Scarica la rivista in formato pdf

64
ies Industria e Sviluppo trimestrale di informazione, opinione, economia, impresa Confindustria Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Prato, Siena CARLO BECATTI Energia, superare i vecchi modelli TIZIANO PIERETTI ANDREA SUSI ANNO VII - N. 2 aprile-giugno 2015 ENERGIA DALLE TERRITORIALI Firenze ............................................. Confindustria Toscana Sud ... Livorno ............................................ Lucca, Pistoia, Prato ................. Massa Carrara .............................. 48 52 56 58 61 Green economy, la sfida della Toscana Energia e ambiente, industria in pool position

Transcript of Scarica la rivista in formato pdf

Page 1: Scarica la rivista in formato pdf

iesIndustria e Sviluppo

trimestrale di informazione, opinione, economia, impresa Confindustria Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Prato, Siena

CARLO BECATTIEnergia, superare i vecchi modelli

TIZIANO PIERETTI

ANDREA SUSI

AN

NO

VII

- N. 2

apr

ile-g

iugn

o 20

15

ENERGIA

DALLE TERRITORIALIFirenze .............................................Confindustria Toscana Sud ...Livorno ............................................Lucca, Pistoia, Prato .................Massa Carrara ..............................

4852565861

Green economy, la sfida della Toscana

Energia e ambiente, industria in pool position

Page 2: Scarica la rivista in formato pdf
Page 3: Scarica la rivista in formato pdf

Comunicazione & Pubblicità[email protected]

Consulta on-line la rivista, sui siti: www.mgacomunicazione.it

www.leatherluxury.it

Page 4: Scarica la rivista in formato pdf

Wooden Boats srlUnipersonale

Via Marco Polo 127/12 - 55049 Viareggio (Lu) - Tel: +39 0584 407057 - Fax. +39 0584 407058 - [email protected]

Page 5: Scarica la rivista in formato pdf

Direttore responsabile: Annarosa Pacini [email protected]

Comitato di redazione: Andrea Balestri, Sandro Bonaceto, Antonio Capone, Marcello Gozzi, Massimiliano Musmeci, Umberto Paoletti, Piero Ricci, Claudio Romiti

Coordinatore editoriale: Furio Massi

Redazione: Luisa Angioloni (Arezzo), Simona Bandino (Firenze), Lodovica Lazzerini (Massa Carrara),Ilaria Maraviglia (Lucca),Franco Passarini (Grosseto),Saida Petrelli (Prato),Elena Pozzoli (Livorno)

Hanno collaborato a questo numero: Maurizio Abbati, Mattia Cialini, Nadia Frulli, Giulia Maestrini, Paolo Vannini

Impaginazione, grafi ca e foto: Franco Passarini

Direzione e redazione: Confi ndustria Grosseto, viale Monterosa 196, 58100 Grosseto, [email protected]

Editore: Assoservizi Toscana Sud Rete d’Imprese. Via Roma, 18 - 52100 Arezzo

Stampa: Soluzioni per la Stampa Srl, Corso Carducci 34, Grosseto

Registrazione: Tribunale di Grosseto n. 1/2009 del 26.03.2009

• Gli articoli possono non rispecchiare le posizioni delle Associazioni Industriali e dell’Editore, che li ritengono in ogni caso un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione. Dei contenuti sono responsabili i singoli autori. L’Editore non dovrà essere ritenuto responsabile per errori, omissioni, interruzioni o ritardi legati ai contenuti pubblicati nè per eventuali danni provocati dagli stessi.• È consentita la riproduzione purchè espressamente autorizzata dall’Editore, e con la citazione della fonte.• Non vengono trattati dati personali. L’uso dei dati, temporaneo, è solo a fi ni giornalistici.• Foto © Assoservizi Toscana Sud - Rete d’Imprese. E’ vietato qualunque utilizzo e/o riproduzione, anche parziale, del materiale fotografi co contenuto in questa rivista.

PUBBLICITÀ: la raccolta pubblicitaria su tutto il territorio della Toscana per “IES - Industria e Sviluppo” è a cura di: MGA Comunicazione & Pubblicità srl - Via Aretina 167/M FirenzeTel. 055/5275595 - Cel. 349/5941620 e-mail: [email protected]

TERRITORIALI

Conservare l’energia, la sfida del futuro

Servono azioni rivoluzionarie per agganciare la ripresa

Un nuovo capitolo per l’economia di Massa Carrara

Behavior Based Safety

EureKa! Funziona!

Lucca, Pistoia e Prato: quando l’industria diventa patrimonio di tutti

48FIRENZE

56LIVORNO

LUCCAPISTOIAPRATO

58

CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD

52

MASSA CARRARA

61

EDITORIALE

COVER STORY

SOMMARIO

Risorse energetiche: l’Italia punta sui servizi12

7

Energia, meno consumi, più risparmio16

Energia e ambiente, industria in pool position32

Energia, un futuro ancora da trovare36

Vincere la sfida dell’energia40

Consorzi per l’energia al servizio delle imprese44

Energia e imprese, un rapporto strettissimo28

Energia, superare i vecchi modelli20

Green economy, la sfida della Toscana24

Page 6: Scarica la rivista in formato pdf

Bagno a Ripoli - Firenzewww.santacaterinaevents.com

Page 7: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 7EDITORIALE

Ho assistito a cinque colpi di stato, ma non ho mai avuto real-

mente paura”. Raffaello Zeghi-ni aveva poco più di vent’anni quando partì la prima volta da Bibbiena (Arezzo), nel 1968. La-sciò il suo Casentino diventan-do un avventuriero dell’energia: Africa, Oriente, Centro e Nord America. Quarant’anni di pere-grinazioni quando il mondo era un posto un po’ più grande: pri-ma che social e voli low cost ac-corciassero le distanze tra i con-tinenti.

“Sono stato quattro decenni fuori dall’Italia e, se potessi – rac-conta oggi –, partirei di nuovo, all’istante”. Adesso siede dietro una scrivania, quella di Gener-

gy Spa. Una società con sede ad Arezzo che si occupa principal-mente di energie rinnovabili. E’ l’ultima sfi da di Zeghini, dopo una vita trascorsa al servizio di colossi quali Abb, General Elec-tric, Techint e Alstom.

Come si colloca l’Italia nel panorama delle rinnovabili?

“Bene, è tra le prime realtà al mondo per produzione di ener-gia solare. Ha anche un grande potenziale, ben sviluppato, per quanto riguarda l’energia idroe-lettrica. I grandi fi umi sono tut-ti adeguatamente sfruttati. Sul fronte eolico, invece, sono state perse delle occasioni”.

Perché?“L’Italia non è riuscita ad

agganciare l’industrializzazione

legata ai campi eolici, altri paesi l’hanno fatto, come la Spagna, ad esempio. I nostri impian-ti sono un po’ troppo fi ni a loro stessi. Producono energia senza alimentare direttamente un sito produttivo”.

L’Italia potrebbe essere autosuffi ciente energeticamen-te? Se sì, perché fette consi-stenti di energia sono acquista-te dall’estero?

“L’Italia ha un grande po-tenziale. Tuttavia quote di energia vengono dall’estero per ragioni economiche: costa meno, spe-cialmente quella di origine nu-cleare. Molta dell’energia presa dall’estero arriva dalla Francia. Frazioni arrivano anche da Slo-vacchia o Romania”.

L’Italia ha un tesoro: l’e-nergia solare. Ci sono proble-mi connessi agli impianti foto-voltaici?

“Rispetto alle fonti tradi-zionali, ma anche quelle idriche, quelle solari o eoliche sono legate al meteo. Il problema principa-le è quello dell’imprevedibilità delle condizioni. Per chi produce energia, come Enel, il problema principale legato agli impianti fotovoltaici è l’abbassamento di produttività, specialmente nei periodi estivi, quando cala la not-te. Per recuperare il picco di ener-gia, dato dalla presenza del sole, devono essere attivate fonti tradi-zionali. Per il distributore Terna ci sono invece problemi legati all’e-nergia eolica: le produzioni dei

Dall’energia solare all’eolica, molte le strade aperte ma anche i nodi ancora da sciogliere

Conservare l’energia, la sfida del futurodi Mattia Cialini, giornalista “Arezzonotizie.it”

Page 8: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 8 EDITORIALE

L’energia eolicaha perso il treno per l’industrializzazione

Energie rinnovabili: un potenziale per l’Italia che può ancora crescere

campi eolici sono poco stabili”.In futuro si potranno lima-

re questi problemi?“Non solo in Italia, ma nel

mondo, il grande tema è: come conservare l’energia. Ovvero, cre-are super batterie in cui stoccare e utilizzare l’energia alla bisogna. L’idrogeno potrebbe essere una risposta, ma siamo ancora a una fase di studio”.

Che cos’è Genergy esatta-mente?

“La società, originariamente una Srl, è nata in seno all’Asso-ciazione degli Industriali della provincia di Arezzo, con l’obiet-tivo di realizzare investimenti nel settore della produzione di ener-gia elettrica, prevalentemente da fonti energetiche rinnovabili. Progettiamo e realizziamo im-pianti elettrici, appoggiandoci a imprese esterne, curiamo gli im-pianti di nostra proprietà. L’ener-gia prodotta viene venduta inte-ramente al gruppo Gse, Gestore per i servizi energetici. Le azioni della società possono essere ac-quistate da tutti i soci di Confi n-dustria”.

Quanti sono gli impianti di Genergy?

“Al momento sono cinque: uno fotovoltaico in provincia di Livorno da 1.300 kilowatt e quattro idroelettrici. Di questi ne abbiamo uno in Toscana, in pro-vincia di Arezzo, e tre nelle Mar-che. Ce ne sono altri due, sempre idroelettrici, in via di completa-mento in Emilia-Romagna: pre-cisamente a Pianoro, in provincia di Bologna, entrambi con una

potenza 250 kilowatt. Nelle Mar-che abbiamo un impianto da 400 kilowatt e uno da 50 in provincia di Macerata; un altro da 100 ki-lowatt è in provincia di Ancona. L’impianto di Arezzo è il primo entrato in funzione, nel 2010. E’ da 50 kilowatt. Infi ne Genergy ha il 75 per cento di Genergy Sicilia, che dispone di un impianto foto-voltaico da 1 megawatt nell’isola. All’estero ha il 25 per cento di una società egiziana, che si chia-ma Genergypt”.

Un impianto del tutto par-ticolare.

“Esatto, si trova in una zona di grande pregio storico e pae-saggistico, profondamente legato alla tradizione cristiana: non lon-tano c’è l’eremo di Camaldoli, la cui comunità monastica, appena tre anni fa, ha celebrato il mille-nario della fondazione. In questo contesto, tra Soci e Partina, si in-serisce l’impianto idroelettrico: sorge in località Villa La Mauso-lea, legata ai monaci di Camal-doli. Sul versante energetico, c’è anche da registrare la presenza di un piccolo impianto fotovoltai-co, di cui Genergy, un tempo, era comproprietaria. La zona di Villa La Mausolea è anche una terra di vino, oltre che di rifl essione, pre-ghiera ed energia”.

Prima di Genergy c’è stata un’altra vita, durata quasi qua-rant’anni: dal 1968 al 2007. Una vita lontana dalla sua Bibbie-na. Lontana dall’Italia.

“Tutto è iniziato nel 1968. Quella di trasferirmi è stata un’opportunità che ho deciso di

cogliere al volo. A me, giovane studente, non piaceva il clima di confl itto che si respirava in quegli anni in Italia. Mi offrirono la pos-sibilità di andare a lavorare per un certo periodo in Africa e accettai”.

Non è più tornato indie-tro?

“A dire il vero tornai indie-tro dopo il primo viaggio. Mi ero sposato a Bibbiena e dovevo sce-gliere: o abbandonare il lavoro, o portare mia moglie con me. Sia-mo partiti e lei mi ha seguito. E’ sempre stata con me, a parte una breve parentesi. Mio fi glio è nato in Costa d’Avorio, mia fi glia non è nata in Africa per puro caso”.

Quante esperienze diverse ha fatto?

“Tante. Principalmente Afri-ca Nera nei primi anni. Poi mi sono spostato nel nord del con-tinente, in Egitto. Da qui è stata la volta degli Emirati Arabi. Negli

ultimi anni mi sono trasferito in America. Ho lavorato molto in Centro e Sud America: Messico e Venezuela. Quindi gli Stati Uni-ti”.

All’epoca non si occupava di energie da fonti rinnovabili?

“Lavoravo soprattutto con impianti convenzionali, a vapore o gas. In Africa ho avuto espe-rienze con impianti idroelettrici. Sono partito come project mana-ger residente, poi sono diventato responsabile di area, incarico che mi ha spinto a viaggiare molto anche all’interno della mia re-gione di competenza, avendo responsabilità di più impianti. Ho lavorato con compagnie come Abb, General Electric, Techint e Alstom”.

Quando è fi nita la vita da giramondo?

“Sono andato in pensione nel 2004, ma ho continuato a fare il consulente. Ho proseguito con gli spostamenti all’estero fi no al 2007. Tra tutti i Paesi che ho vis-suto ho un ottimo ricordo dell’I-ran: fu una bellissima esperienza. Credo che ora sarebbe impossibi-le vivere lì con la sicurezza di cui ho goduto all’epoca”.

Non ha mai dovuto af-frontare situazioni critiche nei Paesi che l’hanno ospitata?

“Più di una. Sono stato testi-mone di cinque colpi di stato in Africa, ma non ho mai realmente temuto per la mia incolumità”.

Page 9: Scarica la rivista in formato pdf
Page 10: Scarica la rivista in formato pdf
Page 11: Scarica la rivista in formato pdf
Page 12: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 12 COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA FIRENZE

La produzione nazio-nale è quasi irrile-vante nel panorama

mondiale, ma l’Italia è il decimo Paese al mondo per consumi. Il gas metano, risorsa energetica basilare, il Belpaese va a pren-derselo all’estero. I dati relativi al 2013 dicono che l’Italia ha importato, nell’arco di dodici mesi, 62 miliardi di metri cubi di metano: per numeri, il no-stro Paese è il quarto importa-tore mondiale dietro Giappone, Germania e Stati Uniti.

“Ma l’Italia è una nazione ben posizionata per quanto ri-guarda gli approvvigionamen-ti”, assicura Eduardo Di Bene-detto, che di gas metano se ne intende, essendo amministrato-

re delegato di Toscana Energia, realtà che si occupa della distri-buzione del 50 per cento del gas naturale in Toscana.

Di Benedetto, ingegne-re elettronico, con una lunga esperienza alle spalle nel setto-re, è amministratore delegato di Toscana Energia dal 2012. “To-scana Energia – spiega Di Bene-detto – è il primo operatore del-la regione nella distribuzione del gas. Al momento serviamo 102 comuni in Toscana, per un totale di 710mila contatori attivi e investiamo annualmente 50 milioni sul territorio servito.

Abbiamo vinto una gara per la gestione del servizio nel Comune di Prato, che ci porte-rà a breve altre 80mila utenze.

La società, nata dalla fusione di Fiorentinagas e Toscana Gas, conta oggi 91 Comuni soci e il partner industriale Italgas del Gruppo Snam”.

Toscana Energia rappre-senta una delle molte realtà che vedono la collaborazione tra pubblico e privato sul terri-torio. Le principali attività della società sono la distribuzione del gas naturale come servizio pub-blico, la distribuzione diretta ai clienti che hanno capacità au-tonoma di acquisto gas, la co-struzione e la gestione delle tu-bazioni, la gestione dei rapporti con gli operatori di trasporto e i grossisti.

Toscana Energia, come molte altre realtà del settore, è

stata, negli ultimi anni, prota-gonista di un processo di fusio-ne che ha accorpato tante realtà dalle dimensioni minori. “La tendenza è diffusa – spiega Di Benedetto –. Basti pensare che negli ultimi anni in Italia c’è stata una concentrazione che ha visto passare il numero delle società dalle 800 del passato alle 200 di oggi”. Il motivo di questa tendenza è duplice.

“Da una parte – prosegue l’amministratore delegato di To-scana Energia – c’è la possibilità di abbattere i costi attraverso le economie di scala, così impor-tanti nel settore della distribu-zione. Inoltre le società del gas del territorio si preparano ad un periodo molto intenso per

E’ la qualità della distribuzione che può fare la differenza, in un paese che consuma molto, ma produce poco

Risorse energetiche: l’Italia punta sui servizi

di Mattia Cialini, giornalista “Arezzonotizie.it”

Page 13: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 13COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA FIRENZE

Energia e ambiente: fondamentale educare le nuove generazioni

Gas naturale, nessun rischio per gli approvvigionamenti

quanto riguarda le gare d’ambi-to per l’affi damento del servizio di distribuzione”.

Dall’estate 2015, per un paio di anni, ci saranno decine e decine gare di appalto in tutta la Penisola. Anche Toscana Ener-gia sta scaldando i motori. “In tutta Italia – precisa Di Bene-detto – si dovrebbero tenere 177 gare di ambito. Toscana Energia parteciperà a tutte le gare della regione, che sono undici”.

Nello scenario internazio-nale il gas naturale che l’Italia utilizza arriva, per gran parte, dall’estero. La sostanziosa fet-ta è di circa il 90 per cento. “Ma siamo un Paese ben posizio-nato per l’approvvigionamen-to – rassicura Di Benedetto –, abbiamo rifornimenti dal Nord Europa, dalla Russia e un terzo importante approvvigionamen-to arriva da Algeria e Libia”. In particolare, più del 30 per cento del gas naturale dell’Italia arriva da Russia e altri paesi dell’Est ex sovietico; il 5,4 per cento dall’E-gitto e dal Qatar; il 12,7 per cen-to dall’Algeria; il 5,7 per cento dalla Libia; il 7,5 per cento dalla Norvegia, dall’Olanda e da altri paesi del Nord.

“Siamo in una posizione centrale in Europa e la dipen-denza dall’estero per questa fonte di energia non può spa-ventare. Tanto più che abbiamo alcuni rigassifi catori che con-sentono di importare il metano via mare. In più c’è un proget-to importante che è quello del nuovo metanodotto Tap, che

collegherà la Puglia alla Gre-cia e permetterà l’arrivo di gas dall’Azerbaigian”.

Insomma, l’Italia non deve temere per gli approvvigiona-menti futuri, nonostante l’in-stabilità del quadro politico di alcuni dei Paesi fornitori. “Non c’è assolutamente nulla da te-mere. Abbiamo ottimi margini di sicurezza. In passato abbia-mo avuto qualche problema con i rifornimenti che arriva-vano dalla Libia, ma niente che abbia potuto destabilizzare la distribuzione in Italia. Non solo ci sono accordi solidi con le altre nazioni esportatrici, ma l’Italia, nel tempo, grazie agli stoccaggi, è riuscita a costruire delle riser-ve importanti. Infi ne – chiude Di Benedetto – c’è anche una frazione di gas naturale che l’I-talia è in grado di estrarre e che viene usata in ambito naziona-le. Copre circa il 10 per cento del nostro fabbisogno”. Anche se le zone di estrazione sul suo-lo italiano non sono molte.

Infi ne, ma non ultimo, il rapporto dell’azienda con il ter-ritorio, che va dall’ottimizzazio-ne del servizio agli investimenti per la promozione della cultura.

“Il servizio che Toscana Energia gestisce sul territorio si caratterizza per una massima attenzione rivolta all’ammoder-namento della rete di distribu-zione che si estende per oltre 12.000 km in circa la metà dei Comuni toscani. E’ un impegno quotidiano che si pone l’obiet-tivo di mantenere i più elevati standard di sicurezza, effi cienza e innovazione. Ma non solo. La politica perseguita dalla società è infatti orientata anche a svi-luppare il servizio sul territorio toscano attraverso la realizza-zione di nuovi tratti e connes-sioni per raggiungere e servire clienti sia di natura civile che in-dustriale. Per andare incontro a

queste richieste abbiamo intro-dotto recentemente anche delle agevolazioni rivolte ad ridurre i costi che tali pratiche compor-tano per l’utente fi nale.

Inoltre, nonostante il dif-fi cile momento per l’economia e il lavoro, Toscana Energia ha continuato a fare consistenti investimenti che nel 2014, rag-giungendo i 50 milioni, sono stati addirittura superiori agli anni precedenti. Un importan-te segnale e un impegno che si traduce in un forte sostegno a favore dell’economia locale.

Altra espressione di que-sto legame è rappresentata dal sostegno a cultura, arte e iniziative che valorizzano il territorio in cui operiamo e al nostro impegno che ormai da anni rivolgiamo al mondo del-la scuola. Tanti progetti realiz-zati con i quali la società vuole contribuire alla diffusione della cultura dell’energia per svilup-pare una ‘coscienza energetica’ in modo particolare nelle nuove generazioni. Lezioni in classe alla scoperta del percorso che fa il gas prima di arrivare nelle nostre case, video educational ed un laboratorio didattico per capire l’importanza dell’energia e come viene trasformata ed utilizzata quella solare sono le iniziative che anche quest’anno abbiamo messo a disposizione delle scuole toscane”.

Eduardo Di Benedetto

Page 14: Scarica la rivista in formato pdf
Page 15: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 15

Page 16: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 16 COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD - GROSSETO

L e diffi coltà di approvvi-gionamento e la povertà di fonti energetiche del

nostro Paese. Le potenzialità delle rinnovabili e gli errori commessi sugli incentivi. L’effi cienza ener-getica e la riduzione degli sprechi come risorsa per il futuro. E’ lungo questa direttrice che si sviluppa il ragionamento di Stefano Sgherri sul tema dell’energia.

Laureato a Pisa in ingegne-ria elettrotecnica opera nel settore della progettazione degli impianti elettrici, civili ed industriali. Dal 2000 si occupa di energy mana-gement, recentemente certifi ca-to Esperto in Gestione Energia UNI CEI 11339. Collabora con varie strutture confi ndustriali sin dall’anno 2001 sulle tematiche energetiche ed è responsabile della società Econpower Srl che opera a favore delle strutture confi ndu-striali di Grosseto, Prato, Lucca e Pistoia nell’ambito della gestione

dei consorzi - gruppi di acquisto di energia e della consulenza energe-tica.

Ingegner Sgherri, quella sull’energia per il nostro Paese sembra una gara con un handi-cap di partenza: da un raffronto con altri Paesi emerge che l’Italia paga mediamente di più il costo dell’energia. E’ davvero così?

“In Italia storicamente si sono sempre avute quotazioni più alte rispetto al mercato estero, con spre-ad molto consistenti in particolare nel mercato all’ingrosso. La bollet-ta che paghiamo, però, non è solo composta dalla fornitura di energia ma anche dai costi di sistema e da-gli oneri parafi scali, oltre alle acci-se. E’ un po’ lo stesso discorso che vale per i carburanti, che costano al consumatore molto di più del loro costo reale. Gli ultimi valori di apri-le di quest’anno vedono l’Italia pa-gare il Megawattora (1000 kWh) 48

euro contro i 40 della Francia, i 30 della Germania e i 25 della Scan-dinavia”.

Esistono ragioni precise che spiegano questo squilibrio e come è possibile limitarlo se non proprio superarlo?

“Anzitutto c’è una grande diversità nell’approvvigionamen-to alle fonti energetiche. Noi non abbiamo disponibilità di fonti pri-marie come carbone, gas, petrolio, nucleare. Dovendole acquistare all’estero siamo condizionati nei costi di approvvigionamento. Nel settore del gas, in particolare, a vol-te pesano anche le ‘code’ di vecchi contratti sottoscritti anni prima. Aver aumentato l’energia prodotta da fonti rinnovabili ha fatto ottene-re i primi risultati ma la differenza con altri Paesi rimane; in Italia il costo dell’energia resta molto alto”.

Le rinnovabili appunto.

Quanto si è puntato davvero su queste fonti e dove, eventual-mente, si è sbagliato?

“I risultati ci sono anche se da un punto di vista prettamente tec-nologico sono stati fatti pochi passi avanti. Negli ultimi anni c’è stata troppa spinta all’incentivazione, soprattutto nel fotovoltaico, con un vero e proprio boom, a scapito di altre fonti.

Sono stati realizzati troppi im-pianti in troppo poco tempo, senza che la tecnologia progredisse di pari passo e così anche le reti e le infrastrutture. Il volano economico poteva diventare un ‘driver’ ecce-zionale ma sarebbe stato necessa-rio più tempo.

In 4/5 anni si è registrata una crescita enorme. Adesso accade che molti fra coloro che hanno in-vestito in questo settore si trovano con impianti già in parte superati. E ancora: dopo il boom iniziale c’è stata una grande proliferazione di

Riduzione degli sprechi e interventi legislativi ad hoc: la strada per i l futuro passa dall’efficienza energetica

Energia, meno consumi, più risparmio

di Paolo Vannini, giornalista freelance

Page 17: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 17COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD - GROSSETO

Stefano Sgherri

aziende, a volte anche molto pic-cole, che nell’arco di qualche anno hanno cessato l’attività.

Così per gli utenti non esiste più un referente per l’assistenza. Inoltre aver destinato grandi incen-tivi al fotovoltaico ha comportato una crescita generale degli oneri fi nanziari nel settore della fornitura di energia. Insomma, questa in-centivazione è stata praticamente fi nanziata da tutti i consumatori. Il legislatore ha operato agevolazioni in un settore che poi si è visto co-stretto a riequilibrare, intervenendo sia sulla ridistribuzione degli one-ri di rete che rivedendo i contratti ventennali, allungandone la dura-ta, fi no a 24 anni, e riducendone gli incentivi. Inoltre è stata cambiata anche la fi scalità sul settore”.

Luci e ombre, insomma. Le rinnovabili si inseriscono a pie-no diritto nel tema della cosid-detta economia verde o “green economy”. A che punto siamo?

“C’è stata la speranza che la ‘Green economy’ si sviluppasse in modo consistente ma dopo che è stato rivisto retroattivamente il conto energia è accaduto che gli investitori esteri hanno visto una grande instabilità dovuta all’incer-tezza dei contratti a cui si aggiun-gono le ormai note diffi coltà, per aspetti autorizzativi, a realizzare impianti come gassifi catori, bio-masse o fotovoltaici. Sono perso-nalmente favorevole a questo tipo di investimenti, in Italia avremmo buone potenzialità nel settore agricolo o nei riutilizzo dei rifi uti, ma conosco anche le diffi coltà che

accompagnano le realizzazioni di questi impianti”.

Spesso diffi coltà dei citta-dini ad accettare queste struttu-re vicino a casa propria ma non solo. Com’è la situazione nella nostra regione e dove sono stati ottenuti ad oggi i risultati mi-gliori?

“Certo ci sono i problemi lo-gistici ma vi sono anche compli-cazioni autorizzative e normative. Ovviamente esempi di impianti fi niti esistono, anche qui in Tosca-na, ma c’è poco di nuovo. Inoltre non si può pensare in alcun modo di tenere in equilibrio un sistema elettrico con le fonti rinnovabili. Per esempio il fotovoltaico e l’eolico sono instabili, l’idroelettrico è più regolare ed è anche utilizzato come riserva. Fra le regioni la Puglia sem-bra essere quella con la maggiore produttività da fotovoltaico e an-che eolico. Un aiuto ci sarà fornito dai sistemi di accumulo, materia di grande attualità”.

E dell’eterno dilemma, il nucleare, cosa pensa?

“Sulla scelta del nucleare il ragionamento si fa più politico se non ideologico. Prendiamo atto della scelta fatta dall’Italia e andia-mo avanti. Sicuramente il nostro Paese è anche sfortunato per la sua conformazione territoriale di peni-sola, uno scheletro allungato che certo non favorisce la rete elettrica. E poi non abbiamo fonti primarie. Quindi direi quasi che è inutile ac-canirsi sul problema dell’energia. Poi, certo, sono state fatte scelte opinabili”.

Nel settore rinnovabili la Toscana si caratterizza partico-larmente per qualche aspetto?

“La Toscana è nella media nazionale, non si distingue per particolari meriti o demeriti relati-vamente alla gestione dell’energia. Ci sono anche dei parametri precisi che confermano questo dato. In passato era più il nord a costare di meno e molto di più costavano in-vece le isole, per motivi anche facil-mente comprensibili. Da qualche tempo la situazione generale si sta riequilibrando. Inoltre la Toscana fornisce un importante contributo con l’energia prodotta fonte geo-termica”.

Cosa prevede per il futuro dell’approvvigionamento ener-getico del nostro Paese?

“Bisogna puntare al massi-mo sull’effi cienza. Non si parla più tanto di far pagare poco la produzione di energia quanto di

consumarne meno per spendere meno. Le centrali che entrano in produzione e immettono energia in rete sono a minor costo, a partire dalle rinnovabili. Anche i produt-tori stanno vendendo l’effi cienza energetica. Più tecnologia e un uso diverso possono far risparmiare in modo consistente. Effi cienza vuol dire apparecchiature più effi caci e riduzione degli sprechi con l’otti-mizzazione delle risorse.

A parità di lavoro svolto si consuma meno. Lo si può ottenere con gli elettrodomestici e con tut-te le fonti energetiche interne alle abitazioni. In ambito industriale c’è molto da fare, sia nel recupero delle energie termiche disperse che nel miglioramento delle pre-stazioni energetiche dei motori ed del loro uso, con il ricorso anche all’elettronica di potenza (Inverter), illuminazione led ecc., il migliora-mento tecologico è molto orientato all’effi cienza energetica. Su questo sono stati fatti signifi cativi inter-venti legislativi.

E’ una direzione importante per il futuro che può far guardare in avanti con un po’ di ottimismo in più. Ci sono segnali in tal senso che vengono dall’Europa ma anche da noi la strada imboccata è buona e l’Enea sta svolgendo un ruolo trai-nante. Di grande attualità ora è il Decreto Legislativo 102 del luglio 2014, che pone l’obbligo di esegui-re una diagnosi energetica, per il settore della grande industria, che sebbene rappresenti un onere, se ben interpretato potrà risultare una risorsa per tutto il settore ”.

Page 18: Scarica la rivista in formato pdf
Page 19: Scarica la rivista in formato pdf
Page 20: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 20 COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD - SIENA

È un’analisi a tutto ton-do ma con un punto centrale inevitabile, la

realtà senese e toscana, quella di Carlo Becatti, 37 anni, re-sponsabile del settore “Sviluppo strategie e innovazioni” di Sie-nambiente.

Nell’intervista concessa a “IES”, l’imprenditore specia-lizzato nel settore delle ener-gie rinnovabili, membro del consiglio di amministrazione del Consorzio Siena energia, si sofferma soprattutto sul model-lo di sviluppo energetico sene-se dei piccoli e medi impianti, sulla necessità di potenziare le energie rinnovabili nel nostro Paese, sui piani per l’energia e i rifi uti della Regione Toscana che

hanno bisogno di tempi ragio-nevoli, sul servizio di consulen-za energetica “Service Energia”.

Dottor Becatti, quali sono le attività di Sienambiente nell’ambito della produzione di energia?

“La principale attività di Sienambiente è quella della ge-stione degli impianti a servizio del ciclo integrato dei rifi uti. Da qualche anno, inoltre, in consi-derazione delle opportunità of-ferte da un mercato dell’energia in continuo mutamento, abbia-mo allargato il nostro raggio di azione, direttamente o attraver-so numerose partnership, al set-tore della green economy, delle energie rinnovabili e alla pro-

duzione di energia da fonti non convenzionali. La strada sulla quale ci siamo avviati è quella di un modello di sviluppo ener-getico non centralizzato, ma sorretto da una rete di impianti di media e piccola taglia che si inseriscono armoniosamente nel contesto paesaggistico della provincia di Siena.

Siamo infatti convinti che la strategia della decarbonizza-zione e il potenziamento delle rinnovabili così come deciso dal recente G7, sia non solo ne-cessario per non oltrepassare il tetto dei 2°C di innalzamento della temperatura terrestre, ma sia anche determinante per ga-rantire un futuro al nostro Pia-neta”.

Eppure l’Italia è ancora molto legata alla produzione di energia da fonti fossili con conseguenze che si ripercuo-tono sull’ambiente e sul costo dell’energia. Come è possibi-le uscire da questo meccani-smo?

“Negli ultimi anni abbia-mo fatto grandi passi avanti per incrementare la produzione di energia pulita, ma rimane anco-ra molto da fare. Per svincolarsi dall’utilizzo del petrolio, dalle altre fonti fossili e dalle spe-culazioni fi nanziarie connesse a queste fonti energetiche, il nostro Paese deve proseguire nel cammino di crescita delle rinnovabili e adottare tutta una serie di misure fi nalizzate alla

Dalla decarbonizzazione al potenziamento delle rinnovabili alle consulenze energetiche per l’ottimizzazione degli acquisti. Work in progress per un diverso futuro energetico

Energia, superare i vecchi modelli

di Paolo Vannini, giornalista freelance

Page 21: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 21COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD - SIENA

Carlo Becatti

Green economy e green jobs, opportunità da cogliere per nuove prospettive di sviluppo

riduzione dei consumi. Con una politica mirata,

si devono quindi potenziare gli interventi di riqualifi cazio-ne dell’illuminazione pubblica, implementare le reti smart e valorizzazione, anche attraverso incentivi economici o detrazioni fi scali, la riqualifi cazione ener-getica degli edifi ci, sia pubblici o che privati”.

La Regione Toscana sem-bra puntare molto sull’econo-mia verde e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Quali i risultati a oggi e le concrete aspettative per il fu-turo?

“Attraverso il Piano am-bientale ed energetico e il Piano dei rifi uti, la Regione Toscana ha pianifi cato e dettato gli indiriz-zi strategici per lo sviluppo del nostro territorio. Tali strumenti sono un punto di partenza fon-damentale per ogni genere di programmazione, ma non sono suffi cienti da soli a rendere con-creto quel cambiamento a favo-re dello sviluppo sostenibile nel quale operiamo.

Le aspettative quindi ci sono, vogliamo sfruttare le pos-sibilità che nasceranno, ma oc-corre che al contesto nel quale lavoriamo vengano apportate alcune modifi che”.

Si spieghi meglio, a che cosa si riferisce?

“A tutt’oggi esistono alcu-ne criticità che possono mettere

a rischio la realizzazione di ini-ziative nel campo dell’econo-mia verde e la conseguente cre-azione dei cosiddetti green jobs.

Mi riferisco, in particolare, ai tempi della fase autorizzativa dei nuovi impianti e a norme che molto spesso sono poco chiare. Con l’obiettivo di dare continuità e un’ulteriore pro-spettiva alla green economy, la pianifi cazione approvata dal governo regionale deve quindi essere supportata dal rispetto dei tempi previsti dalla legge per l’avvio di nuovi impianti, ovviamente sempre nel rispetto delle regole e delle procedure.

Ai fi ni del buon esito di un progetto, è inoltre necessario avere quella certezza normativa che consenta una pianifi cazio-ne economica e industriale a medio e lungo termine”.

Come si è strutturata Sienambiente per affronta-

re i cambiamenti in atto e la liberalizzazione del mercato dell’energia?

“L’avvento delle rinnovabi-li è stato ed è il vero motore del cambiamento, con effetti ben superiori ai processi di liberaliz-zazione degli anni ‘90.

Ma molto ancora si modi-fi cherà nei prossimi anni e gli scenari energetici futuri avran-no al centro l’innovazione tec-nologica, le rinnovabili e l’effi -cienza.

Sienambiente ha risposto da subito a queste sollecitazioni realizzando impianti alimentati a fonti rinnovabili, ma anche rendendo più effi cienti gli im-pianti per la gestione dei rifi uti. Una strategia che ha permesso, come riconosciuto dal proto-collo di ‘Siena Carbon free’, di abbattere del 20 per cento l’im-missione in atmosfera di emis-sioni climalteranti. Sul fronte del mutamento del mercato

concretizzatosi nell’aumento del numero dei produttori, nel-la riduzione della dimensione degli impianti e nel mutamento del ruolo delle reti, siamo inol-tre attivi dal 2014 con un nuovo servizio”.

Di che cosa si tratta?“E’ il ‘Service Energia’, un

servizio di consulenza energe-tica realizzato in collaborazione con Società Toscana Ambiente, che affi anca nell’ottimizzazione dell’acquisto di energia elettri-ca le sedici aziende del ‘Grup-po Sta’, la maggior parte delle quali con una sede operativa in Toscana.

In pratica, fornendo gli elementi necessari a valutare il contesto di mercato, guidiamo e assistiamo le imprese nella scel-ta dell’offerta economica mi-gliore. L’idea di creare il ‘Service Energia’, per il quale ci avvalia-mo della consulenza tecnica del Consorzio Siena Energia, nasce in seguito alla liberalizzazione del mercato dell’energia e alle opportunità legate ai vantaggi di natura economica scaturite dalla contrattazione di forniture energetiche.

Un servizio che in virtù del-le nuove dinamiche del mercato elettrico affermatesi con l’av-vento delle rinnovabili, va nella direzione del risparmio energe-tico, della corretta gestione delle fonti energetiche e della razio-nalizzazione delle risorse”.

Page 22: Scarica la rivista in formato pdf
Page 23: Scarica la rivista in formato pdf
Page 24: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 24 COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD - AREZZO

Da giugno 2015 per il gas, da giugno 2016 per l’elettricità. Dopo

tanti annunci è davvero arri-vata la fi ne per i contratti che riproducono le vecchie tariffe amministrate ante-liberalizza-zione per le famiglie e le picco-le medie imprese che non se la sentono di affi darsi al mercato degli operatori in concorrenza. Cosa potrà cambiare? Quali benefi ci? E quali rischi di mi-nori tutele per i consumatori?

“Con la fi ne del ‘regime

di maggior tutela’ sicuramente si apre una nuova era in tema di liberalizzazione, ma soprat-tutto, di scelta delle tariffe da parte del consumatore. Natu-ralmente, ciò potrà avvenire nell’ipotesi in cui ci sia real-mente piena consapevolezza delle condizioni del mercato e piena capacità di scelta, cosa che ritengo ancora prematura. Persiste ancora una sorta di ‘asimmetria informativa’ circa le condizioni del mercato ener-getico e, a mio modesto parere, sarebbe opportuno un graduale

percorso di accompagnamento verso questo nuovo regime. Ci sono ancora opinioni contra-stanti circa la reale convenien-za delle tariffe del mercato libe-ro rispetto a quelle del mercato tutelato. E per fi nire, credo che sarebbe comunque auspicabile un rigoroso accompagnamen-to verso il mercato da parte dell’Autorità Antitrust quale supremo garante della concor-renza e delle regole del libero mercato dell’energia”.

Dal raffronto con altri

Paesi emerge un dato costan-te: l’Italia paga mediamente di più il costo dell’energia. Quali sono i motivi di questo squilibrio e come è possibile superarlo?

“L’Italia è notoriamente povera di risorse energetiche e ha fatto una precisa scel-ta per quanto attiene l’ener-gia nucleare. Ciò premesso, partiamo da un costo di base dell’energia che non può che essere maggiore rispetto agli altri paesi Europei, dato che siamo costretti ad importare

Importanti investimenti e ambiziosi progetti fanno della Toscana una regione all’avanguardia nella green economy, ma la vera partita si gioca sull’uso efficiente dell’energia

Green economy, la sfida della Toscana

di Paolo Vannini, giornalista freelance

Page 25: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 25COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD - AREZZO

Andrea Susi

Tasse e imposteappesantiscono la bolletta energetica per imprese e privati

la maggior parte dell’energia che consumiamo; per di più, il peso delle tasse e imposte applicate in bolletta è note-volmente più elevato rispetto a quello di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. Tutto ciò naturalmente si ripercuote sulla spesa delle famiglie Italia-ne per energia e gas, e genera un posizione di scarsa compe-titività per le imprese nazionali le quali sono costrette a soste-nere un costo, che soprattutto nelle aziende manifatturiere è un vero e proprio costo della materia prima, notevolmente maggiore in confronto agli altri paese Europei”.

Come si presenta nello specifi co la situazione in To-scana? Esistono particolari vantaggi o svantaggi per gli utenti, e per le imprese in particolare?

“Ritengo che la realtà To-scana non si discosti molto da quella delle altre Regioni Italiane. Nel nostro caso, qua-le azienda di produzione con elevati consumi sia dei energia elettrica che di metano, siamo parte ormai da quindici anni del Consorzio Arezzo Energia, attraverso il quale abbiamo ge-stito in modo direi ottimale la negoziazione delle condizioni contrattuali e tariffarie sul li-bero mercato. Credo che l’ag-gregazione di imprese, quale gruppo di acquisto nella forma consortile, sia un importante

strumento di negoziazione del-le tariffe energetiche, ma deve comunque essere gestito e co-adiuvato da un adeguato staff di professionisti che abbia una conoscenza approfondita del-le condizioni di mercato, delle normative di riferimento e dei gestori”.

In Toscana si parla molto di “Green economy”. La Re-gione sembra puntare molto sulla valorizzazione dell’e-conomia verde e dunque sulle modalità di trasforma-zione delle materie prime in energia. Con quali risultati ad oggi e con quali concrete aspettative per il futuro?

“Credo che la Toscana sia all’avanguardia per quanto concerne la ‘Green Economy’ con importanti investimenti già ultimati e con altrettanti ambi-ziosi progetti da realizzare: mi riferisco in particolare al setto-

re idroelettrico, alla geotermia, alle biomasse, al fotovoltaico e all’eolico. La Toscana, in base a specifi ci indicatori di soste-nibilità ambientale, è una fra le regioni Italiane più virtuose sotto il profi lo dell’energia ver-de, si è dotata di un’apposita disciplina di riferimento per le ‘aree produttive ecologicamen-te attrezzate’ e ha fi nanziato la formazione del Distretto delle Energie Rinnovabili, luogo di incontro fra le aziende inte-ressate alla green economy. Da un recente studio emerge che investire il 2 per cento del PIL Toscano per la riconversione ecologica del sistema produt-tivo implicherebbe la creazio-ne di 15000 nuovi posti di la-voro, attraverso l’innovazione dei piani industriali, logiche di processo, risparmiando energia e riducendo i gas-serra”.

Le società Esco (Energy

service companies) possono es-sere individuate come fi gu-re chiave negli interventi di green economy? E’ così e che ruolo possono svolgere?

“Certo, le ESCO fornisco-no servizi volti alla realizzazio-ne di interventi di razionalizza-zione degli usi e di generazione locale dell’energia, per garanti-re un uso effi ciente dell’ener-gia e di conseguenza ridurre i consumi e i costi della bolletta; in più, tali società si occupano anche del fi nanziamento degli interventi anzidetti e recupe-rano l’investimento effettuato tramite i risparmi conseguiti nei costi di esercizio.

I risparmi economici otte-nuti vengono quindi condivisi fra la ESCO e il cliente fi nale con diversi tipi di accordi com-merciali.

Data la loro precipua spe-cializzazione e professionalità in ambito di effi cientamento energetico, sia sotto il profi lo impiantistico che in termini di fi nanziamento per progetti di intervento, le ESCO potranno e dovranno sicuramente gio-care un ruolo determinante nell’ambito della green eco-nomy; ciò perché presumo che non sia sempre facile e imme-diato individuare, all’interno delle aziende, risorse umane e soprattutto tempo da dedicare alla progettazione di sistemi di razionalizzazione degli usi energetici”.

Page 26: Scarica la rivista in formato pdf
Page 27: Scarica la rivista in formato pdf
Page 28: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 28 COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA PRATO

A chi dovrebbe rivol-gersi un’impresa giovane per avere

una dettagliata panoramica sulle possibilità in ambito energetico?

“Se un’impresa avvia la propria attività proponendosi di ottimizzare i propri costi ener-getici è già a metà dell’opera: la sensibilità per il problema è un presupposto essenziale ma non scontato. Le opportunità per ef-fettuare scelte vantaggiose non mancano. Ci sono società spe-cializzate ma soprattutto esisto-no strutture come le associazioni di categoria ed i consorzi, spesso promossi dalle associazioni stes-se, che possono fornire indica-zioni oggettive, nell’esclusivo

interesse delle imprese. Sia il fornitore che il tipo di contratto possono fare la differenza. Ma non basta. Bisogna anche pre-stare attenzione alle modalità di fatturazione, al rispetto dei termini del contratto e, natural-mente, a scadenze e rinnovi. In caso di imprese di dimensioni ridotte è particolarmente im-portante valutare le opportunità offerte dai consorzi: le condizio-ni contrattuali che si riescono a spuntare disponendo di una ‘massa critica’ signifi cativa come quella di un consorzio sono nettamente migliori di quelle a portata di una piccola azienda. A Prato abbiamo una doppia pos-sibilità sia per l’energia elettrica che per il gas metano: i consorzi

Prato Energia e Prato Gas per le imprese di dimensioni maggiori e due rispettivi gruppi di acqui-sto per quelle più piccole. Un altro fattore da tenere d’occhio è l’effi cientamento”.

Da imprenditore del set-tore, quale consiglio darebbe ad un’azienda tessile per l’ef-fi cientamento, e magari il ri-sparmio, energetico?

“Più che un consiglio è un invito che vale per tutti noi tes-sili ma non solo per noi. Fra i tessili, peraltro, ci sono situazio-ni ben diverse a seconda della tipologia produttiva, che può avere una maggiore o minore intensità di consumi energe-tici. I costi di energia elettrica e gas metano sono così elevati

da compromettere per alcune aziende gli equilibri di bilancio, anche oggi che pure è un mo-mento non troppo negativo da questo punto di vista. In questo contesto il miglior consiglio può essere solo uno: non rassegnia-moci, cerchiamo tutti i percorsi possibili per contenere gli oneri delle nostre bollette. Qualcosa si può fare. Come Unione Indu-striale Pratese e come società di servizi Saperi, controllata dalla stessa associazione, forniamo ad esempio il servizio ‘Effi cienta-mento & Risparmio’. Potenziali interessate tutte le imprese del manifatturiero e dei trasporti; il servizio riguarda infatti elettri-cità, gas metano ed altri combu-stibili. Quello che proponiamo è

Ad analizzarlo nel dettaglio ci pensa Franco Ciampolini, vicepresidente dell’Unione industriale Pratese. Ombre e luci di un settore vitale per le imprese

Energia e imprese, un rapporto strettissimo

di Mattia Cialini, giornalista “Arezzonotizie.it”

Page 29: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 29COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA PRATO

Franco Ciampolini

Costi dell’energia più equi un obiettivo fondamentale per la crescita

un percorso in due tappe, anche indipendenti fra di loro. La pri-ma tappa è il check up energeti-co: accade che in questa fase si evidenzino diseconomie fi no al 20% dei consumi totali. Grazie alla collaborazione dei colleghi della sezione Terziario Innovati-vo dell’Unione Industriale Pra-tese, questa prima fase è gratuita. Non è cosa da poco: parliamo di una consulenza qualifi cata che consiste in una visita di mezza giornata e che serve a far emer-gere le linee generali degli inter-venti da effettuare. Poi, dopo una attenta valutazione del rapporto costi/benefi ci, si può passare alla fase due. Se si stabilisce di effettuare un intervento per il miglioramento dell’effi cienza energetica, è molto probabile che si diano le condizioni per avere diritto al pagamento di un credito da parte di Gse - Gestore dei servizi energetici. Sono i cer-tifi cati bianchi, in pratica denaro: un incentivo che la legge attri-buisce a chi effettua interventi rilevanti per l’ottimizzazione dei consumi energetici”.

Energie rinnovabili: quali sono le possibilità di investi-mento più interessanti in que-sto momento?

“La novità è la concreta possibilità di realizzare investi-menti nell’ambito della produ-zione di energia elettrica da fonti rinnovabili (di qualsiasi tipo: fotovoltaico, che si presta parti-colarmente, ma anche idroelet-trico, biomasse o eolico) in pro-

miscuità con unità di consumo. In sostanza, le recenti normative sui SEU, i Sistemi Effi cienti di Utenza, consentono di installa-re, in un sito nella disponibilità del consumatore, un impianto di produzione alimentato da fon-ti rinnovabili anche da parte di un soggetto diverso dal titolare dell’impianto di utilizzazione. La cosa interessante è che questa transazione per così dire a chi-lometro zero, che non necessita della rete di trasporto e distribu-zione nazionale, è gravata solo in minima parte dagli oneri di-versi dalla componente energia, che ammontano anche a più del 60 per cento del totale del costo di fornitura. I minori oneri pos-sono essere ripartiti tra produt-tore e consumatore, a vantaggio di entrambi”.

L’energia è vita per le aziende ed è quindi una spia delle attività di un’industria. Attraverso i consumi energeti-

ci è possibile ricostruire il nu-mero di occupati di un’impre-sa e contrastare così l’illegalità

“Vero, è così. I consumi di energia elettrica e gas, ma an-che di acqua, possono costituire indicatori della congruità com-plessiva del rapporto costi-ricavi di un’impresa e dell’attendibili-tà della composizione ed entità stessa delle diverse voci di costo. Se ad esempio i costi energetici di un’azienda sono sovradimen-sionati rispetto ai costi del per-sonale, è possibile immaginare che vi siano delle irregolarità nell’ambito dei rapporti di lavo-ro. Intendiamoci: non si possono stabilire in tutti i casi delle rela-zioni fi sse e perentorie fra dati di questo genere ma di certo si possono individuare parametri generali utilizzabili per, se non altro, andare a verifi care situa-zioni che appaiono sbilanciate. E’ un problema molto sentito a Prato ma non solo: l’illegalità va

combattuta con determinazione e questi indicatori possono esse-re di grande utilità”.

Qual è il futuro dell’e-nergia per le aziende tessili? Ci sono cambiamenti all’oriz-zonte?

“Potrebbe esserci un cam-biamento positivo, cioè uno sgravio di parte degli oneri fi -scali per le aziende, tessili ma non solo, inserite in strutture consortili. Parliamo di un tema annoso, sul quale la nostra asso-ciazione si è molto battuta. Pro-vo a riassumerlo in poche paro-le: l’importo complessivo che le aziende si trovano in bolletta è composto in misura rilevante da accise ed oneri fi scali vari.

Parte di questi oneri sono però ridotti per le aziende ener-givore, che in Italia sono identi-fi cate come tali essenzialmente in base ai volumi di consumo in termini assoluti.

In pratica, imprese che in proporzione ai loro costi con-sumano molta energia e gas ma che non sono classifi cate come energivore (è il caso di alcune tipologie di lavorazioni tessili) pagano l’energia più delle gran-di imprese. Una evidente iniqui-tà che potrebbe essere sanata facendo valere i consorzi, ai fi ni fi scali, come un’impresa unica. Una breccia è stata introdotta con la legge di stabilità del 2014: ora siamo alla stesura dei decreti attuativi, sui quali si gioca l’effi -cacia del provvedimento”.

Page 30: Scarica la rivista in formato pdf
Page 31: Scarica la rivista in formato pdf
Page 32: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 32

Energia e ambiente, industria in pool position

COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA LUCCA

Tiziano Pieretti

La gestione dell’e-nergia e lo sfrutta-mento oculato delle

fonti disponibili sono oggi un nodo importante da sciogliere, quando si intende parlare di sviluppo dell’industria. Appare essenziale ottimizzare i consu-mi, secondo quanto ci chiede la comunità internazionale, anche se in questi ultimi anni questa esigenza si è attenuata a causa di una fase recessiva che ha de-terminato un calo di erogazione elettrica. Secondo i dati Terna, nel 2013 in Italia il comparto in-dustriale ha consumato 124.870 milioni di KWh, con una di-minuzione del 4,5 per cento rispetto al 2012. Ma ora che la produzione industriale torna a salire, ecco che il problema si

ripropone. Su questo tema ci siamo confrontati con Tiziano Pieretti, vicepresidente di Con-fi ndustria Lucca con delega ad Ambiente ed Energia.

Coniugare sviluppo economico e ambiente è di-ventata una esigenza fonda-mentale, anche in termini produttivi. Dottor Pieretti, come è possibile questo sotto il fronte dell’energia?

“Il rispetto dell’ambien-te è necessario per far sì che le future generazioni possano avere le stesse opportunità che noi, dandole un po’ troppo per scontato, abbiamo avuto. Ovvio che lo sviluppo economico ha portato a saturare le aree indu-strializzate e creare situazioni

ambientali diffi cili. L’energia in questo senso non è esclusa, ma negli ultimi anni grandi passi avanti sono stati fatti proprio nella direzione della soste-nibilità e dell’ambiente. Non mi riferisco solo alle energie rinnovabili, ma a quelle fon-ti energetiche convenzionali e maggioritarie che utilizzano i fossili come principale fonte di approvvigionamento. Mi riferi-sco a un ‘processo’ di effi cienza energetica che in origine è sta-to necessario nel nostro paese per cercare di abbattere i costi proibitivi dell’energia e che ha portato gli impianti italiani ad essere fra i più effi cienti in Eu-ropa. Nel settore cartario ad esempio la cogenerazione a gas (produzione combinata di va-

pore ed energia elettrica) è di-ventata una tecnica largamente applicata e i benefi ci in termine di ambiente sono elevatissimi. Tanto che i moderni impianti sono quasi tutti stati riconosciu-ti ad alta effi cienza energetica”.

Sono ormai anni che si lavora per ridurre le emissio-ni in atmosfera. Come è cam-biato l’atteggiamento della nostra industria?

“Oggi tutte le fonti di emissione di aria di un certo li-vello devono essere autorizzate, censite e analizzate. Questi ser-vizi sono ritenuti strategici per il controllo del territorio, quindi vengono puntualmente verifi -cati dagli organi di vigilanza. In molti altri casi vengono richiesti

Riduzione dei costi occulti e degli sprechi, rispetto dell’ambiente perché i giovani abbiano un futuro da scegliere. A partire da una gestione avveduta delle risorse disponibilidi Maurizio Abbati, giornalista freelance

Page 33: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 33COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA LUCCA

anche campionatori e analisi in continuo che garantiscono la registrazione dei valori di emissione e scrittura di appositi registri dei valori registrati. Cre-do si possa affermare che oggi in Italia le industrie rispettano l’ambiente”.

L’energia ha un peso eco-nomico cospicuo per le nostre imprese, che può renderle meno competitive rispetto ad altri Paesi. E’ possibile conte-nere questo costo?

“L’Italia dei record negli ultimi anni ha portato il costo dell’energia sul gradino più alto d’Europa. Se consideriamo che per alcune aziende manifattu-riere (orgoglio italiano) l’inci-denza dei costi energetici rap-presenta anche il 50 per cento dei costi di produzione, si com-prende bene che questo record negativo non aiuta la ripresa. Analizzando i costi energetici, si può dire che mediamente i co-sti della molecola (gas, petrolio, energia elettrica ecc. ecc.) sono comparabili ai medi europei.

Quello che non è compa-rabile sono tutti gli altri oneri, la tassazione e anche gli sgravi. Nelle nostre bollette abbiamo i più alti costi di rete, per non parlare della tassazione, più una serie di costi cosiddetti occulti legati a terremoti, alluvioni, de-nuclearizzazione e chi più ne ha più ne metta.

Non ultimo il costo delle fonti rinnovabili (in particola-re il fotovoltaico) che hanno decretato fi no al 2025 oneri A3 che portano ad esempio il costo dell’energia elettrica per un utente industriale in Italia a circa 140 €/MWH contro i 50 €/MWH della Germania.

Cosa si può fare per com-primere questi costi? Sicura-mente, vedendo quanto la ridu-zione del costo del petrolio ha ridato ossigeno a un economia malandata come la nostra, si dovrebbe intraprendere una seria politica di riduzione del costo dell’energia per gli ‘energy

intensive’, aiutandoli con misu-re di esenzione degli oneri. Cer-care di rendere più effi ciente il sistema energetico nazionale al fi ne di ridurre i costi generali di sistema”.

Noi siamo ancora in gran parte dipendenti da petrolio e fonti fossili, ma quale ruolo possono assumere le rinnova-bili?

“Le fonti rinnovabili sono una risorsa importante per un piano energetico nazionale che di fatto non è stato attuato; gli incentivi necessari in una prima fase di installazioni dovevano essere monitorati e resi fruibili con gradualità per permettere al sistema di sviluppare tecnologie nuove in grado di competere senza incentivi (che poi sono ri-caduti in bolletta), seguendo un piano che prevedeva di arrivare al 2020 ad 8.000 mw installati.

Purtroppo la storia è un’al-tra e siamo arrivati a saturare il mercato italiano fi nanziando impianti obsoleti e poco effi -cienti che non permetteranno a nuove tecnologie di essere svi-luppate avendo creato il costo certo in bolletta fi no al 2025.

Oggi, di fatto, chi volesse fare un impianto fotovoltaico non riuscirebbe a pagare nem-meno i pannelli, quando altri hanno una rendita esorbitante. Tutte le fonti rinnovabili hanno senso se il regolatore del mer-cato non dà incentivi abnormi ed è inoltre necessario distin-guere se l’energia prodotta si consuma sul posto o si immette in rete. Nel caso di consumo sul posto tutte le forme di ener-gia da fonti rinnovabili sono da plaudire. Nel caso invece di energia immessa in rete biso-gna fare attenzione, in quanto spesso il bisogno di energia non è corrispondente alla produzio-ne e non potendo al momento stoccare energia si possono avere fenomeni rischiosi di sbi-lanciamento, in grado di creare costosissimi black out che met-terebbero a repentaglio la sicu-

Tabella dei consumi di energia in Toscana di Energia (Consumi GW totali)

La crescita delle rinnovabili (MW)

rezza elettrica nazionale”.

Parliamo di Toscana. Qual’è la situazione energeti-ca in regione? E quali impian-ti potrebbero rivelarsi essen-ziali per lo sviluppo?

“Nell’ambito delle fonti credo che in Toscana geoter-mia e idroelettrico siano quelle

che danno maggiori risultati, ma la più interessante sono le biomasse. Per sviluppare que-sti business sarà necessario un riferimento normativo più ela-stico, comprensivo delle tecno-logie moderne senza pregiudizi e leggi certe. Serve la volontà di inspirarci a modelli noti senza fare voli liberi senza senso”.

Trend della potenza effi ciente lorda (MW) per tipologia di impianto

Page 34: Scarica la rivista in formato pdf
Page 35: Scarica la rivista in formato pdf
Page 36: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 36 COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA PISTOIA

Pistoia; un territorio in gran parte mon-tuoso, dove il carbo-

ne vegetale e la forza dell’ac-qua sospingevano le antiche industrie: chi vede oggi dove erano collocati gli opifi ci si può dare una risposta su cosa fosse essenziale per produrre. Non strade, non ferrovie, non ma-terie prime: ma la capacità di alimentare le macchine e farle muovere.

La centralità del tema non è cambiata; sono ovviamente mutati i sistemi di produzione dell’energia, che hanno con-sentito una diversa diffusione

di industrie sul territorio. Ed hanno anche posto domande nuove, dall’impatto ambien-tale alla convivenza fra indu-strie e centri urbani, dalla re-golazione dell’immissioni in ambiente ai costi, in Italia esa-geratamente alti, dell’energia; e tanti altri aspetti, focali per l’industria .

Dalle biomasse all’eolico, fi no al fotovoltaico: la parola energia indica ormai una inte-ra gamma di realtà produttive. Opportunità più o meno con-crete di investimento che pos-sono essere colte al volo dagli imprenditori toscani e non

solo. Opportunità che spesso però sono vanifi cate da buro-crazia, mancanza di suppor-to da parte delle istituzioni e diffi coltà dovute all’impatto, a volte ritenuto troppo invasivo, con il terriorio.

Di questi temi Marco Carrara, imprenditore pisto-iese del settore della carta – nel quale la sua famiglia opera da ben 140 anni – si occupa costantemente. Carrara, vice-presidente di Confi ndustria Pistoia, è infatti delegato na-zionale nel comitato nazionale “Energia”.

Oggi parlare di energia

signifi ca parlare di tanti ar-gomenti diversi, che vanno dalla sensibilità verso le pro-blematiche ambientali alla legislazione. E signifi ca anche parlare di un futuro per quegli imprenditori che, nonostante mille diffi coltà, vogliono inve-stire in questo settore in conti-nuo divenire.

Cosa possono fare le istituzioni per sostenere gli sforzi fatti dalle imprese che vogliono convertirsi alle energie alternative?

“Alle istituzioni chiedia-mo di essere materialmente

Contenere i costi energetici, creare le condizioni per la competitività, sfruttare i mercati di nicchia: la “questione energia” è ancora da risolvere

Energia, un futuro ancora da trovare

di Nadia Frulli, giornalista “Arezzonotizie.it”

Page 37: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 37COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA PISTOIA

Marco Carrara

vicine alle imprese che vo-gliono convertirsi alle energie alternative. I modi per farlo sono molteplici. Si possono ad esempio creare sgravi fi scali, promuovere incentivi e studia-re agevolazioni specifi che per chi intraprende questo per-corso. Si deve però tenere in considerazione il fatto che tut-ti gli incentivi delle alternative pesano in maniera consistente sulle bollette dell’industria”.

Quanto gravano sulle aziende i costi per l’energia?

“Ad oggi il costo dell’e-nergia in Italia è di circa il 25-30 per cento superiore che nel resto d’Europa.

Questo ha conseguen-ze drammatiche: da un lato allontana dal nostro territo-rio gli investimenti stranieri, dall’altro rende più diffi cile agli imprenditori italiani rea-lizzare un guadagno da queste attività”.

Tra le tante opportunità offerte dall’universo delle energie alternative c’è quel-la dell’eolico. In molte zone d’Italia si sono aperti dibat-titi ed elaborati progetti su questi impianti. Nella stessa Pistoia c’era un progetto che è poi naufragato. Ma perché è così diffi cile far decollare questi progetti? L’eolico pro-spetta un risparmio reale?

“L’eolico è sicuramente

un’opportunità, ma si deve tenere conto anche delle ca-ratteristiche naturali del ter-ritorio per ridimensionare gli entusiasmi. Nell’80 per cento del territorio italiano, purtrop-po, non c’è vento a suffi cienza per garantire una produzione costante nel tempo.

Detto questo, è importan-te continuare a fare ricerca an-che in questo settore: perché con mezzi di produzione più effi cienti potrebbe anch’es-so guadagnarsi una nicchia di mercato economicamente conveniente”.

In molte aree della To-scana si parla di centrali a biomasse. Se da un lato que-ste centrali rappresentano un’occasione di crescita e di sviluppo, dall’altro sono spesso osteggiate da comita-ti di cittadini che esprimono

la loro contrarietà. Può tra-sformarsi questa situazione in un deterrente per gli in-vestimenti?

“Purtroppo è una storia che si ripete. In Italia si con-testa di tutto, salvo poi preten-dere di avere luce e corrente a disposizione in ogni momento della propria vita.

In realtà, le centrali a bio-masse hanno avuto un forte sviluppo nei paesi Nordeuro-pei, i quali non sono famosi per voler avvelenare la propria popolazione. Anzi vengono portati ad esempio in termini di rispetto ambientale”.

Quali prospettive ci sono dunque?

“Questo tipo di centrali non può, da solo, rappresenta-re il futuro della produzione di energia ma, se ben gestito, può occupare uno spazio che può

ENERGIA: GLI STRUMENTI PER GESTIRLA

Fin dai tempi delle prime liberalizzazioni del mercato elettrico, avvenuta nel 2000, gli industriali di Pistoia crearono presso la loro associazione due strumenti estremamente fl essibili per affrontare la gestione del complesso mercato dell’energia, fi no ad allora connotato da un unico venditore: nacquero allora il Con-sorzio Pistoiese per l’Energia ed il Gruppo di acquisto. Rivolgersi al servizio energia ancora oggi signi-fi ca avere una consulenza terza, non di parte, che può, con professionalità riconosciuta e competenza, indirizzare verso le formule più vantaggiose di acquisto. La scelta dei migliori contratti per le aziende

associate si è basata sul principio della maggior convenienza senza privilegiare rendite di posizione di fornitori elettrici anche storici, ma adottando anzi una politica di estrema mobilità sul mercato al fi ne di cogliere sempre le migliori opportunità. Oggi non solo di risparmio si tratta, ma anche di offrire consulenze qualifi cate su diagnosi energetiche e studi di fattibilità per l’ot-timizzazione dei consumi e la loro riduzione. Con ciò rispondendo, fra l’altro, ai recenti obblighi normativi, che impongono a tutte le aziende energivore di effettuare una diagnosi di consumi con personale qualifi cato

essere di lungo termine.Anche se è necessario

tenere presente un aspetto di non poco conto: ovvero capire quanto queste centrali potran-no continuare ad essere com-petitive una volta cessati gli incentivi statali”.

A livello regionale, qua-li potrebbero essere gli in-terventi di enti come Regio-ni e Comuni per incentivare l’investimento in energie alternative?

“La Regione deve so-vrintendere allo sforzo delle aziende che investono in ener-gie alternative”.

Come? “Creando cluster merce-

ologici regionali per poter af-frontare al meglio le esigenze di ciascun settore. Un obiettivo da non sottovalutare”.

Page 38: Scarica la rivista in formato pdf
Page 39: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 39

Page 40: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 40 COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA LIVORNO

Sostenibilità ambien-tale, ma anche ridu-zione dei costi a ca-

rico delle imprese e ricerca, per una società che dovrà diventare in prospettiva low carbon, cioè sempre meno dipendente dalle fonti fossili.

Quella dell’energia è una delle sfi de più importanti che l’industria dovrà raccogliere, te-nendo presente il fatto che dif-fi cilmente l’Europa potrà essere competitiva in quanto a politi-che mirate solo ai bassi costi.

Di questo abbiamo parlato con l’ingegner Luigi Giuliano, presidente del Consorzio Ener-gia Libera Livorno e condiretto-re di Confi ndustria Livorno, per capire come sia possibile co-

niugare lo sviluppo economico con la tutela dell’ecosistema e con la salute. “Le azioni virtuo-se di miglioramento nel settore industriale e nel manifatturiero in particolare sono già una re-altà. Oramai – spiega l’ingegner Giuliano – è patrimonio comu-ne del comparto industriale, e manifatturiero in particolare, la valutazione e selezione dei processi produttivi attraverso la loro sostenibilità a 360 gra-di, ovvero una valutazione che riguardi non solo la sosteni-bilità economica, ma anche e soprattutto quella ambientale e sociale.

Gli stessi analisti fi nanzia-ri non si accontentano più di misurare le potenzialità di svi-

luppo economico dell’impresa, senza che questo sia associato alla sostenibilità ambientale. E’ su questo concetto di sosteni-bilità che si fonda lo sviluppo economico moderno”.

Quanto è cambiato nel controllo delle emissioni da parte della nostra industria?

“Oggi non solo si è in gra-do di controllare le emissioni, ma anche di valutare, attraver-so un indicatore che mi sembra particolarmente interessante, i ‘costi esterni per danni am-bientali e sanitari associati alle emissioni’ (fonte studio Ecba Project). Si tratta di un indica-tore, rapportabile al Pil, che mi-sura l’impatto in termini di liabi-lity delle attività economiche di

imprese e famiglie. Questi costi ammontano a

circa 50 miliardi di euro all’anno (dato 2012 rapportato a un Pil di 1.566 miliardi). E’ interessan-te notare che nel 2012 le attivi-tà economiche che più hanno contribuito a questo costo sono quelle imputabili alle famiglie (trasporti, riscaldamento etc.), mentre chi ha dato il contributo più sensibile in termini di ridu-zione del costo è l’industria ma-nifatturiera, con -7,1 miliardi, pari al 15 per cento”.

Sotto il profi lo economi-co l’energia è una voce im-portante di costo per le nostre imprese, è possibile compri-merla?

Sviluppo dell’impresa e sostenibilità ambientale, un obiettivo possibile su un percorso ancora impervio

Vincere la sfida dell’energia

di Maurizio Abbati, giornalista freelance

Page 41: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 41COVER STORY / ENERGIA - CONFINDUSTRIA LIVORNO

Luigi Giuliano

Investire sulle infrastrutture ed eliminare i vincoli strutturali per favorire la circolazione dell’energia

Quando si parla di costo dell’energia è necessario di-stinguere bene tra quanto costa produrla (costo ai morsetti della Centrale) e quanto costa met-terla in rete (dispacciamento), trasportarla e renderla disponi-bile all’utente fi nale.

Purtroppo il nostro Paese è penalizzato su entrambe queste voci, ma la penalizzazione direi quasi intollerabile è quella sui costi di dispacciamento e tra-sporto, con differenziali rispet-to agli altri paesi europei che superano i 50 €/Mwh; si tratta tra l’altro di un costo non com-primibile e indipendente dal fornitore.

Paradossalmente, le for-me di incentivazione a pioggia sulle rinnovabili e che si sono scaricate in termini di costo su quest’ultima componente, han-no aggravato la situazione. La riduzione dei costi di produzio-ne determinata dalle Fer, infatti, è stata ampiamente annullata e superata dagli extra costi, con un risultato fi nale negativo per l’utente fi nale.

Gli ingredienti necessari per comporre una ricetta tale da incidere positivamente sulla riduzione del costo dell’energia non sono molti, ma tra questi va incluso l’investire sulle in-frastrutture in modo da favorire la liberalizzazione del mercato, eliminando i vincoli strutturali (sia interni al Paese che verso i nostri partners europei e non solo) che limitano la circolazio-

ne dell’energia a basso costo. Penso non solo alla rete

elettrica ma anche al sistema di distribuzione e stoccaggio del gas. E ancora incentivare l’effi cienza energetica. Il primo strumento per spendere meno è consumare meno.

Su questo punto deve dare il suo contributo il sistema del credito, che tutt’oggi fa fati-ca a fi nanziare investimenti in questo settore. Infi ne favorire l’implementazione della pro-duzione da Fer laddove por-ta oggettive ottimizzazioni in termini di riduzione dei costi ed effi cienza. Penso, in questo caso, al cosiddetto ‘scambio sul posto’, ma anche ai Seu (Siste-mi effi cienti di utenza) e, perché no, alle Riu”.

In questi anni si conti-nua a discutere dell’uso di fonti rinnovabili da affi anca-re a quelle tradizionali. Quali

sono le fonti rinnovabili che possono essere valorizzate?

“Non esiste, a mio avviso, una classifi ca tra le Fer che ne renda una preferibile all’altra. Ogni intervento va esaminato nel contesto in cui lo si vuole realizzare e sempre in una logi-ca di valutazione costi/benefi ci e rischio industriale legato alla tecnologia. Certo è che sole e vento sono sempre disponibili; diverso è il discorso delle bio-masse, che richiedono l’imple-mentazione di fi liere produttive di non sempre facile realizza-zione e determinano un’emis-sione in termini di particolato e polveri fi ni da valutare”.

Qual’è la situazione della produzione di energia nella nostra regione. Quan-to dipendiamo da quella che arriva da fuori? E di quali impianti avremmo realmente bisogno?

“La situazione nella nostra regione, come per le altre regio-ni italiane, risente pesantemen-te delle conseguenze della crisi con un marcato crollo dei con-sumi, in particolare per il setto-re industriale. Nel solo biennio 2005-2007, dopo anni di trend di crescita, il livello dei consumi elettrici è tornato a quello della fi ne del secolo scorso e si è sta-bilizzato sui 20.000 Gwh/anno.

La fonte energetica più consistente tra quelle utilizzate per rispondere al fabbisogno re-gionale è riconducibile ai com-bustibili di origine fossile liquidi e gassosi, quindi di importazio-ne extra regionale. Si è modifi -cata, di conseguenza, anche la geografi a industriale degli im-pianti di produzione, in parti-colare per le vicende che riguar-dano la costa, dove fi no al 2011 si produceva il 50 per cento del fabbisogno di energia elettrica regionale. Più che di nuovi im-pianti avremmo bisogno di una razionalizzazione degli esistenti e di un recupero di competiti-vità che, cogliendo le opportu-nità normative che potrebbero scaturire dagli accordi di pro-gramma per la costa, faccia leva anche sulla razionalizzazione ed effi cientamento del sistema di trasmissione e collegamento delle grandi utenze industriali.

Un’esigenza ineluttabile, che ha come alternativa un ag-gravamento della crisi con ulte-riori perdite occupazionali”.

Page 42: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 42

Page 43: Scarica la rivista in formato pdf
Page 44: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 44 COVER STORY / ENERGIA - MASSA CARRARA

Come nasce l’esigenza di creare un consor-zio per l’energia?

“Con notevole lungimiranza il Decreto Bersani, con cui è stato avviato il processo di liberaliz-zazione dei mercati energetici in Italia, ha previsto che l’accesso ai mercati potesse avvenire diretta-mente per soggetti grandi con-sumatori, soglia minima iniziale 20 GWh poi ridotta a 10 GWh, oppure tramite consorzi con con-notazione territoriale. Questo vincolo avrebbe dovuto garantire, come in gran parte accaduto, la crescita di competenze specifi che nell’ambito del mercato libero, a tutela dei consumatori industriali di media taglia.

Nel periodo tra il 1999, avvio del mercato elettrico, ed il 2005, avvio della borsa elettrica, Con-

fi ndustria ha avviato oltre cento consorzi territoriali che rappresen-tano tuttora il veicolo ottimale di accesso all’approvvigionamento elettrico per le Pmi”.

Quali sono i vantaggi di chi entra nel consorzio?

“Quasi tutti i consorzi di Confi ndustria hanno maturato una lunga esperienza nel mercato elettrico e stanno cominciando ad accumularne anche nel mercato gas. I consorzi sono quindi in gra-do di garantire un acquisto otti-male per tutte le aziende, piccole e medio-grandi.

Per le piccole aziende è certa-mente importante un acquisto in linea con l’andamento del merca-to all’ingrosso ma è maggiormen-te necessaria una grande attenzio-ne alla tutela contrattuale, quella che chiamiamo deontologia con-

trattuale. Per le aziende da con-sumi medio-grandi è necessario anche l’attenzione per la dinamica del mercato, quindi una corretta impostazione del prezzo che sia in grado di seguire in modo ottimale l’evoluzione della commodity.

In questi ultimi anni il mer-cato ha evidenziato una forte tendenza al ribasso, a cui i con-sorzi più attenti hanno reagito con formule di prezzo variabile. Certa-mente questo approccio richiede una grande attenzione per evitare sorprese che potrebbero annullare i benefi ci attesi.

Queste competenze sono diffi cilmente disponibili alle sin-gole aziende, anche in virtù di una complessità sempre crescente dei mercati, ormai maturi.

Oltre ai vantaggi di acquisti economicamente effi caci protetti

da sorprese contrattuali, i con-sorzi sono in grado di supportare le aziende con molti altri servi-zi nell’ambito energetico, quali i rapporti con il Distributore (basta pensare alle criticità sempre cre-scenti connesse a micro-interru-zioni e disturbi di rete), i rapporti con l’Agenzia delle Dogane in presenza di auto-produzione o di specifi che misure quali ad esem-pio esenzioni di accise (nel nostro territorio per i processi mineralo-gici), applicazione di benefi ci per processi energivori, etc.

Lo sviluppo di specifi che competenze sui temi energetici diventa sempre più il vero valore aggiunto per le aziende consortili.

Il tema dell’effi cienza ener-getica sarà uno dei temi fonda-mentali per il prossimo periodo ed i consorzi saranno in grado di gio-

Le aggregazioni garantiscono ottimizzazione e tutela. L’importanza di favorire lo scambio di competenze e la crescita specialistica

Consorzi per l’energia al servizio delle imprese

di Mattia Cialini, giornalista “Arezzonotizie.it”

Page 45: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 45COVER STORY / ENERGIA - MASSA CARRARA

Gregorio Job

Un consumo più efficiente aiuta le imprese ad abbattere i costi energetici

care un ruolo fondamentale per le aziende consortili”.

C’è un impegno da parte dei consorzi per l’energia sul fronte delle rinnovabili?

“Rinnovabili ed effi cienza energetica rappresentano il futuro strategico per le aziende italiane.

Certamente nel passato le rinnovabili, in particolar modo il fotovoltaico, hanno contribuito non poco a destabilizzare la bol-letta elettrica: ormai gli oneri per gli incentivi garantiti allo sviluppo delle rinnovabili superano abbon-dantemente il costo dell’energia elettrica, senza peraltro aver creato una vera fi liera italiana, fi liera che forse sta iniziando a costituirsi in quest’ultimo periodo.

Altrettanto vero però che il corretto ed equilibrato sviluppo delle rinnovabili e della ricerca sui sistemi di accumulo rappresenta-no il vero futuro del Paese, vista la peculiare connotazione e la inten-sa insolazione.

I consorzi stanno quindi ma-turando in questi settori specifi che competenze per poter supportare le aziende nello sviluppo effi cien-te delle modalità di consumo e di approvvigionamento dell’energia: ridurre i consumi a parità di pro-duzione e diversifi cazione in ac-quisto tramite una attenta analisi delle possibilità di installazione di fonti di produzione rinnovabili e/o cogenerative ad alto rendimento”.

Chi può entrare a far parte dei consorzi per l’energia?

“Molti consorzi sono aperti al territorio, superando la logica di appartenenza alle associazioni.

Per questo rappresentano un ottimo veicolo per garantire com-petenze alle aziende e contempo-raneamente un veicolo di marke-ting associativo.

L’energia sta dimostrando che il vero plus è rappresentato dall’elemento aggregativo, che garantisce ottimizzazione e tute-la. Concludendo si può afferma-re che in genere tutte le aziende industriali possono far parte dei consorzi”.

Qual è l’attività del Con-sorzio Apuania Energia?

“Il Consorzio Apuania Ener-gia (CAE) è nato nella primissi-ma fase di avvio del processo di liberalizzazione. Caratterizzato da aziende di fatto energivore, seghe-rie di marmo e granito e cartiere, ha dovuto affrontare da subito il mercato utilizzando completa-mente le leve del trading diretto.

Ha maturato quindi espe-rienza sui mercati delle intercon-nessioni con l’estero ed ha par-tecipato sin dall’avvio alla Borsa

Elettrica. Rappresenta quindi per le aziende consorziate un asset del mercato elettrico, in grado di uti-lizzare tutte le leve che il mercato rende disponibili agli operatori.

Supporta le aziende consorti-li per tutte le esigenze energetiche, inclusa l’analisi impiantistica lad-dove necessario, ad esempio per il rifasamento ed il controllo dei carichi, segue le aziende per le co-municazioni agli enti istituzionali, ad esempio le dichiarazioni UTF, le dichiarazioni CAR, l’attuazione dei regimi di esenzioni dalle acci-se.

Supporta le aziende per le scelte di effi cienza energetica e, dove opportuno, di autoprodu-zione”.

Come si muove il coordi-

namento dei consorzi per l’e-nergia?

“Dal 2013 è attivo il Coor-dinamento dei consorzi a livello nazionale. Il Coordinamento è promosso da Confi ndustria e sta

progressivamente aumentan-do le adesioni con l’obbiettivo di rappresentare a breve la maggior parte dei Consorzi di Confi ndu-stria, in totale oltre 90 consorzi su tutto il territorio nazionale con copertura pressoché totale della realtà industriale ed un consumo complessivo che rappresenta oltre 30 TWh annui, oltre il 10 per cen-to del consumo nazionale e una importante frazione del consumo industriale.

La richiesta di specifi co sup-porto nel settore energetico per le aziende industriali rende i consor-zi uno strumento indispensabile ed il Coordinamento il momento di sintesi per affrontare le specifi -cità a livello nazionale.

Obbiettivo è quello di portare avanti i temi più vicini all’industria medio piccola: qualità del servizio elettrico, deontologia contrattuale, sviluppo del mercato che integri le fonti rinnovabili con le fonti tra-dizionali in una evoluzione che garantisca ottimizzazione e cor-retta allocazione dei costi. Il Co-ordinamento rappresenta anche il veicolo per favorire lo scambio di competenze e garantire la crescita specialistica dei consorzi. I con-sorzi sono nati per una brillante intuizione del Decreto Bersani che voleva così garantire le necessarie competenze per l’accesso al mer-cato.

Proprio la crescita di compe-tenze rappresenta ora l’elemento di consolidamento dell’esperienza consortile a favore delle aziende industriali”.

Page 46: Scarica la rivista in formato pdf
Page 47: Scarica la rivista in formato pdf
Page 48: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 48 CONFINDUSTRIA FIRENZE

EureKa! Funziona!

Sono stati più di 140 i piccoli invento-ri che a Firenze si

sono cimentati nella sfida: ideare e costruire un giocat-tolo mobile, avendo a dispo-sizione solo molle, tondini di legno e di ferro, rotelline di legno, elastici e tutta l’inven-tiva della loro giovanissima età. Nove classi di quattro scuole elementari fiorentine hanno partecipato a “EureKa! Funziona!” il progetto pro-mosso da Federmeccanica e Confindustria Firenze, che si è concluso con la proclama-zione della classe vincitrice: la classe V di I.C. Carducci di Firenze, con il gioco Baby Camper; la classe IV di I.C. Castelfiorentino Scuola Pri-maria di Castelfiorentino con il gioco Fortuna contro Sfortuna e infine, la classe III sempre di Castelfiorentino con il gioco Sfad.

Gli istituti partecipanti sono stati: Istituto Com-prensivo “Giorgio La Pira” di Campi Bisenzio I.C. Car-ducci di Firenze I.C. Castel-fiorentino Scuola Primaria di Castelfiorentino Istituto Comprensivo Scandicci 1 “Rossella Casini” di Scandic-ci. Per continuare a coltivare la propensione all’invenzio-ne la classe V vincitrice ha avuto in premio una visita al Museo “da Vinci” a Vinci. A tutte le classi partecipan-ti gli omaggi e premi delle imprese che hanno suppor-tato l’iniziativa su territorio fiorentino: La Florens, Man-dragora, Jumbo Office, FILA, Sammontana.

Le classi che hanno scel-to di partecipare al progetto sono state divise in grup-pi (ciascun gruppo doveva prevedere uguale numero di bambine e bambini) e

all’interno di ciascun gruppo ogni bambino doveva avere un ruolo stabilito (disegna-tore tecnico, estensore del diario di bordo, costruttore, disegnatore artistico e pub-blicitario), a disposizione avevano un kit di materiale da costruzione e il gruppo doveva accordarsi su quale giocattolo costruire e poi re-alizzarlo.

Le uniche due regole da rispettare erano: che il gio-cattolo fosse mobile alme-no in alcune delle sue parti (aprire, saltare, ruotare, alza-re) e che le idee non fossero proposte dagli insegnanti, ma nate dal lavoro di grup-po dei bambini. Per realiz-zare il giocattolo avevano a disposizione almeno 20 ore (nell’arco di 6/8 settimane) e dovevano tenere un “dia-rio di bordo” in cui annotare tutti i passaggi di costruzio-

ne. A giocattolo realizzato, la classe, o la scuola (per chi partecipava con più classi), ha deciso quali lavori far par-tecipare alla sfida: dove sono stati gli stessi giovanissimi inventori a presentare i pro-pri capolavori!

Arrivato al suo secondo anno consecutivo su territo-rio nazionale e al suo primo anno fra le scuole di Firenze il progetto, promosso da Fe-dermeccanica in collabora-zione – sul territorio – con Confindustria Firenze, si pro-pone, investendo in creativi-tà, di coltivare il desiderio di costruire e creare dei bambi-ni, fornendo loro l’opportu-nità di applicare conoscenze acquisite, sviluppare compe-tenze di lavoro di gruppo, ma anche di conoscere mestieri (ingegneria, ad esempio) tra-dizionalmente lontani dalle loro fantasia.

Ingegnosi, giovanissimi e inventori: sono i vincitori della sfida lanciata da Federmeccanica e Confindustria Firenze “Realizza il tuo giocattolo con molle e tondini”

Page 49: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 49CONFINDUSTRIA FIRENZE

Social media: conoscere le inside della rete per navigare sicuri

Potenzialità e rischi dei social media spiegati ai ragazzi. Gli imprendi-

tori della Sezione Servizi Innova-tivi e Tecnologici di Confi ndustria Firenze, insegnanti per un giorno, hanno impartito lezioni di navi-gazione sicura nelle scuole medie fi orentine.

Più di 800 i ragazzi coinvol-ti (quasi tutti di prima media), sei scuole, circa trenta ore di lezione con l’obiettivo di contribuire alla sensibilizzazione all’uso sicuro e consapevole dei social media: il

progetto dal titolo “Navigare Sicuri” ha avuto il supporto della Polizia Postale e dell’Uffi cio Scolastico Re-gionale.

Gli imprenditori, affi ancati dai referenti della polizia postale del territorio, hanno incontrato i ragazzi e spiegato loro i rischi con-nessi all’utilizzo degli strumenti di social network e ma anche come possono utilizzarli in modo effi ca-ce. Il 56 per cento dei ragazzi dai 12 ai 17 anni naviga tra le 2 e le 4 ore giornaliere: i social media e la rete possono essere fonti di rischi e

pericoli ma anche di conoscenze e informazioni se usati consapevol-mente. Così gli imprenditori della Sezione Servizi Innovativi e Tecno-logici, insieme agli esperti della Po-lizia Postale, hanno messo in guar-dia i ragazzi dai pericoli virtuali, dai comportamenti illeciti, e illustrato i sistemi per utilizzare più effi ca-cemente i diversi tipi di social. “E’ stata una bellissima esperienza per i ragazzi ma anche per noi e, lo dico con un po’ di rammarico, abbiamo sperimentato di persona quanto i nostri giovanissimi siano maestri

nell’usare social e internet, senza però la giusta consapevolezza delle pericolosissime insidie in cui pos-sono cadere – sottolinea Matteo Grossi, presidente della Sezione Servizi Innovativi e Tecnologici di Confi ndustria Firenze - spetta anche a noi imprenditori aiutarli a crescere anche nel mondo virtuale. Il successo ottenuto dalle lezioni nelle sei scuole fi orentine coinvolte ci fornisce tutto l’entusiasmo per ripetere l’esperienza anche il pros-simo anno ed estenderla anche alle famiglie dei ragazzi”.

“Navigare sicuri”, imprenditori ed esperti a scuola per aiutare i ragazzi a conoscere le insidie del world wide web

INTERNAZIONALIZZAZIONE, ACCORDO FRA SIMEST E CONFINDUSTRIA FIRENZESostenere l’internazionalizzazione delle imprese del territorio di Firenze, la loro presenza sui mercati internazionali e incrementare la realizzazione di investimenti imprenditoriali: siglato un accordo fra SIMEST e Confi ndustria Firenze. L’accordo consentirà di valorizza-re le specifi che competenze di SIMEST a vantaggio delle aziende della provincia di Firenze. Finora SIMEST ha approvato 66 progetti di investimento per 1 miliardo e 800 milioni di euro di investimenti in partnership con aziende toscane, in 31 diversi Paesi, in vari settori tra i quali prevalgono: tessile/abbigliamento, agroalimentare, elettromeccanico/meccanico, legno/arredamento. A questi si ag-giungono altri 20 progetti con il Fondo di Venture Capital. I fi nanziamenti hanno supportato 427 imprese toscane che hanno ricevuto il sostegno pubblico per 840 milioni di euro. Per maggiori informazioni sull’accordo www.confi ndustriafi renze.it

Page 50: Scarica la rivista in formato pdf
Page 51: Scarica la rivista in formato pdf
Page 52: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 52 CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD

Siamo alla canna del gas”. Non usa mezzi termini, il presiden-

te della delegazione senese di Confi ndustria Toscana Sud, Paolo Campinoti, per deline-are lo scenario industriale del proprio distretto.

Perché nonostante i dati incoraggianti che arrivano a livello nazionale – tanto dall’Istat che vede segnali di ripresa, quanto dagli effetti del ‘Jobs Act’ che fanno segna-re, a fi ne aprile, 159mila nuovi occupati – nelle terre di Siena

ancora soffi a una brezza geli-da.

Colpa della decenna-le e incancrenita assenza di infrastrutture che limitano l’attrattività del territorio nei confronti, soprattutto, degli investimenti stranieri e col-pa di una crisi locale che si è sommata a quella nazionale, generando un mix soffocante.

E’ il momento, dunque, di guardare avanti. Non soltanto a parole, ma con azioni inno-vative e condivise, allo scopo di attrarre investimenti e fre-

nare il processo di deindu-strializzazione del territorio.

In questa direzione si è già mossa la delegazione se-nese di Confi ndustria, indivi-duando tre tematiche princi-pali su cui vale la pena attivare una rifl essione: semplifi cazio-ne amministrativa, fi nanza, lavoro e produttività. Il primo passo è stato tracciato lo scor-so 20 maggio, nel corso di un convegno cui hanno parteci-pato anche i vertici confede-rali nazionali di Cgil e Cisl.

Perché al centro di tutto

c’era la principale proposta che Confi ndustria sta met-tendo sul tavolo: l’applica-zione della contrattazione di secondo livello che potrebbe rappresentare uno strumento in grado di favorire maggior-mente la tenuta e lo svilup-po del sistema, individuando nuove forme organizzative e consentendo le deroghe sugli aspetti gestionali del rapporto di lavoro.

La realizzazione di un accordo quadro – che soddi-sfi le esigenze di effi cienza e

Lo scenario industriale della Toscana sud, la mancanza di infrastrutture che penalizzano l’attrattività del territorio. Semplificazione amministrativa, finanza, lavoro e produttività le risposte contro la crisi

Servono azioni rivoluzionarie per agganciare la ripresa

di Giulia Maestrini

Page 53: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 53CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD

Per un progetto reale di rilancio occorre un cambio di mentalità, che porti a superare gli ostacoli

competitività delle imprese senza tralasciare, al contem-po, le aspettative dei lavora-tori riguardo ai livelli retri-butivi – potrebbe intervenire con particolare efficacia in un contesto produttivo come quello senese, caratterizzato principalmente dalla presen-za di piccole e medie impre-se che sentono l’esigenza di recuperare adeguati livelli di produttività per far fronte alla crisi prolungata e alle ostiche condizioni di mercato.

E potrebbe tracciare linee guida comuni, definendo una ‘cornice’ per la realizzazione dei singoli accordi aziendali.

Presidente Campinoti, insomma il quadro senese non è roseo…

“In tutta Italia, ma princi-palmente a Siena, ci servono azioni rivoluzionarie: senza scelte coraggiose rischiamo davvero di ritrovarci senza un futuro”.

Siena sta pagando il proprio passato?

“Quello che negli anni è stato l’effetto positivo del Monte dei Paschi, oggi al con-trario può essere dirompente: il territorio non è abituato a vivere all’interno di una logi-ca di mercato perché è sem-

pre cresciuto e si è sviluppato in una condizione ‘drogata’ dal benessere e dal flusso di finanziamenti. Ne abbiamo goduto fino a poco tempo fa, ma oggi quell’impostazione mentale può essere un limite: ci ritroviamo in una realtà cui non siamo abituati”.

Qual è la soluzione?“Per ora non l’abbiamo

trovata, non abbiamo anco-ra trovato la forza di reagire. Forse perché una parte della società e della classe dirigen-te pensa ancora che ci sarà un miracolo e che tutto tor-nerà come prima. Non siamo ‘mentalizzati’ a cambiare pas-so; probabilmente ci sarà bi-sogno di un forte choc”.

Eppure i dati naziona-li iniziano a delineare uno scenario più ottimista…

“A Siena esistono situa-zioni ormai croniche – penso all’assenza di infrastruttu-re – o che nel tempo si sono aggravate. Quindi, se anche inizia ad affacciarsi una ri-presa, è ancora molto difficile che qualcuno scelga Siena per venire a investire, soprattutto dall’estero. Questo mi ren-de pessimista. Nessuno può farcela da solo, ecco perché è fondamentale attuare strate-

gie di sistema”.A quali strategie si rife-

risce?“A quelle linee guida che

abbiamo individuato anche nell’ultimo convegno. Un progetto reale di rilancio del nostro territorio deve fon-darsi su un mix di interventi, in particolare produttività e lavoro, semplificazione am-ministrativa e finanza. Non è solo un punto che ci permette di essere competitivi, ognu-no deve fare la propria parte. Credo che certe aperture, cer-te azioni, certi cambiamenti per noi siano ancora abbor-

dabili. E, in ogni caso, uno sforzo va fatto, quanto meno per non lasciare niente di in-tentato”.

Una delle azioni indi-viduate da Confindustria è proprio l’apertura di un tavolo con le parti sindaca-li – ma aperto anche ad altri attori del territorio, come università e amministrazio-ni locali – finalizzato al rag-giungimento di un accordo quadro nella contrattazione di secondo livello. Perché è così importante?

“Perché ci permette di risolvere problemi diversi e specifici per ogni azienda senza generalizzare. Al con-tempo, possiamo legare l’au-mento della produttività e dei risultati a un corrispettivo aumento di retribuzione dei lavoratori.

Capisco che da qualcu-no può essere visto come un concetto ‘forte’, ma è l’unico modo per uscire dalla crisi e attirare capitali e investi-menti. E’ impossibile parlare di aumenti di retribuzione in aziende che non fanno bene o che non presentano risultati. E’ difficile, è vero, ma è uno sforzo comune che dobbiamo fare tutti quanti”.

È il momento di scelte coraggiose solo così sarà possibile avviare nuovi percorsi

Page 54: Scarica la rivista in formato pdf
Page 55: Scarica la rivista in formato pdf
Page 56: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 56 CONFINDUSTRIA LIVORNO

Behavior Based Safety

La Behavior Based Safety trova le sue origini nella «Be-

havior Analysis», una branca della psicologia che, ana-lizzando il comportamento umano, cerca di trovare delle soluzioni ad alcuni problemi reali e, in particolare, a quelli legati alla sicurezza sul lavo-ro. Secondo la defi nizione, la metodologia BBS, acronimo di Behavior Based Safety, osserva e misura il comportamento dei lavoratori potenzialmente non sicuro, individuando le attività da monitorare all’in-terno dei principali processi gestionali di un’azienda e fo-calizzandosi sulle possibilità di migliorare quelli più critici.

Già dagli anni ’30, le sta-tistiche dimostrano che circa il 90 per cento degli incidenti, verifi catisi sul posto di lavoro, sono causati da una serie di comportamenti errati, posti in essere dal lavoratore stesso.

I principi fondamentali della BBS “catalogano” i com-portamenti in tre gruppi:COMPORTAMENTO CRI-TICO: atteggiamento menta-le tale da esporre il lavoratore al rischio di infortuni; C O M P O RTA M E N T O A RISCHIO: qualsiasi attività che, in relazione a come vie-ne svolta, espone al rischio di infortunio; COMPORTAMENTO SICU-RO: operare nel rispetto del-

le procedure, socialmente e aziendalmente accettate per agire in sicurezza.

L’approccio innovativo della BBS è quello di lavo-rare sull’osservazione della modalità con cui viene svolta un’attività. Differentemente dai sistemi tradizionali, non agisce su condizioni struttu-rali o organizzative ma su ciò che è la causa reale dell’in-cidente, e cioè il comporta-mento umano. L’osservazio-ne del comportamento viene analizzata dai lavoratori dello stesso livello, stimolati così a confrontarsi, e non rilevata dai Responsabili della Sicurezza, secondo gerarchie aziendali, con un collaterale migliora-mento del clima aziendale, della produttività e dei rap-porti interpersonali.

Il processo BBS è costitui-to dalle seguenti tappe fonda-mentali:

1. identifi cazione, elenco e classifi cazione di compor-tamenti a rischio: tale attività porta alla defi nizione della specifi ca check-list basata sui dati storici dell’azienda;

2. rilevazione dei com-portamenti sul posto di lavoro SICURI ed A RISCHIO, svolta da risorse interne apposita-mente formate al fi ne di os-servare le attività lavorative e favorire il loro svolgimento in accordo con gli standard di sicurezza;

3. identifi cazione del comportamento critico da af-frontare, analisi delle cause e defi nizione delle azioni cor-rettive;

4. applicazione delle azio-ni correttive per migliorare il comportamento.

E’ il comportamento umano il fattore ultimo che può sensibilmente ridurre, se non azzerare, gli incidenti sul lavoro: riconoscere i com-portamenti sicuri, eleggerli ad esempio ed incoraggiar-li è uno degli aspetti fon-damentali del processo. I comportamenti a rischio non devono essere repressi ben-sì analizzati per indagarne le cause e trovare delle so-luzioni di miglioramento. Il ruolo dell’Azienda è decisivo in quest’ultima fase, la quale deve fortemente promuove-re l’adozione di comporta-menti sicuri nel quotidiano, fondamentali per lo svilup-po di cultura della sicurezza e la diffusione delle buone pratiche di prevenzione e riduzione dei rischi.

Il 24 marzo u.s. Confi n-dustria Livorno, in collabora-zione con le aziende associate Eni, Solvay e Termisol Termica, ha organizzato un seminario, con l’obiettivo di divulgare la cultura della Sicurezza basata sui comportamenti come for-ma di eccellenza e come ele-mento aggiuntivo di crescita

culturale e di miglioramento continuo nell’ambito.

Lucia Ginocchi, respon-sabile dell’area sicurezza ed ambiente di Confi ndustria Livorno, ha aperto i lavori il-lustrando i principi generali e i fondamenti del metodo. A testimonianza del proprio impegno ed dell’interesse su questi temi, sono successiva-mente intervenuti Mariam Massri, RSPP di Solvay Ro-signano, Iacopo Rainaldi, RSPP di ENI Livorno ed Ema-nuele Aliotta, RSPP di Termi-sol Termica.

Elemento comune dei tre interventi è stato quello di dimostrare l’effi cacia del metodo BBS: la riduzione del numero di infortuni a medio-lungo termine è il risultato più evidente dell’applicazione di questo metodo.

“La crescita cultura-le condivisa” nell’ambito della Sicurezza è l’obiettivo ultimo dell’approccio BBS. E affi nché ciò avvenga, l’A-zienda in primis deve agire prontamente investendo su un’intensa attività formativa e stimolando la consultazione e la partecipazione di tutti gli “attori della Sicurezza”.

Per informazioni con-tattare l’Area Sicurezza ed Ambiente di Confi ndustria Livorno: Ing. Lucia Ginocchi, tel 0586/263023; email: ginoc-chi@confi ndustrialivorno.it.

La sicurezza basata sui comportamenti: un approccio alla prevenzione basato su una “crescita culturale condivisa”. Un seminario organizzato da Confindustria Livorno mette in luce le “Best Practice”, messe in pratica da alcune aziende della provincia

Page 57: Scarica la rivista in formato pdf
Page 58: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 58 CONFINDUSTRIA LUCCA, PISTOIA, PRATO

Lucca, Pistoia e Prato: quando l’industria diventa patrimonio di tutti

Un connubio inscindi-bile del fare industria e arte.

Una capacità continua di rin-novamento, un legame strettissi-mo con il suo territorio e l’unicità dei suoi giacimenti, nel monte Al-tissimo, e della sua storia.

Dalla sua costituzione, nel 1821, ad oggi, Henraux ha traccia-to nel settore del marmo un per-corso di sola eccellenza.

La bellezza, la preziosità e l’alto valore intrinseco, artistico e culturale del marmo sono rappre-sentati all’Expo2015 da “Il Seme dell’Altissimo” di Emilio Isgrò, realizzato con marmo bianco del

(Lucca) “Il seme dell’Altissimo” a Expo 2015

Monte Altissimo. E’ un seme maestoso quello

di Isgrò, sviluppato per un miliar-do e cinquecento milioni di volte rispetto alla sua misura in origine, una scultura di sette metri d’al-tezza realizzata in marmo bian-co, prezioso lapideo frutto delle Apuane.

E’ il simbolo con cui Henraux, sponsor uffi ciale di Expo2015, intende dialogare con il mondo intero tramite la bellezza, l’arte e la sua poesia. L’opera, realizza-ta con l’ausilio delle maestranze dell’azienda e l’utilizzo dei siste-mi di produzione più avanzati, è installata nell’accesso principale, Gate Ovest, dell’Expo Center e, in questa posizione privilegiata, accoglierà i milioni di visitatori che giungeranno a Milano da tutte le parti del mondo.

“Il nostro fare impresa è fare cultura”. Dichiara Paolo Carli,

Presidente di Henraux Spa. “De-sideriamo, nel segno del passato, contribuire alla storia. Per questo, in arte, in architettura e nel design diamo vita ad un’attività impren-ditoriale di respiro internazionale.

Il senso più alto del nostro lavoro è la ricerca delle espres-sioni creative maggiormente ri-spondenti al marmo, materiale scultoreo per eccellenza. Il Monte

Altissimo è un importante com-primario di quel genio dell’uomo che costruisce bellezza.

Da qui inizia la nostra storia, da qui nascono le storie delle ope-re che parlano di noi. E oggi con “Il Seme dell’Altissimo” è germinata, dal genio di Emilio Isgrò, una nuo-va straordinaria scultura in marmo che presentiamo al mondo intero ad Expo2015”.

Tre esperienze in cui le vocazioni produttive si diffondono fuori dalla fabbrica

Page 59: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 59CONFINDUSTRIA LUCCA, PISTOIA, PRATO

Occupa 400 addet-ti, con un valore aggiunto di 30 mi-

lioni di euro e ricavi per 156; è il comparto pistoiese della fornitura di tecnologie e ma-teriali per il processing e il packaging. Settore produttivo fortemente orientato al futuro, ma decisamente legato anche alla tradizione produttiva lo-cale; e con l’intenzione di far conoscere una fi liera unica al mondo.

E’ in omaggio ad essa che un gruppo di queste impre-se pistoiese, dedite alla pro-duzione di trafi le per pasta e macchinari di packaging, oltre ad un pastifi cio, hanno

Ad Expo 2015 c’è an-che il tessile di Pra-to: l’Unione Indu-

striale Pratese è infatti sponsor tecnico del progetto Patch for Future promosso da Symbo-la – Fondazione per le qualità italiane in collaborazione con la KIP International School e veicolato dal Ministero dell’i-struzione, dell’università e della ricerca. Patch for Future ha ottenuto anche il patrocinio della stessa Expo 2015 e del Ministero dell’ambiente.

L’iniziativa si defi nisce “un’opera collettiva di imma-ginazione del futuro” rivolta ai cittadini ed in particolare alle giovani generazioni. Sui rita-gli di tessuto pratese saranno scritte frasi o disegnate imma-gini che rimandano ad idee, sogni e ambizioni riguardanti il

PINOCCHIO AMBASCIATORE AD EXPO DEL BUON VIVERE TOSCANO

Pinocchio è legato a quel lembo di territorio che unisce le province di Pistoia e di Lucca; a Collodi infatti l’autore del famoso libro per bambini passò la sua infanzia e nel parco di “Pinocchio” gestito dalla Fonda-zione Nazionale Carlo Collodi sono raccontate le vicende dello scanzonato burattini. Oggi Pinocchio ha un compito importante: a lui l’onore e l’onere di rappresentare la Toscana nel Padiglione Italia di Milano Expo 2015, evocando il buon vivere della Toscana tra enogastronomia, storia, cultura, paesaggio e creatività. Un ambasciatore ideale, noto nel mondo forse più di quanto non riusciamo ad immaginare. «Ero più famosissi-mo anche di Pinocchio!» con questa frase Forrest Gump defi nisce se stesso, nel fi lm cult che ha affascinato milioni di spettatori. E che la dice lunga sulla fama del nostro amico di legno.

(Pistoia) Un filo di pasta: anche così si narra un territorio

dato luogo ad un concorso con le scuole: Anico, Landuc-ci, e Ricciarelli, ed il Pastifi cio Chelucci hanno permesso agli studenti pistoiesi di ideare tra-fi le, packaging ed innovativa comunicazione, facendoli ac-cedere nei loro stabilimenti e realizzare, affi ancati dai tecnici delle aziende, originali proto-tipi.

Il territorio ha fortemente infl uenzato le giovani menti: e se è uscita la “Pasta San Gio-vanni” (la cui forma richiama i motivi della romanica chiesa pistoiese), sono state prodotte trafi le – e pasta – riferite a Pi-nocchio ed agli altri personag-gi della fi aba.

E le bugie diventano cibo; premiato lo slogan “Non dire le bugie: mangiale!” Forte quindi il richiamo a Pinoc-chio, nell’anno in cui ad Expo il burattino è testimonial della Toscana.

(Prato) Expo 2015, il tessile di Prato per la solidarietà

futuro. Sono chiamati a parte-cipare 6 milioni di studenti del-la scuola dell’obbligo, coinvolti dal Ministero dell’istruzione, e tutti i visitatori di Expo, dove Kip International School ha un suo stand.

I ritagli, divenuti così mes-saggi per la costruzione di un futuro migliore, serviranno ad acquisire, attraverso il sito del progetto, contributi per le attività di Kip International School. Questa organizzazione promuove la diffusione delle conoscenze, delle innovazio-ni, delle politiche e delle pra-tiche territoriali coerenti con la Piattaforma del Millennio delle Nazioni Unite, in col-laborazione con alcune delle principali organizzazioni delle Nazioni Unite fra cui FAO, ILO, UNHCR, UNICEF e UNESCO.

Una selezione dei messag-gi andrà invece a costituire, al termine di Expo, un’installa-zione dell’artista italo-iraniano Howtan Re, ideatore dell’ini-ziativa. Per saperne di più: www.patchforfuture.com

Page 60: Scarica la rivista in formato pdf

Via Mantellini, 2/b - Fiesole Tel. 055/599595

Page 61: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 61CONFINDUSTRIA MASSA CARRARA

Un nuovo capitolo per l’economia di Massa Carrara

Massa Carrara si pre-para ad una svolta: da qualche tempo il

clima che si respira nelle associa-zioni e negli incontri tra operatori e amministratori è diverso; non si recitano più soltanto litanie sulla crisi e sulla diffi cile situazio-ne economica, non ci si piange addosso, ma si mettono a fuoco progetti che prefi gurano un’in-versione di rotta.

Pur persistendo sacche di crisi (artigianato, edilizia, piccola distribuzione…), si avverte uno spirito nuovo, è tangibile la voglia di scrollarsi di dosso la rassegna-zione alle vecchie politiche assi-stenziali.

L’Associazione Industriali sta concentrando i propri sforzi per assecondare quello che si an-nuncia come un nuovo capitolo della storia locale. I progetti di cui si parla con crescente insistenza sono legati alle competenze pro-fessionali e alle caratteristiche di-stintive della nostra area e questo “ancoraggio” accresce la fi ducia nella scommessa collettiva.

C’è di più, ci sono impren-

ditori di altre zone che guardano con interesse alla zona industria-le e vogliono trasferire/realizza-re qui le proprie attività attirati dall’originale combinazione di dotazioni logistiche: una maglia di strade molto ampie, accesso diretto al porto, scalo merci e col-legamento alla rete autostradale.

Negli ultimi anni la reindu-strializzazione aveva come pro-tagonisti la nautica e le attività di supporto alle commesse di Nuo-vo Pignone, le nuove manifesta-zioni di interesse vengono ora da settori complementari. Le aree disponibili non sono molte e su una parte di queste gravano an-cora i vincoli delle bonifi che, ma qualcosa si sta muovendo.

Oltre ai già svelati progetti della cantieristica e della moda, al dinamismo imprenditoriale che traspare dal recupero delle aree ex Eaton, le novità più interes-santi riguardano il settore lapideo che – sebbene stia vivendo un duro confronto con la Regione a tutela di legittimi interessi – mo-stra segni di grande vitalità e dove si stanno realizzando importanti

investimenti per il rilancio delle fasi di lavorazione dei marmi lo-cali.

I piazzali una volta dedicati esclusivamente alla commercia-lizzazione dei blocchi lasciano il posto a moderni show room nei quali architetti e progettisti se-lezionano le lastre una per una, sbocciano laboratori dove schiere di giovani manovrano scanner e robot per realizzare oggetti di design valorizzando il marmo e declinandolo in molteplici forme.

Tutto questo sicuramente è favorito dalla spinta dei merca-ti esteri che le imprese di Massa Carrara affrontano con particola-re caparbietà, e dall’allentamen-to di alcuni vincoli sul fronte del credito e del lavoro mentre resta-no da sciogliere, a livello locale, i nodi più stretti: “liberazione” delle aree per insediamenti produtti-vi, decoro della zona industriale, certezza amministrativa, confl it-tualità negli atteggiamenti col-lettivi. La sfi brante lentezza delle procedure per la defi nizione dei piani urbanistici ingessa il territo-rio e blocca incomprensibilmente

progetti ambiziosi e non soltan-to nel settore manifatturiero, un esempio per tutti il recupero delle colonie marine.

La sottoscrizione di un ap-posito Accordo di programma tra Mise, Regione, Autorità Portua-le ed Enti Locali offre strumenti e risorse per la prevenzione del dissesto idrogeologico e per le bonifi che delle aree dai vincoli Sin; interventi specifi ci sono pre-visti anche per migliorare l’acces-so al porto (binari direttamente sulle banchine, rivitalizzazione trasporto merci su ferro, e dra-gaggio dei fondali). E’ molto im-portante che tutti gli attori locali siano convinti dell’importanza di questi progetti e che si faccia tut-to il possibile per non strocare la ripresa sul nascere.

E’ presto per affermare che è iniziato un nuovo capitolo del-lo sviluppo locale ma se si vuole davvero scriverlo, Massa Carrara dovrà mettere da parte la confl it-tualità interna e scrollarsi di dos-so le chiusure amministrative per utilizzare al meglio bene le risorse dell’AdP.

Un accordo di programma per superare conflittualità e chiusure, e costruire nuove prospettive tangibili

Page 62: Scarica la rivista in formato pdf

IES | aprile-giugno 2015 | Pagina 62

Page 63: Scarica la rivista in formato pdf

IES | luglio-settembre 2014 | Pagina 27

VIA SAN GALLO, 31 - 50129 FIRENZE, ITALIAwww.loggiafi orentina.com - hotel@loggiafi orentina.com - +39 055/4625016 - +39 333/788 3488 - P.IVA 06450490484

Page 64: Scarica la rivista in formato pdf

Per informazioni e Prenotazioni :

Adele VarrecchioEvent Coordinator Meeting & Congress Dept. [email protected]

Ilaria Tarch Event Coordinator Meeting & Congress Dept. [email protected]

Grand Hotel Mediterraneo 4**** Centro Congressi "Il Globo" Lungarno del Tempio, 44 - 50121 Firenze – Italy Tel +39 055660241- int 3 - Fax +39 055679560

www.hotelmediterraneo.com – www.fhhotelgroup.it

members of FLORENCEHOTEL

Il nuovo Centro Congressi "Il Globo", completamente ristrutturato, dotato di tutte le nuove

aggiungono alla vasta disponibilità di altre sale più piccole fino a raggiungere 18 sale di sottocommissione.

contemporanei.