitore di servi-

zi televisivi in abbonamento; ecc.

Ma come? Ma “il privato” non era

bello ed efficiente per antonoma-

sia? I mass-media di regime, diret-

tamente o indirettamente sussidiati

con denaro pubblico, ora dove so-

no? Erano in prima fila, velocissimi

e voracissimi, quando si trattava di denigrare la RAI, la Telecom o le

Ferrovie dello Stato. Adesso, inve-

ce, non hanno nulla da dire e da

scrivere!

Lui diceva: “Ricordatevi che l’in-

serzionista ha sempre ragione!”

Se Berlusconi lascia, Berlu-

sconi scompare…

Poiché l’attività svolta è la mede-

sima o sono “escort” anche le si-

gnore, in abiti succinti, che sosta-

no, notte tempo, ai margini della strada, oppure anche il Cavaliere è

un frequentatore di “puttane”. Do-

po di che avremo le sottocategorie

delle “escort di infima classe” e

delle “puttane di alto bordo”.

Cercando su Internet è possibile

trovare elenchi di donne che hanno

conosciuto a fondo il Cavaliere. Ci

sono elenchi con anche 130 nomi … Le assodate, esempio: Patrizia

D’Addario, Rubi (la nipote di Mu-

barak), per me, sono come i

“pizzini”, gli avvisi inviati dai vari

capi clan, padrini, capi bastone, a

qualcuno affinché faccia e si com-

porti in un certo modo. Servono a

rinfrescargli la memoria. Chi può

essere tenuto sotto ricatto è bene

non dimentichi mai la sua condizio-

ne di ricattato. E, soprattutto, che

non venga colto dalla tentazione di

sottrarsi, di fuggire al ricatto.

Ma sul serio crediamo che un

chiunque possa avere dei tète a tète

con una persona molto importante?

Sul serio pensiamo che un o una

“nessuno” possa aver accesso, fa-

cilmente e tranquillamente, agli

spazi privati di un qualche V.I.P. ?

Riflettiamo: un o una “nessuno”

suona al citofono e, dall’interno

qualcuno apre la porta, poi - disin-voltamente - lui o lei … oplà: “il

letto è sfatto, rien ne va plus” !

Intanto, là fuori, i tutori dell’ordi-

ne e qualche guardia privata

(insieme alle stelle) stanno a guar-

dare quanto accade. Evidentemen-

te episodi di assoluta normalità.

Non lo credo proprio possibile! E

chi è sotto ricatto verrà mai lasciato

libero dal suo persecutore? No, di

certo! Solo il trapasso può restituir-

gli la libertà. E tutte le bocche ri-

marranno cucite. Per sempre.

Sono più ricchi i Tedeschi o

gli Italiani?

Il giornale riferisce che i tedeschi

rinfacciano agli italiani una ricchez-

za media maggiore.

Giuseppe ha comprato, dieci anni

fa la sua casa, per 200 mila euro. Ora ne vale 170 mila …

Giovanni ha comprato, dieci anni

fa, 200 mila euro di Buoni Ordinari

del Tesoro. Ci sta ancora rimetten-

do in quota capitale…

Franz ha comprato 200 mila

“bund”. Spera di lucrare qualche

cosa in più, pertanto non accetta la proposta di venderli per 240 mila

euro.

Non solo. Giuseppe e Giovanni

hanno una quota pari a 33 mila euro

di debito pubblico …

Mentre Franz riscuote degli inte-

ressi sostanziosi per il prestito ac-cordato agli italiani.

Morale: la ricchezza di un popolo

dipende molto dalle scelte di politi-

ca economica e monetaria compiu-

te dai suoi governanti.

La questione dell’acquisto

degli F35 … Caccia bombar-

dieri costosissimi e pieni di

difetti. Proviamo a cambiare

il punto di vista, ossia: il con-

testo generale, i riferimenti.

No, non ho cambiato idea: l’ac-

quisto di quei velivoli - peraltro

fragilini - è un inutile spreco. Però

tutti i nostri politici tacciono, subi-

scono e accondiscendono. Provia-mo, noi dilettanti della politica, a

trovare una diversa risposta, una

soluzione realistica e “politica”.

Dell’Europa stiamo accettando

tutti i diktat. Ieri i diktat erano le

dure condizioni non negoziabili

imposte alla parte soccombente in

un confronto (trattato di pace, ar-

mistizio, resa, ecc.). Oggi sono un decreto o un ordine indiscutibile

emanato da un potere rappresenta-

tivo (notare che in Europa il potere

rappresentativo non è il risultato di

un suffragio libero e universale).

Dobbiamo deciderci: l’Europa è

solamente un problema di bilanci

in pareggio? Di smantellamento

dello Stato sociale? Se essere euro-

pei è anche qualche cosa di più, occorre che sia anche qualche cosa

di diverso. Una delle prime funzio-

ni dello Stato è quello della difesa

dei propri confini. Chiediamo, allo-

ra, che la difesa dell’Europa sia un

problema europeo. Di tutti gli Stati

europei, unitamente e congiunta-

mente. Cosa opposta a quella che

riscontriamo. Ora ciascuno Stato va

liberamente, autonomamente, in

maniera disorganica, sparpagliata, ma, soprattutto e tragicamente,

dispendiosa.

Istigazione al gioco e ipo-

crisia.

È una emittente televisiva per la

quale si paga un canone.

Del gioco d’azzardo sono arcinoti

sia i “padrini” che i lauti profitti.

Stupisce trovare la pubblicità su

tale emittente nazionale. Accatti-

vante l’invito “fai una visita” ad un certo sito, il sottointeso: “non costa

nulla, anzi puoi guadagnarci”.

Il gioco d’azzardo crea dipenden-

za. Quello su Internet maggiormen-

te perché … lì non ti vede nessuno.

Alla fine dello spot c’è un avviso,

che non salva la coscienza dei ben-pensanti né di chi dovrebbe vigila-

re: attenzione crea dipendenza.

Page 7: Voltana on line n.11-2013

Pagina 7 www.voltanaonline.it n. 11 - 2013

Fatti e gente di Voltana e dintorni

Andate e “pacificatevi” con tutti i delinquenti di Massimo Fini

e anche non immaginabili (un pro-

cesso di revisione, fatto rarissimo

in Italia), a 22 anni di reclusione,

prima è diventato, per meriti pena-

li, editorialista del più importante

quotidiano di sinistra (La Repubbli-

ca) e del più venduto settimanale di

destra (Panorama) e poi di quei 22

anni ha finito per scontarne, con

vari escamotage, solo sette. Destra

e sinistra, ormai lo sappiamo, si

ricompattano immediatamente

quando c’è da togliere dai guai un

loro vip. Negli anni Novanta dove-

vamo pacificarci con i ladri e i ta-

glieggiatori di Tangentopoli. La

formula era: “uscire da Tangento-

poli” con un’amnistia o con qualche

provvedimento similare. Come se

amnistiando i ladri, i truffatori, gli

stupratori si uscisse da Ladropoli,

da Truffopoli, da Stupropoli e non

si incoraggiasse invece costoro a

perseverare nei loro crimini.

Com’è puntualmente avvenuto

dopo aver trasformato, nel giro di

pochissimi anni, i magistrati nei

veri colpevoli e i ladri in vittime e

La nuova parola d’ordine adesso

è “pacificazione nazionale”. Ogni

dieci anni i cittadini italiani sono

perentor iamente inv i ta t i a

“pacificarsi”. Con chi? Con i delin-

quenti. Negli ‘80 con i terroristi as-

sassini. E, di fatto, questo avvenne

grazie a quelle leggi sui “pentiti”

che la cosiddetta classe dirigente fu

costretta a varare per non aver sa-

puto, o voluto, affrontare sul cam-

po, manu militari, il fenomeno ter-

rorista, essendone anzi stata conni-

vente in alcune sue componenti,

politiche e intellettuali, specialmen-

te socialiste. Ragion per cui da noi

il terrorismo, a differenza, ponia-

mo, che in Germania dove pur si

era presentato in forme ancora più

pericolose (la Baader-Meinhof), è

durato invece che un anno dieci,

facendo tutti i danni che poteva fa-

re.

Persino Adriano Sofri, mandante

del vilissimo assassinio del com-

missario Calabresi (agguato sotto

casa) condannato, dopo aver godu-

to di tutte le garanzie immaginabili

giudici dei loro giudici. Oggi non

c’è settore della vita pubblica in cui

la Magistratura vada a mettere il

dito, random, a caso, senza che sal-

tino fuori malversazioni, grandi e

piccole.

È come giocare a “battaglia nava-

le”, con ammiraglie, incrociatori e

sommergibili, ma senza il mare. E

adesso dovremmo “pacificarci”

con un uomo che (con la sua cricca)

da trent’anni viola sistematicamen-

te le leggi, organizza monopoli ille-

gali e antiliberisti, falsifica i bilanci,

paga la Guardia di Finanza, cor-

rompe giudici, corrompe testimoni,

è stato condannato, sia pur in primo

grado, per un reato di concussione

di cui non potrà liberarsi perché,

nel suo caso, la concussione è in re

ipsa (le telefonate alla Questura di

Milano per piegarne i funzionari ai

suoi desiderata).

Ora quest’uomo è stato condanna-

to in via definitiva per una colossale

frode fiscale (che è cosa diversa

dalla semplice evasione fiscale)

ponendo così fine alla sostanziale

ipocrisia della “presunzione d’in-

nocenza” che è un principio sacro-

santo del diritto ma che diventa

pura e semplice impunità se si rie-

sce, com’è riuscito a Berlusconi, a

trascinare i propri processi per de-

cenni.

Adesso c’è una condanna in Cas-

sazione. Di presunzione di innocen-

za non si può più parlare. La do-

vrebbe essere finita. E invece no.

Quest’uomo, che ha accumulato un

potere enorme proprio grazie alle

sue illegalità, pretende di essere

salvato ancora una volta dalle sue

responsabilità. Con qualche formu-

la magica: grazia, commutazione

della pena, amnistia ad personam.

E così sarà. Nello sberleffo di noi

cittadini impotenti e forse anche

grati. Perché non siamo che sudditi.

Massimo Fini

Fonte: www.ilfattoquotidiano.it

10.08.2013

La Festa dell’ARGININO 2013 L’immagine è di Roberto Ghiselli.

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Internet e segnalata da

Vesna

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Internet

e segnalata

da

Cosetta

Pubblichiamo alcune segnalazioni giunte a Voltana On Line su facebook

Amo le persone che riescono a farmi

ridere quando non voglio nemmeno

sorridere.

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trovata su

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Milena

Tre immagini

trovate su

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e segnalate

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Vesna

Ci pisciano sulla testa ed hanno il coraggio di

dirci che “piove!”.

Trovata su Internet e segnalata da C.

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da Cristina

Immagine trovata su

Internet e segnalata

da Anna

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