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SOMMARIO
1. GENERALITÀ ........................................................................................................ 1
2. CARATTERISTICHE SOMMARIE DELL'OPERA IN PROGETTO ......................... 5
3. CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE, LITOLOGICHE E ......................... 6
IDROGEOLOGICHE ...................................................................................................... 6
INQUADRAMENTO TETTONICO ......................................................................................... 6
CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE .......................................................................... 6
CARATTERISTICHE GEOLOGICHE E LITOLOGICHE ............................................................. 9
CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE ............................................................................. 9
4. FENOMENI DI DISSESTO E VINCOLI IDROGEOLOGICI .................................. 10
5. COMPATIBILITA’ DELL’INTERVENTO CON LO STATO DI DISSESTO ESISTENTE
.............................................................................................................................................. 11
6. PROBLEMATICHE RELATIVE ALL’INTERFERENZA VALANGHIVA ..................... 14
7. ASPETTI GEOTECNICI ...................................................................................... 16
OPERA DI PRESA ......................................................................................................... 16
CONDOTTA FORZATA ................................................................................................... 17
CENTRALE IDROELETTRICA .......................................................................................... 18
8. CONCLUSIONI .................................................................................................... 19
ALLEGATI
- Cartografia geologica-geomorfologica alla scala 1:5.000
- Stralci delle Cartografie degli Ambiti Inedificabili per Frana, Inondazione e valanga alla scala
1:5.000.
STUDIO GEOLOGICO-TECNICO
Dr. Stefano De Leo
Indagini Geologiche, Geotecniche, Idrogeologiche
Analisi Petrografiche - Studi impatto ambientale
Uff.: via Kaolack, 13 - 11100 AOSTA - Fax (0165) 26.70.64
C.F. DLE SFN 60D20 A326Q - P.I. 00489980078
REGIONE AUTONOMA
VALLE D'AOSTA
COMUNI DI GRESSONEY ST. JEAN E GABY
PROGETTO DI DERIVAZIONE D’ACQUA AD USO
IDROELETTRICO DAL TORRENTE LYS
Progettisti: Studio Tecnico GIERREVU e Ing. Alberto Grimod
Committente: Sig. Edi Vuillermoz
RELAZIONE DI FATTIBILITA’ GEOLOGICA-GEOTECNICA
STUDIO DI COMPATIBILITA’ CON LO STATO DI DISSESTO
RELAZIONE DI INTERFERENZA VALANGHIVA
Maggio 2012
ALLEGATO CARTOGRAFICO
1. GENERALITÀ
Su incarico del Sig. Edi Vuillermoz e in ottemperanza a quanto disposto dal D.M.
14/01/2008 e della L.R. 11/98, è stata eseguita un’indagine per accertare la fattibilità
geologica e idrogeologica e la compatibilità con lo stato di dissesto del progetto, a
firma dello Studio Tecnico GIERREVU e dell’Ing. Alberto Grimod, di derivazione
d’acqua ad uso idroelettrico dal torrente Lys , nei comuni di Gressoney St. Jean e
Gaby.
Il lavoro si è basato sulle osservazioni effettuate nel corso dei sopralluoghi
eseguiti nel periodo primavera 2008-primavera 2012 e ha potuto valersi anche
dell'esperienza acquisita dallo scrivente nel corso di altre indagini svolte nella zona, in
particolare per la redazione delle cartografie degli ambiti inedificabili per frana e
inondazione.
Tali osservazioni hanno consentito in questa prima fase di individuare i tratti
geomorfologici, litologici e idrogeologici dell'area, allo scopo di verificare la fattibilità
degli interventi rispetto alle caratteristiche dei siti e dei terreni interessati e inquadrare
le problematiche da sviluppare in sede di progettazione esecutiva.
Si precisa che, per quanto riguarda le Cartografie degli Ambiti inedificabili
(L.R. 11/1998) e quindi il regime autorizzativo che riguarda gli interventi, i settori da
essi interessati sono coperti dalle relative cartografie del Comune di Gressoney St.
Jean e del Comune di Gaby, già approvate dalla Regione per i vari ambiti previsti
(frane, inondazioni e valanghe) e prodotte, per il primo comune, da me stesso per
quando riguarda frane e inondazioni e dal Dr. Enrico Ceriani per le valanghe, mentre
per Gaby esse sono state redatte dall’Ing. Piero Béthaz e dal Dr. Davide Bolognini. Il
tracciato attraversa settori classificati ai sensi dell’art. 35 (frane) della L.R. 11/98
e s.m.i. come Fc1 (fascia di cautela con vincolo di F1 a elevata pericolosità) e F2
e Fc2 (aree a media pericolosità). Per l’Art. 36 (inondazione) il tracciato interessa
settori inseriti in fascia A, B, C e Ic con vincolo di fascia A. Tali vincoli comportano
la necessità di produrre uno “Studio di compatibilità con lo stato di dissesto esistente”,
contenuto nella presente relazione, che verrà valutato dalle strutture regionali
competenti in materia di difesa del suolo e di risorse idriche nel quadro della
procedura di V.I.A..
Per quanto riguarda il rischio di valanga, il tracciato attraversa settori in
fascia V2, V3 e Va, per cui si rende necessario uno “studio di interferenza
valanghiva” e il parere del competente ufficio regionale. Considerata la scarsa
incidenza delle opere rispetto ai fenomeni attesi, tale studio è stato proposto nella
presente relazione in forma semplificata, come previsto dalla D.G.R. 1384/2006.
Alla relazione vengono allegati i seguenti elaborati:
Schema geomorfologico e dei dissesti alla scala 1:5.000;
Stralci delle Cartografie degli Ambiti Inedificabili per Frana, Inondazione e
Valanga alla scala 1:5.000.
Stralcio della cartografia per valanga su base catastale (scala 1:2.000).
2. CARATTERISTICHE SOMMARIE DELL'OPERA IN PROGETTO
Il progetto riguarda la realizzazione di un impianto idroelettrico, composto da
opere di derivazione di acqua, da condotta forzata e da centralina di produzione,
localizzato lungo il torrente Lys tra le località Possag del comune di Gressoney-Saint-
Jean a quota 1263.20 m. slm e la località Pont Trenta del comune di Gaby a quota
1158 m. slm.
Il progetto prevede le seguenti opere principali:
trappola di presa costituita da un canale in c.a. con spallette di spessore di
cm 60 e fondo in c.a. eventualmente protetto contro l’azione erosiva da una
lamiera in acciaio;
vasca dissabbiatrice, costituita da una struttura in cemento armato
completamente interrata, con dimensioni in pianta di 28,4 x 14,40 m. Essa
viene inserita nella sponda al margine dell’alveo di piena straordinaria del
Lys, a distanza di alcuni metri (6-10 metri) dalla strada regionale;
condotta forzata, costituita da un tubo in acciaio del diam. di 1200 mm della
lunghezza di 1258 m. A seconda dell’alternativa che verrà prescelta, la sua
realizzazione richiederà opere speciali di ancoraggio profondo alla roccia
della sponda rocciosa del Lys, attraversamento di piccoli impluvi su travi in
c.a. o in acciaio reticolare con spalle ancorate alla roccia (alternativa a valle
della strada regionale); sbancamenti lungo la strada regionale, sbancamenti
in terreno detritico a grossi blocchi, cordolatura in c.a. per la protezione da
caduta massi. Sarà inoltre necessaria la realizzazione di un breve tratto (30
m ca.) di opera di sostegno e di protezione dall’erosione in c.a. rivestito in
pietrame, fondata sulla sponda del Lys.
Centralina idroelettrica: sarà costituita da una struttura interrata in c.a. con
dimensioni di 31x 11 m ca. e altezza complessiva di circa 10 m, posizionata
sulla sponda destra del Lys a valle delle case di Pont Trentaz.
3. CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE, LITOLOGICHE E
IDROGEOLOGICHE
Inquadramento tettonico
L’area si colloca all’interno della Zona Sesia-Lanzo, che risulta suddivisa da un
contatto tettonico in un “elemento inferiore”, costituito dal Complesso dei Micascisti
Eclogitici e da quello degli Gneiss Minuti e in un “elemento superiore”, costituito dalla
Seconda Zona Diorito-Kinzigitica. In particolare, il tratto di valle interessato dal
tracciato è scolpito in quest’ultima formazione.
Caratteristiche geomorfologiche
L’area in esame si pone sul fondovalle della valle del Lys, in una fascia compresa
tra quota 1260 m s.l.m. e 1170 m s.l.m. ca. Il modellamento è legato in primo luogo
all’azione glaciale, che ne ha determinato la morfologia nelle sue linee principali,
generando terrazzamenti lungo i versanti, speso scolpiti in roccia, con presenza di
dossi e rocce montonate. Queste forme hanno subito il rimodellamento da parte degli
altri agenti morfogenetici quali la gravità, cui si deve la formazione di estesi accumuli
detritici e di frana che caratterizzano il piede del versante destro, e le acque
superficiali, in grado di modificare periodicamente l’andamento dell’alveo del Lys nel
tratto a monte di Trino, e alle quali si deve la formazione della gola rocciosa che
caratterizza il tratto a valle di questo punto. Ad essa si deve inoltre l’accumulo del
piccolo conoide allo sbocco del Forkobach.
Più nel dettaglio, è possibile suddividere il tracciato in tre tratti morfologicamente
omogenei.
Tratto Opera di presa-Trino: le opere interessano un tratto di fondovalle a
modellamento torrentizio piuttosto ampio, fortemente modificato e seguito degli eventi
alluvionali del 1993 e, soprattutto, del 2000, nel corso del quale il Lys ha divagato su
gran parte del fondovalle, interessando in più punti la strada regionale che corre sul
fianco destro (vedi paragrafo dissesti). A seguito di tali eventi sono stati eseguiti
importanti interventi idraulici di regimazione, in parte ancora da completare (nuovo
ponte in loc. Onder-Possag al posto degli attuali attraversamenti provvisori di Possag
e Trino-depuratore) con formazione di un alveo di piena ordinaria e di un alveo
“golenale” prevalentemente prativo, occupato dal Lys soltanto durante gli eventi di
piena più gravosi. Il dissabbiatore in progetto viene realizzato nell’area “golenale”
sulla destra del corso d’acqua e la condotta che da esso prende origine corre al
margine dell’alveo di piena fino a Schuel Hus-Trino, dove si porta nel ristretto lembo di
piana lungo la strada regionale risparmiato dall’evento del 2000, lungo il quale
raggiunge la chiusura di questo settore di piana alluvionale, presso il ponte provvisorio
per l’area del depuratore.
Tratto Trino-Eschlejo: a valle di Trino il fondovalle si restringe, compreso tra le
ampie conoidi detritiche di Soago e l’accumulo di paleofrana a grandi blocchi di Blatto.
A valle di questo settore sono state studiate due alternative: una corre a valle della
strada regionale, lungo al sponda destra del torrente, progressivamente più alta e
ripida procedendo verso valle, fino al tornante presso Eschlejo, dove taglia verso valle
in direzione della centrale da realizzare a valle delle case di Pont Trentaz. Più nel
dettaglio, questa alternativa prevede che la condotta corra nel tratto presso Blatto
lungo la sponda destra, seguendo il corso del vecchio canale della segheria, a valle
del muro di sostegno della strada regionale, aggirando i grandi massi della paleofrana.
L’alveo si approfondisce progressivamente: poco a valle della vecchia segheria esso
presenta un tratto interessato sulla destra da erosione spondale, che ha parzialmente
scalzato la fondazione del muro di sostegno della strada regionale e scoperto le
tubazioni che correvano al suo piede. In questo tratto si rende necessario appoggiare
la condotta sopra una muratura di rincalzo da realizzare a partire dell’alveo torrentizio,
che potrà in tal modo anche proteggere le strutture esistenti, attualmente fortemente
vulnerabili. A valle la sponda diventa rocciosa e la condotta può validamente
appoggiarsi sullo stretto ripiano lapideo sotto le case di Blatto, oltre le quali la valle si
allarga leggermente e consente di passare subito a valle della strada in terreni prativi
poco acclivi fino a Tanno, dove inizia la gola rocciosa, sempre più profonda e ripida
proseguendo verso valle. In questo tratto la condotta, per non impegnare la strada,
deve correre subito a valle della stessa, ancorata al ripido fianco roccioso della gola.
Due piccoli impluvi che solcano il versante presso Tanno e circa 200 metri più a valle,
hanno richiesto per la realizzazione della strada di intervenire con ponti dalla volta in
pietra, in corrispondenza ai quali anche la tubazione dell’acquedotto di Gaby,
normalmente interrata sotto la sede viabile, passa a valle, “staffata” alle spalle del
ponte, mentre la condotta in progetto dovrà poggiare su una struttura autonoma (trave
in c.a. o acciaio reticolare) ancorata alla roccia ai due lati dell’impluvio. In questo tratto
il percorso a valle della strada richiede a tratti di ancorare la condotta direttamente alla
roccia della ripidissima sponda destra della gola scavata dal Lys, fino al settore di
Eschlejo.
La seconda alternativa prevede di portarsi sulla strada regionale poco a monte di
Tanno, per evitare il complicato passaggio a valle delle strutture ad arco e lungo la
sponda rocciosa della gola del Lys, e dopo un breve tratto lungo la sede viabile, di
portarsi a monte della stessa, percorrendo il piede del versante nel tratto a valle del
villaggio, affrontando un settore di falda detritica a grossi blocchi (200 m ca.), fino ai
prati di Eschlejo, superati i quali si scende nell’incisione del Forkobach (grandi massi e
roccia sub-affiorante) subito a valle della confluenza dei suoi due rami principali,
attraversandone l’alveo all’apice del conoide, in terreno detritico-alluvionale a grandi
massi.
Tratto Eschlejo-Centrale di Pont Trentaz : nell’ultimo tratto la prima alternativa
percorre il settore meno acclive tagliando il tornante della strada regionale sui terreni
glaciali a valle di Eschlejo, e poi sulla conoide del T. Forko, in terreno a grandi massi,
spesso di dimensioni ciclopiche. La seconda alternativa prevede il passaggio più a
monte, ma in terreni sostanzialmente analoghi e comunque caratterizzati dalla
presenza dei grandi massi lapidei che la tubazione deve aggirare per scendere verso
la centrale in sponda al Lys.
Caratteristiche geologiche e litologiche
I terreni di copertura presenti in zona sono rappresentati principalmente da
depositi alluvionali nel primo tratto del percorso. Successivamente divengono
prevalenti i depositi glaciali e quelli di paleofrana a grandi massi, con tratti in
deposito detritico grossolano. Nel tratto terminale e in corrispondenza al sito di
realizzazione della centrale è di nuovo presente un deposito caratterizzato dalla
presenza di blocchi spesso ciclopici,
In alcuni tratti la condotta, in particolare lungo il tracciato dell’alternativa posta a
valle della strada regionale, insiste sul substrato roccioso, costituito da micascisti
e gneiss, a tratti coperti da sottili coltri eluvio-colluviali e detritiche o ancora da grossi
blocchi lapidei. La roccia si presenta piuttosto massiccia e tenace, con bancate a
giacitura ondulata e poco acclive, prevalentemente immergente verso SE.
Caratteristiche idrogeologiche
Soltanto nel primo tratto presso l’alveo del Lys e in quello di attraversamento del
Forkobach è possibile l’interferenza dei lavori in progetto con la falda di subalveo dei
due corsi d’acqua. Si segnala la presenza (vedi tavola geomorfologica), al piede del
versante destro di fronte a Ober Possag, del pozzo di captazione della falda che
alimenta la vasca dell’acquedotto di Gaby, posta sul bordo del torrente a valle della
sede viabile della strada regionale. Esso si pone a monte della traversa di presa e con
quota di soggiacenza della falda posta al di sopra di quella dell’alveo in questo punto,
per cui si può escludere la possibilità di interferenza dell’opera in progetto che la
falda che alimenta il pozzo, proveniente dal versante (ricco di acque nel settore a
monte) o dal Lys ma nel settore a monte dell’opera di presa.
4. FENOMENI DI DISSESTO E VINCOLI IDROGEOLOGICI
Il tracciato della condotta percorre nel primo tratto, fino all’altezza di Blatto, un
settore caratterizzato come abbiamo visto da un’attiva dinamica del Lys,
attualmente limitata grazie agli interventi realizzati a seguito dell’evento alluvionale del
2000, che fino ad ora hanno mostrato una buona efficacia nei successivi eventi di
piena. A valle di Blatto il tracciato prescelto, che tende a minimizzare l’impatto
paesaggistico e l’interferenza con la viabilità, va incontro inevitabilmente a difficoltà di
ordine geologico-tecnico per la necessità di posare e ancorare la condotta lungo un
pendio a tratti fortemente acclive ma al riparo dai dissesti a carattere gravitativo
(caduta massi), che possono interessare il versante. I fenomeni sono più probabili
nel tratto tra Blatto e Tanno, dove si segnala la caduta di un blocco (1 mc ca.) che ha
interessato la strada regionale nel 1990 (vedi tav. geomorfologica) e di un blocco
recente (0,5 mc) individuato a monte della strada. Si evidenzia che in questo tratto la
condotta corre discosta dal piede del versante, lungo un terrazzo prativo a valle della
strada regionale, in posizione più difficilmente raggiungibile dai fenomeni.
L’alternativa proposta a monte della strada regionale è invece più soggetta a
questa problematica, in quanto, a valle di Tanno, corre per circa 200 m sull’unghia di
una falda detritica sporadicamente alimentata e potenzialmente soggetta a caduta
massi.
Quale conseguenza delle problematiche descritte, si registrano i seguenti
vincoli sul territorio (ambiti inedificabili).
Secondo la Delimitazione degli ambiti inedificabili per frana (art. 35 - L.R.
11/1998 e succ. mod.; vedi Stralcio cartografie Ambiti), il tracciato risulta ricadere
prevalentemente in aree con vincolo F2 o Fc2 (aree dissestate media pericolosità) in
quanto potenzialmente a rischio di caduta massi a carattere sporadico (delle quali si è
appena detto) e, in minor misura, poste su conoidi attive (Broch, Forkobach). Su
quest’ultima (Forkobach) esiste anche un “doppio vincolo” Fc1/IcA (area di cautela ed
elevata pericolosità), relativo al rischio di colata detritica. La fascia potenzialmente
interessata secondo la delimitazione del vincolo risulta estesa per circa 120 metri, ma
la morfologia dell’area, che vede l’alveo piuttosto inciso nel suo settore terminale e
l’assenza di segnalazioni o evidenze di fenomeni recenti, sembra indicare significative
probabilità di coinvolgimento solo per la parte di tracciato in asse all’impluvio.
Secondo la Delimitazione degli ambiti inedificabili per inondazione (art. 36 -
L.R. 11/1998 e succ. mod.) le opere in progetto ricadono in fascia A e B (elevata e
media pericolosità) nel tratto iniziale del tracciato, che, per la natura degli interventi
(opera di presa e derivazione), ricade inevitabilmente nell’alveo del Lys e nei settori ad
esso immediatamente adiacenti. Nel settore a monte e a valle di Blatto notiamo che la
condotta ricade nella fascia A di rispetto al margine del torrente a causa della forte
acclività della sponda, ma, come evidenziato anche dagli effetti del gravissimo evento
del 2000, risulta in realtà in gran parte esente da problematiche di piena, in quanto
posta a quota più elevata, e risulta soggetta al rischio per fenomeni erosivi di sponda
soltanto in un breve tratto subito a valle dell’antica segheria di Blatto, dove ancora
attualmente si notano gli effetti dell’erosione, con la fondazione del muro di sostegno
della strada regionale scalzata per un tratto di circa 30 m (vedi foto allegate
all’integrazione allo studio di VIA). Per quanto riguarda le problematiche relative ai
fenomeni in conoide, già si è detto al punto precedente relativamente ai settori
soggetti a “doppio vincolo”.
5. COMPATIBILITA’ DELL’INTERVENTO CON LO STATO DI DISSESTO
ESISTENTE
Per quanto riguarda la “compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto
esistente e l’adeguatezza delle condizioni di sicurezza in atto e di quelle conseguibili
con le opere di mitigazione del rischio indicate”, sulla base di quanto argomentato
nelle pagine precedenti, facendo riferimento allo schema proposto per le relazioni di
compatibilità nella D.G.R. 2939, si precisa quanto segue.
1) Individuazione della classificazione urbanistico-edilizia dell’intervento
proposto
L’intervento in oggetto si configura come intervento di nuova costruzione.
2) Caratterizzazione dei vincoli presenti in base agli artt. 35, 36 e 37 della l.r. n.
11/1998
Come in precedenza indicato e come evidenziato negli stralci allegati, l’intervento
in oggetto ricade all’interno di settori classificati ai sensi dell’art. 35 (frane) della
L.R. 11/98 e s.m.i. come Fc1 (fascia di cautela con vincolo di F1 a elevata
pericolosità) e F2 e Fc2 (aree a media pericolosità). Per l’Art. 36 (inondazione) il
tracciato interessa settori inseriti in fascia A, B, C e IcA.
3) Individuazione e illustrazione delle dinamiche e della pericolosità dei
fenomeni che caratterizzano il vincolo
Come illustrato nel precedente paragrafo, l’inserimento in F2 di gran parte del
versante è legato alle presenza di settori potenzialmente soggetti agli effetti di caduta
massi, più consistenti nel settore tra Blatto ed Eschlejo. Le fasce in area di vincolo
Fc1 sono legate a problematiche di trasporto in massa su conoide. Relativamente ai
fenomeni alluvionali, nel precedente paragrafo sono state evidenziate le
problematiche che giustificano tale condizione, legate alla dinamica del Lys e ai
torrenti laterali (Forkobach).
4) Valutazione della compatibilità dell’intervento con il fenomeno di dissesto
considerato, con la sua dinamica e con la sua pericolosità
Per quanto riguarda la compatibilità delle opere con i fenomeni di dissesto, la
tipologia degli interventi previsti, in gran parte interrati, riduce la possibilità che essi
possano venire significativamente danneggiati dai fenomeni di tipo gravitativo a
carattere corticale o di caduta massi potenzialmente attesi per i settori attraversati,
rispetto ai quali si deve comunque intervenire con opere di protezione e prevenzione
in grado di mitigarne sostanzialmente l’esposizione al rischio e gli effetti di danno.
Rispetto ai fenomeni alluvionali, anche in questo caso la natura delle opere consente
di intervenire con efficaci interventi di mitigazione. La necessità di realizzare
significativi sbancamenti per la realizzazione del dissabbiatore e, soprattutto, della
centrale potrebbe essere causa di destabilizzazione dei fronti e dei settori a monte,
per cui si richiederanno misure di mitigazione che prevedano particolari attenzioni
negli scavi, con predisposizione di opere di sostegno provvisorio ove non risulti
possibile o conveniente il modellamento su pendenze compatibili con la natura dei
terreni.
Per quanto riguarda le opere in alveo in fascia A, esse sono per loro natura
strutturate per resistere o minimizzare agli effetti delle piene.
Viste queste condizioni, l’intervento in progetto può ritenersi compatibile
con i dissesti individuati.
5) Valutazione della vulnerabilità dell’opera da realizzare in relazione anche agli
usi alla quale essa è destinata
Le opere in progetto, per la loro posizione interrata o defilata rispetto ai
fenomeni, risultano in buona parte scarsamente vulnerabili rispetto alle problematiche
di dissesto. La vulnerabilità residua, considerata l’importanza dell’opera, andrà
comunque mitigata mediante gli opportuni interventi di protezione rispetto ai
fenomeni individuati.
6) Definizione degli interventi di protezione adottati per ridurre la pericolosità
del fenomeno, ove possibile, e/o la vulnerabilità dell’opera e valutazione della
loro efficacia ed efficienza rispetto al fenomeno di dissesto ipotizzato
Le potenzialità di dissesto individuate e descritte alle pagine precedenti hanno
suggerito l’adozione di una serie di interventi di mitigazione consistenti in sintesi in:
- interventi di protezione della condotta con cordolatura in c.a. adeguatamente
dimensionata nei tratti soggetti al rischio di caduta massi e di attraversamento
dei settori di alveo soggetti a possibili fenomeni erosionali;
- interventi di protezione da possibili fenomeni di scalzamento per erosione
spondale;
- realizzazione di sistemi di monitoraggio e controllo con blocco automatico del
flusso nei settori a monte dei tratti potenzialmente a rischio;
- interventi di protezione e/o sostegno provvisorio delle scarpate degli scavi di
maggiori dimensioni.
Tali accorgimenti saranno meglio descritti più oltre nelle conclusioni e più
compiutamente sviluppati in sede di progettazione esecutiva.
7) Conclusioni della verifica che dichiarino che l’intervento, così come
progettato, risulta compatibile con le condizioni di pericolosità indicate dalla
cartografia degli ambiti ai sensi della l.r. n. 11/1998.
Nel complesso quindi, sulla base di quanto in precedenza argomentato e nel
rispetto delle indicazioni operative fornite, l’intervento in progetto risulta
compatibile con le condizioni di pericolosità indicate dalla cartografia degli
ambiti ai sensi dalla L.R. 11/98 e succ. mod..
6. PROBLEMATICHE RELATIVE ALL’INTERFERENZA VALANGHIVA
Secondo la Delimitazione degli ambiti inedificabili per valanga (art. 37 -
L.R. 11/1998 e succ. mod.) il tracciato risulta localmente interessato dai fenomeni.
L’area dell’opera di presa si pone al margine della valanga di Broch
(Brochschluecht) (Vb) mentre il tracciato attraversa la “fascia verde” V3 della
valanga di Schuel–Hus (Topposchluecht), la “fascia gialla” V2 di quella di
Bedemie (Tallespetz Ovest) e la valanga Vb del Forkobach . Notiamo che per la
loro tipologia le opere in previsione, in massima parte interrate, risultano
minimamente vulnerabili ai fenomeni valanghivi che le interessano nelle loro parti
più distali di accumulo delle masse nevose, ormai prive di capacità erosiva.
In ottemperanza alla D.G.R. 12 maggio 2006 n° 1384, si riporta una
descrizione dei quattro fenomeni valanghivi che interferiscono, seppur in maniera
limitata, col tracciato della condotta.
Come in precedenza evidenziato, gli interventi in progetto relativi alla
condotta interrata ricadono in parte in area valanghiva. In particolare risultano
interessati dal fenomeno i settori di condotta in corrispondenza all’impluvio del
Broch. La valanga denominata “Brochschluecht” e numerata con il 306 secondo il
catasto Comunale e col numero 45 secondo il catasto valanghe Regionale, si
sviluppa lungo il vallone del Broch sul versante destro del T. Lys. La zona di
distacco del fenomeno è stata individuata ad una quota di circa 2250 metri in
corrispondenza della cresta est del Mont Taf e si sviluppa lungo un pendio
prevalentemente roccioso per terminare a ridosso ad un’ampia zona detritica.
Inoltre è presente una seconda zona di distacco nel settore apicale di uno stretto
canalino all’interno dell’area boscata (quota 2100 metri). Per quanto riguarda il
canale di scorrimento della valanga risulta inciso e prevalentemente roccioso nella
parte alta con scarsa vegetazione nella parte terminale. Il settore di espansione
terminale persiste sul conoide del Broch dove avviene l’arresto della massa
nevosa.
Il secondo fenomeno valanghivo, che interessa l’impluvio dello Schuel–Hus,
denominato “Topposchluecht”, è censito con il numero 304 secondo il catasto
valanghe Comunale e con il numero 44 secondo il catasto valanghe Regionale. La
valanga si sviluppa a partire dal canale roccioso posto sul versante destro
orografico della valle principale. L’area di distacco è stata individuata nella zona
terminale del canalino roccioso a ridosso della cresta est del Mont Taf a quota di
circa 2100 metri. Il canale di scorrimento piuttosto inciso e roccioso è caratterizzato
nella parte terminale da salti in roccia che determinano due direzioni della massa
nevosa: La prima rettilinea con arresto alla base del pendio in una ristretta area
prativa a ridosso dalla Strada Regionale n. 44 e la seconda con divagazione verso
sud con arresto a valle di Schuel Hus senza peraltro interessare il settore edificato.
Il terzo fenomeno valanghivo, che interessa l’impluvio a sud di Bedemie,
denominato “Tallespetz Ovest”, è censito con il numero 305 secondo il catasto
valanghe Comunale e con il numero 40 secondo il catasto valanghe Regionale. Si
tratta di un fenomeno frequente e di medie dimensioni. La zona di distacco risulta
particolarmente ampia intorno ai 2500 metri circa a partire dalla Punta Tallespetz e
sviluppandosi poi lungo il versante posto in sinistra orografica del T. Lys all’altezza
delle case di Blatto. Nella zona apicale sono presenti una serie di canalini erbosi e
rocciosi che convergono a quota di circa 2000 metri in seguito ad una serie di salti
in roccia. La parte terminale del fenomeno valanghivo insiste su di una conoide
abbastanza accentuata. La zona di arresto viene delimitata dall’alveo del T. Lys. In
caso di eventi di notevoli dimensioni la valanga è in grado di superare lo stretto
fondovalle e risalire sul versante andando ad ostruire la Strada Regionale n. 44.
L’ultimo fenomeno valanghivo che intercetta la condotta in progetto interessa
l’impluvio del Forkobach ed è censito con il numero 220 secondo il catasto
valanghe Comunale. La zona di distacco potenziale è individuata a valle del
Frudierecoll compreso tra le quote 2200-2150 metri circa all’interno di un settore
prevalentemente detritico per poi proseguire lungo il versante posto in sinistra
orografica del T. Lys. Si tratta di un vallone poco inciso nella parte apicale
caratterizzato, come detto in precedenza da coltre detritica e scarsa vegetazione.
Sono presenti lateralmente alcuni canalini dai quali non si escludono ulteriori
distacchi che andrebbero ad alimentare l’impluvio principali di materiale nevoso. Il
percorso risulta maggiormente inciso ed incanalato proseguendo verso valle prima
di raggiungere la quota di arresto intorno ai 1170 metri in corrispondenza dell’alveo
del T. Lys.
Dalla descrizione dei fenomeni valanghivi risulta evidente che gli interventi in
oggetto attraversano gli stessi nel settore terminale della loro corsa, dove essi
risultano in fase di arresto e deposito della massa nevosa. Considerato il tipo di
opere, costituite essenzialmente da tubazioni e pozzetti interrati, che nei tratti
maggiormente interessati (valanga Forkobach) dovranno essere protette anche
dagli effetti dei fenomeni detrtico-alluvionali, gli interventi in progetto risultano
scarsamente vulnerabili agli effetti dei fenomeni attesi e non possono
significativamente interferire con essi. Nel complesso, si può quindi
affermare la compatibilità degli interventi così come previsti in progetto con i
fenomeni valanghivi attesi nell’area.
7. ASPETTI GEOTECNICI
Opera di presa
L’opera di presa si colloca nella coltre alluvionale del Lys. Si tratta di un
deposito fortemente grossolano ghiaioso-sabbioso con frequenti ciottoli e blocchi di
dimensioni pluridecimetriche. Essa viene inserita nella sponda al margine dell’alveo
di piena straordinaria del Lys, a distanza di alcuni metri (6-10 metri) dalla strada
regionale. Essa risulta interrata ad una profondità massima dal piano campagna
pari a circa 5,5 metri, con fronti di scavo richiesti di ampiezza pari a 28 m ca. e di
altezza massima pari a 6 metri.
Dal punto di vista geotecnico, per il terreno descritto sono ipotizzabili i
seguenti parametri:
angolo di attrito 36 gradi
coesione nulla
peso di volume 1,8 kg/cmq
cui corrispondono valori di portanza minimi nell’ordine dei 2 – 2,5 kg/cmq,
ampiamente compatibili col tipo di opera in oggetto. Tali valori, a carattere
indicativo, dovranno naturalmente essere meglio valutati nel prosieguo dell’iter
progettuale.
Per quanto riguarda i fronti di sbancamento, nella posizione attualmente
prevista non si pongono particolari problemi, anche nell’ipotesi di presenza di falda
nelle porzioni inferiori dello scavo, in quanto la distanza dalla strada consente di
operare con angoli di scarpa provvisori di sicurezza (45 gradi ca.). Ove
nell’avanzamento della progettazione si valutasse opportuno spostare l’opera più
all’esterno rispetto al corso del torrente, avvicinandosi alla strada regionale, si
potranno rendere necessari interventi di sostegno provvisorio del fronte di scavo
(barriera di micropali) o, in alternativa, potrà essere valutata la possibilità di un
spostamento provvisorio della sede viabile contro monte, vista la favorevole
morfologia del sito.
Condotta forzata
La condotta viene interrata a profondità variabili da 1,4 a 4 metri ca. e, come
già descritto nella relazione, corre dapprima in depositi alluvionali grossolani
analoghi a quelli appena descritti per l’opera di presa, per poi passare in depositi di
versante detritici antichi e stabilizzati e, infine, in depositi di conoide (detritico-
torrentizi). Si tratta di materiali fortemente grossolani, caratterizzati dalla presenza
di frequenti blocchi lapidei, talora di grosse dimensioni (superiori a 1 mc). Nei tratti
lungo la strada regionale sarà inoltre presente un coltre superficiale di spessore
variabile di origine antropica, corrispondente alla massicciata stradale e/o a cunei di
materiali di riporto sul lato a valle del corpo stradale. Nel tratto iniziale, in fregio
all’alveo del Lys, lo scavo potrà interferire nelle porzioni più profonde con acque di
falda di subalveo del torrente, richiedendo in fase di posa di intervenire con
operazioni di drenaggio dello scavo mediante pompaggio dell’acqua all’esterno
dello stesso.
Nei tratti caratterizzati da elevate profondità di scavo si renderanno necessari
interventi con opere di sostegno provvisorio dello stesso (sbadacchiatura). Per
quanto riguarda le problematiche relative alla locale interferenza con la strada
regionale e in particolare con le sue strutture di sostegno e premesso che
esse riguardano tratti di breve estensione, saranno evitati scavi significativi o
in generale la posa di strutture che possano metterne a rischio la stabilità. Si
procederà quindi evitando l’interramento della condotta nei tratti ove essa risulta
scarsamente visibile, in quanto posta a valle della strada (settore di Blatto), o
limitandone l’interramento al minimo indispensabile, intervenendo piuttosto con
opere di protezione superficiale dalla stessa (soletta in c.a.) o con sistemi di
rincalzo del terreno realizzando piccole opere di sostegno a valle (vedi anche
indicazioni conclusive). Va evidenziato inoltre che tali problematiche vengono
sostanzialmente limitate dall’alternativa proposta con percorso a monte della strada
regionale a partire da Tanno.
Centralina idroelettrica
La centralina si colloca nei depositi di versante detritico-alluvionali al margine
della conoide del Forkobach e dell’alveo del Lys, in posizione elevata e defilata
rispetto ai fenomeni alluvionali ed erosivi, come evidenziato dalla presenza a monte
del sito dell’antica “strada dei lombardi”.
Essa risulta interrata ad una profondità massima dal piano campagna pari a
14,5 metri ca., con fronti di scavo richiesti di ampiezza pari a 31 m ca..
Il deposito interessato risulta fortemente grossolano, costituito da blocchi di
varia pezzatura, talora molto importante (plurimetrica), in matrice ghiaioso-
sabbiosa.
Dal punto di vista geotecnico, per il terreno descritto sono ipotizzabili i
seguenti parametri:
angolo di attrito 38 gradi
coesione nulla
peso di volume 1,9 kg/cmq
cui corrispondono valori di portanza minimi nell’ordine dei 3 – 4 kg/cmq,
ampiamente compatibili col tipo di opera in oggetto. Tali valori, a carattere
indicativo, dovranno naturalmente essere meglio valutati nel prosieguo dell’iter
progettuale.
L’altezza dei fronti di sbancamento e il tipo di terreno, privo di coesione e con
presenza di grossi massi, richiedono particolare attenzione nella programmazione
ed esecuzione degli scavi, nel corso dei quali sarà possibile inoltre incontrare
venute d’acqua nelle porzioni più profonde. Sarà dunque da prevedere di adattare
la struttura al particolare assetto geomorfologico dell’area per minimizzare i
movimenti terra e da valutare, sulla base anche di un’indagine geognostica che
accerti la reale situazione stratigrafica e idrogeologica, l’opportunità di procedere ad
un sostegno provvisorio del fronte con barriera di micropali tirantata su più livelli,
che consenta di operare lo scavo in tranquillità e senza richiedere di risalire
eccessivamente verso monte con lo stesso.
8. CONCLUSIONI
In base a quanto osservato e ai dati raccolti in questa fase in merito all’assetto
geomorfologico, idrogeologico e stratigrafico del settore in esame, sono state
individuate le problematiche da sviluppare nel seguito della progettazione in maniera
da studiare nel dettaglio gli accorgimenti progettuali e operativi necessari per ottenere
il miglior adattamento delle opere alla situazione in atto.
Per quanto riguarda la varie opere in progetto, in questa fase si evidenziano le
seguenti problematiche, da meglio sviluppare nel prosieguo della progettazione.
- andrà definita nel dettaglio l’ubicazione del dissabbiatore, in maniera da evitarne
ove possibile la collocazione a ridosso dell’alveo torrentizio, con problematiche
anche di lavorazioni entro la falda di subalveo.
- andrà particolarmente curata la realizzazione degli scavi per il dissabbiatore e la
centrale, con particolare attenzione alla stabilità dei fronti. Ove possibile andranno
tenute pendenze ridotte (< 45°) o sistemi di avanzamento a campioni e di
protezione del fronte. Per la centrale sarà opportuno prevedere opere di sostegno
provvisorio del fronte (barriera di micropali) per lo scavo verso monte, in maniera
da limitare l’ampiezza e l’altezza dello scavo e consentire di lavorare in sicurezza.
- Andranno studiati nel dettaglio gli interventi di protezione dalla condotta dalla
possibile caduta di blocchi (tratto Tanno-Eschlejo) e dai fenomeni erosivi
(attraversamento Forkobach), che dovranno indicativamente prevedere una
cordolatura della stessa in calcestruzzo armato adeguatamente dimensionata
rispetto al problema e il ricoprimento della stessa con una spessa coltre di
materiali vagliati, in grado di assorbire l’urto di eventuali blocchi.
- Andrà particolarmente curato lo scavo per la posa della tubazione lungo la falda
detritica a valle di Tanno (alternativa a monte della strada regionale), complicato
dalla presenza di grossi blocchi lapidei di roccia compatta (micascisti e gneiss),
che potranno richiedere interventi di demolizione con l’impiego di espansivi
chimici, limitando al minimo indispensabile la larghezza dell’area interessata e
ripristinando le condizioni di copertura per limitare l’impatto visivo dell’opera,
cercando di riutilizzare blocchi dalla superficie alterata o prevedendo interventi di
“invecchiamento” artificiale della superficie lapidea.
- Relativamente all’alternativa di percorso a valle della strada regionale, sarà
necessario studiare nel dettaglio le soluzioni più adatte per l’ancoraggio della
condotta su staffe alla roccia, che richiederà l’infilaggio di tiranti o barre
adeguatamente approfondite. In corrispondenza ai due piccoli impluvi che solcano
il versante presso Tanno e circa 200 metri più a valle, dove la strada regionale
passa su antiche strutture ad arco appoggiate alla roccia, la condotta in progetto
dovrà gravare su una struttura autonoma (trave in c.a. o acciaio reticolare)
appoggiata e ancorata in profondità alla roccia ai due lati dell’impluvio.
- Andrà studiato nel dettaglio l’intervento di sostegno/protezione della condotta in
corrispondenza al settore soggetto ad erosione spondale a valle dell’antica
segheria di Blatto, dove sarà necessario prevedere una struttura, continua o a
setti, in c.a. rivestito in pietrame e/o mascherato da una scogliera, appoggiata in
alveo con funzione di protezione dai fenomeni di scalzamento (che attualmente
minacciano anche la fondazione della strada regionale) e di appoggio della
tubazione, che in questo tratto resterà quindi fuori terra.
- Andranno cautelativamente previsti sistemi di blocco automatico del flusso in caso
di perdite che dovessero interessare le condotte. Come in precedenza segnalato,
il tratto potenzialmente più vulnerabile è quello a valle di Tanno, per cui sarà da
prevedere la posa della valvola immediatamente a monte di questo settore, in
aggiunta o al posto di quella in testa all’impianto. Tali accorgimenti dovranno
essere più compiutamente studiati e definiti in sede di progettazione esecutiva
delle opere.
Nell’apposito capitolo della relazione è stato infine esaminato l’aspetto
dell’interferenza delle opere con settori vincolati ai sensi della L.R. 11/98 e,
quindi, della compatibilità con lo stato di dissesto così come richiesto dalla D.G.R.
2939/2008, verificando tale condizione sulla base delle considerazioni e degli
accorgimenti proposti in questa sede e che meglio andranno specificati nel seguito
dell’iter progettuale a seguito anche delle ulteriori indagini che verranno eseguite.
Analogamente, nella relazione sono stati affrontati gli aspetti relativi all’interferenza
valanghiva (D.G.R. 1384/2006), evidenziando anche in questo campo la
compatibilità delle opere rispetto alle problematiche poste dai fenomeni attesi.
Aosta, 18/05/2012