Super progetto QQ.storie Realizzato da: Baratti Marisol Battaini Letizia Comelli Carolina Cusaro...
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Transcript of Super progetto QQ.storie Realizzato da: Baratti Marisol Battaini Letizia Comelli Carolina Cusaro...
Super progetto QQ.storie
Realizzato da:
Baratti Marisol
Battaini Letizia
Comelli Carolina
Cusaro Elisa
Valentini Rita
Abbiamo deciso di usare QQ.storie perché attraverso il nostro corso di
studi stiamo imparando a conoscere nuovi programmi da far
usare ai piccoli matematici. Svolgeremo i disegni su QQ.storie,
in seguito abbiamo realizzato questa presentazione per
raccontare le fasi di realizzazione del nostro super PROGETTO!
QQ.STORIE e altri programmi ad esempio
Iplozero sono senz’altro adatti ad essere utilizzati
con i bambini perché uniscono l’informatica e la matematica. Sono
molto semplici da usaree i bambini riescono a divertirsi, imparando..
Sfogliando vecchi libri di favole, abbiamo
trovato una storia che ci ha affascinato
molto.. Per questo motivo l’abbiamorielaborato per renderla più
funzionale algiorno d’oggi …
L’abbiamo scelto perché secondo il nostro punto di vista di
di future maestre, è molto utile per poter spiegare ai nostri allievi le
operazioni.. Come introdurre in modo leggero un argomento che sarà
in seguito il fulcro della matematica.. E soprattutto per farli
sentire a proprio agio con il computer e questi nuovi programmi..
La favolosa storia
del numero Zero..
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Il signor Zero era un uomo superbo, egoista ed
egocentrico. Amava la solitudine e si credeva il
migliore nella città di Moltiplicanza. Voleva sempre essere al primo posto rispetto agli altri e con la sua aria di
superiorità faceva scomparire chi gli era accanto.
Non era cattivo, almeno non quanto tutte quelle persone che con la loro
negatività impestavano la città, lui se ne stava ben lontano da loro, anche
se sapeva che non gli avrebbero fatto nulla.
“Hanno troppa paura di un uomo forte e impavido come me! Che si facciano avanti, questi conigli, io sono pronto
ad affrontarli!”In realtà non c’era nessun timore nei
suoi confronti, tutti lo evitavano perché nessuno lo sopportava.
Un giorno, il più piccola della città, il numero Uno, ingenuo e tontolone non era riuscito a rincasare in
tempo ed era dovuto rimanere ad ascoltarlo
mentre si lamentava della nuova notizia in città: il
signor quattro si era sposato con una straniera,
una certa Pi Greco, che strano nome!
Ma il poverino non fece in tempo a dire una parola di risposta che PUFF! Sparì.
Questo era troppo! Il piccolo numero
Uno era l’ennesima persona che
scompariva dopo esser stata vista con
il signor Zero. Bisognava fare
qualcosa. Si riunì il consiglio della città,
tutti i cittadini protestavano e
infine si giunse a un solo verdetto: l’esilio!!!!!!!!!!
Il signor Zero doveva lasciare
la città. Radunati tutti i
suoi averi, venne portato
fuori dalle mura. Non erano
servite le urla, gli strepiti, nessuno gli aveva dato
retta.
Continuò a camminare per un
tempo che a lui sembrò infinito, la strada continuava
dritta senza nessuna traccia di
civiltà tranne qualche viandante
che però lo ignorava come se non lo
vedesse. Come se non bastasse iniziò
a piovere e non accennava a smettere ...
Quando arrivò il tramonto non ebbe altra soluzione
che sistemarsi sull’erba al ciglio della strada a
riposare. Ma il sonno non arrivava, tutta la sua
spavalderia era scomparsa, ogni suono
sembrava minaccioso, dal frinire delle cicale, al vento che muoveva le
foglie. Alla fine riuscì ad appisolarsi e a dormire
per qualche ora.
Ad un certo punto gli sembrò addirittura di
sentire un ululato. S’immaginò di essere divorato da una bestia
feroce senza che nessuno lo venisse a sapere. Era diventato
un essere invisibile, un nulla, un nessuno.Alla fine riuscì ad
appisolarsi e a dormire per qualche ora.
Il mattino dopo fu svegliato da dei piccoli colpetti sulla spalla. Si alzò di scatto
credendo di essere attaccato: “Chi sei? Cosa vuoi? Perché sei qui?”
“Come perché sono qui? Sei tu quello che si è addormentato nel mio campo di fragole!” “Oh, mi scusi, signorina, io non volevo. Ero molto stanco e non ho fatto
caso a dove posavo i piedi. Vi chiedo perdono. Ma lei riesce a vedermi? Non
sono invisibile?”“Con la sua stazza è difficile non
vederla. Mi dica, lei chi è?”“Ehi! Io sono perfetto così, anche con la mia pancia tonda. Comunque mi chiamo Zero, vengo dalla città di Moltiplicanza, ad un giorno di cammino da qui. Quella
città non faceva per me. Sono alla ricerca di qualcosa di nuovo, più adatto
a me”
“Molto piacere Zero, io sono Tre. Vivo ad
Additanza, un villaggio appena dopo questa curva. Da noi c’è sempre spazio
per gente nuova! Finisco di raccogliere le fragole e
l’accompagno, anzi se vuole darmi una mano.”“Certo che l’aiuto
signorina. Ma l’avverto, io non sono adatto a vivere con gli altri. Ho lo strano
difetto di far scomparire le persone. Non so perché
accade, forse una maledizione.”
“Ma non dica sciocchezze, le
maledizioni non esistono. E non stia lì impalato, mi
aiuti! Prenda quel cestino e inizi a
raccogliere da lì. Mi raccomando solo quelle ben mature, non me ne faccio nulla di fragole
ancora verdi.”Il signor Zero obbedì
senza neppure la forza di ribattere a quella donna che gli parlava in modo così imperioso, ma chi
credeva di essere?
Potrebbe essere il mulino il posto adatto ad uno come
te. Che ne dici? Ti va di fare il mugnaio?” “Ad Additanza c’è posto per tutti, anche per chi, come lei, sembra essere negato nei lavori manuali. Troveremo un
posto adatto“Cosa? Io non saprei, cosa fa un mugnaio?” Zero era
sempre più confuso, quella strana donna non smetteva
di parlare mentre lui cercava di concentrarsi
sulle fragole da raccogliere ed il cestino gli era caduto
già due volte, rovesciando il contenuto.
Quando la donna gli disse di seguirlo, non riuscì a rifiutare e con lei arrivò al villaggio
(Benvenuti ad Additanza, dove
l’unione fa sostanza). In poche ore Tre era
riuscita a trovargli un lavoro, una casa ed anche degli amici,
infatti, tutti gli abitanti della città erano venuti a dare il benvenuto al
nuovo mugnaio.
Nonostante le preoccupazioni iniziali,
Zero riuscì ad ambientarsi subito in
quel clima di fratellanza e aiuto reciproco, nessuno scomparve a causa
della sua vicinanza, al contrario scoprì che lavorando a stretto contatto con gli altri
poteva nascere qualcosa di bello e di
più grande.
Grazie a queste nuove scoperte
abbandonò tutti i suoi modi superbi e
divenne una persona generosa e di buon cuore e non passò
molto tempo che lui e Tre si sposarono.
E nel paese di Additanza, dove
l’unione è la soluzione, il signor
Zero, la signora Tre, i loro tre figli e i
loro trenta nipotini…
…vissero per sempre felici e
contenti!
Speriamo tanto che questa storia vi sia
piaciuta e che possa aiutarvi con i vostri
bambini!
Carolina, Elisa, Letizia, Marisol, Rita