Si sta come / d'autunno sugli alberi / le · PDF filematite colorate su carta, cm 40x30. Marco...
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Si sta come / d'autunno sugli alberi / le foglie.
Giuseppe Ungaretti, 1918
Spazio Crocevia _ via Appiani, 1 _ I-20121 Milano
IL CANTO DEGLI ALBERI
dal 12 maggio al 12 giugno 2010
Federico RuiArte ContemporaneaSpazio Croceviavia Appiani, 1 I-20121 Milanot. +39 392 49 28 569t. +39 339 78 97 989
www.federicorui.com
Testi diH.Hesse, B.Pasternak, H.D.Thoreau, A.J.Kilmer, F.Pessoa,R.M.Rilke, W.B.Yeats, R.Alberti, F.G.Lorca, L.Pirandello,W.Blake
Progetto grafico Marico Factory
Pubbliche relazioniTiziana Pampari Antonioni
Si ringraziaFondazione Crocevia, Milano
GIUSEPPE RIVADOSSIArchitettura del legno, opere per labitare delluomo
UN.LIMITEDDESIGN FURNITURE
IL CANTO DEGLI ALBERI
RICOGNIZIONEAl limite dell'orizzonte impallidisce/ Una sola crepusco-lare betulla / Dove fugge la misura angolare / Dal cuoreall'anima alla ragione.L'azzurro galoppo dei ricordi lontani / Traversa i lilldegli occhi. / E i cannoni dell'indolenza / I miei sognisparano verso i cieli.
GUILLAUME APOLLINAIRE, 1915
Ogni mostra nasce da unidea e si sviluppaattraverso un progetto. Ho tentato diversevolte di descrivere il perch di una scelta,ma raramente si riesce a centrare appienole vere intenzioni. Quando ho iniziato araccogliere brani e poesie sugli alberi, lhofatto pensando a una duplice visione: dauna parte il possibile paragone tra la vitadelluomo e quella di un albero, sia informa individuale che in forma collettiva(citt/bosco), dallaltra il pensiero del per-corso allinterno di un bosco come percor-so delluomo alla ricerca di se stesso. Cercando appunto questi testi, che avreiabbinato a opere di artisti contemporanei,mi sono imbattuto in uno scritto diHermann Hesse che descrive in modoesemplare quanto avevo in mente e ilsignificato della mostra:
Gli alberi sono sempre stati per me i pipersuasivi predicatori. Io li adoro quandostanno in popolazioni e famiglie, nei boschie nei boschetti. E ancora di pi li adoroquando stanno isolati. Sono come uominisolitari. Non come eremiti che se la sonosvignata per qualche debolezza, ma comegrandi uomini soli, come Beethoven eNietzsche. Tra le loro fronde stormisce il vento, le lororadici riposano nell'infinito; ma essi non visi smarriscono, bens mirano, con tutte leloro forze vitali, a un'unica cosa: realizza-re la legge che in loro stessi insita,costruire la propria forma, rappresentare sestessi. Nulla pi sacro, nulla pi esem-plare di un albero bello e robusto. Quandoun albero stato segato ed espone al solela sua nuda ferita mortale, dalla chiara
sezione del suo tronco e lapide funebre sipu leggere tutta la sua storia: negli anellicorrispondenti agli anni e nelle escrescenzestanno fedelmente scritti tutta la lotta, tuttala sofferenza, tutti i malanni, tutta la felici-t e la prosperit, anni stentati e anni rigo-gliosi, assalti sostenuti, tempeste superate.E ogni contadinello sa che il legno pi duroe prezioso ha gli anelli pi stretti, che sullacima delle montagne, nel pericolo inces-sante, crescono i tronchi pi indistruttibili,pi robusti, pi perfetti.Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare conloro, chi sa ascoltarli, conosce la verit.Essi non predicano dottrine o ricette, predi-cano, incuranti del singolo, la legge pri-mordiale della vita. Un albero dice: in me nascosto un seme, una scintilla, un'idea, iosono vita della vita perenne. Unico l'espe-
pagina precedente:
Enrico Savi, Wood, 2008, stampa fotografica, ed.1/3 cm 50x70
pagina successiva sinistra:Elisabetta Vignato, Senza Titolo, 2010olio su tela, cm 40x40
pagina successiva destra:
Pierpaolo Maggini, Bosco, 2010tecnica mista su tavola, cm 15x10
Andrea MaricontiForet primaire, 2010olio e cenere su tela, cm 80x80
rimento e il disegno che l'eterna madre conme ha tentato, unica la mia forma e lavenatura della mia epidermide, unica la pipiccola screziatura di foglie delle mie fron-de e la pi piccola cicatrice della mia cor-teccia. Il mio compito - nella spiccataunicit - dare forma ed evidenza all'eterno.Un albero dice: la mia forza la fiducia. Ionon so niente dei miei padri, non so nientedegli innumerevoli figli che ogni annonascono in me. Vivo fino al termine ilsegreto del mio seme, non mi preoccupod'altro. Confido che Dio in me. Confidoche il mio compito sacro. Di questa fidu-cia vivo. Quando siamo tristi, e non possia-mo pi sopportare la vita, un albero pudirci: sta calmo! Sta calmo! guardami!Vivere non facile, vivere non difficile.Questi sono pensieri puerili. Lascia parlare
Dio in te e questi pensieri taceranno. Tu seiangosciato perch il tuo cammino ti portavia dalla madre e dalla casa. Ma ogni passoe ogni giorno ti portano nuovamenteincontro alla madre. La tua casa non inquesto o quel posto. La tua casa dentro dite o in nessun luogo. (...) Chi ha imparato ad ascoltare gli alberi nonbrama pi di essere un albero. Brama diessere quello che . Questa la propriacasa. Questa la felicit.
Hermann Hesse, 1919
Nel giardino dei noci io sono sceso, per vedere il verdeggiaredella valle, per vedere se la vite metteva germogli, se fiorivano imelograni. (...)
da Il Cantico di Salomone, o il Cantico dei Cantici (VI - III a.C.)
Claudio BonichiMelagrana spaccata, 2009
olio su tela, cm 30x70
Claudio Bonichi
Cenere e uva, 2009
olio su tela, cm 35x50
Claudio Bonichi
Uva e melagrana, 2009
olio su tavola, cm 50x60
All'improvviso, strisciando sul ramo di un alberodisseccato, il serpente gli sibil nell'orecchio:"Lapietra ti trasforma in quello che vuoi. Presto, dille il tuodesiderio, prima che sia troppo tardi!".
Pictor si spavent e temette di vedere svanire la suafortuna. Rapido disse la parola e si trasform in unalbero. Giacch pi di una volta aveva desiderato esserealbero, perch gli alberi gli apparivano cos pieni dipace, di forza e di dignit.
Pictor divenne albero. Penetr con le radici nella terra,si allung verso l'alto, foglie e rami germogliarono dallesue membra. Era molto contento. Con fibre assetate succhinelle fresche profondit della terra e con le sue fogliesventol alto nell'azzurro. Insetti abitavano nella suascorza, ai suoi piedi abitavano il porcospino e il coniglio,tra i suoi rami gli uccelli.
Hermann Hesse, 1922
Gianfranco FerroniAlbero e rottami, 1973
olio su tela, cm 115x90
Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere con profondi-t e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tuttoci che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che nonero vissuto.
Henry David Thoreau, 1845/1847
Pierpaolo MagginiBosco, 2010
tecnica mista su tela, cm 130x100
Pierpaolo MagginiBosco, 2010tecnica mista su tela, cm 100x130
Pierpaolo MagginiBosco, 2009
tecnica mista su tavola, cm 10x15
Alberi! Foste frecce cadute dall'azzurro? quali terribili guerrieri vi scagliarono? Furono forse le stelle? Le vostre musiche vengono dall'anima degli uccelli, dagli occhi di Dio, dalla passione perfetta. Alberi! Comprenderanno le vostre rozze radici il mio cuore da sotto la terra?
Federico Garcia Lorca, 1919
Graziella MarchiIl grande abete, 2009
acrilico su carta, cm 35x25
Graziella MarchiAndiamo in montagna, 2004acrilico su tela, cm 120x100
Graziella MarchiAl mare al mare, 2003
acrilico su tela, cm 120x100
Ha messo chiome il bosco d'autunno.Vi dominano buio, sogno e quiete.n scoiattoli, n civette o picchilo destano dal sogno.E il sole pei sentieri dell'autunnoentrando dentro quando cala il giornosi guarda intorno bieco con timorecercando in esso trappole nascoste.
Boris Pasternak
pagina successiva:Andrea MaricontiBlackcoal, 2009 olio e cenere su tela, cm 100x160
Andrea Maricontiforet primaire, 2009
olio e cenere su tela, cm 100x100
Credo che non vedr mai una poesia bella come un albero.Ma le poesie le fanno gli sciocchi come me.Un albero lo pu fare solamente Dio
Alfred Joyce Kilmer, da Trees and Other Poems, 1914
Carlo Mattioli
Casa in collina, 1978
tempera su carta, cm 35x44
Un ramo dalbero,Se pensasse, mai potrebbeCostruire santi o angeliPotrebbe credere che il SoleE Dio, e che la tempestaE una quantit di genteAdirata sopra di noiAh, come i pi semplici degli uominiSono malati e confusi e stupidiDi fronte alla chiara semplicitE salute di esistereDegli alberi e delle piante!
Fernando Pessoa, 1915
Marco MazzoniMalleus maleficarum, 2010matite colorate su carta, cm 40x30
Marco MazzoniMalleus maleficarum, 2010matite colorate su carta, cm 40x30
Marco MazzoniDatura, 2010
matite colorate su carta, cm 40x30
E so d'un albero nato, non si sa come, in un angusto sudicio cortile presso unabrutta via affollata di vecchie case. Quel povero albero s'era levato dritto drit-to sul magro stelo cinereo, con evidente sforzo, con evidente pena, quasiangosciato nel desiderio di vedere il sole e l'aria libera dalla paura di nonavere in s tanto rigoglio da arrivare oltre i tetti delle case che lo circondava-no. E finalmente c'era arrivato!Come brillavan felici le frondi della cima, e quanta invidia destavano in quel-le che stavan gi senz'aria, senza sole! Anche nella morte, nello staccarsi dairami in autunno, le foglie di lass eran pi felici: volavan via col vento inalto, cadevan su i tetti, vedevano il cielo ancora; mentre le povere foglie bassemorivan nel fango della via, calpestate. In tutte le stagioni, all'ora del tramon-to, quell'albero si popolava d'una miriade di passeri, che pareva vi si desseroconvegno da tutti i tetti della citt. Pi d'ali che di foglie palpitavano alloraquei rami; pareva che ogni foglia avesse voce, che tutto l'albero cantasse fre-mebondo.Dalle finestre delle case i bambi