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Strane.. Storie… Spensierate!
Scrivere e Pubblicare Libri in Classe
Esperto per le attività di scrittura creativa
Mario Giuffrida
Tutor
Francesca Trovato
Strane.. Storie… Spensierate! Premessa (breve…prometto) : Per iniziare un percorso di scrittura bisogna iniziare a lavorare dalle competenze di base possedute dagli alunni ed essere grado di favorire e incrementare le capacità conversazionali dei ragazzi accrescendo principalmente il piacere di leggere (non esiste scrittore che non sia prima di tutto lettore) come uno degli obiettivi fondamentali da raggiungere, anche curando i rapporti con il territorio per creare reti di incontro (scuola/biblioteca/altri enti). Diceva Umberto Eco: “Ci lamentiamo che i nostri ragazzi, spendendo ore e ore alla tv, non siano più capaci di parlare e usare bene la lingua. Basterebbe insegnargli che con la lingua si può anche giocare, e si divertirebbero persino ad andare a caccia degli errori sintattici dei presentatori tv.
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La scuola come gioco, piacere, divertimento. In cui
non solo si impara, ma si fa quello che gli scrittori di tutti i tempi hanno fatto, si capiscono le potenze bifide, esplosive nel linguaggio; e col linguaggio si esplorano i meandri della coscienza. Alle origini, enigma, poesia e metafora sono strettamente intrecciati, Aristotele lo sapeva. La più alta delle metafore poetiche e il più meccanico
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degli enigmi hanno in comune il fatto che le parole possano dire più di quel che sembrano dire. Tra gioco di parole, lapsus, sogno e invenzione corrono legami sottili. Coraggio ragazzi, malgrado i programmi ufficiali la scuola sopravvive."
Con questo proposito il progetto si è articolato su un percorso che partendo da “Gli esercizi di Fantastica” di Gianni Rodari ci ha portati ad esplorare spazi ricchi di stimoli per produrre e sviluppare l’immaginazione utilizzando i diversi linguaggi espressivi, attraversando il mare delle intuizioni della Zamponi seguendo le mappe della Pitzorno, e mantenendoci in volo con M. Argilli e A. Valente. Abbiamo attinto al
vasto patrimonio di promozione della lettura e alle pratiche di scrittura creativa (Scrivo per Gioco di G. Leo), e scoperto il piacere del fare e pubblicare libri in classe, rifacendoci all’esperienza dei mini libri realizzati da Mario Lodi con i suoi ragazzi, convinti della necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione, ritenendo, come sostiene Giovanni Raboni che sia "L’unico modo davvero possibile, davvero serio, per imparare a usare, a possedere, ad amare la lingua".
Mario Giuffrida
Esperto esterno
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Indice Pseudonimi…………………………………………. pag. 8
Acrostici……………………………………………. pag. 14
Il binomio fantastico…………... …. pag. 17
Amore alfabetico………………………………… pag. 28
I titoli inventa storie…………... ….….. pag. 34
Adesso tocca a voi…………....... pag. 35
Storie …alfabetiche…………... …….... pag. 38
E se cambiassi…???………... pag. 40
Cosa vedi? …………... ………….… pag. 44
Pseudonimi Il tesoro tra le parole alla ricerca di nuove identità o soltanto di nuove storie da raccontare. Marco Aiello in arte Ocram Leiola Chi è Ocram Leiola: ha la barba,i capelli castani, gli occhi marroni, le orecchie a sventola. È intelligente, ha la schiena dritta,e lavora come artista. Gli piace il paesaggio di montagna,non ha moglie,non è un fusto,anzi è brutto e non adora lo sport. Ha 59 anni. Pseudonimi scartati
Mirco Loeala Leoro Malaci Laoro Melaci
Melo La Rocia Lero Malocia
Omeral Ilaco Omer Acalilo Calio Romela Miral Oeloca
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Giusi Loriana Mirabella in arte Moria Bel Lanarila Chi è Moria Bel Lanarila: è una ragazza di 18 anni, una studentessa vive a New york. È fidanzata, dolce, simpatica, socievole e generosa. Ha frequentato la scuola Galileo Galilei con la sua migliore amica Celina Darmacroi. É una ragazza molto intelligente, è alta, ha occhi grandi e azzurri, con capelli castani e ricci. Ha tantissime qualità ed è una spia ed insieme alle sue amiche formano le 004 e sono qui a Catania per sconfiggere dottor Seboto Stianoto. Questa è Moira Bel Lanarila.
Pseudonimi scartati:
Liborna Ilarelama Marolib Ralanalei Lebirlamaa Nirola Brilila Aloremana Mallera Labolina
Larena Libanora
Loraliri Balimalori Naiarol Neabalar
Lalebarim Lalerarim Moria Bel Lanarila Liralana Ralebimo
Simona Caldareri in arte Celina Darmacroi Chi è Celina Darmacroi: è una ragazza di diciotto anni, viene da Catania ed è single . È dolce, simpatica, intelligente, carina, amante degli animali soprattutto del suo cane, cavalier king charles spaniel , di nome Teo. La sua migliore amica si chiama Moria Bel Lanarila e con le fa parte delle 004 “spie professioniste’’, che lavorano nei servizi segreti. In questo momento sta fingendo, insieme alle 004, di essere una normale studentessa del liceo scientifico, Galileo Galilei, per prendere il malefico dott Seboto Stianoto. Riuscirà mai, insieme alle 004 a prendere il malefico Dottore? Pseudonimi scartati:
Marina Recasoild Aldina Rorasecim Casena Irrimolda Morena Sicridala Selina Darmacroi
Cris Arnadamoil
Loredana Sicrami Mecinda Carosira Marina Cleosidra Loriana Siredacm
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Valeria Torrisi in arte Ilari Stervori Chi è Ilari Stervori? è femmina Occhi azzurri Capelli lunghi biondi 18 anni Origine dei suoi genitori: paesi dell'est Nata in America Agata Cafà in arte Facà Agata Chi è Facà Agata? è una cantate famosa ha 30 anni gli occhi storti e i capelli lunghissimi
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Erika Urso in arte Kira Urseo Chi è Kira Urseo? è femmina ha 18 anni vive a Londra ha capelli biondi
occhi azzuri è alta 1m e 75cm di mestiere fa l’attrice
Noemi La Martina in arte Martina Lomanei Chi è Martina Lomanei? è femmina ha 16 anni capelli castano chiaro
è alta 1m 76 di mestiere fa la ballerina
Gianluca Mollo in arte Luciano Mollag Chi è Luciano Mollag? ha 21 anni capelli chiari occhi rossi
è magro è intelligente fa il conduttore tv
ha naso a patata grossissimo, che per poco
non gli copre gli occhi
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Sabrina Vecchio in arte Anirbas Cechiov Chi è Anirbas Cechiov?
è una modella molto famosa e molta amata ha 25 anni è emmina ha capelli lunghi neri limpidi
occhi azzurri è magra è spagnola
Rebecca Esposito in arte Bec Rita Ospeseco Chi è Becrita Ospeseco?
ha 20 anni abita a New York fa la modella ha i capelli castani
ha gli occhi marroni è magra e alta
Acrostici Per presentarci o per non dire niente
L'orologio
ogni giorno
ringhia in modo
irregolare, ancora
nuovo. Nel frattempo Alessia
Muore,
incoscientemente, ridendo.
Arrabbiata, la brutta
Eleonora legge
le avventure di Josuè a casa sua
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Laura Orna
Rosaria In un
Armadio. Non Ama
Mangiare
Insoliti Risotti Alla
Bolognese. Egli, da
Lontano, L'
Ama!
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Lucca è orgogliosa.
Roma Interessata,
ama Napoli. Ancona
mangia
il riso alla
Bolognese,
entusiasta lascia
l'
america
Mai Arrabbiarsi con il Riccio Che ti fai male O ti pungi Aiutare I bisognosi E dare L'elemosina con L'amore senza Odio
Marika Adora
Raccontare le Cose con
Orrore
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binomio fantastico Due parole … e inventi una storia! La matita dentro il serpente di Gregory Domingue
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Una volta c'era un serpente chiamato Big Boss, perchè era il capo della sua città. Un giorno mentre stava facendo una passeggiata, passo accanto ad una scuola, che si chiamava Agatino Malerba, e decise di entrare nelle classi. Alla fine Big Boss si fermò nella classe 1^D ed inosservato andò vicino ad uno studente, un po’ particolare. Ogni volta, che il ragazzo provava a scrivere, la sua matita cadeva a terra, e lo stesso successe mentre il serpente stava passando lì accanto. Big Boss la fece entrare dentro la sua bocca, e l’ingoiò facendo hrem! hrem! hrem! Con la matita dentro il serpente da sinuoso e ondulato, diventò diritto e immobile. Un giorno però, il serpente iniziò a tossire e il rumore iniziale tornò a farsi sentire: hrem! hrem!. Fu così che Big Boss, con un colpo di tosse, fece
scire la matita …e miracolo, il serpente ritornò sinuoso come un tempo. u
La matita dentro il serpente di Gregory Domingue Una volta c'era un serpente chiamato Big Boss, perchè era il capo della sua città. Un giorno mentre stava facendo una passeggiata, passo accanto ad una scuola, che si chiamava Agatino Malerba, e decise di entrare nelle classi. Alla fine Big Boss si fermò nella classe 1^D ed inosservato andò vicino ad uno studente, un po’ particolare. Ogni volta, che il ragazzo provava a scrivere, la sua matita cadeva a terra, e lo stesso successe mentre il serpente stava passando lì accanto.Big Boss la fece entrare dentro la sua bocca, e l’ingoiò facendo hrem! hrem! hrem!Con la matita dentro il serpente da sinuoso e ondulato, diventò diritto e immobile.Un giorno però, il serpente iniziò a tossire e il rumore iniziale tornò a farsi sentire: hrem! hrem!. Fu così che Big Boss, con un colpo di tosse, fece uscire la matita …e miracolo, il serpente ritornò sinuoso come un tempo.
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La macchina sotto il canguro (illustrazioni e testo) di Mirabella Giusi Loriana
In un paese sconosciuto chiamato Strambulapuzia accadevano sempre cose strampalate come quella volta che un cane s’ innamorò di una finestra.
Successe anche che per diversi giorni non accadde niente di strampalato e divertente, ed il fatto provocò moltissima noia a Max, un bimbo di soli 8 anni, che non sapeva più che fare. Dovete sapere, infatti, che Max adorava molto divertirsi con i telegiornali perché lì si raccontavano tutti gli episodi più strani. Ma un giorno tutto cambiò. In uno zoo vicino a Strambulapuzia c’ erano tantissimi
animali tra cui un canguro molto strano che
si annoiava a stare lì. Quindi un giorno scappò dallo zoo e per non farsi scoprire dal proprietario e dai suoi amici, volle nascondersi in una macchina abbandonata, che credeva fosse un luogo sicuro. Ma la macchina si accorse che sotto di lui c’era un canguro e disse: «So che sono vecchia, ma no scema!» Il canguro, imbarazzato, si scusò subito e gli disse che andava subito via,
ma la macchina che si sentiva molto sola gli disse che se voleva poteva rimanere.
Il canguro contento fece subito amicizia con lei e diventarono migliori amici. Quel giorno, Max face una passeggiata e si accorse che quella macchina era molto più alta del solito, e insospettito si chinò e vide il canguro. Il coraggio venne meno e sbalordito scappò via.
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E così, scomparso l’unico testimone, non si sa più come finì la storia di questa sconosciuta città e dei suoi strani abitanti.
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La matita dello struzzo di Noemi Murè Illustrazione di Sabrina Vecchio C'era una volta uno struzzo di nome Massimiliano, che viveva da solo in un piccolo paesino lungo il bosco. Massimiliano passava le sue giornate sempre triste e scontento, senza divertirsi. Dopo un mese la monotonia delle sue giornate finì perchè un lontano zio gli regalò una matita alla quale si era molto affezionato e non se ne separava mai. Passo del tempo e Massimiliano perse la sua preziosa matita e quel giorno fu molto triste, perchè cercò la matita dappertutto ma non la trovò. Cominciò per lui un periodo difficile perchè nella matita, lui, aveva trovato un'amica, una compagna di giochi. Il gioco preferito era nascondino: un giorno la matita si nascose nel ripostiglio, sotto una montagna di libri e quaderni e non riuscì più ad uscire. Gridava il nome dello struzzo, ma nessuno la sentiva e così passarono i giorni. Lo struzzo non pensava ad altro se non alla matita, alla quale aveva dato anche un nome Olivia, e ricordava i momenti passati insieme. Iniziò così un lungo periodo di depressione e di malinconia perchè lo struzzo non sapeva che la matita si era persa nel ripostiglio, fin quando un giorno bussò alla sua porta una sua vecchia amica d'infanzia Penelope. Le raccontò la storia della sua matita e quest'ultima avendo ascoltato la storia dello struzzo cominciò la ricerca della matita.
Dopo lunghe ricerche in casa, finalmente la trovò nel ripostiglio e la riportò dallo struzzo. Massimiliano era felicissimo perchè aveva trovato la sua amica del cuore della quale, forse, era anche innamorato.
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La tigre con gli occhiali di Sabrina Vecchio Illustrazione di Maria Scuderi Un giorno bislacco, da una talpa e una tigre, nacque una tigre cieca, che non vedendo ad un palmo dal naso, fu costretta a mettersi gli occhiali. La povera tigre, che si chiamava Susan, era sempre insultata ed evitata da tutti e questo le provocò un senso di vergogna e tristezza. Era così distratta che alcune volte si dimenticava di mettersi gli occhiali e così sbatteva dappertutto, e quando li aveva con il suo alito li appannava
facendoli cadere per terra. Un giorno urtò contro Elios una giovane tigre che non la disprezzava come gli altri, anzi l'amava per quello che era, e così sbocciò l'amore tra i due, che vollero sposarsi al più presto. Una volta sposati nacque Silvestro, una piccola tigre cieca, e ciò fece ridere Elios e Susan in un modo pazzesco: meno male che Silvestro aveva preso il carattere del padre, o almeno così speriamo. La maternità non aveva reso Susan meno sbadata, infatti la poveretta cercava di camminare senza inciampare ma si muoveva come uno
struzzo e questo fu il suo sopranome. Un'altra volta cadde addosso ad un leone, e dalla paura corse così velocemente che il rischio di cadere
non c'era di certo, per non dire della volta in cui si conficcò la testa in un nido d'api, che pungendola le provocarono scosse così numerose che le fecero inventare un nuovo ballo, dove tutti ridevano e lei …piangeva.
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La mucca dentro il frigo di Simona Caldareri Illustrazione di Marco Aiello C'era una volta una mucca, di nome Carolina che viveva in Africa in una fattoria, posseduta da un gentile contadino di nome Alfredo. Lui amava molto Carolina e lei lo ricambiava, anche se odiava stare al caldo e avrebbe tanto desiderato un climatizzatore. Ma il suo caro Alfredo non aveva abbastanza soldi per comprarlo e lei non osava chiederlo per non farlo dispiacere. Alfredo conobbe una donna, antipatica ma bella e molto ricca, e fu così che dopo essersi sposati cambiarono casa e andarono in quella di Anna, grande ma caldissima. Una sera la donna propose all'uomo di vendere la mucca (che era speciale, infatti riusciva a rimpicciolirsi) ad un 'industria alimentare che l'avrebbe pagata tantissimo. Sfortunatamente per loro, Carolina ascoltò tutto e impaurita avrebbe voluto scappare, e invece rimase tutta la notte a pensare. Il giorno dopo i due uscirono per concludere l’affare, anche se Alfredo non era convinto, e Carolina osservò bene la casa, per trovare un nascondiglio e quando arrivò in cucina vide un oggetto enorme, bianco a puntini neri.
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Sembrava una mucca, ma guardando bene vide una maniglia che a lei sembrava una spada infilata nella pancia e cercando di toglierla improvvisamente si aprì. C'era freddissimo ma anche un buon odorino. “Ho trovato il posto perfetto per nascondermi - pensò Carolina - c'è il cibo, c'è freddo, ha i miei stessi colori ed è molto largo”. A quel punto decise di entrare per provarlo e subito si mimetizzò, e fu molto felice di quella sistemazione che decise di rimanere là per sempre. Appena tornati, i due si accorsero della mancanza di Carolina e la cercarono, ma senza trovarla. Da quel giorno Carolina visse là dentro, senza mai andarsene, mentre Alfredo divorziò e Anna morì.
La casa così rimase sola, e Carolina divenne la sua nuova drona. pa
Amore alfabetico Lavoro di gruppo: omaggio all’alfabeto Amo il mio amore con la A perchè si chiama Antonino abita ad Aquila fa l'autoricambista ha tante albicocche e gli piace tanto andare ad Agrigento
Amo il mio amore con la B
Perché si chiama Benedetto Abita a Berlino
Ha la barba Gli piace Ballare
Amo il mio amore con la C perché si chiama Carlo fa il Cantante abita a Catania ha una carrozzeria
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gli piace comprare
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Amo il mio amore con la D perché si chiama Davide
fa il Dottore abita a Domodossola
ha una ditta gli piace danzare
Amo il mio amore con la E perché si chiama Enrico fa l’elettricista abita a Enna ha un elicottero gli piace l’elefante
Amo il mio amore con la F perché si chiama Federico
abita a Firenze ha una fabbrica
gli piace fischiare
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Amo il mio amore con la G perché si chiama Giorgio fa il … giocatore abita a Genova
gli piace giocare…
Amo il mio amore con la H perché si chiama Holly
fa l’ Hobbista
abita a Hollywood gli piace l’hamburgher
Amo il mio amore con la I Perchè si chiama Ivan Abita in Irlanda fa l'idraulico è intelligente Gli piace inventare
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Amo il mio amore con la L
Perché si chiama Lino Abita in Lazio
fa il lattaio ha il letto
gli piace lavare
Amo il mio amore con la M perchè si chiama Manuel è un marinaio abita a Milano ha una moto gli piace mangiare
Amo il mio amore con la N perchè si chiama Nicola
è un nuotatore abita a Napoli
ha una nave gli piace nuotare
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Amo il mio amore con la O perchè si chiama Osvaldo è un ostetrico abita in Oceania
ha ottant’ anni gli piace origliare
Amo il mio amore con la P perchè si chiama Pipino
fa il panettiere abita a Pompei
ha la pipa gli piace il panettone
Amo il mio amore con la Q Perché si chiama Quirino Fa il quadraio Abita a Quebec Ha un quaderno Gli piacciono i quadri
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Amo il mio amore con la R Perché si chiama Romeo Fa il rubacuori Abita a Roma Ha una rosa Gli piacciono i ragionamenti
Amo il mio amore con la S Perchè si chiama Sabrina
Fa la stupida Abita a Sierra
Ha un serpente Gli piace la salsa
Amo il mio amore con la T perche si chiama Turiddu Fa la taglialegna Abita in Toscana Ha un tappo
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Amo il mio amore con la U perchè si chiama Umberto
è un universitario abita in Ungheria
ha un uliveto
gli piacciono gli ufo Amo il mio amore con la V perchè si chiama Vincenzo è un volontario abita a Verona
ha la varicella gli piace la vespa
Amo il mio amore con la Z perchè si chiama zorro
fa lo zampognaro ha tanti zufoli
e gli piacciono le zanzare
I titoli inventastorie Una visita in biblioteca, tante strisce di carta e dieci titoli che ci fanno sognare!
Il mostro che amava le storie
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Il mostro che amava le storie inventò una storia che si intitolava:
Una vice mamma per la principessa Martina. Martina era una bambina capricciosa e diceva sempre uffa mamma, uffa papà mai e poi mai mangerò i pomodori e li nascondeva sempre. Quando la mamma lo scoprì andò su tutte le furie e disse basta brutti scherzi ! Una volta la principessa non voleva andare a scuola e disse: « non vado perché ho paura della maestra ».La mamma non insistette e le propose: « dai leggiamo insieme un bel libro quello che ti leggo ogni sera zero baci per me ! » Il libro che scrisse il mostro ebbe un grande successo e tanti lettori.
Di Noemi La Martina, Valeria Torrisi, Rebecca Esposito, Noemi Russotto
Adesso tocca a voi. Sostituite, nel seguente brano, le parole sottolineate * Pecos Bill era un trovatello caduto da un carro di
pionieri e allevato da una famiglia di coyote. Da grande
divenne il miglior cavaliere della prateria. In sella al suo
cavallo vinceva tutti i rodei e faceva innamorare tutte le ragazze.
Ma per sua sfortuna s’innamorò di Sue, una fanciulla bellissima e testarda che volle salire a tutti i costi sul destriero del fidanzato. L’animale, geloso e ribelle, s’impenno e lancio per aria la
sua rivale. A causa dell’imbottitura elastica del suo vestito, Sue rimbalzò sempre più in alto, mentre Pecos Bill cercava invano
di acchiapparla col lazo, e alla fine fu catapultata sulla luna.
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Pecos Bill rimase scapolo e inconsolabile. Ancora oggi, quando c’è
il plenilunio, Pecos Bill guarda il cielo pensando al suo
amore e piange di nostalgia. Per solidarietà anche i suoi
fratelli coyote hanno l’abitudine di ululare alla luna piena.
(*esercizio tratto dal “Manuale del GSC” di B.Pitzorno) La luna piena di Sabrina Vecchio Gracy Reinold era un' aspirante investigatrice, caduta in una trappola e rinchiusa con una famiglia di gattini. Da grande divenne la migliore investigatrice del paese. In compagnia del suo computer vinceva tutti i casi enigmatici e faceva invidia a tutte le ragazze. Ma per sua sfortuna si scontrò con Gustavo, il malvagio scrittore e aspirante investigatore che volle sposarla a tutti i costi. Mario, il fidanzato geloso e furioso, lanciò sulle nuvole il suo rivale. A causa del mantello elastico del suo abbigliamento Gustavo rimbalzò sempre più in alto, mentre Mario cercava invano di fargliela pagare colpendolo con un vaso e alla fine lo piantò sulla luna. Gustavo rimase deluso e inconsolabile.
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Ancora oggi, quando c'è la luna piena Gustavo pensa alla sua Gracy, e guarda la terra piangendo d'amore. Per timore, anche i suoi colleghi scrittori hanno l'abitudine di piangere alla luna piena. La ragazza e il suo anello magico di Noemi Murè
Adriana era una ragazza caduta dalle nuvole, che venne adottata da una famiglia di cantanti e da grande diventò la migliore cantante del pianeta. Utilizzando il suo microfono in concorso vinceva tutte le gare e faceva girare gli occhi a tutti i ragazzi. Ma per sua sfortuna si trasformò in una rana squamosa,viscida e presuntuosa che voleva trovare a tutti i costi un fidanzato. La rana gelosa e superba un giorno s'imbattè in una gara di ranocchi e lanciò un messaggio al ranocchio più bello. A causa della corda elastica del suo bel ranocchio Adriana rimbalzò sempre più in alto, mentre il pubblico, orfano della cantante, cercava di afferrarla con una corda, ma alla fine fu spinta sulla luna. Il pubblico rimase fermo e inconsolabile. Ancora oggi, quando c'è una gara di ranocchi, il pubblico guarda la luna pensando alla cantante e piangendo di tristezza. Per imitare Adriana anche le sue amiche rane hanno l'abitudine di cantare alla luna piena.
Storie …alfabetiche Perché non provi anche tu?
Abbiamo ballato a Como divertendoci con Erika e Federica.
Giovanni ha invitato la mamma nell'orto. Per questo risulta serio, e
talvolta unisce verdure e zucche
Andiamo a ballare con Dario Erika Federica Gracy all'hotel immaginario.
Luana, intanto, mangia una noce orgogliosa per quella rarità, scoperta
tante uniche volte zigzagando. Di Urso Erika, Noemi La Martina, Esposito Rebecca, Scuderi Maria
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Arrivarono da Bologna i cagnacci di Eleonora facendo giochi
horror. I lunghi marciapiedi napoletani ospitavano i pitbull, che quasi
ringhiavano, al silenzio tenebroso, e ululavano violenti come zombi.
Di Mirabella Giusi Loriana, Gianluca Mollo, Gregory Domingue, Russotto Noemi.
Andiamo barcollando con destrezza e felicità. Gioisco. Ho
immaginato la montagna nascosta oscura profonda, quasi ritrovata
sotto un tetto umido, vecchio e zuppo.
Di Sabrina Vecchio, Celine Malvagna, Noemi Murè, Ylenia Tringale
E se cambiassi…??? Rosso, roso, grosso, fosso, mosso?
Cappuccetto Fosso Racconto di Sabrina Vecchio e Noemi Murè
Cera una volta una bambina che aveva l'abitudine di infilarsi in delle buche, e di restarci anche per delle ore, e per questo motivo la chiamavano “ Cappuccetto Fosso “.
Un giorno uscì per fare una passeggiata lungo il bosco e sbadata com' era cadde in un profondo fosso, che era la trappola di un astuto lupo affamato.
Ma Cappuccetto Fosso aveva anche lei un piano per non farsi mangiare dal lupo, e così, per evitare di essere uno spuntino, fece scattare la trappola che avrebbe portato il lupo a cadere nel suo stesso tranello. E allora incominciò ad insultare il lupo dicendogli:
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«Sei troppo fifone e non hai il coraggio di venire più avanti!!!»
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E il lupo superbo ribattè facendo un passo avanti. E Cappuccetto gli disse ancora: «Hai troppa paura ad avvicinarti a me!!!» E il lupo vanitoso fece un altro passo avanti. E Cappuccetto ancora: «Pensavo fossi un lupo non un coniglio!!!» E il lupo fiero avanzò di un altro passo, ma non si accorse che sotto i suoi piedi non c’era più nulla e cadde nel profondo fosso, dove Cappuccetto aveva poggiato un ago. Il lupo gli cadde sopra e per il dolore fece un salto fuori dal buco finendo dal qualche parte nascosta del bosco. Nel frattempo, tutti si erano messi alla ricerca di Cappuccetto, ormai scomparsa da circa un giorno. Era ormai quasi giunta la sera, e la piccola aveva ormai perso le speranze, quando ad un tratto un cacciatore di passaggio, sentì la voce e salvò Cappuccetto Fosso. Lei raccontò tutto quello che le era successo e si scusò per la sua sbadataggine.
Così tutto tornò come prima e il lupo smise di tendere trappole nel bosco.
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Cappuccetto Grosso di Simona Caldareri e Loriana Mirabella C’era una volta in un paese molto, molto, molto, molto lontano una bambina di nome Mafalda. Lei adorava sua nonna Elisabetta, ma non era ricambiata in quest’affetto da quando la bambina, all’età di tre anni provò a cucinare le patatine fritte usando la benzina che rubò dal vicino, invece dell’olio. Boom, boom, si sentì in ogni angolo del paese e non solo. Era un suono molto molto forte, e dopo questo all’improvviso tutto cambiò… La casa era scoppiata e meno male che il nonno e la nonna erano a fare la spesa. Peccato che dentro c’era il gatto! Solo Mafalda riuscì a scappare e a salvarsi. La nonna si arrabbiò moltissimo perché Fifì era morto, e non dimenticò
mai quello che la nipote aveva fatto. Così prima di morire la nonna chiamò una strega di nome Circe alla quale chiese di fare un incantesimo al mantello che aveva cucito e che avrebbe lasciato a Mafalda in suo ricordo. La bambina, piangendo, accettò moltissimo il regalo e lo indossò, e in onore della nonna si fece chiamare da tutti i suoi parenti ed amici Cappuccetto Grosso.
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Era contenta, ma per molto tempo non si accorse che indossando sempre quel mantellino stava ingrassando ogni giorno di più.
All’età di 12 anni arrivò a pesare 10 tonnellate al punto che la chiamarono Cappuccetto Grosso. La poverina, forse un po’ in ritardo, tentò invano tutte le diete possibili senza mai riuscire nel suo intento. Gli ultimi suoi tentativi furono: 1) chiudersi nella casa di paglia, ma senza risultato perché la sfondò 2) costringersi nella casa di legno, ma anche di questa si schiodarono le assi 3) murarsi nella casa di mattoni dove rimase.
La casa aveva resistito ma la notizia clamorosa l’aveva data un giorno il telegiornale annunciando con un grosso titolo: CAPPUCCETTO GROSSO E’ SCOPPIATA.
E tutti vissero infelici e scontenti grazie a Mafalda.
Cosavedi? Scrivere per immagini e per parole:
completa il disegno e inventa una storia!
Il sogno dei ragazzi Racconto e illustrazione di Marco Aiello
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C'erano una volta due ragazzi che volevano vedere le montagne. Un giorno ci riuscirono ma non fu come lo avevano immaginato: si trovarono una montagna obliqua sopra di loro che stavano attaccati alla roccia, stando a testa in giù. Temevano di cadere e guardando, verso il basso, videro mezzo albero che sembrava la bocca di un drago, circondato dall’erba del prato pieno di fiori. All' improvviso la presa dei ragazzi cedette e si lasciarono cadere dalla montagna…e arrivati giù si svegliarono dal loro sogno e scoprirono che l'aria di montagna faceva dormire!
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C'era una volta, una coppia di ragazzi che erano inseparabili.
Un giorno litigarono per colpa di Enrico, un ragazzo cattivo, che
era geloso e voleva allontanarli, riuscendoci. Purtroppo i due
ragazzi non fecero più pace , anzi cominciarono ad odiarsi. Allora decise di intervenire Felix, il drago della felicità. Li rapì e li portò su una montagna sperando di farli tornare amici come prima. Ma loro piuttosto preferivano morire. Allora Felix gli raccontò il motivo del
perchè avessero litigato e quando seppero la verità fecero subito
pace. A questo punto Felix trasformò Enrico in una farfalla in modo che non potesse più ostacolare la loro amicizia.
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Un giorno, due bambini di nome Arturo e Filippo decisero di andare a giocare in campagna.
Videro una collina con una rientranza e decisero di andare a giocarci. Si divertirono moltissimo, scherzavano, ridevano e giocavano con la palla. Ma a un certo punto videro… un DRAGO!! Urlarono, strillarono ma il drago aprì la bocca….
E non si seppe più che fine fecero i due bambini.
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In un piccolo paesello dietro la montagna, al di là del lago, in una modesta casa vivevano due gemelle, e il loro papà. Ilari era timida e gentile, Vanessa era coraggiosa e avventata.
Un giorno andarono nella laguna blu, un luogo che
avevano scoperto da piccole, e mai rivelato a nessuno; era il loro piccolo segreto. Quel giorno stesso vi trovarono una grotta, e la cosa strana era, che in tutti quegli anni non l' avevano mai vista. Era grande, e aveva la forma di un drago, con dei denti affilati. Vanessa convinse la sorella ad entrare, anche se moriva dalla paura. Quando vi furono dentro iniziarono ad avanzare, mentre la grotta si faceva sempre più piccola. Sotto di loro sentivano come un tappeto umido, quasi bagnato. La caverna, nel frattempo, si stringeva sempre di
più, e le gemelle che avevano preso a correre non si accorsero che la grotta si stava chiudendo.
Da lì a poco delle gemelle non rimase che un tremendo urlo, e il segreto della laguna blu.
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C’era una volta un dinosauro… no anzi un crepaccio… no ora che lo osservo meglio sembra un tirannosauro!
Insomma non si sa cosa sia, ma sappiamo che tutti i bambini avevano paura di lui.
Un giorno un bambino cadde da una grande roccia e arrivò dentro la bocca di questo sconosciuto, ma quando fu dentro si accorse
che quello strano essere in realtà era soltanto un grande scivolo ricoperto da un telo che rappresentava un essere spaventoso inesistente.
Scivolando, uscì fuori dalla parte della coda e trovò tanti bambini che lo stavano aspettando preoccupati.
Dopo averli tranquillizzati raccontò a tutti ciò che gli era successo e da quel giorno tutti i bambini vollero giocare con il
dino – paccio – sauro!
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Un giorno su una collina arrivò un drago che cercava da mangiare.
Mentre era fermo, intento a guardarsi intorno, vide arrivare dei bambini. Furbo com' era finse di essere una roccia, si paralizzò ma non fece in tempo di chiudere la bocca. Ai bambini sembrò uno scivolo e iniziarono a giocare scivolando. I bambini dentro la pancia del drago si muovevano continuamente e solleticarono il drago. L’animale sentii una forte aria formarsi dentro il suo stomaco e cosi gonfiandosi e gonfiandosi come un palloncino provocò una forte anzi impetuosa aria che sospinse i due bambini verso l'uscita.
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C'erano una volta due bambini che stavano camminando nel bosco. Strada facendo videro una roccia e ci salirono. Dopo averla scalata ad un certo punto scivolarono e caddero in un fiore gigante: saltarono e saltarono ed arrivarono alla fine della roccia.
Tutto d'un tratto spuntò un drago con la bocca gigante, i denti affilati e le unghie rosse. Egli li voleva mangiare, però quando spuntò il sole se ne andò perché si spaventò della luce e dei raggi del sole.
Alla fine i bambini fecero festa e se ne andarono.
"In molti giochi il bambino impara a saper dividere in sillabe le parole, a utilizzare il
vocabolario, a conoscere nuovi termini, a studiare la poesia, il ritmo la rima…tutti elementi
oggetto dei programmi didattici. Ma a questi si sommano la creatività del bambino, la
fantasia, l’invenzione di nuovi prodotti che arricchiscono l’apprendimento. Il gioco inoltre,
rende l’apprendimento di nuove conoscenze meno noioso. Un sapere che viene applicato
alle necessità concrete del gioco, risulta più facile da capire e da ricordare".
Ersilia Zamponi
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Progetto realizzato nell’a.s. 2010/2011
Cura editoriale di Andrea Sebastiano Fiorista
Istituto Comprensivo “Malerba – Leopardi” Edizioni, 2012
via Pidatella 127, Catania - www.icmalerba-leopardi.it