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Enrica Scorza Steit atenz, steit a sinti Una tradizione epifanica a Chiusaforte éaeLfium~ Eella- ssc- si refi'tringiva ;J- --="apre~osi poj a sud, ~ =:sorgcra Clausa, ~- :;. t~ seguito éltlusa'i? = ,:l~odi@fna Cl!:lusaf0rte»l. ~ Chiusaforte è un comune del Canal del Ferro, che conta una popolazione di circa 700 abitanti; il suo territorio si è sempre trovato, fin dall'antichità, in una posizione di confine. La valle del Fella, salendo dalla confluenza del fiume Tagliamento verso nord-est, si presenta piuttosto ampia fino a Resiut- ta, per poi restringersi all'altezza della galleria chiamata Ponteperaria, che se- gna l'inizio del comune di Chiusaforte. Proseguendo sulla statale Pontebbana si trova, sulla sinistra e a monte di quello che anticamente veniva chiamato colle Castello, il forte denominato cuel Ba- din', edificato nei primi anni del 1900. Da questo punto la valle si allarga per dare spazio agli abitati di Chiusaforte e Raccolana, superati i quali si restrin- ge improvvisamente e rapidamente per formare una gola, una vera e propria chiusa naturale, che un anonimo pelle- 1.1 Re Magi a Grado in visita agli sfollati dopo il terremoto (foto Elio Martina, 1977). l Dal sito web ufficiale del Comune di Chiusaforte. 2 Il 26 ottobre 2008 è iniziato ufficialmente il recupero architettonico del Forte corazzato sul coUe Badin, il cui pro- gramma prevede di restaurare i numerosi edifici che lo compongono per desrinarli a Museo e a luogo di soggiorno per studenti e comitive. I lavori di ripristino e recupero dell'interessante struttura militare sono in via di ultimazione. 55

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Enrica ScorzaSteit atenz, steit a sinti

Una tradizione epifanica a Chiusaforte

éaeLfium~ Eella-ssc- si refi'tringiva ;J-

--="apre~osi poj a sud, ~=:sorgcra Clausa, ~- :;.t~ seguito éltlusa'i? =

,:l~odi@fna Cl!:lusaf0rte»l.~

Chiusaforte è un comune del Canaldel Ferro, che conta una popolazionedi circa 700 abitanti; il suo territoriosi è sempre trovato, fin dall'antichità,in una posizione di confine. La valledel Fella, salendo dalla confluenza delfiume Tagliamento verso nord-est, sipresenta piuttosto ampia fino a Resiut-ta, per poi restringersi all'altezza dellagalleria chiamata Ponteperaria, che se-gna l'inizio del comune di Chiusaforte.Proseguendo sulla statale Pontebbana sitrova, sulla sinistra e a monte di quelloche anticamente veniva chiamato colleCastello, il forte denominato cuel Ba-din', edificato nei primi anni del 1900.Da questo punto la valle si allarga perdare spazio agli abitati di Chiusafortee Raccolana, superati i quali si restrin-

ge improvvisamente e rapidamente performare una gola, una vera e propriachiusa naturale, che un anonimo pelle-

1.1 Re Magi a Gradoin visita agli sfollatidopo il terremoto(foto Elio Martina, 1977).

l Dal sito web ufficiale del Comune di Chiusaforte.

2 Il 26 ottobre 2008 è iniziato ufficialmente il recupero architettonico del Forte corazzato sul coUe Badin, il cui pro-gramma prevede di restaurare i numerosi edifici che lo compongono per desrinarli a Museo e a luogo di soggiornoper studenti e comitive. I lavori di ripristino e recupero dell'interessante struttura militare sono in via di ultimazione.

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grino di passaggio nella zona, nel 1682,definì con la seguente frase: «Qui la na-tura fa illoco forte»3.Chiusa rimarrà ancora a lungo il nomedel paese, con l'aggiunta successiva diquel ', forte' che vuole rimarcare la fun-zione di difesa del nucleo originario.Nel 1867 il comune di Chiusa assunseil nuovo nome di Chiusa-forte, per poi,qualche tempo dopo, perdere anche iltrattino separatore e diventare, sempli-cemente, Chiusaforte'.A causa della sua posizione geografi-ca, l'interazione etnica nel territorio diChiusaforte si è manifestata in manieraprepotente: basti pensare al passaggiodelle popolazioni celtiche, dei solda-ti e colonizzatori Romani, degli Slavi,dei Veneziani, dei Francesi napoleoni-ci, degli Austriaci ... Transiti di eserciti,orde, occupazioni più o meno stabili neltempo, insediamenti anche temporaneidi popoli hanno lasciato il segno nellalingua e nelle tradizioni di questo paese.Tra i riti tradizionali che ancora oggisopravvivono nel territorio di Chiu-saforte c'è, ad esempio, il suggestivolancio delle scaletis', che trae origine daarcaici culti del fuoco. I'usanza si ripro-pone ancora ogni anno durante la nottedel solstizio estivo: sul greto del fiumeFella, a Raccolana, vengono lanciatequadrelle di legno incandescenti che,dopo essere state infilzate su un bastonedi orniello, vengono lanciate ad attra-versare il ponte che collega Chiusafortealla Val Raccolana, perpetuando un an-tico rito propiziatorio.Un' altra manifestazione particolare edegna di interesse, benché di più recen-te origine, è legata alla tradizione reli-

giosa: durante il periodo pasquale vieneallestita sul fianco del monte Jame unacaratteristica croce del Venerdì Santo,realizzata con centinaia di piccoli lumiottenuti da gusci di lumaca.Ma forse, tra le vecchie tradizioni con-nesse con la vita religiosa, si è meglioconservata quella che vede passare perle contrade del centro e per le borgatedella Val Raccolana, nel giorno dell'E-pifania, i Re Magi. Nel 2012 ricorreproprio il cinquantesimo anno dal ri-pristino di questa antica usanza ed è si-curamente interessante provare a riper-correrne le principali tappe. 'Provare' è

2.11gruppo della stellanel gennaio 2012(foto Nives Marcon).

proprio il verbo che riesce più adeguatoin questo caso, poiché per compierequesta ricerca ci si è basati prevalente-mente su fonti orali, interviste e testi-monianze locali, dal momento che unadocumentazione scritta è praticamenteinesistente.La tradizione dei Re Magi e del canto

3 FUCCARO 2011: 8.

4 BULLIGAN 2007: Il.

5 Si utilizza in loco il termine scaletis, che denota con precisione il manufatto di legno di forma quadrangolare,diverso dalle cidulas o cidules di forma circolare, tipiche di molte zone della Carnia:

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della stella non appartiene solo alla zonadel Canal del Ferro, ma si ricollega adun'area ben più vasta: si ritrova, infatti,in molte zone dell'Arco alpino italiano,svizzero, sloveno e austriaco, e addirit-tura in area balcanica; per rimanere piùvicini a noi, sappiamo che è ancora vivain alcune zone della pianura veneta efriulana, e si pratica ancora in alcunipaesi della Carnia, tra cui si possonoricordare Piano d'Arta, Sauris, Raveo,Cleulis, Ovasta di Ovaro, oltre a Do-gna, a Pontebba e altri luoghi ancora.A Chiusaforte tale tradizione si ricopredi indubbia originalità e offre spunti dicuriosità interessanti anche a chi nonè del luogo. In questo giorno di festa,infatti, i Re Magi sono soliti indossarei tradizionali costumi orientali e andareper le strade del paese accompagnati daun personaggio in veste di pastore cheporta una caratteristica stella che po-tremmo definire veramente sfarzosa peri colori che l'adornano; mentre la stellagira, mossa da una semplice manovella,

i Magi intonano un canto semplice eingenuo, dal carattere profondamentepopolare.Sappiamo che l'usanza ha avuto origi-ni in ambito tirolese già verso la metàdel XVI secolo. Erano gli studenti dellescuole religiose a cantare canti sacri edevozionali di carattere natalizio du-rante le questue, allo scopo di racco-gliere fondi per le proprie scuole. Que-sta pratica si sarebbe poi diffusa dallecittà alle campagne e sarebbe penetratanella tradizione popolare, diventandouna sorta di elemento di connessione'trasversale' che accomuna i popoli delcentro Europa, oltre i confini religiosi(è presente tra i cattolici e i protestanti)e geografici.Non ci sono elementi sufficienti per de-finire con precisione le origini cronolo-giche di questa tradizione nel territoriodi Chiusaforte. Si sa che già parecchianni prima dell'inizio del Secondo con-flitto mondiale, gruppi di bambini dellediverse borgate della Val Raccolana (Sa-

3. /I gruppo dei bambininei pressi del Fontanondi Goriude nel gennaio2012(foto Nives Marcon).

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letto, Piani, Tamaroz, Patocco) eranosoliti riunirsi per poi visitare le famiglie(probabilmente durante tutto il periodonatalizio e solo in seguito limitatamen-te al giorno dell'Epifania) allo scopo diraggranellare qualche soldo in cambiodell'annuncio della lieta novella.Per i bambini questo era un vero e pro-prio evento atteso con molta impazien-za: la sera della vigilia salivano nei solaia cercare la stella, che doveva essereadeguatamente preparata e addobbataper l'occasione. «La stella era costru-ita nel rispetto delle regole impostedall'antica tradizione: l'intelaiatura dilegno, ricoperta di cartone, consistevain cinque piramidi molto affusolate, lecui basi quadrangolari poggiavano suilati di un doppio pentagono, al centrodel quale passava un perno che fissa-va la stella al manico - pure di legno- permettendole un moto rotatorioimpresso da un'apposita manovellas",Essa doveva essere rispolverata, even-tualmente riparata, e variamente ad-dobbata ogni anno; le donne di fami-glia raccoglievano santini e immaginisacre variopinte, che venivano incolla-te alla stella, fino a tappezzarla comple-tamente. Il risultato era un mosaico ditante nuove tessere policrome, poichéquelle ingiallite dal tempo o sgualcitevenivano sostituite. Sui vertici dellepunte venivano appiccicate strisce distelle filanti di vari colori, riunite inciuffi, cosicché, quando la stella girava,richiamava, come un cerchio lumino-so, l'effetto di una girandola luminosa,a imitazione di una sfolgorante come-ta. Se la memoria storica del paese nonè errata, pare che, originariamente, lastella fosse a sei punte, mentre a parti-

re dagli anni '60, con il ripristino dellatradizione da parte dei Re Magi adulti,è stata costruita nella forma tradiziona-le a cinque punte.Una volta preparata la stella, i bambiniimparavano e ripetevano la nenia cheaccompagnava questo rito tradiziona-le. Si tratta di una cantilena di carat-tere popolare, caratterizzata dall' acco-stamento di due melodie semplici e ri-petitive, non notata musicalmente, matrasmessa a voce da molte generazioni.Il testo del canto è invece il risultatodell'unione di due testi di provenienzadiversa. Il primo, Noi siamo i tre magidell'oriente, è molto diffuso nella tra-dizione alpina italiana e ha la sua pri-ma attestazione scritta in una raccoltadevozionale intitolata Sacri canti, dataalle stampe dal sacerdote di Tesero (Valdi Fiemme) Giovanni Battista Michiverso la fine del XVII secolo. Il secon-do è il noto Staimi atenz, anticamenteattribuito ad Ermes di Colloredo, maoggi con sicurezza riportato nell' ambi-to della produzione teatrale gesuiticadel Settecento. I versi hanno infattiuna forte connotazione drammaturgi-ca e si prestano ad essere messi in sce-na. Sono però diffusi nella tradizionepopolare friulana in forma frammenta-ria e sono usati come canto natalizio?Chiude il canto il tradizionale auguriodei cantori questuanti, come si trovaun po' ovunque in quest'usanza.

-Nella tradizione chiusana, come in al-tri luoghi, la nenia dei Re Magi non èaccompagnata da strumenti musicali;tuttavia non si può escludere che neitempi più remoti se ne facesse uso, con-siderato che nel testo si trovano espli-citi riferimenti ad un violin, un violon

6 BRACCO 1992.

7 Quali testi di riferimento essenziali sulla tradizione della stella si possono citare MORELLI 2001 e STAREC 2003.

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e un siulot: Si potrebbe obiettare chetali vocaboli possano servire a crearedelle rime, a dare musicalità al testo,ma francamente ciò appare un po' ri-duttivo, visti il contesto e il riferimentoad altre tradizioni nelle quali l'accom-pagnamento strumentale esiste tuttora.Il testo del canto dei Re Magi ha subitoalcune modifiche nel corso del tempo,

: [E} Nvi siamo i tre Re Magi [e}~ dell'oriente~ abbiam visto la gran stellaLclella qual pvrta novella [e di cuiPlortiam novella}n~ieJ del Signor.e.~' Com'è nato il Salvatore [Dov'è nato ilE Salvatore]r redentor ai tutto il mondoLt« il peccato.fAbbiam molto cavalcato~ seguitando la gran via

come un santo e ver Messia [nellanotte di Maria)nella notte di Maria [dovè il santo euer Messia?].Gesù Cristo in carne puranoi andiamo all'avventuraper adorare nostro Signore.

Stei: atenz, steit a sinttune 'razion che usfds stupi.

~"ncl-J"'''i''" che nasseue gnostri Signorvave une stele d[gran splendO~

.." pareve ch'afos culì ~ ""!'usive la lune come un' bielaì.",ili flurivin cjamps, mont(eyrats,

rosis e violis in cuantitdt. -No lu saueis, no tu saveis? -intune stale lu cjatareis.

a causa della trasmissione affidata soloall'oralità. Dopo che nella fase inizia-le si sono registrate alcune varianti ocongiunzioni aggiunte (segnate traparentesi quadre), oggi il testo si è cri-stallizzato in una forma che potremmodefinire definitiva. Va ricordato che laparte finale del primo verso di ognistrofa nel canto viene ripetuto.~---..Plen di fieit e dut glaciatil bu e l'asinel lu scjaldavin cui fo1.t.E chel vecjut çussi grisutl'agnul custotlailchel biel fiutoE le Madonecun::chel biel vispareve un agniiilai paradisoAi erin cuatri i pa~tore~ce vevino non, ce vevino non?Martin, Marcon, Linàs, Simon.E tu Martin culto violinfai une danze 4 Gesù bambinoE tu Marcon cul to violonfai une danze al to paron.E tu Linàs sta achì cui cjanviout che illouf noiasi dal dan.E tu Simon cui to siulotfai une danze a chestegnot.Ai cjantavin ducj i uceitant i luiars che ifrangei [tant cheizovins che cbei siei],Ai qantaoin duGj, duc}fin tramai curucucucj.

Grazie tante delpl..!St}'ltegrazie-ancora ,çfdfavoretorneremo-un altta annose ciòpiace d voi~ignore [se vi piace avoi signore]. "Buon Natale, Epifaniafelice anno signoria [felice nottesignoria]'.

8 Siulot (con sibilante postalveolare sorda, pronunciata come l'italiano 'scena') è la variante chiusana del termine friu-lano siuilot che indica lo zufolo, uno strumento a fiato di forma rustica il cui suono ricorda quello di un fischietto.

9 Il testo è tratto da Cem'tt Scluse? Panorama in versi di Chiusaforte, pp. 66-69. Le varianti sono desunte dal confrontotra il testo scritro citato e la versione attualmente cantata dai Magi a Chiusaforte.

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Si noti l'inizio della seconda parte deltesto: quello steit atenz sembra quasiuna perentoria richiesta di attenzione,un invito ad ascoltare una novella cheparla di 'cose grandi' in forma umile.Il termine orazion qui ha il significatonon di preghiera, come sarebbe lecitosupporre, ma di discorso pubblico, di-scorso solenne, rivolto com' è, infatti,agli uomini e non alla divinità. Per lanascita di Cristo, la natura si presentarigogliosa (fiorivano i campi, i montie i prati) nonostante il gelo invernale;la notte è illuminata dallo splendorelunare, si fa riferimento alla stele digran splendsr, cioè la cometa; tutti gliuccelli riempiono il silenzio notturnocon il loro canto.Interessante è la presenza di quattropastorelli che avevano il compito dirallegrare l'evento con l'esecuzione diuna sonata strumentale (Martin, Mar-con e Simon) mentre Linàs con il suocane doveva vigilare affinché ancheil lupo (percepito come un pericolonell'immaginario collettivo del mon-do rurale di un tempo) rispettasse lasolennità della Santa notte.Uno degli aspetti più peculiari del te-sto tramandato nella tradizione chiu-sana riguarda i nomi utilizzati perindividuare questi quattro pastorelli.Nella versione originaria essi eranoMartin (Martino), Macòr (Errnaco-ra), Linart (Leonardo) e Simon (Si-mone). Con il tempo e il passaggiodella tradizione orale di generazionein generazione, i nomi di Macòr e Li-nart hanno subito l'interessante adat-tamento- in Marcon e Linàs. In questomodo si volevano ricordare alcuni trai cognomi più diffusi a Chiusafortee nella val Raccolana fin dal 1700:Martin (Martina), Marcon e Linàs(Linassi).

Ancora una variante degna di menzio-ne. Forse anticamente, nei versi chericordano gli uccelli che cantavano vierano sia quelli giovani che quelli vec-chi itant chei zouins che chei viei): la so-stituzione con i nomi specifici di luiarsefrangei (lucherini e fringuelli) pare siastata influenzata dalla pratica dell'uc-cellagione fortemente radicata in loco.L'ultima parte del canto, come si giàdetto, era la strofa di commiato concui i bambini (e oggi gli adulti abbi-gliati da Tre Re) si congedavano dallefamiglie cui facevano visita. La fraseera certamente meno 'spirituale', maugualmente importante per i fanciulliche, alla fine del giro, si dividevano isiops, ovvero i piccoli doni ricevuti dal-la gente: noci, mandarini, mele, uova e.pochissime monetine.Durante la Seconda guerra mondiale latradizione dei Re magi e della stella vaa perdersi; è infatti molto difficile re-perire precise informazioni su questosingolare rito Epifanico in relazione aquesto periodo.Qualche anno dopo, nel 1960, il Mo-vimento giovanile austriaco organizza,durante le festività natalizie, il passag-

4.1 tre re cantanoa Raccolana(foto Roberto Frisano,2007).

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gio fino a Chiusaforte di un gruppodi giovani, i Cantori della stella che,al canto di nenie di Natale, passanoper le strade e visitano le case racco-gliendo aiuti per le Missioni". Pro-babilmente stimolati anche da questoavvenimento, nel 1962 un gruppo diabitanti chiusani decide di ripristinarel'antica tradizione dei Re Magi: Rober-to Martina, Sergio De Monte ed Eva-risto Longhino si organizzano, fannorealizzare e indossano lussuosi vestiti ebardature orientali (le stoffe arrivavanoproprio dall'Arabia Saudita!) 11, mentreRenato Fuccaro da Raccolana indos-sa i panni del pastore che fa girare lastella colorata. La prima uscita in paesedei Re Magi adulti avviene, quindi, il6 gennaio 1962, con tappa nei tre piùprestigiosi locali pubblici dell'epoca:l'Albergo Martina, l'Albergo Pesamo-sca e l'Osteria CatufQualche anno più tardi porterannoquesta tradizione anche nelle chieseparrocchiali di Chiusaforte e Racco-lana, dove la nenia dell'Epifania verràeseguita durante la liturgia (ma privatadell'ultima parte di contenuto decisa-mente profano).Successivamente si porteranno anchenei paesi viciniori della vallata: a Do-gna (che riprenderà poi la tradizionechiusana, con la differenza che la stellanon viene fatta girare, ma resta immo-bile), a Resia e a Pontebba, dove verràripresa per qualche tempo dai giovani

del luogo. Nel 1977 i Re magi di Chiu-saforte effettuano un'uscita addiritturaa Grado e a Udine (allo stadio Friuli),dove sono accolti con molta curiosità edove la loro esibizione riscuote un lu-singhiero successo".Il 6 gennaio 2003 alcuni bambini delpaese (jenny Farinella, Alice Pozzecco,Maria Giustina Orlando e Michele Do-nadelli) si affiancano ai Re Magi adultiper apprendere la cantilena e dare con-tinuità alla tradizione. Vestiti anch' essicon costumi di foggia orientale, fan-no girare una stella di dimensioni piùpiccole che ha la particolarità di esserestata ricostruita con l'antica struttura asei punte, nel rispetto della tradizioneoriginale. Da quella data, ogni annoe fino ad oggi, Magi bambini e adultitrascorrono insieme l'intera giornata

5.11'viaggio'del gruppo della slellain val Raccolana(folo Roberto Frisano,2007).

IO VOUSDI SCLUSE1960: gennaio.

Il ella tradizione più remota gli abiti venivano confezionati in forma semplice dalle donne del paese, in particolaredalla signora Andreina Bulfon, che cuciva anche i tradizionali scarpez che i Re Magi calzavano, ornandoli sui laticon una vistosa decorazione dorata che richiamava un suggestivo effetto orientaleggiante. Il mantello era ricavatodal drappo che si era soliti esporre alle finestre in occasione della processione per la festività del Corpus Domini. Allametà degli anni Sessanta risale la realizzazione degli attuali vestiti grazie all'importazione di pregiate stoffe orientalidall'Arabia Saudita su interessamento del signor Roberto Martina. Le raffinate tele che impreziosiscono i foularddei Magi e il tessuto per le maniche sono stati donati, sempre a metà degli anni Sessanta, dalle signorine Giuseppinaed Eliana Fonrcbasso, appartenen~i ad una delle più conosciute famiglie di Chiusaforte.

- Alcuni filmati degli anni Settanta sono visionabili sul sito YouTube.

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dell'Epifania, passando nei locali delpaese e delle borgate della val Raccola-na fino a Sella Nevea e assistendo allaMessa celebrata nella parrocchiale".

Concludo con la speranza che que-sta mia descrizione stimoli l'ulterioreapprofondimento della tradizione di

Bibliografìa

Chiusaforte che, oltre alle eventuali altretestimonianze materiali quali fotografieo documenti scritti (le immagini ante-riori agli anni '60 sono difficili da repe-rire), è strettamente connessa con i ricor-di di chi l'ha vista e praticata. A questepersone va il mio ringraziamento per ladisponibilità e le testimonianze rese",

BRACCO1992 (pseudonimo) = Latino Fuccaro, Storie di frontiera, «LaVous di Scluse (Raccolta di Bollettiniparrocchiali 1976-2006), dicembre 1992.

BULLIGAN2007 = Franca Bulligan et alii, Toponomastica del Comune di Chiusaforte, Udine, Comune di Chiu-saforte, 2007, voI. II.

Cemùt Sclusei Panorama in versi di Chiusaforte, autori vari, presentazione di Iralo Pielli, disegni di Flavio DellaMea, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1980.

FUCCARO2011 = Latino Fuccaro, Chiusaforte e la Val Raccolana, Udine, La Chiusa Edizioni, 2011.Vous DI SCLUSE1960 = «La Vous di Scluse (Raccolta di Bollettini parrocchiali 1957-1965).MORELLI2001 = Renato Morelli (a cura di), Dolce felice notte ... : i sacri canti di Giovanni Battista Michi (Tesero,

1651-1690) e i canti di questua natalizio-epifanici nell'arco alpino, dal Concilio di Trento alla tradizione oralecontemporanea, Trento, Giunta della Provincia autonoma, 200 l (Quaderni Trentino cultura 2).

STAREC2003 = Roberto Starec, Voci delle feste: canti di nozze e canti calendariali in Friuli, Udine, SocietàFUologica Friulana, 2003.

tal:l!)@;;a;Scluse-a-tornarin -acscomença.un vieri rituàl tradizional' chel dai Tré':s, che ~;livfn vie pA bore efintremai a Racolane cjantant la naine "Steii-atenz;t a si1iJ!'~-Iije une~aesplui antighis tradizions di Scluse, insiemi cun ché des 'sca-

e e jr:rec stade dis'f!!enteade;!in cuant che eje stade ristabilide, za fa cincuanteE éjtJi!~par ffiilte tradizion, a tirin}ù ifruts.

;~~~~~ m-::2':filllij;o;

" Attualmente i bambini che vestono i panni dei Re Magi sono: Tania Filaferro, Eleonora Pozzecco, Davide Compas-si e Christian Della Mea. I Re Magi adulti sono rappresentati da Silvano Martina, Luca Di Val, Gabriele Martinae Dante Bulfon.

"Porgo il mio più sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno offerto il loro aiuro prezioso per la realizzazionedi questO articolo. Un caloroso grazie a Sergio De Monte, testimone diretto della tradizione e figura storica dei ReMagi per le notizie fornite; ad Andreina Bulfon che veste i Magi chiusani da cinquant'anni, gelosa custode dei loro'segreti'; a Nives Marcon Paolini per le fotografie e le riprese video del 6 gennaio 2012; a Latino Fuccaro, Fabio Or-lando e Antonino DaneluttO per le notizie storiche locali; a Elio Martina per la gentile concessione delle fotografiedei re Magi degli anni Sessanta; a Roberto Frisano per l'inquadramento storico del rito dei Re Magi e della stella.Il mio commosso pensiero e ricordo va a Dante Bulfon, che per moltissimi anni ha tenuto viva quesra tradizionevestendo i panni del pastore che fa girare la stella, improvvisamente mancato il 20 gennaio 2012.

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