Training Meta Maurizio Morini - laboratori di formazione aziendale

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Training Meta 300 clienti 35.000 partecipanti 25 anni 900 gg anno 96% clienti continuativi 5,66 su 6,00 soddisfazione Certificazione DNV 10 trainer

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Training Meta

300 clienti

35.000 partecipanti

25anni

900 gganno96%

clienti continuativi

5,66 su 6,00

soddisfazione

CertificazioneDNV

10 trainer

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F (<T) = R2

Formazione per minor tempo uguale maggiori risultati

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F =CR

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“NON C’È NIENTE DI PIÙ DIFFICILE, DI PIÙ PERICOLOSO O DI PIÙ INCERTO

CHE ASSUMERE LA RESPONSABILITÀ DI UN NUOVO ORDINE DI COSE, PERCHÈ L’INNOVATORE HA PER NEMICI TUTTI COLORO CHE SI TROVAVANO BENE NELLA SITUAZIONE PRECEDENTE E BLANDI SOSTENITORI IN TUTTI COLORO CHE POTREBBERO FARE BENE NELLA NUOVA.QUESTA RESISTENZA DERIVA …. IN PARTE DALLA PAURA DEGLI UOMINI CHE NON CREDONO PRONTAMENTE NELLE COSE NUOVE FINO A QUANDO NON NE DIVENGONO ESPERTI”

(N. MACHIAVELLI)

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È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.

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E’ più facile

Enrico IV

perdere un regno

che un’abitudine

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CAMBIAMENTO

POSSO VOGLIO

ADDESTRARE MOTIVARE

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La mente non ha bisogno, come un vaso, di essere riempita ma, come legna da ardere, ha bisogno solo di una scintilla che la accenda, che vi infonda l’impulso alla ricerca e il desiderio di verità

Plutarco

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EMOZIONI

Approvazione

Soddisfazione di una performance

Serenità

Orgoglio

Comprendere

Essere compreso

Gioia

Affetto

Fiducia

Impegno

Condivisione

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L’ENTUSIASMO NON èUN CAMBIAMENTO

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QUANTO RICORDIAMO?

Il 10% ciò che leggiamo Il 20 % di ciò che sentiamo Il 30% di ciò che vediamo Il 50% di ciò che vediamo e sentiamo Il 70% di ciò che diciamo L’80% di ciò che diciamo dopo aver valutato,

confrontato, elaborato, lavorato...... Il 90% di ciò che facciamo

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Chi “sa” ma non “fa”

in realtà non “sa”

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Sono le azioni che contano.

I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni.

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Nessuno può insegnarequalcosa ad un altro uomo. Può solo aiutarlo a tirare fuori qualcosa che ha già dentro di sé.

Galileo Galilei

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Metodologia didattica

1. Dimostrazione e analisi del proprio comportamento abituale;

2. Osservazione e riflessione di un comportamento diverso costruito con il contributo di tutti e proposto dal trainer;

3. Concettualizzazione e sistematizzazione teorica;

4. Sperimentazione attiva in aula;

5. Allenamento nella propria pratica per un ben calibrato periodo di tempo;

6. Rinforzo nel gruppo del risultato positivo ottenuto.

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capacità &conoscenze

emozioni

osserviamo

comportamenti & risultati

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comportamenti & risultati

capacità & conoscenze

emozioni

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Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo

Gandhi

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VALORI

Responsabilità

Disponibilità, ascolto, attenzione

Appartenenza

Tensione a migliorare

Creatività

Tensione al risultato

SicurezzaPassione

Coraggio di osare

Preparazione

Squadra

Poter fare la differenza

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Cosa può fare azienda

Capi dare ricevere

info

Training dall’alto

Verifica efficacia (monitoraggio

auto-etero comportamenti prima e dopo)

Sistema valoriale coerente

Ridefinire le competenze e i comportamenti

Newsletter

Tutor durante

Community dopo

Intercettare e celebrare

le best practices

Evento iniziale

Evento finale

Follow-up,

coaching

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I peccati del

formatore

Vuole piacere

Vuole stupire Io ok

tu non ok

Parla di sé

Incoerenza

Troppo aziendale

Capo commissione

internaConsiglia

Spiega cosa non fare

Giudica

Vuole omogenizzare

oltre le peculiarità individuali

Tuttologo

Vola alto, concettuale,

teorico

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IL MAESTRO DI KARATE’

C’era una volta un maestro di karaté che aveva un allievo particolarmente dotato al quale avevainsegnato tutto ciò che sapeva.Quando il maestro si accorse di non aver più nulla da insegnargli gli disse che oramai il suoinsegnamento è finito.L’allievo aveva raggiunto una competenza tale che gli avrebbe consentito di continuare aesercitarsi anche senza il maestro. L’allievo fu felice e si sentì onorato di tanto riconoscimento.Passò del tempo e il maestro venne a sapere che il giovane andava dicendo che lui era più bravodel maestro.Il maestro non aveva nulla da insegnargli e anzi, se ci fosse stata una gara, sicuramente avrebbeperso.Il giovane era forte e fresco di apprendimento, mentre il maestro oramai era appesantito daglianni.Quando il maestro sentì questa diceria sorrise e organizzò una gara col suo allievo preferito: eracurioso di misurarsi.Il combattimento attrasse sia giovani spavaldi e sicuri di sé, desiderosi di mostrare che la forza ela resistenza sono propri di un corpo giovane, sia anziani maestri che speravano di evidenziareche la forza è nell’agilità mentale, che la resistenza è nella flessibilità, che la giovinezza è neldominio del corpo.Iniziò il combattimento e gli esperti notarono subito l’elegante leggerezza e l’essenzialità dellemosse del maestro.Ogni suo movimento nasceva da assenza di sforzo o tensione, ma da consolidata maestria, daintegrata armonia, badando solo a utilizzare la forza del giovane e a non disperdere la sua ininutili difensive.Chi osservava il giovane coglieva il lui sforzo, impegno, tensione, una sorta di distrazione dovutaalla ricerca della mossa giusta.Il combattimento andò per le lunghe. Sino a quando il maestro sorprese il giovane con unamossa del tutto nuova, con la quale vinse la gara.Riconosciuta la superiorità del maestro, il giovane gli si avvicinò e gli disse: “Non mi avevi maimostrato quella mossa”.E il maestro rispose: “Non avrei potuto. L’ho imparata adesso, grazie alla tua abilità”