Star bene a scuola:

una proposta di intervento per la

prevenzione del disagio

scolastico

Dott.ssa Angela Basile

Psicologa, Psicoterapeuta

• Come descriverebbe un buon gruppo di lavoro?

• Quali i punti di forza e quali quelli di debolezza?

• Come descriverebbe con una metafora il gruppo di lavoro di cui fa

parte?

• In che modo il suo gruppo di lavoro è cambiato negli anni?

• In che modo ha affrontato le novità (inserimento neo assunti,

pensionamenti, licenziamenti, cambio di sede o di leadership ecc…)

• Di cosa avrebbe bisogno ora il suo gruppo di lavoro?

• Come viene fuori la spontaneità e la creatività dei singoli membri?

• Le viene in mente un episodio , un momento in cui il gruppo di

lavoro ha espresso al meglio la sua creatività? E un altro in cui essa è

stata ostacolata?

• Cosa desidera per il suo gruppo di lavoro (come vorrebbe che

cambiasse/quale cambiamento auspica). Cosa manca? E in cosa

potrebbe migliorare?

In un gruppo di lavoro le emozioni sono un

supporto necessario per la creatività di ciascuno e

per il desiderio di dare il meglio di sé all’azienda a

cui ci si sente appartenenti. Questa ottica

restituisce dignità alle “emozioni in azienda”,

laddove la logica della tecnologia occidentale

vorrebbe farle intendere come un “bastone tra le

ruote”.“

PREVENZIONE DELLO STRESS: UN APPROCCIO

FENOMENOLOGICO

L’approccio fenomenologico è basato sull’osservazione

dell’esperienza, del vissuto della persona che fa parte

di un’organizzazione.

Questo significa che la prima domanda da porci è:

“qual è l’esperienza della persona inserita

nell’organizzazione?”

La cura dell’organizzazione deve partire dal tenere

conto di ciò che i membri di un’organizzazione

sentono e da come si sentono reciprocamente

L’enfasi è posta sulla dimensione emotiva e

relazionale: come mi sento, cosa provo e cosa

provo con te.

Una organizzazione che non vede l’individuo

nel proprio bisogno di crescere e stare bene

con gli altri rischia di non cogliere il malessere

© Istituto di Gestalt HCC Italy - Vietata la riproduzione

E’ IMPORTANTE GUARDARE AL

LIVELLO DI ENERGIA CHE CIRCOLA

NEL CONTESTO LAVORATIVO

C’è interesse per ciò che si fa?

C’è grinta, entusiasmo?

Se ci si sente visti (nei propri bisogni) e ci si sente

rispettati o apprezzati, la quantità di l’energia che si

investe nel proprio lavoro (motivazione) aumenta.

Quando l’energia non circola si avrà:

-o stagnazione, cristallizzazione, apatia (implosione a

livello di gruppo)

-o tensione, agitazione (esplosione nel gruppo).

UNA FRASE KILLER PER LA

MOTIVAZIONE:

NESSUNO E’ INDISPENSABILE,

TUTTI SONO SOSTITUIBILI

L’accettazione e la valorizzazione della

propria unicità è il primo passo verso

la creazione di un clima di gruppo che

favorisca il coinvolgimento

e la partecipazione.

Se non c’è fiducia nel contributo significativo di

membro del gruppo, l’esperienza che si vive è

quella di una crescente insicurezza e di una

diminuzione vertiginosa della responsabilità.

Tanto più una organizzazione ragiona in termini di

rigidità gerarchica, di controllo e regole tanto più si

avrà nei dipendenti un senso di

deresponsabilizzazione.

Se si desidera ridurre il livello di stress di una organizzazione

l’obiettivo da perseguire è la maggiore presenza possibile dei

membri del gruppo di lavoro in termini di vitalità e interesse.

.

Valorizzazione e apprezzamento sortiscono un

potente effetto sulla motivazione e l’interesse.

INDICATORI SOGGETTIVI DI MALESSERE

• Risentimento verso l’organizzazione

• Aggressività inusuale e nervosismo

• Sentimento di inutilità

• Sentimento di irrilevanza

• Sentimento di disconoscimento

• Insofferenza nell’andare al lavoro

•Disinteresse per il lavoro

• Desiderio di cambiare lavoro

• “Pettegolezzo”

• Aderenza formale alle regole e anaffettività lavorativa

• Lentezza nella prestazione

• Confusione organizzativa in termini di ruoli, compiti, funzioni

• Venir meno della propositività a livello cognitivo

• Assenteismo

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INDICATORI INDIVIDUALI DI BENESSERE E DI SALUTE

ORGANIZZATIVA

• Soddisfazione per l’organizzazione

•Voglia di impegnarsi per l’organizzazione

•Sensazione di far parte di un team

•Voglia di andare al lavoro

•Sensazione di autorealizzazione

•Convinzione di poter cambiare le condizioni negative attuali

•Rapporto equilibrato tra vita lavorativa e privata

•Relazioni interpersonali positive

•Valori organizzativi condivisi

•Credibilità del menagement

•Stima del menagement

•Percezione di successo dell’organizzazione

Questionario

sullo stile di comunicazione degli

insegnanti

Profilo di assertività di Gillan

Esistono tre stili comunicativi:

Aggressivo Assertivo Passivo

STILE PASSIVO:

CARATTERISTICHE

- timido, insicuro, sottomesso

- Ha fiducia negli altri ma non in se stesso

- Manifesta imbarazzo quando riceve complimenti

- Non si mette mai in mostra, è arrendevole con tutti

- “fai tu”, “dove vuoi”, salvo poi incolpare gli altri se qualcosa va storto

- Viene frainteso per la sua mania di non parlare chiaro

- Lascia decidere gli altri e così il più delle volte non ottiene ciò che voleva

- Perde la stima degli altri e ogni autorità

STILE PASSIVO:

Manifestazioni non verbali GESTI

Espressione del volto

Tono di voce e ritmo del discorso

- Si torce le mani

- Giocherella con un oggetto, parte del corpo o dell’abito

- Annuisce spesso con aria sottomessa

- Altri gesti nervosi

- Mancanza di espressione

- Occhi bassi,

- Espressione annoiata, contrariata, assente

- Cenni di assenso

- Fioco, sommesso, lamentoso

- Ritmo del discorso rapido quando è ansioso, esitante quando è dubbioso

STILE PASSIVO:

Comportamento Davanti a due contendenti dà ragione ad entrambi;

Si rifiuta di prendere rischi;

Non reagisce quando viene maltrattato;

Chiede permesso anche quando non è necessario

Impiega le energie nell’evitare i conflitti perché si sente impotente e incapace di vincere

Si lamenta invece di reagire

Cerca l’approvazione degli altri mostrandosi altruista, disinteressato e paziente

Cerca la protezione degli altri

È servizievole e obbediente

STILE PASSIVO:

SENTIMENTI

Dissimula i suoi sentimenti

Si sente una vittima, manipolato, dominato

Si sente inferiore

depresso

STILE AGGRESSIVO:

CARATTERISTICHE

- raggiunge i suoi scopi spesso a scapito degli altri

- sempre a caccia dell’errore

- esigente, arrogante, dispotico e prepotente

COMPORTAMENTO

- Mortifica gli altri

- Risponde con violenza creando imbarazzo

STILE AGGRESSIVO:

Manifestazioni non verbali

Gesti

Espressione del volto

Sguardo

Tono di voce e ritmo del discorso

- Segna a dito, agita le mani, spinge, batte i pugni sul tavolo, sbatte la porta, scaglia oggetti

- Accigliata, guarda con aria critica

- Fulminante, inquisitorio, fisso

- Critico, tonante,squillante, strilla e strepita

- Ritmo del discorso rapido e implacabile

Stile passivo Stile aggressivo

VANTAGGI

- Si evitano i conflitti a breve termine

- Si ottiene la simpatia

- Si assumono minori responsabilità

- Messaggi manipolanti (controllo degli altri

COSTI

- Frustrazione

- Disimpegno

- Inimicizie/conflitti

- Scarsa autostima e autoefficacia

VANTAGGI

- Risultati a breve termine

- Sensazione di dominare la situazione

- Ci si sente forti e apprezzati

COSTI

- inimicizie, isolamento

- Rapporti basati sul timore

- Percezione dell’ostilità degli altri

Per “assertività” s’intende la capacità di affermare la propria posizione, idea difendendola senza aggressività e rispettando al contempo la posizione altrui che può risultare anche diversa.

Affermare se stessi senza prevaricare gli altri

STILE ASSERTIVO:

Caratteristiche

- Non condanna

- Osserva i comportamenti, non li etichetta

- Accetta e rispetta se stesso e gli altri

- È comprensivo, sa perdonare

- Ha fiducia in sé e negli altri

- Coscienzioso, compassionevole, tollerante, paziente

- Entusiasta

- Consapevole

- Ha stima di sé

- Aperto, flessibile, versatile

- Costante,

- Ama lo scherzo, ha senso dell’umorismo

- Sa cosa vuole è determinato e intraprendente

STILE ASSERTIVO:

Comportamento Mai rinunciatario;

Sa cosa vuole e lo insegue razionalmente;

Orientato all’azione

Deciso, riflessivo, fiducioso, responsabile

Leale, corretto, coerente

Fa tutto quello che è necessario per raggiungere i suoi obiettivi ma senza tuttavia calpestare i diritti degli altri

È pronto alla trattativa, al compromesso, all’accordo

Prende l’iniziativa per rimuovere risentimenti e malintesi

STILE ASSERTIVO:

Manifestazioni non verbali

Gesti

Espressione del volto

Sguardo

Tono di voce e ritmo

del discorso

- Aperti, cordiali

- Attenta, interessata,

comprensiva

- Corrispondente alla

comunicazione verbale

- Diretto, costante

- Medio, adeguato all’argomento

STILE ASSERTIVO:

ESPRESSIONI VERBALI

“Ho deciso di …………….”

“Tu che cosa ne pensi?...........”

“Parliamone”

“Che alternative abbiamo?”

“Riconosco che avrei potuto anche fare

diversamente”

STILE ASSERTIVO:

Convinzioni

Sbagliando si impara

Un errore non è mai definitivo, si può sempre

rimediare

E’ importante credere in sé stessi e negli altri

Essere assertivi non significa riuscire sempre

ma operare nel migliore dei modi

Rispettare sé stessi e gli altri

Io ho i miei diritti ma anche gli altri ne hanno

STILE ASSERTIVO:

Sentimenti

Gioia

Entusiasmo

Benessere

Serenità

Empatia

STILE ASSERTIVO:

Stile di comunicazione Struttura e dinamica del

messaggio assertivo

Caratteristiche del messaggio assertivo

Davanti l’asserzione negativa

- Ascolto empatico (capire realmente le parole e percepire sentimenti ed emozioni

- Tecniche per l’ascolto attivo: riformulazioni e verbalizzazioni

- Descrizione non valutativa del comportamento

- Accettazione ed espressione del sentimento

- Indicazione degli effetti dal comportamento su cui si è deciso di intervenire

- Diretto

- Onesto

- Coerente

- Adeguato

- Favorisce l’interazione tra gli interlocutori

- Accettazione della critica

- Dichiarazione della propria disponibilità a migliorare

STILE ASSERTIVO:

Effetti dello stile assertivo

Accresce la fiducia

Gratifica

Solleva il morale

Fa sentire compresi e apprezzati

Fa sentire motivati e compresi

Educare all’assertività significa far acquisire uno stile comunicativo adeguato ed efficace che consente di relazionarsi agli altri in maniera positiva

Potenziare nei bambini uno stile assertivo significa allenarli a:

Riconoscere le proprie emozioni, sentimenti…

Essere in grado di saper esprimere liberamente la propria posizione in maniera chiara;

Avere senso di responsabilità delle proprie azioni, e delle loro conseguenze;

Mettersi nei panni degli altri cercando di capire i diversi punti di vista;

Essere disponibili verso gli altri

Saper ascoltare in maniera attenta e ricettiva;

Avere un comportamento partecipativo

Si sviluppano a partire dall’età prescolare e consentono al bambino di modulare il proprio egocentrismo al fine di relazionarsi in maniera positiva con coetanei e adulti

Saper collaborare

Saper cooperare

Saper contenere la propria rabbia

Capacità di gestione del conflitto

Capacità di negoziazione

Empatia

Un buon livello di autostima corrisponde a migliori esiti in termini di benessere e qualità della vita in età evolutiva;

Una bassa autostima è uno dei fattori spesso implicati nella genesi di alcuni disturbi dell’infanzia (deficit dell’attenzione, cognitivi, dell’apprendimento, fobie…)

Apprezzare i bambini per quello che sono: con messaggi verbali (es. “sei proprio un bravo bambino”); o con messaggi non verbali (es. sedendosi accanto a lui, sorridendogli e guardandolo negli occhi);

Apprezzarli per ciò che fanno, gratificandoli ogni qual volta raggiungono degli obiettivi;

Evitare i giudizi e le generalizzazioni: si attaccano come etichette;

Non estremizzare i confronti tra i bambini/ragazzi;

Nell’esprimere una critica, indirizzatela maggiormente al comportamento che ritenete sbagliato e non alla persona;

Sforzatevi di comprendere il punto di vista del bambino/ragazzo

Esempi di esercitazioni per

ragazzi