Salute Dieci Piu’ RAVENNA · 22 La PELLE dei NEONATI Prof. Alberto G. Ugazio ... sono un vero...

RAVENNA

MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 5 - MAGGIO 2018

Salute Dieci Piu’

I 100 ANNI DICARLO CRISTOFERI

PAG.16

IL MORBO DI CROHN

OBESITA’ DI CANI E GATTI

LA PELLE DEI NEONATI

INFEZIONI SESSUALMENTETRASMISSIBLI

ASSISTENZA DOMICILIAREAI MALATI DI TUMORE

SALUTE_10piu_cover_n.5.2018_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 30/04/18 09:09 Pagina 1

Il Protocollo di intesa “Salute in Rete” nasce dallavolontà di associazioni ed aziende specializzate nel-l’offerta di servizi socio sanitari e alla persona, di col-laborare assieme in modo virtuoso e professionale.

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Con riferimento all’articolo “Le nuove cure per le malattie delsangue”, pubblicato nel nr.4.2018 di SALUTE 10+, la redazione precisa che il titolo cor-retto del paragrafo di pagina 18 è “Il Mieloma multiplo” e non “Il Melanoma multiplo”.

ERRATA CORRIGE

ALIMENTAZIONE

2 Gli ALIMENTI FERMENTATIDott.ssa Daniela Verduci

SANITA’

6 Le INFEZIONI SESSUALMENTE TRASMISSIBILIDott. Andrea Baldisserri

SALUTE

10 SMETTIAMO di FUMAREDott. Renato Cutera

SANITA’

13 ASSISTENZA DOMICILIARE ai MALATI di TUMOREDott. Alfonso Zaccaria

LONGEVITÀ

16 I 100 ANNI di CARLO CRISTOFERIdi Tiziano Zaccaria

QUOTIDIANO

18 I BATTERI in LAVASTOVIGLIEdi Barbara Gnisci

ALIMENTAZIONE

19 Il CACAOdi Tiziana Mundula

INFANZIA

22 La PELLE dei NEONATIProf. Alberto G. Ugazio

BENESSERE

24 Lo STRETCHING in UFFICIOdi Fabio Lironzi

SANITÀ

26 Il MORBO di CROHNProf. Silvio Danese

I NOSTRI AMICI ANIMALI

29 L’OBESITÀ di CANI e GATTIDott.ssa Marta Avanzi

Nr. 5 - MAGGIO 2018 - www.salute10piu.it

SALUTE 10+ - Anno 8 - N. 5.2018 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011 - www.salute10piu.itProprietà, redazione e realizzazione - Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48124 Ravenna

Tel. 0544.501950 - [email protected] - Direttore responsabile: Spada GabrieleStampa: Modulgrafica Forlivese Spa - Forlì (FC) - www.modulforlivese.it

Salute Dieci Più

MEDICINA

4 Il PRIMO OVOCITA UMANO cresciuto in PROVETTAdi Fabio Lironzi

SALUTE_10piu_n.5.18_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 27/04/18 16:22 Pagina 1

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ALIMENTIALIMENTAZIONE

Se pensate di essere soli al mondo, c’ècaso che rimaniate delusi. Insieme a noicamminano e si muovono migliaia dibatteri che popolano il nostro corpo esat-tamente come noi popoliamo la Terra.Esplorando il piccolo mondo che esistedentro di noi scopriamo che tanti di que-sti batteri non solo sono innoqui, masono soprattutto utili. L’intestino è il nostro continente più affa-scinante perché più ricco di tante specie efamiglie diverse di microrganismi, tantoda iniziare a considerare questa enormepopolazione come un organo a sé stante.Infatti è solo dal 2007 che si studia lamappa di batteri che popola il nostrocorpo e conseguentemente si è chiamataquesta intera popolazione “microbiota”;gli si è creata una sua identità perché ci siè accorti che molte delle nostre funzionivitali dipendono dal suo buon funziona-mento.

dalle caratteristiche del suo microbiota.Molti problemi come sovrappeso, mal-nutrizione, malattie nervose, stati depressi-vi e problemi intestinali cronici possonodipendere da un’alterazione dell’equili-brio della flora batterica intestinale.

Cosa sono, quali sono e perché migliorano la nostra digestione.FERMENTATI

Dott.ssa Daniela VerduciFarmacista, consulente alimentare e ricercatriceindipendente di sani percorsi alimentari.E-Mail: [email protected]: OfficinaAlimentare

Il microbiotaL’intestino più di tutti gli altri organiha un paesaggio batterico importanteche coinvolge circa il 90 % del micro-biota. I microrganismi sono esseri minu-scoli invisibili all’occhio umano costituitida una sola cellula, che hanno diversecaratteristiche a seconda del luogo dovevivono meglio. Alcuni hanno bisogno diossigeno per produrre energia e respiranocome noi, altri muoiono a contatto conl’aria e ricavano energia da atomi dimetallo o da acidi producendo odori par-ticolari. Ne deriva che tutto ciò che acca-de nel corpo di un individuo dipende

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Quali sono questi alimentifermentati così importanti?Sicuramente conosciamo tutti lo yogurt ei processi di lavorazione del formaggio,che fa della fermentazione il presuppostoper creare le caratteri-stiche più importantidei suoi prodotti. Seoltre al discorso dellafermentazione ci inte-ressa non introdurregrassi e zuccheriaggiunti, possiamoorientarci verso altricibi fermentati interes-santi che possono daregrande vitalità al nostromicrobiota. I crauti adesempio rappresenta-no un cibo fermenta-to importante anche per l’apporto difibre. Ma anche il pane fatto con il lievi-to madre, le verdure sottaceto, il Kefir e ilsidro di mele. Se vogliamo sperimentaresapori nuovi consapevoli del beneficio,abbiamo un’ampia scelta di prodotti gra-diti ai nostri microrganismi.

Primo fra tutti a godere dell’armonia delmicrobiota è il nostro sistema immunita-rio, che nella mucosa intestinale esercitala sua capacità nel riconoscere elementidannosi o velenosi ed eliminarli pronta-mente garantendo la nostra salute.

Come manteniamo attivo il nostro microbiota?Dipende da quello che mangiamo eovviamente più i cibi sono vivi, piùgarantiamo alla popolazione che abitanel condominio del nostro corpo, unavita lunga e duratura. E’ argomentosempre più diffuso, per tutto ciò checoncerne un’alimentazione sana edequilibrata, che ogni pasto debbacontenere del cibo crudo o ancormeglio fermentato. I cibi fermentatisono quei cibi che hanno già subito unprocesso di decadimento più o menopilotato, avviati verso una forma di pre-digestione che rende più disponibile ele-menti come vitamine e principi nutritivi.In questo processo vengono prodotti daimicrorganismi presenti, delle sostanze discarto che hanno un enorme potere con-servante, come l’acido acetico, l’alcol el’acido lattico. Così mangiare del cibo cheha subito o sta subendo un processo fer-mentativo ci permette di avere alcunibenefici. Primo fra tutti la maggiore dige-ribilità, la grande biodisponibilità deiprincipi alimentari (vitamine e amidi) e ilconseguente beneficio per il sistemaimmunitario.

Il Miso (ricavato dalla soia gialla e lascia-to fermentare tantissimi mesi in presenzadi un particolare fungo) e la sua zuppasono un vero toccasana per il nostro inte-stino.

Il Kombucha, un particolare te cinesefermentato ottenuto dall’aggiunta di bat-teri e lieviti. Alcuni sapori di questi cibipossono essere particolari e molto gradi-ti, per questo vale la pena di sperimenta-re e provare. Il Tempeh, sempre ottenuto dalla soiagialla, ha un elevato potere nutritivo epuò essere un valido sostituto nella dietaper la frazione proteica che contiene. L’unica cosa che non dobbiamo maidimenticare è che la natura ci offretutto quanto è necessario per ilnostro benessere e se vogliamo cam-biare non ci resta che decidere.IL TEMPEH

LA ZUPPA DI MISO È OTTIMA PER IL NOSTRO INTESTINO

FINE


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MEDICINA

di Fabio Lironzi

PRIMO OVOCITAUMANOPer la prima volta una cellula riproduttiva è stata prelevata da tessu-to ovarico ed è stata sviluppata in laboratorio, fino ad arrivare allostadio in cui può essere fecondata.

La famosa ricercatrice Evelyn Telferdell’Università di Edimburgo ha scoperto ilmodo per consentire una gravidanza sicu-ra anche alle donne che si ammalano, epoi guariscono, da un tumore. Il gruppo diricerca guidato dalla Telfer è riuscito ad iso-lare degli ovociti dal tessuto ovarico fresco,e a farli crescere in laboratorio in diversisubstrati, fino ad arrivare al grado di matu-razione giusto per essere fecondati. E lì,per ora, ci si è fermati.

CRESCIUTO IN PROVETTA

Come si ottengono inlaboratorio questi ovociti?La tecnica con cui sono stati ottenuti inlaboratorio questi ovociti fecondabili èstata particolarmente impegnativa e siè sviluppata in 4 fasi, fino ad ottenerei primi ovociti “maturi”, ovvero arrivatia uno stadio di completa maturazione.Nella prima fase si è provveduto aprelevare la parte più esterna del tessu-to ovarico da donne che si erano sotto-poste a interventi chirurgici di routine;un prelievo delle parti di tessuto dove

sono annidati i follicoli primari, ossiacellule molto primitive, che sono stateimmerse in un liquido di coltura; uncocktail di sostanze capaci di favorire ilnaturale sviluppo delle cellule.Nella seconda fase, queste cellule pri-mitive, immerse nell'ambiente ricco dinutrienti e fattori di crescita, hannocominciato a svilupparsi fino a duplica-re le loro dimensioni; successivamentei follicoli ovarici contenenti gli ovocitisono stati separati. Nella terza fase gli ovociti e le celluleche li circondavano sono stati rimossidal liquido di coltura e collocati su unamembrana ricca di nutrienti. Infine, nella quarta e ultima fase delprocesso, gli ovociti sono arrivati allapiena maturazione, pronti quindi peressere fecondati.

La parte esterna del tessuto

ovarico viene prelevata.

Le cellule primitive estratte da questo tessuto

vengono immerse nella soluzione ormonale.

OVOCITI IMMATURI

Gli ovociti vengono separati e congelati.

Gli ovociti arrivatia piena maturazionesono pronti per essere fecondati.

SOLUZIONEORMONALE

OVOCITICONGELATI

4 MMDI TESSUTO

OVARICO

FASI DI SVILUPPO DEGLI OVOCITI

Lo straordinario risultato otte-nuto, se verrà confermato dal-l’avvenuta fecondazione,potrebbe risultare d’aiuto alledonne infertili o che soffronodi menopausa precoce. La tecnica messa in atto risulterebbeutile anche alle donne affette datumore. In questo modo, una voltaguarite, potrebbero disporre delleloro cellule uovo, in grado pertantodi concepire in vitro un figlio con ilseme del marito, attraverso la pro-creazione medicalmente assistita.

COSA CI SI ASPETTADA QUESTA SCOPERTA?


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FINE

IL PARERE DELL’ESPERTOIl professor Carlo Alberto Redi, direttore del Laboratoriodi Biologia dello sviluppo dell'Università di Pavia, com-menta così l'esperimento che per la prima volta ha dimo-strato la possibilità di coltivare in laboratorio ovocitiumani. «Un bel risultato, che apre molte opportunità. E' par-ticolarmente interessante che i ricercatori abbiano trovato le

condizioni ideali per il terreno di coltura capace di far sviluppare gli ovociti: una sortadi terreno nutriente, per farcrescere frammenti prelevatidalla parte più superficialedell'ovaio. Resta difficile direse questi possano essere fol-licoli ovarici primordialioppure cellule staminali,perché in proposito c'èancora disparità di vedutenel mondo della ricerca.Comunque, di certo il terre-no di coltura per ottenere gliovociti umani funziona».

le di ovociti che arriva allo stadio di unafecondazione è bassa e si possono pre-sentare delle anomalie. Insomma, lo studio è ancora sperimen-tale ed occorre parlarne con cautela,anche se comunque offre qualche spe-ranza in più alle pazienti con un tumoreche vogliono pensare ad una gravidanza,una volta sconfitta la malattia.Serviranno però altri studi per dimostra-re la funzionalità di questa tecnica.

Prospettive futureFinora si era riusciti ad ottenere ovo-citi maturi in laboratorio dai topi edalle pecore. Mai da un essere

umano. Tuttavia questo risul-tato è solo un primo passo:restano anche dei punti inter-rogativi, condivisi dagli stessiricercatori anglosassoni. Prima di tutto è stato utilizza-to il tessuto ovarico fresco. Secondo punto: la percentua-

Conservare la fertilitàin caso di tumoreLa scoperta della Telfer è un ulteriorepasso in avanti nel tentativo di preser-vare la fertilità delle donne che siammalano di tumore e devono affron-tare la chemioterapia, che danneggiale ovaie. Oggi, prima di iniziare le terapieoncologiche, vengono prelevati e conge-lati gli ovociti, poi utilizzati con tecniche diprocreazione assistita (PMA). In alternativa, anche se la tecnica è consi-derata ancora sperimentale, si preleva unpezzetto di tessuto ovarico, soprattuttonelle pazienti più giovani, che viene con-gelato e reimpiantato dopo le terapie e laguarigione. Ma con qualche svantaggio,ad iniziare dal fatto che per il reimpiantoserve un altro intervento chirurgico, quin-di è una procedura invasiva. Inoltre, nonsempre l’ovaio riprende a funzionare enon si elimina del tutto il rischio che il tes-suto reimpiantato possa reintrodurre ilcancro nella paziente, perché possonoesserci cellule cancerose. Se invece non siimpianta l'intero tessuto, ma si prelevaqualche ovocita da far crescere in vitro, ilrischio cala drasticamente.


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SANITA’

Un milione di nuove infezioni al giorno alivello globale. E’ questa, secondol’Organizzazione Mondiale della Sanità,l’incidenza delle Infezioni SessualmenteTrasmissibili. In Italia, la fascia d’età più arischio è quella dei giovani tra i 15 e i 24anni, che spesso non sono informati sullapossibilità di contrarre queste infezioni,sulle più efficaci modalità di prevenzionee sulle possibili terapie. E proprio ai gio-vani si rivolge la campagna diComunicazione “IST, conoscerle per pre-venirle”, messa in campo dal Ministerodella Salute insieme alla Fnomceo, laFederazione nazionale degli Ordini deiMedici Chirurghi e Odontoiatri.

Le infezioniLe Infezioni Sessualmente Trasmessesono causate da batteri, funghi parassi-ti, virus che si trasmettono attraversoqualsiasi tipo di rapporto sessuale(vaginale, anale, orale) per contatto con

Dott. Andrea BaldisserriMedico-Chirurgo specialistain otorinolaringoiatriaE-mail: [email protected]

i liquidi organici infetti (sperma,secrezioni vaginali, sangue, saliva). Lepiù conosciute sono la sifilide, lagonorrea e l’HIV. Altre molto diffusesono le infezioni da Chlamydia, Herpesgenitale, Papillomavirus (HPV) e le epa-titi virali da HAV, HBV, HCV (Epatite A,B e C). Molto spesso non provocano sintomiparticolari. Alcune possono causareprurito, bruciore, ulcere o perdite dallemucose genitali. La persona infettata, anche senzasintomi, può trasmettere l’infezioneal partner sessuale.

SESSUALMENTETRASMISSIBILI

INFEZIONIConoscerle per prevenirle. Le più note sono sifilide, gonorrea e HIV.Altre molto diffuse sono le infezioni da Chlamydia, Herpes genitale,Papillomavirus e le Epatiti A, B e C.

Utilizza il profilattico dall’inizio alla finedel rapporto sessuale con partner occasio-nali o partner che abbiano una InfezioneSessualmente Trasmissibile per ridurre ilrischio di contagio.

Evita il contatto diretto con sanguepotenzialmente infetto.

Effettua visite mediche periodiche dicontrollo per evidenziare infezioni che nondanno sintomi.

Esegui i test consigliati dal medico peruna diagnosi precoce.

Effettua le vaccinazioni prescritte e con-sigliate dal medico curante.

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nare. Le forme che possono evolvereverso il cancro non danno sintomi senon quando c’è una lesione pre-tumo-rale o il cancro è in fase avanzata.

PREVENZIONEIl profilattico non è sempre in gradodi proteggere da questa infezioneche può colpire anche aree dellapelle non coperte dal profilatticostesso. I vaccini disponibili consentonodi prevenire, nella donna e nell’uomo,condilomi, lesioni precancerose e tumo-ri, ma non proteggono da tutti i tipi diHPV. Sono quindi importanti i controlliperiodici (ginecologo, infettivologo)anche per chi si vaccina. Le donne pos-sono effettuare lo screeening per iltumore del collo dell’utero (pap-test etest-HPV), che permette la diagnosi dilesioni pre-tumorali.

RICORDA CHE...La pillola anticoncezionale, la spirale o la

legatura delle tube servono solo ad evitareuna gravidanza ma non proteggono dalleInfezioni Sessualmente Trasmissibili.

Molte Infezioni SessualmenteTrasmissibili sono curabili con una sem-plice terapia prescritta dal medico.

La diagnosi precoce è importante perevitare possibili complicanze e la diffusio-ne del contagio.

La terapia e i controlli sono consigliatianche ai partner.

HIVL’infezione da HIV può portareall’AIDS (Sindrome da immunodeficienzaacquisita) che rappresenta lo stadio clini-co avanzato dell’infezione. È causata dalvirus dell’immunodeficienza umana (HIV)che si trova nel sangue, sperma, secrezio-ni vaginali, secrezioni pre-spermatiche,latte materno delle persone sieropositive.

CONTAGIO- Qualsiasi tipo di rapporto sessuale(vaginale, anale, orale) con persone coninfezione.- Contatto con sangue infetto: scambiodi siringhe infette, strumenti per tatuaggie piercing contaminati con sangue infetto.- Passaggio da madre sieropositiva albambino, durante la gravidanza, il parto el’allattamento al seno.

SINTOMILe persone con HIV possono restare alungo senza sintomi, ma possono tra-smettere l’infezione anche durante que-sto periodo. La contemporanea presen-za di altre infezioni genitali (es. herpes genitale o sifilide)aumenta la possibilità di contrarre l’infe-zione durante i rapporti.

PREVENZIONE- Evitare comportamenti a rischio.- Effettuare il test HIV se si hanno rap-porti non protetti, in forma anonima,permette una diagnosi precoce (sieropo-sitività) ed una terapia che rallenta laprogressione dell’infezione sino allapatologia conclamata AIDS.

HPV PAPILLOMA VIRUSE’ un’infezione dovuta a diversi tipi divirus. Alcuni causano condilomi (verru-che genitali) mentre altri, negli anni,possono dare origine a tumori del collodell’utero, vagina, vulva, pene, ano e alivello orofaringeo.

CONTAGIOAvviene durante i rapporti sessuali nonprotetti con persone con infezione.

SINTOMII condilomi genitali possono dare distur-bi durante i rapporti sessuali o sangui- »SEGUE


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CONTAGIO EPATITE B E C.- Il contatto con il sangue di persone conepatite.- Le secrezioni genitali (specie per l’epa-tite B) di persone con epatite.- Trasmissione dalla madre al bambinodurante la gravidanza o al momento delparto.

SINTOMI- Epatite acuta con ittero (colore gial-lo della pelle e degli occhi) e doloriaddominali.- Stato di “portatore senza sintomi”(non ci sono sintomi ma si possono con-tagiare altre persone).- Malattia cronica: l’epatite B e special-mente l’epatite C possono progredire in20-30 anni fino a dare cirrosi o tumoridel fegato.

PREVENZIONEEvitare comportamenti a rischio per ilcontagio. È inoltre disponibile il VAC-CINO per l’epatite B, obbligatorioper tutti i nuovi nati, secondo ilcalendario vaccinale.

EPATITI A,B,C EPATITI VIRALI

Sono causate da virus che colpisconoprevalentemente il fegato.

CONTAGIO EPATITE A.Essendo presente nel materiale fecaleinfetto, può essere trasmessa:- Per via alimentare.- Attraverso rapporto oro-anale.- Portando alla bocca dita e oggetti con-taminati con le feci.

Il vaccino anti epatite B è racco-mandato, insieme a quello antiepatite A, anche agli adulti nonvaccinati con comportamenti arischio (uomini che fanno sessocon uomini, consumatori di sostan-ze, detenuti e persone con HIV).

Oggi il 97 per cento delle per-sone affette da epatite C trattatecon i nuovi farmaci antivirali adazione diretta guarisce. Uno scenario inimmaginabile sino apochi anni fa quando, senza contare ipesanti effetti collaterali, l'interferoneaveva successo in meno della metàdelle persone. Una vera e propria rivo-luzione, iniziata con l'annuncio deiprimi risultati postivi a partire dal 2010,che potrebbe consentire entro il 2030 -questo è l'obiettivo dell'OrganizzazioneMondiale della Sanità - di eradicaredefinitivamente la malattia.

TRAGUARDO INASPETTATOCONTRO l’EPATITE C

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SIFILIDEÈ causata da un batterio, il Treponemapallidum, presente nei genitali e inlesioni cutanee.

CONTAGIO- Rapporti sessuali non protetti conpersone con infezione.- Contatto con lesioni cutanee che simanifestano nel corso della malattia.- Passaggio da madre al bambinodurante la gravidanza (a seconda dellostato di infezione della madre la malattiapuò essere trasmessa al feto causandomorte in utero o la nascita di un bimboaffetto da sifilide congenita).SINTOMISi sviluppa in diverse fasi e le lesionisono localizzate a genitali, ano-retto obocca. Può progredire senza che si mani-festino sintomi evidenti.- Nella fase iniziale si può osservare un’ul-cerazione dei genitali non dolente.- Nelle forme più gravi possono compari-re macchie cutanee (caratteristiche supalmo mani e pianta piedi) o disturbicerebrali.

TERAPIAÈ curabile con terapia antibiotica: dosag-gio e durata dipendono dallo stadio dellamalattia. Anche il partner si deve sotto-porre a terapia per evitare di essere nuo-vamente infettato. Il test del sangue, pre-scritto dal medico, permette una diagnosiprecoce ed una cura efficace.

URETRITI E CERVICITI DA CHLAMYDIA

Sono malattie molto diffuse causate dalbatterio Chlamydia trachomatis.

CONTAGIO- Rapporti sessuali non protetti con perso-ne con infezione. Trasmissione dalla madre al bambinodurante il parto (nel neonato l’infezione simanifesta come un’infiammazione agliocchi e all’apparato respiratorio).

SINTOMIL’infezione può essere asintomatica e, sepresenti sono simili a quelli della Gonorrea.

- Uomo: spesso asintomatiche, possonodare bruciore e secrezioni dall’uretra.- Donna: le cerviciti (infezioni della cer-vice uterina) sono spesso asintomati-che. Se non trattate possono provocareinfezioni pelviche e sterilità.

TERAPIAÈ curabile con terapia antibiotica.L’assunzione della terapia, non appenafatta diagnosi di infezione, è basilare perevitare l’insorgenza di complicanze. Il trattamento dei partner avuti fino a60 giorni prima dell’insorgenza deisintomi è molto importante per evita-re la diffusione dell’infezione.

GONORREAÈ causata da un batterio (Neisseriagonorrhoeae o gonococco) presentenelle secrezioni purulente dei genitalidelle persone con infezione.

CONTAGIO- Rapporti sessuali non protetti con per-sone con infezione. - Passaggio da madre al bambinodurante il parto.

SINTOMIPerdita dai genitali di materialepurulento (più evidente negli uomini)

e dolore durante la minzione (nell’u-rinare). Se non trattata può dareinfiammazioni pelviche e sterilità nelladonna.

TERAPIAÈ curabile con terapia antibiotica. Ancheil partner si deve sottoporre a terapia.

HERPES GENITALEÈ causata da un virus presente nei geni-tali (herpes simplex di tipo 2) che pro-voca lesioni circoscritte in corrisponden-za dei genitali.

CONTAGIO- Avviene durante i rapporti sessuali nonprotetti per contatto con le mucose infette.

SINTOMILa maggior parte delle persone non hasintomi o ha sintomi molto lievi. Altrepossono avere piccole vescicole a grap-polo che si presentano ripetutamente eche si trasformano in ulcere dolorose alivello dei genitali.

TERAPIALe lesioni guariscono in 1-4 settimane,tuttavia esistono farmaci specifici daassumere su prescrizione medica.

FINE


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SMETTIAMO DIFUMARE

Dott. Renato CuteraResponsabile Unità di Bronco-PneumologiaOspedale Bambino Gesù - Roma

SALUTE

L'abitudine al fumo di tabacco è una dellepiaghe più significative della nostrasocietà, essendo una conclamata causa dimolte patologie. Tutte le malattie chedetermina sono prevenibili; basterebbenon fumare per non averle. Il fumo creadipendenza: lo sappiamo da tempo. Maquesta consapevolezza nella seconda metàdel secolo scorso è stata di fatto ignoratadalle industrie che producono tabacco,che anzi ne hanno incrementato la produ-zione e divulgato una propaganda perindurre i consumatori al consumo di siga-rette. Ciò è stata la spinta propulsiva per lalegislazione italiana ad intervenire negliultimi anni. L'intervento delle istituzioniserve ad informare per limitarne il consu-mo, e per impedire che i fumatori rechinodanni anche ai non fumatori. Soprattuttoai bambini, che vanno protetti.

prima da sforzo poi nei casi gravi anche ariposo. Impedisce la normale ossigenazio-ne perché distrugge i setti valvolari.

Quali sono i danni del fumo attivo?Il più conosciuto è senza dubbio iltumore al polmone. Ma anche la BPCO

BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVALa broncopneumopatia cronica ostruttiva èun tipo di malattia polmonare ostruttiva.Bronchite cronica e enfisema polmonarespesso coesistono con questa malattia. Bronchi

in salute

Membranealveolariin salute

Infiammazione e eccesso di mucosa

Le membranealveolarisi rompono

BRONCHITE CRONICA

ENFISEMA POLMONARE

(broncopneumopatia cronica ostruttiva)è una conseguenza al consumo ditabacco, meno conosciuta ma moltoinvalidante. Il termine indica due malattie - bron-chite cronica ed enfisema polmonare(vedi schema in basso) - che spessocoesistono nello stesso paziente.La BPCO è una malattia progressiva checausa un deterioramento della funziona-lità respiratoria attraverso un'ostruzioneirreversibile delle vie aeree e una distru-zione di alcune aree polmonari. Si mani-festa clinicamente con tosse e catarro cro-nici e progressiva mancanza di respiro,


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Se già tutti conosciamo la differenza tra fumo attivo - quello aspirato direttamente -e fumo passivo – si respira quello aspirato da altri – meno sappiamo sul fumo diterza mano. Il fumo di terza mano è quello di cui si impregnano i vestiti, la pelle,i capelli, e i tessuti delle stanze o delle auto nelle quali si è fumato. Il bambino conun genitore che fumi, respira spesso questo fumo di terzo passaggio. E, per quantoil genitore possa fare attenzione a non fumare in presenza del bambino, le conse-guenze sono le stesse del fumo passivo. I figli dei genitori fumatori hanno una funzione respiratoria molto più bassa. Più difrequente incorrono in malattie come la bronchiolite, la bronchite asmatica e l'asma.E c'è un'evidenza che dimostra come anche le otiti nei bambini figli di fumatori,abbiano un'incidenza più elevata rispetto ai figli di non fumatori. Inoltre il fumo deigenitori è un fattore di rischio per i casi di apnea del lattante e di morte in culla.

COS’E’ IL FUMO DI TERZA MANO?

Altri effetti del tabagismo si hanno sulsistema cardiovascolare, perché i fuma-tori sono soggetti più a rischio di malat-tie coronariche come l'infarto e malattievascolari come l'ictus cerebrale e levasculopatie periferiche. Senza dimenti-care effetti come l'ipofertilità nelledonne e le impotenze funzionali negliuomini.

Quali sono le conseguenzedel fumo in gravidanza?I figli delle donne che fumanodurante la gravidanza nascono con ibronchi più piccoli. Il calibro delle vieaeree è più piccolo di quelli dei bambi-ni normali. Se quel bambino, più avan-ti, dovesse iniziare a fumare, sarà sog-getto a bronchite cronica prima deglialtri. Un dato certo è che i figli deifumatori saranno più di frequentefumatori a loro volta.

I dati dei più recenti studi dicono cheil numero dei fumatori in Italia stadiminuendo. Quali problemi restano?E' vero. In Italia si è ridotto il consumoglobale di tabacco. Ma mentre dagli anni'60 ad oggi il numero di uomini adultiche fumano si è ridotto di quasi il 60 percento (dall'80% negli anni '60 al 23%del 2015), quello delle donne fumatrici èmolto stabile, se non in leggero aumen-to. Mentre fino a 15 anni fa quasi nonesistevano donne con la BPCO, oggi i casidi donne con broncopneumopatia croni-ca ostruttiva sono aumentati notevol-mente. Il fumo è in aumento anche tra igiovani e gli adolescenti. Le sigaretteelettroniche,anziché sco-raggiare i con-sumatori abi-tuali di sigarette, sono state spesso lostrumento per iniziare al vizio chi nonfumava. Senza parlare delle sostanze checontengono. Di recente è stato pubblica-to un lavoro su un eccipiente alla ciliegiache viene utilizzato dentro alle sigaretteelettroniche, che è stata riconosciutasostanza pericolosa.

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FINE


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DOMICILIARE

SANITA’

ASSITENZA

orale, per cui c'è stato un tra-sferimento delle cure dall'ospe-dale al day hospital e all’ambula-torio esterni, col paziente adomicilio.

In quali casi intervieneRavenna AIL?Ravenna AIL interviene nella faseavanzata della malattia, quando laterapia non è più efficace, per ipazienti che non hanno avuto un decor-so favorevole, i "resistenti" ed i "pluri-ricaduti", per i quali la terapia risulte-rebbe solo un accanimento terapeutico.

Dott. Alfonso ZaccariaEx direttore Dipartimento Oncologia ed Ematologia - Azienda USL di RavennaPresidente Ravenna Ail

Come funziona, a Ravenna, il percorso di cure e sostegno ai pazientiaffetti da queste gravi patologie.

AI MALATI DI TUMORE

Quali sono le condizioni affinchè un malato di tumore sia ospedalizzato?Il ricovero ospedaliero si propone essen-zialmente nel caso in cui il paziente fac-cia terapie che richiedono un alletta-mento o un'assistenza infermieristicadiretta, in genere terapie per via endo-venosa (chemioterapia o immunotera-pia). L'ospedalizzazione avviene anchein presenza di trapianto autologo, checomporta una riduzione dei globulibianchi tale da mettere a rischio l'inco-lumità della persona, che perciò vienetenuta in ambiente protetto per il perio-do necessario alla ripresa dei valoriematologici.Oggi, comunque, nel trattamento diun tumore si lavora maggiormente inday hospital e a domicilio.L’ospedalizzazione non è più utilizza-ta come in passato.Molte terapie fortunatamente sono stateconvertite dalla via endovenosa alla via

Si procede invece con una cura di sup-porto, per far sì che il paziente inquesta fase avanzata della malattiaabbia comunque il massimo confor-to: non avere dolore, o averne il menopossibile, non avere sintomi importanticome il vomito e la diarrea, potersinutrire sono fattori essenziali per unavita dignitosa.

DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIESEZIONE DI RAVENNA

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viene curato a domicilio, risulta a cari-co del medico di base, il quale però ingenere non ha una preparazione speci-fica sulle cure palliative, per cui seguele indicazioni di uno specialista. In que-sti casi interviene Ravenna AIL. Da 13 anni un nostro medico lavora suRavenna e Cervia, seguendo non soloi pazienti ematologici, ma anche quel-li oncologici. Da quattro anni garan-tiamo la stessa assistenza su Faenza eLugo con un secondo medico. E abbiamo inserito anche due psicolo-ghe, una su Faenza e Lugo, una suRavenna e Cervia. Quindi abbiamo quattro persone sul ter-ritorio, che si spostano con due auto for-nite da Ravenna AIL. A regime, i pazien-ti in carico alla nostra Associazione sonocirca 60.

Questa fase molto delicata va gestitanella maniera più serena possibile, perilpaziente e per i suoi familiari. Per quanto riguarda la Provincia diRavenna, L’ASL mette a disposizioneun servizio di cure palliative in trehospice a Ravenna, Lugo e Faenza,ciascuno con una disponibilità di 13-14posti letto, per un totale di 36 postiletto.

Come funziona invece l’assistenza a domicilio?Per l'assistenza a domicilio è necessarioavere innanzitutto un familiare che siprenda cura del paziente (il cosiddettocaregiver). L'ASL garantisce un servizioinfermieristico molto professionale.Manca, però, la parte medica.Ufficialmente quando un paziente

Quali sono i principali problemi da superare?Uno dei problemi più importanti deipazienti ematologici, e soprattutto deipazienti con tumori solidi è la mancanzadi appetito, o la non accettazione dicerti cibi, perché la chemioterapiadistrugge le papille gustative e quindivengono annullati o cambiano i saporidel cibo. Stiamo partendo adesso conun progetto di una dieta naturale, abase di frutta secca e yogurth, nella con-creta speranza che possa essere più gra-dita, rispetto alla dieta tradizionale e aiprodotti integratori.

Dal 1994 presso l’Ospedale Santa Mariadelle Croci di Ravenna è in funzione unServizio di Ematologia, costituito daambulatori, un Day Hospital, 11 letti didegenza all’interno di un reparto tutto abassa carica microbica, nel contesto diun Dipartimento di Oncologia edEmatologia che si appresta ad assumereuna connotazione più ampia di AreaVasta Romagna. Un numero sempremaggiore di pazienti vi si rivolge perricevere cure appropriate. I reparti clini-ci sono affiancati da DH, ambulatori peresterni, Hospice e Assistenza Domiciliarein modo che tutte le tipologie di pazien-ti possano ricevere cure, intensive o pal-liative, secondo necessità.

L’ASL DI RAVENNA CONTRO LE MALATTIE

DEL SANGUE

Sezione di RAVENNAdell’Associazione Italiana

Contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma- ONLUS -

RAVENNA AIL SOSTIENE1. L’ASSISTENZA DOMICILIARE medica e psi-cologica per i pazienti neoplastici in faseavanzata della malattia e per i loro familiari.

2. La RICERCA CLINICA sulle Malattie delSangue. Presso l’U.O. di Ematologia di Ravennasono in corso circa 50 studi clinici che prevedo-no l’utilizzo di farmaci innovativi.

3. L’ASSISTENZA AI MALATI EMATOLOGICI,con i volontari che ogni mattina si recano nelreparto di degenza per dare conforto ai pazien-ti e fornire piccoli servizi di utilità per chi èimpossibilitato ad uscire dalla stanza.

4. La fornitura di PARRUCCHE E BELLISSIMICOPRICAPO per far si che le signore sotto che-mioterapia affrontino più serenamente questopercorso.

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VUOI DIVENTARE UN VOLONTARIO AIL?Ci puoi trovare presso l’U.O. di Ematologia dell’OSPEDALE di RAVENNA

da lunedì a venerdì: 8.30 - 12.30.

SCRIVICI O TELEFONA AL NUMERO 0544.408913www.ailravenna.it - [email protected]

Dott.ssa Federica QuiriniDott. Gabriele Pelloni

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Ravenna AIL raccoglie fondi soprattuttoattraverso le due principali manifestazionidell'anno, che sono le Stelle di Natale e leUova di Pasqua. Poi abbiamo il 5 per mille, la cuiraccolta viene centralizzata a Roma, per essere poidistribuita fra le 81 sedi provinciali. Infine ci sostenia-mo anche con piccole donazioni personali e con ini-ziative locali come pranzi, cene, tornei di burraco ebanchetti alle feste di paese. Un ringraziamento par-ticolare va ai nostri bravissimi Volontari e a tutti colo-ro che, in un modo o in un altro, ci sostengono. Ravenna Ail, sezione dell’Associazione Italiana contro le

Leucemie, è un’organizzazione di volontariato costituita nel1994, che opera per sostenere le strutture di ricerca e cura dellemalattie del sangue. Da anni offre un contributo al miglioramento dellagestione del paziente emopatico sotto il profilo diagnostico e terapeutico.Finanzia iniziative volte alla ricerca clinica e biologica sulle malattie del san-gue, attraverso l’organizzazione di manifestazioni a livello locale e nazionale.È sensibile ai problemi personali dei pazienti, particolarmente al loro rappor-to con il tessuto sociale. Ravenna AIL sostiene l’Unità operativa di Ematologiadell’Ospedale di Ravenna, attraverso contratti per medici e biologi, acquistodi arredi per il Day Hospital e per il Reparto di Degenza Ordinaria, attività divolontariato in Reparto di degenza, fornitura di parrucche per pazienti in che-mioterapia. Ma l’attività maggiore consiste nell’Assistenza Domiciliare ema-tologica, estesa anche a pazienti con tumori solidi. Questo servizio è stato isti-tuito 13 anni fa su Ravenna e Cervia e da 4 anni è presente anche su Faenzae Lugo. E’ portato avanti da 2 Medici con auto e computer, costantementein contatto con i Medici Ospedalieri, e da 2 Psicologhe. Ravenna AIl si sostie-ne grazie alle manifestazioni nazionali delle Stelle di Natale e delle Uova diPasqua e al 5%°. E inoltre grazie all’azione dei nostri bravissimi Volontari cheorganizzano eventi di vario tipo, e alle donazioni di Enti e di privati.

COME SI SOSTIENE Ravenna AIL?

IL RUOLO DI Ravenna AIL


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LONGEVITA’

di Tiziano ZaccariaE-Mail: [email protected]

«I miei genitori erano agricoltori diLugo - racconta - In famiglia eravamosette fratelli; purtroppo gli altri sonotutti morti.

100 ANNI PERNONNO CARLO

Una famiglia numerosaAl centro sociale “Ca’ di cuntadèn” diSant’Agata sul Santerno il 4 marzoscorso Carlo Cristoferi è stato festeg-giato da una settantina di persone fraparenti ed amici per il suo centesimocompleanno. Erano presenti anche il sindaco EneaEmiliani, il vicesindaco Lilia Borghi,l’arciprete emerito don Renzo Tarlazzi eil medico di base Piersante Guerrini.Carlo è nato a Lugo il 28 febbraio1918. Ha sempre lavorato in campagna, dap-

Carlo Cristoferi, originario di Lugo. Ha sempre lavorato comecontadino. Ha quattro figli, otto nipoti e sei pronipoti.

prima come mezzadro, poinel collettivo braccianti diSant’Agata sul Santerno,dove si trasferì all'iniziodegli anni Sessanta. Vedovo dal 1994, vive infamiglia con il figlioOriano, amorevolmenteassistito dai suoi cari.Ha quattro figli (Oriano,Irene, Domenica e Patrizia),otto nipoti (Davide, Sonia,Silvan, Barbara, Simone,Sara, Federica e Mirco) e seipronipoti (Bryan, Valentina, Gaia,Bianca, Mattia e Cesare). Il suo stato disalute è discreto e la sua mente ancoralucida.

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ticinque anni fa ha avuto un lieve infar-to, e durante un'operazione di appen-dicite ha avuto un embolo polmonaredi cui porta ancora una cicatrice. Ma hasuperato tutto in modo brillante ed oraè tornato in buona salute. «Sono contento, non mi manca nulla.Per il mio centesimo compleanno sonovenuti a trovarmi un sacco di persone,compresi il sindaco e il prete. Ho ancora tanti amici al centro sociale“Ca’ di cuntadèn”, nel quale sono ilsocio più vecchio. Cosa posso volere dipiù?».

L’arrivo della guerra Ho potuto frequentare soltanto laprima elementare (ma Carlo scrivebene e ricorda ancora le tabelline amemoria, ndr.), perché ancora bambi-no ho iniziato a lavorare nei campi.Con l'arrivo della Seconda guerramondiale mi hanno mandato acombattere a Zara. Ho fatto cinqueanni di militare, ma in realtà tre li hopassati negli ospedali militari e in con-valescenza. Mi sono "arrangiato" con imedici, ho fatto un po' il lavativo...».

Il matrimonio Al ritorno dalla guerra, il matrimonio.«Mi sono sposato nel 1946, conmia moglie Maria che era in cinta.Ci siamo poi spostati da Lugo aSant'Agata, dove ho continuato a fare ilcontadino per parecchi anni fino alpensionamento. E in seguito, per pas-sare il tempo, ho accudito orti e giardi-ni per passione ancora per un po' dianni».

Autonomo fino a 96 anniCarlo Geminiani - che in un quadernoappunta tutte le date e le cose signifi-cative della sua lunga esistenza - è statodel tutto autonomo e ha girato inbicicletta fino a 96 anni.Oggi ha qualche inevitabile problemadi deambulazione, ma la salute ingenerale non gli manca: «Mangio ditutto, come ho sempre fatto.

Il segreto della sua longevitàMolti si stupiscono del fatto che hosempre appetito.Continuo a pranzare con primo, secon-do, contorno ed anche il dolce, anchese ho eliminato il vino e il caffè. E datempo non fumo più. Sicuramente hofatto una vita regolare, non ho maipreso una sbornia e non ho maifatto stravizi».

La saluteQualche "imprevisto" di salute, nelcorso dei suoi primi cento anni, nonnoCarlo l'ha dovuto affrontare: circa ven- FINE


ADJUTOR inserto(2)_05.18_Layout 1 27/04/18 08:48 Pagina 1

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che coinvolgono pelle e mucose. Per scongiurare il diffondersi deimicroorganismi bisognerebbe adottareuna serie di accorgimenti tra cui aprirel’elettrodomestico solo al termine delciclo di lavaggio quando si è raffredda-to, in quanto l'aria calda prodotta necontrasta appunto la proliferazione.Ricordarsi inoltre di pulire giornalmenteil filtro e gli interni. Almeno una voltaal mese fare un lavaggio a vuotocon un litro di aceto di mele, persgrassare tutto, compresi scarico etubature, e pulire con una spugnaimbevuta di aceto le guarnizioni.

LAVASTOVIGLIEBATTERI, FUNGHI E

Proprio dove non ti aspettiPuliti, sgrassati e brillanti sono i piatti e ibicchieri appena tolti dalla lavastovigliema, forse non tutti sanno che, questoutile e amato elettrodomestico capacedi rendere così igienizzate le stoviglie,può trasformarsi in un luogo dovepotrebbero annidarsi funghi e batterise non si seguono alcune regole di manu-tenzione giornaliera. Secondo uno studiocondotto a Lubiana dal microbiologoPrem Krishnan Raghupathi sembrerebbe,infatti, che il biofilm, cioè quella sottilepellicola di microorganismi adesa alleguarnizioni in gomma delle lavastoviglie,sia in grado di ospitare diversi microrga-nismi, a detta degli studiosi, pericolosiper l’uomo (anche se solo in minimaparte) e sopratutto per i soggetti che pre-sentano una debilitazione del sistemaimmunitario. La ricerca, ha preso in con-siderazione le gurnizioni in gomma di 24lavastoviglie ed afferma che la sopravvi-venza e la varietà dei microorganismisono legate a diversi fattori come il pH, idetersivi, le elevate concentrazioni di clo-ruro di sodio (NaCl) e la potenza dell’ac-qua durante i cicli di lavaggio.

In particolare…I funghi entrerebbero soprattutto trami-te l’acqua del rubinetto, mentre i batte-

ri proverrebbero dal cibo contaminato.Tra i batteri chiamati in causa si eviden-zierebbero L'Acinetobacter che nei sog-getti immunocompromessi causa infe-zioni urinarie e respiratorie.L'Escherichia Coli, la principale causadi infezioni urinarie e lo Pseudomonasche può provocare diverse infezioni aseconda dei casi e della zona infetta;mentre tra i funghi rispondono all’ap-pello la Candida, il Cryptococcus e laRhodotorula. La percentuale maggioreritrovata in tutte le macchine esaminateapparterrebbe al genere dellaCandida, responsabile delle infezioni

A cura di Barbara Gnisci.

Numerosi batteri trovano “terreno fertile” all’interno di questoelettrodomestico.

QUOTIDIANO

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Nel caso tu ci voglia premiare sarà sufficiente,in sede di dichiarazione dei redditi (CUD, 730, UNICO)

firmare nel riquadro opposito il nostro CF.

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ALIMENTAZIONE

ILCACAO

Il cacao può raggiungere un’altezza di12 metri, presenta foglie grandi e fioribianchi o rosati. I frutti che compaionotutto l’anno, chiamati “cabossidi”, diforma ovale, sono lunghi 15-20 cm elarghi 6-10 cm, con un peso variabile dicirca 300-500 grammi, presentano unasuperficie dura attraversata da dieci sol-chi longitudinali e sono di colore giallo-verdognolo che vira al marrone-rossa-stro in fase di maturazione. Il frutto con-tiene al suo interno 20-40 semi cono-sciuti con il nome di “fave di cacao”.I semi contengono grassi, zuccheri, teo-bromina e piccole quantità di caffeina.Sono la parte più preziosa della pianta,da cui si ricavano la pasta di cacao, ilburro di cacao e la polvere di cacao.

In Europa, i primi semi furo-no importati dall’esploratorespagnolo Hernán Cortés nel1528 insieme alle attrezzaturenecessarie per preparare la gustosabevanda, al ritorno da una delle suespedizioni nelle Americhe. La cioccolatarimase per oltre un secolo un privilegiodella nobiltà spagnola, in seguito si diffu-se in tutta Europa ma per molto temporimase prerogativa dei ceti più abbienti.

La lavorazioneI frutti maturi dell’albero del cacao ven-gono raccolti a mano, aperti e tolti i semi.

CIBO DEGLI DEI

di Tiziana Mundula

Questi vengono poi fatti fermentare. La fermentazione (con una durata dai 2a 6 giorni) si ottiene ricoprendo i semicon foglie di banano, viene eseguita adopera di enzimi batterici che trasformano lesostanze presenti nei semi ed è un processoche conferisce al prodotto...

La storiaLe proprietà di questa pianta che cresceanche allo stato spontaneo lungo il riodelle Amazzoni nella Foresta Amazzonica,erano conosciute già ai tempi degliAtzechi e dei Maya. I Maya furono iprimi a coltivarla e ad usarne i semicome moneta di scambio. Repertiarcheologici (residui in anfore e scrittegeroglifiche), risalenti a 2600 anni fa,testimoniano come questo popolo prepa-rasse una bevanda speziata a base di cioc-colato, che veniva consumata dai sacerdo-ti duranti i riti religiosi e offerta agli dei.

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consiste nello scaldare, raffreddare eriscaldare di nuovo il cioccolato a tempe-rature controllate, a seguito di questo trat-tamento il cioccolato diventa lucido e con-sistente. Infine, vi è la fase della modella-zione, che permette di ottenere le varieforme di cioccolato, con le quali arrivanoin commercio. (es. tavoletta).

Uso alimentareIl cioccolato per uso alimentare, per esse-re definito tale, deve contenere per leggealmeno il 35% di sostanza secca totaledi cacao e il 18% di burro di cacao.

LA PIANTA DEL CACAO

La pianta del cacao (Theobroma cacao L.)è un albero sempreverde appartenentealla famiglia delle Sterculiaceae, origina-ria dell’America centrale, attualmente col-tivato prevalentemente in Sud America eAfrica. La pianta presenta tre varietà:

Criollo - Rappresenta la varietà piùpregiata al mondo, con semi bianchi,con aroma delicato e tondo, coltivatosoprattutto in America Centrale.

Forastero - E’ il più coltivato almondo, il più resistente, molto diffusoin Africa, presenta semi violacei e conaroma astringente e acidulo.

Trinitario - E’ un ibrido tra Criollo eForastero, viene coltivato nelle isoleTrinidad, i semi presentano un aromaleggermente fruttato.

finale il suo aroma caratteristico. Tale processo viene seguito dallatostatura (che avviene per almeno 20minuti ad una temperatura di 230°). Le fave tostate vengono poi pressate, inmodo da eliminare la pellicola più ester-na, frantumate e pressate in modo daottenere un liquido chiamato “liquore dicacao”, che si trasforma in una pastadensa per raffreddamento. Il “liquore dicacao” o “pasta di cacao” è costituito daburro di cacao e da cacao solido.A questo punto, attraverso il passaggioin presse idrauliche si può separare ilburro di cacao (la parte grassa) dallapolvere di cacao.Oppure il processo di lavorazione dellapasta di cacao continua per ottenere ilcioccolato attraverso ulteriori fasi, chesono: la miscelazione, il concaggio, il tem-peraggio e la modellazione.La miscelazione consiste nell’aggiunta dialtri ingredienti: zucchero, vaniglia, altroburro di cacao. Nel concaggio, il ciocco-lato viene miscelato in appositi macchina-ri chiamate “conche” a temperatura dicirca 50° C. Successivamente, il prodottoviene sottoposto a “temperaggio”, che

In commercio esistono due tipi di ciocco-lato: il cioccolato fondente (costituito dapasta di cacao, burro di cacao e zucchero)e il cioccolato addizionato con altri ingre-dienti quali latte, nocciole, peperoncinoecc. Ultimamente è di moda il cosid-detto “cioccolato crudo”, un particola-re tipo di cioccolato che proviene dafave di cacao non tostate e che nel pro-cesso produttivo non viene mai sottopo-sto a temperature superiori ai 42° C.

Effetti benefici del cacaoNel cacao sono presenti una grandequantità di sostanze, lipidi, vitamine,minerali, tannini, flavonoidi, gomme.Sostanze bioattive che sono responsabilidi alcuni suoi effetti:

TEOBROMINA - Alcaloide con attivitàdiuretica, vasodilatatrice, stimolante delsistema nervoso centrale e cardiaco.

AMMINE - Alcaloide che ha un effettopsicostimolante e riduzione del senso difatica e della fame.

ANANDAMIDE - Produce euforia,miglioramento del tono dell’umore eeffetti cognitivi.

FASE DI LAVORAZIONE DEL CACAO

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In letteratura sono presenti numerosi studisul cacao che hanno analizzato gli effettidel consumo di cacao sulla salute cardio-vascolare. Ad esempio, la popolazioneKuna, residente sulle coste panamensi,grandi consumatori di cacao, hanno unabassissima incidenza di malattie cardio-vascolari e ipertensione.A livello sperimentale è stato dimostratoun effetto antiipertensivo e ipocolesterole-mizzante e un miglioramento della fun-zione endoteliale vascolare, fattori tutticorrelati ad una diminuzione del rischiocardio-vascolare. Altri ricerche si sono focalizzate sull’ effet-to a livello cerebrale.In conclusione, il cacao può essere consi-derato come un ottimo alleato per il man-tenimento della salute psico-fisica. La dose giornaliera raccomandata èinferiore a 6 grammi.

Gli effetti collateraliIl cioccolato può dare unadipendenza, chiamata con ilnome di “cioccolismo”.È più frequente nelle donne(40%) rispetto agli uomini (15%)e i sintomi sono gli stessi delledipendenze da droghe d’abuso,con vere e proprie crisi di astinen-za. Probabilmente, questa dipen-denza è legata alla attivazione diparticolari recettori nel cervello daparte di sostanze presenti nel cioc-colato.

Il “CoCoA” study, un progetto di ricerca pubbli-cato nel 2015 sull’“American journal of clinicalnutrition”, ha analizzato l’effetto del consumo dicioccolato in persone anziane attraverso uno stu-dio clinico randomizzato. I risultati dello studiohanno evidenziato un miglioramento dei para-metri correlati alla funzione cognitiva legatoall’assunzione di cioccolato con alto contenutodi polifenoli. Sempre i polifenoli, sostanze adazione antiossidante, sarebbero responsabili del-l’azione anti ansia ed antidepressiva del ciocco-lato. Inoltre, hanno un effetto favorevole su gli-cemia e insulino-resistenza.

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INFANZIA

Prof. Alberto G. UgazioDirettore Istituto Bambino Gesù di Romaper la Salute del Bambino e dell’Adolescente

Come prendersi cura della pelle di neo-nati nei primi mesi di vita? Quali sono iprodotti da utilizzare? Ecco dieci sugge-rimenti da mettere in pratica.

zati dagli adulti possono rivelarsi nociviper i bambini, è opportuno non applica-re creme o disinfettanti, anche del tipopiù comune, se prima non si è chiesto ilparere al pediatra.

DEI NEONATII suggerimenti per prendersene cura. Come evitare irritazionianche nelle aree più delicate, come quella del pannolino. Sotto lalente anche i diversi tipi di dermatite.

LAPELLE

Cinque consigliLa pelle sana dei neonati e dei lattanti nonrichiede l’uso di prodotti specifici e perprendersene cura nel modo migliore, ilprimo consiglio degli esperti è di nonfarne abuso perché potrebbe causare irri-tazioni e favorire allergie. In secondoluogo viene suggerito di utilizzare i pro-dotti specifici disponibili nelle farmacie,poiché sottoposti a un maggior numerodi test, evitando quelli commerciali. Perfar rilassare i più piccoli, contribuendo arimuovere i residui dell’inquinamentoambientale, la terza indicazione è quelladi fargli un bel bagnetto anche quoti-diano e di breve durata, con acqua tie-pida e detergente oleoso. In caso dipelle secca, ricordano gli esperti, è consi-gliato usare oltre ai bagni emollientianche creme idratanti, così da equilibrare

la barriera cutanea e dare sollievo al pru-rito causato dalla secchezza. L’ultima raccomandazione è quella dirivolgersi sempre al proprio pediatraprima di applicare prodotti in modoautonomo nel caso in cui il bambinopresenti una manifestazione cutanea,anche apparentemente banale.

Cinque cose da evitareLa prima indicazione è quella di evitare idetergenti schiumogeni per lavare lapelle di neonati e lattanti e di preferireprodotti senza tensioattivi. Tenendo benpresente che alcuni prodotti molto utiliz-

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titi atopiche). Quella ditipo irritativo, si manife-sta sulle zone convesse(grandi labbra nelle fem-mine/testicoli e pene neimaschi) ed è spesso cau-sata dal contatto conurine e feci, da unagestione inadeguata deicambi del pannolino edall’utilizzo eccessivo dicreme/paste emollienticome quelle all’ossido dizinco. La dermatite infettiva è una com-plicanza di quella irritativa e il più dellevolte, ma non sempre, è causata da unfungo, la candida. Si manifesta attraversochiazze arrossate su tutta l’area del pan-nolino, anche a livello dell’inguine o nellazona dell’ano. La dermatite allergica è una malattiainfiammatoria della pelle che causa arros-samento, umidità e squamo-croste,accompagnata da prurito. E’ causata da diversi componenti a con-tatto con la pelle, nonché dalla predispo-sizione genetica.

La terza cosa da evitare, è l’uso eccessivodi creme/paste emollienti (come quelleall’ossido di zinco) per la zona del panno-lino: applicarne strati spessi, sulla pellesana e ad ogni cambio, contribuisce allamacerazione della pelle, a favorire irrita-zioni e complicanze infettive. Stessa indicazione riguardo le salvietteumidificate per l’igiene: vanno evitate.Meglio sostituirle con acqua di rubi-netto o detergenti senza risciacquo.Ultima cosa da evitare, l’uso di prodotti“naturali”, in particolare gli olii per l’idra-tazione del corpo perché non testati suibambini. Alcuni alterano la barriera cuta-nea e causano follicoliti o irritazioni.

Le dermatosi Le dermatosi dell’area del pannolino sonopiuttosto fre-quenti nel lat-tante e costitui-scono motivo dipreoccupazionee difficoltà digestione per i genitori. Si dividono inirritative, infettive e allergiche (derma-

Cosa fare in caso di infiammazione?Per prevenire queste dermatiti occorreattenersi ad alcune semplici indicazioni.Cambiare il pannolino con frequenza,detergere la pelle quando la zona èsporca, non considerare ogni dermatosidell’area del pannolino come candidiasi(quindi non usare sempre la crema anti-micotica) ed evitare rigorosamente l’im-piego di cortisonici topici. In ogni caso cisi dovrà comunque rivolgere al propriopediatra che, nell’eventualità, indirizzerà ilbambino dal dermatologo.

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BENESSERE

di Fabio Lironzi

Le piccole strategie quotidiane per mantenere rilassata la schienaed assumere una postura corretta.

IN UFFICIO

Chi lavora quotidianamente alla scriva-nia e passa la maggior parte del giornoseduto, può arrivare a soffrire di piccolidolori alla schiena. Anche in ufficio, pur se non sempre èpossibile, specialmente per il pocotempo che a volte si ha, è quindi oppor-tuno trovare quei pochi minuti necessa-ri per mantenere la giusta postura. Può essere utile adottare delle strategiequotidiane, degli esercizi da eseguireanche mentre si sta seduti al propriotavolo di lavoro. Eccovi qualche sugge-rimento pratico.

STRETCHING

Questo è un esercizio semplice: si trattadi assumere una posizione naturale,che tutti tendiamo ad eseguire quandoci sentiamo un po’ rigidi e stanchi.Solleva le braccia sopra la testa, intrec-cia le dita e spingi verso l’alto.

Mettiti in ginocchio, tenendo unagamba piegata ad angolo retto inavanti. Allunga l’altra gamba all’indie-tro. Mantieni questa posizione perqualche secondo, poi ripeti lo stessoesercizio con l’altra gamba.

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Mettiti con la schiena distesa e le braccia in avanti, appog-giate sullo schienale della sedia. Mantieni tesi i muscoli delle braccia e della schiena per qual-che secondo. Poi risali con la schiena a poco a poco, fino arimetterti in posizione eretta.

Utilizza la scrivania come supporto, alzati in piedi e solleva lagamba dietro di te, afferrando la caviglia. Solleva la gambapiù in alto possibile, mantenendo il ginocchio piegato adangolo retto. Mantieni la posizione qualche secondo, poiripeti sull’altra gamba.

Da posizione eretta, inarca la schiena e distendi le bracciaall’indietro, unendo le mani incastrando le dita tra di loro. Dovresti senti tirare il petto e la schiena. Resta in questaposizione per almeno dieci secondi.

Se ti siedi in modo scorretto, puoi correre il rischio di ridurre lacapacità di circolazione sanguigna, soprattutto nelle gambe.Restando seduto, distendi le gambe e inarca la schiena, por-tando la testa a livello delle ginocchia. Cerca di toccare con lemani le dita dei piedi.

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MALATTIA O MORBO

DI CROHN

Prof. Silvio DaneseResponsabile Centro Malattie InfiammatorieCroniche Intestinali di Humanitas - Milano

SANITA’

Guarigione delle ulcere intestinali, assenzadi sintomi e riduzione del numero dei rico-veri ospedalieri legati alla malattia diCrohn, grazie al monitoraggio e all’inten-sificazione terapeutica basata sui biomar-catori di infiammazione. È questo il risulta-to di uno studio internazionale pubblicatosulla rivista Lancet.

pazienti adulti (18-75 anni) con malattiadi Crohn precoce e mai esposti a nessunaterapia immunosoppressiva o biologica.

soli non sono un parametro sufficiente sucui modificare la terapia di mantenimen-to della remissione a lungo termine deipazienti, mentre il monitoraggio stretto el’intensificazione terapeutica basata suibiomarcatori di infiammazione puòportare a una migliore remissione endo-scopica (guarigione delle ulcere intestina-li), controllo clinico (assenza di sintomi) ea ridurre il numero dei ricoveri ospeda-lieri legati alla malattia”.

Lo studioLo studio multicentrico di fase III, è statocondotto in 22 Paesi e ha coinvolto

NUOVA STRATEGIA TERAPEUTICA

La ricercaI ricercatori dei 74 centri di tutto ilmondo coinvolti (Europa, Stati Uniti,Giappone, Sud Africa e Israele), hannodimostrato che la tempestiva intensifi-cazione di terapia con farmaci biolo-gici anti-TNF (inibitori dei fattori dinecrosi tumorale, una citochina che rego-la le cellule del sistema immunitario),sulla base di sintomi clinici associati a bio-marcatori nei pazienti affetti da malattiadi Crohn di recente diagnosi, comportamigliori risultati clinici ed endoscopicirispetto al trattamento basato solo suisintomi. Questo lavoro rivoluziona lastrategia di trattamento della malattia diCrohn poiché dimostra che i sintomi da

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prognosi sfavorevoli). Questo approcciopoi potrebbe esporre i pazienti a un mag-gior rischio di infezioni e morbidità per laprolungata assunzione di corticosteroidi.Occorre inoltre sottolineare che la gravitàdei sintomi non è necessariamente indi-cativa delle condizioni dell’intestino visi-bili a livello endoscopico e potrebbe nonessere un criterio affidabile per modulareil trattamento al fine di controllare l’in-fiammazione ed evitare un danno per-manente dell’intestino.

INTESTINO IRRITABILE E CHRONSINTOMI SIMILI PER DUE PATOLOGIE DIVERSEL’intestino irritabile è undisturbo molto diffuso, i cuisintomi sono molto simili aquelli della malattia di Crohn;le due patologie però sonoben distinte.L’intestino irritabile è unamalattia benigna e non evolvein condizioni gravi o preoccu-panti. La malattia diCrohn, invece, è una verainfiammazione che colpi-sce l’intestino e può por-tare a delle complicanze,motivo per cui i pazienti sonospesso sottoposti a più inter-venti chirurgici nel corso della loro vita. Una perdita di peso, la presenza di anemia o diaumentati indici di infiammazione, rilevabili con un esame del sangue, devono far sospet-tare che non si tratti di intestino irritabile, ma di qualcosa di più importante.

TEST RAPIDO PROTEINA C-REATTIVA

I biomarcatori di infiammazione intesti-nale, come la calprotectina fecale e laproteina C reattiva, sono usati nel moni-toraggio dei pazienti con malattia diCrohn, ma non vi è ancora certezza sulfatto che il loro utilizzo nel monitorizzarel’attività di malattia e modificare la tera-pia in base a questi, migliori i risultati nellungo termine nei pazienti.

Una patologia cronicaIl Crohn è una patologia cronica, pro-gressiva e disabilitante che causa un’in-fiammazione del tratto gastrointestinale eche può favorire lo sviluppo di restrin-gimenti, fistole o ascessi che necessi-tano di intervento chirurgico in circa lametà dei pazienti entro dieci annidalla diagnosi. La gestione clinica dellamalattia con l’utilizzo sequenziale di cor-ticosteroidi, immunomodulatori, inibitoridei fattori di necrosi tumorale (TNF) ealtri biologici può non essere sufficiente acontrollare in maniera adeguata l’infiam-

mazione sottostante e potrebbe ritardarel’inizio di una strategia più efficace (comeper esempio usare i biologici nei pazienticon malattia all’esordio e con fattori di

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I NOSTRI AMICI ANIMALI

Anche per i nostri amici a quattro zampel’eccesso di grasso porta con sé graviconseguenze per la salute e la diminuzio-ne dell’aspettativa di vita. Ma combatte-re l’obesità è possibile. La perdita dipeso, condotta correttamente, cambia lavita. Cani e gatti obesi, quando vengonoportati al peso ideale, appaiono letteral-mente ringiovaniti. Da animali pigri eletargici, diventano vitali e giocosi comequando erano cuccioli. Questo aspetto èil più importante e il più gratificante neldecidere di metterli a dieta. Ecco alcuniconsigli per aiutare i nostri animali a rag-giungere e mantenere il peso forma.

La collaborazione del veterinario è impor-tante anche per stabilire un piano dieteticoe valutare nel tempo i progressi.

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Dott.ssa Marta Avanzi - Veterinariawww.avanzimorivet.it

COME COMBATTERE

L’OBESITA’

Riconoscere il problemaIl primo passo consiste nel riconoscere ilproblema, magari valutando regolar-mente il peso con una bilancia. Disolito l’aumento di peso è graduale eprogressivo. Avendo il cane o il gattosempre sotto gli occhi, può essere diffi-cile realizzare che è diventato troppograsso. Tuttavia è importante rendersiconto dell’aumento di peso, perchéprima si interviene più è facile eliminare

i chili di troppo e prevenire le patologielegate all’obesità.Prima di intraprendere una dieta perun animale grasso è anche impor-tante consultare il veterinario perescludere quelle malattie che possonoessere la causa del problema. A volteinfatti non sono il semplice eccesso dicibo o lo scarso esercizio a causare l’o-besità, ma malattie come il morbo diCushing o l’ipotiroidismo. Inoltre il vete-rinario può, con l’aiuto degli esami delsangue, rilevare la presenza di anomaliecome una glicemia troppo alta o i primisegni di insufficienza renale. »SEGUE


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Impostare un piano dieteticoLo scopo della dieta deve essere la per-dita del tessuto grasso, aumentando altempo stesso il tessuto muscolare. I due effetti combinati portano il cane oil gatto a essere più attivi e più entusia-sti nel gioco. La dieta per ottenerequesti risultati deve avere elevatilivelli di proteine ma poche calorie. Ilveterinario può aiutare a scegliere ladieta più adatta e soprattutto la quantitàda somministrare.

Le quantità riportate nelle confezionisono indicative: un cane giovane richie-de più cibo di uno anziano. La perdita dipeso non deve essere troppo rapida edeve portare a un benessere generale,non a patire la fame.

Controllare gli extraSpesso le buone intenzioni di una dietaimpostata correttamente vengono vani-ficate dai bocconcini fuori pasto. Non è necessario eliminare totalmente ipremi, l’importante è calcolare le calo-rie che apportano nel conto totale e uti-lizzare solo alimenti sani, a basso conte-nuto calorico. Con i cani si possono utilizzare pez-zetti di verdure cotte (broccoli, carote,fagiolini) o di frutta. Per i gatti vannobene pezzetti di carne magra cotta,di tonno senz’olio o di salmone.Anche i gatti occasionalmente apprezza-no le verdure cotte, soprattutto asparagie fagiolini. I premi devono essere tali,usati per ricompensare un comporta-mento corretto, non per cedere allerichieste insistenti del pet.È importante coinvolgere tutti i membridella famiglia affinché si astengano dalsabotare la dieta, spiegando bene irischi dell’obesità e i vantaggi dellaforma fisica ottimale.

A grandi linee, il fabbisogno calo-rico giornaliero di un animale ariposo si calcola con la formula: kgdi peso x 30 e aggiungendo alrisultato 70. Ad esempio, per un animale di 6kg: (6 x 30) + 70 = 250 calorie. Ogni metabolismo è diverso, quin-di la cifra ottenuta va adattata alsingolo animale, anche in conside-razione dell’età, dello stile di vitae altri fattori.

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Tutti sanno che l’obesità è un fattore di rischio per la salute, ma quello che èpoco noto è la relazione tra l’obesità e l’infiammazione causata dal grasso:il tessuto adiposo produce sostanze che causano infiammazioni croniche. In aggiunta, sap-piamo che l’obesità predispone i nostri animali alle stesse conseguenze negative che simanifestano nelle persone: diabete di tipo 2 e resistenza all’insulina, ipertensione, pato-logie renali, artrite con i conseguenti dolori cronici debilitanti. Tutte queste condizioni pos-sono essere prevenute con una dieta adeguata e uno stile di vita sano.L’obesità purtroppo porta con sé una conseguenza anche peggiore: è infat-ti un fattore predisponente per alcuni tipi di cancro, sia nelle persone chenegli animali. Le cellule adipose possono alterare la funzione di altri tipi diormoni, tra cui gli ormoni sessuali e l’insulina. Non solo, ma posso agire esse stesse come un organo endocrino producendo numerosiormoni e favorendo il rilascio di fattori che favoriscono l’infiammazione. L’infiammazionecronica è una delle caratteristiche che influenza lo sviluppo e la crescita dei tumori. Nellepersone la perdita di peso riduce il rischio di sviluppare la maggior parte dei tumori, epossiamo dedurre che lo stesso valga per i nostri animali.

Nessuno deve cercare di conquistarsi ifavori del cane o del gatto con boccon-cini extra, altrimenti non si potrannoottenere i risultati sperati. Bastano appe-na 30 calorie in eccesso al giorno peraumentare 1,5 kg in più all’anno.

Impostare un piano di esercizi quotidianiPer mantenere la massa muscolaredurante la dieta e aiutare a bruciare igrassi, è necessario effettuare eserciziofisico tutti i giorni.L’ideale è far muovere l’animale peralmeno 30 minuti tutti i giorni. Il cane può essere portato a passeggio,iniziando gradualmente, ad esempio 15minuti a passo svelto due volte al gior-no tutti i giorni. Per il gatto occorreessere più creativi e farlo giocareattivamente. Non servono giocattolicostosi, bastauna pallinadi carta dalanciare o unpezzetto dinastro attac-cato a unbastoncino. Una volta raggiunto il pesoforma, occorre conservare uno stile divita sano e modificare l’alimentazioneper il mantenimento del peso. La vitalitàe la salute guadagnate con tanti sforzipermetteranno ai nostri animali di vive-re più sani e più a lungo.

OBESITA’ E INFIAMMAZIONEUNA RELAZIONE PERICOLOSA

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Il primo step sarà ridurre il suo pesocorporeo e arrivare ad un eventualeintervento di chirurgia bariatrica incondizioni ottimali, attraverso percorsimultidisciplinari personalizzati per ilrecupero alimentare, comportamenta-le, motorio e psicologico, con un pro-gramma di attività svolte a tutti i livel-li. Per ridurre al minimo le complican-ze di questo itinerario di cura vengo-no seguite tutte le LINEE GUIDA rico-nosciute in materia.

Alimentazione controllata con unindirizzo VLCKD: utilizzo della "tera-pia chetogenica metabolica" per otte-nere in breve tempo un calo pondera-le significativo della massa grassarisparmiando il muscolo. Questo calo incoraggia il paziente aseguire un metodo che dia risultatibrillanti in breve tempo.

Programma di esercizi motori eda corpo libero personalizzati: lapratica regolare di attività fisica è unfattore che protegge da un incre-mento ponderale e dall’obesità. Viene privilegiata l’attività in piscinapoichè la mancanza di gravità per-mette al paziente movimenti cheprima non faceva, migliorando lasua gratificazione e autostima.

Inquadramento DiagnosticoAmbulatoriale: valutare il quadroclinico del paziente per strutturareun programma di riabilitazione per-sonale, partendo dalle caratteristichebiologiche, psicologiche e sociali chepossono aver innescato lo sviluppodella malattia. La finalità è anche quella di curaredefinitivamente le malattie associateche costantemente gravano sulpaziente obeso.

Buon Management del pazientesovrappeso-obeso: ha la finalità diristabilire un rapporto di fiducia medi-co-paziente:- Utilizza modalità di relazioni adatta-bili ad ogni singolo paziente, consen-tendo di accompagnarlo durante iltrattamento medico-dietetico;- Interagisce con l'ambiente che cir-conda il paziente in modo da non iso-larlo nel momento in cui intraprendeun percorso che richiede una sostan-ziale modifica dello stile di vita;- Interviene nei momenti depressivi,quando il calo ponderale non corri-sponde alle aspettative del paziente einfonde fiducia nel successo. Sprona ilpaziente ad uscire dal guscio in cui siè nascosto attivando la vita di relazio-ne e riacquistare l'autostima.

UN CENTRO PER LA CURA DELL’OBESITA’Al Centro Medico Polispecialistico Olympus di Ravenna un progetto che si prefigge l'obiettivo

di prendere in carico il paziente obeso e/o in sovrappeso in tutti i molteplici aspetti.

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Direttore Sanitario: Dr. Pier Luigi Fiorella Aut. San. PG 6592 del 01/03/04

Cav. Uff. Dino GuerraDirettore Generale del Centro MedicoPolispecialistico Olympus di Ravenna.

Dr. Brancaleoni MarcoMedico ChirurgoSpec. Malattie

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Dr. Bosco Filippo - Medico Chirurgo

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Maestro Alfredo AlbianiFisioterapista

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Dr. Valgimigli GiampieroMedico Chirurgo

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Il progetto è gestito da un’equipe mul-tidisciplinare composta dal Dott. FilippoBosco, dal Dott. Giampiero Valgimigli,dal Dott. Marco Brancaleoni e dalMaestro Alfredo Albiani. Insieme sono in grado di arrivare aduna valutazione clinica di ogni singolopaziente a 360°, dopo averne valutatoi tre aspetti fondamentali: PSICO-EMO-TIVO, FUNZIONALE- NUTRIZIONALE ePOSTURALE- BIOMECCANICO.

L'obesità va considerata come unamalattia invalidante ed il modo piùcorretto per trattarla consiste nel condi-videre col soggetto interessato un per-corso individuale, coinvolgendolo intoto anche e soprattutto dal punto divista psicologico; fondamentale in que-sto senso stabilire con lui un ALLEAN-ZA TERAPEUTICA che lo faccia sentireal centro di un percorso comune.

Il primo accesso prevede la preno-tazione di 2 visite specialistiche :1. La prima visita prevede l’ascol-to, la valutazione e l’inquadra-mento del paziente da un puntodi vista posturale, emozionale eantalgico. Sarà effettuata dal DrValgimigli che, ove riterrà oppor-tuno, potrà indirizzare e guidare ilpaziente verso terapie comple-mentari al percorso nutrizionale,ovvero trattamenti fisioterapici,colloqui di sostegno psicologico,programmi motori;2. La seconda visita prevede laconsulenza nutrizionale e metabo-lica, con anamnesi generale,esame bioimpedenzometrico perla valutazione della costituzionecorporea, individuazione e asse-gnazione del piano alimentarepersonalizzato attraverso l’approc-cio chetogenico. La visita nutrizio-nale sarà effettuata dal dott.Bosco o dal dott. Brancaleoni.

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