Violenza e simulacro. Imprese minerarie transnazionali a Wirikuta: scenario … · 2014. 7. 3. ·...

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A. G. del Angel – Violenza e simulacro Cultural Anthropology 121 - 146 Violenza e simulacro. Imprese minerarie transnazionali a Wirikuta: scenario di una tragedia nazionale 1 Arturo Gutiérrez del Ángel 2 Abstract. Questo articolo analizza la stretta relazione che esiste tra il popolo messicano degli Huichol, e una zona desertica che si trova nello stato di San Luis Potosí. Ogni anno, gli Huichol realizzano un pellegrinaggio al deserto alla ricerca del cactus peyote. Questo pellegrinaggio e le modalità in cui è svolto, sono il perno in torno a cui ruotano l’organizzazione e la riproduzione sociale degli Huichol. Negli ultimi anni, questo popolo si è visto impegnato in una intensa lotta per difendere il deserto e la propria libertà di culto, poiché il governo messicano ha concesso delle licenze di sfruttamento minerario a compagnie transnazionali canadesi. Una volta presentata l’importanza del deserto e del pellegrinaggio per gli Huichol, si discuteranno i problemi causati dalle licenze alle compagnie minerarie in termini di diritti indigeni, legislazione nazionale e internazionale e conservazione ambientale. A causa della sua posizione geografica, lo stato messicano di San Luis Potosí è luogo di transito per tutti i tipi di traffici. Le ricchezze del suo sottosuolo sono state storicamente contese fin dai tempi della colonia. Attualmente, varie imprese transnazionali, principalmente canadesi, lottano per sfruttare uno dei luoghi più emblematici del Messico: Real de Catorce, situato proprio nello stato di San Luis Potosí. Questo luogo è stato battezzato come Wirikuta dagli indigeni Huichol, o Wixaritari 3 (sing. Wixarika). Oggi questo popolo non abita questo stato né questi territori, ma da secoli i suoi membri realizzano annualmente un pellegrinaggio verso Wirikuta in cerca del cactus sacro che chiamano hikuli (peyote, Lophophora Wiliamsii), che considerano come l’elemento che ha permesso la loro esistenza. L’obiettivo di questo articolo è quello di presentare al lettore il problema che affronta il popolo Wixarika in relazione a Wirikuta, che è uno dei suoi luoghi più sacri. Alcuni anni fa i Wixaritari hanno presentato una denuncia contro l’impresa mineraria canadese First Majestic Silver Corp. e la sua filiale messicana Real Bonanza, che pretendevano sfruttare questo luogo. L’area in cui si trova Wirikuta è uno dei semi deserti messicani con una delle biodiversità più importanti per la regione. Sebbene i Wixaritari siano nativi delle montagne dello stato di Jalisco, e non di San Luis Potosí, considerano Wirikuta come il luogo della loro origine culturale. Per questo hanno dichiarato di essere disposti a dare la propria vita in difesa di Wirikuta. A cosa si deve che i Wixaritari abbiano un attaccamento così forte e profondo a questo territorio? Perché sono disposti a lasciare raccolti, case e famiglie per lanciarsi in una crociata contro le compagnie minerarie? Scoprire che cosa significa per questo popolo il luogo sacro di Wirikuta è uno degli obiettivi principali di 1 Traduzione dallo spagnolo di Maria Benciolini 2 El Colegio de San Luis, San Luis Potosí, Messico. Email: [email protected] 3 I nomi propri in lingua wixarica saranno presentati con la maiuscola, gli aggettivi e altri nomi di cose si presenteranno con minuscola. Nella trascrizione della lingua huichol, la “x” corrisponde a una consonante alveolare sorda, e la “+” a una vocale centrale chiusa. Antrocom Online Journal of Anthropology 2014, vol. 10. n. 1 – ISSN 1973 – 2880 121

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    Cultural Anthropology 121 - 146

    Violenza e simulacro. Imprese minerarie transnazionali a Wirikuta:

    scenario di una tragedia nazionale1

    Arturo Gutiérrez del Ángel2

    Abstract. Questo articolo analizza la stretta relazione che esiste tra il popolo messicano degli Huichol, e una zona desertica che si trova nello stato di San Luis Potosí. Ogni anno, gli Huichol realizzano un pellegrinaggio al deserto alla ricerca del cactus peyote. Questo pellegrinaggio e le modalità in cui è svolto, sono il perno in torno a cui ruotano l’organizzazione e la riproduzione sociale degli Huichol. Negli ultimi anni, questo popolo si è visto impegnato in una intensa lotta per difendere il deserto e la propria libertà di culto, poiché il governo messicano ha concesso delle licenze di sfruttamento minerario a compagnie transnazionali canadesi. Una volta presentata l’importanza del deserto e del pellegrinaggio per gli Huichol, si discuteranno i problemi causati dalle licenze alle compagnie minerarie in termini di diritti indigeni, legislazione nazionale e internazionale e conservazione ambientale.

    A causa della sua posizione geografica, lo stato messicano di San Luis Potosí è luogo di transito per tutti i tipi di traffici. Le ricchezze del suo sottosuolo sono state storicamente contese fin dai tempi della colonia. Attualmente, varie imprese transnazionali, principalmente canadesi, lottano per sfruttare uno dei luoghi più emblematici del Messico: Real de Catorce, situato proprio nello stato di San Luis Potosí. Questo luogo è stato battezzato come Wirikuta dagli indigeni Huichol, o Wixaritari3 (sing. Wixarika). Oggi questo popolo non abita questo stato né questi territori, ma da secoli i suoi membri realizzano annualmente un pellegrinaggio verso Wirikuta in cerca del cactus sacro che chiamano hikuli (peyote, Lophophora Wiliamsii), che considerano come l’elemento che ha permesso la loro esistenza.L’obiettivo di questo articolo è quello di presentare al lettore il problema che affronta il popolo Wixarika in relazione a Wirikuta, che è uno dei suoi luoghi più sacri. Alcuni anni fa i Wixaritari hanno presentato una denuncia contro l’impresa mineraria canadese First Majestic Silver Corp. e la sua filiale messicana Real Bonanza, che pretendevano sfruttare questo luogo. L’area in cui si trova Wirikuta è uno dei semi deserti messicani con una delle biodiversità più importanti per la regione. Sebbene i Wixaritari siano nativi delle montagne dello stato di Jalisco, e non di San Luis Potosí, considerano Wirikuta come il luogo della loro origine culturale. Per questo hanno dichiarato di essere disposti a dare la propria vita in difesa di Wirikuta. A cosa si deve che i Wixaritari abbiano un attaccamento così forte e profondo a questo territorio? Perché sono disposti a lasciare raccolti, case e famiglie per lanciarsi in una crociata contro le compagnie minerarie? Scoprire che cosa significa per questo popolo il luogo sacro di Wirikuta è uno degli obiettivi principali di

    1 Traduzione dallo spagnolo di Maria Benciolini2 El Colegio de San Luis, San Luis Potosí, Messico. Email: [email protected] I nomi propri in lingua wixarica saranno presentati con la maiuscola, gli aggettivi e altri nomi di cose si

    presenteranno con minuscola. Nella trascrizione della lingua huichol, la “x” corrisponde a una consonante alveolare sorda, e la “+” a una vocale centrale chiusa.

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    questo articolo. Per rispondere alla domanda formulata è necessario studiare un concetto indigeno chiamato kiekari che si articola con una visione del mondo molto particolare e che sarà spiegato successivamente. La nozione di kiekari vincola il sistema politico con quello cosmogonico, architettonico, e con le nozioni del corpo e della persona, in altre parole, si tratta di un “ecosistema cosmologico e territoriale.”Oltre a mostrare la lotta dei Wixaritari contro le compagnie minerarie, in questo articolo saranno messe in risalto anche le ragioni per le quali questo luogo è considerato un ecosistema unico al mondo. Grazie alle proprietà biotiche di Wirikuta, questo territorio è stato considerato come uno dei parchi naturali con la maggior biodiversità del mondo, per questo motivo, lo stato di San Luis Potosí ha deciso di assegnargli la categoria di Riserva Naturale e Culturale (Periodico Oficial, 9 giugno 2001).Si può formulare la domanda di che cosa sia Wirikuta, e le risposte dipendono da chi e da dove lo si guarda. C’è il punto di vista degli abitanti di Real de Catorce, che lo vedono come casa propria, la loro tradizione, il luogo che li ha visti nascere e in cui sono sepolti i loro morti. È anche il luogo in cui si conserva la memoria della tradizione mineraria classica, oggi perduta. È la tomba dei gruppi indigeni Guachichiles, sterminati nel XVIIo secolo durante la ricerca dell’argento. È il rifugio di molti credenti nelle forze della natura, negli extra terrestri o in strane apparizioni magiche. E poi ovviamente c’è il punto di vista dei Wixaritari, che in Wirikuta vedono la propria casa, il cielo, l’universo. Questo luogo è il fondamento stesso del loro divenire materiale e immateriale. A Wirikuta le essenze delle divinità wixaritari si incontrano con la biodiversità. Wirikuta è anche riconosciuto come Luogo Sacro Naturale e Itinerario Storico-culturale del popolo Huichol. Nel “Periódico Oficial del Gobierno de San Luis potosí”, il 27 ottobre 2000 (con una modificazione successiva del 9 giugno 2001) è stato dichiarato come Area Naturale Protetta con la categoria di luogo sacro huichol. Come si vedrà, questo non ha impedito che diversi governi abbiano concesso licenze minerarie su questo territorio.L’itinerario di pellegrinaggio storico dei Wixaritari si può tracciare dal nord dello stato di San Luis Potosí, nell’altipiano Potosino Zacatecano, tra i municipi di Catorce, Villa de la Paz, Matehuala, Villa de Guadalupe, Charcas e Villa de Ramos. Questa porzione di territorio è conosciuta dai Wixaritari come Wirikuta, ha una superficie di 140211.85 ettari e l’itinerario è lungo 138.78 Km. (Mappa 1).L’area della riserva comprende tutto l’itinerario del pellegrinaggio wixarika e il suo poligono, che attraversa i municipi di Charcas, Salinas de Hidalgo e Ramos. La porzione nord della riserva è gestita dalla CONABIO4 (riserva numero 80) e fa parte della rete di aree importanti per la conservazione degli uccelli in Messico.In questa zona esistono due principali progetti di sfruttamento minerario: da una parte le imprese First Majestic Corp. con la filiale Real Bonanza e dall’altra il progetto Universo. Le due compagnie hanno intenzione di estrarre minerali che si trovano sul territorio dell’itinerario di pellegrinaggio degli Huichol. L’obiettivo della prima compagnia è la montagna chiamata Cerro Quemado, che i Wixaritari chiamano Reu’utar+ (Montagna dell’alba) e dove collocano la nascita della loro divinità solare. Il progetto Universo è interessata a tutto l’itinerario del pellegrinaggio, da Salinas, nello stato di Zacatecas fino al Cerro Quemado.(Foto 1. Il Cerro Quemado).First Majestic e Real Bonanza assicurano che non svolgeranno estrazioni a cielo aperto, mentre Universo, per il tipo di terreno in cui pretende operare, dovrà per forza procedere in questo modo. In ogni caso, è stato dimostrato che tutte e due le tecniche di estrazione causano gravi problemi ambientali e sociali.Lo Stato messicano, permettendo questi procedimenti e offrendo licenze a compagnie transnazionali, violenta gravemente i diritti dei Wixaritari e di altri popoli in condizioni simili, poiché esistono delle irregolarità che vanno contro i diritti dei popoli alla libertà di culto, protetta dalla costituzione messicana dal 1994, e che violano il diritto alla consulta libera e informata dei popoli indigeni. Conoscere che cosa significa lo sfruttamento di questo territorio per i messicani e particolarmente per i Wixaritari implica affrontare il problema da due punti di vista: uno interno, a cui sarà dedicata maggiore attenzione, cioè il punto di vista su Wirikuta proprio dei Wixaritari, e l’altro esterno, che ha a che fare con l’umanità in generale: l’ecosistema di questo luogo, che è unico e irripetibile.

    4 Comisión Nacional para el Conocimiento y Uso de la Biodiversidad http://www.conabio.gob.mx/ (Commissione nazionale per la conoscenza e l’uso della biodiversità)

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    L’ “ecovisione” politica dei WixaritariI Wixaritari hanno un sistema politico-sociale che può essere definito come una democrazia “empirico-pragmatica” poiché i loro principi generali sono astrazioni di un potere popolare, verità evidenti in cui tutto appare logico e coordinato. Il termine democrazia, se lo consideriamo come un potere basato su quello che chiede il popolo, si addice a questa organizzazione. Nel caso dei Wixaritari le decisioni passano attraverso un’assemblea in cui tutti hanno diritto di parola. Per lo meno idealmente, il potere ricade sui membri del gruppo e qualsiasi altra fonte esterna è filtrata dalle decisioni della comunità nel suo insieme, su cui ricade sempre l’ultima parola in merito a ogni scelta che coinvolga il popolo Huichol.In questo senso, i Wixaritari hanno un modo particolare di concepire il mondo, l’universo e le loro relazioni sociali. Come vedremo, al di là delle speculazioni su un modello sociale, questo gruppo tende a concretizzare le proprie relazioni negli spazi vissuti dove camminano, coltivano, vivono e abitano le loro divinità e dove costituiscono le loro relazioni di alleanza e parentela. Il problema è che le relazioni non sono qualcosa di tangibile o materiale, sono, in ogni caso, l’astrazione di questi spazi in una cosmologia che articola le persone in un gruppo indigeno.Il modo di procedere dei Wixaritari può apparire curioso per società estranee al tipo di politica che questi realizzano; partendo dai fatti concreti e andando verso l’astrazione, il sistema non è guidato dal modello del diritto positivo. È per questo motivo che per i Wixaritari i luoghi sacri sono così importanti, poiché non si tratta solamente, come hanno detto molti, di credenze, fantasie o fanatismi religiosi.Per gli Huichol una “credenza” non è tale, è un fatto empirico, un’azione pragmatica: si conoscono le cose per il loro orientamento nello spazio, per la consistenza, le forme, i contenuti, in altre parole, quello che Lévi-Strauss (1962 [1988]) ha classificato come “scienza del concreto”. La conoscenza è costruita attraverso la percezione del contesto. Esiste un termine specifico per nominare quanto riassunto fino a qui: nana’iyari, che discuterò in seguito. L’importante di questo pragmatismo è che risponde, più che a un modello del reale, a un modello con il reale, a qualcosa che opera nel mondo empirico. Per questo l’universo huichol non è unico né assoluto, non è definitivo: riguarda i processi di conoscenza che derivano dall’esperienza.

    L’ambiente dei WixaritariIl principale problema vissuto attualmente dai Wixaritari è quello delle compagnie minerarie che minacciano Wirikuta. Viene però da chiedersi, se il popolo Huichol non è del luogo, perché è così interessato a difenderlo? Essenzialmente per una ragione: perché gli ecosistemi in cui queste persone vivono e transitano sono parte della loro vita sociale, si tratta di elementi che non possono essere oggetti di sfruttamento economico, ma sono, come vedremo, parte della loro umanità e della loro costruzione in quanto persone (Gutiérrez del Ángel 2013, 5).I Wixaritari abitano nella Sierra del Nayar, conosciuta anche come Gran Nayar. Questo enclave appartiene alla macro regione dell’occidente messicano e comprende porzioni degli stati di Nayarit, Jalisco, Durango e Zacatecas. La sub-regione abitata dal popolo Huichol si trova tra il nordovest dello stato di Jalisco e il nordest dello stato di Nayarit; comprende i municipi di Mezquitic, Bolaños e La Yesca. L’area si suddivide tra i Wixaritari che vivono nella parte occidentale della sierra, e quelli che vivono nella parte orientale, prendendo come punto di riferimento il fiume Chapalagana. I primi vivono nelle comunità di San Andrés Cohamiata (Tateikie) e Guadalupe Ocotán (Xatstsarie); i secondi si trovano nelle comunità di Santa Catarina Cuexcomatitán (Taupurie), San Sebastián Teponashuastlán (Waut+a) e Tuxpan de Bolaños (Tutsipa). Nello stato di Durango, sulle rive del fiume Huazamota, si trovano le comunità wixaritari di Potrero, Brasiles, Potrero Guamuchil, Bancos de Calítique e Fortines, vincolate ai centri cerimoniali tukite di San Andrés Cohamiata e specificamente a quelli di San José e di Cohamiata. In Nayarit si trovano le comunità di El Saucito, Guadalupe Ocotán, Tierra Blanca e Zoquipan, vincolate ai centri cerimoniali di San Miguel Huextita, in Jalisco.Si stima che esistano 466385 Wixaritari, che occupano un’area di circa 4107,5 kilometri quadrati, quest’area è delimitata a Ovest dal fiume Jesús María e a Est dal canyon del fiume Bolaños. La lingua huichol

    5 Informazione proveniente dal censimento 2010 dell’INEGI secondo cui i parlanti della lingua huichol sono cosí distribuiti: Jalisco: 18,409; Nayarit; 25,151; Durango 2038; Zacatecas 1003

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    appartiene alla famiglia linguistica yuto-nahua e, insieme al cora, al ramo linguistico meridionale sonorense. Tutte le famiglie wixaritari hanno l’obbligo di partecipare al pellegrinaggio a Wirikuta, organizzando brigate di pellegrini chiamate xukuri+kate6.

    Gli itinerari dei pellegriniSe per gli antichi romani “tutte le strade portano a Roma”, per i Wixaritari tutte le strade portano a Wirikuta. Quest’analogia è utile per far capire che non esiste un solo itinerario per arrivare a Wirikuta, ma esistono molti cammini che i xukuri’+kate utilizzano per arrivare a un punto: Reu’unax+ o Cerro Quemado. A differenza del modello cartesiano, la visione degli Huichol sul pellegrinaggio non misura l’itinerario in termini quantitativi; per loro si tratta di qualcosa di vivo che non può essere misurato né possiede un’estensione determinata. Nonostante questo, al fine di difendere i loro luoghi sacri, a partire dagli anni ’80 è stato necessario offrire allo sguardo dei tewari7 misure che delimitassero queste estensioni territoriali. Se per comprendere questo sono necessarie delle misure, si può affermare che Wirikuta è riconosciuto dallo stato di San Luis Potosí, dal 2000, con un’estensione di 1400 kilometri quadrati. L’entrata a Wirikuta si trova a Salinas de Hidalgo e l’arrivo è il Cerro Quemado, a Real de Catorce. Questo itinerario è stato anche riconosciuto dall’UNESCO come il tragitto di pellegrinaggio più esteso del mondo, e unico nel suo genere per ragioni storiche, geografiche, ecologiche e culturali.Il pellegrinaggio fatto dal popolo huichol copre il totale della superficie citata passando per i municipi di Charcas e Villa de Ramos. Nella mappa si può osservare la quantità di luoghi sacri sul percorso del pellegrinaggio. In ciascun punto i xukuri’+kate lasciano offerte e venerano un kaka+yarite (antenati divinizzati) (Mappa 2. I luoghi sacri a Wirikuta e su altri itinerari di pellegrinaggio).Per arrivare a Wirikuta si devono attraversare diverse porte chiamate kitenie. Queste si trovano a oriente della città di Zacatecas, a Monte Escobedo, alla periferia dell’entrata a Wirikuta e nel Cerro Quemado. Ogni porta ha un significato particolare e influisce fortemente sulla coscienza dei pellegrini, perché si tratta delle anticamere per riunirsi con i loro antenati a Wirikuta e sul Cerro Quemado. Chi attraversa queste porte è destinato a convertirsi in un Huichol maturo, una persona che ha resistito la difficile camminata e le penurie implicate nel viaggio dalla sierra di Jalisco a Wirikuta.

    I xukuri’+kate o “portatori delle ciotole”Coloro che attraversano le porte citate sopra sono i xukuri+kate o “portatori delle ciotole”, queste persone si preparano all’incontro con Wirikuta fin dall’infanzia. Quando sono bambini i Wixaritari passano per riti di passaggio chiamati tatei neixa in cui un mara’akame (sciamano) li prepara con il canto per il giorno in cui dovranno raggiungere Wirikuta a piedi (Anguiano & Furst 1987). Attraverso il canto e l’azione rituale, i bambini acquistano la personalità di aquilotti che lo sciamano accompagna a volare attraverso ciascuno dei luoghi per cui transiteranno quando saranno adulti. Così, quando un adolescente realizza il pellegrinaggio per la prima volta, sa già a che cosa va in contro e quali sono i luoghi e i pericoli che dovrà affrontare.Come già detto, i xukuri’+kate hanno il compito di partire in pellegrinaggio verso i luoghi sacri ogni anno. Ogni gruppo di xukuri’+kate deve rispettare la disciplina del digiuno, deve sopportare le temperature estreme del deserto e le lunghe camminate, deve osservare l’astinenza sessuale, non può assumere alcolici e spesso si sottomette a veglie notturne e bagni rituali in sorgenti di acqua molto fredda. Quest’insieme di astensioni e di sforzi è considerato dalle comunità huichol come un auto sacrificio, secondo il principio per cui per guadagnarsi la vita bisogna donarne una parte. I Wixaritari considerano che la ricompensa per questo sforzo titanico siano le piogge e la salute che ricevono dai kaka+yarite che abitano a Wirikuta (Gutiérrez del Ángel 2002).Va menzionato che le file dei pellegrini sono organizzazioni che ricordano brigate di camminanti o cacciatori; eserciti con un’organizzazione precisa. Non si decide arbitrariamente di partire in pellegrinaggio, le brigate appartengono a un determinato centro cerimoniale tukite, da cui dipende un

    6 Si tratta delle persone che hanno l’incarico di Pellegrini, e ogni anno devono andare a Wirikuta, la loro organizzazione è molto complessa (cfr. infra)

    7 Con questo termine i Wixaritari indicano tutti quelli che non sono “figli del mais”: i non indigeni e le persone che vengono da fuori.

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    insieme di adoratori minori chiamati xirikite8. In tutta la sierra si trovano circa 20 centri cerimoniali e una grande quantità di adoratori. A partire dai resti archeologici e dalla mitologia huichol è possibile affermare che il sistema dei xuku’+rikate e i centri cerimoniali tukite e xirikite sono il tipo di struttura che Braudel (1974) ha definito come di lunga durata, che hanno la caratteristica di perdurare in una cultura indipendentemente dal passare del tempo e dalle penetrazioni ideologiche.Il termine che dà il nome ai pellegrini è quello di xukuri, una ciotola che ciascuno deve portare con se durante il viaggio a Wirikuta e nel trascorso di tutto il ciclo cerimoniale. Questa ciotola è la figura plastica degli antenati: è memoria che si accumula di generazione in generazione in questo artefatto rituale. Attraverso questa ciotola i Wixaritari mantengono la memoria genealogica degli antenati, motivo per cui le ciotole sono considerate come agenti con desideri, carattere e capacità di espressione. Questi antenati, che hanno la loro residenza nel luogo del Padre Sole, a Wirikuta, sono quelli che hanno determinato che i Wixaritari siano parte di un tutto, di un mondo, di un universo e una società, così, il fatto di andare a Wirikuta e re incontrarsi, anno dopo anno, con i propri antenati e le proprie radici nel Cerro Quemado, ricorda alle persone cosa significhi essere Wixaritari e il posto che hanno nell’universo.Per comprendere meglio questi gruppi e le ragioni del pellegrinaggio, è importante fare una breve descrizione delle caratteristiche dei xukuri’+kate, visto che queste mostrano anche, come si vedrà, la profondità storica del pellegrinaggio. I pellegrini si caratterizzano perché portano con sé: a) una ciotola (xukuri) identificata con la divinità che rappresentano; b) un piccolo recipiente contenente tabacco (yakue, cuore del fuoco); c) uno specchio circolare chiamato nierika mediante il quale comunicano con la divinità rappresentata dalla ciotola; b) una borsa tessuta in cui portano le offerte e gli articoli personali necessari per il pellegrinaggio; e) delle corna di cervo; f) un muwieri o bastone sciamanico g) un fascio di bastoni di comando; h) un cappello adornato di piume (Foto 2. Pellegrini). Il numero di membri di ciascuna brigata dipende dal tukite e la comunità a cui appartengono. Nelle comunità orientali i gruppi oscillano tra le 20 e le 26 persone, mentre in quelle occidentali si può arrivare a gruppi di più di 35 membri. L’incarico di “portatore della ciotola” si eredita da nonni a nipoti e deve essere mantenuto per cinque anni al termine dei quali una persona può unirsi ad un altro gruppo di pellegrini nel caso in cui abbia ricevuto in eredità un altro incarico da un altro nonno. Com’è stato dimostrato da Manzanares (2009) l’organizzazione culturale dei Wixaritari dipende senza dubbio da questo sofisticato sistema di eredità e doveri implicati nel pellegrinaggio a Wirikuta.I parenti dei pellegrini che non partecipano al pellegrinaggio sanno dove si trovano i propri familiari grazie a un sistema di notazione fatto con nodi che è stato descritto da Medina (Medina 2012, 321). Queste annotazioni coincidono precisamente con i luoghi sacri visitati dai Wixaritari.

    Storia del pellegrinaggio e antichità dei centri cerimonialiLe prime notizie dei pellegrini wixaritari risalgono al rapporto redatto nel 1792 dal capitano Félix Callejas a proposito di un’escursione alla frontiera di Colotán. Sebbene Callejas non abbia assistito al pellegrinaggio, afferma che gli Huichol si riunivano con i Tarahumara (un popolo indigeno residente nelle montagne dell’attuale stato messicano di Chihuahua) in un luogo chiamato Chalchihuites, dove danzavano e facevano la guerra9. Alcune mappe della stessa epoca posizionano Chalchihuites nell’attuale Zacatecas, cioè nel luogo in cui i Wixaritari riconoscono la prima porta a Wirikuta. Alcuni anni dopo, il capitano della marina britannica Basil Hall, sbarcò nel porto di San Blas (attuale stato di Nayarit) nel 1822 e la mattina del 22 aprile camminava nel mercato della città di Tepic, nell’entroterra, quando vide un gruppo di nativi. Gli indumenti descritti dal capitano sono gli stessi che utilizzano oggi i pellegrini (Lyon 1992 [1824], 30). Posteriormente Francis Lyon, ispettore per le miniere Real del Monte e Bolaños, descrive un gruppo di Wixaritari che vendono sale nel mercato di Bolaños. Questo sale proveniva

    8 I centri cerimoniali di forma circolare sono stati studiati da veri archeologi, tra questi è importante citare il lavoro di Beatriz Braniff (1985) che assicura che questo tipo di strutture sono particolarmente antiche.

    9 Un lavoro di tre anni mi ha permesso realizzare la paleografía di questo documento, che si trova conservato nell’Archivio delle Indie di Siviglia (Guadalajara 393) e sarà pubblicato a breve.

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    precisamente dalle spiagge del Pacifico, da quello che oggi è chiamato dagli Huichol Haramara, il luogo sacro dove comincia il pellegrinaggio a Wirikuta (Ibid: 81-82).Alla fine del XIXo secolo e all’inizio del XXo alcuni pionieri dell’antropologia hanno fatto importanti descrizioni del pellegrinaggio, dei pellegrini e delle parafernalia che gli erano proprie. Tra questi si trovano Carl Lumholtz (1900, 187-188; 1986 [1902], 127-129), Leon Diguet (1992 [1899], 125-126) e Konrad Theodor Preuss (1998 [1908], 276-277).Nel 1967, Fernando Benítez (1994 [1968]) decide di addentrarsi nella terra dei Wixaritari accompagnato da Mariano Benzi (1972) questi sono stati i primi a documentare estesamente il pellegrinaggio a Wirikuta, mostrandolo in tutta la sua complessità. Poco tempo dopo la partecipazione di Benítez e Benzi al pellegrinaggio, due nordamericani, Peter Furst e Barbara Meyerhoff, cominciano a studiare la cultura dei Wixaritari. Invitati dal loro informatore Ramón Medina Silva, assistono a un pellegrinaggio a Wirikuta. Da questa esperienza derivarono un saggio e una tesi di dottorato, il primo è pubblicato da Furst in collaborazione con Meyerhoff e Solomon Nahamad, intitolandolo “El peyote y los huicholes” (Furst 1972); da parte sua, Barbara Meyerhoff elabora la tesi “Peyote Hunt, The Sacred Journey of the Huichol Indians” (Meyerhoff 1974), pubblicata con un prologo di Victor Turner.Nelle descrizioni illustrate fin qui è emerso il ruolo dei centri cerimoniali tukite nel contesto del pellegrinaggio (Foto 3. Tukipa di Ocote de los Llanos, San Sebastián, Jalisco).Per comprendere l’antichità del pellegrinaggio dobbiamo rimetterci anche all’antichità di questi centri, poiché l’immagine di Wirikuta che hanno i Wixaritari è la stessa che regge questi centri: Wirikuta è anch’esso un tempio, più precisamente il tempio che ha dato origine a tutti gli altri.Il fatto che Wirikuta e i centri cerimoniali siano concepiti a partire dallo stesso schema ci aiuta a comprendere la profondità storica di questa concezione. Vari archeologi hanno studiato il modello architettonico circolare di questi edifici. Emergono particolarmente i lavori di Beatriz Braniff (1995, 1985, 1974) e Philip Weigand (2000, 1996, 1992). Questi autori hanno dimostrato che questo modello appartiene a una tradizione antica come quella dei templi circolari del tipo di Teuchitlán.Da parte sua, Marie-Areti Hers (2001, 1977) assicura che la tradizione dei Wixaritari affonda le proprie origini nella cultura Chalchihuites, tradizione cui appartenevano anche gli antichi Mexica (Aztechi), che già facevano uso del peyote.

    Wirikuta come spazio vissutoUno degli aspetti più interessanti dei rituali dei Wixaritari sono le descrizioni delle epopee degli antenati che si presentano nei canti denominati kawitu. Nel kawitu del pellegrinaggio si descrive ampiamente la ricchezza della flora e fauna di Wirikuta. I canti sono un corollario interessante dei saperi che questo gruppo conserva intorno a Wirikuta. I Wixaritari conoscono da sempre ciò che è stato scoperto e studiato nel 1956 da Rzedowski, che ha distinto sette tipi di vegetazione con varianti specifiche esclusive del luogo: boscaglia desertica alluvionale, boscaglia rosettofilica, boscaglia extra desertica, boscaglia sotto montagnosa, macchia mediterranea, prateria e querceto. Ciascuno di questi elementi è stato integrato nei canti dei Wixaritari ed è utilizzato per elaborare diversi tipi di offerte. In alcune occasioni ho osservato che con gli arbusti e l’erba del deserto i Wixaritari formano il corpo di alcune divinità chiamate Niwetzika. Inoltre, una delle radici di questi cespugli, chiamata uxa è quella che i portatori delle ciotole impiegano per dipingere i propri volti quando arrivano a Wirikuta e trovano i primi hikuli (peyote). Una volta consumato il cactus, gli Huichol dipingono il loro volto con motivi che alludono alle figure proprie della loro cosmogonia come si può osservare nella fotografia. Queste immagini in se stesse rivelano tutto un campo di significati e relazioni tra la cosmogonia Wixaritari e Wirikuta (Foto 4. Xukuri’+kate con il volto dipinto).Nello stesso modo, la relazione dei xukuri’+kate con le acque delle sorgenti di Wirikuta è di grande importanza; si tratta di acqua sacra con cui si lavano il viso e preparano alimenti rituali. L’acqua è, dicono, la materializzazione del potere solare, del sangue solare che scorre attraverso le vene di Wirikuta. Per i Wixaritari, i metalli che giacciono nel sottosuolo del Cerro Quemado sono il sangue di Tawewiekame, Nostro Padre il Sole; sangue che si genera attraverso i metalli e si manifesta all’esterno come acqua. Così, sangue e acqua formano un binomio cosmogonico che alla fine si trasforma nella pioggia tanto necessaria

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    alle culture agricole. Per questo gli Huichol portano questo sangue ai propri centri cerimoniali (tukite), perché è il sangue di Wirikuta che nel centro cerimoniale si trasformerà in pioggia.Queste sono alcune delle ragioni per cui i Wixaritari considerano che Wirikuta è la “Mecca” a cui devono arrivare; uno spazio vissuto che si costruisce e che li costruisce attraverso i molti pellegrinaggi. Che relazione esiste per gli Huichol tra i modelli cosmogonici e lo spazio vissuto? Nella visione dei Wixaritari la risposta appare intrinseca al loro modo di stare nel mondo, perché è in virtù degli spazi vissuti, camminati, attraversati che si conforma un modello cosmogonico nella forma di una mappa che li orienta per conoscere la direzione dei loro saperi. Nel “Pensiero Selvaggio” Levi Strauss (1962 [1988], 54) ha mostrato come la mente, in qualsiasi epoca e cultura, opera vincolando, mediante azioni logiche (o metaforiche se si preferisce) spazi vissuti10 e sociali classificati sotto prescrizioni cosmogoniche vincolate a concetti linguistici. Come segnala Edmund Leach (1976 [1993], 31-34), si tratta di concetti che possono essere trasmessi attraverso linguaggi verbali o non verbali. Questo è vero anche per i Wixaritari, perché la relazione dei loro spazi vissuti e la loro cosmogonia si fonda su alcuni concetti chiave, tra cui si trova quello di kiekari, termine che vincola il sistema politico, cosmogonico e architettonico (Liffman 2005, 3-5). Alcuni antropologi l’hanno tradotto come “ecosistema cosmologico” o “territorio”. Ora, la struttura sociale wixarika comprende varie istanze di riproduzione sociale che vincolano con forza la nozione di territorio vissuto con Wirikuta, affine ad altri livelli che vanno dal micro al macro: a) i kite (sing. kie), caseggiato dove vivono le famiglie nucleari vincolate a un’istanza più grande; b) i xirikite (sing. xiriki) adoratori familiari che riuniscono un determinato numero di caseggiati legati da una genealogia dimostrabile; sono anche i luoghi in cui si celebrano i rituali agricoli e si consolidano alleanze tra i membri dei xirikite attraverso lo scambio. Questi adoratori sono ascritti a un’istanza maggiore y c) centri cerimoniali tukite (sing. tukipa). Esistono due tipi di centri cerimoniali architettonicamente identici: quelli comunitari e quelli di capoluogo. Il primo raggruppa, attraverso il sistema di incarichi dei xukuri’+kate un numero determinato di adoratori xirikite; mentre il secondo è l’istanza maggiore dove confluiscono i rappresentati o kawiterutziri (consiglio di anziani) di ciascun tukite di comunità. Esiste anche d) la capitale municipale, dove si risolvono le questioni amministrative e si trovano il centro civile o “Casa Fuerte” e la chiesa.Ora, etimologicamente kiekari significa caseggiato: kie è l’unità domestica di base dei kite (caseggiati), unità minima di riproduzione che si estende alle istanze del xirikite e poi ai tukite della comunità e del capoluogo. La riproduzione sociale risponde al livello di gerarchia descritto, che a sua volta si estende al capoluogo e alla sua organizzazione architettonica retta per le cinque direzioni dell’universo (Gutiérrez del Ángel 2002b, 90). Queste cinque direzioni comprendono tanto l’organizzazione comunitaria (vedere mappa 3) come la macro regione del pellegrinaggio: Hauxamanaka, Xapawiyeme, Wirikuta, Haramara, Tea’akata. Questo territorio vissuto copre circa 90000 kilometri quadrati, ubicati nell’occidente e centro nord del Messico e nel suo insieme è chiamato ki’iyari che significa “territorio con un cuore”, in altre parole il territorio vissuto, camminato, attraversato (Gutiérrez del Ángel 2010). È il territorio che i Wixaritari devono percorrere nei loro pellegrinaggi per mantenersi vivi e continuare a essere ciò che sono. A partire dal modello descritto, si può comprendere l’importanza vitale che ha Wirikuta per il popolo Wixarika (Mappa 3. Il kiekari come spazio vissuto dei wixaritari).

    Il posto di Wirikuta tra i luoghi sacriNel suo libro “La jícara huichola: un microcosmos mesoamericano”, Olivia Kindl (2003) considera che l’organizzazione cosmogonica dei Wixaritari può essere rappresentata nelle loro forme plastiche, principalmente nelle ciotole cerimoniali che portano i xukuri+kate e che presentano in modo sintetico la concezione dell’universo huichol (Ibid, 148). In questo senso, l’esegesi di questo popolo considera che il

    10 Per spazio vissuto, intendo tutti quegli spazi in cui un gruppo riproduce la propria cultura attraverso la relazione tra le proprietà dello spazio stesso: flora, fauna, idrografia, topografia e nicchie ecologiche e l’organizzazione della cultura. Questi territori sono studiati, riconosciuti e appropriati mediante l’organizzazione delle loro caratteristiche in unità linguistiche che si proiettano nella cosmovisione. Il linguaggio ha così la capacità di creare unità che vanno dalle macro rappresentazioni degli spazi vissuti a micro rappresentazioni vincolate a loro volta in uno schema logico destinato a produrre un modello cosmogonico operativo.

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    mondo sia un terrapieno circolare che galleggia su una grande massa di acqua che ha la forma di una ciotola, associata spesso all’utero primordiale di Takutsi Nakawe11. Il Nostro Padre-Sole (Tawewiekame) proviene da queste profondità marine per nascere a est ed elevare il suo percorso fino alla volta celeste, e da qui al ponente per tuffarsi di nuovo nelle acque sotterranee quando scende la notte. Il percorso che fa il Padre Sole dalla nascita fino alla sua morte è la geografia dell’universo. Gli Huichol considerano che questo percorso conforma l’universo come due ciotole contrapposte che formano una sfera e separate nella parte centrale (Kindl 2003, 83; Gutiérrez del Ángel 2002, 61) (Grafico 1. L’ universo cosmogonico dei wixaritari).Presento qui la spiegazione che ho ricevuto da una donna huichol a proposito del pellegrinaggio a Wirikuta: “Il mondo è rotondo, ha la forma di un hikuli (peyote). Quando è stato creato il mondo è rimasto circondato dall’acqua, c’è acqua dappertutto e siamo rimasti come una canoa galleggiando. Allora quando è uscito il sole, è uscito da Reu’unar, qua, a Wirikuta (si riferisce al Cerro Quemado, a Real de Catorce). Era piccolo ed è nato il giorno e ha camminato per tutto il cielo e già grande si è fermato qui sopra (segnala un punto in alto sulla sua testa), poi si è stancato perché ha fatto il mondo e si è allontanato verso di là (segnala il nord), allora va verso il basso, a Haramara, dove andiamo (sulla costa di San Blas, Nayarit). Lì si è trasformato in un serpente e deve lottare molto per la sua vita, ma poi esce di nuovo da questa parte (segnala l’est), e si ferma in tutti i posti in cui gli antichi hanno lasciato dei pini perché il Sole non cadesse; e così diventa giorno e poi di nuovo notte e poi di nuovo giorno e notte. E noi stiamo qui sulla terra”. (Gutiérrez del Ángel 2002, 46).I cinque punti dell’universo, come lo dimostra la mappa 2, sono i luoghi che si visitano in pellegrinaggio. Come si può osservare dalla narrazione, Wirikuta è parte di un tutto più complesso. Per dare un’idea più chiara di questo ingranaggio, farò una breve presentazione dei diversi luoghi di pellegrinaggio. Pur essendo molti i nomi huichol che designano le zone in cui il Padre Sole ha iniziato il suo percorso, l’esegesi indigena identifica la parte bassa del mondo con una pietra bianca a Haramara, ubicata nell’Oceano Pacifico, al largo della costa di San Blas, nello stato Nayarit, questa pietra si associa con l’occidente, il luogo in cui sono cominciate le gesta universali, con il mondo inferiore e il nadir. Dalla parte opposta Reu’unar+ (Cerro Quemado) è la grotta sacra di Wirikuta, associato con il cielo e considerato come il mondo superiore, collegato all’est, luogo in cui il Padre Sole emerge dopo una lotta con gli esseri del mondo inferiore.Per capire più chiaramente quest’idea, è utile fare un grafico della visione dell’universo dei Wixaritari. Si deve tracciare una linea su un piano verticale del percorso che fa il sole quotidianamente da oriente a ponente. Ogni estremo ha un nome e un’ubicazione determinata nello spazio e gli estremi si oppongono tra di loro: ponente/basso vs oriente/sopra. L’esegesi indica inoltre categorie di tempo, poiché si dice che quotidianamente il sole nasce a est (puhekari); arriva allo zenit (puxukiari) dove matura per poi arrivare, invecchiato, a occidente, lasciando il passo alla notte (pukarite). La morte del sole significa il ritorno alla notte, configurando così un ciclo notte-giorno che implica le nozioni di spazio e tempo, visto che così come un rituale è la micro organizzazione del ciclo cerimoniale, un giorno è la micro rappresentazione di un anno agricolo e della creazione nel suo insieme. Quello che dona movimento a questo tempo è precisamente il camminare dei xukuri’+kate, cioè il pellegrinaggio stesso. Questa concezione include inoltre il piano orizzontale, che comprende i vertici sud vs nord con valori assegnati a ciascuno, ma per comprendere questo piano bisogna conoscere il mito che lo spiega12:“C’era un bambino che era sporco, con moccio e brufoli sulla faccia. Siccome non piaceva ai Tsauxirikita [sciamani principali del pellegrinaggio] perché non indossava vestiti, questi dissero che l’avrebbero messo nel fuoco, e quando lo buttarono sua madre si arrabbiò molto. Poi il bambino se ne andò verso il basso, verso una montagna che si chiama Picachos (Reu’utar)13, corse e corse, perché dove cadde era pieno di serpenti che, siccome era sporco, se lo sarebbero mangiato. Arrivò

    11 Insieme al fuoco (Tatewari), Takutsi Nakawe è la dea più antica, ragione per cui è chiamata “la nostra bisnonna” o “la nostra nonna”, il suo nome, in esteso, può essere tradotto come “Nostra nonna crescita” o “che sta crescendo”.

    12 Per approfondire questo tema, cfr. Gutiérrez del Ángel 2010.13 Questa montagna si trova nello stato di Nayarit. Anche qui i pellegrini lasciano le loro offerte, la montagna è

    associata con la pianta denominata kieri (appartenente alla famiglia della Datura) che è considerata come il “nemico” del hikuli (il peyote, che è invece un cactus).

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    correndo a Xapawilleme e quando Paritsika vide questo, gli lanciò le sue frecce e tutti e due andarono verso l’alto. Cinque giorni dopo apparvero a Pritek+a (Grotta di Reu’unar+). Poi saltò verso l’alto, e li era guarito dai brufoli e dal moccio ed è diventato Tawewiekame (Nostro padre il sole), poi si allontana in quella direzione, per la montagna Hauxamanaka, dicono che vive lì con il Maxakuaxi”. (Diario di campo 2001).Il bambino della narrazione è lo stesso Padre-Sole nell’antesala della sua esistenza, poiché per adottare questa condizione deve superare il suo stato di malattia e sporcizia, cosa che implica vincere i serpenti dell’oscurità. Deve lottare, correre dalla montagna Picachos (Reu’utar associato con l’occidente/in basso) verso Xapawilleme (sud/in basso, sono le lagune di Chapala, Jalisco), e cinque giorni più tardi, dopo essere stato salvato dalla freccia di Paritsika, ascendere alla Montagna dell’Alba (Reu’unar, est/alto) a Wirikuta; posteriormente deve dirigersi a Hauxamanaca (nord, il Cerro Gordo nello stato di Durango), dove riposa al lato di Maxacuaxi (“Nostro Bisnonno coda di cervo”). Quello che il mito segnala non è un precorso arbitrario ma sequenziale: il sole in quanto tale nasce in occidente, nel mondo sotterraneo inferiore chiamato Tatiapa, e si sviluppa in un percorso antiorario che parte da sud per andare verso oriente e poi a nord.Gli Huichol affermano che il movimento e il divenire del sole portano alla nascita degli esseri umani e questo è possibile perché il cuore (‘iyari) dei Wixaritari (che sarebbe l’equivalente dell’anima) esiste grazie l’ingestione del hikuli (peyote). Così, il peyote e la vita si associano per creare la cultura degli Huichol, con Wirikuta come luogo delle gesta solari e di conseguenza della cultura in questione. Nonostante questo, non è possibile accedere al peyote senza realizzare l’insieme di pellegrinaggi verso tutte le direzioni dell’universo, perché tutti i punti sono vincolati tra loro attraverso l’idea di kiekari, così come si osserva nella mappa 3.Come si è già detto, questo macro territorio parte da una micro idea, quella di kiekari, che opera come elemento divisorio per conformare parti vincolate tra loro con valori ben determinati, senza i quali la riproduzione sociale del gruppo sarebbe impossibile.Ora, la solidarietà di questo sistema si mantiene attraverso un concetto scoperto dagli antropologi, quello di nana (“pianta rampicante” o “guida”) che unisce i diversi centri cerimoniali o fuochi che operano dalle unità di base, il cuore, il caseggiato, con le altre istanze, i xirikite che a loro volta si connettono con il vasto insieme dei tukite, uniti al territorio della geografia sacra. L’insieme delle associazioni e valori rimane plasmato come unità di base nel pensiero dei Wixaritari ed è un axis mundi che si trova nelle culture mesoamericane più antiche come quella di Chalchihuites o la Azteca.

    Norme consuetudinarieL’unità minima di riproduzione, il kiekari, mantiene e retro alimenta un sistema complesso di scambi che esiste tra le differenti istanze che si appoggiano a questo schema: gli adoratori xixikite e i centri cerimoniali tukite, associati al pellegrinaggio in modo complesso. Il sistema opera attraverso norme consuetudinarie legate alla riproduzione del kiekari e alla reciprocità tra le distinte istanze. Il motore è dunque la reciprocità e i diversi livelli di scambi, principalmente quelli di peyote, gestiti dai xukuri’+kate. Il sistema è complesso, e la sua riproduzione dipende dagli scambi di peyote tra un centro cerimoniale e l’altro. Questo si deve al fatto che non tutti i membri dei centri cerimoniali e degli adoratori xirikite partecipano tutti gli anni al pellegrinaggio: la partecipazione è ad anni alterni. Lo scambio di peyote non implica solamente questo oggetto: usando il termine wixarika, quello che si scambia è un cuore (iyari), quello del sole. E per trovare questo cuore i pellegrini devono rispettare norme importanti che implicano la nozione di sacrificio e auto sacrificio: grandi camminate, digiuni e astinenza sessuale.Insieme al peyote si scambia anche il sacrificio. Così, portare a buon fine il pellegrinaggio implica un’organizzazione con delle norme interne che, se disobbedite, porterebbero a un castigo da parte del gruppo e a una punizione divina. Il mantenimento dell’universo così come lo conosciamo e dell’umanità in generale dipende dal fatto che questi pellegrini ricreino quello che i loro antenati hanno ottenuto mediante l’auto sacrificio: la creazione dell’universo e dell’umanità, sigillata dal cuore solare, cioè il peyote. Questa è la responsabilità che pesa sulle spalle dei xukuri’+kayte. Per sanare il mondo, l’umanità, i parenti è necessario concludere con successo il pellegrinaggio e tornare con il peyote, che riattiverà le relazioni che rimangono sospese quando i gruppi di xukuri+kate partono per il deserto.

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    Lo sforzo è tremendo, perché i membri del gruppo devono lasciare famiglie, terre, animali, coltivazioni, tutto, e senza ricevere nessun tipo di pagamento, perché è loro dovere come Wixaritari prendere parte a questo compito. Appartenere a un caseggiato, a un xiriki, a un tukipa implica l’obbligo di assumere l’incarico di “portatore della ciotola”. Chi non lo fa corre il rischio di ammalarsi gravemente o che i suoi parenti, le sue terre e i suoi animali si ammalino, ma può anche perdere la terra che gli corrisponde per diritto ereditario. Così, il fatto di ereditare certe terre implica l’obbligo di curarle, che porta ad accettare l’incarico di fare il pellegrinaggio, attraverso cui si sana l’universo e si ricrea il mondo sociale.Questa eredità è di ordine divino perché la terra è degli antenati, e questi sono la ciotola che si porta al pellegrinaggio. L’incarico si assegna per ordine dei kawiterutziri (consiglio degli anziani) che sono i leader dei centri cerimoniali identificati come “Fratelli Maggiori”. Le divinità rivelano in sogno a queste persone chi deve assumere l’incarico, che sarà rinnovato cinque anni dopo. Se per ragioni di forza maggiore non si può assumere l’incarico, il debito si passa ai discendenti che avranno l’obbligo di pagarlo in futuro. Questa norma consuetudinaria è quello che permette che la cultura Huichol si mantenga con tanta coesione interna e che gli ha permesso di sopravvivere tanti secoli. È questa l’importanza di Wirikuta. Lì vivono i loro antenati, è il panteon che li anima, li vivifica e organizza. Da cui deriva che tutta la terra, e particolarmente Wirikuta, appartenga agli antenati e sia sacra. Da qui deriva che il meccanismo della reciprocità tra diversi livelli sociali ingrani e prosegua.

    Wirikuta come luogo sacro“Un gruppo di esseri, che vivevano nell’oscurità, ha voluto conoscere la luce. Questi erano i kaka+yarite (antenati), fenomeni della natura come lucertole, uccelli, pipistrelli. Mangiavano carne cruda e non conoscevano il fuoco, si mangiavano i loro fratelli lucertole. Kauyumari, l’eroe culturale di questo popolo, parlò loro e disse “Voi non potete stare al freddo, mangiando carne fredda e cruda. Dovete saper cucinare, dovete conoscere il fuoco […]. Dopo aver conosciuto il fuoco, a Tea’akata (nella sierra huichol in territorio della comunità di Santa Catarina), Kauyumari disse loro che andassero a trovarlo a Paritek+a, a Wirikuta (Cerro Quemado), che lì avrebbero conosciuto la luce. Così i primi antenati hanno cominciato a uscire dal mare per andare a incontrare il bambino che avrebbe portato la luce. I primi antenati dissero che da Reuùnar+ uscì una luce fortissima, così forte che molti kaka+yarite furono bruciati e trasformati in pietre. Era il Sole che stava nascendo, ma era piccolo, verde, e non controllava il proprio calore. Allora gli urlarono che andasse in su di un gradino in modo da non bruciare così tanto. Il sole fece il gradino ma continuava a bruciare molto. Gridarono che andasse ancora più in su, che li stava bruciando, e così fece il sole. In totale fece cinque scalini finché maturò, e allora poté essere Tawewiekame, Nostro Padre il Sole. Quando giunse al suo posto, allora Kauyumari disse agli antenati che dovevano fare tre cose: realizzare sacrifici per il sole, dargli una sedia perché si sedesse e fare i pellegrinaggi a Wirikuta. In cambio lui avrebbe mandato Paritsika, il cervo dell’alba, perché gli umani avessero carne di cervo e potessero cucinarla e mangiarla come esseri umani.Allora videro lì un cervo che correva nel deserto. In ogni impronta che lasciava crescevano grandi peyote. Così, i primi kaka+yarite poterono vedere il cervo che si lasciava cacciare perché loro trovassero la vita. Quando gli antenati cacciarono il cervo poterono mangiare la sua carne cotta, che era il peyote che adesso cresce nel deserto” (Diario di campo, 1998).Questo mito racconta le gesta degli Huichol. I luoghi menzionati sono territori sacri per questo popolo, sono kiekari, perché lì è avvenuta l’epopea dei loro kaka+yarite (antenati) e inoltre, questi antenati si attivano ogni anno quando ricevono la visita dei xukuri’+kate.Così, dal nostro punto di vista quello che vediamo come la grotta di Paritek+a, Reu’unar+ (Cerro Quemado) per loro è l’utero primordiale da cui è nato Tawewiekame (il Padre Sole). L’interno della grotta, che conduce alle sue profondità, è il corpo della prima donna, l’antenata per eccellenza, Takutzi Nakawe (Nostra Madre Crescita). Le acque che scorrono in quella zona sono sacre perché provengono dall’interno della grotta, sono l’alimento del cuore e materia uguale al sangue del Padre Sole. Per questo l’interno della montagna è sacro, perché è il luogo d’origine, i suoi minerali sono quello che permette che le piogge arrivino ogni anno alla sierra e che il Padre Sole esca ogni giorno.La cosmogonia dei Wixaritari contempla un universo ciclico che deve essere costantemente alimentato mediante le azioni del camminare e l’autosacrificio. Per questo quando i Wixaritari visitano i luoghi sacri, le loro gesta si riattivano e gli antenati tornano ad esistere come esseri divini, come esseri viventi.Quando visitano queste terre sacre, gli antenati divinizzati intavolano un dialogo ininterrotto con i portatori delle ciotole, e la loro presenza è portata davanti agli altri Huichol attraverso la loro carne: il

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    cervo-peyote, che è oggetto di scambi continui. L’ingestione collettiva di questi elementi, include gli Huichol del presente nella narrazione e li fa diventare parte di essa: loro stessi sono la creazione che permette la continuità. Per questo quando vanno al pellegrinaggio portano agli antenati offerte dalle montagne, per lasciarli nelle sorgenti di Wirikuta, nelle pietre, i cactus, le incisioni rupestri etc. in altre parole, sono doni per i primi esseri che sono stati bruciati dal Padre Sole. Voglio mettere in chiaro un punto. Per questo popolo tra l’essere e il rappresentare esiste una distanza molto grande. Le montagne, le pietre, i minerali, le grotte, la flora e la fauna per i Wixaritari non rappresentano gli antenati. Questi elementi sono gli antenati, le loro divinità creatrici. E tra rappresentare ed essere c’è un abisso. Per questo ciascuna parte di queste terre sacre è dipendente dalle altre. L’universo di questo popolo si costruisce attraverso il pellegrinaggio a tutti i luoghi sacri, senza il quale sarebbero destinati a sparire come gruppo.Perché appoggiare gli Huichol nella loro lotta contro lo sfruttamento minerario? Perché per i Wixaritari così come per molti altri popoli mesoamericani, le montagne, la flora e la fauna sono parte della loro costituzione come culture, parte della loro società e del modo di vivere lo spazio. La fede di un cattolico si trova nell’interazione di varie chiese coordinate por un centro, il Vaticano. Per i cattolici, l’eucarestia è il sacramento del corpo e del sangue di Gesù Cristo sotto la forma del pane e del vino. Per mezzo della consacrazione, il sacerdote converte realmente in corpo e sangue di Cristo il pane e il vino offerti sull’altare. Per i Wixaritari la carne del dio è il peyote che cresce nel deserto, e l’altare è Reu’unar+. Sarebbe impossibile pensare che per quanto oro si trovi nelle terre in cui si trovano le chiese cattoliche, queste venissero distrutte. Il capitale culturale che il Vaticano rappresenta per i cristiani, è l’equivalente di Wirikuta per gli Huichol. Come ho chiarito, Wirikuta per i Wixaritari non è solamente un pezzo di terra, è la terra sacra e il Cerro Quemado è il tempio che dà la possibilità della loro esistenza. La lotta contro lo sfruttamento minerario in ogni caso non è esclusiva del popolo Wixarika, perché già da alcuni anni e a causa dei cambiamenti climatici accelerati nei paesaggi ecologici, in questo caso in quelli di Wirikuta, esiste una preoccupazione crescente per questa nicchia ecologica che, come abbiamo visto, è unica nel suo genere.Una volta osservata l’importanza di Wirikuta per i Wixaritari, mostrerò ora l’importanza dell’ecosistema di questo luogo e le minacce che rappresentano le miniere per questo ambiente.

    L’ecosistema di Wirikuta come parte di un tutto: il diritto della natura.Oltre ai diritti che può avere un certo popolo su un determinato territorio, soggetto o no a concessioni, è importante sapere che il deserto di Real de Catorce è un ecosistema con un a biodiversità particolarmente amplia. Di fatto, è questa la ragione per cui oggi è una riserva protetta. Il Governo Federale considera che per permettere i progetti minerari di First Majestic Silver, debba esserci una dichiarazione di impatto ambientale emessa dalla SEMARNAT14.Questa è una delle ragioni per le quali le imprese minerarie spendono milioni di dollari per convincere il pubblico del proprio rispetto per l’ambiente e delle proprie preoccupazioni di non distruggerlo. Il termine che hanno forgiato è quello di “miniere responsabili”, creato da agenzie pubblicitarie impiegate per dare un’immagine dell’attività mineraria e su grande scala responsabile in termini fiscali, ambientali, sociali; un’immagine distinta, dicono, dalle miniere “di una volta”, e da quelle più piccole, in quanto alle conseguenze sociali e ambientali. Parte del pacchetto pubblicitario cerca di vendere l’idea che i problemi delle attività minerarie son strettamente tecnici, e che possono essere risolti con tecnologia avanzata. Va detto chiaramente che, sebbene questo sia il discorso ufficiale, non esiste compagnia mineraria, ne esisterà, che lavori senza costi per l’ambiente che sfrutta, per il semplice fatto che i procedimenti di estrazione impiegano sempre sostanze chimiche altamente inquinanti; inoltre, sono necessari milioni di litri d’acqua, e va ricordato che Real de Catorce è una zona desertica, dove l’acqua scarseggia enormemente, e sarebbe sottratta alle terre coltivabili e all’ecosistema a cui appartiene. Disgraziatamente, su questi temi i governi

    14 Secretaría de Medio ambiente y Recursos Naturales, si tratta dell’equivalente di un ministero dell’ambiente (N.d.T.).

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    hanno lavorato attivamente insieme alle imprese adottando il loro discorso per giustificare le attività di sfruttamento.Oltre al fatto che Wirikuta è considerato luogo sacro dal popolo Huichol, vale la pena mostrare la sua ricchezza in termini ecologici, e quello che andrebbe perduto con lo sfruttamento smisurato da parte delle compagnie minerarie transnazionali. Perché è stato deciso di proteggere Wirikuta? Questa nicchia ecologica appartiene alla regione conosciuta come deserto di Chihuahua. È una delle tre aree semidesertiche biologicamente più ricche del pianeta, è protetta dall’UNESCO e ospita specie endemiche esclusive. Questo è dovuto a una doppia relazione biogeografica che osserveremo in seguito. Il regime macro climatico della zona è tropicale, e nei mesi da giugno a settembre si hanno le piogge stagionali. Il clima tropicale e la posizione geografica in termini di latitudine e di altitudine fanno sì che Wirikuta sia la zona del deserto di Chihuahua che mantiene la maggior quantità di specie endemiche di flora e fauna. Wirikuta e l’itinerario storico dei Wixaritari comprendono solamente lo 0,28% di tutta la superficie del deserto di Chihuahua, nonostante, questo, ospitano la metà della flora, l’85% degli uccelli e il 60% dei mammiferi della regione, sebbene tristemente la flora e la fauna siano fortemente minacciate e le popolazioni stiano diminuendo rapidamente a causa del saccheggio di piante e animali selvatici da parte di collezionisti, turisti irresponsabili, allevatori, agricoltori intensivi di pomodori e imprese minerarie transnazionali.Camminando per l’itinerario percorso dai Wixaritari, si osservano le cordigliere tra cui si trova il Cerro Quemado. La nicchia ecologica di Wirikuta contiene anche le cime più alte di tutto il deserto di Chihuahua, da quelle cime, al volgere lo sguardo a nord est, si può osservare la Sierra Madre Orientale, e rendersi conto immediatamente del contrasto ambientale, visto che il paesaggio che offre è estremamente arido. La differenza di altitudine tra le cime (3180 metri sul livello del mare) e l’altipiano (1700 metri sul livello del mare) crea una biosfera che alberga specie di grande importanza ecologica e biogeografica, creando vere comunità biotiche. Queste comunità sono arricchite dal sottosuolo igneo: si trovano quarzi, rioliti, basalto di ferro e pirosseno, ci sono anche sedimenti e materiale detritico come lutite, arenarie, pietre calcaree, e conglomerati di queste come le rose del deserto.La simbiosi tra il deserto e le montagne permette l’esistenza di una flora che va dalle sementi coltivabili (soprattutto mais), praterie, alberi di mezquite (appartenenti alla specie delle leguminose), cespugli, ocotillo (Fouquieria Splendens), chaparral (un tipo di macchia di vegetazione americana caratterizzata da arbusti), e boschi con distinte specie di cedri, querce, cipressi, pini e noci. In nessuna parte della repubblica messicana le specie endemiche superano il 20% delle specie della zona, mentre Wirikuta comprende 800 specie endemiche, circa l’80% del totale della zona. È inoltre possibile che proprio nella zona del Cerro Quemado, dove l’altipiano e le montagne si incontrano, esistano specie non ancora identificate.Gli abitanti di Wirikuta chiamano il suolo e il suo particolare sistema acquifero “el salado”. Nella zona si trovano xerosuoli, litosuoli, e regosuoli ed esiste una idrografia molto particolare: si tratta di bacini endoreici che dipendono gli uni dagli altri e non hanno altre fonti di alimentazione, per cui fiumi e torrenti sono molto pochi e di carattere stagionale e l’acqua è molto scarsa. Fermiamoci un momento su questo punto. Più che in altre zone della repubblica, l’accumulo di acqua è vitale per gli abitanti del luogo, ed è sempre più problematico. Per l’irrigazione si usa acqua proveniente dalla sierra e da piccole sorgenti scoperte all’epoca delle antiche miniere, ma questa tecnica da sempre meno frutti a causa della deforestazione delle montagne di Catorce e Coronado (il legno è stato utilizzato soprattutto dalle miniere in epoca coloniale e post rivoluzionaria). Esiste anche la possibilità di perforare pozzi in profondità ma conforme avanzano le perforazioni, diminuiscono le riserve di acqua. Questo tipo di estrazione si sta dimostrando essere un problema sempre più grande, posto che non si tratta di procurare acqua destinata al consumo umano, ma all’industria del pomodoro, le miniere e l’allevamento di capre15. Che cosa succederà

    15 È stato dimostrato che nonostante Wirikuta sia un’area naturale protetta, le attività ad alto impatto ambientale continuino ad aumentare, in particolare l’industria del pomodoro e l’allevamento. Queste attività irregolari hanno causato gravi danni ecologici per lo smottamento dei terreni e l’uso indiscriminato dell’acqua. I Wixaritari hanno segnalato questo problema già da alcuni anni, ma il governo federale li ha ignorati. Non sono mai stati richiesti studi di impatto ambientale per queste attività produttive.

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    quando anche le grandi imprese minerarie entreranno in competizione con gli umani per il consumo di acqua?Con il trascorrere degli anni si è reso necessario estrarre acqua sempre più in profondità, fino ad arrivare a pozzi profondi anche 600m. Va ricordato che in alcune regioni del deserto si è dimostrato che l’acqua estratta da pozzi a più di 200 metri di profondità è contaminata con quantità eccessive di solfati, fluoro, e sali, e che l’incidenza di cancro tra i consumatori di queste acque è maggiore che nel resto del paese.Una delle maggiori ricchezze dell’ecosistema fin qui descritto è costituita dalla flora e dalla fauna. Nel territorio sono state riconosciute 453 specie florali riunite in 292 generi e 80 famiglie, alcune di queste specie sono a rischio di estinzione, tra queste vanno menzionati il peyote (Lophohora Williamsii), il cuscino della suocera (Echinocactus Grusonii), gli organi (Pachycereus Marginatus o Lemaireocereus Marginatus), altre specie di cactus e la radice uxa con cui gli Huichol si dipingono il volto durante i pellegrinaggi.Da questo ecosistema dipende anche una grande quantità di fauna endemica. Nella zona di Wirikuta si trova il 50% della fauna di tutto il deserto chihuahuense. Camminando per il deserto, non è raro osservare diverse specie di serpenti (Pituophis Deppei, Zamenis Flagellum, Chionactis Occipitalis) e di lucertole (Masticophis Flagellum, Holbrookia Maculata) che oggi sono a rischio di estinzione a causa della distruzione del loro habitat.Nella zona si trovano anche popolazioni di orsi, puma, cervi e antilopi americane, oggi sull’orlo dell’estinzione, altre specie minacciate sono la marmotta e altri roditori (Cynomys mexicanus, Netoma Albígula, Notiosorex Crawford, Dipodomys Nelsoni), e una specie di pipistrello (Choeronycteris Mexicana). Oltre ai rettili e i mammiferi, il deserto ospita anche 153 specie di uccelli, tra cui l’aquila reale (Aquila Chrysaetos) che si trova molto vicina all’estinzione16, la pernice (Colinus Virginianus), il falco di Cooper (Accipiter Cooperi), il falcone o aquilotto di Harris (Parabuteo Uncinictus) e alcune sue sottospecie e il gufo (Pseudoscops Grammicus). Alcune di queste specie possono essere comprate per l’irrisoria cifra di 200 pesos messicani (circa 15 euro) nel tristemente noto “corridoio della vergogna”17. Tra gli anfibi si trovano diversi tipi di batraci e la salamandra tigre (Ambystoma Tigrinum).La ricchezza di Wirikuta non è solo ecologica, si trovano anche resti fossili del tardo giurassico, e resti archeologici di insediamenti umani, pitture e graffiti rupestri.

    Wirikuta, un luogo protetto per il mondoEsiste una certa inquietudine internazionale intorno a Wirikuta, che si è vista riflessa soprattutto nel comitato per il patrimonio mondiale dell’UNESCO, che ha spinto, mediante i propri modelli di riserva della biosfera, verso la protezione di questo santuario. È stata promossa la protezione dei luoghi sacri a livello mondiale, così come la conservazione della biodiversità e la riabilitazione di ambienti degradati (Torres Jíménez & Serra Rivera 2003).Così, Wirikuta è stata riconosciuta dall’UNESCO come una biosfera unica e in pericolo, un santuario di pellegrinaggio e un itinerario storico che i governi hanno l’obbligo di proteggere. Per le pressioni degli Huichol, si è stabilito un insieme di decreti governativi ed è stata varata una delle prime leggi in materia di diritti alle terre sacre e protezione della biosfera che definisce Wirikuta come “luogo di patrimonio storico, culturale e zona soggetta alla conservazione ecologica del gruppo etnico wixarika”La spinta da parte dei Wixaritari gli è valsa un certo riconoscimento a livello internazionale, tanto che nel 2000 il popolo Huichol ha ricevuto dal WWF un premio chiamato “Regalo sagrado para la tierra”, a motivo degli sforzi di protezione e conservazione ambientale portati avanti da questo popolo.Questi avanzamenti in materia ecologica hanno fatto si che il 9 giugno 2001 si modificasse la Legge Ambientale di San Luis Potosí incorporando una nuova categoria di area naturale protetta: quella di Luogo

    16 Recentemente sono stati censiti nella zona quattro nidi di aquila reale. Apparentemente, la popolazione di questi uccelli è in lentissimo aumento, ma l’attività mineraria, attraverso la distruzione del suo habitat, finirebbe per annullare ogni possibilità di recupero della popolazione di aquile.

    17 Il “corridoio della vergogna”, così chiamato dai biologi, è il tratto di strada che unisce l’autostrada di San Luis Potosí alla città di Matehuala e attraversa una parte del deserto. Su questo tratto, persone spinte dalla povertà estrema, mettono in vendita, per cifre irrisorie, animali selvatici, vivi o morti. Mi è capitato personalmente di osservare gufi, coyote, serpenti, e cactus rari.

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    Sacro Naturale, cui appartiene ora la riserva di Wirikuta, modificando il decreto di ottobre del 2000 nel quale si classificava esclusivamente come Riserva Statale.Tutto questo è successo grazie alla volontà degli Huichol, che hanno promosso con le loro azioni e spirito combattivo la protezione di Wirikuta.

    Il grido di chi non ha voce: il diritto alla consultaSono sempre di più i conflitti tra gruppi indigeni e Stato poiché quest’ultimo nega sistematicamente a questi popoli il diritto alla consulta sui mega progetti che colpiscono i loro interessi. Il caso forse più rappresentativo è proprio quello dei Wixaritari e il problema di Wirikuta, ma ci sono anche i Cucapá in Baja California, che reclamano il loro diritto a continuare a pescare dove l’hanno fatto da sempre: nella regione dell’Alto Godo del Río Colorado che è stata inclusa nell’area nucleare della riserva della biosfera. Da parte loro, i Rarámuri (o Tarahumara) nello stato di Chihuahua richiamano il diritto di essere consultati su un mega progetto turistico nella Barranca del Cobre, i poteri federali e statali non li hanno mai consultati sul progetto, vanno poi menzionati i Cora (Náayeri) che attualmente stanno lottando contro la costruzione di una diga che distruggerebbe parte del loro ambiente e inonderebbe alcuni luoghi sacri.Indipendentemente dalla bontà o meno dei progetti che si vogliono sviluppare in varie regioni, la Convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro su popoli indigeni e tribali stabilisce che la consulta è un diritto di tutti i popoli. Tale convenzione, stabilita nella Conferenza Generale della OIL, è stata adottata dal Messico il 27 giugno del 1989 e ratificata dal Senato della Repubblica l’11 giugno del 1990 (Diario Oficial de la Federación, 3 agosto 1990). Il 25 settembre del 1990 il Presidente della Repubblica ha emesso un decreto promulgatorio dello strumento di ratificazione di tale accordo (Diario Oficial de la Federación, 24 gennaio 1991).In questo senso, i diritti del popolo Wixarika, come di molte altre culture, sono stati vulnerati dal momento che non sono stati consultati sulle concessioni su Wirikuta cedute alle imprese minerarie transnazionali. Tanto la costituzione dello Stato di San Luis Potosí, come le leggi federali stabiliscono il diritto alla consulta. Il secondo articolo della Costituzione Messicana recita che la Nazione Messicana è unica e indivisibile, che ha una composizione pluri culturale sostentata originalmente dai popoli indigeni che sono coloro che discendono dalle popolazioni che abitavano nel territorio attuale del paese all’inizio della colonizzazione e che conservano le proprie istituzioni sociali, economiche, culturali e politiche, o una parte di esse. Nell’inciso IX si indica quanto segue: “Consultare i popoli indigeni nell’elaborazione del Piano Nazionale di Sviluppo, così come nei piani statali e municipali, e se fosse il caso, incorporare le raccomandazioni e proposte che vengano presentate”. È stato forse chiesto ai Wixaritari cosa pensassero delle concessioni minerarie assegnate nei territori che, di fatto e per diritto, gli appartengono? No.D’altra parte, nella Convenzione Internazionale sui popoli indigeni e tribali del 1989 e ratificata nel 1990, lo Stato messicano si è impegnato a rispettare i diritti e l’unità territoriale dei popoli che conformano l’unità del Messico così come il loro diritto ad essere consultati. Si osserva dunque che la consulta è un diritto umano riconosciuto a livello statale, federale e internazionale.

    Conclusioni. L’attività mineraria attuale: il problema di Wirikuta e quello mondialePerché negli ultimi anni si concedono indiscriminatamente terre messicane e di altri paesi impoveriti a imprese minerarie soprattutto canadesi? Perché gli stati in America Latina, Asia o Africa hanno risposte tanto deboli di fronte a queste imprese? Il denaro e la corruzione sono il lubrificante che permette il movimento di questo meccanismo? Una parte delle risposte a queste domande si trova nell’eccellente studio intitolato “Negro Canadá. Saqueo, corrupción y criminalidad en África” del collettivo Risorse dell’Africa e elaborato da Alain Deneault in collaborazione con Delohine Abadie e William Sacher (2008). In questo studio si realizza una radiografia del potere di corruzione delle imprese minerarie e della loro associazione con lo stato canadese che, affermano gli autori, machiavellicamente copre le loro operazioni. Gli autori si chiedono: perché se il Canada non ha mai dimostrato rettitudine nei confronti dell’Africa, pur essendo membro dell’OCSE e avendo firmato trattati internazionali sui diritti umani delle minoranze, vuole rivendicare il proprio diritto, o dovere, di vigilare e intervenire in tutte le imprese canadesi, o registrate in

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    Canada, che si interessano all’Africa? Gli autori concludono con una triste ipotesi che, tra l’altro gli è quasi costata il carcere18: “È evidente che il Canada reclama tutti i suoi poteri sulle imprese private presenti nel paese non per sanzionarle come dovrebbe essere, ma per offrire la propria protezione politica, giuridica e diplomatica. Una cosa che somiglia a una perversione giuridica delle regole del diritto e delle norme internazionali che afferma riconoscere” (Ibid, 9).In questo senso, gli autori dimostrano che Toronto si impone al mondo come il centro finanziario di queste imprese, concludendo che il governo federale canadese offre alle imprese minerarie protezione giuridica ed economica perché non si sentano minacciate da nessun tipo di atti di pressione.Questo fenomeno è relativamente recente in Messico, in cui l’attività mineraria era parzialmente abbandonata. Cos’è accaduto allora nel mondo perché quest’attività riprendesse le sue operazioni con tanta forza? Dopo la seconda guerra mondiale molte miniere nello stato di San Luis Potosí e nel mondo hanno chiuso, perché in Europa si trovavano ovunque resti di metalli prodotto della distruzione causata dalla guerra; da un altro lato, i governi in tutto il mondo preferivano usare buoni che garantissero la loro forza economica e le loro ricchezze senza preoccuparsi troppo delle estrazioni minerarie oltre a quelle indispensabili. Alla fine degli anni novanta è entrata in scena una nuova forza che ha cambiato le relazioni economiche e di potere nel mondo: l’industria crescente della Repubblica Popolare Cinese. Per l’attività industriale di questo paese metalli come lo zinco, l’oro, l’argento, lo stagno, il bronzo, il nichel e il ferro sono diventati indispensabili; in questo modo per i paesi che un tempo hanno vissuto delle miniere si è presentata l’opportunità di affacciarsi su un ricco mercato come quello cinese. In Messico, negli anni ’90, il governo del presidente Ernesto Zedillo ha aperto le porte alle imprese minerarie, offrendo concessioni senza misurare le conseguenze sociali ed economiche che si sarebbero avverate nel futuro.Il nuovo mercato ha avuto un forte impatto nell’economia globale, come dimostra il rapporto di The Gaya Foundation (2012), che ha reso pubblico che tra il 2005 e il 2010 il settore minerario cinese è aumentato del 25%. Nello stesso documento si annuncia che circa 212 comunità in sedici paesi dell’America Latina si sono confrontate con 173 progetti minerari. Le lotte delle comunità si concentrano su un fatto: le comunità colpite dai progetti minerari esigono di essere consultate prima di avviare qualsiasi tipo di estrazione, e cercano di fermare le attività a cielo aperto, a causa dei danni causati all’ambiente e alle attività agricole tradizionali (Rebbosio 2012).Fermare il flusso di capitali è una questione complicata, poiché mentre le comunità reclamano la chiusura dei progetti, altri pianificano la divisione delle rendite. In Messico l’incremento dell’attività mineraria ha avuto ripercussioni sociali in molte comunità. Il conflitto più rappresentativo è quello della miniera San Xavier, a venti kilometri dall’omonima capitale dello stato di San Luis Potosí. Come osserva Jaime Avilés (2011), questo è un caso esemplare della corruzione generata dalle imprese per ottenere l’impunità. Da luglio del 2005 a marzo del 2010 la storica montagna di San Pedro è stata ridotta in polvere dall’impresa canadese Ner Gold Inc., attraverso la sua filiale Minera San Xavier. Il fatto paradossale è che l’impresa non abbia mai avuto i permessi legali per sfruttare il giacimento di oro e argento, inoltre, i lavori di sfruttamento si trovano a soli 8 kilometri dal centro della città, circondato da quartieri residenziali. È stato a partire da queste illegalità e dell’impunità che un folto gruppo di attivisti e ambientalisti ha fondato il Frente Amplio Opositor (FAO). Questa organizzazione ha dimostrato che le attività minerarie e le sostanze impiegate avrebbero sottoposto a gravi rischi la salute di più di un milione e mezzo di persone e l’ambiente circostante.

    18 Questo libro è una referenza molto importante sull’attività delle imprese minerarie nel mondo e specialmente in Africa. Realizza un analisi critico del ruolo delle imprese canadesi. L’impresa Barrick Gold a querelato gli autori accusandoli di diffamazione e chiedendo un risarcimento di 6 milioni di dollari. Nella traduzione in spagnolo, fatta da un gruppo di intellettuali, si legge: “nel contesto di un gioco perverso di asimmetrie, gli autori per tre lunghi anni hanno avuto a Montreal lunghe riunioni di mediazione con gli avvocati della Barrick Gold, alla fine delle quali hanno dovuto cedere di fronte alla alle pressioni corporative e alla dubbiosa neutralità della giustizia canadese, che ha tenuto conto in modo molto parziale delle ragioni degli autori, tra cui quelle che hanno presentato per “abuso di giudizio”. Alla fine, gli autori sono arrivati ad un accordo extra giudiziario, che ha fermato la circolazione del libro e costretto la casa editrice a pagare alla Barrick Gold una cifra significativa (Denault et Al. 2008).

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    Dal simulacro dello stato e delle miniere al loro smascheramentoLa vigilia del Wirikuta Fest19 (celebrato il 29 maggio del 2012), in un atto pubblico annunciato in tutte le emittenti televisive, quattro ministri, il direttore della Comisión para el Desarrollo de los pueblos indigenas (Commissione per lo sviluppo dei popoli indigeni), il procuratore agrario e quello dell’ambiente, il rappresentante della compagnia First Majestic Silver, annunciavano al presidente dell’Unione Wixarika dei centri cerimoniali degli stati di Jalisco, Durango e Nayarit; al presidente dei beni comunali di San Andrés Cohamiata (comunità Huichol) del municipio di Mezquitic, nello stato Jalisco, che l’impresa First Majestic Silver, in un atto di “bontà, e sensibilità nei confronti del popolo Wixarica”, gli donava 35 concessioni che erano state assegnate all’impresa dal ministero dell’economia. Secondo quanto annunciato, in quelle “superfici assegnate” sarebbero stati sospesi i lavori di estrazione di minerali. Di fatto però i 761 ettari delle terre donate erano già protetti da una misura cautelare contro l’impresa Real Bonanza.L’offerta delle compagnie minerarie e dello stato è stata rifiutata dal Consiglio regionale Wixarika per la difesa di Wirikuta (Consejo regional wixarika por la defensa de Wirikuta) e dal Fronte in difesa di Wirikuta Tamatsima Wahaa (Frente en defensa de wirikuta tamatsima wahaa). Questi organismi consideravano che la dichiarazione e l’offerta non cambiassero sostanzialmente la situazione di Wirikuta, dato che l’area che pretendeva proteggere nei fatti era già protetta dal 1994. Argomentarono in oltre che la proposta e il modo in cui era stata diffusa attraverso i mezzi di comunicazione in realtà era un tentativo di tranquillizzare l’opinione pubblica sui conflitti minerari nella regione.Quattro mesi dopo, le vere ragioni di questo montaggio si sono rivelate con tutta la loro forza. In effetti, nell’espediente 56/2012 composto da 72 pagine, la Commissione Nazionale per i Diritti Umani (CNDH) ha esposto un’energica raccomandazione a tredici autorità dei tre livelli di governo20. Il documento sottolinea che le autorità hanno il dovere di salvaguardare i diritti umani collettivi del popolo Wixarika dallo sfruttamento minerario nella regione di Wirikuta, considerata come itinerario sacro e patrimonio del mondo. L’organismo ha assicurato che le autorità hanno omesso di verificare che si compissero le norme in materia mineraria, ambientale, sulle acque nazionali attraverso atti di ispezione, vigilanza, verifica e controllo; in oltre non hanno implementato la prevenzione e mitigazione del danno ambientale a beneficio degli abitanti dell’area di Wirikuta e dei Wixaritari (El Universal, 7 ottobre 2012).La febbrile attività mineraria dei secoli XVIII e XIX ha trasformato radicalmente il paesaggio nel nord del Messico e specialmente a Wirikuta, causando lo sterminio delle tribù nomadi del nord del Messico come i Guachihiles. L’attività del XX secolo ha causato la deforestazione di gran parte della sierra di Catorce e Coronado. In questo secolo caotico, iper liberale, violento; in questo secolo in cui la capacità tecnologia mineraria ha superato ampiamente la capacità di estrazione di minerali che la terra può sopportare, bisogna chiedersi: cosa ci aspetta?Il problema, come si vede, non si ascrive esclusivamente a una cultura, a un problema tra un popolo indigeno e lo Stato. Il problema è nostro, di tutti gli esseri umani, perché Wirikuta è una nicchia ecologica unica nel suo genere in cui vivono specie che, una volta estinte, saranno perse per sempre.Ora, l’aumento di scala dell’estrazione mineraria negli ultimi 10 anni è sorprendente e spaventosa. Sappiamo che le imprese minerarie non si auto regolano affatto. Sono gli stati che dovrebbero avere questo ruolo (The Gaia Foundation, 2012) (Foto 4. Miniere a cielo aperto).Il futuro di Wirikuta dipende in grande misura da decisioni esterne ai Wixaritari, da attori sociali coinvolti in questa problematica, alcuni dei quali sono a favore delle imprese minerarie e altri contro. Nonostante questo, l’unica cosa che per nessun motivo si può permettere è che le imprese minerarie si installino a Real de Catorce. Questa decisione sicuramente deve sorgere dal consenso degli attori coinvolti, consenso che di fatto e per diritto, deve emanare da una consulta aperta, trasparente e pubblica. Il diritto alla consulta dei popoli, plasmato come abbiamo visto nella Convenzione 169 dell’OIL, possiede un livello costituzionale ed è una norma inviolabile dello Stato. Non si può decidere negli alti livelli del potere federale quello che

    19 Il “Wirikuta Fest” è stato un concerto realizzato a città del Messico con la partecipazione di una gran quantità di artisti messicani e latinoamericani. Questo evento, il cui obiettivo era sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema di Wirikuta, ha avuto un grande successo e ha visto la partecipazione di migliaia di persone (N.d.T.).

    20 In Messico i tre livelli di governo sono: federale, che comprende tutta la repubblica messicana; statale, che fa capo ai singoli stati membri della repubblica; e municipale (N.d.T.).

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    conviene ai popoli, specie ai popoli indigeni. In questo modo, le autorità federali mostrano un’attitudine paternalista e condiscendente, oltre che incostituzionale. Il popolo Wixarika deve essere l’architetto del proprio futuro e ha il diritto di conservare la propria tradizione, che dipende sostanzialmente, e non misticamente, da Wirikuta. Per loro, l’origine e il destino è Wirikuta…nient’altro.

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